I tre cornuti

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                   I

           TRE     

     CORNUTI

        (Li tre becchi)

           Scenario

                  da’

  “La commedia dell’arte.”

       (Autore anonimo)

PERSONAGGI    INTERPRETI

-----------------     --------------

Arlecchino……………….

Coviello…………………..

Flaminia…………………

Pantalone…………………

Zanni…………………….

Franceschina……………..

Diavolo…………………..

Leandro………………….

Cinzia……………………

Una strada davanti a tre case.

Quella di destra e’ la casa di Coviello – La centrale di

Pantalone e quella di sinistra di Zanni.

          

            A T T O  P R I M O

        

Scena prima:

----------------  

             ARLECCHINO - (COME CHIAMANDO QUALCUNO – FUORI SCENA)

                        Arlecchino ! Arlecchino! Guarda cosa ho trovato?

                         (ENTRA) –Muoviti piccolo lurido millepiedi!

                         Guarda come si muove, strisciando….assomiglia

                       a un gruppo di vermi, attorcigliati a uno stecco!

                        Dai svelto, che siamo a quattro passi da una

                        montagna di cibarie e di bevande.!

                         Cibo e bevande? Dove? Qui si vedono solo case e

                       porte chiuse .. Non si dorme! Niente carne! niente

                        vino! Non si  beve, non si mangia..

                        Porte e case! Si, ma quale?

                        Quale?   (Impaziente a se stesso) – Cinzia!

                        Qual’e’ la tua porta?

                        Cinzia, la regina della cucina.

                        Oh, dolce promessa, oh, dolce Cinzia, ricordi

                        l’ultima volta che c’incontrammo?

                        Ricordi come subito ci lasciammo?

                        Quando tuo marito mi scopri’ nell’armadio della

                        tua camera da letto? Quel ficcanaso, reumatico

                        di Coviello, che volle andare a curiosare

                        nell’armadio. “Un amante? Un amante?        

                         Comincio’ a sbraitare…..e il tuo povero

                        Arlecchino, dovette saltare dalla finestra in

                        mutande. E tu che dalla finestra urlavi: Torna

                        indietro Arlecchino, che ci liberiamo di quel

                         cornuto di mio marito…. Ma come facevo a

                       tornare indietro se ero in mutande per la strada.

 (FA FINTA DI APRIRE UN ENORME TASCA DAL SUO VESTITO)

                       Tasca, ti ricordi? Ce l’hai ancora? Ti prego di

                         tenere ancora in serbo la promessa di Cinzia.

( RIVOLTA LA TASCA GENTILMENTE) – Dolci promesse, dolci

                        care promesse. Quante volte ho sospirato e

                        sognato,pranzi di Cinzia, le colazioni, le cene, e

                        le merende! E ricordare tutte le volte che mi

                         preparava il porro, le minestre di verdura, la

                         tenera carne, il dolce vino  bianco, e il pastoso

                  vino rosso, lo stufato, i dolci, e il suo caro dolce

                 amore (VERSO IL PUBBLICO PUNTANDO L’INDICE           

             VERSO DI  SE) Guardate tutti! Osservate il

                        povero Arlecchino! Sventrato, sciupato, affamato

                    di cibo, affamato d’amore della regina della cucina.

                    E’ piu’ di una settimana che non ho combinato

                     qualche scherzo a chicchessia. Il suo intelletto si e’

                     sciupato, spento. Arlecchino morira’ affamato,

                    morira’ senza la voglia di fare scherzi, di fare lazzi.

                   Oh, bella, squisita, sporca, dolce, potente, inodore,

                 odorosa, pazza, amorosa, gustosa, saporita, sciapita,    

               senza amore, amorevole, , Cinzia!

                Piangete tutti!

              (SI SENTE URLARE – DALLA CASA DI CINZIA – LA SUA 

                 VOCE IRATA CHE GRIDA):

CINZIA -   Fuori, Fuori!

               (SCARAVENTA COVIELLO FUORI DALLA CASA)

SCENA 2

COVIELLO – (CASCA IN MEZZO AL PALCOSCENICO)

                  Oh, amico, voi siete qua’? Aiutatemi. Siete un amico?

ARLECCHINO – Certo, lo sono!

COVIELLO – Siete un amico?

ARLECCHINO – Certo sono un amico.!

COVIELLO – Amico, sapete chi sono io?

ARLECCHINO – Siete un uccello?

COVIELLO – No, sono un marito! Coviello,il marito di costei.

ARLECCHINO – Amico, ditemi – che sorta di uccello e’ un

                   marito?

COVIELLO – In verita’, che uccello sia non lo so’. Cosa certa e’

              un INFERNO l’ avere una  moglie che ti picchia con la

              scusa della carita’ e della  pieta’

ARLECCHINO –  E ti serve un verme per il pranzo.

COVIELLO – La mia fedelta’ e’ ricompensata con

                     calunnie, sospetti e bugie.

ARLECCHINO – E chi non pranza per questa causa?

COVIELLO – Chi si sente cosi’ torturato, da rassomigliare a un

                martire?

ARLECCHINO – E chi non becca niente alla fine?

COVIELLO – Ho il corpo ricoperto  di lividi, non fa’ che urlare,

                     sbraitare, comandare. E’ piena di livore e di astio.

ARLECCHINO – E solamente la sua pancia e’ vuota.

COVIELLO – Chi e’ accusato di vivere come un cardinale, amare

                come un abate, cantare e ridere tutto il giorno come

                un frate?

ARLECCHINO – E digiuna e patisce la fame come un anacoreta.

COVIELLO – Allora amico mio, aiutatemi nel voto di astinenza.

      Voglio fare un  voto. Da questo momento, davanti a voi   

      giuro. amico mio, che, Coviello SI ASTERRA’, restera’    

    lontano dalla moglie, da tutte le mogli.   Eccetto una!.

ARLECCHINO – Cinzia naturalmente.

COVIELLO – Flaminia !

ARLECCHINO – Chi?

COVIELLO – Flaminia.! Naturalmente, Flaminia!

ARLECCHINO – Ma non avete detto che volevate astenervi da

                       tutte le mogli?        

COVIELLO – Tutte le mogli! Tutte fuori che una – La moglie di

                     Pantalone. Ah, la moglie di Pantalone non e’ una

                      moglie.

ARLECCHINO – Non e’ vostra moglie.

COVIELLO – Non e’ una moglie, e’ elegante, gustosa, fine, una

               cuoca eccezzionale, e’ il vapore del vino bianco,

               l’aroma dell’insalata, il sugo della carne, il nettare

               dei frutti. E’ il distillato degli aromi, il delirio dei

         vapori, la salacita’ del ragu’, l’afrodisiaco del nettare.

ARLECCHINO – Andiamo, che vi do’ una mano a mangiarla.!

COVIELLO – Non cosi’ veloce amico mio. Prima dobbiamo

                   disfarci di Pantalone.

ARLECCHINO – Non vi preoccupate, lasciate a me il compito di

                     disfarmi del marito.

COVIELLO – Oh, questa e’ amicizia! Se voi farete cio’ per me, io

                     vi faccio una grande promessa.

               (SOLENNE) – Se riusciro’ a stare solo con Flaminia,

                  divideremo il raccolto.

ARLECCHINO – (INCREDULO) – Divideremo ……

COVIELLO – Caro amico, Pantalone e’ un uomo ricco. E Flaminia

                 tiene  le chiavi dello scrigno. E vi prometto, che se io

                 riusciro’ a passare una notte con Flaminia,……. caro   

                 amico, vi ricompensero’ con meta’ di quello che

                  Pantalone possiede.

ARLECCHINO – Meta’ di quello che possiede?

COVIELLO – Ve lo giuro.

ARLECCHINO – Giurate?

COVIELLO – Lo giuro!

 (VA’ A BUSSARE ALLA PORTA DI FLAMINIA)

                    Flaminia! Ehi, Flaminia!

ARLECCHINO – (TRA SE) Il vecchio gottoso di Coviello cerca di

                 far becco quell’altro vecchio gottoso di Pantalone.

 COVIELLO – Ehila’ Flaminia!

ARLECCHINO – Ehila Flaminia! La voce di Coviello e’ spezzata

                    come quella di un tredicenne…. Piange promesse

                    che non potra’ pagare.

COVIELLO – Ehila’ Flaminia.!

ARLECCHINO – Ehila’ Flaminia! Ha passato la notte senza

             dormire, poi ha piegato il lenzuolo e se n’e’

               tornato all’inferno. Ehi, Coviello! Fantasma! Castrone!

COVIELLO – Camerata, non risponde.

ARLECCHINO – Bussate ancora.

                (TRA SE) Bussate, bussate ancora…e quando avrete

                Flaminia con voi, io avro’ Cinzia con me.

                Io ho in mente solo lei:Cinzia.

                Guardati Arlecchino, che potrai  vantarti di amare due

                donne in una notte! Quale delle due vorresti?

                 Ti ricordi quella volta quando hai fatto l’amore con

                la moglie del fattore nella porcinaia, e la sua schiena

                era tutta impiatricciata dello sterco dei maiali… E che

                lei comincio’ a ridere tanto che Rosaura senti ridere

                ed entro nella porcinaia e comincio ad apostrofarmi:

                 Bugiardo, puzzolente, affamato, imbroglione, 

                piagnone, striminzito piccolo punto esclamativo.! Ti 

                 ho scoperto, e se n’e’ andata via sbraitando. E a nulla

               sono valse le mie scuse, che cercavo d’inventarle.

                Dov’e’? Dov’e’?.....Che cos’e’? Una nuvola di fumo?

                Un soffio d’aria?    

                 Chiudi gli occhi, chiudi gli occhi e girati intorno….e

                  quando li riapri, che tu possa essere colpito dalla   

                 radiante passione, dal mio facile ardore.

(CHIUDE GLI OCCHI E SI ABBRACCIA GIRANDO INTORNO A SE

STESSO UN PAIO DI VOLTE – POI SI FERMA APRE GLI OCCHI – RIDE E  PIANGE NELLO STESSO TEMPO)

                Ecco!

(SI DA’ UN PAIO DI SCHIAFFI) – Bestia!

COVIELLO – Venite, presto, Flaminia apre la porta.

FLAMINIA – (APRE LA PORTA DI CASA ED APPARE IN SCENA)

ARLECCHINO – (COLPITO DALLA SUA BELLEZZA CASCA FRA LE BRACCIA DI COVIELLO)

SCENA 3

FLAMINIA – Coviello, oh ardente Coviello!

COVIELLO – (SEMPRE CON ARLECCHINO FRA LE SUE BRACCIA)       

                  Oh, angelo di Flaminia!

FLAMINIA – Cos’e’ che avete nelle vostre braccia?

                    E’ una bestia morta?

COVIELLO – No,no, angelo mio. Non v’impaurite. E’ solo un

                   uomo. E’ un mio amico, che e’ venuto dal cielo, per

                   aiutarci. Non impauritevi.  (AD ARLECCHINO)

                   Ditele che non siete venuto per farle paura.

ARLECCHINO – Suo angelo, io non sono venuto per farvi paura,  

               mio angelo. Mio angelo certamente non sono venuto a

               a fare  paura al suo angelo.

FLAMINIA – Coviello ma e’ fuori di senno, questo vostro amico?

COVIELLO – No, mia cara, e’ qui per aiutarci.

                 Vogliate perdonarlo.

FLAMINIA – Va bene, va bene….pur che non sia obbligata

                     a passare un’altra notte con Pantalone.

                   Voi caro Coviello,lo sapete, io sono schiava

                     purtroppo del decoro, sono amante della moda,

                   adoro vestire elegante, sofisticata, e percio’ sposai

                    Pantalone, perche’ con tutti i suoi averi poteva

                    permettermi una vita agiata e lussuosa.

                      Ammetto il mio peccato. Il peccato di una giovane

                       fanciulla, che per fare la vita della signora,  ha

                     sposato    un vecchio balordo. Ma adesso ho deciso  

                     di rompere il   mio matrimonio con quel vecchio

                    balordo. Coviello aiutatemi, vi prego.

COVIELLO – Oh, mia fragile innocente creatura, abbiate fiducia

             in me. Vi aiutero’ a rompere con quel vecchio balordo.

              E qui c’e’ questo mio leale amico, che mi ha promesso

              di prendere lui in mano il modo di sbarazzarci di vostro

                marito.

FLAMINIA – Posso fidarmi di lui?

COVIELLO – La mia onesta’, e’ prova sufficente.

FLAMINIA – Allontanatevi un momento Coviello, lasciate che io

                parli a lui.

(COVIELLO SI DISTACCA DAI DUE)

FLAMINIA – (AD ARLECHHINO) – Caro amico, avvicinatevi.

ARLECCHINO – (LE SI AVVICINA – IMBARAZZATO)

FLAMINIA – Come vi chiamate?

ARLECCHINO -  Arlecchino.

FLAMINIA – Caro Arlecchino, volete, potete aiutarmi?

ARLECCHINO – ( SI PROSTA AI SUOI PIEDI E QUASI PARE

                    VOGLIA BACIARLE LA SOTTANA)

   FLAMINIA- (con civetteria) – Oh, che ardore! Che ardore

                  Arlecchino.!

ARLECCHINO -  Oh, donna soave, chiedetemi ogni cosa, ogni

                   cosa. E sro’ pronto a farla.!

FLAMINIA – Quindi voi mi aiuterete a disfarmi di mio marito?

ARLECCHINO – Di vostro marito e di altri se ve ne sono.

FLAMINIA – E questa notte farete entrare Coviello in casa mia?

ARLECCHINO – Stanotte, delicato pezzo di braciola.

FLAMINIA –(SORPRESA) – Delicato pezzo di braciola?

ARLECCHINO – Scusatemi, stavo sognando di un festino.

FLAMINIA – Allora?

ARLECCHINO – Ma io non  posso accontentare  me stesso solo

            con la vostra fraganza. Se io prometto questo, io

            aiutero’un altro, che, si rimpinzera’ di voi

FLAMINIA – Ah, furbacchione di sensale. Se voi pensate di

                far entrare Coviello nella mia casa, pensate di

                assaporarmi con la fraganza che emana una

               braciola?.

ARLECCHINO – Voi siete carne saporita.

FLAMINIA – Desiderate un banchetto. Ebbene tutto cio’ che e’

                 in mio potere ve lo spalmero’ di fronte a voi.

ARLECCHINO – Allora aiutero’ quell giovane fagiano, e mi

              auguro che mi rimanga un po’ di dessert.

FLAMINIA – (GRAZIOSA) – Vada per il dessert.

ARLECCHINO – Vada per il dessert – (CHIAMA )

              Coviello, ecco il nostro piano.

COVIELLO – Tutto sistemato?           

ARLECCHINO – Tutto sistemato,

COVIELLO – Amico leale!

ARLECCHINO – Ambedue, dovete pretendere che Arlecchino e’

           muto, e che e’ un cugino di camagna di Coviello.

           Quando incontriamo Pantalone, dategli a credere che il   

           suo fiato e’ pestilenziale e che dovrebbe andare a farsi

              vedere da un dentista.

COVIELLO – Ma come potro’ io entrare in casa di Pantalone,

                 stanotte?

ARLECCHINO – Un uomo vecchio e’ un fessacchiotto naturale.

               Niente e’ facile. Per esempio Flaminia, ditegli che

               Deve arrivare qualche parente a fargli visita.

FLAMINIA -  Ma il vecchio, non mi lascia mai sola, neanche un

              minuto, mi chiede in continuazione di fargli questo o

              quello, di prendergli un cuscino, una pillola, uno

               sciroppo, l’acqua e altro.

ARLECCHINO – E che forse devo essere io a insegnare a una

              donna ad essere furba? Cominciate subito a

              lamentarvi, mi duole la pancina, ho le vertigini, oh

              che dolore, mi fanno male tuttle le giunture, mi

                bruciano gli occhi…oh, che dolore al nervo

                 sciatico…oddio, come posso resistere…. E cosi

                per tutto il giorno…a sera li direte caro, sara’ meglio

                se vuoi riposare stanotte che tu vada a dormire in

                 un’altra stanza. E il vecchio abbocca.

FLAMINIA – Arlecchino, siete un maestro di di furbizia.

COVIELLO – Amico caro! Caro amico!

(SI ODE TOSSIRE E SCATARRARE FUORI SCENA)

ARLECCHINO – Cos’avete un cavallo in casa?

FLAMINIA – Un cavallo?

ARLECCHINO – Si, cos’e’ questo nitrite che si sente?

FLAMINIA – No, e’ Pantalone che al mattino, quando si alza

                si affaccia alla finestra che da’ sul canale e si

                 pulisce la gola dal catarro. (ENTRA IN CASA)

COVIELLO – (QUASI IN LACRIME) – Salvatela amico mio,

                salvatela da quel vecchiaccio.

ARLECCHINO – Ricordatevi la promessa.?

COVIELLO – Si,si…cosa devo fare adesso?

ARLECCHINO – Allontanatevi dalla porta di casa. Quando

               Pantalone viene fuori, lo incontrero’io.

COVIELLO – Ma lui non vi conosce.

ARLECCHINO – (RIDENDO) – Non vi preoccupate mi conoscera’

                  PRESTO.

Scena 5

(SI APRE LA PORTA ED ESCE PANTALONE – ARLECCHINO HA ASSUNTO LA POSA DI UN MENDICANTE, CHE CHIEDE L’ELEMOSINA – NON DICE NIENTE, PRETENDE DI ESSERE MUTO)

PANTALONE – (APROSTOFANDOLO IN MALO MODO)

            Cosa fai tu qui? cosa credi che questa sia la casa del

            Signore dove poter mendicare!

ARLECCHINO - (PRETENDENDO DI SENTIRE L’ALITO

          PESTIFERO CHE EMANA DALLA BOCCA DI PANTALONE,

         FA’ UN SALTO INDIETRO E VA’ A CASCARE TRA LE

         BRACCIA DI COVIELLO)

PANTALONE – Coviello, che cosa succede a questo mendicante?

COVIELLO -  Mendicante! Mio caro amico Pantalone, questo e’ il

                    mio caro cugino di campagna, Arlecchino.

PANTALONE – L’ho forse offeso?

COVIELLO – Arlecchino, su, su saluta il nostro buon amico

                    Pantalone.

ARLECCHINO – (PUNTA IL  DITO VERSO PANTALONE E FA’

             FINTA  DI PIANGERE)

COVIELLO – Arlecchino, Pantalone vuol sapere se ti ha offeso?

ARLECCHINO – ( UN GEMITO)

COVIELLO – Smetti di piagnucolare, e lui ti chiedera’ scusa con

                     le proprie labbra

ARLECCHINO – (PIAGNUCOLA PIU’ FORTE)

 COVIELLO – Con il suo alito.

ARLECCHINO – (SI TAPPA IL NASO CON LE DITA E SI

                     NASCONDE DIETRO COVIELLO)

COVIELLO - Perdonatelo, Arlecchino ha un gran cuore, ma

            dove vive, passa per il piu scanzonato scemo del paese.

ARLECCHINO – (SORPRESO DA QUESTA INGIURIA – MA E’ UN

                 ATTIMO)

PANTALONE – Scanzonato? Ah, ah, mi ha fatto uno scherzetto

         allora? Vedete rido! Anch’io accetto gli scherzi degli scemi

      (E DICENDO COSI RIDE PROPRIO IN FACCIA A COVIELLO     

      CHE SI AFFLOSCIA DAVANTI A PANTALONE)

PANTALONE – Che vi succede Coviello? Fate  anche voi lo

           scemo del paese?

COVIELLO – Il vostro alito. Il vostro alito.

ARLECCHINO (SI RIMBOCCA LE MANICHE E SI CACCIA IN

                  BOCCA LA MANO, COME FAREBBE UN DENTISTA PER

                    TOGLIERE I DENTI)

COVIELLO – Arlecchino, alludi al fiato puzzolente che emana la

                  bocca  di Pantalone?

ARLECCHINO – (MIMA COME BERE UNA MEDICINA E

           SCIACCUARSI LA BOCCA E POI SPUTARE IL LIQUIDO

           SUCCESSIVAMENTE COME PRENDERE QUALCOSA 

            INFILARSELA IN BOCCA E MASTICARE)

COVIELLO  - Arlecchino, cerchi di farci capire che se Pantalone

             mangiasse aglio in continuazione, il suo alito non

              puzzerebbe tanto?

PANTALONE – (GLI GUARDA OLTRAGGIATO)

ARLECCHINO – (SI AVVICINA A PANTALONE E ALZA LA TESTA

                 IN ALTO)

COVIELLO – Arlecchino, vuoi dire a Pantalone, che

               quando lui parla con qualcuno farebbe bene a tenere

               la testa alta?

ARLECCHINO – (ANNUISCE E DA UN PAIO DI PACCHE SULLE

                 SPALLE DI COVIELLO)

COVIELLO – Il mio cugino Arlecchino, pensa che quando voi

             parlate con la gente, dovreste tenere la testa alta.

PANTALONE – (MINACCIOSO VERSO ARLECCHINO Idiota! Che

             cosa pensa quell’idiota?

(ARLECCHINO E COVIELLO SI RITRAGGONO IN UN ANGOLO)

SCENA 6

FLAMINIA – (ESCE E SI TROVA DI FRONTE, MOLTO VICINO , A

             PANTALONE )

              Che e’ successo?

PANTALONE – Sono stato oltraggiato.

FLAMINIA – Avete avuto una rissa in strada?

               (RIVOLTA A COVIELLO E ARLECCHINO)

             Avete offeso il mio caro  marito?

PANTALONE – Si,si, non hanno avuto rispetto della dignita’

              della mia eta’.

FLAMINIA – Perche’? Raccontatemi, che faro’ scoppiare uno

                  scandalo.

PANTALONE – No cara moglie, non e’ il caso, e’ un affare

              privato. (TRA SE) Uno scandalo, non ci vorrebbe 

                altro che un altro scandalo, come se non bastasse

                 quello che ho in casa

              (RIVOLTO A FLAMINIA) Non e’ niente, niente!

FLAMINIA – (FINGENDO SVENIMNENTO)

               Uh…aiutatemi! Mi sento svenire.

PANTALONE – (CERCA DI SOCCORRERLA)

FLAMINIA – ( URLA E SI RITRAE)

PANTALONE – Ma che avete? Ditemi prima che io esca di casa.?

FLAMINIA – Niente, non e’ niente.

PANTALONE – Niente! Com’e’ possible niente, se in tre minuti

          questa mattina ho fatto cadere ai miei piedi tre persone?

           Cosa  succede? Sono io la causa?

FLAMINIA – State discosto, Pantalone,….. aprite la bocca, …

PANTALONE – (ESEGUE)

FLAMINIA – Di piu’, apritela tutta.

PANTALONE –(APRE DI PIU’ LA BOCCA)

FLAMINIA – (OSSERVA E POI SCROLLA LA TESTA E INIZIA A

                PIANGERE)

PANTALONE-  Cos’e’?

           (RIVOLTO AD ARLECCHINO)

            Arlecchino, vienite  qua’, cos’e’?

ARLECCHINO – (PUNTANDO L’INDICE AI SUOI DENTI)

COVIELLO – Mio cugino dice che sono i denti.

PANTALONE – Certo che sono i denti.

ARLECCHINO – (CON DUE DITA ESEGUE COME TOGLIERE I

              DENTI AD UNO AD UNO)

COVIELLO – Mio cugino Arlecchino vuol intendere che quando

              i vostri denti vi saranno estirpati il cattivo odore 

              se ne andra’.

PANTALONE – Devono essere estirpati?

Arlecchino – (FA CENNO DI SI)

COVIELLO – Dice di si.

PANTALONE – Quanti ne devo far togliere?

ARLECCHINO – (MIMA IL GESTO DI TOGLIERE TUTTI I DENTI –

                   LI METTE TUTTI NEL CAVO DELLA MANO E LI GETTA

                  IN TERRA)

COVIELLO – Dice tutti.

PANTALONE – Cosi’ all’improvviso,  sono, quindi diventato

                   vecchio!

( I TRE LO GUARDANO E ASSERISCONO CON UN CENNO DELLA

                   TESTA)

FLAMINIA – Oh, mio Ercole! Oh, mio dolce marito! Il mio Ercole

                   vecchio? Il mio dolce marito vecchio?

                   No, no, non e’ possible.

         (MENTRE VA’ SOTTO IL NASO DI PANTALONE CON LA

            MANO DIETRO LA SCHIENA FA’ CENNO A COVIELLO DI

             ENTRARE IN CASA)

ARLECCHINO – (CHE HA VISTO IL SEGNALE SPINGE COVIELLO

             DENTRO LA CASA – CON UN BELL’INCHINO )

COVIELLO – (ENTRA NELLA CASA)

FLAMINIA - -Oh mio Achille, come e’ possible secondo voi che

          solo alcuni denti possano cambiare la passione? Puo’ la

          virtu’ di un marito, essere distrutta dalla perdita di

          alcuni denti? Per conto mio, mio adorato marito, con o

            senza denti sarete sempre il mio Adone. Vado subito

            a cercare un dentista,oh mio dolce caro marito.

PANTALONE – Oh, come posso mai ringraziarvi abbastanza mia

                dolce consorte, per questa dimostrazione di affetto, 

               mia dolce Clitennestra.

ARLECCHINO – (SI AVVICINA A FLAMINIA E LE SUSSURRA)

             Ditegli di portarvi dei limoni.

FLAMINIA -        Andate mio adorato, andate e ricordatevi di

                   portarmi alcuni limoni.

PANTALONE – Ma che, mi date degli ordini? A me ,

                Agammennone, al vostro Achille, voi vi permettete di

                 darmi degli ordini?

FLAMINIA – Vi ho detto che quando tornerete a casa, di

                   portarmi dei limoni.

PANTALONI – Siete sfrontata!

FLAMINIA – Ho voglia di limoni….(SI TOCCA IL VENTRE COME

                   SE FOSSE IN DOLCE ATTESA)

                    E non credo che un padre sia cosi’ taccagno da

                    rifiutare dei limoni alla futura mamma.

PANTALONE – Padre! Saro’ padre? Oh.Oh!....Un padre portera’

              alla sua Ecuba, dieci, cento limoni, una cesta di limoni.

             Padre! saro’ padre! (LE GETTA LE BRACCIA AL COLLO)

FLAMINIA -  Mio caro.

PANTALONE – Stasera avrete la casa piena di limoni.

               Vado…vado…mia cara….padre,..,.saro’ padre’’’saro’

                Padre. (ESCE CANTERELLANDO “SARO PADRE)

ARLECCHINO – Avrete i limoni, stanotte, Flaminia?

FLAMINIA – Caro Arlecchino.!

ARLECCHINO – E io il dessert?

FLAMINIA – Promesso!

ARLECCHINO – Promesso!

 FLAMINIA – (PORGE LE MANI AD ARLECCHINO ED ENTRANO 

                 IN CASA GIOCANDAMENTE)

SCENA 7

PANTALONE – (RIENTRA DI CORSA)

                Flaminia, c’e’ una cosa che vi devo dire, me lo sono

                 scordato…..Dove siete? Oh che notizia! Che notizia

                 da celebrare!...Ah, e’ rientrata in casa. !

                 Flaminia, cara madre! Cara, carissima moglie!

                 Dovevo dirle che per certi affair dovrei stare fuori      

                 tutta la notte….Beh, le portero’ i limoni…..una cesta

                 di limoni….E poi pensiamo agli affari….gli affari per    

                  un uomo della mia posizione, sono una cosa seria…..

                  certo che sono un uomo fortunate ad avere una

                   moglie bella, giovane e soprattutto onesta. E questa

                  fortuna e’ capitata a me!

                 Adesso andiamo da Franceschina, la mia amante….

                 Eh! Eh!...Certo che anche Franceschina e’ una brava

                 donna…ha la lingua un po’ lunga, ma donna in

                  gamba….speriamo che sia riuscita ad allontanare

             con una scusa, stanotte suo marito.Cosi’ Pantalone

        celebrera’ la sua nuova paternita’ con la prospettiva di

        riuscire ad avere anche un figlio con Franceschina.Ah,

        Zanni, che uomo fortunate siete ad avere una moglie come

         Franceschina, che se tutto andra’ come dico io, vi dara’

         presto un figlio, e io provvedero’ al necessario per

         farvi diventare padre.

(VA A BUSSARE NELLA CASA DI FRANCESCHINA)

         Franceschina, Franceschina, il vostro mercante  Pantalone

         e’ qui con la mercanzia, pronto a mostrarvela.

FRANCESCHINA –(ESCE) – Pantalone, mio dolce amante, e

       cornificatore del mio impotente marito, come state?

PANTALONE – Piano, parlate piano Franceschina.

FRANCESCHINA – (SEMPRE URLANDO) Quando potremo stare

          di nuovo a letto insieme? Potete liberarvi di quella

          prostituta  di vostra moglie  e passare la nottata con una

         onesta e inamorata donna ? Quella sgualdrinella, capace

          di passare le sue notti con differenti amanti, e

          d’inventare tutti gli artifici possibili per tenervi lontano

            dalle sue lenzuola.

PANTALONE – Buona Franceschina, io lo comprendo come

          Flaminia  appaia  ai vostri occhi come un diavolo.

FRANCESCHINA – E’oscena.!

PANTALONE – Ma un po’d’ inganno e’ il sale dell’amore.

FRANCESCHINA – Inganno! Lasciate che un ingannatrice si

             avvicini a me e le rompo tutte le ossa.

             Oh, mio caro Pantalone, non parlate con me d’inganni!

PANTALONE -  Franceschina, sara’ bene che parliamo a bassa

               voce e non sbraitare, Zanni potrebbe sentirci.

FRANCESCHINA – Non vi preoccupate di Zanni, e’ cosi’ sordo,

              cosi’ cieco,  e  cosi vecchio, da non accorgersi che io ho

              un amante.

PANTALONE – Allora stanotte io saro’ con voi….prima che io

                venga, ci faremo un segnale di via libera.

FRANCESCHINA – Mi raccomando Pantalone, non m’ingannate.

PANTALONE – A stanotte mia virtuosa.!

FRANCESCHINA – A stanotte mio stallone.

            (FRANCESCHINA RIENTRA IN CASA E PANTALONE ESCE

              DI SCENA)

SCENA 9

(ARLECCHINO ESCE DALLA CASA DI FLAMINIA FURIOSO)     

ARLECCHINO – Maledetta la sua innocenza! Maledetta la sua

                  bellezza! E maledetto quell leccapiedi di Coviello!

                  Mi ha dato carne! Carne! Ma io ho fame o sono un

                  Uomo?  La vostra promessa , le ha detto

                 Coviello….La promessa fatta al buon Arlecchino….No,

                  no ho detto io: Arlecchino puo’ aspettare.

                  Aspettare!ha detto Coviello, il mio amico ha detto

                 che puo’ aspettare. Mia dolce flaminia, avete le chiavi

                  di Pantalone? Ce l’ho. Avete cenato?  Si! La servitu’

                  ha cenato? Si. Hanno cenato tutti!. Allora portate un

                  piatto di cibo per il nostro caro amico Arlecchino.

(ARLECCHINO MIMA IL PIATTO CHE LI E’ STATO PORTATO E SCOPRE CHE VI E’ POCA COSA RIMASTA DA MANGIARE)

                Questo e’  per me?

               Le promesse vanno mantenute, ha detto Flaminia.

              Adesso addio, ha detto Coviello, e’ si e, messo a

               piangere…Addio mio buon amico mai ti dimentichero’

             (E IMITA IL GESTO DI COVIELLO CHE L’ACCOMPAGNA

              ALLA PORTA E LO SPINGE FUORI)

             Arlecchino il furbo,…….Arlecchino il duro, Arlecchino il

              canzonatore……perche’ non ti metti a fare una

              serenata ai due amanti? Eh, no, caro mio, adesso e’ il

               momento di unirsi al cornuto e prendersi la rivincita.

(URLANDO A SQUARCIAGOLA)

            Pantalone! Pantalone, ci sono i ladri in casa

       

   vostra…..Venite, venite presto, che vi stanno rubando i

             tesori……Se non venite presto vie chiameremo con altri

                nomi….Volete essere chiamato con altri nomi?

Scena 10

(ZANNI ESCE DALLA SUA CASA – DOMANDA CON CURIOSITA’)

ZANNI – Strate chiamando il mio vicino di casa Pantalone? 

ARLECCHINO – Salve!

                    (TRA SE) Chi e’ questo sacco di grinze?

                    (A ZANNI) – Venerabile vecchio  signore, lo sapete

                    dove potrei trovare il signor Pantalone?

ZANNI – Venerabile vecchio? Mi avete chiamato venerabile

                vecchio? Un uomo del mio aspetto! Chiamate pure

                Pantalone venerabile vecchio, non me che ho l’occhio

                vivo e il  passo svelto.

ARLECCHINO – (TRA SE) – Ma senti un po’ che coraggio ha 

                 questo cadavere ambulante!

                 Dai Arlecchino, che hai trovato un buon cliente.

                  (A ZANNI) Giovane signore, guardatemi. Mi

                  vedete?

ZANNI – Certo che vi vedo. Domandate a Pantalone se ci vede

              bene, non a me che ho l’occhio d’aquila.

ARLECCHINO – Ma cosa vedete? Solo Arlecchino! Ma sotto le

               mie spoglie vi e’ la vanita’ e i fronzoli.

               Bugie nascoste di un professionista.

ZANNI – Un uomo di scienza?

ARLECCHINO – Oh, la scienza, amico, la scienza. Per questo

               motivo, cerco Pantalone.

ZANNI – Povero  Pantalone, sta’ andando verso la tomba?

               Sta’ morendo?

ARLECCHINO – No, non la morte, ma la nascita…..devo

        dirgli che presto sara’ padre……Gli stanno preparando

           un figlio.

ZANNI – Eh,eh! Quell’antico monumento? Impossibile.

ARLECCHINO – Io sto recando un figlio a Pantalone.

ZANNI – Ma scherzate, un figlio a quell’unicorno? Com’e’

               possibile?

ARLECCHINO – Un figlio che sara’ il suo erede, la sua posterita’

               Il suo futuro.

ZANNI – Ma non fatemi ridere. ! Come puo’ mettere al mondo

              un figlio?

ARLECCHINO – Attraverso la scienza magica del Dottor

                Arlecchino.

ZANNI – Solo?

Arlecchino – Con l’aiuto della moglie e’ naturale.

        

     Voglio farvi una confidemza: Flaminia e’ di grande

                aiuto per mettere al mondo un figlio.

ZANNI -  Son d’accordo su quello che avete detto di

                 Flaminia. Purtroppo mia moglie e’ troppo sfaticata

                per tentare  qualche cosa……in confidenza, anch’io

,              non ho figli, ma in verita’ posso assicurarvi, che, la

               colpa e’ tutta di mia moglie, Franceschina..

ARLECCHINO – Bene, bene, puo’ darsi … ma la malattia della

             senescenza e’ conosciuta dai tempi di Galeno. Ed e’ la

              peggiore nemica della procreativita’ dell’uomo.

ZANNI – Se voi dite cosi’, io non oso contraddire un dotto come

             voi. Ma lasciatevi dire che nonostante le apparenze,di

               mia moglie, bella, lussuriosa, dolce, appetitosa, non e’

               capace di darmi un figlio. Credetemi a volte penso che

              non abbia il vero desiderio di soddisfare la mia virilita’.

ARLECCHINO – Non ha desiderio della vostra virilita’?

                  Non e’ attratta dalla lussuria nei vostri riguardi?

                  E secondo voi per  quale ragione?

ZANNI - E chi puo’ dire che cosa passa per la mente di una

               dnna!

ARLECCHINO – Zanni, io ho la cura! La stessa cura di

             Pantalone. Il qui presente dottore Arlecchino, tirera’

             fuori per voi un figlio dalla profonda terra.! Pero’

             dovete permettermi di usare vostra moglie.

ZANNI – Usatela, usatela, buon dottore!

ARLECCHINO – Marito perfetto! Svelto, portatemi una vanga.

ZANNI – Una vanga?

ARLECCHINO – Una corda.

ZANNI – Una corda?

ARLECCHINO – E un canestro per portare il bambino nella

                vostra casa.

ZANNI –(STUPEFATTO) – Lo partorira’ qui?

ARLECCHINO – Certamente.

ZANNI – Oggi diventero’ padre anch’io?

Arlecchino – Chiamate vostra moglie, portate il cesto, e

              inizieremo le pratiche.

ZANNI – (ENTRA IN CASA CHIAMANDO) –Franceschina!

              Franceschina!...Vieni fuori che questo buon dottore

              ci fara’ avere un figlio.

SCENA 11

FRANCESCHINA – (ESCE) – Perche’ mi chiami, specie di

            formaggio avariato, vascello affondato?

            Quale stupidita’ ti rende cosi’ eccitato adesso?

ZANNI -  Nullita’ che non sei altro! Sfaticata prugna,

            ingrata donna. Mi ringrazierai, quando avrai

             avuto la benedizione di avere un figlio, con l’aiuto

             di questo buon dottore.

FRANCESCHINA – Costui!

              (FA PER RIENTRARE)

ZANNI – Vieni qua’, vieni qua’. E ascolta il dottore.

ARLECCHINO -Ascoltate il buon dottore, Franceschina dopo

          che vostro marito, sara’ andato a prendere una cesta.

FRANCESCHINA – (LO GUARDA E INTUISCE CHE VI E’

             QUALCHE COSA DI STRANO)

ARLECCHINO – Il dottor Arlecchino,buona sposa, umile

    specialista e maestro nella conoscenza dei bisogni delle

   donne, vi fara’ conoscere, quale benedizione sotto

   mentite s poglie, e’ venuta a far visita a casa vostra.

ZANNI – Ascolta  il dottore, segui le sue istruzioni alla lettera

            e anche se non lo meriti, lui ti fara’ diventare

             madre. (ENTRA IN CASA)

FRANCESCHINA- (SENZA INDUGIO)- Una benedizione sotto

            mentite spoglie e’ un amante. Per una donna non

            esiste altro, e se voi, che secondo me, non siete

            un dottore, quanto non lo e’ quello scimunito di

            mio marito, se veramente siete un amante che

            vuole prendere la strada per arrivare al mio letto,

            lasciate la vostra falsa apparenza e datemi

             l’opportunita’ di conoscere le vostre intenzioni, e

             vi condurro’ nel mio letto, prima che quell’idiota

              di mio marito esca di casa. Se avete l’intenzione    

             che vi ho detto,tra poco sarete tra le mie lenzuola,

            senno’, a bastonate vi faccio correre per tutta la

             strada.Perche’gli impostori e i ciarlatani non mi

             vanno a genio. E odio gli impostori che attentano

             all’onesta’ delle mogli oneste……………..E a coloro

             che con il tradimento ingannano le speranze di una

              donna. Qual’e’ la vostra risposta?

ARLECCHINO – Bella sposa!

FRANCESCHINA – (CON LE MANI ALZATE PRONTA A

                   PICCHIARE) La vostra risposta?

ARLECCHINO – Si, si, si!

FRANCESCHINA – Ebbene nascondetevi nel cesto che   

       portera’ quello scimunito di mio marito. Li direte che

         nel cesto c’e’ il bambino. Lui portera’ il cesto nella mia

         camera da letto,e dopo che lo avro’ maltattato,  lo

         buttero’ fuori di casa.E voi mi benedirete con il vostro

          ardore. Ma badate, niente trucchi!

ARLECCHINIO – Promesso, niente trucchi!

FRANCESCHINA – D’accordo.

ZANNI – (ESCE CON UN GRANDE CESTO). 

           Ecco tutto quello che avete richiesto. C’e’ altro

           che devo cercare scavando?

ARLECCHINO – Non siete voi che dovete scavare, Zanni, ma

           vostra moglie.

ZANNI – E che cosa deve fare Zanni, mentre mia moglie

           scava?

ARLECCHINO – Girare intorno..

ZANNI – Un miracolo! Un miracolo sta’ avvenendo!

            Un figlio che viene tirato fuori dalla terra. Dalla

            polvere.Oh, i miracoli della medicina!

ARLECCHINO – E anche del Latino.Medicina e latino insieme.

            Avete fiducia nel latino, Zanni?

ZANNI – Mi avete scambiato per quell credulone ignorante

              di Pantalone? Certo che ho fiducia del latino.

              Tutti gli uomini saggi riconoscono la potenza del

              latino e della medicina.Ecco il perche’ hanno

              creato uomini dalle bestie.

ARLECCHINO – E le bestie dagli uomini.

ZANNI – E gli uomini savi dagli  idioti.

ARLECCHINO – E  gli idioti dai savi.

ZANNI – Scava, scava, Franceschina.

ARLECCHINO – E il diavolo benedica la nostra impresa!

FRANCESCHINA – Ignari, alii, aquitinale!.

ZANNI – Aquatani!

ARLECCHINO – Spiritus, salvete !

FRANCESCHINA – Spinatyphus, salvete!

ARLECCHINO – Spiritus, spiritus! Il diavolo s’arrabbiera col

              Vostro latino!. Spiritus, Franceschina!

FRANCESCHINA – Fulmini e tuoni, salvete!

ARLECCHINO – Inferno ardente, monarca.

FRANCESCHINA – Inferni adamsa, monarcha.

ZANNI – Inferni ardentis! Il nostro figlio sara’ di pietra!

    (ALLA MOGLIE): Di: inferni ardentis, prima che il fuoco

         si spenga.

ARLECCHINO – Propitiamus vos.

               Risorga Mefistofele.

FRANCESCHINA – PRENDE LA VANGA E INIZIA A SCAVARE -    

                   AD UN CERTO PUNTO SI SENTE UN:

>>>>>> OHI.! (VENIR FUORI DALLA FOSSA)

ZANNI – (PRENDE LA VANGA DALLE MANI DI FRANCESCHINA E COMINCIA A SCAVARE FURIOSAMENTE) –

           Siamo Benedetti!

     (ALCUNE PIETRE ROTOLANO SUL PALCOSCENICO)

           Guardate dottore, guardate Franceschina, il

           nascituro gia’ comincia a giocare?

      (URLANDO DENTRO LA BUCA)

       Aspetta, aspetta, figlio mio, altREr due o tre palate e

           Sarai fuori.

ARLECCHINO – (PRENDE LA CORDA DALLA CESTA E LA

            BUTTA A ZANNI) – Prendete la corda

ZANNI – (DAL DI DENTRO DELLA BUCA AFFERRA LA

           CORDA) Prendi la corda , caro figlio mio.

*****(SI ODE UN FORTE RUMORE COME UN TUONO

          USCIRE DALLA FOSSA)

ZANNI – Non piangere tesorino! Il tuo papa’ ti tiene.

           (ZANNI ESCE FUORI CON UN URLO)

             AAHHHHH!

DIAVOLO – ( DALLA FOSSA A META’ APPARE IL DIAVOLO)

          Chi ha avuto l’ardire di tirar fuori il diavolo

           dall’inferno?

ZANNI – E’ un ragazzo! E’ un maschio!

DIAVOLO – Non puo’ essere stato questo vecchio rospo.

              E neanche quest’altro puo’ essere stato

              (INDICANDO ARLECCHINO)

               Quindi dev’essere stata la donna.

               Che notizia speciale per l’inferno, che sara’.

FRANCESCHINA – Che notizia speciale sara’?

DIAVOLO – Che una donna riesca a far smettere il diavolo

             dal suo lavoro.

ZANNI – Figliolo, dammi la  mano che io possa tirarti

             fuori. Franceschina andate a prendere dei panni

             per coprire nostro figlio. Non volete mica che

             prenda freddo?

DIAVOLO – Tirarmi fuori? Vieni e provaci, vecchia carcassa.

ZANNI – Oh che spirito che possiede gia’ mio figlio…che

               voce! Dai dammi la tua manina che ti tiro fuori,

              angelo mio.

DIAVOLO – Il mio piede e’ incastrato.

ZANNI –  Non aver timore mio piccolo angelo….Tuo paparino

              ti trarra’ fuori….Dai…su…Ecco un altro sforzo e

                sarai fuori.

ZANNI – Oh, dolce mio cuore.

            (MA PRENDENDOLO PER IL BRACCIO, IL BRACCIO

             LI RIMANE IN MANO)

             E dov’e’ il resto di mio figlio?

DIAVOLO – Sono qui.

ZANNI –  Ma io ti ho strappato il braccio. Come farai senza

                un braccio?

DIAVOLO – Mi arrangero’.

ZANNI – Il mio piccolo angelo, ha solo un braccio.

DIAVOLO -= (ARRABBIATO) – Ho detto che mi arrangero’!

           Smettila di strillare!

          (E LANCIA L’ALTRO BRACCIO ADDOSSO A ZANNI)

ZANNI – (COLPITO VACILLA) Il mio angelo e’ senza braccia!

DIAVOLO – E ancora braccia (GETTA UN ALTRO BRACCIO

              CONTRO ZANNI)……E una gamba (GETTA UNA

               GAMBA)  E un’altra gamba (C/S)

ZANNI – Franceschina non state li’ impalata, aiutatemi prima

           che nostro figlio getti via tutte le sue parti migliori.

FRANCESCHINA – Siete  un pazzo! Un lunatico, un vecchio

                     lunatico~!

ZANNI -  (RIVOLTO AL DIAVOLO) – Hai una madre  che e’

                 un mostro! Guarda quell mostro di tua madre!        

              Mostro di donna che non vuol tirare fuori suo figlio

               Dalla fossa….Figlio ti sollevo?

DIAVOLO – Sollevami!

ZANNI – (CERCA DI SOLLEVARE IL DIAVOLO PRENDENDOLO

              PER LA TESTA – MA IL COLLO DEL DIAVOLO SI

                 ALLUNGA)

DIAVOLO -   (STAVOLTA LA TESTA DEL DIAVOLO RIMANE IN  

         MANO DI ZANNI E DAL CORPO DEL DIAVOLO ESCE

         FUMO – IL DIAVOLO SCOMPARE NELLA FOSSA – E

           ZANNI CASCA SVENUTO PER TERRA)

FRANCESCHINA – (SI ACCERTA DELLE CONDIZIONI DI

              ZANNI – LI DA’ UNA PEDATA LO SCUOTE)

             Zanni, Zanni, svegliatevi adesso! Il bambino e’

             venuto fuori. Svegliatevi, e ringraziate il dottore.

ZANNI – (RIPRENDE I SENSI – SI AFFACCIA NELLA BUCA)

             Dov’e il mio bambino? (DANDO UN OCCHIATA AI

             BRACCI E ALLE GAMBE)

FRANCESCHINA – Il bambino, Zanni, e’ nel cesto.

ZANNI – Lasciatemelo vedere!

ARLECCHINO – Non adesso Zanni, il neonato sta’ dormendo.

ZANNI – Ditemi dottore…

ARLECCHINO – Vi e’ qualcosa che vi preoccupa?

ZANNI – Vi sembra che il bambino sia rosso in faccia?

ARLECCHINO – No, anzi e’ pallido.

ZANNI – E’ molto piu’ alto di me?

ARLECCHINO – Insomma.

ZANNI  – Allora mio figlio e’ un bassotto, Pantalone mi   

           prendera’ sempre in giro.

ARLECCHINO – Credetemi Zanni, vostro figlio con l’aiuto di

             Lucifero, sara’ piu’ alto del figlio di Pantalone.

FRANCESCHINA – Bene, bene, piu’ alto del figlio di

             Pantalone. Franceschina, voi moglie buona a nulla,

             vi ho fatto fare un figlio piu’ grande del figlio di

             Pantalone.

          (E PIENO DI PROSOPOPEA ENTRA IN CASA)

           Eh! Eh! Piu’ grande del figlio di Pantalone.

ARLECCHINO – Eehh! Mia cara Franceschina, ho recitato la

               Bene la parte del dottore?

FRANCESCHINA – Se potete smettere per un momento di

             dire castronate,saltate  dentro la cesta, cosi’

            

           

           vi faro’ portare in casa da quell’imbecille,

             anche se dovro’ aiutarlo,per aiutarlo a portare

              la cesta con voi dentro in casa, col rischio di

              rompermi le ossa della schiena.

ARLECCHINO – (S’INFILA NELLA CESTA(

           E ricordatevi gentile consorte del caro Zanni,

              di mantenere la promessa, verso il vostro

              onesto spasimante?

FRANCESCHINA – Villano! Ladro! Giocate con le parole.!

              Franceschina ha promesso di dare a un onesto   

              amante come voi, la prova del suo amore.

              E Franceschina mantiene le promesse.

ARLECCHINO – Non ho motivo di dubitarne.

           (SI SISTEMA NELLA CESTA E FRANCESCHINA LO

            COPRE COL COPERCHIO)

ZANNI – (ESCE CON UNA BORSA DI SOLDI E GIOIELLI)

           Dov’e’ quell dottore benedetto? Dove’ andato

            Franceschina?

FRANCESCHINA – Il buon dottore l’ha preso un diavolo e se

               l’e’ portato via. Un altro diavoilo ha messo il

               bambino nella cesta.

ZANNI – Il buon dottore e’ stato portato via dal diavolo?

         Ah, ma son certo che riuscira’ ad infinocchiare

         anche il diavolo. Adesso portiamo il nostro piccolo   

          dentro casa.

FRANCESCHINA – Vi aiutero’ anch’io a portarlo dentro,

         Non voglio che il piccolo rischi di battere il suo     

          prezioso sederino delicat per terra.

ZANNI – e FRANCESCHINA – (PRENDONO LA CESTA)

ARLECCHINO  – (DA DENTRO IL CESTO)

             Sollevate!

ZANNI – Come pesa il neonato….vero Franceschina?

FRANCESCHINA – Pesa assai questo pargoletto!

ZANNI – Franceschina, promettete di accarezzarlo, di

           amarlo…di

FRANCESCHINA – Non vi preoccupate citrullo di marito…ci

           pensero’ io. a svezzarlo bene.

ZANNI- Ricordatevi di allattarlo bene, fate che succhi tutto

       

            dal vostro seno.

FRANCESCHINA – Succhiera’, succhiera’ statene certo.

ZANNI – Quell’invidioso di Pantalone, rimarra’ di sasso,

         Ne potete star certa. Il nostro piccolo crescera’

         piu’ alto e piu’ forte del figlio di Pantalone.

ARLECCHINO – (IMITANDO LA VOCE DEL DIAVOLO)

                Piu’ alto, piu’ forte.

ZANNI – Ma che spirito che ha mio figlio! Che fenomeno!

         (ENTRANO IN CASA)

SCENA 12

COVIELLO – (MENTRE ZANNI E FRANCESCHINA ENTRANO IN

            CASA – COVIELLO ESCE  DALLA CASA DI FLAMINIA)

           Zanni sta’ portando in casa una grossa cesta….Non

           immaginavo che avesse ancora tanta forza…..

           Allora quello scimunito mi puo’ aiutare a portare una

            Cesta in casa di Pantalone. Sono certo che questo

            Pagliaccio mi vorra’ aiutare a far fesso Pantalone.

ZANNI – (ESCE DALLA CASA) Coviello sono un uomo felice!

COVIELLO – Caro amico Zanni, cos’e’ che vi rende si felice?

ZANNI – Mia moglie mi ha proprio adesso buttato fuori di

             casa…mi ha lanciato contro una scatola, uno

              specchio,e una scarpa, e mi ha probito di rientrare

               in casa finche’ non li sia sbollita la rabbia.

               e nonostante tutto cio’, sono l’uomo piu’ felice   

               della terra.

COVIELLO – E chi non lo sarebbe, dopo detta proibizione.

       Tutti i mariti dovrebbero gioire di queste proibizioni

        delle mogli. Zanni io gioisco con voi assieme a tutti

        i  mariti, che possono dirsi fortunati come voi.

       (SI METTE A PIANGERE)

ZANNI – (PIANGENDO ANCHE LUI) Mariti unitevi tutti

         Con noi…(SI ABBRACCIANO)

COVIELLO – Gioite mariti ridiventati scapoli.

ZANNI – No, no, Coviello….io non gioisco perche’ mia

         Moglie mi ha sbattuto fuori di casa…Io sono lieto

          Perche’ ..perche….scusate ma e’ un segreto che

          non posso rivelarvelo..E’ un segreto che riguarda

          Pantalone.

 

COVIELLO – Zanni, siamo amici, e vi debbo dire che anch’io

             ho un segreto che riguarda Pantalone, e vorrei

             dividerlo  con voi.

ZANNI – Avete anche voi un segreto?

COVIELLO – Si, e mi dovete aiutare. Dovreste portare per

           me un cesto nello stesso modo che avete or  ora

           portato un cesto a casa vostra.

ZANNI – Vi e’ un cesto da portare anche a casa vostra?

              Non e’ per caso che quell diabolico di dottore

              ha  sparpagliato una intera generazione di figli

              dall’inferno?

COVIELLO – No, no, Zanni, no in casa mia. In casa di

               Pantalone.

ZANNI – E perche’ pantalone non puo’ portarselo lui il

           cesto in casa? Ditemi Coviello e’ vero che Pantalone,

           non ce la fa’ ad alzare il cesto con dentro il proprio

           figlio?

COVIELLO – (TRA SE) Maledetto, queto e’ pazzo!

         (A ZANNI) – Zanni, non no, non un ragazzo. Ma un

             cesto di limoni per la moglie..

ZANNI – Un cesto di limoni? E cosa ne fa’ la moglie con un

            cesto di limoni?

COVIELLO – E’ cosi Zanni! Flaminia ha fatto credere al

         vecchio,che se vuole avere un figlio, deve avere una

         cesta di limoni.E il vecchio babbeo le manda una cesta

         piena di limoni.

ZANNI – E che servono I limoni per procreare un figlio?

COVIELLO – No, amico caro, nella cesta non vi saranno

              limoni.Nella cesta vi sara’ Coviello. Che si

              adoperera’ a far avere un figlio al vecchio babbeo.

              E soddisfare le voglie di Flaminia.

ZANNI – (CONTENTO) – Ah, ah! Limoni e Coviello nella

                cesta…..Ahhaahhh!

COVIELLO – Per questo sono venuto a cercare di voi ed a

          pregarvi di portare voi la cesta a casa di Pantalone.

ZANNI – Per la soddisfazione di Flaminia! Aha! Si, caro

           Amico vi portero’ la cesta a casa di Pantalone.

COVIELLO – Oh, Zanni siete proprio un caro amico!

ZANNI – Ho gia’ portato una cesta in casa, prima…E ne portero’ un’altra.Eh!EH! Per la soddisfazione di Flaminia!

(ESCONO INSIEME RIDENDO)

SCENA 13  

LEANDRO – (ENTRA E SI FERMA DAVANTI ALLA PORTA DI  

              CINZIA – SI METTE UNA MANO SULLA BOCCA E

             PIANO CHIAMA CINZIA)

              Ehi! Ehi!Cinzia, sono Leandro! Certamente  non si

              sara’ dimenticato il suomamore.E se , se ne fosse

              scordato ci pensero’ io a ricordarglielo con I miei

              baci.

              Cinzia! Leandro chiama! Ricordi quando sulla

               spiaggia ci addormentammo e l’alta marea ci

                sommerse e ci sveglio’? Leandro che al rientro

               di quell cornuto di tuo marito salto’ dal tuo

                balcone e si fratturo’ la clavicola? Leandro che ti

                ofrii’ il suo cuore e tu con un coltellaccio da

                cucina quasi me lo toglievi?

                Leandro! Leandro! Io Marte e tu Venere, apri

                 Che ci consoleremo in paradiso.

ARLECCHINO – (PRECIPITOSAMENTE ESCE DALLA CASA DI

                 FRANCESCHINA) 

               Qualcosa per un inamorato! Si, quale inamorato?

Arlecchino il messaggero, il lacche’. Arlecchino il pupazzo,

              Che corre con il pezzo di legno tra i denti, come un 

              cane, tra un amante e l’altro. Ecco! Una ti dice, c’e’

               qualcosa per il mio amante. T’infili nella cesta e quando lei te la trovi di fronte, incomincia a sbraitare: Cosa aspetti? Cosa pretendi? Cosa fai nella cesta? Sei venuto a tentare alla mia virtu’? Fuori di qui imbroglione,sporco, indegno, libidinoso,  uomo! Ciarlatano,

diabolico uomo. Stregone, imbroglione, bugiardo, fuori dalla casa di un’onesta donna! Corri e porta questo foglio a Pantalone, e fai che non sappia che tu rompi ancora la promessa fatta.Corri di corsa da Pantalone, portali questa missive.Vai! Franceschino non dimentica le sue promesse.!

E mi ha scaraventato fuori.                          

    Oh, Cinzia! Apri la porta per la mia salvezza! Vieni fuori

      Cinzia, il vostro piccolo cospiratore e’ qui.! Vendetta, Cinzia, La dolce vendetta ti chiama! Vieni fuori, grande

 Delizia del mio stomaco.Arlecchino e’ qui, che tivi aiutera’ a

 disfarvi di vostro marito.

CINZIA – (DA DENTRO) – Chi e’ che sbraita come un

           pappagallo e chiede di Cinzia? Non lo sa’ costui che

            io desidero la pace nella mia cucina?

ARLECCHINO – Dolce mio miele, vieni fuori e vedrai ci e’

           Che ti brama.

(UNA PENTOLA VOLA FUORI DALL’USCIO)

CINZIA – Silenzio!

ARLECCHINO – (SI SPOSTA) Deve aver bevuto aceto!.

             Venite fuori…c’e’ qui’ il vostro Arlecchino. Venite e

                ce ne andremo insieme. Uscite presto.

CINZIA – (ESCE) AH, siete voi? Siete tornato?

ARLECCHINO – Cosi mi accogliete?

CINZIA – Benvenuto.

ARLECCHINO – Vi ricordate il nostro piano?

CINZIA – (VEDE LEANDRO, DIETRO ARLECCHINO, CHE LE

          MANDA UN BACIO – E LE FA’ CENNO DI NON

            SCOPRIRLO)

          Ah! Siete tornato? Benvenuto mio eden! Mia gioia!

LEANDRO –(DIETRO ARLECCHINO LE SPEDISCE UN BACIO

               CON LE DITA)

ARLECCHINO – Oh mia estasi! Adesso vi ricordate di me?

       (CERCA DI ABBRACCIARLA – MA CINZIA LO

       ALLONTANA)

CINZIA – Non vi azzardate di toccarmi poltrone.

ARLECCHINO – Ma che diavolo dite? Vi siete scordata il

            nostro piano? Vi siete scordata quello che abbiamo

      sofferto insieme? Avete dimenticato la vostra promessa?

LEANDRO – (FA DEI CENNI A CINZIA)

CINZIA – (RISPONDENDO A LEANDRO SENZA CHE

            ARLECCHINO CAPISCA LA SITUAZIONE)

        Mai! Mai ho scordato la promessa. Mai ho amato

          ness’un altro all’infuori di voi. Il vino delle vostre

         risate, il latte del vostro ardore, l’olio della vostra

        

         lingua, sono  mescolate con le mie memorie e si

         mescolano nel mio sangue. La puzza, , la repulsione 

      le sue parole, tutto cio’ che fa’ mio marito, le butterei

       ogni giorno nel canale. E ogni giorno nel mio cuore c’e’

       soltanto voi..

ARLECCHINO – Arlecchino, che uomo fortunate. Che uomo

        baciato dalla benedizione divina….Oh, Cinzia, voi siete

        beata, santificata, Non piu’ lacrime mia cara.Mi avete

       persuaso.L’amore nostro ha vinto!

CINZIA – Dite la verita’? Posso fidarmi del mio cuore?

ARLECCHINO – Sempre per l’etrnita’, mio amore.

CINZIA – e se io aspetto, se io vi dico quando venire da me,

        Voi verrete?

ARLECCHINO – Neanche venti uomini potrebbero fermarmi.

                 E io solo saro’ al vostro fianco.

CINZIA    - E se per caso qualche stupido pagliaccio, 

          pretendesse di interporsi tra di noi, voi non vi

          farete scoraggiare?

ARLECCHINO – Nessun pagliaccio m’impedira’ di amarvi, mia

          adorata Cinzia.Amore, non pagliacciate, passione,

           non trucchi, vinceranno il nostro amore.

CINZIA – E se vi chiedo qualche piccolo sacrificio, che pero’

              Vi fara’ venire e andare come a voi piace,

              dimodoche’ non possano interrompere i nostri

              incontri, cosi che anche mio marito non abbia nulla

              a che dire, sareste disposto a soffrire qualche

              piccolo indegnita’?

ARLECCHINO – Il mio cuore e’ gonfio di affetto, mia

             Cinzia.Le promesse mie che vi faccio sono eterne.

        Qualsiasi cosa sono disposto a fare. Voi mi avete

           Donato il dono dell’amore perfetto.

CINZIA    - Allora, stanotte, vestitevi da donna e venite

          a trovarmi, portando con voi un pacchetto con

          un piccolo regalino. E mio marito non avra’ niente da

           dire, sapendo che voi siete una mia cugina che mi

           e’ venuta a trovare dalla campagna.

ARLECCHINO   - Oh, mia cara, neanche Arlecchino avrebbe

            potuto escogitare un sotterfugio cosi’ semplice.

CINZIA – Allora andate mio promesso amore! Niente baci,

            Niente abbracci, niente parole fino a stanotte!

LEANDRO – (MANDA UN BACIO A CINZIA ED ESCE)

CINZIA – (ENTRA IN CASA) –

ARLECCHINO – E’ stato un sogno e mai credero’ che ttutto

          cio’  che Cinzia ha detto,le ha dette a quell pezzente

          di Arlecchino. Ma che sogno! Dopo questa notte, il

          mio cuore, la mia anima, il mio stomaco, il mio

          orgoglio saranno completati. Tasca mia, prendi tutto

           cio’ con tenerezza. Intasca tutte le promesse di

          Cinzia. Non ti sfondare tasca.! Reggi fino a stanotte.

           Perche’ dopo stanotte il nostro calice sara’ colmo di

           felicita’.

         (ESCE DI CORSA)

             

 CALA LA TELA

                                                  

             FINE DEL       

   PRIMO ATTO   

A T T O  S E C O N DO

SCENA 14

ARLECCHINO- (ENTRA TRAVESTITO DA DONNA)

            (MOLTO FEMMININO)

            Oh,lala’! Arlecchino sei irresistibile!

             Graziosamente irresistibile!

    (ATTRAVERSA LA SCENA ANCHEGGIANDO -(RIVOLTO AL PUBBLICO)

          Gentili signori, un gentile saluto a una gentile

           dama? Ollala! Guardatemi! Accipicchia che

           sguardo corrucciato! Gentile signore, sorrida,

            mi mandi un piccolo bacio?

        (CHIUDE GLI OCCHI E PORGE LE LABBRA COME

         PER RICEVERE  O DARE UN BACIO)

         Certo che un uomo puo’ essere una bestia.

         Adesso, Arlecchino, fi fara’ scoprire il segreto

         delle donne virtuose. Date  scorno al loro

       amore e si sentono  oltraggiate nella loro virtu’.

       Attraversa il cammino furioso della loro

         virtu’, signora Arlecchino.Non toccatemi,uomo indecente.

        Se vi  avvicinate a me,  diabolico tentatore, assaggerete il 

         boccone del peccato.   Mi mettero’ a urlare se non cessate

          d’importunarmi. Chiamero’ mio marito, specie di libertino, e

           ci pensera’ lui a sistemarvi. E non voltate le spalle quando vi

           parlo, non andatevene quando vi rifiuto. Cuore Sinistro

                cuore dolce.

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(ARLECCHINO ADESSO IMPERSONA UNA DONNA

PIU’ MATURA PIU’ SAGGIA)

       Adesso Arlecchino,vi dimostrera’ cos’e’ la virtu’.

       Come puo’ una donna virtuosa essere tentata senza la

        tentazione? Il suo comportamento.Studiate le vie della donna.

      (PRETENDE DI STUDIARE)

      Oh, Arlecchino, il rossore v’imporpora il volto.

 

           Non arrossite. Che felici cose possono succedere quando la

           virtu’ e’ tentata da una cosa oscena?

            Sentite Signora Arlecchino, quando voi siete

            arrrugginita d’amore, allontanatevi dalla vostra

            indignazione e precipitatevi verso il vostro amante.

           Felice oscenita’! Dimenticate ogni pudore, precipitatevi fra

            le braccia dei vostri amanti, e andate incontro alla vostra

             morte senza dare piu’ retta al decoro.

(E’ LIETO DI ESIBIRSI IN QUESTA PARTE)

          Che bella cosa essere in incognito? Guardate tutti!

          Guardate l’incognito! Chi c’e’ dentro a questo piccolo caro?   

          Quali memorie sono racchiuse nei suoi graziosi occhi? Cosa si

           gonfia nel seno? Quale regno magico e’ dietro questa follia?

           Magico Arlecchino, come hai potuto arrivare a questo? Hai   

             trovato in Cinzia la tua salvezza.

             Ecco qua’! Arlecchino, bussa e ti sara’ aperto.

              Alzati ed entra, e niente e nessuno ti fermera’.

               Non marito, non amante, non uomini vecchi o

              giovani.

SCENA 15

FLAMINIA – (ESCE DALLA CASA)

              Arlecchino, vi siete dimenticato di me?

ARLECCHINO – Donna, io vi ho dimenticato.

FLAMINIA – Crudele Arlecchino, perche’ vi siete

           vestito in codesto modo? E’ cosi’ che tenete

            fede alla vostra promessa?  E’ cosi’ che vi

            ricordate dei denti di mio marito?

ARLECCHINO – I denti di vostro marito?

         Da quando ci siamo lasciati. Ho avuto da pensare ai casi

          miei. Con voi, non ho bevuto vino, non ho mangiato carne e

           non ho avuto neppure il dessert, che mi avevate

         promesso.E il vostro amante ha pensato di farsi

         gli affari suoi a spese di vostro marito.

FLAMINIA – Come vi sbagliate Arlecchino.Non vi siete

          accorto della mia impazienza di togliermi di

          torno quell vecchio corvo, di Coviello, e di

        dare a voi quel lauto banchetto che vi promisi?

       Dai, aiutatemi a preparare quest’ultimo tiro a

        mio marito, e vedrete che Flaminia, manterra’

        la sua promessa.

ARLECCHINO – Savia signora, credete che Arlecchino,

        viva di impulsi insensati? Chi conosce meglio di

        me medesimo d’imparare una lezione e di

        ricascare nell’errore nuovamente?

        Vi confessero’ un segreto,Flaminia:quando

        Arlecchino era ricco abbastanza da possedere

        un rotolo di pergamena, ha catalogato in una

        facciata del foglio, tutte le virtu’dell’universo,

         tutte le lezioni della cautela, tutte le massime

        del ritegno.E ci credete? A tutte queste cose si

         sono aggiunte la benedetta verita’. E dall’altra

         parte della pagina, Arlecchino ha catalogato le

        follie del mondo, tutte le dolci promesse, le

         seducenti speranze, tutte le bramosie del

        corpo, dell’anima e del pensiero. E si sono

        aggiunte al cuore infranto, al dolore, al

        disincanto e alla disperazione.

         Piccole promesse: come puo’ un uomo

          scegliere?

FLAMINIA – Benissimo, avete scelto la strada della

          virtu’, cosi’ non avete niente da spartire con

          me. Quindi, addio!    

ARLECCHINO – No, no.! Ho lasciato tutto cio’

         all’uomo saggio, e a quell paese tutte le dolci

         follie del mio cuore. Splendida Flaminia,fatemi

         le piu’ seducenti promesse e potete chiedermi     

          ogni cosa. Datemi la benedizione, e ditemi

          tutto cio’ che volete che faccia.

FLAMINIA – Arlecchino, caro  e furbo pazzerello!

          Su corri dentro la mia casa, e siate pronto,

          ad affrontare Pantalone. Ho mandato mio

           marito a chiamarlo, facendoli dire che ho

           trovato un dentista che li curera’ la bocca.

           Svelto, entrate in casa e camuffatevi da

           dentista e ritornate qui. Sparite via! Ecco che

            Pantalone sta’ venendo.    

ARLECCHINO – Volo!

FLAMINIA – E ricordate, non una parola a quell’idiota

           geloso di mio marito.

ARLECCHINO – Non una parola!

          (ENTRA IN CASA DI FLAMINIA)

SCENA 16

PANTALONE – (ENTRA TRASCINANDO UNA CESTA DI

             LIMONI – E’ SEGUITO DA COVIELLO E ZANNI)

COVIELLO -  Forza Pantalone, dateci sotto! Attento a

             non cadere! Il pover’uomo rischia di cadere.

ZANNI -  Ci vuole forza Pantalone. Su Coviello

            facciamoli forza! Povero uomo se cade, non

            avra’ piu’ la forza di rialzarsi.

PANTALONE – Non dubitate, accidenti a voi, se casco

            mi rialzero’.

COVIELLO – Non colpite il cesto,Pantalone.

           Ah! Si schiaccia il piede.

ZANNI – Il suo povero vecchio piede!Non riuscira’

            piu’ a camminare.

PANTALONE – Andatevene via, vecchi eunuchi,

            andate a coricarvi nei vostri lerci letti.

ZANNI -  Salviamoli il piede.

COVIELLO – Meno male che non ha riempito la cesta di

              limoni….cosi’ li puo’ portare.Mica avete

              riempito La cesta vero, Pantalone?

PANTALONE – No, no, c’e’ spazio anche per un   

              corpo.

ZANNI – Spazio per un corpo! Eh! Eh!

COVIELLO – Grazie al cielo, per la vostra salute,

             Pantalone,che peso per voi da trascinare.

             (CONTROLLA IL CESTO) E’ un cesto robusto,

              non c’e’ pericolo che si sfasci.

PANTALONE – Si, potrebbe contenere il peso di un

              uomo e non sfasciarsi.

ZANNI – (RIDENDO) Ah,ah! Il peso di un uomo,ah,ah!

COVIELLO – Sono lieto per voi Pantalone.Un cesto cosi e’ proprio quello che ci vuole. Siete contento Zanni, per la fortuna che ha

             Pantalone?

ZANNI – Contento, contentissimo.

FLAMINIA – (ENTRA IN SCENA)

COVIELLO – (CERIMONIOSO)- Flaminia, mia deliziosa

             Vicina di casa, ecco il cesto di limoni,che,

             Pantalone con l’aiuto dell’amico Zanni e di

             me stesso, vi rechiamo.

FLAMINIA – Grazie mille, cari vicini, e sono certa che

    

        Pantalone sapra’ ricompensarvi.

COVIELLO – Io non voglio ricompense,mi basta la

            gioia di sapere che Pantalone, possa godere

            la delizia e il conforto di avere una buona

             moglie, e che il vostro consorte possa con

              voi avere la felicita’ di avere molti figli. Si! 

              Molti figli.

PANTALONE – Dov’e’ il dentista, Flaminia? Sono

              pronto ad affrontare questo sacrificio.

ZANNI -  Allora, caro marito sei pronto,a quello

           che dovete affrontare?

ZANNI – Pronto? Avete mai visto un uomo piu’ maturo

            Per affrontare quello che gli aspetta?

COVIELLO – Allora onesta Flaminia, Fate venire il

            dentista.

FLAMINIA – (ENTRA IN CASA  E CHIAMA ARLECCINO)

             Venite fuori, messer dentista. Mio marito

              E qui che vi aspetta.

ARLECCHINO – (ESCE – INDOSSA UN GRAN MANTELLO –

         UN ENORME CAPPELLO – ED HA UNA CASSETTA

         CHE DOVREBBE CONTENERE GLI STRUMENTI)

      In nomines patris. Dov’e’ l’uomo senza speranza?

FLAMINIA – Dotto dentista, avete trovato tutti i

           conforti mentre eravate in casa mia?

ARLECCHINO – Sanctum sanctorum. Chi e’ il

                 paziente?

FLAMINIA – Eccolo qua’.

ARLECCHINO – (SCRUTANDO PANTALONE E ALZANDO

               LA MANO PER BENEDIRLO)

               Simplex simplicimus. Cominciamo?

PANTALONE – Cominciamo.

ARLECCHINO – Portatemi una sedia.

COVIELLO – (CORRE IN CASA A PRENDERE LA SEDIA)

              Una sedia, una sedia per Pantalone.

ARLECCHINO – Una corda.

ZANNI – Una corda? Vado a prenderla (VA NELLA SUA

           CASA PER PRENDERE LA CORDA)

COVIELLO– (ESCE DALLA CASA DI FLAMINIA CON LA

              SEDIA E LA DEPOSITA NE CENTRO DEL

              PALCOSCENICO)

PANTALONE  - Una corda? Perche’ avete bisogno

           

             di una corda?

ARLECCHINO – Sedetevi Pantalone.

PANTALONE – (NON SI SIEDE). Mi dica qualcuno

          perche’ c’e bisogno di una corda?

FLAMINIA – Abbiate fede nel dentista, Pantalone.

PANTALONE – (PRONTO AD ANDARSENE)

            Questo e’ il giorno del giudizio universale.

FLAMINIA – COVIELLO E ZANNI –(LO FERMANO)

FLAMINIA – Marito. Dov’e’ il vostro coraggio?

COVIELLO – Fermatevi, di che avete  paura?

ZANNI – C’e’ qualcuno che ha paura? Non certo

            Pantalone!

COVIELLO – (FA’ SEDERE PANTALONE)- C’e’ qui

          vostra moglie e non vorrete passare davanti a

          lei per un fifone?.

PANTALONE – ma ditemi perche’ ha bisogno di una corda?

ARLECCHINO – Legatelo!

PANTALONE – (PRONTO A SCAPPARE – FLAMINIA LO

                TIENE FERMO)

FLAMINIA – Per il tuo bene,Pantalone,non ti

                 muovere.

ZANNI – (COMINCIA A RUOTARE INTORNO A  PANTALONE LEGANDOLO –             FINCHE’IL MALCAPITATO E’ IMMOBILIZZATO)

           Per il vostro bene, caro Pantalone.

            Solo per il vostro bene.

ARLECCHINO – In manus tuas.!

         (PRENDE DALLA BORSA DEGLI ATTREZZI UNA TENAGLIA –

          GLI ALTRI IMMOBILI E SILENZIOSI,OSSERVANO SENZA FIATARE –    

          APRE LA BOCCA  DI  PANTALONE – MA FA’ UN BALZO INDIETRO

          COLPITO DAL FETORE CHE PRETENDE DI SENTIRE USCIRE

          DALLA BOCCA DEL MALCAPITATO – FA’ UN BALZO INDIETRO –

             SI TAPPA IL NASO CON DISGUSTO )

-Rubrificationibus! Excrementabilis!

- Fungi!Fungi!

  (DALLA BORSA DEGLI ATTREZZI PRENDE DUE DUE LUNGHI MANICI

    E LI ATTACCA ALLA TENAGLIA – SI AVVICINA A PANTALONE)

PANTALONE – Messer dottore, guardate prima di

          togliergli tutti se c’e’ ne’ qualcuno da salvare.

ARLECCHINO – Staremo a vedere! Aprite!

PANTALONE – (APRE LA BOCCA -)

ARLECCHINO – (INFILA LA TENAGLIA NELLA BOCCA   

          DI PANTALONE)

PANTALONE – gentilmente, gentilmente!

ARLECCHINO – (LAVORA CON LA TENAGLIA COME

     UN FORSENNATO – PANTALONE SI DIMENA E  RUGGISCE –

    LA SEDIA STA’ PER ROVESCIARSI E I TRE SPETTATORI LA

          REGGONO)

         Ci siamo quasi, un altro po’ di pazienza.

ZANNI – State comportandovi bene Pantalone,

          Siete un uomo coraggioso.

ARLECCHINO – (ESTRAE UN DENTE) – E uno!

PANTALONE – Basta, non piu’, non piu’.

FLAMINIA – Ma il maestro ha appena incominciato.

ARLECCHINO   - Aprite di piu’.

PANTALONE – Non piu’ per il diavolo!

ARLECCHINO – Deus avertat! Aprite di piu’.

PANTALONE – (SI DIVINCOLA E RIESCE A LIBERARSI E GETTA

           LA SEDIA CONTRO ARLECCHINO)

          Mai, mai piu’ nessuno infilera’nella Mia bocca un ferro!

FLAMINIA – E come ve la caverete, con quel

          tanfo che vi esce dalla bocca? Volete

          che io muoia appestata dalla puzza del

          vostro alito?

PANTALONE – Ammazzero’ tutto il mondo con il

        mio alito….e il primo che uccidero’ e’ questo

        bellimbusto!Lasciate che puzzi!Che stia cosi’!

(RACCOGLIE LA BORSA DEGLI STRUMENTI E LA SCAGLIA ADDOSSO AD ARLECCHINO CHE SCAPPA A SINISTRA – MENTRE COVIELLO E

ZANNI SCAPPANO A DESTRA – FLAMINIA ENTRA IN CASA)

COVIELLO – (MENTRE SCAPPA) – E’ pazzo!

ZANNI – (C/S)- Pantalone e’ impazzito!

FLAMINIA – (C/S) –Mio marito e’ posseduto dal

              demonio!

SCENA 17

PANTALONE – Posseduto dal demonio! Come sarebbe? Mia moglie

             e’ un demonio, che voleva che mi estirpassero i denti !

           

           Che vita  miserabile questa moglie mi fa’ avere.!

            Come mai  posso consolarmi?  Chi mi consolera’?

            Lo so’ io chi mi consolera’! Franceschina!

      (DIRIGENDOSI ALLA PORTA DI FRANCESCHINA)

          Franceschina! Franceschina! Un mendicante

           bussa alla vostra porta! Il vostro Pantalone

           Che viene a chiedervi l’elemosina!

FRANCESCHINA – (ESCE DI CASA)

             Oh, dolce Pantalone! Chi e’ quel

           lazzarone che vi ha tolto il dente?

PANTALONE – E’ stata mia moglie che mi ha costretto di andare

           sotto i ferri di un dentista.Un macellaio!

          Che mi costa la perdita di una parte della mia bellezza!

FRANCESCHINA – La bellezza sta’ piu’ nella profondita’

           dell’anima , che nei denti.

           E inoltre, quale mai donna,si e’ preoccupata

        della perdita di qualche dente, del suo amato?

PANTALONE – Ringrazio Iddio, per la vostra

           benevolenza nei miei riguardi.

FRANCESCHINA – Franceschina, ha un semplice

           rimedio, per le pene di un uomo.Venite, e Franceschina

          vi fara’ scordare tutte le vostre angustie.

PANTALONE – Ma prima di tutto, buona donna,

                 Sentite il mio alito. Puzza?

FRANCESCHINA – Perche’?

PANTALONE – Non vi offende?

FRANCESCHINA – Ne piu’, ne meno, che il mio!

PANTALONE – Oh, mia consolazione!

FRANCESCHINA – Come?

PANTALONE – Abbiamo il solito alito

     (ENTRANO IN CASA)

SCENA 18

LEANDRO) – (ENTRA TRAVESTITO DA DONNA – UGUALE A COME

       ERA TRAVESTITO ARLECCHINO)

          Una notte limpida, una strada deserta, un

          travestimento perfetto! Cosa un uomo puo’ fare per

           aoiutare un marito a essere felice?

          Leandro non ti perdere in chiacchere.Entra

           in casa di Cinzia, prima che qualc’un altro

           

           giuga.   (BUSSA ALLA PORTA DI CINZIA)

           Cinzia! Che il cielo, mi metta alla prova prima che io

           entri?

CINZIA – (DAL DI DENTRO) – Chi e’? Che sia mio cugino?

            (APRE LA PORTA)

            Ah, Leandro! Cosi’ conciato! Crudele?

            Chi  vi ha fatto travestire in questo modo?

            Ma non vi preoccupate, Cinzia trovera’ il modo di

             ricompensarvi fra le sue coltri.

LEANDRO – Mia dolcezza, come dubitarne! Ricordo bene

            come mi avete sempre fatto salire in paradise col vostro 

            ardore.

CINZIA - Dolci memorie Leandro, dolci memorie!

 LEANDRO – Incontrarsi, lasciarsi, cadere e rialzarsi..

CINZIA - Sotto il chiar di luna,ricordate?

LEANDRO -  E sotto il diluvio di pioggia quell mezzogiorno!

           Come posso scordarlo?

CINZIA – Al mattino, al vespro, ad ogni ora canonica!

LEANDRO – Si, facevo le veci di un prete.! Mi sembrava di

                officiare un servizio divino!

CINZIA – Mia santita’!

LEANDRO – Mia beata, vieni andiamo a pregare!

     (ENTRANO IN CASA)

SCENA 19

COVIELLO e ZANNI –(ENTRANO CAUTAMENTE TRASCINANDO UN

            GROSSO CESTO)

COVIELLO – Se n’e’ andato?

ZANNI -  Si, se n’e’ andato. Quel Pantalone, oltre che pazzo  e’

               anche un pagliaccio

COVIELLO – Avete le chiavi?

ZANNI – Si, le ho prese dalla tasca di Pantalone.

COVIELLO – Quando le avete prese?

ZANNI – Quando era legato alla sedia. Entrate nel cesto.

COVIELLO -  Ma come farete a  portare me e tutti

          questi limoni?

ZANNI – Non vi preoccupate, ce la faro’. Forza

           Coviello entrate.

COVIELLO – (ENTRA NEL CESTO – ZANNI CHIUDE COL

           COPERCHIO, CHIUDE IL CHIAVISTELLO E SI 

           SIEDE SUL CESTO)

            

          Oh, lasciatemi sedere e riposare un momento e gioire.

          Caro Pantalone,non sarai padre!Tra poco, Zanni ti annullera’,   

            e tu  entrerai nel paradise dei cornuti.

COVIELLO –(DA DENTRO LA CESTA) Cosa aspettate Zanni?

            Prendete il cesto e portatelo in casa.

ZANNI – Se adesso mi potesse vedere Pantalone!

            E’ un peccato che non possiate vedermi. Vecchio scemo!

              Folle! Ne padre,ne’ marito vi riesce d’essere.

COVIELLO – Presto entrate in casa e ritornatevene a

             casa vostra;  non avete furia di tornarvene a casa?

ZANNI – Si, si, anche a casa mia c’e’intrattenimento.

             Ma questo e’ un momento benedetto! Non posso pensare

             quello che mi aspetta a casa mia.Oh.Oh.! Ma caro

             Pantalone, vecchio, cieco, sordo, matto, scemo! E’

              vecchio come un savio, ma non sa’ e non capisce niente. .

COVIELLO –  Zanni ma che c’e’? II cesto e’ troppo

                  pesante per voi?

ZANNI – Pesante per me? Zanni e’ disposto a tutto per Pantalone!

            Solo per Pantalone!  Andiamo .

   (TRASCINA IL CESTO E BUSSA ALLA PORTA DI FLAMINIA)

              Flaminia, qua’ ci sono i vostri limoni!

FLAMINIA – (APRE LA PORTA – ALLEGRA)

              Benvenuto Zanni!

ZANNI – (ENTRA IN CASA CON LA CESTA)

SCENA 20

ARLECCHINO – (VESTITO ANCORA DA DONNA) –

              Finalmente, la via e’ libera,per andare da Cinzia.(BUSSA)

             Cinzia! C’e’ qui il vostro Salvatore!  Il caro vostro cugino e’

             Arrivato dal paese,per farvi visita. Sono venuto ad imparare   

             Le buone maniere di vita della citta’.

CINZIA - (DAL DI DENTRO) – Mio cugino e’ gia’in casa mia.!

             Chi diavolo e’ li fuori che crede di infinocchiarmi?

ARLECCHINO – No, Cinzia. Non sono in casa vostra.

                Sono fuori e aspetto che mi facciate entrare.Aprite la

                porta e lo vedrete voi stessa.

CINZIA – Andatevene via, e smettete di dire bugie.

            Mio cugino e’ qui con me, seduto accanto a me.

            Eh! OHHH! (RIDE) – Mi  sta’ facendo

            il solletico.!

ARLECCHINO – Farvi il solletico?Ma se non sono neanche vicino a voi.

             Aprite la porta e saro’ lieto di solleticarvi.

CINZIA – Smettetela di solleticarmi!

ARLECCHINO – Fatemi entrare e smettero’ di solleticarvi.

Cinzia – Oh, cosi va’ meglio, caro cugino. Caro, caro

             cugino.

ARLECCHINO – Cosa’ e’ che e’ meglio?Aprite la porta, cosi’ posso

             vedere quello che sto’ facendo! Venite fuori e cosi potrete

             vedere dove sono io. E crederete ai vostri occhi.

CINZIA – (APRE LA PORTA E METTE FUORI LA TESTA)

             Ma che magia e’ questa? Siete un emerito bugiardo! Mi dite

            che vi posso vedere la dentro e sentirvi qui fuori.

ARLECCHINO – Ma io sono qui’! Non mi vedete? Come

              potete dire di vedermi la dentro?

CINZIA – Uomo ottuso! Sentire solo cio’ che si vede!

             Allora guardate cosa Cinzia sente e vede.

           (ENTRA DENTRO E RIESCE CON LEANDRO)

ARLECCHINO - Ma cosa faccio io li?

               (SI VOLTA INDIETRO COME A PARLARE CON

                QUALCUNO) – Arlecchino – Sei tu?

                Se sei me, cosa fai la’?

                (SI AVVICINA A LEANDRO)

             Tu, Arlecchino, dimmi, quale di me sei tu?

LEANDRO – (IMITANDO ARLECCHINO) – Tu, Arlecchino

            dimmi, quale di me sei tu?

ARLECCHINO – (VOLTANDOSI C/S) – Arlecchino, dove

           Sei?  (A LEANDRO) – Oh, piccolo  fantasma di

        Arlecchino,vattene e lasciami solo con Cinzia.!

LEANDRO –(C/S) – Oh, piccolo fantasma di Arlecchino

        vattene e lasciami colo con Cinzia!

ARLECCHINO – (DANDOSI DEI PIZZICOTTI SUL VISO)

         Ma guardami spettro, io non sono uno

         spettro! Sono fatto di carne, carne, e non ho

         bisogno di uno spirito per conquistare

         la mia salvezza.! Vattene via!

LEANDRO –(ANCHE LUI SI DA’ DEI PIZZICOTTI SUL VISO) –

           Ma guardami spettro, io non sono uno spettro!

           Sono fatto di carne, carne, e non ho

         bisogno di uno spirito per conquistare la

         mia salvezza! Vattene via!

CINZIA – (ENTRA IN CASA SEGUITA DA LEANDRO)

SCENA 21   

ARLECCHINO – (PIANGE) – Arlecchino, non tornare  solo!

               Come faccio senza il mio spirito?

               Arlecchino senza il suo spirito?

             (ALLONTANANDOSI DALLA CASA DI CINZIA)

             Questo e’ il peggiore degli sherzi! Scherzo! Avere l’anima

              salva senza il corpo! Quale uomo puo’ sopportare questa

               sventura?

              (RIPENSANDOCI)

               Hei,Arlecchino! Vieni qua’! Puoi tu vivere come un furbo

                bugiardo? No! Quindi muori  come un uomo onesto!

                Butta via questo travestimento e cerca di essere te

                stesso.! (SI COMINCIA A TOGLIERE LE VESTI DA

                DONNA E LE GETTA AL PUBBLICO)

              Getta  via il tuo malizioso spirito, getta via

              la tua anima, getta via I tuoi imbroglio, getta

               via le tue risate. Lascia che i tuoi peccati

              della carne muoiano nudi come la verita’!

          (INTANTO A FINITO DI STRAPPARSI LE VESTI

           FEMMINILI – E’ RIMASTO CON IL SUO ABITO)

          Eccoti qua’ Arlecchino !– Benissimo , adesso

          puoi ammmazzarti!

          (SI AFFERRA IL COLLO CON AMBO LE MANI

          ED INIZIA A STROZZARSI)

ZANNI – (ESCE DALLA CASA DI FLAMINIA)

          Dottore! Miracoloso dottore! Come avete fatto

           a salvarvi dall’inferno?

ARLECCHINO – Sono stato interrotto.

ZANNI – Eravate la’, gande uomo? Il diavolo vi ha

           portato direttamente all’inferno?

ARLECCHINO – Fin sulla porta.

ZANNI – E che avete visto la’? Ditemi, chi avete

            incontrato?

ARLECCHINO – Ve lo dico. Quando sono arrivato la’,

            ho bussato, la porta si e’ aperta, e’ uscito

            qualcuno e indovinate chi era?

ZANNI – Chi? Il diavolo?

ARLECCHINO – Peggio, peggio!

ZANNI - Un mostro ? Un mostro con tre teste?

ARLECCHINO – Ancora peggio.

ZANNI – Ditemi su?

ARLECCHINO – Io stesso! Io stesso sono uscito ad

          aprire la porta.E mi ha detto: Vai via, torna

          indietro, senza di te.

ZANNI – Un miracolo. Un miracolo all’inferno!

           Franceschina, venite fuori a sentire.

ARLECCHINO – Un’altra volta Zanni, ho da attendere

          ad altre cose.

ZANNI – No,no.  Franceschina deve vedere il dottore   

          ancora una volta, per conoscere come fare a

          tirar su’ il nascituro. Franceschina,

          venite fuori, e’ tornato il dottore!

FRANCESCHINA – (ESCE CON LA CESTA E LA DEPOSITA FUORI DELLA

         PORTA)   – Perche’ mi disturbate mentre sto’ allatando

            Il  bambino.?

ZANNI – Scusate non sapevo che stavate…

FRANCESCHINA – Proprio cosi’ lo stavo nutrendo.

ZANNI – Franceschina, lo coccolate vero? Con amore

             e tenerezza?

FRANCESCHINA – Piu’ di quello che immaginate.

ZANNI – Lasciate che vada a giocare un po’ con lui.

           Che ne dite dottore, sara’ contento mio figlio

             di vedere suo padre?

FRANCESCHINA – Giocare con lui? Vecchio pazzo, che

                     cosa pensate? Vi caverebbe gli occhi.

ZANNI – Cosa? Caverebbe gli occhi a suo padre?

FRANCESCHINA – Andate al mercato e guardate se

            comprate un giocattolo. E quando l’avrete

             potrete giocare con lui.

ZANNI – Un giocattolo? E dove trovo un giocattolo a

              notte fonda?

FRANCESCHINA – Andate, vecchio rincitrullito, e non

                tornate finche’ non l’avete trovato.

ZANNI – E  se lo trovo, sara’ contento di vedermi?

FRANCESCHINA – Vi bacera’ e vi benedira’ per sempre!

ZANNI – Trovero’ un giocattolo. Tenetelo intanto

            contento, buona madre, finche’ non ritorno.

FRANCESCHINA – Stara’ contento finche’ tornerete, statene certo.

ZANNI – ( ESCE)

FRANCESCHINA – (APPENA ZANNI ESCE – FURIOSA CONTRO

          ARLECCHINO) – Bugiardo! Ipocrita ! Falso dottore! Cosa state

          a fare li,e accusarmi di non mantenere la mia parola data?

ARLECCHINO – Non ho aperto bocca.

FRANCESCHINA – Falso! Siete un essere falso!

          Che cosa avete supposto, specie di ingannatore? Che vi avevo

         forse promesso di ospitarvi fra le mie coltri? Questo e’ quello

         che avevate supposto.

ARLECCHINO – Io no ho supposto niente. Quello che capisco e’ che

            voglio andarmene e che a voi non  pare il vero.

FRANCESCHINA – Siete un bugiardo e una bestia.

            Supponevate  che vi concedessi la mia virtu’?

ARLECCHINO – Io ho supposto, voi avete supposto!

            Io posso ripetervi tutte le parole, tutte le

            parole affettuose che mi avevate detto.

FRANCESCHINA – Allora se la cosa sta’ cosi’ Franceschina

         non si tira indietro. Se avevo promesso,ebbene,manterro’ la

         mia promessa.  Cosi’ vedrete che Franceschina e’ una donna

          virtuosa e onesta. E sa’ come tener fede alle promesse fatte.

          Ebbene, il mio amante, Pantalone, e’ a casa mia adesso,e

          quando se ne andra’, voi potrete entrare. Intanto entrate in

          quell cesto .

ARLECCHINO – Nel cesto?

FRANCESCHINA – Si, nel cesto, fintanto che

        Pantalone non se n’e’andato.E poi vediamo

        chi di noi due riesce a mantenere le promesse!

ARLECCHINO – Va bene! Staremo a vedere.

FRANCESCHINA – Pronto!

ARLECCHINO – Pronto!

           (ENTRA NEL CESTO)

FRANCESCHINA – E non fate chiasso…non russate,non vorrei che i

          miei vicini di casa sentissero, e pensassero che  la casa di

         Franceschina e’una casa di scarse virtu’.Capito?

ARLECCHINO – (IN UN SOFFIO) Capito.

FRANCESCHINA – E quando Pantalone, se ne va’, voi

           entrerete. Se apprezzate la mia virtu’ non

           un suono.(ENTRA IN CASA)

SCENA 22

PANTALONE – (ESCE DALLA CASA DI FRANCESCHINA)

LEANDRO – (ESCE DALLA CASA DI CINZIA)

LEANDRO – Pantalone, sono stato a trovare Coviello.

PANTALONE – A quest’ora di notte?

LEANDRO – E il signor  Pantalone a quest’ora da quale casa

             esce?

PANTALONE – Noi amanti possiamo confidarci a vicenda. E’ la casa

            di Zanni…..sicuro…E        Zanni e’talmente un idiota.

            E’ un conforto avere un amico come Zanni.

LEANDRO – Ed e’ un conforto d’avere un amico come

             Coviello. Dai venite con me laggiu’ e aiutatemi a togliermi

             questa mascherata.               

PANTALONE – Si, cosi’ poi possiamo tornare a casa come due

            innocenti amici.

LEANDRO – Leandro e Pantalone, fuori tutta la notte

              per  importanti affari.

    (ESCONO)

ARLECCHINO – (TIRA FUORI LA TESTA DAL CESTO).

             Che intreccio di corna!

              Arlecchino e’ meglio che tu stia nella

              cesta, qualche cornata potrebbe ferirti.

             Giu’, stai giu’, che arrivano altri cornuti.

             (SI RIMETTE GIU’)

COVIELLO – (ESCE DALLA CASA DI PANTALONE)

ZANNI – (ENTRA IN SCENA CON DEI GIOCATTOLI)

COVIELLO – Zanni, che cosa porti?

ZANNI – Porto dei giocattoli per il piccolo. Franceschina mi ha

           detto, di non tornare senza un giocattolo. Ho bussato a tutte

           le porte di venditori di giocattoli, per trovarne un paio.

          Ma ditemi Coviello, pensate che questi giocattoli

           saranno di gradimento a mio figlio?

COVIELLO – Come avete fatto ad avere un figlio,Zanni?

       Forse qualc’uno ve l’ha lasciato sulla porta di casa?

ZANNI – Questo e’ il mio segreto. Il mio e quello del dottore,

         che adesso lo sta’assistendo.  Pantalone, non avra’ piu’ modo

          di beffarsi di me.

COVIELLO – Ma noi ci befferemo di lui, vero Zanni?

         Pantalone e’ proprio uno sprovveduto.

ZANNI – Il mondo non e’ saggio, caro Coviello.

(PANTALONE – E LEANDRO ENTRANO IN SCENA)

PANTALONE – Zanni, siete ritornato?

LEANDRO – Coviello, come son lieto d’incontrarvi.

COVIELLO – Caro amico Leandro.

ZANNI – Caro Pantalone. 

PANTALONE – Che cosa portate di bello?

ZANNI – Qualcosa per il mio bambino appena nato.

PANTALONE. Un bambino? Dov’e’ Zanni?

ZANNI – Con sua madre, che lo sta’ accudendo.

PANTALONE – Oh, bambino benedetto!

ZANNI – Anche voi Pantalone siete benedetto?

         Pantalone – Non come voi Zanni.

COVIELLO – (A PANTALONE) – Pantalone, avete passato anche voi,

         una buona nottata?

PANTALONE – Si, in verita’, una buona nottata.

COVIELLO – Nottata senza problemi?

PANTALONE – Come quella di Zanni, caro amico.

LEANDRO – Ma Zanni e’ stato occupato tutta la notte

           per cercare l’altrui sollazzo.

 PANTALONE  – Anche Pantalone, mio caro.

ZANNI  - Zanni ha trovato piacere con la sua carita’,

          e i giocattoli che ha portato, sono per il suo

          pargoletto.

PANTALONE – Anch’io, amico caro.

ZANNI – Leandro anche voi trovate piacere a fare

            opere di carita’?

LEANDRO – Certamente, Zanni.E ancche Coviello

           stanotte ha fatto opera di carita’.

            Non credete Pantalone?

PANTALONE – Si in verita’, lo credo.

ZANNI – Benissimo, allora questa notte e’ proprio una notte

           benedetta. Tutti sono stati caritatevoli verso il prossimo.

          E l’alba ci trovera’ tutti confortati da queste nostre opere.

FLAMINIA – (ESCE DI CASA) – Pantalone, marito,

                     finalmente siete ritornato.

PANTALONE – Oh, cara moglie, vi sono mancato?

FLAMINIA – Neanche una volta mi sono preoccupata

        

              dal momento cheve ne siete andato.

PANTALONE – Cara Flaminia.

CINZIA – (ESCE DI CASA) – Coviello! Marito! Grazie a

        Dio siete tornato.

COVIELLO – Mia Cinzia, eravate cosi ansiosa perche’

       sono stato fuori tutta la notte?

CINZIA – Tutta la notte sono stata sveglia,preoccupata di sapere

          quando sareste tornato.

COVIELLO – Cara moglie!

FRANCESCHINA –(ESCE DI CASA) – Zanni, marito mio,     

           alla fine siete rientrato dopo il vostro errare.

ZANNI -      Salvo e sano e con i giocattoli.

FRANCESCHINA – Meno male, mi sarei sentita persa    

          se non tornavate presto.

ZANNI – Eccellente madre!

FRANCESCHINA – Bisogna celebrare! Cari vicini,questo e’ un giorno

       da celebrare.Pantalone e Flaminia vi chiedono di accettare

       l’invito a pranzo. Celebreremo le virtu di noi mogli e la

           felicita’ dei nostri mariti!

COVIELLO - Un pranzo!

ZANNI – Andiamo!

LEANDRO – Accettato!

FRANCESCHINA – Zanni, caro marito, porta in casa il

            cesto della biancheria.

ZANNI Si, cara madre, si!

PANTALONE – Coviello, aiutiamo Zanni a portare

                 dentro il cesto.

ZANNI – Non ce ne’ bisogno faccio da solo.

COVIELLO – Suvvia Zanni!

PANTALONE – Su, aiutiamolo tutti!

  (PRENDONO TUTTI IL CESTO DA UNA PARTE - IL CESTO SI ROVESCIA

       ED ARLECCHINO  FINISCE PER TERRA)

COVIELLO – Amico!

PANTALONE – Il mendicante!

ZANNI – Il dottore!

FLAMINIA – Il mio piccolo aiutante!

CINZIA – Il mio cospiratore!

FRANCESCHINA – La mia promessa!

ZANNI – Dottore, cosa fate nel mio cesto?

PANTALONE – Dovevamo portare in casa questo  fagotto?

         Che gentilezza avremmo riservato a vostra moglie, Zanni.

ZANNI – Gentilezza per mia moglie? Beh, sarebbe stata una

           gentilezza contraccambiata, perche’ la notte scorsa, io ho

           portato una cesta come questa in casavostra.

COVIELLO – Zanni, non spiattellate in giro, che il nostro buon amico

         ha un amante che frequenta questa casa.

PANTALONE – E Pantalone, manterra’ il segreto, che questa

         mattina, un amante e’ uscito dalla casa di Coviello, che tutto

         il mondo conosce come un  emerito cornuto.

COVIELLO – Allora domandategli se anche lui e’l’ amante della

       moglie di Pantalone,(INDICANDO ZANNI) datosi che il signor

        Pantalone non riesce a sodisfare la propria consorte.

PANTALONE -  No per favore! Non rifatevela con me, che oltre

       ad essere un’amante sono anche padre. Queste sono

       chiacchere di un geloso cornuto e di un idiota impotente.

ZANNI – Io impotente? Mi da’ d’impotente? Io che ho messo al

         mondo un figlio piu’ grande di lui!  Lui, che, non e’ stato

          capace di far fare figli. Ha prodotto solo una cesta di limoni.

          Solo una cesta di limoni! Domandate a questo dottore

         che figlio ho fatto io ieri.

PANTALONE – Macche’ dottore! Questo  e’ il cugino di campagna di

         Coviello. Che fra l’altro oltre che ad essere idiota e’muto.

ZANNI – Latino, latino, esce fuori dalla sua bocca.  E figli dalla

         terra, fa’ nascere.. Ecco come li fa’ nascere lui!

          (VA VERSO ARLECCHINO) – Parletegli in latino, fategli

           intendere che siete un uomo di scienza. Racconatategli

            come avete fatto avere a Zanni, il figlio.

PANTALONE – Risparmiatevi il vostro latino, ve lo dico io nella

            vostra madre lingua.Se Zanni ha un figlio, lo deve a

            Pantalone che si e’coricato con vostra moglie, e le ha

            mostrato come i figli vengono al mondo.  E  non un vecchio

            scemo e  non un cornuto come voi. Che credono di generare    

             figli con la loro fantasia malata

COVIELLO -  Ma senti questo strano e incartapecorito messere, che

             cerca di spiegare a Coviello il modo di generare figli.

              Vi siete scordato che  sono entrato nella vostra casa in una

             cesta di limoni, dimodoche’,abbia potuto, dare sollazzo a 

            vostra moglie e generare un figlio, per conto vostro.

ZANNI – Un cornuto, che, parla di noi due!  Un cornuto che cerca di

           spiegarci  come accontentare una moglie!

PANTALONE – Cornuto!(FA’ CON LE DITA IL SEGNO DELLE CORNA)

COVIELLO – Io, cornuto?

    (PUNTANDO IL DITO CONTRO PANTALONE E ZANNI)

          Voi siete cornuti! Voi! Cornuti! Cornutacci!

(PANTALONE e ZANNI ANCHE LORO CON I DITI PUNTATI INDICANDO COVIELLO INIZIANO A URLARE)

            Cornuto! Cornuto! Cornutaccio!

FRANCESCHINA – (CACCIA UN URLO E FERMA LA CHIASSATA)

            Chi sono questi uomini che mettono in discussione le nostre

             virtu’di mogli?   Pantalone, cosa avete confessato?

FLAMINIA – Coviello! Tua moglie merita questa indegnita’?

CINZIA – Leandro! Cos’avete imparato dal nostro amore?

LEANDRO – (VA AL CENTRO DEL PALCOSCENICO E)

            Che cosa avrei imparato senza le mie parole, o con le vostre

             Rassicurazioni?. Che cosa s’impara da tutti questi mariti e

              mogli, adesso che il gatto e’ scappato dal sacco.

              E che cosa avete perso adesso che avete imparato tutto?

             Oneste mogli, siate oneste, e giusti mariti, siate leali.

              Qualcuno di voi si e’ trovato questa mattina mancante di    

              quello che avevate ieri sera? Gli amanti  non hanno rubato

              e le mogli non hanno perso la loro virtu’in una sola notte.

               La virtu’e’ un insieme di mitezza, che prende l’occhio, le

               gambe, le dita, che ti chiamanello scivolare della lingua

               prima che scivoli nel letto.

               l’occhio, le gambe, le dita, la lingua non ,  sono nate

               oscene, ma hanno imparato  dopo l’esempio del marito o

               la lezione della moglie. Pantalone, insegnate a vostra

                moglie la modestia, e lei v’insegnera’ la decenza

                dell’amore.

                Coviello insegnate a vostra moglie l’appagamento,

                 E lei vi mostrera’ l’abbandono nell’amore.

                 Zanni, concedete a  vostra moglie la pazienza e

                  riceverete un grosso premio. Quando avrete fatto cio’,

                 avrete la visione  della vostra follia., e ricordate sempre 

                  questa notte che e’ stata una notte piena di benedetti

                   inganni.

ARLECCHINO – (AVVICINANDOSI A LEANDRO E  RIMBOCCANDOSI LE

                     MANICHE)

                 Saggio Leandro, potete insegnarmi come anch’io possa

                 trovare la mia felicita’ in  questa notte d’inganni?

                 

          Cosa posso fare per perdere la mia follia ed essere felice!

LEANDRO – (INDICANDO IL PUBBLICO)

                Fai quello che fanno tutte queste brave persone.

                Cerca la saggezza e sarai contento di aver perso la tua

               follia.  Buttati nella commedia e cerca Arlecchino.

ARLECCHINO – Saggio uomo, io sono Arlecchino, ed  ho  sempre riso

            di lui finche’ ho pianto. Adesso mi  sono perduto, mi sono

            dannato, e sono disperato. Grazie per il vostro consiglio.

            Chiedete la parcella?

FLAMINIA – (VERSO TUTTI) -   

             Amici, buoni vicini di casa, questa mattina,  con l’aiuto del

              cesto e del saggio Leandro, abbiamo ricevuto la

              benedizione due volte.  Venite, venite in casa nostra a

              celebrare l’appagamento che nessun marito e nessuna

              moglie prima di noi, e ve lo posso assicurare sul mio

             onore, che nessuno al mondo dopo di noi,hanno mai

             raggiunto.

             E tutto cio’ che e’ avvenuto tra noi sara’ dimenticato.

             Osservate, Leandro, osservate il lavoro da voi portato a

              termine: tre mariti e tre mogli tutti sorridenti.

              Miracolosi amanti che riescono a far felici i mariti e le loro

               mogli.Venite in casa e sedetevi accanto a me, e

                promettiuamoci di diventare onesti con buon profitto.

LEANDRO – (ENTRA IN CASA DI PANTALONE)

Flaminia –(OFFRE LA MANO A PANTALONE)

             Marito!

PANTALONE – Cara, moglie!

CINZIA – Coviello!

COVIELLO – Cara Cinzia! (ENTRANO MANO NELLA

                 MANO IN CASA PANTALONE)

FRANCESCHINA – ZANNI!

Zanni – Ah, bene! (C./S)

ARLECCHINO – (RIMANE INDECISO DI FRONTE ALLA  PORTA E POI FA

           PER ANDARSENE)

FLAMINIA - (RIAPPARE SULLA PORTA) –

           Arlecchino ci siamo dimenticati di voi?

           Venite caro matto, e dividete con noi la nostra mensa!

ARLECCHINO – Grazie gentile signora, ma non per me.

FLAMINIA – Ma caro Arlecchino, questa e’ una promessa senza celia,

             senza scherzi.

ARLECCHINO – Care tutte le vostre promesse.

           

                  Arlecchino non  se la sente di dividere bevande e

                cibarie con voi. Cosa ne sara’ di Arlecchino, gonfio

                 di tutto quel mangiare? Arlecchino ha fatto molte

                  pazzie,ma non e’ cosi’ stupido da digerire le vostre

                  ingiurie e  soccombere con esse.

FLAMINIA – Ma che cosa c’e’ di meglio, se non riempire il vostro

                 stomaco e mettere le vostre follie a dormire.?

ARLECCHINO – Posso lasciarle sole le mie follie. Col  mio stomaco

              vuoto io riesco a raggiungere la saggezza, con le mie follie

            la mia prosperita’. Comunque cara Signora, sono in procinto

            di partire, con una certa premura per Bergamo.

FLAMINIA -         Cosa c’e’ a bergamo?

ARLECCHINO – C’e’ una certa Isabella, che ha un ricco marito, con

            un forziere pieno di gioie. E lo sapete Flaminia, Isabella ha

            le chiavi del forziere. Se arrivo la’ prima che cali la

            notte, mi aprira’ la porta, ed Arlecchino conquistera’

           Isabella, la salvera’ dale grinfie del vecchio marito, e tutto

            cio’succedera’  con amore.

FLAMINIA – Allora io non saro’ cosi  maleducata,da rovinare questa

           vostra felicita’.  Addio pazzoide!

ARLECCHINO – Addio, signora!

FLAMINIA -  (ENTRA IN CASA)

ARLECCHINO – Muoviti Arlecchino? Scheletrico millepiedi.

           Dai, alla svelte, bisogna essere a Bergamo prima del calar

               del sole. ! Corri, corri, a Bergamo per la

               tua propria salvezza.

                (ESCE DI CORSA)

     CALA LA TELA