I tre moschettieri

Stampa questo copione

“ I T R E M O S C H E T T I E R I “

 “I TRE MOSCHETTIERI”

di

ALEXANDRE DUMAS

adattamento radiofonico in 30 puntate

 di
MARCO PARODI

                                                                              

 

personaggi

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

D’Artagnan

x

x

x

x

x

x

x

x

x

x

x

x

Athos

x

x

x

x

x

x

Porthos

x

x

x

x

x

x

Aramis

x

x

x

x

x

x

Re Luigi XIII

x

x

x

x

Anna D’Austria

x

x

x

Cardinale Richelieu

x

x

x

x

Milady

x

De Tréville

x

x

x

x

Rochefort

x

x

x

x

Bonacieux

x

x

x

x

x

x

x

x

Madame Bonacieux

x

x

x

Duca di Buckingam

x

x

x

Planchet

x

x

x

x

x

x

Jussac

x

Un lacché

x

L’oste

x

D’Artagnan sen.

x

Una guardia

x

Capoguardia

x

Commissario

x

MadameDeGuéménée

x

Cancelliere

x

Un gentiluomo

x

L’oste del Giglio d’Oro

x

x

Un altro oste

x

Conte De Wardes

x

Un battelliere

x

Patrick

x

L’oste da Saint-Valery

x

Il cerimoniere

x

Uno scabino

x

Un’invitata al ballo

x

Un vecchio

x

Mousqueton

x

Albergatrice

x

Gesuita

x

Curato

x

       

 


                                      


PRIMA PUNTATA

personaggi:

                   

                   D’Artagnan

                   Milady

                   Un gentiluomo (Rochefort)

                   Il padre di D’Artagnan

                   L’oste

********


Scena prima.

D’Artagnan  “Era giunto per me il momento di lasciare la casa paterna e di tentare la mia fortuna a Parigi. Questo accadeva il  primo lunedì del mese di aprile del 1625,  a Tarbes, in Guascogna, dove ero cresciuto.

Si sente un vociare confuso, gente che corre sulla strada, strilla di bambini sugli usci.

                        Ero provvisto di tre doni paterni, che consistevano in quindici scudi, una lettera per il signor De Tréville, il capitano dei moschettieri del re nella cui guarnigione speravo di militare, e di un cavallo... di un cavallo, ahimé, che faccio fatica a descrivere. Si trattava di un ronzino, tra i dodici e i quattordici anni, la coda senza crini ma le gambe non senza vesciche, e sopratutto giallo di pelo, e questo era per me la vergogna più grande. Perché era chiaro a tutti il ridicolo che una simile cavalcatura conferiva al suo cavaliere. Ma mio padre, vecchio gentiluomo guascone, non pareva rendersene conto mentre, ritto sulla soglia di casa, mi dava gli ultimi consigli.”

D’Artagnan padre  Figlio mio, questo cavallo è nato, or sono quasi tredici anni, nella casa di vostro padre, e da allora vi è rimasto; perciò dovete amarlo. Non vendetelo, lasciatelo morire tranquillamente e onoratamente di vecchiaia; e, se andate in guerra con lui, trattatelo come trattereste un vecchio servitore.

D’Artagnan  Sì, padre, state sicuro che lo farò.

D’Artagnan padre A corte, se pur avrete l’onore di andarvi, sostenete degnamente il vostro nome di gentiluomo. Non tollerate mai niente se non dal signor cardinale e dal re. Grazie al proprio coraggio,ricordatevelo, solo grazie al proprio coraggio, oggi un gentiluomo si fa strada. Siete giovane e dovete essere valoroso per due ragioni: perché siete guascone e perché siete mio figlio. Non temete i cimenti e cercate le avventure.

D’Artagnan  E se, per avventura, dovessi battermi a duello?

D’Artagnan padre   Battetevi in ogni caso; battetevi tantopiù che i duelli sono proibiti e, quindi, per battersi bisogna essere due volte coraggiosi.

D’Artagnan  Vi sono grato, padre, per questi preziosi consigli.

D’Artagnan padre   Non posso darvi altro, figlio mio, e l’aggiunta di quindici scudi. Vostra madre vi consegnerà la ricetta d’un certo balsamo che le è stato dato da una zingara e che possiede la virtù miracolosa di guarire ogni feritache non sia mortale. Traete profitto d’ogni cosa e vivete felice e a lungo. Quando sarete a Parigi, andate dal signor De Tréville, il capitano dei Moschettieri, che ha avuto l’onore di giocare da bambino col nostro re Luigi XIII, che Dio conservi! Andate da lui con questa lettera. (Gliela consegna). Con vostra madre gli addii saranno più lunghi, e con molti pianti. Non lasciatevi prendere dalla commozione, che non sarebbe degno d’un uomo abbandonarsi alle lacrime.

D’Artagnan Beneditemi, padre!

D’Artagnan padre   Addio, figliolo.

D’Artagnan  Addio, padre.

Scena seconda.

Sentiamo l’andatura incongrua del ronzino, che cammina con la testa a un livello più basso dei ginocchi.

 D’Artagnan “ Durante il tragitto presi ogni sorriso per un insulto e ogni sguardo per una provocazione; sicché ebbi sempre il pugno chiuso sull’elsa della spada, che tuttavia non uscì mai dal fodero. Non già che la vista del povero ronzino giallo non facesse fiorire il sorriso sul labbro dei passanti, ma, poiché sopra il ronzino tintinnava una spada di notevole lunghezza, e sopra tale spada brillava un occhio più feroce che fiero, i passanti reprimevano l’ilarità, o, se l’ilarità era più forte della prudenza, cercavano almeno di ridere da una parte sola, come le maschere antiche.” 

(Sentiamo il ronzino avvicinarsi ad un gruppo di persone che stanno prendendo di mira la cavalcatura di D’Artagnan.)

Gentiluomo  Decisamente questo cavallo è, o meglio è stato nella sua giovinezza, color giallo oro. E’ un colore assai noto in botanica, ma finora molto raro nei cavalli.

L’arguzia del gentiluomo provoca le più gran risate nei suoi ascoltatori.

D’Artagnan  Ehi, signore!... Sì, proprio voi, ditemi di che ridete e rideremo insieme.

Gentiluomo  Non parlo con voi, signore.

D’Artagnan  Io però parlo con voi! Chi ride del mio cavallo non oserebbe ridere del cavaliere!

Gentiluomo  Non rido spesso, signore; ma non intendo rinunciare al privilegio di ridere quando mi piace.

D’Artagnan  E io non voglio che si rida quando mi dispiace!

Gentiluomo  Davvero, signore? Ebbene, avete perfettamente ragione. (Gira sui tacchi e fa per allontanarsi)

D’Artagnan  Voltatevi, voltatevi dunque, signor motteggiatore, se non volete che vi colpisca di dietro.

Gentiluomo  Colpire me! Via, via, siete pazzo, mio caro! (A mezza voce) E’ spiacevole, che bella occasione per Sua Maestà, che cerca dappertutto valorosi da reclutare nei suoi moschettieri!

Ma D’Artagnan sguaina la spada e gli allunga una così violenta stoccata che, se non  avesse fatto immediatamente un salto indietro, avrebbe probabilmente scherzato per l’ultima volta. Ma nello stesso momento l’Oste e i due accompagnatori del gentiluomo assaltano D’Artagnan a colpi di mazza, di palette e di molle.

Voci               Diamogli addosso!

                        Maledetto guascone!

                        Prendi questo!... e quest’altro!

D’Artagnan con un gemito stramazza a terra.

Gentiluomo  Peste ai guasconi! Rimettetelo sul suo cavallo arancione e che se ne vada. 

Oste               Non voglio scandali nella mia locanda. Portatelo in cucina!...

A fatica D’Artagnan viene portato via.

Gentiluomo  Parola d’onore, questi guasconi sono incorreggibili! (Rivolto ai curiosi che gli si affollano intorno) E voialtri, via! andate via! tornate alle vostre faccende... Via, ho detto! (Mormorando i curiosi si allontanano.) 

Oste               (tornando dalla cucina) Vostra eccellenza è sana e salva?

Gentiluomo  Sì, perfettamente sana e salva, mio caro albergatore, e vi chiedo notizie di quell’arrabbiato.

Oste                           Sta meglio, è svenuto.

Gentiluomo  Davvero?

Oste                           Ma prima di svenire ha radunato tutte le sue forze per chiamarvi e sfidarvi.

Gentiluomo  Ma è dunque il diavolo in persona quel bravaccio!

Oste                           Oh no, Eccellenza, non è il diavolo, perché durante lo svenimento lo abbiamo perquisito, e non ha che una camicia nel fagotto e  quindici scudi nella borsa, ciò che non gli ha impedito di dire, mentre stava per venir meno, che se una cosa simile fosse accaduta a Parigi ve ne sareste immediatamente pentito, mentre, essendo accaduta qui, ve ne pentirete solo più tardi.

Gentiluomo  Allora è qualche principe del sangue in incognito.

Oste               Vi dico questo, signor mio, perché stiate in guardia.

Gentiluomo  E nell’ira non ha fatto nessun nome?

Oste               Altro che! Si batteva la saccoccia e diceva: “Vedremo che dirà il signor De Tréville di questo affronto al suo protetto”.

Gentiluomo  Il signor De Tréville? Si batteva la saccoccia pronunciando il nome del signor De Tréville?... Vediamo un pò, mio caro oste, mentre il giovanotto era svenuto, voi, ne sono sicuro, non avete trascurato di frugare anche in quella saccoccia. Che cosa c’era?

Oste               Una lettera per il signor De Tréville, capitano dei moschettieri.

Gentiluomo  Davvero?

Oste               Come ho l’onore di dirvi, Eccellenza.

Gentiluomo  (Tra sé) Diavolo, Tréville mi avrebbe mandato questo guascone? Ma è giovanissimo! E’ vero che una stoccata è una stoccata, qualunque sia l’età di chi la tira... (forte)  Vediamo un pò, albergatore, non mi sbarazzerete di quello spiritato? In coscienza, non posso ucciderlo, e tuttavia mi dà fastidio. Dove si trova?

Oste               Nella camera di mia moglie, dove lo stanno medicando, al primo piano.

Gentiluomo  Il suo panno e il suo fagotto sono accanto a lui? Non si è tolto la giubba?

Oste               Anzi, tutto questo è giù in cucina. Ma poiché quel giovane pazzo vi dà fastidio...

Gentiluomo  Senza dubbio. Solleva nella vostra locanda uno scandalo al quale le persone dabbene si ribellerebbero. Andate, preparatemi il conto e avvertite il mio lacché.

Oste               Come. Il signore ci vuol già lasciare?

Gentiluomo  Lo sapete, dal momento che vi ho dato l’ordine di sellare il mio cavallo. Non sono stato obbedito?

Oste               Puntualmente, e, come Vostra Eccellenza ha potuto vedere, il suo cavallo è dinanzi all’ingresso principale, pronto per il viaggio.

Gentiluomo  Bene, fate allora quanto  vi ho detto.

Oste               (tra sé) Oh! che abbia paura del ragazzo?

Si avvicina una carrozza trainata da due grossi cavalli normanni.

Gentiluomo  (tra sé) Bisogna che quel briccone non veda Milady... (all’oste) Ehi, buon uomo... vorrei conoscere il contenuto di quella lettera. Saprò essere molto generoso.

Oste                           Vostra Eccellenza lasci fare a me. (E corre in cucina. Il gentiluomo si avvicina allo sportello della carrozza.)

Gentiluomo  Bene arrivata, Milady!

Milady          Grazie. Quali sono gli ordini di Sua Eminenza?

Gentiluomo  Di tornare immediatamente in Inghilterra e di avvertirla direttamente se il duca lasciasse Londra.

Milady          E le altre istruzioni?

Gentiluomo  Sono chiuse in questa scatola, che aprirete soltanto quando sarete sull’altra sponda della Manica.

Milady          Benissimo.

Oste               (tornando dalla cucina) Eccellenza, eccola servita. (E gli passa la lettera sequestrata a D’Artagnan).

Gentiluomo  Siete proprio un brav’uomo.

Milady          E adesso, voi, che cosa fate?

Gentiluomo  Ritorno a Parigi.

Ma il dialogo viene interrotto dalla voce di d’Artagnan, uscito fuori alla ricerca del suo avversario.

D’Artagnan  Voglio sperare che non vogliate sottrarvi un’altra volta al meritato castigo! Immagino che alla presenza di una donna non oserete fuggire.

Milady          (a bassa voce) Che fate con quella spada? Il minimo ritardo può essere fatale.

Gentiluomo  Avete ragione, andate per la vostra strada, io vado per la mia.

E, senza por tempo in mezzo, salta in sella mentre il cocchiere di Milady frusta vigorosamente l’equipaggio.

Oste               Ehi, il vostro debito!

Gentiluomo  (gettando  ai piedi dell’oste delle monete d’oro e sparendo al galoppo) Pagati,  cialtrone!

D’Artagnan  Vile! Miserabile! Finto gentiluomo!

Oste                           Avete ragione, è proprio un vigliacco.

D’Artagnan  Sì, molto vile, ma lei è molto bella, lei!

Oste               Chi lei?

D’Artagnan  Milady... (Colto da un sospetto, comincia a frugarsi addosso) La mia lettera!...

Oste                           Che lettera?

D’Artagnan  La mia lettera di raccomandazione! O, giuraddio, v’infilo tutti come tanti tordi!

Oste               Ma io non so di nessuna lettera.

D’Artagnan  Sappiate anzitutto che è per il signor De Tréville, e bisogna che si trovi; in caso contrario, saprà pur farla ritrovare lui!

Oste               Conteneva forse qualcosa di prezioso?

D’Artagnan  Diamine, lo credo bene! Conteneva la mia fortuna!

Oste               Buoni sulla Spagna?

D’Artagnan  Buoni sulla tesoreria privata di Sua Maestà.

Oste               Diavolo!

D’Artagnan  Ma non importa, non importa, e il denaro non è niente: la lettera era tutto. Avrei preferito perdere mille doppie.

Oste               Quella lettera non è smarrita!

D’Artagnan  Ah!

Oste               No, vi è stata presa.

D’Artagnan  Presa! E da chi?

Oste               Da quel gentiluomo. E’ sceso in cucina dov’era la vostra giubba. Scommetterei che l’ha rubata lui.

D’Artagnan  (poco convinto) Credete?

Oste                           Vi dico che sono sicuro. Quando gli ho detto che la signoria vostra era il protetto del signor De Tréville e che avevate anche una lettera per

                        questo illustre gentiluomo, è diventato molto inquieto, mi ha chiesto dov’era la lettera ed è sceso immediatamente in cucina.

D’Artagnan  Allora è lui il ladro, me ne dorrò col signor De Tréville e il signor De Tréville se ne dorrà col re.

- fine della prima puntata -

SECONDA PUNTATA

personaggi:

                    

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Il signor De Tréville

                   Un lacché

                                                        ******

                  

Scena prima.

D’Artagnan  “Giunto a Parigi dalla porta Saint-Antoine, e venduto il ronzino per tre scudi,   camminai a piedi finché non trovai da prendere in affitto una camera conveniente alle mie esigue risorse. Era questa una specie di soffitta, in via Des Fossoyeurs, vicino al Lussemburgo. Dopo di che, soddisfatto di come m’ero comportato, privo di rimorsi per il passato, pieno di fiducia per il presente e di speranza per l’avvenire,mi recai da quel famoso signor De Tréville, in via Du Vieux-Colombier.”

(Si sente il cicaleccio dei moschettieri che salgono e scendono la scalinata del palazzo, interpellandosi a vicenda, litigando e giocando.)
D’Artagnan “Quattro di loro si divertivano al seguente esercizio: un di essi, su un gradino,     
con la spada sguainata, si sforzava di impedire agli altri tre di salire, e questi si difendevano con le loro agilissime lame.”

Porthos          Avanti!...op-là... a chi tocca ?....

Aramis           A me!... in guardia ! (rumore di lame che si incrociano). Splendida la vostra bandoliera, Porthos!

Porhos           (continuando a duellare) Che volete, è di moda; è una follia, lo so, ma è di moda. D’altronde, bisogna pur spendere in qualche  modo il denaro della propria legittima.

 Aramis          Ah, Porthos! non tentate di farci credere che questa bandoliera vi venga dalla generosità paterna: vi sarà stata regalata dalla dama velata con la quale vi ho incontrato l’altra domenica verso porta Saint-Honoré.

Porthos          No, sul mio onore. L’ho comperata io stesso, parola di gentiluomo e col mio denaro. 

Aramis           Potete giurarlo?

 Porthos         Sul mio onore.

Aramis           Oh, in tal caso... vi credo. 

Porthos          Bravo Aramis, come un vero gesuita! Che sfortuna che non abbiate potuto seguire la vostra vocazione, caro mio! Che delizioso abate sareste stato!

Aramis           Oh, è solo un ritardo momentaneo. Un giorno lo sarò. Lo sapete bene,  che seguito appunto a studiar teologia.

Porthos          Farà quel che dice. Presto o tardi lo farà.

Aramis           Presto.  Non aspetto che una cosa per decidermi del tutto e riprendermi la sottana appesa dietro l’uniforme.

Porthos          Che cosa?

Aramis           Che la regina abbia dato un erede alla corona di Francia.

Porthos          Non scherziamo su questo argomento, signori; grazie a Dio, la regina è ancora abbastanza giovane per avere un figlio.

Aramis           Si dice che il duca di Buckingham sia in Francia.

Porthos          Aramis, amico mio, questa volta avete torto, e per la vostra mania di fare dello spirito finite sempre con l’esagerare. Se il signor De Tréville vi sentisse, vi pentireste d’esservi espresso in quel modo.

Aramis           State per farmi la morale, Porthos!

Porthos          Caro mio, siate moschettiere o abate. Siate l’uno o l’altro, ma non l’uno e l’altro. Ecco, Athos ve l’ha detto anche l’altro giorno: voi mangiate a tutte le rastrelliere, No, non offendiamoci, vi prego, sarebbe inutile. Voi andate dalla signora D’Aiguillon e le fate la corte; andate dalla signore De Bois-Tracy e si dice che siate non poco nelle sue buone grazie. Oh Dio, non confessate la vostra fortuna, non vi chiediamo segreti, sappiamo quanto siete discreto. Ma, poiché avete questa virtù, adoperatela, diamine!, nei riguardi di Sua Maestà. Si parli pure come si vuole del re e del cardinale; ma la regina è sacra, e quando se ne parla, non se ne dica che bene.

Aramis          (smettendo di duellare) Sentite, Porthos, siete presuntuoso come Narciso; sapete che detesto la morale, tranne quando me la fa Athos. Quanto a voi, caro mio, avete una troppo splendida bandoliera per essere molto

forte in proposito. Sarò abate se mi conviene; intanto, sono moschettiere: come tale, dico ciò che voglio, e in questo momento voglio dirvi che mi fate perdere la pazienza.

Porthos          Aramis!

Aramis           Porthos!

Un lacché      Il signor De Tréville aspetta il signor D’Artagnan.

Porthos          D’Artagnan?!... e chi è costui?

D’Artagnan  Io, signore, con vostra licenza!... Vogliate farmi passare...

Un lacché      Il signor De Tréville vuole parlare anche con i signori Athos, Porthos e Aramis.

Porthos          Oh, beh, se il signor De Tréville chiama... (ed entra nel palazzo, seguito da Aramis. D’Artagnan si accoda.)

Scena seconda.

D’Artagnan              “Pieno di ammirazione per il loro contegno, di una disinvoltura piena di dignità, li seguii  nello studio del signor De Tréville.”

Tréville         Sapete che cosa, non più tardi di ieri sera, mi ha detto il re? Lo sapete, signori?

Porthos          No, signore, non lo sappiamo.

Aramis           Ma spero che ci farete l’onore di dircelo.

Tréville         Mi ha detto che d’ora innanzi intende reclutare i moschettieri fra le guardie del signor cardinale!

Porthos          E perché poi fra le guardie del signor cardinale?

Tréville         Perché si è accorto che il suo vinello ha bisogno di essere tagliato con un pò di vino buono. Sì, sì, e Sua Maestà aveva ragione, perché, sul mio onore, è proprio vero che i moschettieri fanno una brutta figura a corte.

                                   Ieri, al gioco del re, il signor cardinale, con un’aria di cordoglio che mi dispiacque assai, raccontava che l’altro ieri questi dannati moschettieri, questi diavoli scatenati, questi spacconi, s’erano attardati in una bettola, e che una ronda delle sue guardie era stata costretta ad arrestare i perturbatori dell’ordine! Voi eravate fra questi, è inutile negarlo, siete stati riconosciuti, e il cardinale ha fatto i vostri nomi. E la colpa è mia, sì, mia, perché sono io quello che sceglie gli uomini.

                        Sentiamo, voi, Aramis, perché diamine m’avete chiesto la casacca di moschettiere quando vi sarebbe andata così bene la sottana? E voi, Porthos,

Tréville         questa bella bandoliera che vi hanno regalato vi serve solo per attaccarci una spada di paglia? E Athos? Non vedo Athos! Dov’è?

Aramis           E’ malato, signore, molto malato.

Tréville         Malato, molto ammalato, dite; e di che malattia?

Porthos          Si teme, signore, che si tratti di vaiolo. E il peggio è che il suo volto rimarrebbe certamente deturpato.

Tréville         Il vaiolo! Ecco un’altra delle vostre frottole, Porthos! Malato di vaiolo alla sua età? Impossibile!... Ma ferito certamente, forse ucciso... Giuraddio, signori moschettieri, non voglio che bazzichiate i locali malfamati, che attacchiate liti per la strada e che vi battiate ai crocicchi. Non voglio insomma che vi facciate deridere dalle guardie del signor cardinale, che sono brave persone, tranquille, sagge, che non si mettono mai in condizione d’essere arrestate e che d’altronde, non si lascerebbero arrestare, ne sono sicuro! Preferirebbero morire sul posto, piuttosto che indietreggiare d’un passo. Fuggire, svignarsela, darsela a gambe, questa è roba da moschettieri

Tréville         del re! Perbacco, ho deciso. Vado difilato al Louvre; mi dimetto da capitano dei moschettieri del re e chiedo il grado di tenente delle guardie del cardinale, e se il cardinale me lo rifiuta, vado a farmi abate, perbacco!

Porthos         Ebbene, capitano, la verità è che noi eravamo sei contro sei ma siamo stati traditi e prima che avessimo il tempo di sguainare la spada, due di noi erano stati uccisi, e Athos ferito gravemente, era come morto. Perché Athos lo conoscete; ebbene, capitano, due volte ha tentato di rialzarsi e due volte è ricaduto. Tuttavia, non ci siamo arresi: siamo stati trascinati a viva forza. Strada facendo, siamo fuggiti. Quanto  ad Athos, era stato creduto morto, e perciò abbandonato sul campo di battaglia: s’è pensato che non mettesse conto di portarlo via.  Ecco i fatti. Diavolo, capitano, non si vincono tutte le battaglie!

Aramis           E io ho l’onore di assicurarvi che ne ho ucciso uno con la sua stessa spada, perché la mia era andata in pezzi alla prima parata. Ucciso o trafitto, signore, come preferite.

Tréville         Questo non lo sapevo. Il signor cardinale aveva esagerato, a quanto pare.

Aramis           Ma, di grazia, signore,  non dite che Athos è ferito: sarebbe disperato se la notizia giungesse all’orecchio del re, e siccome la ferita è molto grave,

                        poiché,  dopo aver attraversato la spalla è penetrata nel petto, sarebbe da temere...

Una tenda si solleva ed entra Athos, spaventosamente pallido.

Athos             M’avete fatto chiamare, signore?

Porthos          Athos!

Athos             A quanto m’hanno detto i miei compagni, m’avete fatto chiamare. Eccomi, signore, che cosa desiderate?

Tréville         Athos, stavo dicendo a questi signori che proibisco ai miei moschettieri di esporsi inutilmente, poiché gli uomini valorosi sono molto cari al re, e il re

Tréville         sa che i suoi moschettieri sono gli uomini più valorosi di questa terra. Qua la mano, Athos.

Gli afferra la mano e gliela stringe vigorosamente. Athos non riesce a reprimere un gemito.

Tréville         (accortosi solo in quel momento delle condizioni del ferito) Un chirurgo! Il mio, quello del re, il migliore! Altrimenti, il mio bravo Athos muore! E

                       voi due, sollevatelo!...Per di qua, presto... (apre una porta) Piano... così... il chirurgo verrà subito!

Quando l’uscio si richiude, il signor De Tréville si rivolge a D’Artagnan.

Tréville         Scusatemi, scusatemi mio caro conterraneo, ma vi avevo proprio dimenticato. Che volete, un capitano non è che un padre di famiglia sul quale gravano responsabilità che un semplice padre di famiglia non ha. I soldati sono dei fanciulloni; ma poiché intendo che gli ordini del re, e

Tréville         sopratutto quelli del signor cardinale, siano eseguiti... Ho voluto molto bene al vostro signor padre. Che cosa posso fare per suo figlio?

D’Artagnan  Signore, lasciando il mio paese per venire qui, mi proponevo di chiedervi, in nome di quell’amicizia che non avete dimenticato, una casacca di moschettiere; ma dopo tutto quello che ho visto in queste due ore, capisco che un simile favore sarebbe enorme, e temo di non meritarlo.

Tréville          E’ realmente un favore, giovanotto, ma può non essere così al di sopra dei vostri meriti come credete. Tuttavia, una decisione di Sua Maestà ha previsto questo caso; e mi spiace di dirvi che tra i moschettieri non si accoglie chi non possa vantare qualche campagna, qualche azione straordinaria, o due anni di servizio presso qualche altro reggimento meno privilegiato. Ma, in nome della vecchia amicizia che, come vi ho detto, vi

Tréville          lega a vostro padre, voglio fare qualcosa per voi, giovanotto. Oggi stesso scriverò una lettera al direttore dell’Accademia Reale, e domani egli vi

Tréville          accoglierà senza farsi pagare. Imparerete il maneggio, la scherma e la danza; farete buone conoscenze, e ogni tanto verrete a trovarmi per dirmi a che punto siete e se posso fare qualche cosa per voi.

D’Artagnan   Ahimé, signore, vedo quanto mi manchi la lettera di raccomandazione che mio padre m’aveva dato per voi!

Tréville          Infatti, mi sorprende che abbiate intrapreso un viaggio così lungo senza quel viatico indispensabile che è l’unica risorsa di noi bearnesi.

D’Artagnan   L’avevo, signore, e grazie a Dio ben formulato. Ma mi è stato perfidamente rubato.    

Tréville          E da chi?

D’Artagnan   Da un gentiluomo sconosciuto, il quale si interessò alla mia lettera dopo aver saputo che era indirizzata a voi.

Tréville          E’ strano, avevate dunque parlato di me ad alta voce?

D’Artagnan   Sì, signore, avevo commesso questa imprudenza; che volete, un nome come il vostro doveva servirmi da scudo durante il viaggio.

Tréville          Dite un pò, quel gentiluomo non aveva una piccola cicatrice sulla guancia?

D’Artagnan   Sì, come se fosse stato scalfito da un proiettile.

Tréville          Era un bell’uomo?

D’Artagnan   Sì.

Tréville          Alto?

D’Artagnan   Sì.

Tréville          Pallido e con i capelli e i baffi neri?

D’Artagnan   Sì, sì, proprio così! Come mai signore lo conoscete? Ah, se lo ritrovassi, e lo ritroverò, ve lo giuro, magari all’inferno...

Tréville          Aspettava una donna?

D’Artagnan   Certo è che è partito dopo d’aver brevemente parlato con colei che aspettava.

Tréville          Non sapete qual era il soggetto della loro conversazione?

D’Artagnan   Egli le consegnava una scatola, le diceva che conteneva le istruzioni per lei, e le raccomandava di aprirla solo a Londra.

Tréville          La donna era inglese?

D’Artagnan   Egli la chiamava “Milady”.

Tréville          E’ lui! E’ lui! Credevo fosse ancora a Bruxelles!

D’Artagnan   Oh, signore, se lo conoscete ditemi chi è e donde viene, perché voglio vendicarmi.

Tréville          Guardatevene bene, giovanotto; se lo incontrate sulla vostra strada, passate dall’altra parte! Evitate un simile scoglio: vi frantumerebbe come un bicchiere.

D’Artagnan   Tuttavia se lo ritrovo...

Tréville          Cercate di non incontrarlo... Vi ho promesso una lettera per il direttore dell’Accademia. Siete troppo orgoglioso per accettarla, mio giovane gentiluomo?

D’Artagnan   No, signore, e vi garantisco che questa non subirà la sorte dell’altra. La custodirò così bene, che arriverà a destinazione, ve lo giuro, e guai a chi

D’Artagnan tentasse di rubarmela!.... (Cambiando tono di colpo) Ah, giuraddio!, questa volta non mi sfuggirà! (E fa per correre via)

Tréville          Aspettate! Ma che fate! Chi avete visto?

D’Artagnan   Lui, il ladro! Quel traditore! (Ed è già per le scale)

Tréville          Pazzo! Siete un pazzo!

- fine della seconda puntata -

 

TERZA PUNTATA

personaggi:

                         

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Jussac, capitano delle guardie

                   Una guardia

                                                        *******

Scena prima.

D’Artagnan  “Uscito dall’anticamera del signor De Tréville, mi stavo precipitando all’inseguimento del misterioso gentiluomo che mi aveva rubato la lettera di mio padre, quando, nell’impeto della corsa, andai a cozzare a testa bassa contro un moschettiere  e, urtandone con la fronte la spalla, gli feci emettere un grido, o meglio, un urlo di dolore.”

D’Artagnan  Scusatemi! Scusatemi, ma ho fretta.

Athos             Avete fretta! “Scusatemi”. E credete che basti? Non basta affatto, giovanotto. Sol perché avete udito il signor De Tréville parlarci oggi senza troppi complimenti credete che ci si possa trattare come ci si parla? Disingannatevi, compare; non siete il signor De Tréville, voi.

D’Artagnan  In fede mia non l’ho fatto apposta e quindi ho detto “Scusatemi”. Mi sembra che basti. Tuttavia torno a dirvi, e forse, parola d’onore, questa volta la misura è colma, che ho fretta, molta fretta. Lasciatemi dunque, vi prego, e fatemi andare per le mie faccende.

Athos             Signore, non siete cortese. Si vede che venite da lontano.

D’Artagnan  Ah, se non avessi tanta fretta, se non inseguissi qualcuno...

Athos             Signor uomo frettoloso, me potrete trovarmi senza inseguirmi, sapete? Il mio nome è Athos.

D’Artagnan  E il mio D’Artagnan. Vi ho riconosciuto benissimo. E dove posso trovarvi, per favore?

Athos             Di fianco ai Carmelitani Scalzi.

D’Artagnan  A che ora?

Athos             Verso mezzogiorno.

D’Artagnan  Verso mezzogiorno, va bene, ci sarò.

Athos             Cercate di non farmi aspettare, perché a mezzogiorno e un quarto correrò a tagliarvi le orecchie.

D’Artagnan  Bene! Ci sarò a mezzogiorno meno dieci.  (E corre via) Ma sul portone c’era Porthos che chiacchierava con una sentinella.  Cercai di passare, ma avevo fatto i

D’Artagnan  conti senza il vento, che s’ingolfò nel lungo mantello di Porthos e in questo mantello finii impigliato.”

Porthos          Poffarbacco! Dovete esser proprio arrabbiato per gettarvi in questo modo sulle persone!

D’Artagnan  Scusatemi, ma ho molta fretta, inseguo un tale e...

Porthos          Per caso, dimenticate gli occhi quando correte?

D’Artagnan  No, no, e grazie ai miei occhi vedo anche ciò che gli altri non vedono.

Porthos          Signore, vi avverto che vi farete strigliare se vi strofinate così contro i moschettieri.

D’Artagnan  Strigliare! Vi esprimete con crudezza, signore!

Porthos          Mi esprimo come un uomo avvezzo a guardare in faccia i suoi nemici.

D’Artagnan  Perdio, so bene che non voltate la schiena ai vostri, voi!

Porthos          Datemi dunque soddisfazione.

D’Artagnan  Più tardi, più tardi, quando non avrete più il mantello.

Porthos          Al tocco, allora, dietro al Lussemburgo.

D’Artagnan  Benissimo, al tocco.(E corre in cerca del suo nemico). Ma per quanto avessi potuto camminare, il mio nemico sconosciuto aveva oramai troppo vantaggio su di me. Tuttavia la passeggiata mi fece bene, giacché, quanto più il sudore mi inondava la fronte, tanto più il cuore mi si raffreddava.”

D’Artagnan  (monologando) Che sventato, che imbecille! Quel valoroso e sfortunato Athos era ferito proprio alla spalla contro la quale vado a dar di testa come un montone. Mi stupisce anzi che non mi abbia ucciso: ne aveva il diritto, tanto più che debbo avergli fatto molto male. Quanto a Porthos la cosa è più

D’Artagnan buffa; ciò non toglie che io sia un povero sventato. Ci si precipita così sulle persone senza dire: attento? No! E si va a ficcare il naso sotto il mantello altrui per vedere quello che non c’è? Suvvia, D’Artagnan, amico mio, se te la cavi questa volta, in avvenire devi essere di una cortesia squisita.

Scena seconda.

 D’Artagnan E camminando e monologando, tutto dominato dai miei progetti di conciliazione e di cortesia, ero giunto a pochi passi dal palazzo d’Aiguillon, dinanzi al quale vidi Aramis che conversava allegramente con tre gentiluomini appartenenti al corpo delle guardie del re, e che finse di non vedermi. Io non ero così ingenuo da non accorgermi che ero di troppo, ma, scorgendo un fazzoletto che Aramis aveva lasciato cadere mettendovi un piede sopra, mi chinai e, con tutta l’affabilità di cui ero capace, trassi il fazzoletto di sotto il piede del moschettiere.”

D’Artagnan  Signore, credo che vi spiacerebbe perdere questo fazzoletto.

Una guardia Ah, ah! Dirai ancora, discreto Aramis, che non sei ben visto dalla signora di Bois-Tracy, quando questa graziosa dama ha la cortesia di prestarti i suoi fazzoletti?

Aramis           V’ingannate, signori. Questo fazzoletto non è mio, e non so perché il signore abbia avuto l’estro di consegnarlo a me invece che a uno di voi. Del resto, a dimostrazione di quanto dico, ecco il mio fazzoletto, che ho in tasca.

Una guardia Se fosse come tu dici, sarei costretto, mio caro Aramis, a chiederti di darmi il fazzoletto: perché, come sai, Bois-Tracy è mio intimo amico, e io non posso tollerare che si esibiscano gli oggetti personali di sua moglie.

Aramis           La tua richiesta è mal formulata e, pur riconoscendo ch’essa è sostanzialmente giusta, rifiuterò per via della forma.

D’Artagnan  Il fatto è che non ho visto cadere il fazzoletto dalla tasca del signor Aramis. Egli vi teneva il piede sopra, ecco tutto, e perciò ho creduto che fosse suo.

Aramis           E vi siete ingannato, caro signore. D’altronde – mio caro intimo amico di Bois-Tracy, penso che son suo amico non meno di quanto possa esserlo tu; sicché, a rigore, questo fazzoletto può essere caduto dalla tua tasca come dalla mia.

Una guardia No, sul mio onore!

Aramis           Tu giuri sul tuo onore, e io sulla mia parola: evidentemente uno di noi               due mente. Allora facciamo così: prendiamone metà per uno.

Una guardia Del fazzoletto?

Aramis           Sì.

Una guardia Benone! Il giudizio del Re Salomone. (scoppia in una risata)Addio Aramis, sei proprio la saggezza in persona. (E si allontana)

D’Artagnan  Signor Aramis, spero che vorrete scusarmi.

Aramis           Ah, signore, permettetemi di farvi osservare che in questa circostanza non vi siete comportato da uomo galante.

D’Artagnan  Come, signore, voi supponete...

Aramis           Io suppongo, signore, che voi non siate uno sciocco e che, pur arrivando dalla Guascogna, sappiate bene che non si cammina sui fazzoletti senza motivo. Diavolo, Parigi non è lastricata di Batista!

D’Artagnan  Signore, fate male a cercare di umiliarmi. Sono guascone, è vero, e, dal momento che lo sapete, non avrò bisogno di dirvi che i guasconi sono poco tolleranti: quando si sono scusati una volta, foss’anche d’aver commesso una corbelleria, sono convinti d’aver fatto più della metà di quanto dovessero fare.

Aramis           Signore, non vi parlo così per cercare d’attaccar lite con voi. Grazie a Dio, non sono uno spadaccino, e, poiché non sono moschettiere che ad interim, mi batto solo quando vi sono costretto, e sempre con grande ripugnanza;

                           ma questa volta la faccenda è grave, perché una signora è stata compromessa da voi.

D’Artagnan  Da noi, dovete dire.

Aramis           Perché siete stato così maldestro da restituirmi il fazzoletto?

D’Artagnan  E voi, perché lo siete stato tanto da lasciarlo cadere?

Aramis           Ho detto e ripeto, signore, che quel fazzoletto non è caduto dalla mia tasca.

D’Artagnan  Allora avete mentito due volte, signore, perché l’ho visto cadere con i miei occhi!

Aramis           La prendete su questo tono, signor guascone? Ebbene, vi insegnerò a vivere.

D’Artagnan  E io vi manderò a dir messa, signor abate! Sguainate, per favore, e immediatamente.

Aramis           No, se non vi dispiace, amico bello, non qui, per lo meno. Non vedete che le strade sono piene di creature del cardinale? Chi mi dice che Sua Eminenza non vi abbia incaricato di procurargli la mia testa? E io, vedete, sono ridicolmente affezionato alla mia testa, perché mi sembra che mi stia abbastanza bene sulle spalle. Voglio dunque uccidervi, non preoccupatevi, ma silenziosamente, in sito chiuso e coperto, ove non possiate vantarvi con nessuno della vostra morte.

D’Artagnan  Il signore non rimanda forse l’appuntamento per prudenza?

Aramis           La prudenza è una virtù abbastanza inutile ai moschettieri, lo so, ma è indispensabile agli uomini di Chiesa, e siccome sono moschettiere solo provvisoriamente, intendo esser prudente. Alle due avrò l’onore di aspettarvi al palazzo del signor De Tréville. Là vi indicherò il luogo adatto.

Scena terza.

D’Artagnan  A Parigi  non conoscevo nessuno. Perciò all’appuntamento datomi da Athos  mi recai senza padrini, deciso ad accontentarmi di quelli che avrebbe scelto il mio avversario.”

Athos                         Signore, ho fatto avvertire due miei amici, i quali mi serviranno da padrini; ma non sono ancora qui. Mi stupisce: di solito non tardano.

D’Artagnan  Quanto a me, non ho padrini, perché solo ieri sono arrivato a Parigi e non vi conosco ancora nessuno, tranne il signor Dé Treville, cui sono stato raccomandato da mio padre che ha l’onore di godere alquanto della sua amicizia.

Athos             Conoscete solo il signor De Tréville?

D’Artagnan  Sì, signore, non conosco che lui.

Athos             Male, male perché se vi ammazzo avrò l’aria di un mangiator di bambini.

D’Artagnan  Non troppo, signore, dal momento che mi fate l’onore di battervi con me con una ferita che deve darvi molto fastidio.

Athos             Molto, parola d’onore, e francamente mi avete fatto un male del diavolo; ma adopererò la mano sinistra, come faccio sempre in simili casi. Però non crediate che vi favorisca: tiro bene con una mano quanto l’altra. E voi ne avrete persino uno svantaggio; un mancino dà un bel da fare a chi non è pratico. Mi spiace di non avervi avvertito prima.

D’Artagnan  Signore, siete d’una cortesia di cui vi sono sommamente grato.

Athos             Mi confondete, perciò parliamo d’altro. Ah, giuraddio, la spalla mi brucia!

D’Artagnan  Se voleste permettermi...

Athos             Che cosa?

D’Artagnan  Ho un balsamo miracoloso per le ferite, un balsamo che mi ha dato mia madre e che ho sperimentato sulla mia persona.

Athos             Ebbene?

D’Artagnan  Ebbene, sono sicuro che in meno di tre giorni questo balsamo vi guarirebbe, e fra tre giorni, quando foste guarito, allora sarebbe sempre un grande onore per me essere il vostro avversario.

Athos             Perdio, la vostra proposta mi piace: non ch’io l’accetti, ma sa di gentiluomo a una lega di distanza. Disgraziatamente di qui a tre giorni il signor

Athos             cardinale verrebbe sicuramente a sapere che dobbiamo batterci, e ce lo impedirebbero. Ma insomma, quei girandoloni non verranno?

D’Artagnan  Signore, se avete fretta e volete sbrigarmi subito, non fate complimenti, vi prego.

Athos                        Ecco un’altra proposta che mi piace; è la proposta d’un uomo non privo d’intelligenza, e certo d’un uomo di cuore. Apprezzo gli uomini della vostra tempra, sicché, se non ci uccidiamo l’un l’altro, troverò un vero piacere nella vostra conversazione. Aspettiamo quei signori, vi prego, non ho fretta; del resto, sarà più corretto. Eccone uno, mi pare.

Porthos          (da lontano) Ehilà, Athos! Sono in ritardo?

D’Artagnan  Come! Il vostro primo testimone è il signor Porthos?

Athos             Sì, vi dispiace?

D’Artagnan  Niente affatto.

Athos             Ed ecco il secondo.

Aramis           (da lontano) Eccomi! Sono subito da voi!

D’Artagnan  E il vostro secondo testimone è il signor Aramis?

Athos             Naturalmente. Non sapete che stiamo sempre insieme e che ci chiamano Athos, Porthos e Aramis o i tre inseparabili?

Porthos          (arrivando) Ah, ah, che cos’è questa storia?

Athos             Questo è il signore con il quale mi batto.

Porthos          Anch’io mi batto con lui.

D’Artagnan  Ma solo al tocco.

Aramis           E anch’io mi batto col signore.

D’Artagnan  Ma solo alle due.

Aramis           Ma tu perché ti batti, Athos?

Athos             A dire il vero non lo so con precisione; mi ha fatto male alla spalla. E tu, Porthos?

Porthos          A dire il vero mi batto perché mi batto.

D’Artagnan  Abbiamo avuto una discussione sull’abbigliamento-

Athos             E tu, Aramis?

Aramis           Io mi batto per una questione teologica.

Athos             Davvero?

Aramis           Sì, un passo di Sant’Agostino sul quale non siamo d’accordo.

Athos             E’ proprio un uomo di spirito.

D’Artagnan  E ora che siete qui riuniti, signori, permettetemi di farvi le mie scuse.

Athos             Ah, no!

Porthos          (facendo schioccare le labbra con disprezzo)Tch..tch...tch..

Aramis           Non se ne parla proprio !

D’Artagnan  Non mi avete compreso, signori. Vi domando scusa qualora non potessi pagare il mio debito a tutti e tre, giacché il signor Athos ha per primo il diritto di uccidermi, ciò che sminuisce di molto il vostro credito, signor

D’Artagnan Porthos, e annulla quasi totalmente quello del signor Aramis. E ora, signori, torno a dirvelo, scusatemi, ma solo di questo, e in guardia!

Athos             (snudando la spada) Fa molto caldo, e tuttavia non posso decidermi a togliermi la giubba; perché or ora ho sentito che la mia ferita sanguina e temerei di turbare il signore mostrandogli del sangue che non mi avesse fatto uscire lui.

D’Artagnan  E’ vero, e fatto uscire da un altro o da me, vi assicuro che vedrei sempre con molto dispiacere il sangue d’un così valoroso gentiluomo. Mi batterò dunque con la giubba come voi.

Porthos          Via, via, basta con questi complimenti, e pensate che aspettiamo il nostro turno.

Aramis           Parlate solo per voi, Porthos, quando dite simili sciocchezze. 

Athos             Quando vorrete, signore.

D’Artagnan  (incrociando il ferro) Ai vostri ordini.

Una voce       Ehi, voi, che fate?!

Porthos          Le guardie del cardinale!

Aramis           La spada nel fodero, signori, la spada nel fodero!

Jussac                        Ohé, moschettieri, qua ci si batte, dunque? E gli editti, dove li mettiamo?

Athos             (a mezza voce) E’ Jussac, il nostro aggressore di ieri. (Forte) Siete molto generoso, Jussac. Se vi vedessimo battere, vi assicuro che ci guarderemmo bene dall’impedirvelo. Perciò lasciateci fare, e vi procurerete un piacere senza prendervi alcun fastidio!

Jussac            Signori, mi spiace molto, ma è impossibile. Il nostro dovere prima di tutto. Ringuainate dunque, per favore, e seguiteci.

Aramis           Signore, con molto piacere obbediremmo al vostro gentile invito se dipendesse da noi; ma disgraziatamente è impossibile: il signor De Tréville ce lo ha proibito. 

Jussac            Se disobbedite, vi attaccheremo.

Athos             (sussurra) Sono cinque, e noi non siamo che tre; ma dovremo morire qui, poiché dichiaro che non mi ripresenterò vinto al capitano.

D’Artagnan  Signori, avete detto che siete solo tre, ma mi sembra siamo in quattro.

Porthos          Ma voi non siete dei nostri.

D’Artagnan  E’ vero, ma se del moschettiere non ho l’abito, ne ho certamente l’animo. So quel che dico, e obbedisco a questo sentimento.

Jussac            Allontanatevi, giovanotto. Potete ritirarvi, ve lo consentiamo.

Athos             Siete proprio un bravo ragazzo. Come vi chiamate?

D’Artagnan  D’Artagnan.

Jussac            Su, su, decidiamoci.

Athos             Ebbene, Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan, avanti!

Porthos          Tutti per uno ?!

Tutti               (a voce spiegata) Uno per tutti!

E i nove uomini si precipitano con furia gli uni sugli altri.

- fine della terza puntata -

QUARTA PUNTATA

personaggi:

                         

                   D’Artagnan

                   Il Re

                   Il signor De Tréville

                   Planchet, servitore di D’Artagnan

                   Bonacieux

********

Scena prima.

D’Artagnan  “La notizia del duello fra i moschettieri e le guardie del re sollevò molto scalpore. Athos aveva trafitto alla gola Cahusac; Aramis aveva fatto fuori due suoi avversari; e in quanto a Porthos, se l’era vista con Bicarat, costretto ad arrendersi spezzando la spada sul ginocchio. Io, poi, avevo ferito nientemeno che Jussac, ghiotto di lama e assai esperto, come si diceva allora. Il signor De Tréville rimproverò pubblicamente i suoi moschettieri ; poi, s’affrettò a recarsi al Louvre, per avvertire il re. Troppo tardi: il re era  già stato informato di tutto dal cardinale.”

Re                   Venite qua, signor capitano, venite ché ho da sgridarvi. Sapete che Sua Eminenza è venuta a dolersi con me dei vostri moschettieri, e che stasera per la commozione sta poco bene? Ma insomma, quei vostri moschettieri sono diavoli scatenati, gente da forca!

Tréville         No, sire, anzi sono buone creature, docili come agnelli e che hanno un sol desiderio: sguainare la spada unicamente per servire Vostra Maestà. Ma che volete, le guardie del signor cardinale li provocano continuamente; e i poveri ragazzi, per l’onore del corpo, sono costretti a difendersi.

Re                   Sentite il signor De Tréville! Sentitelo ! Non si direbbe che parli d’una comunità religiosa? Francamente, caro capitano, sono tentato di togliervi il brevetto per darlo alla signorina De Chemereault, alla quale ho promesso un’abbazia. Ma non illudetevi che possa credervi sulla parola. Mi chiamano Luigi il Giusto e ora vedremo come stanno le cose!

Tréville         Appunto perché confido nel vostro senso di giustizia, sire, aspetterò paziente e tranquillo il beneplacito di Vostra Maestà.

Re                   Dunque, voi affermate che sono state le guardie dell’Eminentissimo a provocare i vostri moschettieri?

Tréville         Sì, sire, come sempre.

Re                   E come è andata la cosa? Perché voi lo sapete, caro capitano, bisogna che un giudice ascolti le due parti.

Tréville          Ah, mio Dio, nel modo più semplice e naturale di questo mondo. Tre  dei miei migliori soldati, che Vostra Maestà conosce di nome, dei quali ha, più d’una volta, appressato la devozione e che, al re posso dirlo, hanno molto a cuore il proprio servizio; tre dei miei migliori soldati, dicevo, e precisamente i signori Athos, Porthos e Aramis, avevano organizzato una  gita con un giovane cadetto di Guascogna che, la mattina stessa, avevo loro raccomandato. La scampagnata aveva per meta Saint-Germain, mi pare, ed essi s’eran dati appuntamento ai Carmelitani Scalzi, quando il loro disegno andò a monte in seguito all’arrivo dei signori De Jussac, Cahusac, Bicaret e di altre due guardie, che di certo non si recavano in quel luogo se non avevano l’intenzione di contravvenire agli editti.

Re                               Ah, ah, mi ci fate pensare; senza dubbio andavano là per battersi tra loro.

Tréville          Non li accuso, sire, ma lascio che Vostra Maestà giudichi che cosa possono andare a fare cinque uomini armati in un luogo deserto come quello nel quale sorge il convento dei Carmelitani.

Re                   Avete ragione, Tréville.

Tréville          Ma quando hanno visto i miei moschettieri, hanno cambiato idea e dimenticato i loro odi personali per l’odio di corpo; giacché Vostra Maestà non ignora che i moschettieri, che appartengono al re, e soltanto al re, sono i nemici naturali delle guardie, che appartengono al cardinale.

Re                   (mestamente) Sì, Tréville, sì, ed è molto triste, credetemi, vedere due partiti in Francia, due persone che si contendono la regalità; ma tutto questo finirà, finirà. Voi dite dunque che le guardie hanno provocato i moschettieri?

Tréville          Dico che è probabile che le cose siano andate in questo modo, ma non lo giuro, sire. Voi sapete com’è difficile conoscere la verità e, a meno che non

Tréville        si sia dotati di quel mirabile istinto che ha meritato a Luigi XIII l’attributo di Giusto...

Re                              D’accordo, Tréville. Ma i vostri moschettieri non erano soli; non c’era un ragazzo con loro?

Tréville         Sì, sire, e un ferito, sicché tre moschettieri del re, uno dei quali ferito, e un ragazzo non solo han tenuto testa a cinque delle più terribili guardie del signor cardinale, ma ne hanno anche abbattute quattro!

Re                   Ma questa è una vittoria! Una vittoria completa! Quattro uomini, uno dei quali ferito, e un ragazzo, voi dite?

Tréville         Un giovanotto quasi imberbe, il quale si è così ben comportato in questa occasione, che mi prenderò la libertà di raccomandarlo a Vostra Maestà.

Re                   Come si chiama?

Tréville         D’Artagnan. E’ il figlio d’uno dei miei più vecchi amici, il figlio d’un uomo che col re vostro padre, di gloriosa memoria, ha fatto le guerre di religione.

Re                   E voi dite che si è comportato bene? Raccontatemi, Tréville; sapete che mi piacciono i racconti dei fatti d’arme.

Tréville         Sire, D’Artagnan è quasi un fanciullo, e, siccome non ha l’onore d’essere moschettiere, era in abito borghese; le guardie del signor cardinale, vedendolo così giovane, lo invitarono, tanto più ch’era estraneo al corpo, ad andarsene, prima di attaccare.

Re                   Allora vedete bene, Tréville, che sono state loro ad attaccare.

Tréville         Non c’è dubbio. Ma egli rispose che si sentiva intimamente moschettiere e devoto a Sua Maestà.

Re                   Bravo ragazzo!

Tréville         E Vostra Maestà ha in lui un valido campione, perché proprio lui ha assestato a Jussac quella terribile stoccata che fa andare tanto in collera il signor cardinale.

Re                   E’ lui quello che ha ferito Jussac? Un ragazzo! Ma è impossibile.

Tréville         Proprio come ho l’onore di dire a Vostra Maestà.

Re                   Voglio vedere questo giovanotto, e se si può fare qualche cosa per lui, la faremo, perbacco!

Tréville         Quando Vostra Maestà si degnerà di riceverlo?

Re                   Domani a mezzogiorno.

Tréville         Debbo condurre solo lui?

Re                   No, conducetemeli tutti e quattro. Gli uomini devoti sono rari, e bisogna compensare la devozione.    Ah, passate dalla scala piccola. E’ inutile che il cardinale sappia...

Tréville         Sì, sire.

Re                   Capirete, un editto è un editto; è proibito battersi, in fin dei conti.

Tréville         Ma questo scontro non ha niente a che fare con un duello vero e proprio. E’ una rissa.

Re                   E’ giusto, ma non fa niente, Tréville, passate lo stesso dalla scala piccola.

D’Artagnan  “Il giorno dopo, il re in persona  manifestò per intero la propria soddisfazione per la disfatta subita dalle guardie del cardinale, e a me mise in mano una manciata di monete d’oro, quaranta pistole, che subito io divisi con i miei compagni. E per soprappiù, invitò il signor De Tréville ad adoperarsi affinché io  fossi arruolato nella compagnia delle guardie del signor Des Essarts, che per pura combinazione era cognato del capitano dei moschettieri.  Con la mie dieci pistole, per prima cosa, assoldai un lacché; un piccardo di nome Planchet, che Porthos aveva scoperto sul ponte della Tournelle mentre faceva cerchietti sputando nell’acqua.”

Scena seconda.

Qualcuno bussa discretamente alla porta.

D’Artagnan  Planchet, vai ad aprire!

Planchet        Vado, vado... (e lo sentiamo ciabattare svogliatamente verso la porta) Che volete?

Bonacieux     Vorrei parlare con il signor D’Artagnan, se non è troppo disturbo!

D’Artagnan  Planchet!... chi è alla porta?

Planchet        Un borghese!... vuol parlare con voi.

D’Artagnan  Fallo entrare. (Planchet lo fa passare e chiude la porta). Signore, a che debbo l’onore?...

Bonacieux     Il mio nome è Bonacieux. Ho sentito parlare del signor D’Artagnan come d’un gran bravo giovane, e tale fama, di cui a giusto titolo egli gode, mi ha mosso a confidargli un segreto.

D’Artagnan  Parlate, signore, parlate.

Bomacieux    Mia moglie è cucitrice di bianco della regina, e non è priva né di onestà né di bellezza. Me l’han fatta sposare, ora saranno tra poco tre anni, sebbene possedesse solo un piccolo peculio, perché il signor De La Porte, il portamantello della regina, è suo padrino e la protegge...

D’Artagnan  Ebbene?

Bonacieux     Ebbene, mia moglie è stata rapita ieri mattina, mentre usciva dalla stanza in cui lavora.

D’Artagnan  E da chi è stata rapita?

Bonacieux     Non so niente di sicuro, ma sospetto qualcuno.

D’Artagnan  E di chi sospettate?

Bonacieux     Un uomo che da molto tempo le correva dietro.

D’Artagnan  Diavolo!

Bonacieux     Ma che volete che vi dica, sono convinto che in tutto questo c’è meno amore che politica.

D’Artagnan  E che cosa sospettate?

Bonacieux     Io credo che mia moglie sia stata rapita non per i suoi amori, ma per quelli d’una signora più altolocata.

D’Artagnan  Ma... altolocata, quanto?

Bonacieux     Tanto... tanto...

D’Artagnan  Volete dire, della...

Bonacieux     (subito spaventato) Sì, signore.

D’Artagnan  E con chi?

Bonacieux     Con chi, se non col duca di...

D’Artagnan  Il duca di...

Bonacieux     Sì, signore.

D’Artagnan  Ma voi come sapete tutto questo?

Bonacieux     Me l’ha detto mia moglie, mia moglie stessa.

D’Artagnan  Alla quale lo ha detto... chi?...

Bonacieux     Il signor De La Porte. Non vi ho detto ch’è la figlioccia del signor De La Porte, l’uomo di fiducia della regina? Ebbene, il signor De La Porte l’aveva messa accanto a Sua Maestà perché la nostra povera regina avesse almeno qualcuno di cui fidarsi, trascurata com’è dal re, spiata dal cardinale, tradita da tutti.

D’Artagnan  Ah, ah, ora la cosa comincia a delinearsi.

Bonacieux     Ora, mia moglie è venuta da me quattro giorni fa, e mi ha confidato che la regina, attualmente, nutriva forti timori.

D’Artagnan  Davvero?

Bonacieux     Il signor cardinale, a quanto pare, la tormenta e la perseguita più che mai. Pare che non possa perdonarle di averlo rifiutato. Sicché, ora, non è più odio, è vendetta.

D’Artagnan  E la regina crede?...

Bonacieux     Crede che si sia scritto a suo nome al duca di Buckingham.

D’Artagnan              A nome della regina?

Bonacieux     Sì, per farlo venire a Parigi, e una volta qui, attirarlo in qualche tranello.

D’Artagnan  Ma che cosa ha a che vedere vostra moglie con tutto questo?

Bonacieux     La sua devozione alla regina è nota, e si vuole allontanarla dalla sua padrona, o intimidirla per carpirle i segreti di Sua Maestà, o corromperla per servirsi di lei come di una spia.

D’Artagnan  E’ possibile. Ma conoscete l’uomo che l’ha rapita?

Bonacieux     Credo di conoscerlo.

D’Artagnan  Come si chiama?

Bonacieux     Non lo so; so soltanto che è una creatura del cardinale, la sua anima dannata.

D’Artagnan  Ma lo avete visto?

Bonacieux     Sì, mia moglie me lo ha mostrato un giorno.

D’Artagnan  E’ facilmente riconoscibile?

Bonacieux     Oh, certamente, è un signore dall’aspetto altezzoso, dai capelli neri, colorito olivastro, sguardo penetrante, denti bianchi e una cicatrice alla tempia.

D’Artagnan  Una cicatrice alla tempia! Ma è il mio uomo!

Bonacieux     Come sarebbe, il vostro uomo?                              

D’Artagnan  Sì, sì; ma questo non incide nella cosa. No, mi sbaglio, questo, anzi, la semplifica molto, ché se il vostro uomo è il mio, farò due vendette in una volta, ecco tutto; ma dove si può raggiungere questo uomo?

Bonacieux     Non lo so.

D’Artagnan  Tutto questo è molto vago. Da chi avete appreso il ratto di vostra moglie?

Bonacieux     Dal signor De La Porte.

D’Artagnan  Vi ha dato qualche particolare?

Bonacieux     Non ne aveva.

D’Artagnan  E da altre fonti non avete appreso nulla?

Bonacieux     Altro che! Ho ricevuto...

D’Artagnan  Vi chiamate Bonacieux?

Bonacieux     Sì, è il mio nome.

D’Artagnan  Scusate se vi ho interrotto, ma mi sembrava che il vostro nome non mi fosse nuovo.

Bonacieux     E’ possibile, signore. Sono il vostro padrone di casa.

D’Artagnan  Ah! Il mio padrone di casa...

Bonacieux     Sì, signore. E poiché, da tre mesi che siete in casa mia, e che distratto indubbiamente dalle vostre importanti faccende, avete dimenticato di

Bonacieux   pagarmi la pigione, poiché, dicevo, non vi ho mai importunato, ho pensato che avreste apprezzato la mia delicatezza.

D’Artagnan  Ma naturalmente, caro signor Bonacieux. Credete pure che vi sono molto obbligato per un simile modo di agire e che, come v’ho detto, se posso esservi utile in qualche cosa...

Bonacieux     Vi credo, signore, vi credo, e come stavo per dirvi ho fiducia in voi.

D’Artagnan  Terminate dunque quanto avete cominciato a dire.

Bonacieux     Ecco qua! Ho ricevuto stamattina questa lettera.

D’Artegnan  (leggendo) “Non cercate vostra moglie. Essa vi sarà resa quando non avremo più bisogno di lei. Se fate un sol passo per ritrovarla, siete perduto.” E’ chiaro, ma dopo tutto non è che una minaccia.

Bonacieux     Sì, ma questa minaccia mi spaventa; non sono affatto uomo di spada, signore, e ho paura della Bastiglia.

D’Artagnan  Hum! gli è che l’idea della Bastiglia inquieta me non meno di voi. Se si trattasse solo d’un colpo di spada, poco male.

Bonacieux                Tuttavia, signor D’Artagnan, avevo molto contato su di voi in questa circostanza.

D’Artagnan  Davvero?

Bonacieux     Vedendovi sempre in compagnia di moschettieri dal magnifico aspetto e riconoscendo in essi quelli del signor De Tréville, quindi dei nemici del cardinale, avevo pensato che voi e i vostri amici, rendendo giustizia alla

Bonacieux   nostra povera regina, sareste stati felici di giocare un brutto tiro a Sua Eminenza.

D’Artagnan  Certamente.

Bonacieux     E poi avevo pensato che, poiché mi dovete tre mesi di pigione, dei quali non vi ho mai parlato...

D’Artagnan  Sì, sì, mi avete già addotto questo motivo e lo trovo eccellente.

Bonacieux     Contando inoltre, finché mi farete l’onore di restare in casa mia, di non parlarvi mai di pigione...

D’Artagnan  Benone.

Bonacieux     E contando infine di offrirvi eventualmente una cinquantina di pistole qualora, ciò che è assolutamente improbabile, vi trovaste momentaneamente a disagio...

D’Artagnan  A meraviglia; ma siete dunque ricco, caro signor Bonacieux!

Bonacieux     Sono agiato, ecco la parola; sono riuscito a mettere insieme qualche cosa come due o tremila scudi di rendita, commerciando articoli di merceria, di modo che capirete, signore... Ah, ma...

D’Artagnan  Che succede?

Bonacieux     Che vedo mai!

D’Artagnan  Dove?

Bonacieux     In strada, di fronte alle vostre finestre, nel vano di quella porta: un uomo avvolto in un mantello.

D’Artagnan  E’ lui! (afferra la spada) Questa volta non mi sfuggirà. (E si precipita fuori)

Bonacieux     Ma signore!... aspettate.... un momento.... signor D’Artagnan!

- fine della quarta puntata -

QUINTA PUNTATA

personaggi:

                         

                            D’Artagnan

                            Athos

                            Porthos

                            Aramis

                            Planchet, servitore di D’Artagnan

                            La signora Bonacieux

                            Il signor Bonacieux

                            Il capoguardia

******

                                  

Scena prima.

D’Artagnan  “Neppure questa volta ero riuscito a raggiungere il misterioso gentiluomo. Avevo percorso, con la spada snudata, tutte le strade vicine, ma non avevo visto alcuno che rassomigliasse alla persona che cercava. Dopo una mezz’ora tornai a casa, dove trovai la compagnia dei miei amici riunita.”

Athos             Ebbene?

D’Artagnan  Evidentemente quell’uomo è il diavolo in persona; è scomparso come un fantasma, come uno spettro.

Athos             Porthos, credete alle apparizioni?

Porthos          Io credo solo a ciò che ho visto, e, poiché non ho mai visto apparizioni, non ci credo.

Aramis           La Bibbia c’impone di credervi: l’ombra di Samuele apparve a Saul ed è questo un articolo di fede che mi spiace vedervi mettere in dubbio, Porthos.

D’Artagnan  In ogni caso, uomo o diavolo, quell’uomo è nato per la mia dannazione, perché la sua scomparsa ci fa perdere un magnifico affare, in cui avremmo guadagnato cento e forse più pistole.

Athos             E in che modo?

D’Artagnan  (chiama) Planchet!

Planchet        Eccomi, signore!

D’Artagnan  Andate dal padron di casa, signor Bonacieux, e ditegli di mandarci una mezza dozzina di bottiglie di Beaugency, ch’è il mio vino preferito.

Porthos          Ma avete dunque credito aperto col vostro padrone di casa?

D’Artagnan  Sì, a cominciar da oggi, e, non preoccupatevi, se il suo vino è cattivo gliene manderemo a chiedere dell’altro.

Aramis           Bisogna usare senza abusare.

Athos             Ho sempre detto che D’Artagnan era il cervello di noi quattro.

Porthos          Ma insomma, sentiamo, che c’è?

Aramis           Sì, ditecelo caro amico, a meno che l’onore di qualche signora non possa                         venir compromesso da questa confidenza.

D’Artagnan  Non preoccupatevi, non c’è alcuno il cui onore possa venir compromesso da quanto debbo dirvi.

D’Artagnan  “E raccontai agli amici, parola per parola, quanto era appena accaduto tra me e il mio ospite, e come l’uomo che aveva rapito la moglie dell’ottimo padrone di casa fosse lo stesso con il quale  avevo attaccato lite nella locanda di Meung.”

Planchet        (entrando con le bottiglie)Ecco il vino che vi manda in omaggio il padrone di casa!

Tutti               Oh!... finalmente... stappa, Planchet... subito, i bicchieri... assaggia tu, Athos!... com’è?

Athos             Non c’è male!...

Planchet        Porta al signor Bonacieux  i nostri ringraziamenti, e digli che il suo vino non è niente male!...

Planchet        E ce ne sarà un bicchiere anche per me?

D’Artagnan  Sparisci, ubriacone!.... (Tutti ridono)

Athos             Anche l’affare che ci proponi non è cattivo, e da quel brav’uomo si potranno cavare dalle cinquanta alle sessanta pistole. Rimane ora da sapere se mette conto rischiare quattro teste.

D’Artagnan  Ma ricordatevi che in questa faccenda c’è una donna, una donna ch’è stata rapita, una donna che certamente viene minacciata, forse torturata; e tutto questo perché è fedele alla sua padrona!

Aramis           Attento, D’Artagnan, attento, mi sembra che vi prendiate un pò troppo a cuore la sorte della signora Bonacieux. La donna è stata creata per la nostra perdizione, e dalla donna appunto derivano tutte le nostre disgrazie.

D’Artagnan  Non mi preoccupo della signora Bonacieux, bensì della regina che, trascurata dal re, perseguitata dal cardinale, vede cadere una dopo l’altra le teste di tutti i suoi amici.

Porthos          Perché ama quelli che massimamente detestiamo, ossia gli spagnoli e gli inglesi?

D’Artagnan  Ho sentito dire ch’essa non ama gli inglesi, bensì un inglese.

Athos             E, parola d’onore, bisogna riconoscere che quell’inglese merita di essere amato. Non ho mai visto un più gran signore di lui. E Bonacieux vi ha detto che la regina crede che si sia fatto venire Buckingham con un falso appello?

D’Artagnan  Lo teme.

Aramis           Un momento.

Porthos          Che c’è?

Aramis           Continuate, cerco di ricordare alcune circostanze.

D’Artagnan  E ora sono convinto che il ratto della cucitrice della regina sia strettamente collegato agli avvenimenti di cui parliamo.

Aramis           Signori, ascoltate! Ieri mi trovavo in casa d’un sapiente teologo che talvolta consulto per i miei studi...

Tutti               Ma certo... un teologo... gli studi...

Aramis           (sovrastandoli col tono) Costui abita in un quartiere deserto: i suoi gusti e la sua professione lo esigono. Ora, nel momento in cui uscivo dalla sua casa...

D’Artagnan  Ebbene? nel momento in cui uscivate dalla sua casa...

Aramis           Questo teologo ha una nipote...

Porthos          Ah! ha una nipote!

Aramis           Una signora rispettabilissima! (I tre amici ridono) Se ridete o dubitate non saprete niente.

Athos             Siamo credenti come maomettani e muti come catafalchi.

Aramis           Questa nipote si reca talvolta a visitare lo zio; ora, per caso, era da lui quando c’ero io, e dovetti offrirle di accompagnarla alla vettura.

Porthos          Ah, la nipote del teologo ha una vettura!

D’Artagnan  Non gli date retta, Aramis, continuate.

Aramis           D’un tratto un uomo alto, bruno, dal fare di gentiluomo... ecco, un tipo press’a poco come il vostro, D’Artagnan...

D’Artagnan  Forse lo stesso.

Aramis           ... mi si avvicinò accompagnato da cinque o sei uomini che lo seguivano a dieci passi, e col tono più cortese: “Signor Duca” – mi disse – “e voi signora” – aggiunse rivolgendosi alla signora a cui davo il braccio.

Porthos          ... alla nipote del teologo!

Athos             Porthos, siete insopportabile!

Aramis           “Vogliate salire in quella vettura e senza tentare la minima resistenza, senza fare il minimo rumore”.

D’Artagnan  Vi aveva scambiato per Buckingham!

Aramis           Lo credo.

Porthos          Ma quella signora?

D’Artagnan  L’aveva scambiata per la regina.

Aramis           Precisamente-

Porthos          Gli è che Aramis ha la statura e in certo qual modo la corporatura del duca; tuttavia mi sembra che la casacca di moschettiere...

Aramis           Avevo un ampio mantello.

Athos             Ma il volto...

Aramis           Avevo un grande cappello.

Porthos          Quante precauzioni, Dio buono, per studiar teologia!

D’Artagnan  Signori, signori, non perdiamo tempo in ciarle; separiamoci e mettiamoci alla ricerca della moglie del merciaio: la chiave dell’intrigo è lì.

Porthos          Una donna di sì bassa condizione! Credete, D’Artagnan?

D’Artagnan  E’ la figlioccia di La Porte, l’uomo di fiducia della regina. Non ve l’ho detto, signori? E d’altronde può darsi che Sua Maestà abbia cercato appositamente un appoggio tanto in basso. Le teste alte si vedono di lontano e il cardinale ha la vista acuta.

Porthos          Ebbene, pattuite dapprima il compenso col merciaio, e che sia  conveniente.

In questo momento si sente un rumore di passi precipitosi su per le scale, l’uscio si apre violentemente e il disgraziato merciaio irrompe nella stanza.

Bonacieux     Ah, signori, salvatemi in nome del cielo, salvatemi! Quattro uomini vengono per arrestarmi; salvatemi!

Porthos          (sguainando la spada) Ah, per Dio!

D’Artagnan  Un momento! Qui non occorre coraggio, ma prudenza

Porthos          Ma non lasceremo che...

Athos             Voi lascerete fare a D’Artagnan, e noi gli obbediremo.

Quattro guardie compaiono sulla soglia.

D’Artagnan  Entrate, signori, entrate. Siete in casa mia, e qui siamo tutti servitori fedeli del re e del signor cardinale.

Capoguardia              Allora, signori, non ci impedirete di eseguire gli ordini ricevuti?

D’Artagnan  Al contrario, e se occorresse vi daremmo man forte.

Porthos          Ma che dice?

Athos             Sei uno sciocco, taci!

Bonacieux     Ma mi avevate promesso...

D’Artagnan  (a bassa voce) Non possiamo salvarvi che restando liberi, e se facciamo l’atto di difendervi ci arrestano con voi.

Bonacieux     Tuttavia mi pare...

D’Artagnan  Venite, signori, venite. Non ho motivo alcuno per difendere il signore. Lo vedo oggi per la prima volta perché, com’egli stesso vi confermerà, è venuto a chieder la pigione. E’ vero, signor Bonacieux? Rispondete.

Bonacieux     E’ la pura verità, ma il signore non vi dice...

D’Artagnan  (bisbiglia) Non una parola su me, non una parola sui miei amici, non una parola, sopratutto, sulla regina, ché perdereste tutto senza salvarvi. (Forte) Andate, andate, signori, conducete via quest’uomo! Siete un

furfante, mio caro; venite a chiedermi denaro! a me! a un moschettiere! In prigione! Signori, torno a dirvelo, conducetelo in prigione e tenetelo sotto chiave quanto più potete. Io berrò alla vostra salute e voi berrete alla mia! (Riempie due bicchieri).

Capoguardia   Sarà un onore per me, e accetto con riconoscenza.

D’Artagnan  Alla vostra salute, signor...

Capoguardia  Boisrenard!

D’Artagnan  Boisrenard! E sopratutto a quella del re e del cardinale.

(Dopo aver bevuto, le guardie escono portando via il merciaio).

Porthos          Ma che diavolo di cattiva azione avete commesso? Vergogna! quattro moschettieri che lasciano arrestare sotto i loro occhi un disgraziato che implora il loro aiuto! Un gentiluomo che beve con uno sbirro!

Aramis           Porthos, Athos vi ha già detto che siete uno sciocco e io sono del suo parere. D’Artagnan, siete un grand’uomo e quando sarete al posto del signor De Tréville invocherò la vostra protezione per ottenere un’abbazia.

D’Artagnan  E ora, signori, tutti per uno!...

Tutti               ... uno per tutti!

D’Artagnan  “Quando in una casa è stato arrestato un individuo, si tien segreto l’arresto; si pongono quattro o cinque uomini in agguato nella prima camera, si apre la porta a tutti quelli che bussano, la si richiude alle loro spalle e li si arresta. Ecco che cos’è una trappola. Io sapevo benissimo tutto ciò, per questo avevo rimosso i mattoni dell’impiantito e forato il pavimento, in modo che solo il soffitto mi separava dalla camera sottostante, così da poter udire quanto si diceva tra gl’inquisitori e gli accusati.

Scena seconda.

Si sente bussare alla porta che da sulla strada; qualcuno sta per cadere nella trappola. Ben presto si odono grida, seguiti da gemiti che qualcuno cerca di soffocare.

D’Artagnan  Diavolo, mi pare sia una donna. Le usano violenza, canaglie!

La voce della vittima arriva filtrata dal soffitto forato.

Signora Bon.            Ma vi dico che sono la padrona di casa; che sono la signora Bonacieux; che son persona della regina!

D’Artagnan  (fra sé) La signora Bonacieux! Sarei così fortunato d’aver trovato quel che tutti cercano?

La voce si fa sempre più soffocata; un rumore di lotta fa tremare le pareti.

Signora Bon.            Grazia! signori, gra...

D’Artagnan  La imbavagliano, stanno per condurla via! La mia spada! Bene, è al mio fianco. Planchet!

Planchet        Signore !

D’Artagnan  Ma dove andate, signore, dove andate ?

D’Artagnan  Scendo dalla finestra, per arrivare più presto. Tu rimetti i mattoni al loro posto, scopa il pavimento, esci dalla porta e corri dove ti ho detto!

Planchet        Oh, signore, signore, vi ammazzerete! E’ una trappola!

D’Artagnan  Lo so che vado a intrappolarmi, ma guai ai gatti che si avvicineranno a un simile topo.

Scena terza.

Appena il martello risuona sotto la mano di D’Artagnan, il tumulto cessa, alcuni passi si avvicinano alla porta, che viene aperta. Subito D’Artagnan, con la spada sguainata, irrompe nella stanza. Si odono alte grida, un gran tramestio, un tintinnar di spade e un prolungato frantumarsi di mobili. Poi gli assalitori, sconfitti, fuggono inseguiti dalle urla di D’Artagnan.

D’Artagnan  Via! via! brutti corvacci! via, che v’ammazzo!... sciò, sciò! e non voglio vedervi mai più!

Rimasto solo con la povera signora Bonacieuz svenuta, le si avvicina.

D’Artagnan  Che deliziosa donnina! Quant’anni può avere? Venticinque... ventisei... e che carnagione... rosa!... chissà di che colore ha gli occhi?... devo farla rinvenire... (Va a prendere dell’acqua) Signora.... sù, sù, signora... (le assesta degli schiaffetti) Coraggio, signora, siete in salvo!...

Signora Bon.(rinviene) Ah, signore, voi mi avete salvata. Lasciate che vi ringrazi.

D’Artagnan  Signora, ho fatto ciò che qualsiasi gentiluomo al mio posto avrebbe fatto; non mi dovete alcun ringraziamento!

- fine della quinta puntata -

SESTA PUNTATA

personaggi:

                       

D’Artagnan

                   Duca di Buckingam

                   Anna D’Austria

                   Signora Bonacieux

                   Planchet, servitore di D’Artagnan

******

Scena prima.

D’Artagnan  “Rimasto solo con la signora Bonacieux, non potevo fare a meno di rimirarla. Era una deliziosa donnina tra i venticinque e i ventisei anni, bruna, con gli occhi azzurri, il naso leggermente all’insù, denti magnifici, e la carnagione velata di rosa e d’opale.”

D’Artagnan  (alla signora Bonacieux) Voi, signora Bonacieux, avete il più affascinante sorriso che si possa immaginare.

Signora Bon. Siete molto galante, signore. Voi mi avete salvata, e spero di potervi dimostrare che non avete soccorso un’ingrata. Ma che volevano quegli uomini, e perché il signor Bonacieux non è qui?

D’Artagnan  Quegli uomini sono agenti del signor cardinale; e quanto a vostro marito, non è qui perché ieri sono venuti a prenderlo per condurlo alla Bastiglia.

Signora Bon.            Mio marito alla Bastiglia? Oh, mio Dio! Ma cos’ha fatto?

D’Artagnan  Credo che la sua unica colpa sia d’avere contemporaneamente la fortuna e la disgrazia di essere vostro marito.

Signora Bon. Ma voi dunque sapete...

D’Artagnan  So che siete stata rapita.

Signora Bon. E da chi? Lo sapete?

D’Artagnan  Da un uomo tra i quaranta e i quarantacinque anni, nero di capelli, olivastro, con una cicatrice alla tempia sinistra.

Signora Bon. Proprio così. Ma come si chiama?

D’Artagnan  Questo proprio non lo so.

Signora Bon.            E mio marito, sapeva che ero stata rapita?

D’Artagnan  Ne era stato avvertito per mezzo di una lettera scritta dal rapitore stesso.

Signora Bon. E sospetta la causa di questo avvenimento?

D’Artagnan  Lo attribuiva, credo, a motivi politici.

Signora Bon.            Dunque non mi ha, neppure per un istante, sospettata...

D’Artagnan  Al contrario, era troppo fiero della vostra onestà e soprattutto del vostro amore. Ma come avete fatto a scappare?

Signora Bon. Ho approfittato d’un momento in cui son rimasta sola, e mi sono  calata dalla finestra, servendomi delle mie lenzuola. Poi sono corsa qui. Volevo avvertire mio marito.

D’Artagnan  Di cosa?

Signora Bon. Oh, questo non è un segreto mio, perciò non posso dirvelo.

D’Artagnan  D’altronde non credo sia questo il luogo più adatto per le confidenze. Gli uomini che ho messo in fuga torneranno con rinforzi; se ci trovano ancora qui, siamo perduti.

Signora Bon. Avete ragione, fuggiamo.

D’Artagnan Ma dove volete che vi conduca?

Signor Bon. Non lo so. La mia intenzione era di informare il signor De La Porte, che è mio padrino e uomo di fiducia della Regina, di quanto mi era capitato. Ma adesso per me è pericoloso farmi vedere a Corte.

D’Artagnan  Posso informarlo io.

Signora Bon. Non vi lascerebbero entrare.

D’Artagnan  Ci sarà pure un qualche ingresso secondario, custodito da qualcuno a voi devoto... magari, con una parola d’ordine...

Signora Bon. E se vi confidassi questa parola d’ordine, la dimentichereste non appena ve ne foste servito?

D’Artagnan  Parola di gentiluomo!

Signora Bon. Bene, vi credo; mi sembrate un bravo giovane. Del resto la vostra fortuna dipende forse dalla vostra devozione.

D’Artagnan  Disponete dunque di me come d’un amico.

Signora Bon. Recatevi alla porta di servizio del Louvre e chiedete di Germain.

D’Artagnan  Bene. E dopo?

Signora Bon. Vorrà sapere che cosa volete, allora gli risponderete con queste due parole. Tours e Bruxelles. Subito si porrà ai vostri ordini.

D’Artagnan  E che cosa gli ordinerò di fare?

Signora Bon. Di avvertire il signor De La Porte e di mandarlo da me.

D’Artagnan  E quando vi rivedrò?

Signora Bon. Desiderate molto rivedermi?

D’Artagnan. Certamente.

Signora Bon. Ebbene, lasciate fare a me e state tranquillo. Nel frattempo, dove mi nasconderete?

D’Artagnan  Ho trovato! In casa di Athos.

Signora Bon. Chi è Athos?

D’Artagnan  Un mio amico.

Signora Bon. Ma se è in casa e mi vede?

D’Artagnan Non c’è, e porterò con me la chiave dopo avervi fatto entrare nel suo appartamento.

Signora Bon.            Ma questo mi comprometterà molto!

D’Artagnan  Che v’importa, se non vi conoscono? Del resto non mi pare sia il caso di osservare troppo le convenienze!

Signora Bon. E dove abita, questo vostro amico?

D’Artagnan  In via Ferou, a due passi.

Signora Bon. Andiamo.

Scena seconda.

D’Artagnan  “Dopo aver accompagnato la signora Bonacieux in casa di Athos, tornai a casa monologando, come fanno le persone molto preoccupate.” Povero Athos, non ci capirà nulla. Una donna in casa sua! Tutto questo è molto strano e vorrei proprio sapere come andrà a finire. (Apre la porta di casa)

Planchet        Male, signore, male.

D’Artagnan  Come male? Che vuoi dire imbecille? Che è successo?

Planchet        Ogni sorta di disgrazie.

D’Artagnan  Quali?

D’Artagnan  Prima di tutto il signor Athos è stato arrestato.

D’Artagnan  Arrestato! Athos! E perché?

Planchet        E’ stato trovato in casa vostra e scambiato per voi.

D’Artagnan  E da chi è stato arrestato? E perché?

Planchet        E’ stato trovato in casa vostra e scambiato per voi.

D’Artagnan  Ma da chi è stato arrestato?

Planchet        Dalle guardie chiamate dagli uomini neri che avete messo in fuga.

D’Artagnan  E perché non ha detto il suo nome?

Planchet        Se ne è ben guardato, signore; anzi, mi si è avvicinato e mi ha detto: “Il tuo padrone, in questo momento, ha più bisogno di me d’esser libero; lui sa tutto e io non so niente. Fra tre giorni dirò chi sono e dovranno pur lasciarmi andare.

D’Artagnan  Che nobile cuore! E che han fatto gli sbirri?

Planchet        Han frugato dappertutto e preso tutte le carte; poi se ne sono andati, lasciando tutto sottosopra.

D’Artagnan  E Porthos e Aramis?

Planchet        Non li avevo trovati in casa; non sono venuti.

D’Artagnan  Ma possono venire da un momento all’altro. Tu resta qui; se vengono, informali di quanto è accaduto e dì loro di aspettarmi alla bettola della Pigna; qui sarebbe troppo pericoloso. Non avrai paura?

Planchet        Fidatevi di me. Quando mi ci metto sono coraggioso, credetemi. D’altronde, son piccardo.

D’Artagnan  Allora, intesi. Ti farai ammazzare piuttosto che lasciare il tuo posto.

Planchet        Tutto quel che faccio, lo faccio per dimostrare la mia devozione al signore.

D’Artagnan  Bene. Continua così. (Esce di fretta).

Scena terza.

D’Artagnan  “In via Du Colombier m’imbattei in una coppia il cui modo di fare mi colpì. La donna aveva la corporatura della signora Bonacieux, e l’uomo assomigliava ad

 D’Artagnan Aramis. Il mio animo fu subito sconvolto dai sospetti della gelosia, tanto più che i due, avendo capito d’essere seguiti, affrettavano il passo.” Ehi, dico a voi, fermatevi!

Uomo             (Con accento straniero) Che volete, signore?

D’Artagnan  Non siete Aramis!

Uomo             No, non sono Aramis. Mi avete scambiato per un altro. Lasciatemi dunque libero il passo, poiché non l’avete con me.

D’Artagnan  E’ vero, non l’ho con voi, ma con la signora.

Uomo             Con la signora? Ma se non la conoscete.

D’Artagnan  V’ingannate, la conosco benissimo.

Signora Bon.            Ah, signore, mi avevate dato la vostra parola di soldato e di gentiluomo!

D’Artagnan  E a me avevate promesso...

Uomo             (scostando D’Artagnan) Prendete il mio braccio, signora, e proseguiamo!

D’Artagnan  (sfoderando la spada) In guardia! (L’uomo sfodera, fulmineo, la propria)

Signora Bon. In nome del cielo, Milord!

D’Artagnan  Milord! Milord! Perdonatemi, signore, forse voi siete...

Signora Bon. (a mezza voce) Milord il duca di Buckingam. E ora potete perderci tutti.

D’Artagnan  Milord, signora, vi chiedo perdono, cento volte perdono; ma l’amavo, Milord, ed ero geloso. Vi prego di perdonarmi e di dirmi in che modo posso farmi uccidere per Vostra Grazia.

Buckingam   Siete un bravo ragazzo. Accetto i vostri servigi. Seguiteci a venti passi di distanza fino al Louvre; e se qualcuno ci spia, uccidetelo!

Scena quarta.

 La signora Bonacieux guida il duca di Buckingam  fino alle segrete stanze del Louvre.

Signora Bon.            Seguitemi, Milord. Da questa parte. (Apre una porticina di servizio)

Buckingam   E’ tutto buio. Non riesco a vedere nulla.

Signora Bon.  Fidatevi di me. Conosco a menadito quest’ala del palazzo. Ecco,        afferratevi a questa ringhiera. Qui c’è un gradino. Bisogna salire. (Sentiamo i loro passi) Piano, ora voltate a destra. Ecco, per di qua.

Signora Bon. Aspettate. (Introduce una chiave in una serratura) Entrate pure e rimanete     qui. Lei verrà. (Esce richiudendo la porta)

 Il duca fa qualche passo nella stanza, esitante; finché da un uscio nascosto nella tappezzeria fa il suo ingresso la regina, Anna D’Austria.

Buckingam   (con palese emozione) Maestà! (Si inginocchia per baciarle l’orlo della veste)

Anna              Che fate, alzatevi Milord! Non sono stata io, sapete, a farvi scrivere!

Buckingam   Lo so, signora. So d’essere stato pazzo, insensato, a credere che la neve potesse animarsi e scaldarsi il marmo; ma quando si ama, facilmente si crede all’amore. Del resto questo viaggio non è stato inutile, poiché vi vedo.

Anna              Ma voi, insensibile a tutte le mie pene, vi siete ostinato a rimanere in una città in cui rischiate la vita, e dove, con la vostra presenza, mettete a repentaglio il mio onore. Vi vedo per dirvi che tutto ci divide, l’abisso del mare, l’inimicizia tra i due regni, la santità dei giuramenti. Sacrilegio è lottare contro tante cose, Milord. Vi vedo, insomma, per dirvi che non dobbiamo più vederci.

Buckingam   Parlate, signora, parlate! La dolcezza della vostra voce copre la crudeltà delle vostre parole. Parlate di sacrilegio! Ma sacrilegio è separare due cuori che Dio aveva fatto l’uno per l’altro.

Anna              Milord, voi dimenticate che io non vi ho mai detto di amarvi.

Buckingam   Ma non mi avete neppure detto di non amarmi, e dirmelo sarebbe certo, da parte di Vostra Maestà, troppo nera ingratitudine. Perché dove potreste trovare, ditemelo, un amore come il mio, un amore che né il tempo, né la lontananza, né la disperazione possono estinguere; un amore che s’appaga d’un nastro smarrito, d’uno sguardo perduto, d’una parola sfuggita?

Anna              Che follia, nutrire una passione inutile.

Buckingam  E con che cosa volete che viva? Non ho che ricordi. Qui è la mia felicità, il mio tesoro, la mia speranza. Avete creduto di potermi fuggire ritornando a Parigi. Ma io ho messo a repentaglio la mia vita per vedervi.

Anna             Sì, ma la calunnia ha dato vita a tutte quelle dicerie, lo sapete Milord. E la collera del re, istigato dal cardinale, è esplosa; e quando voi avete manifestato il desiderio di ritornare in Francia in veste di ambasciatore, proprio il re vi si è opposto.

Buckingam  E la Francia sta per pagare con una guerra il rifiuto del suo re. Io non ho la speranza di entrare da conquistatore a Parigi. Ma questa guerra potrà terminare con una pace, questa pace avrà bisogno d’un negoziatore, e questi sarò io. Migliaia d’uomini, è vero, avranno pagato con la vita la mia felicità; ma poco me ne importa. Forse tutto ciò è da pazzo, ma, ditemi, quale donna ha un amante così innamorato?

Anna                         Milord, tutte queste prove d’amore che volete darmi sono quasi altrettanti delitti.

Buckingam   Perché non mi amate, signora: se mi amaste ragionereste altrimenti...

Anna              Ma sono la regina!...

Buckingam   Se non lo foste, mi amereste dunque, signora? Posso credere che solo la dignità della vostra condizione vi rende crudele verso di me?

Anna              Avete frainteso, Milord, io volevo dire...

Buckingam   Tacete, tacete! Voi mi amate, signora, non c’è dubbio!

Anna              Oh, mio Dio, mio Dio! Duca, in nome del cielo, partite, andatevene. Non so se vi amo, ma di certo so che non sarò spergiura. Abbiate dunque pietà di me e partite, ve ne supplico.

Buckingam   Come siete bella! Come vi amo!

Anna              Partite, ve ne supplico, e ritornate come ambasciatore, ritornate come ministro, ritornate circondato da guardie che veglieranno su di voi. Soltanto allora non temerò più per la vostra vita e sarò felice di rivedervi.

Buckingam   Ebbene, partirò. Ma prima voglio un pegno della vostra indulgenza, qualche cosa di vostro che mi ricordi che non ho sognato.

Anna              E partirete, dopo che vi avrò dato ciò che mi chiedete?

Buckingam   Immediatamente.

Anna              Lascerete la Francia e tornerete in Inghilterra.

Buckingam   Ve lo giuro.

Anna              E allora, aspettate... (fa qualche passo e apre un cofanetto) Ecco, in questo cofanetto vi sono dei puntali di diamanti.

Buckingam   Ma sono... splendidi!...

Anna              Ecco, custoditeli in mio ricordo. Ma ricordatevi che mi avete promesso di partire.

Buckingam   E manterrò la promessa. La vostra mano, la vostra mano, signora, e partirò.

(Appassionatamente Buckingam bacia la mano della regina.)Prima di sei mesi, se non son morto, vi rivedrò, signora, dovessi a questo fine sconvolgere il mondo

- fine della sesta puntata -

SETTIMA PUNTATA

personaggi:

                   Athos

                   Il cardinale De Richelieu

                   Signor Bonacieux

                   Rochefort

                   Il commissario

*******

scena prima.

D’Artagnan  “C’era in questo frangente un personaggio del quale, ad onta della sua precaria condizione, pareva non ci preoccupassimo troppo; questo personaggio era il signor Bonacieux, rispettabile martire degli intrighi politici e amorosi che tanto bene insieme si combinavano in quell’epoca, così cavalleresca e galante al tempo stesso. Gli sbirri che l’avevano arrestato lo condussero immediatamente alla Bastiglia, ove fu grossolanamente ingiuriato e maltrattato. Fino a quando un Commissario venne a metter fine alle torture, ma non ai timori del signor Bonacieux.”

Sentiamo i passi degli sbirri che guidano il signor Bonacieux lungo un corridoio; aprono una porta e lo spingono in una stanza.

Commissario Nome, cognome, età, condizione, domicilio.

Bonacieux     Mi chiamo Jacques-Michel Bonacieux; ho cinquant’anni, sono un ex-merciaio, abito in via Des Fossoyeurs al numero 11.

Commissario Mio caro Bonacieux, voi vi rendete conto dei pericoli a cui vi siete esposto ingerendovi negli affari di Stato?

Bonacieux     Ma in che modo, signor commissario?...

Commissario Tacete! Il signor cardinale Di Richelieu, ministro inimitabile, vincitore dei passati ministri, modello dei ministri futuri, ha mostrato e mostra quotidianamente un operato e una potenza cui nessuno si può impunemente opporre.

Bonacieux     Ma signor commissario, sappiate che conosco e apprezzo più che ogni altro i meriti dell’incomparabile eminenza da cui abbiamo l’onore di essere governati.

Commissario Davvero? Ma se fosse proprio così, come mai vi trovereste alla Bastiglia?

Bonacieux     Come, o meglio, perché mi ci trovi non posso assolutamente dirvelo, dal momento che io stesso non lo so; ma non, di certo, per avere disubbidito al signor cardinale.

Commissario Dovete tuttavia aver commesso un delitto, poiché siete accusato di alto tradimento.

Bonacieux     Di alto tradimento! Ma com’è possibile che un povero merciaio che detesta gli ugonotti e aborre gli spagnoli sia accusato di alto tradimento? Pensateci, signor commissario, è materialmente impossibile.

Commissario Signor Bonacieux, avete moglie?

Bonacieux     Sì signore, ossia ne avevo una.

Commissario Come? Ne avevate una? Che ne avete fatto?

Bonacieux     Mi è stata rapita.

Commissario Vi è stata rapita? Ah! E sapete chi sia l’autore del ratto?

Bonacieux     Credo di conoscerlo. Intendiamoci, signor commissario; io non affermo niente. Mi limito a sospettare.

Commissario E chi sospettate? Suvvia, rispondete francamente.

Bonacieux     Sospetto un uomo alto, dall’aria altezzosa, dal fare di gran signore. Ci ha seguiti più volte, mi è parso, quando aspettavo mia moglie dinanzi alla porticina di servizio del Louvre per riaccompagnarla a casa.

Commissario Come si chiama?

Bonacieux     Oh, questo non lo so, ma caso mai lo incontrassi di nuovo lo riconoscerei subito, ve l’assicuro, foss’anche tra mille persone.

Commissario Lo riconoscereste tra mille?

Bonacieux     Ossia... ossia...

Commissario Prima che ci spingiamo oltre, bisogna che qualcuno sappia che voi conoscete il rapitore di vostra moglie.

Bonacieux     Ma non vi ho detto di conoscerlo! Vi ho detto anzi...

Commissario Guardie! (Una porta si apre ed entrano due guardie) Custodite il prigioniero fino al mio ritorno. (E si allontana).

Bonacieux     (Cercando di dialogare con le guardie) Ahimè, sono proprio sfortunato! Mia moglie avrà commesso qualche spaventoso delitto; mi credono suo complice e mi puniranno al pari di lei. E domani la tortura, il patibolo! Oh, mio Dio, mio Dio, abbiate pietà di me! Signore guardie, io sono innocente. Bisogna che il signor cardinale sappia che io sono innocente. Io non c’entro coi delitti di mia moglie. Avrà confessato di avermi detto qualunque cosa; una donna è così debole! Ma vi giuro che sono innocente!

Ma il rumore della porta che si apre lo fa sussultare di spavento.

Commissario Brav’uomo, la vostra faccenda si è molto complicata, e vi consiglio di                 dire tutta la verità; ché solo il vostro pentimento può scongiurare la collera                  del cardinale.

Bonacieux     Ma io son disposto a dire ogni cosa. Interrogatemi, vi prego.

Commissario Prima di tutto, dov’è vostra moglie?

Bonacieux     Ma se vi ho detto che mi è stata rapita!

Commissario Sì, ma ieri, alle cinque del pomeriggio, è fuggita con la vostra complicità.

Bonacieux     Mia moglie è fuggita! Signore, se è fuggita non è colpa mia, ve lo giuro!

Commissario Perché siete andato dal signor D’Artagnan, vostro vicino, col quale avete avuto, durante il giorno, un lungo colloquio?

Bonacieux     Ah, sì, signor commissario, sì, è vero, e riconosco di aver fatto male. Sono stato dal signor D’Artagnan.

Commissario Qual’era lo scopo della visita?

Bonacieux     Pregarlo di aiutarmi a rintracciare mia moglie. Credevo d’avere il diritto di pretenderlo; a quanto pare ero in errore, e ve ne chiedo umilmente scusa.

Commissario E che cosa vi ha risposto il signor D’Artagnan?

Bonacieux     Mi ha promesso il suo aiuto; ma non ho tardato ad accorgermi che mi tradiva.

Commissario Voi volete darla a intendere alla giustizia! Il signor D’Artagnan ha stretto un patto con voi, e ha messo in fuga gli uomini della polizia che avevano arrestato vostra moglie e l’ha sottratta a ogni ricerca.

Bonacieux     Il signor D’Artagnan ha rapito mia moglie? Ma che mi dite?

Commissario Fortunatamente il signor D’Artagnan è nelle nostre mani, e tra poco subirete un confronto con lui.

Bonacieux     Ah, vi giuro che non chiedo di meglio.

Commissario (Alle guardie) Fate entrare il signor D’Artagnan.

La porta viene riaperta e subito dopo fa il suo ingresso Athos.

Commissario Signor D’Artagnan, spiegate i vostri rapporti con il signore.

Bonacieux     Ma questo non è il signor D’Artagnan!

Commissario Come?

Bonacieux     Ma neppure per sogno! Io non lo conosco.

Commissario Non l’avete mai visto? Voi, come vi chiamate?

Athos             Athos!

Commissario Ma questo non è un nome d’uomo, diamine, è un nome di montagna!

Athos             E’ il mio nome.

Commissario Eppure avete detto di chiamarvi D’Artagnan.

Athos             Io?

Commissario Sì, voi.

Athos             Le cose stanno così: mi hanno chiesto: “Siete il signor D’Artagnan?” Ho risposto: “Credete?” Le guardie hanno affermato che ne erano sicure. Non ho voluto contraddirle.

Commissario Signore, insultate la maestà della giustizia!

Athos             Niente affatto.

Commissario Voi siete il signor D’Artagnan.

Athos             Come vedete, tornate a ripeterlo.

Bonacieux     Ma vi dico, signor commissario, che non ci si può sbagliare. Il signor D’Artagnan è mio inquilino, e di conseguenza, sebbene non mi paghi la pigione, anzi appunto per questo, devo pur conoscerlo. Il signor  

Bonacieux  D’Artagnan è nelle guardie del signor Des Essarts, e il signore è nella compagnia del moschettieri del re: osservate l’uniforme.

Commissario E’ vero. Perdio, è vero!

Bonacieux     E adesso ditemi com’è possibile che la mia faccenda sia peggiorata in seguito a quello che ha fatto mia moglie.

Commissario Ciò che ha fatto vostra moglie è l’attuazione di un piano, di un piano infernale, che avete stabilito di comune accordo.

Bonacieux     Vi giuro, signor commissario, che v’ingannate, che non so assolutamente                        nulla di quanto doveva fare mia moglie, e che, se ha commesso delle                             sciocchezze, la rinnego, la sconfesso, la maledico.

Athos             Sentite, se non avete più bisogno di me, fatemi andar via, perché il vostro Bonacieux è molto noioso.

Commissario Riconducetelo in cella!

Athos             Tuttavia, se avete bisogno del signor D’Artagnan, non vedo come io possa sostituirlo.

Commissario Fate quel che vi ho detto!

Le guardie conducono via Athos.

Commissario E voi, signor Bonacieux, seguitemi! (Bonacieux lo segue gemendo da impietosire una tigre).


Scena seconda.

Nello studio del cardinale De Richelieu il camino è già acceso nonostante sia appena  la fine di settembre. Le guardie introducono il povero Bonacieux, seguito dal commissario.

Cardinale      E’  lui questo Bonacieux?

Commissario Sì, monsignore.

Cardinale      Bene, datemi quegli incartamenti e lasciateci. (Il commissario obbedisce)... Dunque, sentiamo un pò. Siete accusato di alto tradimento.

Bonacieux     Me l’hanno già detto, monsignore, ma vi giuro che non lo sapevo.

Cardinale      Avete cospirato con vostra moglie e con Milord il duca di Buckingam.

Bonacieux     A dire il vero, monsignore, mia moglie ha pronunciato questi nomi.

Cardinale      E a che proposito?

Bonacieux     Diceva che il cardinale De Richelieu aveva fatto venire a Parigi il duca di Buckingam per perderlo e perdere con lui la regina.

Cardinale      Diceva questo?

Bonacieux     Sì, monsignore, ma io le ho detto che faceva male a parlare a quel modo, e che Sua Eminenza era incapace...

Cardinale      Tacete, siete un imbecille.

Bonacieux     Proprio quello che mi ha risposto mia moglie.

Cardinale      Sapete chi ha rapito vostra moglie?

Bonacieux     No, monsignore.

Cardinale      Ma avete, almeno, dei sospetti?

Bonacieux     Sì, monsignore; ma poiché mi è parso che questi sospetti irritassero il signor commissario, non li ho più.

Cardinale      Sapevate della fuga di vostra moglie?

Bonacieux     No, l’ho appresa in prigione, e grazie al signor commissario, ch’è un uomo molto cortese.

Cardinale      Allora non sapete nulla di lei da quando è fuggita?

Bonacieux     No, proprio nulla, monsignore; ma credo sia ritornata al Louvre.

Cardinale      All’una del mattino non vi era ancora ritornata.

Bonacieux     Ah, mio Dio, ma allora che cosa le è successo?

Cardinale      Lo sapremo, non preoccupatevi; al cardinale non sfugge niente.

Bonacieux     E il cardinale vorrà darmi notizie di mia moglie?

Cardinale      Forse. Ma prima di tutto bisognerà che confessiate tutto quanto sapete. Quando andavate a prender vostra moglie al Louvre, ritornava direttamente a casa?

Bonacieux                Quasi mai; doveva trattare con certi mercanti di tela ed io la accompagnavo.

Cardinale      E dove abitano questi mercanti di tela?

Bonacieux     Uno in via De Vaugirard; l’altro in via De La Harpe.

Cardinale      A che numero?

Bonacieux     Numero 25 di via De Vaugirard; numero 75 di via De La Harpe.

Cardinale      Entravate con lei?

Bonacieux     Mai, monsignore; l’aspettavo all’uscita. Mi diceva di aspettare, ed io aspettavo.

Cardinale      Siete un marito compiacente, caro signor Bonacieux! (Suona un campanello) Fate entrare Rochefort!

Una porta si apre per far entrare il personaggio convocato dal Cardinale.

                       

Bonacieux     E’ lui!

Cardinale      Chi lui?

Bonacieux     Quello che ha rapito mia moglie.

Cardinale      Guardie, consegnate quest’uomo alle guardie. E aspettate che io lo richiami.

Bonacieux     No, monsignore! No, non è lui! Mi ero sbagliato; è un altro che non gli rassomiglia affatto! Il signore è un uomo onesto.

Cardinale      Portate via quest’imbecille!

Le guardie trascinano via il povero Bonacieux, che continua a ripetere: “Ma vi dico che non è lui!... ve lo giuro!...non è lui!...”

Rochefort      Si sono visti.

Cardinale      Chi?

Rochefort      Lei e lui.

Cardinale      La regina e il duca?

Rochefort      Si.

Cardinale      E dove?

Rochefort      Al Louvre.

Cardinale      Ne avete la certezza?

Rochefort      Assoluta

Cardinale      Se le cose stanno così, abbiam perduto la partita. Ma come si son svolte le cose?

Rochefort      A mezzanotte la regina era con le sue dame...

Cardinale      Dove?

Rochefort      Nella camera da letto. Quando le hanno consegnato un fazzoletto da parte della sua guardarobiera. Dopo di che la regina è impallidita e con voce alterata ha detto: “Signore, aspettatemi dieci minuti.” Poi è uscita.

Cardinale      E per quanto tempo si è assentata la regina?

Rochefort      Tre quarti d’ora. Aveva con sé un cofanetto di legno rosa.

Cardinale      Sapete cosa conteneva quel cofanetto?

Rochefort      I puntali di diamante che il re ha regalato alla regina.

Cardinale      Ed è tornata senza il cofanetto?

Rochefort      Sì.

Cardinale      Bene, bene, Rochefort, forse la partita non è del tutto perduta!

- fine della settima puntata -

OTTAVA PUNTATA

personaggi:

                   Il Re

                   Il Cardinale Richelieu

                  Il signor De Tréville

                   Rochefort

                   Bonacieux

******

Scena prima.

D’Artagnan  “Due guardie avevano accolto tra le braccia il signor Bonacieux, e l’avevano sorretto fino ad un’anticamera. Il poveretto aveva camminato come in sogno, intravvisto cose e persone come attraverso un velo di nebbia, udito suoni senza comprenderli. L’avessero impiccato in quel momento, non avrebbe mosso un dito per difendersi, non avrebbe emesso un grido per implorare grazia.”

Un suono di campanello; una porta che si apre.

Cardinale      Fate entrare il detenuto. (Viene introdotto Bonacieux.) Signor Bonacieux, mi avete ingannato.

Bonacieux     Io? Io avrei ingannato Vostra Eminenza?

Cardinale      Vostra moglie, ogni volta che si recava in via De Vaugirard e in via De La Harpe, non andava a visitare mercanti di tela.

Bonacieux     E da chi andava, santo Dio?

Cardinale      Dal duca di Buckingam.

Bonacieux     Sì, sì, è proprio così, Vostra Eminenza ha ragione. Parecchie volte ho detto a mia moglie che mi pareva strano che mercanti di tela abitassero in case come quelle; ma ogni volta mia moglie mi rideva sul muso. Ah, monsignore, (cadendo in ginocchio)voi siete proprio il cardinale, il gran cardinale, l’uomo di genio che tutti ammirano.

Cardinale      Alzatevi, amico, siete un brav’uomo.

Bonacieux     Il cardinale mi ha toccato la mano! Ho toccato la mano del grand’uomo. Il grand’uomo mi ha chiamato amico.

Cardinale      Sì, amico, sì; e poiché siete stato ingiustamente sospettato, ebbene, meritate un’indennità: ecco, prendete questa borsa, contiene cento pistole, e perdonatemi.

Bonacieux     Perdonarvi, monsignore! Ma voi potete farmi arrestare, torturare, impiccare: siete il padrone, voi, e io non fiaterei.

Cardinale      Caro signor Bonacieux, siete generoso: me ne accorgo e ve ne ringrazio. Sicché accettate la borsa e ve ne andate abbastanza contento?

Bonacieux     Me ne vado felice, monsignore.

Cardinale      Addio, allora, o meglio, arrivederci, ché spero di rivedervi.

Bonacieux     Ogni volta che monsignore vorrà. Sono a disposizione di Vostra Eminenza.

Cardinale      Ci vedremo spesso, siatene certo, poiché ho trovato straordinariamente               piacevole la vostra conversazione.

Bonacieux     Oh, monsignore!

Cardinale      Arrivederci, signor Bonacieux, arrivederci.

Bonacieux, inchinandosi fino a terra, esce dallo studio del cardinale. Lo udiamo allontanarsi

gridando “Viva monsignore! Viva Sua Eminenza! Viva il gran cardinale!”.

Cardinale      (fra sé) Ecco ormai un uomo che si farà ammazzare per me. (Ad alta voce) Venite pure avanti, Rochefort! (Sentiamo i passi di Rochefort) Ebbene?

Rochefort      Una giovane donna tra i ventisei e i ventott’anni e un uomo tra i trentacinque e i quarant’anni hanno effettivamente abitato per qualche giorno nelle case indicate da Vostra Eminenza: ma la donna è partita questa notte e l’uomo questa mattina.

Cardinale      Erano loro! E ora è troppo tardi per farli inseguire. Bisogna raggiungerli a Londra.

Rochefort      Quali sono gli ordini di Vostra Eminenza?

Cardinale      Silenzio assoluto su quanto è avvenuto; la regina deve sentirsi del tutto sicura, deve ignorare che noi conosciamo il suo segreto e credere che ci affanniamo a scoprire una qualsiasi congiura. Mandatemi il guardasigilli Séguier.

Rochefort      E di quell’uomo che cos’ha fatto Vostra Eminenza?

Cardinale      Quale uomo?

Rochefort      Quel Bonacieux.

Cardinale      Tutto quanto potevo farne. La spia di sua moglie.  Aspettate di là. Ho un incarico per voi.

Rochefort      (con un profondo inchino) Eminenza...

Cardinale      (Scrive una lettera.) “Milady, andate al primo ballo cui andrà il duca di                            Buckingam. Egli avrà sulla giubba dodici puntali di diamante; avvicinatevi a lui e                     tagliatene due. Non appena questi puntali saranno nelle vostre mani, avvertitemi.”                  (Fa squillare il campanello. Una porta si apre.) Venite,

Cardinale      Rochefort. Un messo deve partire immediatamente per Londra. Consegnerà questa lettera a Milady. Eccovi un buono di duecento pistole per le spese del viaggio, andate dal mio tesoriere e fatelo pagare. Ne avrà altre duecento se sarà di ritorno entro sei giorni e se avrà bene eseguito l’incarico.  Fate come vi ho detto.

Scena seconda.

Nello studio privato di Luigi XIII: il re è a colloquio col cardinale.

Re                   Io voglio essere chiamato Luigi il Giusto, ma le mie prevenzioni nei confronti della regina sono dovute in gran parte all’amicizia di Anna D’Austria con la signora de Chevreuse. Queste due donne mi preoccupano più di quanto mi preoccupino le guerra con la Spagna, il dissidio con l’Inghilterra e la poco florida condizione delle finanze. Sono convinto che la signora de Chevreuse serva la regina non soltanto negli intrighi politici, ma anche negli intrighi amorosi!

Cardinale      Effettivamente la signora de Chevreuse – che Vostra Maestà ha esilitato a Tours – nei giorni scorsi è venuta in incognito a Parigi, facendo perdere le tracce alla polizia. E debbo purtroppo aggiungere che la regina s’è nuovamente messa in comunicazione con lei.  Io ero sul punto di sorprendere sul fatto, in flagrante inequivocabile delitto, l’emissario della regina presso l’esiliata, quando un moschettiere di Sua Maestà ha osato interrompere il corso della giustizia assalendo a colpi di spada gli onesti rappresentanti della legge.

In questo momento fa il suo ingresso il signor De Tréville, freddo, corretto, irreprensibile.

Re                   Arrivate a proposito, signor De Tréville. Ne ho sapute di belle sul conto dei vostri moschettieri.

Tréville         E io ho da raccontarne di belle a Vostra Maestà sui suoi legulei.

Re                   Che volete dire?

Tréville         Ho l’onore di informare Vostra Maestà che un certo numero di procuratori, di commissari e di agenti di polizia, persone stimabilissime ma cui, a quanto pare, è invisa l’uniforme, ha avuto l’ardire d’arrestare in una casa uno dei miei moschettieri; o meglio, uno dei vostri, sire, un uomo d’irreprensibile condotta, di quasi illustre reputazione, e che Vostra Maestà conosce e stima: il signor Athos.

Re                   Athos, sì, è vero, conosco questo nome.

Tréville         Prego Vostra Maestà di ricordarsi; il signor Athos è quel moschettiere che, nello spiacevole duello di cui sapete, ha avuto la disgrazia di ferire gravemente il signor De Cahusac. A proposito, Eminenza, il signor De Cahusac è del tutto guarito, vero?

Cardinale      (mordendosi le labbra) Grazie!

Tréville         Il signor Athos s’era dunque recato a far visita a un amico, che non trovò in casa, ma s’era appena seduto, aveva appena preso un libro per ingannare

Tréville         l’attesa, quando un nugolo di sbirri e di soldati assediò la casa, sfondò parecchie porte...

Cardinale      (al Re) Per la faccenda di cui vi ho appena parlato...

Re                   Lo sappiamo, perché tutto questo è stato fatto per il nostro servizio.

Tréville         Allora, per il servizio di Vostra Maestà, un moschettiere innocente è stato arrestato e posto tra due guardie come un malfattore, per il servizio di Vostra Maestà, è stato fatto passare dinanzi a una plebaglia insolente un galantuomo che ha versato dieci volte il sangue per il servizio di Vostra Maestà, ed è pronto a versarlo ancora.

Re                   (impacciato, al cardinale) Bé? Le cose si sono svolte così?

Cardinale      Il signor De Tréville non dice che quel moschettiere innocente, quel galantuomo, aveva, un’ora prima, aggredito con la spada quattro commissari istruttori da me incaricati d’istruire un processo d’estrema importanza.

Tréville         Sfido Vostra Eminenza a dimostrarlo, poiché il signor Athos, il quale, mi consenta Sua Maestà questa affermazione, è un gran signore, mi faceva l’onore, dopo aver pranzato in casa mia, di conversare nel mio salotto col signor duca De La Trémouille e il signor conte De Chalus, miei ospiti.

Cardinale      Un verbale fa fede, e le vittime dell’aggressione hanno redatto il seguente, che ho l’onore di sottoporre a Vostra Maestà.

Tréville         Il verbale di un uomo di toga vale la parola d’onore di un soldato?

Re                   Via, via, tacete, Tréville.

Tréville         Se Sua Eminenza sospetta uno dei miei moschettieri, troppo noto è il suo senso di giustizia perché io non pretenda a mia volta un’inchiesta.

Cardinale      Nella casa visitata dalla giustizia abita, mi pare, un guascone, amico del moschettiere.

Tréville         Vostra Eminenza vuol parlare del signor D’Artagnan.

Cardinale      Voglio parlare di un giovanotto che proteggete, signor De Tréville.

Tréville         Sì, Eminenza, è lui. Ma è forse proibito ad un amico di andare a far visita a un amico?

Cardinale      Sì, quando la casa ove fraternizza con quest’amico è sospetta.

Re                   Già, perché quella casa è sospetta, Tréville; non lo sapevate?

Tréville         A dire il vero, sire, non lo sapevo. In ogni modo può essere sospetta dappertutto, ma nego lo sia nella casa abitata dal signor D’Artagnan; perché sono in grado di dichiararvi, sire, che se debbo stare a quanto ha detto, il signor D’Artagnan è il più devoto servitore di Vostra Maestà, il più sincero ammiratore del signor cardinale.

Re                   Non è quel D’Artagnan che in quel malaugurato scontro presso il convento dei Carmelitani Scalzi, ha ferito Jussac?

Tréville         Sì, sire, è proprio lui.

Re                   Allora, che decidiamo?

Cardinale      La cosa riguarda non tanto me quanto Vostra Maestà.

Tréville         Ma sua Maestà ha pur dei giudici, e questi decideranno.

Re                   Proprio così, riuniamo la causa dinanzi ai giudici: tocca a loro giudicare, e giudicheranno.

Tréville         Però è molto triste che in questi malaugurati tempi neppure un uomo d’irreprensibile condotta possa sfuggire alla calunnia e alla persecuzione. L’esercito, ne rispondo, sarà malcontento di vedersi rigorosamente trattato per questioni di polizia.

Re                   Questioni di polizia! Questioni di polizia! E che ne sapete, signore? Occupatevi dei vostri moschettieri e lasciatemi in pace. A sentir voi, se per disgrazia, si arresta un moschettiere la Francia è in pericolo! Eh, quanto scalpore per un moschettiere! Ne farò arrestare dieci, giuraddio, cento, magari; l’intera compagnia farò arrestare! E non voglio che si fiati!

Tréville         Poiché sono sospetti a Vostra Maestà, i moschettieri sono colpevoli; perciò, sire, eccomi disposto a restituirvi la spada: dopo aver accusato i miei

Tréville         soldati, il signor cardinale, non ne dubito, finirà con l’accusare anche me; dunque è meglio che mi costituisca prigioniero col signor Athos, che è già stato arrestato, e col signor D’Artagnan, che certamente lo sarà quanto prima.

Re                   Testa dura d’un guascone, volete smetterla?

Tréville         Sire, ordinate che il mio moschettiere sia posto in libertà o che sia giudicato.

Re                   Sarà giudicato.

Tréville         Tanto meglio; in questo caso, chiederò a Vostra Maestà il permesso di perorare per lui.

Re                   Se Sua Eminenza non avesse motivi personali...

Cardinale      Scusatemi, ma poiché Vostra Maestà vede in me un giudice prevenuto, mi ritiro.

Re                   Sentite, Tréville, mi giurate, sulla memoria di mio padre, che il signor Athos era in casa vostra durante l’aggressione e che non vi ha in alcun modo partecipato?

Tréville         Sulla memoria del vostro glorioso padre e sulla vostra vita, sulla vita cioè dell’essere che più di ogni altro amo e venero, ve lo giuro!

Cardinale      Pensateci, sire. Se rilasciamo così il prigioniero non potremo più sapere la verità.

Tréville         Il signor Athos sarà sempre disposto a rispondere ai magistrati ogni qualvolta vorranno interrogarlo. Non diserterà, signor cardinale; state tranquillo, rispondo di lui.

Re                   E’ vero, non diserterà. Lo si ritroverà sempre, come dice il signor De Tréville. Del resto, facciamo che si sentano sicuri: è la politica.

Cardinale      Ordinate, sire; avete il diritto di grazia.

Tréville         Il diritto di grazia si applica solo ai colpevoli, e il mio moschettiere è innocente. Non state dunque per concedere una grazia, sire, ma per fare giustizia.

Re                   E che cosa bisogna fare?

Cardinale      Firmare l’ordine di scarcerazione: è quanto basta.

Re                   E va bene...(firma un foglio)... Ecco qua. Siete contento, Tréville?

Tréville         Ve ne sono grato, Maestà.

Cardinale      Una buona armonia regna tra il capo e i soldati nel corpo dei vostri moschettieri, sire; e questo avvantaggia di molto il servizio e fa onore a tutti.

Tréville         Ed ora, sire, mi reco alla Bastiglia per liberare il prigioniero. Eminenza... Vostra Maestà... (e si ritira).

Cardinale      Ora che siamo soli, parliamo seriamente, se non spiace a Vostra Maestà. Sire, il Duca di Buckingam era a Parigi da cinque giorni ed è partito soltanto stamattina.

- fine dell’ottava puntata -

NONA PUNTATA

personaggi:

                   Il Re

                   Anna D’Austria

                   Il cardinale De Richelieu

                   Madame Bonacieux

                   Il cancelliere

                   Madame De Guéménée

******

Scena prima.

D’Artagnan              “L’idea che il Duca di Buckingam fosse a Parigi fece arrossire e impallidire Luigi XIII. E fu così che il Cardinale De Richelieu si accorse d’aver riconquistato d’un tratto il terreno perduto.”

Continua il colloquio fra il re e il cardinale De Richelieu.

Re                   Il duca di Buckingam a Parigi? E perché è venuto.

Cardinale      Certamente per cospirare con i vostri nemici: gli ugonotti e gli spagnoli.

Re                   No, perdio, no! E’ venuto per cospirare contro il mio onore.

Cardinale      Oh, sire, che idea! La regina è troppo onesta e sopratutto ama troppo Vostra Maestà.

Re                   La donna è debole, signor cardinale; e quanto al suo amore, ho i miei dubbi.

Cardinale      Rimango tuttavia della convinzione che il duca di Buckingam sia venuto a Parigi per un disegno squisitamente politico.

Re                   E io invece sono sicuro che è venuto per un’altra ragione, signor cardinale; ma se la regina è colpevole, guai a lei!

Cardinale      Realmente, benché mi ripugni immaginare un simile tradimento, Vostra Maestà mi fa pensare: ho più volte interrogata, questa mattina, una delle dame della regina, la signora De Lannoy, la quale mi ha detto che l’altra notte la regina è rimasta sveglia sino a tarda ora, per scrivere.

Re                   Sicuramente ha scritto a lui! Cardinale, mi occorre quella lettera.

Cardinale      Ma come prenderla, sire? Mi sembra che né io né Vostra Maestà possiamo farlo. L’augusta sposa di Vostra Maestà è Anna D’Austria, cioè una delle più grandi principesse del mondo.

Re                   Tanto più colpevole! Quanto più ha dimenticato la sua alta condizione, tanto più in basso è discesa. Io vi dico che la regina cospira contro la mia potenza e il mio onore; vi dico che non mi ama; vi dico che ama un altro

Re                   uomo; vi dico che ama quella canaglia di Buckingam! Perché non l’avete fatto arrestare mentre si trovava a Parigi?

Cardinale      Arrestare il duca! Arrestare il primo ministro del re Carlo I! Pensate che scandalo! E se i sospetti di Vostra Maestà, quei sospetti di cui continuo a

Cardinale      dubitare, avessero avuto una certa consistenza, che terribile scandalo, che irrimediabile scandalo!

Re                   Signor cardinale, mi occorre quella lettera!

Cardinale      Ma, sire...

Re                   Costi quel che costi, la voglio!

Cardinale      Non vi sarebbe che un mezzo.

Re                   Quale?

Cardinale      Dare tale compito al signor guardasigilli Séguier. La cosa è appunto di sua spettanza.

Re                   Lo si mandi immediatamente a chiamare!

Cardinale      Vostra Maestà non dimenticherà che ho fatto il possibile …..

Re                   Sì, so che siete molto indulgente verso la regina, troppo indulgente forse; e di questo, ve ne avverto, parleremo più tardi.

Scena seconda.

L’appartamento della regina, che è circondata dalla sue dame.

Anna              Madame De Guéménée, che cosa ci leggerete stasera?

Madame        “La camera dorata”, un poema tragico di D’Aubigné.

Anna              Cominciate pure.

Madame        “La scena si apre sulla visione del Paradiso. Dio appare nella sua maestà, nel suo trono di gloria, circondato dagli angeli, pronti ad ubbidire ai suoi cenni. Fuggiasche dalla terra, si inginocchiano ai suoi piedi la Giustizia umiliata e la bianca Pietà. Le coorti angeliche, commosse, implorano in loro soccorso l’intervento dell’altissimo...”

In questo istante, la porta si apre e il re entra.

Re                   Signora, riceverete tra poco la visita del signor cancelliere, il quale vi farà alcune comunicazioni di cui l’ho incaricato.

Anna              Ma perché questa visita, sire? Che cosa mi dirà il signor cancelliere che non possa dirmi personalmente Vostra Maestà?

Re                   (senza degnarla d’una risposta) Fate entrare il signor cancelliere!

Cancelliere   (entrando, con un profondo inchino) Vostra Maestà!... Altezza!...

Re                   Fate quanto vi è stato ordinato, signor cancelliere! (Esce)

Anna              (con la massima alterezza) Che cosa desiderate, signore, e perché siete venuto?

Cancelliere   Per operare in nome del re, signora, salvo restando il rispetto che ho l’onore di portare a Vostra Maestà, una minuziosa perquisizione nelle vostre carte.

Anna              Una perquisizione!... Ma è una cosa indegna!

Cancelliere   Vogliate perdonarmi, signora, ma in questa circostanza non sono che lo strumento del re. Sua Maestà sa che durante il giorno avete scritto una lettera e che questa lettera non è ancora stata spedita. 

Anna              Ebbene, è vero; il signor cardinale è stato bene informato dalle sue spie. Oggi ho scritto una lettera e questa lettera non è partita. E’ qui.

Cancelliere   Datemela, signora.

Anna              La darò soltanto al re.

Cancelliere   Il re ha incaricato me di chiedervela.

Anna              Che volete dire?

Cancelliere   Che ho carta bianca, signora, e che sono autorizzato a cercare la vostra lettera anche sulla persona della Maestà Vostra.

Anna              Che orrore?!

Cancelliere   Vogliate perciò facilitarmi il compito.

Anna              Questo modo d’agire è ingiuriosamente violento, lo sapete, signore?

Cancelliere   Il re comanda, perdonatemi.

Anna              Non tollererò un simile affronto; meglio la morte!

Cancelliere   E allora, mi vedo costretto... (fa un passo verso la regina).

Anna              Ecco, signore, la lettera. Prendetela e liberatemi dalla vostra odiosa presenza.

Il cancelliere prende la lettera, saluta inchinandosi fino a terra – “Maestà!...” – ed esce. Subito

dopo la regina cade semisvenuta fra le braccia delle sue dame di compagnia.

Scena terza.

Di nuovo nello studio del re.

Re                   Monsignore, avevate ragione, e io avevo torto; l’intrigo è di natura squisitamente politica; in questa lettera non si parla d’amore. Si parla, invece, molto di voi.

Cardinale                 Ebbene, Maestà, vedete fin dove giungono i miei nemici: due guerre vi minacciano se non mi licenziate.

Re                   Che dite mai?

Cardinale      Dico, sire, che mi rovino la salute in queste lotte eccessive e in queste continue fatiche. Dico che, secondo ogni probabilità, non potrò reggere alla fatica dell’assedio di La Rochelle, e che meglio sarebbe se voi nominaste, per questa impresa, qualche altro uomo capace di condurre la guerra, e non me: sono uomo di chiesa, io, e continuamente distratto dalla mia vocazione per dedicarmi a cose per le quali non ho alcuna attitudine. Ne trarrete maggior beneficio all’interno e maggior prestigio all’estero.

Re                   Signor cardinale, vi comprendo: tutti quelli di cui si parla in questa lettera avranno il castigo che si meritano, anche la regina.

Cardinale      Che dite mai, sire? Dio non voglia che, per me, la regina abbia la benché minima contrarietà! Mi ha sempre creduto suo nemico, sire, sebbene Vostra Maestà possa testimoniare che ho sempre parteggiato per lei, anche contro

Cardinale      di voi. Oh, se tradisse nell’onore Vostra Maestà, la cosa sarebbe diversa, e per il primo direi: “Nessuna pietà, sire, nessuna pietà per la colpevole!” Fortunatamente non si tratta di questo, e Vostra Maestà ne ha or ora avuto una prova.

Re                   E’ vero, signor cardinale, e voi come sempre avevate ragione. Ma la regina merita egualmente la mia collera.

Cardinale      Voi, sire, avete sfidato la sua; e francamente non saprei darle torto se ella vi tenesse davvero il broncio.

Re                   A questo modo tratterò sempre i miei nemici e i vostri, per alta che sia la loro condizione sociale e qualunque sia il pericolo cui vado incontro.

Cardinale      La regina è la mia nemica, non la vostra, sire. E’ anzi sposa fedele, sottomessa e irreprensibile; lasciate perciò che io interceda per lei presso Vostra Maestà.

Re                   Si umilii dunque e ritorni a me.

Cardinale      Al contrario, sire, date l’esempio; avete avuto il primo torto, poiché l’avete sospettata.

Re                   Dovrei fare il primo passo! Mai!

Cardinale      Vi supplico, sire.

Re                   Del resto, in che modo potrei rientrare nelle sue grazie?

Cardinale      Facendo una cosa a lei gradita.

Re                   Quale?

Cardinale      Date un ballo; sapete quanto la regina ami la danza; vi assicuro che il suo rancore svanirà dopo un simile gesto.

Re                   Signor cardinale, voi sapete che non tutte le manifestazioni mondane sono di mio gusto.

Cardinale      La regina ve ne sarà tanto più riconoscente in quanto conosce la vostra antipatia per questo genere di divertimenti; del resto, ella avrà così

Cardinale      occasione di esibire quei bei puntali di diamante che le avete regalato l’altro giorno per la sua festa e di cui non ha avuto ancora il tempo di adornarsi.

Re                   Vedremo, signor cardinale, vedremo. E quando dovrei dare questa festa?

Cardinale      Beh, oggi siamo al venti di settembre; gli scabini della municipalità danno una festa il tre di ottobre. La cosa andrà benone, perché non avrete l’aria di umiliarvi agli occhi della regina.

Re                   Parola d’onore, siete troppo indulgente.

Cardinale      Sire, lasciate la severità ai ministri, l’indulgenza è la virtù dei re; usatene e vedrete che ve ne troverete bene.

Scena quarta.

Nell’appartamento della regina.

Regina           Sono perduta!, perduta, il cardinale sa tutto e istiga il re, il quale non sa ancora niente ma presto saprà tutto. Sono perduta, mio Dio! mio Dio! mio Dio!

Un uscio si apre ed entra la signora Bonacieux.

Signora Bon. Non posso essere in qualche modo utile a Vostra Maestà?

Anna              Voi! Dio mio! Voi! Guardatemi in faccia! Sono tradita da ogni parte. Posso fidarmi di Voi?

Signora Bon.  Oh, non temete, signora, appartengo a Vostra Maestà anima e corpo; e  sono pronta, ve lo giuro, a morire per Voi.

Anna              Il cardinale ha scoperto che ho donato i puntali di diamante al duca di Buckingam, ed ha convinto il re a chiedermi di indossarli per un ballo a corte. Sono perduta!

Signora Bon. Dobbiamo riavere quei puntali.

Anna                          Ma come fare?

Signora Bon. Bisogna mandare qualcuno al duca.

Anna              Ma chi? chi? Di chi posso fidarmi?

Signora Bon. Abbiate fiducia in me, signora; fatemi questo onore, o mia regina, e troverò il messaggero!

Anna              Ma bisognerà scrivere!

Signora Bon. Sì. E’ indispensabile. Due parole di vostro pugno e il vostro sigillo privato.

Anna              Ma queste due parole possono significare la mia condanna, il divorzio, l’esilio!

Signora Bon. Sì, se capitano in mani nemiche! Ma giungeranno a destinazione, ne rispondo.

Anna              Oh, mio Dio, debbo dunque affidarvi la mia vita, il mio onore, la mia reputazione!

Signora Bon. Sì, sì, signora, è necessario: vi salverò.

Anna              Ma in che modo? Ditemelo, almeno.

Signora Bon. Mio marito è stato dimesso dal carcere due o tre giorni fa; non ho ancora avuto il tempo di vederlo. E’ un brav’uomo, un onest’uomo, che non odia né ama alcuno. Farà ciò che io vorrò: gli ordinerò di partire ed egli partirà, non conoscerà il contenuto della lettera e la consegnerà senza neppure sapere che è di Vostra Maestà, alla persona che Vostra Maestà vorrà indicarmi.

Anna              Se farai tutto questo, mi salverai la vita, mi salverai l’onore!

Signora Bon. Datemi la lettera, signora, il tempo stringe.

Anna              E per le spese di viaggio, eccoti quest’anello. Me lo ha regalato mio fratello, il re di Spagna. E’ mio e posso disporne. Prendili, vendilo e fà partire tuo marito.

Signora Bon. Entro un’ora sarete obbedita.

Anna              La lettera deve essere consegnata personalmente a Milord il duca di Buckingam, a Londra!

- fine della nona puntata -

                         

  


DECIMA PUNTATA

personaggi:

                        D’Artagnan

                   Rochefort

                   Bonacieux

                   La signora Bonacieux

******


Scena prima.

D’Artagnan  “La signora Bonacieux non aveva ancora visto il marito dopo che questi era stato dimesso dal carcere; ignorava il cambiamento che in lui si era prodotto nei riguardi del Cardinale. Tuttavia i due coniugi, benché non si vedessero da più di otto giorni, si avvicinarono cauti l’uno all’altro.”

In casa Bonacieux.

Signora Bon. Marito mio, discorriamo.

Bonacieux     Come?

Signora Bon. Sì, debbo dirvi una cosa della massima importanza.

Bonacieux     Bene, anch’io debbo rivolgervi alcune domande abbastanza serie. Ditemi un pò, vi prego, perché siete stata rapita.

Signora Bon. Non si tratta di questo.

Bonacieux     E di che si tratta? Del mio arresto?

Signora Bon.            Il giorno stesso in cui siete stato arrestato, l’ho saputo; ma, poiché non avevate commesso alcun reato, poiché non vi si poteva accusare d’aver cospirato, poiché insomma non sapevate nulla che potesse compromettervi e che potesse compromettere altri, non ho dato a questo avvenimento l’importanza che meritava. Lasciamo dunque da parte il vostro arresto e parliamo di ciò che mi conduce a voi.

Bonacieux     Di ciò che vi conduce a me! Non è dunque il desiderio di rivedere un marito da cui siete stata lontana per otto giorni?

Signora Bon. Prima di tutto questo e poi un’altra cosa. Una cosa della massima importanza e dalla quale dipende forse la nostra futura condizione.

Bonacieux     La nostra condizione ha subito un grande mutamento, da quando vi ho vista l’ultima volta, signora Bonacieux, e non stupirei che tra qualche mese fosse invidiata da molte persone.

Signora Bon. Sopratutto se seguirete le istruzioni che sto per darvi.

Bonacieux     A me?

Signora Bon. Sì, a voi. C’è una buona e santa azione da compiere, e al tempo stesso molto denaro da guadagnare.

Bonacieux     Molto denaro da guadagnare!

Signora Bon. Sì, molto.

Bonacieux     Quanto, su per giù?

Signora Bon. Forse mille doppie.

Bonacieux     Si tratta dunque di una cosa molto seria ?

Signora Bon.            Sì.

Bonacieux     Che debbo fare?

Signora Bon.            Partire immediatamente. Vi consegnerò una lettera da cui non dovrete separarvi per nessun motivo e che consegnerete al destinatario.

Bonacieux     E dove debbo andare?

Signora Bon. A Londra.

Bonacieux     A Londra! Scherzate, non ho niente da fare a Londra.

Signora Bon.            Ma altri hanno bisogno che voi vi ci rechiate.

Bonacieux     Chi sono costoro? Vi avverto che non faccio più nulla ad occhi chiusi e che voglio sapere non soltanto che cosa rischio, ma anche per chi rischio.

Signora Bon.            Una persona illustre vi manda: la ricompensa oltrepasserà i vostri desideri.

Bonacieux     Ancora intrighi, sempre intrighi! vi ringrazio, ma ora sto in guardia: il signor cardinale mi ha aperto gli occhi.

Signora Bon.            Il cardinale? Avete visto il cardinale?

Bonacieux     Mi ha fatto chiamare.

Signora Bon.            Vi ha maltrattato? Vi ha minacciato?

Bonacieux     Mi ha teso la mano e mi ha chiamato amico. Amico: capite, signora? Sono l’amico del gran cardinale!

Signora Bon.            Del gran cardinale!

Bonacieux     Il grande uomo che ho l’onore di servire.

Signora Bon.            Servite il cardinale?

Bonacieux     Sì, signora, e quale suo servitore non permetterò che complottiate contro la sicurezza dello Stato e che serviate nei suoi intrighi una donna che non è

Bonacieux     francese e che ha sentimenti spagnoli. Per fortuna c’è il gran cardinale: il suo sguardo vigile sorveglia e penetra sino al cuore.

Signora Bon.            Ah, siete cardinalista! Servite il partito di quelli che maltrattano vostra moglie e insultano la vostra regina!

Bonacieux     Gli interessi privati scompaiono di fronte agli interessi universali. Io sono per quelli che salvano lo Stato.

Signora Bon.            Ma che ne sapete, voi dello Stato di cui parlate? Accontentatevi di essere un borghese qualunque e di abbracciare il partito più vantaggioso.

Bonacieux     Appunto. (Fa scuotere una borsa piena di monete) Eh, eh, che ne dite, signora predicatrice?

Signora Bon.            Da dove viene questo denaro?

Bonacieux     Non lo immaginate?

Signora Bon.            Ve lo ha dato il cardinale?

Bonacieux     Il cardinale e il mio amico conte De Rochefort!

Signora Bon.            Il conte De Rochefort ! Ma è il mio rapitore !

Bonacieux     Può darsi, signora.

Signora Bon.            E accettate denaro da quell’uomo?

Bonacieux     Non mi avete detto che siete stata rapita per un motivo squisitamente politico?

Signora Bon.            Sì; ma è pur vero che volevano che io tradissi la mia padrona, che volevano strapparmi confessioni tali da compromettere l’onore e forse anche la vita della mia augusta signora.

Bonacieux     La vostra augusta signora è una perfida spagnola, e ciò che il cardinale fa è ben fatto.

Signora Bon.            Signore, vi sapevo vile, avaro, imbecille, ma non vi sapevo anche infame!

Bonacieux     Signora, signora, che dite mai?

Signora Bon.            Dico che siete un miserabile!

Bonacieux     E voi siete una donna, una miserabile donna, sciocca e abbrutita. Io non vi aiuterò mai nei vostri orribili intrighi. Per colpa vostra, ho già visto la Bastiglia. Sono stato minacciato di tortura!A dire il vero, credo di essermi sbagliato sul vostro conto: comincio a credere che siate un uomo, e dei più arrabbiati!

Signora Bon.            Forse, tutto sommato, avete ragione: un uomo capisce di politica più che una donna, specialmente un uomo come voi, signor Bonacieux, che ha avuto un colloquio col cardinale. Bene, non parliamone più

Bonacieux     Se almeno mi diceste che cosa dovrei andare a fare a Londra...

Signora Bon.            E’ inutile che ve lo dica. Si tratta di una sciocchezza, di un capriccio femminile, di un affaruccio molto proficuo.

Bonaciex       Come volete. Ma adesso devo lasciarvi. Non sapendo che sareste venuta, avevo dato appuntamento a uno dei miei amici; ritorno subito e se volete aspettarmi mezzo minuto, il tempo di sbrigare questo amico, passo a prendervi e vi riaccompagno al Louvre.

Signora Bon.            Grazie, marito mio, ma ritornerò sola al Louvre.

Bonacieux     Come volete. Vi rivedrò presto?

Signora Bon.            Certamente, la settimana prossima, spero.

Bonacieux     A presto. (Ed esce).  

Scena seconda.

Rimasta sola, la signora Bonacieux non può fare a meno di esclamare:

Signora Bon. Non gli mancava, a quell’imbecille, che d’essere cardinalista! Ah, signor Bonacieux, non vi ho mai molto amato, ma adesso è peggio: vi odio!

Un colpo contro il soffitto le fa alzare il capo, e una voce dall’alto le grida:

D’Artagnan  Signora Bonacieux, apritemi e sarò subito da voi !

Quando lei apre la porta, D’Artagnan irrompe nella stanza.

D’Artagnan  Signora, consentitemi di dirvi che avete un tristo marito.

Signora Bon. Avete udito la nostra conversazione?

D’Artagnan  Dalla prima all’ultima parola.

Signora Bon. E che cosa avete capito?

D’Artagnan  Prima di tutto che vostro marito è, per fortuna, un ingenuo e uno stupido; poi ch’eravate nei guai, del che mi sono molto compiaciuto, poiché a questo modo mi si offre l’occasione di pormi a vostra disposizione; infine che la regina ha bisogno che un uomo coraggioso, intelligente e devoto faccia per lei un viaggio a Londra. Ed eccomi qui.

Signora Bon. E quale garanzia mi darete, se acconsento a darvi questa missione?

D’Artagnan  Il mio amore per voi. Suvvia, dite, ordinate: che bisogna fare?

Signora Bon. Mio Dio, mio Dio, debbo confidarvi un simile segreto?

D’Artagnan  C’è qualcuno che può rispondere di me. Conoscete Athos?

Signora Bon.            No.

D’Artagnan  Porthos?

Signora Bon. No.

D’Artagnan  Aramis?

Signora Bon. no. Chi sono questi signori?

D’Artagnan  Moschettieri del re. Conoscete il signor De Tréville?

Signora Bon. Oh, sì, lo conosco, non personalmente ma per avere udito più di una volta la regina parlarne come di un coraggioso e leale gentiluomo.

D’Artagnan  Ebbene, lui può rispondere di me.

Signora Bon.            Ma questo segreto non mi appartiene, e non posso rivelarlo così.

D’Artagnan  Eppure stavate per confidarlo al signor Bonacieux.

Signora Bon. Sì, come si affida una lettera a un cavo di un albero, all’ala di un piccione, al collare di un cane.

D’Artagnan  Eppure sapete che vi amo. E sono coraggioso!

Signora Bon. Oh, di questo sono sicura.

D’Artagnan  Allora mettetemi alla prova.

Signora Bon. Vi giuro che se mi tradite, mi ucciderò accusandovi della mia morte.

D’Artagnan  E io vi giuro che morirò prima di fare cosa che possa compromettere chicchessia.

Signora Bon. Dovete partire immediatamente per Londra. Dovrete consegnare questa lettera personalmente al duca di Buckingam.

D’Artagnan  Partirò.

Signora Bon. Avrete bisogno di denaro. Aspettate. (La sentiamo aprire un armadio) Ecco, prendete questa borsa. E’ il denaro che il cardinale ha regalato a mio marito.

D’Artagnan  Sarà un duplice divertimento salvare la regina col denaro di Sua Eminenza.

Signora Bon. Zitto!

D’Artagnan  Che c’è?

Signora Bon. Sento delle voci!... E’ mio marito!

D’Artagnan  Dobbiamo andar via di qui, immediatamente! Salite nel mio appartamento!

Signora Bon. Ma...

D’Artagnan  Vi do la mia parola di gentiluomo che in casa mia sarete al sicuro.

Signora Bon. Andiamo, mi fido di voi. (Escono in tutta fretta).

Scena terza.

Il signor Bonacieuxfa il suo ingresso, seguito da conte De Rochefort.

Bonacieux     E’ andata via. Sarà ritornata al Louvre.

Rochefort      Siete sicuro che non abbia sospettato qualcosa?

Bonacieux     No, è una donna troppo superficiale.

Rochefort      In casa non c’è nessuno?

Bonacieux     Ve lo garantisco.

Rochefort      Ma vostra moglie è ritornata al Louvre senza parlare con nessuno? E’ un punto importante, capite.

Bonacieux     Ne rispondo io. Sicché la notizia che vi ho data è importante...?

Rochefort      Importantissima.

Bonacieux     E il cardinale sarà contento di me?

Rochefort      Certamente. E vostra moglie, parlando con voi, non ha nominato nessuno?

Bonacieux     No, mi ha detto soltanto che voleva che io andassi a Londra per  conto di un personaggio illustre.

Rochefort      Comunque avete commesso una sciocchezza: avreste dovuto fingere di accettare l’incarico: a quest’ora la lettera sarebbe nelle vostre mani; lo Stato, che è in pericolo, sarebbe salvo, e voi...

Bonacieux     E io?

Rochefort      Il cardinale vi avrebbe dato patenti di nobiltà...

Bonacieux     Lo ha detto a voi?

Rochefort      So che voleva farvi questa sorpresa.

Bonacieux     Non preoccupatevi: mia moglie mi adora e sono ancora in tempo.

Rochefort      Davvero?

Bonacieux     Sì, vado al Louvre, chiedo di parlare con la signora Bonacieux, le dico che ci ho pensato meglio, accetto l’incarico, mi faccio dare la lettera e mi precipito dal cardinale.

Rochefort      Presto, allora; ritornerò fra poco per sapere che cosa avete concluso. (Esce)

Il signor Bonacieux fa qualche passo nella stanza, apre l’armadio e subito si mette a urlare.

Bonacieux     La mia borsa! E’ sparita! Al ladro! Al ladro! Hanno rubato la borsa del signor cardinale! Al ladro! Aiuto!... Aiutatemi!... Al ladro!...

- fine della decima puntata -

UNDICESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Un gentiluomo

*******

Scena prima.

D’Artagnan “Mi recai difilato dal signor De Tréville, col cuore traboccante di gioia. Mi si offriva l’occasione di acquistare gloria e guadagnar denaro, e in più questa occasione mi ravvicinava alla donna che adoravo. Ecco più di quanto non avessi osato chiedere alla Provvidenza.”

Tréville         Volevate parlarmi, mio giovane amico?

D’Artagnan  Sì, signor De Tréville, e spero che mi perdonerete di avervi disturbato, non appena avrete saputo di che cosa si tratta.

Tréville         Parlate, vi ascolto.

D’Artagnan  Si tratta nientemeno che dell’onore e forse della vita della regina.

Tréville         Che dite mai?

D’Artagnan  Dico, signore, che il caso mi ha fatto padrone di un segreto..

Tréville         Spero, giovanotto, che non lo rivelerete a nessuno, dovesse il silenzio costarvi la vita.

D’Artagnan  Ma a voi debbo confidarlo, perché soltanto voi potete aiutarmi nel compito che Sua Maestà mi ha affidato.

Tréville         Questo segreto è vostro?

D’Artagnan  No, signore, è un segreto della regina.

Tréville         Sua Maestà vi ha autorizzato a confidarmelo?

D’Artagnan  No, signore, il più assoluto silenzio mi è stato anzi raccomandato.

Tréville         E perché allora volete tradirlo rivelandolo a me?

D’Artagnan  Perché niente posso fare senza di voi e temo che mi rifiutiate il favore che vengo a chiedervi se non sapete perché ve lo chiedo.

Tréville         Tenetevi il vostro segreto, giovanotto, e ditemi che cosa desiderate.

D’Artagnan  Desidero che vi facciate dare per me, dal comandante del mio reggimento, il signor Des Essarts, un congedo di quindici giorni.

Tréville         Quando?

D’Artagnan  Stanotte stessa.

Tréville         Lasciate Parigi?

D’Artagnan  Vado in missione.

Tréville         Potete dirmi dove?

D’Artagnan  A Londra.

Tréville         Qualcuno vuole che non riusciate nell’impresa?

D’Artagnan  Credo che il cardinale darebbe tutto quello che ha per impedirmelo.

Tréville         E partite solo?

D’Artagnan  Sì, solo.

Tréville         Allora non andrete oltre Versailles; ve lo dice Tréville.

D’Artagnan  Non capisco.

Tréville         Sarete assassinato.

D’Artagnan  Morirò compiendo il mio dovere.

Tréville         Ma non compirete la vostra missione. Credetemi, in imprese del genere bisogna partire in quattro se si vuole che ne arrivi uno.

D’Artagnan  Avete ragione. Potrei chiedere ad Athos, Porthos ed Aramis di accompagnarmi.

Tréville         Senza confidar loro il segreto che non ho voluto conoscere?

D’Artagnan  Ci siamo giurati, una volta per sempre, fiducia cieca e devozione assoluta.

Tréville         A ciascuno di loro posso mandare un congedo di quindici giorni: ad Athos, sempre sofferente per la ferita, perché si rechi alle acque di Forges; a Porthos e ad Aramis perché accompagnino l’amico che non vogliono lasciar solo in una così penosa condizione. Mandando loro il congedo, li autorizzo implicitamente a partire con voi. Andate immediatamente da loro. Partirete stanotte.

D’Artagnan  Grazie, signor De Tréville.

Tréville         Un momento : scrivete la vostra domanda di congedo al signor Des Essarts. Forse avevate una spia alle calcagna, e la vostra visita sarà così giustificata. Eccovi carta e penna. (D’Artagnan si mette a scrivere) Avete denaro?

D’Artagnan  Trecento doppie.

Tréville         Benone: con trecento doppie si va in capo al mondo. Andate pure.

Scena seconda.

D’Artagnan bussa alla porta di Aramis.

Aramis           (aprendo all’amico) Oh, siete voi, D’Artagnan?

D’Artagnan  Aramis, che avete? Mi sembrate cupo e malinconico.

Aramis           Sto lavorando al commento del diciottesimo capitolo di Sant’Agostino, che devo scrivere in latino per la settimana seguente e che molto mi preoccupa.

D’Artagnan  Lasciate perdere Sant’Agostino e prendete questo.

Aramis           Che cos’è?

D’Artagnan  Il congedo che avete chiesto.

Aramis           Ma io non ho chiesto nessun congedo.

D’Artagnan  Tacete e prendete ciò che vi occorre per un viaggio di quindici giorni e seguitemi.

Aramis           Ma in questo momento non posso lasciar Parigi senza sapere…

D’Artagnan  Che cosa ne è di lei, vero?

Aramis           Lei, chi?

D’Artagnan  La donna dal fazzoletto ricamate, per la quale mi avete sfidato  duello.

Aramis           Sapete che cosa ne è di lei?

D’Artagnan  Credo sia ritornata a Tours.

Aramis           Così, senza avvertirmi?

D’Artagnan  Forse ha temuto di essere arrestata.

Aramis           Perché non mi ha scritto?

D’Artagnan  Per non compromettervi.

Aramis           D’Artagnan, voi mi ridate la vita! Mi credevo disprezzato, tradito. Ero così contento di rivederla! Non potevo credere che ella rischiasse la libertà per me, e tuttavia per quale altra ragione sarebbe tornata a Parigi?

D’Artagnan  Per il motivo che oggi ci fa partire per l’Inghilterra.

Aramis           E qual è questo motivo?

D’Artagnan  Un giorno lo saprete.

Aramis           D’accordo. E adesso dove andiamo?

D’Artagnan  Intanto da Athos, ché abbiamo già perduto molto tempo.

Aramis           Posso portare con me il mio servitore, Bazin?

D’Artagnan  Certamente

Aramis           Andiamo, dunque.

Scena terza.

In casa di Athos.

Athos             Posso sapere che cosa significhino questo congedo e questa lettera che ho ricevuto un momento fa?

Aramis           Che cosa dice?

Athos             (leggendo) “Caro Athos, poiché la vostra salute assolutamente lo esige, desidero che vi riposiateper quindici giorni; andate dunque a curarvi alle acque di Forges o a quelle che preferite, e guarite quanto prima. Vostro affezionatissimo

                                                                                                                                 Tréville.

D’Artagnan  Significano che dovete seguirmi.

Athos             Alle acque di Forges?

D’Artagnan  Là o altrove.

Athos             Per il servizio del re?

D’Artagnan  Del re o della regina. Non siamo forse i loro servitori?

 (In questo momento entra Porthos)

Porthos          Perdio, amici, ecco una cosa strana: da quando in qua si concedono ai moschettieri congedi che essi non hanno chiesto?

D’Artagnan  Da quando, mio caro Porthos, essi hanno amici che li chiedono per loro.

Porthos          Ah, ah, a quanto pare ci sono novità.

Aramis           Sì, si parte.

Porthos          Per dove?

Athos             A dire il vero non lo so, chiedilo a D’Artagnan.

D’Artagnan  Per Londra, signori!

Porthos          Per Londra! E che cosa andiamo a fare a Londra?

D’Artagnan  Non posso dirvelo, signori; bisogna che vi fidiate di me.

Porthos          Ma per andare a Londra occorre denaro, e io non ne ho.

Aramis                      Neanche io.

Athos             E neanche io.

D’Artagnan  Ne ho io. In questa borse ci sono trecento doppie. Prendiamone settantacinque per uno.  E’ quanto basta per andare a Londra e ritornare. Del resto, non preoccupatevi, ché a Londra non arriveremo tutti.

Porthos          E perché?

D’Artagnan  Perché, secondo ogni probabilità, alcuni di noi rimarranno a mezza strada.

Athos             Ma allora intraprendiamo una vera e propria campagna?

D’Artagnan  E delle più pericolose, ve lo avverto.

Porthos          Ma dal momento che rischiamo di farci ammazzare, vorrei almeno sapere perché.

Athos             Bella soddisfazione!

Aramis           Tuttavia sono del parere di Porthos.

D’Artagnan  Forse che il re usa darvi spiegazioni? No, vi dice semplicemente: “Signori, ci si batte in Guascogna o nelle Fiandre.” E voi andate.

Athos             D’Artagnan ha ragione. Andiamo a farci ammazzare dove ci dicono di andare. La vita vale forse la pena di fare tante domande? D’Artagnan, sono pronto a seguirti.

Porthos          E anch’io.

Aramis           E anch’io.

Athos             Quando partiamo?

D’Artagnan  Immediatamente, non c’è un minuto da perdere. Chiamiamo i nostri servitori.

Tutti               Grimaud! Planchet! Mousqueton! Bazin! Ungeteci gli stivali e andate a prendere i cavalli!

Porthos          Quale sarà la nostra prima tappa?

D’Artagnan  Calais, è la via più diretta per Londra. Sappiate che sono latore di una lettera. Non posso farne delle copie perché è sigillata. Dobbiamo perciò viaggiare tutti assieme. Se sarò ucciso, uno di voi la prenderà a proseguirete il viaggio. E così di seguito. Bisogna che uno, almeno uno, arrivi a destinazione.

Athos             Bravo D’Artagnan! Del resto bisogna essere logici : vado alle acque e voi mi accompagnate; invece che alle acque di Forges vado al mare. Sono libero. Se vogliono arrestarci, mostro la lettera del signor De Tréville, e voi mostrate i vostri congedi.

Porthos          D’accordo. D’Artagnan è il latore della lettera, quindi è il capo della spedizione: decida e noi obbediremo.

D’Artagnan  Ebbene, decido che si parta fra mezz’ora.

Athos             Tutti per uno!

Tutti               Uno per tutti!


Scena quarta.

I quattro moschettieri, seguiti da servi, galoppano alla volta di Calais.

D’Artagnan  (arrestando il cavallo, imitato da tutti) Abbiamo galoppato per tutta la notte. Siamo a Chantilly, bisogna far colazione. Laggiù c’è la locanda di San Martino.

Riprendono a cavalcare fino alla locando. Poi, smontano di sella.

Porthos          Mousqueton! Non dissellare i cavalli e tenetevi pronti a ripartire immediatamente.

D’Artagnan  Questo vale per tutti. Coraggio, entriamo!

Scena quinta.

All’interno della locanda di San Martino.

Porthos          Oste, portaci da bere e da mangiare.

Aramis           Una colazione leggera, però, non abbiamo molto tempo.

Un gentiluomo, seduto ad una tavola, rivolge loro la parola.

Gentiluomo  Permettetemi, signori, di bere alla vostra salute. Venite da lontano?

Porthos          Da Parigi, signore. E voi?

Gentiluomo  Dalla strada di Dammartin. Alla vostra!

Tutti               Alla vostra! (Bevono)

Gentiluomo  Ed ora, signori, propongo di bere alla salute del cardinale Richelieu.

Porthos          Non chiedo di meglio, se voi, a vostra volta, berrete alla salute del re.

Gentiluomo Io non riconosco altro re che Sua Eminenza!

Porthos          Evidentemente siete ubriaco, signore!

Gentiluomo  Ma come vi permettete?! (Sguaina la spada) In guardia!

Athos             Avete fatto una sciocchezza, Porthos. Pazienza, ora non potete tornare indietro, uccidete quest’uomo e raggiungeteci quanto prima.

E i tre moschettieri lasciano precipitosamente la locanda. Poco dopo li sentiremo ripartire a briglia

sciolta.

Porthos          Eccomi a voi, bel signorino. Dove volete essere perforato?

-fine dell’undicesima puntata  -

DODICESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Aramis

                   Duca di Buckingam

                   Planchet, servitore di D’Artagnan

                   Patrick, cameriere di fiducia del duca

                   L’oste del Giglio d’Oro

                   Un altro oste

                   Un viaggiatore

                   Un battelliere

******

Scena prima.

D’artagnan “Ed eccoci di nuovo in sella, a briglia sciolta, avendo lasciato Porthos alle prese con quel provocatore, a cui prometteva di perforarlo con tutti i colpi dell’arte della scherma. Ci fermammo per due ore, per far riposare i cavalli e per aspettare Porthos, ma poiché di lui non giungeva alcuna notizia, riprendemmo il cammino.”

D’Artagnan, Athos ed Aramis galoppano senza sosta verso Calais.

 Aramis          Ma dove siamo?

Athos             Ad una lega da Beauvais. Attenti, la strada si restringe fra due scarpate!… Ma guardate quegli imbecilli… cosa diavolo fanno?

D’Artagnan  Non lo vedete? Scavano buche. Sono al lavoro per costruire la strada.

Aramis           Ma è tutto un pantano! Mi insudicerò gli stivali. Ehi, voi! Fate passare… Avete sentito?… Ma perché non rispondono?

Athos             Uhm, c’è qualcosa che non va…

D’Artagnan  Attenti, hanno preso i moschetti…. È un’imboscata! (Si ode una scarica di fucileria) Via, al galoppo! Non bruciamo una cartuccia.

Ripartono galoppando, ma una fucilata colpisce Aramis.

Aramis           Ah, mi hanno colpito!

Athos             Aggrappatevi alla criniera, Aramis!

D’Artagnan  Il mio cappello è stato portato via da un proiettile. Fortuna che non vi avevo nascosto la lettera.

Aramis           Uccideranno il povero Porthos, quando vi passerà.

Athos             Se Porthos non fosse ferito, a quest’ora ci avrebbe raggiunti.

D’Artagnan  Via, via! Non perdiamo tempo!

Aramis           Amici, non ce la faccio più ad andare avanti.

Athos             Coraggio, laggiù c’è una locanda. (Galoppano in quella direzione) Giuro di non farmi più ingannare, e vi assicuro che fino a Calais non riusciranno a farmi aprir bocca né a sguainare la spada. Giuro.

D’Artagnan  Non giuriamo, galoppiamo, sempre che i cavalli ce lo consentano. (E affonda gli speroni nel ventre del cavallo).

Il galoppo si arresta davanti alla locanda.

Scena seconda.

Athos             (Senza scendere da cavallo) Locanda del Giglio d’Oro. Ha un’aria rispettabile. Che ne dite, Aramis?

Aramis           Non ce la faccio più. Lasciatemi qui, insieme a Bazin. E voi proseguite.

D’Artagnan  Diamo prima un’occhiata. (Grida) Ehi, della locanda! (Al suo richiamo, l’Oste esce di corsa.)

Oste               Oh, Eccellenze, è un onore per la mia povera locanda.

Athos             Avete una camera per il nostro amico e il suo servitore?

Oste               Ma certo, delle belle camere, ma forse non sono degne delle Loro Eccellenze.

D’Artagnan  (bisbiglia) L’oste non mi piace; è troppo cerimonioso.

Athos             Non piace neppure a me.

Aramis           Non posso assolutamente continuare; devo fidarmi.

D’Artagnan  Aspettate, vi aiutiamo a scendere… Piano!… ecco, così! (All’oste) Guarda di trattarlo come si deve, o al nostro ritorno ti taglieremo le orecchie!

Oste               State sicuri, so come trattare gli ospiti di riguardo. Venite, Eccellenza, appoggiatevi a me!…

Aramis           (entrando nella locanda) Andate, andate, non perdete altro tempo!

E i due moschettieri superstiti, seguiti dai rispettivi servitori, si rimettono in viaggio.

Athos            Dovremo pure mangiare qualcosa. E magari anche dormire un po’.

D’Artagnan  Non è prudente. Tutti questi incidenti non possono essere accaduti per caso. Sono sicuramente frutto di un complotto.

Athos             Volete dire che non metteremo niente sotto i denti prima di Calais? 

D’Artagnan  E va bene! Mi avete convinto. Alla prossima locanda, ci fermiamo a mangiare.

                                   Ma non a dormire!

Athos             Meno male; è già qualcosa.

Scena terza.

Athos e D’Artagnan stanno mangiando in una osteria.

Athos             Questo coniglio fa schifo! E il vino è annacquato!

D’Artagnan  Che ci volete fare; questo è quello che passa il convento. Planchet!

Planchet        Comandi!

D’Artagnan  Chiama l’oste e facci preparare il conto.

Planchet        Se i signori vogliono, potrei dormire qui dinanzi alla porta, per maggior sicurezza.

D’Artagnan  Niente da fare! Oh, ecco l’oste! Il conto!

Trattore         Fanno due doppie.

Athos             Tieni, pagati! (E poggia le monete sulla tavola)

Trattore         (dopo aver rigirato le monete) Ma queste monete sono false! Vi farò arrestare, tutti e due, come falsari!

Athos             Cosa dici, imbecille! Ti taglierò le orecchie!

D’Artagnan  Attento, Athos, è un’altra trappola!

Scoppia un tafferuglio; diversi uomini si gettano su Athos.

Athos             Sono preso! Presto, allontanatevi, D’Artagnan! (E spara due colpi di pistola).

D’Artagnan e Planchet non se lo fanno ripetere due volte.

Scena quarta.

I due superstiti si lanciano a briglia sciolta sulla strada per Calais.

D’Artagnan  Planchet, sei riuscito a vedere cosa sia successo ad Athos?

Planchet        Sì, signore; ne ho visti cadere due sotto i suoi colpi di pistola, e mi è parso che duellasse con gli altri.

D’Artagnan  Bravo Athos! E pensare che dobbiamo abbandonarlo! Del resto, forse anche noi finiremo così. Ma andiamo avanti, Planchet. Abbiamo una missione da compiere.

Scena quinta.

Al porto da Calais. D’Artagnan, seguito da Planchet, si avvicina ad un viaggiatore che sta

contrattando il passaggio per Dover con il padrone di un battello.

Viaggiatore   Vorrei imbarcarmi subito per l’Inghilterra.

Battelliere     Niente di più facile, ma stamattina è giunta una disposizione secondo la quale nessuno può partire senza un lasciapassare del signor cardinale

Viaggiatore   Ce l’ho. Eccolo!

Battelliere     Dovete farlo vistare dal governatore del porto.

Viaggiatore   E dov’è?

Battelliere     In quella villa a un quarto di lega dalla città; ecco, la si vede da qui, ai piedi di quella collinetta: quel tetto di ardesia.

Viaggiatore   D’accordo.

E si avvia, seguito a distanza da D’Artagnan e da Planchet. Dopo qualche passo, D’Artagnan

decide di abbordarlo.

D’Artagnan  Signore, mi sembra che abbiate molta fretta.

Viaggiatore   Moltissima, signore.

D’Artagnan  Mi dispiace, perché siccome anch’io ho molta fretta, volevo pregarvi di un favore.

Viaggiatore   Quale?

D’Artagnan  Lasciarmi passare per primo.

Viaggiatore   Impossibile, ho fatto sessanta leghe e domani a mezzogiorno devo essere a Londra.

D’Artagnan  Ho fatto lo stesso cammino e domattina alle dieci devo essere a Londra.

Viaggiatore   Mi spiace, signore; ma sono arrivato primo e non passerò secondo.

D’Artagnan  Mi spiace, signore; ma sono arrivato secondo e passerò primo.

Viaggiatore   Sono il conte De Wardes. Servizio del re!

D’Artagnan  Servizio mio!

Viaggiatore   Mi sembra che vogliate provocarmi.

D’Artagnan  Perbacco, ve ne siete accorto?

Viaggiatore   Che cosa desiderate?

D’Artagnan  Volete saperlo?

Viaggiatore   Certamente.

D’Artagnan  Voglio il vostro lasciapassare, ché non ne ho e me ne occorre uno.

Viaggiatore   Volete scherzare.

D’Artagnan  Non scherzo mai.

Viaggiatore   Lasciatemi passare!

D’Artagnan  Non passerete.

Viaggiatore   Vi fracasseròil cranio. Lubin, le mie pistole!

D’Artagnan  Planchet, sbriga il servo, che io sbrigherò il padrone.

Planchet        Fate il vostro dovere, signore, che io faccio il mio.

E mentre Planchet atterra il povero Lubin, D’Artagnan duella col viaggiatore e gli vibra tre

stoccate.

D’Artagnan  Questa per Athos, questa per Porthos, questa per Aramis!

Scena sesta.

D’Artagnan si presenta di nuovo al battelliere.

Battelliere     Già di ritorno?

D’Artagnan  Ecco il mio lasciapassare vistato.

Battelliere     E quell’altro gentiluomo?

D’Artagnan  Non partirà per oggi, ma, state tranquillo, pagherò il viaggio per noi due.

Battelliere     Allora partiamo.

D’Artagnan  Partiamo!

Scena settima.

A Londra, nel palazzo del duca di Buckingam.

D’Artagnan  Accidenti, io non parlo una parola d’inglese! Ehi… voi… capite la mia lingua?

Patrick           Perfettamente, signore.

D’Artagnan  Meno male! E qual è la vostra mansione?

Patrick           Sono il cameriere di fiducia del duca di Buckingam.

D’Artagnan  Perfetto! Io vengo da Parigi per una faccenda della massima importanza, e devo subito parlare col duca.

Patrick           Chi debbo annunciare a Milord?

D’Artagnan  Il giovane che una sera lo ha provocato sul Pont-Neuf, dinanzi alla Samaritane.

Patrick           Strana raccomandazione.

D’Artagnan  Vedrete che funzionerà.

Il cameriere lascia solo D’Artagnan per qualche istante. Finché una porta si apre, ed entra il duca

di Buckingam.

Buckingam   Non è accaduta nessuna disgrazia alla Regina?

D’Artagnan  Non credo; ma penso che ella corra un grave pericolo, dal quale soltanto Vostra Grazia può salvarla.

Buckingam   Io? Avrei dunque la fortuna di poter esserle utile in qualche cosa?Parlate!

D’Artagnan  Leggete questa lettera. E’ di Sua Maestà.

Buckingam   Sua Maestà! (E rompe il sigillo) Che cos’è questo strappo?

D’Artagnan  Oh, niente, è uno scherzetto che mi ha fatto la spada di un tizio al porto di Calais.

Buckingam   Siete ferito?

D’Artagnan  Una graffiatura.

Buckingam   Oh, mio Dio! Che cosa leggo! Patrick!

Patrick           Comandi, Milord.

Buckingam   Tu resta qui. Anzi, no; raggiungi il re ovunque egli sia e digli che lo supplico umilmente di scusarmi, ma sono trattenuto da una faccenda della massima importanza. E voi, giovanotto, venite, venite con me!

D’Artagnan lo segue attraverso il salone in uno studio più piccolo, e attende che il duca apra un

piccolo sportello nel quale ha riposto il cofanetto coi diamanti.

Buckingam   Ecco, ecco i preziosi puntali coi quali avevo giurato di farmi seppellire, La regina me li aveva dati, la regina li riprende: la sua volontà, come quella di Dio, sia fatta ora e sempre. (Apre il cofanetto, ma subito emette un gemito) Oh, mio Dio!

D’Artagnan  Che succede, Milord?

Buckingam   Siamo perduti. Mancano due puntali!

D’Artagnan  Milord li ha smarriti, o crede che gli siano stati rubati?

Buckingam   Mi sono stati rubati, e certamente per ordine del cardinale. Ecco, guardate, i nastri sono stati tagliati con le forbici.

D’Artagnan  Forse i puntali sono ancora nelle mani del ladro.

Buckingam   Aspettate! Ho messo questi puntali una sola volta, al ballo di corte, otto giorni fa, a Windsor. La contessa di Winter, con la quale non ero in buoni rapporti, si è riconciliata con me in quell’occasione. Dopo è scomparsa. Sicuramente quella donna è un agente del cardinale. Ditemi quando sarà il ballo?

D’Artagnan  Lunedì.

Buckingam   Ancora cinque giorni; più di quanto non ci occorra!

- fine della dodicesima puntata -

TREDICESIMA PUNTATA

Personaggi:

                            D’Artagnan

                            Re Luigi XIII

                            Anna D’Austria

                   Il Cardinale De Richelieu

                   Bonacieux

                   Il duca di Buckingam

                   Planchet, servitore di D’Artagnan

                   L’oste di Saint-Valery

                   Il cerimoniere

                   Uno scabino

                   Un’invitata al ballo

*******

Scena prima.

D’Artagnan “Davanti al Duca di Buckingam, che maneggiava a suo piacere uomini e milioni, non riuscivo a riavermi dallo stupore. Ma al tempo stesso capivo che il Duca cercava il modo di farmi accettare qualche cosa, e stranamente mi ripugnava l’idea che il sangue dei miei amici e il sangue mio potessero esser pagati con moneta inglese.”

Buckingam   E ora, signor D’Artagnan, come potrò disobbligarmi verso di voi?

D’Artagnan  Signor Duca, vi confesso che un letto è la cosa di cui in questo momento ho maggiormente bisogno.

Buckingam   Vi sistemerò in una camera attigua alla mia. Partirete per Parigi fra due giorni; ho dato ordine al mio gioielliere di fiducia di farmi una copia esatta dei due puntali che mancano entro dopodomani. Li pagherò il doppio del loro valore, ma ne vale la pena. Se i puntali che mi hanno rubato sono già partiti per la Francia, vi giungeranno solo dopo di voi.

D’Artagnan  Com’è possibile?

Buckingam   Ho messo un embargo su tutte le navi che sono nei porti di Sua Maestà, e nessuna, senza un permesso particolare, oserà levar l’ancora. Siete stupito? Ebbene, debbo confessarvi che la mia vera regina è Anna D’Austria; a una sua parola tradirei il mio paese, tradirei il mio re, tradirei il mio Dio.

D’Artagnan  Milord, a scanso di equivoci debbo dirvi che io sono al servizio del re e della regina di Francia, e ora che siamo alla vigilia di una guerra vi confesso che in Vostra Grazia io vedo soltanto un inglese e quindi un nemico che preferirei incontrare sul campo di battaglia piuttosto che nel palazzo di Windsor; ciò che del resto non m’impedirà di compiere fedelmente la mia missione e di farmi ammazzare, se necessario, per portarla a termine.

Buckingam   Ed io vi stimo e vi ammiro proprio per questo. Vi farò partire su di una goletta che vi condurrà in un piccolo porto della costa francese, Saint-

Buckingam   Valery, ove sicuramente non sarete atteso perché non vi gettano l’ancora che dei pescherecci. Vi indirizzerò ad una pessima locanda, un sudicio buco per marinai; non potete sbagliarvi, non ce n’è che una. Chiederete dell’oste e gli direte: forward.

D’Artagnan  Che vuol dire?

Buckingam   Vuol dire avanti; è la parola d’ordine. L’oste vi darà un cavallo sellato e vi indicherà la strada; durante il viaggio troverete così quattro cavalli di ricambio, già equipaggiati per la guerra. Sono sicuro che non rifiuterete di

                        accettarne uno e di far sì che i vostri amici accettino gli altri tre; del resto, vi serviranno per combatterci. Il fine giustifica i mezzi, come dite voialtri francesi, non è vero?

D’Artagnan  Sì, Milord, accetto, e se Dio vuole, faremo buon uso dei vostri doni.

Scena seconda.

L’interno della locanda di Saint-Valery. Si sentono le voci dei marinai che gozzovigliano.

D’Artagnan  Oste, debbo dirvi qualcosa.

Oste               Dite pure, signore.

D’Artagnan  (abbassando la voce) Forward.

Oste               Venite con me.

Li sentiamo attraversare la sala, aprire una porta ed uscire in un piccolo cortile, dove li aspetta un

cavallo sellato.

Oste               Questo è il vostro cavallo.

D’Artagnan  Che strada devo fare?

Oste               Andate a Blangy e di qui a Neufchatel. Là entrerete nell’albergo dell’Erpice d’Oro, date la parola d’ordine all’oste e troverete come qui un cavallo sellato.

                                   Lo stesso farete negli altri alberghi che di volta in volta vi indicheranno, a Rouen, a Pontoise, e così via.

D’Artagnan  Debbo pagare qualche cosa?

Oste               E’ già tutto pagato, e profumatamente. Andate, e che Dio vi accompagni!

D’Artagnan  Amen! (Sale a cavallo e si allontana al galoppo)

D’Artagnan  “Seguii scrupolosamente le istruzioni ricevute. Ovunque trovai un cavallo sellato che mi aspettava, perfettamente equipaggiato, anche di pistole. L’ultimo cambio lo feci a Pontoise, ed alle nove entrai di galoppo nella corte del palazzo del signor De Tréville. In dodici ore avevo percorso sessanta leghe.

Scena terza.

Nel salone del Palazzo Municipale, durante il ricevimento in onore dei Sovrani. Il brusio

eccitato degli invitati viene spento da tre solenni colpi di bastone.

Cerimoniere Sua Maestà Luigi XIII, per grazia di Dio re di Francia! (Squillano le trombe)

Primo scabino Avete notato che aria triste e preoccupata ha il re?

Cerimoniere Il segretario di Stato, Eccellentissimo cardinale De Richelieu!

Richelieu      Maestà, in questo astuccio ho qualcosa che spero possa interessarvi.

Re                   Due puntali di diamanti? Che significa?

Richelieu      Niente, solo che se la regina, ma ne dubito, ha i puntali, contateli, e se ne trovate solo dieci, chiedete a Sua Maestà chi può averle rubato questi due che vedete.

Un grido di ammirazione degli invitati blocca il dialogo fra i due.

Cerimoniere Sua Maestà la regina, principessa Anna D’Austria!

Invitata          Quel costume da cacciatrice le sta a meraviglia. E guardate quella mantella di velluto grigio perla con quella gonna di raso azzurro ricamata d’argento!

Primo scabino E’ certamente la più bella donna di Francia, ma appare soprattutto stanca.

Invitata          Guardate quei puntali di diamanti sulla spalla sinistra!

Primo scabino Non li vedo!

Invitata          Ma sì, quelli sostenuti da un fiocco azzurro!

Re                   (avvicinandosi alla regina) Vi ringrazio, signora, di aver esaudito il mio desiderio, ma credo che vi manchino due puntali: eccoli.

Anna              (fingendosi stupita) Sire! Me ne regalate altri due? Saranno dunque quattordici!

Re                   Avete ragione. Che significa tutto questo, signor cardinale?

Cardinale      Significa, Sire, che desideravo che Sua Maestà accettasse questi due puntali, ma non osando offrirglieli di persona, ho adottato questo mezzo.

Anna              Sono tanto più riconoscente a Vostra Eminenza in quanto son sicura che questi due puntali le costano ciò che gli altri dodici son costati a Sua Maestà!

I violini annunciano l’inizio del ballo.

Anna              Maestà, penso sia giunto il momento di aprire le danze.

Re                   Volentieri, o mia regina!

Scena quarta.

D’Artagnan bussa alla porta di casa.

D’Artagnan  Aprimi, Planchet! E sbrigati, pappamolle!

Planchet        Eccomi… eccomi… bentornato a casa, signore.

D’Artagnan  Qualcuno ha portato una lettera per me?

Planchet        Nessuno, signore, ma c’è una lettera che è entrata da sola.

D’Artagnan  Che vuoi dire, imbecille?

Planchet        Voglio dire che, rincasando, benché avessi in tasca la chiave dell’appartamento e non me ne fossi mai separato, ho trovato una lettera sul tappeto verde della tavola, nella vostra camera da letto.

D’Artagnan  E dov’è questa lettera?

Planchet        L’ho lasciata dov’era, signore. Non è naturale che le lettere entrino a questo modo nelle case. State attento, signore, che qui sotto dev’esserci certamente qualche diavoleria.

D’Artagnan si precipita nella camera da letto e apre la lettera.

D’Artagnan  (legge) “Qualcuno deve porgervi e trasmettervi vivi ringraziamenti. Trovatevi stasera verso le dieci a Saint-Cloud, di fronte al padiglione che è all’angolo della casa del signor D’Estrées.” “C.B.”

Planchet        Ebbene, signore, non avevo indovinato? Non si tratta di qualche cosa di brutto?

D’Artagnan  Ti sbagli, Planchet, tant’è vero che ti do uno scudo perché tu beva alla mia salute.

Planchet        Ringrazio il signore dello scudo e gli prometto di seguire scrupolosamente le sue istruzioni, ciò non toglie che lettere che entrano a questo modo nelle case…

D’Artagnan  Cadono dal cielo, amico mio, cadono dal cielo.

Planchet        Allora il signore è contento?

D’Artagnan  Sono il più felice degli uomini.

Planchet        Posso dunque approfittare della bontà del signore per andarmene finalmente a letto?

D’Artagnan  Và pure. Io esco e non torno prima di sera. Tu sei libero fino alle sette. Ma alle sette tienti pronto con due cavalli.

Planchet        A quanto pare, andiamo a farci ancora bucar la pelle.

D’Artagnan  Prenderai il moschetto e le pistole.

Planchet        Che dicevo? Maledetta lettera.

D’Artagnan  Rassicurati, imbecille, si tratta solo d’una gita di piacere.

Planchet        Sì, come quella dei giorni scorsi, con pioggia di proiettili e imboscate ad ogni passo.

D’Artagnan  Hai forse paura, Planchet?

Planchet        Il signore mi offende. Ho ancora molto coraggio da spendere. Ma prego il signore di non prodigarlo troppo, se vuole che duri a lungo.

D’Artagnan fa per uscire, ma sulla soglia s’imbatte nel signor Bonacieux.

D’Artagnan  Oh, signor Bonacieux, lieto di vedervi!

Bonacieux     Il piacere è reciproco. Ma che cosa avete fatto in questi giorni? Non ho visto né voi né i vostri amici, e non credo che abbiate raccolto sul selciato di Parigi tutta la polvere che Planchet toglieva dai vostri stivali.

D’Artagnan  Avete ragione, caro signor Bonacieux, i miei amici ed io abbiamo fatto un viaggetto.

Bonacieux     Siete andati lontano?

D’Artagnan  Oh, no, a una quarantina di leghe da Parigi: abbiamo accompagnato il signor Athos alle acque di Forges, ove i miei amici sono rimasti.

Bonacieux     E voi siete tornato, non è vero? Un bel ragazzo come voi non ottiene lunghi congedi dalla propria amante. Eravamo dunque ansiosamente attesi a Parigi?

D’Artagnan  Lo confesso, tanto più che mi accorgo che non vi si può nascondere nulla. Sì, ero atteso, e molto ansiosamente, vi assicuro.

Bonacieux     E la vostra puntualità sta per essere premiata?

D’Artagnan  Oh, volete farmi la morale?

Bonacieux     No, ve lo chiedo solo per sapere se tornerete tardi.

D’Artagnan  Perché volete saperlo, mio caro padrone? Avete forse intenzione di aspettarmi?

Bonacieux     No, ma da quando sono stato arrestato e derubato della mia borsa con le cento pistole che mi aveva donato il cardinale, mi spavento ogni volta che sento aprire una porta, soprattutto la notte. Che volete. Non sono un uomo di spada, io!

D’Artagnan  Ebbene, non spaventatevi se rincaso all’una, alle due o alle tre del mattino; e non spaventatevi neppure se non rincaso affatto. Ma che avete? Diventate pallido…

Bonacieux     Niente, niente. Da quando ho cominciato ad avere dei guai, vado soggetto a improvvisi capogiri: ora, per esempio, ho sentito un brivido. Ma non badateci: non dovete occuparvi che d’esser felice.

D’Artagnan  Allora tranquillizzatevi perché lo sono. (E fa per avviarsi)

Bonacieux     Aspettate: avete parlato di stasera.

D’Artagnan  Ebbene, verrà pure questa sera, se Dio vuole; e può darsi che anche voi l’aspettiate con eguale impazienza. Forse stasera la signora Bonacieux si recherà al domicilio coniugale.

Bonacieux     Stasera la signora Bonacieux non è libera. Il suo servizio la trattiene al Louvre.

D’Artagnan  Peggio per voi, mio caro ospite, peggio per voi; quando sono felice, vorrei che lo fossero tutti. Ed ora lasciatemi andare, che l’amore mi chiama! (E si allontana ridendo.)

Bonacieux     (con accento sepolcrale) Buon divertimento!

- fine della tredicesima puntata -

QUATTORDICESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Il signor De Tréville

                   Bonacieux

                   Planchet, servitore di D’Artagnan

                   L’oste del Giglio d’Oro

                   Un vecchio

******


Scena prima.

D’Artagnan “Liquidato così quello sciocco di Bonacieux, mi diressi verso il palazzo del signor De Tréville, e lo trovai raggiante.”

Tréville         Mio caro D’Artagnan, sono l’uomo più felice del mondo. Il re e la regina sono stati molto affabili con me durante la festa da ballo. Il cardinale, invece, era di pessimo umore e all’una se n’è andato dicendosi indisposto. E’ evidente che il vostro felice ritorno ha contribuito alla gioia del re, al trionfo della regina e all’umiliazione di Sua Eminenza. Ma proprio per questo dovete stare in guardia.

D’Artagnan  Che cosa avrò da temere, signor De Tréville, finché avrò la fortuna d’essere nelle grazie delle Loro Maestà?

Tréville         Tutto, credetemi. Il cardinale non è uomo da dimenticare una mistificazione finché non ha fatto i conti con il mistificatore. Volete un consiglio, un consiglio da amico?

D’Artagnan  Ne sarò onorato, signore.

Tréville         State sempre in guardia. Dovete vedere nemici dappertutto. Se qualcuno vi provoca, fosse anche un ragazzo, scantonate; se qualcuno vi attacca di notte o di giorno, battete in ritirata e senza vergognarvene. Diffidate di tutti, degli amici, di vostro fratello, della vostra amante, soprattutto della vostra amante.

D’Artagnan  E perché soprattutto di lei?

Tréville         Perché il cardinale si serve preferibilmente della donna, come dello strumento più sbrigativo. Ma, a proposito, che ne è dei vostri amici?

D’Artagnan  Li ho lasciati per strada: Porthos impegnato in un duello; Aramis con un proiettile nella spalla; e Athos con addosso l’accusa di falsario.

Tréville         E voi come avete fatto a cavarvela?

D’Artagnan  Per miracolo, signore, lo confesso, con un colpo di punta nel petto, e inchiodando il conte De Wardes sulla strada di Calais come una farfalla alla parete.

Tréville         Anche questa! Il conte De Wardes, una creatura del cardinale, un cugino di Rochefort ! Sentite, caro amico, m’è venuta un’idea. Se fossi in voi, mentre Sua Eminenza mi fa cercare a Parigi, partirei, alla chetichella, in cerca dei nostri amici.

D’Artagnan  Ottimo consiglio, signore. Domani partirò.

Tréville         E perché non questa sera?

D’Artagnan  Questa sera una faccenda importante mi trattiene a Parigi.

Tréville         Qualche amorazzo? State attento, la donna ci ha sempre perduti. Date retta a me, partite stasera.

D’Artagnan  Impossibile, signore.

Tréville         Avete dato la vostra parola?

D’Artagnan  Sì, signore.

Tréville         Allora è diverso. Ma promettetemi che, se stanotte non vi ammazzano, partirete domani.

D’Artagnan  Ve lo prometto.

Scena seconda.

Una strada di campagna. D’Artagnan è a cavallo; Planchet lo segue a rispettosa distanza.

Planchet        Non trovate, signore, che i boschi son come le chiese?

D’Artagnan  Perché, Planchet?

Planchet        Perché negli uni come nelle altre non si osa parlare a voce alta.

D’Artagnan  Hai forse paura, Planchet?

Planchet        Sì, signore, paura d’essere udito.

D’Artagnan  Ma la nostra conversazione è moralissima, e nessuno potrebbe trovarvi da ridire.

Planchet        Signor D’Artagnan, voi vi fidate del vostro padrone di casa?

D’Artagnan  Io? Nemmeno per sogno!

Planchet        E fate bene, signore; ha una fisionomia traditrice. Pensate che, non appena lo avete lasciato, il signor Bonacieux ha preso il cappello e si è messo a correre nella direzione opposta.

D’Artagnan  In verità hai ragione, Planchet, tutto questo mi sembra molto sospetto. Non gli pagheremo la pigione finché la cosa non ci sarà stata categoricamente spiegata.

Planchet        Scherzate, scherzate pure con il povero Planchet. Cammineremo così tutta notte?

D’Artagnan  No, perché tu sei arrivato.

Planchet        Sono arrivato? E il signore?

D’Artagnan  Io faccio ancora qualche passo.

Planchet        E il signore mi lascia solo? Faccio osservare che la notte sarà molto fredda, che il freddo della notte produce reumatismi, e che un domestico che ha reumatismi è un ben triste servitore, soprattutto per un padrone attivo come il signore.

D’Artagnan  Ebbene, se hai freddo, entra in quella taverna che vedi laggiù, e aspettami sulla porta domattina alle sei.

Planchet        Signore, ho rispettosamente bevuto e mangiato lo scudo che mi avete dato stamattina, sicché non mi resta nemmeno un soldo falso.

D’Artagnan  Eccoti una mezza doppia. A domani. (E si allontana)


Scena terza.

La campana di Saint-Cloud lascia cadere dieci colpi. D’Artagnan arresta il cavallo.

D’Artagnan  (fra sé) Le dieci. Ecco il padiglione. (Scende da cavallo e fa qualche passo. Batte tre colpi con le palme della mani, ma non gli risponde nessuno.) Eppure l’appuntamento era per le dieci. Fammi controllare… (Trae di tasca la lettera) Proprio così: alle dieci, a Saint-Cloud, davanti al padiglione. Che strano, mi pare di vedere una luce attraverso i vetri. (Fa ancora qualche passo attraverso i cespugli) Dio mio! Uno dei vetri è rotto, la porta è sfondata, una tavola

D’Artagnan rovesciata. Deve esserci stata una lotta. Qualcuno avrà pur visto qualcosa. (Si dirige correndo lungo un viottolo) Là c’è una capanna! (Un cane alla catena si mette ad abbaiare. D’Artagnan bussa freneticamente ad una porta) Aprite! C’è nessuno? (Finalmente una vecchia imposta tarlata si apre) Sia ringraziato il cielo! Ehi, voi, venite fuori!

Un vecchio   Che volete?

D’Artagnan  Ascoltatemi, vi prego. Aspettavo qualcuno che non è venuto e muoio d’inquietudine. E’ forse accaduta qualche disgrazia nelle vicinanze? Parlate…

                                   Perché scuotete il capo così? Che volete dire?

Un vecchio   Ah, signore, non mi chiedete nulla; perché se vi dicessi quello che ho visto, mi succederebbe certo qualche disgrazia.

D’Artagnan  Dite quello che avete visto, e vi do la mia parola di gentiluomo che non una sillaba uscirà dalla mia bocca.

Un vecchio   Erano quasi le nove, avevo udito un po’ di rumore nella strada e volevo sapere di che si trattasse, quando, avvicinandomi alla porta esterna, mi accorsi che qualcuno cercava di entrare. Poiché sono povero e non temo di essere derubato, andai ad aprire e vidi tre uomini, a pochi passi di distanza. Nell’ombra c’erano una carrozza e dei cavalli da sella. Io chiesi loro che cosa desiderassero. Mi chiesero una scala, di quelle che uso per cogliere la frutta. Mi diedero uno scudo per il disturbo, e mi dissero che se avessi detto una parola di quanto stavo per vedere e udire, sarei stato perduto. I tre

Un vecchio uomini avevano fatto scendere dalla carrozza un ometto grasso e brizzolato, che salì cauto sulla scala, guardò dentro al padiglione e disse: “E’ lei!”. Allora i tre uomini forzarono la porta, e subito dopo alte strida echeggiarono nel padiglione. La donna gridava e chiamava aiuto. Ma presto le sue grida furono soffocate. I tre uomini uscirono con la donna fra le braccia, la trasportarono nella carrozza, che subito s’allontanò al galoppo, scortata dai tre cavalieri. Da quel momento non ho visto più nulla, non ho udito più nulla.

D’Artagnan  Sapete descrivermi, suppergiù, colui che dirigeva le operazioni?

Un vecchio   Un tipo alto, magro, olivastro, baffi neri, occhi neri, aspetto di gentiluomo.

D’Artagnan  Lui, sempre lui! E’ il mio demonio, a quanto pare!

Scena quarta.

D’Artagnan rientra a casa, e sulla soglia si imbatte di nuovo nel signor Bonacieux.

Bonacieux     A quanto pare, giovanotto, facciamo di notte giorno! Caspita, le sette! Mi sembra che sovvertiate alquanto la norma.

D’Artagnan  A voi, mastro Bonacieux, non è possibile muover lo stesso rimprovero, che siete il modello degli uomini metodici. Vero è che quando si ha una moglie giovane e bella non si ha bisogno d’inseguire la felicità; giacché la felicità viene a trovarvi; non è così, signor Bonacieux?

Bonacieux     Ah, ah, siete un bel tipo, voi! Ma dove diavolo siete andato a finire questa notte, mio giovin signore? Se non sbaglio, le scorciatoie che avete percorse erano alquanto infangate.

D’Artagnan  Sentite, fate pure dello spirito, brav’uomo, ma a me sembra che, se i miei stivali han bisogno d’esser lavati, le vostre calze e le vostre scarpe abbian bisogno d’esser spazzolate. Siete forse andato a zonzo anche voi? Diavolo, non sarebbe perdonabile a un uomo della vostra età.

Bonacieux     Oh, no, Dio mio, ieri sono andato a Saint-Mandé per assumere informazioni sul conto d’una serva di cui non posso fare assolutamente a meno e, poiché le strade erano cattive, mi sono infangato a questo modo e non ho avuto ancora il tempo di ripulirmi.

D’Artagnan  Bene. Ora io salgo nel mio appartamento, mi faccio pulire gli stivali da Planchet e dopo, se volete, ve lo mando perché vi pulisca le scarpe.

Scena quinta.

D’Artagnan entra in casa.

D’Artagnan  Planchet, tra un quarto d’ora partiamo!

Planchet        Proprio il consiglio che stavo per dare al signore. Sapete chi è venuto a farvi visita? Il signor De Cavois, il capitano delle guardie di Sua Eminenza.

D’Artagnan  Veniva ad arrestarmi?

Planchet        L’ho supposto, signore, ad onta del suo fare insinuante.

D’Artagnan  Aveva un fare insinuante?

Planchet        Diceva di venire da parte di Sua Eminenza che, a sentir lui, vi vuol molto bene, a pregarvi di seguirlo al Palazzo Reale. Io gli ho detto che era impossibile, dato che non eravate in casa. E lui: “Dov’è andato?” Ed io: “A Troyes, in Champagne”.

D’Artagnan  E bravo Planchet! E adesso, preparati a partire.

Planchet        E dove andiamo, se non sono troppo curioso?

D’Artagnan  Perdio, in direzione opposta a quella in cui hai detto ch’ero andato. Prima tappa: la locanda di Chantilly in cui abbiamo lasciato Porthos!

Scena sesta.

Nella locanda di Chantilly.

D’Artagnan  Sentite, mio caro oste, vi ho detto di portami il vostro vino migliore e, se mi avete ingannato, sarete punito dal vostro stesso peccato.

Oste               Mi sembra che non sia questa la prima volta che ho l’onore di vedervi.

D’Artagnan  Ero qui dieci giorni fa; accompagnavo alcuni amici, moschettieri, tant’è vero che uno di questi ha attaccato lite con un forestiero che lo aveva provocato.

Oste               Ricordo perfettamente. La Signoria Vostra vuol parlar forse del signor Porthos?

D’Artagnan  Proprio di lui. Gli è forse accaduta una disgrazia?

Oste               La Signoria Vostra ricorderà ch’egli non ha potuto proseguire il viaggio.

D’Artagnan  Ci aveva infatti promesso di raggiungerci e non lo abbiamo più visto.

Oste               Ci ha fatto l’onore di rimanere qui. E siamo molto preoccupati, perché ha fatto alcune spese.

D’Artagnan  Ebbene, le pagherà.

Oste               Ah, signore, mi ridate la vita! Gli abbiamo fatto molto credito, e proprio stamattina il chirurgo ci ha dichiarato che, se il signor Porthos non lo pagherà, se la prenderà con me.

D’Artagnan  Ma Porthos è dunque ferito?

Oste               Non saprei dirvelo, signore.

D’Artagnan  Ma insomma, posso vedere Porthos?

Oste               Certamente, signore. Imboccate la scala, salite al primo piano e bussate al numero 1. Ma avvertite che siete voi.

D’Artagnan  E perché?

Oste               Perché potrebbe capitarvi qualche disgrazia.

D’Artagnan  Ma che disgrazia volete che mi capiti?

Oste               Il signor Porthos, in un impeto di collera, potrebbe infilarvi con la spada o farvi saltare le cervella.

D’Artagnan  Ma che gli avete fatto?

Oste               Gli abbiamo chiesto di pagarci.

D’Artagnan  Beh, certo, quella è una richiesta che Porthos accoglie molto sfavorevolmente. Ma dovrebbe avere del denaro con sé.

Oste               Anche noi lo credevamo, signore; ma, a quanto pare, siamo capitati in un brutto momento perché, non appena abbiamo aperto bocca,, ci ha mandati al diavolo. Allora gli feci sapere che, siccome sembravamo destinati a non intenderci circa il pagamento, speravo che egli avrebbe avuto la bontà di concedere il favore del suo alloggio al mio collega, il padrone dell’Aquila d’Oro; ma il signor Porthos ha detto che poiché il mio albergo era il migliore intendeva restarci. Perciò da allora nessuno è più entrato nella sua camera.

D’Artagnan  Del resto non credo che Porthos vi debba molto.

Oste               Una ventina di doppie, senza contare il chirurgo. Oh, non si fa mancare nulla, credetemi: si vede che è abituato bene.

D’Artagnan  Garantisco io per leui, avete la mia parola. Del resto, non temete; Porthos non è così feroce come sembra.

- fine della quattordicesima puntata -

 

QUINDICESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                            Porthos

                   Aramis

                   Mousqueton, servo di Porthos

                   L’albergatrice

                   Un gesuita

                            Un curato

*******

Scena prima.

D’Artagnan “Salii le scale della locanda di San Martino, alla ricerca di Porthos. Davanti all’uscio più in vista del corridoio era tracciato, con inchiostro nero, un gigantesco numero 1. Bussai e, invitato ad entrare, trovai Porthos a letto, curiosamente sdraiato a pancia sotto.”

Porthos          Ah, eccovi qua, caro D’Artagnan. Siate il benvenuto.

D’Artagnan  Mio caro Porthos, lieto di rivedervi.

Porthos                     Scusatemi se non vi vengo incontro. Ma, sapete che cosa mi è accaduto?

D’Artagnan  No.

Porthos          L’albergatore non vi ha detto niente?

D’Artagnan  Ho chiesto di voi e sono subito salito. Che cosa vi è accaduto?

Porthos          Mi è accaduto che, buttandomi a fondo sul mio avversario, cui avevo già inferto due o tre stoccate, e col quale volevo farla finita alla quarta, sono scivolato su di un sasso e mi sono ammaccato il ginocchio.

D’Artagnan  Davvero?

Porthos          Parola d’onore! E fortunatamente per il mariolo, ché, vi assicuro, lo avrei lasciato morto sul posto.

D’Artagnan  E dov’è andato a finire?

Porthos          Non lo so; ne ha avuto abbastanza ed è partito senza chiedere il resto. 

D’Artagnan  Sicché, questa ammaccatura che vi costringe a stare a letto?…

Porthos          Ah, mio Dio, sì, ecco tutto; del resto, fra pochi giorni sarò in piedi.

D’Artagnan  Perché allora non vi siete fatto trasportare a Parigi? Qui dovete annoiarvi terribilmente.

Porthos          Era infatti la mia intenzione; ma, mio caro amico, bisogna che vi confessi una cosa. Siccome avevo in tasca le settantacinque doppie che mi avevate date, per distrarmi, ho fatto salire in camera mia un gentiluomo di passaggio cui ho proposto una partita ai dadi. Così, sull’anima mia, le

Porthos          settantacinque doppie sono passate dalla mia tasca alla sua, senza contare il cavallo, che s’è portato via.

D’Artagnan  Conoscete il detto: “sfortunato al gioco, fortunato in amore”. Ma che v’importano i rovesci finanziari! Non avete forse una certa duchessa che non può mancare di venirvi in aiuto?

Porthos          Le ho scritto, difatti, di mandarmi una cinquantina di luigi…

D’Artagnan  Ebbene?

Porthos          Dev’essere ancora nelle sue terre, perché non m’ha risposto. Allora ieri le ho scritto una seconda lettera più insistente della prima; ma voi siete qui, carissimo, e parliamo di voi. Cominciavo ad essere alquanto inquieto sul vostro conto.

D’Artagnan  Ma l’albergatore, a quanto pare, vi tratta molto bene.

Porthos          Così così. Tre o quattro giorni fa l’impertinente mi ha presentato il conto, e io li ho messi alla porta, il conto e lui; sicché sono qui da vincitore, diciamo, da conquistatore. Perciò, come vedete, sono armato sino ai denti per timore che la mia posizione possa venir forzata da un momento all’altro.

D’Artagnan  Tuttavia, a giudicare dalle bottiglie vuote, mi sembra che di tanto in tanto facciate qualche sortita.

Porthos          Non io, purtroppo! Questa stupida ammaccatura mi trattiene a letto. Ma Mousqueton, il mio servo, percorre la campagna e ritorna coi viveri. (Sentiamo aprirsi la porta della camera) Giusto in punto! Eccovi di ritorno, mio caro!

Mousqueton            Ho qualcosa per voi, signor Porthos! E anche per voi, signor D’Artagnan! Lieto di rivedervi sano e salvo.

D’Artagnan  Mio caro Mousqueton, dovete farmi un piacere.

Mousqueton            Se posso.

D’Artagnan  Insegnare a Planchet il vostro segreto ; potrei trovarmi assediato a mia volta.

Mousqueton            Niente di più facile. Sono stato allevato in campagna e mio padre era un ottimo cacciatore di frodo.

D’Artagnan  E di mestiere, che faceva?

Mousqueton            Praticava un’industria che mi è sempre parsa abbastanza proficua. Poiché era il tempo delle guerre tra cattolici e ugonotti, il tutto in nome della religione, s’era fatto una credenza mista, che gli consentiva d’essere ora cattolico e ora ugonotto. Se ne andava di solito a passeggiare con lo schioppo in spalla e quando vedeva avvicinarsi un cattolico solo, subito la religione protestante aveva in lui il sopravvento. Abbassava lo schioppo in direzione del viandante e, quando era a dieci passi da lui, intavolava un dialogo a conclusione del quale il viandante finiva quasi sempre col dargli la borsa per avere salva la vita. S’intende che, quando vedeva avvicinarsi un ugonotto, si sentiva invadere da un così ardente zelo cattolico, che non capiva come, un quarto d’ora prima, avesse potuto avere dei dubbi sulla nostra santa religione.

D’Artagnan  E com’è finito quel brav’uomo?

Mousqueton            Nel più sventurato dei modi, signore. Un giorno s’era trovato, senza via di scampo, tra un ugonotto e un cattolico coi quali aveva avuto a che fare, e che lo riconobbero; così s’allearono contro di lui e lo impiccarono a un albero.

D’Artagnan  Certo vostro padre dev’essere stato un tipo molto intelligente.

Mousqueton            Certo; è stato lui ad insegnarmi a tendere il laccio e a buttar la lenza in acqua. Di modo che, ora, grazie a Dio, non ci mancano né pernici, né conigli, né carpe, alimenti leggeri e sani, ottimi per convalescenti.

D’Artagnan  Ma chi provvede il vino? L’albergatore?

Mousqueton            Sì e no. Vi provvede, ma non sa di avere quest’onore.

D’Artagnan  Spiegatevi meglio.

Mousqueton            L’albergatore ha una cantina assai ben provvista, ma della quale porta sempre con sé la chiave. Senonché questa cantina è munita di una piccola finestra, dalla quale io pesco con il lazo, come fanno gli indigeni nelle

Mousqueton pampas. E così, se volete assaggiare il nostro vino e dirci il vostro spassionato parere…

Porthos          Apparecchia la tavola, Mousqueton, e intanto D’Artagnan ci racconterà che cosa gli è capitato in questi dieci giorni.

D’Artagnan  Pranzerei con molto piacere con voi, mio caro Porthos, ma purtroppo devo subito rimettermi in viaggio per avere notizie di Aramis e di Athos. Ora che sono rassicurato sul vostro conto, non vedo l’ora di ritrovare i nostri due amici. Del resto conto di ripassare di qui fra pochi giorni, e allora potremo fare il viaggio di ritorno insieme.

Scena seconda.

Nella locanda di Crévecoeur, dove era stato lasciato Aramis.

Albergatrice Benvenuto nella mia locanda, signore. In che cosa posso servirla?

D’Artagnan  Mia buona signora, potreste darmi notizie di un mio amico che, or è una dozzina di giorni, abbiam dovuto lasciare qui?

Albergatrice Un bel giovane, gentile, simpatico, ben fatto?

D’Artagnan  E ferito ad una spalla?

Albergatrice Proprio lui. Ebbene, signore, è proprio qui.

D’Artagnan  Voi mi ridate la vita. E dov’è quel caro Aramis? Non vedo l’ora di riabbracciarlo.

Albergatrice Mi dispiace, signore, ma credo che in questo momento non possa ricevervi.

D’Artagnan  E perché? E’ forse con una donna?

Albergatrice Gesù, che dite mai? E’ col curato di Montdidier e col superiore dei gesuiti di Amiens.

D’Artagnan  Oh Dio! E’ forse peggiorato ?

Albergatrice Al contrario: in seguito alla malattia è stato toccato dalla grazia e ha deciso di prendere gli ordini religiosi.

D’Artagnan  Ragione di più per correre subito da lui. Dov’è?

Albergatrice Il signore non ha che da imboccare la scala a destra nel cortile, secondo piano, numero 5.

Scena terza.

D’Artagnan irrompe nella stanza di Aramis.

Aramis           Amico mio, come sono felice di vedervi!

D’Artagnan  E anch’io, sebbene non sia ancora sicuro di parlare proprio con Aramis.

Aramis           Proprio a lui, amico, a lui in persona.

D’Artagnan  Temevo di aver sbagliato camera, vedendovi con quella papalina nera in testa, in compagnia di questi signori.

Aramis           Permettete che vi presenti: il superiore dei gestuiti di Amiens…

Gesuita          Signore…

Aramis           Il curato di Montidier…

Curato           Molto lieto.

Aramis           Il signor D’Artagnan, mio buon amico.

D’Artagnan  Signori… Forse vi turbo, mio caro Aramis, perché, a quanto vedo vi state confessando.

Aramis           Voi turbarmi? Al contrario, ve lo giuro ; e permettetemi di rallegrarmi nel vedervi sano e salvo. (Rivolto agli ecclesiastici) Perché il signore è appena scampato a un terribile pericolo.

I due              (contemporaneamente) Lodate Iddio, signore.

D’Artagnan  Non ho mancato di farlo, reverendi.

Aramis           Arrivate a proposito, caro D’Artagnan, e, partecipando alla discussione, la illuminerete coi vostri lumi. Stiamo argomentando intorno ad alcune questioni teologiche che da molto tempo ci appassionano; sarei felice di avere il vostro parere.

D’Artagnan  Il parere d’un uomo di spada…

Aramis           Al contrario, ci sarà prezioso. Ecco di che si tratta: il superiore ritiene che la mia tesi debba essere soprattutto dogmatica e didattica.

D’Artagnan  La vostra tesi! Voi preparate dunque una tesi?

Gesuita          S’intende; per l’esame che precede una ordinazione, la tesi è di rigore.

D’Artagnan  L’ordinazione!

Aramis           Ora, il signor superiore mi proponeva il seguente argomento: Utraque manus in benedicendo clericis inferioribus necessaria est. Vale a dire, le due mani sono indispensabili ai preti degli ordini inferiori quando impartiscono la benedizione.

Gesuita          Mirabile argomento!

Curato           Mirabile e dogmatico!

D’Artagnan  (Sbadigliando) Scusate, signori, ma sono stanco del viaggio e tutto questo latino di sfugge.

Gesuita          Del resto il Vangelo dice: Imponite manus, e non già manum.

Curato           Imponete le mani.

Gesuita          A San Pietro, invece, Porrige ditos.

Curato           Porgete le dita.

Gesuita          Il Papa, dunque, benedice con le dita. E con quante dita? Tre: un dito per il Padre, uno per Figlio e uno per lo Spirito Santo.

Aramis           Certamente rendo giustizia alla bellezza di questa tesi, ma che forse riconosco superiore alle mie forze. Avevo scelto, invece questo argomento: ditemi, D’Artagnan, se vi piace. Non inutile est desiderium in oblazione, o meglio: un po’ di rimpianto non guasta in una offerta al Signore.

Gesuita          Questa tesi sfiora l’eresia! Voi siete incline alle false dottrine.

Curato           Finirete col perdervi.

Aramis           Ma, reverendo…

Gesuita          In che modo dimostrerete che si deve rimpiangere il mondo quando ci si dedica a Dio? Dio è Dio, e il mondo è il diavolo. Rimpiangere il mondo significa rimpiangere il diavolo; ecco la mia conclusione.

Curato           E anche la mia.

Gesuita          Desideras diabolum, disgraziato!

Curato           Non rimpiangete il diavolo, ve ne supplico, mio giovane amico!

Aramis           Ma ammetterete almeno che non è bello offrire al Signore soltanto ciò di cui si è assolutamente disgustati. Ho ragione, D’Artagnan?

D’Artagnan  Perdio!

Gesuita          Il mondo parla in voi a voce alta, altissima voce.

Aramis           Rassicuratevi, reverendo, rispondo di me.

Curato           Presunzione mondana!

Gesuita          Riflettete, giovane temerario. Continueremo questa conversazione domani.

Curato           A domani. Voglia il cielo che questo lume che si è acceso in voi non sia un fuoco fatuo! Signore…

Gesuita          Signore…

D’Artagnan  Reverendi.

Dopo che i due sono usciti, Aramis e D’Artagnan sembrano respirare più liberamente.

Aramis           Caro D’Artagna, sono tornato, come vedete, alle mie idee fondamentali.

D’Artagnan  Sì, ma non teologizziamo, per favore. Non ho mangiato niente dalle dieci di questa mattina, e ho una fame dannata.

Aramis           Pranzeremo tra poco, caro amico; soltanto voglio ricordarvi che oggi è venerdì, e non posso mangiar carne. Il mio pasto si compone oggi di tetragonie cotte e di frutta.

D’Artagnan  Che cosa intendete per tetragonie?

Aramis           Spinaci, ma per voi aggiungerò delle uova.

D’Artagnan  Festino poco succulento, ma fa niente; mi adatterò per stare in vostra compagnia.

Aramis           Polvere, ritorno nella polvere.

D’Artagnan  Peccato; io avrei voluto parlarvi di tante cose, ma vi vedo così staccato dal mondo. Per cui non parliamone più e bruciamo, prima di tutto, questa lettera che mi è stata consegnata affinché ve la portassi.

Aramis           Ma di chi è?

D’Artagnan  Di qualche servetta piangente, di qualche sartina disperata. Forse della signora De Chevreuse, costretta a ritornare a Tours.

Aramis           Vi prego, datemi quella lettera!

D’Artagnan Ma per fortuna, ormai per voi il mondo è un sepolcro, le donne sono ombre, e l’amore un sentimento da disprezzare!

Aramis           Ah, D’Artagnan, mi fate morire!  (Gli strappa la lettera di mano)

D’Artagnan  Dev’essere scritta bene, questa lettera, a giudicare dalla vostra faccia.

Aramis           Oh, grazie, grazie per avermela portata! Mi è fedele, mi ama sempre. Venite, amico mio, lasciate che vi abbracci: la gioia mi soffoca. (Corre alla porta) Bazin! Fatti dare una lepre in salmì, un cappone in brodo, un cosciotto di castrato all’aglio e quattro bottiglie di vecchio Borgogna. Beviamo, giuraddio, beviamo molto, e raccontatemi un po’ cosa si fa a Parigi!

- fine della quindicesima puntata -


SEDICESIMA PUNTATA

Personaggi:

D’Artagnan

Athos

Porthos

Aramis

L’oste

******


Scena prima.

D’Artagnan  “Il giorno dopo, salutato Aramis, trottavo sulla strada di Amiens, alla ricerca di Athos. In che condizioni lo avrei trovato? E, anzitutto, lo avrei trovato?La situazione in cui l’avevo lasciato era critica; e man mano che procedevo verso quell’albergo maledetto, in cui era rimasto solo a lottare come un leone, mi convincevo che era morto, e morto per colpa mia, perché io l’avevo trascinato in quest’avventura, della quale ignorava l’origine, ignorerà il risultato e dalla quale non doveva trarre alcun vantaggio.”

Immerso in questi tristi pensieri, il giovanotto entra nell’albergo di Amiens.

D’Artagnan  Mi riconoscete?

Oste               Non ho quest’onore.

D’Artagnan  Ah, non mi conoscete!

Oste               No, eccellenza.

D’Artagnan  Ebbene, basteranno due parole a farvi tornar la memoria. Che cosa avete fatto di quel gentiluomo al quale, or sono quasi quindici giorni, avete avuto l’audacia di dar del falsario?

Oste               Ah, monsignore, non parlatemene. Quanto caro ho pagato il mio errore. Ah, povero me!

D’Artagnan  Vi ho chiesto notizie di quel gentiluomo.

Oste               Vogliate ascoltarmi, monsignore, e siate clemente. Le autorità mi avevano avvertito che un celebre falsario sarebbe sceso al mio albergo insieme con molti amici, tutti travestiti da guardie o da moschettieri.

D’Artagnan  E poi?

Oste               Per ordine dell’autorità, che mi inviò un rinforzo di sei uomini, presi dunque quelle misure che credetti necessarie per catturare i falsari.

D’Artagnan  Ma insomma quel gentiluomo dov’è? Che cosa è di lui? E’ morto? E’ vivo?

Oste               Quel gentiluomo si difese disperatamente, e dopo aver messo fuori combattimento due uomini con due colpi di pistola, batté in ritirata difendendosi con la spada, con cui storpiò uno dei miei uomini, stordendo poi me con una piattonata.

D’Artagnan  E dopo?

Oste               Battendo in ritirata, trovò dietro di sé la scala della cantina e, poiché l’uscio era aperto, entrò, chiuse la porta a chiave e si barricò dentro. E lì lo lasciammo.

D’Artagnan  Dunque volevate solo imprigionarlo?

Oste               Ma s’imprigionò da sé, ve lo giuro. Io andai subito dal governatore a chiedere che cosa dovessi fare del prigioniero. Ma il governatore mi cacciò via, dicendo che se mi fossi azzardato a fare il suo nome mi avrebbe fatto impiccare.

D’Artagnan  Ma di Athos, che ne è stato?

Oste               Io volevo ridargli la libertà, ma ormai quello non era più un uomo, era un diavolo. Mi dettò subito le sue condizioni: “Prima di tutto voglio che mi si restituisca il domestico, armato di tutto punto.” Noi ci affrettammo ad obbedire. Allora si barricò di nuovo dentro la cantina, ordinandoci di restare di sopra.

D’Artagnan  E adesso dov’è?

Oste               Sempre in cantina, monsignore.

D’Artagnan  E voi, disgraziato, lo avete lasciato in cantina da allora?

Oste               No, signore. Noi lasciarlo in cantina? Ma voi non sapete quel che ha fatto in cantina! Anzi, se poteste farlo uscire di lì ve ne sarei riconoscente per tutta la vita.

D’Artagnan  Allora lo troverò là?


Oste               Sì, signore. Ogni giorno gli passiamo del pane in cima a una forchetta e, quando ne desidera, della carne. Una volta che ho tentato di scendere insieme a due miei garzoni, ha caricato le pistole, mentre il domestico caricava il moschetto. Da allora conduciamo l’esistenza più grama di questo mondo; perché tutte le nostre provviste sono in cantina; vino, birra, olio, lardo, salame; e, dal momento che non possiamo andarci, siamo costretti a rifiutar cibo e bevande ai viaggiatori che scendono in questo albergo. Se il vostro amico rimane un’altra settimana, siamo rovinati.

D’Artagnan  E ve lo meritereste, furfante! (Si sposta in cima alla scala che porta in cantina) Athos! Athos, mi sentite?

Athos             (dal fondo della scala) Dio mio, ma questa è la voce di D’Artagnan!

D’Artagnan  Sono proprio io, amico!

Athos             Scostatevi, D’Artagnan, scostatevi che sparo!

D’Artagnan  Non ce n’è bisogno. Apritemi la porta, vi prego.

Athos             Immediatamente. (Spalanca la porta e mette fuori la testa). Chi c’è con voi?

D’Artagnan  SoloPlanchet. Ho dato ordine a tutti di ritirarsi. Siete ferito?

Athos             Io? Ma neppur per sogno. Sono ubriaco fradicio, ecco tutto, e nessuno ha mai messo tanto impegno a ubriacarsi. Debbo averne bevuto solo io centocinquanta bottiglie.

Oste               (nascosto dietro D’Artagnan) Misericordia! Se il domestico ne ha bevuto la metà, sono rovinato.

D’Artagnan  Venite fuori, Athos! Non c’è pericolo, garantisco io. Il nostro amico oste mi ha promesso di mettervi a disposizione la più bella camera del suo albergo.

Oste               Ma, veramente…(dopo un grugnito di D’Artagnan) … certamente, eccellenza, certamente.

Athos             Va bene, adesso salgo. Ma lo faccio solo in nome della nostra amicizia. (Lo sentiamo salire pesantemente le scale. Quando arriva faccia a faccia con l’oste:) Del vino!

Oste               Ma sentitelo, del vino! Ma se me ne avete bevuto per più di cento doppie; ma se sono un uomo rovinato, perduto, finito!

Athos             Beh, abbiamo ancora sete.

Oste               E vi foste accontentati di bere; ma tutto il mio olio è perduto, tutti i salami rosicchiati! Mi pagherete tutto!

Athos             Triplo furfante.

D’Artagnan  Così impari a trattare più cortesemente gli ospiti che ti manda Iddio.

Oste               Ebbene, sì, signori, ho torto, lo riconosco, ma ogni peccato merita misericordia; abbiate pietà di me.

Athos             Ah, se parli in questo modo mi intenerisci, e le lacrime coleranno dai miei occhi come il vino colava dalle tue botti. Vediamo, vieni un po’ qui e parliamo… Avvicinati, ti dico. Io avevo una borsa con sessanta doppie. Che fine ha fatto?

Oste               Depositata in tribunale, monsignore: m’avevano detto che erano monete false.

Athos             Bene, fatti restituire la borsa e tieni per te le sessanta doppie. E adesso, trasferiamoci in quella magnifica camera che ci hai riservato. E là mi racconterete tutto, di voi, di Porthos e di Aramis. E tu, furfante, sbrigati con questo vino! (E si dirige su per le scale, sostenuto da D’Artagnan.)

Scena seconda.

Nella camera di Athos.

Athos             Bene, mi avete detto di Porthos e di Aramis; ma voi, caro amico, che avete? Mi sembrate triste.

D’Artagnan  Ahimé! Sono il più infelice di noi tutti.

Athos             E sentiamo in che cosa consiste questa vostra infelicità.

D’Artagnan  Sono innamorato.

Athos             E di chi?

D’Artagnan  Della signora Bonacieux, ed ho ragione di credere ch’ella ricambi i miei sentimenti.

Athos             Miserie.

D’Artagnan  Dite sempre così.

Athos             L’amore è una lotteria in cui chi vince, vince la morte!  Non c’è chi non abbia creduto, come voi, che la sua amante lo amasse, e non c’è chi non sia stato ingannato.

D’Artagnan  Ma non è giusto che vi esprimiate a questo modo, voi che non avete mai amato.

Athos             Che cosa direste se vi raccontassi una storia d’amore?

D’Artagnan  Vostra?

Athos             O d’un mio amico, è lo stesso !

D’Artagnan  Raccontate, ve ne prego!

Athos             Un mio amico – un mio amico, intendiamoci, non io – un conte, s’innamorò d’una fanciulla bella come un angelo, che viveva in un paesino col fratello curato. Tutti e due erano forestieri: venivano chi sa da dove. Il mio amico, ch’era il signore del paese, avrebbe potuto sedurla o prenderla con la violenza; disgraziatamente era un uomo onesto e la sposò. La condusse nel suo castello e ne fece la prima signora della provincia.

D’Artagnan  E poi?

Athos             Un giorno ch’ella era a caccia col marito, cadde da cavallo e svenne. Il conte si affrettò a soccorrerla e, poiché la moglie soffocava, le tagliò il vestito col pugnale e le scoperse la spalla. Indovinate cosa scoprì?

D’Artagnan  Come faccio a saperlo?

Athos             Un giglio. Era marchiata. La povera fanciulla era una ladra, ed era stata in prigione.

D’Artagnan  E il conte cosa fece?

Athos             Il conte era un gran signore, aveva sulle sue terre il diritto di esercitare alta e bassa giustizia, finì di strappare il vestito della contessa, le legò le mani dietro la schiena e la impiccò a un albero.

D’Artagnan  Dio! Un assassinio!

Athos             Sì, un assassinio, né più né meno. Ma a quanto pare mi si lascia senza vino. (Afferra una bottiglia e la finisce d’un sorso) Questo mi ha guarito dalle donne belle, poetiche e innamorate. Che Dio vi conceda altrettanto! 

Scena terza.

Athos e D’Artagnan cavalcano verso Parigi.

D’Artagnan  Non vedo l’ora di essere a Parigi. Appena arrivato mi metterò in cerca della signora Bonacieux. Devo scoprire che cosa le hanno fatto.

Athos             Ci siamo già abbastanza strapazzati, convenitene. Io penso, invece, che ci farà bene un po’ di riposo.

D’Artagnan  Ecco, quella è la locanda di Crévacoeur, dove abbiamo lasciato Aramis. Anzi, guardatelo là, appoggiato mestamente al davanzale della sua finestra.

Athos             Ehilà, Aramis! Che diavolo fate lassù ?

Aramis           Ah, siete voi, Athos, D’Artagnan !

D’Artagnan  Che cosa ne avete fatto dei vostri curati ?

Aramis           Li ho invitati a pranzo, li ho fatti bere e li ho bravamente ubriacati. Allora il curato mi ha proibito di lasciar la casacca, e il gesuita mi ha pregato di farlo arruolare nei moschettieri.

D’Artagnan  Senza tesi! Io domando la soppressione della tesi!

Aramis           Da quel momento vivo in modo piacevole. Ho cominciato un poema in versi di una sola sillaba: è molto difficile, ma il merito, in tutte le cose, consiste appunto nella difficoltà. Il tema è galante: vi leggerò il primo canto. E’ composto di quattrocento versi e dura un minuto.

Athos             Splendido!Se non altro il vostro poema avrà il merito della brevità.

Aramis           Aspettatemi, comunque, vengo con voi a Parigi. Rivedremo il buon Porthos, finalmente. Mi credete se vi dico che quello scioccone mi mancava? Saldo il conto, e sono subito da voi.

Scena quarta.

Porthos è seduto davanti a una tavola imbandita.

Porthos          Arrivate a proposito, signori! Ero alla minestra, e voi pranzerete con me.

D’Artagnan  Oh, oh! Vedo un fricandò lardellato e un filetto di bue...

Porthos          Mi rimetto in forze. Non c’è niente che indebolisca come queste indiavolate ammaccature. Avete mai avuto ammaccature, Athos?

Athos             Mai sul didietro, come la vostra.

Porthos          Ma che dite? Si tratta solo del ginocchio.

D’Artagnan  A giudicare dal menu, direi che siamo tutti piuttosto ricchi.

Athos             Io no; ho trovato così buono il vin di Spagna di Aramis che ne ho fatto caricare una sessantina di bottiglie nel carro dei domestici: il che mi ha lasciato piuttosto all’asciutto.

Aramis           Quanto a me, ho fatto celebrare messe anche per voi, signori, da cui trarremo certamente gran vantaggio. Ma le offerte che ho dovuto fare mi hanno svuotato le tasche.


Porthos          E a me, credete che l’ammaccatura non sia costata niente? Il chirurgo mi ha messo in conto al doppio le sue visite, col pretesto che mi ero fatto colpire in un posto che di solito si mostra solo ai farmacisti. Insomma, pagate le spese mi rimarranno una trentina di scudi.

Aramis           E a me una decina di doppie.

Athos             Che cosa vi rimane delle cento doppie, D’Artagnan?

D’Artagnan  Delle cento doppie? Prima di tutto ve ne ho dato cinquanta.

Athos             Credete?

D’Artagnan  Perdio!

Athos             Ah, è vero, ora ricordo.

D’Artagnan  Poi ho pagato l’albergatore: sei doppie.

Athos             E perché avete pagato quell’animale?

D’Artagnan  Me l’avete detto voi.

Athos             Sono troppo buono. Insomma, quanto vi rimane?

D’Artagnan  In tutto, quattrocentosessantacinque scudi.

Athos             Bene; arrivati a Parigi daremo tutto a D’Artagnan, che ha la mano felice e che andrà a giocarli per noi nella prima bisca che incontrerà.

Porthos          Mangiamo, che tutto si raffredda.

- fine della sedicesima puntata -


DICIASSETTESIMA PUNTATA

Personaggi:

                             D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

                   Lord Winter

                   Planchet

                   La Procuratrice

******


Scena prima.

D’Artagnan  “Il mio più grande desiderio era quello di ritrovare la signora Bonacieux. Mi precipitai dunque dai miei amici, che trovai molto mesti e preoccupati. Erano a consiglio a casa di Athos: infallibile segno di circostanze abbastanza gravi.”

Athos                  Amici, il signor De Tréville ci ha fatto sapere che Sua Maestà è fermamente decisa a iniziar la campagna contro gli Inglesi il primo maggio. Ragion per cui dobbiamo preparare immediatamente l’equipaggiamento.

D’Artagnan       E quanto credete che ci occorra per equipaggiarci?

Aramis      Oh, non c’è che dire, abbiam fatto i conti con una spilorceria da spartani, e ci occorrono almeno millecinquecento doppie per ciascuno.

Athos        Quattro per quindici sessanta: seimila doppie.

D’Artagnan       Mi sembra che con mille doppie ciascuno, e non parlo da spartano…

Athos        Mille doppie! A me solo ne occorrono duemila.

Aramis      Quattro per due otto. Ci occorrono dunque ottomila doppie per equipaggiarci.

Athos        Abbiamo quindici giorni di tempo.

Porthos     Io un’idea ce l’avrei.

D’Artagnan       Beato te, perché io non ne ho neppure l’ombra.

Porthos     Lasciate fare a me.

Scena seconda.

All’interno della cattedrale di Notre-Dame, affollatissima durante la celebrazione della

messa. Porthos è vicino all’acquasantiera, e vi immerge la mano per porgere l’acqua

santa ad una fedele che sta entrando in chiesa.

Porthos     Posso offrirvi l’acqua santa, signora?  

Alle sue spalle si fa viva una signora d’una certa età, che chiameremo “la Procuratrice”.

Procuratrice E a me, signor Porthos, non offrite l’acqua santa?

Porthos     Signora!… Siete proprio voi!  Ma dove avevo gli occhi, ché non vi ho nemmeno vista entrando in chiesa?

Procuratrice       Ero a due passi da voi, ma voi non mi avete vista perché non avevate occhi che per la bella signora alla quale avete dato or ora l’acqua santa.

Porthos     Ah, vi siete accorta…

Procuratrice       Bisognava esser ciechi per non accorgersene.

Porthos     Sì, è una duchessa mia amica con la quale mi è difficile incontrarmi data la gelosia del marito e che mi aveva fatto sapere che oggi, per vedermi, sarebbe venuta qui a Notre-Dame.

Procuratrice       Signor Porthos, volete essere così gentile da offrirmi il braccio per cinque minuti? Farei volentieri quattro chiacchiere con voi.

Porthos     E come no, signora! Come sta il caro signor Coquenard vostro marito? E’ sempre così spilorcio come un tempo? (Escono dalla chiesa)

Procuratrice       Signor Porthos, siete un gran conquistatore, a quanto pare!

Porthos     Io! E perché, scusate?

Procuratrice       Perché siete il favorito delle belle, come quella principessa!

Porthos     Oh Dio, è semplicemente una duchessa. Ma capirete che, con un fisico come quello di cui mi ha dotato natura, non mi mancano le avventure.

Procuratrice       Mio Dio! Come gli uomini dimenticano presto!

Porthos     Sempre meno delle donne, mi sembra, perché insomma io posso affermare di essere stato la vostra prima vittima quando, ferito, moribondo, mi son visto abbandonato dai chirurghi; io, rampollo

Porthos     d’una famiglia illustre, io che m’ero fidato della vostra amicizia, sono stato sul punto di morire, prima per le ferite, poi di fame, in un albergaccio di Chantilly, e senza che vi siate degnata di rispondere una sola volta alle lettere di fuoco che vi ho scritto.

Procuratrice       Ma, signor Porthos…

Porthos     Io che per voi avevo rinunciato alla baronessa di…

Procuratrice       Lo so.

Porthos     Alla contessa di…

Procuratrice       Signor Porthos, siate generoso! Purtroppo, mio marito non vuol sentir parlare di prestiti.

Porthos     Signora Coquenard, ricordatevi la prima lettera che mi avete scritta e che serbo stampata in mente.

Procuratrice       Ma dovete anche tener presente che la somma che chiedevate in prestito era abbastanza ragguardevole.

Porthos     Signora Coquenard, vi davo la preferenza, Mi è bastato scrivere alla duchessa di… non voglio dirne il nome perché non so nemmeno che cosa significhi compromettere una donna; ma quel che so è che mi è bastato scriverle perché mi mandasse millecinquecento scudi.

Procuratrice       Signor Porthos, vi assicuro che mi avete abbastanza punita e che se in avvenire doveste trovarvi ancora in simili condizioni non avreste che da rivolgervi a me.

Porthos     Oh, signora! Non parliamo di denaro, vi prego, è umiliante.

Procuratrice       Così, non mi amate più!

Porthos     Pensate all’offesa che mi avete recata, signora: è ancora qui, sul mio cuore.

Procuratrice       Vi giuro che riparerò!

Porthos     Del resto, che cosa vi chiedevo? Un prestito, ecco tutto. In fin dei conti, sono un uomo ragionevole. So che non siete ricca, e che vostro marito è costretto a succhiare il sangue dei poveri clienti

Porthos     per cavarne qualche misero scudo. Oh, se foste contessa, marchesa o duchessa, sarebbe diverso e voi sareste imperdonabile.

Procuratrice       Sappiate, signor Porthos, che la mia cassaforte è forse meglio provvista di quella di tutte le vostre smorfiose decadute.

Porthos     Duplice offesa, allora, quella che mi avete recato; se siete ricca, il vostro rifiuto non è più giustificato.

Procuratrice       Quando dico ricca, non bisogna prendere la parola alla lettera. Non sono proprio ricca, sono agiata.

Porthos     Sentite, signora, non parliamone più, vi prego. Voi non mi avete saputo apprezzare; ogni rapporto è finito tra noi.

Procuratrice       Ingrato!

Porthos     Ah, sì, lamentatevi anche!

Procuratrice       Andate pure dalla vostra bella duchessa! Non vi trattengo più.

Porthos     Oh, non credo che spasimi poi tanto per me.

Procuratrice       Per l’ultima volta, vi chiedo: mi amate ancora?

Porthos     Ahimé, quando si sta per iniziare una campagna di guerra, una campagna in cui tutti i miei presentimenti mi dicono che sarò ucciso…

Procuratrice       Oh, non dite queste cose!

Porthos     Eppure, qualche cosa me lo dice.

Procuratrice       Dite piuttosto che avete un altro amore.

Porthos     No, sono sincero. Nessun oggetto nuovo mi attrae, direi anzi che sento qui, in fondo al cuore, qualcosa che batte per voi. Ma tra quindici giorni, come sapete, s’inizia questa fatale campagna contro gl’Inglesi; comincio a essere terribilmente preoccupato per l’equipaggiamento. Così mi recherò dai miei parenti, in Bretagna, per raccogliere la somma che mi occorre per andare in guerra. E poiché le terre della duchessa che avete vista in chiesa confinano con le mie, farò il viaggio con lei. I viaggi, sapete, sembrano molto meno lunghi quando si è in due.

Procuratrice       Non avete dunque amici a Parigi, signor Porthos?

Porthos     Credevo di averne, ma ho capito d’essermi ingannato.

Procuratrice       Ne avete, signor Porthos, ne avete. Tornate domani a casa mia. Voi siete figlio di mia zia, quindi mio cugino, venite da Noyon in Piccardia, avete molti processi a Parigi e non un procuratore. Ricorderete tutto questo?

Porthos     Perfettamente, signora Coquenard.

Procuratrice       Venite all’ora del pranzo.

Porthos     Benone.

Procuratrice       E con mio marito, che ad onta dei suoi settantasei anni è molto astuto, tenete duro. E tenete conto che il poveruomo può lasciarmi vedova da un momento all’altro, e l’intera sostanza passerebbe a me.

Porthos     L’intera sostanza?

Procuratrice       L’intera sostanza.

Porthos     Siete una donna previdente, a quanto pare.

Procuratrice       Abbiam fatto dunque la pace?

Porthos     Per sempre.

Procuratrice       Allora arrivederci, traditore.

Porthos     A domani, angelo mio.

 Scena terza.

D’Artagnanpasseggia a cavallo  per le strade diSaint-Germain, seguito da Planchet.

Planchet    Eh, signore, non ricordate quella faccia immelensita?

D’Artagnan       No, e tuttavia sono sicuro di non vederla per la prima volta.

Planchet    Lo credo bene: è il povero Lubin, il servo di quel conte de Wardes che avete così ben conciato, un mese fa, a Calais, vicino alla casa del governatore.

D’Artagnan       E’ vero! E credi che lui ti riconosca?

Planchet    A dire il vero, signore, era così sconvolto che non credo abbia serbato di me una chiara memoria.

D’Artagnan  Ebbene, va a fare quattro chiacchiere con lui e cerca di sapere se il suo padrone è morto.

Planchet smonta da cavallo e si dirige immediatamente verso Lubin. Contemporaneamente si sente un rumor di ruote, e una carrozza va a fermarsi dinanzi a

lui. Un attimo, e la carrozza riparte. Planchet ritorna da D’Artagnan.

D’Artagnan       Planchet! Quella signora nella carrozza era Milady!

Planchet    Non lo so, signore.

D’Artagnan       Ma sì, non c’è da sbagliarsi, Milady era in quella carrozza.

Planchet    Io so soltanto che la cameriera, una deliziosa ragazza dalla testa bionda, mi si è avvicinata, mentre parlavo con Lubin, e mi ha porto questo biglietto, dicendo: “Per il vostro padrone”.

D’Artagnan       Per me? Ne sei proprio sicuro?

Planchet    Certo che ne sono sicuro! Io non ho altro padrone che voi. Ed ha aggiunto: “E’ cosa urgente”.

D’Artagnan       (apre la lettera) “Una persona che s’interessa a voi più di quanto non può confessare vorrebbe sapere quando sarete in condizione di passeggiare per la foresta. Domani, all’albergo del Drappo d’Oro, un servo in livrea nera e rossa aspetterà la vostra risposta.” Oh, oh, ecco un caso un po’ piccante. A quanto pare Milady ed io ci preoccupiamo della stessa persona. Ebbene, Planchet, hai saputo come sta il povero conte De Wardes?

Planchet    Sta come si può stare con quattro stoccate in corpo, e quindi è ancora molto debole perché ha perduto quasi tutto il sangue che aveva. Il servo mi ha raccontato quasi tutta la storia.

D’Artagnan       Bravo. Ma adesso pensiamo a raggiungere la carrozza di Milady.

E si lanciano al galoppo all’inseguimento della carrozza.

Scena quarta.

D’Artagnan e Planchet scorgono la carrozza.

D’Artagnan       Eccola là, è ferma al bordo della strada. Sta parlando con un cavaliere.

Planchet    Un cavaliere riccamente vestito. (Si sente un’animata conversazione in inglese) Parlano in inglese, non si capisce una parola.

Milady appare irritatissima. D’Artagnan avvicina il cavallo alla carrozza.

D’Artagnan       Signora, consentite che vi offra i miei servigi? Mi sembra che questo cavaliere vi abbia fatto adirare. Dite una sola parola, e lo punirò per la sua mancanza di cortesia.

Milady      Signore, molto volentieri mi metterei sotto la vostra protezione se la persona che discute con me non fosse mio fratello.

Winter       (In inglese) Ma di che s’impiccia questo scimunito!

D’Artagnan       Signore, vi parlo in francese. Fatemi il favore di rispondermi nella stessa lingua.

Milady      (per tagliar corto, ordina al cocchiere) A casa! (La carrozza riparte. Il cavaliere fa per seguirla, ma D’Artagnan s’attacca alla briglia)

D’Artagnan       Signore, mi sembra che dimentichiate che tra noi si è iniziata una piccola discussione.

Winter       (con forte accento inglese) Vedete bene che non ho spada. Volete fare lo spaccone con un uomo disarmato?

D’Artagnan       Spero che a casa ne abbiate. Nel caso, potrei prestarvene una.

Winter       Inutile, sono sufficientemente provvisto di simili arnesi.

D’Artagnan       Ebbene, scegliete la più lunga e venite a mostrarmela stasera.

Winter       Dove, per favore?

D’Artagnan       Dietro al Lussemburgo, che è proprio adatto al tipo di passeggiata che vi propongo.

Winter       Well, ci sarò.

D’Artagnan       A che ora?

Winter       Alle sei. E ora, volete dirmi chi siete?

D’Artagnan       Sono il signor D’Artagnan, del corpo delle guardie del signor Des Essarts. E voi?

Winter       Io sono Lord Winter, barone di Sheffield.

D’Artagnan       Servitor vostro, signor barone.

E spronato il cavallo, lo mette al galoppo.

- fine della diciassettesima puntata -


DICIOTTESIMA PUNTATA

Personaggi:

                                   D’Artagnan

                            Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

                   Lord Winter

Ketty, cameriera di Milady

                   La Procuratrice

                   Il Procuratore

                   Uno sconosciuto

******


Scena prima.

D’Artagnan “All’ora convenuta, ci recammo dietro al Lussemburgo, in un recinto in cui pascolavano le capre. I nostri servi furono incaricati di fare la guardia. Poco dopo, una piccola comitiva si avvicinò silenziosa al recinto, ed entrò. A quel punto, secondo il costume d’oltre mare, avvennero le presentazioni.”

D’Artagnan       Lord Winter, lieto di vedervi.

Winter       (con quel suo terribile accento inglese) Buongiorno.

D’Artagnan       Permettete che vi presenti i miei amici: i signori Athos, Porthos, Aramis.

Winter       Non possiamo batterci con persone che hanno simili nomi; sono nomi di pastori, questi.

Athos        Volete che vi dica una cosa? Ora che avete conosciuto il mio nome, sarò costretto ad uccidervi, perché mi si crede morto e non voglio che il segreto si diffonda.

Winter       State scherzando?

Athos        Non  scherzo mai. Siete pronti? Allora, in guardia.

D’Artagnan       No, amici miei. Sarò io a battermi con lord Winter, da solo. E’ una faccenda che riguarda  noi due. Siete pronto?

Winter       Prontissimo.

Li sentiamo duellare, con calma e metodicamente, insieme a qualche estemporaneo “Oplà” di D’Artagnan che non si preoccupa troppo dell’etichetta.In breve lord Winter è disarmato.

D’Artagnan       Ecco fatto, Siete disarmato. Potrei uccidervi, signore, ma, per amor di vostra sorella, vi faccio grazia della vita.

Winter       Signore, sono felice d’avere a che fare con un gentiluomo così compito.   Ditemi dunque in che modo posso sdebitarmi con voi.

D’Artagnan       Mi basta l’indirizzo di vostra sorella.

Winter       Davvero? Place Royal, al numero 6. Se volete, posso presentarvi a lei.

D’Artagnan       Ve ne sarei molto grato.

Winter       Trovatevi là stasera alle otto. Signori!… (E si allontana)

Athos        Ma come! Avete appena perduto una donna che dicevate buona, seducente, perfetta, e correte già dietro a un’altra!

D’Artagnan       Vi ingannate, Athos; più che mai amo la mia povera Constance, e se sapessi dov’è, fosse anche in capo al mondo,andrei a liberarla dai suoi nemici. Io sono solo curioso di far luce sul mistero che circonda Milady. Non so perché, ma immagino che questa donna, che non conosco e che non mi conosce, debba incidere nella mia vita.

Athos        Ma quale mistero! E’ un emissario del cardinale: una donna che vi trarrà in un’insidia, e voi, ingenuamente ci lascerete la testa.

Scena seconda.

Il duello non ha fatto dimenticare a Porthos l’invito a pranzo della signora Coquenard. Eccolo, difatti,  seduto a tavola insieme alla Procuratrice e al di lei marito.

Procuratore  Siamo cugini, a quanto pare, signor Porthos.

Porthos     Si, signor Coquenard, siamo cugini.

Procuratore        Per parte femminile, mi sembra. Dunque il nostro signor cugino ci fa la grazia di pranzare una volta con noi prima di mettersi in campagna, non è vero, signora Coquenard?

Procuratrice       Mio cugino non ritornerà se si sentirà trattato male; ma, in caso contrario, rimarrà troppo poco tempo ancora a Parigi, e troppo poco potrà quindi vederci, perché non gli domandiamo di dedicarci quasi tutti i momenti di cui può disporre prima della partenza.

Procuratore        Oh, oh! Ecco una minestra invitante!

Porthos     (bofonchia) Che diavolo sentono di straordinario in questa minestra?

Procuratrice       E ora serviremo una gallina lessata.

Procuratore        Si vede che amate molto la vostra famiglia, signora Coquenard, ecco certamente una squisitezza che usate a vostro cugino.

Porthos     (continua a bofonchiare) Devono averla cercata a lungo, questa gallina, prima di trovarla sul trespolo dove si era ritirata a morire di vecchiaia.

Procuratrice       Volete anche queste fave, cugino Porthos?

Porthos     Grazie, ma non ho più fame.

Procuratore        I miei complimenti, signora Coquenard! Il vostro pranzo era un vero festino! Epulae epularum; Lucullo pranza da Lucullo.

Procuratrice       Potrete venire a pranzo da noi tre volte la settimana.

Porthos     Grazie, cugina, ma non mi piace abusare; del resto, bisogna che pensi all’equipaggiamento.

Procuratrice       Ma in che cosa consiste l’equipaggiamento del vostro corpo?

Porthos     Oh, di molte cose. I moschettieri, come sapete, sono soldati scelti, e abbisognano di molte cose che sono invece inutili alle guardie o agli svizzeri.

Procuratrice       Ma, insomma, fateci l’elenco. Perché, vedete, avendo molti parenti e conoscenze nel campo commerciale, sono quasi sicura di poter avere il tutto a un prezzo molto inferiore a quello cui voi sareste costretto a pagarlo. Per esempio, vi occorrerà prima di tutto un cavallo.

Porthos     Un cavallo, sì.

Procuratrice       Ebbene, ho proprio quello che fa per voi.

Porthos     Ah, ecco dunque risolto il problema del cavallo; mi occorre poi tutta la bardatura che si compone di cose che solo un moschettiere può comprare e che, del resto, non costerà più di trecento doppie.

Porthos     Poi c’è il cavallo per il domestico e la valigia per me; delle armi non bisogna preoccuparsi, le ho.

Procuratrice       Un cavallo per il domestico? Ma è un lusso da gran signore, cugino mio.

Porthos     Cugina, sono forse un pezzente?

Procuratrice       No, volevo dirvi soltanto che un bel mulo, qualche volta, può far bella figura quanto un cavallo…

Porthos     Vada per il bel mulo, avete ragione. Ho visto gran signori spagnoli con tutto il seguito su muli. Ma allora capirete, il mulo deve avere pennacchi e sonagli. E poi, rimane la valigia.

Procuratrice       Oh, non preoccupatevi; mio marito ha cinque, o sei valigie, vero caro? Voi sceglierete la migliore.

Porthos     Tutto considerato, potrà sommare…

Procuratrice       A quanto? Spero che non superi…

Porthos     Oh, no, non supera le duemilacinquecento doppie. Credo, anzi, che facendo le cose con un po’ di economia, potrò cavarmela con duemila doppie.

Procuratrice       Ma è un patrimonio! Sentite, cugino mio, io penso di potervi procurare ottocento doppie in moneta e fornire il cavallo e il mulo che avranno l’onore di portare alla gloria voi e il vostro servo. 

Porthos     Vada per le ottocento doppie, il cavallo e il mulo!

Procuratrice        Tu sei d’accordo, vero caro?

Procuratore        Oh, le mie gambe, le mie povere gambe! Dove siete? Scusate, ma io devo proprio andare a riposare un po’. (E si allontana appoggiandosi al bastone)

Procuratrice                  E adesso gustate un po’ di questa cotognata.

Porthos     Vi ringrazio, ma le esigenze di servizio mi reclamano.

Procuratrice                  Cattivo! Fermatevi ancora un po’.

Porthos     Mia cara signora Coquenard, dovete cedere il passo al re!

Scena terza.

Nel palazzo di Milady.

Winter       Ecco un giovane gentiluomo che poteva uccidermi, e che non ha voluto abusare della sua condizione di superiorità, sebbene fossimo due volte nemici; perché sono stato io ad insultarlo e perché sono inglese. Ringraziatelo, perciò, signora, se mi volete un po’ di bene.

Milady      Siate il benvenuto, signor D’Artagnan; oggi avete acquistato diritto eterno alla mia riconoscenza. Abbiamo qui dell’ottimo vin di Spagna. Volete brindare con me?

D’Artagnan                  Con gran piacere.

Milady      Ketty, riempi i bicchieri!

Ketty         (rispondendo alla chiamata) Subito, Milady.

Winter       Purtroppo io devo congedarmi da voi, signor D’Artagnan, perché impegni improrogabili mi reclamano altrove. Ma vi lascio in compagnia di mia sorella.

D’Artagnan                  Un’ottima compagnia. Vi sono veramente grato, Lord Winter, di avermi condotto in questo sontuoso palazzo.

Winter       Spero di rivedervi presto. Buona serata. (Ed esce)

Milady      In realtà, Lord Winter è mio cognato, e non mio fratello. Il mio primo marito mi ha lasciato vedova con un figlio. E questo figlio, se lord Winter non si sposerà, ne sarà l’unico erede.

D’Artagnan                  Consentitemi di dirvi, Milady, che, per essere un’inglese, voi parlate il francese con assoluta purezza ed eleganza.

Milady      Ebbene, facciamo allora un po’ di conversazione.


Scena quarta.

Aramis è atteso in casa da uno Sconosciuto.

Aramis      (entrando) Chi siete e che cosa fate qui, in casa mia?

Sconosciuto                 Desidero parlarvi. Siete il signor Aramis?

Aramis      Precisamente.

Sconosciuto                 Ho qualcosa da consegnarvi. Ma prima, dovreste mostrarvi un certo fazzoletto ricamato.

Aramis      (illuminandosi di colpo) Ma certo! Certamente! (Corre da aprire un piccolo scrigno) Eccolo, guardate.

Sconosciuto                 Benissimo. Ed ecco questa lettera per voi.

Aramis      (legge) “Amico, potete fare buona accoglienza al latore, che è conte e grande di Spagna.”(Rivolto allo Sconosciuto) Onoratissimo, signor Conte.

Sconosciuto                 L’onore è tutto mio,  señor.

Aramis      (riprendendo a leggere) “Amico, il destino vuol separarci ancora per un po’ di tempo; ma i bei giorni della giovinezza non sono definitivamente trascorsi. Fate il vostro dovere al campo; io farò il mio altrove. Prendete ciò che il latore vi consegnerà; fate la campagna contro gli Inglesi da quel bello e bravo gentiluomo che siete, e pensate a me che bacio teneramente i vostri occhi neri. Addio, o meglio, arrivederci!”

Sconosciuto                 Queste sono per voi, señor: centocinquanta doppie pistole di Spagna. E ora, se permettete, devo andarmene. Hasta la vista.

Aramis      Servo vostro, signor conte. (Attende che l’uscio sia richiuso) Oh, la vita è bella! Sì, siamo giovani! Sì, vivremo ancora giorni felici! Oh, a te, a te, amor mio, sangue mio, vita mia, tutto, tutto, tutto, mia bella amante!

La porta si spalanca ed irrompe D’Artagnan.

D’Artagnan                  Aramis, amico mio, che vi succede? Perché baciate quella lettera? E da dove viene tutto quest’oro che vedo sulla tavola? Se son queste le prugne che vi mandano da Tours, vi prego di fare i miei complimenti al giardiniere che le coglie.

Aramis      V’ingannate, caro amico, è il mio libraio che mi manda il compenso di quel poema in versi monosillabi del quale vi avevo parlato.

D’Artagnan                  Davvero? Ebbene il vostro libraio è generoso, mio caro Aramis. Un poema si vende così caro? Ma voi potete eguagliare il signor De Voiture, il signor De Benserade. Voi siete molto fortunato, amico mio; ma state attento potreste perdere quella lettera che vi esce dalla casacca e che è certamente anch’essa del vostro libraio.

Aramis      Mio caro D’Artagnan, se non vi spiace, andiamo dai nostri amici; e poiché son ricco, ricominceremo da oggi a pranzare insieme, aspettando che anche voi siate ricchi.

D’Artagnan                  Con molto piacere.  Da molto tempo non abbiam fatto un pranzo come si deve; non mi dispiacerebbe affatto di scaldarmi un po’ la testa con qualche bottiglia di vecchio Borgogna.

Aramis      Vada per il vecchio Borgogna; non lo detesto neppure io. Ma sapete che cosa mi diceva il signor De Tréville, che ieri mi onorò di una sua visita? Mi diceva che frequentate quegl’inglesi sospetti che il cardinale protegge.

D’Artagnan                  La verità è che frequento una inglese, quella di cui vi ho parlato.

Aramis      Ah, già, la donna bionda a proposito della quale Athos vi ha dato alcuni consigli che naturalmente vi siete guardato dal seguire.

D’Artagnan                  Vi ho spiegato perché

Aramis      Sì, voi sperate ch’ella provveda al vostro equipaggiamento.

D’Artagnan                  Ma neanche per sogno! Ho acquistato la certezza che quella donna non sia estranea al ratto della signora Bonacieux.

Aramis      Capisco; per ritrovare una donna, fate la corte a un’altra. E’ la strada più lunga, ma anche la più divertente…

- fine della diciottesima puntata -


DICIANNOVESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Porthos

                   Milady

                   Ketty, cameriera di Milady

                   La Procuratrice

******


Scena prima.

D’Artagnan “Ad onta delle crisi di coscienza e dei buoni consigli di Athos, io diventavo sempre più innamorato di Milady; non passava giorno ch’io non andassi a farle la corte nella convinzione che, presto o tardi, ella avrebbe finito col cedere. Ma una sera m’imbattei nella bella Ketty, la cameriera di Milady, che, con mia grande sorpresa, mi prese dolcemente la mano.”

Ketty         Vorrei dirvi due parole, signor D’Artagnan.

D’Artagnan       Parla, ragazza mia, ti ascolto.

Ketty         Non qui: quel che ho da dirvi è troppo lungo e soprattutto troppo intimo.

D’Artagnan       E come dobbiamo fare, allora, mia cara… qual’è più il tuo nome?

Ketty         Ketty. Se il signor cavaliere volesse seguirmi…

D’Artagnan       Dove vorrai, mia bella e cara Ketty!

Ketty         Da questa parte.

Lo guida su per una scaletta tortuosa, e dopo avergli fatto salire una quindicina di scalini, apre una porta.

D’Artagnan       E di chi è questa camera?

Ketty         E’ la mia; e per mezzo di quest’uscio comunica con quella di Milady. Ma non temete, non potrà udire le nostre parole, non va mai a letto prima di mezzanotte.

D’Artagnan       Allora, che hai da dirmi?

Ketty         L’amate molto la mia padrona, signor cavaliere!

D’Artagnan       Oh, più di quanto non riesca a dire! Ne vado pazzo, Ketty!

Ketty         Peccato, signore!

D’Artagnan       E che diavolo ci vedi di tanto spiacevole?

Ketty         Gli è che la mia padrona non vi ama affatto.

D’Artagnan       Come, ti ha forse incaricato di dirmelo?

Ketty         Oh, no. Ma sono stata io a prendere la risoluzione di dirvelo, per il vostro bene.

D’Artagnan       Grazie, mia buona Ketty, ma solo dell’intenzione, Ché la confidenza, convienine, non può farmi piacere.

Ketty         Sicché non prestate fede a quanto vi ho detto?

D’Artagnan       Si stenta sempre a credere simili cose, non fosse che per amor proprio.

Ketty         Insomma, non mi credete? Allora, ditemi che ne pensate di questo. (E trae dal seno un bigliettino)

D’Artagnan       Per me?

Ketty         No, per un altro.

D’Artagnan       Il nome!

Ketty         Il signor conte De Wardes.

D’Artagnan       (Legge) « Non avete risposto al mio primo biglietto : siete sofferente o avete dimenticato come mi avete guardata al ballo della signora De Guise ? Vi offro l’occasione, conte! Non lasciatevela sfuggire.”

Ketty         Povero caro signor D’Artagnan!

D’Artagnan       Tu mi compiangi?

Ketty         Oh, sì, con tutto il cuore! Perché so che cos’è l’amore, io!

D’Artagnan       Ebbene, invece di compiangermi, dovresti allora aiutarmi a vendicarmi della tua padrona.

Ketty         E in che modo?

D’Artagnan       Vorrei trionfare di lei, soppiantare il mio rivale.

Ketty         In questo non vi aiuterò mai, signor cavaliere!

D’Artagnan       E per quale ragione?

Ketty         Intanto la mia padrona non vi amerà mai.

D’Artagnan       Come fai a saperlo?

Ketty         L’avete mortalmente ferita.

D’Artagnan       E come? Parla, ti prego.

Ketty         Lo confesserei solo all’uomo che sapesse… leggermi nell’anima.

D’Artagnan       Ketty, ti leggerò  nell’anima quando vorrai.

Ketty      Oh, no, voi non mi amate. Amate la mia padrona!

D’Artagnan       Ma c’ è un’altra ragione?

Ketty                   La seconda ragione è che in amore ciascuno fa per sé.

D’Artagnan       Ascolta, io sono pronto a darti una prova di quell’amore del quale dubiti.

Ketty                   E qual è questa prova?

D’Artagnan       Stasera trascorrerò con te il tempo che di solito trascorro con la tua padrona.

Ketty                   (Battendo le mani) Oh, sì, volentieri!

D’Artagnan       Vieni qui, mia adorabile Ketty, e lascia che ti dica…

Quasi contemporaneamente risuona il campanello nella camera di Milady.

Ketty                   Mio Dio, la padrona mi chiama! Presto, entrate in quell’armadio!

D’Artagnan va a rannicchiarsi dentro un grosso armadio, pieno dei vestiti di Milady.

Scena seconda.

In camera di Milady.

Milady      Ebbene? Dormite, che non venite quando suono?

Ketty                   Eccomi, Milady, eccomi!

Milady      Svelta, acconciami per la notte.

Ketty prende una spazzola e gliela passa sui capelli.

Milady      Che strano, stasera non si è visto il nostro guascone.

Ketty                  Ma come, Milady, non è venuto? Sarebbe già così volubile prima ancora di essere felice?

Milady      Dev’esserne stato impedito dal signor De Tréville. Sta sicura, Ketty, che lo tengo in pugno.

Ketty         E che cosa vuole farne?

Milady      Mi vendicherò! Perché quell’uomo è stato sul punto di farmi perdere il favore di Sua Eminenza.

Ketty         Credevo che la signora lo amasse.

Milady      Amarlo? Io lo detesto! Uno sciocco che, padrone della vita di lord Winter, non lo uccide, facendomi perdere così trecentomila doppie di rendita.

Ketty         E’ vero, vostro figlio sarebbe stato l’unico erede di suo zio e, sino alla sua maggiore età, voi avreste avuto l’usufrutto del suo patrimonio.

Milady      Così mi sarei già vendicata sulla sua persona se il cardinale, non so perché, non mi avesse ordinato di risparmiarlo.

Ketty         Ma la signora non ha risparmiato quella merciaia di via Des Fossoyeurs.

Milady      Già, madame Bonacieux. Ma se il nostro guascone l’ha già dimenticata. Che vendetta sarebbe? Comunque, adesso torna in camera tua e domani cerca d’avere finalmente una risposta alla lettera che ti ho data.

Ketty         Quella per il conte De Wardes?

Milady      Certo. E chi se no?

Ketty         Eccone uno che mi sembra tutto l’opposto di quel povero signor D’Artagnan.

Milady      Uscite, signorina, non mi piace che facciate commenti.


Scena terza.

Ketty è tornata in camera sua. D’Artagnan esce dall’armadio.

   Ketty        Come siete pallido!

D’Artagnan       E’ una creatura abominevole!

Ketty         Avete sentito tutto?

D’Artagnan       Non ho perso una parola. E ti assicuro che c’era da rabbrividire a sentire quella soave creatura rimproverarmi di non aver ucciso un uomo che la colma così di premure.

Ketty                   Adesso, però, dovete andarvene. Anche Milady può sentire quello che abbiamo da dirci.

D’Artagnan       Proprio per questo non me ne andrò.

Ketty         Come?

D’Artagnan       Abbiamo tempo. Me ne andrò… più tardi. No, non fate resistenza. La resistenza fa sempre tanto rumore!

Scena quarta.

D’Artagnan       (Racconta) L’indomani presi carta e penna e scrissi a Milady:

“Signora, sino a questo momento avevo dubitato d’essere  degno d’un simile onore, ma la vostra ultima lettera mi conferma che ho la fortuna d’essere amato da voi. Vi chiederò dunque perdono stasera alle undici. Colui che avete fatto il più felice degli uomini. Conte De Wardes.”

Questa lettera era, dal punto di vista dei nostri costumi, certamente un’infamia. Ma io non avevo alcuna stima di Milady, e quindi non dovevo andare tanto per il sottile. Il mio piano era semplicissimo: dalla camera di Ketty sarei entrato in quella della padrona; avrei approfittato del primo momento di stupore, di vergogna, di terrore, per aver ragione di lei.”

Scena quinta.

Davanti alla casa della Procuratrice.

Porthos     Signora Coquenard, debbo pensare che questo sia un tiro mancino di vostro marito! Che ne dite del terribile colore di questo ronzino?

Procuratrice       Ahimé, signor Porthos. Ho creduto di fare per il meglio. Uno dei nostri clienti è mercante di cavalli, doveva denaro allo studio, ed io ho preso quel cavallo e quel mulo in cambio di quanto ci doveva. Mi aveva promesso due cavalcature regali.

Porthos     Ebbene, signora, quel vostro mercante vi ha rifilato l’orribile ronzino con il quale il mio amico D’Artagnan è venuto a Parigi, e che gli aveva venduto per tre scudi. Capirete che non possiamo accettare simili cavalcature in cambio di quelle che ci erano state promesse.

Procuratrice       Non è proibito cercare di comprare a buon mercato.

Porthos     No, signora, ma coloro che cercano di comprare a buon mercato debbono permettere agli altri di cercarsi amici più generosi.

Procuratrice       Oh, signor Porthos! Ho torto, lo riconosco, non avrei dovuto mercanteggiare trattandosi di equipaggiare un cavaliere come voi! Fermatevi, in nome del cielo, fermatevi e parliamo!

Porthos     Parlare con voi mi porta disgrazia.

Procuratrice       Ma ditemi, che cosa volete?

Porthos   Niente, perché è lo stesso che chiedervi qualche cosa.

Procuratrice Signor Porthos, io non me ne intendo: so forse che cos’è un cavallo? So forse che cos’è una bardatura?

Porthos   Dovevate rimettervi a me che me ne intendo, signora; ma voi avete

                 voluto economizzare e, di conseguenza, prestare a usura.

Procuratrice Ho fatto male, signor Porthos, e parola d’onore riparerò.

Porthos   E in che modo?

Procuratrice       Ascoltate. Stasera il signor Coquenard va dal duca di Chaulnes, che vuol parlargli.  Venite, saremo soli, e discuteremo di affari.

Porthos   Dio sia lodato! Questo è un bel parlare, mia cara!

Procuratrice       Mi perdonate?

Porthos   Vedremo.

Scena sesta.

In camera di Milady.

Milady      Mia cara Ketty, sono pazza di gioia! La lettera del conte De Wardes mi annuncia la sua visita per le undici. Voglio che tu spenga tutte le luci nell’appartamento, e persino nella camera da letto. Prima dell’alba il conte se ne andrà, sempre al buio. Ma prima voglio che tu mi ripeta, sin nei minimi particolari, come è andato il vostro incontro. Come ha accolto la lettera?

Ketty         Bene, Milady.

Milady      Che cos’ha detto?

Ketty         Che avrebbe risposto alla vostra lettera.

Milady      Ma qual’era l’espressione del suo viso?

Ketty         Stupita, ma felice.

Milady      E ti è parso fosse molto innamorato?

Ketty         Certamente, molto…

Milady      Non vedo l’ora che siano le undici. Mi raccomando, ritirati nella tua camera. E ricordati di spegnere tutte le luci. Sei stata molto brava, mia cara Ketty; e per ricompensa, voglio regalarti questa borsetta.

Ketty         Oh, Milady è troppo buona!

Milady      Del resto, io non la uso più da un pezzo. Prendila. Sei felice?

Ketty         Sì, Milady, tanto!

Milady      E adesso va, che l’ora dell’appuntamento si avvicina.

- fine della diciannovesima puntata -

VENTESIMA PUNTATA

Personaggi:

                        D’Artagnan

                   Athos

                   Milady

                   Ketty, cameriera di Milady

******

Scena prima.

D’Artagnan “L’ora della mia visita a Milady, sotto le mentite spoglie del conte De Wardes, era finalmente giunta. Fortunatamente ella aveva dato ordine a Ketty di spegnere tutte le luci dell’appartamento, e di introdurre subito il conte non appena fosse giunto.”

Milady      Che cos’è questo rumore?

D’Artagnan       (a mezza voce) Sono io, il conte De Wardes.

Milady      Ebbene, perché non entrate? Conte, sapete bene che vi aspetto! Sì, conte, sono felice dell’amore che i vostri sguardi e le vostre parole mi hanno espresso ogni volta che ci siamo incontrati. Anch’io vi amo. Oh, domani voglio da voi un pegno che mi dimostri che pensate a me; e poiché potreste dimenticarmi, prendete quest’anello.

D’Artagnan       Ma, Milady…

Milady      No, no, conservate quest’anello per amor mio. Del resto mi rendete, accettandolo, un servigio più grande di quanto non possiate immaginare.

D’Artagnan       Siete una donna piena di misteri!

Milady      Povero angelo che quel mostro di guascone stava per uccidere! Le vostre ferite vi fanno ancora soffrire?

D’Artagnan       Sì, molto.

Milady      State pur sicuro, vi vendicherò io, e crudelmente! E adesso, venite un po’ più vicino a me…


Scena seconda.

In casa di Athos.

Athos        Mio caro D’Artagnan, la vostra Milady mi sembra un’infame creatura, ma non per questo avete fatto bene ad ingannarla: eccovi, in un modo o nell’altro, di fronte  a una terribile nemica.

D’Artagnan       Guardate quest’anello.

Athos        Che strano: mi ricorda un gioiello di famiglia.

D’Artagnan       E’ bello, non è vero?

Athos        Magnifico! Non credevo che esistessero due zaffiri d’una così bell’acqua.

D’Artagnan       E’ un dono della mia bella inglese, o meglio, della mia bella francese: perché sono convinto che sia nata in Francia.

Athos        Lo avete avuto da Milady?

D’Artagnan       Proprio da lei. Me lo ha dato questa notte.

Athos        Mostratemelo.

D’Artagnan       Eccolo.

Athos        (tra sé) E’ impossibile che sia lo stesso; come mai si troverebbe in possesso di Milady? E tuttavia è difficile che due gioielli si rassomiglino a questo modo.

D’Artagna Conoscete quest’anello?

Athos        Mi ricorda cose terribili. Ma aspettate… fatemi controllare: quello zaffiro deve avere una faccia scalfita… Ecco, guardate: non è strano?

D’Artagnan       Ma da chi avevate avuto questo zaffiro?

Athos        Da mia madre. E’ un vecchio gioiello di famiglia.

D’Artagnan       E lo avete venduto?

Athos        No, l’ho regalato durante una notte d’amore, com’è stato regalato a voi. Sentite, voi sapete se vi voglio bene, D’Artagnan; se avessi un figlio non gli vorrei più bene che a voi. Ascoltatemi, rinunciate

Athos        a quella donna. Non la conosco, ma una sorta d’intuizione mi dice che è una creatura perduta e che in lei c’è qualche cosa di fatale.

D’Artagnan       Vi confesso che quella donna spaventa anche me.

Athos        Avrete questo coraggio?

D’Artagnan       Lo avrò, e immediatamente.

Athos        E fate bene. Voglia Dio che questa donna, che è appena entrata nella vostra vita, non vi lasci una traccia terribile!

Scena terza.

In casa di Milady.

Milady      (legge) “Signora, non contate su me per il prossimo appuntamento: da quando sono convalescente ho tante occupazioni del genere che ho dovuto mettervi un po’d’ordine. Quando sarà la vostra volta, avrò l’onore di farvelo sapere. Vi bacio le mani. Conte De Wardes.”Che cos’è questa lettera ?

Ketty         La risposta alla lettera della signora.

Milady      Impossibile! Impossibile che un gentiluomo abbia scritto a una donna una lettera come questa! Mio Dio, saprebbe egli per caso…

Ketty         (correndo a sorreggerla) Milady!…

Milady      Che volete da me? E perché mi mettete le mani addosso?

Ketty         Credevo che la signora si sentisse male e volevo soccorrerla.

Milady      Io sentirmi male! Io! Io! Credete dunque che sia una femminuccia? Quando mi si insulta, non mi sento male, mi vendico, capite?

Scena quarta.

In casa di D’Artagnan.

D’Artagnan       Ketty, ragazza mia adorata! Ma che cos’hai? Mi sembri triste da morire.

Ketty         Ecco, prendete.

D’Artagnan       Una lettera di Milady? Ma… per me o per il conte De Wardes.

Ketty         No, no, questa volta è proprio per voi.

D’Artagnan       (legge) “Caro signor D’Artagnan, è male trascurare a questo modo gli amici, specialmente quando si è sul punto di lasciarli per tanto tempo. Ieri e avant’ieri vi ho aspettato invano. Sarà così anche stasera? La vostra riconoscentissima. Lady Clarick” E si capisce, il mio favore cresce a misura che diminuisce quello del conte De Wardes.

Ketty         Verrete?

D’Artagnan       Senti, ragazza mia, tu capisci che non sarebbe diplomatico declinare un invito così formale. Milady, se non andassi più da lei, non saprebbe spiegarsi il perché di tale interruzione, potrebbe sospettare qualcosa, e chi può dire fin dove giungerebbe la vendetta d’una donna di quella tempra?

Ketty         Voi sapete dir le cose in modo da aver sempre ragione. Ma le farete ancora la corte; e se questa volta le piaceste sotto il vostro vero nome e il vostro vero aspetto, sarebbe assai peggio di prima!

D’Artagnan       Ti prometto che questa volta rimarrò insensibile alle seduzioni della tua padrona. Tu riferiscile che le sono quanto mai grato delle sue premure e che farò quanto desidera.

Scena quinta.

Nel palazzo di Milady suonano le nove.

Ketty         Il signor D’Artagnan.

Milady      Fate entrare. E poi non ci sono per nessuno. Capite? Per nessuno.

D’Artagnan       Buona sera, Milady.

Milady      Buona sera. Sono lieta che abbiate accettato il mio invito.

D’Artagnan       Dovere. E come va la vostra salute?

Milady      Cattiva, pessima.

D’Artagnan       Allora sono importuno, voi avete certamente bisogno di riposarvi e io me ne vado.

Milady      No, al contrario, restate. La vostra piacevole compagnia mi distrarrà. (Dopo una breve pausa) Avete un’amante, signor D’Artagnan?

D’Artagnan       Ahimé, è mai possibile che siate tanto crudele da fare proprio a me una simile domanda, a me che, da quando vi ho vista, non respiro e non sospiro che di voi e per voi?

Milady      Allora mi amate?

D’Artagnan       Debbo proprio dirvelo? Non ve ne siete accorta?

Milady      Altro che; ma, sapete, gli animi sono tanto più difficili da conquistarsi quanto più sono fieri.

D’Artagnan       Oh, le difficoltà non mi spaventano.

Milady      A un vero amore niente è impossibile.

D’Artagnan       Niente, signora?

Milady      Niente. Sentiamo: che cosa fareste per darmi una prova dell’amore che dite di nutrire per me?

D’Artagnan       Tutto quel che volete. Ordinate, sono pronto.

Milady      A tutto?

D’Artagnan       A tutto!

Milady      Ebbene, dovete sapere che io ho un nemico.

D’Artagnan       Dio mio, com’è possibile! Bella e buona come siete.

Milady      Un nemico mortale.

D’Artagnan       Davvero?

Milady      Un nemico che mi ha così crudelmente insultata che tra lui e me ora è guerra a morte. Posso contare sul vostro aiuto?

D’Artagnan       Potete contarci, Milady, il mio braccio e la mia vita vi appartengono al pari del mio amore.

Milady      Allora, poiché siete tanto generoso quanto innamorato, ebbene da oggi non parlate più d’impossibilità…

D’Artagnan       Non fatemi morir di gioia! (E si getta ai suoi piedi) Sono pronto.

Milady      Mi avete dunque compresa, caro signor D’Artagnan?

D’Artagnan       Indovinerei un vostro sguardo.

Milady      Adoprerete allora per me il vostro braccio, che si è già acquistato tanta fama?

D’Artagnan       Immediatamente.

Milady      Ma io, come compenserò un simile servigio? Conosco gl’innamorati; fan qualcosa per niente?

D’Artagnan       Voi conoscete l’unica risposta che desidero, l’unica che sia degna di voi e di me. Lasciatevi abbracciare.

Milady      (opponendo una finta resistenza) Ma che fate?… siete tremendo!..

D’Artagnan       Ah, ho paura di veder svanire questo sogno!

Milady      Meritatevi, dunque, questa pretesa felicità.

D’Artagnan       Sono ai vostri ordini. Ditemi il nome dell’infame che ha potuto far piangere i vostri begli occhi.

Milady      Chi vi dice che abbia pianto?

D’Artagnan       Mi pareva…

Milady      Le donne come me non piangono.

D’Artagnan       Tanto meglio! Suvvia, ditemi come si chiama.

Milady      Pensate che nel suo nome è tutto il mio segreto.

D’Artagnan       Bisogna pur che lo sappia.

Milady      Lo conoscete.

D’Artagnan       Davvero? E’ forse uno dei miei amici?

Milady      In tal caso, esitereste?

D’Artagnan       No, foss’anche mio fratello!

Milady      Amo la vostra devozione.

D’Artagnan       Non amate che questo, in me?

Milady      Amo anche voi.

D’Artagnan       Oh, se fosse vero ci sarebbe da impazzire!

Milady      Si chiama…

D’Artagnan       De Wardes, lo so.

Milady      E come lo sapete ?

D’Artagnan       Lo so perché ieri il conte De Wardes, in un salotto in cui ero anch’io, ha mostrato un anello che ha detto di aver avuto da voi.

Milady      Canaglia!

D’Artagnan       Ebbene, vi vendicherò di quella canaglia.

Milady      E quando?

D’Artagnan       Domani, immediatamente, quando vorrete. Sarete vendicata o io sarò morto.

Milady      No! Mi vendicherete, ma non morirete. E’ un vile.

D’Artagnan       Forse con le donne, ma con gli uomini… Ne so qualcosa io.

Milady      Ma mi sembra che, nella lotta che avete sostenuta con lui, non abbiate avuto da lamentarvi della fortuna.

D’Artagnan       La fortuna è una cortigiana: favorevole ieri, può voltarmi le spalle domani.

Milady      Il che significa che ora esitate?

D’Artagnan       Dio me ne guardi. Ma sarebbe giusto lasciarmi affrontare una morte possibile senza avermi dato almeno un po’ più che la speranza?

Milady      Avete perfettamente ragione.

D’Artagnan       Siete un angelo.

Milady      Allora è tutto convenuto?

D’Artagnan       Tranne ciò che vi chiedo, anima mia!

Milady      Ma se vi dico che potete contare sul mio affetto!

D’Artagnan       Non ho un domani per aspettare.

Milady      Va bene; tornate questa notte alle undici; termineremo la nostra conversazione. Ketty vi introdurrà in camera mia. (Suona il campanello)

Ketty         Milady ha suonato?

Milady      Ma che cosa fate? Non ve ne state lì impalata come una statua! Accompagnate il cavaliere; e con voi siamo intesi, signor D’Artagnan, questa sera alle undici!

- fine della ventesima puntata -


VENTUNESIMA PUNTATA

Personaggi:

                        D’Artagnan 

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

                   Ketty, cameriera di Milady

                   Bonacieux

******


Scena prima.

D’Artagnan       “Non saprei dire quanto lunga fosse sembrata quella notte a Milady, ma a me pareva d’esser stato accanto a lei da due ore appena quando la luce del giorno s’insinuò attraverso le fessure delle gelosie, e ben presto invase coi suoi pallidi raggi la camera.”

D’Artagnan e Milady sono ancora a letto.

Milady      Vi ricordate la promessa che m’avete fatta?

D’Artagnan       Ma certo, e sono dispostissimo a mantenerla. Ma vorrei esser prima certo d’una cosa.

Milady      Quale?

D’Artagnan       Che mi amate.

Milady      Ve ne ho data la prova, mi sembra.

D’Artagnan       Sì, perciò appartengo a voi anima e corpo.

Milady      Grazie, mio coraggioso amante! Ma allo stesso modo in cui vi ho dimostrato il mio amore, mi dimostrerete anche voi il vostro, non è vero?

D’Artagnan       Ma se mi amate come dite di amarmi, non temete un poco per me?

Milady      Che cosa posso temere?

D’Artagnan       Che io sia gravemente ferito, magari ucciso.

Milady      Impossibile. Siete un così bravo spadaccino!

D’Artagnan       Non preferireste, dunque, un mezzo che vi vendicasse rendendo inutile il duello?

Milady      Mi sembra che ora esitiate.

D’Artagnan       No, è che quel povero conte De Wardes mi fa veramente pena dacché non lo amate più, e mi sembra che un uomo debba essere così crudelmente punito dalla perdita del vostro amore da non meritare altro castigo.

Milady      Chi vi dice che l’abbia amato?

D’Artagnan       Posso almeno credere ora senza troppa presunzione che ne amiate un altro, e, torno a dirvelo, m’interesso al conte.

Milady      Voi?

D’Artagnan       Io, sì.

Milady      E perché proprio voi?

D’Artagnan       Perché solo io so ch’egli è lungi dall’essere stato colpevole verso di voi come sembra.

Milady      Sentite, spiegatevi meglio perché proprio non vi capisco.

D’Artagnan       Poiché adesso sono sicuro d’essere amato da voi, ho qui una confessione che mi pesa.

Milady      Una confessione!

D’Artagnan       Se, per troppo amore, mi son reso colpevole verso di voi…

Milady      La confessione! Qual’è questa confessione!

D’Artagnan       Il conte De Wardes non può vantarsi di niente.

Milady      Ma se proprio voi mi avete detto che quell’anello…

D’Artagnan       Quell’anello, amore mio, ce l’ho io. Il conte De Wardes di giovedì e il D’Artagnan di questa notte sono la stessa persona.

Pallida e terribile, con un ruggito, Milady si alza dal letto.

D’Artagnan       Ma dove andate, amor mio… fermatevi! Fermatevi, vi dico!

Milady      Lasciami, maledetto!

D’Artagnan       Milady! Ma state ferma! Ferma! (Nel tentativo di bloccarla, provoca una lacerazione nella camicia da notte. E sulla spalla nuda, D’Artagnan scorge qualcosa.) Ma… cos’avete qui, sulla spalla?! Fate vedere!…Un giglio!… Ma voi, dunque…

Milady      Ah, miserabile, mi hai vilmente tradita, e conosci inoltre il mio segreto! Morirai!

La sentiamo correre verso il tavolo da toeletta, ed armarsi di un pugnale.

D’Artagnan       Ma che credete di fare, con quel pugnale! (Afferra la sua spada e la sguaina, puntandola alla gola di Milady) State buona, Milady! Buona! Così… Bene, bella signora, bene! Adesso calmatevi, se non volete che vi disegni un altro giglio su codeste belle gote.

Milady      Miserabile, Miserabile!

Appena D’Artagnan accenna a guadagnare l’uscita, lei gli si getta contro, rovesciando

mobili  che incontra sul cammino. D’un balzo D’Artagnan apre la porta che immette

nella camera di Ketty, e vi si barrica dentro.

D’Artagnan       Presto, presto Ketty, fammi uscir dal palazzo, ché se le lasciamo il tempo di respirare, mi farà uccidere dai domestici!

Ketty         Ma non potete uscire così, siete nudo.

D’Artagnan       Dammi qualcosa per coprirmi, ma sbrigati, è questione di vita o di morte!

Milady, nel frattempo, sta suonando per svegliare tutto il palazzo.

Scena seconda.

In casa di Athos.

Athos        (scoppiando in una fragorosa risata) Ma come vi siete conciato? Che è questo travestimento?! Una sottana lunga fino ai piedi, una cuffia, la mantella…

D’Artagnan       Non ridete, amico mio, non ridete, ché non c’è niente da ridere.

Athos        Siete ferito?

D’Artagnan       No, ma mi è successa una cosa terribile.

Athos        E’ morto il re? Avete ucciso il cardinale?

D’Artagnan       Preparatevi a udire una storia incredibile, inaudita. Milady è marchiata con un giglio sulla spalla.

Athos        Me l’aspettavo!

D’Artagnan       Ma siete proprio sicuro che l’altra sia morta?

Athos        L’altra?

D’Artagnan       Sì, quella di cui m’avete parlato quel giorno ad Amiens. (Athos non riesce a rispondere) Questa è una donna tra i ventisei e ventott’anni.

Athos        Bionda, vero?

D’Artagnan       Sì.

Athos        Con gli occhi azzurro chiari, d’una strana luminosità, e ciglia e sopracciglia nere? Alta, ben fatta. Il giglio è piccolo, naturalmente rosso e come sbiadito dagli strati di cosmetico ch’ella vi applica.

D’Artagnan       Sì.

Athos        Voglio vederla!

D’Artagnan       State attento, Athos; voi avete cercato di ucciderla ed ella è tale da rendervi la pariglia senza mancare il colpo.

Athos        Non oserà dir nulla, ché altrimenti si denuncerebbe da sé.

D’Artagnan       E’ capace di tutto! L’avete mai vista infuriata? E’ una tigre, una pantera!

Athos        Forse avete ragione. Dopotutto, siamo in partenza per La Rochelle, e una volta partiti…

D’Artagnan       Se vi riconosce, vi seguirà in capo al mondo. Lasciate dunque che sfoghi il suo odio solo su di me.

Athos        Credete forse che io tenga alla vita?

D’Artagnan       Vediamo di arrivare al giorno della partenza senza intoppi.

Athos        Vi darò retta. Adesso, dove dovete andare?

D’Artagnan       A casa mia. Ma non posso uscire conciato così.

Athos        E’ giusto. Dirò a Grimaud di farvi avere qualcosa da mettervi addosso.

D’Artagnan       A proposito, questo zaffiro è vostro! Mi avete detto che è un gioiello di famiglia.

Athos        Me l’ha regalato mia madre; ed io, pazzo, invece di conservarlo come una reliquia, l’ho dato a quella miserabile. Comunque, non posso riprenderlo.

D’Artagnan       E perché?

Athos        E’ stato contaminato.

D’Artagnan       Allora vendetelo.

Athos        Mai! Sarebbe una profanazione.

D’Artagnan       Allora, impegnatelo. Vi daranno almeno duemila scudi.

Athos        Soltanto se accetterete la metà della somma. In caso contrario lo getterò nella Senna.

Scena terza.

Sulla porta di casa, D’Artagnan incontra Bonacieux.

Bonacieux Eh! Mio caro inquilino, brigatevi. Avete in casa una bella giovanetta che vi aspetta, e alle donne, lo sapete non piace molto aspettare.

D’Artagnan       (Ad Athos) E’ Ketty, la cameriera di Milady! (Ed entra)

Ketty         Mi avete promesso la vostra protezione, mi avete promesso di salvarmi dalla sua collera. Ricordatevi che voi mi avete perduta.

D’Artagnan       Sì, Ketty, certo; sta tranquilla. Ma che cosa è successo?

Ketty         Dopo la vostra partenza, sono accorsi i servitori. Milady era pazza di collera. Tutte le imprecazioni che si possono immaginare le ha vomitate contro di voi. Ero sicura che avrebbe subito capito che eravate entrato dalla mia camera. Perciò ho preso il poco denaro che avevo e sono fuggita.

D’Artagnan       Ma che cosa posso fare per te? Io parto dopodomani per la guerra.

Ketty         Tutto ciò che vorrete; fatemi allontanare da Parigi, fatemi lasciare la Francia. Abiterò dove vorrete. Aiutatemi, signor cavaliere, e vi amerò sempre.

D’Artagnan       Io pure, io pure ti amerò sempre. Siine certa. Ma dimmi: hai mai udito parlare di una giovane che fu rapita di notte?

Ketty         Mio Dio, siete forse innamorato anche di questa?

D’Artagnan       No, è il mio amico Athos che l’ama. Vero?

Athos        Io!

D’Artagnan       Certo, tu! Devi sapere, piccola mia, che è la moglie di quel bertuccione che hai veduto sulla porta entrando qui.

Ketty         Purché non mi abbia riconosciuta!

D’Artagnan       Avevi dunque già visto quell’uomo?

Ketty         E’ venuto due volte da Milady, e ieri sera è ritornato, un momento prima che entraste voi.

D’Artagnan       Andate a vedere, Athos, se sta ancora sulla porta.

Athos va fuori, ma rimette subito la testa dentro.

Athos        E’ andato via.

D’Artagnan       Sicuramente è corso a fare rapporto, e a dire che tutti i piccioni sono nella colombaia.

Athos        Ebbene, tagliamo la corda! Non c’è un attimo da perdere!

Ketty         E di me che sarà?

D’Artagnan       Ho trovato: chiederemo ad Aramis di collocarti come dama di compagnia presso una delle sue amiche in provincia. Sono sicuro che Aramis sarà d’accordo.

Scena quarta.

In strada, all’angolo di via Fossoyeurs, Porthos compare sopra un magnifico cavallo.

Aramis      Diavolo, Porthos, avete un bellissimo cavallo spagnolo.


Porthos     Sì, non c’è male. E’ quello che doveva essermi inviato per primo; ma un cattivo scherzo del signor Coquenard, il marito della mia Procuratrice, lo aveva sostituito col ronzino giallo di D’Artagnan. Ma io ho fatto in modo che il marito fosse punito, ed il ronzino sostituito con questo.

Aramis      State dunque bene a danaro?

Porthos     Bene, benissimo. Ma ecco Athos e D’Artagnan.

Athos        Porthos, decisamente siete fatto per essere un generale d’armata. Complimenti per il cavallo!

D’Artagnan       Sono rimasto l’unico a non avere una cavalcatura. Dovrò farmene dare una dal signor De Tréville.

Aramis      Inutile. Prenderete uno dei miei.

D’Artagnan       Perché, quanti ne avete?

Aramis      Tre.

Athos        Caro mio, voi siete certamente il poeta meglio provvisto di cavalcature in tutta la Francia e La Navarra.

Porthos     Non capisco nemmeno come abbiate fatto a comprarne tre.

Aramis      Il terzo mi è stato condotto stamattina da un domestico senza livrea, che non ha voluto dirmi a chi appartenesse, e che mi ha assicurato di aver ricevuto l’ordine dal suo padrone…

D’Artagnan       O dalla sua padrona.

Athos        Soltanto ai poeti capitano certe avventure.

-fine della ventunesima puntata –

VENTIDUESIMA PUNTATA

Personaggi:

                       D’Artagnan

                       Athos

                       Porthos

                       Aramis

                       Il cardinale De Richelieu

******


Scena prima.

D’Artagnan “All’ora stabilita, io e i miei amici eravamo riuniti in casa di Athos. La loro preoccupazione per l’equipaggiamento era del tutto scomparsa, e ogni viso non conservava più che l’espressione delle proprie segrete inquietudini; poiché, dietro ogni felicità presente, sta nascosta una disgrazia avvenire.”

D’Artagnan       Amici, ho ricevuto due lettere. La prima è un bigliettino elegantemente piegato in lungo, con un grazioso sigillo di cera verde. L’altra è una letterina quadrata e risplendente delle terribili armi di Sua Eminenza.

Aramis      Diamo la precedenza al bigliettino.

D’Artagnan       (Lo apre) “Passeggiate mercoledì prossimo dalle sei alle sette pomeridiane sulla strada di Chaillot, e guardate con cura nelle carrozze che passeranno. Ma, se vi è cara la vostra vita e quella delle persone che vi amano, non dite una parola, non fate un gesto che possa far credere che abbiate conosciuto colei che si espone a tutto per vedervi un istante.” Nessuna firma.

Athos                  Questo è un trabocchetto. Non andateci, D’Artagnan.

D’Artagnan       Però mi sembra di riconoscere il carattere.

Athos                  Può essere imitato.

D’Artagnan       Ma se vi andassimo tutti? Che diavolo! Non ci divoreranno tutti e quattro, noi, quattro servi, i cavalli e le armi.

Porthos     E poi questa sarà un’occasione per far mostra del nostro equipaggiamento.

Aramis      Ma se scrive una donna, e se questa donna desidera di non essere veduta, pensate che la compromettete, D’Artagnan.

Porthos     Noi resteremo indietro; lui solo andrà avanti.

Athos                           Sì, ma non ci vuol niente a tirare un colpo di pistola da una

carrozza che vada al galoppo.

D’Artagnan       Bé, non mi coglieranno. Raggiungeremo la carrozza e stermineremo quelli che vi si trovano dentro. Saranno sempre tanti nemici di meno.

Porthos     Hai ragione, battaglia! Bisogna pur provare le nostre armi.

Aramis      Concediamoci dunque questo piacere.

Athos                           Come volete.

D’Artagnan       Signori, sono le quattro e mezzo, e abbiamo appena il tempo di prepararci per essere alle sei sulla via di Chaillot.

Athos         Ma avete dimenticato la seconda lettera. Eppure, dal sigillo, mi pare che meriti di essere aperta. Quanto a me, vi dichiaro, caro D’Artagnan, che mi preoccupa assai più di quella sciocchezzuola che vi siete fatto dolcemente scivolare sul cuore.

D’Artagnan.      D’accordo. Vediamo che cosa vuole da me Sua Eminenza. (Dissigilla la lettera) “Il signor D’Artagnan, guardia del Re, compagnia Des Essarts, è aspettato al palazzo del Ministro questa sera alle otto. LA HOUDINIERE, capitano delle guardie.”

Athos         Ecco un convegno molto più imbarazzante del primo.

D’Artagnan       Andrò al secondo dopo il primo. Uno è per le sette, l’altro è per le otto.

Aramis      Io invece non ci andrei. Un cavaliere galante non può mancare a un convegno dato da una dama; ma un gentiluomo prudente può dispensarsi dall’andare da Sua Eminenza, particolarmente quando ha qualche ragione di credere che non sia per averne complimenti.

Porthos     Sono d’accordo con Aramis.

D’Artagnan       Signori, ho già ricevuto un simile invito da Sua Eminenza, l’ho trascurato, e il giorno dopo mi è accaduta una gran disgrazia: Constance è scomparsa. Questa volta andrò.

Athos                  E se finite alla Bastiglia?

D’Artagnan       Beh, voi me ne tirerete fuori.

Scena seconda.

I quattro giungono al galoppo sulla strada di Chaillot. Rumore di carrozze che passano e

ripassano.

 Athos                 Coraggio, D’Artagnan, fatevi avanti.

Porthos               Sbrigatevi, sta arrivando una carrozza.

D’Artagnan       Qualcosa mi dice che in quella carrozza c’è la persona che mi ha dato l’appuntamento.

(La carrozza passa davanti a lui con la rapidità di un sogno)

D’Artagnan       Avete visto! Era la signora Bonacieux. Ha sporto la testa dallo sportello con due dita sulla bocca, come per raccomandare il silenzio o per inviare un bacio. Sicuramente la stanno trasportando da una prigione all’altra. Ma che cosa vogliono fare di quella povera creatura?

Athos         Amico, abbiate fede: la ritroverete sicuramente, e forse più presto di quel che non vorreste.

Aramis       Ma ricordatevi che adesso dovete fare un’altra visita, anche se siete ancora in tempo per rifiutare l’invito.

D’Artagnan       Che volete; sono curioso di sapere cosa vuole da me Sua Eminenza.

Scena terza.

Nello studio del cardinale De Richelieu.

Richelieu  Signore, siete voi un certo D’Artagnan del Bèarn?

D’Artagnan       Sì, monsignore.

Richelieu  Vi sono molti rami della famiglia D’Artagnan a Tarbes e nelle vicinanze.

D’Artagnan       Sono il figlio di quello che ha fatto la guerra di religione col gran re Enrico, padre di Sua Maestà.

Richelieu  Bene. Siete voi quello che è partito dal paese per venire a cercare fortuna nella capitale?

D’Artagnan       Sì, monsignore.

Richelieu  Durante il viaggio siete passato da Meung, dove vi è accaduto qualche cosa; non so precisamente che, ma insomma qualche cosa.

D’Artagnan       Monsignore, ecco ciò che mi è accaduto…

Richelieu  Inutile, inutile…. Eravate raccomandato al signor De Tréville, non è vero?

D’Artagnan       Sì, monsignore, ma precisamente in quella disgraziata avventura di Meung…

Richelieu  Fu perduta la vostra lettera di raccomandazione, sì, lo so. Ma il signor De Tréville è un abile fisionomista che conosce gli uomini al primo sguardo, e vi ha messo nella compagnia di suo cognato, il signor Des Essarts, facendovi sperare che un giorno o l’altro sareste entrato nei moschettieri.

D’Artagnan       Monsignore è perfettamente informato.

Richelieu  Nel frattempo sono accadute molte cose. Avete fatto una passeggiata dietro i Chartreux, un giorno in cui sarebbe stato meglio che foste altrove; quindi avete fatto coi vostri amici un viaggio alle acque di Forges; essi si sono fermati per via, ma voi avete continuato la strada. La cosa era semplicissima: avevate affari in Inghilterra.

D’Artagnan       Monsignore, andavo…

Richelieu  A caccia nel parco di Windsor, lo so, perché il mio stato richiede che io sappia tutto. Al vostro ritorno, avete ricevuto un invito a passare nel mio palazzo. Non l’avete accolto, e avete avuto torto.

D’Artagnan       Temevo di essere incorso nella disgrazia di Vostra Eminenza.

Richelieu  E perché? Per aver eseguito gli ordini dei vostri superiori con più intelligenza e più coraggio di quanto avrebbe fatto un altro? Io punisco le persone che non obbediscono, e non quelle che ubbidiscono anche troppo bene… In conclusione: non udendo parlare di voi da qualche tempo, ho voluto sapere che cosa facevate. D’altra parte mi dovete qualche ringraziamento; avrete

                   certo notato voi stesso con quanti riguardi siete sempre stato trattato in tutte le circostanze. Questo proveniva non solo da un sentimento di equità naturale, ma anche da un piano che mi ero formato a vostro riguardo.

D’Artagnan       Un piano? Nei miei riguardi?

Richelieu  Volevo esporvi questo piano il giorno che riceveste il mio primo invito. Fortunatamente nulla è stato perduto per questo ritardo. Non volete sedervi?

D’Artagnan       Grazie, monsignore.

Richelieu  Voi siete coraggioso, signor D’Artagnan, e siete prudente, cosa che vale ancor di più. Mi piacciono gli uomini di testa e di cuore;   ma, per quanto giovane, e appena entrato nel mondo, avete nemici potenti. Dovete stare in guardia.

D’Artagnan       Ahimé, monsignore, i miei nemici sono forti e bene appoggiati, mentre io sono solo…

Richelieu  Sì, è vero, ma da solo avete già fatto molto. E sono sicuro che farete ancora di più. Ma credo che abbiate bisogno di essere guidato nell’avventurosa carriera intrapresa.

D’Artagnan       Sono nell’età delle folli speranze, Eminenza.

Richelieu  Non vi sono folli speranze che per gli stupidi, signore, e voi siete uomo di spirito. Vediamo un po’, che ne direste di un grado di alfiere nelle mie guardie e di una compagnia dopo la campagna contro gli Inglesi?

D’Artagnan       Ah, monsignore…

Richelieu  Accettate, non è vero ?

D’Artagnan       Monsignore…

Richelieu  Come!… rifiutate?

D’Artagnan       Sono nelle guardie di Sua Maestà, e non ho ragione di esserne scontento.

Richelieu  Ma mi sembra che anche le mie guardie siano guardie di Sua Maestà, e che quando si serve in un corpo francese si serve il re.

D’Artagnan       Vostra Eminenza ha compreso male le mie parole.

Richelieu  Voi cercate un pretesto, non è vero? Capisco. Ebbene, questo pretesto lo avete. L’avanzamento, la campagna che si inizia, l’occasione che vi offro, ecco il pretesto per la gente. Per voi il bisogno di protezioni sicure. Poiché è bene che sappiate, signor D’Artagnan, che ho ricevuto gravi accuse contro di voi. Voi che consacrate esclusivamente i vostri giorni e le vostre notti al servizio del re. Del resto, ho qui un incartamento che vi riguarda; ma prima di leggerlo, ho voluto parlare con voi. Su, riflettete e prendete una decisione.


D’Artagnan       La vostra bontà mi confonde, monsignore, ed io riconosco nell’Eminenza Vostra una grandezza d’animo che rende me al confronto piccolo come un verme; ma poiché monsignore mi permette di parlare francamente…

Richelieu  Parlate.

D’Artagnan       Ebbene, dirò a Vostra Eminenza che tutti i miei amici sono fra i moschettieri e le guardie del re, e i miei nemici, per una inconcepibile fatalità, sono addetti all’Eminenza Vostra ; sarei dunque mal accolto qui e mal veduto là, se accettassi ciò che monsignore mi offre.

Richelieu  Siete così orgoglioso da pensare che vi offra meno di quel che valete, signor D’Artagnan?

D’Artagnan       Vostra Eminenza è cento volte troppo buona per me, ed io, al contrario, penso di non aver fatto ancora abbastanza per essere degno della sua bontà. L’assedio di La Rochelle sta per iniziarsi; servirò sotto gli occhi di Vostra Eminenza, e se avrò la fortuna di comportarmi, in questo assedio, in modo tale da attirarmi i vostri

D’Artagnan       sguardi, ebbene, allora avrò almeno dietro di me qualche atto di valore per giustificare la protezione di cui ella vuole onorarmi.

Richelieu  Vale a dire che rifiutate di servirmi. Rimanete dunque libero, conservate i vostri odii e le vostre simpatie.

D’Artagnan       Monsignore…

Richelieu  Bene, bene, non vi porto rancore.  Vi darò tuttavia un consiglio: state sempre in guardia, signor D’Artagnan, poiché dal momento che avrò ritirata la mano dal vostro capo, non darei un soldo per la vostra vita.

D’Artagnan       Qualunque cosa mi accada, sarò sempre riconoscente a Vostra Eminenza.

Richelieu  Ebbene, arrivederci a La Rochelle. Vi terrò d’occhio, signor D’Artagnan .

-fine della ventiduesima puntata –

VENTITREESIMA PUNTATA

Personaggi:

              D’Artagnan

              Athos

              Porthos

              Aramis

              Planchet

              Brisemont

              Foureau

              Un soldato

******


Scena prima.

D’Artagnan   “Il 10 settembre del 1627 giunsi senza incidenti al campo di La Rochelle. Il duca di Buckingam e i suoi inglesi continuavano ad assediare, ma senza risultato, la cittadella di Saint-Martin e il forte di La Prée. Le guardie del signor Des Essarts avevano il loro quartiere al convento dei Minimi. Ma io, preoccupato dall’ambizione di passare nei moschettieri, avevo stretto poche amicizie coi miei camerati, che mi lasciavano dunque isolato nelle mie riflessioni. E queste non erano per niente allegre; come quel giorno in cui andavo di pattuglia insieme a quattro compagni…”

Si sentono i loro passi sul bastione, mentre avanzano cautamente. Di colpo, gli spari e il

sibilo di una dozzina di pallottole.

D’Artagnan   Indietro! Il bastione è difeso! E’ inutile correre altri rischi!

Un colpo di fucile abbatte un soldato vicino a D’Artagnan.

D’Artagnan   L’hanno colpito! Tornate qui! Non possiamo abbandonarlo così! (Soccorrendo il caduto) Aspetta, ti aiuto io!… Coraggio! (Un’altra pallottola sibila sulla sua testa, attraversandogli il cappello.) Acc…! Mi ha bucato il cappello! (Si è buttato a terra, fingendosi morto. Bisbiglia) Ma il colpo non veniva dal bastione. Devono essere stati quei due soldati che mi hanno abbandonato. (Sentiamo le loro voci, mentre stanno tornando per controllare se il colpo è andato a segno).

Soldato          Vado avanti io, tu coprimi le spalle… (Si avvicina a D’Artagnan) Sembra morto! Ma per sicurezza, adesso gli tiro un altro colpo! (Lo sentiamo armare il fucile)

D’Artagnan   (balzando in piedi di scatto) Che volete fare, voi due?! (E spara un colpo, che colpisce uno dei due, facendolo stramazzare a terra. Poi  punta la spada alla gola dell’altro)

Soldato          Oh, non mi uccidete! Grazia, grazia, ufficiale! Vi dirò tutto.

D’Artagnan   Il tuo segreto vale almeno la pena che io ti conservi la vita?

Soldato          Sì, se credete che l’esistenza sia qualche cosa, quando si hanno ventidue anni come voi, e si può giungere a tutto, belli e coraggiosi come voi siete.

D’Artagnan   Miserabile! Via, parla presto. Chi ti ha incaricato di assassinarmi?

Soldato          Una donna che non conosco, ma che chiamavano Milady.

D’Artagnan   Ma se non conosci questa donna, come sai il suo nome?

Soldato          Il mio camerata la conosceva e la chiamava così; ha trattato con lui, non con me. Lui, anzi, ha in tasca una lettera di quella donna che deve avere per voi una grande importanza,a quanto ho sentito dire.

D’Artagnan   Ma tu, come ti trovi mischiato in questa imboscata?

Soldato          Mi ha proposto di fare un colpo assieme, e ho accettato.

D’Artagnan   E quanto vi ha dato per questa bella spedizione?

Soldato          Cento luigi.

D’Artagnan   Be’, meno male, mi stima qualche cosa. Ti faccio grazia, ma a una condizione.

Soldato          Quale?

D’Artagnan   Che tu vada a cercar la lettera che il tuo camerata ha in tasca.

Soldato          Ma questo è un altro modo di uccidermi. Come volete che io vada a cercar quella lettera sotto il fuoco del bastione?

D’Artagnan   Pure bisogna che ti decida ad andare a prenderla, o ti giuro che ti ucciderò qui con le mie mani!

Soldato          Fermate! Fermate! Andrò… andrò….

Prende a strisciare faticosamente verso il compagno caduto.

D’Artagnan   Avanti!… ci sei quasi!… attento al terreno!… bravo… adesso frugalo…Hai preso la lettera?

Soldato          Sì, ce l’ho fatta.

D’Artagnan   Allora torna qui… avanti, fatti coraggio… piano… non ti alzare….

Soldato          Eccomi… signor ufficiale… questa è la let….

In quello stesso istante il nemico fa fuoco, e il rumore sordo di tre palle che forano la carne,

un ultimo grido, un fremito d’agonia, provano a D’Artagnan che colui che aveva voluto

assassinarlo, gli salvava la vita.

D’Artagnan   Poveraccio! In fondo mi ha salvato la vita. E adesso… vediamo un po’ questa lettera. “Poiché avete perduto la traccia di quella donna ed essa è ora in salvo in quel convento, in cui voi non avreste mai dovuto lasciarla giungere, cercate almeno di non sbagliare l’uomo, altrimenti sapete che ho la mano lunga e che paghereste cari i cento luigi che vi ho dato.” Nessuna firma, ma questa è la mano di Milady. Comunque, una cosa è certa: la mia Constance è sana e salva, ed è chiusa in un convento.

Scena seconda.

Planchet        Signor D’Artagnan, ho qui per voi dodici bottiglie di vino D’Angiò che mi sono state appena recapitate.

D’Artagnan   Chi le manda?

Planchet        Un oste di nome Godeau, che dice di aver avuto l’ordine di portarvele dai vostri amici moschettieri, affinché beviate alla loro salute.

D’Artagnan   Meno male! Essi pensano a me nei loro piaceri, come io penso a loro nella mia noia. Certo berrò alla loro salute di tutto cuore, ma non da solo. Brisemont! Foureau!

Brisemont      Eccoci!

Foureau         Che succede ?

D’Artagnan   Sto per organizzare un delizioso pranzetto, nel corso del quale tireremo il collo a una dozzina di bottiglie di vino D’Angiò, dono dei miei amici moschettieri!

Brisemont      Evviva!

Foureau         Berremo alla loro salute !

D’Artagnan   Coraggio, Brisemont! Sotto con la prima bottiglia!

Brisemont      Con grande piacere. (La stappa) Uhm, D’Artagnan, mi pare torbida nel fondo. Sarà meglio travasarla in una caraffa. Posso assaggiare?

D’Artagnan   Ma certo.

In questo istante si sente tuonare il cannone, accompagnato da grida di giubilo: “Viva il

re! Viva il cardinale!”. I tamburi battono in tutte le direzioni.

D’Artagnan   Che succede? (Corrono fuori)

Foureau         Sta arrivando il re, con tutto il suo seguito. Guardate, D’Artagnan, ci sono anche i moschettieri.

D’Artagnan   Eccoli là! (Grida) Athos! Aramis! Porthos! Sono io! Avete visto, Foureau? Mi hanno fatto cenno di aspettarli. Vedrete che in un baleno saranno qua, appena fatte le consegne. Perdio, non è possibile giungere in miglior punto, e il pranzo non avrà tempo di raffreddarsi.

Foureau         Certo che il re doveva essere proprio impaziente di giungere al campo. Deve aver fatto saltare le due ultime tappe. Dicono che porti un rinforzo di diecimila uomini di truppa.

D’Artagnan   (rientrando) Presto, Planchet! Aggiungi quattro coperti. Stanno per arrivare i miei amici.

Planchet        Sono veramente orgoglioso, signore, di essere stato elevato alla dignità di maestro di casa. Per questo, ho pensato di chiamare in aiuto questo giovanotto, che mi pare molto sveglio!

D’Artagnan   Fa quello che ti pare, ma sbrigati, che i miei ospiti stanno arrivando.

(Da fuori arriva il vocione di Porthos.)

Porthos          Ah, ah! Pare che ci sia da banchettare.

Aramis           Spero che non vi saranno donne al vostro pranzo.

Athos             C’è del vino bevibile nella vostra bicocca?

D’Artagnan   Perbacco! C’è il vostro, mio caro.

Athos             Il nostro vino?

D’Artagnan   Sì, quello che mi avete mandato.

Athos             Noi vi abbiamo mandato del vino?

D’Artagnan   Ma sì, quel buon vinello delle colline D’Angiò.

Athos             Siete stato voi, Aramis, a mandare il vino?

Aramis           No. E voi Porthos?

Porthos          No.

D’Artagnan   Se non siete stati voi, è stato il vostro oste.

Athos             Il nostro oste?

D’Artagnan   Si chiama Godeau, e dice di essere l’oste dei moschettieri.

Porthos          Ma che importa, venga di dove vuol venire; assaggiamolo e, se è buono, beviamolo.

Athos             No, non dobbiamo accettare nulla dagli sconosciuti.

D’Artagnan   Amici, mi viene un orribile sospetto.

In questo stesso istante, Brisemont viene colto da dolori atroci. Lo sentiamo rantolare in

atroci convulsioni.

Brisemont      Ah! Il vino! è avvelenato! Come avete potuto farmi questo?

D’Artagnan   Io ! Disgraziato, cosa dici !

Brisemont      (sempre rantolando) Dico che voi mi avete dato questo vino, dico che voi mi avete detto di bere, dico che è un’infamia!

D’Artagnan   E’ impossibile che voi crediate... Brisemont, vi giuro, vi assicuro...

Brisemont      Dio vi punirà! Dio mio! che egli soffra un giorno quanto soffro io! (E muore, con atroci sofferenze).

Athos             Che cosa orribile!

D’Artagnan   Amici miei, voi mi avete ancora una volta salvato la vita, e non solo a me. Ma vi domando il silenzio su tutta questa avventura; grandi

D’Artagnan   personaggi potrebbero aver parte in ciò che avete veduto, e tutto il male ricadrebbe su di noi.

Planchet        (balbetta, più morto che vivo) Ah, signore, io l’ho scampata bella!

D’Artagnan   Anche tu stavi per bere il vino?

Planchet        Alla salute del re; stavo per berne solo un bicchiere, se Foureau non mi avesse detto che mi chiamavano.

Fourreau        Io volevo allontanarlo per bere da solo.

D’Artagnan   Planchet, occupati del corpo di questo povero diavolo; che sia sepolto in terra benedetta.

Athos             Ebbene, lo vedete, amico caro, questa è un guerra all’ultimo sangue.

D’Artagnan   Voi credete che sia stata Milady?

Athos             Ne sono sicuro. Ma non si può restare con una spada continuamente sospesa sopra la testa. Dobbiamo uscire da questo stato di cose.

D’Artagnan   In che modo?

Athos             Cercate di raggiungerla, e di avere una spiegazione da lei. Ditele: “La pace o la guerra! Vi do la mia parola di gentiluomo di non dire mai nulla, di non far nulla contro di voi. Ma voi dovete

Athos             promettermi di sospendere queste manovre per assassinarmi, altrimenti vado a trovare il cancelliere, il re, il boia, e vi denuncio. Vi faccio mettere sotto processo.”

D’Artagnan   Ma come posso fare per raggiungerla?

Athos             Vedrete che non mancherà l’occasione. E’ come il gioco al raddoppio: più si punta e più si vince, quando si sa aspettare.

Aramis           Dio vi ha protetto fino ad oggi e vi proteggerà ancora.

Athos             Molto bene, mio caro Aramis, vedo che le vostre inclinazioni tendono sempre di più alla Chiesa.

Aramis           Sono moschettiere solo ad interim.

D’Artagnan   C’è andata di mezzo anche la povera Constance.

Athos             La signora Bonacieux? Ah, sì, giusto, amico mio! Ma che fine ha fatto?

D’Artagnan   La tengono segregata in un convento.

Aramis           Nei conventi si sta benissimo, e quando l’assedio di La Rochelle sarà terminato, vi prometto che, per conto mio...

Porthos          C’è un mezzo più semplice: appena terminato l’assedio la rapiremo.

Athos             Ma bisogna prima sapere in quale convento si trovi.

Aramis           Mi incarico io di scoprirlo.

D’Artagnan   E in che modo?

Aramis           Per mezzo dell’elemosiniere della regina, col quale sono in stretta amicizia.

D’Artagnan   A meraviglia! Adesso, amici, separiamoci; ma promettiamo di rivederci stasera stessa.

Athos.            Sicuro.

Porthos          Non dubitate.

Aramis           Adesso, però, dobbiamo raggiungere il quartiere del re, e farci preparare l’alloggio. A stasera!

- fine della ventitreesima puntata -


VENTIQUATTRESIMA PUNTATA

personaggi:

                        Athos

                        Porthos

                        Aramis

                        Il cardinale De Richelieu

                        Milady

                        Un oste

******

Scena prima.

D’Artagnan “Athos, Porthos ed Aramis, non avendo gran cosa da fare all’assedio, menavano vita allegra. Quella sera erano di ritorno tutti e tre da una bettola che Athos aveva scoperto due giorni prima, “Il Colombaio Rosso”: io non avevo potuto accompagnarli perché ero di guardia alla trincea. A un quarto di lega dall’accampamento udirono il passo di una cavalcata che veniva verso di loro.”

Athos             Chi va là?

Una voce       Chi siete voi?

Athos             Questo non è rispondere. Chi va là? Rispondete o carichiamo.

Una voce       Badate a quel che fate, signori.

Athos             (sottovoce, ai suoi amici) E’ qualche ufficiale superiore che fa la ronda notturna.

Una voce       Chi siete?

Athos             Moschettieri del re.

Una voce       Di quale compagnia?

Athos             Compagnia De Tréville.

Una voce       Avanti, e venite a rendermi conto di ciò che fate qui a quest’ora.

Athos             (muovendo il cavallo verso di loro) Scusatemi, ufficiale, ma non sapevamo con chi si parlava, e potete vedere che facevamo buona guardia.

Una voce       Il vostro nome?

Athos             Ma... e il vostro, signore? Datemi prima la prova che avete il diritto di interrogarmi.

Una voce       Ecco, qua... mi riconoscete?

Athos             Il signor cardinale!

Richelieu       Il vostro nome?

Athos             Athos.

Richelieu       (rivolgendosi all’attendente) Attendente! Questi tre moschettieri ci seguiranno. Suppongo, signor Athos, che i vostri due compagni siano i signori Porthos e Aramis.

Athos             Sì, Eminenza.

Richelieu       Vi conosco, signori; so che non siete del tutto fra i miei amici, e ne sono spiacente; ma so, d’altra parte, che siete coraggiosi e leali gentiluomini, e che ci si può fidare di voi. Signor Athos, fatemi dunque l’onore di accompagnarmi, assieme ai vostri due amici, e allora avrò una scorta da far invidia a Sua Maestà.

Athos             Vostra Eminenza fa bene a condurci seco; abbiamo incontrato sulla strada certi tipi poco raccomandabili, e all’osteria del Colombaio Rosso abbiamo avuto contesa con quattro di questi ceffi.

Richelieu       Una contesa? E perché, signori? Non mi piacciono le liti, lo sapete.

Athos             Il mio amico Aramis, che qui vedete...

Aramis           Ai vostri ordini, Eminenza.

Athos             ... ha ricevuto un leggero colpo di spada nel braccio, cosa che non gli impedirà di andar domani all’assalto, se Vostra Eminenza lo ordinerà.

Richelieu       Ma voi non siete uomini da lasciarvi dare un colpo di spada da chicchessia. Su, siate franchi, voi pure dovete averne reso qualcuno.

Athos             Io, monsignore, non ho neppure messo mano alla spada: ho preso pei fianchi quello con cui avevo a che fare e l’ho gettato dalla finestra.

Richelieu       E voi, signor Porthos?

Porthos          Io, Eminenza, sapendo che il duello è proibito, ho afferrato una panca e ho dato un colpo a uno di quei briganti ; credo di avergli rotto una spalla.

Richelieu       E voi, signor Aramis?

Aramis           Io, Eminenza, poiché sono di carattere molto mite, e poiché sto per rientrare negli ordini, volevo dividere i miei camerati, quando uno di quei miserabili mi ha dato a tradimento un colpo di spada nel braccio sinistro ; allora ho perso la pazienza, ho cavato io pure la spada e,

Aramis           mentre si gettava su di me, credo che gli sia passata attraverso il corpo.

Richelieu       Diavolo, signori, tre uomini fuori combattimento. Non avete la mano leggera, voi. E per qual ragione è nata questa zuffa?

Athos             Quei miserabili erano ubriachi, e sapendo che vi era una donna giunta poco prima nell’osteria, volevano forzar la sua porta.

Richelieu       E questa donna era giovane e bella?

Athos             Non l’abbiamo veduta, Eminenza.

Richelieu       Non l’avete veduta? Benissimo, benissimo! Avete fatto bene a difendere l’onore di una donna, e poiché vado io pure all’albergo del Colombaio Rosso, saprò se mi avete detto la verità. E ditemi, questa donna era dunque sola?

Athos             No, aveva un cavaliere chiuso nella sua camera. Ma poiché, ad onta del rumore, non si è fatto vedere, è da presumere che sia un vile.

Richelieu       Non date giudizi temerari, sta scritto nel Vangelo. E adesso, signori, seguitemi al Colombaio Rosso.

Scena seconda.

Sala d’ingresso del Colombaio Rosso.

Oste                Benvenuti nella mia modesta locanda, signori!

Richelieu       Avete qualche camera al piano terreno, in cui questi signori possano aspettarmi accanto a un buon fuoco?

Oste                Certamente. Vogliate seguirmi da questa parte.

L’oste li guida verso una camera al pianterreno. Apre una porta.

Oste                Ho questa.

Richelieu       Va bene. Entrate, signori, e compiacetevi di aspettarmi. Non mi tratterrò più di mezz’ora. (Si allontana)

Porthos          Che ne direste di una partitina a dadi?

Athos             Giocate voi. Stasera non sono in vena.

Mentre Porthos e Aramis giocano a dadi, Athos passeggia avanti e indietro per la camera;

passa e ripassa davanti al tubo della stufa, tagliato a metà, dal quale filtrano delle voci.

Athos, incuriosito, si avvicina e subito fa cenno ai compagni di fare silenzio.

Athos             (a bassa voce) Ssst!... state un pò zitti!... venite qua!...

Si avvicinano tutti alla stufa, e riescono a decifrare le voci che giungono dall’altra camera.

Richelieu       Ascoltate, Milady, la cosa è importante.

Athos             Milady!

Milady           Ascolto Vostra Eminenza con la più grande attenzione.

Richelieu       Un piccolo bastimento, con equipaggio inglese, vi aspetta all’imboccatura della Charente. Il capitano farà vela domattina.

Milady           Bisogna dunque ch’io vada là questa notte?

Richelieu       Immediatamente. Uscendo di qui, troverete alla porta due uomini che vi saranno di scorta: mi lascerete uscire per primo. Una mezz’ora dopo uscirete voi.

Milady           Qual’è la mia missione?

Richelieu       Partirete per Londra. Lì andrete a trovare Buckingam.

Milady           Faccio osservare a Vostra Eminenza che, dopo il fatto dei puntali di diamanti, Sua Grazia diffida di me.

Richelieu       Ma questa volta non si tratta più di cattivarsi la sua confidenza, ma di presentarsi francamente e lealmente come negoziatrice.

Milady           Francamente e lealmente?

Richelieu       Sì, quest’affare deve essere trattato allo scoperto. Gli direte che conosco tutti i preparativi che fa, ma che non me ne preoccupo

Richelieu       minimamente, visto che al primo movimento che arrischierà, io rovino la regina.

Milady           Ed egli crederà che Vostra Eminenza sia in grado di mantenere la minaccia?

Richelieu       Sì, perché ho le prove.

Milady           Bisogna che io possa presentare queste prove al suo giudizio.

Richelieu       Senza dubbio, e voi gli direte che io pubblico il rapporto di Bois-Robert e del marchese De Beautru sulla conversazione che il duca ha avuto con la regina in casa della signora conestabile, la sera di quella festa mascherata, alla quale egli venne vestito da Gran Mogol.

Milady           Bene, monsignore.

Richelieu       E perché non abbia ancora a dubitare dell’autenticità delle mie informazioni, gli direte che egli aveva sotto il mantello una gran veste bianca cosparsa di lacrime nere, teste di morto e di ossa incrociate.

Milady           E’ tutto, monsignore?

Richelieu       Ditegli che so anche tutti i particolari dell’avventura d’Amiens; che ne farò fare un piccolo romanzo spiritosamente composto, con un piano del giardino e i ritratti dei principali attori di quella scena notturna.

Milady           Benissimo!

Richelieu       Finalmente, aggiungete che Sua Grazia nella fretta precipitosa con cui ha lasciato la Francia, ha dimenticato nel suo alloggio una lettera della signore De Chevreuse, che compromette particolarmente la regina.

Milady           Ma, se nonostante tutte queste ragioni il duca non si arrendesse?

Richelieu       Il duca è innamorato come un pazzo, o piuttosto come uno sciocco. Ha intrapreso questa guerra solo per ottenere uno sguardo della sua bella. Se sa che questa guerra può costare l’onore e fors’anche la libertà della donna dei suoi sogni, vi garantisco che ci penserà due volte.

Milady           Ma se persistesse?

Richelieu       Ebbene, se persistesse si potrebbe trovare, per esempio, una donna bella, giovane, accorta, che avesse a vendicarsi del duca. Il duca è un uomo che ha successo e, se ha seminato molti amori con le sue promesse di eterna costanza, ha seminato anche molto odio con le sue eterne infedeltà.

Milady           Certo, una donna simile si può trovare. Ma vorrei un ordine scritto, che ratificasse in anticipo tutto ciò che io crederò di dover fare per il maggior bene della Francia.

Richelieu       Datemi carta, penna e calamaio.

Milady           Ecco, monsignore.

Athos             (sottovoce, ai suoi compagni) Fatevi da questa parte, e parlate sottovoce.

Porthos          Ebbene?..che cosa volete e perché non ci lasciate sentire la fine di questa conversazione?

Athos             Abbiamo inteso quanto basta. E’ necessario che io esca.

Aramis           Uscire? Ma se il cardinale chiede di voi, che cosa risponderemo?

Athos             Ditegli che sono andato a perlustrare i dintorni. Il resto riguarda me solo.

Aramis           Siate prudente, Athos.

Athos             State tranquilli, lo sapete che il sangue freddo non mi manca.

-fine della ventiquattresima puntata –


VENTICINQUESIMA PUNTATA

personaggi:

                             D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

******

Scena prima.

D’Artagnan “Il Cardinale Richelieu ritornò al campo, protetto dallo scudiero e da due moschettieri, Porthos e Aramis. Athos, intanto, aveva aspettato che tutti i cavalieri avessero voltato l’angolo della strada, e perdutili di vista, tornò al galoppo alla Locanda del Colombaio Rosso.”

Athos entra nella camera di Milady e chiude la porta dietro di sé.

Milady      Chi siete... e che cosa volete?

Athos                  Mi riconoscete, signora?

Milady      Il conte De La Fère!

Athos                          In persona, che torna direttamente dall’altro mondo per avere il piacere di vedervi. Sediamo, dunque, e parliamo, come dice il cardinale. Siete dunque un demonio mandato sulla terra! La vostra potenza è grande, lo so, ma voi sapete anche che con l’aiuto di Dio, gli uomini hanno vinto spesso i demoni più terribili. Vi siete già trovata sulla mia strada e io credevo di avervi atterrata, signora: ma mi sono ingannato, perché l’inferno vi ha rivomitata. Voi mi credevate morto, non è vero? E questo nome di Athos aveva nascosto il conte De La Fère, come il nome di Lady Clarick aveva nascosto quello di Anne De Bueil. Non vi chiamavate così quando il vostro onorato fratello ci ha sposati? La nostra posizione è veramente strana; noi abbiamo vissuto fino ad ora solo perché l’uno e l’altro ci credevamo morti, e perché un ricordo dà minor fastidio di una persona.

Milady      Ma insomma, chi vi ha fatto ritornare a me? che cosa volete?

Athos                  Voglio dirvi che, pur rimanendo invisibile ai vostri occhi, non vi ho perduto di vista.

Milady      Sapete quello che ho fatto?

Athos        Posso raccontarvi giorno per giorno le vostre azioni, dalla vostra entrata al servizio del cardinale, fino a questa sera. Sorridete? Ascoltate: siete voi quella che ha tagliato i due puntali di diamante sulla spalla del duca di Buckingam; siete voi quella che ha fatto rapire la signora Bonacieux; voi

Athos        quella che, innamorata del conte De Wardes, e credendo di passare la notte con lui, ha aperto la porta a D’Artagnan; voi quella che, credendosi tradita da De Wardes, voleva farlo uccidere dal suo rivale; siete voi quella che, quando questo rivale ha scoperto il vostro infame segreto, ha voluto farlo assassinare da due sicari; voi quella che ha inviato vino avvelenato a D’Artagnan volendo fargli credere che gli fosse stato mandato dai suoi amici; voi, finalmente, quella che ha preso un istante fa, col cardinale, l’impegno di far assassinare il duca di Buckingam, in cambio della promessa di poter assassinare D’Artagnan.

Milady      Ma voi dunque siete Satana?

Athos        Può darsi, ma in ogni caso ascoltatemi bene. Del duca di Buckingam non m’importa; non lo conosco ed è un inglese. Ma se vi azzardate a toccare un solo capello a D’Artagnan, vi giuro, sulla testa di mio padre, che questo per voi sarebbe l’ultimo delitto.

Milady      Il signor D’Artagnan mi ha offesa crudelmente, e il signor D’Artagnan morrà.

Athos        (puntandole contro la pistola) Signora, vedete questa pistola che vi sto puntando sulla fronte? Se non mi consegnerete immediatamente il foglio che vi ha firmato il cardinale, vi faccio saltare le cervella. (Milady rimane immobile) Badate, signora, che non scherzo... vi do un minuto di tempo per decidere...

Milady      (Estrae il foglio dal seno e lo getta ai piedi di Athos) Prendete, e siate maledetto.

Athos        (Lo raccoglie, lo apre e legge) “Per ordine mio e per il bene dello Stato, il portatore del presente ha fatto quel che ha fatto. RICHELIEU.” E ora che ti ho strappato i denti, vipera, mordi se lo puoi! (Esce in fretta dalla camera).

Scena seconda.

Esterno della locanda. Due uomini a cavallo attendono Milady.

Athos        Signori, l’ordine di Sua Eminenza, lo sapete, è di condurre questa donna, senza perdere tempo, al forte di La Pointe, e di non lasciarla prima che sia imbarcata.

Scena terza.

Alloggio dei moschettieri.

D’Artagnan       (entrando) Perdio, signori, spero che quanto avete a dirmi ne valga la pena, altrimenti non vi perdonerei di avermi fatto venire invece di lasciarmi riposare dopo una notte trascorsa a prendere e smantellare un bastione. Ma voi dov’eravate? Là faceva caldo davvero!

Porthos     Dov’eravamo noi certamente non faceva freddo.

Athos        Zitto!

D’Artagnan       Oh! oh! sembra che qui vi siano novità.

Athos        Ieri sera ho veduto Milady.

D’Artagnan       Tu hai veduto tua mo...

Athos        Zitto! Dimenticate, mio caro, che questi signori non sono iniziati come voi nel segreto dei miei affari di famiglia. Ho veduto Milady.

D’Artagnan       E dove?

Athos        A circa due leghe da qui, all’albergo del Colombaio Rosso.

D’Artagnan       In questo caso sono perduto!

Athos        Non ancora. A quest’ora ella ha già lasciato le coste della Francia.

Porthos     Ma in fin dei conti, chi è questa Milady?

Athos        Una donna piena di fascino, alla quale il nostro D’Artagnan ha fatto non so quale dispetto, ed ella ha cercato di vendicarsi domandando, ieri sera, la sua testa al cardinale.

D’Artagnan       Davvero?

Porthos     L’ho udito anch’io con le mie orecchie.

Aramis      L’ho udito anch’io.

D’Artagnan       Tanto vale, allora, che mi bruci le cervella e tutto sia finito.

Athos        Questa è l’ultima bestialità che si possa fare, poiché è la sola per la quale non vi sia alcun rimedio.

D’Artagnan       Ma non riuscirò mai a salvarmi, con simili nemici.

Athos        Milady è partita per l’Inghilterra.

D’Artagnan       E con quale scopo?

Buckingam        Quello di assassinare il duca di Buckingam.

D’Artagnan       Ma è un’infamia!

Athos        Di questo dobbiamo preoccuparci assai poco. Quello che mi preoccupava era di riprendere a quella donna una specie di firma in bianco che ella aveva estorto al cardinale per potersi sbarazzare di te.

D’Artagnan       Ed è rimasta nelle sue mani?

Athos        No, è passata nelle mie.

D’Artagnan       Ormai non conto più le volte che vi devo la vita.

Athos        Eccolo qua. Leggete pure.

D’Artagnan       “Per ordine mio e per il bene dello Stato il portatore del presente ha fatto quel che ha fatto. RICHELIEU.”

Aramis      Un’assoluzione in piena regola.

D’Artagnan       Bisogna stracciare questo foglio.

Athos        Al contrario, bisogna conservarlo gelosamente.

D’Artagnan       E lei, adesso, che farà?

Athos        Mah! Probabilmente scriverà al cardinale che un maledetto moschettiere, di nome Athos, le ha strappato per forza il suo salvacondotto, e gli darà nella stessa lettera il consiglio di sbarazzarsi in egual tempo di lui e dei suoi amici; il cardinale, un bel giorno, farà arrestare D’Artagnan e, perché non si annoi a restar solo, ci manderà a tenergli compagnia alla Bastiglia.

Porthos     Ma, dal momento che avevi quella donna tra le mani, perché non l’hai annegata, strangolata, impiccata?

D’Artagnan       Mi è venuta un’idea. Passo in Inghilterra una seconda volta, e vado a trovare Buckingam.

Athos        E passerete per disertore e traditore.

Aramis      Sarebbe meglio, invece, avvertire la regina.

Athos        E in che modo?

Aramis      Posso incaricarmi io di far rimettere con mezzo sicuro una lettera a Sua Maestà; conosco a Tours una persona accorta...

Porthos     Così la regina farà salvare Buckingam, ma non penserà affatto a salvare noi.

Athos        Senza contare che, due ore dopo che il messaggero sarà partito, tutti i berretti neri del cardinale sapranno la vostra lettera a memoria, e sarete arrestato voi e la vostra persona accorta. No, meglio fare in altro modo.

D’Artagnan       Avete un’idea migliore?

Athos        Questa Milady ha un cognato, se non sbaglio?

D’Artagnan       Sì, ma non deve avere una grande simpatia per la cognata.

Athos        Questo non guasta affatto! E come si chiama ?

D’Artagnan       Lord Di Winter.

Athos        E dove si trova attualmente?

D’Artagnan       A Londra.

Athos        Ebbene, dobbiamo avvertire lui: gli facciamo sapere che sua cognata è sul punto di far assassinare qualcuno, e lo preghiamo di non perderla di vista.

Aramis      Mi sembra l’idea migliore. Ma dobbiamo avvertire anche la regina.

Porthos     E da chi faremo portare le lettera a Tours e a Londra?

Aramis      Io rispondo di Bazin, il mio servo.

D’Artagnan       Ed io di Planchet.

Aramis      Oggi stesso scriveremo le lettere e daremo loro il denaro necessario per il viaggio.

Athos        Voi dunque avete denaro?

Aramis      Qualcosa mi è rimasto.

Tutti          Bene! Ma che meraviglia!

Aramis      Adesso, però, pensiamo a scrivere le lettere.  (Prende carta e penna) “Caro amico...”

Athos        Ah! sì, caro amico a un inglese! Basta solo questa parola per essere squartato invece che arrotato.

Aramis      Ebbene, sia! gli dirò soltanto: “Signore...”

D’Artagnan       Potete anche dire “Milord”...

Aramis      “Milord, vi ricordate del piccolo recinto delle capre vicino al Lussemburgo?”

Athos        Non ci mancava che il Lussemburgo! Si crederà che sia un’allusione alla regina madre! Bella trovata!

Aramis      Allora metteremo semplicemente: “Milord, vi ricordate di un certo piccolo recinto in cui vi fu salvata la vita?”

Athos        Andiamo, ricordargli che gli fu salvata la vita non è conveniente. Beneficio ricordato, offesa fatta.

Aramis      Ah! caro mio, siete insopportabile, e se è necessario scrivere sotto la vostra censura, ebbene, vi rinunzio.

Porthos     Non dimenticate, caro Athos, che il nostro Aramis è abituato a scrivere tesi in latino.

D’Artagnan       Ecco ciò che si deve scrivere: “Milord, vostra cognata è una scellerata che ha voluto farvi uccidere per ereditare da voi; ma essa non poteva sposare vostro fratello, essendo già maritata in Francia, ed essendo stata...

Athos        “...scacciata da suo marito,...”

D’Artagnan       “... perché era stata bollata.”

Porthos     Suo marito si è accorto che aveva un giglio sulla spalla?

Athos        Sì.

Aramis      E chi ha visto questo giglio?

Athos        In ordine cronologico, io e D’Artagnan.

Aramis      E il marito di questa orribile creatura vive ancora?

Athos        Sì.

Aramis      Ne siete sicuro?

Athos        Sicurissimo.

Aramis      Allora so cosa scrivere.

- fine della venticinquesima puntata -


VENTISEIESIMA  PUNTATA

personaggi:

                             D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

                   Planchet

                   Lord Winter

                   Felton, ufficiale

                   Il capitano

******


Scena prima.

D’Artagnan “Aramis prese la penna, rifletté alcuni momenti, e si mise a scrivere otto o dieci linee con un carattere femminile, minuto e grazioso; poi, con voce dolce e lenta, come se ogni parola fosse stata scrupolosamente pesata, lesse quanto segue:”

Aramis      “Milord, la persona che vi scrive queste righe ha avuto l’onore di incrociare la spada con voi in un piccolo recinto di via D’Enfer. Poiché voleste, in seguito, chiamarvi più volte amico di questa persona, essa deve, per riconoscenza, darvi un buon avviso. Due volte siete stato in pericolo di rimaner vittima di una vicina parente, che credete vostra erede, perché non sapete che, prima di contrarre il matrimonio in Inghilterra, ella era già maritata in Francia; ma la terza volta, che è questa, potreste soccombere. La vostra parente è partita questa notte da La Rochelle per l’Inghilterra. Sorvegliate il suo arrivo, poiché ha progetti grandi e terribili. Se desiderate assolutamente sapere ciò di cui ella è capace, leggete il suo passato sulla sua spalla sinistra.”

Athos                          Bene, ecco una cosa veramente ammirevole; scrivete come un segretario di Stato, mio caro Aramis. Lord Di Winter, ora, farà buona guardia, se pure l’avviso gli giungerà, e anche se questo cadesse nelle mani di Sua Eminenza stessa, noi non potremmo essere compromessi. Adesso non vi resta che metter l’indirizzo alla lettera.

D’Artagnan       Planchet!

Planchet    Comandi!

D’Artagnan       Hai otto giorni per andare da Lord Di Winter: altri otto per tornare qui. Se il sedicesimo giorno dalla tua partenza non sarai giunto qui alle otto di sera non avrai alcun compenso, quand’anche fossero le otto e cinque minuti.

Planchet    Allora, signore, compratemi un orologio.

Athos         Prendi questo. (E gli dà il suo) Pensa bene che se parli, se ciarli, se vai spettegolando, fai tagliare la testa al tuo padrone, che ha avuto tanta fiducia nella tua fedeltà da garantire per te. Ma pensa altresì che, se per colpa tua accade qualche disgrazia a D’Artagnan, ti troverò dovunque per aprirti il ventre.

Planchet    Oh, signore!

Porthos     Ed io ti scortico vivo.

Planchet    Uh, signore!

Aramis      Ed io ti brucio a fuoco lento come un selvaggio.

Planchet    Ah, signore! O riuscirò o mi taglieranno a pezzi; in tal caso, sappiate, che non vi sarà un solo pezzo che parli.

D’Artagnan       Ascolta, quando avrai consegnato la lettera a Lord Di Winter, gli dirai ancora: “Vegliate su Sua Grazia Lord Buckingam, poiché si vuole assassinarlo.” Ma questo, Planchet, è cosa così grave e così importante, che non te lo metterei per iscritto neppure per un grado di capitano.

Planchet    State tranquilli, signore. Vedrete se si può aver fiducia di me.

Scena seconda.

Sulla nave diretta in Inghilterra.

Milady      Capitano, perché non avete voluto sbarcarmi sulla costa francese?

Capitano   Signora, ho una gran fretta d’approdare in Inghilterra. Qui, fra incrociatori francesi e inglesi, mi sento come un pipistrello fra i sorci e gli uccelli. Non posso permettermi di obbedire ad un capriccio di donna. Ma vi prometto di farvi scendere, se il mare e i francesi lo permetteranno, in qualche porto della Brettagna, a Lorient o a Brest. Del resto, guardate là, quel piccolo guardacoste, formidabilmente armato, che si dirige su di noi.

                   Di sicuro, sono guai in vista.

Ufficiale    (con un megafono) Ammainate! Veniamo a bordo!

Capitano   Avete capito, signora? Stanno mettendo in mare una lancia. E quello è un ufficiale. Bisogna farlo salire. (Grida un ordine) Tutti gli uomini sul ponte! Marinai e passeggeri!

Si sente un gran trambusto, un vociare confuso; ordini secchi lanciati a dritta e a manca.

Capitano   Benvenuto a bordo, signore!

Felton        Grazie, capitano. Il mio nome è Felton. Da dove venite?

Capitano   Dal porto sulla Charente, in Francia.

Felton        E dove siete diretti?

Capitano   A Londra.

L’ufficiale passa in rassegna l’equipaggio e i passeggeri, poi si ferma davanti a Milady.

Felton        Milady, vuole essere così gentile da consentire ai miei uomini di occuparsi del suo bagaglio?

Milady      Chi siete, signore, che avete la bontà di occuparvi di me in un modo così particolare?

Felton        Dovete vederlo, signora, dalla mia uniforme. Sono un ufficiale della marina inglese.

Milady      Ma è forse un’usanza che gli ufficiali della marina inglese si mettano agli ordini dei loro compatrioti quando essi approdano in un porto della Gran Bretagna, e spingano la loro galanteria fino a condurli a terra?

Felton        Sì, Milady, è usanza, non già per galanteria ma per prudenza, che in tempo di guerra gli stranieri siano condotti in un albergo designato affinché restino sotto la sorveglianza del governo.

Milady      Ma io non sono straniera, signore, mi chiamo Lady Clarik, e questa misura…

Felton        Questa misura è ufficiale, Milady, e voi tentereste invano di sottrarvici.

Milady      Dunque vi seguirò, signore.

Scena terza.

Interno di un castello in riva al mare.

Felton        Da questa parte, Milady.

Milady      In nome del cielo, signore, ditemi se a voi, se al vostro governo, se a qualche nemico devo attribuire la violenza che mi vien fatta.

Felton        Nessuna violenza, signora. Vi ripeto, che ciò che vi accade è il risultato di una misura semplicissima che siamo costretti a prendere con tutti coloro che sbarcano in Inghilterra.

Milady      Il fatto è che sono prigioniera. Ma non lo sarò a lungo, ne sono sicura.

Felton        Ho ricevuto l’ordine di venirvi a prendere in mare e di condurvi in questo castello. Qui termina, almeno per ora, il mio incarico. Il resto spetta ad altra persona.

Milady      E quest’altra persona chi è?

Felton        Eccola.

Una porta si apre. Un uomo compare sulla soglia.

Milady      Ma come? Mio cognato! Siete voi?

Winter       Sì, bella signora, io in persona.

Milady      Sono dunque vostra prigioniera.

Winter       Press’a poco.

Milady      Ma questo è un orribile abuso.

Winter       Che esagerazione! Sediamo e parliamo tranquillamente, come si conviene tra fratello e sorella.  Potete pure lasciarci, signor Felton.

Felton        Agli ordini, Milord. (Esce, chiudendo la porta)

Milady      Di che volete parlare, cognato mio?

Winter       Non mi avevate detto, molte volte, di non voler mai più mettere piede in Inghilterra? Che siete venuta a fare?

Milady      A vedere voi.

Winter       Ah! Per veder me!

Milady      Che c’è di straordinario in questo?

Winter       Niente, ma quanta tenerezza nei miei confronti, cognata mia!

Milady      Ma non sono forse la vostra più prossima parente?

Winter       E anche la mia sola erede, non è vero?

Milady      Non capisco, Milord, che cosa vi sia di straordinario nella mia visita. Ciò che mi pare strano, invece, è che voi siate stato prevenuto del mio arrivo.

Winter       Signora, voi venite da un paese nemico, e siete molto amica del cardinale Richelieu.

Milady      Mio amico il cardinale!

Winter       Non è dunque vostro amico? Scusate, lo credevo. Dicevate dunque che siete venuta per vedermi.

Milady      Sì.

Winter       Ebbene, qui sarete servita e riverita.

Milady      Devo dunque rimanere qui per un lungo periodo?

Winter       Vi par d’essere male alloggiata, cognata mia? Ditemi su qual piede il vostro primo marito aveva montato la vostra casa ed io farò altrettanto.

Milady      Il mio primo marito!

Winter       Sì, il vostro marito francese: non parlo di mio fratello. Parlo dell’altro, che vive ancora, e se volete possiamo scrivergli e avere tutte le informazioni necessarie su questo argomento.

Milady      Voi scherzate.

Winter       Ne ho forse l’aria?

Milady      Siete un insolente, ubriaco o fuor di senno. (Fa per lanciarsi contro di lui)

Winter       Eh! Eh! So bene che avete l’abitudine di assassinare la gente, ma io mi so difendere, ve ne avverto, fosse anche contro di voi.

Milady      Mi sembrate abbastanza vile per alzare le mani su di una donna.

Winter       Immagino non sarebbe la prima mano di uomo a posarsi su di voi.

Milady      (mandando un gemito simile ad un ruggito) Maledetto!

Winter       Ruggite pure quanto volete! Ma non tentate di mordere, poiché, ve ne avverto, la cosa ricadrebbe in vostro pregiudizio. Sì, capisco, dopo aver ereditato da mio fratello, vi sarebbe piaciuto ereditare anche da me; ma, seppiatelo fin da ora, potrete uccidere o farmi uccidere, le mie precauzioni sono già prese; neppure un penny di quanto possiedo passerà nelle vostre mani, né in quelle di vostro figlio. Qui non vi sono procuratori che regolino

Winter       le successioni; non cavalieri erranti che muovano in vostro soccorso; vi sono pronti i giudici che disporranno di una donna tanto sfrontata da venire ad introdursi, bigama, nel letto di Lord Di Winter, mio fratello maggiore; e questi giudici vi rimanderanno al carnefice, che vi renderà le due spalle uguali. Ed ora, signora, cercate di mettervi in pace con Dio, poiché dagli uomini siete già stata giudicata.

- fine della ventiseiesima puntata -


VENTISETTESIMA PUNTATA

personaggi:

                             D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Cardinale Richelieu

Milady

                   Lord Winter

                   Felton, ufficiale

******


Scena prima.

D’Artagnan “Un giorno in cui, divorato da una noia mortale, il Cardenale Richelieu era uscito a cavallo lunga la spiaggia di La Rochelle, scoprì dietro una siepe noialtri moschettieri circondati da bottiglie vuote. I nostri servi, che erano stati messi di vedetta, non fecero in tempo ad avvertirci.”

Porthos     Attenti! Abbiamo visite!

 Richelieu Sembra che i signori moschettieri si facciano fare la guardia. Forse che gli inglesi vengono per terra, o i moschettieri si considerano ufficiali superiori?

I quattro moschettieri sono balzati in piedi.

Athos        Monsignore, i moschettieri quando non sono di servizio giocano ai dadi, bevono e sono ufficiali più che superiori per i loro servi.

Richelieu  Servi che hanno la consegna di avvertire i loro padroni, quando passa qualcuno; questi non sono servi, sono sentinelle!

Athos        Vostra Eminenza vede bene, tuttavia, che se non avessimo preso questa precauzione, avremmo corso il rischio di lasciarla passare senza presentarle i nostri rispetti e offrirle i nostri ringraziamenti per la grazia che ci ha fatta di riunirci. D’Artagnan, ecco, adesso potete profittarne.

D’Artagnan       (tenta di farfugliare qualcosa, ma il Cardinale lo interrompe)…

Richelieu  Non importa, signori; non amo che semplici soldati, sol perché hanno il vantaggio di servire in un corpo privilegiato, facciano i gran signori; la disciplina è uguale per loro come per tutti gli altri.

Athos        Se siamo abbastanza fortunati perché Vostra Eminenza abbia qualche ordine particolare da darci, eccoci pronti a obbedire.

D’Artagnan       Vostra Eminenza voglia credere che ci saremmo messi alla sua avanguardia se avessimo potuto supporre che ella veniva verso di noi con così piccola scorta.

Richelieu  Eh! Signori politici, si potrebbe forse trovare nei vostri cervelli il segreto di molte cose che non si sanno, se vi si potesse leggere come voi leggevate in quella lettera che avete nascosto nel vedermi arrivare. Che cosa è quella lettera che avete nascosto, signor Aramis?

Aramis      Una lettera di donna, monsignore.

Richelieu  Oh! Capisco, bisogna essere prudenti in questo genere di lettere; si possono tuttavia mostrare a un confessore, e voi sapete che io ho ricevuto gli ordini.

Athos        Monsignore, la lettera è di una donna.

Richelieu  Via via, voi siete bravi giovanotti, fieri al sole e fedeli nell’ombra, e non vi è nessun male a vegliare su di sé quando si veglia così bene sugli altri. Se vi fosse qualche pericolo da temere nella strada che devo percorrere, vi pregherei di seguirmi, ma poiché non ve n’è alcuno, restate dove siete e finite le vostre bottiglie, la vostra partita e la vostra lettera. Addio, signori. (E, rimontato sul suo cavallo, si allontana mormorando) Decisamente bisogna che questi quattro uomini diventino del mio partito!

D’Artagnan       Gli avreste dato la lettera, Aramis?

Aramis      Io avevo deciso: se pretendeva che gli consegnassi la lettera, gliela presentavo con una mano e con l’altra gli cacciavo la spada attraverso il corpo.

Athos        Me l’aspettavo, ecco perché mi sono gettato fra voi e lui.

Porthos     Perché Aramis non riprende la lettera di sua cugina al punto in cui è stata interrotta dal cardinale.

Aramis      Volentieri. “Mio caro cugino, credo proprio che mi deciderò a partire per Stenay, ove mia sorella ha fatto entrare la servetta nel convento delle Carmelitane. La povera piccola si è rassegnata; sa che non può vivere altrove senza che sia in pericolo la salute della sua anima. Però se le cose della nostra famiglia si accomoderanno al modo che desideriamo, credo che correrà il rischio di dannarsi, e che ritornerà vicino a coloro che rimpiange, tanto più che sa che si pensa sempre a lei…”

D’Artagnan       Oh! Quanto vi devo, Aramis! Cara Constance! Finalmente ho avuto sue notizie! Vive ed è al sicuro in un convento di Stenay!

Athos        Beh, una volta che sia tolto l’assedio a La Rochelle, potremo andare a fare un giro da quelle parti.

Porthos     E non ci vorrà molto. I Roscellesi, ormai, sono ridotti a mangiare il cuoio delle loro scarpe. Dopo, non resterà loro che mangiarsi gli uni con gli altri.

Scena seconda.

Nella prigione di Milady. Vengono tolti i catenacci, la porta cigola sui cardini; alcuni passi

risuonano nella camera.

Felton        Milady!… Vi ho portato qualcosa da mangiare.

Milady      Oh! Mio Dio! Mio Dio! Quanto ho sofferto!

Felton        Sarete servita in questo modo tre volte al giorno, signora: la mattina alle nove, nel giorno alle una e la sera alle otto.

Milady      Ma dovrò dunque restare sempre sola in questa camera così triste e così grande?

Felton        Una donna delle vicinanze è stata avvertita e domani sarà al castello.

Milady      Ho la febbre, non ho dormito un solo istante in questa lunga notte, soffro orribilmente.

Felton        Volete che si mandi a chiamare un medico? Volete che vada a cercare Lord Di Winter?

Milady      Oh no, no, no signore, non lo chiamate!

Felton        Lord Di Winter, che è cattolico come voi, signora, acconsente che leggiate ogni giorno le preghiere della vostra messa. Eccovi un libro che contiene il rituale.

Milady      La mia messa? Lord Di Winter, sa bene che non appartengo alla sua religione, e questo è un tranello che egli vuole tendermi.

Felton        E a qual religione appartenete dunque, signora?

Milady      Lo dirò il giorno in cui avrò sofferto abbastanza per la mia fede.

Felton        Il pentimento ben si addice ai colpevoli.

Milady      Colpevole io! Oh, mio Dio! Tu sai se lo sono! Evvia, signore, dite piuttosto che sono condannata.

Felton        Ragione di più per pregare, ed io stesso mi unirò alle vostre preghiere.

Milady      Oh! Siete un giusto, voi. Ascoltate dunque le preghiere di una disperata. Non sapete che Lord Di Winter mi destina a una vergogna che tutti i castighi della terra non potrebbero uguagliare in orrore?

Felton        V’ingannate, signora, Lord Di Winter non è capace di tanto.

Milady      L’amico dell’infame è capace di tutto!

Felton        Chi chiamate infame?

Milady      Il duca di Buckingam. La mano del Signore è tesa su di lui; egli non sfuggirà al castigo che merita.

Felton        Voi dunque lo conoscete?

Milady      Se lo conosco! Oh, sì, per mia disgrazia, per mia disgrazia eterna. Signore, siate buono, siate clemente, concedetemi l’uso di un coltello, quel coltello che Lord Di Winter mi ha tolto perché sa l’uso che voglio farne! Un minuto quel coltello, un minuto, uno solo, e mi avrete salvato l’onore.

Felton        Uccidervi! Uccidervi! Se il nostro Dio proibisce la menzogna, proibisce assai più severamente il suicidio.

Milady      Quando Dio vede una delle sue creature perseguitata ingiustamente, perdona perché allora il suicidio è martirio.

Felton        Io debbo vegliare sulla vostra vita, signora, e vi veglierò.

Milady      E così diventerai complice, Felton, del nemico dell’Inghilterra, del nemico di Dio! Tu credi e mi abbandoni a lui.

Felton        Io abbandonarvi a Buckingam? Io! Che dite mai? Parlate!

Milady      Ma come posso confidare la mia onta a voi, uomo, io donna? Oh! Mai! Non lo potrò mai!

Felton        A me, a un fratello!


Milady      Ebbene, mi affido al mio fratello… oserò… Felton, se vostra sorella vi dicesse: “Giovane ancora, assai bella per disgrazia, mi hanno fatto cadere in un laccio, ed io ho resistito; allora mi hanno insultato e, non potendo perdere l’anima mia, hanno voluto macchiare per sempre il mio corpo…

Felton        Ma infine, che hanno fatto?

Milady      Hanno mischiato nella mia acqua un narcotico potente, facendomi cadere in uno sconosciuto torpore. Non ho conservato alcun ricordo di ciò che avvenne durante quel sonno né di quanto durò; rammento solo che quando mi svegliai mi trovai trasportata in una splendida prigione; i miei abiti erano sparsi per la stanza. Io non mi ricordavo di essermi svestita né di essermi coricata. Un uomo stava in piedi a pochi passi da me.

Felton        Il duca di Buckingam?!

Milady      Lui! Aveva creduto sufficiente l’aver trionfato di me durante il sonno, e veniva a offrirmi la sua fortuna in compenso del mio amore.

Felton        E voi volete vendicarvi di quell’uomo, non è vero?

Milady      Ebbene, sì! E per quel pensiero omicida io adesso sconto la pena. Guardate, guardate Felton; ecco il nuovo martirio che è stato inventato per la giovinetta pura, e tuttavia vittima della brutalità di uno scellerato. (Con un gesto rapido s’apre la veste, straccia la batista che copre il suo seno)

Felton        Ma è un giglio, quello che io vedo!

Milady      E proprio qui sta l’infamia… con esso sono stata veramente infamata.

Felton        (cadendo in ginocchio) Perdono, perdono!

Milady      Perdono di che?

Felton        Di essermi unito ai vostri persecutori! (Coprendole la mano di baci) Così bella! Così giovane! No, no; tu vivrai, onorata e pura, vivrai per trionfare dei tuoi nemici.

Milady      Sarò dunque salva?

Felton        Sì. Andate a riposarvi, adesso; ma stendetevi sul letto vestita. Quando batterò ai vetri, dovete essere pronta a seguirmi.

Milady      Devo portare con me qualche cosa?

Felton        Dell’oro, se ne avete.

Milady      Sì, fortunatamente mi hanno lasciato tutto quello che avevo.

Felton        Tanto meglio. Noleggerò una barca. 

Milady      E dove mi condurrà?

Felton        Dove vorrete, purché prima mi lasciate a Portsmouth.

Milady      E che cosa vi andate a fare?

Felton        Domani Lord Buckingam parte con la flotta.

Milady      Per dove?

Felton        Per La Rochelle.

Milady      Bisogna che non parta.

Felton        State tranquilla, non partirà.

- fine della ventisettesima puntata -


VENTOTTESIMA PUNTATA

Personaggi:

                            Milady

                            Rochefort

                   Madame Bonacieux

                   Il Duca di Buckingam

                   Patrick, maggiordomo di Buckingam

                   Felton, ufficiale

                   La Badessa del Convento di Béthune

********


Scena prima.

D’Artagnan “Felton entrò a Portsmouth verso le otto del mattino. Tutta la popolazione era in piedi. Il tamburo batteva per le strade e nel porto; le truppe scendevano verso il mare. Giunto al palazzo dell’ammiragliato, Felton si rivolse a Patrick, che fungeva da capoposto.”

Felton        Messaggio urgente da parte di Lord Di Winter.

Patrick       Attendete qui. (Sentiamo i suoi passi nel salone. Bussa a una porta.)

Voce          Avanti!

Patrick       Il tenente Felton, da parte di Lord Di Winter.

Voce          Fatelo entrare.

Felton entra nello studio di Buckingam.

Buckingam        Perché il barone non è venuto egli stesso? Questa mattina lo aspettavo.

Felton        Mi ha incaricato di dire a Vostra Grazia che gli dispiaceva moltissimo di non poter avere questo onore, ma che ne era impedito dalla guardia che è costretto a fare nel suo castello.

Buckingam        Lo so; ha una prigioniera.

Felton        E proprio di questa prigioniera volevo parlare a Vostra Grazia.

Buckingam        Ebbene, parlate.

Felton        Ciò che devo dirvi non deve essere udito che da voi, Milord.

Buckingam        Lasciateci Patrick, ma restate a portata del mio campanello; vi chiamerò subito.

Patrick       Subito, Milord. (Esce, chiudendo discretamente la porta dietro di sé)

Buckingam        Siamo soli; parlate.

Felton        Milord, il barone Di Winter vi ha scritto l’altro giorno per pregarvi di firmare un ordine d’imbarco per una giovane. Eccolo.

Buckingam        Date. (Prende una penna e si accinge a firmarlo)

Felton        Perdono, Milord, ma vostra Grazia sa che si tratta di Lady Winter…

Buckingam        Lo so perfettamente; sono però meravigliato che lo sappiate anche voi.

Felton        E Vostra Grazia firmerà quest’ordine senza rimorsi?

Buckingam        Sapete che mi fate una domanda alquanto strana, e che io sono molto buono a rispondervi?

Felton        Rispondete, monsignore, il momento è forse più grave di quello che non crediate.

Buckingam        Senza alcun rimorso, e il barone sa, al pari di me, che Lady Di Winter è una gran colpevole, e che è quasi una grazia il limitare la sua pena alla deportazione.

Felton        Voi non firmerete quest’ordine.

Buckingam        E perché?

Felton        Perché consulterete la vostra coscienza e farete giustizia a Milady.

Buckingam        Siete forse impazzito per parlarmi così?

Felton        Milord, pensate a quello che state per fare.

Buckingam        Mi minacciate? Signor Felton, uscite di qui, e consegnatevi immediatamente agli arresti.

Felton        Voi avete sedotto questa giovane, l’avete oltraggiata e vituperata; riparate i vostri falli verso di lei, lasciatela partire, e non esigerò altra cosa da voi.

Buckingam        Questo è troppo! (Muove verso la porta)

Felton        (sbarrandogli il passo) State attento, Milord; voi siete qui nelle mani di Dio.

Buckingam        Nelle mani del diavolo! Olà! Patrick!

Felton        Firmate, Milord!

Buckingam        Mai!

In questo momento Patrick entra nel salone dicendo:

Patrick       Milord, una lettera di Francia!

Felton        E allora, prendete! (Lo trafigge con un pugnale)

Buckingam        Ah, traditore! Mi hai ucciso!

Patrick       All’assassino!

Scena seconda.

Milady scrive un biglietto al Cardinale Di Richelieu.

Milady      “A Sua Eminenza il cardinale duca de Richelieu.

                   Vostra eminenza si tranquillizzi, Sua Grazia il duca di Buckingam non partirà per la Francia. Secondo il desiderio di Vostra Eminenza, vado al convento delle Carmelitane di Bèthune dove aspetterò i Vostri ordini.

                                                                                     Milady.”

Una carrozza corre attraverso le strade della Lorena.

Scena terza.

Convento di Béthune. La Badessa riceve Milady.

Badessa     Milady, io sono molto ignorante circa le vicende di corte e del mondo, ma anche qui abbiamo tristissimi esempi di quanto accade là fuori. Una delle nostre pensionanti ha sofferto molto per le vendette e le persecuzioni del cardinale.

Milady      Una delle vostre pensionanti? Oh, mio Dio! Come la compiango, povera donna.

Badessa     E avete ragione, poiché è molto da compiangersi. Prigionia, minacce, cattivi trattamenti, ha sofferto tutto.

Milady      Vi sono virtù che il Cardinale perseguita più severamente di certi vizi.

Badessa     Devo vedere in voi un’altra povera perseguitata?

Milady      Purtroppo sì.

Badessa     Allora, signora, rassicuratevi; noi faremo di tutto per alleggerire la vostra reclusione.

Milady      E potrò vedere quella poverina rinchiusa qua dentro?

Badessa     Senza dubbio.

Milady      Come si chiama?

Badessa     Mi è stata raccomandata da persona molto potente, sotto il nome di Ketty.

Milady      Ketty! Ne siete sicura?

Badessa     Sì, signora. Forse la conoscete?

Milady      E quando potrò vedere questa giovane signora, per la quale sento già una così grande compagnia?

Badessa     Questa sera. Adesso riposate un po’. All’ora di pranzo vi sveglieremo.

Scena quarta.

Nella camera di Milady.

Signora Bon. Perdonatemi, signora. Forse ho scelto male l’ora; dormivate e siete stanca.

Milady      Ebbene, che cosa possono desiderare le persone che dormono? Un bel risveglio; e voi me l’avete procurato. Mi pare di aver capito che avete sofferto per opera del Cardinale.

Signora Bon. Ed anche voi, mi pare, siete una vittima di quel cattivo sacerdote.

Milady      E’ vero; sono sola e perseguitata. E se dico d’essere solo, non è già che non abbia io pure qualche potente conoscenza, ma anch’esse tremano davanti al Cardinale.

Signora Bon. Posso conoscere i loro nomi?

Milady      La Regina, per esempio, che è così buona.

Signora Bon. La conoscete?

Milady      Non personalmente, ma conosco un buon numero dei suoi amici più intimi. Il signor De Tréville…

Signora Bon. Il capitano dei moschettieri del Re?

Milady      Lui in persona.

Signora Bon. E conoscete anche qualcuno dei suoi moschettieri?

Milady      Tutti quelli che egli riceve abitualmente.

Signora Bon. Non conoscete un gentiluomo chiamato Athos?… Oh! Ma, signora, che avete? Ho forse detto qualcosa che vi abbia offesa?

Milady      No, ma questo nome mi ha colpita, perché io pure ho conosciuto quel gentiluomo. Conosco lui, ma anche i suoi amici, Porthos, Aramis…

Signora Bon. E perché non vi rivolgete a loro, se avete bisogno di appoggio?

Milady      A dire il vero, li conosco per averne sentito molto parlare dal signor D’Artagnan.

Signora Bon. Conoscete il signor D’Artagnan?! E in che modo.

Milady      Ma… come si conosce un amico.

Signora Bon. Siete stata sua amante?

Milady      Voi lo siete stata!  Ora vi riconosco: voi siete la signora Bonacieux! Adesso vi riconosco. Vi riconosco perfettamente!

Signora Bon. Ah, perdonatemi; io l’amo tanto!

Milady      So quanto avete sofferto per lui.

Signora Bon. Soffrire per lui è una felicità. E poi il mio supplizio è giunto ormai al termine; domani lo rivedrò, e allora il tempo passato non esisterà più.

Milady      Aspettate forse sue notizie?

Signora Bon. Aspetto lui stesso.

Milady      Ma non è all’assedio di La Rochelle?

Signora Bon. Niente è impossibile per un gentiluomo di tal fatta! Ho ricevuto una lettera che mi invita a tenermi pronta. (Bussano alla porta) Avanti!

Badessa     (entrando) Siete voi che giungete da Boulogne?

Milady      Sì, sono io. Chi mi vuole?

Badessa     Un uomo che non vuol dire il suo nome, ma che viene da parte del Cardinale.

Milady      E vuol parlarmi?

Signora Bon.  Che sia qualche cattiva notizia?

Badessa     Temo. Sarà meglio lasciarvi sola con lo straniero.

La Badessa e la signora Bonacieux escono. Un istante dopo la porta si riapre.

Milady      (mandando un grido di gioia) Siete voi, Rochefort!

Rochefort  Sì, sono io! Sua Eminenza, inquieta, mi ha mandato a rintracciarvi.

Milady      Sapete chi ho incontrato qui? L’amante di D’Artagnan. La signora Bonacieux.

Rochefort  Vi conosce?

Milady      No. Ma sono diventata la sua migliore amica!

Rochefort  Non ci siete che voi, Milady, capace di questi miracoli.

Milady      Domani verranno a prenderla con un ordine della Regina.

Rochefort  E chi verrà?

Milady      D’Artagnan e si suoi amici. Rochefort, dovete riferire al Cardinale che la nostra conversazione al Colombaio Rosso è stata udita da costoro; ditegli che essi hanno prevenuto Lord Di Winter della mia partenza per l’Inghilterra; che anche questa volta poco è mancato che non abbiano fatto fallire la mia missione.

Rochefort E cosa devo dire riguardo a questa donna?

Milady      Che stia tranquillo.

- fine della ventottesima puntata -

                                                                  


VENTINOVESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Milady

                   Rochefort

                   Madame Bonacieux

******


Scena prima.

D’Artagnan “Appena Rochefort, l’anima dannata di Sua Eminenza, si allontanò di gran galoppo dal convento, la signora Bonacieux rientrò nella camera di Milady, trovandola col viso ridente.” 

Signora Bon. (entrando) Ebbene? Il Cardinale vi manda a prendere?

Milady            No, piccola mia, quell’uomo che si è presentato alla Badessa come inviato dal Cardinale, è mio fratello.

Signora Bon.Vostro fratello!

Milady      Confido a voi sola questo segreto; se lo palesaste a chicchessia sarei perduta.

Signora Bon. Oh! Mio Dio!

Milady      Mio fratello ha deciso di sostituire l’astuzia alla forza; fra un’ora o due verrà una carrozza a prendermi per ordine di Sua Eminenza.

Signora Bon. Ma chi vi manda la carrozza è vostro fratello.

Milady      Precisamente. Ma non è tutto; la lettera che avete ricevuta, e che voi credete della signora De Chevreuse… è falsa.

Signora Bon. Falsa!

Milady      E’ un tranello che vi è stato teso, affinché non opponiate resistenza quando si verrà a cercarvi. D’Artagnan e i suoi amici sono trattenuti all’assedio di La Rochelle. Gli emissari del Cardinale, travestiti da moschettieri, vi vogliono rapire per condurvi a Parigi.

Signora Bon. Che cosa mi consigliate di fare?

Milady      Vi sarebbe un mezzo molto semplice e molto naturale.

Signora Bon. E quale?

Milady      Quando la carrozza sarà alla porta, voi mi dite addio, salite per stringermi fra le braccia un’ultima volta! Il servo che viene a prendermi fa un segnale al postiglione e partiamo di galoppo.

Signora Bon. Oh! Quanto siete buona! Grazie!

Milady      Come potrei non interessarmi a voi! Adesso bisogna mettersi in forze per il viaggio. Mangiamo qualcosa; beviamo del vino.

Signora Bon. Sì, certo!

Milady      Ecco qui un petto di pollo. Ed eccovi un bicchierino di vin di Spagna. (Versa il vino ed apparecchia il pollo). Vedete che tutto ci seconda. Ecco che sopraggiunge la notte. Su, coraggio, bevete; fate come me. Questo vino vi darà le forze, bevete.

Signora Bon. (dopo aver bevuto) E’ buono.

Si sente il rumore di una carrozza, poi echeggiano degli spari.

Signora Bon. Che cos’è questo rumore?

Milady      Quello dei nostri amici o dei nostri nemici. Vado a vedere. Non vi muovete fino al mio ritorno! (Esce di corsa)

Un rumore di stivali e di speroni risuona per le scale; un gran mormorio di voci in mezzo alle

quali si sente gridare: “Constance! Constance!”

Signora Bon. D’Artagnan! D’Artagnan !

D’Artagnan       Constance ! Dove siete ?

La porta cede di schianto; molti uomini si precipitano nella stanza, guidati da D’Artagnan.

Signora Bon. Oh, mio diletto D’Artagnan! Sei veramente tu?

D’Artagnan       Constance! Finalmente!

Signora Bon. Lei aveva un bel dire che non saresti venuto; io ne ero sicura.

D’Artagnan       Lei? Chi lei?

Signora Bon. Ma… la mia compagna, quella che per amicizia voleva sottrarmi ai miei persecutori.

D’Artagnan       Ma di quale compagna parlate?

Signora Bon. Di una donna che si dice vostra amica, a cui avete raccontato tutto.

D’Artagnan       Il suo nome!

Signora Bon. Fu pronunciato davanti a me; aspettate… ma è strano… mio Dio! La mia testa si confonde… Non ci vedo più…

D’Artagnan       Amici miei, aiutatemi! Sta male! Le sue mani sono gelate!

Aramis      Presto, un bicchier d’acqua!

Porthos     Al soccorso!

Athos        Guardate questo bicchiere… non è possibile! Dio non permetterà un simile delitto!

D’Artagnan       Dell’acqua! Acqua!… Ecco, ritorna in sé…. Dio mio, ti ringrazio!

Athos        Signora… signora, in nome del cielo, chi ha bevuto in questo bicchiere?

Signora Bon. Io, signore… (con voce morente)

Athos        Ma chi ha versato il vino che era in questo bicchiere?

Signora Bon. Lei.

D’Artagnan       Ma chi è questa Lei?

Signora Bon. Ora ricordo… la contessa di Winter…

I quattro amici mandano un solo grido. D’Artagnan afferra le mani di Athos.

D’Artagnan       Come? Tu credi?…

Athos        Credo tutto!

Signora Bon. D’Artagnan! Dove sei ? Non mi lasciare…

D’Artagnan       In nome del cielo, chiamate soccorso!

Athos        Inutile; il veleno versato da lei non ha antidoto.

Signora Bon. D’Artagnan… sto morendo…

D’Artagnan       Constance ! Constance ! Constance….

Scena seconda.

Una piccola casa isolata, sulle rive di un fiume.

Athos        E’ là!

D’Artagnan       Sola ?

Athos        Una finestra è illuminata.

Aramis      Io controllo la finestra; Porthos tiene d’occhio la porta.

Athos        Bene. Lasciate fare a me.

Oltrepassa una siepe, e silenziosamente si spinge fino alla finestra illuminata. I vetri si

infrangono.

Scena terza.

Interno della casetta in riva al fiume.

Milady      (Manda un urlo).

Athos        Ebbene, amici miei, entrate pure. (Gli altri moschettieri fanno irruzione nella stanza). Ma rimettete a posto le armi; bisogna che questa donna sia giudicata e non assassinata.

Milady      Che cosa volete?

Athos        E chi lo sa: forse la contessa De La Fère, o magari Lady Di Winter, baronessa di Sheffield.

Milady      Sono io. Ma che cosa volete da me?

Athos        Vogliamo giudicarvi secondo i vostri delitti. Signor D’Artagnan, qual è la pena che voi reclamate contro questa donna?

D’Artagnan       La pena di morte.

Athos        Signori Porthos e Aramis, voi che siete i suoi giudici, qual è la pena che pronunciate contro questa donna?

A due voci         La pena di morte!

Athos        Milady, i vostri delitti hanno stancato gli uomini sulla terra e Dio nel cielo. Se sapete ancora qualche preghiera, recitatela, perché siete condannata e state per morire.

Milady      Ma se sono colpevole, se ho commesso i delitti di cui mi accusate, conducetemi davanti a un tribunale; non siete giudici, voi, per condannarmi. Mio Dio! Mio Dio! Sono troppo giovane per morire!

D’Artagnan       La donna che avete avvelenato era più giovane di voi, Milady, eppure è morta.

Milady      D’Artagnan! Ricordati che ti ho amato!

D’Artagnan       Morite in pace!

Milady      Sono dunque perduta?…. Dove morirò?

Athos        Sull’altra riva del fiume. Fate strada, signori: lasciate passare la giustizia di Dio!

Scena quarta.

Si odono i corni della caccia. Un uomo giunge a briglia sciolta. E’ Rochefort.

Rochefort  Olà, signor D’Artagnan. Non siete voi quello che vedo laggiù?

D’Artagnan       (riconoscendo lo sconosciuto che insegue da una vita) Ah! Questa volta non mi sfuggirete!

Rochefort  Non ne ho nessuna intenzione. Vi stavo proprio cercando. In nome del Re io vi arresto. Consegnatemi la vostra spada, signor D’Artagnan, e senza far resistenza. Ne va di mezzo la testa, vi avverto.

D’Artagnan       Ma chi siete, dunque?

Rochefort  Sono il cavaliere De Rochefort, scudiero di monsignore il Cardinale De Richelieu, e ho da lui l’ordine di condurvi da Sua Eminenza.

Athos        Noi torniamo da Sua Eminenza, signor Cavaliere, e voi vorrete accettare la parola del signor D’Artagnan, che si porterà direttamente a La Rochelle.

Rochefort  Debbo consegnarlo nelle mani delle guardie che lo ricondurranno al campo.

Aramis      Faremo noi le loro veci, signore, sulla nostra parola di gentiluomini; ma sempre sulla nostra parola di gentiluomini vi avverto che il signor D’Artagnan non ci lascerà. Non è vero, Porthos?

Porthos     Ci potete giurare!

Aramis      E voi, Athos, che ne dite?

Athos        Come sempre, sono d’accordo con voi.

Rochefort  (avendo constatato la disparità delle forze in campo) Signori, se il signor D’Artagnan consente a cedermi la spada, e unisce la sua parola alla vostra, mi contenterò della promessa che mi avete fatto di condurre il signor D’Artagnan all’alloggio di Sua Eminenza il Cardinale.

D’Artagnan       Avete la mia parola, signore, ed ecco la mia spada.

Rochefort  Questo mi viene tanto più a proposito, in quanto devo continuare il mio viaggio.

Athos        Se è per raggiungere Milady, è inutile, non la trovereste.

Rochefort  Che cosa è dunque avvenuto di lei?

Athos        Tornate al campo e lo saprete.

- fine della ventinovesima puntata -


TRENTESIMA PUNTATA

Personaggi:

                   D’Artagnan

                   Athos

                   Porthos

                   Aramis

                   Cardinale De Richelieu

                   Rochefort

                    

******

Scena prima.

D’Artagnan “Fui introdotto alla presenza del Cardinale Richelieu. Per la seconda volta mi trovavo solo con lui, e in quel momento ero convinto che quell’incontro sarebbe stato l’ultimo”.

Richelieu  Signor D’Artagnan, siete stato arrestato per ordine mio.

D’Artagnan       Mi è stato detto, Eminenza.

Richelieu  Sapete perché?

D’Artagnan       No, monsignore.

Richelieu  Siete imputato di delitti che hanno fatto cadere teste più alte della vostra.

D’Artagnan       E quali, monsignore?

Richelieu  Siete imputato di aver avuto corrispondenza coi nemici del regno, di aver sorpreso i segreti dello Stato, di aver tentato di sventare i piani del vostro generale.

D’Artagnan       E chi mi accusa di tutto ciò, monsignore? Una donna bollata dalla giustizia del paese, una donna che ha sposato un uomo in Francia e un altro in Inghilterra, una donna che ha avvelenato il suo secondo marito e che ha tentato di avvelenare anche me!

Richelieu  Ma di qual donna parlate?

D’Artagnan       Di Milady Di Winter, di cui, senza dubbio, Vostra Eminenza ignorava i delitti quando l’ha onorata della sua fiducia.

Richelieu  Se Milady Di Winter ha commesso i delitti che dite, sarà punita.

D’Artagnan       Lo è già stata, Eminenza.

Richelieu  E chi l’ha punita?

D’Artagnan       Noi.

Richelieu  E’ dunque in prigione?

D’Artagnan       E’ morta.

Richelieu  Morta! 

D’Artagnan       Tre volte aveva tentato di uccidermi, e le ho perdonato; ma ha ucciso la donna che amavo; allora i miei amici ed io l’abbiamo presa, giudicata e condannata.

Richelieu  Così vi siete costituiti giudici senza pensare che quelli che non hanno missione di punire e puniscono sono assassini.

D’Artagnan       Monsignore, vi giuro che neppure per un momento, ho avuto l’intenzione di difendere la mia testa contro di voi; subirò il castigo che Vostra Eminenza vorrà infliggermi. Non sono tanto attaccato alla vita da temere la morte.

Richelieu  Lo so, siete un uomo coraggioso. Posso dirvi fin d’ora che sarete giudicato e anche condannato.

D’Artagnan       Un altro potrebbe rispondere a Vostra Eminenza che ha l’ordine di grazia in tasca; ma mi contento di dirvi: ordinate, monsignore, sono pronto.

Richelieu  L’ordine di grazia?E firmato da chi?

D’Artagnan       Da Voi.

Richelieu  Da me? Siete pazzo!

D’Artagnan       Vostra Eminenza riconoscerà, senza dubbio, la sua scrittura. (Gli porge un foglio).

Richelieu  (legge) “Per ordine mio e per il bene dello Stato, il portatore della presente ha fatto ciò che ha fatto. Richelieu.”

Dopo averlo  letto, il Cardinale  straccia lentamente il foglio. Poi si avvicina alla scrivania e,

senza sedersi, scrive alcune righe su di una pergamena.

Richelieu  Prendete, signor D’Artagnan. Manca il nome su questo brevetto di tenente dei moschettieri; lo scriverete voi stesso. Fate di questo brevetto quel che più vi piacerà.

D’Artagnan       Non lo dimenticherò mai; Vostra Eminenza può esserne certa.

Richelieu  Rochefort! (Il cavaliere che, senza dubbio, era in ascolto dietro la porta entra subito) Rochefort, voi vedete il signor D’Artagnan; lo ricevo nel numero  dei miei amici. Abbracciatevi, dunque, e siate saggi, se vi preme conservare la testa.

Rochefort  (Abbracciando D’Artagnan) Ci ritroveremo, non è vero, signore?

D’Artagnan       Quando vi piacerà.

Rochefort  Non mancherà l’occasione.

Scena seconda.

Nell’alloggio di Athos.

Athos        Oh, finalmente, caro D’Artagnan, cominciavamo ad impazientirci.

D’Artagnan       Eccomi, amici miei. Non soltanto libero, ma favorito.    Mio caro Athos, questo è un brevetto di tenente dei moschettieri. E’ in bianco. Vi spetta di diritto.

Athos        Amico mio, per Athos è troppo; per il Conte De La Fère è troppo poco; tenetelo voi. Purtroppo lo avete pagato assai caro.

D’Artagnan       E allora voi, caro Porthos.

Porthos     Come vi sembra che mi stia questo vestito, coperto di ricami?

D’Artagnan       A meraviglia, ma quello di tenente dei moschettieri vi starà ancora meglio.

Porthos     Mi lusingherebbe molto, ma non potrei goderne a lungo. Il marito della mia duchessa è morto, di modo che, mio caro, lo scrigno del defunto mi tende le braccia ed io sposo la vedova. Stavo appunto provando il mio abito di nozze. Tenente per voi questo grado, mio caro.

D’Artagnan       E voi, Aramis, voi nostro amico, nostro lume, nostro protettore invisibile. Accettate questo brevetto; lo avete meritato più di tutti con la vostra saggezza e con i vostri consigli, sempre seguiti da così felici risultati.

 Aramis     Ahimé, caro amico, le nostre ultime avventure mi hanno disgustato del tutto della vita e della spada. Questa volta il mio partito è preso irrevocabilmente; dopo l’assedio di La Rochelle entro nei Lazzaristi. Tenete questo brevetto, D’Artagnan; il mestiere delle armi vi sta bene; voi sarete un bravo ed avventuroso capitano.

D’Artagnan       Lo rifiutate, dunque, tutti?

Athos        Perché nessuno, mio caro, ne è più degno di voi.

D’Artagnan       Non avrò dunque più amici! Ahimé! Niente altro che amari ricordi…

Athos        Siete giovane, voi, e il vostro passato amaro ha tutto il tempo di cambiarsi in un dolce ricordo.

D’Artagnan       E quali saranno i vostri ricordi?

Athos        Non scorderò mai le sue ultime parole: “I am lost! I must die!” “Sono perduta. Devo morire”. E così dicendo scivolò sull’argine del fiume e cadde in ginocchio. Allora il carnefice alzò lentamente le due braccia: un raggio di luna si rifletté sulla lama; le braccia ricaddero; lei gridò.  Poi mi sono tolto il mantello, l’ho steso per terra, vi ho deposto il corpo, me lo sono caricato sulle spalle e con una barca mi sono portato in mezzo al fiume, lasciando cadere il cadavere nel più profondo dell’acqua, che si richiuse sopra di esso.

Scena terza.

D’Artagnan si congeda dagli ascoltatori.

D’Artagnan       La Rochelle, priva del soccorso della flotta inglese, si arrese dopo un anno d’assedio. Io presi possesso del mio grado. Porthos lasciò il servizio e sposò, l’anno successivo, la signora Coquenard: lo scrigno tanto desiderato conteneva ottocentomila lire. Aramis  prese gli ordini in un convento di Nancy. Athos restò moschettiere sotto i miei ordini per qualche anno, ma poi lasciò il servizio. Io mi battei tre volte con Rochefort, e tre volte lo ferii. 

Rumore di spade. Rochefort cade a terra ferito.

D’Artagnan       Vi ucciderò probabilmente alla quarta. Su, datemi la mano, che vi aiuto a rialzarvi.

Rochefort  E’ dunque meglio per voi e per me che ci fermiamo qui. Perbacco! Sono vostro amico più che non crediate; perché, fin dal primo incontro, avrei potuto farvi tagliare il collo, dicendo una sola parola al Cardinale.

D’Artagnan       “Il signor Bonacieux viveva molto tranquillamente, del tutto ignaro di ciò che era accaduto a sua moglie, e senza inquietarsene affatto. Un giorno ebbe l’imprudenza di ricordarsi alla memoria del Cardinale, il quale gli fece rispondere che avrebbe presto provveduto affinché d’ora innanzi non gli mancasse più niente. Infatti, il giorno dopo, il signor Bonacieux, essendo uscito alle sette di sera per recarsi al Louvre, non ricomparve più in via Des Fossoyeurs. Il parere di quelli che sembravano meglio informati, fu che egli fosse nutrito e alloggiato in qualche castello reale a spese della generosità di Sua Eminenza.”

- F I N E -