...IERI NOTTE, AD ESEMPIO
Fonologo di cabaret di Giampiero Orselli
TRAMA: Un uomo solo in una stanza, alle prese con un monologo di taglio cabarettistico (ma non solo).
...IERI NOTTE, AD ESEMPIO
Un uomo in una stanza. E' solo e sta parlando al telefono)
Pronto Luigi? Senti questa. Lo sai cosa va dicendo in giro la mia ex? Dice che parlo da solo. Capisci? Ah, ah. Ammetto che sono un po' esaurito. Vorrei vedere... sono talmente in bolletta che mi hanno pure tagliato il telefono, ma non sono ancora arrivato al punto di parlare da solo... Oddio. Mi hanno tagliato il telefono... Oddio, sto parlando da solo.
(L'uomo posa la cornetta e si guarda intorno smarrito).
Ti accorgi di essere rimasto veramente solo quando non arrivano più nemmeno le telefonate che avresti preferito non arrivassero. Beh, ma poi che c'è di male a parlare da solo? Nessuno mi sente. Sono libero di dire qualsiasi cosa. Anche le parolacce. Però devo stare attento a non urlare troppo. Casa popolare. Muri di cartone. L'altro giorno ho lasciato il pollice nella porta. La mattina dopo, la vicina nell'ascensore mi ha guardato e si è fatta il segno della croce. Se continua così mi metteranno l'aglio sulla porta. Chissà cosa ha raccontato la mia ex alle riunioni di condominio? Ha sempre avuto il vizio di spiattellare i fatti nostri a tutti. "Il personale è politico" (le fa il verso) "Il personale è politico". Mai convivere con un ex femminista. Le riunioni di autocoscienza le hanno bruciato il cervello. Adesso va in giro dicendo che parlo da solo. Lo credo che parlo da solo: lei se ne è andata. Se fosse qui parlerei con lei. E invece monologo. Sembro Amleto. Devo comprarmi un teschio e la calzamaglia nera, come Gabriele Lavia. Dio come sto cadendo in basso. A proposito, che ore sono? Già mezzanotte. Stavo per perdere il sexy show di Canale 7.
(Va ad accendere la Tv).
Devo tenere il volume basso. Non voglio che i vicini sappiano che vedo certe cose. Loro pensano che io sia un intellettuale. Non posso deluderli così. In realtà non ho nulla da nascondere, si badi bene. Soprattutto in fatto di sessualità. sono una persona normale. Ho avuto più di una donna in vita mia... ne ho avute due. Rientro alla grande nella media nazionale. L'altro giorno una ragazza che ho conosciuto in lavanderia mi ha detto: A me piacciono le donne. E io le ho risposto: anche a me piacciono le donne. La pensavamo allo stesso modo. Solo che lei era lesbica, io invece normale. O forse lei non era lesbica e ha detto così solo perché temeva che facessi qualche advance. In realtà io pensavo solo alle macchie di pasta d'arachidi sulla mia giacca di cammello. Certi tramezzini li mordi e ti scoppiano in mano. Sì, io sono normale. Ogni tanto uno spogliarello in tivù, qualche puntatina al Sodoma e Camorra, il cinema a luci rosse sotto casa, quello gestito dalla malavita napoletana, ma soltanto per vedere i trailers. Amo i trailers dei cinema a luce rossa. Un'infilata di pescioloni da far invidia a Capitan Findus. Di solito, durante i trailers, il vecchietto della fila dietro ha l'orgasmo del tipo aspirato... oah, oah, oah. Poi c'è quello che si appoggia al muro e ti guarda. Tu guardi il film e lui guarda te. Poi c'è uno che guarda lui. Ma il momento più atroce è l'intervallo. Gente che si fissa le scarpe, altri che leggono con estrema attenzione i biglietti del tram. Altri che si ritirano nel cappotto come tartarughe, tutti col terrore di incontrare qualche parente, o il vicino di casa, o il parroco della parrocchia. L'uomo nella cabina di proiezione è un sadico. Ci mette una vita a far partire il secondo tempo. Vai maledetto vai! I passeggeri sono tenuti a conservare il biglietto dell'autobus fino alla fine della corsa. Vai maledetto vai! Il passeggero trovato sprovvisto del regolare contrassegno... Vai brutto bastardo, vai! Ah, ecco, buio, finalmente. Che meraviglia i cinema a luce rossa. L'orgasmo pubblico contro quello privato delle videocassette. Via, tutti insieme, a tempo. Orgasmo di massa. Vai. El pueblo unido giammai serà vencido!
(Canzone)
Al mondo esiste una categoria di geni che nessuno finora aveva notato: gli inventori dei titoli dei film a luci rosse. Devo aggiungere che oltre che geniali, sono anche molto colti, infatti abbondano le citazioni letterarie, cinematografiche, storiche e di costume. Io finora ho catalogato ben 600 titoli. Faccio qualche esempio, eliminando quelli troppo volgari perché siamo tra gente seria, (guarda il pubblico)... vabbè, lasciamo perdere...
Citazioni cinematografiche:
L’albero delle zoccole - Jurassik Pork - Mignot è partita - Mignot è venuta - Nirvanal - Il marchese del grilletto - Le mani sulla mona - Uccellacci e uccelloni - 007 missione Goldon-finger - 4 matrimoni e un foro anale - All'interno e ritorno - Altrimenti c'arrapiamo - Analcord - Angeli col pistolino - Ben Dhur - Biancaneve sotto i nani - Banana meccanica - Chi ha castrato Roger Rabbit - Don Camillo e Pappone - Le casalingue - Duri a venire - Figa da Alcatraz - Fronte del porco - Gli uccelli - I tre giorni del condom - Il glande freddo - Il coso - L'audace coito dei soliti ignoti - L'invasione degli ultraporchi - La lampo di Aladino - La ragazza dalla kimona d'oro - La scarica dei 101 - Mamma, l'ho preso in aereo! - Mary Pompins - Metrombolis - Mignotton è partita - Minzione d'onore - Otto settimane in mezzo - Mi chiamo Mandingo e nel buio spingo - Pene, amore e farmacia - Pensavo fosse amore, invece era un paletto. - Porchidea selvaggia - Porno Escondido - Presunto impotente - Profondo rotto - Puerco escondido - Il buono, il brutto e il preservativo - Il porco delle nebbie - Roboscop - Sbatman e Trombin - Sbora!Sbora!Sbora! - The gay-after - Trainspetting - Transpotting - Trombeo e Giulietta - Trombo di tuono - Uccelli ne trovo - Palp fiction - Piccoli spermicidi tra amici - Piccolo glande uomo - Via col ventre - Zinna bianca.
Vi sono poi le citazioni televisive:
- Beauticul - Belfigor - Giochi senza dentiere - Il commissario Tocca - Il commissario Rett - Pork e Mindy - Gay watch
Quelle letterarie, coltissime:
- Va dove ti porta il culo - Dr. Jekill e Clister Hide - Ventimila seghe sotto i mari - Molto sudore per Ulla - Io speriamo che me la chiavo - Le affinità erettive - e la manzoniana - La monaca di monta
O quelle giornalistiche come:
- Famiglia Cristianal
Ma passiamo ai proverbi:
- A caval donato lo si prende in bocca - Banana matura, banana che non dura - Chi fa da se fa per tre - Chi l’ha duro la vince - Chi la dà, lo aspetti - Chi lascia la posizione vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova - Chi troppo vuole nulla spinge - Chi trova un amico trova un foro - Il buon porno si vede dal mattino - Coito ergo sum - Unire l'utero al dilettevole - Gallina vecchia fa buon sbrodolo - Giovedì gnocca
Vi sono poi quelle fiabesche:
- Copuletto rosso - Gli stivali delle sette seghe - Cappuccetto rotto - Cenesventola - Lo spaventapassere - Lu-pene terzo - Mettimelo Qui Quo Qua - Penerentola - Penocchio - Porchaontas - Spingigonzales - Superpippa - Qui, quo e qua e le giovani mignotte - Segherentola - Sandokaz: le tigri della scopesia - Anal dai capelli rossi - La bella addormentata m’imbosco
E infine quelle che, se viste in una certa ottica maliziosa, fanno ridere anche senza che nessuno le abbia toccate. Ad esempio:
- Il richiamo della foresta - Il sapore della ciliegia - Il venditore di palloncini - Indovina chi viene a cena - L'uomo chiamato cavallo - La principessa sul pisello - Chi più ne ha più ne metta - Chi si accontenta gode - Pomi d'ottone e manici di scopa - Chi dorme non piglia pesci
... e per concludere in musica:
- Lei suona il piano e lui la tromba
(Canzone)
L'altra notte, ad esempio, non ci crederete, ma mi è capitata un'avventura. Sì, con una donna, una donna vera, non quelle virtuali del Sodoma e Camorra. Ci pensi tutta la vita e all'improvviso paf, ti succede. Era circa mezzanotte, around midnight. Ero uscito in piena notte per andare a scambiare due chiacchiere con Alì, il mio amico marocchino. L'ho incontrato che stava armeggiando con la vernice spray. Quelli della Lega lo hanno convinto a scrivere sui muri: Via i Marocchini. Lui è felice perché è convinto di dedicare una strada al suo popolo. A quel punto è apparsa lei: il tipo della frikkettona anni settanta. Poncho nepalese, blue jeans a zampa di stivale, e scarpe da ginnastica. Irresistibile per me che ho letto tutti i libri di Mario Capanna. Si è avvicinata con un banale pretesto: pensate, la sigaretta da accendere. Ho cercato l'accendino, ma mi sono ricordato che avevo appena smesso di fumare. Per me è facile smettere di fumare, ho tenacia io, pensate che nell'ultimo mese ci sono riuscito per ben tre volte. Mi volto per chiedere ad Alì se ha un accendino. Alì è scomparso e al suo posto è apparsa una volante della Polizia. "Possiamo chiedere a loro?". Dico io. La ragazza mi guarda inorridita ma io l'ho subito tranquillizzata. "Sono bravi ragazzi, che diamine". Così mi sono avvicinato alla volante e ho chiesto da accendere. Erano dei veri compagnoni. Hanno voluto fumare insieme a me. Un tiro ciascuno. Come a scuola, quando si andava a fumare al gabinetto. Dopo un po', si è accostata una seconda volante. La emme esse ha cominciato a girare come una trottola. Un poliziotto ha gridato bambulè. Non so cosa voglia dire ma deve essere un gergo speciale del corpo di Polizia, perché tutti lo hanno ripetuto: bambulè, bambulè. C'era davvero un'atmosfera allegra. Solo che io li ho dovuti salutare. Cominciava a fare tardi e a me non piace stare in giro di notte, si possono fare brutti incontri. La sigaretta l'ho lasciata a loro, gli piaceva tanto. In fondo alla strada, incontro lei. Era molto arrabbiata perché avevo lasciato la emme esse ai poliziotti. Io le dico: se vuoi possiamo andare da Alì che ha le Merit. Non posso dirvi cosa mi ha riposto.
(Canzone)
Che caratterino. (Le fa il verso) "Sei impazzito sei andato a farti accendere lo spino dai poliziotti? Adesso chi me lo ricompra, eh? Stronzo!". Che grigia ragazzi! Avevo in tasca solo 3 euro. Bastavano a malapena per un pacchetto di Diana rosse da dieci. Lei dice "So io come guadagnare un centone in un batter d'occhio! Cosa facilissima: Basta che tu vai in strada e ti fai passare una macchina sul piede.", "Cosa?", dico io: "Non ci penso neanche!". Ma lei dice: "E' una finta. Tu vai in strada, lì dove c'è lo Stop e appena si avvicina una macchina di lusso, tu ti butti a terra e gridi: La mia rotula! La mia povera rotula! Per non avere storie con l'assicurazione, vedrai che si accordano con te per cento euro, come risarcimento danni e non se ne parla più. Un sistema infallibile." Dice lei. Un suo amico ci si era comprato la casa. Vi chiederete: e tu ti sei lasciato convincere a fare una cosa simile? Si. Mi sono lasciato convincere. Lo so è pazzesco, però ho le mie attenuanti. Era così tanto tempo che non vedevo cento euro, ed era ancora più tempo che non vedevo una donna. E lei mi guardava con quegli occhioni azzurri. Insomma siamo andati in corso Mazzini, strada a scorrimento veloce in quartiere residenziale. Il posto giusto. Aspettiamo un po', ed ecco lì che appare la preda. Auto blu. Assessore con autista e segretaria bionda a lato. "Perfetta!", esclama lei. Ci mettiamo in prossimità dello Stop e aspettiamo che la macchina si avvicini. Quando è a un metro da noi, quella pazza mi dà uno spintone, la macchina mi passa su un piede con tutte e due le ruote, non si ferma allo Stop e, come se non bastasse, si affaccia la segretaria e mi grida: "Imbecille, guarda dove metti i piedi!". Un sistema infallibile. Si, per finire all'ospedale. E quella pazza è pure arrabbiata. "Lo sapevo che eri un imbranato! Un buono a nulla! Un figlio di papà!". Dovevate sentirla. Io le chiedo di portarmi a casa mia. Lei dice: vabbè ti accompagno, però non vorrei che tu avessi un secondo fine. Io la guarda con grande indignazione: Ma come? Tu credi che io voglia invitarti a casa mia con un secondo fine. No mia cara, quello che tu pensi e il mio primo fine, altro che secondo. Penso questo, ma non dico nulla e lascio che mi porti a casa in braccio e mi depositi sul letto, come un neonato. Una cosa davvero umiliante. Lei va a farsi una doccia. Quando torna, è nuda come una copertina di Panorama e, senza dire una parola, si infila nel mio letto. Bhe, vi posso assicurare che senza più quel look da Tupacamaro era davvero carina. La cosa non mi ha lasciato indifferente. Ho cercato di prendere l'argomento alla lontana e ho detto: senti bella, perché non ci lanciamo alla grande in un'esperienza di sesso maiale? Lei si è molto dilungata nella risposta: ha detto no. E io: perché no? E lei: perché no. E io: ah vabbè. E lei: vabbè cosa? E io: vabbè, allora no. E lei: non è che ho detto no, ma... E io: ma cosa? E lei: è che, cioè... E io: cioè cosa? E lei: ecco, se si trattasse solo di sesso vabbè, però. E io: però cosa? E lei: poi magari tu pensi che. E io: io non penso nulla. E lei: ecco, non vorrei che tu avessi intenzioni serie. E io: mai avuto intenzioni serie in vita mia. E lei: e che intenzioni hai allora? E io: Beh, non saprei. E lei: beh, se vuoi fare del sesso allo stato brado hai scelto la tipa sbagliata. E io: No, non è così. E lei: e come è allora? E io: beh, diciamo che ho intenzioni semiserie. E lei: che vuol dire semiserie. E io: vedi non è che è sempre o bianco o nero. Esistono infinite varianti di grigio, grigio chiaro, grigio scuro, grigetto, grigio perla, grigio polvere, grigio nube, grigio fumo: capisci? Non esistono solo l'accoppiamento brutale o il vincolo nuziale: esistono infinite varianti di possibilità di rapporti umani tra un uomo ed una donna. E qui ho fatto seguire una lista lunghissima condendo il tutto con similitudini, metafore, metonimie ed esempi presi dalla letteratura di vari paesi. Lei non ha più detto nulla. Pensavo che fosse rimasta incantata dai miei esempi eruditi. Invece si era addormentata. Non mi è restato che imitarla. Al mio risveglio non c'era più. Forse me la sono sognata. Però il piede continua a farmi male.
(Canzone)
Non capisco. Tutti ce l'hanno con Berlusconi perché ha tre televisioni. E allora? Anche io ho tre televisioni. Una in salotto, una in camera e una in cucina. Ho tre televisioni e le guardo dalla mattina alla sera. Non come quel mio amico tirchio che per risparmiare le guarda solamente spente. Io le accendo, eccome se le accendo, tutte e tre insieme e faccio zapping saltellando da una stanza all'altra come un canguro con il Ballo di San Vito. In realtà guardo solo le pubblicità. Che belle le donne della pubblicità. Altro che quelle vere. Peccato che nella realtà non si incontrino mai. A me capitano sempre certe pazze. Gloria ad esempio, 21 anni, aspirante valletta televisiva. L'ho conosciuta alla COOP. Una breve discussione sulle tipologie di yogurt magri e mi chiede subito di accompagnarla alle sedute di meditazione trascendentale. Non mi sembrava vero. Così mi ritrovo in uno stanzone con i muri scrostati, a temperatura sottozero. Tutti in cerchio, faccia contro il muro, posizione yoga che dopo un po' ti si addormentano le gambe e ti si schiacciano le palle. Culo gelato, colonna vertebrale a pezzi, un inferno. Ma per ben tre quarti d'ora resisto e faccio finta di pensare all'aldilà. Alla fine lei mi chiede: come è andata? Fantastico, mi si sono aperti nuovi orizzonti, ho visto Dio, dobbiamo festeggiare. La invito in un localino che c'è da quella parti. Beviamo qualcosa. Un gin tonic. Poi un altro gin tonic. Poi un altro ancora. Usciamo barcollando come se avessimo bevuto tre gin tonic e io, con ammirabile tempismo, le chiedo: Perché non andiamo a casa mia e passiamo la notte insieme? A quel punto i freni inibitori erano crollati come una diga. Per di più, io ho aggiunto: forse non lo sai, ma io posseggo tre televisioni, come Berlusconi. Sapevo che questa frase avrebbe fatto effetto. Le donne impazziscono per i grandi imprenditori. Una volta a casa mia, le cose hanno preso un ottima piega, perché lei ha acceso lo stereo e ha cominciato a ballare la Macarena, nonostante sul piatto ci fosse un 45 giri del primo Sergio Endrigo. Ci siamo trovati stesi sul pavimento come due pellicce d'orso. I vestiti sono schizzati in tutte le direzioni, come schegge di una mina e a quel punto, indovinate cosa mi ha chiesto? A chi indovina regalo i miei tre televisori? Mi ha chiesto se avevo del sale. Del sale? Dico io. Che diavolo ti serve il sale in un momento come questo. Era una storia che risaliva a qualche anno prima. Aveva sedici anni. Prima vacanza senza i genitori, in Corsica. Conobbe un ragazzo francese, un giovane bellissimo, capelli neri, occhi verdi, grande esperto di windsurf. Fu la sua prima esperienza: sulla spiaggia, dopo il bagno di mezzanotte. Il suo corpo sapeva di salino. Beh, dopo quella magnifica esperienza lei riesce a farlo solo se sente il sapore del salino sulla pelle. Io gli ho detto: No mia cara. Non permetterò mai a nessuno di cospargermelo di sale come se fosse un cetriolo e mi sono tirato indietro. Lei si è offesa e... insomma, è finita come tutte le altre sere. Solo, di fronte al lavandino del bagno. Se continua così i miei amici mi chiameranno "Onan il Barbaro".
(Canzone)
L'altra notte, ad esempio. Camminavo per i vicoli della città vecchia. In giro nessuno. La città dei morti. All'improvviso alle mie spalle un'ombra. Mi volto lentamente. Marocchino. Mi segue. Passo dopo passo. Che intenzioni avrà? Non sono razzista, badate bene, ma l'occasione fa l'uomo ladro. Metti che non ha venduto neanche un tappeto... e ha fame. Che ci vuole a darmi una botta sulla zucca? Il mio portafoglio è vuoto, certo, ma lui non lo sa. E mi sono pure messo le scarpe lucide. Le scarpe lucide per girare di notte, dove stai andando imbecille, ad un matrimonio? Ecco, si è avvicinato sento il suo fiato sul collo, oddio. Oddio e la fine. Chiudo gli occhi e quando li riapro... lui è davanti a me. Mi ha sorpassato. Ora cammina lento. Porta due grosse valigie di legno. Una per mano. Pesantissime. All'improvviso, scivola. Una valigia si apre e cade tutta la mercanzia. Orologi, accendini, calcolatrici. Lo aiuto a raccogliere la roba. Per ringraziarmi mi regala questo accendino. Poi se ne va. Abbasso la testa e mi accorgo che gli è caduto il portafoglio. Alzo il braccio e sto per esclamare: ehi vuò cumprà! Ma subito mi fermo. Vuò cumprà? E se poi si offende. Potrei chiamarlo marocchino, ho pensato, ma no, peggio ancora, e se poi è senegalese. Sarebbe come dare dell'italiano a un norvegese. Un'offesa imperdonabile. Finalmente mi viene in mente il termine tecnico, quello che usano al Tiggì Tre: cittadino extracomunitario. Comincio a gridare, ehi cittadino extracomunitario, senti, cittadino extracomunitario... parola troppo lunga. Era già lontano. Così mi è rimasto il suo portafoglio. 45 euro. Mica male vender collane. Io sono disoccupato. Quasi quasi me le tengo. Come si fa ad andare avanti senza un lavoro. Uno non riesce a pensare ad altro che ai soldi che non ha. Una volta, il mio amico Luigi mi fa: sono sicuro che se tu avessi i soldi, una donna e un bel lavoro la pianteresti con tutte le tue menate e io: quando avrò i soldi, una donna e un bel lavoro telefonerò per conferma. Dopo un po', Luigi, sempre lui, mi dice: metti che sei nel deserto del Sahara, disperso, sotto il sole. Arriva uno e ti dice: vuoi una borraccia piena d'acqua o preferisci 100 mila euro? E io subito: 100.000 euro. Ma come? Fa Luigi, che te ne fai di 100.000 euro, nel deserto? Stai morendo di sete. E io ripeto: Voglio i 100.000 mila euro. E lui: ma non ti servono a niente. Non puoi comprarci nulla con 100.000 euro nel deserto. Ma tu dammi i 100.000 euro maledetto! Gli grido. Non li ho mai visti in vita mia. Avrò diritto.
(Canzone)
L'altra notte, ad esempio. Nevica, sto camminando per le strade deserte. A un certo punto sento dei passi alle mie spalle. E' un vecchio. Barba lunga, vestiti stracciati, scarpe rotte. Mi afferra il braccio e dice: "La prego signore: avrebbe un tetto da offrirmi per questa notte?". Poi aggiunge: "Gli Dei la ricompenseranno per questo" E a me, questa frase qui, fa colpo. "Gli Dei la ricompenseranno". Era la prima volta che incontravo un mendicante politeista, così gli ho detto di seguirmi. Andiamo a casa mia. Ci mettiamo davanti al fuoco. Una bella bottiglia di vino. A quel punto gli avrei offerto anche il mio letto ma lui ha preferito dormire sul divano. Al mattino mi dice. "Voglio sdebitarmi con te: ti insegnerò il metodo per trasformare gli oggetti in oro" "Che?" dico io. "Ascoltami bene" Dice: "Devi fissare intensamente un oggetto e dire: Cristoforo Colombo!... e l'oggetto si trasformerà in oro. Prova". Mi metto davanti alla bottiglia di vino, la osservo intensamente, dico: "Cristoforo Colombo" e Zac: La bottiglia si trasforma in oro. Il vecchio dice: "Hai visto?". E se ne va. Rimango lì, come uno stronzo, a bocca aperta. Decido di riprovare. Fisso il frigorifero: "Cristoforo Colombo" e zac, diventa tutto d'oro. Vado in bagno. Tazza del cesso. Cristoforo Colombo. Zac. D'oro. Sedia: Cristoforo Colombo. Zac. D'oro. Gabbia con canarino. Cristoforo Colombo. Zac. D'oro. Sono lì che sto trasformando la casa in oro quando sento suonare alla porta. E' il vecchio. Mi dice. "Scusa sai, ma mi sono dimenticato di dirti una cosa. Quando pronunci la formula, non devi mai pensare ai rinoceronti, sennò la magia svanisce". E se ne va di nuovo. Mi rimetto al lavoro. Fisso il tavolo da cucina: "Cristoforo Colombo". Niente. "Cristoforo Colombo!". Niente. E lo credo. Mi veniva da pensare ai rinoceronti. Oppure mi veniva da pensare che non dovevo pensare ai rinoceronti. Che è la stessa cosa. Ma non poteva stare zitto quel vecchio stronzo! E dire che io non ho mai pensato ai rinoceronti una sola volta in vita mia. Mai, vi dico. Mai!
(Canzone)
Alì ha ragione, dovrei andare da uno psicanalista. Ma lo psicanalista costa e con tutti i problemi che ho, ci vorrebbero decine di milioni. E poi per cosa? Per sentirmi dire che i miei problemi derivano da un'infanzia difficile. Grazie, lo so da solo, senza bisogno di spendere nulla. E' tutto legato al complesso di Edipo, che non è una banda di rock'n roll della antica Grecia, ma quel fenomeno per cui tu appena sei nato vuoi uccidere tuo padre e ammazzare tua madre. Io mio padre lo avrei ammazzato volentieri... se solo lo avessi conosciuto. Se ne andò prima che io nascessi. Eravamo poveri, diventammo miserabili. Papà, invece, fece fortuna. Si mise con una donna d'affari e aprì un supermercato. Per alleviare il proprio senso di colpa, ogni mese, ci mandava pacchi di viveri. La cosa che mi piaceva di più erano le minestre di verdure liofilizzate. Quando arrivavano, era una festa in famiglia. Ci si metteva tutti intorno alla pentola dell'acqua che bolliva e si versavano le polverine colorate. Un giorno, arrivò una busta un po' diversa dal solito. Non c'erano stampate sopra cipolle e carote ma era tutta bianca. Non ci facemmo troppo caso. Versammo la busta nell'acqua, come al solito, ma non si sciolse subito bene e il gusto della minestra era proprio schifoso. Qualche giorno dopo ricevemmo una lettera. Annunciava la morte di papà. Lo avevano fatto cremare. La donna con cui viveva pensò di mandarci un po' di cenere del suo corpo. Un pensiero gentile: voleva sapere se la busta era arrivata. Da allora, quando sento parlare di minestrine liofilizzate mi viene da vomitare.
Ecco che cos'è per me la famiglia. La voglia continua di vomitare.
(Canzone)
Anche il lavoro. Bel problema. Io ho lavorato a lungo in una banca. Pensate che ho resistito un mese di fila, ma non ci andavo quasi mai. Il direttore mi chiedeva sempre: "Ieri come mai non è venuto? Stava male?". "No, ieri stavo bene, per quello che non sono venuto".
Ho lavorato anche in fabbrica, alla Dolce Euchessina. Un lavoro interessante ma troppo faticoso: non si faceva che correre dalla mattina alla sera. Così mi sono licenziato e sono andato a lavorare alla Diavolo. Era una fabbrica di pentole. Però non faceva i coperchi. E' fallita quasi subito. Così sono passato a fare il dog-sitter. Il direttore dell'agenzia mi ha chiesto: preferisce accompagnare a fare i bisognini Briciola o Taurus. Io ho scelto Briciola, così d'istinto. Mai fidarsi delle apparenze: Taurus era un barboncino di un etto. Briciola era un alano di trecento chili. La padrona mi ha detto: "Attento che tira". Poi mi ha messo in mano il guinzaglio. Dopo trentasei ore, siamo arrivati a Campobasso. Abbiamo tenuto una media tra i cento e i centotrenta, sempre sulla corsia di sorpasso. All'altezza di Napoli ci hanno fotografato quelli dell'Autovelox, ma noi li abbiamo fregati, perché eravamo senza targa. A Campobasso, Briciola si è fidanzato con una barboncina del luogo. Io sono tornato a Milano con il treno della notte. Ero senza biglietto, perché durante il viaggio in autostrada avevo perso il portafoglio. Così ho pensato di chiudermi nella toilette. Purtroppo su quel vagone c'era una comitiva di miei ex colleghi: i collaudatori della Dolce Euchessina. Stavano andando a fare un gemellaggio con i colleghi della fabbrica del Confetto Falqui. Insomma la toilette era sempre occupata. Così, alla fine, il controllore mi ha pizzicato: ho dovuto pagare trecento euro, tra biglietto, sovratassa, multa e supplemento rapido raddoppiato.
Dopo ho lavorato per un po' in un villaggio turistico per sordomuti. Simpatici, ma ridevano sempre fuori tempo quando raccontavo le barzellette. Così ho deciso di fare l'agente di Borsa. Mi sono sempre piaciuti gli agenti di Borsa. Non fanno altro che gridare e fare i gestacci, come le scimmie allo zoo, ma guadagnano molto di più delle scimmie allo zoo. Solo che anche lì le cose non sono andate benissimo, perché ho venduto le Acqua Marcia proprio quando l'Acqua marcia era al massimo del suo marciume. Una fogna completa. Io penso: vendo le Acqua marcia e compro l'Eridania. Metto l'Eridania nell'Acqua Marcia così si raddolcisce. Pensavo che l'Eridania scendesse e invece è salita. Tasso altissimo di zuccheri nei tassi di interesse. Roba da diabete. E da lì in poi non ne ho azzeccata più una.
(Canzone)
Ho pensato anche al suicidio. Ho provato a impiccarmi ma mi mancava il fiato. Così ho provato con l'ossido di carbonio, ma ho messo la benzina verde. Praticamente ho fatto l'aerosol. Ho pensato anche di buttarmi da un viadotto ma mi si è impigliata la bretella alla ringhiera. Avete presente uno jò-jò. Uguale. Ho pensato anche di spararmi in testa. Ho comprato una pistola al mercato nero: una calibro trentotto magnum parabellum. 500 euro sull'unghia. Quando ho sparato, è uscita una bandierina con la scritta BUM!, col punto esclamativo e mi si è infilata nell'orecchio. Così sono passato al veleno. Ho buttato giù un'intera bottiglia di Vim Clorex. Non sono morto, però in compenso ho fatto tante di quelle bolle. Di tutti i colori. Una soddisfazione. A quel punto, ho chiesto aiuto al mio amico Difettoso. I suoi genitori gli hanno dato questo nome pensando al Durex che hanno usato quella sera. Difettoso mi ha indirizzato al Club dei Suicidi. Si riuniscono ogni giovedì sera nella sede di Incularci, il nuovo circolo dell'Arci Gay. Terribile questa. Non è finita. Il circolo di suicidi dell'Arci, invece si chiama Spararci. E' un posto pieno di gente allegra. All'ingresso, devi fare giuramento di suicidarti entro una settimana. La tassa di iscrizione di 900 euro la devi pagare tutta il primo giorno (non accettano rate). Chi non si ammazza entro una settimana deve pagare altri 300 euro. Sennò viene espulso. Chi si uccide, invece, riceve una medaglietta di metallo dorato con la scritta del Club dei Suicidi. E' una bella soddisfazione. Il presidente del club si chiama Kurt. E' lui che incassa i soldi delle iscrizioni. Kurt non ha mai ricevuto la medaglietta, perché non è riuscito a suicidarsi nemmeno una volta, però è contento lo stesso.
(Canzone)
Cosa non farebbe la gente per entrare nel mondo dello spettacolo. Il mio amico Mario pur di fare teatro ha organizzato una rapina. Ora vi spiego. Lui ha provato a fare tutti i provini: prima è andato al Piccolo e ha portato un pezzo di Tartufo. No, non il tartufo di Molière. Proprio un pezzo di tartufo d'Alba. Perché gli avevano detto che il regista aveva naso (fa il gesto di sniffare) e capiva subito se un attore aveva stoffa. Infatti Mario è stato cacciato subito. Dopo, le ha provate tutte. Ha fatto il giro di tutti i teatri d'Italia, ma non l'ha preso nessuno. Ha provato persino da Boncompagni. Si è travestito da teenager, con tanto di minigonna e zainetto. Lo hanno tradito i baffi. Fino a che ha letto sul Corriere che nelle carceri, per riabilitare i delinquenti, si dedicano all'animazione teatrale. Fanno persino tournée, da un carcere all'altro. Allora lui ha pensato: Mi faccio arrestare e, appena sono in carcere, chiedo di entrare nella compagnia teatrale. Almeno lì non potranno dirmi di no. Così è andato in una filiale della Cassa di Risparmio con la pistola in mano. "Tutti fermi, questa è una pappina". Persino lì è riuscito ha sbagliare la battuta. "Tutti fermi questa è una caprina, no è una ...". "Rapina?". Ha suggerito il banchiere, che da giovane aveva fatto il suggeritore in una filodrammatica. E' arrivato il direttore della banca. Il mio amico Mario ha ripetuto: "Fermi tutti, questa è una rapina". "Con più enfasi. Lo dica con più enfasi." Ha esclamato il direttore della banca che da giovane aveva fatto il regista in una filodrammatica. Alla fine il mio amico l'ha detta bene allora il direttore della banca gli ha messo in mano una cassetta piena di banconote. Mario non le ha neppure guardate. Si è voltato verso la telecamera e ha fatto un gran sorriso. Al collo aveva un cartello col suo numero di telefono, l'indirizzo e il numero di codice fiscale, come quelli che si appende Marco Pannella quando va in televisione a chiedere soldi. Poi è andato a casa ad aspettare la polizia, ma la polizia non arrivava perché la telecamera era spenta e il direttore della banca non lo aveva denunciato perché credeva che fosse una candid-camera e ha passato la settimana seguente a cercare dove fosse la telecamera nascosta. Così Mario è andato a costituirsi, sempre con il cartello al collo, ma anche lì non lo considerava nessuno. Così ha dovuto spaccare la macchina da scrivere sulla testa del commissario per farsi arrestare. Cinque anni per tentato omicidio di pubblico ufficiale. Adesso è nella compagnia del carcere ed è un uomo felice. Mica tutti riescono a realizzare i loro sogni. Mi ha detto che in carcere fanno soprattutto teatro di evasione. Pensate che al debutto li hanno ripresi. No, non con le telecamere. Li hanno ripresi mentre si stavano calando dal muro di cinta con i lenzuoli e li hanno riportati in cella. Ma presto, mi ha detto Mario, faranno la replica e stavolta lui dice che sarà un successone. Mah, speriamo, di no. E' un tale coglione Mario che non vorrei ritrovarmelo tra i piedi.
(Canzone)
Che mistero è l'uomo! Questa creatura che da millenni calpesta la terra. Ci avete pensato mai di quali vette e di quali abissi è capace l'essere umano. Conosco uomini capaci di imprese quasi impossibili. Pensate che un mio amico è in grado di ripiegare una carta geografica dopo averla usata e farla tornare uguale a come era prima. Chi di voi è capace? Di solito io, dopo il decimo tentativo, la butto via appallottolata. Oppure ci sono persone capaci di infilarsi un preservativo al primo colpo. Io di solito passo un quarto d'ora a capire a capire se devo infilarlo di qua e di là. Nel frattempo lui si è accasciato completamente e lei se ne è andata a casa in taxi. E ci sono uomini capaci di imprese intellettuali incredibili, tipo compilare un modulo 740 seguendo le istruzioni ministeriali.
Ma gli uomini sono anche capaci di terribili perversioni mentali (anche le donne, se pensate che Giuliano Ferrara è sposato ed Emilio Fede riceve centinaia di lettere di ammiratrici). Ma l'uomo che ha il comportamento più misterioso di tutti è una creatura della notte. No, non sto parlando del conte Dracula, peggio, molto peggio. Non so se vi è capitato di passare una notte insonne e cominciare a fare zapping con il telecomando. Vi fissate subito sui 144 erotici. Vorreste grattarvi il naso ma non potete: entrambe le vostre mani sono occupate. Una fa su e giù col telecomando, l'altra fa su e giù... e basta. Alla fine ricadete sfiniti sul cuscino. Ma anche se le vostre fantasie erotiche sono placate non riuscite a prendere sonno e ricominciate a fare su e giù col telecomando fino a che non appare lui, l'uomo più misterioso della notte. Ditemi per quale ragione al mondo, un essere apparentemente normale si mette a spiegare l'algebra alle quattro del mattino. Ditemelo. Non riesco a dormire con questo pensiero nella mente, e se non riesco a dormire comincio a fare su e giù con lo zapping, e se faccio su e giù con lo zapping... vabbè basta.
(Canzone)
Io vengo da Genova, la città che ha dato i natali, tra gli altri, a Cristoforo Colombo e a Moana Pozzi. Se noi ci siete mai stati vi consiglio di venirci. Ci sono tanti buoni motivi per venire a Genova. Ci sono anche tanti buoni motivi per starne alla larga, comunque... Ma se venite a Genova, vi consiglio di farvi un giro nel centro storico. E' il più grande di Europa, c'è scritto su tutte le guide. A dire il vero al Centro Storico di Genova, non gliene frega niente di entrare in Europa. Sta benissimo dove è, in Africa. Infatti è abitato prevalentemente da nordafricani. Vivono nelle stanze in affitto, trenta per stanza, e pagano 600 euro al mese per un posto letto. In realtà dormono in piedi, come i cavalli. Una notte sono andato a trovare il mio amico Alì a casa sua e mi sembrava di essere su un autobus all'ora di punta. Ho persino obliterato il biglietto, nel tostapane, per paura che mi facessero la multa.
La seconda categoria di persone che abita nel Centro Storico sono i singles, di cui mi onoro di far parte. Anche i singles abitano nei monolocali a basso prezzo, solo che invece di starci in trenta ci stanno da soli (se fossero in compagnia non sarebbero più singles ma multiples). Per questa ragione sono sempre tristi, vanno a mangiare dalla mamma e si fanno un sacco di seghe. I singles che abitano nel centro storico hanno dato vita a un indotto economico formidabile fatto di lavanderie a gettone, supermercati e videoshop. Questi tipi di negozi esistono praticamente soltanto in funzione loro. Le lavanderie lavano e stirano gli abiti che i singles non sono in grado di lavarsi da soli. Una volta ho provato a lavarmi una giacca di velluto che mi ero sporcato mangiando un tramezzino. certi tramezzini sono micidiali, specie quelli alla salsa rosa, li mordi e ti esplodono in faccia, bene ho provato a lavarmi la giacca da solo e dopo l'ho anche stirata. Un mio amico che lavoro al museo di arte moderna mi ha chiesto se poteva esporla. Arte informale. Vabbè.
L'altro esercizio economico che prospera grazie ai singles sono i supermercati e questo avviene in seguito a una devastante campagna stampa che ha diffuso l'incredibile menzogna che i singles incontrano la propria anima gemella al supermercato. Nulla di più falso. Ho passato intere mattinate al supermercato e l'unica donna che mi ha abbordato, mi ha venduto un enciclopedia medica in 18 volumi. Per il resto, i supermercati sono posti pericolosissimi. Entri per comprare il sale ed esci con un sacchetto giallo che pesa 60 chili, pieno di prodotti in gran parte letali. Per esempio: non so se avete mai visto la griglia metallica con i barattolini di spezie. Non ho mai conosciuto un single che sia riuscito a salvarsi dal baratto del peperoncino di Cajenna. E un barattolino rosso, di forma elicoidale (non so cosa voglia dire elicoidale ma rende bene l'idea). Esso ti ammicca dalla griglia metallica e sembra che sussurri: "Prendimi, prendimi". Il suo fascino erotico è irresistibile. Chi lo compra non sa che sotto il barattolino c'è scritto, piccolo piccolo, e in caratteri cirillici: "Nuoce gravemente alla salute!". Ho conosciuto vite distrutte dai barattolini col peperoncino di Cajenna. L'incidente più classico è quello di sbriciolare con le dita il peperoncino rosso direttamente sulla pasta e poi andare al cesso a far pipì. A me è capitato d'estate, al mare. Ho camminato direttamente sulle acque, come Gesù Cristo. Poi un medico del posto, esperto di simili incidenti, mi ha consigliato di infilarlo in un pomodoro crudo. E' un rimedio antichissimo ed è l'unico efficace. Il giorno dopo, l'incidente è capitato a un mio amico. Io gli dico: presto infilalo in un pomodoro crudo. Lui per sbaglio lo ha infilato in un peperone gigante. Ha battuto il record di Mennea, solo che dopo i duecento metri non si è fermato. Ha fatto il tratto Reggio-Stoccarda più veloce della Freccia del Sud.
L’uomo prende una chitarra e annuncia solennemente:
Emozioni, di Mogol-Battisti.
EMOZIONI
Seguir con gli occhi un airone sopra al fiume e poi
ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a morire
Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
E prendere a pugni un uomo solo perché è stato un po' scortese
Sapendo che quel che brucia non sono le offese
Ho visto le menti migliori della mia generazione...
No, non è un omaggio alla memoria di Allen Ginsberg. E' un modo per raccontarvi la mia generazione. Quelli che sono cresciuti negli anni Settanta. Gli anni di piombo. Io li chiamerei in un altro modo. Gli anni di... ma lasciamo perdere i fatti personali. C'è poco da scherzare. Un generazione, distrutta. Spazzata via. Molti sono finiti a recitare il Na mi o ren ghe chiò. Non se avete presente. Si incontrano tutti i giovedì in casa di qualcuno, di nascosto, come i carbonari. Si siedono di fronte alla statua del Buddha e recitano a memoria un libretto di settecento pagine in sanscrito antico. Questi sono i più fortunati. Tutti gli altri sono morti o sono finiti in carcere. E quale è stata la causa di tutto ciò? Il terrorismo, direte voi, il crollo delle ideologie, la droga, la crisi economica? No. C'è stato qualcosa di ben più terribile che ha segnato la mia generazione... le canzoni di Mogol Battisti. Si proprio così. Quale generazione sarebbe potuta sopravvivere a un modello culturale del genere. Prendete me ad esempio. Tornavo da scuola, mi chiudevo in camera e accendevo il giradischi. E sul piatto c'erano loro: le canzoni di Mogol-Battisti. Dopo un po' mia madre bussava. Aveva intuito il dramma, povera donna. Piangeva e mi diceva. "Non farlo, figlio mio, o finirai male". Ma niente. Mio padre ha provato a minacciarmi più volte, anche con le maniere forti. Ha minacciato di nascondermi la Nutella. Tutto inutile. Poveri vecchi, se gli avessi dato retta. Invece... perché hai cominciato? Mi direte voi. Non lo so. Vedevo che lo facevano gli altri... Ho voluto provare anche io... Ero sicuro di poter smettere e invece... nel giro di una settimana ero completamente schiavo. Hai voglia poi a disintossicarti. Ma adesso basta con le chiacchiere, voglio darvi alcuni esempi:
L’uomo comincia a eseguire la prima canzone di Mogol Battisti. La celebre Emozioni:
E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere
dove il sole va a morire
E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me
tu chiamale se vuoi emozioni
Uscire nella brughiera di mattina dove non si vede a un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del più o del meno con un pescatore per ore e ore
per non sentire che dentro qualcosa muore
Non avete idea di quanti miei amici, dopo aver sentito questa canzone hanno cominciato a guidare a fari spenti nella notte... Morti... Tutti. Io mi sono salvato perché non avevo l'automobile. In compenso ho preso a pugni un uomo solo perché era stato un po' scortese. Purtroppo ho scelto l'uomo sbagliato. Gigi Caruso detto Cozza. In gioventù era stato un discreto peso welters. Ricordo poco di quel che successe. So solo che mi sono svegliato all'ospedale. Mia madre piangeva e ripeteva. "Figlio mio, cerca di smettere, o farai una brutta fine". Ma io niente. Appena tornato a casa ho ricominciato.
E il pescatore? Anche lui morto. Suicida. Vorrei vedere voi poveretto. Uno va a pescare per starsene un po' tranquillo e continua ad arrivare gente che gli parla per ore e ore del più e del meno, facendo scappare tutti i pesci.
Io mi chiedo come si fanno a scrivere cose simili? Un po' di senso di responsabilità, per dio.
Ma andiamo avanti.
Uscir nella brughiera di mattina dove non si vede a un passo per ritrovar se stesso.
Vi prego non fatelo. Un mio amico è riuscito a ritrovar se stesso, solo che noi non siamo più riusciti a ritrovare lui.
Fatto sta che io, dopo l'episodio dell'ospedale avevo deciso di smettere, solo che nel frattempo era uscito un nuovo 45 giri di Mogol-Battisti. Vi ricordate il celebre Fiori rosa, fiori di pesco.
Ve la accenno:
Fiori rosa, fiori di pesco c'eri tu.
Fiori rosa, stasera esco ho un anno di più
Scusa credevo proprio che fossi sola
credevo non ci fosse nessuno con te
signore chiedo scusa anche a lei
ma ero proprio fuori di me
sì ero proprio fuori di me
quando dicevo:
Posso stringerti le mani
come sono fredde tu tremi
non non sto sbagliando mi ami
dimmi che è vero, dimmi che è vero.
A parte il fatto che un mio amico, tornando a casa ha trovato la fidanzata a letto immobile e ha cominciato a cantare:
"Posso stringerti le mani come sono fredde tu tremi, no non sta sbagliando mi ami".
Era morta da tre giorni e lui non se ne era accorto. E vabbè.
Ma a parte questo, c'è un elemento in questa canzone che mi fa impazzire e non è il protagonista, ovvero quell'eterno cornuto di Lucio Battisti, ma l'altro. Il signore:
"Signore chiedo scusa anche a lei".
Ma ve lo immaginate il poveretto. Ho passato giornate intere a immedesimarmi con lui. Provate a mettervi nei suoi panni. Magari era la prima avventura che gli capitava in vita sua. Magari era vergine, che ne so. Io me lo immagino così. Un uomo di cinquant'anni, vergine, come Formigoni, anzi, forse era proprio Formigoni, alla sua prima esperienza sessuale. Ci ha pensato tutta la vita e finalmente, quella notte, grazie a un intervento divino, Formigoni riesce a rimorchiare la fidanzata di Lucio Battisti. Sono lì, nell'intimità. Hanno bevuto un bicchierino. Dopo molte insistente lei, è riuscita a convincere lui a spogliarsi. Lui non voleva, ma lei lo ha convinto che ci sarebbero state difficoltà a compiere l'atto, con lui completamente vestito. Lui è sul divano, nudo come un verme, decisamente ripugnante. Ha un'erezione spropositata. Tutta l'energia sessuale che non ha sfogato nel mezzo secolo precedente. Anche lei è nuda, bellissima, assatanata. A questo punto suona il campanello. Lui è talmente arrapato che non lo sente. O meglio, lo sente ma crede che siano gli angioletti che in casi del genere fanno suonare le campane. Lei invece lo sente. Apre la porta e si trova di fronte Lucio Battisti. A questo punto accade il dramma: Battisti guarda lei poi immediatamente vede lui. Formigoni guarda Battisti poi guarda lei con uno sguardo interrogativo del tipo: Chi è quello stronzo? Battisti guarda Formigoni, poi guarda lei con uno sguardo interrogativo del tipo: Cosa è quel coso. Lei guarda Battisti poi guarda Formigoni.
In questo caso è lei che si è suicidata.
Tra l'altro, bisogna sottolineare il fatto che Mogol era proprio un grandissimo stronzo, perché faceva fare a Battisti delle figure veramente di merda. In tutte le canzoni lui è l'eterno illuso che non capisce niente. Faccio un esempio. La celeberrima Non è Francesca.
Ve la accenno per rinfrescare la memoria.
Ti stai sbagliando chi hai visto non è
non è Francesca,
Era vestita di rosso lo so
ma non è Francesca
se c'era un uomo poi,
no non può essere lei.
Francesca non ha mai chiesto di più
chi sta sbagliando son certo sei tu
perché lei vive per me.
Lo sanno tutti in città che quella è Francesca e che tu sei cornuto! ... Niente, lui insiste. Voglio dire, più scemo di così. Lo credo che poi Battisti si è diviso da Mogol. Con le figure che gli faceva fare, poveretto. Si sono divisi nel 1980. Già... ma ormai era troppo tardi, la vita di una generazione era segnata per sempre. I più fortunati sono finiti in carcere, gli altri morti... tutti irrimediabilmente morti.
(L’uomo se ne va canticchiando:)
"O mare nero o mare nero o mare ne
tu eri chiaro e trasparente come me..."
FINE
gorselli@libero.it