Il barbone di Partanna

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IL BARBONE DI PARTANNA

IL BARBONE DI PARTANNA

di

Anna Mauro

Dramma in atto unico

Al Sindaco Vincenzino Culicchia

Al Vicesindaco Nicolò Catania

Alla Giunta Comunale di Partanna

Personaggi

Gabriella Lanzetta – il presidente

Nicola Benallo – il vicepresidente

Vito Grimaudo – il direttore artistico

Gioacchino Nicotra – regista

Salvino Pennini-aiutoregista

Munch

Guischi

Ariel

Tortoise

Tarpa

Surdia

Apelle

Barbie

Bebè

Cicca

Grattugia

Cloche

Davide-tecnico

Marco-tecnico

Luca-tecnico

Benefattrice

Benefattore

Spettatore

Rebecca

Bambini

Cameramen

Buio

Voce

C'è tutto un mondo intorno popolato da esseri strani. Non sono fate, nè alieni, né  folletti. Sono uomini come noi. Uomini che hanno rinnegato il passato, perchè stanchi d'inseguire il futuro, scavalcando il presente. Sono lì, puoi vederli, sono ombre della notte. Lì, negli angoli, sotto i ponti, nei metrò. Eccoli! Sembrano statue, si mimetizzano. Sono il niente da ricordare, il niente da rimpiangere, il niente da programmare.

Luce sull' anfiteatro. Gabriella, Vito e Nicola, in piedi, parlottano animatamente.

Vito

Le date sarebbero quindi 26, 27 e 28 Luglio. Perchè il 26 è cerchiato in rosso e sopra ci sta una B?

Nicola

Alberto ha avuto un’idea. Ci ha proposto di abbinare la prima ad una serata di beneficenza per la missione “Aiuto Sfrenato” a favore dei senzatetto.

Vito

Uè ragazzi! Al netto delle spese, mi auguro. Perchè se dobbiamo rimetterci le penne, oltre al lavoro, io vi proporrei di rinunciare a questa serata, mettere le mani al portafogli, estrarre un’offerta e consegnargliela personalmente. Meglio ancora se andassimo a prestare per un giorno la nostra opera al centro, non credete?

Nicola

Io mi auguro soltanto che non sporchino.

Vito

Che non sporchino cosa?

Nicola

L’anfiteatro.

Vito

L’anfiteatro? Che c’entra l’anfiteatro?

Nicola

Verranno qui, no?

Vito

Verranno qui, chi, scusa….

Nicola

I barboni.

Vito

I barboni? Vogliono portare i barboni all’anfiteatro?

Gabriella

Sì, in questo consiste la beneficenza. Alberto sostiene che bisogna dare l’opportunità di assistere ad una prima teatrale alla gente che non può permetterselo.

Vito

Non ci posso credere. Dunque... o sono scemo io o non avete capito niente voi. Ma quando s’è mai detta una cosa del genere?

Gabriella

Io pure l’ho pensato. Gli ho anche detto…E che dobbiamo pagare pure il pullman? Morale della favola: mi hanno guardato come se l’imbecille fossi io. No, perché ci mancano solo le spese del pullman e possiamo dichiarare bancarotta.

Vito

(deridendoli) Il pullman? E perché il pullman? Potreste fissargli un appuntamento all’imbocco dell’autostrada…Ah! Specificategli che se si perdono, devono imboccare la Palermo Mazara e non la Palermo Trapani. (ride sguaiatamente) No, meglio dargli un appuntamento sotto i portici e indirizzarli alla corriera. (ride) Ma che idea brillante! (si fa improvvisamente serio) Fate pure quello che volete. Volete farli assistere alla prima? Liberissimi, ma state pur certi che io al regista non dirò niente di tutto questo. Quello mi chiuderebbe in una gabbia a tripla mandata e getterebbe la chiave il fondo al mare. Tanto per parlare…quante altre idee brillanti sono state partorite in questa riunione? Ce ne sono altre?

Nicola

No, solo questa.

Vito

Solo questa? Vabbè, vale per mille. Certo che cazzate ne sparate a queste riunioni. Ma non capite che quella è gente che ha fatto una scelta di vita ben precisa? Cosa volete che gliene importi di andare a vedere uno spettacolo a Partanna...Ma poi...che motivo c'è di fare questo tipo di beneficenza? Badate che la beneficenza è una cosa seria, non è qualcosa che serve soltanto ad attirare pubblicità.

Nicola

Alberto sostiene che dev'essere data loro un'opportunità.

Vito

E' impensabile. Voi...sapete forse cosa si nasconde dietro ognuno di loro? Chi si cela dietro quei cappellacci?

Gabriella

Non saranno certo tutti delinquenti....

Vito

Non ho detto questo, ma dietro quegli stracci può nascondersi chiunque voglia rinnegare il suo passato. Mi dispiace, ma io non sono d'accordo. La beneficenza serve a dare a quella gente i generi di prima necessità.

Gabriella

Ma a quello ci pensano gli altri...

Vito

Volete farli assistere ad uno spettacolo? Perchè non andarli a trovare alla missione...

Nicola

Non sarebbe la stessa cosa. E' per dar loro la possibilità di andare a teatro.

E' per via dell'integrazione.

Vito

Ma chi dovete fare integrare...il riccone col poveraccio? Farli applaudire insieme? Seduti  gomito a gomito? Ma come? Per strada li ignorate, li scansate e li schivate e adesso viene fuori la bella idea di riservargli i posti per una delle prime di Partanna. Così tutti gli occhi si poseranno pietosi sui fenomeni da baraccone seduti sui gradini dell'anfiteatro, l'orgoglio sarà soddisfatto e si potrà salire agli onori della cronaca. Ci si aprirà la bocca tanta! ( atteggia le mani a megafono) Noi facciamo beneficenza. Come se ci fosse bisogno di dirlo o di urlarlo ai quattro venti... Perchè noi facciamo carità solo per farci pubblicità, per essere ricambiati. Alla fine...tutti a casa! E loro sotto i ponti. Che il cielo ci assista!

Buio.

La luce illumina la poltrona col regista che parla al cellulare

Gioacchino

(ai tecnici) Dovete avvisare tutti quanti che qui c'è un freddo boia. Sarebbe il caso di farli venire in pelliccia e colbacco. Non vorrei che andassero via prima della fine dello spettacolo. (al cellulare) Pronto...Molly? A che punto sei? Sì, quasi tutto a posto. Solo freddo, freddo da morire.  Ho l'impressione che il vento mi stia affettando la faccia. Cerca di coprirti più che puoi. Scordati l'abito scollato che hai comprato per l'occasione. Rischieresti di trasformarti in surgelato in abito da sera...Niente ma... No, non credo che la stola di visone possa bastare...Ma sì! Indossa pure lo zibellino e fatti ammirare. A  cena poi sfoggerai il tuo bel tubino nuovo. So che presenzieranno il Sindaco e la Giunta Comunale al completo, il vescovo e tante autorità. Alla fine dello spettacolo, al municipio, è previsto un gran buffet per tutti. C'è comunque grande attesa. Devo dire che non ero preparato all'eventualità di un grande evento. Avevo persino snobbato tutto quanto. Potrebbe essere la volta buona per il mio grande lancio. Adesso ti lascio. Vado a prepararmi. Ciao (posa il cellulare) (all'aiutoregista) I bambini sono pronti?

Salvino

Sì.

Regista

Fateli provare un'ultima volta.

Rebecca

(è una bambina che siede sul palco e raffigura la cittadina siciliana)

Il primo nucleo del centro storico tardo medievale, cinto di mura, fu costruito nel XIV secolo intorno al Castello...

(Dalle quinte usciranno tre bambini che canteranno)

Bambini

Oh, che bel castello

Marcondinondinondello

O che bel castello

Marcondinondinondà

Le luci si abbassano.

Luce fioca. Nell'anfiteatro cominciano a prendere posto gli spettatori, elegantissimi e ingioiellati. Un gruppo di barboni si dirige verso il palco, prende posto, sistemando coperte, cartoni e bisacce. I barboni si distendono a terra.

Il pubblico

Gli attori! Gli attori!

Regista

Ma cosa ci fanno tutti questi sul palco? Chi sono? Fateli sloggiare altrimenti non possiamo cominciare. Chi li ha portati qui?

Vito

Calmati. Forse abbiamo sbagliato a non dirti che la prima serata è stata abbinata ad un'operazione di beneficenza.

Regista

Che cosa? Ma siete tutti impazziti? Perchè non mi avete detto niente? Fateli uscire subito!

Vito

Calma. Fai buon viso a cattivo gioco, come sto facendo io. E' una pubblicità che potrebbe tornarci utile. Stringi i denti, sorridi e fai di necessità virtù.

Spettatrice

(all'altra) Hai visto che non sono gli attori? Gli attori sono gli altri. (indica un gruppo di persone che si aggira fra i barboni disorientato). Quelli sono veri.

Altra spettatrice

Veri? Sono barboni veri...in carne e ossa vuoi dire?

Benefattrice

(con la puzza al naso) Sì, sono i senzatetto della missione Aiuto Sfrenato, ai quali verrà devoluta la somma raccolta in beneficenza questa sera.

Altra spettatrice

Perchè li hanno portati qui?

Benefattrice

Perchè hanno avuto una splendida idea...Ecco la televisione. Oh! Adesso possiamo scendere fra loro.

Due  cameramen inquadrano i barboni. Il regista si lascia riprendere insieme agli attori vicino allo strano gruppo. La benefattrice e altri spettatori incuriositi e vogliosi di  pubblicità si spingono verso il palco seguiti dall'occhio vigile delle telecamere. Lì posano, ignorati dai barboni.

Voce al megafono

Signori e signore, buonasera. Ci scusiamo per quanto accaduto. Siamo comunque lieti di invitarvi al Palazzo Comunale, dove avrà luogo una conferenza stampa con l'autore, il regista e gli attori. Seguirà un buffet offerto dall'Amministrazione Comunale. L'appuntamento è fissato per le 21,30.

Benefattrice

Andiamo, è quasi ora.

Benefattore

Rischiamo di non trovare nulla da mangiare

Benefattrice

Andiamo

Benefattore

Sì, sì, andiamo.

Abbandonano gli spalti e si avviano verso l'uscita.

Regista

Che grande successo! Dormono tutti, tutti! (all'aiutoregista) Salvino, rimani qui in attesa che i tecnici smontino le apparecchiature. Hai capito quello che è successo?

Aiutoregista

Sì.

Regista

Mi dispiace per te. Poteva essere la tua grande occasione.

Aiutoregista

Non importa. Sarà per un'altra volta.

Regista

Arrivederci a tutti.

Aiutoregista

Arrivederci.

Davide

Al lavoro, ragazzi, sennò facciamo notte. Questo freddo mi ha messo una fame! Sarei andato volentieri al buffet.

Marco

A chi lo dici!

Daniele

Ma quale buffet e buffet. Crostini, cremine e patè. Io ho il mio bel pane con la frittata. Lo preferisco di gran lunga.

Luca

Che ne direste di prendere un boccone prima di smontare?

Aiutoregista

Ma sì, ragazzi! Apriamo gli zaini. Meglio frittate e cotolette che patè e cremine spalmate su crostini azzannadenti. Prendiamo quel telo e apparecchiamo. Chissà che questi nostri ospiti non abbiano voglia di mangiare qualcosa con noi. Non insistiamo troppo, cerchiamo di dare “non visti”, senza essere notati. Molti non vogliono neppure essere aiutati, rifiutano perfino l’accoglienza. Stanno bene così.

Marco

Poveretti! Non li hanno portati a cena. Dovranno aspettare il pullman qua.

Aiutoregista

Incredibile! Li hanno lasciati qui, digiuni. Altro che beneficenza!

Stendono il telo sul palco, aprono gli zaini, ne traggono panini e bibite.

Davide

Non si può dire che le nostre madri ci lesinino qualcosa. Guardate quanto ben di Dio. C'è da banchettare per una settimana. (ai barboni) Ehi, ragazzi! Volete favorire? (al barbone sdraiato accanto a lui) Lo vuoi un panino? (il barbone, Surdia, si tappa le orecchie) Lo vuoi, sì o no?

Surdia

(si solleva su un fianco) Ci vuoli assai a capiri chi sugnu surdu? Mah! Quannu unu è surdu u'n po' sentiri a nuddu, Ju fazzu u surdu, (si tappa le orecchie) e campu tranquillo. U' sientu scrusciu, u'n sientu burdiellu e u'n sientu cristiani chi m'arripigghianu, chi mi cazzianu, chi mi ricinu chi sugnu na cosa ri jttari. Sentu sulu a me vuci....Mancia! Bivi! Futti! (si tappa di nuovo le orecchie). Zittuti tu, tu chi sugnu io! Picciuli pi futtiri unn'aju! (lo guarda, toglie le mani dalle orecchie) Mancia! Mancia! Chistu sugnu ju (al tecnico) Rammi ddu pani chi mi vulevi rari.

Davide

(gli porge un panino e un bicchiere di vino) Tieni, c'è anche il vino.

Surdia

Guischi! Guischi! Arruspigghiati. (canticchia) Aviemu u vinello. (a Davide) Puru tu. (canticchia) Aviemu u vinello!

Davide e Surdia

(canticchiano insieme) Aviemu u vinello!

Guischi

Viegnu, viegnu. (si alza e inizia a scendere barcollando)

Surdia

Accura chi t'allavanchi ri scaluna.

Guischi

(prende il fiasco e tracanna il vino) (ai tecnici che lo guardano stupiti mentre si forbisce la bocca col dorso della mano) A mia u'n mi piaci viviri, è p'a necessità.

Davide, Marco, Daniele

(sorpresi)

Per necessità?

Guischi

Sè, chi faciti i pulintuni? Un n'u capiti u siciliano? Io sdivacu vinu p'a necessità. Sè, picchì aju l'uocchi sicchi! U'n pozzu chianciri, u'n m'a firu cchiù a chianciri. S'iddu i viri lustri, l'occhi mia, è sulu picchì vippi. Tarpa, riccillu tu chi sdivacu vinu p'a necessità. Tarpa, o tarpa!

Un tecnico inquadra Tarpa

Tarpa

Chi suli chi c'è.

Guischi

Ma quali suli ...chi c'è scuru fitto, tarpa! Veni ccà, arriminati.

Tarpa

U'n pozzu vieniri. Tu sparti u sai! Ju pozzu caminari sulu quannu c'è scuru. Caminu quannu c'è scuru! O scuru u'n c'è nuddu chi ti po' arricanusciri.e tu u'n viri nienti...E' laria a vista i l'uocchi. Ch'è bellu u scuru! S'iddu unu è uorbu o u'n ci viri u'n po' addisiari chiddu c'on viri. Ma chi t'è cuntari...ju giustu giustu sbattivu quannu mi paria chi ci viria buonu. Pigghiavu un palu ri chinu e chinu. Era bieddu ju! Vieru bieddu! Era com'un quatru ri vitru. Addumatu ri culura, mi putianu miettiri unn'egghiè, e avissiru fattu a so bella fiura. Mi rumpivu in milli piezza. Mi misi a circari 'ntierra, ma un ni truvavi mancu unu pì putillu 'ncuddari. U'n truovu cchiù mancu u palu runni sbattivu e ogni buota chi ni tuoccu unu, piensu....può iessiri chi fu ccà? E ciercu, ciercu, ma u'n trovu nienti! Ogni tantu corchi cani mi scancia p'un palo e mi piscia 'nte causi. Ch'è bellu u scuru!

Surdia

Ven'a mancia, chi t'arripigghi.

Aiutoregista

(Commosso, ai tecnici) Preparatevi a fare un viaggio. Stanno per farci entrare nel loro mistero. Al solo pensiero rabbrividisco.

Tarpa li raggiunge, mentre Tortoise avanza lentamente verso il telo.

Tortoise

Slowly

Slowly

Not in a hurry

to get them

not in a hurry

to come back

Like a tortoise

in a hurry

you will live longer

Aiutoregista

(traduce)

Lentamente

Lentamente

Senza fretta di arrivare

Senza fretta di tornare

Come una tartaruga

Senza fretta

vivi di più.

(ai tecnici) Stiamo per entrare nel loro mondo. Buon viaggio ragazzi..

Tortoise si avvicina al tavolo e banchetta.

Un lamento. Colpi di tosse insistente.

Apelle

Un bidone non c'è? Un cassonetto non c'è? La mia vita dov'è? ( E' una figura lacera e si trascina, barcollando, al cestino dei rifiuti. Rovista, ignara del cibo che gli altri stanno dividendo). Topastro! Torna subito qui. Quel tozzo di pane l'ho visto prima io. Ladruncolo, torna indietro. Micio, che ci fai qui, micio? Non cercare di fregarmi. (estrae qualcosa di commestibile dai rifiuti) Oh, che squisitezza! Dividiamocela, amico! (canta) Apelle, figlia di Apollo, mangia col micio la pelle di pollo! Olè!.

Surdia

Apelle!

Luca

 (le mostra un panino) Cotoletta di pollo! Vuoi?

Apelle

Sì, sì. Micio, la pelle mangiala tu. (cantando li raggiunge) Apelle, figlia d'Apollo e la cotoletta di petto di pollo (ripete inclinando la testa a sinistra e a destra e simulando l'impasto di una polpetta).

Cloche

(intona la marsigliese, poi, con atteggiamento fiero, sfida i tecnici)

(in francese)

scegliere di lavarsi con la pioggia

scegliere di asciugarsi con il vento

scegliere di stendere la mano

scegliere di sferrare un pugno

lasciando il medio proteso

Scegliere di essere lo specchio

di chi ancora non lo sa,

ma è già un clochard.

(si avvicina al telo, mentre Diogene si alza, accende una torcia a pile e vaga in mezzo al pubblico e sul palco alla ricerca di qualcuno)

Diogene

Cerco un uomo. Cerco un uomo. (illumina Grattugia, che si dondola sui piedi, passando dal sinistro al destro e viceversa)

Grattugia

Gratta e vinci

Gratta e vinci

Gratta e vinci

Gratta!

E viene via il vestito...

Gratta!

E vengono via le mutande...

Gratta!

E ti scortichi a sangue

Gratta!

E ti viene la piaga!

Gratta!

Non sarai milionario.

Sarai un lebbroso come me.

Diogene

Cerco un uomo, non un lebbroso. (a Cicca, seduto nelle vicinanze, mentre Grattugia si avvia verso i tecnici) Tu sei un uomo? (Cicca è seduto, appoggia l'involucro sulle ginocchia e apre una cartina di tabacco. Distribuisce il tabacco sulla striscia bianca. Arrotola la cartina, inumidisce un lembo e lo incolla alla superficie sottostante. Prende i fiammiferi di legno e accende la sigaretta). Tu sei un uomo? No, tu sei una coperta (si allontana, il tecnico inquadra Cicca)

Cicca

Non sono una coperta. Io mi copro tutto. Ho paura. Ho la pelle scura. Mi scambiano sempre per un terrorista. Che faccio io di male? Niente. Raccolgo mozziconi. Me ne servono quattro per fabbricarmi una sigaretta. (con lo sguardo allucinato) Loro invece pensano che stia fabbricando un ordigno. Loro non lo sanno che io lo so, ma io lo so che loro pensano che stia fabbricando un ordigno. Glielo leggo negli occhi e ho paura di quello che pensano. (sconvolto) Loro mi odiano, odiano me e tutti gli altri che hanno la pelle scura. Io lo so, lo capisco, perchè l'odio acceca e i loro occhi sono spenti. Io non sono una coperta...ma neanche un uomo!

Marco

(lo raggiunge e gli offre una sigaretta) Puoi prendere tutte quelle che vuoi.

Cicca

Grazie, ne prendo quattro, così dai quattro mozziconi faccio nascere un'altra sigaretta. (ne accende una e insieme a Marco si avvicina al telo).

Diogene

(sale e scende cercando qualcuno fra la gente) Cerco un uomo!

Detenuto

Arrestami! Arrestami! Voglio tornare in carcere. Lì sì che non mi manca niente. Mangio, bevo, dormo e sto sotto un tetto.

Diogene

(sale e scende cercando qualcuno fra la gente) Cerco un uomo! E tu non lo sei. Cerco un uomo! (illumina Bebè)

Bebè

(dorme con la testa appoggiata ad un grande, lurido borsone)(si sveglia, sbadiglia, apre il borsone e ne trae una moltitudine di vecchi giocattoli: una Barbie, automobiline di latta, un cavalluccio)

Diogene

Puah! Una donna.

Bebè

(fissa la Barbie) Tu sata! (alla Barbie, naturalmente immobile) Ti rissi chi a satari! Sata! (afferra la Barbie e la fa saltare, reggendola con una mano) Accussì. A satari accussì. (la posa) Fallu tu, vasinnò ti timpuliu. Sata! (segue in su e in giù un fantomatico movimento della bambola) U viri chi sì brava. Cchiù avutu! Cchiù avutu! Brava. (delusa) Ma chè...u'n c'è cchiù...Spiriu...

(all'automobilina di latta) Tu a curriri! Curri! Muoviti! (la prende e la striscia sui gradoni) Tu a curriri. Accussì. Wroom...wroom...(segue con lo sguardo accompagnata dall'occhio di bue, emettendo lo stesso suono e con la macchina che giace immobile sui gradini)

(al cavalluccio)Tu sì un scieccu. Tu! A iessiri stancu com'a mia! (lo fa avanzare pian pianino, canticchiando) “Avja un sciccarieddu ma tantu sapuritu”(ai tecnici e agli altri barboni) Ora vuautri faciti i sciecchi. (Canta)

E quannu cantava facia...

Tutti gli altri

Hi Ho Hi Ho Hi Ho

Bebè

Sciccarieddu di lu me cori...

Guischi

Diogene, canta! Fai u scieccu.

Diogene

Io non sono un asino (ubriaco, si alza in piedi), sono un cane barbone. Armonico (da curvo e claudicante, tenta di aggiustare la sua postura) Ho il pelo ricciuto (si aggiusta i capelli, accomodandosi i riccioli) così...hic...posso coprirmi gli occhi per non farmi guardare in viso...hic. (scivola e cade) Io, quando cammino, non devo scivolare perchè un vero barbone non deve mai camminare con passo allungato e scivolante.  (si rialza) No...hic...no...ho l’andatura saltellante e leggera (saltella, girando, intorno a sé stesso.).  Il  barbone è un cane da compagnia. No, non sono di compagnia. Io voglio stare solo. (fugge via e va a sdraiarsi su un gradino)

Barbie

(scende sul palco) Quanti babbaluci ci su ddà 'ncapu! E' chinu chinu chinu! Chi su furtunati st'armali. Quannu chiovi s'arriparanu e quannu c'è suli niescinu pì manciari. A mia mi piacissi essiri com'a iddi e firriari c'una casa rarrieri.

Tarpa

Gira c'una rulot

Barbie

U'n sacciu guidari.

Diogene

(sale e scende cercando qualcuno fra la gente) Cerco un uomo!

Ariel

Non ce n'è!

Diogene

Cerco un uomo!

Ariel

Diogene, non troverai nessun uomo.

Diogene

(Avvicina la torcia al suo volto di un uomo che mima l'urlo di Munch) L'ho trovato! Eccolo! Munch!

(La figura che finge di urlare dev'essere colpita dalla luce come se venisse illuminata da un flash al fine di far scaturire nello spettatore un senso di inquietudine ed angoscia). E' Munch, sì, Munch! Urla. La sua anima urla. Nessuno avverte il suo grido? Non è liberatorio, non è consolatorio. (Munch si alza e grida) Rubatelo! Rubatelo! E' l'angoscia. (ai presenti) E voi sareste gli amici di Munch? Non vi curate della sua angoscia? Lui non è più un corpo, è uno spirito. (stralunato, lo indica nei particolari) La sua è una testa-teschio, la sua pelle è mummificata. Osservate i suoi occhi...il suo sguardo stralunato. Ecco l'uomo. Ogni uomo è Munch!

(Marco raccoglie una penna da terra).

Diogene

Via, via! Giù quell'arma. Falla sparire, disarmatelo!

Marco

Ma non è una pistola.

Diogene

Falla sparire! E' l'arma più pericolosa che possa esistere.

Marco

Ma è una penna!

Diogene

(come impazzito) No! Buttala a terra!

Marco

Tranquillo, tranquillo, la butto. (la scaglia sul pavimento)

Diogene

(urla) La mia rovina in una penna. (urla) Firme, firme, cambiali, cambiali, assegni scoperti...Non me la fare vedere! (Marco con un calcio la getta via).

Diogene

Grazie amico. C'è sempre un incrocio nella tua vita. Quello ti sembra un semaforo verde e invece è rosso. Ed è lo schianto. Un altro te se ne va via con la parte migliore della tua vita. Afferra le valigie e ti abbandona. Lo chiami. Urli il tuo nome ad alta voce, ma lui non c'è più. E malgrado io rimango qui, tutti pensano che sono io che voglio fuggire, ma io non fuggo, non fuggo! Io non fuggo, è la realtà che s'allontana. Io sono qui...la mia vita è nel sudiciume di questa coperta, che l'ispessisce al punto da farla diventare  rigida come uno scudo. E' lei che allontana la realtà. Qui (si tocca la testa) c'è ovatta. E' come una cappa di nebbia che impedisce di guardare avanti. (urla) Avanti! Avanti!

Ariel

(si sveglia) (ai barboni che mangiano e bevono) Cosa state facendo...(ai tecnici con aria di rimprovero)

Ma cosa credete? Di potere addomesticare il fuoco (balla e sghignazza)? D'imprigionare l'aria? (c.s.)

Di ingabbiare l'acqua...di sotterrare la terra? (c.s., poi si blocca e strabuzza gli occhi) Pazza io? No, pazzo il resto del mondo. Quello che crede d'impadronirsi della natura e dell'uomo, rendendoli schiavi.(urla) Uomo e natura sono liberi. Liberi! (danza, regalando una grande sensazione di libertà)

Perchè volete correre freneticamente fra le ansie, le angosce e le paure? Fate come me. Io dipingo le mie albe, tratteggio i miei tramonti, danzo col maestrale e lo scirocco. Eccolo Eolo! Spingimi! Raffreddami! Riscaldami! Libera! Voglio ammirare l'orizzonte, lo vedi? Lì,(indica un punto), dove il mare bacia il cielo. Lo voglio raggiungere!  (corre, poi si ferma di botto con una straordinaria espressione di meraviglia sul volto) lo voglio ammirare. Oh! (si illanguidisce e si sdraia per terra) Voglio volare verso le nuvole. (si alza e corre su per la gradinata) Lassù! In alto, più in alto, lassu! (ride, inciampa e scivola, sbattendo la testa sui gradini)

I barboni si alzano in piedi, i tecnici corrono verso Ariel, per prestarle aiuto, ma Ariel è priva di vita. Salvino scuote la testa.

Bebè

(indica il cielo) Lassù, in alto, lassù.

Guischi

(va incontro ai tecnici, seguito mestamente dagli altri barboni) Unni sì? Unni ti nni isti? (piange, si china verso Ariel) Un n'aju bisuognu mancu ri vinu (stringe la mano ai tecnici come a volerli ringraziare)(indicando Ariel) Ora è sicuru c'on ti sputanu cchiù i supra e po' vulari, curriri, arruzzuliariti. Ancora a mia mi ponnu mazzuliari, mi ponnu sputari. Comu ddà vuota chi c'eri puru tu. T'u ricuordi? (piangendo) Quannu ddi picciuttunazza mi pigghiaru a cauci...Quannu unu m'accuminciò a taliari fisso e io ci rissi…Picchì mi talii accussì? U sai chi ti putissi capitari puru a tia. Un jornu ti susi e…bum! U cirivieddu si nni và pì cazzi sui.

U’n capisci u picchì, u’n capisci u percome…ma u cirivieddu s’affuma. T'accuminci a dumannari.....ma cu i fici sti palazzi?...Boh!...Ma cu u fici stu mari?  Mih! Ch'è granni stu mari! Ma tu cu sì? Boh! Ma tu...unni stai? Ah, boh! Iddu mi rietti n'autru cauciu e mi taliò. E io ci rissi...ancora mi talii? U'n ti l'a livatu ancuora u vizio? C'è ri peggio... peggio…Ci putissi capitari a tò figghiu...u capisci? A to figghiu. Na matina si susi e...Bum! U cirivieddu si ci nni va pì cazzi sui. A statu buonu, perfetto...ma na matina si susi e...

Tutti gli altri barboni

Bum! U cirivieddu si ci nni và pì cazzi sui.

Guischi

...e tò figghiu spirisci ra circolazione, e tu u cierchi e t’addanni. Unni si nni ju? Chi fa? Ammazzaru? Unn'è? E invece iddu è ddà, com’a mia, c’una cupierta c’o ripara ru munnu. E tu t’addanni e u’n sai chi fini fici. E iddu macari è cu nuautri, a spartirisi c'un surci un pizzuddicchiu ri pani (piange senza ritegno), cu stu granni pisu supra u cuozzu (ai tecnici e all'aiutoregista commossi) Chi ci taliati ? Vuautri u'n siti comu all'autri. Siti uomini.

E nuautri semu babbaluci senza guscio. Semu viermi! (commosso gli stringe le mani) E vuautri, a sti viermi un nni scafazzastivu.

Stacco musicale

I barboni si avviano verso l'uscita dell'anfiteatro salutando con la mano i tecnici che circondano Ariel.