Il bastone e la carota

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Salvatore Nastro

Il Bastone

e la Carota

Commedia in due atti

Con

Maschere, parrucche e piume di struzzo

Liberamente ispirato ai personaggi della commedia

Li nepute de lu sinneco

 di Eduardo Scarpetta

personaggi

On.  Pio De Pretis ______________________________________

Agostino Piri  (il segretario)____________________________

Sansone (l’autista) ____________________________________

Rossella (la cameriera)_________________________________

Salvatore (uomo d’onore)___________________________ ____

Suor Clarissa (suora androgina)__________________________

Cristina (nipote dell’onorevole)___________________________

Ettore (fidanzato di Cristina)_____________________________

Genesio(nipote dell’onorevole)_____________________________

Ester (drag-queen)_________________________________________

Bon-Bon  (drag-queen)_____________________________________

Ciù-Ciù  (drag-queen)_____________________________________

 giornalista _____________________________________________

reporter (non parla)_______________________________________

primo atto

Salotto di casa dell’on. De Pretis. Al centro della scena troneggia un enorme quadro del politico in posa solenne seduto ad una poltrona. Al lato destro del quadro vi è una piccola porta che va nello sgabuzzino e alla sinistra del quadro vi è il corridoio che porta all’ingresso. Alla destra della scena una porta che va nello studio privato dell’onorevole e alla sinistra un’arcata che conduce alla cucina e ai servizi. Mobili di un certo livello arredano la scena. Disposto verso destra un classico tavolo da salotto con le relative sedie.

Scena 1

(Pio – Agostino)

Il sipario si apre senza musica d’apertura.

E’ tutto buio. La scena è illuminata soltanto al centro, dove l’austero e serio onorevole Pio De Pretis legge un comizio poggiando il gomito sul mobile sottostante l’enorme quadro.

Pio: (leggendo con enfasi) Italiani grazie! Grazie per il vostro voto. La vostra libera preferenza ha

 fatto si che oggi sia diventato il nuovo segretario generale nazionale del Partito Conservatore Storico, il PCS; meglio conosciuto come il partito “del bastone e della carota”. La nostra politica prevede l’uso della dolce carota per i sapienti, per i giusti, per gli onesti ma… per chi dimostra di essere inetto e fuori luogo l’uso dell’imperterrito bastone.

Nella mia nomina vi è la passione di tutto il popolo il cui grido infiamma gli entusiasmi ed erompe da ogni petto nell’ansia della fede. Il nostro partito è l’invocazione di una nazione martoriata dai governi progressisti che cerca una fonte di certezza e verità. Io, Pio De Pretis, da oggi sono espressione genuina della stirpe con le migliori doti, conoscenze e abilità che si confanno ad un capo. Non il capo che trascina dietro di sè, con lo stimolo delle mille promesse dei posti di lavoro o della riduzione fiscale, un rumoroso e numeroso partito, ma del Condottiero che marcia alla testa del compatto suo popolo ridestato al quale ha tracciato ed ha formato la coscienza e il carattere. Così l’Italia si personifichi in lui, ed egli si identifichi nell’Italia di cui crea la fulgidissima storia, formando un infrangibile blocco contro cui dovranno pur infrangersi le ire frenetiche e farneticanti degli altri partiti.

Entra Agostino, il suo segretario, con sottobraccio una risma  di giornali e riviste del mattino. Accende la luce. La stanza si illumina.

Agostino: Buongiorno dottore. Grande giornata per il nostro partito.

Pio: Leggevo il discorso che mi hai scritto e che ho ricevuto per e-mail. Entusiasmante!

Agostino: Mi fa piacere! Vi ho portato i giornali di stamattina! (Li poggia sul tavolo e li smista

 leggendone le prime pagine). “Il Secolo d’Italia” Grande successo per il deputato napoletano onorevole Pio De Pretis che ha ricevuto ieri a sorpresa al Congresso annuale del partito la carica di segretario generale. E leggete qui: “Il Mattino” La scalata in politica per l’onorevole De Pretis del PCS è tutta in salita. Venticelli di corridoio affermano che dopo la massima nomina al partito mira alla leadership della coalizione di centro-destra. Contrario il premier Fulvio Burlesconi. (prende un altro giornale) Sentite qua: “Ancora venticelli di corridoio affermano che l’onorevole Pio De Pretis abbia chiesto un incontro privato con il presidente della Repubblica Ciappi per parlare di Palazzo Chigi”. Altri venticelli di corridoio dicono…

Pio: Ma stu corridoio è chin ‘e spifferi! E che miseria! Non si può dire ‘na mezza cosa in Italia che

subito la stampa ne fa question di Stato.

Agostino: E che volete dottore? E’ sempre stato così!

Pio: Mio caro Agostino ed è proprio per questo, per questo gusto morboso che esiste in Italia di

 voler scoprire altarini e vite private dei cosiddetti VIP, che d’ora in avanti devo dare una perfetta immagine di me. Quindi bisogna evitare qualsiasi forma di vile gossip o anche semplici venticelli di corridoio… perché poi... (diventa minaccioso) stu corridoio, si me girano le scatole, o’nzerro sano sano e buonanotte ‘e sunature!

Agostino: (machiavellico) Un immacolato alone di purezza aleggerà attorno alla sua limpida

persona.

Pio: Bravo! Così va bene! Confido molto in te! Le persone avranno me come esempio di civiltà e in

me e nel nostro partito troveranno quell’isola felice di stabilità, ordine e di equilibrio e di vecchi buoni valori cristiani di cui oggi la società ne è digiuna!

Agostino: A proposito di tutto ciò, non le ho fatto ancora leggere un articolo del Manifesto…leggete

 voi… alla terza pagina… non voglio neanche leggere ad alta voce. E’ un grosso pericolo per noi… è un macigno sul nostro stomaco.

Agostino: (Sfoglia il quotidiano) Milano, ragazza stufa scappa di casa; i genitori muoiono di

 freddo?!! E che significa!

Agostino: No, no, più in basso!

Pio: (leggendo) Nella città roccaforte dell’integerrimo, “si fa per dire”, onorevole De Pretis…

(alza lo sguardo e si arrabbia) E che vuol dire tra virgolette “si fa per dire”? Me stanno sfuttenno sti infedeli?

Agostino: Continuate vi prego!

Pio: (continua a leggere) ….imperversa un nuovo locale notturno “Il bastone e la Carotina”, un

 night club nato a Milano ove è possibile tra un drink e l’altro assistere a spettacoli di uomini travestiti da donna e viceversa…

Agostino: Viceversa anche, capite!!!!

Pio: (continua a leggere) Nella città dell’apprendista duce ci si diverte così… (sgomento teatrale; si

 siede alla sedia) Mi manca l’aria! Convoca subito qualche giornalista, voglio il migliore del migliore giornale, a cui dichiarerò la mia crociata contro questo scandalo in casa mia.

Agostino: Va bene dottore ma ora calmatevi! Riflettete e rilassatevi!

Pio: Vorrei vedere te in questa situazione assurda che mina all’immagine del nostro partito

Agostino: Calmatevi! (cerca di acquietarlo e prende dalla tasca un cellulare e glielo porge, ma subito Pio respinge, ancora ci prova ma l’onorevole ancora respinge finchè alla fine con fare da bambino e circospetto lo prende e digita un numero; camuffa la voce) Pronto è casa dell’onorevole Bertucciotti  del partito comunista? Si?!! (glielo passa a Pio)

Pio: (Fa una sonora pernacchia e poi riattacca il cellulare; ridono entrambi) Aah! Aah! Come mi diverto!!

Scena 2

(Pio – Agostino – Sansone)

Sansone: (entrando dall’ingresso, l’autista Sansone reca delle lettere in mano) Onorevole

 buongiorno. Vi ho portato delle lettere che mi ha dato il portiere per voi. Sono tutte felicitazioni. Dottò e quanti regali!!

Pio: Quali regali?

Sansone: Chi vi ha portato fiori, chi il vino, come si usa qua in città!! Damigiane e damigiane di

vino, bianco, rosso…

Pio: E stu vino addò sta?

Sansone: Non vi volevo mica offendere!! Voi avete fatto la pubblicità durante le elezioni che

 l’alcool fa male e io mò che facevo? Vi portavo l’alcool proprio in casa? …..Me lo so tenuto io!!

Pio: E bravo! Comunque Agostì ora andiamo di là nel mio studio e cerchiamo di organizzare subito

 per stasera questo incontro coi giornalisti.

Sansone: Allora oggi non si esce oggi con la macchina?

Pio: No, Sansone! Oggi sono impegnato qui in casa, approfittane per andare all’autolavaggio.

(Via a destra seguito da Agostino)

Sansone: Come Vossia vuole!

Scena 3

(Rossella – Sansone – Salvatore)

Rossella: (Entrando di corsa dalla porta centrale e va verso Sansone) Ah mamma mia!

Sansone: Rossella ch’è stato?

Rossella: Frateme m’ha battuto! Mò me sta currenno appresso! Pè carità, chilo m’accide!

Sansone: Non avere paura! (Entra Salvatore) Salvatò ch’è succieso?

Salvatore: Niente compà niente! (Tira per un braccio Rossella) Mò jammuncenne ’a casa!!

Rossella: No. Nun ce voglio venì! Chillo m’accide!!

Salvatore: E nun strillà ca ccà nun è ‘a casa toia!

Rossella: (indisponente) Io ce lavoro ccà! So ‘a cameriera e strillo quanno me pare!

Sansone: Sì ‘a cameriera ma no ‘a padrona ca allucchi quanno te pare!! Ma se po’ sapè ch’è stato?

Salvatore: Niente cumpà. Chesta m’ha levato chello ca n’ommo tene cchiù caro ncopp’a terra!

M’ha livato ‘o meglio!! Chello ‘e miezo!

Sansone: (Si volge verso Rossella) Uh Gesù e comm’aie fatto?

Salvatore: V’ho dico io comm’ha fatto!! L’ha pigliato e po’ me l’ha scarpisato sane sane!

Sansone: (avvertendo un ipotetico dolore) Madò e che dolore!

Salvatore: E mò comme cammino miez’a via senz’ò meglio?

Sansone: (ammonendo Rossella) Però all’ave ragione tuo fratello. E mmò comme fa? Si ‘e

 femmene ‘o vedono mmiez ‘a via senza ‘o meglio le meneno ‘e cuppetielli ‘arreta.

Salvatore: Si m’avess’acciso sarria stato meglio. Io Salvatore Tramparulo, ommo conosciuto pe

 tutta Napoli, quanno dimane se sparge ‘a voce ca sorema m’ha livato…. L’onore sarrò trattato cumm’o’ peggio zezo!!

Sansone: Ma tu parlavi ‘e ll’onore?

Salvatore: E certamente! Che ce sta ‘e cchiù importante pe n’ommo!

Sansone: Ih puozz fa schifo!!

Rossella: (Ancora impaurita) Cumpà, io nun aggio fatto niente! Sentite cumm’è ghiuta: Aieressera

 quanno ho finito il turno qui dal dottore so scesa giù e me ne sono andata ad aspettare mio fratello come tutte le sere per ritornarcene a casa dietro al cortile dell’entrata secondaria, senonchè, chissà come, s’è fulminata la luce del cortile e io so rimasta dietro al cancelletto in penombra ad aspettare. Aspetta e aspetta, quando ad un tratto aggio sentito arreta na camminata verso di me. Io, poverella, me credevo che era Salvatore e aggio ditto: Finalmente sì venuto! Nun me fidavo cchiù ‘e t’aspettà. E’ scuro assaie, appiccia nu fiammifero! Chilo invece nun era frateme! Era nu fetente che m’afferrata…

Salvatore:…T’afferrata?....

Rossella: (sbotta tranquilla) E m’ha vasata!

Salvatore: (con lo stesso tono di Rossella) E t’ha vasata! Sporca! (Inveendo)

Rossella: Questo è stato cumpà! Poi all’improvviso (ora diventa sprezzante di Salvatore) è venuto

 isso e è fennuto ‘a festa!

Salvatore: (Urlando) ‘a festa? Uè porca e sporca!! Appena so arrivato stu maledetto se n’è scappato

 senza farsi neanche vedere, io l’aggio corzo pure appresso ma nun so riuscito addò truvà ‘e nisciuna manera.

Rossella:  Accussì è venuto da me e s’è sfugato e m’ha dato tante ‘e chelli mazzate c’ò Pataterno se

 l’è scurdato!

Salvatore: E mi trovo pentito che nun t’aggio accisa!

Sansone: Va buono Salvatò nun la facite mettere cchù appura. Alla fine non c’è stato nulla di male:

 Un bacio, e che sarà?

Salvatore: Un bacio a sorema? Uhhhhhh!!!!! Pè tutt’oggi aggià truvà chill’assassino pirofila. Io

 aggia mettere Napule sott’en coppa e si ‘a fortuna mo fa ncuccià: o se sposa a sorema o…l’accido!

Scena 4

(Pio – Agostino – Salvatore – Sansone – Rossella)

Pio: (entrando da destra seguito da Agostino) Ma cos’è questo caos?

Sansone: Dottò io mi ritiro. (mentre esce, tra sé) Veditavelle vuie!! (Via per la comune)

Salvatore: Scusate eminenza non ci avevo badato perché so succiesi certi fatti e voi come uomo di

 mondo doveto sapere..

Agostino: Cos’è successo?

Salvatore: (allontanandosi verso l’ingresso) S’adda perdere ‘o nomme ‘e Salvatore Tramparulo

ca oggi a chi ha vasato a sorema c’ho metto n…

Agostino: (Lo zittisce cacciandolo fuori) Arrivederci!

Pio: Ma chi era quell’inavasato?

Rossella: Dottò sono rammaricata…è mio fratello. S’è contrastato con uno sconosciuto…

Pio: Embè! E viene in casa mia a se sfugà!! Rossella cara… oggi sono il politico più in vista nel

 partito più serio d’Italia… evitiamo tarantelle in casa mia. Sennò ti allontanerò dall’incarico di collaboratrice domestica.

Rossella: Mi dispiace dottò. Non capiterà più. Mi ritiro, con permesso. (via a sinistra)

Pio: Caro Agostino sarà dura ma devo dare di me un’ottima impressione, devo evitare cadute di

 stile che non si confanno ai nostri buoni valori di partito.

Agostino: Parole sante. Ottima questa crociata che volete condurre nei confronti di questo locale

 blasfemo, credo però che ci voglia qualcosa che vi faccia entrare nel cuore della gente anche come  benefattore…

Pio: Bravo! Ho già pensato anche a questo. Oggi aspetto mio nipote Genesio che viene da Milano…

Agostino: Ah! Avete un nipote? Credevo che eravate l’ultimo dei De Pretis?

Pio: Si! Tengo un nipote e una nipote! Ma non li conosco, non li ho mai visti nessuno dei due.

Agostino: Ah questa è bella! E in che senso scusate?

Pio: Ecco qua! Mio fratello Gaspare buon’anima, da giovanotto scapestrato com’era si innamorò di

 una insalatiera!

Agostino: (Incredulo) O’ vero? E s’accattaie?

Pio: Eh, s’accattaie? Se ne innamorò!

Agostino: (Ancora non capisce) ‘E na’nzalatiera?

Pio: Eh si! Se ne innamorò nel senso che ci fece l’amore!

Agostino: (c.s.) Fece l’amore cu na’nzalatiera!  Ma che state dicenno dottò!

Pio: Uh Gesù! Chi vende il pane è panettiere, chi vende salumi è salumiere, chi vende insalata come

 la chiami tu? Nzalatiera!! No?

Agostino: Ahh! Nzalatara!! Un’erbivendola!!!

Pio: Eh! Stavo dicendo: quando si fidanzò con l’erbivendola non lo volli più vedere perché era una

 vergogna per la nostra famiglia. Mio padre grande notaio di Napoli non poteva sopportare un’onta del genere e così io e mio fratello siamo stati in urto per sette anni, duranti i quali si sposò. Arrivato poi con l’acqua alla gola venne da me dicendomi che voleva fare pace perché stava disperato. Un momento che io mi allontanai che questo signore aprì la scrivania e si pigliò 500 mila lire di Bot ca tenevo conservati.

Agostino: (Incredulo) Nientemeno! Tenevate tutte sti botte conservate! Quello è pericoloso dottore!

Pio: Ma che cosa?

Agostino: Voi avete detto che tenevate i fuochi d’artificio nel comò!

Pio: Io, i fuochi d’artificio? Al massimo a Capodanno appiccio ‘e biancali!

Agostino: (Alzando la voce) Voi avete detto che tenevate ‘e botte dint’o cummò e vostro fratello se

 l’è fregate!

Pio: No le Botte!! I BOT! I buoni ordinari del Tesoro! A volte si nu stunato!! Comunque dicevo:

 mio fratello se ne scappò con questi buoni a Milano portandosi con sé ‘a nzalatiera! Proprio lì ebbe il primo figlio dalla nzalatiera….

Agostino: Na zuppiera piccerella?

Pio: Non fare lo spiritoso! Questo figlio lo chiamò Genesio. Poi successe che morì la mamma

 dell’insalatiera…

Agostino: A’ zuppiera grossa….

Pio: E un mese dopo di crepacuore morì anche ‘a nzalatiera! Lui restò, così, da solo col figlio ed

 intanto si divertì con una ballerina ed ebbe una figlia illegittima: Cristina la chiamò.

Agostino:Bel nome!

Pio: La ballerina dopo tre anni cadette d’ò palco a capa n’terra e morì..

Agostino: Ah, che brutta fine!

Pio: E che vuoi farci! E due anni fa morì pure lui a Milano.

Agostino: E i due figli dove sono morti?

Pio: No, i figli so vivi! Se ti ho detto che oggi aspetto mio nipote?

Agostino: Già!! Mi ero lasciato prendere dalla mortalità dilagante. Quindi oggi aspettate il maschio,

 vero?

Pio: Perfettamente!! Lui restò a Milano ma ho saputo che non riesce ad avere fortuna in nessun

modo. E’ uno squattrinato

Agostino: E la femmina?

Pio: Non me ne parlare! Seppi che il padre la portò qui a Napoli quando era piccola e la chiuse nel

 collegio  delle suore che sta qui in città. L’ho sempre sorvegliata da lontano però per tutta la permanenza nel collegio… e ricevevo sue notizie tramite delle suore che mi hanno sempre detto che era un tipo ribelle, eccessivamente sveglio, come dire “allergica alle regole”. Raggiunta la maggiore età ho saputo che ha lasciato l’istituto e si è unita ad un gruppo di artisti un po’ equivoci di cui mai ho capito il nome. Da quella volta ho preferito farmi i fatti miei perché era uguale al padre. Se le verrebbe in testa di venire qui ora che sono una persona importante assai immediatamente le faccio tagliare i capelli e la chiudo in convento.

Agostino: Che storia! Eppure io dico che col cuore buono che avete, se l’arrivaste a vedere…

Pio: No segretario! Ve ne prego! Non me ne parlate! E’ pure frutto di una relazione non legale.

E’ nata fuori dal matrimonio. Per l’amor di Dio! Appena arriva mio nipote Genesio lo metterò in possesso dei miei beni e a essa manco nu centesimo. E questo lo farò stasera alla presenza dei giornalisti così si dirà: “Uh, il Dottor De Pretis del Partito Conservatore è proprio un brav’uomo a donare tutto al giovane nipote che ne ha bisogno! L’Italia ha bisogno di un uomo come lui!!!” (diventa invasato e va verso il proscenio)  E così i venticelli di corridoio pronunceranno il mio nome fin a farlo arrivare in alto, molto in alto finchè arriverà un radioso giorno in cui dal balcone a Roma si dirà:

Agostino: (Avvicinandosi e in toni solenni) Nuntio vobis, gaudium magnum: Habemus Papam!!!!!

Pio: Spiritoso!

I°  intermezzo musicale.

I due attori escono a destra.

Scena 5

(Ettore – Cristina – Agostino)

Ettore: (Entrando dall’ingresso circospetto, portando in mano una valigia) Entra Cristina!

Vieni non ci sta nessuno. Non ti mettere paura!

Cristina: (Entrando con circospezione anch’essa con delle buste e una valigia) Per fortuna che la

 porta era socchiusa… Mamma mia il cuore mi batte a 1000. Sto in casa di mio zio Pio. So sicura che appena mi vede mi caccia fuori!

Ettore: Non fa accussì: Coraggio si nò me faie avvilire pure a me e statevi bene!

Cristina: Devi capire il mio stato d’animo! Non è stato facile per me abbandonare il locale dove

 lavoravo. Del resto con la compagnia del Bastone e la Carotina ho passato tante avventure, volevo bene tutti, beh, tutte anche se nell’ultimo periodo non si guadagnava più! Ma ora tenterò tutti i mezzi per farmi perdonare da lui e quando m’avrà perdonato ti presenti tu e ce spusammo!!

Ettore: Però voglio che non ti spogli più nei tuoi spettacoli!

Cristina: Se le cose si aggiustano non lo farò più!

Ettore: Va bene! Se invece tuo zio nun ne vò sapè, ccà tengo tutta la robba tua, aizammo ncuollo e

 ce ne jammo a casa di mia madre e là ci sposeremo. Mò faie na cosa, esci fuori, non ti far vedere che io cerco a qualcuno per farti parlare direttamente con tuo zio.

Cristina: va bene! Mi raccomando amò, sii convincente!! (Bacio sulle labbra e via per l’ingresso;

 entra da destra Agostino)

Ettore: Caro Agostino!!

Agostino: (Sorpreso) Guè, Ettore e come mai da queste parti?

Ettore: Eh, per certi affari miei particolari! E tu come ti trovi qua?

Agostino: Mio caro oggi non sono più quel giovane di una volta. Oggi occupo un posto

 importantissimo…

Ettore: E che posto?

Agostino: Sono il segretario personale dell’onorevole Pio De Pretis  del Partito Conservatore

 Storico Italiano!!

Ettore: Il segretario di De Pretis?

Agostino: (Fiero di sé) Proprio lui!

Ettore: (Incredulo) Ehhh! Possibile?

Agostino: E che te sto sfuttenno?

Ettore: ma non mi dire?

Agostino: non te lo dico ma è così!

Ettore: Bah! Comunque io ti dico una cosa ma tu m devi promettere di non dirlo a nessuno.

Agostino: Qui fu Napoli!!

Ettore: Devi sapere che sono fidanzato con la nipote di De Pretis. Mò vuole vedere lo zio e tentare

 tutti i modi per farsi perdonare.

Agostino: Niente amico mio. Cerca di farle togliere stu pensiero.

Ettore: Ma perché?

Agostino: Perché non la vuole neanche sentire nominare… (Intanto dal centro entra Cristina e si

 nasconde dietro la tenda ad origliare) … ha detto:”Se mia nipote si permette di venire qua, subito le faccio tagliare i capelli e la chiudo in convento”

Ettore: Niendimeno! Questo ha detto?!! E quiondio mi consigli di non presentarla?

Agostino: E se capisce!! Se nò è peggio. Ha detto che tutta la roba sua la vuole lasciare a suo nipote

 Genesio il maschio che stava a Milano e che stamattina arriva qua e alla nipote Cristina neanche un centesimo.

Ettore: Ed è giusto?

Agostino: Lo so ma che ci vuoi fare…Vedi cos’è la fortuna: quello mò arriva Genesio e lo zio senza

averlo mai visto in faccia lo fa padrone di tutte le sue ricchezze…e non sono poche. Famme trasì dinto che gli devo portare delle carte. (Va verso il tavolo prende delle carte e le porta con sé, Cristina scappa via senza farsi vedere nello sgabuzzino)

Ettore: Non mi dire che l’onorevole sta llà dinto? E mo ce la presento!!

Agostino: No, nun fa guaie. Non ci pensare nemmeno. Io so come la pensa. Quando dice una cosa è

 quella! Vattene! Fallo per te e per lei … epure per me! (Lo sospinge fuori mentre Ettore fa resistenza)

Ettore: Cristina sta abbascio aspettanno!!

Agostino: Per carità vattenne! Vattene, vattene! (Via Ettore mentre entra in scena Pio)

Pio: Chi è che deve andare via?

Agostino: (Pausa e poi canta) Vattene…amore! Che pace più non avrò, avrai…e allora ti

 chiamerò…(Prende a ballare con Pio) Trottolino amoroso, dudù, dadadà!

Pio: (lo guarda in volto e poi sentenzia) Ambiguo!

Agostino: (inseguendolo verso l’uscita a destra) Ma che avete capito!

Scena 6

(Rossella – Suor Clarissa – Agostino – Pio)

Bussano al citofono

Rossella: (entrando da sinistra) Un momento!! (Prende il citofono) Che c’è? Sta salendo Suor

 Clarissa!! Ah ah! Va bene!! (Riappende il citofono e va verso destra a chiamare Pio) Sicuramente so sorde!

Entra Suor Clarissa. E’una suora mascolina e rude con peluria ben visibile sul volto. Entra Rossella seguita da Pio e Agostino

Agostino: (Senza accorgersi della presenza di Suor Clarissa) Quando suor Clarissa viene qua dici

 che si tratta ‘e denare! (Via Rossella a sinistra)

Suor Clarissa: (per destare, con forte accento tedesco) Puon Cionno! Che Tio fi benedica!

Pio: (Le si avvicina baciando la mano in segno di rispetto, cosa che la monaca accetta ben

volentieri) Suor Clarissa venerabile che piacere avervi qui nella mia umile dimora!!

Agostino: (bacia anch’esso la mano alla suora ma essa non gradisce ritraendo veemente la mano)

 Sia lodato Gesù Cristo. Prego si accomodi! (Le porge la sedia)

Suora: (Snobba Agostino strappandogli la sedia e sedendosi e volgendogli definitivamente le

spalle) (A Pio) Lei è il nostro unico scoglio ti salfezza, onorevole Te Pretis. (Con tono autoritario a Pio) Accomodatevi! (Pio esegue suo malgrado) Noi persone di Chiesa cretiamo fifamente nelle sue itee. Fogliamo ritornare ai fecchi buoni falori?

Agostino: Si, brava!

Suora: (lo guarda con occhio torvo, poi chiama a raccolta i presenti e dopo una pausa urla)

La famiglia anzitutto!

Agostino: (spaventatosi) Puozz avè chello ca te manca!

Suora: (Con tono declamatorio) La famiglia!! La tonna. Che fine ha fatto la tonna?

(Calmandosi repentinamente chiede a Pio) Cosa pensa della tonna lei?

Pio: (imbarazzato) Beh…ehm…la tonna… ehm…è buona!!

Agostino: (intromettendosi) La tonna è buona col pomodorino dint’e tarall’e Agerola!

Suora: (lentamente si gira verso Agostino e lo guarda torvo) Ma cosa fuole questo qui! Raus! 

La tonna… è la femmina!!

Pio: Aaaah! La donna!! “Donna”, hai capito Agostino?

Agostino: Ma aveva detto tonna!! (Vuole polemizzare ma Pio fa segno di smetterla)

Suora: La tonna tefe ritornare al suo posto cioè….

Agostino: Dint’a scatoletta!!!!! (e ride)

Suora: (lo riguarda torvo lentamente, così lentamente e imbarazzato Agostino smette di ridere

 tossendo) La tonna teve ritornare al suo posto, in famiglia! Da quando è uscita di casa se ne sentono di tutti i colori.

Pio: (assentendo) Si, si ha ragione!!

Agostino: (Si accoda ad assentire) Si, si ha ragione!

Suora: Afete sentito parlare di questo infernale locale che si è aperto qui in città chiamato

“Il Bastone e la Carotina”?

Pio: Si si!!

Agostino: (Accodandosi) Si si!!

Suora: (Si volge verso Agostino e con sguardo torvo si arrabbia urlando) Ho capito geghegè!!

E’ un chiaro sfottorio alla fostra politica di pastone e carota. (Si volta verso Agostino) Insomma….ve stanno sfuttenno!! (Lazzi con Agostino) E ciò non è possibile. E’ da secoli che foi afete l’appoccio della Chiesa. (Declamando) La Chiesa è con foi!.....

Agostino: E con il tuo spirito!

Suora: (Con molto nonchalanche lo guarda e poi sbotta) Guagliò…….che nella vita tu possa avere

 tanto ma tanto tanto….pene!!!!

Agostino: Grazie!! (si accorge del gioco di parole e sgrana gli occhi) E chi parla cchù!!

Suora: Per dimostrare l’appoccio che afete da noi le mie fanciulle del collegio pelle come il sole che

ricortano me alla loro età…(lazzi di Agostino) hanno preparato una rappresentazione sacra in suo onore dal titolo: San Girolamo martire, decapitato colpito e affondato in 5 atti e 2 intermezzi.

Agostino: (a parte) Leggero ‘o biscotto!!

Pio: Ah che piacere! Sono lieto madre. Mi impegnerò affinché il suo collegio abbia tutte le

 agevolazioni necessarie.

Suora: (sicurissima di sé) Non afefo tubbi! Abbiamo molto bisogno di un’anima pia….

Pio: E Pio è il mio nome!!

Suora: S’intende che non sono qui per chiederle soldi…

Agostino: (A parte) No-o! P’ammore ‘e Ddio!!

Suora: Ma un aiuto non ci dispiace! (Si alza dalla sedia) Del resto non bisogna lasciarsi mai

 abbindolare dal Tio Tenaro. (inizia ad esaltarsi) Tio castigherà gli afidi facendoli precipitare in un paratro di fuoco e fiamme. La fita è sutore, sangue, lacrime… morte! Fra la fita e la morte non si sa cosa sia peccio. Fi aspetta un’esistenza tura, confertitevi e leccete i libri sacri che il temonio è tietro l’ancolo pronto a corromperfi. Creti in Tio, obbedisci alla Parola e combatti Satana…(Va in escandescenze)

Agostino: (trasalendo) Heil Hitler!!

Suora: (Non curante, ritorna in sé) Ora tefo antare ho il catechismo con i piccoli.

(Si allontana verso l’uscio) Stasera fi manterò alcune racazze a riscuotere il vostro centile e tanto ma tanto ...spontaneo aiuto!!! (Facendo il gesto dei soldi va via)

2°intermezzo musicale

Vanno tutti via a destra

Scena 7

(Genesio – Rossella – Salvatore – Cristina)

Genesio: (entrando dalla comune, trafelato e stanco) Mamma mia aiutatemi, mò moro! Vuie vedite

 che guaie ch’aggio passato stanotte pè venì ccà da mio zio l’onorevole. (Si siede togliendosi il cappello e appoggiandolo sul tavolo) Ieri sera arrivaie doppo a nu viaggio ‘e 10 ore!” Tenevo famme, tenevo sete, stevo tutto stunato; quanno vaco pè trasì dint’ò curtile ‘e stu palazzo: uno scuritorio, tutto buio. All’improvviso mi sento afferrà da na mano morbida e na vucella aggraziata m’ha ditto: Uè finalmente s’ venuto! Io aggio penzato: Azzo m’aspettavano così ansiosamente!! E po’ sta vucella doce m’ha ditto: “Appiccia stu fiammifero ch’è tutto scuro!!” (Preso dalla foga del ricordo) Io che saccio; dint’o scuro, chella voce, chella mano, chella situazione strana: aggio appicciato ‘o fiammifero….e comme si l’aggia appicciato!!!! Ero tutta na lampa ‘e fuoco, così me l’aggia abbracciata e vasata!!! Uh chella disgraziata se mette a urlà. Arriva ‘o frate “Chi è, che sta succedendo, me voglio mangià ò core!!” M’aggio miso a correre e curre curre, m’aggio nascosto sotto ‘o sottoscala. E so stato tutta ‘a notte nascosto lì. Che nottata d’inferno.Che gola arsa che tengo. Vulesse nu bicchiere ‘e acqua!

Rossella: (Entrando da sin.) Buongiorno, dite?

Genesio: (non capisce) Eh?

Rossella: Dite!

Genesio: (Si guarda le dita della mano) Cinque!!

Rossella: Che volete, prego!

Genesio: Signurì, non ho neanche la forza di parlare. Putess’avè nu bicchiere ‘e acqua?

Sono stracquo!

Rossella: Sicuro! (Fa per andare verso sin.)

Genesio: Ah, signurì…. Già che vi trovate anche una pagnottella di pane cu melanzane a fungetielli

e Galbanone!

Rossella: (Tra sé) Chisto sta casa l’avrà pigliata pe n’osteria!! (Via a sin.)

Salvatore: (Entra di corsa) Io stongo ccà!! Buongiorno, piacere sono Salvatore Tramparulo, uomo

 d’onore! Faciteme assittà ca sto murenno ‘e contentezza!! (Si siede) Nun ce pozzo credere! L’aggio truvato! L’aggio truvato! Io l’avevo detto: Non passava l’intera giornata che io l’acchiappavo dint’e mmane!

Rossella: (Entra con un vassoio con dell’acqua e un panino vuoto) Ecco qua l’acqua. Mi dispiace

 per il panino: abbiamo solo una rosetta soffiata. (Al fratello) E tu stai ancora qua!

Salvatore: Zitta, zitta! E vattenne ‘a llà ca stanno parlanno l’uommene!

Rossella: (Uscendo a sin.) E comme stà infoiato! Scusatelo è mio fratello! (Via a sin.)

Genesio: (Che ha preso a mangiare avidamente) Uh, vostra sorella!!

Salvatore: Si parè!! Aggio avuto dint’e mmane ‘a carogna ‘e stanotte…

Genesio: (continua a mangiare e bere come un affamato) Veramente? V’hanno fatto una cattiveria?

 E chi è stu fetente?

Salvatore: Adda arrivà oggi e si deve presentare allo zio, e lo zio sapete chi è?

Genesio: (Con nonchalanche) L’onorevole!!

Salvatore: Bravo! (A questo punto Genesio sputa l’acqua che aveva bevuto) Ch’è succieso, non vi sentite bene?

Genesio: (in difficoltà cerca di mettersi al riparo) E come l’avete appurato che si tratta del nipote

 dell’onorevole?

Salvatore: E’ stato ò cielo parè! Poco prima so ghiuto ‘o sottoscala e vicino alla cabina

 dell’ascensore aggio truvato stu portafoglio. (Salvatore lo estrae dalla tasca e Genesio senza farsi accorgere mette le mani in tasca frugando per trovare il portafogli invano) Solamente ‘o suoi puteva essere!.... L’aggio aperto e c’aggio truvato ddoie lettere d’ò zio: dice che l’aspetta qui il giorno 16 dicembre: oggi 16 n’avimmo; dunque oggi addà arrivà!! Po’ ce steveno 50 euro e stu biglietto da visita, se chiama Genesio De Pretis. (Intanto lazzi di Genesio, Salvatore lo guarda quasi impaurito e a parte) Chisto secondo me addà essere nu malato ‘e nierve!

Genesio: E mò che avete pensato di fare?

Salvatore: Mò me metto appresso ‘o zio. Appena se fa vedè, una d’è ddoie: o se sposa a sorema o…

 le dongo na curtellata nganna. (Spruzzi di Genesio che aveva ripreso a bere) (A parte) Marò chisto me fa na cosa ‘e stomaco! Mangia, s’annozza e se sputa ncuollo!! (Ritorna a pensare) Ma scusate, preso dalla foga nun ce simmo cchiù presentate….comme ve chiammate?

Genesio: Ehm….Ge…Geremia Colasurdo!!

Salvatore: (stretta di mano possente) Piacere!! Mo me metto fore ‘a porta dell’ingresso e appena ‘o

veco arrivà….bum!!! Fernesce ‘e campà!! (Via per la centrale)

Genesio: E mò come faccio? Comme me presento cchiù a mio zio? Quello mi ha scritto che me vò

mettere in possesso di tutti i suoi beni appunto perché aveva saputo ch’ero giovane ca capa apposto! Se vene a sapè c’aggio fatto ò porco e sporco cà cameriera sua mi disereda! Mò gli scrivo nu biglietto. (prende della carta dal tavolo) “Caro zio, colgo l’occasione che un amico si reca a Napoli e vi scrivo questo biglietto per dirvi che sono a letto con la febbre. Spero fra otto giorni di potervi abbracciare. Vostro nipote Genesio. (Si avvia verso sin. con la lettera e chiama verso fuori) Postaaa!! (Pone la lettera sul tavolo e scappa per il centro)

3°intermezzo musicale

Durante l’intermezzo dallo sgabuzzino entra Cristina che legge la lettera.

La musica cala

Cristina: Mio fratello arriva fra otto giorni? Mò te faccio vedè io che te cumbino!!

(Straccia la lettera) Tutto a lui?? Se-se!!

Riprende l’intermezzo durante il quale:

Cristina torna nello sgabuzzino, e rientra subito in scena con la valigia che aveva all’inizio e esce per il centro.  Dopo alcuni secondi entra Rosella  da sin. e stupita dall’assenza di Genesio va verso destra preoccupata a chiamare Pio. Entra dalla comune Genesio diretto al tavolo a prendere il cappello che aveva dimenticato. Si accorge che la lettera non c’è più dove l’aveva lasciata. Genesio mima di aver sentito poi un rumore. Non sa dove scappare. Vorrebbe nascondersi dapprima nello sgabuzzino ma poi s’acquatta dietro una pianta.

Scena 8

(Pio – Agostino – Rossella – Cristina – Genesio)

Entra da destra Pio seguito da Rossella impaurita

Finisce l’intermezzo musicale

Rossella: (preoccupata) Vi dico di si, dottore! E’ venuto, si è seduto e gli ho offerto un bicchiere

d’acqua e del pane e quando sono rientrata perché ho sentito chiamare la posta era sparito!

Pio: Non so cosa dirti! Non preoccuparti! Stai tranquilla, del resto è stato sfamato in casa nostra; ne

 parlerà bene…. E sò voti pesanti!!!

Agostino: Doveva essere un morto di fame…

Genesio: (a parte) Siente a chisto siè!!

Cristina: (Entrando dal centro e vestita da uomo con la stessa valigia di prima)

Signori miei scusate! Vorrei sapere l’onorevole Pio De Pretis chi è?

Agostino: Comme chi è? L’odore non lo sentite?

Pio: E che songo nu piatto ‘e baccalà?

Cristina: Voi?

Pio: Si, io, perché? I telegiornali non li guardate?

Cristina: (Stringendogli la mano) Ma non vi dice niente questa stretta di mano? Il sangue non vi

 dice chi sono?

Pio: Aspetta!! Forse tu sei….

Cristina: Vostro nipote Genesio! Il vostro caro nipote! (Lazzi esagerati di Genesio)

Pio: Fatti abbraccià!! (Si abbracciano) Che piacere conoscerti! Mò credo che starrai stanco?

Cristina: E vi pare, vengo da Milano

Genesio: (a parte) Uh, viene da Milano!!

Pio: Ma che bel giovane! Agostino dici la verità, che bella salute!

Agostino:E che bella presenza!

Pio: Caro Genesio… tu sarai il padrone di tutta la mia roba…

Genesio: (a parte si sfrega le mani) Mamma mia che bello!!

Cristina: Prima di tutto volevo ringraziarvi di tutto quello che avete fatto per me e che farete per

 l’avvenire. Voi dite che mi volete fare donazione di tutta la vostra roba: e credete con ciò di avermi fatto felice?

Pio: E che altro ti debbo dare? Te stò danno tutte cose tranne la mia villetta in campagna se capisce.

 Almeno un luogo dove poter riposarmi dopo le mie giornate romane a Palazzo Chigi.

Cristina: No, io intendevo altre cose!! Io non voglio tutte le vostre ricchezze. Ne desidero solo la

 metà!! (Lazzi di Genesio nascosto)

Pio: La metà? E dell’altra metà che ne faccio? A chi la do?

Cristina: A Cristina! A quella povera sorella mia (lazzi di Genesio)

Pio: No, questo no! Non me ne parlare nemmeno. A essa nun le voglio dà manco nu centesimo.

Se io aggio vuluto riconoscere a te che si ommo, va bene, ma essa nun posso, non la voglio riconoscere. S’è messa appresso a na compagnia di artisti che si dicono “d’avanguardia”. (A parte a Agostino) E poi mio fratello non si è mai unito con la mamma in vincolo matrimoniale!

Cristina: Dunque niente?

Pio: Manco…

Agostino: (da tormentone) ..nu centesimo!!

Cristina: E allora caro zio io rinuncio a tutto! (Lazzi di Genesio) L’avrei accettatp con piacere e

 sarei stato più contento se a mia sorella, al sangue mio, non le fosse mancato il pane. Che volete che io, suo fratello la lascio in mezzo ad una strada senz’averne compassione?

Genesio: (ad alta voce) Si!!

Pio: Chi ha detto si? Agostì hai parlato tu?

Agostino: Io? Ma chi ha parlato? (lazzi su chi ha parlato: tutti credono che sia stato Agostino)

Cristina: Insomma per farla breve non posso accettare tutto ciò che volete offrirmi. Domani solo

 Dio sa cosa ne potrà avvenire di lei. Potrà rovinarsi…

Genesio: (c.s.) E chi se ne fotte!! (Di nuovo lazzi: tutti credono che sia stato Agostino, cerca di

discolparsi ma invano)

Cristina: potrà perdersi e che cosa si dirà di voi: “Oh, che bravo zio che è stato; il bastone e la

carota? Pfui!! Solo bastone ha avuto quella sventuratella, la carota se l’è mangiata solo il nipote maschio!

Genesio: (A parte) Io, solo una rosetta e nu bicchiere ‘e acqua aggio avuto. Qua carota?

Cristina: Oh no zio! Date le vostre ricchezze a chi volete! Io mi accontento di essere povero.

Povero come mia sorella. (lazzi di Genesio)

Pio: Che cuore nobile! Che sentimenti nobili! Teh nu vaso!! M’ha fatto venì nu nuzzolo n’ganna.

 Chilo se contenta d’a mmità abbasta ca l’altra mità va alla sorella.

Agostino: E’ nipote a voi! Accontentatelo!

Genesio: Statte zitto tu!!

Agostino: Avite visto stavolta nun so stato io!!

Pio: (non raccoglie) Comunque scommetto che si era tua sorella se sarebbe pigliato tutto cosa essa.

Po’ ne parliamo, va! Andiamo di là a tavola ca Rossella ha preparato un magnifico pranzetto per te. Eh Rossella? (Rossella è immobile visibilmente innamorata di Cristina) Uè Rossè rispondi?

Rosella: si, si, andiamo! (Andando verso sin.) Quant’è bello! (Escono tutti a sin.)

Scena 9

(Sansone – Genesio)

Entra dal centro Sansone con un paccotto in mano; Genesio esce allo scoperto

Sansone: Signò, scusate. Rossella, la cameriera  addò sta! Ce aggia dà questi vestiti smessi! Glieli

 ha mandati la signora del terzo piano perché a lei non le vanno più. Ce putisseve dà vuie che devo tornare giù a parcheggiare meglio l’auto dell’onorevole. Grazie!  (porge la busta a Genesio e scappa via)

Genesio: (Poggia la busta sul tavolo e fruga tra i vestiti) Sono panni femminili, eh?

(Si sfrega le mani)

Parte la musica di chiusura durante la quale Genesio con un sorriso infernale rovista tra gli abiti

Si chiude il sipario

Fine primo atto

 

Secondo atto

Stessa scena del primo atto.

Scena 1

(Rossella -  Agostino -  Cristina  -  Pio)

Il sipario si apre su una musica

Rossella: (spazzando la stanza) Quanto è simpatico il nipote dell’onorevole. Da stamattina che è

 arrivato m’ha fatto stunà talmente che io non concludevo cchiù niente! Po’ tene na maniera aggrazziata, accussì…dicimme femminile non tipica dell’uomo. Po’ se dice che ‘e femmene fanno perdere ‘a capa all’uommene! Ce stanno certi giovanotti così freschi che ce fanno perdere ‘a capa, li gamme…ah…tutte cose!!

Agostino: (Entra frettoloso dalla porta d’ingresso col cellulare all’orecchio e una risma di

 documenti al braccio) (al cellulare) Allora, l’onorevole aspetta il vostro giornalista qui a casa sua per le 18.00. Mi potrebbe dire il nome del giornalista che invierete per il servizio? Ah, si! Un momento che prendo carta e penna (esegue) Fosco Malpensa. Bene! Grazie signor direttore della vostra disponibilità. Poi farò sapere di vostro nipote all’onorevole. Arrivederci!

Pio: (entra seguito da Cristina) Dì la verità Genesio: ti senti meglio?

Cristina: Oh benissimo! E’ stato un pranzo squisito. Vi dirò la verità ho mangiato con gran piacere.

Primo perché avevo una fame diabolica e poi per la gioia di avere abbracciato uno zio così buono. Anch’io vi ho votato, che vi credete zio? ! Quando vi ho votato ho avuto una tale emozione che non sono scoppiato a piangere solo perché sono uomo.

Pio: Veramente?

Cristina: Parola d’onore!  Che volete, sono stato tanto tempo solo a Milano senza un parente, senza

 un amico che potesse alleggerir i miei dolori… E ho sofferto! Ho sofferto con pazienza perché dicevo: Verrà il giorno che il fratello di mio padre si ricorderà dello sventurato nipote. (Piange)

Pio: (l’abbraccia) Vieni qua a zio e non piangere più. E’ tutto finito. (sussulta) (si allontana e poi si

 riavvicina abbracciandola di nuovo, incredulo come se avvertisse al tatto dei seni) E certo che mi sono ricordato!!

Rossella: (piangendo anche lei, ascolta in un angolo) E se capisce che s’aveva ricurdà!

Agostino: Statte zitta! Tu non c’entri!

Pio: Stai al posto tuo!

Rossella: Signò, io me sento na cosa dint’o stomaco! Io debbo sfogare!

Pio: E va a sfugà ‘a parte ‘e fora!

Rossella: Avete ragione, scusate!(Dà un sospiro guardando Cristina) Ah!

Cristina: (A parte) Ma chesta che vò da me! (Via Rossella per la comune)

Pio: Nipote caro, ora leviamo questi discorsi di mezzo e rallegriamoci un poco che tra due ore circa

io mostrerò i miei nuovi programmi a tutta l’Italia.

Agostino: (Sornione) Ma perché non parliamo nu poco di Milano?

Cristina: (A parte) Acchiappa a chisto!

Agostino: Anche tu ti sei scontrato con una mentalità fortemente diversa dalla nostra, vero?

Cristina: (in evidente difficoltà) Ma perché nun se sta zitto!

Pio: Tu dove abitavi con precisione Genesio?

Cristina: Io abitavo in una casa così bella che….non mi ricordo come si chiama. E’ una strada molto

 lunga….

Agostino: Il corso?

Cristina: Il corso?? Eh, si! Il corso!

Agostino: da lì vedevate il Duomo?

Cristina: Si!!

Pio: E’ bello eh, il duomo?

Cristina: (sforzandosi) Eh! Non c’è male!

Agostino: Come non c’è male! (polemico) Quella è un’opera colossale!

Cristina: Vabbuò…ma a me nun me piace!

Agostino: ma scusate; come fa a non piacervi?

Pio: Non gli piace, che volete Agostì. Questione di gusti. A me per esempio la pasta scarfata non mi

 piace. E dimmi, dimmi: la Scala. L’hai vista?

Cristina: Comme no!! N’aggio viste assaie. Io stavo al terzo piano peraltro.

Pio: No. Io dico la Scala, il Teatro Massimo!

Cristina: Ah! Mò ho capito! ….No! Studiavo sempre!

Agostino: (A parte) Io vulesse sapè che c’è stato a ffà a Milano!!

Cristina: (per evitare ulteriori qui pro quo) Comunque zio…ehm… perché non andiamo un poco fuori in terrazza, mi fate vedere tutto il panorama di Napoli…

Agostino: Si, vengo anch’io!

Cristina: No! Tu te staie ccà!! (Ritorna in sé) No, volevo dire restate qui che gradirei dialogare un po’ sola…ehm… solo…con mio zio! Dobbiamo recuperare il tempo perduto!

Pio: Andiamo nipote prediletto!

Agostino: E io?

Cristina: Vai giù al bar a prendere 2 caffè…. (a parte) E riestece!! (Esce a destra con Pio) Andiamo zio caro dolce zietto ziuccio uccio uccio!

 

Scena 2

  (Agostino -  Pio -  Genesio – Rossella - Cristina) 

Genesio: (entra travestito da donna e recita con voce femminile) E’ permesso? E’ qui casa De Pretis?

Agostino:No! Chisto è ‘o manicomio!!

Genesio: Mi presento. Sono Cristina De Pretis!! E sono qua!

Agostino: (La guarda da testa ai piedi in una lunga pausa di sbigottimento mentre Genesio ammicca femminilmente) Cristina De Pretis?

Genesio: Io in persona medesima. Non vedete la somiglianza? (fa una strana smorfia)

Pio: (entrando da dx) Agostino scusami un attimo…. (Guarda Agostino sbigottito) Cos’è successo? Chi è lei?

 4° Intermezzo musicale

Agostino parla a Pio. Pio si arrabbia della presenza di Genesio. Genesio lo scongiura di perdonarla mentre lui è impassibile. Alla fine  sviene teatralmente tra le braccia di Pio. Entra Rossella; Tutti si stringono preoccupati intorno a Genesio

Termina l’intermezzo

Pio: si sta riprendendo! Cristina, tesoro mio. Nipote mia. Scusami ma non volevo essere così duro

 con te!

Genesio: (rinvenendo teatralmente) Un po’ d’acqua vi prego!!

Pio: Rossè vi prego andate a prendere un po’ d’acqua. (Rosella esegue) Come ti senti nipote mia! Che scrupoli mi porterò se ti ho fatto del male!! Parlami ti prego!!

Genesio: (c.s.) Acqua! Acqua!!

Rossella: (Rientra con un bicchiere d’acqua e lo porge a Agostino) Ho portato l’acqua!

Agostino: (Prende il bicchiere) Grazie! (E beve lui!!)

Cristina: (entrando) Ma cosa succede?

Pio: Genesio piangi con me! E’ tua sorella!

Cristina: (Balbettando) Mia…sorella!! 

Genesio: (stanco e affranto) Fratello caro abbracciami. Come sei bello. Quando ci siamo lasciati

eravamo piccolini. Tu eri ancora uno spruoccolo di carciofo!

Cristina: (A parte) E tu na cimma ‘e fenucchio!!

Genesio: Ma perché non mi stringi? Perché non mi baci? Forse tu sei in collera con me perché sono

 fuggita dal collegio e me ne sono andata in una squallida compagnia di attori equivoci?

Cristina: (Lazzi) Si dice d’avanguardia!!

Genesio: (Rientra Rossella le dà il bicchiere d’acqua e esce di nuovo) D’avanguardia o no;

So sempe femminielli!

Pio: Zitti con queste parole in casa mia!

Genesio: Scusa zio! Hai ragione, già ne ho fatte troppe! Tutti l’avranno saputo e chissà cosa

avranno pensato di me…Avranno detto che sono una sgualdrina!

Cristina: (lazzi) Ma quando mai!

Genesio: No zio! (Incalzando sotto lo sguardo dei lazzi di Cristina) Zio non perdonarmi

 perché non son degno di te!

Cristina: (lazzi) mò fa pure ‘a canzone!

Genesio: (c.s.) Zio caro ne va del vostro nome! Non dico di cacciarmi ma non perdonate la vostra

 cara nipote Cristina.

Cristina: (sussulta) No zio, perdonatela!

Genesio: No! E’ questione d’onore!

Cristina: ma quale onore e onore! Perdonatela mò mò!

Genesio: Oh, no! Niente perdono!

Pio: Uè ma vuò essere perdonata o no?

Cristina: Si!

Genesio: No!

Cristina: (aumentando il tono) Si!!

Genesio: No!

Pio: Ma ch’è stu manicomio? Faciteme sta calmo ca tengo l’intervista adoppo. Ho deciso!

(A Genesio risoluto) Io te perdono, del resto porti sempre il mio cognome, ma lascio tutto a Genesio e magari sarà lui a badare a te.

Genesio: (contento) E se capisce; Il fratello bada alla sorella!

Cristina: No, zio! Sarà meglio metà a me e metà a mia sorella così impara a badarsi da sé.

Genesio:  No zio. Non voglio niente, date tutto a Genesio.

Cristina: Ma io non voglio tutto; voglio la metà!!

Genesio: Ma che metà e metà! Mio caro Genesio o tutto o niente!

Cristina: E allora date tutto a Cristina!

Genesio: ah, questo è il colmo. Tutto alla donna e il maschio guarda?

Cristina: (insiste) Ma perché non vuoi accettare la metà?

Genesio: (arrabbiato) Perché non voglio niente. Ah! (Braccia incrociate)

Cristina: E io nemmeno allora! (Braccia incrociate)

Pio: Uèèèèèè! Ma sta rrobba mia a chi ‘a dongo?

Agostino: (dopo una pausa lunghissima, con nonchalance) A me!

Pio: (liberatorio) Ma stai sempe mmiezo tu!!

Agostino: Ma dottò!!

Pio: (all’apice del nervosismo) Statte zitto ca te mengo ‘na butteglia ‘nfaccia!

                  (Farneticando esce a Sinistra)

Scena 3

(Rossella – Cristina - Genesio - Agostino - Ettore)

Rossella: (Entra dalla comune) Segretà, fore ce sta na signora che dice d’essere la direttrice del

collegio.

Cristina: (A parte) E chesta me conosce!

Genesio: (A parte) Mò veneno ‘e mazzate!!

Agostino: lasciala passare! (Via Rossella per la comune)

Genesio: Agostino, scusate ma non mi voglio far vedere! Capitemi

Agostino: Si, hai ragione! Sarebbe uno schianto!  Genesio accompagnate vostra sorella nello studio

 di vostro zio. Ritrovatevi! Ritrovatevi e… mettiteve d’accordo!! E che miseria!!

Cristina: (ghignando) Andiamo sorella!

Genesio: Andiamo… fratello!!

Cristina: (uscendo verso destra) Nello studio m’aie fa capì chi sì!!

Genesio: (con lo stesso tono di Cristina) Io nello studio… t’aggia piglià a pacchere!  (via a dx)

Rossella: (entrando seguito da una donna vestita in nero e un velo che le copre il volto) Favorite,

 prego, accomodatevi!

Ettore: (vestito da donna e con voce femminile) Grazie, grazie!

Rossella: Segretà, la direttrice ha saputo che la nipote dell’onorevole sta qua e la vuole vedere.

Io vado, con permesso. (Via a sin.)

Agostino: (lusingato) Enchantè madame!! (gli bacia la mano e si volta disgustato e a parte…)

Ma che so sti pile!!

Ettore. (togliendosi il velo) Agostì, so io!

Agostino: Ettore?! (incredulo) E che ci fai vestito così?

Ettore: Mi so travestito pè venì a vedè ‘a nnammurata mia.

Agostino: Te pozzo dicere ‘na cosa? Però non ti offendere: Comme ommo fai schifo… ma comme

 femmene sì o’ colera proprio!!

Ettore: Stamattina quando me ne sono andato via da qui, non l’ho più ritrovata giù al palazzo
. Figurati che preoccupazione! Ho pensato che era ritornata là dove lavorava, mi sono informato ma nessuno l’aveva vista. Allora conoscendo la sua furbizia sopraffina m’è venuto il pensiero che fosse venuta qui dallo zio per farsi perdonare con qualcuna delle sue idee geniali. E che scusa trovo mò per entrare? Come mi presento? Allora faccio finta di essere la direttrice del collegio. Mi so fatto prestà sti panni da femmina…ed eccomi qua. Ma essa mò addò sta? Famme stu piacere…fammela incontrà.

Agostino: Va bene. (si affaccia nello studio, fa capolino e chiama) Venite un momento!

 (Ritornando in scena) Eccola qua!

Genesio: Ditemi Agostino cosa volete!

Agostino: Qua c’è una signora che vi vuole parlare!

Genesio: A me!! (la guarda) E chi è?

Ettore: (A bassa voce, nascondendosi dietro Agostino) Zitto Agostì che fai? Chesta nun è essa!

Agostino: (si volta intontito verso Ettore) Comme nun è essa??!!

Ettore: Si te dico che nun è essa?

Agostino: (c.s.) Ma tu sei fidanzato con la nipote dell’onorevole?

Ettore: Si! Ma nun è chesta! Cristina è n’ata! Io me mettevo cu sta scigna africana?!!!

Agostino: (c.s) E chesta chi è allora?

Ettore: E’ nata guagliona!

Agostino: Uh Gesù è asciuta n’ata nepota dell’onorevole. Mo chi c’ò ddice? Chi ‘o sente?

Me vaco a piglià na camomilla ‘o bbar!! (esce per il centro)

Genesio: Ma si può sapere voi chi siete?

Ettore: Sono… ehm… la direttrice del collegio!

Genesio: (A parte) E chesta ‘a conosce veramente a Cristina! (Cerca di temporeggiare)

Accomodatevi!, prego! (Gli porge una sedia e si seggono reciprocamente di spalle)

Ettore: Grazie! Ma… ehm… Voi siete proprio la nipote dell’onorevole  De Pretis!

Genesio: Sissignore, Per servirla! (Si alza leggermente la gonna al di sopra delle ginocchia)

Ettore: Ma chesta che fa? (Guardando le gambe, inizia a sudare) E che gambe ca tene però!

Che volete, in mezzo a tante ragazze, non mi ricordo proprio di voi. Voi vi ricordate di me?

Genesio: (titubanta) Ehm…no! E voi di me vi ricordate?

Ettore: No!

Genesio: Sta bene! (liberatorio, si volta verso Ettore)

Ettore: (Anch’esso si volta, liberato dal peso) E ditemi, qui in casa di vostro zio, vi trovate bene?

Genesio: Benissimo!! E’ una perla!!

Ettore: Ma scusate voi come vi chiamate di nome?

Genesio: (altezzosa e smorfiosa) Cristina De Pretis!

Ettore: (A parte) Cristina? Ma chist’è n’inganno!  (Ad alta voce, si alza il velo e si alza dalla sedia)

 Vuie nun site Cristina, non siete la nipote dell’onorevole!!!!

Genesio: (reggendo ancora la parte femminile anche lui si alza) Ma cosa dite?  Screanzato!!!

Ettore: Io Cristina la conosco benissimo! E dirò tutto all’onorevole!!

Scena  4

(Cristina - Genesio - Ettore)

Cristina: (Entrando di corsa da dx) Che cos’è successo?

Genesio: La direttrice del collegio vuol dire a zio che io non sono la nipote. Acchiappa acchià!

Ettore: Cristina cò i vestiti miei ncuollo! (Si toglie il velo) Cristì mannaggia a te. So io!!

Cristina: Che vedo? Ettore?

Ettore: Ma che hai fatto? Perché ti sei vestito ‘a ommo?

Cristina: Mò non ti posso dire niente! Po’ te racconto tutte  cose! Ma tu perché ti sei vestito da

femmina?

Ettore: pe te venì a vedè!! Amore mio! Non sapevo più dove cercarti. So stato pure al locale dove

 lavoravi tu. Al “Bastone e la Carotina” nessuno ti aveva visto.

Genesio: “Il Bastone e la Carotina”?! Lì lavori? In quel locale di travestiti?

Cristina: (spingendo e zittendo Ettore verso l’ingresso) Mò vattenne!, Po’ te faccio sapere io!

(bacio sulle labbra e via per l’ingresso centrale)

Genesio: (Inquisitorio) Ah!! E’ l’innamorato tuo? Bravissima!! Mò ti combino un bel servizio con

 zio! La nipote che chiede perdono lavora nel locale il cui zio ha dichiarato guerra. Questo è il momento di scoprire gli altarini! (fa per andare verso sinistra ma Cristina gli tira la parrucca)

Cristina: No, Genè, non mi puoi fare questo! Ma comme, quanno poco fa mi hai detto nello studio

 che sei mio fratello io un altro poco morivo di gioia che ti avevo ritrovato…e mò tu mi vuoi rovinare?

Genesio: Sono sordo!! Non sento compassione per te! T’è piaciuto presentarti da nostro zio e

tentare di levarmi metà delle ricchezze?

Cristina: ma io sono tua sorella e la metà spetta a me!

Genesio: Le cose sono due: o dici a zio che lascia tutto a te!!.... Cioè a me…. Cioè a Genesio…

o si nò le dico tutto cose! (Tra sé) Mamma d’ò Carmine nun sto capenno chiù niente!

Cristina: Ma sei un Caino! Questo mai!

Scena  5

(Salvatore - Genesio - Cristina)

Salvatore: (F.C. urlando) Aggia parlà cò nipote ell’onorevole. Addò sta!!

Genesio: (Spaventato) Uh Madonna! Il fratello della ragazza! Dammi la parrucca!

(fa per mettersela, ma la indossa male)

Cristina: (A Salvatore che è appena entrato furioso) Perché gridate in questo modo nella casa di

De Pretis?

Salvatore: V’aggia dicere ‘na cosa che me preme assaie!

Cristina: Andiamo parlate!

Salvatore: (Riferendosi a Genesio) Ma sta figliola però!

Cristina: Questa figliola è mia sorella!

Salvatore: Scusate….Siete zitella?

Genesio: (Smorfiosa) Felicemente!

Salvatore: (Risoluto) E allora nun putite sentì!

Cristina: Sorella vi prego ritiratevi!

Genesio: (Suo malgrado fa per uscire) Io volevo sentì… Ah me so scurdato che so zitella!!

(Esce a sx ma fa capolino in scena)

Cristina: Dunque?

Salvatore: ‘A cunuscite a sorema?

Cristina: Certamente! E’ tanto una brava ragazza!

Salvatore: (stringendogli la mano) V’adda essere mugliera!

Cristina: (soprassalenmdo) Ma chi site! Ma che vulite! Io non vi conosco!!

Salvatore: Se vuie site ‘o nipote ‘e ll’onorevole, io so Salvatore Tramparulo, giovane onorato fino

 alla cima dei piedi e chi tentasse ‘e fa n’affronto ‘a casa mia sartia capace ‘e scepparle ‘o core ‘a pietto!

Cristina: (alterandosi) Ma non so voi che dite!!

Salvatore: Facite ‘o scemo pe nun ghì ‘a guerra? Chi è che aieressera ‘a vasato ‘a sorema

approfittandone dello scuro? Site vuie e me n’aggio accorto d’o portafogli che aggio truvato n’terra ‘o sottoscala. E’ vostro! Ce stanno ‘e vostri biglietti da visita e due lettere che vostro zio vi ha scritto.

Genesio: (a parte) E ‘e 50 euro???

Cristina: Tornate più tardi e cercheremo di aggiustare la cosa.

Salvatore: Cercherete di aggiustare la cosa? E che volete aggiustare? O ve spusate a sorema o ve

 chiavo na curtellata n’ganna. Ce simme spiegate! (Minaccioso) Aggià turnà più tardi? …E io torno! Statevi tranquillo. (Fa per uscire; sull’uscio) Ah, a proposito…dint’ò portafoglio aggio truvato 50 euro

Genesio: (c.s.) Ah mbè!!

Salvatore: cu ‘e 50 euro m’aggio accattato nu curtiello accussì! (mostra con le mani l’altezza)

Genesio: S’è accattato ò pecuriello pè Pasca!

Salvatore: (Grave e solenne) O ve spusate a sorema  sinò ‘nganne v’ò chiavo! (Via per il centro)

Genesio: (entrando in scena) Sorella mia! Aiutami! Sorella mia!

Cristina: Ah, mò me chiammi sorella tua? Benissimo! Mò te cumbino io il servizio. O dici a zio

che me desse metà delle ricchezze sue o le dico ca te ne sei approfittato della sua cameriera.

Genesio: Facimmo tre quarte a me e nu quarto a te!

Cristina: (Risoluta) No!! Metà per uno!

Scena 6

(Pio - Cristina - Genesio - Rossella)

Pio: (Entrando da sx con foglio e penna) Caro Genesio questo è il documento pronto per il notaio

 che attesta la mia donazione. Tiè leggi: Ho lasciato tutto a te e poi tu pensi per tua sorella!

Cristina: Ma scusate zio, io a mia sorella voglio dare la metà…

Genesio: No, nun te scomodà! Intestate tutto il cento per cento a Genesio!

Pio: Uè mò accumminciammo n’ata vota?

Genesio: (Cristina  pesta il piede a Genesio) Aaaah! No zizì facimmo metà per uno, così ognuno se

 vede ‘o ssuoie!

Cristina: (assentendo) Perfetto! E’ meglio così!

Pio: Chste so cos ‘e pazze, mò aggia scrivere tutto cosa daccapo! Rossè, Rossella!

(Entra Rossella da sinistra) Stammi a sentire: Io mò mi vado a preparare perché tra poco avess’a venì  ‘o giornalista. Piglia sta busta. (dalla tasca estrae una piccola busta gialla) Dentro c’è un assegno importante. Dovrebbero venire delle ragazze del collegio di Suor Clarissa a ritirarlo. Consegna loro questo piccolo aiutino, stanno in difficoltà, stanno preparando uno spettacolo. Mi fido di te! (Stanco, va via verso dx) Almeno di te!

Rossella: State tranquillo onorevole ci penso io! (passando davanti a Cristina, posa la busta sulla

 scrivania sotto un piatto d’argento e con voce suadente rivolta a Cristina) Ciao!  (via a sinistra)

Cristina: E ch’è tutta sta confidenza!! Senti! Io e te dobbiamo parlare un poco… (Via  

STUDIARE COME FAR ANDARE VIA CRISTINA PER IL CENTRO

Scena 7

(Genesio - Agostino – Rossella)

Genesio: Io mò aggia avuto perdere ‘a mmità d’arrobba mia pè causa ‘e Salvatore…Mannaggia!”

Agostino: (entrando dal centro, tra sé stupefatto) Cosicchè il nipote dell’onorevole è femmina

travestita da uomo… Ettore m’ha detto tutto. (Si accorge di Genesio) Ma allora chesta chi è? Neh, scusate bella figliola… diciteme ‘a verità io non dico niente: Voi chi siete?

Genesio: (reggendo ancora la parte da donna inizia a piagnucolare) So na povera infelice, na povera

 sventurata che per causa ‘e nu fatto che è successo stanotte aggio perzo metà d’a rrobba mia!

Agostino: Ma chi siete?

Genesio: (C.s.) Lasciatmi sta! Nun ve pozzo dicere niente!

Agostino: (inizia ad accalorarsi) Con me vi potete confidare!

Genesio: (Si sente sedotto e si siede; Agostino lo circuisce, Genesio fa la parte restia alle avance

 reggendo comunque il ruolo di donna) Lasciateme stà… So guagliuncella ancora!!

Agostino: (Gli massaggia le spalle e si avvicina al suo volto) Ma dentro io… mi sento il fuoco….

Genesio: (alzandosi disperato) Segretà lasciatemi stare! Che volete?

Agostino: (senza più freni inibitori) Da quando ti ho vista ho perso la testa per te!

(Lo rincorre per tutta la stanza) Vieni qua, carotina mia! Femmina esagerata!!!!!!!!

Genesio: (Scappando dalla morsa sessuale di Agostino) Si sapisse!! 

Agostino: (Lo prende. Lo blocca e al centro scena gli schiocca un bacio sulle labbra) Fatte dà nu

 vaso! (Sull’istante del bacio entra Rossella, che assiste al momento imbarazzata e poi si nasconde dietro la porta) (Agostino poi fugge a destra)

Genesio: (disgustato si pulisce le labbra) Aggio vasato a ‘nommo. Che schifo.

(Via a sinistra piangendo teatralmente)

5° Intermezzo musicale

Scena 8

(Ester - Bon-Bon -  Ciù-Ciù - Rossella)

Dalla comune entrano le drag queen vestite con abiti femminili abbastanza seri. Entra Ester seguita da Ciù-Ciù e Bon-Bon.

Ester: (circospetto) E’ permesso!!

Bon-Bon: Ester andiamo via! Non è il posto che fa per noi!

Ester: Bon-Bon!! E come sei petulante!

Ciù-Ciù: No, ha raGIONE Bon-Bon! Anch’io non mi sento al sicuro!

Ester: (temeraria) Ma che sarà mai sto onorevole, Ciù-Ciù? E’ vero che noi draq non siamo ben

 viste da lui ma non è mica un mostro!!

Bon-Bon: Comunque non sono tranquilla nonostante tutto!!

Ester: Ragazze perché siamo qui? Siamo venute per parlare con Cristina e convincerla a ritornare

con noi a fare gli spettacoli al locale. Il nostro spettacolo senza la sua esibizione  è come la torta senza la ciliegina!!

Ciù-Ciù: (snob) Esagerata!!

Bon-Bon: (A Ciù-Ciù) Invidiosa!!

Ciù-Ciù: Invidiosa io? Lo strep avrei potuto farlo io con il mio bel corpicino color pesca e odor di

 talco

Ester: Smettela! Già il locale va male, non guadagniamo da più di un mese e voi pensate a fare le

 ciarliere!

Ciù-Ciù: (piagnucolando) Ho anche finito il lucidalabbra con  glitter, come faccio a comprarlo!

Me tapina!! Come andrò in scena!

Bon-Bon: Ti presto il mio!

Ciù-Ciù: Mi dispiace ma ci tengo su queste cose. Il trucco è personale. Col trucco degli altri si può

 contrarre la micosi, la congiuntivite….

Ester: (non raccoglie le provocazioni) Dobbiamo cercarla qui in casa dello zio. Ettore ci ha detto

che forse era qui. Bisogna convincerla o sarà la fine per noi!!!!  (Entra Rossella da sin) Scusate signorina l’intrusione siamo delle giovani donzelle…

Ciù-Ciù: (facendo eco) …elle…elle!!

Rossella: Già ho capito tutto! L’onorevole ha lasciato a me l’imbasciata! (Prende la busta dal piatto

 d’argento) Questo è per voi! E’ un assegno per aiutare il vostro spettacolo –ha detto- . Ora scusatemi che ho da fare. (Via a destra)

Le tre si guardano stupefatte in una lunghissima pausa di silenzio. Ester scorge lentamente l’assegno nela busta gialla

Ester: (Tira il fiato in dentro) Dieci….mila….euro!!!

Ciù-Ciù: Non può essere! Dà qua! (Prende l’assegno e legge) Ma è proprio con 4 zeri.

Bon-Bon: Fate vedere a me. Che sono ragioniere e ne capisco!! (legge e si spaventa) So proprio 10

 mila euri. C’hammo salvato!!

Ester: Che vi dicevo che l’onorevole De Pretis è una brava persona. Aiuta tutti. Sono tutti pregiudizi

 che ci siamo creati su di lui. E’ un benefattore…

Ciù-Ciù: (facendosi avanti) E’ il nostro benefattore!

Bon-Bon: Ha salvato il “Bastone e la Carotina” dal fallimento!

Ciù-Ciù: Mò me pozzo accattà nu scatolo grosso ‘e lucidalabbra!

Ester: Ragazze bisogna ringraziarlo! Andiamo al locale diamo a tutte la bella notizia e torniamo qui

 a festeggiare il nostro onorevole protettore!

Ciù-Ciù: (Teatrale) San Pio De Pretis protettore d’è femminielli!!!

(Escono festanti per la comune)

6°Intermezzo musicale

Scena 9

(Rossella - Pio – Agostino - Genesio - Cristina – Ettore - Suor Clarissa)

Entra da destra Rossella seguita da Pio.

Rossella: (Circospetta e a bassa voce) Onorevole, è una cosa importante che vi devo dire!

Pio: Ma perché mi parli a bassa voce?

Rossella: Quasi mi vergogno a dirvelo!

Pio: Cosa c’è di tanto grave!

Rossella: Ehm… Ehm… (Titubante) Il vostro segretario Agostano prima, in un attimo di…

Pio: Di…

Rossella: (Ammicca) Di…

Pio: Di che??

Rossella: (Sbotta e dice tutto di un fiato) Ha baciato vostra nipote Cristina bloccandola in un angolo

di muro e lei c’è pure stata. Ah!

Pio: Cosa dici?

Rossella: E’ la verità! Ve lo giuro!

Pio: (Grave) Le tue accuse sono gravi Rossella. Una menzogna del genere potrebbe costarti il

 licenziamento.

Rossella: (a testa bassa, umile) Io lavoro da tanti anni in casa vostra. Sono cresciuta con i vostri

insegnamenti e voi siete stata sempre una persona estremamente chiara con me. Non potevo nascondervi una cosa del genere.

Pio: (pensa durante una lunga pausa e poi lieve annuncia) Chiamami Cristina!

Rossella: (Fa per uscire a sin.) Subito! Ah eccola qui! (Entra Genesio da sin.)

Pio: Vai a chiamare anche Agostino  e digli di essere solerte a raggiungermi! Grazie!

(Rossella via a dx)

Genesio: (entrando) Zio avete visto giù al palazzo. Si sono accostati dei camper della Rai, di

Mediaset, ci stanno parecchi giornalisti che aspettano fuori al cancello principale…

Pio: (Non raccoglie) Assettate!

Genesio: (Non avendo capito) Prego?

Pio: Assediati!

Genesio: (intimorito si sceglie una sedia e si accomoda) Cosi…ehm…mi fate…ehm…paura!

Pio: (Serio, fa un sospiro, si stropiccia gli occhi) Mi hai ingannato. Non dovevo fidarmi di te!

 Credevo che eri cambiata. Non che certe cose non sei libera di farle…ma, mia cara, esiste la discrezione! Ho deciso!!! Cristina De Pretis  non avrai neanche la metà delle ricchezze. Destinerò tutto a Genesio.

Genesio: Fate bene! Ma tutto tutto a Genesio, mi raccomando!

Pio: (Stranito) Come fate bene? Io ti sto diseredando e tu dici “Fate bene”? Ma songh’io scemo o

o’ munno è cagnato! Qua si tratta di centinaia di migliaia di euro e tu ci sputi su per una miserabile tresca amorosa che allacci clandestinamente col mio segretario?

Genesio: Ah…Chest’è!! Chilo nun me vò lascià mpace, sa!!

Pio: Disonore della mia casa!!

Cristina: (entrando dalla comune)  Zio, i giornalisti si stanno dando a spintoni per prendere posto

 sotto le nostre finestre per scattare almeno una foto. (si rende conto dell’atmosfera pesante)  Ma cosa è successo?

Agostino: (entrando da destra) Onorevole c’è un gran marasma giù al cortile. Una fuga

d’informazioni e tutti i giornali hanno saputo della sua intervista esclusiva. (Anch’esso si rende conto dell’atmosfera) Che c’è onorevole?

Pio: Signor Agostino Piri uscite dalla mia casa e non ci mettete mai più il piede.

Agostino: (si fa avanti ridendo incredulamente) Che…significa???

Pio: significa qualcosa per lei abbracciare e baciare mia nipote sotto il mio tetto alla mia insaputa?

Agostino: (Ride grasso) Ah, ho capito?

Pio: E chisto ride…che cacchio te ridi!! (Riferendosi a Genesio) A chesta ‘a diseredo e dice “fate

 bene”, a chisto (si riferisce ad Agostino) ‘o licenzio e ride: Ma me stisseve piglianno pè culo tutte quante!!!!!

Agostino: (c.s.) Lasciatevi spiegare…

Pio: Ma che mi devi spiegare. Queste so cose da cortellate! Ma vuie rafforza me vulisseve piglià pè

 scemo! Vi ripeto sign. Piri uscite di casa mia e non vi ci accostate più!

Agostino: Ma onorevole lasciatevi spiegare… dovete sapere!

(Cristina si fionda accanto a lui e gli tira i lembi della giacca)

Pio: Non voglio sapere niente!! Uscite…

Agostino: Io mi trovo… (Cristina c.s.)

Pio: Vi ho detto di uscire! Siete licenziato e… un uomo rovinato…

Agostino: Io mi trovo… (Cristina c.s.) Ohhhhhhhhh! Basta mò!! (Spinge via Cristina)

Abbiate pazienza ma io nun pozzo stà cchiù zitto. Non ho detto niente fino a mò… ma mò se tratta del pane… e col mio pane non si scherza bellè.

Pio: (stranito) Che significa “bellè”?

Agostino: Sissignore onorè avete capito bene. (Riferendosi a Cristina) Questo non è un uomo è

 femmina ed è vostra nipote Cristina.

Genesio: (a parte fa la sinfonia di Bethoween)

Agostino: E’ vero, ho peccato sotto il vostro tetto, e vi chiedo scusa, il richiamo della carne è stato

 forte! Ma non con vostra nipote Cristina ma con questa ragazza che si è sostituita a lei per prendersi i vostri soldi.

Pio: (Confuso visibilmente) Nun ce sto capenno chiu niente!

Agostino: (Prende per il braccio Genesio) Questa non è Cristina è n’ata femmina!

Genesio: (Urlando offeso) Ma qua femmina e femmina. Qua ne va della mia reputazione.

Io song’ommo e sono Genesio de Pretis (Si sfila la parrucca)

Pio: Uh Gesù mio nipote prediletto s’è vestito ‘a femmina!

Agostino: (Con lo stesso tono di Pio) Uh Gesù…aggio vasato a n’ommo. Puh, puh, puh!

Ettore: (ancora vestito da donna) E’ permesso! Sono la direttrice!

Agostino: (snobbandolo) Eh, ‘a direttrice d’ò…. E’ finita la pagliacciata Ettore!

Pio: Ettore?!?!

Cristina: Ettore! O’nnammurato mio!!

Pio: (Incredulo) Cristina fidanzata cu ‘na femmina ca se chiama Ettore!

Agostino: (togliendo il velo a Ettore) Ma qua femmina!! E’ un uomo!!

Pio: Peggio! N’ato travestito dint’a casa mia! Vide nu poco ‘o Patatern che te fa vedè!!

Suor Clarissa: (Entrando)  Cosa sta succedendo? Ciù c’è una ressa di ciornalisti attratti da un corteo

 di travestiti tiretto verso cuesto palazzo con striscioni inneccianti a lei onorefole. Mi spiechi!

Pio: Pure ‘o Gay Pride m’hanno dedicato!!!!

Genesio: (A Suor Clarissa) Uè ‘a maschera t’a può luvà! E’ finita la messinscena!

Suor Clarissa: Cuale maschera!

Genesio: (Sfottendola) Togliti questi vestiti omaccio che non sei altro! Fammi vedere sotto la

 gonna! (Si arrampica dietro le spalle della suora e cerca di toglierle il cappuccio)

Agostino: Genesio! Genesio! Calmati. E’ una vera suora. E’ una femmina

Genesio: (insistendo ed inveendo contro la suora, ride) Si, com’ero femmina io e Ettore!! Ma vide a

 chesta! Me pare nu rebbeto ‘e notte! Puozz fa schifo! Sì ‘a mort ‘a vede cagna mestiere!  (Cerca di togliergli i baffetti) Ma sti baffi non vengono via! Ja, ora sei patetico. E’ finito il teatrino!

Agostino: Genesio, Lei è Suor Clarissa da Rotterdam, direttrice del Sacro Collegio….femmina!

Genesio: Stai scherzando! 

 

Suor Clarissa: (E’ rimasta intanto fredda e algida e immobile agli attacchi di Genesio) Se non mi

 staccate questo…lo sfraveco e ‘o scommo di mazzate!

Genio: (si accorge della gaffe, fa un sorriso di circostanza) Ehm… piacere! Complimenti  per gli

effetti speciali…. Siete una donna molto bella!!

Pio: Baaaasta!!! Sciagurati tutti! Tutti travestiti. Vergognatevi! In casa mia non è mai entrato un

travestito. Uno solo…mai!

Scena 10

(Ester – Bon-Bon Ciù-Ciù – Pio – Agostino – Genesio – Cristina – Ettore – Suor Clarissa – Salvatore )

Parte una musica di festa.

Entrano dalla comune Ester, Bon-Bon e Ciù-Ciù con cappellini, lingue di Menelik e coriandoli. Bon-Bon porta dei flutes e li distribuisce a tutti ballando,

Ester invece versa lo champagne.

Ciù-Ciù sfotte tutti con coriandoli e stelle filanti.

Genesio, Cristina, Agostino e Ettore inizialmente titubanti poi partecipano attivamente,

incuriosita entra Rossella che partecipa anch’essa festosa,

Suor Clarissa guarda di sbieco Pio che accetta suo malgrado un Menelik che suona stonatamene.

Alla fine della canzone Pio crolla sulla sedia e Rossella se ne rientra

Ester: Viva viva il nostro onorevole.  (Coro delle altre due)

Pio: Sono rovinato. (Depresso e con lo sguardo perso nel vuoto) Mio nipote travestito, mia nipote

 travestita fidanzata con una travestito, il mio segretario che bacia un uomo travestito e… un gruppo di pazzi travestiti in casa mia a festeggiare. Ma cosa avete da festeggia’

Ester: E’ un ringraziamento a lei onorevole De Pretis che ci ha aiutato con il suo assegno a

continuare la nostra attività al Bastone e la Carotina. A nome di tutta la direzione avrà un posto in prima fila vita naturaldurante a tutti i nostri spettacoli.

Suor Clarissa: Quale assegno?

Bon-Bon: I diecimila euro!

Pio: Io avrei dato 10mila euro a dei traviati per i loro ambigui spettacoli!

Ciù-Ciù: Si! E giù al palazzo stanno arrivando tutti gli altri nostri colleghi a ringraziarla.

 Rischiavamo la chiusura e ora grazie a lei continueremo a lavorare qui in città! (Dà un bacio sulla guancia a Pio)

Ester: Il bastone e la Carotina continuerà a vivere grazie a lei!!

(Bussa il citofono)

Cristina: Vado io! (Prende il citofono) Stanno salendo? Va bene! (Riappende la cornetta) Ho una

 brutta notizia zio! Era il portiere. Il giornalista e il suo reporter stanno salendo con l’ascensore!

Pio: E’ finita. Se ora in casa mi trovano con voi sarà il più grande scandalo per il mio partito.

 Devo fuggire!

Suor Clarissa: E la Chiesa cosa penserà di me?

Cristina: (pensa) Aspetta zio! Riflettiamo un attimo! Tu Genesio va fuori e blocca l’ascensore

 aprendo le portiere intanto che noi pensiamo a come risolvere questa situazione e far sparire lo zio…

Suor Clarissa: E anche me!

Genesio: Va bene! Subito! (esce per la comune)

Cristina: Ascolta zio! Diremo ai giornalisti che questa casa non è più tua, è mia e che tu ti sei

 trasferito nella villa che hai in periferia. Il problema resta farti scappare!

Pio: Come faccio! Aiutami!

Ester: Ho io un’idea. Onorevole accompagnateci nella vostra stanza. Ragazze, voi aiutatemi!

Suor Clarissa: E io come me la cavo?

Ester: Venite anche voi con me!

Pio: (tornando indietro) No, non sia mai! Non voglio farmi trovare nella mia stanza con tre trans e

una suora!

Bon-Bon: (Spingendolo nella stanza) Jammo e statte zitto maculò, si vuò essere salvato!

(Escono a destra, ed intanto entra Genesio)

Genesio: Ecco fatto. Ho direttamente staccato la tensione dell’ascensore dal quadro.

Agostino: ma io come faccio a scappare?

Cristina: Se non ho visto male, la finestra della cucina dà alle spalle del palazzo dove non c’è

 nessuno giusto?

Agostino: giusto!

Cristina: Ettore ora scenderà, si mischierà alla folla travestito da donna e ti troverà una scala e te

 l’appoggerà alla finestra, così potrai scendere senza che nessuno ti veda. Intanto chiamerai Sansone e lo farai preparare con l’auto all’ingresso secondario pronto a portare lo zio nella villa….perchè sarà lì che io dirotterò i giornalisti.

Ettore: Subito! (Via per il centro) Che genio la mia ragazza!

Genesio: (Si avvicina a Cristina) Perché stai facendo tutto questo per nostro zio?

Cristina: Per salvargli la reputazione e la carriera… almeno tu riuscirai ad avere la sua donazione!

Genesio: Volevo dirti che mi dispiace di tutto quello che ci siamo detti. Ora è grazie a te se

 riusciremo ad uscire da questa situazione…quindi…. Fifty fifty. Ti voglio bene Cristina!!

Cristina: Anch’io!! (Si abbracciano)

Salvatore: (Entrando di corsa dal centro col fiatone, Genesio si nasconde dietro la pianta)

Sette piani a piedi ma sto ccà!!

Genesio: Sul’isso ce mancava!

Salvatore: (Si avvicina a Cristina) Uè tu t’aie spusà a sorema! (la guarda attentamente)

 Ma sì femmina?

Cristina: Si! Io sono Cristina De Pretis

Salvatore: Uh Gesù, Giuseppe, Sant’Anna e Marì!! E vulevo fa spusà sorema cu na femmina!

Ma allora Genesio chi è?

Cristina: (Facendolo uscire allo scoperto) E’ lui Genesio!

Genesio: Bonasèè!

Salvatore: Chisto è Genesio!! E che faccio spusà sorema cu n’ommo vestito ‘a femmina! 

Site pazze! Ma…ma…sorema se po’ sapè allora a chi ha vasato?

Genesio: A me!!

Salvatore: E tu sì femminiello e ta spasse cu sorema! Stu figlio ‘e ntrocchia! T’aggia scannà

comm’a nu porco! Viene accà, fatte nu poc’accirere. (Scappano Genesio inseguito da Salvatore, escono per il centro spintonando Sansone che entra accompagnando in scena il giornalista e il suo reporter.

Scena Ultima

(Sansone - giornalista - fotoreporter - Pio - Suor Clarissa – Cristina)

Sansone: Scusate! Stanno i giornalisti! Erano rimasti bloccati nell’ascensore e li ho aiutati.

(Ai due giornalisti) Prego! Questo è l’appartamento dell’onorevole De Pretis.

Cristina: (A parte) ma chisto ‘e fatte suoie nun sé puteva fa! Lo zio sta ancora dentro.

 La situazione mò precipita. (Ai presenti) Scusate mi ritiro!! (Via a sinistra)

Entrano da destra Suor Clarissa vestito da uomo con pantalone di pelle, coppola e occhiali scuri stile motociclista, seguito da Pio vestito visibilmente da drag-queen. Si fanno avanti e parlano senza farsi sentire dai giornalisti che intanto hanno preso posto al tavolo e osservano loro guardinghi e circospetti.

Pio: Il chiaro m’ingrassa pure! Sembro Platinette!

Suor Clarissa: Zitto! Stanno tue ciornalisti! Se se ne accorcono è la fine! Esco prima io!

Che Ittio me la manti puona! (Passa davanti ai due che saluta con visibile fare da macho con un tipico saluto americaneggiante) Alla prossima pelli! (Fa un ruggito ed esce per il centro)

Pio: Ora tocca a me! (Si fa il segno della croce, fa un forte sospiro e accentua il suo fare femminile

 ancheggiando visibilmente e perdendo l’equilibrio sui tacchi; ammicca ai giornalisti) E non mi guardate così!! Mi fate venire la pelle d’oca… Pazzarielli!! (Così dicendo si avvicina sull’uscio a Sansone e a bassa voce, ritornando in sé) Dai portami lontano di qui!

Sansone: (lo guarda, non capendo di chi si tratta) E quanto mi dai?

Pio: (dimenticando tutta la messinscena diventa burbero e attacca Sansone urlando tutto d’un fiato)

 Ma brutto stronzo! Come ti permetti, sono il tuo padrone. Io ti licenzio. Cose da pazzi. Accompagnami alla villa. Muoviti!

Giornalista: (alzandosi dalla sedia) Ma è lui! E’ l’onorevole De Pretis!

Pio: (Accortosi di essere stato scoperto fugge; A Sansone) Fammi passare deficiente!…

Scappa per la comune seguito dai giornalisti all’assalto.

Parte il jingle finale mentre si abbassano le luci in scena.

Poi Sigla del telegiornale.

Voce preregistrata: Abbiamo ora ricevuto un’ultima ora ANSA. Sembra che il morigerato e

 bacchettone neo segretario del partito conservatore storico on. Pio De Pretis sia stato sorpreso nel suo appartamento privato nel bel mezzo di un festino tra travestiti del trasgressivo locale “il bastone e la carotina”, in cui anch’esso, travestito da donna, si divertiva impudicamente con una suora dall’aspetto androgino. Il suo segretario invece spiava morboso le bravate del principale in cima ad una scala fuori la finestra dello stesso appartamento.

Tutte le forze politiche, sia di sinistra che di destra, disgustati, per la prima volta d’accordo all’unanimità nella storia politica Italiana chiedono in coro, che l’onorevole venga esiliato in una sperduta isola del Pacifico. Questo è tutto. E grazie di essere stati con noi.

Riprende la musica e si chiude il sipario.

Fine