Il bell’indifferente

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“IL BELL’INDIFFERENTE” di Cocteau

“IL BELL’INDIFFERENTE” da J. Cocteau

Regia di Anna Maria Montesano

I SCENA(SOLITUDINE)

(Sipario- Penombra - Stacco musicale molto forte,fastidioso e dissonante,che,pian piano,si attenua- In un labirinto fatto di pannelli di plexiglass sono imprigionate tre donne. La prima è al proscenio destro,in camicia da notte su cui c’è una vecchia coperta buttata a caso in cui si stringe spasmodicamente;il viso è pallidissimo,gli occhi cerchiati,i capelli scarmigliati. All’improvviso,corre al proscenio sinistro,forma un numero all’apparecchio telefonico che è a terra ed inizia una telefonata punteggiata di pause;luce verde a pioggia su di lei)

(in tono dimesso,occhi nel vuoto):Pronto?Parlo con il “Brivido blu”?....Che casino!

(si passa a lungo la mano fra i capelli,angosciata e quasi dimentica dell’immaginario interlocutore,poi, cambia tono e si altera)...Tenete sempre la musica così alta in quel locale di merda!.....

(di nuovo dimessa) Ah,sì.buonasera.....C’è il padrone?....Sì,vada a vedere,brava.Aspetto.......

(breve pausa,gioca con i capelli)Oh Alex,è lei?....

(isterica,di nuovo le mani nei capelli,quasi a strapparli) Non sento!....

(di nuovo dimessa)Sì,sono io...sì...

(implorante) Lui è da voi?...Non è passato stasera?....

(alterata,allarmata) Ah!...E a che ora?....Era da solo?....Sì,sì,ho capito!...

(implorante) Non sa dove può essere?...

(di nuovo alterata) Come non lo sa?.....

(di nuovo dimessa) No,non sono agitata...avevo una cosa urgente da dirgli e non riesco a trovarlo....E lì come va?C’era gente stasera?....

(stancamente) Bravo,bravo. Arrivederci.

(Riattacca.Lunga pausa.)

Saranno le due?

(guarda l’orologio al polso)No.Le due e un quarto....

(mani sul viso) Dio,che supplizio!!!

(sente lo squillo del telefono,scatta in piedi e risponde ansiosamente alla telefonata immaginaria;le sue parole sono registrate,lei esprime con la mimica i sentimenti ma non apre bocca,come se il dialogo fosse solo mentale)

Sì?...

Ah,buonasera...Certo che è qui suo fratello!Dove vuole che sia!...E’ qui ma s’è chiuso nel bagno...

Come che fa?Non lo so!Glielo chiamo.

Amore,puoi venire al telefono?C’è tua sorella...

Dice che non può venire.E’ nudo.

Ma,dico,è impazzita?Certo che c’è. C’è ma non vuole risponderle.Cosa ci posso fare io!La farò richiamare!

(fine della registrazione;riattacca e si accascia;svagata,giocando con i capelli) Stronza! (pausa)

(avvilita) Almeno potrebbe degnarsi di fare una telefonata.

(isterica) E invece,no!Lui non chiama!Ha da fare!

(Entra Emi da sin. Luce verde piena. Non saluta,si aggira come un automa,in slip,senza volto. La donna si alza,gli va dietro,lo accarezza,gli appoggia la testa sul petto. Emi è rigido)

(tenera,avvinghiandosi a lui) Ha chiamato tua sorella.Le ho detto che eri in bagno.

(Emi l’allontana bruscamente e procede tallonato da lei che tenta di afferrarlo)

(in tono di scusa) Potevo mica dirle che non eri tornato.

(isterica) Io questa soddisfazione a tua sorella non gliela dò. Avresti dovuto sentirla,con quella vociaccia gracchiante:” (in falsetto)E’ proprio sicura che è lì?”.

(seccata) Che rompipalle!

(tenera,accarezzandolo in  tutto il corpo) Dove sei stato?Ti ho cercato al Brivido blu. T’ hanno visto là,ma poi sei sparito.Dove sei stato?Ah,è così?Non vuoi dirmelo?E non dirmelo!Non insisto.Non sono di quelle impiccione che ti rompono le palle finché non sanno tutto nei minimi dettagli.Sta tranquillo. Sono discreta,io.

(Emi le dà una spinta ed esce.Lei si accascia,la luce l’abbandona.)

II SCENA(ADDIO GIOVINEZZA)

(Stacco musicale. Luce ghiaccio sulla seconda donna che è accovacciata all’altezza della prima quinta di sinistra e si alza lentamente:è in camicia,con un boa di struzzo buttato a caso,ed è truccata in modo esagerato e sbavato.La donna affonda le dita nei capelli,disperata. Entra Emi da dx,simile a prima,rigido e noncurante.)

II donna (piagnucolosa) :Dove sei stato?

(inginocchiandosi ed attaccandosi alle sue gambe)Ti rifiuti di rispondere? E’ chiaro il perché.

Chiarissimo.
(in piedi,aggressiva)Solo che d’ora in avanti mi faccio anch’io gli affari miei.Il signore se ne va in giro chissà dove?E anch’io me ne andrò in giro chissà dove.Senza rendere conto a nessuno.E’ comodo.Tu ti fai i tuoi porci comodi (pensierosa e triste) ed io devo starmene qui,reclusa.

(tenera,abbracciandolo)Ti sei lavato i denti?

(Emi l’allontana con violenza,prende un giornale e cerca di leggere)

(remissiva,piagnucolando su se stessa) Io sputo il sangue e l’anima a recitare in quel teatraccio umido,pieno di topi,torno a casa come una brava mogliettina ad aspettare il signore. E il signore non si presenta. E’ impegnato altrove! Che gliene importa a lui?Il signore sa che la signora è a casa che l’aspetta. Mentre lui se la spassa.

(aggressiva e vanitosa,guardandosi in uno specchio)Ma ora cambia tutto,sappilo.Da domani accetterò gli inviti dei miei ammiratori. Tutti. E sono tanti. Mi regalano fiori i miei ammiratori. Molti fiori. Te ne sei mai accorto?E mi invitano a cena. Andrò a cena con tutti. E farò tardi. Molto tardi.

(posa lo specchio;è avvilita,disperata)Vedrai com’è divertente aspettare

(L’abbraccia. Lui l’allontana e cerca di leggere)

(tenera) Hai mangiato,almeno?

(ironica) Sì,certo,quelle schifezze che ti danno nei locali.

(guarda fisso Emi che continua a leggere,gli prende il viso,lo gira verso di sè)

(ansiosa) Leggi?Leggi o fai finta di leggere?

(gridando) Tanto lo so che mi ascolti

(disperata,gli occhi nel vuoto) Leggi,leggi pure.Ma dico io,tu lo sai cosa significa essere malata,sentire i polmoni che se ne vanno,tossire di continuo,e dover recitare per quel pubblico di merda?

(Emi alza di scatto lo sguardo dal giornale)

(con un sorrisetto pietoso ma anche ironico) Oh,scusa!Controllerò il vocabolario.

(prima piagnucolosa,poi quasi gridando) Dico lo sai cosa significa tornarsene dritta a casa,sperare di trovare la persona che ami,per avere un po’ di conforto,un po’ d’affetto,e non trovare nessuno?E aspettare?

(Buio su di lei e su Emi)

 III SCENA( DELIRIO D’AMORE)

(Stacco musicale. Luce ghiaccio piena sulla terza donna appoggiata con un piede sugli scalini del praticabile in abbigliamento sexy. E’ molto pallida,ha gli occhi cerchiati e la bocca molto rossa.E’ molto eccitata ed appassionata)

(in tono piatto,alzandosi,ad Emi che entra e prende il giornale abbandonato) Senza di te non ce la faccio a vivere,questo è un fatto.Ti amo. (pausa) E mi piaci. (pausa) Perché non so. 

(isterica,raggiunge Emi sul praticabile) Io parlo,parlo...chiunque butterebbe via il giornale e mi risponderebbe.

(drammatica) Mi risponderebbe o mi strozzerebbe.Tu no!Tu leggi!Con quella faccia,poi!Una faccia fredda,diabolica,indifferente.Una faccia cinese.

(Gli afferra la testa con passione cercando di girarla verso di sé per trovare la bocca,lui si ritrae) Fa’ vedere la faccia. Avanti,fa’ vedere la faccia! E su...ridi qualche volta...scherza...

(dandogli una leggera spinta) Ma quanto sei noioso!

(Breve pausa.Poi incomincia a cercare di abbracciarlo e di baciarlo mentre lui si ritrae)

(ansimando un po’,eccitata) Senti,Emi.Tu ti sei abituato a vedermi soffrire in silenzio,

(in un crescendo) ti piace,ti diverte,ti eccita,ma ora basta,la misura è colma.

(Lo lascia,stanca e depressa) All’una e mezza avevo deciso che se tu fossi rientrato non ti avrei detto niente;alle due e mezzo ho deciso.Deciso di parlare con te.Di rompere il silenzio.

(pausa,guardandolo vittoriosa) Non te l’aspettavi vero?

(Di nuovo,tenta di abbracciarlo e di baciarlo con passione mentre lui cerca di liberarsi) Pensavi:

”E’ una vittima,lo è sempre stata,continuerà ad esserlo.” E invece no. Mi rifiuto di essere una vittima.

(gli monta sopra a cavalcioni. Luci laterali violette) Voglio vincere io. Lottare e vincere:e vedrai che vincerò. (sguardo di trionfo,pausa).

Io ti amo, e va bene.Ma tu (sottolineando) dici di amarmi,e non mi ami.

(amara) Se tu mi amassi,Emile,non mi tormenteresti così.

(disperata,appassionata,adagiandosi su di lui e parlandogli sulla bocca) Io mi sto distruggendo,lo vedi da te.Sono diventata l’ombra di me stessa.Un fantasma. Incatenato. Carico di catene che mi legano a te,amor mio!

(Emi si rigira,si rimette in piedi lasciandola a terra e se ne va.  Buio.)

IV SCENA(Stacco musicale che si dissolve lentamente. Si riaccende la luce verde sulla I donna che si rialza piano,disperata,con gli occhi nel vuoto,stringendosi nel plaid)

I donna(angosciata): La odio questa stanza.La stanza dell’attesa.Un rumore di tassì...pare si fermi...tu ci speri...e invece rallenta e poi prosegue.Il ronzio dell’ascensore che sale...eccolo che arriva...macché,il maledetto si ferma al piano di sopra o al piano di sotto.Una porta che sbatte...ed è la porta del vicino.

(Lunga pausa. Emi rientra,appassionato sguardo su di lui;lei l’accarezza lentamente su tutto il corpo,poi gli sussurra all’orecchio) Mettiti qualcosa addosso.Ti pare il modo di stare in casa?

(lui allontana la testa seccato,poi fa per uscire,lei si aggrappa alle sue gambe e lui cammina trascinandola,poi lei molla la presa e lui esce;lei che guarda nel vuoto davanti a sé.Le battute sono lentissime,con lunghe pause)

Hai fatto caso alle lancette dell’orologio?Se non le guardi,girano veloci...insomma normali...il suo tempo normale.Se aspetti qualcuno,e guardi l’ora,si muovono lente,lentissime,anzi non si muovono,stanno ferme. (gridando) In questa casa anche gli orologi sono contro di me!

(rientra Emi)

(disperata,dandogli pugni sul petto,lui è impassibile)Aspettare!Per te fare aspettare è un’arte.

(parlandogli all’orecchio in tono confidenziale)Tutti i trucchi conosci.Le torture più raffinate.

Sei sadico.Come i cinesi.

(disperata) Dio quanto ho aspettato!Quanto!Quante notti ho contato i passi da qui alla cucina,e dalla cucina al bagno,e poi dal bagno alla porta d’ingresso!Conto fino a mille,conto fino a diecimila,conto fino a centomila...e ogni tanto rallento,così durano di più,i passi.

(si sposta contro il praticabile;a testa bassa,disperata) Metto un disco.Apro un libro.Sto in ascolto.Origlio...ecco l’ascensore...ecco i taxi...poi non ce la faccio più:

(con forza) devo telefonare!

(repentino cambio di tono.Isterica) A proposito,ha telefonato tua sorella,te l’ho detto,sì?

(pausa. Depressa )Telefono in quei localacci di terz’ordine che frequenti tu-dove vai a torturare altre donne-e tu sei sempre uscito un minuto prima. (pausa) Chissà perché. (pausa) E nessuno sa dove sei andato.

(cambio di tono,grida isterica,mani nei capelli) E quella cretina della guardarobiera ,con quella voce chioccia:(in falsetto)”No,mi dispiace,è appena uscito!”.La ucciderei. E anche te ucciderei. Sì,non è escluso che un giorno o l’altro ti uccida.

(in tono dimesso,a testa bassa) Quante donne,per molto meno,hanno ucciso il loro amante? (pausa) Tante. (pausa.Si sposta a proscenio destro) Dopo mi ucciderò io. (buio)

V SCENA(Luce ghiaccio sulla seconda donna che pronuncia le sue battute in tono amaro e sostenuto,occhi nel vuoto)

Lo so cosa vorresti. Vorresti andare e venire,portarti a letto chi ti pare e sapere che intanto io- (ironica) io che tu ami –sto qui,sepolta in questo fetido loculo.Chiusa in cassaforte. E tu hai le chiavi. Questo è indegno,Emi. Indegno.

(il tono sale,comincia gradualmente a gridare) Il tuo egoismo supera i limiti della decenza. hai dimenticato che io sono una donna? Non sono una cosa! Io recito,canto,ballo,ho successo...

(con forza,guardando in modo allusivo Emi che legge il giornale) mi guadagno la vita,io!

(vanitosa e maligna) E c’è un sacco di gente pronta a difendermi. Lo sai? Tanti che nemmeno li conosco. Mi basterebbe alzare un dito e ti farebbero a pezzi. Dico a te,Emi!

(guardando stancamente Emi che legge il giornale) Sì,leggi,leggi,continua a leggere.

(sorridendo ironica)Sei ridicolo. Proprio ridicolo. Che cosa vorresti dimostrare che sei calmo?Che non ti scomponi?E io?Non sono calma io?

(gridando)Sono la dea della calma! Poche donne nella mia condizione saprebbero conservare la calma come me. Un’altra t’avrebbe già ammazzato.

(piatta e decisa)Io no.Ho deciso di mantenere la calma e la manterrò.

(ridendo a sprazzi follemente)Sei tu che perdi il controllo.Non sono cieca,lo vedo:ti trema il piede.Stai scoppiando di rabbia. E sai perché?

(torna seria) Perché ti senti in torto

(irritata,raggiungendo Emi sul praticabile)Con chi sei stato?Con quella puttana che ti porti a letto?

(Emi volge il viso verso di lei con uno scatto)Sta’ zitto! Ti conosco e conosco anche lei!

(ironica ed amara)Una tardona che va in giro coi capelli viola e l’ombelico di fuori.Eccola la donna che piace al mio signore! La bella con cui mi tradisce!

(in tono amaro,rassegnato)Venissi a sapere almeno che mi tradisci con una ragazzina vera,giovane e fresca,una ragazzina che ti ha fatto perdere la testa...

(quasi sull’orlo del pianto)non dico che ne sarei entusiasta,no,ma potrei capire.

(urlando sprezzante)Ma quella lì!? E’ vecchia e non è neppure ricca!

(afferrandogli il viso con rabbia,lui si ritrae)Che ne ricavi,dico io?Cosa? Mi piacerebbe saperlo.

(angosciata e disgustata)Gli uomini sono pazzi. Pazzi e viziosi.

(a Emi)Tu sei pazzo

(Emi esce buttando il giornale e lei torna in posizione)

VI SCENA(Luce ghiaccio sulla terza donna che ,in modo lento e voluttuoso,si mette a posto le calze)

(verso la quinta,esaltata)Quanto sei bugiardo!Per te mentire è come respirare.Come fare l’amore.Menti di continuo.

(va verso Emi che è entrato. Il tono è sospiroso)E lo fai benissimo,come l’amore. Solo che l’amore non lo fai così spesso

(Emi la respinge e va sul praticabile;lei prosegue in tono duro)Tu menti per il gusto di mentire. L’altro giorno hai detto che andavi dal dentista. Io capisco subito che non era vero e vado ad appostarmi davanti alla casa della vecchia puttana e ti vedo uscire dal suo portone. Non negarlo t’ ho visto! Potevi fare a meno di trovare la scusa del dentista.

(ironica)E’ vero che scoparsi la vecchia non deve essere più piacevole che farsi tirare un dente. Ma potevi trovare una scusa più banale. Più di stile.

(disgustata)Comunque affari tuoi. Io lo trovo rivoltante tutto questo mentire. Ecco sì,è una questione di stile. E guarda io sono convinta che tu menti anche a quell’altra,

anzi,alle altre,a milioni di altre. Per questo sei sempre stanco. A forza di mentire.

(Emi esce dopo averla guardata duramente.Lei parla forte con lui che è fuori scena)Accendi la radio?Voglio sentire un po’ di musica! Sì..musica!Tu la musica non la capisci.Con quella bella sensibilità!

(a volume normale,sospirosa e romantica,mentre si diffonde la voce della Piaf che canta la Vie en rose)Ricordi la nostra canzone? No,non te la ricordi,non c’è bisogno che tu lo dica,lo so da sola. I primi tempi che stavamo insieme ero gelosa persino dei tuoi sogni. Mi domandavo:”Dove se ne va col pensiero quando dorme?Chi incontra?”. Ti toccavo una spalla,ti giravi dall’altra parte e sorridevi.

(Emi rientra,lei lo stende e gli parla sul viso,irritata)Sorridevi sempre,dormendo! Non potevo sopportarlo!A chi sorridevi?! Li detestavo i personaggi dei tuoi sogni:e per farli sparire,cercavo di svegliarti.

(gli scuote la testa)”Emi,sveglia!”. Tu niente. Ronfavi beato,attaccato a quei sogni malefici...

(gli lascia la testa,il tono è amaro.Il disco si interrompe)No,non era facile la nostra vita. Neppure i primi tempi. Ora,quando dormi,mi dico “Meno male,dorme,non può andarsene in giro con quella vecchia puttana.

(lo abbraccia forte.Tono appassionato)E’ mio. E’ tutto mio. Per sempre”

(lo lascia,si alza e guarda il pubblico)Per sempre? “Sempre” è una parola che tu non conosci....

(si gira improvvisamente verso di lui che si è coperto il viso con il giornale,gridando)Emiiiii! O mi rispondi o ti giuro che faccio una sciocchezza! Mi ci vedi in galera?

(sommessamente,abbracciandosi)Io mi ci vedo. Ho fatto tirocinio,in questi anni qua dentro

(verso di lui,agitata)Hai capito,Emi,quello che ti sto dicendo? Finora mi sono trattenuta come ho potuto ma anche la pazienza ha un limite! Conto fino a trenta.

(va a proscenio sinistro,prende da terra il telefono e si prepara a scagliarlo) Se quando arrivo a trenta non butti via quel giornale,ti avverto che te ne pentirai

(Squilla il telefono e lei risponde c.s. senza aprire bocca,solo con la mimica;le sue parole sono registrate)Chi è che parla?

Chi è che parla!!!!!? No,non è il signor Emi

Il signor Emi sta leggendo il giornale,un momento che glielo passo....

Emi,tesoro,è la vecchia puttana...vuole parlarti..

Mi dispiace signora,Emi...

Stronza! Ha riattaccato  

(riattacca,finisce la registrazione,va sul praticabile)Lo sai,Emi,che la tua vecchietta non è per niente spiritosa. Quanti anni ha?

(incomincia a baciarlo su tutto il corpo.Tono appassionato)Però...devo riconoscere che sei stato carino a non volerle parlare. Se le avessi parlato davanti a me,mi sarei messa a piangere. Sono insopportabile,lo so...scusami,amore,scusami...e dammi un bacio

(scosta il giornale e si arrabbia)Emi,che fai?Dormi?Io ti parlo e tu dormi?

(dolcemente,accarezzandolo)Lo sai,ha telefonato la tua vecchia,t ’ho chiamato,non hai risposto. Così ho pensato “Si rifiuta di parlarle...non vuole più sentirla...lo fa per me...povero Emi...(Buio)

VII SCENA(Luce verde piena.La prima donna piange e parla ad alta voce.)

(piagnucolosa,andando verso Emi che si sveglia e legge il giornale)E la mia salute? Alla mia salute non ci pensi? Macché,te ne freghi. Anzi,se io morissi,ti sentiresti liberato. Credi che faccia bene alla salute aspettare tanto? Sempre aspettare? Mi fa male,malissimo! Mi dà l’ansia!

(parla a volume più basso ed in tono stizzito)Non c’era il telefono in questo lurido posto. Ed io l’ ho fatto mettere. Per te. E perché? Perché tu mi chiamassi e mi tranquillizzassi. Spesa inutile. Tu non telefoni. Telefona tua sorella. Mai che ti sia passato per la mente,una sola volta,da dove ti trovavi- e Dio sa dove ti trovavi- mai che ti sia passato per la mente un pensiero gentile:”Sta male poverina,tutta sola,in quel cesso di posto...beh,che ci metto? Le dò un colpo di telefono”

(ironica)No! Troppa fatica! Ti fa male il dito! E poi la vecchia - che ti sta sempre appiccicata- potrebbe sentire la telefonata e capirebbe che hai un’altra donna in casa.

(orgogliosa ed insinuante)Non sa,lei,che la casa è mia!

(ironica)Povera vecchia! E’ gelosa?

(va sul praticabile,scuote Emi,il tono è agitato)Emi,vuoi ascoltare? Parliamo un po’, che diavolo. La smetti con quel giornale?! Tanto lo so che mi ascolti. E fai bene! Perché stasera dirò tutto. Tutto quello che mi pesa sul cuore,che mi opprime...come si dice...come un macigno.

(scende.Tono avvilito)Così si dice:”Ho un macigno sul cuore”. Bello,no?

VIII SCENA(lui la scosta bruscamente,si alza ed esce. Luce verde.La prima donna inizia a parlare,poi le tre incominciano a passarsi la battuta)

(verso la quinta)Emi,perché non ti fai una bella doccia,amore? Ti dò un asciugamani pulito.

(Emi rientra,si veste,lei è presa dal panico)Emi,ma che fai? Dove vai? Tu non puoi andartene adesso! Non puoi!!!!Te lo proibisco!Guarda che mi butto dalla finestra. Guarda che mi ammazzo!!!Ho esagerato,lo riconosco...Hai ragione tu...certe cose danno fastidio...si capisce...Emi,dimmi qualche cosa. Non startene lì impalato come un pezzo di legno!!!!

(la prima donna si accascia a proscenio sinistro;si avvicina ed inizia a parlare la terza che si avvinghia a lui che continua a vestirsi. Il tono è appassionato e disperato)

No!Tu non uscirai!Non ti lascerò andar via.Abbi pietà di me...tu sei buono...non lo fai vedere...ma sei buono. Tu mi ami! Se non mi amassi,non ritorneresti ogni sera. E invece ritorni. Ritorni tardi- ma ritorni. Questo vuol dire che ci tieni a me...almeno un po’

(ritorna  verso il praticabile ed incomincia a sfilarsi una calza. Si avvicina la seconda e,quando Emi sta per fare una telefonata,gli parla in tono gelido,a voce alta)

Questo no!Non ne hai il diritto. Non da casa mia. Te lo sei scordato quello che ho pagato per te?

(ad uno sguardo duro di Emi,si abbraccia e comincia a piangere)Perdonami...perdonami...non volevo dirlo...non volevo rinfacciarti niente...te lo giuro,Emi...Ti ho dato tutto quello che potevo....e se avessi di più,ti darei di più...ti ho dato me stessa,Emi,non puoi dimenticarlo!Sarò brava,vedrai...Non mi lamenterò più...Starò zitta...zitta e muta

(la prima donna si alza e parla mentre,con il filo del telefono,comincia a strozzare Emi.Il tono,fino alla fine,sarà durissimo e metallico,in contrasto con le parole)Ma resta,ti prego,resta...Morirò se mi lasci...ti scongiuro,rimani...

(terza donna c.s.,con una calza)Io accetto tutto. Vuoi mentire? Menti. Vuoi farmi aspettare?

(la seconda conclude strozzandolo con il boa.Prime note in sordina de “La vie en rose. Poi,dopo la battuta, la musica cresce di volume)Aspetterò. Aspetterò quanto vorrai.(penombra,poi il disco si interrompe con un effetto di disco rotto.Buio)