tre atti
di Franco Brusati
(in collaborazione con Fabio Mauri)
Personaggi
Flora Mariano
Giacomino Mariano
Emma Rota
Ottavio
Irma
Tino Pinucci
Ravasio
Olga Ravasio
Ruggero
Il cameriere
Cinque lavoranti, due facchini
A Roma, oggi.
Ubulibri
ATTO PRIMO
Stanza di soggiorno in casa Mariano. Un'arcata e alcuni gradini conducono all'ingresso, una porta alla camera da letto. Nella parete opposta, una tenda oltre la quale è il laboratorio "Mariano Mode" e un'altra porta che conduce in cucina. Divano, poltrone, un orologio di cui non si vede il quadrante, tavolo, specchi. Una finestra di proscenio, una nel fondo. Un ambiente barocco, un po' pacchiano, che rispecchia il furore di vivere di chi l'abita. È un bel mattino di giugno, ma non possiamo ancora rendercene conto poiché le finestre sono chiuse, lasciando filtrare appena un raggio di sole. Tino Pinucci è seduto sul bordo del divano, volto verso il pubblico. Ha circa ventitré anni ed è un bel ragazzo, con l'aria un po' goffa e modesta del provinciale. Sta immobile come se temesse, al minimo gesto, di sentirsi crollare addosso la casa: e infatti dall'atelier giunge furiosa, tonante e ininterrotta la voce di Flora.
voce di flora Vacche! Idiote e vacche, ecco quello che siete! Sto sveglia anch'io di notte a far l'amore, ma non mi addormento sul lavoro, per questo! Guardi qua! È una sottana, secondo lei?
voce di una lavorante Sì, signora.
voce di flora È un sudario, per seppellirci voi e i vostri ganzi! Quanto dev'essere alta da terra, Irma? Risponda!
voce di irma Ventitré centimetri, signora.
voce di flora Qui sono ventisette! Cosa crede che siano, le mie clienti, giraffe?! Ah, ma è finita, eh! Finita! Caccio via tutte e faccio da sola! Taglio cucio stiro provo, sola! Per Giuda, vedremo chi ha la testa più dura, voi o io! Datemi il campionario inglese.
voce di irma Sì, signora.
(Appare Irma. Ha circa trent'anni. Veste in modo semplice e un po' trascurato. È dolce, calma, e rispettosa. Si guarda intorno, ripetendo, smarrita tra sé)
Campionario inglese... campionario inglese...
tino (alzandosi) Scusi, signorina...
irma Un momento. (Si mette a cercare) No, qui non può essere...
voce di flora Irmaaa!
irma Eccomi, signora.
voce di flora Venga un po' qua.
irma Subito...
(Dall'atelier fa capolino la prima lavorante).
prima lavorante Corra, signorina! La vuole!
irma Eccomi, eccomi.
tino Senta...
irma Mi scusi. (Esce di corsa, preceduta dalla lavorante. Tino risiede)
voce di flora Da dove arrivano 'ste giacche?
voce di irma Le ha tagliate Bezzi.
voce di flora Ah sì? Allora Bezzi è morto, va bene? Per me è morto, sepolto, mandategli i fiori! Via tutto! (Con un urlo terribile) Ho detto viaa!
(Si ode il rumore di vari oggetti buttati a terra).
voce di irma Si farà male, signora... Attenta!
(A questo grido, seguito da un breve silenzio, Tino si alza di scatto e corre verso la porta dell'atelier. Si ferma in ascolto, voltando le spalle, mentre il vocìo si fa sommesso, confuso. La porta della camera da letto si apre, e un uomo in pigiama e vestaglia esce cautamente. Si guarda intorno, come cercasse qualcosa. Vede una bottiglia di whisky e una scatola di sigarette sul tavolo. Si avvicina).
voce di flora Su su, smettetela, non è successo niente... Vi piacerebbe troppo. Arriva, il campionario?
voce di irma Glielo porto subito, signora.
(La voce di Flora esplode nuovamente).
voce di flora Deve star qui. in laboratorio! E non in casa mia!
(Udendo il nuovo scoppio di tuono, l'uomo in pigiama trasale, afferra bottiglia di whisky e sigarette, e se la svigna, non visto da Tino che a sua volta fa appena in tempo a tirarsi indietro per lasciare il passo a Irma).
irma (rivolta verso l'interno) Venga anche lei, Carmen. Mi aiuti.
(Si mette a rovistare per la stanza imitata da una seconda lavorante, mentre Tino cerca ancora una volta di attirare la sua attenzione)
Provi a guardare sul tavolo. A meno che non sia nell'armadio...
tino Signorina...
seconda lavorante È questo?
irma Fox and Harris, copertina rossa.
seconda lavorante Allora no.
irma Eppure l'ho visto coi miei occhi.
tino Scusi, signorina...
irma (distrattamente) Sì?
tino Le ha detto di me?
(Per la prima volta, Irma sembra realizzare la sua presenza).
irma Oh mi scusi, signor...
tino Pinucci. Tino Pinucci.
irma Non ho avuto modo, lei capisce...
voce di flora Irmaaa!
tino (Impaurito) Forse è meglio che vada.
irma Temo anch'io. (Alla seconda lavorante) L'ha trovato?
seconda lavorante Qui non c'è niente.
(Dalla porta dell'atelier fa capolino la terza lavorante).
terza lavorante Attenti, arriva! (E scompare di nuovo, mentre Tino si avvia verso l'ingresso)
tino Io torno dopo.
voce di flora Smetta di cercare il campionario, Irma!
(Entra Flora, con il campionario in mano. È ancora vestita da sera ed è come sempre abbastanza elegante, malgrado qualcosa di eccessivo nei braccialetti, nei pendagli, nei nastri. Aggressiva, non più giovane ma piena di vita, ha quel genere di volgarità spesso giudicata "simpatica").
flora ...L'avevo preso io ieri sera. Eccolo qua.
(Ma si ferma, sorpresa, osservando Tino che non ha fatto in tempo a uscire, e che dalia sommità dei gradini si volta ora lentamente)
Tino! Da dove sbuchi?
irma Il signore è qui da un quarto d'ora. Volevo avvertirla, ma non ho fatto in tempo.
(Un silenzio. Flora gira io sguardo sulle facce di Tino, Irma e la lavorante, che la guardano spaventati temendo un nuovo scoppio di temporale. Si mette a ridere).
flora Ma guardateli. Tutti a fissarmi come se li mangiassi vivi,,. E che sono? Una tigre?
(Le espressioni degli altri si distendono. Flora butta il campionario alla lavorante) Porta di là, va', che se rimetto piede in sartoria mi scoppia il fegato. (La lavorante esce) E lei apra le finestre, Irma! Sembra una tomba, qua dentro! (Irma ubbidisce) Vieni vieni, Tino. Aiutami a levare 'sta roba. (Tino l'aiuta a sfilare il mantello di raso) Grazie. (La luce che irrompe dalle finestre la investe in pieno) Ah, che bel sole, che bel sole... (Si sdraia sul divano, pigramente, gli occhi chiusi) Tino.
tino Sì?
flora Son di buon umore, oggi!
tino Mi sembrava di averti sentito gridare.
flora Per scaricarsi, al mattino. Poi si sta meglio. (Si rigira e accende la radio. Si udrà una musichetta leggera) A che ora viene la signora Rota?
(Irma, che ha raccolto una pezza di stoffa e sta per uscire, si volta).
irma Dopo le undici.
flora Se la sbrighi lei. Mi fa senso, con quelle ossa.
irma Va bene. Bezzi, il tagliatore...
flora Non lo nomini più. Basta, È morto. (Ci ripensa) Cosa vuole?
irma Ha chiesto un aumento.
flora Perché?
irma Gli è nato un figlio.
flora Allora l'ha già avuto, il suo "aumento"... Gli dica che ci penserò,
irma Sì, signora. (Si avvia)
flora Irma.
irma Sì?
flora Ho notato che sorride spesso, da qualche tempo. Come mai? Sta poco bene?
irma Sto come al solito.
flora Strano... La facevo triste. (Allegramente) Meglio così.
irma Grazie, signora. (Esce, mentre Flora la segue con lo sguardo, pensierosa)
tino Perché non mi hai avvertito, questa notte?
flora (riscuotendosi) Dici a me?
tino Sono rimasto accanto al telefono fino all'alba. Ho visto rientrare a uno a uno i clienti della pensione. Le macchine che passavano, giù nella strada, sembravano rallentare tutte, per un attimo, davanti alla mia porta... Ma non era vero. Era solo la mia speranza, ad afferrarle per la coda.
(Flora lo guarda un attimo in silenzio, colpita. Poi allunga il braccio verso una coppa posata sul tavolo).
flora Vuoi un'oliva?
tino Flora! Ti prego!
flora Tino mio, che devo dirti?! Sei un cantante, e quando apri bocca, certo... sembra di ascoltare una romanza. Ma non ti credo, ecco. (Si infila un'oliva in bocca)
tino Non mi credi? ! (Suona il telefono)
flora Sì sì, ti credo... perché mi lusinga. Ne ho conosciuti pochi, di provinciali, che speravano di farsi strada aggrappandosi a una donna più vecchia... (Urla) Irma! (Entra Irma di corsa)
irmà Eccomi, signora.
flora È sorda, adesso? Non sente il telefono? (Irma solleva il ricevitore. Flora prende il mantello per portarlo in camera sua. A Tino) ...Ma ricordalo bene, ragazzo mio: l'andare a letto con qualcuno non equivale ad essergli presentato.
tino E tu credi che io... Ah, Flora, frasi come queste si pagano.
flora Si paga lo stesso, prima o poi. Tanto vale far debiti.
irma Signora.
flora Che c'è?
irma Il signor Ravasio chiede se può venir qui a portare gli accessori.
flora (amabilissima) Ravasio? O bella, non viene mai di persona. Gli dica che "Mariano Mode" è sempre aperta, per lui!
irma Sì, signora. (Riprende il telefono, mentre Flora cerca di congedarsi alla svelta da Tino)
flora E tu adesso fila, marsch. Devo cambiarmi.
tino Ma Flora, io non so dove andare, fuori di qui. Non conosco nessuno, e nessuno mi conosce. Sei tu, la mia città.
flora (sospettosa) C'è un sottinteso?
tino No.
flora 'Sta storia della città mi piace poco. Da qualche tempo sto ingrassando, e...
tino Dicevo solo che ti voglio bene.
(La frase cade in una pausa di silenzio, poiché Irma ha appena attaccato il ricevitore. Un rapido scambio di sguardi imbarazzati, e Irma esce. Flora spegne di scatto la radio e si rivolge a Tino).
flora Ascolta, caro. Tu hai una bella voce, e un giorno o l'altro ti vedremo certo strillare sul palcoscenico dell'Opera, con un elmetto e due corna in testa. Ma anch'io ho il mio lavoro. Qui c'è la mia casa, l'atelier, l'ordine... magari il disordine. Ma un disordine mio, adulto, in cui la tua faccia esplode come una bomba alla Messa di Natale. Non devi tornarci.
tino D'accordo. Ma prima voglio una risposta. La più sincera, la più crudele, non importa: dove sei stata, questa notte?
(Flora lo guarda, perplessa. Poi si decide, con cautela).
flora Tino, se io confessassi... un'ipotesi, eh!... non so... di aver fatto l'amore con un uomo, là! (E ride come si trattasse di un'idea assurda) ...tu cosa diresti?
tino Niente, Flora. (Con un triste sorriso) Sono un cantante... Morirei. (Una pausa) Allora?
flora (traendo le conclusioni) Allora non l'ho fatto, Tino.
tino Dove sei stata?
flora Da un'amica. Era tardi, e ho dormito là.
(Tino cede alla speranza. Le prende la mano).
tino Grazie, Flora. Ti credo.
flora Niente, caro. Dovere. (Gli dà un buffetto sulla guancia) E adesso vai, su.
tino Dammi un bacio.
flora Così... di primo mattino?
tino Sono le undici.
flora (ironica) Ah be', allora... (Spalanca le braccia) Vieni qua. (Tino le si avvicina, si baciano. La porta della camera da letto si apre e riappare l'uomo in pigiama. Un po' seccato, fa dietrofront e scompare di nuovo, sbattendo la porta dietro di sé. Flora si scioglie dall'abbraccio) Che è stato?
tino Niente.
flora Ho sentito battere qualcosa.
tino Il mio cuore.
flora Ma che cuore. Era una porta. (Colta da un dubbio, si avvicina alla camera da letto, spalanca la porta. E subito retrocede, esterrefatta, mentre sulla soglia ricompare l'uomo in pigiama) Giacomino.
giacomino Flora.
flora (con un urlo di gioia) Giacomino! (Gli si butta fra le braccia) Caro caro caro... Quando sei tornato?
giacomino Questa notte.
(Giacomino è più giovane di Flora. Incomincia appena ad ingrassare ed è ancora un bell'uomo. La sua virilità però è circoscritta al campo sessuale. Come tutti i seduttori, lungi dall'essere aggressivo, ha acquistalo un'aria pigra, indolente. Ricambia le effusioni di Flora, mentre Tino sembra pietrificato dalla sorpresa).
flora E nessuno mi dice niente! Tutti sordi, qua, muti, ciechi! (Grida) Irma!
giacomino Lasciala in pace, Flora. Non poteva sapere del mio arrivo.
flora Hai ragione... Dio, che occhi assonnati! Hai fatto buon viaggio? Sei stanco? Siedi, siedi qui... Hai fame?
giacomino Un po'.
(Entra Irma).
irma Oh, buongiorno, signor Giacomo.
giacomino Buongiorno, Irma.
flora Irma, ordini subito una colazione! Burro latte caffè miele frutta e marmellata.
irma (avviandosi) Sì, signora.
flora Irma!
irma Signora.
flora Ho mangiato, io?
irma Non credo...
flora Allora anche per me! Telefoni al bar di fronte, così fa prima. (Irma esce, Flora spiega a Giacomino) Non c'è nemmeno la cameriera, oggi.
giacomino Meglio. Saremo soli.
plora Caro!
giacomino (sottovoce) Adesso però dovresti mandarlo via.
flora Chi?
giacomino (c.s.) Lui.
flora Lui chi?
giacomino Ma Flora...
flora (Di colpo realizza)Dio che stupida! Scusate. (S'alza e presenta amabile) Il signor Tino Pinucci. Mio marito.
tino Piacere...
giacomino Molto lieto. Scusi il pigiama.
tino Per carità.
flora Il signor Pinucci è un cantante.
giacomino Ah sì? Bravo. E cosa canta?
tino Mu... mu... musica.
giacomino Classica? Moderna?
flora Classica, classica, non lo vedi?... Anzi, mi viene un'idea, tesoro. Se lo facessimo cantare, per il nostro défilé?
giacomino Perché no? Dietro una tenda...
tino Veramente, io... Non so se lei... Forse dovrebbe provarmi, prima.
giacomino In queste cose mi fido completamente di mia moglie.
tino Capisco. Be', adesso dovrei andare... Ho vinto una borsa di studio al Conservatorio, e allora...
giacomino Vada, vada. Studi, si applichi. La gioventù passa presto, non bisogna sprecarla.
tino (che sta quasi per piangere) Appunto... Buongiorno, signora. Buongiorno, signor Mariano.
flora e giacomino Buongiorno.
(Tino si avvia verso l'ingresso).
giacomino Scusi se non l'accompagno, eh.
tino Non fa niente...
giacomino Vuole le chiavi dell'ascensore?
tino Grazie, ma... Soffro di cuore. Buongiorno. (Esce).
(Giacomino aspetta un momento, poi scoppia a ridere).
giacomino Flora!... Quello è un pellegrino!
flora (che si vergogna un po') Trovi?
giacomino Per carità!... Ridicolo.
flora Forse hai ragione... (Spalanca le braccia) Ah, Giacomino, se tu mi manchi, sono perduta!
giacomino Cara. (Si baciano. Si staccano).
flora Com'è andato il viaggio? Ti sei divertito?
giacomino Così.
flora Non tanto?
giacomino No no, molto.
flora Racconta, allora.
giacomino Tutto?
flora (sospettosa) Come sarebbe?...
giacomino Non potrei tenere per me almeno uno scampolo... un pezzettino di vita?
flora E i nostri patti, Giacomino? "Niente segreti, niente sofferenza!".
giacomino Hai ragione. (Cercando un diversivo) Le mie sigarette. Dove diavolo...
flora Giacomino!
giacomino (arrendendosi) Va bene, va bene... Si chiama Olga.
flora Russa?!
giacomino No, italiana.
flora Olga, e poi?
giacomino Non mi ha detto il cognome vero.
flora Bella?
giacomino Più che bella. Rosea, pulita... Un mostro. Quando l'ho incontrata...
flora A Parigi.
giacomino A Vigevano.
flora Giacomino?!
giacomino A Vigevano, a Vigevano. Nell'ingresso dell'Esposizione. Lei era lì, con aria incantata, di fronte a una vetrina di scar-pette. L'ho presa per mano, e l'ho fatta uscire con me. Non aveva peso. L'ho caricata in macchina senza sforzo, avrei potuto metterla indifferentemente sul sedile o nel portabagagli. Ma arrivata a Parigi si rianima, tutta eccitata, fresca, allegra. Entra in albergo senza la minima esitazione... (Sognante) Correva davanti a me come una pallina di vetro. (Un silenzio)
flora È intelligente?
giacomino No... Sincera, appassionata.
flora Elegante?
giacomlvo Neppure... ma è difficile capirla bene. È sparita di colpo, il sesto giorno, lasciandomi un messaggio sotto il pennello della barba. "Devo prima sciogliermi da ogni legame, per essere degna di te. Scriverò", Da allora, silenzio.
flora Scriverà, Giacomino, scriverà!
giacchiino Grazie, tesoro.
(Dall'atelier irrompe Emma Rota, seguita da Irma. Potrebbe avere l'età di Flora, o essere più giovane di lei: non ha importanza, poiché è una donna senza alcun fascino. Indossa un tailleur leggero, evidentemente non finito, poiché stava provando).
emma Flora, quest'abito è un disastro!... (Si ferma) Oh, scusate.
flora Emma!
emma Cara. (Si abbracciano)
plora Bevi qualcosa?
emma Quello che vuoi. (Flora apre il bar. Emma tende la mano a Giacomino) Bentornato, Giacomino.
giacomino Grazie.
emma Trovato bei modelli, a Parigi?
giacomino (che pensa a Olga) Be'... Il meglio me l'ero portato io dall'Italia.
emma E appena a casa, rieccoti nelle braccia di Flora. Eravate così felici anche coi precedenti coniugi?
giàcgmtno Io? Per carità. La gelosia mi massacra. Con Flora, ho sposato la tolleranza.
plora E io la salute! Il povero Claudio è stato a un pelo dal trascinarmi nella tomba, a furia di prediche. Grazie al Cielo, Giacomino non ha niente da insegnarmi!
emma Matrimonio perfetto. (Prende il bicchiere che Flora le porge) Eh, forse sarei stata felice anch'io, con un uomo giovane. II mio ha una qualità, se non altro: mi copre di danaro.
flora Lo farà per non vederti.
emma (risentita) Un lembo di quella coperta scalda anche voi, no?
giacomino (allegro) Emma, rimproverarci i nostri conti, che miseria!
emma Rimproverarmi mio marito, che bassezza!
flora Ma io scherzavo!
emma Anch'io!
flora Lo sapevo!
emma E io no?
flora e emma Cara!
(Si abbracciano. Giacomino applaude).
giacomino Brave... E adesso, se permettete, vado a farmi la barba.
flora Sì, caro. Ti avviserò io, quando è pronta la colazione.
(Giacomino esce. Emma lo segue con lo sguardo).
emma Tuo marito non mi può soffrire.
flora Sciocchezze. Ti conosce così poco. In piedi, Emma, in piedi! Vediamo il tailleur. (Irma fa un passo avanti. Solo adesso Flora si rende conto della sua presenza) Cosa vuole, lei?
irma L'abito della signora Rota...
flora Ma ci penserò io, cara, sarò ben capace di farlo!
irma Sì, signora. (Esce)
flora Dio, quella donna! Attaccata al dovere, al lavoro, al dovere del lavoro... Mai viste tante virtù, allineate tutte in fila per farsi odiare. (Suona il telefono) Allora?
emma Guarda la gonna. Non ti sembra lunga?
flora Caso mai corta. (Grida) Irma! Irma! (Stacca il ricevitore, ci urla dentro) Non mi secchi! (E riappende. Tutta la scena dev'essere velocissima, turbinosa. Entra Irma) Irma! Come le pare?
emma La giacca è senza stile.
flora Errore. Per te va bene così. Né carne né pesce.
irma Il drittofilo non è preciso.
(Suona il telefono).
flora Mi dia gli spilli. No, risponda al telefono! (Prende gli spilli da una scatoletta)
irma (al telefono) Pronto, Mariano Mode. Dica.
(Flora si è inginocchiata accanto a Emma, appuntando/e gli spilli)
emma (sorridendo) Flora.
flora Di'.
emma Ti sto guardando: per una volta, sei inginocchiata ai miei piedi.
flora Sì, cara, ma con gli spilli!
irma (al telefono) Aspetti. (A Flora) L' "Espresso" chiede di farle una intervista lunedi prossimo. Verrebbe anche un fotografo.
flora Non mi rompano le scatole! (Ci ripensa) Pagano?
irma Non posso discuterne qui, signora.
flora Allora vada di là, e discuta.
irma Sì, signora. (Al telefono) Aspetti un momento, per favore. Passo la comunicazione in sartoria. (Esce).
(Flora strappa una manica alla giacca di Emma).
emma Attenta, Flora. Mi fai male.
flora Bisogna sbrigarsi, se vuoi l'abito giovedì.
emma L'abito non m'interessa. Per dir la verità, ero venuta qui con tutt'altro scopo. (Solenne) Debbo farti una proposta, Flora.
flora Sputa.
emma Mio suocero...
flora No, grazie. È troppo vecchio.
emma Lasciami finire! Mio suocero è morto, e mio marito è entrato finalmente in possesso dell'eredità. Eran quarant’anni, che la sospirava!
flora Eh, poverino, si sa: son sempre i padri eterni a mettere i figli in croce.
emma ...Come primogenito, gli è toccata la barca di famiglia. Allora ha pensato di prendersi un po' di vacanza, e di invitare anche te e Giacomino.
flora Cosa?!
emma Partenza il 30 luglio, dopo il tuo défilé. Durata della crociera, un mese.
(Flora si alza lentamente, turbata).
flora Emma...
emma Avrete anche due cuccette per i vostri amici. Unica condizione, uomini e donne debbono essere in numero pari. Mio marito ci tiene a quadrare i conti.
flora (lentamente) Incredibile. Il vecchio ci invita a passare l'esta-te con lui... (Colta da un dubbio) Galleggia, la barca?
emma Duecento tonnellate, tre alberi, otto cabine.
flora Perbacco. E tutta 'sta roba offerta così, a cani e porci... (Decisa) L'idea non parte da tuo marito! No, no... L'idea è tua!... A che scopo? Eh?... Giacomino? Ti mancherebbe il coraggio, e poi tu sei casta... (Si mette in bocca un'oliva, pensierosa. Emma sorride appena. Fiora esclama, come se avesse "trovato") Mi vuoi appendere all'albero maestro!
emma Chi sa.
flora Attenta, Dopo tre giorni, tutti i marinai dell'equipaggio saranno dalla mia parte! Lo garantisco.
emma Perché no? Con una pinta di rhum...
(Si guardano. Una pausa. Poi Flora si avvicina, con uno scatto di allegra vitalità).
flora O insomma! Al diavolo i sospetti! Verremo, Emma. verremo... Due maschi e due femmine, come nell'Arca! (Le prende le mani) E tu, cara, sospendi per un mese l'idea della mia morte... Vuoi?
(Sono ora vicinissime. Parlano piano, gli occhi negli occhi).
emma Sai che ti voglio bene.
(Un silenzio. Poi di nuovo Flora si stacca, esclamando con vivacità).
flora Eppure ho paura! Sì, sì, ho paura! Tu stai macchinando qualcosa!
emma Basta, Flora. Sei ridicola.
flora Mi sembra già di sorprenderti, con la manina protesa a spingermi fuori di bordo. Bada, Emma. Ti porterei con me. La faccia appena stupita, il terrore dipinto su quel sedere che di solito è piuttosto inespressivo... (Con altro tono) A proposito, voltati. (Sorpresa, Emma si volta) Lo dicevo, io. Ne hai troppo poco. (Con subitaneo scatto di energia, urla) Irma! Irma!... Ecco dov'era il difetto. Ci voleva tanto a trovarlo?! (Entra Irma) Irma! Cosa la pago a fare, io? Guardi qua! La signora non ha sedere, curve... Niente, niente... È un bruco!
emma Flora! Sei impazzita?
flora Sta' zitta! Il tuo corpo è affar mio! (A Irma) Bisogna darle un po' di volgarità!
emma Cosa?!
irma La signora vuol dire "un po' di forma".
flora No, no, volgarità! La volgarità è bellezza, in chi ha solo stile. Come far ridere un morto... E la si ottiene col sedere, sedere, sedere! (A Emma) Che dessous porti?
emma Mah... normali.
flora Porterai Rollestex, nere o azzurre, con nastrini!
emma Flora, non faccio l'entreneuse!
flora Certo! Come potresti?
emma E non ho l'abitudine di scoprirmi!
flora Appunto, idiota! Io potrei girar nuda, tu no! La porti di là, Irma, stringa, sottolinei, prenda a modello le sottane delle lavoranti... quella di Carmen, ad esempio. Se la faccia prestare.
irma Sì, signora. (Esce)
emma (guardando l'orologio) Ad ogni modo non avrei tempo, adesso...
flora Allora torna lunedì! (Le si avvicina, conciliante) Credimi, Emma. Lo faccio per il tuobene.
(Una pausa. Emma sorride).
emma D'accordo. Ma prima di andarmene voglio una risposta definitiva. Verrai?
flora Sì, verremo. L'itinerario?
emma Gibilterra. Dakar, Costa d'Oro.
flora Ah perbacco, il "terzo mondo"!... Chi sa che non sia quello giusto, alla fine. Di' a tuo marito che lo ringrazio di cuore. Era tanto, che sognavo un'estate così... (Sono vicine alla porta dell'atelier. Improvvisamente Flora lancia un grido di spavento, voltandosi di scatto) Ah!
emma (la guarda, sorpresa) Cos'hai?
(Un silenzio. Dal buio dell'ingresso emerge un cameriere, reggendo il vassoio con la colazione di Giacomino. E un colosso, molto giovane. Un grembiule bianco lo fascia dalla vita in giù).
cameriere La colazione, signora.
(Si ferma in attesa sul gradino più alto. Ci vuole ancora un momento, una strana, drammatica pausa, prima che Flora si riprenda. La pendola batte le ore).
flora Com'è entrato?
cameriere La porta era aperta, signora.
flora Metta lì.
(Il cameriere scende i gradini, e posa il vassoio sul basso tavolino davanti al divano, sempre seguito dallo sguardo di Flora).
emma Flora. (Flora si riscuote, voltandosi)
flora Sì?
emma Volevo dirti... Fa' di non portare amici troppo giovani, in crociera: con Giacomino, sembrerebbe un raduno di boy-scouts.
flora Rassicurati. Ne faremo un Conclave. (Emma esce dalla porta dell'atelier. Flora si volta di nuovo. Il cameriere si avvia verso l'ingresso. Flora fa un passo avanti) Senta...
(Il cameriere si ferma su! primo gradino).
cameriere Signora?
flora Chiuda la porta, uscendo. Non mi piace che mi si entri alle spalle.
cameriere Sì, signora. Mi scusi. (Esce).
(Flora resta un attimo pensierosa, ma la voce allegra di Giacomino giunge a riscuoterla).
voce di giacomino Flora!
flora Sì?
voce di giacomino Arriva, 'sta colazione? Io ho fame!
flora È pronta, Giacomino!
voce di giacomino E non me lo dici? (Entra Giacomino, in vestaglia) Hmm, che meraviglia. (Si avvicina al tavolo)
flora Ti servo io, eh? Lascia fare a me.
giacomino Ma anche tu mangi qualcosa!
flora Un' albicocca.
giacomino Te l'apro io.
(Mentre Flora spalma il burro sul pane, Giacomino prende un'albicocca, la apre e la mette in bocca alla moglie) To'.
flora Grazie. (Flora gli versa il caffè. Giacomino prende il pane imburrato e comincia a mangiarlo) Sai, tesoro, credo che quella Olga sarebbe il tipo che ci vuole, per quest'estate...
giacomino (mangiando) Dove?
flora ...Timida in provincia, docile in viaggio, appassionata all'estero... Da come l'hai descritta, dev'essere una di quelle donne il cui pudore varia secondo la latitudine.
giacomino Be'?
flora (con forza) Pensa un po' cosa farà, all'Equatore!
giacomino (che non capisce) Flora?
flora Siamo stati invitati a una crociera. Noi due, e due amici nostri. Unica condizione, uomini e donne debbono essere in numero pari. Condizione stupida, ma non poteva essere altrimenti... Viene da Emma Rota.
giacomino Magnifico! E dove si va?
flora In Costa d'Oro.
giacomino Perbacco! (Entra Irma)
irma Scusi, signora... Sono arrivati i "failles". Vuoi sceglierli?
flora Sì. Quante ordinazioni?
irma Quattro o cinque...
flora Quattro, o cinque?
irma Cinque. È una stoffa un po' cara, però...
flora (alzandosi) Irma, lei deve smetterla di fare i conti con le tasche altrui. La gente non vuol mica vestirsi, sa: vuol solo figurare. (A Giacomino) Torno subito, tesoro. (A Irma) Sparecchi, quando ha finito. (Esce).
(Irma si avvicina al divano).
irma Ho visto i disegni che ha spedito da Parigi, signor Mariano.
giacomino Ah, i modelli.
irma Non per farle un complimento, ma io preferisco i suoi.
giagomino (lusingato) Davvero? (Si rimette a mangiare) Ho cominciato a buttarli giù a scuola, per le amiche. Poi per mia madre, l'altra moglie, Flora. Sempre fra le donne... Detto fra noi, credo che manchino un po' di carattere. (Porgendole un frutto) Vuole?
irma No, grazie.
giacomino "No, grazie"!... Cc l'ha scritto in fronte. È pericoloso, sa, dir sempre di no alla vita.
irma (sorridendo) Ionon mi lamento della mia.
giacomino Le piace lavorare, eh?
irma Sì.
ciacomino Eh già... C'è della gente, così... (Stirandosi) Mah! (Con altro tono) Però lei si trascura troppo, Irma. Sembra una fotografia di quarant’anni fa. Dovrebbe tingersi, un po'.
irma Per chi?
giacomino Per gli uomini.
irma Oh, signor Mariano... Alla mia età!
giacomino Se è tanto più giovane di Flora!
irma La signora è un'altra cosa.
giacomino Già, la signora è eterna. (Quasi fra sé) Che strano. Solo la gente senz'anima, sembra immortale... (Riprendendo) Lei ha parenti, amici?
irma I miei genitori. Sono molto vecchi, e debbo pensare io a tutto. Ho anche una sorella minore, fidanzata. Sto comprandole il corredo.
giacomino È carina?
irma Molto,
giacomino Ce la presenti, Irma, ce la presenti! Bisognerebbe conoscerci meglio, fra noi!
(Suona il campanello d'ingresso).
irma Sì, signore. Suonano alla porta, mi scusi. (Esce).
(Dall'atelier entra Flora).
flora Giacomino, quegli stampati sono un disastro! Sembrano un film a colori! Non si distingue il blu dal verde, il celeste dal marrone...
(Sotto l'arco è apparso Ravasio, seguito da Irma. Ha circa quarant'anni. È un artigiano modesto, che il successo e il danaro non hanno mutato d'un filo. Regge un grosso pacco. È profondamente abbattuto).
ravasio Buongiorno, signora.
flora (festosa) Ma no!... Ravasio!... Quanti anni sono che... Venga, venga qui. (Ravasio depone il pacco e si avvicina) Dio, com'è invecchiato.
ravasio Lei invece è sempre giovane e bella, signora.
flora Lasci perdere, le fatture gliele pago lo stesso. Conosce mio marito?
ravasio (stringendo la mano di Giacomino) Non credo di aver questo onore.
giacomino (cordiale) La colpa è sua: non si fa mai vedere! Rintanato dietro il numero di telefono, come un ladro sotto il letto... Anche adesso, se chiamo Ravasio Pelletterie, sono certo di trovarla.
ravasio Esco raramente dalla bottega.
giacomino (a Irma) Porti via, Irma, ho finito.
flora (a Ravasio) Si accomodi, caro.
ravasio Grazie, preferisco così.
giacomino (a Irma) No, la frutta la lasci... Grazie.
(Irma esce col vassoio).
flora Dunque, Ravasio. Sono impaziente di vedere i suoi ultimi capolavori. Il défilé è tra venti giorni, lo sa.
ravasio (imbarazzato) Sì, signora. È proprio per questo che sono venuto. Vede, mi vergogno a dirglielo, ma... Credo che dovrà fare a meno di me, d'ora in poi.
flora È impazzito?
ravasio Sarebbe meglio, signora. Soffrirei meno.
flora Sa che allegria, in manicomio! Ravasio, parliamo seriamente...
ravasio Lo sto facendo, signora. Io non posso più lavorare per lei.
flora O bella! Le sono antipatica?
ravasio Non posso più lavorare... per nessuno.
giacomino Cosa è successo? H malato?
ravasio No.
flora Le è morto qualcuno... Sua madre?
ravasio Sì, signora, vent’anni fa.
flora Dimentichi, allora! È nell'ordine delle cose.
giacomino Guai finanziari?
ravasio Neanche. Anzi, resta inteso che pagherò io la differenza, se dovrete rivolgervi ad artigiani più cari di me.
flora Non dica sciocchezze. Crede che in venti giorni si improvvisi un fornitore?
ravasio Quand'era scontenta del mio lavoro, ha minacciato spesso di sostituirmi.
flora Son cose che si dicono per amicizia! Ravasio, lei ha un impegno preciso con me, un lavoro preciso da terminare...
ravasio (staccando la fattura dai pacco) Gliel'ho portato, signora. Ecco qua.
flora (vi getta un'occhiata) Quattro paia di scarpe! Due borse!... Me ne occorrono 40, 12 borse, 6 cinte, 20 paia di guanti! Ravasio, mi ha preso per una cretina?!
ravasio No, signora...
flora Cos'è successo, allora? Mi dica!
ravasio È successo che... (Ma non riesce a continuare. Si mette a piangere, nascondendo il viso ira le mani)
flora Oh Dio.
giacomino (prendendolo per le spalle) Sieda, sieda qua.
ravasio (cercando di contenersi) Mi scusi, signor Mariano...
giacomixo Ma certo... (Lo fa sedere. Ravasio gli si aggrappa al braccio)
ravasio Vede, lei può capirmi... perché lei è un uomo...
giacomiko Sicuro.
ravasio È orribile! È orribile!
giacomino Che cosa è orribile?
ravasio (un po' melodrammatico) Mia moglie mi ha abbandonato!
flora Vedo. E poi?
ravasio (esterrefatto di non produrre alcun effetto) Io l'amavo, signora!
flora D'accordo, caro, ma non è il caso di far tragedie. Ne troverà un'altra.
ravasio Non voglio un'altra! Voglio lei!
giacomixo L'aspetti, allora. Tornerà.
ravasio No... È una donna onesta. Se mi ha lasciato, è per sempre.
flora Vede cosa capita a sposare le donne oneste? Doveva sceglierla con più cura, prendere informazioni. Quando è partita?
ravasio Stamani all'alba. Vede, due settimane fa l'ho mandata a Vigevano per la mostra delle calzature...
(Flora e Giacomino si guardano allarmati).
giacomino A Vigevano?!
ravasio Sì... (Con uno scatto) Ah, giuro che se lo trovo, quel mascalzone, lo ammazzo!
giacomino Basta, Ravasio! Si controlli! E che diamine!... "Lo ammazzo, lo ammazzo"... La colpa è anche di sua moglie, no?
ravasio Oh no, signore, se lei la conoscesse... una bambina!
giacomino Che "bambina"! Quanti anni ha?
ravasio Trentacinque.
giacomino Adesso esagera.
ravasio Come esagero? Trentacinque.
giacomino Non è possibile!
ravasio(scaldandosi) Vuole che non lo sappia?! Trentacinque!... (Più calmo) Solo... che in lei non contano. Chiunque se l'è portata via, povera sciocchina, ha preso una minorenne.
giacomino (che incomincia a credere infondati i suoi timori) Scusi, Ravasio... Come si chiama, sua moglie?
ravasio Ravasio.
giacomino (scattando) Lo so!... Ma come l'apostrofa, lei, nell'intimità?! Non la chiamerà mica Ravasio!
ravasio Ah... Nina.
(Giacomino e Flora si illuminano).
giacomino (con un sospiro di sollievo) Nina!... E non poteva dircelo subito?
ravasio Perché?
giacomino Perché il nome conta! Nina è Nina... e non un'altra. Uno ammazza per Nina, e invece... (Sorridendo) Insomma, meglio così.
ravasio Lei vede le cose allegramente, signor Mariano, perché si tratta di un altro. Sapesse cosa ho provato, questa mattina, quando mi ha detto addio.
flora Ah... le ha parlato?
rayasio No. Mi ha detto addio con una mela.
flora Una mela?
ravasio Sì.
flora Come, una mela? Gliel'ha tirata dietro?
ravasio No, è una cosa fra noi due, uno scherzo, un ricordo... Gliel'ho insegnato io... (Con altro tono) Mi vergogno, sa, a raccontare queste cose!
fiora Dica, dica.
ravasio Ma ho bisogno di sfogarmi, di parlare...
giacomino Certo.
ravasio (riprendendo) Una mela, è l'unione di due persone. Se tu ne mangi metà, mangi me stesso. Se io... Insomma, hanno capito. Lei me l'ha lasciata sul tavolo della cucina, spaccata in due, vicino al libro dei conti e al caffelatte del bambino.
giacomino Perché, c'è anche un bambino?
ravasio Sì, ma non mi preoccupo per lui. È così piccolo... Vede, nei primi anni di matrimonio non abbiamo avuto figli, perché lei era troppo giovane. Poi volevamo farli, ma è venuta la guerra, e non si trovava più il cuoio...
(Flora e Giacomino si guardano Ravasio spiega) Voglio dire che, senza cuoio, non si guadagnava abbastanza. E alla fine ne è venuto uno, ma... troppo tardi. Lo guardavo stamattina, mentre dormiva. Dovrei sentirlo più mio, ora che lei non c'è. E invece non lo riconosco più, come se si fosse portato via anche lui. Lo guardavo, e mi dicevo: "Chi è, questo qua?". Poi s'è messo a piangere, ma non per lei, capisce?... Voleva solo fare pipì. Io piangevo per una cosa, e lui per l'altra... Non ci s'intende mai, tra padri e figli.
(Un silenzio).
flora (con vivacità, cordiale) Su, su, Ravasio! Son cose che passano. Vedrà che il lavoro contribuirà molto a sostenerla.
ravasio (che incomincia a consolarsi, alzandosi) Forse ha ragione.
giacomino Se non l'amava più, meglio che se ne sia andata, no?
ravasio Be'... Lei non la prenderebbe così, se la signora...
flora Per noi è diverso, Ravasio! Completamente diverso. Abbiamo impostato la vita in tutt'altro modo... come dire?... Senza mele!
ravasio Ad ogni modo li ringrazio tanto, perché mi sento più sollevato, adesso.
flora. Vede? Niente è mai tragico e definitivo come si teme. C'è sempre un atto in più, dopo la fine. Quanto al mio lavoro, che debbo dirle, Ravasio?... Farà come potrà.
ravasio (avviandosi) Grazie, signora, grazie.
giacomino (allegro) E non creda alla storia delle donne "uniche"! È una balla, messa in giro da loro per sembrare più preziose. Ce ne sono eserciti, legioni, oceani!
flora (un po' offesa) Grazie tante.
giacomino Tu sei unica.
ravasio Se mia moglie tornerà, un giorno, glielo voglio proprio dire, che il primo conforto l'ho ricevuto da loro... Farà piacere anche a lei, povera Olga.
(Giacomino e Flora si guardano allibiti).
giacomino Olga?! Ma non si chiamava Nina?
ravasio Nina per me, nell'intimità... Olga, Olghina, Nina... Arrivederla, signora. Arrivederla, signor Mariano... E grazie.
(Ravasio esce. Flora e Giacomino restano in silenzio. Si guardano. Flora spalanca le braccia, come dicesse "Che vuoi farci?". Giacomino si gratta la testa. Poi si muovono, incrociandosi, e Flora viene a sedersi sul divano, al proscenio, mentre Giacomino si lascia cadere sulla poltrona, che è un po' verso il fondo. Flora tiene gli occhi fissi davanti a sé, ma a poco a poco si rianima, poiché ha notato qualcosa nel canestro di frutta che Irma ha lasciato lì per ordine di Giacomino. Allunga la mano, la prende. È una mela. La alza davanti agli occhi, rigirandosela ben bene. Poi volta la testa verso il marito. Chiama, sottovoce)
flora Giacomino...
(Giacomino alza la testa).
giacomino Eh?
(Flora gli mostra la mela. Giacomino la guarda. A poco a poco, si mette a ridere. Anche Flora si mette a ridere. Alla fine ridono tutti e due a crepapelle, e Flora lancia la mela a Giacomino, che la tira alla moglie. Flora, con uno strillo, evita di essere colpita, afferra un cuscino e lo butta al marito. Giacomino ne prende un altro, e lo tira addosso a Flora. Flora prende il cuscino, e sempre ridendo, brandendolo alto, si avvicina a Giacomino per colpirlo. Giacomino ridendo evita i colpi, ferma il braccio di Flora e grida)
La mela! Chi la prende è sua!
(Subito Flora si rigira, e corre verso la mela che è caduta sul divano, i due lottano, ridendo, per trattenersi l'un l'altro. Giacomino cade a terra e Flora si butta su di lui. In quel momento entra Irma, e resta allibita vedendo i due sul pavimento).
irma Signora... Oh Dio! Signor Mariano!
giacomino Brava Irma! Venga a difendermi!
irma (aggirandosi intorno, senza saper cosa fare) Attenta, signora, si farà male!
giacomino Lei è testimone, eh? Mia moglie cerca di uccidermi!
flora Giacomino!
(Ma Giacomino si libera definitivamente dalla presa, balza in piedi, e corre fino al divano, brandendo il trofeo).
giacomino Ho vinto, ho vinto!
flora Mi aiuti, Irma!... (Irma l'aiuta ad alzarsi, mentre Giacomino, ansante, pulisce accuratamente la mela e le dà un morso. Flora si appoggia al tavolo, respirando affannata) Oh Dio. Non ce la faccio più.
giacomino Buona! (A Irma) Ne vuole metà, Irma?
irma No grazie, signore.
giacomino (a Flora) Ha detto di no!
flora (ridendo) No?... (A Irma) Eppure è importante, sa? Basta lasciarla sul tavolo della cucina!
giacomino (ridendo) All'alba!
irma (sforzandosi di sorridere) Mi dispiace... Ma non sono in grado di capire.
flora Eh già... Bisogna essere sposati, Irma. Altrimenti non c'è gusto. (L'orologio batte le ore. Flora cambia tono) Oh Dio, è l'u-na. Se ne sono andate le lavoranti?
irma Non ancora. Volevo appunto domandarle chi far tornare, questo pomeriggio. È sabato.
flora Che sabato! Almeno quattro, ne voglio. Decida lei chi.
irma Bene, signora. (Esce).
(Giacomino si è seduto sul divano, mangiando tranquillamente la sua mela).
flora. Giacomino.
giacomino Sì.
flora Per quella donna... Che si fa?
giacomino Olga? Mah, aspettiamo che scriva. Sarà andata a cacciarsi in qualche pensione.
flora In qualsiasi caso, non è possibile portarla con noi.
giacomino (candido) Perché?
flora Giacomino!... La moglie d'un fornitore!
giacomino (deluso) Io, un'altra, non la cerco!
flora Bisogna essere pari,
giacomino Andremo noi due.
flora Per far dire ai Rota che siamo senza amici? La lotta a bordo sarà dura. Occorrono alleati.
giacomino Trovamela tu. allora.
flora Ah, caro... Non sono ancora tua madre! (Giacomino ha un gesto di stizza, poi si appoggia sospirando allo schienale. Flora mette un ginocchio sul divano, accarezzando la testa del marito) È proprio... molto bella?
giacomino Lei? Hai visto Ravasio, come piangeva?
flora Penso che in fondo... sarebbe una crudeltà lasciarla sola a Roma, d'estate... (Giacomino alza la testa, speranzoso) Non ti ha detto il cognome vero, ed è chiaro che non te lo dirà mai. In ogni caso, né io né gli altri siamo tenuti a saperlo. Il mondo è pieno di Olghe... Giacomino, se quella non torna dal marito, verrà con noi!
giacomino ERavasio?
flora Non ci seguirà mica a nuoto.
giacomino E al ritorno?
flora Te la farai prima.soffiare da qualcuno! Si trova sempre un amico, per renderci questo servizio.
giacomino (raggiante) Flora, sei un genio.
flora No, sono buona. Trovala, un'altra moglie come me!
giacomino Questo è impossibile, lo giuro.
(Con un mugolio di soddisfazione, Flora si abbandona contro il petto dei marito. Suona il telefono).
flora Dio, quel telefono! (Si alza, e stacca il filo) Là! Così ci lasceranno in pace! E adesso va' a vestirti, tesoro. Su, da bravo.
giacomino (si alza, sbadigliando) È tardi,. Flora, e io ho ancora sonno... (Abbassa la voce, significativo) Perché non vieni anche tu a riposarti?
flora (lusingata) Veramente sono un po' stanca, ma se ci tieni...
giacomino Lo sai.
flora D'accordo, muoviti! Ti raggiungo subito. (Grida) Irma!
(Giacomino va in camera da letto. Entra Irma).
irma Signora.
flora Irma, noi andiamo a riposare. Non voglio essere disturbata fino alla tre.
irma Va bene, signora.
flora Accenda la candela davanti a Santa Caterina. Porta male il lume spento. E socchiuda le imposte. C'è troppa luce.
irma Subito.
(Flora fa per uscire. Si ferma).
flora Irma.
irma Signora?
flora Dica al tagliatore che, se è molto ragionevole, vedrò di concederglielo, questo aumento...
(Irma si illumina).
irma Grazie, signora!
flora Allegra, eh?
irma Certo.
(Flora la guarda fisso).
flora Che strano... (Ma si riprende, e per la prima volta la considera con simpatia) Meglio così. La vita è bella, Irma!
irma Sì, signora. Bellissima.
(Flora va in camera da letto. Irma accende, il lume davanti all'immagine della santa, rimette a posto le poltrone spostate durante la lotta. Si avvicina alla finestra di proscenio e chiude le imposte. Poi si reca verso il fondo, e si accinge a fare altrettanto con la seconda finestra. In quel momento si odono, provenienti dalla camera da letto, le voci di Giacomino e di Flora. Non si capisce cosa dicano, poiché sono sommesse. Ma certe piccole risatine, che squillano di tanto in tanto, sono più che sufficienti a suggerire la scena. Irma si immobilizza un momento, volgendo il capo. Poi si riscuote, e socchiude anche le imposte della seconda finestra. La stanza piomba in una semioscurità. Dalla porta dell'atelier fa capolino una lavorante, seguita da un 'altra).
prima lavorante Signorina.
irma Ssst... Parli piano.
(Il dialogo continua sottovoce).
prima lavorante Noi abbiamo finito di là... Possiamo andare?
irma Ha chiuso tutto?
prima lavorante Ci ha pensato Iris.
seconda lavorante (a voce aita) Senta, signorina...
irma Non gridi.
seconda lavorante (abbassando la voce e guardandosi attorno) E che è? San Pietro?
irma La signora sta riposando.
(Entrano tre lavoranti).
seconda lavorante Quella manco morta, riposa. Non per dir porcherie, ma...
irma Zitta, zitta. (Alla prima lavorante) Lei torni alle due, Flavia. E con lei tornino Giovanna, Iris, e la Ciampi.
terza lavorante Alle due?!... Ora che sto a casa!
irma Mangi qualcosa al bar. E dica al tagliatore che quest'oggi, appena...
(Ma non finisce la frase. Dalla camera da letto giunge un urlo di Flora, un urlo terribile, che agghiaccia tutti e li fa voltare).
prima lavorante Vergine benedetta! Che succede?...
(La porta della camera da letto si spalanca, e appare Flora in vestaglia, scarmigliata, sconvolta).
flora Mio marito!... S'è sentito male!... Un attacco... Dov'è Irma?
irma Sono qua, signora.
flora Irma, mi aiuti!...
(Dal fondo della stanza giunge placida la voce della prima lavorante).
prima lavorante Ma è vero o finto, signora?
plora (scattando come una belva) Muoviti, cretina!
(È il segnale. Le lavoranti partono tutte assieme, confusamente, gridando e incespicando nei mobili. La scena, sino alla fine, sarà velocissima, convulsa).
le lavoranti Sì, signora, sì!... Tu prendi l'acqua, corri!... Povero signor Mariano, il ritratto della salute!... E guarda dove vai, fre-gnona!... Dio, che disgrazia!...
flora (a Irma) Chiami un dottore, presto!... La rubrica è lì, vicino al telefono... Iris! Tu corri al bar a prendere del cognac! Svelta! (La terza lavorante sta entrando in camera da letto. Flora la rincorre) Dove vai, tu?!
terza lavorante (placida) A vedere, no?
(Flora la strappa dalla porta urlando)
flora Levati dai piedi!
voce di giacomino (straziata) Flora! Flora!
flora Eccomi, Giacomino!
irma Il telefono è rotto, signora! (Flora torna indietro)
fiora Ma no! L'ho staccato io! Lì, lì, lì... Riattacchi! (A una lavorante) E tu apri la finestra! Non vedi che è buio?!
lavorante Sì, signora.
voce di giacomino Flora!
flora Eccomi, caro!
irma Signora, ci sono due dottori nella rubrica! Padre e figlio. Quale devo chiamare?
(In questo momento, la finestra di proscenio viene spalancata, e un fascio di sole illumina in pieno Flora).
flora Il più giovane, Irma!... Chiami il più giovane! (E scompare in camera da letto).
ATTO SECONDO
La stessa scena, un mese dopo. È pomeriggio. Un baule, molte valigie, vari indumenti di Flora stirati e appesi qua e là, indicano che la partenza per la crociera è prossima. Le poltrone sono coperte di fodere, il lampadario è velato, manca il tappeto. Dalle finestre irrompe violenta la luce di luglio. Tino Pinucci è seduto sul bordo del divano, esattamente come nel primo atto, gli occhi fissi alla platea. Dall'ingresso entra Irma, seguita da due facchini.
irma (indicando il baule) E questo è l'ultimo. Facciano piano a sollevarlo, pesa molto. Attenti al divano... Così. Aspettino, apro la porta. (Scompare di nuovo nell'ingresso, seguita dai facchini che trasportano il baule).
(Suona il telefono).
voce di irma Signor Pinucci!
tino Sì?
voce di irma Vuol rispondere lei, per favore?
tino Sì, signorina. (Stacca il ricevitore con cautela) Pronto, casa Mariano. Come? No, io non sono "Cicci". Questa è casa Mariano. Pronto... Pronto, signorina!... (Evidentemente, nessuno risponde più dall'altro capo del filo) Pronto! (Tino riappende il ricevitore. Irma si affaccia sotto l'arco)
irma Chi era?
tino Non so... una donna. Mi ha chiamato "Cicci'!
irma "Cicci"?
tino Sì. Aveva una voce dolce, affettuosa... (Con un triste sorriso). Era certo uno sbaglio.
irma Grazie. (Scompare di nuovo. Ma subito giunge la sua voce, festosa).
voce di irma Oh, buongiorno, signora.
voce di donna Buongiorno.
voce di irma Scusi un istante, che le sgombero il passaggio. Aspetti. Ecco...
(Appena udito il saluto di Irma, Tino è stato preso da una subitanea agitazione. È corso allo specchio, si è dato un col-petto alla cravatta, ai capelli, e ora corre alla porta... in tempo per scontrarsi con Emma Rota. Tino si ferma di colpo, deluso, borbotta qualcosa fra i denti, fa un inchino imbarazzato, gira sui tacchi, e torna a sedersi sul bordo de! divano, gli occhi fissi alla platea. Emma è rimasta sotto l'arco, alla sommità dei gradini, sbalordita da quello strano balletto).
emma (a Irma, sottovoce) È pazzo?
irma (dolcemente) No... è giovane. (Avanzando) Posso offrirle qualcosa? La signora sarà qui a momenti. (Emma fa cenno di no)
emma Grazie. Volevo solo rammentarle che la partenza per Napoli è alle otto.
irma Oh, non l'ha certo dimenticato. Mi ha fatto telefonare anche al signore, per ricordarglielo.
emma. Giacomino è tornato?
irma Non ancora. Arriverà col rapido delle sei.
emma Dalla clinica?
irma Oh, no. Son quindici giorni che il signore ha lasciato la clinica. Ora è in campagna, da un amico.
emma Non sono mai riuscita a capir bene cosa abbia avuto. Infarto? Trombosi? Morbillo?
irma Un crampo, signora.
emma Tutto qui?!
irma Il signore tiene molto alla salute.
(Emma siede sulla poltrona di destra, riflettendo ad alta voce, lentamente).
emma No, no. Il signore ha paura della moglie, ecco la verità. L'esuberanza di Flora lo massacra. Laggiù, invece, tra i moribondi, si sarà sentito rinascere... (A Tino) Lei non crede?
tino (sorpreso di essere interpellato) Non so... Non sono mai stato in una clinica.
emma Già, costano care. E i poveri malati, quand'anche ci arrivano, non sono più in grado di apprezzarle. Bisogna andarci come ci andiamo noi, sani, fiorenti, in perfetta salute... Allora sì che c'è gusto! (Con altro tono) E lei cosa farà, Irma? Dovrebbe riposarsi un po'.
irma . Prima che l'atelier sia in ordine, le spedizioni ultimate, passerà tutto agosto. In settembre, forse, quando tornano i signori, farò un salto al mare con mia sorella. È fidanzata.
emma Ah sì? E lei, perché non si sposa?
irma (sorridendo) Nessun uomo mi ha voluta.
emma Prenda quello di sua sorella. Mi diceva ieri un amico che non si fa in tempo a fidanzarsi con una donna, e ci si accorge che la sorella era meglio. (Fissando Irma) O proverebbe vergogna?
irma Forse.
emma I primi tempi. Quando ho incontrato mio marito avevo ventitré anni. Non bella, ma con dei sogni: un uomo giovane, forte, sensibile... Lui era già vecchio, vile, volgare. Il ventre gli ballava, a ogni gesto grazioso, come un sacco di monete. Ora ingombra tutto il letto, e il mio posto si fa sempre più piccolo. Credo che diventerò trasparente, un giorno, o l'altro, se voglio restare aggrappata a un lembo di lenzuola... Ma non provo vergogna. Triste, eh?
irma Non spetta a me giudicare.
emma Oh, lei giudica, invece! Mi sembra di vederla, nella sua stanzetta, pregare per le nostre anime prima di addormentarsi. Dica se mi sbaglio.
(Una pausa. Irma la guarda diritto negli occhi).
irma Non ho una stanzetta mia. Dormo sul divano del salotto.
emma Sola?
irma Sì.
emma Beata lei! (Con altro tono, chinandosi a sfogliare una rivista) Immagino che avrà molte cose da fare, Irma. Non le trascuri per me.
irma Grazie, signora. Mi scusino.
(Emma aspetta che Irma sia uscita, poi di colpo balza in piedi, si avvicina alla tenda, sbircia nell'atelier, torna al proscenio, e sussurra a Tino con fare misterioso)
emma Presto. Se ne vada.
tino (sorpreso) Come?
emma Non ha sentito? Flora sarà qui a momenti.
tino Certo... Sono venuto apposta,
emma Non partirà con lei!
tino Signora...
emma Non mi riconosce? Ci siamo incontrati in quella stanza un mese fa. Lei cantava dietro una tenda, durante la sfilata. (Tino la guarda senza espressione) Vedo che ho fatto colpo. (Con forza) Emma Rota!
tino Ah, quella della nave...
emma (sarcastica) Bravo!... "Quella".
tino (confuso) Mi scusi signora, io...
emma Lasci perdere. Per pesare nella memoria di un uomo, mi occorrono almeno 200 tonnellate di naviglio. Ci sono abituata, è la mia stazza. (Con altro tono) Ho cercato, sa, di indurre Flora a portare gente giovane, in crociera. Gente fresca, spontanea, come lei.
tino Le sono molto grato.
emma Ma Flora non ha voluto saperne... Evidentemente, c'era già quell'altro.
tino Non mi dica il nome, signora. Non gliel'ho chiesto.
emma Cosa aspetta da Flora? Si irriterà, a trovarla qui.
tino Si irriti, mi punisca. Non potrebbe farmi niente di peggio che andarsene. Se ne va lo stesso... Amerò Flora anche senza di lei.
emma (scattando) Ma non si vergogna di dar spettacolo? Non si vergogna, di mendicare?! Sta lì, seduto in pizzo al divano come un frate alla questua. Chi vuol sedurre con quei modi?! Basta guardarlo per accorgersi che non le appartiene niente, qua dentro. Niente, niente... Tranne l'abito che indossa!
tino Neppure quello, signora. È di mio padre.
(Una pausa. Emma lo guarda. Poi si avvicina al divano, si inginocchia accanto al bracciolo).
emma Ascolti, Tino. Io potrei dirle cose tali, su Flora, da farle infilare quella porta senza aprirla. Non gliele dirò. Non solo, passerò dalla sua parte, l'aiuterò presso Flora, cercherò di convincerla a piantare quell'altro e a ritornare a lei... Ma mi dica perché l'ama! Me lo dica. Perché è famosa? Bella? Non è bella, e sta invecchiando. Qui ancora si salva, negli angoli senza finestre omimetizzata con la stoffa delle poltrone. Sulla mia barca, in pieno sole, fuori dal suo regno, tra gente che non la conosce, si scioglierà a poco a poco, come una stella marina... Flora non ha niente dentro! Non esiste!... Mi segue, Tino?
tinto Per dir la verità, signora... ero rimasto alla stella marina.
(Emma si rialza, scoraggiata).
emma E allora ci resti, caro. Se la merita.
tino No, no... Mi permettevo solo di osservare che le stelle marine non si sciolgono... Sono le meduse.
emma (stancamente) Bravo. Parliamo di pesci.
tino ...Inoltre, lei vuole che io me ne vada, perché le dispiace che offra a Flora lo spettacolo della mia devozione. So di essere cocciuto, e anche ridicolo... Ma lei, signora: perché le è amica, se l'odia tanto?
(Emma si volta di scatto, sorpresa dall'osservazione di Tino. Vorrebbe replicare con forza, ma si trattiene, e dice calma, quasi sorridendo).
emma Anche l'amicizia deve nutrirsi di qualcosa. (Si mette a passeggiare) Eppoi, io non odio Flora. Non più degli altri, a ogni modo, o di me stessa. Son corrotta quanto lei. (Scaldandosi via via) Ma Flora vive, a suo modo, e io no. Flora è felice, e questo mi toglie il sonno! Se naufragassimo tutti, in crociera, vecchi che comprano, giovani che si vendono, truffatori, truffati... Ah! Tire-rei un respiro, riuscirei a vederci chiaro, finalmente! Macché. Scoppieranno i fulmini celesti, e noi sentiremo al massimo qualche disturbo sul Programma Nazionale. (Si è avvicinata alla finestra, volta verso il pubblico) Strano Paese. Naviga a mezza costa tra il peccato e lo scandalo, il confessionale e il bordello, ben deciso a non guastarsi né con Dio né coi Suoi nemici... È il pubblico che ci vuole, per Flora. Basta farlo ridere.
tino Perché è così amara, signora?
emma (piano) Vorrei esserne certa, e non lo sono.
tino Di cosa?
emma Di andare almeno all'Inferno... dopo.
(Entra Irma).
irma La chiamano al telefono, signora. Nell'atelier.
(Emma si riscuote, e riprendendo il tono leggero di sempre, getta a Tino, con ironia).
emma Vede?... Non ci mandano mai così lontano come si crede. (Esce).
tino Povera donna, sembra molto infelice. È intelligente?
irma (con semplicità) Credo di no.
tino Eh, non mi fido più, sa?... Mi sto facendo furbo! Uno comincia a illudersi di essere tra persone per bene, e invece, tàcchete!... gli arrivano due o tre pensieri tra capo e collo da mozzarti il fiato! Ormai ho capito. Tutti intelligenti, qua dentro! Tutti!
(Rientra Emma).
emma Era Flora. Non tornerà fino alle otto.
tino (ansioso) Le ha delto che son qui?
emma Ah, sì. La saluta.
tino Nient'altro?
emma No.
tino (deluso) Capisco... Be'. forse è meglio che vada, allora. (A Emma, con sincera emozione) La prego... Le dica addio per me.
emma (fredda) D'accordo.
tino E non le faccia prendere troppo sole, sulla barca. Sa, quella storia della stella marina...
emma Stia tranquillo. Penserò io a metterla in ombra.
tino (avviandosi) Grazie. Arrivederla, signora... E buon viaggio.
emma Arrivederla. Tino.
tino Buonasera, signorina.
irma (dolcemente) Buonasera, signor Pinucci.
(Tino si ferma e si volta).
tino Signora...
emma Sì?
tino Se tornassi più tardi, per dirle addio?
emma (scattando) Ah, caro! Non sta mica cantando all'Opera! Nella vita, quando si è detto addio una volta... si esce!
tino Già. Addio signora.
(Esce. Emma lo segue con lo sguardo. Poi si reca alla tenda dell'atelier e la scosta, esclamando)
emma Via libera!
(Dalla tenda fa capolino Flora, carica di pacchetti).
flora Se n'è andato? (Allegramente) Meno male. (Voltandosi) Avanti, Ruggero, avanti.
(Entra Ruggero. È un "gentiluomo" un po' fuori moda, molto compassato e curato).
ruggero Cosa sono tutti questi misteri? Chi c'era, qua?
flora Niente, caro... un fornitore. (Posa i pacchetti, aiutata da Irma) Lei sempre allegra, eh?
irma Signora...
flora Bene, bene. Vada pure. (A Emma) Ah, Emma, tu ricordi Ruggero?
(Emma, che non ha staccato gli occhi da Ruggero da quando è entrato, risponde dopo una pausa, sforzandosi di sembrar disinvolta, mentre Irma esce).
emma Come no? Vent'anni fa, lo avrei sposato.
ruggero (cordiale) Davvero? Bisognava dirmelo.
emma Ci ho pensato, ma quelle due mogli mi hanno fatto paura.
flora Sei bigamo?!
ruggero (che non capisce) No... Vedovo.
emma Appunto. Un uomo che arriva a seppellire due mogli, americane per giunta, ha precedenti pericolosi... Sta' in guardia, Flora.
flora (allegra) Oh, io ho la pelle d'un tamburo! Nessuno lo sa meglio di te, che ci suoni sopra ogni giorno. (Versa da bere agli ospiti).
emma (con intenzione) Ho sentito dire che Giacomino è ospite d'un amico.
flora (vaga) Sì, un compagno di scuola...
emma Mi sembra così buffa l'idea di Giacomino in campagna! Fin che si tratta di donne, non c'è nulla da temere. Ma le uova di giornata, la pace dei boschi, il burro fatto in casa... Sono rivali pericolosi, per te.
(Flora si rabbuia. Ma riprende con disinvoltura)
flora È stato un consiglio del medico.
emma Per un crampo?
flora Si incomincia sempre dalle piccole cose.
emma E il quarto, chi sarà? Una gallina?
flora La vedrai stasera.
emma Come si chiama?
flora Olga.
emma Olga cosa?
flora Quante domande, Emma!
emma Avrò ben diritto d'informarmi sui miei ospiti! Tu conosci mio marito...
flora (scattando) Appunto! Possiamo essere di manica larga. (A Ruggero, con dolcezza, porgendogli il bicchiere) Cosa stai pensando, caro? Non dici nulla.
ruggero (è seduto sul bracciolo del divano, in mezzo alle due donne, e le guarda alternativamente, un po' spaventato) Penso... in che acque navigheremo.
flora (ride, divertita) Ah, il mio bravo Ruggero!... (A Emma, indicandolo come se mostrasse un quadro) Non trovi che è un miracolo, Emma? In tutti questi anni non è cambiato d'un filo!
emma Hai ragione. Sempre vecchio.
ruggero (balzando in piedi) Insomma, signore, vi prego! Non siamo ancora partiti, e ho già l'impressione di affogare... Dovremo vederci ogni giorno, per un mese. Se questo è l'inizio!
emma L'inizio? Ma è un secolo che Flora e io ci vogliamo bene. Non è così?
flora (abbracciandola) Gli uomini non capiscono niente, Emma! (Con altro tono) E adesso devo occuparmi delle valigie, se non vogliamo essere in ritardo. (Grida) Irma!
(Emma raccoglie la borsetta).
emma Io torno a casa, allora. Vi aspetto alle otto.
flora Un momento, cara... (È entrata Irma) Mi aiuti a chiudere le valigie del signore. Delle mie ci occuperemo dopo. Scusate. (Esce in camera da letto, seguita da Irma).
(Emma si avvicina a Ruggero).
emma (piano, dolcemente) Sono contenta di averti con me.
ruggero (piano) Anch'io.
emma Non volevo offenderti, poco fa.
ruggero Lo so. Gli anni passano per tutti.
emma Già... (Accennando alla camera da letto) Ma solo lei li ha vissuti come voleva.
ruggero È una donna forte.
emma Quando vi siete rivisti?
ruggero Circa un mese fa.
emma L'ami ancora? No, volevo dire... (S'imbroglia, la voce le si strozza in gola, balbetta) Ti... ti ricordi... della spiaggia?
ruggero Che spiaggia? (Emma lo guarda. Il telefono suona) Che spiaggia, Emma? (Emma continua a fissarlo disperata)
voce di flora Vuoi rispondere al telefono, Ruggero?
ruggero (scuotendosi) Sì, cara, subito! (Volta le spalle a Emma e stacca il ricevitore) Pronto, casa Mariano. Come?... Aspetti. (Copre il ricevitore con la mano, grida) Flora! C'è nessuno qua che si chiama "Cicci"?
voce di flora Non dire stupidaggini, Ruggero!
(Emma gira sui tacchi, ed esce silenziosamente).
ruggero (al telefono) Dev'essere uno sbaglio, signorina. Qua non ci sono "Cicci"... Pronto. (Nessuno risponde. Ruggero riaggancia) Senti, Emma...
(Entra Flora allegra).
flora E adesso, occupiamoci di noi! ... (Ruggero si volta. Flora si guarda intorno, sorpresa) To'! Se n'è andata?
ruggero (sedendosi sul divano) Sì.
(Per tutta la scena seguente, Flora raccoglierà i suoi indumenti, piegandoli con cura e sistemandoli nelle valigie).
flora Era più spinosa del solito quest'oggi. Il sole la irrobustisce.
ruggero Emma non ti vuol bene.
flora (canzonatrice) Ma no? Davvero? (Ride) Caro, Emma aspetta la mia morte con la pazienza d'un notaio!... È da quella notte sulla spiaggia che non sogna altro.
ruggero Ma quale notte?!
flora Rapallo, Bagni Margherita. Mi appiattai nella cabina un attimo prima che tu arrivassi...
ruggero Lo so.
flora E perché? Non ti sei mai chiesto il perché? M'ero accorta che Emma incominciava a piacerti: dovevo batterla sul tempo. (Torna ad occuparsi delle valigie, allegra) Ah, che colpo... Non lo crederai, ma Emma non ha più avuto nessuno, da allora.
ruggero Se si è sposata.
flora Per disperazione.
ruggero Io non ne sapevo nulla.
flora Eri così occupato a seppellire le tue mogli.
ruggero Emma è ancor giovane, ricca. Se volesse...
flora Oh, la conosco bene! È come una stufa umida. Prima che si scaldi di nuovo, avrà novant'anni. (Suonano alla porta) Giacomino! di già! (Gridando) Irma! Vada lei ad aprire, per favore! (A Ruggero) Aiutami, Ruggero, su!...
(Ruggero, che era caduto in meditazione, si scuote).
ruggero Come?... Ah, scusa, cara. (Si alza, e le si avvicina. Irma esce dalla camera da letto e va nell'ingresso. Ruggero chiude la valigia) Là!
flora Che forza! Ah, faremo un bel quartetto, sulla nave!... Sono fiera di te.
ruggero Grazie. (Irma compare sotto l'arco)
irma Una signora chiede di lei.
flora Adesso non posso. Le dia mille lire e la mandi via.
irma Non credo sia per beneficenza...
flora Senta, Irma. Quando io...
(Ma le parole le si strozzano in gola. Sotto l'arco è apparsa una donna vestita di scuro. È così assurda, con cappello e veletta sotto il soie di luglio, che Flora arretra d'un passo)
Oh dio... La Tosca!
la signora Mi chiamo Sartori, signora.
flora Ah.
la signora (solenne) Vorrei parlarle... in segreto.
flora Con un'entrata simile, c'era da aspettarselo. Scusa, Ruggero...
ruggero Io vado di là.
flora Solo un momento... Sono certa che la signora sarà lapidaria. (Ruggero va in camera da letto, Irma nell'atelier. Flora indica il divano alla sconosciuta) Prego.
(La donna siede, imbarazzata. Una pausa).
la signora Non so come incominciare.
flora Eh no, signora mia, questo non me lo deve dire, io ho fretta. Cominci dalla fine.
la signora Innanzi tutto, debbo farle una confessione. Non mi chiamo Sartori!
flora (amabile) Signora... Non ho preferenze.
la signora Ho fatto ricorso a questo vile stratagemma, per evitare che lei, in preda a una giusta, a una santa collera, rifiutasse di ricevermi... Signora, io sotutto!
flora Ah. (Le siede accanto) Senta, cara, visto che è così bene informata, le dispiacerebbe far saper qualcosetta anche a me?... Faciliterebbe la conversazione.
la signora Anche lei sa tutto.
flora Quand'è così, abbiamo finito. (Si alza. La sconosciuta la trattiene)
la signora Lasci che la guardi! Ah, come ho potuto illudermi di... Lei è tanto bella, signora.
flora Grazie, cara. Le renderei volentieri il complimento se potessi vederla meglio.
(La signora esclama lentamente)
la signora Io mi chiamo Olga.
(Flora si illumina).
flora Olga.!... L'Olga di?... Tesoro mio, e ci voleva tanto a dirlo? Si faccia vedere! (Le solleva la veletta) Su, su, in piedi... (Le prende le mani) Ma lei è una meraviglia! Fresca, rotonda... sembra una mela! Oh Dio, ho fatto una gaffe. Mi perdoni... Ma sono così sorpresa di vederla arrivare sola, bardata in quel modo... Non le sembra un po' scuretto, per una crociera?
olga (quasi piangendo) Basta, signora, basta! Non mi schiacci! (Flora resta allibita) Alle volte c'è più generosità nell'insulto, che nella benevolenza. Sono pronta a tutto, merito tutto... ma non questo. So quanto soffre!
flora Io non soffro affatto.
olga (cocciuta) Lei soffre!
flora (forzandosi alla calma) Olga... permette che la chiami così?... Il nostro incontro sta prendendo una piega che mi sfugge. Torniamo sulla terra, vuole?... Giacomino sarà qui tra poco. Le valigie sono pronte, i signori Rota ci aspettano, e io sono felicissima di conoscerla. Chiacchieriamo da buoni amici, e fra un'ora partiamo tutti e quattro. Va bene?
olga Io non partirò, signora.
flora Come?
olga Non verrò in crociera.
flora Senta, cara, adesso incomincia a seccarmi. (Con forza) Perché è qui, allora?!
olga Per dirle che non sono cattiva...
flora Ma cosa vuole che me ne importi! Dobbiamo essere in numero pari, questo è l'essenziale!... Su, da brava. Dov'è il bagaglio?
olga ...Per chiederle perdono, e per assicurarle che io scomparirò dalla sua vita.
flora (minacciosa) Olga, lei non mi conosce. Non sono tipo da essere presa in giro.
olga Lo so. Anche Cicci me l'ha detto... (Si corregge arrossendo) Mi scusi. Suo marito.
flora "Cicci"?
olga Io lo chiamo così.
flora Capisco. Era dunque lei che?...
olga Sì, ho telefonato per assicurarmi che non ci fosse. Volevo parlarle da sola.
flora (scattando) E allora parli, per il diavolo! Svelta! Si sbrighi!
olga (un po' spaventata) Sì, signora, sì... Dunque... (Con enfasi) Io non sono quella che lei crede!
flora Daccapo!
olga Volevo dire che malgrado le mie colpe, ho una certa sensibilità, ho un cuore... Questa mattina sono andata a trovare suo marito in campagna. Dovevamo prendere gli ultimi accordi per la partenza. Mi ha ricevuto sull'aia.
flora Su che cosa?
olga Sull'aia.
flora E va be'... l'ha ricevuta dove poteva!
olga Ma con un viso, signora, un'amarezza!... Mi ha parlato del suo dolore quando lei ha scoperto la nostra... relazione. Mi ha descritto la sua pena, che lei riesce così bene a dissimulare... In-somma, mi ha fatto capire che tutto era finito. (Si porta il fazzoletto agli occhi. Flora, che ha ascoltato esterrefatta, sibila fra i denti, pensierosa)
flora Mascalzone.
olga Non ci rimproveri, signora. È stato un errore... Giacomino ama lei, non me!
plora Porco.
olga Signora...
flora (torna a voltarsi verso Olga, con uno scatto di energia) Olga, noi non ci faremo rider dietro! Abbiamo promesso di essere in quattro, e lo saremo! Dove sta lei, adesso?
olga (sorpresa) Qui...
flora Dove abita, sciocca?!
olga Tornerò a casa immediatamente. Me l'ha consigliato il signor Ottavio.
flora Un altro! Ma dove li discute, lei, i suoi casi intimi? Alla Radio?
olga Ottavio è l'amico di Giacomino, signora. Sapesse con quanta dolcezza, con quanta bontà mi ha parlato... Si è incaricato perfino di telefonare a mio marito, e di invocare il suo perdono.
flora Lei resta qua, Olga.
olga (alzandosi) No, signora. Io vado. Vorrei però chiederle un favore, se posso osare tanto... Dia questa a Giacomino, quando torna. Lui capirà. (Apre la borsetta e ne estrae una mela).
flora Un'altra!... Per poco che lei faccia all'amore, ragazza mia, le ci vorrà un frutteto!
olga Non capisco... (Flora le si avvicina, le strappa di mano la mela e la getta via, afferrando Olga per i polsi)
flora Mi ascolti: le offro vitto, alloggio, abiti e un viaggio che non le capiterà due volte! Se Giacomino scappa, le troveremo un altro amante...
olga Io ho un figlio, signora!
flora E io ho una figlia! Sposata. Sta in America, detesta sua madre, e le scrive nna cartolina all'anno per Natale... Non sarà la nostra crociera a dar loro il mal di mare!
olga (spaventata) Mi lasci!
(Flora la respinge violentemente, con rabbia)
flora Coniglio.
(Olga la guarda, sconvolta, poi scoppia a piangere e scappa via. Si ode il tonfo della porta che si chiude alle sue spalle. Flora si aggira per la stanza, furiosa. Dà un calcio alla mela che finalmente scompare di scena. La porta della camera da letto si apre, e appare Ruggero. Ci vuole qualche secondo, prima che Flora si accorga della sua presenza. Subito si ricompone, e gli sorride) Oh, Ruggero... Scusa se t'ho fatto aspettare.
(Ruggero tace. Flora fa un altro mezzo giro per la stanza, pensierosa. Pesca qualcosa da un piattino, e se la ficca in bocca. Si volta) Vuoi un'oliva? (Ruggero fa cenno di no).
ruggero Grazie. (Una pausa. Poi Flora comincia, imbarazzata)
flora Ruggero... Sono molto spiacente, ma... debbo dirti una cosa.
ruggero (gelido) Lo so. Siete rimasti dispari.
flora Ah, bene! Ascolti alle porte.
ruggero L'educazione ha i suoi limiti, come la licenza.
(Flora ride, canzonatoria).
flora "Licenza"? Che e 'sta licenza?
ruggero Immaginavo che ne ignorassi il senso. Addio, Flora.
flora (conciliante) Ma Ruggero, noi ci rivedremo. Ti telefonerò appena torno dalla crociera. Va bene?
ruggero Toglimi una curiosità, cara.
flora di'.
ruggero Ti parla un collezionista, un dilettante di casi umani...
flora Non farla lunga, Ruggero.
ruggero C'è mai stato, nella tua vita, un periodo normale?
flora Normale come?
ruggero Già. Cos'è "normale", per te? Diciamo... con degli scrupoli.
flora (con un gran gesto) Eeeh!... Scrupoli di coscienza! Vergogne! Rimorsi!... Facevano un chiasso, giorno e notte a litigare con 'sto povero corpo di ragazza che non voleva saperne. Hai mai provato la coabitazione, durante la guerra? Be', tu certo no, coi quattrini che hai. Ma io sì. La stessa cosa. Un inferno!... A mio marito piaceva tanto, poveretto. Poi lui morì, e io mi irrobustii... Tutti quei bravi sentimenti presero paura, e un bel giorno mi accorsi con sollievo che avevano fatto i bagagli. Ah, Ruggero, che soddisfazione, abitare sola col proprio corpo!
ruggero Non lo credo. C'è sempre un momento in cui l'inquilino sfrattato fa udire la sua voce. (Un'ombra passa sul volto di Flora)
flora Non dico di no. Quando piove... Quando ci si guarda nello specchio, al mattino...
ruggero (incalzante) E allora?
(Flora si riprende con uno scatto).
flora Allora sprango la porta! Tutto, ma non soffrire!
(Ruggero prende il cappello dal tavolo).
ruggero In tal caso, soffrirai poco all'idea di non rivedermi.
flora Ruggero...
ruggero (voltandosi) Addio, Flora.
(È un po' troppo solenne, diritto sui gradini, sotto l'arcata che conduce all'ingresso, e Flora ha buon gioco di buttar tutto in ridere, chinandosi fino a terra e rifacendogli il verso).
flora Addio, conte...
ruggero Non abbassarti troppo, cara. Alla nostra età, corriamo il rischio di non poterci più rialzare.
(Esce, Flora scoppia in una risata plebea).
flora Puh! (Gli grida dietro) Aggiornati! (Conclude, fra sè) Imbecille. (Ma subito si riprende, e chiama, energica e quasi allegra) Irma!
(Irma entra).
irma Signora.
flora Irma, ho bisogno di lei. Telefoni alla signora Rota. Le dica che mi scuso tanto, ma che verremo solo in due, mio marito e io. Se chiede di me, dica che sono uscita. Se le domanda spiegazioni, dica che non sa niente, che non ha capito niente... Tanto le succede, qualche volta.
irma Signora...
flora Zitta. (Alza la mano, tendendo l'orecchio) Una macchina. (Irma si affaccia alla finestra).
irma È il signore!
flora Solo?
irma Con un amico.
flora Il bovaro! (Facendosi coraggio) Be', gli vada incontro, Irma, e prenda le valigie... Le dispiace? irma No, certo.
flora Quando torno, in settembre, assumerò una cameriera fissa, glielo giuro. Ah, Irma. Non una parola di quel ch'è successo. Si mostri sorridente, cordiale, serena... ma già, lei lo è sempre.
irma Sì, signora.
flora Brava.
(Irma esce. Flora corre allo specchio, e si riassesta vestito e capelli, febbrilmente. La pendola batte le ore. Si odono le voci di Giacomino, di Ottavio e di Irma).
voce di irma Entri, entri, signore. Penso io al bagaglio.
(Sotto l'arco compare Giacomino. Ma è stranamente bardato. Un impermeabile sulle spalle, una lunga sciarpa annodata intorno al collo, e un bastone nella destra).
giacomino Buongiorno, cara.
flora Giacomino?!...
(Accanto a Giacomino, compare Ottavio: sembra un buon vitellone di provincia, non eccessivamente raffinato, eterno goliardo fuori corso e fuori tempo).
giacomino Flora, questo è Ottavio. Mio amico, ospite, e infermiere.
(Ottavio viene avanti, e allunga la mano)
ottavio Buongiorno, signora. Sapesse com'ero impaziente di conoscerla!
(Flora, gli occhi fissi ai marito, ignora Ottavio).
flora Vieni avanti, tesoro. Non vuoi sederti?
giacomino Ah, grazie. (Sotto lo sguardo allibito di Flora, Giacomino avanza cautamente, come fosse di vetro e avesse paura di rompersi. Si lascia cadete sul divano) Là!
ottavio (a Flora) Ha visto come s'è ripreso, eh? Un altro!
flora Già. Un altro.
ottavio Non c'è che la campagna, per ridare a un uomo affaticato il suo equilibrio!
giacomino Ottavio.
ottavio (premuroso) Sì?
giacomino Vuoi chiudere quella finestra, per favore? Tira uno spiffero...
ottavio Subito.
flora Siamo in luglio, Giacomino.
ottavio (mentre chiude la finestra) La prudenza non è mai troppa, signora! Catrame, polvere, benzina... Sappiamo bene cosa significa, respirare un'aria infetta.
flora Lei non lo crederà, ma ci vivono tre milioni di abitanti, in quest'aria.
ottavio E ne muore uno ogni mezz'ora.
(Flora si volta verso Giacomino)-
flora Sempre così?
giacomino Simpatico, vero?
flora Tanto.
(Appare Irma con una valigia).
irma Mi scusino. Debbo far stirare la biancheria del signore?
flora Sì, quella pulita. La sporca, via!... Compreremo in viaggio. E ricordi la telefonata.
irma Subito. (Esce nell'atelier)
flora Noi partiamo fra un'ora, Ottavio. Lo sa?
(Ottavio scambia un 'occhiata con Giacomino).
ottavio Sì, ho sentito... Ma credo che Giacomino volesse dirle...
flora (interrompendolo) Se Giacomino vuoi parlarmi, è capacissimo di farlo da solo. Non è vero, caro? (rivolgendosi di nuovo a Ottavio, prima che Giacomino possa aprir bocca) Prende qualcosa?
ottavio Non so... (A Giacomino) Tu?
giacomino Io niente, grazie.
ottavio (a Flora) Neanch'io.
(Flora li guarda).
flora Ah. (Con energia) E io sì, invece! Ho sete! (Si dirige verso il bar. Con altro tono, versandosi da bere) Ti sei divertito in campagna, Giacomino?
giacomino Moltissimo. Dovresti provare anche tu, Flora. È come riscoprire una vita dimenticata. Vero ch'io sono malato...
flora Lo eri, caro.
giacomino Come?
flora (voltandosi e fissandolo) Sei guarito un mese fa. Da un crampo. (A Ottavio) Peccato che lei non possa venire con noi. La vita di crociera, un altro ambiente... l'avrebbero rimessa a nuovo.
giacomino Ottavio non va rimesso a nuovo, Flora. Quello che mi ha reso felice, è stato proprio il ritrovarlo così. Ti parrà assurdo, ma siamo andati a rubar fichi nell'orto vicino a casa sua, come ai tempi di scuola.
flora Cosa?
ottavio (giustificandosi) Mammà dormiva.
flora (ironica) Perché lei abita ancora con mammà?
ottavio E il babbo. Hanno una piccola tenuta, due chilometri da Ascoli Piceno.
giacomino L'avessi visto, mentre scavalcava il muretto! Un ragazzo!
ottavio Anche tu, Giacomino, anche tu!
giacomino No, no, tu sei più bravo!
ottavio Ma se sei arrivato in cima all'albero prima di me!
giacomino Perché tu mi spingevi!
ottavio Con una mano!
giacomino (stringendola fra le sue) Quanto basta! La mano di un amico! (Gli esamina il polso) Hai ancora quella ferita?
ottavio Quale?
giacomino In quinta ginnasio, ricordi? Ci siamo presi a sberle due ore, perché eravamo innamorati della stessa ragazza. Ma sì, stava in classe con noi... La figlia del dentista...
ottavio Rosanna!
giacomino Rosanna!... Poi abbiamo fatto la pace, e in segno di eterna amicizia, ci siamo tagliati i polsi e abbiamo mescolato il sangue... Col mio temperino, fra l'altro.
ottavio Ce l'ho ancora.
giacomino (guardandogli il polso) Dove?
ottavio ...Il temperino. Sta in libreria.
giacomino E la ferita?
ottavio (Si guarda il polso) Eh, non si vede più.
giacomino (idem) Neanche la mia. (Un silenzio)
flora Siete cresciuti, da allora!
giacomino Già.
flora Ma sono felice di sapere che ti arrampichi ancora sugli alberi, la notte. Vuol dire che stai bene.
giacomino (imbarazzato) Oh, era un albero basso!... (A Ottavio) Così, no?
ottavio (spalleggiandolo) Più piccolo, più piccolo...
flora Un cespuglio!
giacomino Quasi.
flora E cosa facevate, d'altro?
giacomino Si andava al Caffè, la sera, a guardare la televisione. Fino alle dieci, eh! Poi, a cuccia. La mattina dopo, alle nove, sua madre mi svegliava con la colazione...
flora (a Ottavio) Mammà.
ottavio Sì.
giacomino Avessi visto, Flora!... Uova, burro, latte, frutta, crema, lardo, pane, dolci... Ci mettevo tre ore, a mangiare tutto!
flora (concludendo) Fino a mezzogiorno.
ottavio A mezzogiorno, in tavola!
flora Ah.
giacomino Ottavio è un cuoco straordinario, sai! (A Ottavio) Quanti piatti sai fare, con le uova?
ottavio (schermendosi) Lascia perdere, Giacomino...
giacomino Di', di'... Quanti? Ottantadue, ottantatre?
(Ottavio si guarda intorno, poi abbassa gli occhi, pudico)
ottavio Centonove. (E resta lì, fiero e modesto, diritto in mezzo alla stanza. Giacomino e Flora lo guardano. Un silenzio)
flora Senta, caro. Io ho una cucina modernissima, di là. Tutta macchine, leve, bottoni... sembra un garage. Perché non ci prepara qualcosa? così Giacomino e io facciamo due chiacchiere, e chiudiamo le valigie.
giacomino (che non vuote restar solo con Flora) Ma Flora, lui è un ospite, qui!
flora Appunto! Bisogna distrarlo! (A Ottavio, tentatrice) Non c'è qualche piatto, fra i centonove, che le stia particolarmente a cuore?...
ottavio Non so... Il Boccone del Re, forse...
flora Il Boccone del Re! Quello che ci vuole. (Chiama) Irma!
giacomino Non adesso, Ottavio!
ottavio Se la cucina è così straordinaria...
flora Unica!... Io non ci vado mai, ma capisco che sia una tentazione irresistibile, per un uomo. (È entrata Irma) Irma, accompagni il signore in cucina, per favore. Spalanchi cassetti, forno, frigorifero, gli mostri tutto quello che c'è, e lo lasci fare. (A Ottavio) O ha bisogno di aiuto?
ottavio No, no... Preferisco star solo.
flora (a Irma) Ha fatto quella telefonata?
irma Sì. La signora non c'era. Ho lasciato un messaggio.
flora Benissimo. (A Ottavio) Vada, caro, vada. Troverà un berretto da cuoco, nell'armadio.
ottavio Grazie. A presto, Giacomino! (Esce con Irma. Flora si volta)
flora Togliti quella sciarpa, caro.
giacomino Non dovevi prenderlo in giro. È troppo facile, per te.
flora (torna ad occuparsi delle valigie) E cambiati d'abito. Ne troverai uno stirato, in camera.
giacomino Ottavio è il mio solo amico.
flora Lo spero.
giacomino Non sai quale sollievo, dopo aver passato la vita fra le sottane, sia per me incontrare un uomo!
flora Gentile.
giacomino ...Parlare con una creatura umana senza sforzarmi d'essere spiritoso, senza l'obbligo di sedurre, senza pensare che prima o poi dovrò prenderla fra le braccia e stenderla su di un letto!
flora Una volta ti piaceva.
giacomino Be', adesso non mi piace più! Sono stufo, di carne!
flora Anche le uova, stancano... L'aria di mare ti farà bene. Cambiati, Giacomino.
giacomino (gridando) Sto male, Flora!
flora Non è vero. Getta via quel bastone, e alzati.
giacomino (petulante) Perché non mi aiuti?!
(Flora gli si avvicina, e lo accarezza).
flora Ma io sono qui, caro. Sono qui per aiutarti. La tua vecchia, paziente, inesauribile Flora. Pronta a vestirti, a nutrirti, a cullarti fra le sue braccia... Ma anche tu non mi devi mancare.
giacomino Ho creduto veramente di morire.
flora Certo.
giacomino Sapessi che impressione orrenda è quella di restare fulminati in piena gioia... Uno pensa che tutto funzionerà come in passato, e invece il pericolo sta lì, nei presente, e non lo vedi.
flora Un crampo, Giacomino.
giacomino "Un crampo, un crampo!...". E se fosse il cuore? Noi corriamo verso la morte all'indietro, gli occhi fissi alla vita!
flora L'hai letto su un calendario, Giacomino.
giacomino Ma è vero! Siamo dei mostri.
flora I mostri non sono che uomini visti con la lente d'ingrandimento! A me non spiace di sembrare più grossa. Ho l'impressione di durare di più.
giacomino Dove l'hai letto?
flora È mia.
giacomino Sei incredibile.
flora Lo so. (Gli dà un bacio leggero sulla guancia) E adesso alzati, caro. Emma ci aspetta. (Torna ad occuparsi delle valigie)
giacomino Olga non verrà, Flora.
flora (disinvolta) Davvero? Pazienza. Anche Ruggero è impegnato. Andremo noi due.
giacomino E Ottavio? Come posso piantarlo qua? È stato gentile con me.
flora Anch'io, tesoro. E sono tua moglie.
(Una pausa. All'improvviso Giacomino afferra il bastone e lo scaglia attraverso la stanza, gridando)
giacomino Non è vero!... (Flora si volta, stupefatta) Ti ho sposata, ma non sei mia moglie! Andiamo a letto assieme, mangiamo assieme, dormiamo assieme, ma non sei mia moglie! E quando saremo morti, ci metteranno nella stessa tomba, con lo stesso nome, e ancora non sarai mia moglie! (Urla) Sono solo! Ho paura! (Irma appare sulla soglia della cucina).
irma Il signore ha chiamato?
flora No, se ne vada.
giacomino Sì, ho chiamato! (Urla) Aiuto!
irma Signor Giacomo!
flora Se ne vada, le dico.
giacomino Resti qua, Irma!
irma (avanzando) Non si agiti così... Fa male al cuore.
giacomino Non ho più cuore! (Indica Flora) L'ha mangiato lei! (Urla) Ottavio! Ottavio!
flora (calma) Hai finito?
giacomino No. Comincio adesso! Dichiarazione d'Indipendenza, articolo primo: non voglio più fare all'amore. Articolo secondo: mi pento. Articolo terzo: voglio andare in campagna.
flora Credi che ì tuoi amici sopporterebbero a lungo queste pagliacciate?
giacomino Anche un secolo, se necessario! Mi amano, loro, mi curano, mi capiscono!...
(Sulla soglia della cucina compare Ottavio)
ottavio (a Irma) Scusi, signorina, non trovo lo zenzero.
flora Nel cassettino sopra il lavabo. C'è scritto.
giacomino Ottavio! Devo parlarti!
ottavio Un momento, Giacomino, un momento... (A Flora) Sopra il lavabo, dice? Grazie mille.
(E scompare, richiudendo la porta. Giacomino resta col braccio teso, la bocca aperta, come volesse richiamarlo. Poi si affloscia, sconfitto. Un lungo silenzio. Irma raccoglie il bastone e lo depone sul tavolo).
flora (piano) Grazie.
irma (in un soffio) Prego, signora. (Esce nell'atelier. Flora si avvicina alle spalle del divano)
giacomino Niente scene, Flora.
flora D'accordo. Ma sia ben chiaro che io me ne infischio della crociera. Sai che trovata, andare in Africa d'agosto!
giacomino (sorpreso) E dunque...
flora Inoltre è pericoloso. Per il vecchio Rota, per i suoi amici, noi non siamo nessuno, Giacomino. Ed Emma lo sa.
giacomino Ma allora...
flora Allora si parte! Aver paura è come arrendersi.
giacomino (deluso) Non per essere criticato, Flora... Ma io sono un tipo che si arrende volentieri. (Flora gli lancia uno sguardo terribile) Sono stanco, sono invecchiato!
flora Sciocchezze. Tutti invecchiano. Basta metterci un po' di grazia.
giacomino Credi di averne, eh?
flora (allegra) Sì. Rustica, paesana, con un vago odore di erbe e di cipolle. Ci devono essere antenati fiamminghi, in casa mia.
giacomino Lasciamo perdere i tuoi antenati, Flora. Quando ti ho sposata, non ne avevi.
flora Potevo almeno risalire fino a mio padre. Ti sfido a fare altrettanto.
giacomino Non toccare mia madre! Era una santa!
flora Santa, Giacomino... ma distratta!
giacomino Non è colpa sua se ha avuto una giovinezza tumultuosa! Era bella, fine, appassionata... E Dio sa cosa ha sofferto per il nostro matrimonio. Forse l'hai dimenticato, ma io avevo otto anni meno di te... Li ho ancora, del resto.
flora Per poco, Giacomino. Di questo passo, fra un mese sarai mio padre.
giacomino Colpa tua! Sì, sì, tua! Certe notti d'amore che durano fino a mezzogiorno...
plora E le tue amanti?
giacomino E i tuoi?
flora (allegra) Siamo pari, allora. Tutto è a posto. Cambiati, e partiamo. (Si allontana)
giacomino Flora! Flora! Non si tratta di partire o di restare, di essere pari o dispari. Si tratta di noi. La mia malattia era un segno, un avvertimento.
flora Il Cielo dev'essere ben scaduto, se invece degli Angeli usa i crampi, come messaggeri!... Ah, Giacomino. Tu hai solo paura, ecco la verità.
giacomino Certo. È il mio modo di pregare! (Flora gli si avvicina)
flora Ascolta, caro. Ammettiamo, per farti piacere, che la nostra unione sia un po' curiosa. A me sembra bello fare apertamente ciò che altri fanno di nascosto. Ma riconosco che usa meno: si va stendendo un velo nero, sulle nostre città... Anzi, un panno nero. Restiamo almeno noi due, in abiti civili. Se ho ragione io, rideremo fino all'ultimo. Se ho torto... Bah, qualche anno di vita non fa molta differenza, su questa terra. Ce ne han dati così pochi.
giacomino Io tengo ai miei.
flora Anch'io. Passiamoli al sole.
giacomino Ti credevo sorda, Flora. Sei anche cieca: fa buio!
flora Ma Giacomino, bisogna crederci, a un'altra vita, per cam-biare questa! Ci credi tu? Conosciamo qualcuno che ci creda sul serio? No. E allora? Alzati, alzati... Vedrai che risate ci faremo, in barca. Quello, sarà un bagno di giovinezza, e non l'assurdo tentativo di rimettere i calzoni corti! È stato Ottavio a montarti contro di me, eh?
giacomino Un po'.
flora Naturale. Sta ancora aggrappato ai tempi del ginnasio, quando facevate la lotta sull'erba. S'è difeso dalla vita con una barriera di uova, lui. Ma tu, no. (Protende le braccia) Vieni qua, Giacomino. Vieni dalla tua Flora.
giacomino (cominciando a cedere) Avrò bisogno di cure.
flora Certo.
giacomino (guardandosi attorno) Non ho il bastone.
flora Sai bene che non serve.
giacomino (alzandosi) Vienimi incontro.
flora No, Giacomino. Tocca a te, questa volta.
(Giacomino fa un passo. Suonano alla porta).
giacomino (fermandosi) Chi è?
flora Il taxi.
giacomino Si parte adesso?
flora Sì.
(Giacomino avanza di nuovo. Irma esce dall'atelier, e Giacomino si ferma, abbassando gli occhi. Irma rallenta, guardandoli, poi si avvia spedita verso l'ingresso. Flora protende di nuovo le braccia. Giacomino si avvicina. Lentamente, Flora lo attira a sé, facendogli descrivere un mezzo giro. Si baciano. In quei momento, sotto l'arco, compare Ravasio. Indossa la giacca sopra la camicia da lavoro, e nella tasca della giacca tiene ficcata la mano destra. Con un mugolio di spavento, gli occhi sbarrati, Giacomino tenta disperatamente di liberarsi da Flora).
flora (lasciandolo andare) Che ti prende?
(Giacomino fa un salto indietro, pulendosi le labbra e appoggiandosi a una poltrona, lo sguardo fisso a Ravasio. Flora si volta).
ravasio Buongiorno.
flora (con un sorriso forzato) Buongiorno, Ravasio.
(Irma è comparsa sotto l'arco. Ravasio avanza, guardandosi attorno).
ravasio In partenza, eh?
flora Già. (Indicando il marito) Tutti e due.
ravasio Non mi aspettava, immagino.
flora Le dirò, caro... Sua moglie mi ha un po' abituata a questo genere di apparizioni. Dev'essere lo stile di famiglia.
giacomino (sorpreso) Olga è stata qui?
flora Poco fa. Ci dev'essere ancora una mela, da qualche parte. (A Ravasio) Allora? Ha qualcosa da dirmi?
ravasio Sì: mi fate nausea. Tutti e due.
(Un silenzio).
flora (scattando) Cosa sta a fare lì, Irma? Non vede che siamo tra amici?!
irma Sì, signora. (Esce nell'atelier)
flora Senta, Ravasio...
ravasio Zitta. (Si avvicina a Giacomino) Ho giurato che avrei ucciso quel mascalzone... Ricorda?
flora Giacomino è stato ammalato... Non ha più la memoria d'una volta.
ravasio Ma io sì. Io me la ricordo, l'Olga d'una volta. (Indica Giacomino) Me l'ha sfigurata, contagiata... Gli ha tolto un po' della sua vita, e gliene ha data della vostra. E io non ho o stomaco di sopportarla.
flora Scusi, Ravasio, ma adesso esagera. Olga è pentita, Giacomino anche...
ravasio Pentito, lui?!
giacomino Sì, pentito, pentito!... Lo chieda a lei... Flora!
flora (garantendo) Pentito, Ravasio.
ravasio E lei?
flora (candida) Io? di che?
ravasio Sono anni che le clienti mi riportano voci, storie, pettegolezzi. Ho sempre rifiutato di ascoltarle. Oggi so cosa vale.
(Flora si fa improvvisamente dura).
flora Senta, caro. Mezz'ora fa piomba qui sua moglie, bardata come un cavallo... (Interrompendosi) A proposito, chi la veste in quel modo?
giacomino Lascia perdere, Flora!
flora Va bene, va bene... (Riprendendo) ...E mi fa una assurda scenata, con pianti, singhiozzi e abbracci. Ora arriva lei, con una mano in tasca e la camicia nera. Crede di farmi paura? Sono anni che ci campo, in mezzo alle tragedie! Stanno sempre là, all'orizzonte, e non scoppiano mai... Spari, se la diverte!
giacomino (spaventato) Flora!
flora Spari! Spari! Ha fallito vita, moglie, amori... Fallirà anche il bersaglio!
giacomino Non l'ascolti. Ravasio!
flora Zitto, Giacomino!
giacomino Sta delirando, glielo giuro!
flora Non scusarti! Tu sei con me!
giacomino (urlando) No! Sono con lui!
flora Giacomino! La guerra è finita da un pezzo! Non serve più cambiare alleati ogni mezz'ora!
giacomino Io cambio, invece! (Urlando) Ottavio! Ottavio!...
(Un silenzio).
ravasio E io mi credevo infelice... Che pena. (Con altro tono) Bah, facciamola finita. (Cerca, senza riuscirvi, di estrarre la mano di tasca).
giacomino (terrorizzato) No, Ravasio, no!... Ah! (Si affloscia sulla poltrona, chiude gli occhi).
flora (accorrendo) Giacomino!
(Ravasio estrae finalmente la mano di tasca. Stringe un pacco).
ravasio Le sue lettere d'amore. Volevo restituirle.
flora Se le ricopi! Imparerà come scrivere a sua moglie! (Slaccia la cravatta di Giacomino) Su, caro, su, non è niente... Ecco, guarda, se ne va... (Ravasio butta il pacco di lettere per terra, vicino a Flora che si è inginocchiata a lato della poltrona, e si avvia verso l'uscita) Respira, tesoro, respira forte... Dove ti fa male? Qui?... Rovescia indietro la testa... Così. Respira, adesso... (Ma pur soccorrendo ad alta voce il marito, Flora tende l'orecchio, finché non ode il tonfo della porta d'ingresso che si richiude dietro Ravasio. Di colpo cambia tono, si alza, ed esclama con calma) Puoi smetterla, Giacomino. Se n'è andato. (Chiama) Irma! (Torna a voltarsi verso Giacomino, ancora inerte, svenuto) Su, caro, a me non la dai a bere. Te l'ho insegnato io. (Con forza) Giacomino! (Con un sospiro, Giacomino si alza, raccoglie le lettere, si avvia verso l'altra estremità della stanza) Bravo.
(Entra Irma) Irma, visto che il taxi non arriva, ne chiami un altro, e faccia scendere le valigie con l'ascensore.
irma Subito. (A Giacomino) Anche le valigie che aveva in campagna, signore?
(Giacomino sta con le spalle voltate alle due donne, pensieroso, e non risponde. Flora risponde per lui).
flora Certo, certo... Dopo.
(Finalmente si ode la voce di Giacomino, calma, sicura).
giacomino (senza voltarsi) No, Irma. E neppure quelle della signora.
(Flora e Irma lo guardano sorprese. Un silenzio).
flora (a Irma, con energia) Si sbrighi, per favore! (Irma esce con due valigie. Flora fa un passo verso Giacomino che è sempre immobile, al proscenio, voltato verso il pubblico. Esclama minacciosa) Allora? Si ricomincia?
(Lentamente, Giacomino si mette a ridere. Una risata dapprima leggera, tutta interiore, divertita, che a poco a poco si fa più forte, mentre Giacomino vaga per la stanza, piegandosi in due e appoggiandosi ai mobili).
giacomino Che stupido!... Che stupido, a non pensarci prima!...
(Flora è senza parole, dalla sorpresa. Ancor più sorpresa è quando Giacomino si volta, e, al vederla, ha un nuovo accesso che quasi lo soffoca).
flora Devo ridere anch'io?
giacomino (ridendo) No, Flora, no... Tu non puoi... né ridere... né partire...
flora Perché?
giacomino (c.s.) Perché... se non vengo io... ah! ah! Sei dispari!
flora (allarmata) Ma tu vieni, ora.
(Giacomino, ridendo, fa cenno di no con le dita).
giacomino Dopo quel ch'è successo?!...
flora Ma cosa è successo? Niente! Abbiamo perso un fornitore, ecco tutto.
giacomino E io... che avevo paura di restar solo!... Rimarrai qua!... qua!... Con me!
(Entra Irma).
irma Anche queste, signore?
giacomino Sì, sì... Anche quelle... Tanto, le riporta su!...
(Irma si ferma, allibita).
flora (a Irma) Presto, presto.
(Irma prende le altre due valigie ed esce. A poco a poco, la risata di Giacomino si calma. Flora cerca di darsi un tono, ma è chiaro che incomincia ad essere inquieta).
flora Credi che non sia capace di partir sola?
giacomino (divertito) No. Flora. Non sei capace. Non oseresti mai presentarti a Emma Rota senza neppur un uomo. Lei là, schierata con marito, amici, marinai... una flotta! E tu sola, con quattro valigie e una cappelliera. Manco morta, ci andresti.
flora Troverò un altro.
giacomino A quest'ora? (Suona il telefono) Senti?... I Rota. Cosa devo rispondere?
(Il telefono continuerà a suonare, ossessivo, fino al termine della scena).
flora Per l'ultima volta, Giacomino. Vuoi sbrigarti?
giacomino No, Flora. Voglio che tu resti qua a curarmi.
flora Senti...
giacomino Non basta. Ho scoperto, quand'ero in campagna... (Ma si interrompe, turbato. Sotto l'arco è apparso Tino Pinucci, con un mazzo di fiori in mano).
tino Buonasera, signor Mariano. (A Flora) Buonasera, signora. Non ho resistito alla tentazione di rivederla e di augurarle buon viaggio... Il Conservatorio è chiuso, coi miei sono in rotta, e non so proprio dove andare in questi giorni.
(Giacomino e Flora si guardano. Lo stesso pensiero li attraversa entrambi, in un lampo. E mentre la costernazione sbarra gli occhi di Giacomino, la luce del trionfo illumina quelli di Flora. Comincia a ridere. Ride esattamente come Giacomino poco fa, scuotendosi tutta, piegandosi in due, ed indicando a se stessa, deliziata, la faccia di Giacomino).
giacomino (scattando, a Tino) Fuori dai piedi, lei! Non sopporto che si faccia la corte a Flora in mia presenza!
tino Ma io...
flora (a Tino) Non badargli, caro! È malato, sta delirando!
giacomino Mi sente, Tino?!
flora Ora fili a casa, ti cambi e vieni in crociera con me.
tino (illuminandosi) In crociera?
giacomino Non le dia retta! È assurdo!
tino Sarà assurdo, signor Mariano... Ma a me farebbe piacere!
giacomino La guardi, disgraziato! Ha vent'anni più di lei!
flora E otto più di te! Ricordi?
giacomino Flora, per l'ultima volta! Non puoi lasciarmi solo!
flora Non ti lascio solo, Giacomino... Ti lascio con la tua giovinezza. Cercala. Sta in cucina. (Prende i fiori dalle mani di Tino e li butta in aria, esclamando allegramente) E tu avanti! Marsch!
giacomino Flora!
(Flora e Tino escono. Giacomino esita un istan-te, poi li rincorre, invocando) Flora! Flora! (Si ode ancora una volta la sua voce, implorante. Poi più nulla. La scena rimane vuota e silenziosa, se si eccettua lo squillo ossessivo del telefono. Infine, anche il telefono tace. Dalla porta della cucina fa capolino Ottavio. Regge un enorme piatto sul quale troneggia, candido di burro e di crema, il "Boccone dei Re").
ottavio È permesso? (Si guarda intorno. Dall'ingresso appare Giacomino, affranto) Oh, eccoti qua. Ho fatto più presto che ho potuto, ma c'era poco gas.
giacomino Flora se n'è andata, Ottavio.
ottavio Perbacco! E io ho preparato per tre.
giacomino Non tornerà più!
ottavio Torna, torna, sta' tranquillo... (Comincia a sgombrare il tavolo).
giacomino Ti ho chiamato mille volte, in aiuto.
ottavio Ho sentito.
giacomino Hai sentito?! E allora perché non...
ottavio Per insegnarti a vincere da solo, Giacomino. Dov'è la tovaglia?
giacomino Lascia perdere: non ho fame.
ottavio Stai scherzando?! Il Boccone del Re!... (Fruga nei cassetti) Ah, ecco qua. (Prende una tovaglia, la spiega) Coraggio, Giacomino!... "Primum desinare, deinde philosophare"... Là. Ti ricordi quella strofetta, che si cantava in liceo? Ma sì, l'avevamo scritta assieme... "Niente qua dura eterno. E non dispera il saggio. Lungo fu il nostro inverno. È ritornato il...". Che cosa è ri tornato, Giacomino?
giacomino (fra sé) Non resisterò senza di lei.
ottavio Giacomino! Che cosa è ritornato?
giacomino [scuotendosi) Eh? (Con un gesto) Non so, non ricordo!
ottavio Sì che te lo ricordi... "Niente qua dura eterno. E non dispera il saggio. Lungo fu il nostro inverno. È ritornato il..."?
giacomino (urlando) Il maggio!
ottavio "Il maggio"! Visto che te lo ricordi? (Giacomino lo guarda. Ottavio sorride. Anche Giacomino sorride, stancamente. Poi gli dà un pugno affettuoso sul braccio, e si alza, avvicinandosi al tavolo, È entrata Irma) Ah, signorina, mi scusi... Dove sono le posate?
irma Ora gliele porto. (Si avvia verso la cucina)
ottavio Grazie... E anche i piatti!
giacomino Irma.
(Irma si ferma e si volta).
irma Sì, signore.
giacomino Lei sta piangendo... Cos'ha?
irma Niente, signor Giacomo.
giacomino Su, su, si asciughi le lacrime, e venga a mangiare con noi. Guardi che bel piatto ci ha preparato il signor Ottavio. Io sono guarito, sa. Anzi, per essere sincero... avevo esagerato, un po'.
irma Lo so, signore. Ma non piangevo per lei.
(In quel momento, Ottavio finisce di sturare una bottiglia di spumante. Il tappo vola via con un botto allegro).
ATTO TERZO
La stessa scena, due mesi dopo. I mobili sono di nuovo senza fodere, ma la loro disposizione è cambiata. Il divano è diventato il letto di Ottavio, e sta di traverso al centro della stanza. Un altro divano (di vimini) coperto da grandi cuscini di cotone a fiori, ha preso il posto del primo. I vestiti di Ottavio, gli avanzi di pasti mangiati disordinatamente, suggeriscono quell'immagine di barca alla deriva che danno spesso le case degli scapoli. Fa ancora molto caldo, le finestre sono aperte. È il tramonto. Al calar della sera, si accenderanno le insegne luminose della strada, e dal bar di fronte giungerà a intervalli la musica di un juke-box. Irma sta raccogliendo tazzine da caffè, bicchieri, piatti, sparsi un po' dappertutto. Una figura d'uomo in smoking, il volto coperto da una gran testa d'asino di cartone, esce dall'atelier, e si avvicina furtiva alle spalle di Irma.
uomo (facendo la voce grossa) Buh! (Irma trasale appena, voltandosi. L'altro ride) L'ho spaventata?
irma Molto.
uomo Non è vero. Lo dice per compiacenza. (Irma continua nel suo lavoro, volta al proscenio. L'uomo si avvicina alla camera da letto, togliendosi la testa di cartone. È Ottavio. Bussa, chiamando) Giacomino!
voce di giacomino Che c'è?
ottavio La metto io o la metti tu, la testa d'asino?
voce di giacomino Come vuoi.
ottavio Eh no, qua bisogna decidere. Se tu metti la testa d'asino, io metto quella di porco, se invece il porco lo fai tu, faccio io l'asino... (Chiama di nuovo) Giacomino! (Nessuna risposta. Ottavio alza le spalle) Mah, forse è meglio non metter niente. Con questo caldo... (Butta la testa d'asino sul divano. Si guarda compiaciuto nello specchio) Come sto, Irma?
irma (che gli volta le spalle) È molto buffo, signor Ottavio.
ottavio Badi che io sono senza testa, adesso.
irma Oh. Mi scusi.
ottavio Forse ho preso troppo sole. Non trova?
irma No.
ottavio Come può dirlo, se non mi guarda neppure? (Si volta) Ehi! Dia qua. (Fa l'atto di prenderle i piatti di mano. Irma resiste)
irma Grazie. Faccio da sola.
ottavio È arrabbiata, con me?
irma Perché dovrei? (Esce in cucina. Ottavio torna allo specchio)
ottavio Riconosco che dal giorno del mio arrivo questa stanza sembra un porto di mare. Ma è una specie di rivincita, sa. A casa mi opprimono, con la mania dell'ordine... (Si tocca i fianchi, sorpreso) La fascia! Ho dimenticato d'indossare la fascia! (Rientra Irma) Dove diavolo... L'ha presa lei, Irma? Per stirarla, intendo.
irma Non ci ho pensato, signor Ottavio.
ottavio (smettendo di cercare) Certo, era mia! Ma se fosse stata di un altro? Di Giacomino, ad esempio?...
irma Cosa vuol dire?
ottavio (ride bonaccione) Niente, niente... Io scherzo! (Si rimette a cercare) Ero certo di averla messa sul letto... Eccola qua! (La prende con uno strattone dal piano del tavolo, facendo cadere un piatto) Oh, mi dispiace... (Si inginocchia per raccogliere i pezzi. Irma fa altrettanto).
irma Lasci, signor Ottavio.
ottavio Adesso mi odia.
irma Che assurdità.
(Sono in ginocchio, uno di fronte all'altra. Ottavio chiede con voce sorda).
ottavio Perché non mi guarda, allora?
(Irma alza la testa).
irma Io?
ottavio Ma non così... Sorridendo.
irma Di che dovrei ridere?
ottavio Di me. Di questo goffo vitello che cerca di parlare, di muoversi, come Giacomino... E di piacere, anche, come lui. (Le prende il polso) Mi dica che le piaccio, Irma.
irma Il caldo le fa male, signor Ottavio.
ottavio Mia madre mi ha abituato alla tenerezza. Ne ho bisogno.
irma La prego...
ottavio Cosa le dà fastidio, in me? Il disordine?
irma Niente.
ottavio Non... non vesto bene? (Mostra la giacca) Guardi, è di Giacomino...
(Irma ride appena appena, e si rialza).
irma Lei è troppo giovane, signor Ottavio.
ottavio Per che cosa?
irma Per la sua età.
(Ottavio scatta).
ottavio Ebbene, si sbaglia! Capisco molto più di quel che credete! Ci sono abituato, io, a frugare nella gente!... La mia stessa vita, mica l'ho vissuta. L'ho spiata dal buco della serratura... (Fra sé) E non è stato un bello spettacolo.
irma Forse il punto di vista era un po' basso.
ottavio È colpa mia, se non sono cresciuto di più?
irma Sì, signor Ottavio. È colpa sua.
ottavio Ma bene! Dica addirittura che sono un minorato, un anormale, un cretino. (Irma esce in cucina. Ottavio la segue fin sulla soglia) Lo dica, su, coraggio! Non mi offendo! Lo dica!
(Dalla camera da letto, alle spalle di Ottavio, esce Giacomino. È senza giacca, la cravatta nera ancora sciolta. Come Ottavio, è molto abbronzato).
giacomino Cos'hai da gridare?
ottavio Irma. Mi giudica un cretino. (Si leva la giacca e indossa la fascia) Voglio che lo dica.
giacomino Te lo dico io. Sei un cretino.
ottavto No! Lei!
giacomino Non devi chieder troppo. Ottavio. Dopotutto sei un ospite, qui. (Si avvicina allo specchio e comincia ad allacciarsi la cravatta).
ottavio Mi credevo un amico.
giacomino Anche.
ottavio "Anche". Lo dici debolmente...
giacomino Per non farti male.
ottavto (lamentoso} Giacomino...
(Giacomino si volta di scatto, la cravatta in mano).
giacomino O insomma! Son due mesi che mangio come pare a te, odio il mare ma ci vengo, soffro d'insonnia ma vado a letto alle dieci... Non faccio un gesto, non dico una parola, che mi piacciano! Che altro vuoi?
ottavio Un po' d'amicizia.
giacomino Ma è questa l'amicizia, imbecille!
ottavio No. Non era così.
giacomino Ah! Non era... (Gli si avvicina, abbassando la voce) E noi, Ottavio? (Indica la faccia dell'amico) Quel ragazzino timido, fantasioso, dalle unghie sporche ma dal cervello pulito, che divideva il banco con me... era così?
ottavio Non sono molto cambiato.
giacomimo Peggio, sei morto. Imbalsamato.
ottavio Tu mi odi.
giacomino (piano, disperato) No, ma ti serbo rancore... Avevi quindici anni. Ottavio, e ti volevo bene.
ottavio Io te ne voglio ancora.
giacomino Quando mi piaceva una ragazza, venivo da te a confidarmi .
ottavio Non è colpa mia se hai smesso.
giacomino Quand'ero triste, mi rifugiavo in casa tua. E se avevo voglia di sfogarmi, me la prendevo con te.
ottavio Lo stai facendo.
giacomino Oh, non così... A suon di schiaffi, ricordi?
(Ottavio fa un passo indietro, allarmato).
ottavio Giacomino... son cose che si fanno da ragazzi.
(Giacomino fa un passo avanti).
giacomino Visto che non sei cambiato...
ottavio Che c'entra? Non è motivo per fare a pugni!
giacomino Allora ti piaceva. Eri coraggioso, Ottavio, e mi incutevi rispetto...
ottavio Che ti prende?!
giacomino Hai ancora un po' di coraggio?
ottavio Certo...
giacomino Sei capace di difenderti?
ottavio (indietreggiando) Basta, Giacomino!
giacomino (incalzandolo) Non aver paura...
ottavio Vuoi smetterla?!
giacomino Ti supplico! Non aver paura!
ottavio Giacomino! Io sono un ospite, qui!
giacomino No! Sei un amico!... il mio amico, il mio amico! (Lo colpisce ripetutamente, con rabbia).
(Sulla soglia della cucina compare Irma).
irma Signor Giacomo! (Giacomino colpisce ancora. Ottavio inciampa nel divano e cade all'indietro, gli occhi sbarrati fissi sull'aggressore. Un lungo silenzio. Poi Giacomino si volta e fa qualche passo, le spalle alla platea) Si è fatto male, signor Giacomo?
ottavio Ah, questa è straordinaria. Lo chiede a lui, se si è fatto male!
(Irma accorre verso Ottavio).
irma Mi dia la mano.
ottavio (respingendola) No! Faccio da solo. (Si rialza, solenne e ridicolo) Ma voglio che si sappia, prima che io me ne vada: non mi ha fatto male!
irma Il signore non ne aveva certo l'intenzione.
ottavio La smetta, lei, di prendere le sue parti!
(Giacomino resta immobile. Irma mormora).
irma Mi scusi. (Ed esce di nuovo).
(Giacomino si volta e si avvicina all'altro divano, gli occhi bassi. Ottavio si riassetta).
giacomino Ti chiedo scusa.
ottavio Tutti a chiedermi scusa, adesso! Non potevate pensarci prima?
giacomino Resta qua, Ottavio.
ottavio Neanche un minuto! Faccio le valigie, e via. (Un silenzio. Con altro tono) A meno che tu insista...
giacomino Insisto.
ottavio E va bene. Per farti piacere, eh. (Si china a raccogliere la sua giacca e la cravatta di Giacomino) La tua cravatta.
giacomino Grazie. (Guarda Ottavio e lentamente gli sorride. Sottovoce) Vecchio impotente.
ottavio (con lo stesso tono) Vecchia carogna.
giacomino Non hai caldo?
ottavio Io? Scoppio!
giacomino Aspetta. (Urla, allegro) Irma! Da bere!
ottavio Forse sta cambiandosi... Vado io.
giacomino Sei un santo. (Ottavio esce in cucina, Giacomino gli grida dietro) Roba fresca, eh! Quella in frigorifero!
voce di ottavio (dalla cucina) Stai tranquillo, è il mio regno!
(Giacomino si sdraia sul divano, pigramente. Si ode a tratti la musica di un juke-box dal bar di fronte).
giacomino Ottavio...
voce di ottavio Sì...
giacomino Che giorno è, oggi?
voce di ottavio Dieci settembre.
giacomino Luna nuova?
voce di ottavio Forse.
giacomino Non fa ancora buio, e già si vede benissimo... Tutta gialla.
voce di ottavio Sarà il caldo.
giacomino Fin dove credi che illumini? Solo l'Italia, o anche il mare... l'Africa?
voce di ottavio Mezzo mondo, credo. Se non e nuvolo...
giacomino Sarà nuvolo, laggiù?
voce di ottavio Laggiù, dove?
(Giacomino tace, Ottavio rientra dalla cucina, con due bicchieri e una caraffa d'aranciata).
ottavio Laggiù, dove?
(Giacomino si rigira sul divano).
giacomino Niente. Da' qua. (Si versa da bere. Ottavio siede su una poltrona vicina)
ottavio Dovresti finire di vestirti, Giacomino.
giacomino Ci tieni molto alla festa?
ottavio Credevo ti seccasse andare a letto alle dieci.
giacomino È così lontano...
ottavio Proprio per questo.
(Giacomino fa oscillare il liquido nel fondo del bicchiere. Mormora all'improvviso)
giacomino Vorrei fare all'amore, Ottavio.
(Ottavio trasale).
ottavio Cosa?
giacomino Ho detto che vorrei fare all'amore.
ottavio Bravo! Ora che stai bene?!
giacomtno Se devo aspettare d'essere in punto di morte...
ottavio Non ho detto questo! Però è assurdo, ecco... ridicolo! (Si alza) Ma come! io mi faccio in quattro per curarti, distrarti, nutrirti... insomma per ridarti il gusto della vita, e tu intanto... Scusa, Giacomino, ma non è leale! (Attraversa la stanza a lunghi passi) L'amore!... (Si volta) Con chi, poi? (Un gesto) No, non dirmelo! Non mi interessano più le tue storie di serve. Quello che trovo insopportabile, è questa smania di cambiar parere ogni cinque minuti... (Ci ripensa) Ce l'hai ancora, l'Imperatrice?
giacomino (distratto) Chi?
ottavio Quella tutta viola. Dici che quando si spoglia...
giacomino No, non l'ho più vista. (Si alza, e si avvicina alla finestra di proscenio).
ottavio Senti, Giacomino. Io non sono un tiranno. Se hai desiderio di fare all'amore, avrai le tue buone ragioni... Fallo. Telefona a qualche ragazza. Io esco, e ritorno domattina.
giacomino (guardando fuori) Non posso.
ottavio Come sarebbe?
giacomino Devo sentirmela alle spalle, per vedere le altre. Le ho ceduto i miei occhi, le orecchie.... il corpo. Non sono più che un pezzetto di me. La parte più grande, più viva, sta in lei.
ottavio Lei, chi? (Giacomino tace. Ottavio capisce, e scatta, indignato) Ah! Bene! Si ricomincia!... Ma quando hai accettato di venire al mare...
giacomino (interrompendolo) Pensavo a lei. Forse troverò una bottiglia sulla spiaggia - mi dicevo - con la sua voce dentro: "Torno, Giacomino, torno...".
ottavio E quando ti ho sorpreso al telefono?...
giacomino Chiamavo casa Rota. Li aspettano da un giorno all'altro. (Un silenzio)
ottavio Ladro.
giacomino Ottavio...
ottavio Ladro, ladro! Hai usato la mia amicizia come una coperta, per scaldarci il ricordo di Flora!
giacomino È mia moglie.
ottavio Sì! Lei da una parte, e tu dall'altra! Oppure assieme, che è anche peggio!... Bel matrimonio! Pulito!
giacomino Un matrimonio non ha neppur bisogno d'esser pulito,
Ottavio. Ha in sé tanta forza, che i tuoi poveri affetti non conosceranno mai.
ottavio Ah no, eh, Giacomino... Non la morale, adesso!
giacomino (scattando) Flora mi appartiene, come io a lei! Nel bene, nel male... (Ripensandoci) Quale male, poi?
ottavio Ah. Te lo sei già dimenticato, Ravasio.
giacomixo Che ne sai, tu?
ottavio Ho le mie informazioni. Non cel'ha fatta, a riprendere Olga. S'è tenuto il bambino, ma lei no. (Un silenzio)
giacomino È una storia che non riguarda Flora. Io la riprenderò.
ottavio (ironico) Anche domani...
giacomino Anche adesso.
ottavio Con i suoi amici?
giacomino Oh, sarà cambiata.
ottavio (incalzante) Ma se non è cambiata?
giacomino (scattando) Com'è! (Più calmo) Com'è. Pur che torni.
(Ottavio grida, con sincera disperazione)
ottavio E io? Che c'entro io, in questa casa?!
giacomino Me lo sto chiedendo, Ottavio. Che c'entri? (Sembra che Ottavio stia per saltargli addosso. Invece si gira di spalle, per nascondere le lacrime. Giacomino riprende con voce bassa, dolorosa) Mi vergogno, sai, di essere crudele. Ho cercato veramente di trovare con te una specie d'innocenza... Mi credi?
ottavio Sì.
giacomino Ma quando abbiamo ripreso a vivere assieme, quando ti ho visto da vicino, con le tue manie, le piccole furbizie, il disordine...
ottavio Ti ho deluso.
giacomino Sì.
ottavio (si volta, cercando di dominarsi. Dice piano) Doveva pur succedere, un giorno o l'altro.
giacomino Mi dispiace.
ottavio No, no... Credevo che Flora non ti fosse così indispensabile, e m'ero illuso di aggrapparmi a te, che è il mio solo modo di vivere, fuori casa. Dietro un amico, dietro una porta... (Sorride debolmente) Bene. Mettiamoci le teste di cartone, e andiamo alla festa.
giacomino Come vuoi. Prendo la giacca. (Si avvia verso la camera da letto).
ottavio Giacomino.
(Giacomino si ferma e si volta).
giacomino Sì?
ottavio Solo due mesi fa, la paura della morte ti aveva messo addosso un'ansia, uno sgomento... il desiderio di cambiar vita. "Un avvertimento" dicevi... Non ci pensi più?
giacomino Mi sento così bene.
ottavio Ma poteva essere vero.
giacomino Forse non riguardava me. Quando cade un aereo, tutti si mettono a andare in treno, per qualche giorno.
ottavio Chi credi che riguardasse?
(Giacomino sospira, un po' infantile)
giacomino Non torturarmi, Ottavio... Io non credo più agli avvertimenti. Se il buon Dio vuole insegnarci qualcosa, deve smetterla di farlo col dolore.
ottavio E se vuole punire?
giacomino Me? (Ride, spalancando le braccia) Ti sembro tanto diabolico? Io sono un buon borghese: mangiare, dormire, qualche avventura quando capita, e stringermi al corpo di mia moglie, come tu ti rannicchi all'ombra di tua madre. Anche Flora, in fondo, è così... Vestiti, che usciamo. (Esce).
(La pendola batte le ore. Ottavio si infila la giacca. Dall'atelier compare Irma. Si è cambiata per andare a casa. Ha in mano la testa di porco).
irma Signor Ottavio...
ottavio (Si volta) Dica.
irma La maschera...
ottavio Oh, lasci lì. Forse non le metteremo.
(Irma posa la testa sul tavolo).
irma Io vado, allora.
ottavio Di già?
irma Devo alzarmi presto domattina, e...
ottavio Sì, sì, ha ragione. Io partirò fra qualche giorno. Mi dispiace, sa. Per quanto in sottordine, qui mi sentivo bene... vivevo come un uomo. A casa mia, tornerò bambino.
irma Rimanga.
ottavio (comicamente pauroso) Oh no... È bastato il ricordo di Flora, per farmi prendere a sberle. Immagini un po' quando torna!
(Irma lo guarda con sincera pietà. Gli si avvicina)
irma Mi ascolti, signor Ottavio...
(Ma s'interrompe, poiché in quel momento risuona, nitido, il campanello d'ingresso. Ottavio afferra il braccio di Irma. Un silenzio).
ottavio (sottovoce) Ha sentito?
irma Sì.
(Ottavio è diventato pallido. Si guarda intorno, agitato).
ottavio Dove ho messo il telefono?
irma (sorpresa) Come?
ottavio Aspetti ad aprire! (Si mette a cercare affannosamente per la stanza) L'ho nascosto io, ma non ricordo più dove... Se Giacomino si accorge... Eccolo! Un momento. (Ha trovato l'apparecchio sotto un cuscino. Lo afferra e sta per conficcare la spina nella presa a muro, quando il campanello suona di nuovo. Acuto, insistente, tanto che Ottavio si immobilizza di colpo, come l'avessero trafitto con una spada. La porta della camera da letto si spalanca e appare Giacomino, S'è allacciato la cravatta e stava infilandosi la giacca quando il suono lo ha fatto accorrere. Vede Ottavio con il telefono in mano).
giacomino Sei stato tu?
ottavio (resta immobile) No. È la porta.
(Un silenzio. Giacomino volge lo sguardo su Irma, che si riscuote e si avvia di scatto) Aspetti, Irma!
(Irma si ferma, Ottavio si rivolge a Giacomino) Giacomino, se è lei... non cacciarmi via. Dammi ancora un giorno.
(Ma Giacomino non gli bada e grida a Irma, gli occhi accesi di speranza)
giacomino Apra. Irma! Apra! (Mentre Irma esce, corre allo specchio, si riassetta. Ottavio prosegue, disperato)
ottavio Ti prego, Giacomino... Non posso tornare a casa così, da un'ora all'altra... Ho bisogno di prepararmi, di riflettere...
(S'interrompe. Sotto l'arco è apparsa Emma Rota, seguita da Irma).
emma Buonasera, Giacomino.
giacomino Emma... (E sbircia verso l'ingresso, aspettando di veder sbucare Flora. Ma non appare nessuno) Ben tornata.
emma Grazie. (Avanza, guardandosi attorno) Uh, quanti cambiamenti! (Socchiude gli occhi, fissando Ottavio) Io conosco il signore?
giacomino Non credo. Ottavio è un mio amico d'infanzia.
(Ottavio, che si è molto rinfrancato non vedendo apparire Flora, si inchina e sorride).
ottavio Piacere.
emma (risponde con un cenno del capo, poi si rivolge a Irma) Perché non risponde al telefono, Irma? Sono tre ore che vi sto chiamando.
ottavio (fa un passo avanti, timoroso) L'ho staccato io. Giacomino. Sì... temevo una notizia... qualcosa che ti impedisse di venire alla festa... (A Emma) Niente di speciale, sa... Quattro salti fra amici.
emma Ah. (A Giacomino, con insolenza) Devo restare in piedi, Giacomino?
giacomino (che non ha smesso di fissarla, chiede lentamente) Dov'è Flora?
emma Non è qui?
giacomino Lo sai benissimo.
emma No... Ma lo speravo. (Siede, rassicurata) Mi domando che entrata farà, dopo quel ch'è successo... Non ti ha mai scritto, eh?
giacomino Cosa è successo?
emma Giacomino! Tu tremi.
già e omino Rispondi.
emma E anche Irma, guardatela! (Indica Ottavio) E lui, come mi fissa! (Deliziata) Be', questa è sublime! Da cinquant'anni mendico uno sguardo... (Con gioia) E adesso ne ho tre! Tutti assieme!
giacomino Rispondi, Emma!
emma Eh, no, scusa! Me li voglio godere! Quando mi capita più?
giacomino (urlando) Dov'è Flora?!...
emma Dove pensa che sia, Irma?
irma Aspetto che ce lo dica, signora.
emma Dovrebbe intuirlo. Se il Cielo non informa lei, con chi parla?
ottavio Forse ho capito io, Giacomino. (A Emma) Signora...
(Emma risponde tutta eccitata, come a un gioco di società)
emma Dica, dica.
ottavio È nascosta giù, nella sua macchina.
(Emma scuote la testa).
emma Sono venuta a piedi.
ottavio (tirando a indovinare) S'è messa d'accordo con lei per entrare più tardi; a un segnale...
emma (c.s.) A Flora può succedere qualsiasi cosa, tranne di mettersi d'accordo con me.
ottavio (riflettendo) Aspetti, allora...
giacomino Basta, imbecille! (A Emma) Ancora dieci secondi, Emma. O ti rompo il collo.
fmma Ah, se mi prendi con le buone... non resisto. (Si alza, fa un giro per la stanza, si volta) Bene. Parlerò.
giacomino Esci, Ottavio.
ottavio Come? Proprio adesso?
giacomino Emma deve sentirsi libera.
emma Per me può ascoltare benissimo.
giacomino Ascolterà dal buco della serratura. C'è abituato.
emma Ma io voglio che resti... (A Irma che sta uscendo) E anche lei, Irma! (Indica Ottavio) Per curiosità... (Indica Irma) Per dedizione... (Indica Giacomino) O per amore... Ci tenete tutti, a sapere dov'è. Ebbene, aprite le orecchie: Flora, l'ho mangiata io.
ottavio Diavolo!
emma Non ti sei accorto, Giacomino? Mi muovo, come Flora, parlo, come lei... L'ho nel sangue.
giacomino Ancora cinque secondi, Emma.
ottavio Se dice che l'ha mangiata!
giacomino Ottavio!
ottavio Be', non si sa mai. In Africa... Ah, ah.
(Nessuno ride).
emma Bravo. In Africa. Ma era cominciato già prima, durante il viaggio. (A Giacomino) Sapevi che Flora non sopporta il mare? Io sì. Basta un'onda, un accenno di tempesta, ma che dico? uno zefiro, per vederla arrancare sul ponte carponi, tutta verde. Verde, del più bel verde bandiera che mai abbia sognato un generale. Si rovescia come un guanto, e l'anima le viene sulla faccia.
irma Signora...
emma Mi lasci dire, Irma. Sappiamo benissimo che la sua ha un'altra tinta. (Riprendendo) In tali circostanze, è difficile riuscir simpatici. Aveva seccato tutti, povera Flora. Tutti... tranne uno.
giacomino Tino.
emma Già. Lei perdeva quota, e quello moltiplicava le attenzioni, noioso, petulante, innamorato... Mi chiedo se anche tu non sia della stessa razza, Giacomino.
giacomino (in tono di sfida) Credo di sì.
emma Lo sospettavo. Ti dirò allora che proprio per questo Flora lo odiava. Vendicava su di lui le umiliazioni subite, si vergognava di fronte a noi di quel provinciale dal cuore troppo semplice. Arriviamo ad Akkra. C'era stata una rivolta di negri, qualche giorno prima. Quaranta gradi all'ombra nelle miniere per un fiasco d'acqua e un pezzo di carne guasta, li aveva resi - come dire? - brontoloni. Ah, ma il Governatore era stato magnifico! Domati in poche ore. Credo anzi che ne avesse impiccati due... In-somma, era di buon umore! Ci invita tutti a una gran festa in costume, tema "I bambini famosi". C'erano già due "Piccoli Lord Fountleroy", un ''Tamburino sardo"... un "Incompreso"... ah, un "Ballila" (Fercioni, l'ex-federale)... quando arriva Flora. Aveva piantato Tino a bordo, né lui poteva certo permettersi, in quell'equipaggio di milionari, un costume degno di lei. Si era vestita da "Flora bambina": la parrucca rossa, e due treccine che le arrivavano qui... Mostruosa, geniale. L'orchestra attacca, si balla. Ed ecco, all'improvviso, comparire Tino! Mi sembra ancora di vederlo, povero ragazzo... Un asciugamano intorno ai fianchi, tinto d'oro dalla testa ai piedi.
ottavio Come "d'oro"?
emma Oro, oro. Vernice. S'era mascherato da ''Amore". Non so chi glielo avesse suggerito... ma ebbe un gran successo. Era così giovane, in confronto agli altri!... L'uscita, fu meno brillante. Lo portarono fuori a braccia.
irma (con un filo di voce) Perché?
emma La vernice aveva chiuso i pori. Si era avvelenato.
(Un silenzio. Il cielo è buio, ormai. Solo le insegne luminose del bar di fronte illuminano debolmente la stanza, mentre giunge nitida la musica del juke-box. Giacomino chiede con voce sorda, senza alzare gli occhi)
giacomino È morto?
emma Non saprei. Voleva a tutti i costi tornare in Italia, ma abbiamo dovuto sbarcarlo a Dakar,
Irma L'avete lascialo solo?!
emma Solo... in ospedale! Cerchi di vedere il quadro, signorina. Le lenzuola bianche, gli infermieri negri, e lui d'oro. Sarà triste, ma bisogna riconoscere che non manca di colore.
irma Come può ridere in questo modo?
emma Perché sono cattiva, e perché in fondo è stata una bella fine. Ci eravamo chiesti tante volte se fosse davvero quell'anima candida che sembrava. Bene, adesso lo sappiamo: lo era.
(Un silenzio).
giacomino E Flora?
emma Flora. Rimase indietro, mentre trasportavamo a bordo il corpo del ragazzo. E quando arrivò, mio marito le fece trovare i bagagli sulla banchina.
giacomino Cosa vuoi dire?
emma La cacciò via. Non dimenticherò mai quella scena, Giacomino: noi affacciati sul ponte della nave, e lei giù, appena illuminata da un fanale, con quelle trecce rosse e le calzette bianche. Era buio, ma sono certa che mi vide. Poi raccolse la valigetta (una sola, quella dei gioielli), si tolse la parrucca e si allontanò in silenzio... Non l'ho più riveduta.
giacomino Vattene, Emma.
emma (alzandosi) Sì. Giacomino.
giacomino Non rimetter piede qua dentro.
emma Ormai... Consummatum est. (A Irma) Lei non dice nulla?
irma Che Dio abbia pietà di lei, signora.
emma Oh l'avrà. Irma. Mi pentirò, invecchiando, e sarà un peccato. Se il Signore vuole ancora offrire un bell'esempio, dovrebbe coglierci adesso, di sorpresa... come le trote, che si gettano nella padella ancor vive. Non disturbatevi, conosco la strada. (Esce)
giacomino Ottavio.
ottavio Sì.
giacomino Va a prender la macchina. Ti aspetto giù.
ottavio Sì, Giacomino. (Esce).
(Irma accende la lampada sui tavolo. Guarda Giacomino che è rimasto immobile, pensieroso. Irma chiede dolcemente).
irma Vuole che le prepari qualcosa?
giacomino No, grazie. Esco.
irma Ma la signora...
giacomino Non voglio più vederla.
irma Anche se avesse bisogno d'aiuto?
giacomino Flora? (Ride amaro) Non la conosce. Avrà già preso il posto del Governatore. No, no... Del resto, nessuno ha mai pensato che io possa aiutare qualcuno.
irma Io sì.
giacomino Lei non conta. (Si riprende) Mi scusi, Irma.
irma (con un sorriso) Di nulla.
giacomino Siamo molto ingiusti con lei. Così paziente, così dolce... ( La guarda) Se l'avessi incontrata a suo tempo, chissà cosa sarebbe successo... (Sorridendo) Magari l'avrei sposata.
(Irma arretra di un passo, sconvolta).
irma Me?!
giacomino (sorpreso) La offendo?
irma No, no!... Chi ha detto questo... Ma è assurdo, ecco... grottesco!
giacomino Era solo un'ipotesi, Irma.
irma Bene, signor Giacomo... Non la ripeta!
(Giacomino non sì aspettava la reazione eccessiva di Irma. Ma è chiaro che ora incomincia a interessarsi, mosso da una curiosità maligna. Si avvicina sorridendo)
giacomino Perché no?... Avremmo passato delle serate tranquille. Un po' noiose, probabilmente, ma non si può avere tutto, a questo mondo. (Amabile) Mi dia la mano. (Irma indietreggia spaventata) Su, Mi dia la mano.
irma Cosa... vuol farne?
giacomino Non sia così pratica, Irma. Perché si chiede la mano a una donna? Per "farne'' che?... Niente. Coraggio. (Lentamente, timorosa, Irma avanza verso di lui. Giacomino sorride) Sembra una miracolata ai primi passi. Non tenda i muscoli, non si irrigidisca... Così. (Le afferra la mano, la guarda negli occhi) Mai visto tanta paura. Eppure io sono un buono a nulla, lo sanno tutti. E neanche di se stessa deve avere paura. Lei abbandona la sua mano nella zampa del padrone, perché rischierebbe troppo, a dirgli di no. Ci sono i genitori, le sorelle, da mantenere... È così?
irma (fissandolo) Sì.
giacomino Vede? Lei non ha colpa. Decidiamo fin da ora che tutte le colpe sono mie.
irma Ma è vero.
giacomino D'accordo, cara, non insista! (Riprende, con un misto di sincerità e di gioco) A questo punto, io vorrei dirle: mi aiuti, Irma, sono debole. Non arrivo né a pervertirmi del tutto, né a cambiar vita. Una donna mi piace, e io sono pronto a passare sul cadavere di mia madre, pur di averla. Ma non riesco a dimenticare che dopo qualche minuto si alzerà dal letto, chiedendomi "dov'è il bagno...". Lei è limpida, onesta, forte. Lei crede in qualcosa... Mi stia vicino, mi illumini. Io le darò in cambio esperienza, calore, e due braccia d'uomo per le sere d'inverno. Questo, vorrei dirle... (Sono ora vicinissimi. Irma è tutta tesa, il volto alzato verso quello di Giacomino, come in estasi. Ma improvvisamente Giacomino si stacca, ed esclama con tutt'altro tono, muovendo su e giù per la stanza) Vorrei dirglielo, ma non posso!... Ho un peso, qua, una rabbia... una melanconia... Dio, che caldo!... (Si volta) Mi scusi, Irma, ho bisogno di un po' d'aria. Lei spenga la luce, chiuda il gas, e vada pure a casa, se vuole. Io non tornerò fino a domattina. (Si avvia verso l'ingresso, mentre Irma resta pietrificata. Giacomino si ferma e si volta) Ah. Irma... Mi scusi, per quello che ho detto. Le giuro che questa scena non si ripeterà mai più. (Ed esce).
(Irma rimane immobile, come in trance, immagine di una desolazione ridicola e pietosa. Poi a poco a poco si sveglia. Si guarda intorno come non ricordasse più dove si trova, e alla fine si riprende. Con gesti di un'infinita stanchezza raccoglie le teste d'asino e di porco, e trascinandosele dietro scompare lentamente in cucina. La musica si attenua. Sotto l'arco, con una valigetta in mano, compare Flora. È molto cambiata dall'ultima volta. Indossa un abito evidentemente comprato fatto, che pur non le sta male. Gira gli occhi per la stanza. Fa qualche passo, depone la valigetta sul tavolo. Sì avvicina alla camera da letto e spalanca la porta, fermandosi però sulla soglia. Dalla cucina rientra Irma, che vedendola così di spalle, getta un grido. Flora si volta)
flora Irma.
irma (esterrefatta) Signora... (Ma subito si riprende, e con un moto di gioia le corre incontro) Signora! (L'abbraccia) È tornata!... Ah, sapesse che gioia, che liberazione... Ma perché non ha scritto? Bastavano due parole, un telegramma...
flora Ho scritto.
irma Non abbiamo ricevuto nulla!
flora (guardandosi intorno) È evidente.
irma (interpretando il suo sguardo) Oh, il signore l'avrebbe certo aspettata, se avesse saputo!... È uscito con la macchina, rientrerà domattina. Sieda, sieda qui... Dov'è il bagaglio?
flora (fissandola) Non c'è.
(Irma la guarda sorpresa. Poi le torna alla mente il racconto di Emma, e allora esclama con eccessiva allegria, per sviare il discorso)
irma Bene, non ha importanza, adesso!... Vuole che le prepari un bagno?
flora Più tardi, Irma. L'acqua ha perduto molte attrattive per me. (Con altro tono) Come va il lavoro?
irma Tiriamo avanti. Ma è difficile senza di lei.
(Flora osserva il divano-letto).
flora Ottavio è ancora qui?
irma Partirà fra qualche giorno. Sapesse quanto ha litigato, col signor Giacomo!
flora Ah sì? Per che cosa?
irma Per tutto. (Ingenuamente) Ma solo negli ultimi tempi, eh... Prima andavano molto bene!
flora (sospettosa) Cosa intende, lei, per "andare bene"?
irma Si divertivano, così, come ragazzi... Poi il signore ha cominciato a diventar inquieto, rabbioso. (Quasi fra sé) Non riesce a vi-vere senza di lei.
flora Davvero? (Si alza e si avvicina allo specchio) Eppure dovrà rassegnarsi, a quest'altra.
irma Ma lei non è affatto cambiata!
flora Non dica sciocchezze. Quando sto seduta davanti a uno specchio, mi vien voglia di alzarmi e cedermi il posto, come si fa in autobus.
irma Signora...
flora In quanto tempo crede che giunga la vecchiaia? In trenta, quarant'anni?... Basta un sonno. Ti svegli, e ci sei dentro. (Riscuotendosi) Ma lasciamo perdere. (Si volta) Parliamo di lei, piuttosto.
irma Di me?
flora Di lei, di lei! È tutta l'estate che mi ronza attorno, con la sua presenza edificante. L'ho pensata giorno e notte, anche quando vomitavo... Anzi, soprattutto allora.
irma Non so se debbo ringraziarla, signora.
flora Neanch'io. Mi secca darle ragione.
irma In che cosa?
flora Ah, Irma, cerchi di capire! i
rma Se lei non mi aiuta...
flora Crede che sia facile, per me, fare certe ammissioni? (Gira per la stanza come un topo in gabbia. Mormora con voce sorda) Ho avuto giorni duri.
irma (in un soffio) Lo so.
flora (Si volta di scatto) Emma è stata qui?
irma Sì.
plora E Tino?
irma L'hanno sbarcato in un ospedale, a Dakar.
(Flora gira la testa, lo sguardo cupo)
flora Sembra rimpicciolita, 'sta camera.
irma C'è un divano in più. Vuole che...
flora No, no, lasci stare. (Abbassa gli occhi) Lei crede ai racconti di Emma?
irma (con semplicità) Sì, signora.
flora E mi condanna.
irma Io?!
flora Ma è tentata!... Irma, non ho colpa di quel ragazzo. Si muore a destra, a sinistra, e nessuno mi ha mai sgridato per questo.
irma Mi ascolti...
flora Quando son io, a fare qualcosa, so benissimo come va a finire! Stavolta non c'entro! (Abbassa la voce smarrita) Ed è proprio quello che mi fa paura...
irma Signora...
flora Torno a casa, ed Emma mi precede, Giacomino mi aspetta, però è uscito, scrivo, e le lettere si perdono... Irma! C'è un imbroglio, qua sotto!
irma Lei è esausta.
flora Nell'andata, con Emma, tutto si spiega! Ma il ritorno è stato anche peggio... Perché? Certe umiliazioni, sapesse... E un bel giorno, appena fuori Marsiglia, ho avuto anche l'impressione di essere senza peso. Perbacco, stavo in treno, mica in un razzo! "Che sia già morta", ho pensato, "che sia già morta, e non lo sappia?...".
(Un silenzio. Irma la spinge dolcemente verso il divano).
irma Sieda qua, signora, e lasci che le ordini qualcosa al bar. Poi si spoglia, e fa un bel sonno tranquillo fino a domattina. Va bene?
flora Sì.
irma Brava. (La fa sdraiare e le assesta i cuscini, parlandole in tono un po' lezioso, come si fa coi bambini) Adesso si stende, e riposa buona buona... D'accordo?
flora Irma.
irma Signora.
flora Per stasera, passi. Ma non creda di trattarmi come una deficiente tutta la vita.
(Irma ride).
irma Lo so, signora, lo so. (Va al telefono e forma il numero del bar, mentre Flora, che non trova di suo gusto uno dei cuscini del divano, lo fa volar via) Pronto, qui casa Mariano...
(Risuona il campanello d'ingresso. Istintivamente Irma copre il ricevitore con la mano, mentre Flora si rizza a sedere).
flora Giacomino?
irma Mi sembra strano... Aspetti.
flora (balzando in piedi) No no, vado io!... Parli lei, parli!
(E si affretta verso l'ingresso, mentre Irma riprende concitata).
irma Pronto, mi scusi. Vorrei qualche sandwich, birra, caffè, e un po' di frutta. Sì, sì, anche... Come? Per due. Subito, sì. Grazie. (Riappare Flora).
flora Indovini.
irma Chi è?
flora La mia lettera. Arriva adesso.
irma Troppo tardi.
flora Oh no. Crede che sarei capace di ripeterla a voce? ...Tutto quello che vorrei dire, Irma, sta qui.
irma L'apra, allora.
(Flora torna al divano).
flora Non posso, è una lettera d'amore. La mia prima, faticosa lettera d'amore. (Contemplandola con orgoglio) Ci sarà qualche sbaglio d'ortografia, ma è bella egualmente... (Quasi timida) Sa come incomincia?
irma Dica.
flora Comincia... No, non riesco, non riesco. Lei ride.
irma Io?
flora Comincia così: "Giacomino...". Sono io che scrivo a Giacomino.
irma D'accordo.
flora Come d'accordo? Se non l!ho fatto mai!
irma In questo caso, sì...
flora In questo caso, sì. "Giacomino...". Non rida.
irma No, no...
flora "Giacomino... l'inferno esiste".
(Un silenzio. L'ingenuità insospettata di Flora fa groppo nella gola di Irma. Chiede in un soffio, sorridendo).
irma E poi?
flora Be', le sembra poco?!
irma No, certo. Ma l'ho sempre saputo.
flora E perché non me l'ha detto? Cosa la pago a fare, io?!
irma Non mi avrebbe ascoltata.
flora Ad ogni modo l'ho scoperto da sola! Ecco. (Riprendendo) Poi ci sono altre frasi... Ma così belle... così belle... che meriterebbero d'esser tradotte in francese.
irma Solo "frasi", signora?
flora Cosa vuole che metta, in una lettera?! Sassi?... Ah, capisco. No, no... Anche promesse, progetti... (Con improvvisa contraddizione, cupa) che a volte sento d'odiare.
irma Lo so.
flora (disperata) Quante cose continueranno a esistere, dopo che io le avrò perdute. Mi fa una rabbia...
irma Lo so.
flora Ma sa tutto, lei!
irma Forse le somiglio...
flora Storie! Ha mai desiderato veramente un uomo?
irma Sì.
flora Col corpo, intendo?
irma Sì.
flora E cosa è successo?
irma Appartiene a un'altra. Vi ho rinunciato.
flora Vede? Non ci assomigliamo affatto! (Si alza, inquieta)
irma Eppure siamo qui, in questa stanza, e soffriamo allo stesso modo.
flora Bugie, bugie! Lei sorride sempre, lo ricordo benissimo... Lei vola! (Si appoggia alla finestra di proscenio. Si odono voci e risate nella strada) Io sono una barca troppo carica, che deve buttar tutto a mare per restare a galla.
irma Lei ha Giacomino, signora.
flora Giacomino mi vuole diversa... Anch'io, eh. Anch'io, ormai! (Con spasimo) Ma è così difficile darsi torto.
irma Bisogna abituarsi in tempo.
flora E quand'é tempo? Oggi? Domani?
irma Se lei ci ha pensato, signora... è già tempo.
flora Lo dicevo, io, che non bisognava pensarci!
(Suonano alla porta).
irma La cena, mi scusi.
(Flora si riscuote).
flora Dica d'entrare. Ho lasciato aperto.
irma (a voce alta) Avanti!
(Flora torna a sdraiarsi sul divano. Entra un cameriere col vassoio. È il giovane robusto che già abbiamo conosciuto al primo atto)
Posi lì, per favore. Grazie. Ha il conto?
cameriere Eccolo.
irma Aspetti un momento, che cerco gli spiccioli.
cameriere Faccia, faccia.
(Irma esce nell'atelier. Il giovane fischietta l'aria che giunge dal bar. La lampada proietta gigantesca la sua ombra sul muro di fronte al divano. Sorpresa, Flora si solleva sul gomito, sporge la testa oltre la spalliera del divano. Il giovane si interrompe)
Oh, mi scusi.
(Flora lo fissa. Poi torna a sprofondarsi nel divano, supina).
flora Prego. (Una pausa) Cosa sta aspettando?
cameriere La signorina.
flora Ah.
cameriere Vuol pagare sempre alla consegna. A me, in fondo, non importa. Posso tornare un altro giorno... (Flora resta immobile, e tace. Il giovane riprende) Però questa volta suonerei. Non voglio più spaventarla.
flora Spaventare chi?
cameriere Non ricorda? Son entrato all'improvviso e lei s'è arrabbiata. Tre mesi fa.
flora Già, è vero... Sembra un secolo.
cameriere Eeeh, più il tempo passa più lei diventa giovane. Lo dicono tutti.
(Entra Irma).
flora Irma,
irma Signora.
flora Dia diecimila lire di mancia al ragazzo.
(Irma rimane sorpresa, ma ubbidisce).
cameriere Grazie, signora, grazie!...
flora (alzandosi) Fila, adesso. Via.
cameriere Sì, signora. (Esce).
(Flora si avvicina alla finestra).
flora Anche lei può andare, Irma. Mangio sola.
irma Se vuole che le tenga compagnia...
flora No, grazie. Porti questa lettera in camera di Giacomino.
irma Sì, signora. (Esce).
(Flora aspira l'aria dolce della notte. Continuano, oltre la musica, voci e risaie dalla strada).
voce di irma Vuole la vestaglia, signora?
flora Grazie. (Con una punta di sarcasmo) Anche le pantofole, visto che ci siamo!
voce di irma Sì, signora.
(Entra Irma con vestaglia e pantofole in mano, che depone accanto al divano).
irma Occorre altro?
flora Cosa fa lei quando non riesce a dormire?
irma Sono così stanca, alla sera... Riesco sempre.
flora Supponiamo che non ci riesca.
irma Leggo.
flora Cosa?
irma (esita un attimo) Giornaletti, signora.
flora Giorn... Ah be', Irma, lei mi disorienta! Credevo che sotto ogni tavolo zoppo di casa sua ci fosse almeno una Bibbia.
irma (sorridendo) Appunto, signora: sotto il tavolo... Ma a letto!
flora Ebbene, sbaglia! Se mi ci metto io, a convertirmi, faccio le cose in grande! Voglio un libro.
irma Quale?
flora Uno noioso, è per il mio bene! (Ne vede uno sul tavolo) To', questo è perfetto: "premiato"... (Torna a sedersi sul divano) E mi dia gli occhiali. Sono nella valigetta.
irma (sorpresa} Gli occhiali?
flora Si, li ho comprati a Barcellona. Sto diventando presbite. (Irma glieli porge) Grazie.
irma Prego. A domani, signora. (Flora le afferra la mano. Chiede piano, sinceramente inquieta)
flora Irma, lei scherzava, poco fa... O almeno, lo diceva per compiacermi.
irma Cosa?
flora Della sua sofferenza. Non soffre, vero? Lei è felice.
irma No, signora. Sono in pace.
flora Che pace d'Egitto! Parlo di felicità. Irma, non facciamo scherzi... Io ho puntato tutto su di lei. Lei... lei ha una specie di fede, no?
irma Sì, signora, ma non a questo scopo. Sarebbe troppo semplice.
flora (scattando) Deve essere semplice, se vogliono che io capisca! Semplice come l'appetito, come il sonno, come l'andare a letto con qualcuno... Ecco come dev'essere!... Non la si finisce mai, santo cielo. Sembra un gioco di scatole cinesi. (Guarda Irma da sotto in su) Neppur felice, eh?... Bell'affare.
irma Signora...
flora Lo so, lo so, non si tratta di un affare... Ma sono troppo confusa, adesso. Me lo spiegherà meglio domani.
irma Come vuole. Buonanotte, signora.
flora Buonanotte, Irma. (Irma si allontana) E sorrida, se può... Questa volta, mi farebbe piacere.
irma Sì, signora. (Esce).
(Flora si sfila le scarpe, inforca gli occhiali, si assesta sui cuscini, comincia a leggere. Poi si interrompe, e udendo le risate e le voci allegre dalla strada, è presa da un pianto breve, secco, disperato. Lentamente, dal buio dell'ingresso, emerge il cameriere. Fa qualche passo silenzioso, in attesa. Allunga il braccio contro il fascio di luce della lampada. L'ombra della mano si proietta enorme sulla parete)
flora (Si volta di scatto. Il cameriere sorride) Com'è entrato?!
cameriere Non sono mai uscito.
flora Se ne vada.
cameriere (indica il vassoio) E la cena?
flora Se le ho dato perfino la mancia!
cameriere La mancia sì. (Mostra un foglietto) Ma il conto?
flora Ah. Aspetti. (Si avvicina al tavolo, fruga nella borsa)
cameriere A dir la verità, non avevo poi tanta fretta... Sono rimasto per lei. (Flora alza la testa)
flora Per me?
cameriere (sorridendo) Sì. Sapevo ch'era sola.
(Lentamente Flora si toglie gli occhiali. Chiede in un soffio).
flora E allora?
cameriere Allora mi son detto: "È sola, e ha ordinato per due. Ma come farà, a mangiare tutta 'sta roba?".
flora Nient'altro?
cameriere Niente, glielo giuro! Vede, signora, a me interessa sapere cosa mangia la gente. Faccio molto sport, e nello sport la dieta conta! (Un silenzio).
flora Capisco. (Si rimette gli occhiali) Mi dispiace di non poterle essere utile, in questo caso. Non si tratta di una dieta speciale. Era proprio per due. (Gli porge il denaro del conto).
cameriere Ah, ecco.
flora Aspettavo mio marito.
cameriere Vedo.
flora (fissandolo) Che però non torna fino a domattina.
cameriere Capisco. (Allegro) Be', grazie mille, signora, e scusi tanto per l'audacia!
flora Per carità. È così che si forma il carattere.
cameriere (che non afferra l'ironia, avviandosi) Troppo buona.
flora Senta.
(Il cameriere si ferma).
cameriere Signora?
flora Che sport fa, lei?
(Il giovane torna indietro, colto nel debole).
cameriere Io? Be', sono dilettante, ma in questo quartiere mi conoscono tutti... (Con fierezza) Angelo Pat.
flora (sorpresa) E straniero?
cameriere Oriundo.
flora Americano?
cameriere Di Napoli! Paternostro.
flora Ah... (Si toglie gli occhiali, e con tono amabile gli indica il divano) Vuol sedersi?
cameriere È tardi, signora. Tornerò domani.
flora Non è possibile!
cameriere Perché?
flora (amara) Per... consiglio del medico. Dovrò andare a letto presto, d'ora innanzi. Come i bambini... Come i vecchi.
cameriere Scusi, signora. Ma se gliel'ha detto il medico, perché non ci va anche questa sera?
(Un silenzio).
flora È un'idea. (Afferra gli occhiali e riprende il libro, stendendosi sul divano) Chiuda la porta, uscendo.
cameriere (sinceramente dispiaciuto) Non volevo mica offenderla, sa!
flora (leggendo) Certo.
cameriere Davvero! Signora...
flora (senza ironia) Lo so, lo so... Ti sono grata, anzi... Più di quel che credi.
(Il cameriere, avvilito, esita)
cameriere Be'... a me dispiace. Sinceramente. (Aspetta un cenno di Flora che non viene. Si avvia) Buonanotte, signora.
(Flora si toglie gli occhiali).
flora Pensavo...
(Il giovane torna subito indietro).
cameriere Sì?
flora Pensavo: i medici si divertono a confondere gli ammalati. Non si spiegano mai bene. Forse dovrei approfittarne per rubare ancora qualche minuto... Non cascherà il mondo, se cambio domani. (Si volta) Che ne dici?
cameriere Spetta a lei decidere.
flora Io non decido nulla! Vorrei solo... ascoltarti, perché sei divertente.
(Il cameriere ha un attimo di esitazione, poi siede a sua volta accanto a Flora).
cameriere (allegro) Be', ecco qua. (Protende con orgoglio il braccio sotto il naso di Fiora) Pugno proibito!
flora Proibito da chi?
cameriere Quando un pugnatore è troppo forte, la Questura gliproibisce di picchiare.
flora (deliziata) Davvero?
cameriere Mica ch'io sia cattivo, eh. Anzi. Ma appena stringo il pugno, è come fossi arrabbiato. Un giorno, a Porta San Paolo...che ti vedo?
flora Non saprei.
cameriere Un uomo sotto un cavallo, e tutti e due sotto un carro.
C'era un sacco di gente attorno. Guardo e dico: "Angelo...". (Si interrompe) Io mi chiamo Angelo.
flora Io mi chiamo Flora.
cameriere (riprendendo) "Angelo, lo devi salvare, quel cavallo!".
flora E l'uomo?
cameriere Era già morto.
flora Ah.
cameriere Mi lancio, e lo tiro fuori! Solo un'ora dopo, ho saputo d'aver spaccato il carro in due, per salvare il cavallo. Mica me n'ero accorto, sa? Me l'han detto gli altri.
flora (insinuante) Gli altri chi? La tua fidanzata?...
cameriere (senza badarle) Tre giorni dopo scendo per strada davanti a casa mia... e che ti vedo?
flora (un po' seccata) Un altro cavallo!
cameriere No. Due che facevano a pugni. Io non sarò un genio, ma di cuore ne ho da vendere. Non posso patire la gente che litiga. Mi lancio a testa bassa...
flora Vedi che sai usare anche la testa?
cameriere ...Punto diritto allo stomaco! Uno di qua, uno di là. All'ospedale, tutti e due.
flora Eh, dev'essere una gran soddisfazione far del bene al prossimo!
cameriere Questione d'istinto.
flora (c.s.) Chi lo dice, questo? La tua fidanzata?...
cameriere Anche.
flora Allora c'è, una fidanzata?
cameriere Si capisce.
flora È bella?
cameriere Così.
flora Giovane, matura?
cameriere Così.
flora Un tipo un po' comune, insomma!
cameriere Sì.
flora E cosa succede quando ti arrabbi con lei?
cameriere Io non mi arrabbio mai.
flora Ma alle donne fa piacere. Capita a volte di sentirsi sole... in un mondo stupido, o nemico... dove non c'è più alcun motivo per fare una cosa invece di un'altra. Sembra di non aver corpo, oppure solo il corpo... ma leggero, sai. leggero. Allora si ha voglia che qualcuno ti prenda con forza. "Se mi stringono - dici - vuol dire che esisto"...
cameriere Lei a queste cose non ci pensa.
flora Ma tu devi pensarci. Supponi, ad esempio, che io sia la tua fidanzata... (Il giovane si mette a ridere) Be'?
cameriere (ridendo) Niente.
flora È così buffo?
cameriere (ridendo) No, non è buffo, anzi...
flora (amara) ...È un po' triste.
cameriere No... Mi fa ridere, ecco!
flora (con uno sforzo) Meglio. Ho bisogno anch'io di ridere un po'... Supponiamo, dicevo, che io sia la tua fidanzata e che ti offenda. Cosa fai?
cameriere (sospettoso) Perché mi deve offendere?
flora Così.
cameriere Eh, no, signora. Lei ha cominciato e lei mi spiega.
flora (spazientita) Era un'idea. Angelo!... Inventata da me!...
cameriere (calmandosi) Ah. (Ci pensa) Be', la rimprovero.
flora E se continuo?
cameriere La pianto in asso e vado in palestra.
flora Io ti seguo, e ti offendo ancora. (Il giovane scrolla la testa)
cameriere Non può.
flora Perché?
cameriere Non lasciano entrare le donne, in palestra.
flora Potrei aspettarti fuori.
cameriere Be' allora... è quando m'arrabbio sul serio!
flora Oh, bravo!... E cosa fai?
cameriere Non la vedo più per una settimana.
flora (scattando) Insomma non le vuoi proprio toccare, 'ste donne!?
(Il giovane si alza)
cameriere Signora, come devo spiegarle? Sono timido!
flora Timido, tu?
cameriere Poi a me non piace la gente che parla tanto.
flora Fammi tacere, allora!
(Il giovane scoppia a ridere)
cameriere Io? E come?
flora (alzandosi) Mi chiudi la bocca!
cameriere (ridendo) A lei!?
flora (ridendo) A me, a me!
cameriere (c.s.) Ma signora... io... mi vergogno... Attenta! (Esclama, poiché Flora, retrocedendo, ha urtato la lampada, che si è rovesciata, spegnendosi. Flora ride)
flora Meglio!... Così avrai più coraggio!...
(La stanza è immersa nel buio, se si eccettua un riverbero intermittente dalla strada. Il giovane ride più forte, imbarazzato).
cameriere Cosa dice?!...
flora Bada, Angelo... Ti chiudo dentro e parlo fino a domattina!
cameriere (ridendo) Oh no, signora, per carità!... Mi ha già fatto una testa... Cos'è 'sta roba? (Esclama, poiché qualcosa gli è arrivata addosso)
flora (ridendo) Un cuscino!
cameriere (c.s.) Oh dio... Sembra di giocare ai ragazzini... Dov'è?...
flora Qua, Angelo, qua...
cameriere Non gridi, signora! Ci sentiranno!
fiora Il mondo è sordo, Angelo. Puoi gridare fin che vuoi e non seme nessuno... Ah!
(Angelo l'ha raggiunta al buio, accanto al divano-letto di Ottavio. Si ode il rumore di un corpo che si divincola).
cameriere (ridendo) Parli adesso, se ci riesce... Eh no, eh no!... Ora sta' buona... (Ride, come se gli facessero il solletico) No no, buona... Vede se non sono capace... Buona, ho detto, fin che voglio io... Buona!... Ah! Ah! (Dal bar giunge ora un assolo di tromba. A poco a poco la risata si spegne, mentre la musica si fa più nitida. Un silenzio, poi di nuovo la voce del giovane, calma, cordiale) Ecco... Ora è libera. (Butta il cuscino attraverso la stanza) Ho capito, sa, cosa intendeva. Volevo andarmene, perché a dir la verità... non mi sembrava bene. Ma sono contento d'esser rimasto. Mi dia la mano. (Un silenzio) Signora... (La voce del giovane si fa inquieta, ma sempre più lieve, più educata) Eh no, signora. Così non è giusto, così... è stupido. Abbiamo riso fino adesso... Eh?... abbiamo riso... fino adesso...
(L'acuto di tromba si fa assordante. Poi a poco a poco si spegne, come si spengono le insegne del bar, lasciando la stanza nel buio assoluto. Ora si odono provenire dall'esterno i rumori di una città che si sveglia, mentre l'alba rischiara lentamente il cielo. Il cameriere è scomparso. Il corpo esanime di Flora penzola dal divano, la testa in giù. Giungono dalle scale le voci di Ottavio e di Giacomino).
voce di giacomino Credimi, Ottavio. Non sono ubriaco.
voce di ottavio E io ti giuro che lo sei.
voce di giacomino Allora sei uno spergiuro.
voce di ottavio Sarò spergiuro, ma tu sei ubriaco. (Entrano)
giacomino Guarda che disordine. Irma!
ottavio Ssst! Cosa chiami, a quest'ora?
giacomino Domani la licenzio.
ottavio Va bene. Va' a dormire.
(Giacomino si avvia verso la camera da letto)
giacomino La licenzio e cambio vita. Senza ordine non si è uomini. (Esce).
ottavio D'accordo. (Comincia a levarsi la giacca).
voce di giacomino Anche tu cambi vita.
ottavio Io parto, domani.
voce di giacomino Bravo. Tu parti, e io cambio vita.
(Ottavio si è levato la giacca. Si china a raccogliere il cuscino buttato a terra dal cameriere).
ottavio (tra sé) Guarda che roba. (Raccoglie il cuscino e fa per posarlo sul divano-letto. Così facendo scopre il corpo esanime di Flora. Si china lentamente, la guarda. In quel momento, dall'altra stanza, esplode festosa la voce di Giacomino)
voce di giacomino Ottavio!...
(Ottavio si volta di scatto, il volto sbiancato dall'orrore) Ottavio, mi ha scritto!... Una lettera come non ho mai... È un'altra, ecco, un'altra!...
(Entra Giacomino, con la lettera di Flora in mano, ebbro di gioia).
giacomino ...Cosa ti dicevo, io?... Tutto passa, tutto si accomoda a questo mondo!... Basta aspettare!... Ecco qua... Torna!... (Si abbandona sul divano) Ah, vecchio mio, sapessi come sono felice...
(Ottavio resta immobile, impietrito, fissando Giacomino. Luci e suoni dalla strada si fanno più vivi).