Il bicchiere della staffa

Stampa questo copione

 


di Harold PINTER

Traduzione di Laura Del Bono

Giulio Einaudi Editore - Torino - 1985

Personaggi

Nicolas, un uomo tra i 40 e i 50 anni

Victor, un uomo di 30 anni

Gila, una donna di 30 anni

Nicky, un bambino di 7 anni

Una stanza. Mattino.

One for the Road è stato rappresentato per la prima volta, con la regia di Harold Pinter, al Lyric Theatre Studio, Hammersmith, nel marzo del 1984, e interpretato da Alan Bates (Nicolas), Roger Lloyd Pack (Victor), Jenny Quale (Gila), Stephen Kember e Felix Yates (Nicky).

Nicolas è alla sua scrivania. Si sporge in avanti e parla all'interfono.

Nicolas Portatelo qua. (Si riaccomoda. La porta si apre. Entra Victor, lentamente. I suoi abiti sono laceri. È contuso. La porta si richiude dietro di lui). Salve! Buon giorno. Come va? Non vogliamo perder tempo vero? Tutto meno che questo. D'accord? Lei è una persona civile. Anch'io. Si accomodi. (Victor si siede, lentamente. Nicolas si alza e gli si avvicina) Cosa crede che sia, questo? E il mio dito. E questo è il mio dito mignolo. Questo è il mio dito indice e questo è il mio dito mignolo. Io punto il mio dito indi­ce contro i suoi occhi. Così. E adesso faccio lo stesso col mio dito mignolo. Posso anche usarli tutti e due, nel me­desimo tempo... In questo modo. Posso fare assolutamen­te come più mi piace. Pensa che io sia matto? Mia madre lo pensava. (Ride) Pensa che puntare le dita contro gli occhi della gente sia da stupidi? Posso comprendere il suo punto di vista. Lei è dotato di una intelligenza eccezio­nale. Ma sarebbe dello stesso parere se, invece del mio dito, lo facessi col mio stivale - o col mio pene? Perché ho questa ossessione degli occhi? È una ossessione la mia? È possibile. Non dei miei occhi. Degli occhi degli altri. Gli occhi delle persone che mi portano qua. Sono occhi cosi vulnerabili. La loro anima si manifesta attraverso que­gli occhi. Lei è religioso? Io sì. Dalla parte di chi crede che stia, Dio? Mi verserò da bere. (Va verso un mobiletto e si versa del whisky) Lei probabilmente si starà doman­dando dov'è sua moglie. E in un'altra stanza. (Beve) Bel­la donna. (Beve) Ahhh, proprio quel che ci voleva (Si versa dell'altro whisky) Non si preoccupi, lo reggo bene. (Beve) Avrà notato che io sono un tipo chiacchierone. Probabil­mente penserà che io sia uno di vecchio stampo, prevedi­bile, formale; ad esempio, che io sia quello che si perde in chiacchiere, amichevole, spensierato, quello che, per cosi dire, batte per primo, allegro, addirittura senza pro­blemi, mentre un altro, dietro le quinte, silenzioso, in­trospettivo, sta in agguato, rannicchiato come un puma. No, no. Non è affatto così. Qui comando io. Dio parla per mezzo di me. A proposito, mi riferisco al Dio del Vec­chio Testamento, sebbene io sia ben lontano dall'essere ebreo. Qui tutti mi rispettano. Compreso lei, vero? Pen­so che questo sia l'atteggiamento giusto. (Pausa). In pie­di. (Victor si alza). Seduto. (Victor si siede). Grazie mille. (Pausa). Mi dica una cosa... (Silenzio). Che bella donna è sua moglie. Lei è un uomo proprio fortunato. Mi dica una cosa... Be', ancora un bicchiere... ... (Si versa del whisky) Lei mi rispetta, vero? (È in piedi davanti a Victor e lo guarda dall'alto. Victor solleva lo sguardo). Ho ragione di crederlo?

Silenzio.

Victor   (pazientemente)    Io non la conosco.

Nicolas  Ma mi rispetta.

Victor   Io non la conosco.

Nicolas Vuol dire che non mi rispetta? (Pausa). Vuol dire che mi rispetterebbe se mi conoscesse meglio? Le piace­rebbe conoscermi meglio? (Pausa). Le piacerebbe cono­scermi meglio?

Victor    Quello che mi piacerebbe... non conta.

Nicolas Oh sì che conta. (Pausa). Ho sentito tanto parla­re di lei. Sono terribilmente felice di aver fatto la sua co­noscenza. Be', non sono proprio sicuro che felice sia la parola giusta. Bisogna essere molto scrupolosi nell'uso del­le parole. Incuriosito. Sono incuriosito. Anzitutto perché ho sentito tanto parlare di lei. In secondo luogo perché se lei non ha rispetto per me si tratta di un caso unico. Tutti gli altri sanno bene che la voce di Dio parla per mezzo di me. Lei non è religioso, vero? (Pausa). Non crede in una luce che ci guida? (Pausa). E allora? (Pausa). Quin­di... moralmente... lei si dibatte nella merda. Sa... come quando si è mangiata una frittata rancida. (Pausa). Cre­do di meritarmi un ultimo bicchiere. (Si versa da bere) Lei beve whisky? (Pausa). Ho sentito che ha una splendida casa. Piena di libri. Qualcuno mi ha detto che alcuni dei miei ragazzi l'hanno messa un po' a soqquadro. Pisciato sui tappeti, e roba del genere. Io non vorrei che facesse­ro così. Dico sul serio. Ma sa com'è - hanno tali respon­sabilità - e le sentono talmente - sempre così costante­mente presenti - giorno e notte - queste responsabilità - che così, qualche volta, pisciano su qualche tappeto. Lei comprende. Non è uno stupido. (Pausa). Suo figlio sta bene?

Victor   Non lo so.

Nicolas Oh, sono sicuro che sta bene. Quanti anni ha... sette... o giù di lì? Un ragazzone, mi dicono. Comunque, è stato stupido da parte sua comportarsi come ha fatto. Ma è sicuro che stia bene?

Victor           Non lo so.

Nicolas Oh, sono sicuro che sta bene. Comunque, più tardi gli parlerò, e lo saprò. È su da qualche parte, al secondo piano, credo. (Pausa). Bene... (Pausa). Cosa mi dice? Sia­mo amici? (Pausa). Sono disposto a essere franco con lei, come deve esserlo un vero amico. Io amo la morte. E lei? (Pausa). E lei? Ama la morte, lei? Non necessariamente la sua. Quella degli altri. La morte degli altri. Ama la mor­te degli altri, o, in ogni caso, l'ama quanto la amo io? (Pau­sa). Ma lei è sempre così indifferente? Mi avevano dato a intendere che amava le discussioni vivaci. (Pausa). Mor­te. Morte. Morte. Morte. La morte è bella, come hanno concluso le più importanti personalità. La cosa più pura, più armoniosa che ci sia. Al confronto, il coito non è nulla. (Beve) A proposito di coito... (Ride con violenza, poi smette) Lei... scopa? O le...? O le... piace... lei sa... cosa? Cos'è che le piace? Sto parlando di sua moglie. Sua mo­glie. (Pausa). Conosce la vecchia storiella? «Sua moglie scopa?» (Greve, con un'altra voce) «Se scopa!» (Ride) E ambiguo, naturalmente. Potrebbe voler dire che scopa co­me un coniglio o che non scopa affatto. (Pausa). Be', sia­mo tutte creature di Dio. Persino sua moglie. (Pausa). C'è un solo dovere. Essere onesto. Non ci sono altri doveri. Lo valuti. Nella sua mente. Lei conosce l'uomo che gui­da questo paese? No? Be', è una così brava persona. Mi prese da parte, l'altro giorno, venerdì scorso, mi pare, mi prese da parte, a un ricevimento, dignitari in visita, pre­se me da parte, me, e mi disse, disse, in quello che posso solo descrivere come un leggero sussurro, Nic, mi disse, Nic (è il mio nome), Nic, se mai ti capita di imbatterti in chiunque tu abbia buona ragione di credere che stia cercando di darmi fastidio, digli una cosa sola, digli che l'onestà è la condotta migliore. Il formaggio era superla­tivo. Di capra. Un ultimo bicchiere. (Se ne versa) Sua mo­glie ed io abbiamo avuto una chiacchierata molto piace­vole, ma non ho potuto fare a meno di notare che non era al suo meglio. Le mestruazioni, probabilmente. Suc­cede, alle donne. (Pausa). Lei deve sapere, vecchio mio, che io amo altre cose, a parte la morte. Tante altre cose. La natura. Gli alberi, cose come queste. Un bel cielo blu. I fiori. (Pausa). Mi dica... sinceramente... comincia a vo­lermi un po' di bene? (Pausa). Sua moglie credo di sì. Co­mincia. Comincia a innamorarsi di me. Sul punto di... esserlo. Il guaio è che ho dei rivali. Perché tutti, qui, si sono innamorati di sua moglie. Sono rimasti ammaliati dai suoi occhi. Come si chiama? Gila... o che altro? (Pau­sa). Lei, chi preferirebbe essere? Lei o me? (Pausa). Se fossi in lei preferirei essere me. Il suo guaio, vede, seb­bene le riconosca molti meriti, è di essere dalla parte sba­gliata, mentre io non faccio mai un passo falso. Mi spie­go? Oh Dio, lasci che mi confessi, lasci che le faccia una confessione. In tutta la mia vita non sono mai stato così commosso come quando - solo l'altro giorno, venerdì scorso, mi pare, - l'uomo che guida questo paese annun­ciò al paese: «Siamo tutti patrioti, siamo tutti un sol uo­mo, siamo come un'unica, grande famiglia». Eccetto lei, a quanto pare. (Pausa). Io lo sento questo legame, vede, questo vincolo. Divido con gli altri un interesse comune. Non sono solo. Non sono solo!

Silenzio.

Victor           Mi uccida.                                            

Nicolas  Cosa?

Victor    Mi uccida.

Nicolas (gli si avvicina e gli appoggia un braccio sulle spal­le) Ma cosa c'è? (Pausa). Santo cielo, cosa c'è? (Pausa). Allora? (Pausa). Probabilmente lei ha soltanto fame. O sete. Lasci che le dica una cosa. Odio la disperazione. La trovo intollerabile. Il fetore che ne emana mi sale alle na­rici. E una macchia. La disperazione, vecchio mio, è un cancro. Deve essere castrato. E ho spesso trovato che fun­ziona. Via le palle, e la disperazione se ne esce dalla fine­stra. E ci si ritrova con un uomo felice. O con una donna felice. Mi guardi. (Victor lo guarda). La sua anima si ma­nifesta attraverso i suoi occhi.

Buio.

*

*    *

Luce. Pomeriggio.

Nicolas, in piedi, con un bambino.

Nicolas Come ti chiami?                                            

Nicky      Nicky.                                                              

Nicolas  Davvero? Che buffo. (Pausa). Ti piacciono i cowboy e i pellerossa?                                                    

Nicky      Sì. Abbastanza.                                                

Nicolas  Cos'è che ti piace di più?                               

Nicky      Gli aeroplani.                                                   

Nicolas  Quelli veri o i giocattoli?

Nicky      Mi piacciono tutti e due.                                     

Nicolas  Ah sì? (Pausa). Perché ti piacciono gli aeroplani?

Pausa.

Nicky     Be'... perché vanno così veloci. Attraverso l'aria. Quelli veri.                                                              

Nicolas  E i giocattoli?                                               

Nicky      Faccio finta che siano veloci come quelli veri.     

Pausa.

                                                                     

Nicolas Vuoi bene a mamma e papà? (Pausa). Vuoi bene a mamma e papà?                                                       

Nicky      Sì.

Nicolas Perché? (Pausa). Perché? (Pausa). È così difficile ri­spondere a questa domanda?

Pausa.

Nicky      Dov'è la mamma?

Nicolas  Non vuoi bene a mamma e papà?

nichy      Sì, gli voglio bene.

Nicolas Perché? (Pausa). Ti piacerebbe fare il soldato da grande?

Nicky      Perché no.                                                       

Nicolas Perché no? Bene. I soldati ti piacciono. Bene. Ma tu hai sputato addosso ai miei soldati, li hai presi a calci, li hai aggrediti.                                                               

Nicky      Erano i tuoi soldati?                                        

Nicolas  Sono i soldati del tuo paese.                          

Nicky      Non mi piacevano quei soldati.          

Nicolas  E tu, piccino mio, non piaci a loro.     

Buio.

*

*    *

Luce. Notte.

Nicolas è seduto. Gila è in piedi. Ha il vestito strappato. È contusa.

Nicolas  Quand'è che hai conosciuto tuo marito?

Gila       Quando avevo diciott'anni.

Nicolas  Come?

Gila       Come che cosa?

Nicolas  Come?

Gila       L'ho conosciuto, così.

Nicolas  Come?

Gila       Non l'avevo premeditato.

Nicolas  Come mai?

Gila       Non lo conoscevo.

Nicolas  Come mai? (Pausa). Come mai?

Gila       Non lo conoscevo.                                                 

Nicolas  Come mai?

Gila       L'ho incontrato.

Nicolas    Quando?

Gila       Quando avevo diciott'anni.

Nicolas  Come?

Gila       Era nella stanza.

Nicolas  Stanza? (Pausa). Stanza?

Gila       Nella stessa stanza.

Nicolas  Cioè?

Gila       Dov'ero io.                                                           

Nicolas  Dov'ero io?

Pausa.

Gila       Dov'ero io.

Nicolas  Stanza? Che stanza?

Gila       Una stanza.                                   

Nicolas  Che stanza?

Gila       La stanza di mio padre.

Nicolas Tuo padre? Che c'entra tuo padre in tutto que­sto? (Pausa). Tuo padre? Come ti permetti! Troia. (Pau­sa). Tuo padre era un uomo magnifico. Il suo paese è fie­ro di lui. E' morto. Era un uomo d'onore. E morto. Sei capace di insultare la memoria di tuo padre? (Pausa). Sei capace di infangare, di svilire la memoria di tuo padre? Tuo padre ha combattuto per il suo paese. Io lo conobbi. Lo venerai. Così tutti. Credeva in Dio. Lui non pensava, come voi pezzi di merda. Viveva, lui. Viveva. Un com­battente e un vincitore. Pronto a morire, pronto a mori­re, pronto a morire per il suo paese, per il suo Dio. Ed è morto, è morto, è morto, per il suo Dio. Stronza che non sei altro. Per mettere al mondo una figlia come te. Che destino. Oh, povero, angosciato spirito, ossessiona­to in eterno da una simile schifosa merda. Come osi par­lare di tuo padre a me? Io l'ho amato, come se fosse stato il mio stesso padre. (Silenzio). Dove hai conosciuto tuo marito?

Gila       Per strada.

Nicolas  E che ci facevi là?

Gila       Camminavo.

Nicolas  E lui cosa faceva?

Gila       Camminava. (Pausa). Mi cadde di mano qualcosa. Lui la raccolse.

Nicolas  Cos'è che ti cadde di mano?

Gila       Il giornale della sera.

Nicolas Eri ubriaca. (Pausa). Eri drogata. (Pausa). Eri scap­pata dall'ospedale.

Gila       Non ero in un ospedale.

Nicolas Adesso dove sei? (Pausa). Adesso dove sei? Credi di essere in un ospedale? (Pausa). Credi che di sopra ci sia­no delle suore? (Pausa). Chi c'è di sopra?

Gila       Non sono suore.

Nicolas  Chi c'è?

Gila       Uomini.

Nicolas Ti hanno violentata? (Lei lo fissa). Quante volte? (Pausa). Quante volte ti hanno violentata? (Pausa). Quante volte? (Si alza, le va vicino, alza il dito) Questo è il mio dito indice. E questo è il mio dito mignolo. Guarda. Li punto davanti ai tuoi occhi. Così. Quante volte sei stata violen­tata?

Gila      Non lo so.

Nicolas E ti ritieni un testimone attendibile? (Va a versarsi da bere, si siede, beve) Sei una gran bella donna. O meglio, lo eri. (Si appoggia all'indietro, beve, sospira) Tuo figlio ha... sette anni. È una piccola carogna. Tu lo hai reso tale. Gli hai insegnato tu a essere così. Potevi scegliere. Potevi spin­gerlo ad essere bravo. Invece, l'hai incoraggiato a diventa­re una piccola carogna. L'hai incoraggiato a sputare addos­so, a colpire gloriosi soldati, soldati di Dio. (Pausa). Oh be'... in un certo senso sono discorsi puramente accademi­ci. (Pausa). Tu non mi interessi. Potrei, persino, lasciarti andar via, quando sarà giunto il momento. Ma penso che potresti farci divertire tutti quanti ancora un po', prima di andartene.

Buio.

*

*    *

Luce. Notte.

Nicolas è in piedi. Victor è seduto. Victor è ben vestito.

Nicolas  Come va? Si sopravvive?

Victor           Sì.

Nicolas  Sì?                                                                     

Victor   Sì. Sì.

Nicolas  Davvero? Come?

Victor   Oh...

Pausa.

Nicolas  Non sento.

Victor   È la mia bocca.

Nicolas  Bocca?

Victor   La lingua.

Nicolas Cos'ha la lingua? (Pausa). Un bicchiere? Il bicchiere della staffa. Che ne dici di un bicchiere? (Va alla botti­glia, riempie due bicchieri, ne porge uno a Victor) Butta giù. Farà diventare duro il tuo affare. E poi troveremo qualcuna che te lo tiri fuori. (Ride) Siamo attrezzati per far­lo, sai. Di sopra, al sesto piano, abbiamo un bordello di prima classe, lampadari, e tutto il necessario. Ti succhie­ranno e ti risputeranno in tante bollicine. Sono tutte vo­lontarie. Anche i loro padri partecipano al nostro lavoro. Che è - te lo voglio ricordare - quello di mantenere il mondo pulito, a onore di Dio. Mi hai capito? Butta giù. Butta giù. Rifiuti di bere con me? (Victor beve. Il capo gli cade all'indietro). Salute! (Nicolas beve) Puoi andare. (Pausa). Puoi andartene. Ci incontreremo ancora, spero. Sono sicuro che rimarremo sempre amici. Vai. Goditi la vita. Stammi bene. Ama tua moglie. A proposito, lei ti raggiungerà fra circa una settimana. Se se la sentirà. Sì. Ho la sensazione che abbiamo entrambi tratto un gran beneficio dalle nostre discussioni. (Victor mormora qual­cosa). Che? (Victor mormora qualcosa). Che?

Victor           Mio figlio.

Nicolas Tuo figlio? Oh, non ti preoccupare per lui. Era una piccola carogna.

Victor si irrigidisce e fissa Nicolas.

Silenzio.

Buio.