Il bisturi

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IL BISTURI

IL BISTURI

Di Antonella Bertoli

ATTO UNICO

Personaggi:

Il Chirurgo

Il dottor Ettore

Betty

La Prima infermiera

Il Paziente

Il Secondo Paziente

La Seconda Infermiera

Sul palco vi è un tavolo operatorio. Una luce rotonda sopra il tavolo lo illumina. Un po’ a destra vi è una parete divisoria con rubinetti e lavandini. Dalla parte destra entrano gli attori che arrivano nella sala pre-operatoria. Il Paziente viene invece introdotto da sinistra. A destra entra una infermiera seminuda (Betty). Ha la cuffietta in testa ed è in mutande, con le calze autoreggenti e le gonne mezze alzate che cerca di tirarsi giù e di aggiustarsi la camicetta alla bell’è meglio. Betty entra di corsa e col fiatone dicendo:

«Ahhhh!!!! Ahhhh!!! Uffff!!! Dio che corsa, in tutti i sensi. Che galoppata! E adesso dritta in sala operatoria! Ma quante mani ha quel chirurgo? E poi che bisturi! Che bisturi!»

Spalanca la porta che dà sulla sala operatoria e si batte la testa con la mano dicendo:

«E il paziente? Oddio il paziente! Ho dimenticato il paziente! Dove l’ho lasciato? Sarà mica ancora.... Oddio ho dimenticato il paziente in corridoio fuori della sala riposo dove io e il chirurgo... O mamma mia, aspetta che lo vado a prendere. Speriamo che l’anestesia faccia ancora effetto!»

E se ne scappa di corsa dalla sala operatoria uscendo da sinistra. Nel frattempo a destra, nella pre-operatoria arriva un Chirurgo vestito di verde con la mascherina giù e incomincia a lavarsi le mani fischiettando. Lo raggiunge un altro medico (il dottor Ettore) ugualmente vestito che fischietta la stessa aria. Il Chirurgo dice, smettendo di fischiettare:

«Ma che bel motivetto! Lo stesso che fischietto io! chi te l’ha insegnato?»

Risponde il Dottor Ettore mentre entrambi continuano a lavarsi le mani:

«Sapessi! Non farne parola con nessuno, perché sai com’è, le voci qui in ospedale corrono... c’è un’infermierina che quando si fa all’amore canticchia questo motivetto e allora sai com’è, da cosa nasce cosa! E mi è rimasto impresso. Tra l’altro ho scoperto che mi distende, così mentre opero mi rilasso e dò il meglio di me stesso. Ah già, ma tu non stavi fischiettando la stessa canzoncina per caso?»

Il Chirurgo lo guarda di malumore e gli dice di rimando:

«Guarda caso si, stavo fischiettando lo stesso motivetto e anche la mia infermierina canticchia la stessa canzoncina quando fa all’amore. Che caso eh?! O è una canzone molto in voga o è della stessa infermierina che stiamo parlando! Vediamo un po’. La mia è biondina e di nome fa Betty, e la tua?...»

Il dottor Ettore in fretta e furia finisce di lavarsi le mani, le asciuga e fa finta di non sentire, si fa scappare un accesso di tosse convulsa. Borbotta:

«Scusa coff, coff, coff, scusa, non ho sentito capo! Devo andare. Mi chiamano in sala operatoria! Coff, coff, cofff...»

Scappa in sala operatoria lasciando il Chirurgo da solo mentre continua a lavarsi le mani. Arrivato in sala operatoria il dottor Ettore non vede nessuno e sbotta:

«Ma come? Non c’è nessuno qui dentro? E il paziente? E le infermiere? Boh! A me hanno detto di venire qui e qui resto.»

Si mette seduto sul letto. Poi si stende con le mani dietro la testa e comincia a fischiettare. Dopo un po’ si mette a russare. Nel frattempo entra il Chirurgo con due infermiere, la Prima e la Seconda. La prima è un donnone alto e grosso coi baffi vistosi ed un accenno di barba. Il Chirurgo dice fregandosi le mani:

«Bene, bene, cosa abbiamo qui? Un paziente vestito da dottore. Ma come, non c’è più religione a ‘sto mondo se anche i pazienti li vestono da chirurghi adesso! Infermiera. Tolga il camice dal paziente e lo sistemi a dovere. Gli metta la mascherina dell’anestesia.»

La Prima infermiera toglie il camice verde al dottore-paziente e lo lascia in mutande. Questi continua a russare alla grande. L’Anestesista gli mette la maschera e schiaccia un pulsante dietro di sé dicendo:

«Anestesia partita! Polso 80, pressione 150 su 90. tutto bene. Ottimo direi. Chirurgo, può operare. Proceda pure!»

Il Chirurgo si guarda intorno e si fa mettere i guanti di lattice poi esamina il paziente. Gli alza le mutande e chiede alla Prima infermiera:

«Ma di che cosa deve essere operato questo paziente? Siamo in una clinica estetica qui, mica in un ospedale qualsiasi! Mi faccia un po’ vedere: ma ha tracce di rossetto sulle labbra, tracce di trucco sugli occhi! Non sarà mica un trans che vuole cambiare sesso? No, non mi pare, forse vuole solo ridursi un po’ il pene, che dite voi? Chiamate la Betty che glielo chiediamo a lei!»

Interviene la Seconda Infermiera, carina ma timida, che dice scandalizzata e con voce da fanciullina per bene:

«Io ho studiato dalle suore e se sapevo che qui dentro si cambia di sesso non sarei mai venuta a lavorarci! E poi, sa dottore, io credo di riconoscere questo paziente steso sul letto. Non è mica un paziente, sa! è un dottore come lei. È il dottor Ettore questo qui e non intende mica cambiare sesso. Anzi! Io so che anche la Betty dice che ha un bisturi... Lo so che i bisturi servono a tagliare le pance e non so proprio a cosa serva il bisturi alla Betty, che è un’infermiera come me e i bisturi li passiamo soltanto a voi dottori, ma di sicuro questa è la prova che il dottor Ettore non vuole cambiare sesso. Vuole restare un dottore col bisturi intatto!»

Da destra si sente una voce che canticchia il motivetto (La Bambola di Patty Pravo). È la Betty che trascina per le braccia un paziente che striscia i piedi per terra. La Betty ha la camicia sbottonata fin sul seno e il rossetto sbavato. Entra come un ciclone in sala operatoria, lascia cadere il paziente per terra e sbuffa:

«Uffa! Che barba! Lo avevo lasciato nel suo lettuccio caldo caldo, in mezzo al corridoio e dove te lo ritrovo? Pensate un po’: all’obitorio lo avevano portato! Ho fatto una fatica a portarlo fin quassù che era mezzo intirizzito e duro come un baccalà per il freddo che ha patito povero caro. Per fortuna era mezzo scemo dall’anestesia che gli avevo punturato e così non se n’è neanche accorto.»

Betty si lascia cadere su una sedia a gambe e braccia penzoloni spalancate, sbuffando ansante. Il Paziente si rialza dal pavimento battendo i denti e tremando per il freddo. Fa per coricarsi sul letto operatorio, che è occupato dal dottor Ettore che sta ancora russando. Il Paziente dice:

«Ma chi è questo qui? Ma se è il medico che mi ha visitato ieri! Che ci fa qui? Il letto è mio e me lo tengo io. Su Chirurgo, faccia il suo dovere. Mi operi che non ne posso più. Ma è una nuova cura quella che bisogna che i pazienti li congeliate prima di operarli? Avevo sentito parlare della criogenesi, ma siete proprio all’avanguardia qui. Certo che io però, mica avevo chiesto di essere ibernato. Dovevo solo togliermi una cistina dal collo. E mi avete congelato anche il piso, pisello! Che quasi quasi mi si stacca! Non che mi lamenti, sa dottore. La medicina è una scienza e io non sono uno scienziato. Certo che con un’infermiera così, essere un po’ duri impacchettati non è che fa poi tanto male eh?!...»

La Betty si alza e gli molla uno sberlone sul viso strattonandolo e dicendogli:

«Ma come ti permetti, screanzato che non sei altro! Non sei mica un dottore tu! Sei un semplice Paziente. Trattarmi così! A me che sono la più amata delle infermiere. Anzi, dirò di più: la più amata dagli italiani! quelli dottori! Anche se non vendo cucine. Un paziente che tratta così le infermiere, non s’è mai visto. Toh moh! Che ti riporto in obitorio e poi ti mollo là dentro e ti ci lascio. Altro che piso-pisello! Tutto duro come un baccalà diventi! Stai al tuo posto, villanzone!»

Il Paziente:

«Veramente io al mio posto ci starei anche, ma c’è lui!?»

E indica col dito il dottor Ettore che è ancora sul letto e sta russando.

Paziente:

«Insomma Chirurgo, faccia un po’ lei. O mi ridà il posto sul letto o vi pianto qui tutti e me ne vado da questa clinica che mi costa un occhio della testa. E vi faccio causa! Via, tutti in tribunale, compresa quella bamboletta che si permette di prendere a schiaffi un paziente. Un paziente, dico io, quello che vi permette di avere lo stipendio, che senza di me, non avreste neanche il pane!»

Il Dottor Ettore si sveglia. Alza le braccia e si stiracchia sbadigliando. Poi balza a sedere sul letto ed esclama:

«Ma che c.... ci faccio qui, disteso sul lettino operatorio! E in mutande poi!»

Fa un salto giù da letto e comincia a girare per il palco gridando:

«Sono in mutande e stavo dormendo! Ma che cosa volevate farmi eh? Volevate operarmi, o mioddio mi volevano operare. E cosa mi volevate togliere, eh?»

Tutti gli astanti fanno dei risolini e si nascondono la bocca con le mani. Anche il Paziente che nel frattempo si è seduto sul letto soddisfatto.

Dottor Ettore mettendosi le mani tra i capelli:

«Non ditemi che...»

Si guarda le mutande e se le alza guardando dentro inorridito, si rimette le mani tra i capelli gridando:

«Oddio siete dei pazzi, mi volevate tagliare il coso! Ma di chi è stata la bella idea eh?»

Guarda Betty che si schernisce e fa NO con la testa e con le mani scuotendole. Guarda le due infermiere e la Seconda infermiera si fa tutta rossa e stringe le mani davanti a se dondolandosi e scuotendo il capo abbassando gli occhi. Guarda la Prima Infermiera che gli assesta una manata sulla spalla e gli dice:

«Andiamo valà che le è andata bene caro il mio dottore! Che questo qui, questo Chirurgo qui voleva cambiarla di sesso e per fortuna che lei è così un bel giovane e ha un così bel bisturi che l’Infermierina ingenua, qui, l’ha salvata riconoscendola. E poi ringrazi anche quel bel tomo disteso sul letto, il Paziente. Sennò a quest’ora ci canterebbe da soprano altrochè quel motivetto che gli piace tanto!»

Il dottor Ettore si aggira per la sala operatoria e si pianta a gambe larghe e mani sui fianchi davanti al Chirurgo e questi gli sbraita contro:

«Embè cos’hai da dire a tua discolpa? Che ne sapevo io di chi era il paziente! E poi chi era quello che cantava quel motivetto che canta sempre la Betty? Io so che dovevo operare uno che voleva diventare donna. O no? non mi ricordo più! Ma insomma, Prima infermiera: chi tiene l’elenco delle operazioni in questo ospedale? Devo farlo forse io? E tu stai zitto sennò ti licenzio. Così andrai ad operare in un ospedale pubblico e vedrai che razza di paga. Altrochè le belle signore a rifarsi gli occhi e la bocca e le tette. Appendicectomie e laparoscopie appena appena dovrai fare. E gratis. Anche! O quasi! E poi dovrai pagarti anche l’ambulatorio, sennò nisba!»

Il Dottor Ettore si inginocchia davanti al Chirurgo dicendogli in tono supplicante e aggrappandoglisi ai pantaloni:

«No, ti prego, nella Sanità pubblica no! non mandarmi via. Farò tutto ciò che vorrai e poi sono sicuro che se mi avessi trasformato in donna sarei stata un pezzo di femmina coi guanti! Anzi che dico? coi super guanti! Se mi operavi tu, sono sicuro che non avrei avuto niente da ridire. Una super fi... sarei stata! E poi cantavo quel motivetto perché l’avevo sentito da te, ti ricordi, stamattina, mentre rifacevi il naso alla moglie del Notaio!? La Betty? Chi la conosce la Betty?!»

Salta fuori la Betty tutta inviperita e a malapena le due altre infermiere riescono a trattenerla:

«Eh no mio caro! Con me proprio non si fa così. Questo stronzo prima mi circuisce, mi dà il bisturi per giocarci e adesso non mi conosce neanche!»

Betty si mette a piangere e si svincola dalle braccia delle due infermiere. Piagnucolando prende sottobraccio il Chirurgo e dice:

«Vede, signor Chirurgo cosa sono costretta a sopportare? Tutti così sa fanno appena arriva lei! e si accorge che gli ho visto il bisturi! Hanno tutti paura di lei, caro il mio Chirurgo. Oh! ma io voglio dire che un bisturi come il suo non ce l’ha nessuno! Anzi, sa cosa le dico? d’ora in poi canterò un’altra canzone quando io e lei saremo insieme. Cosa ne dice? Così potrà star sicuro che non ci sarà nessun altro bisturi, nessun altro all’infuori di lei a cantare il mio motivetto!»

E così dicendo fa il cenno del giuramento e poi schiocca un grosso bacio sulla guancia del Chirurgo lasciandogli la traccia della bocca di rossetto in faccia.

Nel frattempo il Paziente si mette seduto sul letto con le braccia conserte. Poi dice:

«Bel quadretto! Complimenti. Ed ora che tutto s’è risolto per il meglio vogliamo procedere con la mia operazione? Vede signor dottore, io ho una cistina, mi ha detto lei ieri sa, quando mi ha fatto la lastrina, che ho una piccola escrescenza di grasso qui sul collo. Un lipomino che si toglie in un quarto d’ora. Vogliamo farlo ‘sto taglietto così dopo me ne vado a casa mia? E voi vi fate tutte le canzonette che volete? Anestesista, per favore, proceda!»

La Prima infermiera lo guarda in cagnesco e consulta una lista. Poi dice:

«Dunque vediamo vediamo. Lei è... si, dunque P come Paziente. Oh! ma sotto la P ce ne sono tantissimi. Non so mica se lei è il Paziente giusto. Qui di Pazienti ce ne sono 20 in lista. Come si può fare?»

Il Chirurgo, il dottor Ettore, le due Infermiere e Betty si guardano meditabondi, poi all’unisono chiedono al Paziente:

«Ci dica lei cosa dobbiamo fare! Cominciamo dal primo e andiamo fino al ventesimo?»

La Prima Infermiera si prende il mento tra le mani mentre Betty sbaciucchia il Chirurgo e il dottor Ettore gli spolvera le spalle di polvere inesistente, gli sistema la piega dei pantaloni e gli si inginocchia abbracciandolo per le gambe. Prima infermiera:

«Dica un po’: cosa fa lei nella vita? L’esperto di computer? Bene bene. Salti giù da quel letto e venga con me in amministrazione che ho un bel lavoretto per lei.»

Il Paziente allibito tenta di fare resistenza aggrappandosi al letto e puntellandosi con i piedi dicendo: «NO, No, Nooooo!»

Tutti allora aiutano la Prima infermiera a tirarlo giù dal letto. L’Anestesista si frappone tra il Paziente e gli altri con una siringona in mano dicendo:

«Fermi tutti! Ci penso io!»

E gli piazza una puntura sulla pancia, mentre il Paziente cade svenuto all’istante sul letto. Il Chirurgo scalciando via il dottor Ettore che, sempre in mutande si trascina aggrappato alle sue gambe:

«Mi piacciono le persone decise. Bravo Anestesista. E lei mi lasci in pace. Mi molli le ho detto! Anzi, aiuti a portare su il Paziente in Amministrazione.»

La Prima infermiera e il Dottor Ettore prendono il Paziente per le braccia e le gambe e lo portano fuori dalla scena da sinistra, dopo avergli tolto la vestaglietta così che il Paziente rimane in mutande. Rimangono in scena il Chirurgo, Betty e la Seconda Infermiera. Betty:

«Che si fa adesso? Non abbiamo neanche un paziente da operare, nessuno da tagliare. Cosa stiamo a fare qui?»

Il Chirurgo facendo la mano morta:

«Io una ideuzza ce l’avrei... Ho proprio un bisturi nuovo di zecca da farti vedere! Vieni di là con me. Eddai Betty. Betty? Bettina bella, vieni con me che ti canto la canzoncella...»

Betty si lascia portare via con fare sognante ed escono dalla parte destra, si stendono sul pavimento della sala pre-operatoria. Si sentono sospiri e mugugni di piacere. E Betty che canta un’altra canzone:

«Non restare chiuso qui, pensiero, riempiti di sole e va nel cielo....»

La Seconda infermiera è rimasta da sola dentro la sala operatoria. Non sa cosa fare. Prova a toccare i ferri e li sistema. Li pulisce. Poi prende un bisturi e lo guarda rigirandoselo in mano e dicendo fra sé:

«Cosa ci sarà di tanto bello in un bisturi poi... Mah! Certo che se usato bene serve a far del bene, non lo metto in dubbio! Ma devo chiederlo alla Betty. I dottori... Oh! ma anche gli infermieri, si, si, si... dicono che la Betty è tanto brava, che ha un così buon cuore! E ci sa tanto fare col bisturi!»

E si dondola col bisturi in mano. Nel frattempo rientra da sinistra il dottor Ettore che la sorprende col bisturi in mano e l’apostrofa in modo un po’ arrogante:

«Non ha causato abbastanza guai con quel bisturi lei!? Avanti lo metta giù che a momenti mi faceva castrare! E poi mi ridia il mio camice che ho freddo a stare in mutande e per un medico non è poi così dignitoso!»

La Seconda infermiera, rossa per la vergogna, gli dice intimidita:

«Veramente dottore, vede io non ho preso il suo camice, credo che se lo siano portati di là la Betty e il Chirurgo.»

Si sentono sospiri e urletti di piacere sempre più forti e Betty che canta a squarciagola la canzone “non restare chiuso qui pensiero...” La Seconda infermiera sempre timidissima, arrossendo e nascondendo il volto, dondolandosi con il corpo, riprende a parlare con voce sommessa:

«Guardi, se vuole coprirsi le dò questa vestaglietta che ha lasciato qui il Paziente. Su venga che l’aiuto a mettersela.»

E gli fa indossare la vestaglietta che era rimasta sul letto. Il dottor Ettore si avvicina alla Seconda infermiera dicendo:

«Ma lo sa che non è niente male a guardarla bene? Venga più vicino, su venga più vicino che le faccio vedere il mio bisturi preferito.»

E la stende sul lettino. Le luci si abbassano e si sente da destra la solita canzone, mentre in sala operatoria si sente la Seconda Infermiera che dice:

«Ohhhh! Ma cosa fa dottor Ettore... ma no, non intendeva mica così io. Ma che bisturi sta adoperando? Ma è proprio un bisturi? Oddioooooo.....ohhhhhhh!!!!!»

Entra un altro personaggio vestito da Paziente con una vestaglietta addosso corta e legata sulla schiena. La labbra col rossetto, il rimmel e una parrucca. Entra in scena con fare circospetto gesticolando effeminato dicendo:

«Ohhh... ma questo letto è occupato! Veramente questo è il mio posto. Io avrei da fare un’operazione un po’ particolare. Si , insomma io dovrei cambiare sesso... Sto aspettando questo momento da tanto tempo!.... Via di qui, sciò sporcaccioni che non siete altro, via di qui che tocca a me!»

Silenzio. Buio totale. Da destra improvvisamente rientrano la Seconda infermiera e il Paziente e la luce si riaccende. Il Chirurgo e la Betty si rialzano schiarendosi la voce e cercando di ricomporsi le vesti. Il Paziente sgrana gli occhi e viene letteralmente trascinato in sala operatoria dalla Prima infermiera. Si riaccendono le luci e il dottor Ettore e la Seconda infermiera saltano giù dal letto ricomponendosi e la Seconda Infermiera fa:

«Sa, il dottor Ettore mi stava facendo vedere come si adopera il suo bisturi...»

Il Paziente e la Seconda Infermiera scuotono la testa. Entrano Betty e il Chirurgo in sala operatoria. Il Secondo Paziente gira per il palco gesticolando e facendo di no con la testa. Il Chirurgo dice:

«Allora, tutto risolto? Paziente, a chi tocca essere operato?»

Il Paziente scorre la lista che ha in mano e dice:

«Ma è ovvio! Tocca a lei! È il primo della lista, guardi qua. C’è scritto: Pazienti del dottor Chirurgo. Quindi adesso lei è il primo della lista. Dia qua camice e mascherina. Forza, si sbrighi.»

Il Chirurgo cerca di scappare da tutte le parti ma viene fermato dalla Prima infermiera che dice:

«Ci ha mandato su lei in amministrazione a controllare col computer. Quindi se lei è il primo della lista il primo ad essere operato sarà lei.»

Interviene il secondo Paziente sdraiandosi sul lettino:

«Alt! Stop! Chi deve essere operato sono io. Tocca a me ho detto: venga qui Chirurgo e mantenga fede alle sue promesse! Donna mi deve fare diventare. E donna mi farà!»

Tutti mollano il Chirurgo e si rivolgono verso il secondo Paziente. Il Chirurgo scappa intorno al letto, subito tutti gli altri si mettono a rincorrerlo: il Paziente in mutande, il dottor Ettore in vestaglietta, Betty mezza discinta, la Seconda infermiera pure, la Prima infermiera brandendo un bisturi. Tutti corrono intorno al letto. Il Secondo Paziente si mette a sedere scuotendo al testa e dicendo:

«Ma insomma se vi dico che sono io a dover essere operato. Su prenda il bisturi, Chirurgo! Ma dove scappa! Prenda il Bisturi! E lo dia anche a me quel bel Bisturi che ha!»

E si mette a fischiettare il motivetto de “La Bambola”.

Nel frattempo entrano altre persone in divisa da infermieri che cantano insieme: “Non restare chiuso qui, pensiero, riempiti di sole e vai nel cielo...”

Sipario.

FINE