Il Bortolo e la Bernarda

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A-üüü, dùùù, triii… Me al ma piaserès saì perché la Cuccarini la ga ria a fal e me no

Teatro Comico Italiano

IL BORTOLO E LA BERNARDA

COMMEDIA IN DUE ATTI

PER DUE PERSONAGGI

Autore:

Camillo Vittici

c.vitt@libero.it

Iscrizione S.I.A.E. N.118123

(In caso di traduzione dialettale si prega di specificare alla SIAE il titolo originale dell'opera

PERSONAGGI

Bortolo

Bernarda

(Marito e Moglie)

La storia si svolge nel soggiorno di una casa modesta

La storia

Una anziana coppia di anziani, il Bortolo e la Bernarda, trascorrono la solita piatta vita di pensionati. La moglie, stanca dell'apatia del marito nei suoi confronti, inventa uno spasimante. La vendetta del Bortolo non si farà attendere.

PRIMO ATTO

BERNARDA:  (E' intenta ad eseguire goffi tentativi di ginnastica) Uuuno, duuue, tre… A me piacerebbe sapere perché la Cuccarini riesce a farlo e io no. Uuuno, duuue, tre… Forse sarebbe stato meglio fare un corso di ginnastica orobica… no… come si chiama? Ah, di ginnastica erotica. Forse sarà perché la dieta dimagrante mi indebolisce… Vorrei vederlo io quel testa bucata del mio dottore se riuscisse lui a stare al mondo solo con quello che mi ha consigliato di mangiare… Uuuno, duuue, tre… Al mattino una fetta di pane secco con il thè. E io lo faccio. Magari aggiungo qualcosina ; che ne so… un paio di scodelle di caffè e latte e due michette, però la fetta di pane secco la mangio. E a pranzo? Due foglie di insalata e mezzo uovo. Nemmeno il mio canarino starebbe al mondo con quella roba lì. Io le due foglie di insalata le mangio, anzi, proprio per rinforzare la dieta del medico, ne preparo un marmittone e, al posto di mezzo uovo, me ne faccio una dozzina… Uuuno, duuue, tre… Ho provato di tutto per perdere qualche chilo, ma niente da fare. Ho provato perfino con gli ormoni, però il farmacista non ha capito che erano per me e mi ha dato quelli dei cavalli che mi hanno fatto l'effetto contrario. Però, calare, nemmeno un grammo… Uuuno, duuue, tre… Uuuno, duuue, tre… Il dottore mi ha detto che se avessi voluto dimagrire avrei dovuto comperare una ciclette. Io l'ho comperata, l'ho tenuta lì in parte al letto ancora incartata, ma non sono dimagrita lo stesso… Uuuno, duuue, tre…  Uuuno, duuue, tre… E sì che mi peso tutte le mattine, ma non calo nemmeno mezz'etto. Io la odio la bilancia… e per colmo della sfortuna non vado a nascere sotto il segno della bilancia? Uuuno, duuue, tre… L'altro giorno mi sono pesata con quella della stazione perché pensavo funzionasse meglio della mia… Una di quelle dalle quali viene fuori un bigliettino… Infatti il biglietto è uscito… C'era scritto: "Prego, salite uno per volta".  (Il Bortolo si affaccia alla porta col pigiama a strisce) Uuuno, duuue, tre… Cos'avrà la Cuccarini meno di me…

BORTOLO: (Da un minuto è sulla porta in pigiama) Almeno sessanta chili di polpa in meno.

BERNARDA:  Si è alzato il principe?

BORTOLO:  Se sono in piedi vuol dire che mi sono alzato. Ancora con quella ginnastica… Poi tutto il giorno ti lamenti perché sei stanca. Guarda che tu non perdi mezzo etto nemmeno se usiamo l'affettatrice

BERNARDA:   E' solo perché ho le ossa grosse. Bortolo, dovresti portarmi al mare

BORTOLO:   A fare? La rotonda sul mare?

BERNARDA:   E se per quei due etti in più che ho mi dovessi ammalare?

BORTOLO:   Penso a quei poveri cristi che ti dovrebbero trasportare con l'ambulanza

BERNARDA:   Perché?

BORTOLO:   Per trasportare te come minimo dovrebbero fare due viaggi… Che ora è?

BERNARDA:  Sono quasi le dieci

BORTOLO:  Accidenti, come farò adesso a fare colazione se fra un paio d'ore dovrò pranzare?

BERNARDA:  Certo che ne hai di problemi gravi… Prova  ad attaccarli assieme; insomma, alla fine della colazione inizi con il pranzo…

BORTOLO:  No, non va bene; è contro le mie regole. La colazione è la colazione e il pranzo è il pranzo

BERNARDA:  Tu sei come quelli che sono giù a Roma nella stanza dei deputati…

BORTOLO:  Si dice alla camera Bernarda , non alla stanza…

BERNARDA:   Tu sei come quelli che sono giù a Roma nella camera dei deputati che hanno deciso di fare una legge che istituisce l’anno di 365 domeniche. Però i sindacati non hanno voluto…

BORTOLO:  Perché non hanno voluto?

BERNARDA:  Perché gli saltavano le ferie

BORTOLO:  Bernarda , tu sei l’esatto contrario di uno specchio…

BERNARDA:  Perché  Bortolo?

BORTOLO:  Perchè lo specchio riflette senza parlare, invece tu parli senza riflettere

BERNARDA:   Io parlo senza riflettere? Guarda che il mio cervello è tutto intero e sviluppato…

BORTOLO:   Per quello non ho dubbi, basta vedere che testa grossa che hai… Anzi, adesso che ti guardo bene, mi sembra che tu abbia anche la barba

BERNARDA:   Adesso che mi vedi bene, nèh… Da quant’è che non mi guardi? Non so bene che differenza ci sia fra me e un mobile di questa stanza…

BORTOLO:   La differenza c’è, eccome; il mobile non chiacchiera!

BERNARDA:   Guarda che quei quattro peli che mi crescono sul muso è perché ho fatto la cura degli ormoni. E perché ho fatto la cura degli ormoni?

BORTOLO:   E perché hai fatto la cura degli ormoni?

BERNARDA:   Per te, per diventare più magra

BORTOLO:   Allora vuol dire che da ora in avanti, invece di Bernarda, ti chiamerò Libellula.

BERNARDA:   Preferisco farfalla…

BORTOLO:   Certo che per volare ti occorrerebbero due ali di aereo, ma di quelli grossi…

BERNARDA:   Sempre gentile neh, mai una volta che tu mi dica che mi vedi magra e slanciata…

BORTOLO:   Dovrebbero mettermi una benda scura sugli occhi e pensare alla Naomi Cambièl…

BERNARDA:   Guarda che tutti abbiamo qualcosa che cresce. A me la barba e a te i piedi

BORTOLO:   E cosa avrebbero i miei piedi?

BERNARDA:   Guarda Bortolo che non tutti hanno il 46 di scarpe

BORTOLO:   E cosa ci sarebbe di male avere il 46 di scarpe? Mi dica principessa…

BERNARDA:   Di male niente, ma di strano sì. Lo strano è che tutte le mattine tu ti ostini ad indossare le scarpe del numero 44

BORTOLO:   Semplice, lo faccio per avere un po’ di piacere

BERNARDA:   Ma si può sapere come provi piacere a metterti le scarpe strette?

BORTOLO:  Vuoi mettere che piacere ho quando me le spoglio la sera?

BERNARDA:   Bortolo, lo sai almeno che io ho sempre messo in dubbio che tu fossi intelligente?

BORTOLO:   In questo sono pienamente d’accordo con te e ne ho le prove…

BERNARDA:   Quali prove?

BORTOLO:   Se fossi stato davvero intelligente al cento per cento avrei capito in tempo di non sposare proprio te

BERNARDA:   Perché io, allora, avrei fatto un affare… Però io, dopo tutto, ti ho fatto del bene: quando, da morosi, ti ho dato il primo bacio, ti ho trasformato da un rospo in un principe azzurro. Peccato che il matrimonio abbia fatto esattamente il contrario…

BORTOLO:   Perchè il contrario?

BERNARDA:   Sì, il contrario, perché il matrimonio ti ha trasformato da un principe azzurro ancora in un rospo, esattamente come prima, anzi, più di prima

BORTOLO:   Lo so e l’ho sempre saputo di essere nato sfortunato. E che sono disgraziato… E che a me il Signore vuole male… Proprio come il mio amico Serafino Cicciabagole…

BERNARDA: Perché dici che il tua amico Serafino Cicciabagole è sfortunato?

BORTOLO:   Pensa che la settimana scorsa si è sposato per la quarta volta

BERNARDA:   Per la quarta volta? Ma non ne aveva avuto abbastanza di tre?

BORTOLO:   Gli sono morte tutte poveretto…

BERNARDA:   E di cosa sono morte?

BORTOLO:   Alla prima piacevano tanto i funghi. Una volta ne ha mangiato uno velenoso e non c’è più stato niente da fare; è crepata in due minuti

BERNARDA:   E le altre due?

BORTOLO:   Anche alla seconda piacevano tanto i funghi. Per tenerla corta, ci ha lasciato la pelle anche lei

BERNARDA:   Non mi dirai che anche la terza è morta avvelenata dai funghi…

BORTOLO:   No, Bernarda, la terza è morta per le botte che il Serafino le ha dato perché non voleva mangiare i funghi

BERNARDA:   Certo che tu Bortolo sei ben più sfortunato del tua amico Serafino…

BORTOLO:   Perché sono più sfortunato del mio amico Serafino?

BERNARDA:   Perché a me i funghi non sono mai piaciuti. Però adesso va’ di là perché non mi piace vederti girarmi attorno col pigiama che ti fa sembrare un carcerato di San Vittore.

BORTOLO:   Certo che tu ce l’hai davvero il muso di uno che è a San Vittore

BERNARDA:   Il muso di una carcerata?

BORTOLO:   No, di una carcerata no, ma guarda che, in parte a San Vittore, c’è anche un ricovero per vecchi arteriosclerotici…

BERNARDA:   Ha parlato il giovincello, il ragazzo nel fiore degli anni! Senti, piantala e va’ di là e cambiati

BORTOLO:   Va bé, andrò a cambiarmi. Certo che a essere in pensione pensavo di lavorare di meno e invece tutto il giorno c’è qualcosa da fare. Al mattino devo spogliarmi il pigiama, indossare i calzoni, la camicia, lavarmi, fare la barba, poi bisogna sedersi per bere il caffè…

BERNARDA:   Ah certo che è proprio una grande fatica…

BORTOLO:   Non sembra, ma… versarlo, metterci lo zucchero, girare il cucchiaino, berlo…

BERNARDA:   Inghiottirlo, digerirlo, fare il ruttino… Corri, dai, cambiati e smetti di chiacchierare a vanvera. (Bortolo esce). Guarda tu, con tutti gli uomini che ci sono a questo mondo, proprio nel Bortolo mi dovevo imbattere. E pensare che una volta avevo una faccina che sembrava quella di un angioletto d’un quadro della chiesa. Per farsi compassionare e perché lo consolassi un giorno mi diceva che gli era morta la madre, un giorno che era morto il padre, un giorno il nonno, un giorno la nonna… Io non tenevo tanto i conti, anche perché l'aritmetica non è mai stata il mio forte, ma alla fine mi sono accorta che il padre era morto quattro volte, la mamma cinque e i nonni non so quante. Una volta ero la sua bombola dell’ossigeno, ora sono diventata solo una bombola e basta. (Suona il telefono) Un momento… Calma… Arrivo… Aspetta un secondo… Cosa continui a suonare… Non sono mica sorda… Pronti… Chi è che risponde dall’altra parte dell’apparecchio? Ah, sei tu Giovanni? Si può sapere perché mio fratello ha deciso di spendere un gettone del telefono per telefonare alla sua sorellina? …Come? …Alla sua sorellona? Villano anche tu come il Bortolo! Allora che c’è? ...Davvero? Poverina la mia cognata… Mi spiace davvero… Cosa le hanno fatto? Gli esami del sangue? E cosa le hanno trovato? …L’infiammazione alle urine? Non ho mai saputo che per trovare l’infiammazione alle urine dovessero farle gli esami del sangue… Ah, però le hanno trovato il groppuscolo sanguineo… Cos'é? Gruppo zero erre vacca negativo… Anche in quello è negativa poverina. Pensa, anche al polistirolo e i criceti alti… ah, non i criceti, come si chiamano? Tricicli… San Giovanni Vagabondo martire! Anche agli occhi? Allora le ha proprio addosso tutte, come san Giobbe. Allora non ci vede tanto se è presbitera. Le manca solo lo strabismo venereo. Davvero?… Le hanno trovato anche le vene vanitose?… Anche le morroidi? … Dici che non si chiamano morroidi?… ho capito: arachidi. San Paolo del Brasile! Pensa, l’hanno fatta visitare anche dall'otorinol'haingoiato... Santa Maria di Leuca! Ha tutta la clitoride della gola infiammata! Non hai provato con i gargarismi con l’Una Tantum? Ah, non è finita… San Pellegrino della magnesia! Accidenti, anche l’utero contorto? Ma no, dille di non avere paura, di quelle cose lì non si muore quasi mai, al massimo non potrà più avere figli… Anche questo è vero, a sessant’anni sarebbe un po’ difficile… Certo che è proprio sfortunata! Ascolta Giovanni, dovresti darmi una mano… no, no, non devi prestarmi proprio niente, è più difficile chiedere cinque euro a te che un profilattico ad un frate. Ascolta Giovanni; pulisciti bene le orecchie… Tu lo conosci bene tuo cognato, quel tanghero di mio marito, il Bortolo insomma. Siccome ormai mi considera meno importante di una padella della cucina, io avrei pensato di farlo ingelosire. …No, non ho fatto il moroso, ma voglio solo far finta di averlo, di avere uno spasimante insomma… Cosa dovresti fare? Semplice… Un giorno una telefonata… un giorno un mazzo di fiori… un giorno… No, sta calmo, non farti venire l’infarto, pago tutto io, telefono e fiorista. Quando? Fra dieci minuti, quando tornerà in cucina… Cosa gli devi dire? Inventa tu qualcosa; magari racconta quello che dicevi alla tua Sandra… Non ti ricordi più? Dà una rinfrescata alla memoria e datti da fare. Ciao neh Giovanni e salutami la mia cognata. (Lascia l'apparecchio) Tèh, prendila, adesso ti arrangio io caro il mio Bortolo! Dovrai venire in ginocchio e con le mani giunte davanti a me per implorarmi di rimanere con te e di non lasciarti. Te la faccio scattare io la molla della gelosia!

BORTOLO:   (Rientra) Ecco, mi sono vestito. Sono abbastanza elegante per essere ammesso alla sua presenza, principessa? O dovevo mettere sul colletto della camicia anche il papilloma?

BERNARDA:   Mi sembri uscito dalla butique del Valentino.

BORTOLO:   E chi sarebbe quel tale lì?

BERNARDA: Un mio amico….

BORTOLO:   Guarda Bernarda che il Rodolfo Valentino è morto almeno da cent’anni…

BERNARDA:   Guarda Bortolo che di Valentini ce ne sono anche ai giorni nostri…

BORTOLO:   Guarda che io tuttavia sono il migliore e il più fascinoso…

BERNARDA:   Ha parlato l’Alèn Delone, il Tirone Povero, il Gregorio Bècco…

BORTOLO:   Ah, se è solo per quello, l’hai detta giusta, più becco di me…

BERNARDA:   …non c’è nemmeno il maschio della capra. Però quello ha le corna. Dai, finiamola con queste stronzate e lasciami andare in bottega

BORTOLO:   Cosa prepari per il pranzo oggi?

BERNARDA:   Due dita negli occhi

BORTOLO:  Perchè?

BERNARDA:   Perché se vado in bottega vuol dire che il frigorifero è come il tuo cervello

BORTOLO:  Cosa vuol dire?

BERNARDA:   Che è vuoto. Anzi, forse vado all’Iper

BORTOLO:  Guarda tu se per comperare due pani e due etti di mortadella bisogna prendere la corriera per andare fino all’Iper. Mai una volta che mi comperi il prosciutto crudo.

BERNARDA:   Tu, bello, guarda che la mortadella è il prosciutto dei muratori, proprio quello che hai fatto tu per tutta la vita. O hai fatto il direttore di banca?

BORTOLO:  Guarda Bernarda che io lo so perché tante volte tu vai fino all’Iper

BERNARDA:   Per che cosa?

BORTOLO:  Per andare dalla pettinatrice a farti la messa in piega

BERNARDA:   Perché? Tu pensi che anch’io non abbia il diritto di essere bella?

BORTOLO:  Il diritto sì, ma sarà dura. Come minimo ci vorranno almeno quattro commesse assieme, un restauratore di quadri antichi e un paio di chili di silicone. Ti raccomando però; non venire a casa come l’altra volta con le besciamèl e i colpi di sonno

BERNARDA:   Guarda Bortolo che si chiamano mèsc e colpi di sole

BORTOLO:  E fa in modo che i bigodini te li mettano solo lì, perché quando li metti da sola qui a casa e li tieni in testa tutta la notte, quando ti volti nel letto mi graffi tutta la faccia, per non parlare di quando mi compari davanti con la maschera di schifezza sul muso che me la faccio addosso dalla paura perché penso di trovarmi davanti un ultraterreste

BERNARDA:   Te lo dico sempre infatti di venire a letto con il casco della moto… E sentimi bene, lo sai che ti dico? Che sono stufa di sentirti brontolare tutto il santo giorno e di avercela sempre con me. Anzi, la vuoi sapere una cosa? Mi sono iscritta all'AIDO.

BORTOLO:   Ma si può sapere che organi hai da donare?

BERNARDA:   A te nemmeno uno, né oggi, né domani!

BORTOLO:   A parte che io i tuoi organi non li vedo mai e non mi ricordo nemmeno più come sono fatti, ma perché ti sei iscritta all’AIDO?

BERNARDA:   Guarda Bortolo che non è l’AIDO che pensi tu. E’ un altro AIDO. E’ un’associazione che abbiamo fondato noi socie della tombola del lunedì. AIDO, Associazione Italiana Donne Oppresse. E già che c’ero mi sono iscritta anche all’AVIS.

BORTOLO:   Quella del sangue?

BERNARDA:   No, Associazione Vedove In Spettativa…

BORTOLO:   Spettativa di cosa?

BERNARDA:   Che crepino i nostri mariti! Allora, dov’è la borsa? Ah, è qua. (Armeggia con le mani nella borsa)

BORTOLO:   Si può sapere che stai facendo?

BERNARDA:   Mi sto dando all’alta finanza… Non lo vedi? Gioco in borsa! Sto cercando i soldi

BORTOLO:   Tu, bella, vedi di spendere troppo…

BERNARDA:   Guarda che non vorrei farti morire di fame…

BORTOLO:   Se proprio lo vuoi sapere, guarda che io, in tempo di guerra, mi ero abituato a non mangiare niente. C’era in giro tanta di quella miseria che al Serafino Cicciabagole gli è morto di fame perfino il verme solitario. E la sera, quando andavamo a letto senza cena, passavo il tempo ad ascoltare il mio ombelico che chiacchierava a stretto contatto con la colonna vertebrale. Ad ogni modo prima o poi bisogna che anch’io vada dal barbiere a farmi tagliare la testa.

BERNARDA:   Bravo e, già che sei lì, digli di tagliartela davvero e di dartela in mano e, quando ritorni, fermati alla discarica e gettala nella spazzatura; tanto, per quello che ti serve... Ciao nèh, io vado. (Esce)

BORTOLO:   Mah, valle a capire le donne. Forse per capirci qualcosa dovrei dare un’occhiata al calendario del Frate Indovino. Magari lì c’è scritto tutto sulle donne. Forse è proprio per quello che si è fatto frate. Forse solo il Signore conosce le donne; infatti non ne ha mai avuta una e ha guardato bene dallo sposarsi. E poi, per conoscere una marca di detersivi per la lavatrice ci vuole un minuto di pubblicità alla televisione; per conoscere una donna, invece, non basta tutta la vita… e poi non si riesce ancora a conoscerla del tutto. Una bella donna ha bisogno di quattro animali nella vita: una Jaguar nel garage, un leone nel letto, un visone sulla pelle e un asino che paghi. E pensare che io e la mia Bernarda siamo stati felici almeno per vent’anni, dopo però ci siamo incontrati… Certo, lo devo confessare; quando l’ho conosciuta ero innamorato cotto; peccato che lei sia rimasta cruda.  Una volta, forse, ha avuto davvero uno slancio d’amore. Mi ha detto "Bortolo, se tu mi amassi…" E io le ho risposto di slancio "Ma no che non ti amasso!" Si è offesa! Dopo però, forse per fare la pace, mi dice: "Bortolo, dimmi qualcosa …" E io: "Qualcosa!" "Ma no Bortolo, dimmi qualcosa di dolce" E io:" Zucchero, marmellata!". Si è offesa di nuovo! Ieri il Beppe Saponetta, il mio compagno di briscola, mi fa: "Mia moglie è proprio magra; le si vedono tutte le costole" e io gli rispondo: "E tu falla mangiare" E lui: "Farla mangiare da chi?". Tutti uguali, tutti uguali! Un giorno il Prevosto durante la predica ha detto che in paradiso ci sarà non più del trenta per cento di donne. Aveva ragione… Se ce ne fossero di più sarebbe un inferno. Sempre il mio amico Beppe: "Lo sai Bortolo cosa vuol dire per un uomo entrare nella propria casa e trovare del calore umano, l’amore, due occhi che ti guardano con piacere e due braccia che ti abbracciano? Vuol dire che hai sbagliato casa!". (Suona il telefono) Pronti! Chi è? Chi? No, guardi che io non sono la Bernarda… Sì, la voce è quasi la stessa per via dei mormoni che le ha dato il dottore per dimagrire… E dagli ancora! Questo insiste e crede ancora di parlare con la Bernarda… Dolcezza?… Gattina?… Stellina d’oro?… Questa non l’ho capita… Cosa c’entrano le oche? Ah… occhi… occhi dei miei occhi? Senta un po’, io non so chi ci sia dall’altra parte dell’apparecchio, ma sa cosa le dico? Sporcaccione! Porco! Svergognato! Provi ancora se ha coraggio… Pronti!… Pronti!… Ha riattaccato quell’ammazzacani! (Lascia il telefono) Però…Hai capito che santarellina la Bernarda? E così salta fuori e si dimostra che sono davvero un becco! Sento già che mi prude la fronte… Che siano davvero le corna che incominciano a crescere? Ah, ma ora facciamo i conti, cara la mia Bernarda! Adesso, come entra da quella porta, la prendo di petto e le dico… Prima bisogna che pensi a cosa le devo dire… Le dico: "Imbrogliona, traditora, falsa, spergiura, fotografa… no, fotografa no… fedigrafa! Lo sai cosa ti faccio?… Beh, cosa le faccio? I funghi non le piacciono, forse dovrei metterle la candeggina nel vino… no, nel vino no, perché quello piace anche a me… e se poi per sbaglio lo bevo io? Allora, prendo un coltello in cucina… Eh ciao, l’ultima volta che ho fatto affilare i coltelli è stato almeno dieci anni fa’ e magari prende il tetano… No, il sangue mi fa troppo impressione. Allora… (Suona il campanello di casa) Chi sarà? Magari il postino. Ma cosa avrà da portarmi il postino? La pensione no di certo perché vado personalmente io alla posta a ritirarla … Magari mi porta un telegramma dove mi annunciano che la Bernarda è caduta in un tombino e si è felicemente rotta l’osso del collo… (Risuonano) Vengo, calma, guarda che non sono un direttissimo… (Esce e rientra dopo un attimo con un mazzo di fiori. Rimane per un po’ inebetito a guardarli) Ma… ma… ma per chi saranno questi fiori? Ah, qui c’è un biglietto. Mah, per me hanno sbagliato casa. (Apre e legge) "Al mio fiorellino con l'amore più spampanato". (Balbettando) Al mio… fiorellino… con l'amore… (Entra Bernarda che nota i fiori)

BERNARDA:   Bortolo… Madonna delle Lacrime che emozione… Il mio Bortolo che mi regala un mazzo di fiori… Cosa ti sta succedendo Bortolo? E sì che non è il mio compleanno… Non ti ricordi che compio gli anni il due di novembre?… Sei ancora innamorato della tua Bernarda? Dai, dillo, sii sincero. Ma sei sicuro di sentirti bene? Non è per caso che ti sia venuta una strombatura nella testa? Pensa che queste cose accadono solo in Beatifùl… (Toglie il biglietto dalle mani del Bortolo) "Al mio fiorellino… Allora io sarei ancora… il tuo fiorellino?

BORTOLO:   Bernarda, siediti un momento che ti devo dire una cosa…

BERNARDA:   Devi forse dichiararmi il tuo amore spampanato come mi hai scritto sul libretto? Ma potevi fare a meno di scriverlo, bastava che tu me lo dicessi a voce, magari tenendomi le mani come nel Dinàsti, magari in ginocchio davanti a me...

BORTOLO:   Bernarda, te lo ripeto ancora una volta, sediamoci un momento. (Si siedono al tavolo)

BERNARDA:   Dai Bortolo, incomincia pure che la tua Bernarda ti ascolta con il cuore in mano e con gli occhi appetitosi

BORTOLO:   E allora incominciamo pure dagli occhi. L’hai guardato bene questo biglietto Bernarda?

BERNARDA:   Certo che l’ho guardato. Vuoi che lo legga ancora una volta?

BORTOLO:   Hai notato la scrittura?

BERNARDA:   Bella; proprio bella

BORTOLO:   E ti sembra la mia?

BERNARDA:   Urca, veramente la tua è un po’ più brutta e incasinata… Hai presente le zampe delle galline?

BORTOLO:   E, se non è la mia, di chi è allora?

BERNARDA:   Bortolo, guarda che il biglietto lo tenevi in mano tu. E allora di chi sarebbe?

BORTOLO:   Di qualcuno che ha scritto al fiorellino…

BERNARDA:   Vorresti dire… Vorresti dire che i fiori non sono i tuoi…

BORTOLO:   Ma quando mai io ti ho regalato dei fiori…

BERNARDA:   Quando sei venuto per la prima volta in casa mia per chiedere a mio padre il permesso di sposarmi. Certo però che avresti potuto arrivare con un altro tipo di fiori, non con i crisantemi…

BORTOLO:   Beh, me li aveva regalati il mio amico Carlino che fa il becchino. Dopo i funerali ne aveva sempre lì parecchi che andavano in malora…

BERNARDA:   E allora? Il fiorellino? L'amore spampanato?

BORTOLO:   Bernarda, guardami bene nelle palle degli occhi…

BERNARDA:   Ti è entrato un moscerino Bortolo?

BORTOLO:   Un moscerino no, ma un treno merci sì

BERNARDA:   Esagerato! Ma se non passa nemmeno il treno da queste parti…

BORTOLO:   Ma fra un po’ passerà un temporale!

BERNARDA:   Invece non è vero. Non mi fanno nemmeno male i calli dei piedi… E poi la televisione stamattina ha detto "Alta pressione su tutta la penisola".

BORTOLO:   Guarda che la pressione è sul punto di venire a me...

BERNARDA:   Allora devi solo andare dal dottore, ti fai provare la pressione con lo sfigometro, ti da tre o quattro pastiglie ed è fatta

BORTOLO:   Bernarda, prova a mettermi la mano sulla testa… no, non lì sopra, un po’ più giù, appena sopra gli occhi… (Bernarda esegue) Non hai l’impressione di sentire qualcosa?

BERNARDA:   No Bortolo, non sento niente…

BORTOLO:   Prova a sentire bene… Non ti sembra di toccare due cose un po’ dure, una di qua e una di là…

BERNARDA:   Forse sì, proprio uno di qua e uno di là… Hai picchiato la testa Bortolo?

BORTOLO:   No Bernarda, nessun colpo alla testa…

BERNARDA:   Ho capito…

BORTOLO:   Cos’hai capito?

BERNARDA:   Devono essere due foruncoli

BORTOLO:   E invece no, brutta rospa! Sono due corna! Due corna che stanno spuntando!

BERNARDA:   Due corna? Bortolo, nella tua famiglia non c’è mai stato nessuno che si è incrociato con un caprone?

BORTOLO:   Nella mia famiglia no; sono io che mi sono incrociato con una vacca!

BERNARDA:   Bortolo, non faccio per dire, ma guarda che quelle cose lì sono peccato mortale, contro natura insomma... Ma non c’era qui la tua Bernarda nel caso che tu avessi bisogno di… sfogo?

BORTOLO:   Lo so io come mi sfogherò con la mia Bernarda… Bernarda, ascoltami bene. Quale è la morte che ti piace di più ?

BERNARDA:   La tua Bortolo…

BORTOLO:   Ti prego, non scherzare con queste cose!

BERNARDA:   E chi ti ha detto che scherzavo? Dopo tutto me l’hai fatta tu la domanda e, come domanda, lasciamelo dire, è proprio scema

BORTOLO:   E io invece te la ripeto ancora una volta, anche se ti pare scema. Quale è la morte che ti piacerebbe di più ?

BERNARDA:   Beh, a dire la verità non ci ho mai pensato perché di solito sono gli uomini che ci lasciano le penne per primi…

BORTOLO:   Ma se tu potessi scegliere, quale sceglieresti?

BERNARDA:   Fammi pensare… Magari di notte mentre mi sto sognando che l’Alèn Delone mi sta abbracciando e mi dice… fiorellino.

BORTOLO:   Scartata! Quella non va bene

BERNARDA:   Perché non va bene?

BORTOLO:   Perché l’Alèn Delone non ha tempo di venire  nei tuoi sogni e, nella realtà, dubito molto che ti succeda

BERNARDA:   Allora mentre mi sto riempiendo la pancia di cioccolatini e di pasticcini giù in pasticceria

BORTOLO:   Nemmeno quella mi va bene

BERNARDA:   Perché non va bene?

BORTOLO:   Perché le paste e il cioccolato costano troppo cari

BERNARDA:   E allora mi piacerebbe morire ubriaca fradicia di zibibbo, quel vino del fondo dell’Italia che è così dolce, amabile e che mi piace così tanto

BORTOLO:   Quello potrebbe già andare meglio… Ma sei sicura che una sbronza di zibibbo può far crepare una persona?

BERNARDA:   Mio zio Nicola, per esempio, ha fatto una gran sbronza ed è rimasto lì come un fico secco

BORTOLO:   Una sbronza e… zacchete!

BERNARDA: Una sbronza e… zacchete! Ma hai finito Bortolo di farmi l’interrogatorio di quinto grado?

BORTOLO:   Ho finito. Devo solo riunire le idee e poi so io quel che deve succedere

BERNARDA:   Ti prego Bortolo, non fare tutta quella fatica…

BORTOLO:   Quale fatica?

BERNARDA:   Quella di tirare assieme tutte le tue idee perché lavoreresti per niente. Tu, di idee, non ne hai mai avute…

BORTOLO:   Questa volta invece sì. Una ce l’ho e per di più è un’idea fulminante!

BERNARDA:   Fulminante? Ha per caso a che fare con la corrente elettrica? Con il gas?

BORTOLO:   Guarda, se non fosse per il fatto che la bolletta del gas è così cara, lo so io cosa farei con il gas…(Declamando a pugno teso) Donne - tremate - le streghe son tornate - Bernarda - troietta - il Bortolo fa vendetta!

BERNARDA:   Sei scemo – sei matto - il Bortolo è un mentecatto!

BORTOLO:   Bernarda, traditora – è giunta la tua ora!

BERNARDA:   E noi che figli siamo…

BORTOLO:   Beviamo - beviamo!

BERNARDA:   E questo cosa centra Bortolo?

BORTOLO:   Non lo so Bernarda, ma mi è venuta una certa idea...

BERNARDA:  Ma quando mai hai avuto delle idee, piccolo uomo dei miei sogni erotici?

BORTOLO: Magari questa sarà la sola che il mio cervello ha partorito, ma sarà di certo la migliore, piccola donna dei miei incubi!

SECONDO ATTO

(Bortolo è intento a portare e sistemare tre casse di bottiglie in un angolo della stanza. Bernarda sta russando sul divano)

BORTOLO:   Bernarda… Bernarda… Svegliati che sono le quattro del pomeriggio... Fiorellino… Dolcezza… Gattina… Stellina d’oro… Svegliati testa di rapa!

BERNARDA:   Accidenti che maniere! Proprio adesso che mi stavo sognando…

BORTOLO:   Di cosa? Di chi? Dell’Alèn Delone?

BERNARDA:   Magari… Mi trovavo nel bel mezzo di un campo di frumento…

BORTOLO:   Belle cose!

BERNARDA:   Perché?

BORTOLO:   Perché in quel modo calpesti e rovini il frumento

BERNARDA:   Tu, Bortolo di nome e di fatto, guarda che un sogno è solo un sogno…

BORTOLO:   E il frumento è il frumento e non ti devi permettere di calpestarlo

BERNARDA:   Da in fondo al campo scorgo che mi sta venendo incontro un bel giovane, biondo, con gli occhi azzurri; raccoglie un mazzo di papaveri, mi viene vicino e me lo pone fra le mani…

BORTOLO:   Per forza, papaveri e… papere

BERNARDA:   Mi afferra la mano e mi sussurra: "Tu Bernarda sei la donna più bella del mondo"

BORTOLO: Non ti ricordi se aveva gli occhiali?

BERNARDA:   Perché Bortolo?

BORTOLO:   Perché, se davvero ti ha detto così, doveva essere orbo almeno da un paio di occhi...

BERNARDA:   Poi mi mette una mano nei capelli…

BORTOLO:   Spero che non abbia avuto i bigodini…

 BERNARDA: L’altra sulla spalla  e l’altra…

BORTOLO:   Ma si può sapere quante mani aveva quel tale lì?

BERNARDA:   Scusa, ma in quel momento non mi sono preoccupata di contarle. Poi mi viene vicino vicino e mi da un bacio passionale, con tanto di prolunga e di risucchio…

BORTOLO:   E sulla lingua gli è rimasta attaccata la tua dentiera…

BERNARDA:   Mi ha messo un braccio attorno alla vita…

BORTOLO:   Ti faccio notare che, per abbracciare te, come minimo devono essere in tre…

BERNARDA:   Mi solleva con le sue braccia…

BORTOLO:   Cos’ha usato? Il crick?

BERNARDA:   E mi dice: "Noi resteremo assieme da qui all'eternità".

BORTOLO:   Magari!

BERNARDA:   E allora siamo volati verso il cielo, ma, superate le prime tre nuvole, ho sentito una voce sgradevole che mi diceva: " Svegliati testa di rapa!" e sono precipitata così violentemente che sento ancora dolore a tutto il filone della schiena

BORTOLO:   Allegra Bernarda che il tuo Bortolo ha deciso di consolarti

BERNARDA:   Davvero? Anche tu mi vuoi baciare?

BORTOLO:   Meglio ancora!

BERNARDA:   Mi sollevi fra le tue braccia?

BORTOLO:   Eh ciao! Chissà quanti chili di mortadella dovrei mangiare per riuscirci…

BERNARDA:   E allora?

BORTOLO:   Allora guarda cosa ti ha portato il Bortolo…

BERNARDA:   Ma… Cos’è tutta questa roba?

BORTOLO:   Tre casse di zibibbo, quel vino della bassa Italia che è così dolce, amabile e che piace così tanto alla mia Bernarda

BERNARDA:   Madonna mia che lusso. Che roba lussuriosa… Davvero Bortolo l’hai fatto per me? Per la tua Bernarda?

BORTOLO:   Certo mia cara; è tutto quanto e solo per te

BERNARDA:   E cosa vuoi in cambio dalla tua Bernarda? Una notte d'amore?

BORTOLO:   Sì, proprio quella, ma che sia… eterna.

BERNARDA:   Vuoi dire che duri per tanto tempo? Fino a domattina?

BORTOLO:   Più che fino a domattina, fino all’eternità! Dai allora che apriamo la prima. (Toglie dalla cassa una bottiglia, la stappa e la pone sul tavolo dove si siedono. Si versano da bere più volte) Cin cin!

BERNARDA:   Alla tua salute Bortolo.

BORTOLO:   All'eternità, Bernarda.

BERNARDA:   Santa Brigida se è buono! Com’è dolce! Che nettare! Che goduria! Versamene ancora un po’ Bortolo.

BORTOLO:   Pronti. Lo sai bene che ogni tuo ordine è un mio desiderio.

BERNARDA:   Pensi che mi faccia male Bortolo?

BORTOLO:   Sicuramente…

BERNARDA:   Come sicuramente?

BORTOLO:   Sicuramente… a te va in tanta salute e in tanto sangue e a me in tanta allegria. Bevi Bernarda, bevi. (Bernarda continua a bere e Bortolo a riempire i bicchieri. Battute a soggeto).

BERNARDA:   Che ora è Bortolo?

BORTOLO:   (Ha il bicchiere nella mano sinistra. Piega il braccio all'interno per guardare l'orologio e rovescia il vino sul tavolo o sui pantaloni) Osti! Guarda cosa mi hai fatto fare

BERNARDA:   Ah, sta a vedere che è colpa mia…

BORTOLO:   Ma non potevi guardare direttamente alla sveglia di là in camera?

BERNARDA:   E chi riesce ad alzarsi?

BORTOLO:   Non ti senti un po’ strana Bernarda?

BERNARDA:   Un po’ allegra senza dubbio. (Cantando) Volareee…

BORTOLO:   Oh, ohhh…

BERNARDA:   Cantareee…

BORTOLO:   Oh, oh, oh,ohhh…

BERNARDA: Col vino dipinto di blu

BORTOLO: Felice di stare quaggiù… E la testa? Come va la testa Bernarda?

BERNARDA:   E’ sempre lì, sopra il collo e sotto i capelli Bortolo, almeno così mi sembra… Ma si può sapere cosa dobbiamo festeggiare con tutto questo ben di Dio?

BORTOLO:   (Incomincia ad evidenziare la sbronza imminente) Dobbiamo festeggiare la Bernarda che vola di nuovo nel cielo sopra le nuvole…

BERNARDA:   Come nel mio sogno?

BORTOLO:   Ancora meglio, stavolta ci rimane…

BERNARDA:   Come sei gentile Bortolo…

BORTOLO: Come sei bella Bernarda…

BERNARDA:   Davvero Bortolo, mi vedi bella?

BORTOLO:   Dopo quattro bicchieri il tuo Bortolo ti vede bella

BERNARDA:   Guarda però che noi ne abbiamo bevuti un bel po’ di più di quattro bicchieri...

BORTOLO:   Guarda che il Bortolo Testadura ne può bere anche una bottiglia intera senza fare una piega. L’unica cosa che mi capita quando bevo un po’ di più del solito è di avere qualche incubo e di vederti bella… Anzi, più che vederti bella… Non ti vedo… più! Dove sei Bernarda? Bernarda… (Stramazza per terra).

BERNARDA:   Bortolo… Bortolo… Cosa ti succede?… Vuoi vedere che è ubriaco fradicio? Magari gli è venuto un cactus cerebrale… Una paralisi infantile… (Lo trascina sul divano) Bortolo… Bortolo… Bisogna che telefoni al dottore… (Va la telefono e compone il numero) Ascolti signorina, adesso non ho tempo di fare… Di fare che cosa?… Il... il prefisso? Cos'è il prefisso? Ma guarda che villana questa qua. Scommetto che è l'infermiera. Domani mi sentirà. (Depone la cornetta e rifà il numero) Allora è proprio un vizio… Deve essere ancora quella di prima… E dagli ancora col prefisso… Che sia il numero del libretto della mutua? O quello del tic? Ascolti signorina, io vorrei parlare col dottore; è urgente… Ma com’è ‘sta storia? Pronto… Ah, finalmente qualcuno risponde… Cosa dice? Se avete bisogno di una ricetta premere uno… Se avete la prostata ingrossata premere due… Se avete la diarrea premere tre e dotatevi di carta igienica… Se siete sani premete quattro e andate in vacanza… Se siete ancora al telefono premete cinque e non rompete le palle. (Sbatte la cornetta sul tavolino) Va a dar via le chiappe! Il Bortolo me lo curo io.  Bortolo… Bortolo… Stai tirando le cuoia?

BORTOLO:   Buon giorno San Pietro… Sono già arrivato in paradiso?

BERNARDA:   Sei in paradiso Bortolo?

BORTOLO:   Che bello il paradiso… Oh, quanti angioletti mi svolazzano attorno… e che bella musica sto sentendo…

BERNARDA:   Che müsica senti Bortolo?

BORTOLO:   Tu… tu… tu… tu… tu…

BERNARDA:   Accidenti, mi sono dimenticata di attaccare la cornetta del telefono e suona occupato! (Riattacca il telefono) La senti ancora la musica Bortolo?

BORTOLO:   No, però  sento la voce della mia Bernarda. Allora vuol dire che anche lei è arrivata quassù…

BERNARDA:   Certo che sono qua Bortolo…

BORTOLO:   Quindi vuol dire che lo zibibbo ha funzionato…

BERNARDA:   Sì, Bortolo, lo zibibbo ha funzionato, basta vedere la sbronza che ti sei fatto…

BORTOLO:   Io mi sarò fatto una gran sbronza, ma la mia Bernarda è finalmente arrivata in paradiso. Proprio come desiderava, crepata nel fiore degli anni piena di vino della bassa Italia… (Canticchia) "O sole mioooo… sta in fronte a meee…."

BERNARDA:   Veramente in fronte a te, più che il sole, c’è un bel corno. Deve essere stata la zuccata che ti sei preso quando sei caduto a terra

BORTOLO:   Solo un corno Bernarda? Allora vuol dire che l’altro se ne è già andato…

BERNARDA:   Io ne vedo solo uno, ma è grosso come un paracarro

BORTOLO:   Non importa, fra un po’ scomparirà anche questo ora che la mia Bernarda è andata per sempre nel blu dipinto di blu

BERNARDA:   Veramente il blu dipinto di blu è venuto a te sulla testa. Madonna mia che bernoccolo… Forse ci vorrebbe del burro… (Lo va a prendere e glielo spalma sulla testa) Ti passa Bortolo?

BORTOLO:   (Si risveglia) Bernarda… Cosa fai qui Bernarda?

BERNARDA:   Dove devo essere Bortolo? Alla fiera di sant’Alessandro? Ala madonna della Gamba?

BORTOLO:   Accidenti... Io credevo che tu fossi davvero con i santi e la Madonna e invece…

BERNARDA:   Invece sono ancora qui vicino a te. Contento Bortolo?

BORTOLO:   Contento una bella…

BERNARDA:   Bortolo, va bene che la zuccata che ti sei preso in testa non è riuscita ad aggiustartela, ma almeno cerca di essere gentile con la tua Bernarda che ti ha fatto il pronto soccorso. Pensa che ti volevo fare la respirazione bocca a bocca, ma ti puzzava talmente il fiato che mi sembrava una botte piena di vino

BORTOLO:   Allora… Allora sei viva?

BERNARDA:   Perché? Vuoi per caso chiamare il Carlino, il tuo amico becchino per essere sicuro? Magari ti porto un bel bicchiere di vino per tirarti su gli organi…

BORTOLO:   Ma sei matta? Ma non vedi che quasi sono andato all’altro mondo? Guarda che non ero io che dovevo morire ubriaco…

BERNARDA:   Perché? Chi era che doveva morire ubriaco?

BORTOLO:   Lo so io e basta! Lasciami andare in bagno a lavarmi perché con tutto il burro che mi hai messo in testa mi sembra di essere un peperone condito. (Esce)

BERNARDA:   Guarda tu cosa si guadagna a fare del bene alla gente… Bah, per sfogarmi riprenderò a sferruzzare, altrimenti la sciarpa del Bortolo la finisco nemmeno a Natale. (Si siede e si mette a sferruzzare) Un punto dritto… Un punto a rovescio… Un punto dritto… Un punto a rovescio… E io che sto qua a preparargli la sciarpa e aggiustare i buchi dei suoi calzini… Un punto dritto… Un punto a rovescio… Tanghero! Irriconoscente! Villano! Adesso capisco perché lo chiamano Testadura! Un punto dritto… Un punto a rovescio… Però la storia del fiorellino deve aver funzionato… Infatti si è incazzato come un toro… Magari come un toro no… Diciamo come un mulo… Un punto dritto… Un punto a rovescio…Si vede che dopo tutto, ma proprio dopo tutto, la sua Bernarda gli interessa ancora… Scommetto che stavolta è davvero la volta buona che mi regala un mazzo di fiori… Un punto dritto… Un punto a rovescio… E pensare che quand’ero giovane mi faceva la corte il Giovannino delle Acciughe, ma a me non andava il fatto che aveva le mucche e che, dopo sposata, avrei dovuto alzarmi tutte le mattine alle quattro per mungerle… Un punto dritto… Un punto a rovescio… Anche il Piero Pirla allora mi piaceva, ma quello aveva un po’ dell’imbroglione. Mi aveva fatto credere che era quasi dottore, poi ho scoperto che guidava solo l’ambulanza. Un punto dritto… Un punto a rovescio… Il Santino delle Lumache sì che era grande e grosso, ma non riuscivo mai a capire se guardava me o qualcun altro per il fatto che aveva gli occhi incrociati, insomma a scatto libero. Un punto dritto… Un punto a rovescio… Cosa avrò trovato invece in quel disgraziato del mio Bortolo… Mi aveva fatto credere che aveva della terra al sole, poi ho scoperto che si riferiva a quei quattro vasi di gerani che aveva sul balcone. Un punto dritto… Un punto a rovescio… Mi aveva anche detto che lavorava in banca, poi ho saputo che in banca andava solo per imbiancare un paio di muri. Un punto dritto… Un punto a rovescio… Mi aveva detto che aveva preso delle medaglie non mi ricordo per che cosa e invece gli avevano dato solo quella della prima Comunione.  Un punto dritto… Un punto a rovescio… (Bortolo entra vestito in modo molto elegante)

BERNARDA:   (Con espressione di meraviglia) Bortolo, cos’è questa storia? Guarda che il carnevale è già passato da un bel po’…

BORTOLO:   Lo so.

BERNARDA:   D’accordo che le sfilate di moda si possono fare a tutte le stagioni, ma non ti sembra di esagerare?

BORTOLO:   Perché?

BERNARDA:   Perché non vedo il motivo perché tu debba mettere il vestito di quando ci siamo sposati, e che tra l’altro manda una gran puzza di naftalina, perché fra un po’ preparo la cena e non è necessario venire a tavola conciato in quel modo, altrimenti, per un’occasione così speciale, dovremmo stappare lo champagne e un sermone

BORTOLO:   Guarda che si dice salmone…

BERNARDA:   …Gli scampoli e i calamai e magari una candela accesa in mezzo alla tavola. Vuoi che mi metta anch’io l’abito da sera?

BORTOLO:   No, tu stai lì come tutte le sere a farmi la mia sciarpa per l'inverno. Ma si può sapere da quanti mesi stai preparando la mia sciarpa?

BERNARDA:   Quanti mesi… Solo un’oretta per sera. (Si alza, prende la sciarpa e la mostra al Bortolo. La sciarpa è enormemente lunga 2 -3 metri e di ogni colore) Ti piace Bortolo? Già che sei qui te la provo… (Scena a soggetto)

BORTOLO:   Ma non ti sembra leggermente lunga? O vuoi attorcigliarmi come una mummia?

BERNARDA:   Così ti terrà più caldo

BORTOLO:   E non ti sembra che ci siano un po’ troppi colori?

BERNARDA:   Beh, le mie amiche mi regalano i gomitoli di lana e io non li butto via di certo

BORTOLO:   Beh, ciao, allora io vado. Ti avverto che non so a che ora tornerò a casa

BERNARDA:   Bortolo, sei sicuro che lo zibibbo non ti abbia fatto strani scherzi?

BORTOLO:   Certo che ha fatto degli scherzi, anzi, atroci scherzi… Non ha funzionato!

BERNARDA:   Perché? Cosa avrebbe dovuto fare?

BORTOLO:   Quello che non ha fatto! Allora io vado

BERNARDA:   Ma si può almeno sapere dove devi andare?

BORTOLO:   Ad una cena intima, tète a tète…

BERNARDA:   Bortolo, guarda che davanti a me certe parole oscene non le devi dire

BORTOLO:   Perché, cos’ho detto?

BERNARDA:   Almeno dì… seni, stomaco...

BORTOLO:   Guarda Bernarda che tète a tète è francese e si dice quando due persone stanno vicine vicine

BERNARDA:   Vorresti dire che all’osteria giocheresti a scopa col Serafino tète a tète?

BORTOLO:   No, stasera non vado a giocare a scopa, ma ad un incontro galante

BERNARDA:   Cosa vuol dire quella parola lì Bortolo? Ha a che fare col galateo?

BORTOLO:   Col galateo no, ma con un galletto come il Bortolo sì. Addio donna! (Esce)

BERNARDA:   Cos'avrà voluto dire il Bortolo? Un incontro? Ma con chi? Ma no… Impossibile… Il Bortolo e…. (ride) Proprio lui che non è mai stato un diretto nemmeno quando l’ho sposato… Immaginiamoci adesso che è solo un accelerato, anzi, un treno merci che si ferma a fare acqua ancora prima di arrivare in stazione… Hai capito il Bortolo? Mai io non sono così scema; ho capito, ho capito tutto. Vuole vendicarsi del …fiorellino, ma quello che lui non ha capito è che io ho capito la storia che si è inventato. Un incontro col galateo… (Suona il telefono) Pronti, chi è che parla dall’altra parte dell’apparecchio? Chi? La… La Giovannona? Giovannona Co… Coscialunga? No, guardi che si sbaglia. Il Bortolo non sono io, anche se la voce è più o meno la stessa per via degli ormoni…. E dagli ancora… Uomo fascinoso?… Maschio latino?… Sta… sta… che cosa?… Stellone?… Ah, Stallone… Ma è proprio sicura signorina di non aver sbagliato il numero del telefono? Sì, questa è proprio la casa del Bortolo Testadura. Cosa dovrei dirgli?… Che stasera non può andare all’appuntamento? Ci penso io, non abbia paura, ci penso io a metterlo apposto quel tanghero. (Sbatte la cornetta) Ma allora… Ma allora è tutto vero… Tutto quanto proprio vero… Arriverai prima o dopo a casa imbroglione, traditore, rovina famiglie, lazzarone, puzzone, verme solitario! Te lo do io il galateo, il sermone, gli scampoli e i calamai! Hai capito quell’angioletto? Magari con me è un accelerato, un carrello del binario, un treno merci, ma con quella… coma si chiama?… Ah, Giovannona Coscialunga… Con quella Giovannona lì magari è un Pendolino. Con quella tira fuori il Pendolino e con me la pendolite. Te la do io la giusta paga uomo fascinoso, maschio latino… latino poi… ma se non sa nemmeno l'italiano?… Stallone... Stallone, sì, come la stalla, dove c’è dentro lui. Il bue e quella là, la vacca! Ti sistemo io maschio latino! Se quella lì non ha potuto andare all’appuntamento sicuramente ribatterà in fretta qui a casa, perché vorrei vedere cosa gli direbbero i suoi compagni di merende e di osteria quando se lo trovano al bar vestito come un damerino alle otto di sera. Certamente lo prendono per matto. Aspetta, aspetta Bortolo che ti concio io per le feste! (Va verso l'armadio e fa passare fra le mani varie scatole di medicinali) Vedrai maschio latino che la Bernarda troverà sicuramente qualcosa da infilarti nel piatto della cena… Buscopan, contro i dolori di pancia. No, questo non va bene; io i dolori di pancia te li voglio far venire, non passare. Ultraproct, supposte per le emorroidi. No, nemmeno questo. Per avvelenarlo gliene dovrei infilare almeno una dozzina e non credo che lui se lo lasci fare tranquillamente e senza protestare. Zinco gel, rimedio topico per la cute. Rimedio… cosa? Topico? Però… forse ho trovato quello che cercavo… Rimedio topico, se è topico vuol dire che è per i topi! Adesso ti arrangio io, Stallone dei miei stivali. Eccolo, eccolo che arriva il Casanova… Vieni, vieni Stallone. Troverai pane per la tua dentiera!  (Si risiede e ricomincia a sferruzzare) Un punto dritto… Un punto a rovescio… Un punto dritto… Un punto a rovescio… (Entra il Bortolo) Che fai già qui Bortolo? Non dovevi tornare a notte fonda?

BORTOLO:   Devo aver sbagliato la sera. Sicuramente sarà per domani. C’è qualcosa di pronto per cena?

BERNARDA:   Insomma Bortolo, io non ti ho preparato niente. Pensavo che cenassi fuori casa.

BORTOLO:   Allora portami una michetta con la mortadella.

BERNARDA:   Subito e immantinente. Ai tuoi ordini. (Dal solito armadio toglie un pane, lo prepara e all'interno sparge la polvere del flacone) Ecco Bortolo. Vuoi anche un calice di zibibbo? Ce ne sono lì tre casse…

BORTOLO:   Non parlarmi più di zibibbo per favore! Magari solo un bicchiere d’acqua. (Inizia a mangiare) Bernarda…

BERNARDA:   Che c’è?

BORTOLO:   La prima volta che vai in bottega devi dire al Giacomo che la mortadella che ti ha dato deve essere un po’ passata, magari è ammuffita, magari scaduta…

BERNARDA:   Perchè Bortolo?

BORTOLO:   Non so, ma mi sembra che abbia un sapore… Insomma, non è quella delle altre volte

BERNARDA:   Mangia, mangia Bortolo, magari è solo perché hai i denti cariatidi

BORTOLO:   Eppure ti ripeto che non è la mortadella delle altre volte!

BERNARDA:   Per forza, quella delle altre volte l’hai già mangiata. Non è per caso che tu non abbia un po’ di male di pancia?

BORTOLO:   No, perché dovrei avere il male di pancia?

BERNARDA:   Magari perché hai preso freddo. Quel vestito è così leggero… Ma non la senti brontolare nemmeno un pochino?

BORTOLO:   Non è mai stata così silenziosa

BERNARDA:   Magari una piccola vertigine, che ne so… un balordone nella testa?

BORTOLO:   Nemmeno quello. Ma posso sapere di grazia perché ti interessi così tanto alla mia salute?

BERNARDA:   Alla tua salute no, ma alla tua morte sì, traditore schifoso! Giuda Iscariota!

BORTOLO:   Brutto traditore io? Cosa avrei fatto per essere traditore?

BERNARDA:   E allora te lo dico io cos’hai fatto. Chi dovevi vedere stasera? Con chi ti dovevi incontrare?

BORTOLO:   Non sono cose che ti riguardano

BERNARDA:   Ah sì? Non sono cose che mi riguardano? E allora, caro il mio Bortolo, devi sapere che in quel pane e mortadella lì che hai mangiato ho messo una buona dose di veleno per i topi! Ormai è fatta. Recita subito un requiem e un de profundis se ci tieni che la tua anima vada in purgatorio, perché in paradiso non ci arriverai mai o almeno fra tremila anni, poiché fra un paio di minuti sarai stinco, rigido e secco come un baccalà! Non solo morto, ma anche defunto e trapassato!

BORTOLO:   Ma, ma non lo dirai davvero Bernarda…

BERNARDA:   Lo giuro sulla tua testa; che ti cadano gli occhi e le corna se non è vero

BORTOLO:   Santa Vergine dell’Uccellino…

BERNARDA:   Chiama anche la Santa Vergine dei topi che non cambia niente. Il destino è compiuto!

BORTOLO:   Ma cosa hai fatto assassina?

BERNARDA:   Non eri tu quello che voleva farmi fuori con lo zibibbo? Peccato; ti è andata buca. Adesso tocca a te!

BORTOLO:   Ma si può sapere dove sei andata a procurarti il veleno dei topi?

BERNARDA:   Guarda qua: Zinco gel, rimedio topico per la cute, chi sa cosa vuol dire la cute…

BORTOLO:   Ma disgraziata, guarda che questa è la polvere che si mette sul muso per il prurito dopo che ci si taglia la barba con la lametta…

BERNARDA:   Allora… Allora vuol dire… Vuol dire che non muori…

BORTOLO:   Ma perché… perché mi vuoi fare morire?

BERNARDA:   Chi è quella che mi ha telefonato e che mi ha detto che eri un uomo fascinoso, un maschio latino, uno Stallone? Chi è quella troiona lì?

BORTOLO:   E chi era allora quello sporcaccione che al telefono mi ha detto che sei un fiorellino, il suo amore spampanato?

BERNARDA:   Bortolo… Dillo tu per primo…

BORTOLO:   No, me lo devi dire tu per prima…

BERNARDA:   E va bene, cedo alla violenza. Tutta la storia l’ho organizzata io per tentare di farti diventare geloso di me. Mio fratello Giovanni mi aveva telefonato per farmi sapere  del polistirolo, dei criceti e delle arachidi della mia cognata e l’ho persuaso a montare tutta la scena per indurti a pensare che avessi un amante. E tu allora?

BORTOLO:   Ma tu balorda, svanita, non hai capito a chi apparteneva la voce che hai sentito al telefono?

BERNARDA:   No, ma se la incontro le strappo gli occhi, le orecchie, il naso…

BORTOLO:   Piano piano Bernarda. Guarda che quella, se proprio lo vuoi sapere, era la tua cognata, quella delle mille e duecento malattie, insomma la moglie di tuo fratello Giovanni. Le ho telefonato quando sono stato di là in camera a cambiarmi e le ho chiesto e l’ho convinta a tirare in piedi tutta la storia dell’incontro galante

BERNARDA:   Allora… Allora tu vorresti dire che…

BORTOLO:   Quello che ti ho detto! (Pausa)

BERNARDA:   Bortolo… Bortolo Zuccadura…Bortolino…

BORTOLO:   Che c’è!?

BERNARDA:   Allora… Allora mi vuoi ancora bene…

BORTOLO:   Prima tenti di farmi fuori con il veleno dei topi e poi mi chiedi se ti voglio ancora bene…

BERNARDA:   Perché, tu, con lo zibibbo, cercavi di fare un’opera buona?

BORTOLO:   Io ero accecato dalla gelosia!

BERNARDA:   E io no allora?

BORTOLO:   Bernarda… Bernardina…

BERNARDA:   Che c’è!?

BORTOLO:   E se davvero stasera noi uscissimo a cena a bere lo ciampàgn e a mangiare gli scampoli e i calamai?

BERNARDA:   Guarda Bortolo che la Bernarda non la comperi con quelle cose lì Per me ci vorrebbe qualcosa di più romantico.

BORTOLO:   Allora siediti lì Bernarda. Apri le tue orecchie e ascolta la voce del tuo Bortolo che viene dal cuore… (Prende i fiori che sono ancora da qualche parte, le si inginocchia davanti) T'amo, pio bove e mite un sentimento in cor m'infondi…