Il calapranzi

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IL CALAPRANZI

The Dumb Waiter

(Harold Pinter)

La scena: Una stanza in un seminterrato. Due letti contro la parete del fondo scena. Tra i due letti il vano del calapranzi, chiuso. Una porta che va in cucina e al gabinetto, a sinistra. Una porta che si apre sul corridoio, a destra. Ben è sdraiato sul letto, a sinistra, legge un giornale. Gus è seduto sul letto, a destra, si sta allacciando le scarpe, con difficoltà. Tutti e due indossano camicia, pantaloni con bretelle. Silenzio. Gus finisce di allacciarsi le scarpe, si alza, sbadiglia e si avvia lentamente verso la porta, a sinistra. Si ferma, guarda giù e scuote il piede. Ben abbassa il giornale e lo osserva. Gus si inginocchia, si slaccia una scarpa e se la toglie. Guarda dentro la scarpa e tira fuori una scatola di fiammiferi schiacciata. Scuote la scatola e la guarda. I loro sguardi si incontrano. Ben scuote il giornale e riprende a leggerlo. Gus si mette la scatola di fiammiferi in tasca e si piega per rimettersi la scarpa. Allacciandola con difficoltà. Ben abbassa il giornale e lo osserva. Gus, si avvia di nuovo verso la porta, a sinistra, si ferma e scuote 1'altro piede. Si inginocchia, si slaccia la scarpa e se la toglie lentamente. Guarda dentro la scarpa e tira fuori un pacchetto di sigarette schiacciato. Scuote il pacchetto e lo guarda. I loro sguardi si incontrano. Ben scuote il giornale e riprende a leggerlo. Gus si mette il pacchetto in tasca, si piega, si rimette la scarpa e la riallaccia. Esce lentamente a sinistra. Ben sbatte il giornale sul letto e fa una smorfia in direzione di Gus. Riprende il giornale, si sdraia supino e ricomincia a leggere. Silenzio. Dalle quinte si sente tirare per due volte uno sciacquone che non funziona. Silenzio. Gus rientra, da sinistra, si ferma sulla porta, si gratta la testa. Ben sbatte giù il giornale con violenza.

BEN Cazzo! (Raccoglie il giornale) Questa poi? Senti un po'! (Riferendosi al giornale) Un uomo di ottantasette anni vuole attraversare la strada, ma c'era molto traffico e non un buco per passare. Decide di infilarsi sotto un camion, e di attraversarlo a quattro zampe.

GUS Cosa?

BEN È passato sotto un camion, a quattro zampe. Un camion in coda.

GUS No?

BEN Il camion è ripartito e lo ha schiacciato.

GUS Ma dài!

BEN C'è scritto qui.

GUS Ma smettila!

BEN Quanto basta per farti vomitare.

GUS Come gli è venuto in mente di fare una cosa del genere?

BEN Un uomo di ottantasette anni a quattro zampe sotto un camion!

GUS Da non credersi.

BEN È scritto qui, nero su bianco.

                                                                     

GUS Incredibile. (Silenzio. Gus scuote la testa ed esce. Ben si sdraia e ricomincia a leggere. Dalla quinta si sente tirare di nuovo lo sciacquone che non funziona. Ben fa un fischio per sottolineare un' altra notizia sul giornale. Gus rientra) Volevo chiederti una cosa.

BEN Che fai lì fuori?

GUS Beh, stavo solo...

BEN E il tè?

GUS Ora lo faccio.

BEN E dài, fallo.

GUS Si, adesso. (Si siede su una sedia. Rimuginando) Beh,non posso dire che stavolta non ci abbia fatto trovare un bel servizio. È a righe. C'è una riga bianca. (Ben legge). Devo dire che è proprio bello. (Ben gira la pagina). Sai, tutto intorno alla tazza. Intorno all' orlo. Per il resto è tutta nera. Anche il piattino è tutto nero, è bianco solo al centro, li dove appoggi la tazza. (Ben legge). Anche i piatti sono uguali, sai. Solo che loro hanno una riga nera... i piatti... di traverso, nel mezzo. Si, mi piace proprio questo servizio.

BEN (sempre leggendo) Che te ne frega dei piatti? Non sei qui per mangiare.

GUS Ho portato dei biscotti.

BEN Ti conviene mangiarli in fretta.

GUS Mi porto sempre qualche biscotto. O una fetta di crostata. Non riesco a bere il tè, senza niente.

BEN Dài, vai a fare questo tè. Si sta facendo tardi. (Gus tira fuori il pacchetto di sigarette schiacciato e lo osserva)

GUS Hai sigarette? lo credo di averle finite. (Lancia il pacchetto in aria e si sporge in avanti per riprenderlo al volo) Spero che questo non sia un lavoro lungo. (Prendendo la mira lancia il pacchetto sotto al letto) Ah, volevo chiederti una cosa.

BEN (sbattendo giù il giornale) Cazzo!

GUS Che c'è?

BEN A otto anni uccide un gatto.

GUS Ma dài.

BEN Proprio costo Che ne dici? Uccidere un gatto a otto anni!

GUS Ma come ha fatto a ucciderlo, quel bambino?

BEN Era una bambina.

GUS Come ha fatto?

BEN Ha... (Riprende il giornale e lo legge attentamente) Non lo dice.

GUS Come mai?

BEN Aspetta un attimo. Dice solo che... Il fratello, di undici anni, ha assistito alla scena dal capanno in giardino.

GUS Ma dài!

BEN Cazzo, ma è assurdo.

Pausa.

GUS Scommetto che è stato lui.

BEN Chi?.

GUS Il fratello.

BEN Forse hai ragione. (Pausa. Sbattendo giu il giornale) Non male, eh? Un ragazzino di undici anni che uccide un gatto e dà la colpa alla sorellina di otto! Quanto basta per... (Fa una smorfia di disgusto e afferra il giornale)

Gus si alza.

GUS A che ora si faceva vivo? (Ben legge). A che ora si faceva vivo?

BEN Ma che ti prende? Può essere a qualsiasi ora. A qualsiasi ora.

GUS (andando ai piedi del letto di Ben) Beh, volevo chiederti una cosa.

BEN Cosa?

GUS Hai sentito quanto ci mette a riempirsi lo sciacquone?

BEN Quale sciacquone?

GUS Quello del gabinetto.

BEN No. Davvero?

GUS È pazzesco.

BEN Beh, e allora?

GUS Cosa pensi che sia?

BEN Niente.

GUS Niente?

BEN Non funzionerà il galleggiante, tutto qui.

GUS Non funziona cosa?

BEN Il galleggiante.

GUS Credi, davvero?

BEN Secondo me, sì.

GUS Ma dài! Non ci avevo pensato. (Va verso il suo letto e prova il materasso) lo non ho dormito bene, e tu? Non è un gran che questo letto. E poi ci voleva un' altra coperta. (Si accorge di un quadro alla parete) Ehi, e questo cos'è? I primi undici. Giocatori di cricket. L'avevi visto, Ben?

BEN (leggendo) Cosa?

GUS I primi undici.

BEN Cosa?

GUS C'è una foto qui dei primi undici.

BEN Quali primi undici?

GUS (osservando bene la foto) Non lo dice.

BEN E allora questo tè?

GUS Mi sembrano tutti un po' troppo vecchi. (Va verso il proscenio, guarda verso la platea, e poi si guarda in giro) lo non ci vivrei in questa topaia. Se almeno ci fosse una finestra, si potrebbe vedere che tempo fa fuori.

BEN Che te ne faresti di una finestra?

GUS Beh, a me piace un po' di vista. il tempo passa più in fretta. (Cammina per la stanza) Cioè, entriamo in una stanza che non conosciamo quando fa buio, ci dormiamo tutto il giorno, facciamo quello che dobbiamo fare, e poi quando ce ne andiamo è di nuovo notte. (Pausa). A me piace guardare un po' fuori. Con questo lavoro è impossibile.

BEN Hai le ferie, no?

GUS Solo quindici giorni.

BEN (abbassando il giornale) Mi fai morire. Sembra che lavori tutti i giorni. Ma quante volte ci capita un lavoro? Una volta alla settimana? Di che ti lamenti?

GUS Si, ma dobbiamo sempre essere pronti, a disposizione. Non possiamo mai uscire di casa perché la chiamata può arrivare da un momento all'altro.

BEN Lo sai qual è il tuo guaio?

GUS Quale?

BEN Non hai interessi.

GUS lo ho moltissimi interessi.

BEN Ah, si? Dimmene uno.

Pausa.

GUS Ho moltissimi interessi.

BEN Sai quanti ne ho io?

GUS Non lo so. Quanti?

BEN lo lavoro il legno. Faccio modellini di barche. Mi hai mai visto con le mani in mano? Non sto mai con le mani in mano. So come sfruttare il tempo nel migliore dei modi. E quando arriva la chiamata, io sono sempre pronto.

GUS Non ti annoi mai?

BEN Annoiarmi? E perché?

Silenzio. Ben legge. Gus si tasta le tasche della giacca che è sul letto.

GUS Hai sigarette? lo le ho finite. (Lo sciacquone viene tirato in quinta, a sinistra). Senti, eccolo. (Si siede sul suo letto) No, sul serio, questo servizio è davvero bello. Molto bello. Per il resto, lascia molto a desiderare. È molto peggio dell'ultimo posto. Te lo ricordi l'ultimo posto in cui siamo stati? Dove eravamo l'ultima volta? Per lo meno lì c'era una radio. A me pare che lui, da un po' di tempo a questa parte, non si preoccupi molto del nostro comfort.

BEN Quand'è che smetti di blaterare?

GUS A rimanerci troppo in questo posto i reumatismi sono garantiti.

BEN Non ci rimarremo a lungo. Fai il tè, da bravo. Tra un po' dobbiamo essere pronti.

Gus prende una piccola borsa vicino al letto e tira fuori un pacchetto di tè. Lo guarda e poi alza lo sguardo.

GUS È un po' che voglio chiederti una cosa.

BEN Che diavolo vuoi ancora?

GUS Perché ti sei fermato in mezzo alla strada, con la macchina, stamattina?

BEN (abbassando il giornale) Pensavo dormissi.

GUS Difatti stavo dormendo, ma quando ti sei fermato mi sono svegliato. Allora ti sei fermato, vero? (Pausa). In mezzo alla strada. Era ancora buio, ti ricordi? Ho guardato fuori. C'era foschia. Pensavo volessi farti un pisolino, ma eri li impalato, come se stessi aspettando qualcosa.

BEN Non aspettavo niente.

GUS Devo essermi riaddormentato. E allora che avevi? Perché ti sei fermato?

BEN (tirando su il giornale) Eravamo in anticipo.

GUS In anticipo? (Si alza) Ma che dici? La chiamata diceva che dovevamo muoverci subito. E cosi abbiamo fatto. Ci siamo precipitati fuori. E allora come facevamo a essere in anticipo?

BEN (con calma) Chi ha risposto alla chiamata, io o te?

GUS Tu.

BEN Eravamo in anticipo.

GUS In anticipo per cosa? (Pausa). Vuoi dire che c'era qualcuno qui che doveva uscire prima che entrassimo noi? (Controlla la coperta) Mi pareva che queste lenzuola non fossero pulite. Che puzzavano un po'. Ma ero troppo stanco per accorgermene stamattina, quando sono arrivato. Beh, questo è un po' troppo, non trovi? A me non piace dormire nelle lenzuola di un altro. Te l'ho detto, le cose stanno precipitando. Fino a ora le lenzuola ce le avevano sempre cambiate. Ci stavo attento, io.

BEN Come fai a sapere che le lenzuola non erano pulite?

GUS In che senso?

BEN Come fai a sapere che non erano pulite? Ci sei stato dentro tutto il giorno.

GUS Vuoi dire che la puzza potrebbe essere la mia? (Odora le lenzuola) Si. (Si siede lentamente sul letto) Potrebbe anche essere la mia. Non è facile distinguere. Anche perché

non conosco bene la mia puzza.

BEN (riferendosi al giornale) Cazzo!

GUS Ehi, Ben.

BEN Cazzo!

GUS Ben.

BEN Che c'è?

GUS In che città ci troviamo? Non mi ricordo più.

BEN Birmingham, te l'ho già detto.

GUS Ma dài! (Osserva la stanza con interesse) Siamo nel Midleand. La seconda città della Gran Bretagna. Non .l'avrei mai detto. (Schiocca le dita) Ehi, è venerdì oggi, no? Perciò domani è sabato.

BEN E allora?

GUS (eccitato) Potremmo andare a vedere gli Aston Villa.

BEN Giocano fuori casa.

GUS A si? Merda! Che peccato.

BEN E comunque non c'è tempo. Dobbiamo rientrare subito.

GUS L'abbiamo già fatto altre volte, no? Siamo rimasti a vederci una partita? Cosi, tanto per rilassarci.

BEN Oggi sono piu esigenti. Piu tirati.

Gus ride da solo.

GUS Ho visto gli Aston Villa perdere una partita di Coppa, una volta. Contro chi giocavano? Magliette bianche. Erano uno pari, al primo tempo. Non me lo dimenticherò mai. L'altra squadra ha vinto con un rigore. E poi si parla di tragedie. Si, fu un rigore molto contestato. Molto contestato. E comunque hanno perso due a uno proprio per colpa di qud rigore. C'eri anche tu.

BEN Io no.

GUS Si che c'eri. Non ti ricordi il casino per quel rigore?

BEN No.

GUS Uno si buttò a terra proprio al limite dell'area. Poi dissero che era tutta una finta. Secondo me quello non  l'aveva nemmeno sfiorato. Ma l'arbitro mise il pallone sul dischetto.

BEN Non l'ha sfiorato! Ma che dici? Quello lo aveva steso.

GUS No, non l'Aston Villa. L' Aston Villa non fa mai quelle cose.

BEN Ma piantala.

Pausa.

GUS Ehi, deve essere successo qui a Birmingham.

BEN Cosa è successo?

GUS Il Villa. Deve essere successo qui.

BEN Giocavano fuori casa.

GUS Sai chi era l'altra squadra? Gli Spur. Erano i Tottenham Hotspur.

BEN E con questo?

GUS Non abbiamo mai lavorato a Tottenham.

BEN Come fai a saperlo?

GUS Mi ricorderei di Tottenham.

BEN (si gira sul letto per guardarlo) Non farmi ridere, dài! (Si rigira e legge).

GUS (mentre sbadiglia) Quand'è che si farà vivo? (Pausa). Si, mi piacerebbe vedere un'altra partita di calcio. Sono sempre stato un patito del calcio. Senti, che ne dici se andassimo a vedere gli Spur domani?

BEN (con tono piatto) Giocano fuori casa.

GUS Chi?

BEN Gli Spur.

GUS Magari giocano qui.

BEN Non fare lo scemo.

GUS Se giocano fuorI casa magari giocano proprio qui. Potrebbero giocare contro il Villa.

BEN (con tono piatto) Ma se il Villa gioca fuori casa.

Pausa. Una busta viene infilata sotto la porta, a destra. Gus la vede. Si alza e la guarda.

GUS Ben.

BEN Fuori casa. Giocano tutti fuori casa.

GUS Ben, guarda qui.

BEN Cosa?

GUS Guarda.

Ben gira la testa e vede la busta. Si alza.

BEN Cos'è?

GUS Non lo so.

BEN Da dove è arrivata?

GUS Da sotto la porta.

BEN Beh, e cos'è?

GUS Non lo so.

Fissano la busta.

BEN Prendila.

GUS Come?

BEN Prendila! (Gus va lentamente, si piega e la raccoglie). Cos'è?

GUS Una busta.

BEN C'è scritto qualcosa?

GUS No.

BEN È chiusa?

GUS Si.

BEN Aprila.

GUS Come?

BEN Aprila! (Gus la apre e ci guarda dentro). Cosa c'è dentro? (Gus la svuota nella mano: vengono fuori dodici fiammiferi)

GUS Fiammiferi.

BEN Fiammiferi?

GUS Sì.

BEN Fammi vedere. (Gus gli passa la busta, Ben la controlla) Non c'è niente. Nemmeno una parola.

GUS Strano, eh?

BEN L 'hanno infilata sotto la porta?

GUS Credo di sì.

BEN Beh, dài.

GUS Dài cosa?

BEN Apri la porta e vedi se c'è ancora qualcuno.

GUS Chi, io?

BEN Dài!

Gus lo fissa, si mette i fiammiferi in tasca, va verso il suo letto e prende una pistola da sotto il cuscino. Va alla porta, la apre, guarda fuori e richiude.

GUS Nessuno. (Rimette la pistola al suo posto).

BEN Cos'hai visto?

GUS Niente.

BEN Sono stati velocissimi.

Gus tira fuori i fiammiferi dalla tasca e li guarda

GUS Beh, ci potranno far comodo.

BEN Sì.

GUS Non credi?

BEN Si, a te mancano sempre.

GUS Sempre.

BEN Beh, allora ci potranno far comodo.

GUS Sì.

BEN Non credi?

GUS Sì, ne avevo bisogno. Ne avevo proprio bisogno.

BEN Ah sì, eh?

GUS Sì.

BEN E perché?

GUS Perché non ne ho.

BEN Beh, adesso ne hai per un po'.

GUS Posso finalmente accendere l'acqua.

BEN Sei sempre a caccia di fiammiferi. Quanti ce ne sono?

GUS Circa una dozzina.

BEN Non perderli. Sono anche di quelli rossi. Casi non hai bisogno della scatola per accenderli. (Gus si pulisce l'orecchio con un fiammifero. Ben gli dà uno schiaffo sulla mano) Non sprecarli. Dài, accendi.

GUS Eh?

BEN Dài, vai ad accendere.

GUS Ad accendere cosa?

BEN L'acqua.

GUS Vuoi dire il gas?

BEN Chi?

GUS Tu.

BEN (con gli occhi che si stringono) Cosa significa che volevo dire gas?

GUS Quello che volevi dire, no? il gas.

BEN (con autorità) Se ti dico di accendere l'acqua, intendo accendere l'acqua.

GUS Come si fa ad accendere 1'acqua?

BEN È un modo di dire! Accendi l'acqua. È un modo di dire.

GUS Mai sentito dire.

BEN Accendi l'acqua! È d'uso comune!

GUS Credo che ti sbagli.

BEN (minaccioso) In che senso?

GUS Si dice metti su l'acqua.

BEN (teso) Chi lo dice? (Si fissano a vicenda, con il fiato grosso. Intenzionalmente) Non ho mai sentito dire in vita mia, metti su l'acqua.

GUS Sono sicuro che mia madre lo diceva.

BEN Tua madre? Quand'è che l'hai vista l'ultima volta?

GUS Non so, circa...

BEN E allora perché tiri in ballo tua madre? (Si fissano). Gus, non voglio sembrarti assurdo. Sto cercando solo di spiegarti una cosa.

GUS Si, ma...

BEN Chi è il capo qua dentro, io o te?

GUS Tu.

BEN Gus, io lo faccio per te. È ora che impari, amico.

GUS Si, ma io non ho mai sentito dire...

BEN (furioso) Nessuno dice mai accendi il gas! Cos'è che accende il gas?

GUS Cos'è che accende...

BEN (prendendolo per la gola con due mani a distanza di braccio) ACCENDE L'ACQUA NO, CRETINO!

Gus si libera dalla presa di Ben.

GUS Va bene, va bene.

Pausa.

BEN Beh, allora che aspetti?

GUS Voglio vedere se si accendono.

BEN Cosa?

GUS I fiammiferi. (Gus tira fuori la scatola schiacciata e provaad accendere). No. (Tira la scatola sotto alletto. Ben lo fissa. Gus solleva un piede) Provo qui sotto? (Ben lo fissa. Gus prova sotto la scarpa. Si accende). Ecco fatto.

BEN (con tono affaticato) Metti su l'acqua, perdio. (Ben va verso il suo letto, ma, realizzando quello che ha detto, si ferma e si gira per metà).

Si guardano. Gus esce lentamente, a sinistra, Ben sbatte giù il giornale sul letto e ci si siede sopra, con la testa fra le mani.

GUS (entrando) Funziona.

BEN Cosa?

GUS La cucina. (Va verso il suo letto e ci si siede) Chissà a chi toccherà stasera. (Silenzio). Ehi, volevo chiederti una cosa.

BEN (distendendo le gambe sul letto) Oh, perdio.

GUS No. Volevo chiederti una cosa. (Si alza e si siede sul letto di Ben).

BEN Cosa fai sul mio letto? (Gus, sempre seduto). Cos'hai? Continui a farmi domande. Cos'hai?

GUS Niente.

BEN Non mi avevi mai fatto tutti questi cazzi di domande. Che ti succede?

GUS Niente, stavo solo pensando.

BEN Smetti di pensare. Sei qui per fare un lavoro. Fallo e chiudi il becco.

GUS Stavo pensando proprio a quello.

BEN A cosa?

GUS Al lavoro.

BEN Quale lavoro?

GUS (esitante) Pensavo che magari tu forse sapevi qualcosa. (Ben lo guarda). Pensavo che magari tu... cioè... hai un'idea... a chi toccherà stasera?

BEN A chi toccherà che cosa?

Entrambi si guardano.

GUS (subito) A chi toccherà?

Silenzio.

BEN Ti senti bene?

GUS Certo.

BEN Vai a fare il tè, dài.

GUS Si, certo. (Esce, a sinistra, Ben lo segue con lo sguardo, Poi tira fuori la pistola da sotto il cuscino e controlla i bossoli. Gus rientra) È andato via il gas.

BEN E allora?

GUS C'è un contatore a monete.

BEN lo non ho monete.

GUS Neanch'io.

BEN Dovrai aspettare.

GUS Cosa?

BEN Che arrivi Wilson.

GUS Potrebbe non venire. Potrebbe mandarci un messaggio e basta. Non viene mica sempre.

BEN Beh, allora dovrai fame a meno.

GUS Cazzo.

BEN Te lo prenderai dopo il tè. Cos'hai?

GUS Preferisco sempre berne uno, prima.

Ben tiene la pistola alla luce e la lucida.

BEN È meglio che ti prepari.

GUS Beh, sai, non so, ma a me pare il colmo, per quei pochi soldi che mi danno. (Prende il pacchetto del tè dal letto e lo butta nella borsa) Se viene, speriamo che abbia almeno uno scellino. Ci dovrebbe pensare da solo. Dopotutto questa è casa sua, avrebbe dovuto accorgersi che non c'era abbastanza gas per una tazza di tè.

BEN Chi ti dice che è casa sua?

GUS Perché, non lo è?

BEN Potrebbe averla affittata. Non deve mica essere per forza sua.

GUS Certo che è sua. Scommetto che è suo anche tutto il palazzo. E non ha nemmeno installato il gas. (Si siede sul suo letto) Non può che essere suo questo posto. Prendi tutti gli altri posti. Ti danno un indirizzo, arrivi, trovi una chiave, un bollitore e non c'è mai un'anima viva... (Fa una pausa). Nessuno si accorge mai di niente, ci hai mai pensato? Nessuno si è mai lamentato di qualcosa, troppo rumore o che so io. Non abbiamo mai incontrato un cane...a parte il tizio in questione... Ci hai mai fatto caso? Chissà se questi muri sono insonorizzati? (Batte sul muro sopra il suo letto) Non si capisce. Non si fa altro che aspettare, eh? E il più delle volte, Wilson, non ci degna neppure della sua presenza.

BEN Perché dovrebbe? È un uomo molto occupato.

GUS (pensieroso) lo non riesco a comunicare con Wilson. Lo sai, Ben?

BEN Lascia perdere, dài.

Pausa.

GUS Ci sono tante domande che vorrei fargli. Ma non ci riesco mai, quando lo vedo. (Pausa). E un po' che penso all'ultima volta.

BEN Quale ultima volta?

GUS Quella ragazza. (Ben afferra il giornale e si mette a leggerlo. Gus si alza e guarda Ben dall'alto) Quante volte l'hai letto quel giornale?

Ben sbatte giù il giornale e si alza.

BEN (arrabbiato) Cosa vuoi dire?

GUS Niente, mi chiedevo solo quante volte avevi...

BEN Cos'è, una critica?

GUS No, stavo solo...

BEN Guarda che ti do due sberle se non la smetti.

GUS No, ma senti Ben...

BEN Non sento un bel niente! (Rivolgendosi alla stanza) Quante volte ho...! Che faccia tosta!

GUS Non volevo.

BEN Fai quello che devi fare, amico. Fallo e basta. (Torna sul letto).

GUS Stavo solo pensando a quella ragazza, nient' altro. (Si siede sul suo letto) Non era poi un gran che, lo so, ma comunque. È stato un disastro, vero? Che disastro. Non ricordo un altro disastro simile. Le donne si rompono più degli uomini. Hanno dei tessuti meno elastici. Come si è spappolata, eh? Completamente spappolata. Cazzo! C'è una cosa che volevo sempre chiederti. (Ben si siede sul letto e stringe gli occhi). Chi pulisce quando noi ce ne andiamo? Sono curioso di saperlo. Chi mette in ordine? O forse lasciano tutto così com'è. Dici che li lasciano lì, così? Tu che pensi? Quanti lavori abbiamo fatto fino a oggi? Cazzo, non riesco a fare il conto. E se non pulissero mai dopo che noi ce ne siamo andati?

BEN (con commiserazione) Cretino. Pensi che siamo l'unico reparto dell'organizzazione? Cerca di usare il cervello. Hanno un reparto per ogni settore.

GUS Anche gli addetti alle pulizie?

BEN Che cazzone che sei!

GUS No, è stata quella ragazza che ha cominciato a farmi riflettere.

Un gran baccano e un cigolio, come di qualcosa che scende, che proviene dal vano che si trova tra i due letti. Gus e Ben afferrano entrambi le pistole, balzano in piedi e guardano la parete del fondo scena. li rumore cessa. Silenzio. Entrambi si guardano. Ben fa una mossa rapida indicando la parete. Gus si muove lentamente verso il muro. Lo batte con la pistola. C'è il vuoto. Ben va al capo del suo letto, con la canna della pistola rivolta verso l'alto. Gus posa la pistola sul suo letto e tasta la base del pannello centrale. Trova un bordo. Tira su la serranda. Scopre un montacarichi, «un calapranzi». Un grande contenitore sorretto da due carrucole. Gus ci guarda dentro. Estrae un foglio.

BEN Cos'è?

GUS Guarda tu.

BEN Leggi.

GUS (leggendo) Due brasati con patate fritte. Due budini. Due tè, senza zucchero.

BEN Fammi vedere. (Prende il foglio).

GUS (a se stesso) Due tè senza zucchero.

BEN Mmnn.

GUS Che ne pensi?

BEN Beh...

Il contenitore torna su. Gus punta la pistola.

GUS Dateci il tempo! Quanta fretta. (Ben rilegge il foglio. Gus sbircia da dietro le sue spalle) È un po'... è un po' strano, non trovi?

BEN (rapidamente) No. Non è affatto strano. Forse prima c'era un bar, di sopra. Cambiano continuamente gestione questi posti.

GUS Un bar?

BEN Sì.

GUS Vuoi dire che questa qui giù era la cucina?

BEN Sì, cambiano gestione da un giorno all'altro. Mettono in liquidazione. Sai, quando si accorgono che non funziona, prendono e chiudono.

GUS Vuoi dire che quelli che lo gestivano hanno chiuso perché non funzionava?

BEN Certo.

GUS e ora di chi è?

Silenzio.

BEN Che significa, ora di chi è?

GUS Di chi è ora? Se gli altri se ne sono andati chi è subentrato?

BEN Beh, tutto dipende...

Il contenitore ridiscende con il solito cigolio e un colpo secco. Ben punta la pistola. Gus gli si avvicina ed estrae un foglio.

GUS (leggendo) Zuppa del giorno. Fegato con cipolle. Crostata di marmellata.

Una pausa. Gus guarda Ben. Ben prende il foglio e lo legge. Va lentamente verso il calapranzi. Gus lo segue. Ben guarda dentro ma senza guardare in alto. Gus mette una mano sulla spalla di Ben. Ben la toglie bruscamente. Gus si mette un dito sulla bocca. Infila la testa nel calapranzi e guarda in alto di scatto. Ben lo tira via allarmato. Ben guarda il foglio. Getta la pistola sul letto e parla con fermezza.

BEN Sarà meglio mandare su qualcosa.

GUS Eh?

BEN Sarà meglio mandare su qualcosa.

GUS Ah! Si. Si. Forse hai ragione.

Sono entrambi sollevati da quella decisione.

BEN (deciso) Presto! Cos'hai in quella borsa?

GUS Poca roba. (Va al calapranzi e grida verso l'alto) Aspettate un attimo!

BEN Smettila!

Gus controlla il contenuto della borsa e tira fuori pezzo per pezzo.

GUS Biscotti. Una tavoletta di cioccolato. Mezzo litro di latte.

BEN Tutto qui?

GUS Un pacchetto di tè.

BEN Bene.

GUS Non possiamo mandar su il tè. Poi rimaniamo senza.

BEN Beh, se non c'è gas che ne facciamo del tè?

GUS Magari possono mandarci giù uno scellino.

BEN Cos'altro hai lì?

GUS (allungando la mano verso la borsa) Una tartina al limone.

BEN Una tartina al limone?

GUS Sì.

BEN Non mi avevi detto che avevi una tartina al limone.

GUS Ah, no?

BEN Perché solo una? Non ne hai portata una anche per me?

GUS Credevo non ti piacesse.

BEN Beh, comunque non possiamo mandarne di sopra una sola.

GUS Perché no?

BEN Prendi uno di quei piatti.

GUS Va bene. (Va verso la porta, a sinistra, e si ferma) Vuoi dire che mi posso tenere la tartina al limone?

BEN Tenerla?

GUS Beh, loro non sanno che ce l'abbiamo.

BEN Questo non c'entra.

GUS Posso tenerla?

BEN No, non puoi. Vai a prendere il piatto. (Gus esce, a sinistra. Ben guarda nella borsa. Tira fuori un pacchetto di salatini. Gus rientra con un piatto. Ben, con i salatini in mano e con tono accusatorio) E questi da dove vengono?

GUS Cosa?

BEN Da dove vengono questi salatini?

GUS Dove li hai trovati?

BEN (colpendolo sulla spalla) Vuoi fare il furbo, eh!

GUS Li tengo per quando bevo la birra.

BEN E dove pensi di trovarla la birra?

GUS Non lo so. Quando capiterà.

BEN Me ne ricorderò. Metti tutto nel piatto. (Mettono tutto sul piatto. Il contenitore risale senza il piatto). Aspettate un attimo!

Rimangono in piedi.

GUS È risalito.

BEN È tutta colpa tua, cretino, stai lì a perder tempo!

GUS Ora che facciamo?

BEN Aspettiamo che ritorni giù. (Mette il piatto sul letto, si infila la fondina della pistola a tracolla, si annoda la cravatta) Preparati anche tu.

Gus va al suo letto, si fa il nodo alla cravatta e si aggiusta la fondina.

GUS Ehi, Ben.

BEN Cosa?

GUS Ma che succede qui dentro?

Pausa.

BEN In che senso?

GUS Come può essere un bar questo posto?

BEN Era un bar, una volta.

GUS L 'hai vista la cucina?

BEN Cos'ha?

GUS Solo tre fuochi.

BEN E allora?

GUS Beh, non si può far molto con tre fuochi, con tutto il lavoro che hanno.

BEN (irritato) Ecco perché il servizio è così lento! (Si infila il gilet).

GUS Sì, ma come fanno quando noi non ci siamo? Cosa fanno? Con tutte queste ordinazioni che vengono giù e nulla che ritorna su. Magari vanno avanti così da anni. (Ben si spazzola la giacca). Che succederà quando ce ne andiamo noi? (Ben si infila la giacca). Non credo che possano fare molti affari. (Il contenitore ridiscende. Si girano. Gus va al calapranzi ed estrae un foglio, leggendo) Pastitsio di maccheroni. Ormitha Macarounada.

BEN Che roba è?

GUS Pasticcio di maccheroni. Ormitha Macarounada.

BEN Cucina greca.

GUS No.

BEN Sì.

GUS Roba di classe.

BEN Presto, prima che ritorni su.

Gus mette il piatto nel contenitore.

GUS (urlando nel vano) Tre biscotti! Un tè. Dei salatini! Una tartina al limone! Cioccolato alla frutta e noci!

BEN Nestlè.

GUS (sempre nel vano) Nestlè.

BEN (passandogli il latte) Una bottiglia di latte.

GUS (sempre nel vano) Una bottiglia di latte! Mezzo litro! (Guarda la marca) Della centrale. (Mette la bottiglia nel contenitore. Il calapranzi torna su). Per un pelo.

BEN Non devi urlare così

GUS Perché no?

BEN Non sta bene. (va al suo letto) Beh, per ora dovrebbe bastare.

GUS Credi?

BEN Dài, vestiti. Manca poco ormai. (Gus si infila il gilet. Ben si sdraia e guarda il soffitto) Che postaccio. Niente tè. Niente biscotti.

BEN Mangiare impigrisce. E tu stai diventando pigro. Non vorrai mica lasciarti andare sul lavoro.

GUS Chi, io?

BEN Sei lento, amico mio, sei lento.

GUS lo? Lento?

BEN Hai controllato la tua pistola? No. Non hai nemmeno fatto questo. Guardala, fa schifo. Perché non la pulisci mai?

Gus strofina la pistola sul lenzuolo. Ben tira fuori uno specchio tascabile e si raddrizza la cravatta.

GUS Mi domando dov'è il cuoco. Devono averne più d'uno con tutte quelle ordinazioni. Forse hanno delle altre cucine. Ehi! Forse c'è un'altra cucina di là.

BEN Certo che c'è! Sai quanto ci vuole per fare un' Ormitha Macarounada?

GUS No, quanto?

BEN Per un' Ormitha...! Concentrati adesso, dài!

GUS Ci vogliono parecchi cuochi, vero? (Infila la pistola nella fondina) Prima ce ne andiamo da qui e meglio è. (Si infila la giacca) Perché non si fa vivo? Mi sembra di essere quì da un secolo. (Ritira fuori la pistola dalla fondina per controllare le cartucce) Noi non lo abbiamo mai deluso, vero? Mai. Ci stavo pensando proprio 1'altro giorno, Ben. Noi siamo persone di cui ci si può fidare, vero? (Rimette la pistola nella fondina) Non vedo l'ora di finire, stasera. (Si spolvera la giacca) Spero che il tizio di stasera non sia troppo agitato. Non mi sento un gran che bene. Ho un mal di testa lancinante. (Silenzio. Il contenitore scende. Ben scatta in piedi. Gus prende il foglio, leggendo) Un pollo con bambù. Un Char Siu e soja.

BEN Soja?

GUS Si.

BEN Cazzo.

GUS Non saprei da dove cominciare. (Guarda di nuovo nel contenitore. Il pacchetto di tè è ancora lì. Lo prende) Ci hanno rimandato il tè.

BEN (preoccupato) Chissà perché?

GUS Forse non è l'ora del tè.

Il contenitore risale. Silenzio.

BEN (buttando il pacchetto di tè sul letto, e parlando con premura) Senti. È meglio avvisarli.

GUS Avvisarli di che?

BEN Che non siamo capaci, che non abbiamo niente, qui.

GUS Va bene, dài.

BEN Dammi una matita. Scriviamogli un biglietto.

Gus si gira per cercare la matita, e all'improvviso scopre una specie di interfono che è appeso al muro alla destra del calapranzi, di fronte al suo letto.

GUS Cos'è questo coso?

BEN Cosa?

GUS Questo.

BEN (studiandolo) Questo? È una specie di interfono.

GUS Da quant'è che c'è?

BEN È proprio quel che ci vuole. Avremmo dovuto usarlo prima, invece di urlare come abbiamo fatto.

GUS Che strano, non lo avevo visto prima.

BEN Su, dài.

GUS Come funziona?

BEN Vedi quello? È un fischietto.

GUS Cosa, questo?

BEN Si, prendilo. Tiralo fuori. (Gus esegue). Ecco fatto.

GUS E ora che facciamo?

BEN Soffiaci dentro.

GUS Soffiare?

BEN Se ci soffi dentro fischia di sopra. E allora capiscono che vuoi parlare. Soffia.

Gus soffia. Silenzio.

GUS (con il tubo alla bocca) Non sento niente.

BEN Parla! Parla dentro al tubo!

GUS (guarda Ben, poi parla nel tubo) La dispensa è vuota!

BEN Dallo a me. (Gli strappa il tubo e lo porta alla bocca, parlando con grande deferenza) Buona sera. Mi dispiace...disturbarvi, ma penso sia giusto informarvi che non ci è rimasto più niente. Abbiamo mandato su tutto quello che avevamo. Non c'è più niente. (Porta il tubo lentamente verso l'orecchio) Cosa? (Alla bocca) Cosa? (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) No, abbiamo mandato su tutto quello che avevamo. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca)

Oh, mi dispiace molto. (All'orecchio. Ascolta. A Gus) La tartina al limone era andata a male. (Ascolta. A Gus) Il cioccolato era sciolto. (Ascolta. A Gus) Il latte rancido.

GUS E i salatini?

BEN (ascoltando) I biscotti sapevano di muffa. (Fissa Gus con severità. Tubo alla bocca) Beh, siamo davvero dispiaciuti. (Tubo all'orecchio) Come? (Alla bocca) Come? (All'orecchio) Sì. Sì. (Alla bocca) Sì, certo. Certo. Subito. (All'orecchio. La voce ha smesso. Riappende il tubo. Eccitato) Hai sentito?

GUS Cosa?

BEN Hai sentito cos'ha detto? Accendi l'acqua! Non metti su l'acqua! Non accendi il gas, ma accendi l'acqua!

GUS Come facciamo ad accendere l'acqua?

BEN In che senso?

GUS Non c'è gas.

BEN (battendosi la fronte con una mano) E ora che facciamo?

GUS Perché vuole che accendiamo l'acqua?

BEN Per il tè. Vuole una tazza di tè.

GUS Ah, vuole una tazza di tè, lui! E io? È tutta la notte che sogno una tazza di tè!:

BEN (con tono disperato) E ora che facciamo?

GUS Cosa beviamo? (Ben si siede sul letto con lo sguardo fisso). E noi? (Ben rimane seduto). Anch'io ho sete. E muoio di fame. E lui vuole la sua tazza di tè. È veramente il colmo. (Ben fa cadere la testa sul petto). Ho proprio bisogno di qualche cosa di sostanzioso. E tu? Anche tu hai l'aria di averne bisogno. (Gus si siede sul suo letto) Gli mandiamo su tutto quello che abbiamo e ancora non è soddisfatto. C'è di che far ridere il gatto. Perché gli hai mandato su tutta quella roba? (Pensieroso) Perché l'ho mandata su io? (Pausa). Chissà cos'ha li su? Magari  un'insalatiera piena. Qualcosa, di sopra, devono pur avercela. Da quaggiù non possono certo aspettarsi molto. Hai notato che non hanno mai chiesto le insalate? Magari ne hanno una scodella piena. Con carne fredda, ravanelli, cetrioli. Crescione. Tonno. (Pausa). Uova sode. (Pausa). Di tutto. E magari anche un cartone di birra. E magari stanno bevendo la birra, mangiandosi miei salatini. Hai visto che non hanno avuto niente da ridire sui miei salatini? Non ti preoccupare che quelli se la cavano bene. Non crederai mica che stanno li, con le mani in mano, ad aspettare che gli venga qualcosa da qua sotto? Se no, stanno freschi. (Pausa). Se la cavano più che bene. (Pausa). E dice che vuole una tazza di tè. (Pausa). Quello ci piglia in giro. (Guarda Ben, si alza, e va da lui) Che hai? Non hai l'aria di star troppo bene. lo avrei bisogno di un' Alka-Seltzer.

Ben si raddrizza.

BEN (a bassa voce) Si sta facendo tardi.

GUS Lo so. Ma a me non piace lavorare a stomaco vuoto.

BEN (annoiato) Stai zitto un attimo. Ripassiamo insieme le istruzioni.

GUS Perché? Lo facciamo sempre allo stesso modo.

BEN Cominciamo con te. (Gus sospira e si siede sul letto vicino a Ben. Le istruzioni saranno dette e ripetute automaticamente). Quando arriva la chiamata tu vai li e ti metti dietro alla porta.

GUS Mi metto dietro alla porta.

BEN Se bussano tu non rispondi.

GUS Se bussano io non rispondo.

BEN Ma non busserà nessuno.

GUS E allora io non risponderò.

BEN Quando il tizio entra...

GUS Quando il tizio entra...

BEN Gli chiudi la porta dietro.

GUS Gli chiudo la porta dietro.

BEN Senza farti notare.

GUS Senza farmi notare.

BEN Lui mi vedrà e verrà verso di me.

GUS Lui ti vedrà e verrà verso di te.

BEN A te non ti vedrà.

GUS (assente) Eh?

BEN A te non ti vedrà.

GUS A me non mi vedrà.

BEN Ma vedrà me.

GUS Vedrà te.

BEN Non saprà che ci sei anche tu.

GUS Non saprà che ci sei anche tu.

BEN Non saprà che ci sei anche tu.

GUS Non saprà che ci sono anch'io.

BEN lo tiro fuori la pistola.

GUS Tu tiri fuori la pistola.

BEN Lui si bloccherà.

GUS Lui si bloccherà.

BEN Se si gira...

GUS Se si gira...

BEN Tu sei lì.

GUS lo sono qui. (Ben aggrotta le sopracciglia e si preme la

fronte) Ti sei scordato di una cosa.

BEN Lo so. Cos'è?

GUS Non ho ancora tirato fuori la mia pistola, secondo le tue istruzioni.

BEN Tiri fuori la tua pistola...

GUS Dopo che ho chiuso la porta.

BEN Dopo che hai chiuso la porta.

GUS Lo sai che questo non te l'eri mai dimenticato prima?

BEN Quando ti vedrà dietro di lui...

GUS Mi vedrà dietro di lui...

BEN E vedrà me di fronte a lui...

GUS E vedrà te di fronte a lui...

BEN Sarà incerto...

GUS A disagio.

BEN Non saprà cosa fare.

GUS E allora cosa farà?

BEN Prima guarderà me e poi guarderà te.

GUS Noi non diremo una parola.

BEN Lo guarderemo.

GUS Lui non dirà una parola.

BEN Ci guarderà.

GUS E noi guarderemo lui.

BEN Nessuno dirà una parola.

Pausa.

GUS Che facciamo se è una ragazza?

BEN Le stesse cose.

GUS Esattamente le stesse?

BEN Esattamente.

Pausa.

GUS Nulla di diverso?

BEN Facciamo esattamente le stesse cose.

GUS Ah. (Si alza e rabbrividisce) Scusami. (Esce a sinistra. Ben rimane seduto sul letto, immobile. Dalla quinta a sinistra si sente tirare lo sciacquone, una sola volta, che non funziona. Silenzio. Gus rientra e si ferma sulla porta, è molto pensieroso. Guarda Ben, e si incammina lentamente verso il suo letto. È preoccupato. Rimane in piedi, a pensare. Si gira e guarda Ben. Fa qualche passo verso di lui. Lentamente con tono basso e teso) Perché ci ha mandato i fiammiferi se sapeva che non c'era gas? (Silenzio. Ben ha lo sguardo fisso davanti a lui. Gus a sinistra di Ben, ai piedi del letto per parlargli nell' altro orecchio) Ben. Perché ci ha mandato i fiammiferi se sapeva che non c'era gas? (Ben alza lo sguardo). Perché?

BEN Chi?

GUS Chi ci ha mandato quei fiammiferi?

BEN Di che parli?

Gus lo guarda dall'alto.

GUS (profondamente) Chi c'è di sopra?

BEN (nervoso) Cosa c'entra?

GUS Niente, ma chi c'è di sopra?

BEN Cosa c'entra? (Cerca a tentoni il giornale sul letto).

GUS Ti ho fatto una domanda.

BEN Basta!

GUS (sempre piu agitato) Ti avevo chiesto, prima. Chi è subentrato? Te l'ho chiesto prima. Perché tu mi avevi detto che quelli che c'erano se ne erano andati. E allora chi è subentrato al loro posto?

BEN Taci.

GUS Te l'avevo chiesto prima, ti ricordi?

BEN (alzandosi) Taci!

GUS (febbrilmente) Te l'avevo chiesto prima, ti ricordi? Chi era il proprietario di questo posto? (Ben lo colpisce con cattiveria sulla spalla). Te l'avevo chiesto, no, chi lo gestiva prima? (Ben lo colpisce con cattiveria sulla spalla. Gus con violenza) E allora? Cosa sono tutti questi giochetti? Questo è quello che voglio sapere. Cosa li fa a fare?

BEN Quali giochetti?

GUS (con impeto, avanzando) Cosa li fa a fare? Abbiamo già superato le prove, no? Le abbiamo superate tutte, anni fa, non è cosi? Le abbiamo superate insieme, ti ricordi?

Sono anni che ci mettono alla prova, non è vero? Abbiamo sempre fatto il nostro dovere. Cosa li fa a fare? Che motivo c'è? Perché fare tutti questi giochetti? (Il calapranzi scende dietro di loro. Il solito baccano è accompagnato, questa volta, da un fischio stridente, mentre scende.

Gus corre verso lo sportello e prende il foglio. Leggendo) Scampi! (Accartoccia il foglio, afferra il tubo, estrae il fischio,soffia e parla) NON ABBIAMO PIO NIENTE! NIENTE!

CAPITO?

Ben gli afferra il tubo e spinge Gus via. Lo segue e lo colpisce sul petto.

BEN Smettila! Sei pazzo!

GUS Ma hai sentito?

BEN (fuori di sé) Ora basta, eh! Sei avvisato! (Silenzio. Ben riattacca il tubo. Va a sdraiarsi sul suo letto. Prende il giornale e legge. Silenzio. Il calapranzi risale. Si girano di scatto, i loro sguardi si incontrano. Ben riprende a leggere. Gus torna lentamente al suo letto, e si siede. Silenzio. Il calapranzi ritorna al suo posto. Si girano di scatto, i loro sguardi si incontrano. Ben torna a leggere. Silenzio. Ben getta il giornale) Cazzo! (Riprende il giornale e lo guarda) Senti questa! (Pausa). Che ne dici, eh? (Pausa). Cazzo! (Pausa). Hai mai sentito una cosa simile?

GUS (con tono annoiato) Ma dài!

BEN È la verità.

GUS Ma smettila.

BEN È scritto qui, nero su bianco.

GUS (con tono basso) È accaduto davvero?

BEN Ti rendi conto?

GUS Da non credersi.

BEN Quanto basta per farti vomitare.

GUS (quasi sottovoce) Incredibile.

Ben scuote la testa. Mette giu il giornale e si alza. Sistema la pistola nella fondina. Gus si alza. Va verso la porta, a sinistra.

BEN Dove vai?

GUS A bere un bicchiere d'acqua. (Esce).

Ben si spolvera il vestito e le scarpe. il tubo fischia. Ben va a rispondere, lo porta all'orecchio. Ascolta. Lo porta alla bocca.

BEN Sì. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) Subito. D'accordo. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) Certo, siamo pronti. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) Capito. Ripeto. È arrivato

e scenderà subito. Usare il solito metodo. Capito. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) Certo, siamo pronti. (All'orecchio. Ascolta. Alla bocca) Bene. (Riattacca il tubo) Gus! (Tira fuori un pettine e si pettina, si aggiusta la giacca in modo che non si veda il rigonfiamento della pistola.

In quinta, a sinistra, si scarica lo sciacquone. Ben va rapidamente verso la porta, a sinistra) Gus!

La porta, a destra, si apre di scatto. Ben si gira, con la pistola puntata verso la porta. Gus entra inciampando. È stato spogliato di tutto, giacca, gilet, cravatta, fondina e pistola. Si ferma con il corpo curvo, le braccia a penzoloni. Alza la testa e guarda Ben. Un lungo silenzio. Si fissano a vicenda.

Sipario.