Unico Personaggio: Donna di mezza età (intorno ai 50, portati male) sulla sedia a rotelle. La presenza scenica della donna deve essere di una forza spaventosa; tutta la sua potenza espressiva si concentra nello sguardo e nella parola. La sua dimestichezza con la sedia a rotelle deve essere come quella di una persona invalida che ormai vive da decenni su di essa; questo lo si deve esprimere attraverso piccoli gesti di controllo della carrozzella; in sintesi, la sedia è ormai parte di lei, è una protesi del suo essere.
(Buio, poi musica a cui va aggiunto il rumore della pioggia. La luce, direzionale, inizia pian piano dall’alto a illuminare la donna che si trova di spalle al pubblico affacciata a una finestra) Sono qui , anche oggi, seduta sul mio trono a guardarmi intorno e a scrutare il mondo; e mi lamento, mi lamento di questa insopportabile pioggia, che quando scende non s’arresta dinnanzi a nulla , e di quel dannato sole che ogni mattina illumina il mio cuscino con il suo nuovo giorno; del risveglio, e della solita tazzina di caffè con un cucchiaino di zucchero, insieme alla stessa brioche di sempre.
Mi lamento dei ciao, buongiorno, grazie, buonasera, prego, vaffanculo, ti voglio bene; mi lamento della pausa pranzo (inizia a salire in un crescendo) 13:00 13:30, 15:30 pausa caffè ,caffè ammazza caffè poi sigaretta e ammazza sigaretta, (sembra che inizi a parlare con qualcuno guardando in alto, ma in realtà parla a se stessa) ammazza la morte se ci riesci brutta puttana!! (cambio ritorna al lamento) E di questo andare avanti nel tempo, con le sue lancette e il loro ticchettio, tic tic tic, che incalzano e offendono il gusto dell’esistenza e della bellezza.
Poi mi lamento dell’alba, che non ha fatto, nient’altro, che ispirare la poesia…..niente di buono, a parte stupide parole che cercano inutilmente di sedurre i sensi . L’alba, non e’ la luce che viene ad illuminare: viene a lusingare! Proprio come le stelle, che brillano brillano brillano, ma sono troppo lontane, e per questo irraggiungibili (grida sempre come se parlasse a qualcuno) arrivateci alle stelle sporchi fantasiosi che non siete altro, arrivateci pure a toccarle se ci riuscite con la vostra immaginazione, (cambio) ma mai, mai potrete toccarle con le mani….(ride) ahahahah…..oh poveri sognatori ingenui …. Vorrei tanto vedervi davanti alla morte mentre tutte le vostre belle fantasie cadono nel baratro oscuro dell’orrore, e tutte quelle piccole stelline vi si schiantano addosso infuocate; avete presente i soldati che credono di combattere per “La patria”, e una volta partiti per la guerra trovano soltanto l’inferno di cui è capace il genere umano e tutta la sua crudeltà? Così, (sarcastica) anche voi troverete i vostri sogni, pieni di fango e di melma, gli stessi che vi hanno sporcato la vita di illusione e di speranza, (ride aspramente) ahahahahahah…. (Cambio repentino; più vera che mai) quello si che sarebbe un tramonto sublime, altro che quella fastidiosissima palla rossa che tutti ammirano. Nemmeno la notte sarebbe così affascinante, (verso di sprezzo) uh, è capace solo di tormentare l’ anima di ossessioni, o peggio ancora la luna, che sta lì, (con risentimento) da sola (come se spettasse a lei) a godersi tutto il buio. Per non parlare poi del fascino di quell’altro, (accennando un piccolo sguardo verso il cielo, alza la voce come per farsi sentire del fatto che stia parlando di lui) che dicono guardi tutto dall’alto (ora guarda dritta per dritta sulla sua testa e si rivolge al cielo) si sto parlando con te, perché non vieni fuori invece di nasconderti? (pausa come se aspettasse la risposta ma continuando a guardare in alto, poi stacca riguardando verso il basso) Vigliacco, tu e le tue verità cialtrone! Cialtrone l’uomo, che ha vestito e incoronato menzogne per paura… o noia forse!
E poi…mi lamento del mio profumo e della mia ombra che mi seguono ovunque, (scatto semi-isterico) esoprattutto di questo (o quel) maledetto specchio, che ogni giorno mi riflette come se non conoscesse nessun altro, (pausa) ma più di ogni altra cosa (incalzante, si gira di spalle al pubblico ma deve dare l’impressione che lo nonostante questo lo stia dicendo a loro) mi lamento del fatto che il mio lamento non può fare a meno di incontrare le vostre opinioni e subire i vostri giudizi e le loro ingiurie puzzolenti.
(si gira di scatto con uno sguardo duro come per dargli la conferma che ce l’avesse con loro, ma invece subito sembra presa da un’apparizione. A questo punto c’è un gioco d’interpretazione: la donna inizia a commuoversi e a cambiare espressione, portando sguardi di prostrazione e di devozione che richiamano ricordi lontani e carnali)
Madre, madre mia, sei veramente tu?
(Come attirata da una forza magnetica inizia pian piano ad alzarsi dalla sedia e ad andare incontro a questa figura immaginaria che sta dritta verso il pubblico; poi a metà strada si ferma, si guarda i piedi e le gambe facendo capire che si accorge del fatto che stia camminando. Così, d’un tratto si gira di spalle risentita)
Sì mamma, sì (torna verso la sedia) mi dispiace, mi dispiace deluderti così…ma solo qui mi sento al sicuro, (si siede). Qui, sul mio trono (piange), perdonami, perdonami (Si accascia continuando a piangere sulla sedia. Sale la musica, mentre le luci iniziano ad affievolirsi lentamente fino al completo buio. La musica continua portandosi dietro il dramma, che pian piano si allontana sino alla…
…FINE