Il cantico di Natale… in Musical

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Liberamente tratto dal racconto di Charles Dickens

(tragicommedia musical natalizia)

di Mimmo Piscopo

Personaggi: 

 (11 uomini; 5 donne)

EMILIANO FERTENTE

TAGLIETTI (impiegato)

TANINO (nipote)

FANTASMA TOBIA LOTRONZO (socio di Fertente)

FANTASMA DEI NATALI PASSATI (sceriffo napoletano)

FANTASMA DEI NATALI PRESENTI (donna isterica con voce da bambina)

FANTASMA DEI NATALI FUTURI (gay che interpreta una femmina)

FRESIA (moglie nipote)

VENTICELLO (un po’ ritardato e con la T perenne)

IMPROTA E CILLINI  (due signori che chiedono l’elmosina)

GIGI (figlio di Taglietti, interpreta anche il bambino

che canta canzone di Natale e Fertente piccolo?)

MARGHERITA (età 15 anni sorella di Fertente)

ROSA   (fidanzata di Fertente)

COPPIA DI AMICI DI TANINO (un uomo e una donna)

Scena divisa in due parti con al centro una semi-parete tipo libreria, con, o anche senza, una porta o una finestra praticabile per poter cambiare ambientazione durante le scene. A sn l’ambiente è l’interno di una casa con sedie e una poltrona, a dx è un ufficio con scrivania e un banco da scuola o da architetto con una sedia,  il fondo è bianco illuminato a seconda della scena con colori diversi, oppure  ha un telo dipinto con due scene di interno casa a sn e interno ufficio a dx.

PRIMO ATTO

SCENA 1

(TAGLIETTI E TANINO)

MUSICA: tema dello spettacolo

Gli attori nelle prime due scene di presentazione degli interpreti sono vestiti a mo’ di varietà con un pantalone nero e una camicia bianca, se è possibile con il farfallino, sia gli uomini che le donne, per quest’ultime in alternativa, la gonna.

Lo spettacolo inizia a sipario chiuso. Luci spente, occhio di bue sul centro di esso, si affaccia facendo vedere solo il viso dal sipario, l’attore che impersonerà l’impiegato, guardando stupito il pubblico:

TAGLIETTI   Mii! Ma come mi piace guardare dal palcoscenico, per vedere quanta gente c’è…oh-ooh! Uh mamma mia! E quante persone, che ci stanno...  (pensa, e parla ad alta voce) non lo so ma a me, a vedere il pubblico…ehm! Il mio pubblico, che mi guarda, non so, mi fa sentire più forte, …(esitando)… più sicuro…

(intanto comincia ad aprirsi il sipario e si vedono defilati all’indietro a destra e sinistra, gruppi di ragazzi che parlano tra loro e  al suo fianco l’attore che interpreterà il nipote che lo guarda con sufficienza e rassegnazione)

…più …bello!

TANINO   (dando uno schiaffetto dietro alla testa all’impiegato dopo la sua battuta)… Né! Più bello!?!… Che po’ sta bellezza addò l’hai vista non lo so! Ti vuoi andare a preparare che tra poco inizia lo spettacolo e stai ancora così? E poi, la vuoi finire o no di guardare dal sipario che o’ regista dice che porta sfortuna?

TAGLIETTI  A lui, porta sfortuna… a me no, vabbè? Ma ti pare che tutta  ‘sta bella gente, porta sfortuna a noi?… (rivolto al pubblico)… Dico bene?

TANINO   Jamme’ su! Stiamo perdendo solo tempo, tra poco andiamo in scena e non siamo ancora pronti... (si guarda intorno il brusio aumenta) … e non solo noi… (si incamminano dietro le quinte e passano vicino ad un gruppetto di ragazzi, le donne li guardano con ammirazione).

SCENA 2

(FRESIA, ROSA, VENTICELLO E FANT. FUTURO)

FRESIA    (con enfasi) … Non mi ha guardato? Non mi ha guardato?

VENTICELLO   Non ti ha pensato! Non ti ha pensato!

ROSA    Ma perché gli dici così? Sei insensibile?

VENTICELLO   Io insensibile? Ma lo volete capire o no? Quelli sono artisti, la loro è tutta una finzione… fictions… come si dice in gergo... eh! Fattelo dire da uno che se ne intende.

FRESIA    Ma perché tu fuss n’artist?

VENTICELLO   Niente di meno! Bella... ma perché tu non mi conosci? Io ho avuto diverse parti... e...

ROSA    …del corpo,… spaccate… per le mazzate che hai avuto e che ti daremo anche noi se non la finisci di dire tutte ‘ste stupidate...

VENTICELLO   Uè... bella!!

ROSA    E lo puoi dire forte!… (si avvicina come per mollargli un ceffone)

VENTICELLO   (impaurito)… Stavo scherzando! Comunque sì (spavaldo), sono un artista e precisamente un “attore”. L’avete vista l’ultima puntata di “ Un posto nelle centocinquanta vetrine di quelle beautiful di Leonela e Celeste che camminano per i sentieri dove anche i ricchi quando si ama piangono”?… e questo e il sottotitolo…

ROSA    Caspita!

FRESIA    E qual è il titolo?

VENTICELLO   Stostrazio! Insomma se l’avete vista io facevo una bella parte… facevo il palo!

ROSA    Ah! Ho capito, facevi la parte del palo durante una rapina!?!

VENTICELLO   No! Facevo il palo della luce!

(intanto ripassano veloce i due di prima)

FRESIA    Mi ha sorriso?

ROSA E VENTICELLO   Ti ha ignorato!!

(passa un ragazzo con movenze da gay (FANTASMA DEL FUTURO) con una margherita in mano)

FANT. FUTURO   Mama non mama, mama non mama ecc. mama, non mama uffaaa!!! mama e bbast’!

(gli altri ridono)

VOCE FUORI CAMPO   Chi è di scena!!

FANT. FUTURO  Uh!!! M’aggia mettere ancora a’ giarrettieraaa!!! Aspetta nu’ mumento!!! Uffaaa!

(sulla scena si verifica un gran trambusto,chi va e chi viene,chi urla, chi cerca qualcosa…)

FANT. FUTURO   (correndo)… La scarpa mia! Qualcuno ha visto a’ scarpa mia? Uffaaa!!!

Nel frattempo parte la musica, si prepara li balletto in fretta e furia, si spengono le luci in scena e si illumina il balletto che parte con una musica inizialmente veloce poi rallenta in un swing  su pianoforte basso e batteria.

MUSICA:   tema swing

SCENA 3

(FERTENTE, LOTRONZO E FANT. PASSATO)

(Entra FERTENTE da un lato della scena, mentre il balletto guadagna le quinte ancora ballando)

FERTENTE   (sulla musica a sfumare, guadagna il centro del palco) … C’era una volta,… il Natale.

(dall’altro lato della scena entra LOTRONZO)

LOTRONZO  Macchè! A me mi sembra che era la vigilia… o no!

(entra dalla parte opposta a LOTRONZO ma dal pubblico il GAY)

FANT. FUTURO   Sì! Sì! Era la vigilia! Era la vigilia! Uffaaa!

(entra sempre dal pubblico ma dalla parte opposta FANTASMA DEL PRESENTE che è donna)

FANT. PRESENTE   Infatti... faceva un freddo, ma un freddo che Tobia camminava abbracciato con la stufa.

(dal lato vuoto della scena entra FANTASMA DEL PASSATO)

FANT. PASSATO   (Con aria da ebete) Ah! Sì, sì, mi ricordo… ma poi perché? Non si sentiva bene?

LOTRONZO   Ma no, è perché faceva freddo e…

FANT. PASSATO   Ah! zitto, zitto! Lo so, l’abbracciava per confortarla...

FERTENTE   Ma a chi?

FANT. PASSATO   La signora stufa.

FERTENTE   Ma si scem’?

FANT. PASSATO   (a testa bassa) Forse ho sbagliato…

LOTRONZO   E lo credo!

FANT. PASSATO   (esitando un po’) Forse stava un po’ depressa…?

(nel frattempo tutti hanno già raggiunto il palco)

TUTTI   Ma chi?

FANT. PASSATO   La stufa! No?

SCENA 4

(TAGLIETTI, TANINO E FERTENTE)

(Si spengono ancora una volta le luci e inizia la musica da dietro al pubblico. Entrano: TAGLIETTI  che passeggia fino a guadagnare il palco e prima della fine della canzone si siede dietro al suo banco; quindi FERTENTE e poi TANINO, che esce dal palco ma finisce la canzone introducendo la scena successiva e uscendo a destra.)

MUSICA: 1°Canzone: “FERTENTE”

In una catapecchia senza neanche i bagni.                                  (canta Tanino)

Vivevano soli dentro, i due taccagni.

neanche si sognavano quell’ immensa fortuna,

che a loro capitò senza pari.

Avevano per casa, sacchi pieni di denari.

Fertente e Lotronzo erano soci in affari.    

Gli amici a loro non mancavano

poiché non ne avevano.   

Lotronzo era amico di Fertente e questo bastava

Fertente era amico di Lotronzo e questo li univa

RIT.:     Sto Fertente con il passo da tenente, fa le mosse da fetente…

il suo passo è sfavillante, ma sta attento al mio fendente...   

Sto Fe.r.tente!                      

          

Presto i soldi coll’interesse e poi dico son esentasse                 (canta Fertente)

           e non dire mai usuraio se non vuoi passare  nu guaio!

           Sta al tuo posto ti rispondo, tiro pietre con le fionde,

           ma so essere galante, se un affare è imminente.

           E che Fe... r... tente     (Taglietti)

 CORO unico amico, unico procuratore, -Fertente-  

era l’unico familiare di Lotronzo

           unico guidatore, unico amministratore, -Fertente-  

            era l’unico esecutore testamentario

                   …infatti

Lotronzo non fu più e Fertente non ne poté

il giorno stesso del unzione egli assunse me

per non perdere la fetta del cliente più ignorante

lasciò l’insegna con la scritta di Lotronzo e Fertente

salutava heylà Lotronzo se sentiva e anche ciao Fertente!

or si che era diventato ancor più ricco e più potente.

Il freddo che aveva  dentro gli gelava il viso,                     (canta Taglietti)

gli accrespava le guance, gli cincischiava il naso,                                                

gli stecchiva il portamento, gli faceva rossi gli occhi         

La sua voce era fastidiosa almeno come i pidocchi.

RIT.:  Sto Fertente con il passo da tenente, fa le mosse da fetente… il suo passo è sfavillante,

           ma sta attento al mio fendente...    Sto Fe.r.tente!                      

          

Presto i soldi coll’interesse e poi dico son esentasse                 (canta Fertente)

           e non dire mai usuraio se non vuoi passare  nu guaio!

           Sta al tuo posto ti rispondo, tiro pietre con le fionde,

           ma so essere galante, se un affare è imminente.

                

            Bel Fetente sto Fertente. (3 volte)     (Tutti)

(gli attori della prossima scena si posizionano)

(La scena si svolge sulla destra del palco dove ci sono 2 scrivanie una piccola e una un po’ più grande, un sacco pieno a terra. Taglietti indossa una camicia, una giacca malmessa un cappello e una sciarpa. E’ seduto, fa tanto freddo che fa fatica a scrivere; cerca di riscaldarsi la mano con una candela accesa sul banco che gli è stato assegnato dal suo capo, Fertente, che entra posando il cappotto e il cappello, anche lui in giacca e cravatta, molto elegante... )

FERTENTE   Ah! Agenzia Lotronzo e Fertente, eccomi qua...  eh! Sì, Lotronzo, un grande socio, morto 7 anni fa. Lui sì, che era bravo, rubava alle vedove...  e truffava ai poveri... Lui riusciva a convincere persino il prete che l’offerta che faceva in chiesa era un prestito che doveva essere restituito... con gli interessi, ovviamente...  grand’uomo Lotronzo… Ah! ah! ah!

Nel suo testamento mi aveva lasciato i soldi per una lapide... Ah! Io l’ho fatto seppellire in mare! Ah! Ah! Ah!

TAGLIETTI   Buongiorno, sig. Fertente.

FERTENTE   Taglietti! Che cosa stai facendo con quella candela?

TAGLIETTI   Stavo solo cercando di scongelare l‘inchiostro… e le mani, signore. Visto che la stufa e i riscaldamenti non sono accesi.

FERTENTE   Bah! (togliendogliela dalle mani) Ne hai già usata una intera la settimana scorsa! E poi i riscaldamenti costano! E che quel poco che riesco a guadagnare glielo vogliamo dare tutto all’ottogas? Ma ti pare giusto?

TAGLIETTI   No, signore.

FERTENTE   Ecco!

TAGLIETTI   (timido) Però signore se mi toglie la candela oltre alla mia fonte di calore mi elimina anche la mia unica luce.

FERTENTE   Ma adesso è mattina a cosa ti serve? Io ci vedo benissimo anche senza… (di nascosto se la mette sulla sua scrivania) … e va bene stasera te la ridarò ma bada di non consumarla tutta. Le candele costano! E quel poco che riesco a guadagnare glielo vogliamo dare tutto alla fabbrica delle candele? Ma ti pare giusto?

TAGLIETTI   No, signore.

FERTENTE   Ecco!

TAGLIETTI   Però signore, potrebbe farsi allacciare la corrente elettrica così non comprerebbe più candele.

FERTENTE   Taglietti! La corrente elettrica costa! E quel poco che riesco a guadagnare glielo vogliamo dare tutto all’Enel? Ma ti pare giusto?

TAGLIETTI   No, signore.

FERTENTE   Ecco! Ora, però, mettiti a lavorare sennò l’inchiostro si secca, e non vorrei ritrovarmi come l’ultima volta, sette anni fa che niente di meno dovetti comprare un’ ampollina di inchiostro nuova nuova poiché la lasciai 10 minuti aperta e si seccò tutto quanto, e di allungarla con l’acqua non se ne parlava nemmeno; e pensare che l’avevo comprata solo una decina di anni prima... Bah! Non fanno più l’inchiostro di una volta.

TAGLIETTI   Sa, signor Fertente, ha ancora sentito di questi nuovi aggeggi, i computer...  che si possono usare anche senza corrente elettrica e che sono indistruttibili, e che sono utili un po’ per tutto, magari potrebbe usarli anche lei per la contabilità e chissà per quale altra cosa e... 

FERTENTE   Tagliettiiii! Ma che diavolerie dici mai!!! Sappi che io è dal lontano 1970 che uso la mente per i conti e le mani per scriverli sul foglio e non li cambierò mai, sono gli unici di cui mi fido; il nero su bianco, ricorda Taglietti, non verrà mai cancellato, da nessuno... E… poi i computer...  come dici tu, costano!! E quel poco che riesco a guadagnare glielo vogliamo dare tutto a Bill Gates? Ma ti pare giusto?

TAGLIETTI   No, signore.

FERTENTE   Ecco e ora vuoi metterti a lavorare Taglietti!

TAGLIETTI   A proposito di lavoro sig. Fertente, dopo domani è Natale e mi chiedevo se domani che è la vigilia, potevo avere una mezza giornata libera.

FERTENTE   Natale, eh?! Beh! Ehm! Sì, penso di sì! Ehm! Ma certo,  ti tratterrò mezza giornata di paga, ovviamente. Dunque ora ti pago 2 euro al giorno non è vero?

TAGLIETTI   (entusiasta) 2 euro e 10 centesimi, signore.

FERTENTE   Ah! Già! Ti ho dato un aumento tre anni fa!

TAGLIETTI   Sì, signore! Quando cominciai a farle il bucato.

FERTENTE   Va bene, Taglietti! Ora scrivi, mentre leggo i miei libri contabili, ah! Dimenticavo, ecco qui un altro sacco di biancheria da lavare! (glielo butta letteralmente addosso)

TAGLIETTI   Sissignore!

FERTENTE   (si siede alla sua scrivania, con sopra un libro e vari sacchi di denaro) Dunque: 50 euro e 38 centesimi da Giannini, più l’80 percento di interessi... composti giornalmente ah!ah!ah! Soldi! Soldi! Soldi!

SCENA 5

(FERTENTE, VENTICELLO E TAGLIETTI)

 

(intanto si vede una mano che furtivamente tenta di rubare un sacchetto dalla scrivania, Fertente lo vede con la coda dell’occhio)

MUSICA:   pochi secondi tipo suspance

FERTENTE   Venticello… sei sempre tu, ma lo vuoi capire o no che è inutile che ti nascondi sempre sotto la mia scrivania! Saranno più di 30 anni che ti conosco e non sei mai riuscito a rubarmi un centesimo, né di lira né di euro, ma quando ti rassegni.

VENTICELLO   (esce dalla scrivania un uomo con una benda nera con una maglia a strisce orizzontali un po’ arrabbiato se non è riuscito nell’impresa, molleggia e  ha una difettosa pronuncia, mette la lettera T dappertutto)…

Ma Tiusa! Terò tu non devi venire Totì presto a lavoro! Ma, Tennò, io Tome faccio a rubare?

FERTENTE   A rubare?! A rubare?! Ma se tu non riesci a rubare un nichelino neanche dalla tua tasca.

VENTICELLO   E Tome faccio a rubare qualcosa Te non esitte? Non To neanche un Totto di Tane.

FERTENTE   Ma che hai detto? Totto di TE? Eh! di che?

VENTICELLO   Di Tane, di Tane... Ma lo Tapisci l’Italiano?

FERTENTE   L’italiano? Ma perché quello che parli tu è italiano? Venticè, facci il piacere vatti a fare un giro eh, che qua dobbiamo lavorare.

VENTICELLO   (si avvicina alla faccia di Fertente, alitandogli addosso) E Tai! Tu!? Ton Tare Totì!

FERTENTE   (quasi sviene) Venticè, non ti smentisci mai eh! E che miseria, non mangi mai e pure tieni questo alito che se vengono i NAS qua mi fanno chiudere per mancata disinfestazione!

VENTICELLO   Almeno Totì si rittalda un po’ quetta bottega! Qua Ta un freddo Tane!

FERTENTE   Un’altra volta la stessa parola: Tane, e mo che vorrà dire?

TAGLIETTI   Eh!eh!eh! Ora capisco perché si chiama Venticello.

FERTENTE   Taglietti non ti ci mettere anche tu! Venticello, intanto allontanati, anche perché non hai solo l’alito che profuma di violetta! Hai sempre la stessa maglia addosso, da quando ti conosco. Ma tu ti Tati? Eh! adesso mi metto a parlare come te! Dicevo: ma tu ti lavi, Venticè?

VENTICELLO   Una Totta ogni quindici giorni mi butto nella Tontana...

FERTENTE   Tontana?

TAGLIETTI   Forse vuole dire Fontana! Ma perché signor Venticello dove abita?

VENTICELLO   (si avvicina velocemente alla faccia di Taglietti) Tote abito? Io Tot abito! To un po’ qua... un po’ Tà…(gli alita in faccia) Tatito?

TAGLIETTI   (riprendendosi) ... Ho capito… mi scusi se mi allontano... sa…

VENTICELLO   Tot ti preottuTare Ti Tono abituato?!!?

TAGLIETTI   (rivolto a Fertente) Ma ha un camion diesel in bocca? Signor Fertente, ma ha sempre parlato in questo modo?

FERTENTE   Da quando lo conosco, sembra che da piccolo abbia fatto un solo giorno di scuola e si dice che quel giorno la maestra aveva spiegato la lettera T, e lui ancora oggi la utilizza in tute le sue frasi.

TAGLIETTI   Io non ne sono tanto convinto.

FERTENTE   Io penso che sia caduto dal passeggino e c’erano due possibilità: o che moriva o che diventava scemo per tutta la vita. (si girano tutti e due verso di lui).

VENTICELLO   E Tecondo voi io Tarei Temo?

FERTENTE E TAGLIETTI   No.oooh!

VENTICELLO   (mettendosi tra i due e abbracciandoli per il collo) Lo Tapevo che in Tondo mi Tolete bene. (alitando in faccia) Ti confetto un segreto, anche Te Ti voglio rubare i tuoi Toldi, anch’io Ti Toglio bene. E anche a te. Vabbè?

FERTENTE   (riprendendosi dal quasi svenimento) Vabbè! Ma ora te ne devi andare. Hai capito Venticè: antare, come dici tu!

VENTICELLO   Ma Tai! Ora che si Tava così bene attieme! Giochiamo a Tatte? Ci facciamo un atto pigliatutto? Un Tretette?

TAGLIETTI   Meno male che lui parla così! Eh! Eh!

FERTENTE   Fuori! Taglietti, accompagnalo fuori di qui!

TAGLIETTI   Forse è meglio che vada signor Venticello, sennò poi il sig. Fertente se la prende con me!

VENTICELLO   Tato, ma tornerò!

FERTENTE   Ha parlato Rocky Balboa!

SCENA 6

(VENTICELLO, FERTENTE, TAGLIETTI POI TANINO)

MUSICA – 2° CANZONE : Tot’ è Giusto

(Venticello)   Tot’è giusto

            Tot’è corretto

            Tonno (torno) a casa

            Tenza il malloppo

            Tot ci Totto Tare niente

            Te rubare

            Per me è un Tifetto!

(Fertente)     Ti capisco

            Tot capisci

(Taglietti)     La scongiuro

(Fertente)     Vavattenne’

(Fertente)     Ma a’ vuo’ fernì!

RIT.     

(Fertente)     Son quarant’anni che non se ne può

            Mi sembri il pepe sulle unghie

            Un esattore delle tasse

            Una zanzara nell’orecchio che non se ne va!

(Venticello)      Tot’ è giusto

(Fertente)       Mo ti pesto

            Se non esci ti tiro  un cesto

(Taglietti)      Fa sul serio

(Venticello)   E io ti appesto

            E lo tai io non ton modesto

(Fertente)           Ah! È così (prende la pistola dal cassetto della scrivania)

RIT.     

(Fertente)       Ora vediamo se non te ne vai

            Se non la smetti ti disintegro

(Taglietti)      Sparisci prima che ti accoppa

(Venticello)   Vabbè se proprio insisti tato ma tornerò! (2 volte)

VENTICELLO   Ah!! (dopo un urlo di spavento scappa)

FERTENTE   E’ una vita che è sempre così, ha cominciato con le merendine dei nostri compagni a scuola, e poi ora che ‘sto Natale (con disprezzo) imperversa, fa impazzire a tutti quanti e a lui, che poi non è che ci vuole poi tanto, ancora di più! Ma che cosa vi fa ? Lo capite che è soltanto un giorno come un altro? Una giornata qualunque e niente di più!

TAGLIETTI  Non è proprio come dice lei. Sa, signor Fertente, il Natale è invece un giorno molto speciale; (comincia la musica della prossima canzone) si aspetta sempre con la stessa emozione, si è sempre felici (guarda Fertente, che lo fulmina con lo sguardo, si ferma di botto la musica, come se la punta di un disco in vinile scivolasse)... ehm, non proprio felici, diciamo quasi contenti.

FERTENTE   Adesso basta! (parte una musica incalzante tipo thriller) Sei già stato troppo tempo a non fare nulla, anche se comunque te lo tratterrò dalla tua paga a fine giornata, anzi sai che c’è, visto che tu dici che a Natale è festa, la paga te la darò dopo le... feste! Contento?

TAGLIETTI  Sì, signore.

            (riprende a lavorare, pausa, si ferma a pensare: ha un idea [musica sul pensiero] e con decisione si avvicina alla scrivania dove Fertente è attonito a contare i suoi soldi)

            Signore?!!?

FERTENTE   Cosa vuoi ancora?

TAGLIETTI  Mi sono ricordato che avrei finito il detersivo per il bucato, e  quindi... (mima che ha bisogno del denaro per comprarlo)

FERTENTE   (capisce le intenzioni di Taglietti, con tranquillità...) Vabbè, non ti preoccupare, li puoi lavare anche solo con l’acqua, tanto sono vestiti che ho messo per poco tempo, anzi, sai cosa fai? Puoi usare il sapone per le mani, quello sicuramente lo avrai in casa no?

TAGLIETTI  (rassegnato) Sì, signore. (tornando al suo posto, tra sé e sé; mentre riparte la musica da preludio alla prossima canzone) Ma perché è così? Eppure sono sicuro che nel profondo è una persona buona... (pausa; lo guarda)... nel profondo! Neanche il Natale riesce a cambiarlo, ci vorrebbe proprio qualcosa di forte che riesca a scuoterlo, (suona il campanello della porta, andando ad aprire) sì, ma di molto forte. Come vorrei che accadesse!

(suono di campanellini come se un desiderio sia stato espresso).

(entra Tanino sulla musica)

TANINO   (Con voce squillante e felice) Buongiorno! E’ quasi Natale, zio, lo sai?

FERTENTE   Eccone un’altro! Ma chi ti ha mandato?!

TANINO  Ehi! (comincia a cantare)

3°CANZONE: I sogni non sognati

(Tanino)         E’ quasi la vigilia di Natale

            È il giorno nuovo che ti assale

            Ti viene voglia di cantare.

(Taglietti)      Tutti sono contenti e son felici

            Liberi di sognare e di librare

            In alto come un cigno.

(Tanino)         Non tutti sono poi così felici.

            Molti si domanderanno

            cosa porta il Natale

            se non fame sete e povertà.

(Taglietti)      Ci sono uomini che 

            non si addormenteranno per

            paura di sognar qualcosa che

            non si può avere

(Fertente)       Neanch’io son poi così sicuro che

             il Natale faccia bene a tutti quanti,

             forse solo a me che invece mi arricchisco

            ma sai cos’è che proprio non capisco

            quella gente che col cigno vuol librare

            ma finisce che a volare via

            siano solo i sogni non sognati

RIT.      ma noi vogliamo il Natale di tutti.

(Tanino)         La gioia che ti prende i sogni che

            non restano sognati sul cuscino

            ma che diventino realtà.

(Taglietti)      E che se un giorno un sogno solo resterà incompiuto

            Ebbene noi lo esaudiremo, tutti insieme,

            muovendo solo la punta di un dito.

(Tag. e Tan.)  Se non ci riuscirò almeno ci proverò

SCENA 7

(TANINO, FERTENTE E TAGLIETTI)

TANINO  (Con voce squillante e felice) Felice Natale, zio!

FERTENTE   Natale? Bah! Sciocchezze!

TANINO   Come, zio, Natale una sciocchezza! Suvvia tu certamente non dici sul serio.

FERTENTE   Altro che, se lo dico! Felice Natale, bah! Che ragione hai, tu di essere felice? Ma non sei abbastanza povero? Tu?

TANINO  Ma davvero? E tu, zio, che ragione hai di non esserlo? Non sei abbastanza ricco per caso? Tu?

FERTENTE   Bah! Ed io che ti do anche corda!!

TANINO   Ma dài, non essere così di mal umore, zio, è Natale!

FERTENTE   Sfido io a non esserlo, ma ti rendi conto di che mondo è questo? Un Natale felice? Al diavolo il Natale con tutta la sua felicità! Che altro è il Natale se non il giorno di pagare conti senza aver soldi in tasca? Un giorno in cui ci si trova più vecchi di un anno e un bilancio sempre più misero? Se potessi fare a modo mio, ogni idiota che se ne va in giro con il “felice Natale” sulle labbra, dovrebbe esser bollito nella sua pentola di zampone e lenticchie. Questo si che mi farebbe felice. Ecco!

TANINO   Ma, zio!

FERTENTE   Nipote, festeggia pure il Natale alla tua maniera, ma a me lascialo festeggiare come dico io, eh!.

TANINO   Festeggiarlo! Ma tu non lo festeggi per niente…

FERTENTE   Lasciami in pace, allora; e possa Natale portarti un mucchio di bene, perché da come dici, te ne ha portato finora. No?

TANINO   Molte sono le cose dalle quali io avrei potuto trarre del bene, e invece non ne ho approfittato. (MUSICA: lenta)  Io ho sempre pensato al Natale come ad un giorno felice, un giorno di bontà, di gentilezza, di carità, l’unico momento nel quale gli uomini sembrano disposti ad aprire il cuore. E perciò, zio, benché non abbia mai portato neanche una monetina nelle mie tasche, sì, lo credo che Natale mi abbia sempre fatto del bene, e sempre me ne farà; auguro a chiunque io incroci per strada in questi giorni un “ Felice Natale”!!

(mentre Tanino parla si ode una musica lenta che accompagna le sue parole. Alla fine del discorso Taglietti commosso applaude)

TAGLIETTI   Bravo! Bravo signor Tanino!

(la musica si interrompe tipo la punta che striscia sul disco in vinile).

FERTENTE   (molto adirato) Taglietti!! Cosa stai facendo con quelle mani?

TAGLIETTI  (Timidamente imbarazzato) Niente, sig. Fertente, mi stavo… scaldando le mani... ehm! Sa, fa freddo!!

FERDENTE   (guardando Taglietti) Fa freddo, eh!? Devo sentire un’altra parola dalla tua bocca e festeggerai il Natale perdendo il tuo posto. (guardando il nipote) Sei davvero un ottimo oratore, mi meraviglio che tu non sia ancora entrato in Politica.

TANINO   C’è qualche possibilità che tu venga da noi per la cena di Natale?

FERTENTE   Nessuna.

TANINO   Dài, perché no.

FERTENTE   Non cominciare Tanino.

TANINO   Dài, con te ci sarà tutta la famiglia, sarà molto divertente, vedrai!

FERTENTE   Senti! Puoi farti la tua tradizionale e meravigliosa cena con tutti i tuoi amici e i regali e l’albero, il presepe, la moglie e tutto il resto. Mandiamoci dei biglietti su carta riciclata… e buonanotte… è una cavolata, Tanino, è per bambini. Sai, mi ha fatto piacere vederti. Mi ha fatto piacere stare con te. Ti auguro un felice anno nuovo.

TANINO   Io non voglio niente da te, non ti chiedo niente, perché non possiamo essere amici?

FERDENTE   Ora è meglio che te ne vai a casa, Tanino, saranno in pena per te. Io, come vedi ho molto ancora da lavorare. Buona sera.

TANINO   Mi dispiace, molto, vederti così risoluto. Non c’è stata mai nessuna lite, che io sappia, fra noi. Ho fatto questo tentativo per onorare il Natale, e manterrò fino in fondo i miei buoni propositi natalizi. Perciò… Lieto Natale, zio.

FERTENTE   (scocciato) Buona sera, Tanino.

TANINO   E felice anno.

FERTENTE   (visibilmente scocciato e non guardandolo in faccia) Buona sera.

TANINO   (guardando l’impiegato) Buon Natale.

TAGLIETTI   Buon Natale.

SCENA 8

(FERTENTE, IMPROTA, CILLINI E TAGLIETTI)

(Tanino esce, entrano subito dopo di lui due signori in cappotto e cappello)

FERTENTE   Ecco un altro bel tipo: il mio impiegato. Con 15 euro la settimana, una famiglia da mantenere, parla anche lui di felice Natale! Cose da pazzi!

(gli si avvicina uno dei due)

IMPROTA   Piacere, io sono Impro…

FERTENTE   (Non gli fa neanche teminare il cognome) E tu sei mozzarella!

CILLINI   Prego?

FERTENTE   No, dicevo, siccome lui si chiama provola, voi naturalmente vi chiamate mozzarella!

IMPROTA   Ehm! Il signore forse non ha inteso bene. Il mio nome è Improta e il signore si chiama Cillini.

FERTENTE   Mi scusino. (al pubblico) Provola e mozzarella era più bello però. Cosa volete?

IMPROTA   Lotronzo & Fertente? Parlo con il Signor Lotronzo o con il signor Fertente?

FERTENTE   Il signor Tobia Lotronzo è morto da sette anni. È morto sette anni or sono questa stessa notte. (Arcigno)  C-o-s-a volete?

CILLINI   (timido) Una semplice offerta?

FERTENTE   Ma per chi mi avete preso, per un bancomat? Sszzt! (al pubblico) Ma perché a Natale tutti i poveretti di strada colgono l’occasione per spillare soldi a noi rispettabili e onesti, uomini di affari? (si rivolge ai signori, molto sarcastico) Vi rendete conto che se date i soldi ai poveri, non saranno più poveri, e se non ci saranno più poveri, voi non dovrete più raccogliere soldi per loro, e se non dovrete più raccogliere soldi per loro, voi rimarrete senza lavoro, oh! Vi prego signori, non chiedetemi di farvi perdere il lavoro! (si porta la mano alla fronte come per disperazione)  Non alla vigilia di Natale!!

IMPROTA   (prende coraggio)  Siamo certi che la sua generosità è ben rappresentata dal socio sopravvissuto. In questi giorni di letizia è più desiderabile del solito pensare a qualche offerta per i poveri e i derelitti che soffrono molto nel presente periodo. Avendo l’impressione che sia le istituzioni e sia ospizi facciano ben poco per rallegrare spiriti e corpi della folla in occasione del Natale, raccogliamo fondi per offrire ai poveri cibi e bevande. Per che cifra posso iscrivervi signore?

FERTENTE   Per niente.

CILLINI   Desiderate rimanere anonimo?

FERTENTE   Desidero essere lasciato in pace. Visto che me lo chiede, questa è la mia risposta. Io stesso non festeggio il Natale e non posso permettermi il lusso di farlo festeggiare a dei fannulloni. Do il mio aiuto alle istituzioni che lei ha prima nominato, ed esse mi costano già abbastanza; chi è nella miseria può rivolgersi lì.

IMPROTA   Molti non possono andarci e molti preferirebbero piuttosto morire.

FERTENTE  Se preferiscono morire meglio lo facciano in fretta per diminuire la sovrabbondanza della popolazione. E poi queste cose non m’interessano.

IMPROTA   Dovrebbero interessarvi.

FERTENTE   Non è affar mio. È sufficiente occuparsi dei propri affari senza immischiarsi in quelli degli altri, e i miei mi tengono occupato di continuo. Ora fuori di qui prima che perdo la pazienza e vi denuncio per occupazione abusiva, sfruttamento e tentativo di corruzione! (urlando)  Ci siamo spiegati? SPARITE!

CILLINI   Sissignore! (tra i due)  Scappiamo!

(andandosene i due si dimenticano la borsa con le offerte nell’ufficio di Ferdente)

FERTENTE   Lo vedi come va il mondo Taglietti? Tu lavori tutta una vita per farti un gruzzoletto e la gente vuole che tu li dia via... Mah!

(Taglietti lo guarda con disgusto)

(Si sente un canto di Natale. Ferdente si porta al limitare di scena)

FERTENTE   Tu, bambino… sì proprio tu che stai cantando. Vattene immediatamente! Qui si sta lavorando e tu stai disturbando. (tornando al suo posto)  Che barba questo Natale! (vede la borsa, la scuote, si sente il dindillio dei soldi) E’ questo il genere di canzoncina natalizia che preferisco Ih!Ih!Ih! (intonando una canzone natalizia) “A Natale mi arricchiscooo, la-la-la, la-la-la. Sempre di più... Tutti questi bei soldini li aggiungerò al mio gruzzolo…

TAGLIETTI   Mi scusi, signore, non crede di essere stato un po’ duro con loro? Le sembra giusto trattare male la gente che ti chiede un favore?

FERTENTE   Sì! E’ bello trattarli male e fregarli allo stesso tempo, è fantastico! Con una sola mossa puoi infierire due volte su di loro.

TAGLIETTI   Ha mai sentito parlare di quel famoso detto: “Chi la fa l’aspetti”?, signore?

FERTENTE   (si gira di scatto verso Taglietti)  Che cosa vorresti dire, inutile individuo, quasi disoccupato?

TAGLIETTI  Oh! Nulla, signore, nulla. (guarda l’orologio)  Ops, sono le otto signore.

FERTENTE   Ma davvero?! (guarda anche lui l’orologio) Uhm! Il tuo orologio va avanti beh! Già, è tardi, credo che io me ne andrò a casa, tu visto che domani hai la mezza giornata, lavora ancora qualche ora, altrimenti (sarcastico) sarò costretto a decurtarti anche con l’altra metà di paga. E noi (gli dà uno schiaffetto sulla guancia) non vogliamo questo, vero Taglietti? (esce)

(Taglietti aspetta qualche secondo dopo l’uscita di Fertente, lo beffeggia un po’, quindi spegne le luci ed esce anche lui)

SCENA 9

(FERTENTE E LOTRONZO)

(Si passa nella zona a sinistra del palco, nella zona che sarà attrezzata come una camera con una poltrona a sinistra  e un mobile bar a destra sul quale ci sono alcune bottiglie di scotch e un paio di sedie)

MUSICA: una musica di suspance tipo film dell’orrore.

(Si sente un trascinare di catene e un vocio di fantasma che chiama)

Emilianoooo! Emilianooo!

(Il fantasma segue Fertente nei suoi passi mentre parla e si nasconde quando egli si gira, fino a che fa una finta col corpo, si gira di colpo e si accorge di lui).

Emilianooo- -oh-oh.

(Il fantasma inciampa in un tappeto per terra e perde l’equilibrio ma non cade).

FERTENTE   Strano, sono sette anni che è morto ma solo ora mi sovviene di pensarlo, sembra quasi che mi chiama, e così intensamente poi... Come se quasi quasi stesse in questa stanza…

(si gira e vede il fantasma di Tobia Lotronzo, occhiali da sole scuri con un completo in frac con cilindro bianco o grigio, mantello e con delle catene attaccate alle braccia e alle gambe, magari con motivi del mare, stelle marine, e anche un salvadanaio, ecc.)

FANT. LOTRONZO   Salve Emiliano! 

FERTENTE   Ciao Tobia! Uh! Mamma mia! E tu chi sei? Cosa vuoi?

MUSICA: 4°Canzone Passepartout (tema tipo Ciccio Formaggio)

Canta il fantasma di Lotronzo

Fino a sette anni fa

Tu non abitavi qua

Risiedevi un po’ più in là

Dove il pan te lo compravi

Senza la tua servitù.

Ora che anche grazie a me

Tu Ti vanti di esser vip

anche in preda del gossip

Ma le braghe rattoppate

non ricordi proprio più.

RIT.      E ti credevi che il Lotronzo

            era proprio un …bonzo

Che è morto e sepolto

Non ritornerà più

            Perché non sai, e già non sai

Che da lassù è tutto blu

Ma non ci andrai se non lo avrai... qui  (indica il cuore)

Ci vuole il passepartout

Io non l’ho preso

E quindi ho offeso per l’eternità

E allora non vado fino quando

Ti convincerò a trovarlo

Io dovrò stare qua

Non meritavi ma son tornato

A darti un aiuto ma

Non perder tempo che quello è tiranno

Non stare lì impalato guarda

C’è già il passepartout

RIT.      Allora vedi che Lotronzo

Ora è proprio Ganzo

Che è morto e sepolto

Ma non tornerà mai più

E rivivrai, e già rivivrai

La gioventù con più virtù

E finirai nei cieli blu...  Però

Avrai con te il  passepartout

(Il fantasma di Lotronzo si avvicina al tavolo bar e si versa un drink)

FERTENTE   Non è possibile, sto sognando! Non può essere vero! Sei sicuramente un ladro! Sì, sei un ladro, mandato dai miei creditori! Ma io venderò cara la pelle.

(prende una pistola nascosta nella poltrona, la punta verso il fantasma e spara un colpo)

FANT. LOTRONZO   Non mi interessa se colpisci me, Emiliano, ma vacci piano con il mio scotch!

(Fertente rimane impietrito, Lotronzo si gira con il bicchiere in mano)

Ai vecchi tempi amico mio!

(Beve e esce il liquido dal fiore che ha all’occhiello, i fiori di carnevale, ndr.)

FERTENTE   Ma si può sapere chi sei?

LOTRONZO   Io sono Tobia, il tuo vecchio e unico amico.

FERTENTE   Ma tu sei… morto!

LOTRONZO   Da sette anni.

FERTENTE   Wow! E’ passato così tanto tempo, bah! A guardarti avrei detto… tre al massimo!

LOTRONZO   Oh! Emiliano, Emiliano, tu sei nei guai, grossi guai.

FERTENTE   D’accordo, diciamo, per evitare discussioni, che hai ragione, e che io sono in grossi guai. Cosa vorresti dire esattamente?

LOTRONZO   Guardami Emiliano. Guarda il tuo futuro! Ora se non cambierai modo di vivere, sarai perduto, proprio come me.

(si batte sul petto e esce un sacco di polvere, Fertente tossisce)

            Guardami, (mima un calciatore) sto per fare un bel goal alla partitella scapoli ammogliati di fine mese, mi preparo per il tiro, un attacco al cuore e divento un pranzetto par i vermi.

FERTENTE   No! no! no! Tu non sei un pranzetto per i vermi… tu sei un allucinazione dovuta all’alcool, non dovevo bere quel drink a stomaco vuoto; (si avvicina a Lotronzo agitando le mani) sono stato sottoposto a stress ultimamente oppure sarò stato avvelenato oh! No

LOTRONZO   (con un gesto veloce con una mano gli afferra un braccio e con l’altra si toglie gli occhiali)

            (urla) Silenzio!  (parla vicinissimo alla faccia di Fertente) Ci sono passato anch’io. Io ero un grande uomo d’affari, forse il più grande.

FERTENTE   (disgustato dall’alito) Parente di Venticello?

LOTRONZO   Chi è ‘sto Venticello?

FERTENTE   No, niente, stavi dicendo?

LOTRONTO   Ero temuto dagli uomini e adorato dalle donne.

FERTENTE   Adorato? E lo vedi, Tobì? Poi dici che non ti credo. Ma siamo onesti su, chi ti adorava a te?

LOTRONZO   Le donne. Perché?

FERTENTE   Tobia ti volevo ricordare che io ero il tuo amico. Anzi il tuo unico amico. Non diciamo le bugie!

LOTRONZO   Scusa ma perché ti dovevo dire proprio tutto io? Ne? Ma vuoi vedere che ora non ti aiuto più e me ne vado proprio.

FERTENTE   Vabbè , non ho detto niente.  

LOTRONZO   Io ti avviso Emiliano, non sprecare la tua vita come ho fatto con la mia.

(gli lascia andare via la mano)

FERTENTE   Sprecare? Ma come puoi dire questo? Tu sei una leggenda nel nostro campo, tu sei il mio idolo, io voglio essere come te, rubare alle vecchiette fino all’ultimo centesimo della loro pensione facendogli credere che veniva investita per i nipotini, prendere anche la paghetta settimanale di tuo nipote facendo finta che era per pagare le tue cure mediche, a proposito ih!ih! sai che quasi quasi se ne  accorgeva? Sono stato proprio bravo dopo che…

LOTRONZO   (lo interrompe di colpo)  Il bene dell’umanità, doveva essere il mio campo, non le cattiverie fatte... carità, misericordia, gentilezza questo sarebbe dovuto essere il mio campo. Ma non vedi?

FERTENTE   Fai schifo!

LOTRONZO  Fai schifo a chi?

FERTENTE   A te.

LOTRONZO   A me? Emiliano, tu sei solo.

FERTENTE   Ma io sto benissimo da solo, pensa, non devo andare a prendere, non devo andare ad accompagnare, non devo chiedere, ma soprattutto... non devo dare.

LOTRONZO   Ma è proprio questo il bello della vita, non capisci Emiliano? Dare, dare, dare.

FERTENTE   Non ti seguo.

LOTRONZO   Noi abbiamo già ricevuto tanto dalla vita, senza neanche chiederlo, ma c’è gente che chiede ma non c’è nessuno che riesce ad ascoltarla. Tu ami, Emiliano?

FERTENTE   Ma cosa dici, Tobia?

LOTRONZO   Lo vedi? Ti vergogni anche solo a parlarne. Eppure io ricordo tempo fa un Emiliano innamorato.

MUSICA: pochi secondi magari con un po’ di archi.

FERTENTE   (si ferma un attimo a riflettere e con un filo di voce)… Rosa.

LOTRONZO   Come?

FERTENTE   (si ricompone)  Hai detto bene Tobia. E’ stato tanti anni fa. Troppi.

LOTRONZO   Non è mai lontano il tempo di amare, Emiliano. Ricorda apri il tuo cuore e ti riporterà a galla...  Seguilo, Emiliano, seguilo. Non aspettare, dammi ascolto, ora è troppo tardi per me, ma non lo è per te, puoi salvarti... (musica: un solo accordo mentre Lotronzo parla)... Tu riceverai visita da tre fantasmi...

FERTENTE   Tre fantasmi?!?

LOTRONZO  Sì, tre spettri, aspettati il primo stanotte a mezzanotte!

FERTENTE   Non si potrebbe fare la settimana prossima? Domani è una giornataccia per me, veramente sarei occupat…Ops! (Lotronzo lo blocca puntando il dito al petto)  per tutto il giorn… Ahu! (altra puntata al petto) E va bene facciamo domani sera, beviamo qualcosa al bar all’angolo, io tu e il fantasma verso le otto? Che ne dic... ? (Lotronzo lo spinge a tal punto da farlo cadere a terra)

LOTRONZO   Non è uno scherzo Emiliano, questa è la tua ultima possibilità!

FERTENTE   D’accordo, troverò un po’ di spazio per voi a colazione e…

LOTRONZO   (dà un urlo) Uhhh! Ma tu non mi credi?

FERTENTE   No!

LOTRONZO   Allora mettimi alla prova!

FERTENTE   (pensa a  voce alta)  Ehm! Se è veramente uno spettro e io gli chiedo di sedersi. Dovrebbe passare attraverso la poltrona. Senti Tobia.

LOTRONZO   Dimmi, Emiliano

FERTENTE   Potresti sederti?

LOTRONZO   Certo che posso! (mentre si muove e si siede sulla poltrona trascinando le catene che portano attaccato anche un salvadanaio, notato da Fertente che lo prende tra le mani per vedere se è pieno e lo è)  Allora, mi credi adesso?

FERTENTE   Lo vedi? Ti sei seduto!

LOTRONZO    E certo, me lo hai chiesto tu!

FERTENTE   Si ma se eri veramente un fantasma, dovevi passare attraverso la poltrona, non ti credo.

LOTRONZO   (Spazientito Lotronzo gli dà uno schiaffone che rimbomberà in tutto il teatro) Mi credi adesso?

FERTENTE   Farò tutto quello che mi dici.

LOTRONZO   Io ti sono rimasto accanto e per tutti questi anni ti ho tenuto d’occhio. Per quale mistero io ti appaio oggi in una forma che tu puoi vedere non lo so, so però che sono qui stasera per avvertirti che hai ancora una possibilità e una speranza di sfuggire al mio stesso destino, puoi evitare queste catene, Emiliano.

FERTENTE   Sei sempre stato un amico, ti  ringrazio.

LOTRONZO   Parlavamo dei tre fantasmi. Il primo ti ho detto che arriva a mezzanotte

FERTENTE   Ma non li posso vedere tutti e tre assieme e non se ne parla più?

LOTRONZO   (urla)  Noooo!

FERTENTE   (lo imita)  Nooo!

LOTRONZO   Aspetterai il secondo la notte appresso alla stessa ora. Il terzo, la terza notte, all'ultima vibrazione della dodicesima ora. Me, non mi vedrai più; ma ricordati, per amor tuo, ricordati di quanto è accaduto tra noi!

FERTENTE   E chi s’a scord’ sta nuttata!

LOTRONZO   Ascoltali, fai quel che dicono, altrimenti le tue catene saranno più lunghe delle mie!

FERTENTE   Le catene no, però sette, otto salvadanai, non mi dispiacerebbero.

LOTRONZO   Addio, Emilianoooo.

FERTENTE   Ah! Tobia, attento al primo scalino! (si ode un fracasso come di una caduta per le scale)  Io gliel’ho detto. Ih! Ih!Ih! Ma siamo sicuri che era veramente un fantasma?

MUSICA: Tema lento.

(Fertente si addormenta, si spengono le luci)

(Balletto).

SCENA 10

(FERTENTE E VENTICELLO)

(Le luci si accendono su Fertente già sul palco ovviamente dalla parte sinistra, nella camera con la poltrona dove rimugina sull’incontro con Lotronzo)

FERTENTE   Caspita che sogno strano che mi sono fatto. Certo che sembrava così reale. Tobia che mi diceva che sono condannato, per le cattiverie che ho fatto. (si rivolge la pubblico)  Ma perché so’ cattivo io...  Ma poi mi ha parlato dei fantasmi, delle catene, ah! A proposito mi ricordo pure dei salvadanai !AWNH (sbadiglia dal sonno e si addormenta ancora parlando)

Suona mezzanotte

MUSICA: di attesa

Si vede un ombra da dietro la poltrona che agita le mani come se fosse un fantasma, si muove molto lentamente, ad un certo punto sbadatamente fa cadere un bicchiere sul tavolo bar, provocando un rumore che sveglia Fertente; è Venticello ma il pubblico non lo vede finché non parla).

FERTENTE   Ma allora non era un sogno! Uh!Mamma mia! (vede l’ombra) Tu sei il primo, vero?

VENTICELLO   Tot’ o so! 

FERTENTE   (Si accorge della voce familiare)  Scusa puoi ripetere?

VENTICELLO   Tavi aspettando Tuattuno? (indietreggia)

FERTENTE   Io sentivo un cattivo odore, ma per educazione non ho detto niente.

VENTICELLO   (al pubblico) Aspettava Tuattun attro.

FERTENTE   Invece chi era? Venticello… eh! Eh! Eh! (comincia a ridere)

VENTICELLO   (Lo segue nella risata) ah! Ah! Ah!  

(durate la risata di entrambi, Fertente dà una pacca sulla spalla a Venticello, che lo segue, Fertente gliela da più forte, Venticello ancora più forte, si bloccano)

FERTENTE   Mo si nun te ne vai da casa mia da solo, ti prendo e ti apro metà e metà e lego ogni ditino dei tuoi fetidi piedi a ogni tuo budello che strapperò dal tuo stomachino con un pinzetta delle unghie e poi ti metto a rosolare sul camino e ancora croccante ti butto nel mega acquario che ho di là e ti do in pasto ai miei piraña, quei pesciolini sono sempre affamati, poverini. (urlando)  Che ne dici?

VENTICELLO   (impaurito) Tato, ma tornerò!

FERTENTE   Uguale uguale a Indiana Jones!

(Fertente si risiede sulla poltrona e ricomincia a dormire)

SCENA 11

(FERTENTE, FANT. PASSATO, MARGHERITA, FERTENTE BAMBINO, E ROSA)

MUSICA: tema di suspance

(Arriva in scena il Fantasma dei Natali passati. Un uomo vestito da cowboy, balbuziente, ma molto determinato e sicuro di sé; ha l’accento napoletano, ed ha un tic ricorrente cioè che simula con la voce lo schivamento di una o due pallottole, una a destra e una a sinistra. Vedendo Fertente addormentato sulla poltrona gli si mette vicino)

FERTENTE   (rigirandosi nel sonno, sente l’odore dell’alito del fantasma) Venticè, allora non ci siamo spiegati? (apre gli occhi) Te ne devi andare tu e il camion che hai in bocc… Oh! (strabuzza gli occhi).

FANT. PASSATO   Ah-ha! Ce l’hai fatta finalmente! A vuò fernì e durmì, o no! Fhio! Fhio! (schiva le due pallottole)

FERTENTE   E tu chi sei?

FANT. PASSATO   Comm’? Chi so!? Sono il fantasma dei Natali passati! Bello! Io non c’ho tempo da perdere! E capit’? Fhio! Fhio!

MUSICA: 5°Canzone Fantasma del passato: Fhio Fhio (rap)

Sono io il fantasma buono

Quello forte, quello figo

E se a qualcuno non sta bene

Le due amiche mie fidate

A suon di botti e di proiettili

Convincon più delle parole

RIT.      Fhio! Fhio!

Perciò uomo miscredente

Vacci piano con le offese

Perché io non posso poi

Garantirti che domani

Sobrio e sano possa pure

Farti dire non le ho prese

RIT.      Fhio! Fhio!

FERTENTE   Ti facevo…diverso!

FANT. PASSATO   Uè! Uè! Io c’ho pure il patentino! (fa vedere il distintivo che poi è la stella da sceriffo) Fhio! 

FERTENTE   Ah! Ma si fa pure l’esame per diventare fantasma?

FANT. PASSATO   Caro Fertente, se si misurasse la gente per la loro bontà, tu non saresti più grande di un granello di polvere. In poche parole: Si’ a schifezz ma a schifezz e l’uommen! Fhio! Fhio!

FERTENTE   La bontà serve a poco in questo mondo!

FANT. PASSATO   Non l’hai sempre pensata così! Jamme è ora di andare! Fhio!

FERTENTE   Comincia ad andare, io poi vengo dopo. Ma che è sto Fhio!

FANT. PASSATO   E dài forza! Ma Tobia nun t’a ditt’ niente? Forza vieni cu’ mme! Andiamo a vedere il tuo passato

(Apre una porta o una finestra o semplicemente alza le mani e si fa un gran vento)

(ventilatore e un po’ di coriandoli)

FERTENTE   Ma mi prenderò un malanno, io so delicato!

FANT. PASSATO   Jamme bello! Delicato, attaccati a me! Fhio! Fhio!

MUSICA: che accompagna un po’ di movimenti dei due con il fumo che confonde gli spettatori.

(Fertente e Fantasma si portano in proscenio dove corrono tre ”bambini” che giocano, tra i quali il piccolo Fertente, Lotronzo e Venticello che sono gli stessi attori adulti in ginocchio, solo con le magliette più strette, i pantaloncini corti e due parrucche con i ricci tipo anni ’70 e fanno dei versi da bambini. Venticello,  con la sua maglietta a strisce, è intento a rubare nelle cartelle degli altri. Fertente è l’unico “veramente” più piccolo, ma sempre con la parrucca ).

FERTENTE   Ma qui è all’uscita di scuola mi ricordo Ecco Tobia, (cambiando tono) ed ecco Venticello, che come al solito ruba! Ma non gli puoi buttare un fulmine in testa così ce lo leviamo dalle scatole? No? (il fantasma non gli risponde... lo guarda, attende un attimo e)… Fhio! (lo prende in giro)  ‘Annaccia, ti ha quasi preso di striscio!

FANT. PASSATO   Wow! L’ho scampata bella! Ehi! Guarda più in là vedi, laggiù! Fhio (indica un bambino da solo) Eh! Eh! Stavolta non mi ha fregato!

FERTENTE   Ero io, mio padre non mi voleva a casa e dovevo vivere in un orfanotrofio, perché si ubriacava e litigava con mia madre.

FANT. PASSATO   Mentre tutti gli altri amichetti tuoi andavano a festeggiare il Natale? Mallànema d’à chiavica! Mo aggio capito di hai preso! Fhio! Fhio!

MUSICA (si avvicina una bambina)

MARGHERITA    Sono venuta a portarti a casa, fratellino.

FERTENTE  BAMBINO   A casa, Margherita?

MARGHERITA    Sì, a casa, per sempre. Il babbo è così buono adesso che la casa è diventata un vero paradiso, e io non ho avuto più paura di chiedergli di nuovo se tu potevi tornare a casa. E lui ha detto di sì. E mi ha mandato a prenderti. Staremo insieme tutto il Natale e ci divertiremo come mai prima ci siamo divertiti.

FERTENTE BAMBINO   Sei una vera donnina, sorellina.

(I due escono)

FANT. PASSATO   Era una bravissima guagliona però troppo delicata. Mannaccia! Fhio! Fhio!

FERTENTE    Davvero, hai ragione.

FANT. PASSATO   Se non mi sbaglio. Fhio! Morì dopo sposata e ha lasciato dei figli, credo. (guardandolo negli occhi).

FERTENTE    Uno solo.

FANT. PASSATO   Già, tuo nipote. (Tutti e due : FHIO!)

FERTENTE  (tossisce) Appunto. (La luce si spegne) Ho visto abbastanza possiamo tornare a casa?

FANT. PASSATO   Perché ‘e a fa a pipì?

FERTENTE   No!

FANT. PASSATO   E allora?! Statte zitto e vieni cu me! Fhio! Questa te le faccio vedere dall’alto, te vuò fa nu giro n’goppa a nuvola?

FERTENTE   A chi? Ho paura, non, no!

FANT. PASSATO   Da quanto in qua voi mortali contate qualcosa? (lo spinge dietro le quinte) Vieni andiamo su quella, a vi’! Assomiglia a Furia! Fhio! Fhio!

(molto fumo a coprire la scena per dare il tempo a Fertente di andare dietro le quinte per togliersi la giacca e magari cambiarsi velocemente)

Musica a sottofondo di festa

 

In scena a sinistra Rosa e Fertente

FERTENTE   Stasera devo lavorare fino a tardi, Rosa.

ROSA   Anche stasera? Dai non puoi rimandare? E’ la vigilia di Natale e andiamo a cena dai nostri amici.

FERTENTE   Si è Natale, e dobbiamo essere tutti un  po’ meno egoisti, lo sai. Magari se tu mettessi le mie esigenze davanti alla cena con i tuoi amici , perché sono i tuoi amici e non i miei. Vedi, io ho lottato per quello che ho e questa è l’occasione della mia vita.

ROSA   Mi spiace, non mi sono resa conto di quanto era importante per te.

FERTENTE   Ora lo sai Vabbè? (sdrammatizza) vuol dire che cercherò di perdonarti per questa volta. Eh! Eh!

ROSA   (sorridente, ma triste) Guarda Emiliano, ho gli occhi chiusi, le labbra protese, e (guarda in alto)  Ops, mi trovo proprio sotto il vischio, ti dice nulla?

FERTENTE   Stai anche sopra al mio piede?

(Rosa indignata si volta)

ROSA   (dopo qualche secondo di riflessione)  Emiliano, senti forse dovremo separarci per un po’.

FERTENTE   (si gira verso l’altro lato)  Venticè, finiscila di rubare le merendine ai bimbi!

ROSA   Per un po’… vediamo come va… Mi rendo conto che in questo periodo siamo un po’ sotto pressione e magari...

FERTENTE   Eh! Sì è molto dura. Scusa un secondo! (si rigira verso l’altro lato) Venticello, ti ho detto di finirla, mo vengo lì e ti picchio proprio. Ed è inutile che dici Tato ma Tornerò!

ROSA   (mentre Fertente parla con il viso girato dall’altra parte e si avvia dietro le quinte) Emiliano! Em… (si ferma un attimo)  Buon Natale. (sparisce)

(si spengono le luci).

Fumo a disperdere l’azione e riappare il fantasma dei Natali Passati con un saltino a destra del palco.

FANT. PASSATO   E vist’ comm’ si’ scemo? (non lo vede)  Addo’ sta? Fertè, ehm Fertè!

FERTENTE   (molto provato da quello che ha visto, altro saltino)  Sono qua.

FANT. PASSATO   Emilià, fatti dire na parola, ma tu lo sai chi sei? Secondo me, tu non sai quello che vuoi, tu nun ‘e capit’ niente... E’ o’vero? Fhio! Fhio!

FERTENTE   Ho commesso qualche sbaglio, lo ammetto.

FANT. PASSATO   Qualche sbaglio? Tu hai mandato a quel paese l’unica cosa bella che ti è capitata nella tua stupida vita.

FERTENTE   Mo però ti stai prendendo troppa confidenza.

FANT. PASSATO   Ma statt’ zitt’ che se foss per me le catene te le metterei già adesso! Fhio! Fhio! Me ne vado sennò rischio di fare brutta figura col principale. Statt’ buono Fetè! Fhio!

(si spegne la luce e si riacende subito dopo con Fertente al centro del palco)

(Parlando) (parte la musica della canzone)  Ma perché mi sento così? Questo magone                 non è da me! Ma poi perché dopo quasi 15 anni mi rimetto a pensare a lei? NO!            Io non ho bisogno di te, vuol dire che quando vorrò una moglie…me ne comprerò una...  E lei si sottoporrà a me, ai miei voleri e alle mie esigenze. Non come te. La verità è che tu mi hai trattato come l’ultimo uomo di questa città.

MUSICA : 6° Canzone: Il giorno di Natale (canta Fertente)

A titolo di cronaca sei tu che hai lasciato me!

Tu avevi bisogno di fare un po’ d’ordine nella tua testa, guarda,

la mia testa è a posto, (si dà uno schiaffetto sulla fronte) è  qui dove deve essere.

Ma io sono così!

Io non posso vivere normale!

E’ la mia vita, l’ho scelta.

Dove sei, ora? Con chi sei, ora?

Non sei con me e io dico a te

Almeno io lavoro in un posto dove mi puoi trovare quando mi cerchi.

Qual è il punto, che si è soli quando si arriva in alto?

No, non si è soli quando si arriva in alto, forse

Quando è il mio compleanno, oppure al tramonto,

ci son stati un paio di weekend che mi hanno fatto diventare matto

come una persona normale.

Dove sei, ora? Con chi sei, ora?

Non sei con me e io dico a te

Dove sei, il giorno di Natale, con chi sei, il giorno di Natale…

(Durante la canzone si riporta sul palco e in proscenio si accascia e incontra Rosa che lo accudisce come se fosse un poverello impazzito per strada)

ROSA    Signore, cosa le è successo? Sta bene?

(incrociano lo sguardo)

FERTENTE e ROSA        Tu?

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

SCENA 12

(TANINO, TAGLIETTI, VENTICELLO, FERTENTE E ROSA)

(La scena si apre con le luci che si accendono sulla parte destra del palco nell’ufficio di Fertente, sul palco c’è prima Taglietti e poi entra Tanino)

TANINO   Buongiorno. Mio zio non c’è?

TAGLIETTI   Non è ancora arrivato. (si gira con un sorrisetto)

TANINO   Perché non mi guardi? E’successo qualcosa a mio zio? Parla.

TAGLIETTI   Oh! No, solo che…

TANINO   Ma, insomma: cosa è accaduto? Dimmi, non farmi stare in pensiero.

TAGLIETTI   Si dice che ieri è andato sotto ad un palazzo e si dice che abbia chiamato il nome di una donna a squarciagola per quasi un ora. A momenti lo arrestavano.

TANINO   E poi cosa è successo?

TAGLIETTI   La fantomatica donna, Rosa è il suo nome, è scesa in strada e…

TANINO   e... ?

TAGLIETTI   E si è avvicinata al sig. Fertente e sono andati a passeggiare lungo il fiume.

TANINO   Ma non mi dire.

TAGLIETTI   Per tutta la notte.

TANINO   Oh! Finalmente, zio! (piccola, pausa) E tu, il Natale? Lo passerai in famiglia immagino.

TAGLIETTI   Già! Anche se senza una mamma non so se si può ancora considerare una famiglia vera.

TANINO   Oh! E’ vero scusami, me ne ero dimenticato, sono proprio uno stupido!

TAGLIETTI   Ma non si preoccupi sig. Tanino, non posso pretendere che il Natale degli altri sia come è il mio.

TANINO   So che ha un figlio! Come sta? Come l’ha presa la perdita della madre?

TAGLIETTI   Molto male, sig. Tanino! Da quando è successa la disgrazia Gigi non riesce più a parlare.

TANINO   Ma prima parlava?

TAGLIETTI  (lo guarda un po’ seccato) (pausa)  Ma certo che parlava, pensi che lo prendevamo in giro io e la madre perché non la smetteva mai. (si commuove) Eh! Già!

TANINO   Mi spiace.

            (Entra a sorpresa Venticello che si guarda intorno per rubare. Tanino lo vede dopo qualche secondo)

            Ehi! Ma...

TAGLIETTI  Non si preoccupi, signor Tanino: il signore è di casa. Non è vero, signor Venticello?

VENTICELLO   (scoperto si ferma)  Ti! Hai Taputo che Emiliano si è innamorato?

TANINO   (chiede a Taglietti)  Perché si chiama così?

VENTICELLO   (si avvicina a Tanino)  E tu lo hai (gli alita addosso)  Taputo?

TANINO  (Taglietti sta per rispondere alla domanda di Tanino, che barcollando dice)  Non dire nulla, ho capito!

TAGLIETTI   Se ne parla, signor Venticello! Perché, lei ne sa di più?

VENTICELLO   Io li ho vitti!

TANINO   Vitti?

VENTICELLO   Si! Vitti, vitti! (si rivolge a Taglietti) Ma quetto non tapisce?

TAGLIETTI   Non è delle nostre parti. E dove li hai VISTI?

VENTICELLO   Tavo rubando le Tampadine dei lampioni sul fiume, quanto all’intatatta…

TANINO   Alin?!?

TAGLIETTI   All’improvviso…

VENTICELLO   Eh! E io te ho Tetto?

TANINO   Tetto?

VENTICELLO   Uffa!

TAGLIETTI   Continui…

VENTICELLO   Ho visto Emiliano con Rosa…

TANINO   Ma allora la conosce?

VENTICELLO  Eh! (gli alita addosso)  E’ la titantata vecchia di Emiliano

TANINO   (tramortito)  Scusi, mi sono distratto un attimino, sa,? Chi sarebbe questa Rosa?

TAGLIETTI   A quanto pare è una vecchia fiamma del sig. Fertente?

VENTICELLO   Eh! Eh! (di nuovo )

TANINO   L’aria si sta facendo un po’ pesante!

TAGLIETTI   E quindi?

VENTICELLO   (fa cenno a tutti e due di avvicinarsi. Dopo qualche tentennio cedono e si avvicinano)  Tavano mano nella mano e tiuppy tiù e tiuppy tiù…

TANINO   Tiuppy?

VENTICELLO e TAGLIETTI   Tiù!!

             (subito si accende la luce dalla parte sinistra e quasi in proscenio ci sono Fertente e Rosa. Taglietti e Tanino restano in scena a parlare, mentre Venticello esce di scena)

ROSA   Ma perché sei sempre così arrabbiato?

FERTENTE   Perché non hai mai imparato ad abbottonare il cappotto!

ROSA   Tu mi conosci, solo che andavo di fretta e…

(Si guardano qualche attimo)

FERTENTE   Mi dispiace averti chiamato così ad alta voce, avrò certamente svegliato tuo marito e i bambini!

ROSA   No!no!no! io non mi sono mai sposata, sono ancora sola…tu?

FERTENTE   Ehm, no! No! (sorriso da parte di lei)

ROSA    (superato il momento di imbarazzo) Ora devo proprio andare. Anche se la vigilia di Natale devo lavorare mezza giornata.

FERTENTE  Non me lo dire! Il mio impiegato ha provato addirittura a spillarmi una giornata intera, ma io non capisco perché si debbano vuotare e tasche di un povero datore di lavoro ogni 25 dicembre. Ma scusa, perché io dovrei pagare un giorno di stipendio senza aver ricevuto lavoro… vedi… se...

ROSA   Non cambierai mai…Devo andare.

FERTENTE   Ti rivedrò?

ROSA   Se darai di testa di nuovo, io sarò di nuovo lì che ti soccorrerò.

(sguardo innamorato)

MUSICA: 7° Canzone: Il tempo si è fermato (Canta Rosa)

Non pare che è passato tanto tempo

non pare che ti vedo accanto a me

mi pare che si sia fermato il tempo

il cuore mio ha rischiato grosso e sai perché?

Ci credo alle cicogne bianche

io ci credo alla vecchia befana

credo alle fatine colorate

anche al babbo di Natale perché lui:

RIT.               Ti ha riportato qui da me

                     con la slitta sorvolando il cielo

                     incontrando vicoli insidiosi

                     e seminando ostacoli scabrosi

                     e vincendo la tua testardagine

                     ti ha caricato e ti ha condotto qua

Ci credi alle fatine colorate,

ricordi un tempo le vedevi anche tu

Non sembra che il tempo sia passato

Ma che si sia fermato a quelle notti che:

 

RIT.              Tu eri sempre accanto a me

         non mi lasciavi neanche per un ora

         Anche i tuoi stupidi discorsi che

         mi sembra a volte di sentirli ancora

         Ma se chiudevo gli occhi e poi pensavo a te

         sentivo forte,  il tuo profumo, ancora dentro l’aria.

Che sia il cielo oppure il fato

non mi sembra ancora vero

Allora se il tempo si è fermato

non farlo andare via.  (parlato sottovoce)

            (L’attenzione si sposta di nuovo verso sinistra dove Taglietti e Tanino continuano a parlare)

TAGLIETTI   E quindi anche lei passerà il Natale a casa e in famiglia?

TANINO   Sì, anche se mi piacerebbe che mio zio potesse essere dei nostri, almeno per una volta. Ma forse meglio che vada adesso, altrimenti mia moglie Fresia, mi dà per disperso.

TAGLIETTI   Eh! Già, forse ora che è innamorato... .

TANINO   Ehi! Ma oggi che è la vigilia di Natale, lo zio non si fa proprio vedere. (cenno di complicità tra i due)  Si vede che ha altro da fare, eh! Eh! Eh! Ma perché non chiudi la bottega e vai a casa da tuo figlio? Tanto oramai non verrà più!

TAGLIETTI   La ringrazio signor Tanino, ma non è ancora ora! E poi se venisse mi licenzierebbe in tronco!

TANINO   Ma non ti preoccupare! Mi assumo io la responsabilità, gli dirò che sono stato io a convincerti! Tuo figlio ha bisogno di te! Ed è ora che lo zio cominci a capirlo… (lo prende di forza)

TAGLIETTI   Ma signor Tanino!

TANINO   Non si discute. Andiamo via assieme.

TAGLIETTI   Mi ha convinto, andiamo.

(I due escono)

SCENA 13

(FERTENTE, FANT. PRESENTE, TAGLIETTI E GIGI)

(Entra Fertente, e si arrabbia perchè non vede il suo impiegato)

FERTENTE   Ma che ore sono? Ma come? Ha chiuso il mio ufficio in anticipo? Ah! E così si crede di farla franca? L’anno prossimo lavorerà sia il giorno di Pasqua che il giorno di Natale, anche perché avevo già deciso di non dargli le ferie ad agosto quest’anno! Ah! Se mi sentirà…

            (Si spengono le luci e Fertente si spaventa, se si può si produce un effetto vento sia audio che con il ventilatore)

FERTENTE   Ehi ! Ma cosa succede?!?

            (Si accende una luce tipo palla da disco con brillantini e un accordo musicale che sancisce l’accensione dell’occhio di bue sul fantasma e si odono i rintocchi dell’orologio.

            Appare il Fantasma del Natale presente che è una donna con le treccine, un tutù da danzatrice e una bacchetta in mano. Ha la voce da bambina è stralunata, ma è sempre sorridente. Fertente è fermo a guardarla).

FANT. PRESENTE   (ruota la bacchetta) Ciao! Ehi ?! Andiamo? Su vieni a giocare con me! Uno, due, tre, quattro, cinque, (ruotando la bacchetta gli sfugge da mano e va a finire dietro la quinte e si sente un rumore di piatti rotti) sei, sette e otto. (si muove come una ballerina, fa una piroetta, ma non coordinata) Uno, due, tre e quattro, cinque, sei sett-e otto. Sono un po’ brilla stasera.

MUSICA: 8° Canzone : Il bar delle follie (Samba)

In quel viaggio così lungo

dove angeli e diavoli

non sapendo dove andare

si ritrovano in un bar.

E’ passato troppo tempo

da quel giorno in cui provai

a parlare di follie

che sono poi anche le mie.

RIT.                Il cielo che si vede dal cielo

          Non è uguale a quello vero

          E’ più simile ad un velo.

          Che si crea e no... non finisce

          Ma sotto i piedi ti ricresce

          E ti fa sentire bene.

Tu dovrai giocare bene

Le tue carte se vorrai

Senza poi parlare troppo

Di follie in quel bar

Quindi ascolta il tuo fantasma

E vai tosto sul tuo cielo

Io son qui per ritrovare

Le tue follie che vanno bene

 

RIT.                Il cielo che si vede dal cielo

          Non è uguale a quello vero

          E’ più simile ad un velo.

          Che si crea e no... non finisce

          Ma sotto i piedi ti ricresce

          E ti fa sentire bene.

(durante le piroette arriva a dare un calcio al basso ventre a Fertente)

FERTENTE   Aouh!

FANT. PRESENTE   (lo prende per la cravatta o per il collo della giacca/camicia) Salve Emiliano! Io sono il fantasma del Natale presente.

FERTENTE   Me lo sentivo. (Il fantasma gli dà un bacio sulla fronte) Ma si può sapere perché lo hai fatt...

FANT. PRESENTE   (lo interrompe) A volte devi prendere a schiaffi (gli  dà due schiaffi sul viso) in faccia alla gente per attirare la loro attenzione Ih! Ih! Ih!

FERTENTE   Sì, ma bene! Prendimi, a schiaffi, ma tu mi hai preso a calc...

FANT. PRESENTE   (lo interrompe tirandogli con le dita il labbro inferiore) Sst! Zitto Emiliano, è ora di cominciare il nostro viaggio. Ora (gli dà uno schiaffo sulla fronte) chiudi  gli occhi  e pensa…

FERTENTE   No!

FANT. PRESENTE   Eh?

FERTENTE   Io gli occhi non li chiudo, io sono stuf…

FANT. PRESENTE   Oh, no! (gli tira l’orecchio) Chiudi gli occhi! (Gli parla nell’orecchio con voce da strega, ma sempre sorridente) Chiudili! E pensa ai fiocchi di neve, ai raggi di luna e ai baffi di gattini.

            (Fertente la guarda sconcertato, apre gli occhi)

            no non sbirciare

            (con le mani tenta di accecargli gli occhi ma Fertente si para)

            agli arcobaleni, ai cieli sereni, ai prati nebbiosi e ai fiori odorosi

            (con della polvere magica nella mano la soffia verso il viso di Fertente che si acceca)

            Ops! Scusa, aspetta che ti pulisco io (gli da un pugno in faccia che lo fa svenire quasi nel cadere si porta in proscenio e quando si rialza si trova dall’altra parte del palco dove c’è la famiglia Taglietti che si prepara al Natale)

MUSICA tema come di stelle cadenti

FANT. PRESENTE  (ride)  Ah! Ah!

FERTENTE   Ahi!La mia mascella!

FANT. PRESENTE   Oh! A volte la verità fa male, Emiliano, (lo accarezza la guancia)  ma ha reso le tue guance (gli da uno schiaffo) tutte rosa, e i tuoi occhi lucenti come stelle! Eh!

FERTENTE   Senti! (ad alta voce)  Toccami ancora e io ti strappo quelle manine a morsi!

FANT. PRESENTE   Oh! Come sei rude, Emiliano! (tenta di dargli uno schiaffo ma Fertente si ripara)

FERTENTE   Ma dove siamo?

MUSICA poche note per cambiare ambientazione

FANT. PRESENTE   Non lo riconosci? Siamo a casa del tuo impiegato.

FERTENTE   Ah! Taglietti eccolo! Ma che ore sono? Mica ha chiuso l’ufficio in anticip…

FANT. PRESENTE   (gli dà uno schiaffo dietro la nuca) Ma la vuoi finire? Eh! Eh! Eh! (ride ed indica il bambino)

FERTENTE   Chi è questo marmocchio?

FANT. PRESENTE   E’ il figlio di Taglietti: Gigi.

FERTENTE   Che problemi ha?

FANT. PRESENTE   Ha perso la parola da quando la madre è morta in un incidente d’auto tre anni fa. Si è lasciato andare. Come la bella addormentata.

FERTENTE   Non sapevo che la moglie di Taglietti fosse morta.

FANT. PRESENTE   Emiliano, non ricordi che c’è stato un periodo che ha portato il nero per un anno?

FERTENTE   Si ricordo che vestiva di nero, ma pensavo che era un fatto di moda, ogni tanto il nero si usa, lo sai.

FANT. PRESENTE   Oh! Emiliano, Povero Emiliano! (schiaffetto)

FERTENTE   Pensi che si riprenderà?

FANT. PRESENTE   Lui deve scegliere. Solo lui può spezzare l’incantesimo.

TAGLIETTI   Su Gigi, vieni, il tempo che scolo il bucato del signor Fertente e poi prepariamo la tavola. Dài, che è quasi Natale!

Il bimbo lo raggiunge e scherza con il padre uscendo di scena.

FANT. PRESENTE   Guarda Emiliano, guarda sono così felici, così felici! E così poveri! Brutto avaro! (lo picchia sul collo).

FERTENTE   Ahio! Controllerò il libro paga! Forse ha diritto ad un aumento!

FANT. PRESENTE   Forse? (picchietta sul collo)

FERTENTE   Ahu! Probabilment...

FANT.PRESENTE   Probabilmente? (altra picchiettata) Probabilmente? Forse? Probabilmente? (continua a picchiettare)

FERTENTE   (sofferente) Ne sono quasi sicuro.

FANT. PRESENTE   Ah! Ecco! Ora ti meriti questo… (gli fa il solletico)

FERTENTE   (non resiste) No! Ih! Ih! Ih! Non ce la facc… ih! Ih!ih! Non resist.! Ih!

FANT. PRESENTE   (nel mentre si rigira gli dà un cazzotto)  Prossima fermata!

            Mentre Fertente si rotola per il cazzotto ricevuto, l’azione si riporta dal lato sinistro dove è in scena Fresia la moglie di Tanino che dopo aver udito il campanello va ad aprire la porta dietro le quinte.

Entra Tanino e un’altra coppia di amici.

TANINO   Ciao Fresia, scusa il ritardo, guarda chi c’è con me?

FRESIA   Ehi, ragazzi! Ben arrivati. Mettetevi comodi che io vi preparo qualcosa da bere.

AMICO   (parla con Tanino) Allora Tanino, che regali hai ricevuto quest’anno?

AMICA   Già! Dicci! Facci sapere specialmente cosa ti ha regalato il tuo ricchissimo parente!

AMICO   Un televisore ultimo modello?

AMICA   Un’automobile?

AMICO   Un aereo? Ah! Ah! Ah! (si guarda intorno) Ehi! Ma dov’è, lo ziastro? Quest’anno non arriva con il catering e le sue 30 portate, ah! Guarda che se non viene il tuo simpaticissimo zio noi andiamo via eh?

Fertente fa dei segni antipatici verso l’amico di Tanino.

FRESIA   (portando i bicchieri a tutti)  Su! Non fate come tutti gli anni. Non prendetelo in giro.

AMICA   (parlando con Fresia)  Scommetto che lui come al solito glielo ha fatto il regalo. Non è vero?

(Fresia annuisce)

AMICO   Dài, diccelo, cosa gli hai regalato al tuo meritevole (Fertente gli vuole dare uno schiaffo) zietto?

Prima che Tanino parli il fantasma gli tappa le orecchie e urla, Fertente si dimena.

TANINO   Gli ho regalato un paio di sandali.

FRESIA   Li ha fatti con le sue mani.

FANT. PRESENTE   ( gli toglie le mani dalle orecchie)  Io so una cosa che tu non sai! Io so una cosa che tu non sai... io so una cosa che tu non sa...

FERTENTE   (la spinge) Zitta!

AMICA   Ma come mai gli fai sempre un regalo?

AMICO   E’ vero, come mai, visto che lui poi non ricambia mai?

FRESIA   E poi lo invita tutti gli anni a casa per la cena di Natale e lui dice sempre di no, ma quando imparerai?

TANINO   Credo mai. Lui, lui è mio zio. E io gli voglio bene. (Fertente guarda) Un brindisi a mio zio Emiliano, vorrei che fosse qui.

AMICA   Un brindisi a Fertente.

AMICO   Si un brindisi al Feten. Ops! A Emiliano, ovunque tu sia!

FERTENTE   Mo’ glielo do un ceffone, così vede bene dove sono.

TANINO FRESIA e AMICI   Buon Natale!

FANT. PRESENTE   Andiamo, Emiliano.

FERTENTE   Aspetta voglio stare un altro po’. (gli dà una piccola spintarella)

FANT. PRESENTE   Dobbiamo andare, sta finendo il mio tempo. (spinta forte)

FERTENTE   E allora vattene! (spinta)

FANT. PRESENTE   Stiamo litigando di nuovo, Emiliano. (gli prende delicatamente la testa tra le mani)  Non litighiamo più.  (gli dà una testata).

            Fertente sta cadendo ma riesce a mantenersi in equilibrio; il fantasma fa finta di prendere qualcosa da terra ma si rialza e gli dà un altro pugno sotto la mascella, butta la polvere magica e Fertente  cade di nuovo. Il fantasma esce di scena.

Fumo e Fertente si rialza.

SCENA 14

(FERTENTE, LOTRONZO, FANT. PASSATO, FANT. PRESENTE,

ROSA, VENTICELLO, FANT. FUTURO, AMICO E AMICA)

FERTENTE   Ma cosa mi sta succedendo? Io, Emiliano Fertente, che ho il magone? Io che non mi commuovo neanche alla morte di vecchiaia della formica lavoratrice del Burundi. Io che non concedo una seconda possibilità neanche al figlio di Saddam Hussein. Non è possibile.

MUSICA; Tema con i 12 rintocchi

            Appaiono tre fantasmi, Rosa e Venticello in sequenza che vengono inquadrati dall’occhio di bue.

Appare il fantasma di Lotronzo sulla destra del palco cammina verso il centro.

FANT. DI LOTRONZO   E invece è possibile. E’ possibile perché hai dei sentimenti.

(Fertente si gira verso di lui)

Appare a sinistra il fantasma dei Natali passati

FANT. PASSATO   E’ possibile  perché sei stato bambino.

(Fertente si gira verso di lui)

Appare il fantasma dei Natali presenti

FANT. PRESENTI   E’ possibile perché sei fortunato.

Appare in sala Rosa

ROSA   E’ possibile perché sei innamorato.

Appare dietro di lui Venticello

VENTICELLO   (Venticello parla normale) E’ possibile perché sei umano.

FERTENTE   Ma tu parli normale?!

            Nessuno gli risponde, allo scoccare dell’ultimo rintocco si alza il fumo, la musica si fa più alta e viene inquadrata una figura femminile che si incammina verso di lui.

            E’ il fantasma dei Natali futuri che è un uomo con parrucca lunga vestito da donna con evidente atteggiamento gay.

FANT. FUTURO   Hug! Hug! (tossisce) E ogni volta è sempre questo! Uffaa!

FERTENTE   E tu chi sei? Almeno tu mi rispondi?

FANT. FUTURO   Uè! E che stiamo a chi vuol essere milionario? Ma quante domante mi  vuoi fare più? Tu.

FERTENTE   No, è che io sto aspettando uno spettro, e non credo che sei tu, signore... a.

FANT. FUTURO   Prima di tutto, per evitare equivoci in futuro e mai parola fu più azzeccata, io sono una signora, e che signora. Poi, bello, (si rivolge al pubblico) effettivamente è nu bello guaglione però, o no? Dicevo, bello, sono io il fantasma, anzi la fantasmessa che aspettavi. La fantasma dei Natali futuri.

MUSICA: 9° Canzone: Io so piatta qua!

Il fatto è che mi sento incompresa

sono pure stata presa

per la tata fastidiosa.

E quando io faccio la spesa

trovo sempre quello che

mi vuol vendere la maglia

un po’ più grande e sai perché?

RIT.                Signora lui mi dice

          Guardi bene la misura che

          non entra lì davanti

          La più grande l’ho di qua

          Io mi levo il reggiseno e gli dico

          Uè! Io son piatta qua! (due volte)

A me che sono sempre una signora educata,

profumata, sono stata pure fidanzata

una volta ma sono illibata

Il cretino non curante

si credeva che ero fessa

e al mio no lui sa che fa?

RIT.               Non ti amo lui mi dice

                      Ma io non son poi convinta

          il problema è qui davanti

          Una sesta non sarà

          Quel demente tomo, tomo mi risponde…

          Ma tu sei piatta là… (due volte)

FERTENTE   Effettivamente è un dramma! Ma lo è più il mio, ho una gran paura di quello che mi farai vedere adesso.

FANT. FUTURO   Ma quando mai! Ma perché tu veramente hai paura? Tu, Emiliano o’ Fertente, il Fe... rtente per eccellenza, se la fa addosso? (ride)

FERTENTE   Caspiterina, ma questi fantasmi so tutti maleducati sa!

FANT. FUTURO   Vabbè va! Come dice sempre Tonino, “Ciancio alle Bande”!

FERTENTE   Se mi posso permettere, quello è Totò!

FANT. FUTURO   Quando era in vita, io lo incontro spesso adesso, quando passeggio, da un lato della contea , e dall’altro, vado a trovare i miei amici, e compagni miei! Che ne so, Nurejev e Freddy Mercury… Uè e comm, so bellill’, stan semp assiem! Poi passo da Gianni!

FERTENTE   Gianni?

FANT. FUTURO   Versace!  Chillu puveriello non ha vist’ tanto bene! E che vuò fa! Poi ci sta Rock Hudson… (pronuncia roccazzon)

FERTENTE   Uè!

FANT. FUTURO   Che dè.è!?

FERTENTE   Le parolacce. Non si dicono. E mi meraviglio di voi. Siete una signora!

FANT. FUTURO   Prima di tutto, non sfottere! Perché tu non stai sfottendo, vero! (si mette con le mani nel fianco come una donna del popolo)

FERTENTE   Io? Non mi permetterei mai!

FANT. FUTURO   Allora stai sfottendo. Ma tu lo sai l’ultimo che mi ha preso in giro in questo momento dove sta?

FERTENTE   No. Dove sta?

FANT. FUTURO   Al C.T.O. (si avvicina minacciosa) Sta tutto fratturato. E quindi mi raccomando vedi di fare poco lo spiritoso. Ci siamo spiegati?

FERTENTE   Sissignore... a!

FANT. FUTURO   Vedi? Mi hai fatto dimenticare perché sono venuta qua.

FERTENTE   Forse…

FANT. FUTURO  (non lo fa finire) Aspetta, che dovevo fare? Prendere il sapone per la lavastoviglie, la mozzarella per la parmigiana di melanzane, la fella biscottata dal salumiere, la mutandine a perizoma….

FERTENTE   (non trattiene una risata tra i denti)

FANT. FUTURO   Mo me spiegà perché stai ridendo, vir che te strafuoc’ , ma perché tu la zuppa di latte la mattina non e la fai?

FERTENTE   La zuppa di che?

FANT. FUTURO   Ma allora non ci siamo spiegati? Ma lo hai capito dove sta l’ultimo che mi ha preso in giro o no?

FERTENTE   Al C.T.O.

FANT. FUTURO e FERTENTE   Tutto fratturato!

FANT. FUTURO   E vediamo se la finiamo! Comunque, mi sono ricordata. Vedi, vedi che ti riserva il futuro.

(Fertente comincia a guardare)

            Aspetta! Ci vuole la parola magica: George Michael, Lele Mora e Dolce e Gabbana! (non succede nulla)

FERTENTE   Non vedo nulla.

FANT. FUTURO   E perché lo dobbiamo dire assieme. Jamme e damme na mano! Uno, due, e tre. (tenta di toccarlo)

FERTENTE   E’ no!

FANT. FUTURO   Che dè.è?

FERTENTE   Io non sono della tua comitiva.

FANT. FUTURO   Ma perché che ho fatto? Uè, ti sei impressionato!

FERTENTE  Impressionato o no, voglio stare io da quest’altro lato.  E se dovessi impressionarmi di nuovo, sono io che ti mando a trovare l’amico al C.T.O.

FANT. FUTURO   Ma come sei rute!

FERTENTE   La Parola magica.

FANT. FUTURO   E dài su, tutti  e due assieme, Togheter! Te la ricordi?

FERTENTE E FANT. FUTURO   George Michael, Lele Mora e Dolce e Gabbana!

            (con un movimento fa attivare il fumo e una musica e si vedono dalla parte sinistra delle persone che parlano tra loro)   

            ndr. Potrebbero essere gli attori che hanno  interpretato gli amici di Tanino.  

FERTENTE   Questi li conosco. Sono amici di mio nipote Tanino.

AMICO   No. Non ne so molto in proposito, so solo che è morto.

AMICA   E quando è successo?

AMICO   Ieri notte, credo.

AMICA   Che cosa ha fatto del suo denaro? C’era da credere che non morisse mai…

AMICO   (sbadiglia) Non so nulla. L’avrà senza dubbio lasciato alla sua ditta. Certo non l’ha lasciato a me. E neanche a Tanino. Non so altro. (attimo di pausa) Il funerale sarà probabilmente modestissimo, anche perché, non so davvero chi ci andrà. Noi che facciamo andiamo?

AMICA   A me non importa di andarci, purché si sia sicuri che abbiano pensato al pranzo funebre.

AMICO   Ecco Tanino e Fresia. Ciao, come va?

FRESIA   Se ne andato come ha vissuto. Da solo.

TANINO   Eppure ne ha avute occasioni, spero che dove si trovi adesso abbia l’opportunità di redimersi.

(Entra Venticello felice)

FERTENTE   Oh! C’è anche Venticello?

VENTICELLO   Finalmente, potrò rubare in Tanta pace! Tiuppy tiù e tiuppy tiù.

TANINO   Andiamo, Venticello.

VENTICELLO   (piccola pausa e al pubblico)  Tato ma tornerò!

FERTENTE   Uguale a Johnny Stecchino.

FRESIA e GLI AMICI   Andiamo a casa.

MUSICA Tema di archi

FERTENTE   (rivolgendosi al fantasma) Ma che senso hanno tutti questi discorsi? La persona di cui si parla non penso possa essere il mio vecchio socio Lotronzo, è passato troppo tempo dalla sua morte… non può essere qualche mio amico perché… beh, perché non esiste… Probabilmente è solo qualcuno dalla cui condotta devo trarre insegnamento. Farò dunque tesoro di tutto ciò che ho visto e cercherò di osservare con particolare attenzione la mia immagine non appena apparirà.

FANT. FUTURO   Quando mi dicevano che eri nu poco strunz. Quasi non ci credevo. Ma mo’ invece ho avuto l’illuminazione. Ma ancora devi capireeee, scemoooo?

FERTENTE   Ma cosa, devo capire, che la persona che è morta eri tu? E che vuoi farmi capire qualcosa?

FANT. FUTURO   No. Mo me ne vado, io ti lascio qua e te la vedi tu e Isso. Mannaggia a me e che mi sono lasciata convincere da Tobia. Ma chi me lo ha fatto fareeee...  Uffaaaa!

FERTENTE   Dài, non lasciarmi da solo. Voglio capire. Aiutami.

FANT. FUTURO   E questo è il problema. Tu nun capisc’ o vuò capiì? (pausa) E vabbè, dài diciamo la parola magica, te la ricordi?

FERTENTE   Sì!

FANT. FUTURO   (Sarebbe bello se si riuscisse a coinvolgere il pubblico)  E voi ve la ricordate?  George Michael, Lele Mora e Dolce e Gabbana, forza! Uno, due e (Fertente si scosta) tre!

FERTENTE e FANT. FUTURO   George Michael, Lele Mora e Dolce e Gabbana!

MUSICA E FUMO

Dall’altra parte del palco (destra) è stata preparata una lapide al cui capezzale ci sono Taglietti e il figlio Gigi e Rosa.

TAGLIETTI  In fondo mi spiace, era un rompiscatole ma alla fine non faceva del male a nessuno. Andiamo, Gigi. Andiamo a casa.

(Gigi annuisce e i due salutano Rosa ed escono di scena)

FERTENTE   (vede Rosa) Rosa! Cosa ci fa Rosa davanti a quella pietra tombale?

(Il fantasma lo guarda come per dire: è scemo!) .

ROSA  (appoggia dei fiori sulla tomba) Non mi hai mai fatto esprimere a fondo i miei sentimenti verso di te. Non sono mai riuscita a dirtelo forse perché nessuno dei due aveva il coraggio di fermare l’altro e…

           (pausa, Fertente comincia a capire, Rosa ha la voce tremante dalla commozione)

spero che dove sei adesso ti giungano le mie parole: Ti amo… Emiliano, ti ho sempre amato… e ti amerò per sempre. Addio, Emiliano!

(comincia ad uscire di scena)

MUSICA

FERTENTE   (si inginocchia e comincia a cedere)  Anch’io ti amo Rosa, anch’io, avevi ragione non avevo il coraggio. No aspetta!  Sono qui, mi vedi? (urla ed è in preda al panico) Non sono morto! Eccomi, non sono morto! (si rivolge al fantasma) Non è vero? Diglielo anche tu che non sono morto! Aiutami spirito, aiutami! Dimmi che sono ancora in tempo. Dimmi che posso riparare. Non voglio morire. Non voglio morire! Voglio vivere! Voglio vivere!

Il fantasma ad certo punto spazientito decide di aiutarlo e se è riuscito ad accattivarsi il pubblico nella battuta precedente gli richiede l’aiuto.

FANT. FUTURO   Che vogliamo fa’, lo vogliamo aiutare? Jamme vi ricordate la parola magica? E su! E uno, e due e tre! George Michael, Lele Mora e Dolce e Gabbana!

SCENA 15

(TUTTI I PERSONAGGI)

FUMO E MUSICA tipo Alleluia! Si accendono tutte le luci anche in sala.

FERTENTE   Voglio viv… (si rende conto che era tutta un illusione, piccola pausa) Sono vivo! Sì, sono vivo. Porca miseria, che fortuna! E’ bellissimo! Ed è Natale! Voglio baciare tutti!

(I fantasma allettato dalla proposta si fa avanti)

No a te no!

(scende dal palco e augura Felice Natale a tutti baciando qualcuno)

A un certo punto si gira e vede passare, sul lato sinistro del palco, Improta e Cillini che quando lo scorgono si spaventano.

FERTENTE   Ehi  voi! Provola e mozzarella! Ehi ! Aspettate!

IMPROTA   Il pazzo! Scappa!

FERTENTE   Aspettate! (li raggiunge) Ecco, questa è la mia offerta (gli dà un pacco di banconote), e guai a voi se l’anno prossimo non ripassate da me.

CILLINI   Grazie, signore.

FERTENTE   E tu chi sei?

CILLINI   Cill… mozzarella, signore.

FERTENTE   Giusto! Giusto! Giusto! (Si rivolge al pubblico) Sapete, non è mai tardi per recuperare un errore! Specialmente a Natale! Voi, potete chiamare gente che non vedete da tempo. Potete chiamare un compagno di scuola, o che so, un vecchio commilitone! O il direttore della vostra banca,  o chi vi ha fatto un torto. Fate voi il primo passo, sicuramente sarete ricambiati... è Natale!

(Nel frattempo arrivano in scena, sia a destra che a sinistra del palco, tutti i personaggi - tranne i fantasmi - che si dispongono a semicerchio e ascoltano Fertente.  Rosa si deve posizionarsi sotto il ramo di vischio)

Insomma, questa è una grande serata, (guarda un po’ tutti) dovete divertirvi, essere generosi, volere bene. (inquadra Rosa sotto il vischio) C’è un’usanza, una tradizione, secondo la quale io devo baciare questa ragazza che si trova sotto questa piantina che non è una semplice piantina, è vischio! E a Natale se sotto al vischio c’è una ragazza e arriva un ragazzo, scatta la tradizione. Beh, lei vuole mantenere viva questa tradizione, gente, anzi vuole trasformarla in legge! Ti amo, Rosa! (la bacia).

TUTTI   Oh!oooh! (applausi)

FERTENTE   Non sono pazzo! E’ la vigilia di Natale! E’ l’unica notte in cui noi siamo tutti più gentili, noi siamo più disposti a sorridere, noi diamo un po’ di più.

FERTENTE   Grazie per il brindisi, nipote! A Natale sarò a pranzo da te, vedremo se Fresia è all’altezza. (guardando l’amico di Tanino) E grazie anche a te per gli apprezzamenti su di me.

TANINO   Grazie a te, zio.

FERTENTE   (punta Venticello)  Tato ma tornerò? Ma poi com’è che poi non torni mai?

VENTICELLO   Faccio Tempre  taddi!

FERTENTE   Taddi? Beh! Da oggi in poi non dovrai più rubare nulla. Socio.

VENTICELLO   T... t... tocio?

FERTENTE   Buon Natale, socio.

FERTENTE   E tu Taglietti, credi che non lo sappia che oggi hai chiuso il mio ufficio prima dell’orario di chiusura?

TAGLIETTI   Mi piace, signore, ma io credevo…

FERTENTE   Nessun ma, Taglietti, non mi lasci altra scelta (Taglietti è terrorizzato) se non quella di darti… un aumento! Amico mio.

TAGLIETTI   Grazie signor Fertente, amico.

FERTENTE   Buon Natale, amico.

FERTENTE   Su, è Natale, forza: bisogna festeggiare, tutti assieme.

(con l’aiuto dei fantasmi e dei ballerini se ci saranno, offre biscottini a tutta la sala).

Che non si dica più che Fertente è un  taccagno.  Per un paio d’ore una volta all’anno noi siamo le persone che abbiamo sempre sperato di riuscire ad essere! E’ un miracolo! E se non approfitterete di questo miracolo sarà la fine per voi e so di cosa parlo, credetemi. Voi dovete farvi coinvolgere. Ci sono persone che per le quali certi miracoli non si realizzano, c’è gente che non ha da mangiare a sufficienza, gente che ha freddo. Voi potete uscire e dire Ciao a questa gente; prendere una vecchia coperta dall’armadio e dire: tieni: preparare un panino e dire: oh! A proposito: tieni. (pausa). L’ho capito ora. Bisogna credere in questo miracolo, e se voi credete, il miracolo accadrà a voi, e allora vorrete che accada ancora domani, e domani ancora. E  non sarete uno di quegli increduli che dice che il Natale viene una volta all’anno ed è solo una semplice festa. Non è vero! E’ una festa bellissima e non è solo per bambini, è per tutti, per tutti quelli che ci credono! (Pausa)

Io auguro un felice Natale a tutti i presenti, che sia esteso ai familiari e agli amici. Grazie.

Si avvicina Gigi, il figlio di Taglietti.

FERTENTE   Ho dimenticato qualcosa, amico?

GIGI   Buon Natale anche a te, Emiliano.

Fertente lo prende in braccio e gli dà un bacio. Dopo il bambino va vicino al padre.

MUSICA:  tema spettacolo

S I P A R I O

Dopo qualche secondo a  musica finale iniziata, si riapre il sipario ed esce Fertente che canta la prima strofa e indica la zona della sala del palco  dove apparirà l’altro personaggio che canterà la seconda e sua volta chiamerà in causa gli altri nello stesso modo, fino a ritrovarsi tutti sul palco per l’inchino finale.

MUSICA: 10° Canzone (TEMA DELLO SPETTACOLO):  L’amore e il Natale

E’ semplice, il Natale

Possibile, il Natale

Per chi lo sa, lo trova in dono

Per chi lo vuole, è l’amore

Se tu ci credi non costa niente

Ma crederci è normale

Vale la pena volerlo sempre

E ricercarlo, è il Natale.

Stasera si alzerà,

la voglia di amare

che con il bianco Natale

condivisa va

RIT.                  Noi saremo il domani

noi saremo il cammino

perché l’amore

mai diviso ci ha

è dentro di noi.

E’ semplice la vita

è ancora lì la stella

se tu ci credi la vedi ancora

e non si spegnerà mai.

Non perdiamo mai la strada

se l’amore ci accomuna

Stiamo insieme e cantiamo tutti

e il freddo sparirà.

Un coro assieme, possiamo fare

Così la voglia di amare

Si alzerà.

RIT.                  Noi saremo il domani

noi saremo il cammino

perché l’amore

Un bacio è un gesto

che condiviso va

Viva il Natale.

Saluti finali.

F I N E

MIMMO PISCOPO

Info: domepisco@tin.it

Tel: 3395760098


IL CANTICO DI NATALE… IN MUSICAL

NOTE DI REGIA:

Lo spettacolo musicale di Mimmo Piscopo, ispirato al racconto di Dickens, è una commedia semplice arricchita dalle canzoni cantate rigorosamente dal vivo dai protagonisti, che ci aiuta nel riscoprire valori importanti che la frenesia e l'egoismo di questo mondo spesso mettono da parte.

E' un inno al Natale, non inteso come festività religiosa (non solo almeno), ma come idillio d'amore, "a Natale sono tutti più buoni", elogio alla bontà, alla famiglia, agli affetti in particolare e alla generosità verso chi è più bisognoso. Un invito ad aprirsi al prossimo perché solo dando amore lo si può ricevere.

Ogni Natale, in ogni casa, in tutto il mondo, c'è un appuntamento che ciascuno ha con se stesso.

Anche Fertente, il protagonista di questa commedia, deve fare i conti coi ricordi del passato, con le aspettative del futuro, con la realtà presente. La sua realtà è fatta di solitudine, avarizia, egoismo. Perfino a Natale non sa trovare nulla da offrire agli altri, né beni né parole di bene.

In uno sperduto paesino italiano, c'è un uomo d'affari: Emiliano Fertente. E' avaro, egoista, trascura gli affetti, fa lavorare fino a tardi il suo povero impiegato Taglietti per una misera paga e se ne frega altamente dei problemi degli altri. Odia il Natale perché secondo lui è una gran perdita di tempo... tutti si danno un gran da fare per festeggiare, per essere più buoni... mentre lui vorrebbe semplicemente abolire questa festa inutile!

La vigilia di Natale, rifiuta l'invito del nipote Tanino ad andare a cena da lui e se ne torna a casa tutto soletto. Si prepara per la notte e si addormenta; Occorre qualcosa che lo scuota ma, poiché i comuni mortali lo lasciano indifferente, occorrerà nientemeno che un fantasma, quello del suo defunto socio Lotronzo il quale gli si presenta per annunciargli la visita di tre spiriti, quello dei Natali passati, quello del Natale presente e dei Natali futuri.

Di fatto incontra i tre fantasmi: Natale passato, uno sceriffo convinto che le sue pistole sparino ma in realtà non le possiede nemmeno, sono solo le sue mani; Natale presente: una donnina manesca che si atteggia a fatina; e Natale futuro: un uomo decisamente effeminato che lo porta addirittura al suo funerale.

Tra i personaggi più divertenti c'è un amico di infanzia di Fertente: Venticello un uomo con un difetto del linguaggio e che ha il vizio di rubare ogni cosa che gli capita tra le mani e che deve il suo nome al pungente alito che si ritrova.

Una delle scene più belle e commoventi è quella che vede Fertente con il Fantasma del Natale presente: è di fronte alla finestra della casa del suo dipendente Taglietti: c'è una piccola famigliola riunita intorno al tavolo per la cena... ma da mangiare non c'è quasi nulla... e poi c'è Gigi, il figlioletto di Taglietti che ha perso la parola in seguito alla morte della mamma!

Si rivede poi , in gioventù quando ancora non adorava che il "dio" denaro, era libero di pensare all'amore prima per la sorella Margherita, poi per Rosa che lascerà appunto per continuare ad accumulare, mettere da parte quei soldi che alla fine non gli offrono che solitudine e tristezza.

Fertente osserva le scene dal di fuori, vede il suo comportamento passato e si rende conto di essere stato un egoista e di aver addirittura fatto del male a delle persone, compresa la donna che in gioventù amava: Rosa. Si rende conto dei suoi errori e se ne vergogna, iniziando a mostrare un minimo di coscienza.

E così la missione degli spiriti è conclusa, Fertente si risveglia e si riscopre una persona diversa mettendo immediatamente in pratica la lezione che ha imparato: non c'è infatti gioia più bella che aiutare gli altri e dimostrare a sé stessi che non è mai troppo tardi per cambiare!

Quando tutto sembra perduto ecco aprirsi uno spiraglio a cui aggrapparsi.

Il lieto fine della storia c'insegna quindi che la generosità e i buoni sentimenti ci aiutano ad essere meno soli e che non c'è nulla di più bello per un uomo solo ed apparentemente perduto, che ritrovare la gioia e il calore di una famiglia ma soprattutto la "soddisfazione" di contribuire ad un futuro migliore aiutando le persone meno fortunate!

Il Cantico di Natale è infatti un racconto molto attuale; è una commedia che potrebbe essere anche una sorta di denuncia delle misere condizioni sociali in cui oggi purtroppo alcuni nuclei familiari si trovano, con particolare attenzione al "futuro dell'umanità", ai bambini messi già duramente alla prova fin dai primi anni d'età.

Le musiche originali del maestro Vincenzo Sorrentino danno un tocco magico ad una storia già di per sé emozionante e completano quest'opera, che riesce a commuovere e ad essere esilarante allo stesso tempo.

Ecco, il merito principale di "Cantico di Natale... in MUSICAL" è proprio questo: ricordarci il vero spirito del Natale.

                                                                                                                    Mimmo Piscopo