Il cappello a tre punte

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IL CAPPELLO A TRE PUNTE

Commedia in un atto

di PEDRO DE ALARCON

Riduzione di Mario Landi

           

PERSONAGGI

IL SERENO

LE CONTADINELLE

LUCA

FRASQUITA

IL PRETORE

LA PRETORESSA

FAINA

IL VESCOVO

IL PRIMO CANONICO

IL (SECONDO CANONICO

L'AVVOCATO ACCA­DEMICO

IL SEGRETARIO DEL VESCOVO

ROSA

IL PODESTÀ'

TONINO

LA PRIMA CA­MERIERA

LA SECONDA CAMERIERA

LA TERZA CAMERIERA

IL CONTADINO

LA CONTADINA

(La ribalta si illumina gradatamente).

La voce del Sereno     - Ave Maria Purissima! Sono le dieci e il tempo è sereno. (Il Sereno appare dal centro del sipario).

Il Sereno                     - Ave Maria Purissima! Sono le dieci e il tempo le sereno.

Le Contadinelle          - (apparendo da un lato) Sereno, ci racconti una storia? Sereno, raccontaci «quella dell'ere-mila. (No, no, quella del diavolo zoppo. No, no, quella...

Il Sereno                     - Non ho tempo questa sera, figliuole.

Le Contadinelle          - Suvvia Sereno... Sii buono, Sereno.

Il Sereno                     - E' tardi. Andate a dormire.

Le Contadinelle          - No, no, no! - Raccontaci una sto­ria. - Suvvia, ne sai di cose belle!

Il Sereno                     - E va bene! Vi racconterò quella del Mu­gnaio e del Pretore.

Voci                            - Bravo Sereno, bravo!

Il Sereno                     - 'C'era una volta, in Andalusia, un famoso mulino, situato a un quarto di lega da una cittadina. Per vari motivi quel mulino era da qualche tempo la mèta preferita dalle più importanti personalità del luogo. Anzitutto il mugnaio era un uomo molto accorto che aveva il dono di saper trattare col prossimo e faceva omaggio ai grandi signori, che lo onoravano della loro visita, di ogni genere di primizie campagnole (salvo poi ad approfittarne, chiedendo qualche particolare favore). Ma il motivo più forte era la sora Frasquita, la moglie del mugnaio, una delle opere più belle e più preziose che siano imai uscite 'dalle mani di Dio. Tuttavia nessuno dei visitatori del mulino, sapendo quanto Frasquita fosse in­namorata e fedele al marito, la guardava con secondi fini. Il mugnaio, lo zio Luca, era più brutto del diavolo, ma nonostante questo la moglie era pazzamente innamorata di lui, e si considerava la donna più felice idei mondo. L'u­nico rammarico era Iforse il 'fatto di non aver figli. La sora Frasquita, però, era molto gelosa del marito, mentre zio Luca vedeva persino, con piacere tutte le attenzioni che i signori ospiti le rivolgevano. Tra questi ce n'era uno ohe sembrava non volersi accontentare di ammirare semplicemente la bella mugnaia. Ed eccoci alla nostra storia: erano le due di un pomeriggio di ottobre. La campana della chiesa suonava il vespro... (Si apre il si­pario lasciando un siparietto. Si ode la campana della chiesa. Da un lato della scena vi è una coppia di conta­dini che carica dei sacchi. Dall'altra compare il pretore, seguito da Faina. Attraversano la sscena ed escono).

La Contadina              - Oggi il signor Pretore ha molta fretta di far visita alla sora Frasquita!

Il Contadino               - Non essere (maligna, Beppa! La sora Frasquita è incapace...

La Contadina              - (Non dico il contrario... Però il Pre­tore è capace di essersene innamorato. Ho sentito dire che tutti quelli che vanno al mulino, l'unico che ha un secondo fine (è proprio lui... E poi è un libertino!

Il Contadino               - E come fai a sapere tu che le un li­bertino?

La Contadina              - (Non lo dico per me... si sarebbe ben guardato di dirmi anche soltanto che ho gli occhi neri.

Il Contadino               - Stanimi a sentire, bellezza: pensa ai fatti tuoi. INon mi pare che lo zio Luca sia uomo da sop­portare certe cose...

La Contadina              - E allora bai ragione tu! Se fossi io la sora Frasquita... (uscendo di scena).

Il Sereno                     - Mentre si svolgeva questo discorso, la sora Frasquita spazzava l'atrio del mulino e lo zio Luca sulla pergola raccoglieva i grappoli già maturi. « Ma sì, Frasquita - diceva lo zio Luca dall'alto della pergola il signor Pretore è male dettamente innamorato di te! ». (Si apre il siparietto: atrio del mulino).

Luca                            - Ma sì, Frasquita, il signor Pretore è male­dettamente innamorato di te!

Frasquita                     - E tu lascia che sia innamorato. Attento a non cadere!

Luca                            - Sta1 tranquilla, ani tengo bene. Eh! Tu piaci molto anche al signor...

Frasquita                     - E smettila! So da me a chi piaccio e a chi non piaccio! Sapessi invece perchè non piaccio a te!

Luca                            - Toh! Perchè sei brutta!

Frasquita                     - Ah sì! Bada che son capace di salire sulla pergola e di buttarti giù!

Luca                            - E provati!

Frasquita                     - Andiamo! Andiamo! Signor Luca, siete cattivo e geloso!

Luca                            - Geloso, io di quel vecchio rudere? Al con­trario mi diverte moltissimo che sia innamorato di te.

Frasquita                     - Perchè?

Luca                            - Perchè il peccato porta con sé la penitenza. Tu noni gli vorrai mai bene e intanto io sono il vero Pretore della città!

Frasquita                     - Guardatelo il vanitoso! Ma immagina un po' ohe io arrivassi a volergli bene... Se ne vedono di più strane nel mondo!

Luca                            - (Non me la prenderei troppo!

Frasquita                     - Perchè?

Luca                            - Perchè allora non saresti più tu e in questo caso non me ne importerebbe un fico secco di te.

Frasquita                     - Benissimo, ma cosa faresti in un caso simile?

Luca                            - Ilo? E che cosa ne so! Ma che bel gusto ab­biamo a metterci di malumore per nulla! Che cosa ci importa anche se tutti i Pretori del mondo sono inna­morati di te! ìNon sei la mia iFrasquita tu?

Frasquita                     - Sì, pezzo d'asino! lo sono la tua Fra­squita e tu sei il Luca del mio cuore, più brutto del peccato, più intelligente di tutti gli altri uomini, più buono del pane e più caro... Ma zitto! Che vedo! Il si­gnor Pretore viene da queste parti, e solo a quest'ora? Qui c'è qualcosa sotto! Avevi proprio ragione tu. (Si aggiusta i capelli).

Luca                            - Senti, non gli dire che sono sulla pergola. Viene certo a 'farti il cascamorto, credendo di trovarmi «ddormentato! Voglio divertirmi ad ascoltare la dichia­razione che ti farà!

Frasquita                     - Magnifico! Eccolo! Eccolo! Faina che Io segniva si sarà seduto sull'argine, all'ombra. Nasconditi bene che ci sarà da divertirsi! (Luca si nasconde e Fra­squUa riprende a spazzare).

Il Pretore                     - (entrando) Dio ti conservi, Frasqnita!

Frasquita                     - Vostra signoria da iqueste parti, a que­st'ora? E con questo Caldo? Come mai vostra signoria non ha aspettato gli altri signori?

Il Pretore                     - Non è così presto come credi... saranno le tre e mezzo.

Frasquita                     - Sono appena le due e un quarto.

Il Pretore                     - E Luca? Dorme?

Frasquita                     - Sicuro! A quest'ora dorme sempre pro­fondamente.

Il Pretore                     - Ebbene, senti, lascialo dormire. E tu, mia cara Frasquita, ascoltami... senti, vieni qua... siedi qui vicino a me... ho molte cose da dirti.

Frasquita                     - Eccomi seduta. (Accavalla le gambe e guarda in viso il pretore) Ebbene?

Il Pretore                     - Frasquita!... Frasquita!

Frasquita                     - Che cosa C'è?

Il Pretore                     - Quello che tu vorrai...

Frasquita                     - Ojuello che voglio lo sapete già. Vostra signoria nomini segretario del Municipio mio nipote.

Il Pretore                     - ITi ho detto, Frasquita, che è proprio im­possibile. L'attuale segretario...

Frasquita                     -(interrompendo) E' un ladro, un ubria­cone, una bestia!

Il Pretore                     - Ma ha buoni appoggi e non posso espormi...

Frasquita                     - Esporsi! esporsi! A che cosa non mi esporrei io per vostra signoria!

Il Pretore                     - Mi vorresti bene se mi esponessi?

 Frasquita                    - Ma io voglio bene a vostra signoria di­sinteressatamente!

Il Pretore                     - Quanto sei bella Frasquita!

Frasquita                     - Vi piaccio?

Il Pretore                     - Se mi piaci! Non c'è altra donna come te!

Frasquita                     - Ma come? Non vi piace la signora pretoressa? Che peccato! Mi ha d'etto il mio Luca che è molto carina, molto buona e gentile.

Il Pretore                     - Non tanto! Non tanto!

Frasquita                     - Ho sentito anche dire invece che ha un gran brutto carattere, che è gelosissima e che vostra si­gnoria trema dinanzi a lei.

Il Pbetore                    - Non esageriamo adesso. Io sono il Pre­tore.

Frasquita                     - Ma insomma le volete bene?

Il Pretore                     - Ti dirò... gliene volevo prima di cono­scerti. Ma da quando ti ho (vista, mia moglie non mi fa né caldo né freddo. Mentre darei la mia stessa carica per potere accarezzare questo braccio. (Fa per prenderle il braccio ma Frasquita, come inavvertitamente, lo butta a gambe alFaria).

Frasquita                     - Ave Maria Purissima! A quanto vedo questa sedia era rotta...

Luca                            - (dalla pergola) Che è successo?

Frasquita                     - Che vuoi che sia? Il signor Pretore ha messo la sedia in bilico, si è dondolato ed è caduto.

Luca                            - Gesù Giuseppe e Maria! Vi siete fatto male, Eccellenza? Volete un po' d'acqua e d'aceto?

Il Pretore                     - No, no, grazie, non mi son fatto nulla.

Luca                            - In cambio vostra signoria mi ha salvata la vita! Figurati, Frasquita, che m'ero addormentato qui sopra e sarei sicuramente caduto se sua signoria non m'avesse svegliato a tempo!

Il Pretore                     - Ah sì, eh? Bene bene mi rallegro. Son proprio contento d'essere caduto.

Frasquita                     - Su su, scendi e aiutami a ripulire sua signoria che s'è tutto impolverato. (Sottovoce al pretore) Non si è accorto di nulla. Mi serberete rancore?

Il Pretore                     - Dipende da te, amor mio.

Luca                            - (scendendo) Ora, vostra signoria, assaggerà la mia uva.

Frasquita                     - Non l'ha assaggiata nemmeno monsignor vescovo. E' la prima che si raccoglie quest'anno. (Entrano il vescovo, il segretario, Vawocato accademico e due canonici).

Il Vescovo                  - «Quinto: pagar le decime e le primizie alla chiesa di Dio », c'insegna la dottrina cristiana... ma voi, signor Pretore, non v'accontentate di amministrar le decime, ma cercate di mangiarvi anche le primizie.

Frasquita                     - Monsignor vescovo!

Il Vescovo                  - « Tu dixisti »!

Luca                            - Dio vi rimeriti, Eccellenza, d'essere venuto ad onorare questa povera capanna.

Il Vescovo                  - « Qualis vir, talis oratio »!

Il Pretore                     - Eccole, vossignoria illustrissima, le pri­mizie. (Porge il grappolo al vescovo) Non l'avevo ancora assaggiata.

L'Avvocato                 - Non sarà certo acerba come quella della favola!

Il Vescovo                  - Quella ideila favola non era acerba, signor Avvocato, ma fuori di portata della volpe.

Il Pretore                     - Questo è darmi della volpe, illustrissimo Monsignore.

Il Vescovo                  - « Excusatio non petita, aecusatio ma­nifesta »! Ma vediamo un pò questa famosa uva. (Assag­gia un solo acino) E' veramente buona. Peccato che mi faccia male. (La guarda contro luce e la passa al se­gretario. Questi, dopo averla guardata anche lui, la passa alVavvocato. L'avvocato la passa ai due canonici. L'ultimo la posa di nuovo nella cesta).

Il Segretario                - Sua eccellenza illustrissima digiuna. (Luca, di nascosto, prende il grappolo dalla cesta e lo mangia. Tutti seggono).

Il Sereno                     - Dopo idi che tutti sedettero: si parlò del­l'autunno che continuava ad essere assai secco, sebbene fosse già passato il primo temporale: si discorse un po' della probabilità di una nuova guerra tra Napoleone e l'Austria, si insistette nel ^credere «he le truppe impe­riali non avrebbero mai invaso il territorio spagnolo; ci si lamentò dei rivolgimenti e delle calamità di quel­l'epoca; finche il signor Vescovo, credendo opportuno congedarsi, sciolse la riunione.

La voce del Vescovo - ,« Satis iam dictum, nullus ultra sit sermo ».

Il Sereno                     - « Siamo degli scapestrati - andava di­cendo l'avvocato ai canonici, sulla via del ritorno -che cosa penseranno a casa nostra, vedendoci arrivare ad un'ora simile? ». (Im scena si è progressivamente oscurata. La luce si accende sul primo siparietto).

L'Avvocato                 - (Siamo degli scapestrati. Che cosa pense­ranno a casa nostra, vedendoci arrivare ad un'ora simile?

Il piti mio Canonico    - E che diranno allora quelli che c'incontrano per via, alle sette passate di sera?

Il secondo Canonico   - Bisogna tenere miglior con­dotta. Ah sì... ma quel delizioso mulino!

L'Avvocato                 - Mia moglie ce l'ha sullo stomaco.

Il primo Canonico       - E mia nipote, allora? Mia nipote dice che i sacerdoti non devono far visite.

'Il secondo Canonico - Eppure quello che si fa l'i non potrebbe essere più innocente.

L'Avvocato                 - Dal momento che ci va lo stesso mon­signor Vescovo!

Il secondo Canonico   - Eppoi, signori, alla nostra età! Ho compiuto ieri i 75 anni.

Il primo Canonico       - Parliamo d'altro, parliamo d'al­tro. Com'era bella stasera la sora Frasqoita.

L'Avvocato                 - Oh, in quanto a ciò... per essere bella ò bella!

Il secondo Canonico   - Molto bella.

Il primo Canonico       - Deve saperne qualcosa il Pretore.

Il secondo Canonico   - li pover'uomo ne è innamorato.

L'Avvocato                 - Sicuro! Ed ora, signori miei, io prendo da questa parte per giungere prima a casa. Felicissima notte. (Esce dal centro).

I due Canonici            - Buona notte.

II primo Canonico      - Piace anche a lui, la mugnaia.

Il secondo Canonico   - Me ne sono accorto. Dunque a domani mattina, amico mio. Che l'uva vi faccia bene.

Il primo Canonico       - A domattina, se Dio vuole... felicissima notte. (Escono dai lati. Entrano il  pretore e Faina dal centro).

Faina                           - Credete, eccellenza, ad un cane da fiuto che conosce la selvaggina. La sora Frasquìta è perdutamente innamorata di vossignoria, e tutto quello che mi avete raccontato contribuisce a farmelo credere sempre più.

Il Pretore                     - Non ne sono sicuro come te, Faina.

Faina                           - Ma perchè? Del resto, parliamo francamente. Voi eccellenza, con tutto il rispetto, avete un piccolo difetto. Non è vero?

Il Pretore                     - Sì, ma questo-difetto l'ha pure zio Luca. Lui è assai più gobbo di me!

Faina                           - Molto di più! Moltissimo! Non c'è confronto! Ma in cambio voi avete un bel viso... mentre zio Luca...

Il Pretore                     - Verissimo, verissimo!

Faina                           - > Inoltre la sora Frasquita è capace di gettarsi dalla finestra pur di ottenere la nomina di suo nipote.

Il Pretore                     - Eh, sì! Questa nomina è la mia unica

speranza

Faina                           - Ebbene, signor mio, vi ho spiegato mille volte il mìo piano. Non c'è che da metterlo ìn esecuzione, stanotte stessa.

Il Pretore                     - (urlando) T'ho già detto che non ho bi­sogno di consigli! (Pausa) Dunque dicevi che questa notte stessa si può regolare tutto?

Faina                           - Sicuro, sicuro.

Il Pretore                     - Ebbene, qui c'è la nomina del nipote, e qui la lettera che mi hai chiesto per il Podestà. Ma lui vorrà prendere parte al complotto?

Faina                           - Non c'è da preoccuparsi. Il Podestà, appena vedrà la firma di vostra signoria, farà tutto ciò che gli comanderò.

Il Pretore                     - E allora?

Faina                           - Allora penso a tutto io. Vostra signoria, alle nove e mezzo potrà bussare tranquillamente alla porta del mulino. (Fa per andare) Ah, un'altra cosa! Non bus­sate alla porta grande sotto il pergolato, ma alla porti­cina che c'è dietro, proprio accanto al canale.

Il Pretore                     - Accanto al canale?

Faina                           - Non c'è pericolo, se state attento a non sci­volare sull'erba bagnata.

Il Pretore                     - Silenzio! Non ho bisogno di consigli!

Faina                           - Allora signore... buona fortuna! (Esce, se­guito quasi subito dal Pretore).

Il Sereno                     - Saranno state le nove, e zio Luca e la sora Frasquita, terminata la cena, stavano per andare a letto, quando risuonarono due colpi forti e risoluti picchiati alla porta grande del mulino. (Lentamente la scena si è ri­schiarata; il siparietto si è sollevato: stanza interna del mulino. Si odono i due colpi).

Frasquita                     - Vado a vedere.

Luca                            - Lascia! Tocca me! Resta lì. Chi c'è?

Tonino                        - La giustizia!

Luca                            - (aprendo) Il Podestà poteva scegliere un'ora più opportuna per rivolgersi ai galantuomini. Frasquita, prendi una bottiglia. (A Tonino) Vuoi un sorso?

Tonino                        - Non c'è tempo per nulla. Dovete seguirmi immediatamente. Ecco l'ordine.

Luca                            - Vediamo. Frasquita, fa lume. (Frasquita posa l'enorme tromBonéche aveva afferrato e prende il lume).

Frasquita                     - Su, leggi.

 Luca                           - (leggendo) a Per il miglior servizio di S. M. il Re, nostro signore (che Dio lo conservi) prevengo Luca Fernandez, mugnaio di questo territorio, che, appena ricevuto il presente ordine, compaia dinanzi alla mia autorità, senza scusa ne pretesto di sorta, avvertendolo che trattandosi di cosa riservata, non dovrà metterla a conoscenza di alcuno, il tutto sotto le pene corrispon­denti, in caso di disobbedienza. Il Podestà: Juan Lopez ». Che cos'è questo? Perchè quest'ordine?

Tonino                        - Io non lo so. Penserà il signor Podestà a spiegarvi ogni cosa!

Luca                            - Benissimo! Digli che domattina verrò.

Tonino                        - Che! Ma no, zio Luca! Dovete venire sul momento senza perdere un minuto. Questo è l'ordine che ho ricevuto.

Frasquita                     - Allora vengo anch'io.

Tonino                        - Non 6i può. Ho avuto l'ordine di portar via soltanto zio Luca e di impedirvi di seguirlo. Andiamo.

Luca                            - Che cosa strana! Qui c'è qualcosa...

Frasquita                     - Vuoi che vada in città ad avvertire il Pretore di quanto ci capita?

Luca                            - No, no. (Uscendo) Chiudi bene.

Frasquita                     - Tira su il bavero che fa fresco. (/ due escono e Frasquita spranga la porta. La scena lenta­mente si oscura).

Il Sereno                     - Era passata forse un'ora da che lo zio Luca era andato via, quando Frasquita udì delle grida, dietro la casa, 'dalla parte del canale. « Aiuto, affogo... Frasquita, Frasquita... » urlava disperatamente una voce. (La scena si rischiara. Sempre l'interno del mulino).

La voce del Pretobe    - (da fuori) Aiuto, affogo. Fra­squita, Frasquita...

Frasquita                     - Che sia Luca? (Apre la porticina).

Il Pretore                     - (apparendo) Dio mi perdoni, Dio mi perdoni. Ho proprio creduto di annegare!

Frasquita                     - Come? Siete voi? Che significa? Come vi arrischiate? Per che motivo venite a quest'ora?

Il Pretore                     - Zitta, zitta, anima mia. Ti dirò tutto. Sono stato per affogare. L'acqua mi stava già portando via. Guarda, guarda in che stato sono!

Frasquita                     - Fuori, fuori di qui! Vossignoria non ha nulla da spiegarmi! Comprendo tutto fin troppo! Ah! Che infamia! E' per questo che avete ordinato l'arresto di mio marito!

Il Pretore                     - Ascolta, amor mio...

Frasquita                     - Non ascolto niente! Andatevene imme­diatamente o non rispondo della vostra vita.

Il Pretore                     - Che cosa dici?

Frasquita                     - Andatevene per dove siete venuto, se non volete che vi getti un'altra volta in a qua!

Il Pretore                     - Piccina, piccina, non gridar tanto! Ven­go a liberare zio Luca che è stato arrestato per un de­plorevole errore. Ma prima di tutto, ho bisogno che tu mi faccia asciugare questi abiti. Sono inzuppato fino alle ossa!

Frasquita                     - Vi dico di andarvene!

Il Pretore                     - Zitta, sciocca! Guarda... ti porto la no­mina del tuo nipote... accendi il lume e discorriamo... intanto, mentre i vestiti si asciugano, mi coricherò...

Frasquita                     - Ah sì! Confessate dunque d'esser venuto per me? Confessate che avete fatto arrestare perciò il mio Luca? Avevate anche la nomina... Santi e santi del Paradiso... che cosa si sarà immaginato di me questo burattino?

Il Pretore                     - Frasquita! Sono il Pretore!

Frasquita                     - E ohe ime ne importa! Io sono padrona in casa mia! Andrò a Madrid a chiedere giustizia contro chi abusa della carica. E soprattutto andrò domattina ad avvertire la signora pretoressa.

Il Pretore                     - (perdendo la calma) Tu non farai niente di questo. Tu non farai niente di questo perchè io ti sparerò un colpo di pistola se non intenderai ragione.

Frasquita                     - Un colpo di pistola?

Il Pretore                     - Sì... legittima difesa, dirò... non avrò nessun guaio... e perciò non far la scema... e voglimi bene come io t'adoro!

Frasquita                     - (minacciosa) Signor Pretore! Un colpo di pistola?

Il Pretore                     - (spaventatissimo, tirando fuori due pistoloni) Stai buona... stai buona... o sparo!

Frasquita                     - (con un salto afferra il tromBoné) Ah sì! Vostra signoria mi vuol sparare contro... mani in alto!

Il Pretore                     - (correndo a nascondersi dietro il tavolo) Fermati, disgraziata! Che stai per fare? Scherzavo, scher­zavo... sono scariche... ecco... ecco... guarda... ti regalo la nomina... è tua... gratis, gratis... interamente gratis.

Frasquita                     - Bene! Domattina mi servirà per accen­dere il fuoco! Da voi non voglio niente! Su, su, anda­tevene... Aria, aria... subito... che se mi monta il sangue alla testa...

Il Pretore                     - (strabuzza gli occhi e cade pesantemente su una sedia) Muoio! Chiama Faina! Chiama Faina che dev'essere là fuori... io non devo morire in questa casa...

Frasquita                     - Ah, proprio adesso doveva svenire! Brutto rimbambito! Faina! Faina! Faina!

Faina                           - (da fuori) Eccomi! Che c'è, sora Frasquita?

Frasquita                     - Corri, vieni a soccorrere il tuo padrone che sta morendo!

Faina                           - A chi volete darla ad intendere? (Compare sulla porta e tenta di fermare Frasquita che cerca di uscire) E dove andate, bellezza, a quest'ora?

Frasquita                     - Fatti in là, imbecille! Vado... in città a cercare un medico. (Esce. Faina aiutando il Pretore) Era proprio questo il momento di sentirsi male! Il Si­gnore dà i  confetti a chi non ha denti!

Il Pretore                     - (rinvenendo, debolmente) Se ne è an­data?

Faina                           - Sissignore.

Il Pretore                     - Ahimè, Faina! Sto morendo...

Faina                           - Ma che avete?

Il Pretore                     - Sono caduto nel canale e sono tutto in­zuppato! Mi si rompono le ossa per il freddo.

Faina                           - Su, su presto, toglietevi i vestiti e mettetevi un po' a letto per riscaldarvi. (Lo aiuta).

Il Pretore                     - (debolmente) Domani ti farò impiccare!

Faina                           - E perchè, eccellenza?

Il Pretore                     - Me lo domandi anche? Tutto per se­guire i tuoi consigli. (Cupo) Domani ti farò impiccare.

Faina                           - Ma raccontatemi qualcosa. La sora Frasquita...

Il Pretore                     - Ha cercato di assassinarmi. (Riflettendo) Ti farò impiccare stanotte stessa.

Faina                           - Non esageriamo, eccellenza! La sora Fra­squita è così ben disposta verso di voi che è corsa in città a chiamare un medico...

Il Pretore                     - Santo cielo! Sei sicuro che è andata in città?

Faina                           - Almeno così mi ha detto.

Il Pretore                     - Corri, corri, Faina. Questa è la rovina! Sai che va a fare in città? A raccontare tutto a mia mo­glie. Dio, Dio mio! Corri, corri Faina, ferma quel de­monio!

Faina                           - Se ci riesco, mi farete impiccare lo stesso?

Il Pretore                     - Ma che, ma che impiccare! Ti regalerò il mio paio di scarpe gialle.

Faina                           - Voglio pure un paio di pantaloni.

Il Pretore                     - Corri, maledetto. Ti regalerò tutto quello che vuoi.

Faina                           - Allora volo. Voi andate a letto tranquillo che tra mezz'ora donna Frasquita sarà in carcere. (Esce, mentre il Pretore si avvia verso la camera da letto. La scena si oscura).

Il Sereno                     - Nel frattempo zio Luca, approfittando di un attimo di distrazione della guardia, era riuscito a svi­gnarsela e, mangiata la foglia, tornava di corsa al mu­lino. (Si rischiara la scena. Pausa. Poi entra Luca tra­felato).

Luca                            - La cosa non potrebb'essere più chiara! Il Pre­tore contava certo sulla mia assenza per tutta la notte. Frasquita! Frasquita! E dove è andata a finire? Che sia fuggita per salvarsi dal Pretore? (Vede a un trattò i ve­stiti del Pretore sulla sedia) Ah, traditrice! (Vede sul tavolo la nomina) E questo è stato il prezzo del mercato! (Corre in un angolo ad afferrare il tromBoné. Si guarda intorno per cercare i due. &ode un colpo di tosse del Pretore) Sono là! (Fa per scagliarsi, poi si ferma) La faccenda è delicata. Si tratta di un Pretore... Direbbero che l'ho ucciso per gelosia infondata e che poi l'ho spo­gliato e messo nel mio letto... e m'impiccherebbero! No, no, devo vendicarmi in modo che tutti possano ridere di lui. (Si ferma a considerare i vestiti del Pretore. Scop­pia a ridere. Si calma e rapidamente, toltisi i suoi abiti, comincia ad indossare quelli del Pretore. Poi uscendo) Anche la pretoressa è bella! (Pausa. Entra Faina di corsa dall'altra porta).

Faina                           - Eccellenza! Eccellenza!

Il Pretore                     - (affacciandosi) Sto sudando, Faina! Mi sono salvato da un malanno! E la sora Frasquita? L'hai trovata? E' con te? Ha parlato con mia moglie?

Faina                           - La mugnaia, signor Pretore, mi ha ingannato. Non è andata in città, ma dal Podestà in cerca del ma­rito. Vossignoria scusi il mio errore...

Il Pretore                     - Presto, bisogna farla arrestare subito! Portami i vestiti, Faina, devono essere già asciutti...

Faina                           - E dove sono?

Il Pretore                     - Lì, sulla sedia.

Faina                           - Non ci sono, eccellenza.

Il Pretore                     - Come, bestia, non ci sono?

Faina                           - No, eccellenza, ci sono solo quelli di zio Luca.

Il Pretore                     - Maledizione! Li avrà presi Frasquita. -Non fa niente! Dammeli lo stesso. Mi vesto con questi. (Comincia a vestirsi mentre si oscura la scena).

 Il Sereno                    - Frasquita intanto era giunta alla casa del Podestà, il quale dovette confessare che non aveva nes­suna notizia di zio Luca, che era fuggito. Quindi decisero di andarlo a cercare al umilino. ('La scena si rischiara. Il Pretore ha appena finito di vestirsi. Voci di fuori).

Il Podestà                   - (da fuori) Io entrerò per primo. Io sono l'autorità! Seguimi, Tonino, e voi sora Frasquita, aspet­tate sulla porta finche non vi chiamo. (Entra e vede il Pretore) E' lui! In nome del Re, arrendetevi, zìo Luca!

Tonino                        - Addosso! (Si precipita sopra il Pretore e lo butta per terra).

Frasquita                     - (si butta sopra Tonino coprendolo di pugni) Mascalzone! Lascia stare il mio Luca. (Entra di corsa Faina che ha udito rumore).

Faina                           - Signora, rispettate il mio padrone! (Mischia generale. Persino il Podestà interviene pestando con i piedi il Pretore ogni volta che tenta di rialzarsi).

Il Pretore                     - (semisoffocato) Faina! Aiuto! In nome del Re! Io sono il Pretore!

Il Podestà                   - Il Pretore! E' vero!

Tutti                            - Il Pretore!

Il Pretore                     - Tutti in prigione! Tutti impiccati!

Il Podestà                   - Ma signore! Perdonatemi se vi ho mal­trattato, ma come potevo riconoscervi con questo vestito tanto ordinario?

Il Pretore                     - Cretino! Dovevo pur vestirmi! Mi hanno rubato il vestito. (A Frasquita) Voi siete stata!

Frasquita                     - lo? Nemmeno per sogno!

Il Pretore                     - E allora? Chi è stato? (Pausa).

Faina                           - Gesù mio! Siamo rovinati!

Il Pretore                     - Che c'è?

Faina                           - Ho capito! Dev'essere stato lo zio Luca. Pen-sate! Lo zio Luca, in questo momento, gira per la città, vestito da Pretore, e Dio solo sa se, col suo travestimento, non è arrivato fino nella camera da letto della pretoressa.

Frasquita                     - Gesù! Mio marito mi crede disordinata ed è andato in città per vendicarsi. Andiamo! Dovete giustificarmi voi! Dire la verità!

Il Pretore                     - Andiamo in città e impediamo che quell'uomo parli con mia moglie e le racconti tutte le frottole che gli saltano per la testa.

Faina                           - Voglia il cielo che lo zio Luca si sia accon­tentato soltanto di parlare alla pretoressa.

Il Pretore                     - Che dici disgraziato? Credi che quello zoticone sia capace?

Frasquita                     - Di tutto! (La luce dissolve).

Il Sereno                     - Era già mezzanotte passata e per le vie non s'incontrava più che qualche gruppo di nottambuli ubriachi, quando il Pretore, il Podestà, la sora Fra­squita, Faina e Tonino giunsero alla porta della pretura. La porta era chiusa. Per quanto tutti bussassero nessuno rispondeva. In questo modo passarono parecchi minuti. Finalmente, verso l'una si aprì un finestrino del secondo piano e una voce femminile disse:

La voce di Rosa          - Chi c'è?

Il Pretore                     - Io, aprite!

La voce di Rosa          - Ma chi?

Il Pretore                     - Non mi sentite? Sono il padrone.

La voce di Rosa          - Andatevene e il signore v'accom­ pagni. Il mio padrone è rincasato da un'ora e si è coricato subito. Andate a casa anche voi e fatevi una bella dormita sul vino che dovete avere in corpo.

Il Pretore                     - Maledizione! Non sentite «he vi dico di aprire la porta? Non sentite che sono io? Volete che faccia impiccare anche voi?

La voce di Rosa          - Questo lo vedremo! Chi siete voi a gridare così?

Il Pretore                     - Sono il Pretore!

La voce di Rosa          - E dai! Non vi ho detto che il Pre­tore è rincasato prima di mezzanotte, e che l'ho visto con i miei occhi chiudersi nell'appartamento della si­gnora? Non mi fate pendere la pazienza.

Il Sereno                     - Il battibecco continuava, mentre Frasquita, ormai convinta della colpevolezza del marito, piangeva in disparte. (La scena si rischiara: un interno nella casa del Pretore).

Rosa                            - (affacciata alla finestra) Non mi fate perdere la pazienza!

Il Pretore                     - (da fuori) Voglio entrare in casa mia!

Rosa                            - IBene, adesso manderò i servi e vi farò basto­nare. Juan, Eugenio, Fortunato... (Entrano i servi) Cac­ciate questi ubriachi. (7 servi escono) Aspettate un po' e vedrete «osa succede. (Pausa. Poi un terribile fracasso, urla, grida).

La Pretoressa              - (entrando) Che scandalo è questo?

Rosa                            - Sono dei contadini ubriachi...

La Pretoressa              - Fateli passare.

Rosa                            - Oh, Fortunato... (basta, basta, portateli su. (Pausa).

Il Pretore                     - (entrando di corsa) Mercedes! Voglio sapere subito...

La Pretoressa              - Ehi, zio Luca. Voi da queste parti? E' capitata qualche disgrazia al mulino?

Il Pretore                     - Signora! Non sono disposto a scherzare! Prima di dare spiegazioni, ho bisogno di sapere che cosa ne è del mio onore.

La Pretoressa              - Questo non mi riguarda. Forse che voi me lo avete lasciato in deposito?

Il Pretore                     - Sissignora, a voi, proprio a voi! Le mo­gli sono depositarie dell'onore maritale!

La Pretoressa              - E allora, caro zio Luca, chiedetelo a vostra moglie. Per l'appunto essa è qui... (Frasquita geme) Venite avanti, signora, e accomodatevi. (Frasquita non si muove) Sora Frasquita vi ho detto di venire avanti e di accomodarvi. Perciò, zio Luca, ecco qui la sora Frasquita: potete rivolgerle la vostra domanda. Potete chiederle conto del vostro onore.

Il Pretore                     - Mercedes! Bada che non sai quello che sono capace di faTe! Ancora una volta ti scongiuro di smetterla con lo scherzo e di dirmi quello che è successo qui durante la mia assenza. Dov'è quell'uomo?

La Pretoressa              - Chi? Mio marito? Mio marito si sta alzando e non può tardare a venire.

Il Pretore i                   - Si sta alzando? Era a letto?

La Pretoressa              - Naturalmente! E dove volevate che fosse, a quest'ora, un uomo per bene, se non in casa sua, nel suo letto, coricato con la sua leggittima consorte, come Dio comanda?

Il Pretore                     - Mercedes! Bada a quello che dici! Pensa che ci stanno ascoltando! io

 La Pretoressa             - Non alzate la voce con me, zio Luca, e non prendetevi la confidenza di darmi del tu, altri­menti comando alle guardie di portarvi in prigione.

Il Pretore                     - Io in prigione? Il Pretore della città?

La Pretoressa              - Il Pretore della città, il rappresen­tante della giustizia, il facente funzione del re, è rinca­sato ad ora débita, per riposarsi delle nobili fatiche del suo ufficio, e poter domani continuare a difendere l'onore e la vita dei cittadini, la santità del focolare e il pudore delle donne.

Il Pretore                     - Mercedes! Che dici? Bada che la mia pazienza ha un limite!

La Pretoressa              - Ma con chi erede di parlare costui? Chi è questo pazzo, questo ubriaco? Non posso nem­meno credere che sia un mugnaio onorato come lo zio Luca, benché vesta i suoi panni! Signor Podestà, mi do­vete credere, mio marito, il Pretore della città, è arrivato in questa casa, due ore fa, col suo cappello a tre punte e con la sua cappa granata, il suo spadino da cavaliere... i servi hanno chiuse le porte e da quel momento non è venuto più nessuno in casa mia, fino a quando non siete arrivati voi. E' vero? Rispondete.

I Servi                         - E' vero! Verissimo!

II Pretore                    - Fuori di qui tutti! Faina! Vieni ad arre­ stare questi vigliacchi che mi stanno mancando di ri­ spetto! Tutti in prigione! Vi farò impiccare! (Faina pru­ dentemente si nasconde).

La Pretoressa              - Ad ogni modo, signore, supponiamo che voi siate mio marito...

Il Pretore                     - Lo sono!

La Pretoressa              - Supponiamo inoltre che potessi avere qualche colpa nell'aver preso per voi l'uomo che è pene­trato nella mia stanza vestito da Pretore...

Il Pretore                     - Infami!

La Pretoressa              - Supponiamo pure tutto quello che voi volete. Però ditemi, caro signore: avreste diritto di lamentarvi? Potreste condannarmi come giudice? Forse che voi ritornate dal confessionale? Da dove venite con codesto vestito? Dove avete passata la prima metà della notte?

Frasquita                     - Un momento...

La Pretoressa              - Signora, non disturbatevi a danni spiegazione... io non ne chiedo, anzi... ecco l'uomo che deve chiederne. Spiegatevi con lui. (Entra, vestito da Pretore, zio Luca).

Luca                            - Felice notte a tutti! (Entra nel salone e bacia la mano alla pretoressa. Tutti scoppiano a ridere. Il pre­tore fa per scagliarsi ma Frasquita con una spinta lo sca-raventti lontano) Il Signore ti conservi Frasquita. Hai mandato la nomina a tuo nipote?

Frasquita                     - Ti disprezzo, Luca. (Scoppia a piangere).

Luca                            - Ma allora? Tu... sei... sei ancora la mia Fra­squita?

Frasquita                     - No! Io sono... Pensa alle tue imprese di questa notte e capirai quello che hai fatto del cuore che ti amaVa tanto. (La pretoressa Pabbraccia) Signora! Signora! Sono così disgraziata!

La Pretoressa              - (piangendo) Meno di quanto v'im­maginate.

Luca                            - (c. s.) Io sì che sono disgraziato!

 Il Pretore                    - (c. s.) E io? Ah, io sono un mascalzone, un mostro! Un dissoluto che ha avuto quel che si meri­tava! (Tutti piangono, compresi i servi e le guardie).

Luca                            - (asciugandosi gli occhi) Signori, signori fac­ciamo un po' di conti.

La Pretoressa              - Non ci sono conti che tengono, zio Luca! Vostra moglie è una santa!

Luca                            - Sì, sì... ma...

La Pretoressa              - Non c'è ma che tenga! Lasciatela parlare e vedrete come si giustifica. Da quando l'ho vista, il cuore mi ha detto che era una santa nonostante tutto quello che voi mi avete raccontato. Vedo anche che il signor Podestà e Tonino muoiono dalla voglia di giusti­ficarla.

Frasquita                     - Non ho bisogno d'aiuto. Se vuoi sapere perchè il signor Pretore si trovava nel nostro letto, palpa i panni che indossi: devono essere ancora umidi. Sua Signoria è caduto nel canale del mulino e Faina l'ha spo­gliato e coricato... E se vuoi sapere perchè ho aperto la porta ti dirò che è stato perchè credevo che fossi tu l'uomo che stava annegando e chiamava aiuto... E infine se vuoi sapere la storia della nomina... Ma di questo ti informerò quando saremo soli... Ah, dimenticavo: men­tre il signor Pretore era al mulino a letto, io ero dal Podestà per chiedere di te.

Il Podestà                   - Tutto quello che ha detto la sora Fra­squita è la pura verità.

Tonino                        - Tutto, tutto!

Il Pretore                     - Fino a questo momento... tutto.

Luca                            - Perciò sei innocente! Frasquita mia, Frasquita del mio cuore! Perdonami il sospetto e lasciati abbrac­ciare!

Frasquita                     - Questo è un altro paio di maniche! Prima di abbracciarti voglio sentire le tue spiegazioni!

La Pretoressa              - Le darò io per lui e per me.

Il Pretore                     - E' un'ora 'che le aspetto!

La Pretoressa              - Ah sì? Allora fin quando non vi sarete scambiati i vestiti non ne darò!

Luca                            - Andiamo, andiamo! Andiamo a cambiarci. L'a­bito di vossignoria mi soffoca. Dal momento in cui l'ho «nesso mi sono capitate tutte le disgrazie possibili.

Il Pretore                     - Meglio! Io invece ho una voglia matta di indossarlo per mandare alla forca tutti quanti. (Esce, seguito da Luca e da Faina).

(La Pretoressa             - Su Rosa... Adesso raccontate ciò che è avvenuto.

Rosa                            - Dovete sapere, sora Frasquita, che stanotte, aspettando il ritorno del signor Pretore, io e la padrona recitavamo il rosario, quando abbiamo sentito rumore nella stanza da letto. Morte di paura, siamo andate a ve­dere chi fosse. Vergine del Carmine. Entrando abbiamo visto un uomo, vestito come il padrone, che cercava di nascondersi sotto il letto. Santo cielo! Siamo scappate gridando disperatamente. Un minuto dopo l'appartamento era pieno di gente e le guardie acciuffarono facilmente il finto Pretore. La mia signora, che, come tutti gli altri, aveva subito riconosciuto lo izio Luca, vedendolo in quel vestito, pensò che avesse ammazzato il padrone e comin­ciò a mandar lamenti che spaccavano le pietre. Lo zio Luca, incerto, se ne stava pallido come un morto, rannicchiato in un angolo, senza neanche fiatare. Ma appena capì «he lo volevano portare in prigione... si affannò a spiegare tutto quanto era successo.

Frasquita                     - Povero Luca!

La Pretoressa              - Povera me!

Rosa                            - Questo è quanto abbiamo detto tutti. Povero zio Luca e povera signora! Perchè a dire la verità, soia Frasquita, tutti pensavamo ,già che lil mio padrone vi avesse messo gli occhi addosso, per quanto nessuno im­maginasse che voi...

La Pretoressa              - Rosa! Non continuate su questa strada!

La prima Cameriera    - Continuerò io su un'altra! Lo zio Luca era venuto con cattive intenzioni, e se la si­gnora non fosse stata alzata, s'immagini quel che sarebbe accaduto...

La seconda Cameriera            - Ma via! Stai dicendo un sacco di sciocchezze! Sicuro, «ora Frasquita, lo zio Luca per spiegare la sua presenza dovette confessare quali erano le sue intenzioni... La mia padrona, a sentirlo parlare così, non ha saputo trattenersi e gli ha allungato uno schiaffo che gli ha fatto ringoiare metà delle sue pa­role... Perchè voi capite, sora Frasquita, venirsene qui fresco come una rosa, benché fosse vostro marito...

La terza Cameriera     - Chiacchierona che non sei altro! Che Cosa avresti voluto? Date retta a me, isora Frasquita, la signora, poi, provò compassione per lo zio Luca, e, pensando al cattivo comportamento del signor Pretore, decise di vendicarsi architettando la commedia che ab­biamo fatta. (Entrano il pretore e lo zio Luca).

Il Pretore                     - Adesso tocca a me! Mercedes! Aspetto ancora le tue spiegazioni! (Luca e Frasquita si stanno abbracciando) Signora! Tutti si spiegano meno noi due! Toglietemi dal dubbio... ve lo ordino come Pretore e come marito!

La Pretoressa              - (senza badargli, a Frasquita) Ve ne andate? State tranquilla, di questo scandalo non reste­ranno conseguenze. Rosa! Fai lume a questi signori che vogliono andar via... Dio v'accompagni, zio Luca!

Il Pretore                     - Oh, no! Zio Luca non se ne va! Zio Luca è in arresto fino al momento in cui io non avrò saputo la verità! Guardie! In nome del Re! (Tutti ri­mangono indifferenti).

La Pretoressa              - Questo lo vedremo! Levati di mezzo!

Il Pretore                     - Ma io... Ma tu... ma quelli... (Tutti escono).

La Pretoressa              - ,Se anche tu vivessi mille anni, non ti dirò mai quello che è avvenuto stanotte, nella mia stanza... E adesso, buona notte, signore! (Esce).

Il Pretore                     - Dio, vi ringrazio! (Non pensavo di cavar­mela così a buon mercato! Faina accomoderà le cose... (Dissolvenza).

Il Sereno                     - Gli uccelli pigolavano salutando l'alba, quando lo zio (Luca e la sora Frasquita uscirono dalla città diretti al mulino. « Domenica devi andarti a con­fessare » diceva la mugnaia al marito. (Si rischiara il primo siparietto).

Frasquita                     - Domenica devi andarti a confessare, per­ chè devi pentirti dei tuoi cattivi pensieri e dei tuoi pro­ positi di stanotte.

Luca                            - Giustissimo! Ma tu prima devi farmi un altro piacere: devi dare ai poveri la coperta e le len­zuola del nostro letto. Io non mi corico dove si è coricato quello scor­pione!

Frasquita                     - Non me lo nominare, Luca! Parliamo d'altro... vorrei chie­derti io un'altra cosa...

Luca                            - Chiedi, chiedi!

Frasquita                     - La prossima estate mi devi portare ai bagni di Solàn de Cabrati.

Luca                            - E perchè?

Frasquita                     - Per vedere «e riu­sciamo ad avere dei bambini.

Luca                            - Bellissima idea! Ci an­dremo se Dio ci dà vita! (Il sipario si è chiuso lentamente).

Il Sereno                     - E con queste parole giunsero al mulino, nel momento in cui il sole, senza essere ancora «pun­tato, dorava già le cime dei monti.

Voci di ragazze           - Grazie, Sereno, grazie. Buonanotte!

Il Sereno                     - Buona notte! (Ri­prendendo il cammino) Ave Maria Purissima! Sono le 11 e il tempo è sereno.

FINE