Il castagnazzo

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                                             IL  CASTAGNAZZO

                                               Atto unico surreale

                                                            di

                                                Antonio  Sapienza

Personaggi:

Maddalena……………………………………...Casus belli;

Cosimo con un braccio…………………………boscaiolo;

Il Castagnazzo, in voce…………..…………….castagno centenario;

Atto unico ricavato dalla commedia “Cosimo con un braccio”.

Sulla scena è stata ricostruita una casupola  diroccata, nel cui lato destro si vede un grosso fusto di castagno abbattuto. In cena c’è Maddalena, una donna sui quarant’anni, ben messa e ben vestita.

Maddalena – Qui il boscaiolo Cosimo Pappalardo- detto Cosimo con un braccio, visse per tanti anni, e qui perse la vita perché volle cimentarsi in una lotta impari contro un castagno centenario. No, non era vecchio: all’epoca dei fatti aveva appena quarant’anni. Morì perché volle abbattere un vecchio castagno il quale, addossato alla casa, crescendo gliela stava demolendo. E lo volle fare da solo …e per giunta con un solo braccio…(pensierosa)  con un solo braccio…l’altro glielo trinciò la sega elettrica. Come fu?  Fu una domenica di maggio, all’uscita della chiesa dopo la messa di mezzogiorno… un uomo con una brutta fama mi seguiva… mi aveva visto sbirciando dalla finestra di casa mia, mezza discinta…lui aveva fatto un fischio d’ammirazione … io chiusi la finestra sbattendogliela in faccia… E quel giorno mi seguiva e mi diceva parole oscene, ed io…ed io, per sfuggirgli mi rifugiai nelle segheria di mio zio, dove c’era Cosimo che , nonostante fosse giorno festivo,  lavorava alla sega elettrica. L’uomo entrò baldanzoso, come se fosse il padrone… e…e tentò di mettermi le mani addosso, ma Cosimo lo affrontò. Quell’uomo era un malandrino, usava il coltello, ci fu una colluttazione … (tormentandosi le mani) e la sega era rimasta in moto… (lunga pausa, poi scrollandosi i capelli con una mossa repentina della testa, come per distogliere il brutto ricordo, riprende)                                                                                                                      Questa casupola Coscimu – così veniva chiamato dagli amici - se l’era costruita con le sue mani su un pezzetto di terra, piena di ginestre e con qualche castagno, ereditata dal padre, in cima della collina sulle falde della Montagna… Poi, un maledetto giorno, si accorse di una grossa fenditura  che correva da una parte all’altra del soffitto.

Luci su Cosimo.

Cosimo.- (esaminando attentamente il soffitto) Non è fuliggine, maledizione, non è fuliggine...e  nemmeno ragnatela. ( esamina ancora, tocca il soffitto, tasta la fessura) Questa è... questa è una crepa, una dannatissima fessura!  Malanova a me! ma guardate: parte dal castagnazzo e arriva netta netta, bella saettante, fino all'altro capo della stanza. Beddamatri, questa è una brutta, bruttissima faccenda. Come dire: l'inizio della mia fine. Ecco qua: Sono rovinato! ( Cosimo, sconvolto, scende giù da tavolo ) Sono rovinato.  Questa cosa così miserabile, così insignificante, così traditrice, ha il potere di sconvolgere la mia vita (passeggiando e riflettendo al alta voce). Questo significa che nel giro di pochi mesi, ma che dico! nel giro di pochi giorni, 'sta miserabile mi avrà spaccato la casa in due: pulita pulita! netta, netta!  Ed io come farò?  Non ho certo gli stessi anni di quando mi costruii questo delizio di casetta, - con le mie mani, portando il materiale dal paese fin quassù sulle spalle, come un mulo -. Non ho più la stessa forza, la stessa salute d'allora... eppoi, ammesso che ce la facessi  ancora, dove li prendo i quattrini? - dove li vado a trovare i soldi per costruire un'altra casa? Ma com'è successo, santo diavuluni, com'è stato possibile? - Il castagnazzo, non c'è dubbio, è il responsabile! E qui non ci piove! (sale di nuovo sul  tavolo, va a controllare la fessura).  Certo è lui! (scende e riprende a passeggiare). Castagnazzo del mio cuore, la situazione e veramente delicata, e volenti o nolenti, la dobbiamo esaminare  per trovare le responsabilità reciproche e le possibili soluzioni. Tu lo sai che sei il sostegno della mia casa, quindi della mia vita - che sono ormai la stessa cosa. Sai pure che ti voglio bene, che ti ammiro perchè sei forte, superbo, dritto, pieno di salute e di vigore. Ed è per questo che ti scelsi tra tanti. I tuoi pampini mi hanno protetto dalla calura estiva, i tuoi rami mi hanno dato riparo dalla neve e dalla grandine. Il vento, grazie a te, diventa brezza per me. Sai anche che sono fiero di te e che ti rispetto come rispetterei mio padre buonanima, il tuo ex padrone. Ma ora, guardiamoci in faccia! ora stai minacciando la mia casa e me stesso. Capisci? mi stai demolendo la  casetta che finora hai protetto. Ed io che faccio? che posso fare? posso restare a guardare impotente, il tuo tristo operato? Posso assistere, con le mani in  mano, a questo delitto, commesso, per di più dal mio  migliore amico? E che amico sei se mi scassi la  casa? Non sei più un amico! Allora mi sei nemico! Sei un'anima nera! un traditore! una cosa fitusa! (accalorandosi, per poi calmarsi) Certo, tu potresti dirmi…

Castagmazzo- ( voce del Castagnazzo, molle, suadente) … E a te chi te lo disse di costruire la casa addosso a me? Bella schifezza che hai fatto Cosimo!  Bella schifezza! E adesso che pretendi? che lo paghi solo io il tuo errore?-

Cosimo- Ma quale errore! Non ti lasciai un po' di gioco?-

Castagnazzo- E vuol dire che fu poco. Non sai che gli alberi  crescono e s'ingrossano? E che noi castagni siamo piante secolari?-

Cosimo- Scopristi l'America! E fu per questo che mi appoggiai, fiducioso a te: Confidavo nella tua protezione. E fu anche per buon augurio, sissignore! E, se sei onesto, devi ammettere che ti fece pure piacere.-

Castagnazzo- Piacere? Scoppiai dalla gioia! Eccome! Mi feci anche  più dritto per assecondarti; alzai i rami per non  infastidirti; e ammonii tutti intorno: Non disturbatelo! E si! Mi feci commuovere dal tuo gesto: il figlio del mio amato padrone cercava la mia protezione. - altrimenti avrei dovuto impedirtelo. Non fu saggio!  Decisamente non fu una cosa saggia! Devo ammetterlo.-

Cosimo- Parole sante, Castagnazzo. E adesso che facciamo?-

Castagnazzo- Questo non lo so proprio. Certo è, che me ne hai dette di tutti i colori, e che mi hai pure ripudiato per amico. Che scelta abbiamo? Quali soluzioni ci restano?-

Cosimo- Poche castagnazzo: o tu oppure io.-

Castagnazzo- Ma dici sul serio? (pausa) Francamente non pensavo proprio che questa storia ci potesse mettere l'uno  contro l'altro - accidenti!: La tua casa contro la mia  vita, se ho ben capito...-

Cosimo- Perfetto! E non ci resta che batterci: io per difendere la mia casa, tu per non morire!-

Castagnazzo- E ti sembra giusto? Non ci sarebbero altre soluzioni?-

Cosimo- E quali? Io non ne conosco! Qua, ripeto, le cose sono due: o tu o io!-

Castagnazzo- Ma ne sei proprio sicuro? Hai proprio deciso? Dev'essere per forza lotta?-

Cosimo- Sicuro! deciso! e sentenziato! Lotta dev'essere!-

Castagnazzo- E tu saresti il famoso "homo sapiens"?-

Cosimo- Che dici castagnazzo! Non ti capisco! Che fai, per caso, lo spiritoso?  pensa, invece a preparare la tua anima - che è meglio - perchè domani inizierà la lotta.-

Castagnazzo- Ma dai Cosimo, non essere impulsivo. Ragiona… consigliati con don Alfio, il tuo principale.-

Cosimo- Quello capisce solo di segheria, non è un vero boscaiolo. Poi, a questo punto, c’è poco da ragionare: mi stai scassando la casa, quindi mi stai rovinando, per cui ti debbo abbattere per salvarmi!-

Castagnazzo - Cosimo, pensa alla nostra amicizia! torna in te, ti prego.-

Cosimo- Basta! Non essere patetico. Ed ora non c’è altro da dire!-

Castagnazzo- Allora debbo pensare che per forza vuoi la lotta?-

Cosimo- Sissignore. Lotta dev’essere e lotta sia!-

Castagnazzo- E pazienza - lotta sarà!-

Luci su Maddalena.

Maddalena – E l’uomo, con una scure nell’unica mano, iniziò la sua lotta vitale col costagnazzo. Fu veramente dura: Cosimo si buscò una sferzata di un ramo in pieno viso, si scorticò la mano con una corda che non riuscì a controllare, si slogò una spalla, sudò le famose sette camicie, ma non mollò. Non mollò a causa del “ curriu”, cioè dell’incaponirsi, intestardirsi come un mulo, per realizzare la sua vittoria o la sua pazzia.

Luci su Cosimo.

Castanazzo- Cosimo che t'è successo?-

Cosimo- Come se non lo sapessi...-

Castagnazzo- Io? e cosa dovrei sapere?-

Cosimo- Non fare il tondo: sai bene quello che mi è successo. Mi sono procurato probabilmente una maledetta slogatura lavoravamo su di te...-

Castagnazzo- Davvero?-

Cosimo- Non mi dire che dormivi.-

Castagnazzo- Forse si e forse no.-

Cosimo- Ah, fai il Nofrio, lo gnorri. Mi hai conciato per le feste e fai finta di nulla?-

Castagnazzo- Io avrei conciato te? O sei stato tu stesso a conciarti così'.-

Cosimo- Ah, tu non ne sai niente, vero?-

Castagnazzo.- Coscimu, Coscimu, ma quando la smetti d’addossarmi sempre delle responsabilità che non mi appartengono?-

Cosimo- Continua, và! Mi hai conciato per benino- come un San Sebastiano- con poche perdite, è vero; ma non credere d'aver vinto, sai? -

Castagnazzo- Vuoi ancora continuare? Non hai cambiato idea?-

Cosimo.- E che uomo sarei allora? Certo che continuo la lotta. E non cambio idea. Ed ora che hai parlato troppo, sai che ti dico? che ti taglierò alla base, cascasse il mondo.-

Castagnazzo- Rifletti meglio Cosciminu, curati le ferite che ti sei prodotte, e dopo, con calma, ne parleremo.-

Cosimo- Questi sono affari miei.-

Castagnzzo- Non ne dubito... però ci sono anch'io, non scordartelo.-

Cosimo- Non me lo scordo, anzi sai che faccio? mi faccio un nodo al fazzoletto. ( ma nell'eseguire, la slogatura gli fa male e guaisce di dolore). Dannato Castagnazzo! ( fa un gesto di minaccia ed emette altro urlo di dolore). -

Castagnazzo- Perchè non vai dall’aggiustaossa?-

Cosimo- E a te che te ne importa?-

Castagnazzo- Niente, niente. Volevo solo suggerirti, per il tuo bene, di andare a farti sistemare quella spalla.-

Cosimo- Ci penerò io alle mie cose.-

Castagnazzo- Capisco... certamente (pausa) e se, intanto che t'aggiusta la spalla, ti parlasse di Maddalena?-

Cosimo- Che ne sai tu di Madda... della signorina Maddalena?-

Castagnazzo- So tutto io. Ho i miei informatori: Me l'ha detto un uccellino, il quale  mi disse anche perchè sei Coscimu c'un brazzu.-

Cosimo- Fatti gli affari tuoi, castagnazzo.-

Castagnazzo- Ma perchè sei così scorbutico e cocciuto? o meglio: riservato e troppo modesto? - tistazza direbbe don Alfio, tuo principale- in fondo commettesti una bella azione, no? salvasti una donna dalle grinfie di un energumeno che voleva violentarla - forse ucciderla ...-

Cosimo- ...zitto, per favore.-

Castagnazzo- ...peccato che nella lotta finisti contro la sega elettrica in moto...Peccato per quel braccio perso così stupidamente ed eroicamente nello stesso  tempo... Peccato! Ora lei se ne sta chiusa in casa…

 Cosimo- Lo so. So tutto, io. E non ho bisogno delle tue informazioni. Eppoi stai dicendo solenni sciocchezze!-

Castagnazzo- A si? E allora aspetta e vedrai cosa ti dirà la zia Tura, l’aggiustaossa...-

Cosino- So cosa mi dirà e so cosa risponderò io: Sono un poveraccio - io. Per di più difettato e avanti con gli anni. E la signorina è sempre un gran dama, una nobile, ancora bella, istruita... macchè non può essere – nemmeno per sogno...-

Castagnazzo- Tu le vuoi bene.-

Cosimo.- Io? Sciocchezze!-

Castagnazzo- Tu l'ami e l'hai sempre amata.-

Cosimo- Castagnazzo, io non so cos'è l'amore - figurati. E ora basta parlare. Che? forse mi vorresti distrarre dal mio intento con le chiacchiere?-

Castagnazzo- Mai sia. Tu sei un uomo, io solo un albero. Io non capisco nulla di sentimenti, poi non conosco i vostri trucchi... Buonanotte Cosimo.-

Cosimo- A domani castagnazzo!-

Castagnazzo- A domani uomo.-

Buio lentamente.

Riprendono le luci

Cosimo- Allora Castagnazzo, che fai "assuppi"? non reagisci  più? ti arrendi?-

Castagnazzo- Io? arrendermi? e perchè?-

Cosimo- Perchè ti sto demolendo!-

Castagnazzo- A me? Tu stai demolendo la tua casa da te stesso. Guarda come l'hai ridotta: manca il tetto, la parete è sfondata, dentro hai il finimondo, e staresti demolendo me? Ma sii serio! se avevi intenzione d'abbattere la tua casa, perchè non mi lasciavi in pace?-

Cosimo- Io sto solo predisponendo il terreno per abbatterti, secondo il piano stabilito. E per farlo, debbo sacrificare qualcosa.-

Castagnazzo-  Ma scusa, questo famoso piano della tua grande strategia, non poteva prevedere prima questo sventramento della tua casa?  E se sventravi la casa, non potevi costruirla  più in là?  E se la costruivi più in là, non mie potevi lasciare tranquillo a godermi questi ultimi cento, duecento anni di vita? Ci vuole la grande intelligenza umana per arrivare a questo? O ci voleva il buon senso di noi castagni?-

Cosimo- Non ti dare arie, bello mio. I piani noi uomini sappiamo farli, eccome! Tu, per esempio, sapresti tener conto del "curriu"? No! Quindi taci!-

Casimo- Il "curriu"? e che roba è?-

Cosimo- E' la volontà dell'uomo. Quella grande tensione morale che ci fa portare a termine un'impresa.-

Castagnazzo- Ne sei sicuro?-

Cosimo- Sicurissimo!-

Castagnazzo- Non sarà per caso, chessoio... puntiglio, ostinazione, oppure falso orgoglio?-

Cosimo- Che ne sai tu di queste cose? Questi sono moti dell'anima che appartengono esclusivamente all'uomo.-

Castagnazzo- Purtroppo per voi...-

Cosimo- Purtroppo un corno! essi ci esaltano e ci fanno fare grandi imprese.-

Castagnazzo- Anche se poi risultano sballate?-

Cosimo- Sballate, sballate - no... Ma non certamente nel nostro caso. Nel nostro caso è solo una questione di...-

Castagnazzo- ...curriu!-

Cosmo- Oh, ma sei proprio scocciante! Ed ora smettila, debbo lavorare.-

Castagnazzo- Fai, fai pure, poi...-

Cosimo- Poi, cosa? stai forse architettando qualche diavoleria?-

Castagnazzo- Sono un vecchio castagno, cosa ne so io di diavolerie.-

Cosimo- Posso crederci?-

Castagnazzo- Padronissimo!-

Cosimo- Padronissimo si! E sappi che non mi spaventi con le tue velate minacce. E ora fine della discussione, attacco il tronco, alla base, e per te sarà la fine.-

Castagnazzo- Vedremo...-

Cosimo- Vedrai prestissimo. Per intanto incomincia a vedere questa, che ne dici?-

Castagnazzo- Cos'è  quell'aggeggio?-

Cosimo- Questo aggeggio sarebbe una motosega, per servirti.-

Castagnazzo- Dovrebbe servire a me? E come si usa?-

Cosimo.- Si usa così: Si mette una mano qui, un'altra lì...-

Castagnazzo- ...basta così! Basta così': Una mano qui, lo posso anche capire; ma l'altra lì, non lo capisco proprio. Tu sei Coscimu c'un brazzu, non lo scordare.-

Costagnazzo- A cosa fitusa! mi “ sbenti”? mi prendi pure in giro? Mi beffeggi? Aspetta e vedrai come ti sistemerà  'st' aggeggio!-

Castagnazzo- Questo non è leale.-

Cosimo- Questo è progresso!-

Luci su Maddalena.

Maddalena - Ma Coscimu non mollò, non mollò a causa del famigerato “ curriu”,  per realizzare la sua grande vittoria… o la sua ultima pazzia: e poi la sega improvvisamente s’imbizzarrì, lui con una sola mano non riuscì a controllarla, e quella maledetta lo colpì al viso, scaraventandolo a tre metri di distanza. 

Luci su Cosimo-

Cosimo- Castagnazzo, che m'hai fatto?  (biascica toccandosi la faccia dolorante e restando supino per terra). -

Castagnazzo- Cosimo, Cosimino, che ti è successo?-

Cosimo- Sono rovinato! m’hai fracassato la faccia, non posso muovermi, sono come paralizzato, non riesco a muovere le gambe. Che mi hai combinato, Castagnazzo?-

Castagnazzo- Io? niente! Sei stato tu che hai fatto tutto, tu con quella maledetta motosega: hai urtato con la sua lama una grossa pietra lavica che stava fra le mie radici.-

Cosimo- Come una pietra? e questo? (si tocca la faccia) e  questo? (si tocca la schiena)-

Castgbazzo- Quell'aggeggio del diavolo, urtando la pietra, s’è  imbizzarrita, ed è saltata per aria.  Quella maledetta sega t'ha colpito al viso e t'ha scaraventato sullo spuntone roccioso, alle tue spalle.-

Cosimo- Me lo sento fitto nella schiena. Che dolore! M'hai rovinato Castagnazzo, m'hai rovinato.-

Castagnazzo- Io sono innocente, te lo giuro su tuo padre!-

Cosimo- Non giurare, non giurare. M'hai rovinato...-

Castagnazzo- Tu hai rovinato me! Guardami: m'hai spogliato dai rami, mi hai segato il tronco, mi reggo appena appena; m'è rimasta solo la corteccia. Non sto certamente meglio di te Cosimo.-

Cosimo- Ma tu il prossimo anno avrai virgulti alti due metri...-

Castagnazzo- ...li avrei avuti! Ma tu con quell'arnese tagliandomi alla radice, mi hai tagliato anche l'anima. Tu m'hai portato via anche la vita. Addio, addio, Cosimo con un braccio.-

Cosimo- Castagnazzo! Castagnazzo! Non morire... non morire... (Cosimo ritenta ancora d'alzarsi) Castagnazzo,  Castagnazzo mio, sono immobilizzato, ho la mascella  spappolata, non riesco a chiedere aiuto.  Passasse qualcuno... magari qualche carbonaio. Oddio il vento! (si sente il vento sibilare) Il vento,  il vento ti fa oscillare.  Castagnazzo... non t'abbattere, per carità, sono sulla tua traiettoria, ti prego non cadere, non riesco a muovermi.(pausa) E' il Maestrale?... Signore Iddio, fa che non sia il Maestrale. Quello è vento pazzo, imprevedibile, con le sue raffiche... Castagnazzo non oscillare! Ho paura! Una raffica più forte e sarà la nostra fine...Ma che abbiamo fatto, Castagnazzo? Ma che follia! E proprio ora che avrei voluto riprendere a vivere! proprio ora che … Maddalena, proprio ora! No, no! Cade! Signore iddio mi pento con tutto il cuore...-

Con un forte boato il castagnazzo rovina giù.

Luci su Maddalena.

Maddalena – E il tronco, sospinto da una forte raffica di vento, gli rovinò addosso. ( come se parlasse con qualcuno che non si vede in scena, o agli spettatori) ... a voi sembrerà chissacchè, ma i boscaioli dicono che quel giorno, per tutta la montagna, si udì l'eco di un forte urlo, come se fosse il grido di un gigante - dicono. E forse era il Castagnazzo che urlava acute accuse alla natura e folli implorazioni al cielo. (intanto si alza e incomincia a uscire dal cono di luce). E quando scoprimmo la disgrazia, (accenna al tronco), qualcuno fece notare che il tronco era contorto, quasi avvitato su se stesso.  E questo - dicono - perchè il Castagnazzo aveva  tentato, fino all'ultimo, di schivare Cosimo con un  braccio.  - dicono. Mah, chissà... si dicono tante cose... si dicono… e si dice anche che io sono rimasta nubile … per lui  - perché segretamente innamorata…dicono. ( e  lentamente esce dal cono di luce e dalla scena).-

Musica che riprende per mezzo minuto e luci che calano.