Farsa
di Lucio De Felici
da COSA DITE?
Editrice Tusculum Frascati
PERSONAGGI:
Peppina
Peppona
Vincenzino
Il Professore
IL CHIRURGO DISTRATTO
Immortalato dal teatro comico di ogni tempo è il malato immaginario. Questa farsa ci presenta invece un malato vero.
Scena: una bianca camera d'ospedale. Al centro un lettino ove è degente Vincenzino.
All'aprirsi del sipario, dopo una breve pausa, entrano Peppina e Peppona, provinciali sotto ogni aspetto, preceduti dal professore.
Professore Ecco qui vostro fratello.
Peppina Grazie, professore.
Professore Si è appena riavuto dagli effetti dell'anestesia. Perciò mi raccomando: poche domande. È necessario che non si affatichi enormemente.
Peppona Non dubiti, professore.
Peppina Non dubiti.
Professore Io esco per un caso urgente. Per qualsiasi motivo, non avete che da rivolgervi all'infermiera o alla suora. Del resto torno subito. (esce).
Peppina Non nego che ho un po' di soggezione. Forse era meglio non venire.
Peppona Stupida. Non c'è da preoccuparsi. Eppoi il professore ha detto che ritorna subito.
Peppina Come il medico del mio paese. Aveva lasciato scritto sulla porta di casa: «Torno subito ».
Peppona Con questo?
Peppina Quando ritornò ritrovò un altro biglietto. « Troppo tardi: è già morto ».
Vincenzino Chi è? Ah, siete voi! Venite, venite qui vicino! Sono proprio contento che siete venute a trovarmi. Mi fa piacere!
Peppona Beh, come stai Vincenzi’?
Peppina Come va?
Vincenzino (dopo essere stato aiutato a tirarsi sul guanciale) Grazie a Dio tutto a posto. È andata bene!
Peppina (terrorizzata) E lo dici così?
Vincenzino (trasecolando) Perché? Come lo debbo dire?
Peppina Porta disgrazia!
Peppona Cosa c'entra adesso questo discorso?
Peppina Per l'amor del cielo! Non si deve mai dire che è andata bene. Uno crede. Non si sa mai... può illudersi...
Peppona Cretina! Lo dice perché si sente sicuro.
Peppina Non si può sapere. Ti ricordi il figlio del rigattiere?
Peppona Chi? Arturo?
Peppina Sì, Arturo. Fu operato di ernia « ricicciante »!
Peppona Beh?
Peppina Come, beh? Non ti ricordi che è crepato? Una cosa da niente.
Vincenzino (tra i denti) Crepato?...
Peppona Ma... insomma, son discorsi da farsi questi? Eppoi la chiami cosa da niente?
Peppina Da niente. Perché, oggi, un'ernia come quella ce l'hanno quasi tutti.
Peppona (nervosa) Che c'entra adesso l'ernia con l'appendicite di Vincenzino?
Vincenzino Quello che dico anch'io! Porca miseria!
Peppona Tu statti zitto che non puoi parlare!
Vincenzino Non parlo.
Peppina È un'operazione come un'altra. Quando c'è la pancia di mezzo, le operazioni sono tutte pericolose, caro mio! Perciò non bisogna mai dire che è andato tutto bene. Non si sa!
Peppona (arrabbiandosi) Per Vincenzino è andata bene, ecco!
Peppina (cocciuta) Ma non si può sapere.
Peppona E invece si sa.
Peppina Non si sa.
Peppona Si sa.
Vincenzino Io dico che sarebbe meglio che...
Peppona Tu stai zitto ché non puoi parlare!
Vincenzino Non parlo.
Peppina Certe affermazioni non si debbono fare in nessun caso. Ti racconto quel che successe a mio cognato, poco tempo fa.
Peppona Non significa niente.
Peppina Significa, significa.
Peppona Sentiamo quel che successe.
Vincenzino Sentiamo.
Peppina Cosa vuol dire il destino!... i casi della vita... Mah! Dunque... Capitò a mio cognato, Mollicone. Lo conosci?
Peppona Sì, lo conosco!
Vincenzino Quello che abita vicino allo scarico?
Peppona Stai zitto una buona volta!
Peppina Fu operato alla pancia per un budello « zigrinato ».
Peppona Santo cielo!
Peppina (sempre più tragica) Ulcera!
Vincenzino (tra le labbra) Ulcera!
Peppina Fu salvato per miracolo!
Peppona E come fu?
Peppina Chissà come fu... come non fu... Basta, gli dovettero riaprire la pancia per la terza volta. Sapete cosa trovarono dentro?
Peppona Cosa?
Peppina Il coso... come si chiama? Il coltello del dottore!
Peppona Ma no?
Peppina Ma sì! L'aveva dimenticato il chirurgo.
Vincenzino Ma non è possibile? Un bisturi?
Peppina Ecco, precisamente, un bisturi.
(Breve pausa carica di meditazioni)
Peppina Non è finita.
Peppona C'è dell'altro?
Vincenzino (dando in smanie) Sentite, non sarebbe meglio...
Peppona Tu statti zitto!
Peppina Capitò a Rondinone, l'anno scorso. Era venuto proprio in questa stessa clinica. Cosa fu... cosa non fu... alla fine dell'operazione dovettero riaprirgli la pancia.
Peppona Ma dici sul serio? A Rondinone?
Peppina Proprio qui dentro, a Rondinone. E sapete cosa ci trovarono dentro il ventre? Gli occhiali del chirurgo.
Vincenzino Oh, povero me! Sudo freddo!
Peppona Vuoi piantarla? Non devi fiatare!
Vincenzino E chi parla? Non ne posso più. Mi si rivolta lo stomaco!
Peppina E si racconta che ad un altro, che si era operato di appendicite come te, avesse dimenticato alcuni ferri chirurgici. Gli aghi.
(Vincenzino s'agita in preda alla febbre).
Peppona Santo cielo! Poveraccio!
Peppina Sapeste che strazio! Crepò in poche ore. E che grida!
(Vincenzino comincia a lamentarsi).
Dovevate sentire che urla strazianti. Una cosa da fare accapponare la pelle. Persino la gente, giù in piazzetta, sudava freddo. Vi assicuro delle grida inumane.
Peppona Per la miseria! I ferri! Gli aghi.
Peppina Gli aghi!...
(Vincenzino si lamenta ancora di più. Lungo silenzio. Poi dalla porta entra il professore).
Professore (con dizione imperativa) Avete visto per caso il mio ombrello?
(Urlo di Vincenzino, mentre veloce cala il sipario).