Il ciclo delle noci di cocco

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IL CICLO DELLE NOCI DI COCCO

Commedia in un atto

Di LUIGI CHIARELLI

PERSONAGGI

GIORGIOPITECO

CARLOPITECO

MARCOPITECO

UN MILANESE

Cateragia per il Sito GTTEMPO

Ne/ fondo d'un bosco intertropicale. Nelle relazioni degli esploratori e nei romanzi viatici non fu mai dato di incontrare un bosco di così favolosa magnificenza, Perché la natura, non ostante i suoi nobili sforzi, non è mai riuscita a produrre bellezze che agguaglino quelle create dall'immaginazione. E noi questo bosco abbiamo scelto a sfondo del convegno, Perché gli uomini sedentari che vivono nelle città ne facciano cono­scenza e, se il caso si presenti, ne parlino come di cosa vista. Si coglie questa occasione per consigliare questo placido ed economico sistema di fare grandi e perigliosi viaggi, sebbene sia già stato e sia tuttora praticato da preclari e letteratissimi esploratori. Nella chioma dèi giganteschi alberi di cocco è annidato tutto un popolo di scimmie; esse si intrattengono in questi spassi che prediligono, e, che han loro dato fama presso gli uomini; si comprende però che, reputando inutile scimmiottare le scimmie, esse soffrano di non poter contraffare i gesti e gli atteggiamenti altrui. Giorgiopiteco, Carlopiteco e Marcopiteco si sono riuniti d'urgenza in Comitato di salute pubblica, e tengono seduta.

Giorgiopiteco           - (che presiede) Sarò breve!

Carlopiteco               - Benissimo.

Giorgiopiteco           - Sarò breve!...

Marcopiteco             - Abbiamo capito!...

Giorgiopiteco           - Non m'interrompete, e rispet­tate il presidente!

Carlopiteco               - Auff!...

Giorgiopiteco           - Sarò breve!... Vi ho convocati, Perché nuovi e terribili maligni uomini ci minacciano!

Carlopiteco               - Abbasso gli uomini!...

Giorgiopiteco           - Taci!... Sarò breve: tutte le nostre sciagure ci derivano da quel traditore pitecantropo...

Carlopiteco               - Oh!...

Giorgiopiteco           - Che cos'hai?

Carlopiteco               - Dici: sarò breve, e muovi dal pitecantropo?

Giorgiopiteco           - Sì, dal pitecantropo, o si­gnori...

Carlopiteco               - Pazienza! (e si addormenta)

Giorgiopiteco           - Dal pitecantropo che primo abbandonò gli attributi della nostra specie, per avviarsi, con un succedersi di umilianti rinuncie, alla forma umana. Trascurò la sua coda dapprima, che pur così grandi servigi gli rendeva, per... (udendo russare Carlopi­teco, urla) Svegliati!...

Carlopiteco               - (destandosi di soprassalto) Eh?... Che c'è?... Dove sono?... Perché mi hai svegliato?

Giorgiopiteco           - E' questo il rispetto che hai per la parola del presidente? (gli tira una noce di cocco sulla testa).

Carlopiteco               - Ahi!... Che colpa ne ho io se mi addormento? Racconti delle storie così vecchie!...

Giorgiopiteco           - Vengo al fatto.

Carlopiteco               - Finalmente!

Giorgiopiteco           - Sarò breve!... L'uomo, non pago d'aver tratto da noi la sua personalità fisica, di scimmiottare le nostre funzioni fon­damentali ed alcuni nostri sollazzi caratteri­stici, di averci retrocesse nei piani delle ge­rarchie animali, l'uomo, questo mammifero del biberon, non soddisfatto dell'impero che esercita su di noi quando riesce a catturare qualche esemplare della nostra specie e a portarselo nelle sue lontane città dove le noci di cocco nascono sui muri dei bars, l'uomo, signore e signori, ha impreso ora a sostituire i suoi organi deperiti con organi in perfetto stato di conservazione e funzionalità, (dando un violento scapaccione a Marcopiteco) Tu, sta fermo con quella mano, mentre io parlo!

Marcopiteco             - E allora che cosa faccio, io?

Giorgiopiteco           - Tu, ascolti!... (gli tira una noce di cocco sulla testa).

Marcopiteco             - Ahi!

Giorgiopiteco           - Sarò breve!... Non è che io voglia, onorevoli colleghi, contestare all'uo­mo il diritto di sostituire i suoi pezzi anato­mici, quando quelli di cui egli dispone si rivelino inadeguati alle funzioni che debbono compiere; lungi da me questa tirannica idea; ed io non sarei qui a parlarvi con questo amaro e tragico tono se l'uomo si compor­tasse nei riguardi dei suoi organi con lo stes­so sistema che usa per le macchine, adope­rando cioè pezzi di ricambio ottenuti artifi­cialmente. Ma siccome la sua scienza non è altro che inganno e millanteria, così egli è stato e non sarà mai capace di farsi un naso, un'unghia, un capello; è superfluo, per esem­pio, che io vi illustri tutta l'inutilità delle lozioni per i capelli: chi è calvo non ha spe­ranza di veder rifiorire una chioma sulla sua testa. E in quanto alla testa... che testa!... Del suo cervello, voi lo sapete, è meglio non parlarne; non è nemmeno commestibile come quello dei più umili capretti; le idee che ci son dentro, poi... L'uomo ride di noi quando ci sorprende a contraffare i suoi gesti, senza pensare che così egli ride implicitamente di sé stesso, e senza capire che se noi ci atteg­giamo come lui è solo per amor di buffoneria, vedendo quanto egli sia ridicolo nelle sue menzogne. (Dando un poderoso scapaccione a Marcopiteco). Ti ho già detto di star fermo con quella mano!

Marcopiteco             - Ma io mi annoio a star qui sen­za far nulla!

Giorgiopiteco           - Ascoltami, e non ti annoierai. (Gli tira una noce di cocco sulla testa).

Marcopiteco             - Ahi!...

Carlopiteco               - Ne hai ancora per un pezzo?!...

Giorgiopiteco           - Sono il presidente e parlo quanto mi pare! (Gli tira una. noce di cocco sulla testa).

Carlopiteco               - Ahi!...

Giorgiopiteco           - Sarò breve!... Vi dicevo dun­que che l'uomo, per istigazione di un certo medico, ha preso l'abitudine di sostituire al­cuni suoi organi esausti con altri che toglie a noi!

Carlopiteco               - A noi? Ma io li ho tutti i miei organi!

Marcopiteco             - Anch'io!

Giorgiopiteco           - E anch'io! Dicendo noi io in­tendo noi scimmie. Ed ha incominciato, inor­ridite, a toglierci le glandole tiroidi.

Marcopiteco             - (atterrito) Eh?

Carlopiteco               - Misericordia!...

Giorgiopiteco           - Sì, amici miei, le nostre belle tiroidi, le nostre gloriose tiroidi, le nostre inesauribili tiroidi!...

Carlopiteco               - Guerra all'uomo!...

Marcopiteco             - Morte all'uomo L..

Giorgiopiteco           - E come se ciò non bastasse, ora ha cominciato .a toglierci anche il pan­creas!

Carlopiteco               - Orrore!

Giorgiopiteco           - Ora io vi domando: Dove an­dremo a finire se si va avanti di questo passo? Che io vedo in pericolo, dopo le tiroidi e il pancreas, il nostro stomaco, il nostro fegato, il nostro cervello, il nostro ombelico. Volete voi, dopo essere (Stati stiroidati e spanereatizzati,  essere  via  via,  Stomacati,  sfegatati, scervellati, sbellicati?

Marcopiteco             - No!

Carlopiteco               - No!...

Giorgiopiteco           - È allora è venuto il momento, signore e signori, delle virili risoluzioni.

Carlopiteco               - Interroghiamo il popolo.

Marcopiteco             -  Parli  il  popolo!...  (A  gran voce) Popolo a noi!... (//  popolo  delle  scimmie  accorre  tumul­tuando).

Giorgiopiteco           - Popolo! L'uomo minaccia le parti più vitali del nostro corpo! E' giunta l’ora di difenderci! Che cosa dobbiamo fare?

Popolo                      - (ad una voce) Guerra!... Guerra!...

(Al formidabile grido le foglie del bosco fre­mono come sotto il vento).

Giorgiopiteco           - E sia la guerra! Avanti!

(// popolo si mette in marcia, armato di noci di cocco).

 (Sono cento anni, che l'esercito è in marcia. Di quando in quando scop­piano tra le file gli inni guerreschi cantati con un bei ritmo marziale. Le noci di cocco sono finite, e le truppe si nutrono di frutta; una scimmia ha inven­tato gli spaghetti al pomodoro che hanno ottenuto un grande successo, e che cominciano a prendere un posto importante nell'alimentazione delle scimmie. Le quali scimmie a cagione, si crede, del cambiamento di alimentazione, vanno perdendo alcuni dei loro più tipici caratteri fisiologici.

Son passati alcuni secoli da che l'esercito si mosse per guerreggiare. Le truppe sono vestite di gabardine color « kaki »; ed hanno scarpe ai piedi e guanti alle mani. Il loro vitto ha raggiunto la più squisita raffinatezza: man­giano sadwichs con prosciutto cotto, e risotto alla milanese.

E' un giorno d'agosto, verso il crepuscolo. Improvvisamente le avanguardie si trovano dinanzi ad'una bella foresta; alcuni cartelli posti sul limitare ne dicono il nome: Milano.

Le avanguardie retrocedono, per informare lo stalo maggiore. E poco dopo i reggimenti, musiche in testa e vessilli.spiegati, muovono cantando alla conquista della prima città incontrata dopo secoli di cammino. Superale le barriere, l'esercito si addentra nella metropoli. Qua e là fra i grandi alberi incontra ruderi di vecchie costruzioni. Qualche iscrizione aiuta a identificarle: Teatro Manzoni, Savini, Cova; ed altre iscrizioni permettono di conoscere antichi usi o avvenimenti: Corse al galoppo, Bata-clan, Fiera campionaria.Avanzando sempre più verso il centro della città il gruppo di generali che è a capo dello esercito vede mi assembramento di scimmie).

 Giorgiopiteco          - Oh, guardate, ci sono le scim­mie anche a Milano!

Marcopiteco             - Ce le avranno portate gli uo­mini per far loro quelle tali operazioni...

Carlopiteco               - Audiamo a liberarle.

Giorgiopiteco           - Ma che scimmie sono? Non capisco! Bertucce, macachi, babbuini, man­drilli?... Mali!... (Giunto presso le scimmie rivolge loro la parola) Amici, che cosa fate qui? Siamo venuti qui per liberarvi, e per far le vostre vendette!... Diteci, dunque, dove sono i milanesi.

Milanesi                    - I milanesi? Ma i milanesi siamo noi?

giorgiopiteco            - Voi? Ma non sono uomini i milanesi?

Milanese                   - Eravamo!... Ma un giorno sorse in Europa un certo medico il quale cominciò a cambiare i nostri organi che non funziona­vano bene con altri organi tolti alle scimmie. E cambia mi pezzo oggi, cambiane mio domani... eccoci qua!... E come a Milano così in tutto l'antico mondo civile. Siamo tornati alle origini. Il ciclo è chiuso.

Giorgiopiteco           - (stupito) Oh!...

Milanese                   - E voi, uomini, di che razza siete?

Giorgiopiteco           - (ancor più stupito) Eh?

Milanese                   - Sì: a quale razza appartenete?

Giorgiopiteco           - Noi, uomini?

Milanese                   - Voi; volete che non riconosca gli uomini ?

 Giorgiopiteco          - (indicibilmente stupito) Oh!...

Milanese                   - Ebbene?

Giorgiopiteco           - Ci penserò!... (volgendosi a Carlopiteco) Hai sentito? Eravamo uomini e non lo sapevamo!...

Carlopiteco               - Poveri noi, siamo rovinati!...

Giorgiopiteco           - (ai generali) Ordinate alle truppe di circondare la città e di catturare tutte le scimmie che troverete. Non si sa mai; da un momento all'altro possiamo aver bisogno di tiroidi, di pancreas, di fegati...

SIPARIO STORICO