Il circo

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IL CIRCO

Commedia in due atti

di Luciano Marocco

PRIMO ATTO

La scena si svolge all'interno della pista di un circo.

I pochi attrezzi, tra i quali il trapezio, sono sudici, il tendone è rattoppato e in più punti strappato e dagli squarci si intravede il cielo azzurro. In pista ci sono delle seggiole rotte o malandate.

PERSONAGGI

Rodolfo Deberio

Elena Deberio sua moglie

Ornella Deberio sua figlia

Romeo Deberio

Pippo il clown

Don Powers

Sandrino

Il Sindaco

Erasmo

Deberio padre

Il leone

La signorina

Il giornalista

Un signore

Una cameriera

Enea

Due operaie

Un frate

Una voce fuori campo

Tamburino


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Deberio – Che ore sono?

Elena – Le dieci... Il campanile ha suonato...

Deberio – Non ne ho mai visti di campanili così...

Elena – Suona anche i quarti... E' un campanile di una volta, quando la gente

non aveva gli orologi...

Deberio – Io ce l'ho

Elena – Io... ce l'avevo...

Deberio – Te l'avevo regalato io...

Elena – Al quinto anniversario di matrimonio... Che bella roba

Deberio – Ce ne sono tanti

Elena – Non è una ragione...

Deberio – Ho fame... Sono giorni che non mangiamo eh...

Elena – Il fachiro Duncan ha resistito quaranta giorni...

Deberio – Poi  si  è  saputo  che  ogni  giorno  mangiava  una  bistecca...  Falso

fachiro.Ma poi perché voleva stare quaranta giorni a digiuno?

Elena – Per sfida contro il fachiro Michele, che a sua volta aveva resistito

trentotto giorni...

Deberio – Ce la faremo?

Elena – Sei pazzo?

Pippo – (come svegliandosi da un lungo sonno) Che giorno è?

Ornella – (si alza e di corsa va alla ribalta) Signore e Signori, buonasera. Il

circo Deberio inizia il suo spettacolo con un numero eccezionale... Ecco a voi Pippo e Giuseppe

Entra in scena il leone ruggente, percorre lentamente tutta la ribalta osservando il pubblico. Sandrino suona “Ortisei” alla fisarmonica. Pippo si trova al centro della scena e aspetta che il leone gli venga incontro. Gli altri sono assorti.

Pippo

Vieni Giuseppe... Giuseppe!!!

Leone

L'hai vista quella bionda?

Pippo – Quale?

Leone

Decima fila, terza poltrona...

Pippo

Ah si, si...

Leone – Che ne dici?

Pippo

Non c'è male...

Leone

Falla venire

Pippo

Non la conosco...

Leone – (ruggisce) Chiamala...

Pippo

Ti ripeto che non la conosco... Calmati...

Leone

Se non la fai venire qua ti mangio...


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Pippo – Signorina ehm.... come si chiama?

Signorina – Dice a me?

Pippo  – Si, ecco vede... Senta, venga su              ...

Signorina – Vengo lì?

Leone – Bene.... bene         ...

Pippo – Non abbia paura. non le farà nulla    ...

Signorina – Che bello... che carino.... E' africano?

Leone – No, mio padre è di Bologna e mia madre di Torino. E lei?

Signorina – Io? Di Vercelli      ...

Leone – Com'è il mercato del riso quest'anno?

Signorina – Scarso.. ne dovremo importare dalla Cina  ...

Leone – E' venuta con il fidanzato?

Signorina – Si... E' lui che mi ha portata   ...

Leone – Mi accompagna in gabbia?

Pippo – Giuseppe      ...

Leone – Vai via... Vai a fare due passi   ...

Pippo – E va bene.. ne riparliamo       ...

Leone – Mi fai saltare la carne?

Pippo – Certo... la carne.. la tua solita razione. Scegli: o lei o la carne...

Leone – Sei così cattivo? Se mi togli la razione non posso lavorare. Su fai il

bravo              ...

Pippo – Sono stato chiaro.. E poi, in quanto a lavorare o meno, dipenderà da

questo.. (impugna il forcone)

Leone – Se la metti così.... Lavorerò, lavorerò.. (rivolto alla bionda) Come ti

chiami?

Signorina – Claudia

Leone – Claudia, mi ami?

Signorina – E' tanto che sei nel circo?

Leone – Lasciamo perdere...

Signorina – Quando non lavori cosa fai?

Leone – Dormo... Mi gratto.. e tutto il resto      ...

Signorina – Non pensi a quelli che sono in Africa.. all'aria aperta.. liberi di fare

l'amore e tutto il resto?

Leone – Quelli li ammazzano nei safari.... è difficile morire bene.... morirò di

vecchiaia.. in quanto all'amore. Sono tre settimane      ...

Signorina – Poverino... che ti succede?

Leone – Tre  anni  fa,  c'era  una  bellissima  leonessa,  filavamo  che  era  un

piacere.. Questo lo diceva la tigre che ci stava a guardare. Dopo un

anno i signori vendettero la leonessa per motivi economici, finanziari


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e altro... ne feci una malattia... C'erano delle sbarre che mi dividevano dalla tigre... in principio era una cosa insolita, poi lui (Pippo), tutte le sere mi faceva andare da lei e poi... sono rimasto solo...

Signorina – Come farai?

Leone – Mi viene da piangere, mi sento solo... Mi ami?

Signorina – Anche se ti amassi... Che cosa potrei fare?

Leone – Non ti senti di tradire lui?

Signorina – Sono molto innamorata

Leone – Vieni

Signorina – E dove?

Leone – Accompagnami in gabbia

Signorina – E poi?

Leone – Tu mi fai una carezza, io ti do la zampa... e tutto finisce lì Signorina – Non posso

Leone – Vieni (le prende una mano) Vieni Signorina – No

Escono, mentre Sandrino che aveva sempre continuato a suonare piano, suona più forte

Pippo

– Che giorno è oggi?

Deberio

Mercoledì

Pippo

Quanti giorni sono che non...?

Elena

Questa notte le bestie sono state calme

Ornella

Avranno dormito...

Elena

Soffrono più o meno di noi'

Deberio

Nella foresta, quando non trovano selvaggina, resistono

Don Powers

– Noi fino a quando?

Deberio

Quaranta giorni, come il fachiro Duncan

Pippo

– E poi?

Deberio

Dio benedirà in eterno...

Elena

Aspettiamo la benedizione...?!? (fa per andarsene)

Deberio

Elena dove vai?

Elena

Lo sai...

Deberio

Dal sindaco ci vado io... Tocca a me... Andrò io a chiedere...

Elena

– Quando?

Pippo

– Quando?

Ornella

– Quando?

Don Powers

– Quando?


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Romeo – (entrando) Ci vai?

Deberio – Signor Sindaco, buongiorno, mi guardi bene, mi guardi gli occhi, le orecchie, la bocca, il naso, le braccia, le spalle, le gambe, i piedi, la pancia. Ho fame... “Fame?” mi dirà lui. Si e anche le bestie... “Le bestie?” mi dirà lui... I cavalli, le colombe, la zebra, l'elefante e anche il leone.. Tutto il mio circo insomma.. Vuole venire a vedere?. “Vengo” dirà lui. Venga, venga a vedere Signor Sindaco...

Entra il sindaco con la fascia tricolore e tutti, uno alla volta:

Tutti – Buongiorno! Buongiorno Signor Sindaco

Sindaco – Buongiorno

Deberio – Mia moglie...

Sindaco – Dovevi essere bella... Le donne del circo mi sono sempre piaciute...

Come ti chiami?

Elena – Elena.. e tu?

Sindaco – Paride... i nostri nomi dicono molto donna...

Elena – Cosa dicono?

Sindaco – Storie... Guerra... Pace... amore, miseria... Benessere Elena – Benessere...

Sindaco – Donna, è ridicolo parlare di benessere a gente...

Elena – Che ha fame... è questo che voleva dire?

Sindaco –   Proprio... Come vi sentite?... Che cosa vi manca?

Tutti – (uno alla volta) La carne!

Sindaco – Chi siete?

Tutti –         (uno alla volta) Grazie!

Sindaco – Nome, cognome, professione, nazionalità, maschi, femmine, razza...

Di dove venite?

Pippo esegue alcune piroette e s'improvvisa ballerino comico

Sindaco – Siete ciarlatani o mendicanti?

Tutti fanno cenno di no

Sindaco – Avete dignità voi...

Deberio – Questi sono i miei figli... (Romeo e Ornella s'inchinano). Don Powers è un fantasista americano ed è venuto in Italia per vedere il Colosseo, Pippo è un clown, Sandrino (non s'inchina) è sordomuto. Non capisce niente, ma qualcosa capisce...Altrimenti come farebbe a suonare la fisarmonica? Le dico la verità, è diventato sordomuto per uno spavento

Sindaco – Prima della disgrazia suonavi?

Romeo – Si


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Sindaco – E' chiaro, non ha perso la memoria. Io avevo un cugino, purtroppo è morto per una cosa grave, sorprese la moglie a letto con l'amante e perse la memoria... diventò sordomuto ecc ecc.

Ornella – Come finì?

Sindaco – La moglie sposò l'amante, ebbero due figli ecc ecc.

Tutti sono assorti nei loro pensieri e Sandrino suona “Ortisei”. Al termine breve pausa.

Sindaco – Se vuoi vieni a casa mia, c'è mia figlia che suona la chitarra, facciamo due salti. Puoi pranzare con noi... Quest'oggi c'è il risotto con le quaglie, faraona al barolo, cervo e cinghiale, vitello tonnato,

melone con prosciutto, zuppa inglese e vini nazionali. La mania dei vini esteri è passata, in Italia abbiamo dei vini così prelibati che è proprio un peccato non brindare una volta insieme... Avete del Barolo?

Tutti fanno cenno di no...

Sindaco – Bevete ancora vin esteri?

Tutti ripetono di no...

Sindaco – Cosa bevete?

Tutti tacciono

Sindaco – Allora parliamo un po' di noi, o meglio di voi... Per esporre il vostro caso pietoso devo pure conoscervi... Sono qui per aiutarvi, avanti parlate...

Parlano tutti insieme...

Pippo   – Pippo Romagnolo

Don Powers – Mi chiamo George Berry

Elena – Elena sono sua moglie

Deberio – Io sono De Berio

Romeo – Signore, io sono Romeo

Ornella – Ornella... Ornella

Sandrino tace

Sindaco – Tu chi sei? Non ho capito un accidenti... Parlate uno alla volta... Tu (guardando Ornella) sei… sentiamo lei...

Ornella – (pausa) Per vivere devo mangiare e io voglio vivere... Per pensare devo mangiare e io voglio pensare... Voglio vedere, voglio conoscere il mondo, la gente, quella bianca e quella nera, quella gialla, quella buona e quella... Mi aiuterà?

Sindaco – (fa cenno a Pippo di parlare)

Pippo – Pippo Romagnolo...


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Sindaco – Perché romagnolo?

Pippo – Devo essere nato in Romagna... Pippo Romagnolo di anni cinquanta

e di professione clown del circo... Vedovo da quindici anni, senza

figli perché lei, mia moglie, era sterile. A 15 anni scappai dalla

Romagna e        venni  in   Lombardia  e  poi  via  via  in  Piemonte,

Liguria, Toscana, Emilia...

Sindaco – Non sai fare altro? Il fattorino, il messo, lo spazzino... Volendo...

Parlando con la giunta, questa sera in municipio...

Pippo – Un clown in municipio... Farei il messo comunale...

Sindaco – (a Don Powers) Lei come si chiama?

Don Powers – Mi chiamo George Berry... In arte Don Powers... Vengo da San

Antonio...

Sindaco – Quale San Antonio?

D on Powers – Quello del Texas signore... Italia paese del sole... Italiani spaghetti e

mandolino, dicevano in America, invece per me italiano buono...

Tanto buono...

Elena – Mi sono sposata a 20 anni... Ero molto bella... Guardi (mostra una

foto).

Sindaco – Che bella figliola... Se l'avessi incontrata me ne sarei innamorato...

Che bella...

Elena – Com'era lei da giovane?

Sindaco – Mi guardi e giudichi lei... (mostra una foto)

Elena – Aveva un naso lungo?

Sindaco – Mi scusi, è mio figlio... Guardi questa...

Elena – Non è poi cambiato molto... Qualche ruga... Qualche capello bianco,

le spalle un po' curve e gli occhi meno brillanti... Sa che aveva dei begl'occhi?

Sindaco – Senta, mi avrebbe sposato?

Elena – Penso di si... Mi piacerebbe essere la moglie di un sindaco... Com'è

sua moglie?

Sindaco – Mia moglie vive con un consigliere comunale da due anni... Non è

una bella donna...

Elena – Vede a che punto lui mi ha ridotta? Sono arrivata alla miseria...

Miseria da mendicanti...

Sindaco – Avete mai chiesto l'elemosina?

Elena – No... Si... L'abbiamo chiesta...

Sindaco – Quante volte?

Elena – Tante volte... Non è vero... E' che chiesta una volta poi diventa

facile... Io mi vergogno sempre... La mia famiglia non faceva certe cosa per vivere, invece qui...


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Sindaco – Anche quello ha fatto?

Elena – Purtroppo si... Non ho voluto che lo facesse la mia bambina, anche se avrebbe reso meglio di me...

Sindaco – E lui? (Deberio)

Elena – Non ha polso... Debole, incapace... Vigliacco... Ha sempre preso quello che ha trovato e... Non ha mai dato niente... Come i cani randagi che prendono il cosciotto di pollo nell'immondizia e leccano le ossa nello sterco...

Romeo – Io... So... Che qualcuno potrebbe, volendo, mettermi su... No, non così, più su... Ancora un po'... Così va bene, qui sto meglio... Vedo i giardini che prima non vedevo... Vedo i fiori, le officine, respiro l'aria che prima non respiravo... E' la mia aria, l'aria del mio domani, l'aria di suo figlio signor Sindaco...

Sindaco  – I miei figli hanno di che sfamarsi, ragazzo...

Romeo – Io so, li conosco i suoi figli... Godono di ottima salute e hanno la ragazza... Anche lei godeva di ottima salute e aveva la ragazza...

Sindaco     – Da giovane avevo sovente mal di testa, ma dopo la cura non mi è più venuto... La mia ragazza era di ottima famiglia ed ora è la madre dei miei figli...

Romeo – Anche lei e il consigliere comunale siete di ottima famiglia... E il consigliere ha avuto dei figli da sua moglie?

Sindaco – Ce n'è uno in arrivo.

Romeo – E lei come si comporterà il giorno del battesimo?

Sindaco – Quel giorno (guarda l'agenda) avrò una conferenza per l'appalto della nettezza urbana.

Romeo – Quel giorno penserà ancora a lei?

Sindaco – E' logico... E' sempre la madre dei miei figli... Questo l'ho già detto mi pare...

Romeo – In principio tutto andava bene... Come era bello in principio... Poi a poco a poco cominciò ad andare meno bene... Sempre meno bene...

Sindaco – Ma cos'hai fatto perché le cose andassero meglio?

Deberio Padre– (ha circa 80 anni) Niente... Mio figlio non ha mai fatto niente...

Romeo – Papà... Pietà...

Deberio Padre– Figlio, figlio mio... Perché mi hai tradito?

Romeo – I tempi papà... Sono cambiati, sono subito cambiati...

Deberio Padre– Dovevi  adeguarti... Hai  perso  il  ritmo... Ti  sei  staccato  dai  tuoi compagni... Loro ne hanno fatta di strada, mentre tu ti sei fermato...

Perché ti sei fermato?

Romeo – Andavano forte, andavano troppo forte per me... Correvano...

Deberio Padre– Non è vero, camminavano bene... Sostenuti, molto sostenuti... Senti..


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Romeo – Eh...

Deberio Padre– L'importante        non                 è            camminare          sempre     bene  o                                              sempre male...

L'importante è mai fermarsi...

Romeo – Perché non me l'hai mai detto?

Deberio Padre– Ti credevo più furbo... E' solo questione di furbizia... L'ha forse detto qualcuno a me? Io camminavo bene, sempre in fila, mai in testa. Ma sempre in fila. Quello che stava davanti a me sovente cambiava passo ed io pronti, cambiavo passo. Quello dietro di me, mi faceva il solletico affinché io perdessi il passo con quello che mi stava davanti... Seppi che erano d'accordo... Allora diedi un calcione all'altro e arrivarono fuori tempo massimo... Come te, proprio come te.

Romeo – Ti giuro che se qualcuno mi avesse dato un calcione...

Deberio Padre– Cretino... Sei un cretino... Che idiota... Eppure quando ti sposasti con

Elena, avrei giurato che ti avrebbe fatto salire in alto.

Romeo – In che modo?

Deberio Padre– Ero convinto che lei fosse migliore di te.

Romeo – Come migliore?

Deberio Padre– Invece lei è come te.

Romeo – Come sono io?

Deberio Padre– Aspetta, tu sei uno che sarebbe meglio che non ci fosse... Perché parliamoci chiaro, uno come te a cosa serve?

Romeo – A fare numero... Il numero è potenza. Doverei auto eliminarmi? Deberio Padre– Non ce n'è bisogno, non esisti da un pezzo ormai...

Romeo – Guardami, toccami, io sono vivo, vero, esisto...

Deberio Padre– Quella di esistere è diventata ormai la tua idea fissa, i tuoi momenti di lucidità stanno facendosi sempre più radi... Hai perso il passo e non ti sei accorto, e senza accorgertene ti addormenterai per sempre.

Romeo – Lasciami solo...

Deberio Padre– Si me ne vado... Me ne vado... Com'è triste assistere ad all'agonia di una persona cara... Nel caso di mio figlio poi, è atroce... Elena è molto invecchiata... La tua prima vittima... Aveva 22 anni...

Romeo sostiene la parte di Deberio, Ornella la parte di Elena... Tutti gli altri paiono assorti.

Erasmo compare con sua figlia.

Deberio Padre– Amico mio, sono tre settimane che ti aspetto... Finalmente posso abbracciarti...

Erasmo – Impegni... Impegni mi hanno impedito di presentarti Elena... Ti piace?

Deberio Padre– Pare una madonna tanto è bella... Vuoi che chiami mio figlio? Loro si


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capiranno a prima vista... Ah, ah ah... Rodolfo, Rodolfo corri... Il mio amico Erasmo e sua figlia Elena, ti piace?

Romeo – Sono venuti?

Deberio Padre– Proprio così... Se tu vuoi...

Romeo – Certo che lo voglio... Com'è bella... Pare una madonna...

Erasmo – Bella Elena...

Elena – Io faccio il numero con Lampo, il mio cavallo bianco... e tu?

Romeo – Cosa papà'

Deberio Padre– Cosa fai, imbecille...

Romeo – Faccio l'imbecille, bella Elena...

Deberio Padre– Figlio idiota...

Romeo – L'idiota...

Deberio Padre– Il tuo numero... quello con gli elefanti...

Romeo – Faccio l'idiota con gli elefanti...

Deberio Padre– Asino...!!!

Romeo – E anche con l'asino...

Deberio Padre– Come vedi caro Erasmo, i colombi tubano che è un piacere, quindi

non ci resta che stabilire il giorno... Vogliamo brindare? Una cameriera porta dello spumante e brindano.

Deberio – Elena, mia futura sposa, sarai felice e avremo dei figli... Uno, due, tre... Quanti ne vorrai... Diventeremo vecchi e i nostri figli cresceranno... Ci benediranno e vivremo felici.

Elena – Felici... Io, te e i nostri figli...

Deberio – Cresceranno felici... la vita è bella, non può essere diversamente mia Elena...

Elena – Hai mai sentito dire che nella vita non c'è felicità?

Deberio – E' tutta felicità... I tuoi occhi, le tue labbra, le tue gambe, le gambe della gente, la voce... è tutto felicità... Cammineremo insieme, fianco

afianco... Vuoi?

Elena – Si, dove?

Deberio – Al mare , in montagna, in collina, nei prati, nei giardini pubblici... a casa mia, a casa tua, da tua madre, al mercato... dove c'è tanta gente che parla, che compra da mangiare, per lavorare e per mangiare... Lì faremo amicizia con i venditori... Buon giorno signore, come va? Si vende questa mattina? Buongiorno signora, cosa compra oggi? E' sempre felice? Domani io e mia moglie verremo a trovarvi, ceneremo insieme e nostri figli andranno al folk park... i nostri figli hanno degli interessi comuni, sono molto affini... Se decideranno di camminare insieme io credo che molto spesso galopperanno sfrenatamente... Elena, dammi la mano... se ti stringo forte ti faccio


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male?

Elena – No, stringimi più forte...

Deberio – E allora... meno uno, meno due, meno tre... Al galoppo...

Escono

Escono anche Erasmo, Deberio padre e il Sindaco.

Rientra Deberio.

Deberio

Elena... dove sei? Dov'è mia moglie?

Pippo

E' uscita...

Deberio

Lo sai dov'è andata?

Pippo

Sarà andata in chiesa...

Deberio

Lo sai come si cucina la faraona al barolo?

Pippo

E che ne so io...

Deberio

La zuppa inglese?

Pippo

No...

Deberio

Il cinghiale al forno?

Pippo

Smettila...

Deberio

Il vitello tonnato?

Pippo

(lo prende per il bavero)

Deberio

Il melone al prosciutto?

Si strattonano.

Deberio

Risotto con le quaglie?

Pippo

Basta, basta...

Deberio

Cervo affumicato... Tu bevi vini esteri o quelli nazionali?

Pippo

Bastardo... Mi sento morire... Ho fame, tanta fame...

Sandrino riprende “Ortisei”

Angolo di ristorante. Una cameriera apparecchia un tavolo al quale viene a sedersi un signore. La cameriera serve il signore con un carrello colmo di pietanze. Il signore inizia a mangiare. Quelli del circo strisciano per terra in attesa che il signore lanci qualcosa. Il signore mangia e lancia dei pezzi di pollo e altra carne.

Signore – Come succhiano... E' divertente... Ne volete ancora? Lo so, non ce n'è per tutti, mi dispiace, ma non ce n'è per tutti... Ogni giorno la stessa scena, io mangio e loro lì... via, andate via... non se ne vanno, sanno che prima o poi riescono... (lancia altri pezzi di cibo) Ehi tu, come ti chiami?

Pippo –    Adamo...

Signore – Adamo, impara a buttarti con dignità... Hai mangiato un pezzo più degli altri...


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Pippo – Butta, butta... La dignità ce l'hai tu nella pancia...

Romeo – Ho ancora fame...

Pippo – C'è Abele che ancora fame, signore...

Signore – Toh, prendi questa mela Abele...

Romeo – Contiene vitamine... Buona...!!!

Signore – Le mie mele le do sempre a te... Si, le mie mele... Le ho comprate con i miei soldi guadagnati con il sudore della fronte... Cola da qui e passa da qui, il sudore... Cosa state pensando? Egoisti, invece di stare ad aspettare la manna... La manna è caduta nel vecchio testamento...

Quelli se la meritavano, ma voi... Datevi da fare, organizzatevi, leggete i giornali, ascoltate la radio, andate a teatro e recitate, recitate anche voi... Siate coerenti... Se lo foste, non prendereste la mia carne e morireste di fame... è così che dovete fare... Morire! Se non volete, muovetevi, circolare, circolare... Vi manca l'istruzione, adoperate il buon senso. In seguito potrete leggere Montaigne e Papini... aiutati che il ciel ti aiuta!

Pippo – La nostra filosofia...

Signore – Prima vivere e poi filosofare... Vi manca il buon senso, neanche quello avete.

Deberio – Anche noi siamo figli di Dio.

Signore – Anche la vacca e il bove sono figli di Dio... Voi date il latte? Tutti – Niente latte...!

Signore – Tirate il carro tenendo il passo e saltate la vacca?

Deberio –     Anche noi siamo figli di Dio.

Ornella – Signore, dacci da mangiare

Romeo – Padre... Eterno...

Signore – Implorate Dio per crearvi un alibi, ma la manna non cadrà per voi. Anche i cani sono figli di Dio, ma fanno la guardia e se sono randagi il pane... Signori, il mio pranzo per oggi è finito (esce).

Tamburino – (ritmo di batteria e i colpi che darà accompagneranno il suo discorso) A tutti, girovaghi, mendicanti, pezzenti, accattoni... poveri diavoli derelitti, diseredati, a tutti quelli che vogliono e non possono... a tutti quelli che per causa di forza maggiore, ecc. a tutti quelli che non sono, a tutti quelli che vorrebbero, a tutti quelli che hanno, a tutti quelli che erano, a tutti quelli che non toccano pasta e fagioli, carne cruda e cotta, insalata verde e zuppa inglese da almeno sette giorni...

Il sindaco ordina di presentarsi al banchetto pubblico nella sala dei ricevimenti. L'invito è valido a tutte le persone che forse avrebbero ma di sicuro non hanno (uscendo ripete dall'inizio).


Tutti mangiano: chi un grappolo d'uva, chi una mela, chi una pera, chi una banana.

Sandrino si avvicina a Deberio con un pugnale in mano per prendergli il frutto.


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Deberio si difende e viene ucciso. Sandrino ripete la scena con tutti quanti e soltanto con Pippo un duello con il coltello e a perdere sarà Pippo. “Ortisei” farà da commento finale.

Elena – Sono stata dal sindaco...

Deberio –   In municipio?

Elena – A casa sua... Tranquillo, non sono stata a letto con lui... E' sposato

con due figli... Sua moglie è molto bella e ha un grosso neo... Mi ha

baciata e mi ha detto, finalmente... Io l'ho baciata e ho voluto vedere

il  neo... Era sempre là, ma un po' più in qua... Suo marito le ha dato

un bacio sul neo... Sono contenta di suo marito.

Deberio – Cosa sei andata a fare a casa sua?

Elena – A parlare... nella stanza da letto con la famiglia. Che cosa vuoi di più'

Deberio – Parla sempre...

Elena – Purtroppo... Anche se è strano, anche oggi ha mangiato.

Deberio – Di nuovo?

Elena – La fame cresce ancora...

Pippo – Nelle bocche aperte cresce ancora...

Eco – Cresce ancora...

Deberio – Cos'hai mangiato?

Elena – In più vitello tonnato, carne cruda, pan di Spagna, frutta e contorno.

La casa è forte perché ha le fondamenta scure...

Deberio – Aranci?

Elena – L'ho detto cento volte... E' brava gente... mi hanno fatto sedere sul

trono...

Deberio  – E' sempre geloso?

Elena – Quando ci siamo alzati, mi ha chiesto se lo eri...

Deberio – Chissà quante bistecche...

Elena – Una cinquantina per ognuno e quando mi ha chiesto se eri geloso, gli

ho detto...Ma le bistecche in faccia, quando?

Deberio – Non bastano, non bastano le bistecche con il contorno...

Elena – Non bastano i polli d'allevamento...

Romeo – Non bastano gli agnolotti con il formaggio...

Pippo – Non bastano i capponi con la salsa...

Ornella – Non bastano le patatine con la lepre...

Don Powers – Non bastano i pasticci di caviale...

Sandrino – Non so... Forse domani... Aspettiamo...

Pippo – Che cosa?

Deberio – Il nostro destino.

Elena – E' vero...


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Romeo

– Qualcosa cambia...

Ornella

Forse la colpa è nostra...

Don Powers

Com'è possibile se siamo fratelli?

Sandrino

Fratelli... Siamo fratelli... non serve...

Elena

Io...

Tutti

Cosa?

Elena

Chiediamo il riscatto del bambino del sindaco.

Pippo

Quanti milioni?

Deberio

Chi li ha mai visti...

Romeo

Facciamo un forfait di 150...

Ornella

Non saranno...

Pippo

–  Anche a me sembrano...

Elena

150 milioni... quanto fa?

Pippo

Quello che fa, fa... vero Deberio?

Deberio

Li amministrerò io...

Romeo

– Tu no...

Ornella

E allora chi se non lui?

Pippo

Don Powers... E' americano...

Don Powers

Dollari, dollari, viva i dollari...

Deberio

Tre pasti al giorno

Elena

Se ne avremo troppi?

Romeo

– Già...

Ornella

Cosa vorreste farne?

Romeo

– Non so...

Deberio

Si potrebbe...

Tutti

Cosa?

Deberio

Si potrebbe mangiare sei volte...

Elena

E già, si potrebbe...

Ornella

Se ce ne fossero ancora d'avanzo?

Pippo

Si potrebbe mangiare dieci volte...

Deberio

E se ancora ce ne fossero...

Romeo

Venti, quaranta, cento...

Don Powers

– Tre volte al giorno sono più che sufficienti... Giocheremo in borsa..

Tutti

In borsa!

Deberio

Non conosco il gioco...

Elena

– Come si chiama?

Romeo

E' un gioco...


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Ornella

Il gioco della borsa... Serve la borsetta?

Romeo

No, ci vuole la borsa...

Ornella

Don Powers, vorrei giocare...

Don Powers

– Vedremo...

Romeo

– Cominciamo?

Ornella

E i milioni?

Pippo

Non ci sto...

Tutti

Non ci stai?

Pippo

Nossignori!

Ornella

Perché non ci stai?

Pippo

Il ricatto è un affare losco.

Romeo

Sentimi bene... O ti sporchi...

Ornella

O ti insozziamo con...

Pippo

– No!

Ornella

(gli da una sberla) Ti meriteresti...

Altri gli sputano addosso

Romeo

Sai di chi sei figlio?

Ornella

Di una bagassa... Perché tua madre, sai cos'era?

Tutti

Una bagassa, una bagassa, una bagassa, trullallero trullalà, trullallero

trullallà.

Pippo

Mia madre era una signora rispettata... aveva una dignità...

Romeo

E molti uomini...

Pippo

Non lo sapevo...

Ornella

Ci siamo informati dalla gente... e la gente chiacchiera...

Elena

E tuo padre sai chi era?

Deberio

Un usuraio...

Elena

Estorceva i soldi alla brava gente...

Deberio

Espropriava le piccole case agli operai e ai contadini.

Elena

Era uno strozzino...

Deberio

Sei figlio di uno scortichino...

Elena

Usuraio.

Deberio

Strozzino.

Elena

Nato nella...

Deberio

Delinquente.

Elena

Ladro...

Deberio

Criminale...

Elena

Porco...


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Ornella – Piange... perché piangi?

Elena – E' un vigliacco, quelli come lui piangono...

Ornella – Ride... perché ridi?

Deberio – Quelli come lui ridono per vizio...

Romeo – Ehi... tieniti su, sembri uno spaventapasseri...

Ornella – Non fare la doppia faccia...

Romeo – Ti venderesti per un piatto di minestra?

Ornella – Ammazzeresti per una mela?

Sandrino – Veniamo al dunque...

Pippo – Tu sei sordomuto... Non è sfortuna essere disgraziato... almeno...

Sandrino – Vedo... posso farmene un'idea...

Pippo – Un'idea ce l'abbiamo... L'infarinatura...

Deberio – Ci è cascato il merlo.

Elena – O presto o tardi, ci cascano... Vivono per darti queste soddisfazioni i merli...

Don Powers – Tutto il mondo è paese, dicono qui, ma non è vero... Un'automobile ha quattro ruote in Italia come in America, ma la gente che ci sale su non è la stessa... La gente del nord è medesima a quella del sud? Ho sete, chi mi darà da bere? Io... la mia acqua è del nord... Io... la mia acqua è del sud... Grazie signori, io vengo da San Antonio, chi mi darà da bere? Non ho ancora detto se San Antonio è al sud oppure al nord... San Antonio, è a sud oppure al nord? Cosa c'entra San Antonio... io devo stabilire se il sud oppure il nord... se l'acqua del sud oppure del nord... e se l'acqua che mi offrono non mi piacesse tanto? Se la trovassi amara, se non la potessi bere... dovrei morire di sete? La vostra acqua l'ho bevuta e non mi piace... non posso buttarla giù... Ora io penso di andare ad est perché là c'è molta acqua, ma anche ad ovest c'è molta acqua e appena l'assaggio mi rendo conto che anche questa non mi piace...

Sandrino – Devi adattarti, non ce n'è altra...

Don Powers – Adattarmi... Se ti dico che mi fa male... che mi ripugna, che mi fa schifo...

Sandrino – La bevono tutti, non ti pare?

Don Powers     – Non mi pare e piuttosto di bere con voi, me ne vado... Non so dove, non credo di essere solo... Dove credi possa trovare un amico se non là dove l'acqua è limpida? Pura? Mi prende sete, ho tanta sete, tanta sete... Bere, bere... Acqua pura? Sento la tua voce... è debole... Parla forte! Forte! Tutto tace... Dov'è la tua fonte? Acqua chiara...

Deberio – Ci basterebbe quel poco signor sindaco... Dobbiamo accontentarci, faremo basta con quello che lei ha detto... e anche troppo adesso che ci penso... Troppo, troppo... Si troppo... Quel poco tutti i giorni, tutti i


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giorni quel poco... Grazie, grazie, grazie... Lei è un mio superiore... lei può... Non ha che da comandare... Ci sarò per questa notte, ci sarò sicuro...

Giornalista – Buongiorno a tutti...

Deberio –   Cosa vuole?

Giornalista –  Scusi, ha un cerino?

Deberio – No!

Giornalista – Il solito distratto... ho la macchinetta... Fuma?

Deberio – Cos'è sta storia?

Giornalista – Kent, solo Kent... le preferisco a tutte... metta in bocca...

Deberio – In bocca?

Giornalista – Ah, lei è di quelli che non fumano prima di pranzo... Fumi, vedrà che non sarà questa... (mette sigarette in bocca a tutti) 25 sigarette al giorno... Ho cominciato con una al giorno... Ho fatto dei progressi...

Voi quante ne fumate?

(lentamente uno ad uno si alzano e chiudono il giornalista in un cerchio, poi lo pestano)

Romeo – Chi sei?

Ornella – Cosa vuoi?

Deberio – Chi ti manda?

Elena – Di dove vieni?

Giornalista – (Con gli abiti strappati) Forse non ci siamo capiti... Scusate...

Pippo – Insomma!

Elena – Come ti chiami?

Giornalista – Ora vi spiego... Un servizio sul circo... Il direttore ieri mattina mi ha detto: domani farai un bel servizio sul circo e … è vostro interesse non trattarmi a calci in pancia... Mi volete?

Ornella – Noi...

Pippo – Cos'è?

Giornalista – Non è grave.

Deberio – Tu saresti venuto per... che genere di servizio?

Romeo – E già.

Elena – Perché?

Pippo – Il motivo?

Deberio – Chi di voi?

Ornella – Lo hanno mandato... E' vero? Elena – Nessuno di noi... ne sono certa...

Romeo – Allora, qualcuno... Finalmente...


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Forti ruggiti e lamenti di bestie feroci.

Ornella

(vicino a lui) Hai paura?

Giornalista

No... Cos'è?

Ornella

–  Si sono svegliate... Le bestie feroci.

Giornalista

– E' sempre così?

Elena

Giorno e notte... tam, tam...

Ornella

Bello!

Giornalista

– Come ti chiami?

Ornella

Ornella... E tu?

Giornalista

Sono... Un giornalista...

FINE PRIMO ATTO


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SECONDO ATTO

All'aprirsi del sipario, si sta provando lo sketch del finanziere ladro, ma il pubblico può avere l'impressione di assistere alla rappresentazione vera e propria.

Pippo è seduto al tavolo di uno schematico ufficio situato alla bene e meglio nella pista del circo. Sempre in pista si trova la camera da letto di Teresa, la sua amante.

A questa telefonata, pretesto per lo spogliarello, seguiranno le altre alle 5 rimanenti amanti. Ornella dovrà, diciamo alla Fregoli, cambiare parrucca e abbigliamento e naturalmente ripetere anche lo spogliarello se possibile.

Pippo – Teresa? Sei tu mia cara?

Teresa – (seduta  a  cavalcioni  sul  letto)  Si  mio  grande  e  bello  ministro...

Amilcare... Amilcare, mi senti?

Pippo – Si mia pollastrella, amicuccia, tesoruccio, uccio...uccio... mio.

Teresa – Che cosa hai detto di grande oggi a Montecitorio?

Pippo – Niente di interessante, come al solito...

Teresa – Amilcaruccio, uccio...uccio... mio, mi hai pensata?

Pippo – Si.

Teresa – E come?

Pippo – Come...!?!

Teresa – Si, come mi hai pensata?

Pippo – Al solito... Molto bella...

Teresa – Come sarebbe al solito molto bella?

Pippo – Teresa, posso venire?

Teresa –   Quando?

Pippo – Subito...

Teresa – Subito no...

Pippo – E si...

Teresa – E no...

Pippo – E si...

Teresa –   E alla seduta non ci vai?

Pippo – Sono stanco...

Teresa – E vieni da me per riposarti?

Pippo – Si, per riposarmi un po'...

Teresa – Amilcaruccio, mio tesoro, se sei stanco non venire ti prego, stai con

tua moglie...

Pippo – Non mi piace mia moglie

Teresa – Sei anche un po' stupidino ministruccio caro... Eh, abbi pazienza.

Pippo – Ma non parliamo di mia moglie... Devo già vivere con lei.


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Teresa – Perché l'hai sposata? Scusa eh...!!!

Pippo – Era una brava ragazza, non aveva mai avuto relazioni. Mai, neanche una e la mia famiglia era fiera di lei.

Teresa – Lo sa la tua famiglia che hai sei amanti?

Pippo – Sei matta?

Teresa – E tua moglie?

Pippo – Teresa ti prego, cambiamo discorso.

Teresa – Ministruccio, uccio... uccio, sai che cominci a fare freddo?

Pippo – Si lo so... questa mattina sono dovuto uscire con il soprabito.

Teresa – Si ma io con il soprabito non ci esco... Mi compri la pelliccia?

Pippo – Modera le spese pollastrella...

Teresa – Ministro finanziere, non fare lo spilorcio... Quand'è che prendi la nomina di presidente del nuovo ente sui combustibili?

Pippo – Me l'hanno assegnata questa mattina alla presenza del presidente del consiglio.

Teresa – Mi sta facendo il filo quello...

Pippo – Come? Come dici?

Teresa – Niente, dicevo per ridere. Mi ha invitato a un party, ma non ho accettato, tu mi sei più che sufficiente Amilcaruccio, uccio mio. Comincio ad essere stanca di vivere in città. Quando mi darai le chiavi del mio appartamento di Paraggi?

Pippo – Le ho qui in tasca.

Teresa – Il tuo discorso alla radio sul risparmio e moderazione del superfluo, mi è piaciuto tanto... Veramente geniale.

Pippo – Si, ho avuto degli elogi da tutti i ministri.

Teresa – E dalla gente?

Pippo – Qualcuno ha scritto ai giornali... I soliti malcontenti.

Teresa – Amilcaruccio...

Pippo – Si?

Teresa – Ti aspetto...

Pippo – Alla solita ora... Intanto tu che fai? Teresa – Mi spoglio subito e mi metto a letto.

(Comincia a spogliarsi al ritmo della musica “Voce nosta”. Appena a letto si spegne la luce e quando si riaccende si trova dietro un separé a fisarmonica. E' sempre Ornella con una parrucca scura e un baby doll).

Pippo – Clara... Clara! Clara!

Clara – (esce dal separé con in mano il telefono) Amore... Amore, amore...

(emette il suono di baci)

Pippo – Non ti manca niente?


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Clara

Si, mi manchi soltanto tu...

Pippo – Vengo?

Clara

Come vuoi, la tua Claretta è sempre a tua disposizione. Di giorno e

di notte, sempre e ovunque... Amilcaretto?

Pippo

Sii?

Clara

Sono molto preoccupata...

Pippo

Dimmi tutto, tutto, tutto...

Clara

Ho il lavandino che perde un po', mi mandi l'idraulico... Oggi?

Pippo

Vengo dopo la prima riunione sull'aumento del nostro indennizzo di

seduta. E' molto importante.

Clara

L'idraulichino lo mandi oggi?

Pippo

Ah si, si... Oggi... Gli telefono subito!

Clara

Amilcaretto mio?

Pippo

Si?

Clara

La spiderina, non possiamo cambiarla?

Pippo – Come?

Clara

– Te  l'hanno

già data la presidenza del nuovo ente sulle  forniture

militari?

Pippo

Questa mattina.

Clara

Amilcaretto...

Pippo – Dimmi tutto...

Clara

– La mia famiglia vorrebbe trasferirsi un po' in montagna. Va bene

Saint

Moritz?

Pippo

Non è un po' troppo alto?

Clara

– Ma che ne sai tu, lascia fare a noi. Non puoi occuparti di queste

cose... Ti aspetto, quando vieni?

Pippo

Presto, molto presto... Cosa fai nel frattempo?

Clara

Amilcaretto?

Pippo

Si?

Clara

Ti aspetto.

Pippo

Fammi sentire la nostra musichetta intanto...

Clara

Subito...

(Mette il disco “Magic trumpet” ed esegue dei movimenti di danza iniziando lo spogliarello. Al termine la luce si spegnerà e quando si riaccenderà troveremo la terza amante con una parrucca rossa e indosso una pelliccia con in mano il telefono).

Pippo – Patricia... Patricia, hai letto i giornali questa mattina?

Patricia – Perché, tua moglie ti ha scoperto?


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Pippo – Noo, per questo posso stare sicuro... Non ci scoprirà mai. Patricia – Perché sei così sicuro?

Pippo – Primo, è molto innamorata e secondo ha piena fiducia in me.

Patricia – E' uguale e identica a me poverina. Anch'io ho piena fiducia in te, non abusarne adesso eh? Se sapessi che vai con un'altra che non sia tua moglie, non so cosa ti farei...

Pippo – Che cosa mi faresti?

Patricia – Uno scandalo... uno scandalo.

Pippo – Cattiva, vorresti rovinarmi?

Patricia – Cosa c'è sui giornali?

Pippo – Il mio nome è legato ad una nuova super tassa sui dadi da brodo e all'estinzione di quella sulle camere d'aria.

Patricia – Allora, lo stabilimento sui dadi che mi avevi regalato e le tue dodici fabbriche di dadi?

Pippo – Tutte vendute... Compresa la tua naturalmente. Patricia – Ma allora non mi ami più? Creo uno scandalo sai?

Pippo – Non ti allarmare per così poco cara... Ho comprato immediatamente 36 fabbriche di camere d'aria e copertoni.

Patricia – Sei grande, bello... bellissimo, Ciccietto... Grazie per la pelliccia.

Pippo – Niente...

Patricia – Ciccietto... Tua moglie ha la pelliccia identica alla mia. Me ne sono accorta ieri incontrandola al caffè S. Carlo

Pippo – Come vedi, per me, non sei da meno di mia moglie. Ne ho comprate sette, tutte uguali... Una vera occasione.

Patricia – Cosa dici? Hai comprato sette pellicce?

Pippo – Io ho detto sette pellicce?

Patricia – Si, hai detto: ne ho comprate sette tutte uguali, una vera occasione. Parlavi di pellicce?

Pippo – E' vero, ne ho comprate veramente sette.

Patricia –    Ma le altre cinque a chi le hai date?

Pippo – Le ho vendute... Una a mia cognata, una a mia sorella, una a mia nipote...

Patricia – Anche il pellicciaio fai? Ciccietto, questa notte ti ho sognato. Tu eri il re d'Italia e io la tua regina. Tua moglie invece era la tua amante.

Pippo – Lascia stare mia moglie... Lei non c'entra.

Patricia – Perché non hai votato per il divorzio?

Pippo – Il partito...

Patricia – Invece di me hai scelto il partito, ma va un po là...

Pippo – Non  ho  potuto  fare  diversamente...  non  posso  e  non  è  nel  mio


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interesse e anche tuo, rompere...

Patricia – Hai sempre detto che se qui ci fosse il divorzio, sposeresti subito me... E invece, voti contro... Io... Io certe volte non ti capisco. Hai paura a sposare me?

Pippo – Paura? Paura di che?

Patricia – Che non ti sia fedele. Che non sappia farti felice? Se tua moglie non è all'altezza, io lo sarei.

Pippo – Ne sono convinto, ma tu devi capire... devi capire. Mia moglie ne morirebbe... ne sono sicuro. Vorresti vedere mia moglie morta?

Patricia – Sei pazzo? Io non desidero la morte di nessuno.

Pippo – E allora dobbiamo avere pazienza. Muoviamoci con cautela... con grande cautela.

Patricia – Va bene, ma ti prego, non parlarmi più di divorzio... Altrimenti io...

Io faccio uno scandalo... La senti questa musica?

Pippo – E' la nostra musica, il motivo che ci ha fatti conoscere al party dell'industriale De Filippo... Patricia, è proprio tutto finito con De Filippo?

Patricia –   Che domande...

Pippo – Dimmi se si o no...

Patricia – Amilcare, ti prego... Evitami la tua solita, irritante scena di gelosia...

Dammi un bacettino su... su... La tua Patricia, tua e soltanto tua.

Volevo dirti una cosa che...

Pippo – Devi dirmela...

Patricia – Se tua moglie fosse fedele come lo sono io... Amilcaruccio... Ti voglio bene.

Pippo – Ti prego di non parlarmi di mia moglie... Per la mia famiglia è tutto...

èuna santa...

Patricia – Una santa...

Pippo – Si, una santa Patricia. Ma com'è triste il mio destino... Io non l'amo Patricia, non l'amo. Il mio amore sei tu, sei tu.

Patricia – Perché non hai votato per il divorzio? Pippo – Patricia mia, devi capire... devi capire...

Patricia – Cosa devo capire?

Pippo – Patricia... Voterò!

Patricia – Quando?

Pippo – Non lo so, ma voterò... forse domani... presto, molto presto.

Patricia – Prometti... o creo uno scandalo.

Pippo – Patricia, devo darti una bella notizia...

Patricia – Hai già votato?


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Pippo – Non ancora, ma non è questo che volevo dirti.

Patricia – Cosa c'è?

Pippo – Sono riuscito, grazie alla mia diplomazia, a farmi eleggere presidente del nuovo ente della super tassa sui detersivi. Patricia, apri bene le orecchie. Metà del mio nuovo stipendio è tuo...

Patricia – Come sei caro. Questo vuol dire che hai pensato a me... poverina come tua moglie. L'altra metà la prende lei?

Pippo –    Si... è anche logico direi...

Patricia – Niente affatto... creo uno scandalo sai? A lei puoi dare la presidenza della super tassa sulla minigonna, ma quella sui detersivi la voglio io, la voglio... altrimenti creo uno scandalo. Quando vieniiii?

Pippo – Verso le dieciiii...

Patricia – Più prestoooo... più prestoooo...!!!

(Ornella si cambierà nuovamente la parrucca e la scena continuerà rapidamente)

Pippo – Enza...

Enza – Si...?

Pippo – Virginia...

Virginia – Ti amo...

Pippo – Rosaria...

Rosaria – Amoreeee...

Elena – Ora che sa la nostra triste storia, cosa farà?

Giornalista – Cercherò di scrivere un bell'articolo.

Romeo – E poi?

Giornalista   – Stop.. Il mio lavoro è finito, il mio dovere è compiuto.

Ornella – Quale aiuto può darci, se può scrivere solo un articolo sul giornale?

Giornalista –  E cosa potrei fare? Potrei chiedere al direttore lo spazio per la foto...

Ci tenete alla foto?

Ornella –   Uhmm... per me...

Romeo – E' meglio con la foto?

Elena – Che tipo è il direttore?

Deberio – Le nostre facce sul giornale...

Giornalista – Vedremo... Sentirò il direttore, se lui dirà che ci va la foto, state sicuri

che la metteremo... Adesso unitevi che facciamo una bella fotografia...

Pippo –    Così non mi piace...

Giornalista – Ma dove va?

Pippo – Vado  a  cambiarmi...Vado  a  mettermi  l'abito  da  festa, in  tutte  le

fotografie sono sempre ripreso con l'abito festivo... Perché dovrei fare un'eccezione? E poi con l'abito grigio sto meglio...


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Deberio

Solo un attimo, vado a mettermi la cravatta.

Romeo –

E io cosa mi metto?

Ornella –

Mammina... Come devo vestirmi?

Elena

Dici che sto meglio con il soprabito o con il golf giallo?

Ornella

Non lo so, perché non ti metti la camicetta bianca?

Elena

E con la camicetta ci vuole la gonna...

Ornella

Hai quella nera che ti sta benissimo...

Elena

Il nero sul bianco...

Giornalista

Signori, presto...

Ornella

Per conto mio va benissimo...

Elena

I colori non saranno troppo forti? Scusi, la foto sarà a colori?

Giornalista

No!

Ornella

Perché non la fate a colori? Sarebbe più viva, no?

Giornalista

Le foto le facciamo sempre in bianco e nero...

Elena

In bianco e nero... Se mi vesto già io in bianco e nero...

Ornella

Mamma, ti metterai lo scialle rosso... E io?

Romeo

(entrando) Dite che mi sta bene la maglietta a strisce?

Elena

Si... Andiamo Ornella...

Ornella

E tu Don Powers, cosa ti metti? (esce la madre)

Don Powers

E cosa posso mettermi, questo è l'unico abito che posseggo...

Deberio

Così sto meglio, no?

Romeo –

Eccomi...

Pippo

Il giornale esce tutti i giorni?

Deberio

Vuoi che esca un giorno si e uno no?

Pippo

Potrebbe essere un settimanale... Come Grand Hotel...

Giornalista

Il mio giornale ha una tiratura di 800.000 copie giornaliere...

Pippo

Una tiratura, in che senso?

Romeo –

Ogni giorno ne stampano 800.000 copie!

Pippo

E si dice tiratura?

Giornalista

Si dice tiratura... Mi dispiace, ma se le signore non arrivano...

Pippo

Eccole...

Giornalista

Finalmente...

Deberio

Metti  una  donna  davanti  allo  specchio  e  ti  lascerà  arrostire  il

cotechino...

Elena

Che ne dite?

Ornella

Mammina, e se non sarò fotogenica?

Romeo –

Dobbiamo formare un gruppo, no?

Giornalista

Si, disponetevi a semicerchio...


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Ornella

Ma dov'è Sandrino?

Romeo

Sta venendo... Digli che prenda la fisarmonica...

Giornalista

Pronti?

Elena

Un attimo, sono senza cappello...

Giornalista

Stia ferma per cortesia...

Ornella

Senza cappello non stai bene in fotografia!

Elena – Vengo subito...

Sandrino

(esegue alcuni passaggi della “Ortisei”)

Elena – Eccomi... Faccia pure.

Romeo

Non suonare... Dì a Sandrino che non suoni...

Ornella

Se non sente...

Elena

E faglielo capire...

Ornella

Smettila! Stiamo facendo la foto..

Giornalista

Fatta!

Deberio

Quando appariremo sul giornale?

Giornalista – Domani mattina...

Deberio

Dice che succederà qualcosa?

Giornalista

– Con l'articolo lancerò un appello ai lettori... posso garantirvi che

qualcuno si interesserà a voi...

Elena

Avremo visite?

Ornella

Si spaventeranno nel vedere come siamo ridotti...

Giornalista

Lei signora m'ha detto di chiamarsi Elena Erasmo è parente di Carlo

Erasmo?

Elena

E' mio fratello...

Giornalista

Siamo ottimi amici io e suo fratello... Ho trascorso le feste di Natale

con la mia famiglia nel suo circo...

Elena

Dove si trova ora?

Giornalista

– Ho ricevuto una lettera ieri da Venezia e fra l'altro mi dice che si

fermerà dieci giorni in quella città... Non mi ha mai parlato di lei...

Elena

Sono anni che non vedo mio fratello...

Giornalista

Il vostro lavoro non vi permette certo di incontrarvi spesso...

Elena

Il fatto è che non siamo amici... Non lo vedo da venti anni.

Giornalista

– Mi scusi, non sapevo... Signori, attendiamo con fiducia l'esito del

mio articolo... Buongiorno (da la mano a tutti).

Deberio

Chi l'avrà mandato il giornalista?

Romeo

Ha detto d'essere il corrispondente locale, voleva fare un servizio, ha

detto, sul nostro circo...

Deberio

Chissà perché proprio sul nostro circo...


27

Pippo

Secondo me l'ha mandato il sindaco...

Ornella

Chi c'è andato dal sindaco?

Romeo

Ci sono andato io...

Elena

– E quando?

Romeo

Questa mattina presto... Volevo parlargli prima che uscisse di casa,

ma non sono arrivato in tempo.

Pippo

Allora?

Romeo

– Ho preso una lettera e ho scritto: Gentile signor sindaco, stiamo

morendo di fame, quando leggerà questa lettera, forse qualcuno di

noi starà molto male... La prego, in nome di Dio...

Ornella

In nome di Dio?

Romeo

In nome di Dio, la prego di aiutarci.

Pippo

Come farà a sapere che siamo noi?

Romeo

Dalla lettera...

Pippo

Se non gli hai messo la firma...

Romeo

La firma... è vero non l'ho messa...

Ornella

Oltre a noi altri, chi ci sarà in questa città che muore di fame?

Deberio

Qualche cane randagio...

Ornella

Il sindaco capirà che la lettera non l'ha scritta un cane?

Elena

I cani generalmente non scrivono...

Pippo

Il vecchio Flok l'avevo ammaestrato io a scrivere...

Romeo

Flok era un cane ammaestrato... e poi non scriveva le sue idee, ma le

tue.

Deberio

I cani randagi non scrivono, ne sono certo, quindi il sindaco penserà

certamente a qualche persona...

Pippo

Visto che nessuno si muove, ci vado io .

Deberio

– Dove vuoi andare?

Pippo

– In municipio a parlare con il sindaco.

Don Powers

Se permetti, vengo con te (fa per alzarsi ma cade floscio a terra).

Elena

Don Powers, non ti senti bene?

Don Powers

Non è nulla, mi sento debole... Vedo tutto che gira, ma mi è passato.

Ora sto meglio, aspettami solo qualche minuto, Pippo.

Elena

Vado a prendergli del caffè.

Deberio

Ce n'è ancora?

Ornella

Dev'essere l'ultima tazza.

Sandrino

(barcolla e poi si affloscia in terra).

Ornella

Sandrino...

Romeo

Sandrino...


28

Pippo – Sandrino...

Deberio – Sandr..i..no (pure lui barcolla e cade)

Ornella – Mamma... presto...!

Deberio – Non è nulla... Non urlare Ornella...

Ornella – Come ti senti papà?

Deberio – Non temere per me... e Sandrino come sta?

Romeo – Sandrino, come stai?

Appare un frate con il volto del giornalista.

Frate –  (esiste solo per Sandrino) Sono colui che ha creato l'acqua, la terra e il sole... i monti, le stelle, i pesci, tutti gli animali e tutti gli uomini. Sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giobbe. Sono il Signore Dio tuo, padrone e signore di tutta la terra... Mi riconosci Sandrino?

Sandrino – Si...

Elena – Bevete... (a Pippo, Deberio e Sandrino)

Frate – Sono venuto perché tu mi conoscessi e mi amassi... Non temere: io sono il primo e l'ultimo, il vivente e fui morto ed ho le chiavi della morte e dell'inferno.

Sandrino – Santo, santo, santo è il tuo nome Dio onnipotente.

Ornella – Perché non vuoi bere Sandrino?

Romeo – Pare che voglia dire qualcosa...

Elena – Starà molto male...

Frate – Io …... tutte le cose, beati i morti che muoiono nel signore. A chi ha

sete darò da bere gratuitamente alla fonte dell'acqua della vita. Sandrino – Fino a quando signore indugerai a far giustizia e a vendicare il nostro

sangue sopra coloro che abitano la terra?

Frate – Io sono l'alfa e l'omega, principio e fine... Vieni e vedi Sandrino – (si alza e barcollando si avvicina al frate)

Ornella – Dove vuoi andare Sandrino?

Elena – Lascialo, si sente meglio.

Sandrino – La salute al vostro Dio, che siede sul trono e all'agnello. Questi vestiti di bianco chi sono?

Frate – Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, han lavano le loro vesti e le han fatte bianche, nel sangue dell'agnello. La vedi la sposa consorte dell'agnello?

Sandrino – La vedo mio signore... Ha lo splendore di Dio e la sua luce è simile a pietra preziosa, come il diaspro, come il cristallo.

Frate – Le sue porte non saranno mai chiuse, la notte poi, non ci sarà nemmeno. A lei sarà portata la gloria e l'onore dei popoli. In essa entreranno soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita


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dell'agnello. (esce)

Sandrino – Fermati... resta ancora.

Voce fuori campo – Io sono l'alfa, l'omega, principio e fine... Vedi la sposa consorte dell'agnello? La sua luce è simile a pietra preziosa, come il diaspro, come il cristallo.

Ornella – Sandrino, bevi un po' di caffè caldo. Ti senti meglio adesso? Sandrino – (annuisce)

Ornella – Non stare in piedi, siediti... Dove volevi andare? Vuoi suonare un po' la fisarmonica? (gli porge lo strumento, ma lui non vuole suonare)

Elena – E' la prima volta che lo vedo rifiutare il suo strumento.

Ornella – Deve essere molto debole.

Elena – Non ci arriva nessuno.

Ornella – E' ancora presto mamma.

Elena – Si sta facendo tardi per noi... A quest'ora il sindaco l'avrà letta la lettera?

Deberio – Se l'avesse letta sarebbe venuto.

Pippo – Secondoil mio modesto parere, sarebbe bene andare tutti in municipio.

Don Powers – Voi volete creare confusione... Il sindaco tra poco leggerà la lettera...

A quest'ora  l'articolo   è    belle    che    pronto   per   la   stampa...

manteniamoci calmi, vi prego...

Elena – Pagherei non so cosa per fare tacere quelle bestie.

Deberio – Hanno fame quanto noi, ma invece di parlare ruggiscono.

Pippo – Dici che capiscono?

Deberio – Non credo... quando la bestia ha fame, non capisce più niente... Mi è venuta un'idea...

Pippo – Dove stai andando Deberio?

Deberio – Vado ad ammazzare i cavalli... Togliti di mezzo (gli punta contro la pistola).

Pippo – Non fare pazzie...

Deberio – E' una cosa più che ragionevole... lasciami passare ti dico!

Elena – Rodolfo, ascoltami, le bestie possono resistere quanto noi... Tra qualche ora giungeranno i primi soccorsi.

Deberio – No!Devo uccidere i cavalli... le bestie non ce la fanno più, divideremo con loro la carne di cavallo...

Sandrino – (gli fa cadere la pistola)

Deberio – Te la faccio pagare cara questa tua sgarbatezza.

Si affrontano, ma subito vengono divisi.

Deberio – Potrei licenziarti per questo, farabutto. Come ti permetti di darmi un colpo sul braccio e farmi cadere la pistola? Potrei anche ammazzarti


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per quello che hai fatto.

Elena

Basta!

Deberio

Ficca il naso negli affari tuoi, puttana... Tieni sempre le parti a lui...

Chi è tuo marito, lui o io?

Elena

Tu... purtroppo.

Deberio

Come? Ripeti quello che hai detto...

Elena

Tu...

Deberio

– E poi?

Elena

E poi niente...

Deberio

Ti meriteresti un colpo nella pancia... Tu... Sei l'amante di tutti qui

dentro.. Non è vero?

Elena

Si, lo so...

Deberio

Ah, lo credo che lo sai... se non lo sai tu, devo saperlo io?

Elena

Ma piantala...

Deberio

Devo finirla una volta per tutte... Tu al cimitero e io in galera...

Elena

Piantala... vuoi finirla?

Deberio

– Lo so io quando devo finirla o meno... Sono io il padrone qui dentro e

fino a prova contraria comando ancora...

Elena

E comanda... Cosa aspetti?

Deberio

Con chi hai dormito questa notte? Non ti ho vista nel mio letto...

Elena

Con Sandrino, ti spiace?

Deberio

Vi ammazzo tutti e due... lo sapete?

Elena

Metti giù quell'arma...

Deberio

Nessuno si muova o sparo...

Elena

E' scarica...

Deberio

Chi ha tolto le pallottole?

Elena

Qualcuno di buon senso...

Deberio

Vado a caricarla...

Elena

Tu non ti muovi...

Deberio

Togliti di mezzo...

Elena

Stai seduto..

Deberio

Fatti in là... (esce)

Ornella

– Mammina, dov'è andato papà?

Elena

– A caricare la pistola... vuole uccidermi...

Ornella

– Mammina, dobbiamo fermarlo... (si odono due colpi di rivoltella) A

chi ha sparato?

Deberio

– Adesso c'è carne a volontà, non abbiamo bisogno di nessun aiuto

noi...

Venite,  li  squartiamo  mentre  sono  caldi...  (le  bestie


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ruggiscono forte) Sentite le bestie, come adorano il sangue caldo... Sono certo che si sbranerebbero un cavallo intero... e noi questa sera mangeremo fegato e carne cruda... Andiamo... Nessuno si muove? Romeo, Pippo, Sandrino, vi ordino di seguirmi... Vi rifiutate di obbedirmi? Non approvate che abbia ucciso i due cavalli? Ma cosa vi prende? Non sono animali sacri... La carne dei cavalli ci permette di sollevarci, di tirare avanti, di nutrirci, non lo capite? Sembriamo dei derelitti, siamo gente che ha fame... domani qualcuno di noi non ci sarà più se non mangiamo la carne che vi ho preparato... Nessuno si muove, morite di fame ma non vi muovete... E va bene, aspettiamo... Mi sono rimaste sei pallottole... una per ciascuno... per farla finita...

E' lei che devo ammazzare, è solo lei che li tiene in pugno... li ha stregati... Stanno pensando di uccidermi, ma hanno soltanto dei bastoni, mentre io sono armato...

Ornella – Papà...

Deberio – Sono tutti tranquilli perché lei è calma... e di là c'è la carne ancora calda, il sangue non si è ancora fermato...Continua a pulsare e le bestie sono senza vita... Se soltanto uno di loro fosse della mia idea, uno ad uno verrebbero tutti... Ascoltatemi... e non mi sentono nemmeno... La carne è lì, ancora tiepida che aspetta gli ultimi colpi di grazia... venga almeno uno di voi... Tu, Ornella, non vieni?

(Ornella s'incammina, ma la mamma la trattiene)

E' lei... sempre lei... La ragazza sarebbe venuta, ma teme la disubbidienza... è lei che l'ha messa al mondo e poi cos'ha fatto per la ragazza? Il latte suo non è mai stato buono... la bambina ha sofferto, ha patito la fame fin dal primo giorno di vita. La bambina è cresciuta male... la madre le ha inculcato le proprie idee... e sono diventate vangelo... ora anche gli altri la pensano come la vecchia...

provo a chiamarne uno... Romeo, la carne si raffredda, senti le bestie come la desiderano... e anche noi, ne abbiamo bisogno... vieni...

(Romeo s'incammina e tutti lo chiudono in un cerchio)

Anche tu saresti venuto... Dovrei uccidere lei, ma chi mi assicura che qualcuno di voi non prenda il suo posto? Dovrei uccidervi tutti, ma non voglio lordarmi le mie bianche mani...

Ornella – Papà...

Deberio – Potrei tentare di convincervi... Anche tu Pippo, che ridi sotto i baffi...

anche lei, certo... tenterò di convincere anche lei... anche se non sono convinto di riuscire...

Ornella – Papaà...

Deberio – Sei sempre contro di me?

Ornella – Non capisco cosa vuoi dire, papà...


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Deberio – Sul problema della carne...

Ornella – Cosa centra il problema, con la carne, papà?

Deberio – Adesso fai finta di non capire, eh? Posso sempre pentirmi di quello

che ho detto...

Ornella – Mi sento un po' meglio adesso... e tu come stai?

Deberio –   Sto male, molto male... la carne aspetta che andiamo a lavorarla e

noi stiamo qui a perderci in fantasticherie... Sai che sono privo di

forze?  Se dovessi sparare un colpo di pistola, mi tremerebbe la

mano...

Ornella – Perché vuoi sparare con la pistola?

Deberio – Avevo deciso di uccidere tua madre, ma poi ho pensato di non

macchiarmi le mani bianche per quella donna...

Ornella – Perché volevi uccidere mia madre, papà?

Deberio – Per farla finita...Con lei, con te, con tutti...

Ornella – Volevi uccidere anche me?

Deberio – Si, te e tutti gli altri... I cavalli ormai sono freddi, rigidi, il sangue si è

fermato e gli occhi sono diventati bianchi... Perché non venite?

Ornella – I cavalli sono morti questa notte... per il freddo e per la fame... Non

conviene squartarli, potrebbero essere morti per malattia...

Deberio – Si, non conviene squartarli perché vi fa comodo così... perché la

carne di cavallo avete stabilito di non mangiarla... perché è vostra madre che ha stabilito così...

Ornella – Che impressione ti ha fatto il giornalista?

Deberio – Il giornalista? Cosa hanno pubblicato sul giornale?

Ornella – E' ancora presto, papà... I giornali escono domani mattina...

Deberio – Ornella... devo parlarti... Non c'è nessuno che ci sente?

Ornella – Tutti fanno gli affari loro...

Deberio – Ornella, io stavo pensando... che ti sei fatta ragazza da marito... Tu

che ne dici?

Ornella – Lo so papà...

Deberio – E che ne pensi in proposito?

Ornella – Sai che il giornalista, dopo avermi fissata, mi ha sorriso?

Deberio – Ahi,    ahi,  ahi...  Sono  uomini  di  mondo  quelli...  Sorridono per

mestiere... Fissano te e pensano all'articolo che devono scrivere...

Ornella – Si, ma questo fatto si è ripetuto più volte...

Deberio – Quante volte?

Ornella – Nove volte...

Deberio – Le hai contate bene?

Ornella – Ne sono sicura, papà...


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Deberio – E tu?

Ornella – Lo fissavo e sorridevo...

Deberio – Ahi, ahi, ahi... dimmi... Non ti sarai innamorata del giornalista?

Quello l'hai visto oggi e non lo vedrai mai più.. I giornalisti sono come le farfalle... Oggi qui, domani là e chi s'è visto s'è visto...

Ornella – O il giornalista o nessun altro...

Deberio – O nessun altro cosa?

Ornella – Se non mi sposo lui, resto zitella...

Deberio – Ascoltami bene... L'hai visto una sola volta... E se fosse già sposato?

Ornella – Non è sposato... Ha 26 anni e vive a Milano... Suo padre è impiegato

dell'Enel e sua madre fa la maestra alla Silvio Pellico. Il circo lui ce

l'ha nel sangue... Se fosse nato sotto il tendone, avrebbe fatto il

trapezista... è molto coraggioso, papà... Ti piace si o no?

Deberio – Ma eh, eh, eh... vorrai fare anche tu la giornalista'

Ornella – Appena saremo sposati, verrà qui con noi... Vuoi papà?

Deberio – E quando vi sposerete?

Ornella – La seconda domenica dopo Pasqua... Mammina è d'accordo, ma mi

manca il tuo consenso...

Deberio – Vorrei vederlo ancora una volta questo benedetto giornalista... Non si

prenderà gioco di noi?

Ornella – Papà, sento di essere innamorata...

Deberio – Anche io una volta lo ero...

Ornella – Ed ora non lo sei più?

Deberio – Prova a chiedere a tua madre, se è mai stata innamorata di me...

Ornella – Rispondi prima tu...

Deberio – Lo sono ancora... Tua madre continua a piacermi...

Ornella – E per questo che sei geloso?

Deberio – Tua madre se la intende con tutti, qui dentro... La mia gelosia deriva

dai fatti... finché nella vita sono i fatti che contano...

Elena – Ornella, non dargli ascolto... vieni vicino a me...

Deberio – ...Non le parole, ma i fatti... Tua madre una notte va con questo, una

notte va con quello, un'altra con quell'altro e con me? Quale notte

viene con me? Ornella, diglielo che deve venire a dormire con me...

soltanto con me...

Ornella – Le cose che dici, papà, non sono vere...

Deberio – Sono vere... Tu dici così perché vuoi ancora bene a tua madre e

invece dovresti distaccarti da lei... Vedi come li intrattiene? Chissà quali storie sul mio conto starà raccontando... Senti...

Ornella – Non c'è nessuno che parla, papà...


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Deberio – Ascolta, tua madre sta dando appuntamento per questa notte a quel

ragazzo giovane...

Ornella – Quale?

Deberio – Quello accanto a lei...

Ornella – Ma quello è Romeo, papà...

Deberio – Si, me l'hanno detto che si chiama Romeo... E tu? Con chi vai a letto

questa notte? Senti, non andare con il giornalista... Vieni con me?

Ornella – Papà, parli sul serio?

Deberio – Io... Non sono tuo padre... Si dice che io lo sia, ma stai sicura che

non lo sono... Io sono il tuo amante... Andiamo a letto

Ornella – Lasciami... perché ti comporti così?

Deberio – Vuoi andare tu a letto con Romeo? Vai, non ti trattengo, ma tra noi è

finita...

Ornella – Mamma, mammina santa...

Deberio – Santa...

Ornella – Stringimi forte... Papà mi ha detto delle cose che non oso ripetere...

Deberio – Io non sono suo padre... Sono uno che si trova qui per caso... Passavo

da queste parti... Chi saranno costoro? E' gente che aspetta qualcuno… Non sono allegri, non parlano...

(Entra il frate trotterellando, Sandrino lo segue e trotterellando escono)

Deberio – Che siano dei mercanti? No, non hanno di queste facce... questo ha la faccia d'un salumiere e questa (Elena) deve essere la madre di qualcuno di questi e l'amante di qualcun altro... Sembrano statue di pietra di duemila anni fa... Scolpite nel tempo... Al fuoco...! E' scoppiata la guerra...! Arrivano i russi...!

(nessuno si muove)

Deberio – Sono dei menefreghisti... C'è il diluvio...! E' morto il Papa! Il pane

cresce ancora...

(Stendono la mano)

Deberio – Molto piacere di conoscervi (tocca la mano a tutti) Ecco, vedete? Pane al pane (stendono ancora la mano) Ci siamo già salutati cinque minuti fa... Pane al pane e vino al vino, sono un giornalista... Un giornalista di un giornale di Milano...

(Il frate e Sandrino entrano trotterellando, si fermano e Sandrino vuole la lunga croce di legno del frate. Lottano finché rompono la croce i mille pezzi. Il frate esce trotterellando e Sandrino torna al suo posto)

Deberio – ...Devo fare un servizio, dico un servizio, sui cani randagi... Io sorrido per mestiere e mentre vi fisso penso... Questi cani randagi denutriti, affamati, sono di più di quello che credevo... Anche da noi


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qui ce ne sono... Non si direbbe eh? Ho saputo per vie traverse... Noi giornalisti certe cose le sappiamo... Che c'è un paese, vicino alla Luna, pieno di questi cani randagi...

(Sandrino suona  “Ortisei” molto lentamente)

Deberio – Io un giorno sono qui... Domani sono là... Giro il mondo insomma...

A farla breve, andrò in quel paese vicino alla luna e scriverò tutto...

Tutto,  sul  giornale  (grida)  Giornale!  Sono  di  nuovo  di  pietra...

Giornalista! Niente... Pane e salame!

(Stendono la mano)

Deberio – Pane e formaggio!

(Si alzano)

Deberio – Pane e acqua!

(si muovono)

Deberio – Pane e prosciutto!

(Si avvicinano)

Deberio – Pane e burro!

(Lo pestano)

Deberio – Panettone!

Giornalista – Eccoci arrivati...

Sindaco – (con la fascia) Buona sera... Sono il Sindaco... Venite da questa

parte...

(entrano due operai o operaie con scatolami, prodotti alimentari, frutta, pane)

Sindaco – Gentili signori, spero scuserete il ritardo... La lettera era senza firma, allora grazie al giornalista eccoci qua.

(Il sindaco, gli operai, il giornalista, distribuiscono i prodotti alimentari mentre dal cielo cadono scatolame, bottiglie di latte, frutta ecc. ecc.)

Romeo

Riposo. Papà che ne dici?

Deberio

Piacerà, non piacerà? Il pennellaccio per la barba non c'è? Pippo non

farà neanche una capriola?

Romeo – No.

Deberio

Vedremo se la gente si divertirà... Sono perplesso.

Romeo

Papà, tu cosa faresti?

Deberio

Come prima... Dici che non si può?

Romeo

Lasceresti tutto come prima?

Deberio

– Non chiedermi più niente. Fai cosa vuoi, ma non chiedermi più

niente.

Romeo

E invece si che te lo chiedo, perché sei tu il padrone. Vuoi lasciare


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tutto come prima o vuoi cambiare? Esigo una risposta.

Deberio – Figlio mio, rifletti... Perché vuoi cambiare?

Romeo – Mi chiedi perché voglio cambiare? Ma allora non ti sei ancora reso conto della situazione...!

Ornella – Romeo, non insistere ti prego...

Deberio – Non mi sono ancora reso conto della situazione... Il figlio... mio figlio, che prende le redini della carrozza a pezzi del padre e in quattro e quattr'otto ha deciso di costruirne una nuova. La carrozza è mia, le redini sono in mano mia ed è ancora da stabilire se sono disposto a cederla. Tu cosa hai fatto fino ad oggi per meritare questo compito? Vattene, vai a cercare fortuna altrove, come ho fatto io quando ero molto più giovane di te. Sono partito da zero e sono arrivato in alto e poi sono caduto... Così, come sono adesso. Cosa devo fare? Devo chiedere pietà? Devo dire, figlio mio ho sbagliato? Fai tu che sei più in gamba di me? Adesso è facile essere in gamba...

Come lo ero io alla tua età... E' il seguito che è importante... E' la fine...! Ornella e Romeo, venite tutti e due qua... Così... cosa avete da rimproverare a vostro padre? Dite, francamente, da uomo a uomo...

Elena – Smettila...

Deberio – Smettila... Vostra madre ha già capito tutto... Ha già risolto ogni cosa lei, che di notte fa saltare giù tutti per le sue passeggiate romantiche...

Elena – Romantiche? Magari... Se tu non venissi a guastarle...

Deberio – Io alla notte voglio dormire.

Elena – E dormi... e chi ti dice qualche cosa...

Deberio – C'eravate anche voi questa notte... Tutti testimoni...

Elena – Lo sanno tutti il perché mi trovavo lì... Tutti, naturalmente meno tu.

Deberio – Vuoi spiegarmi il perché, dato che non l'ho ancora capito?

Ornella – Papà... vuoi continuare...

Deberio – Sia figlia mia... Dove eravamo rimasti?

Ornella – Noi non abbiamo niente da rimproverarti, papà...

Deberio – Grazie, ma tuo fratello come la pensa?

Ornella – Come me... Siamo fieri di te, papà...

Deberio – E di vostra madre? Siete altrettanto fieri?

Ornella – Si papà...La mamma è degna del nostro rispetto...

Deberio – L'avete vista anche voi questa notte.

Ornella – E' amore filiale il suo, ne siamo sicuri.

Deberio – Amore filiale... e allora perché non è venuta da voi che siete suoi figli?

Ornella – Franchino non è come noi... Nella sua disgrazia si sente tanto più


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solo... Ha bisogno di compagnia... Papà, vuoi davvero che Romeo vada via?

Deberio – … no, deve restare... I tempi sono mutati... mi sento vecchio e la mia carriera è finita... Non so più stare al passo con i tempi. Ora tocca a te. Do tutto nelle tue mani, la mia strada è finita e ora comincia la tua. Ricordati però che la vita è lunga e... Chissà come sarai alla mia età.

Elena – Che bel modo d'incoraggiare un giovane agli inizi di carriera.

Deberio – Stai zitta tu...

Elena – Continua...

Deberio – Puttana...

Elena – Non so se devo ridere o stare seria... come preferisci?

Deberio – Preferirei non averti mai incontrata...

Elena – La medesima cosa che penso io nei tuoi confronti.

Deberio – Vuoi stare zitta? Cristo! Vostra madre mi interrompe sempre quando sto per dire qualcosa d'importante. Cedo tutto in mano tua Romeo, hai qualcosa da dire a tuo papà?

Romeo – No...

Deberio – Io si. Non ho molta fiducia.

Romeo – Di me?

Deberio – E già...

Elena – Di chi hai fiducia?

Deberio – Lo so io...

Ornella – Papà, hai fiducia in me?

Deberio – E come, no? Un padre deve avere fiducia dei suoi figli. Ho fiducia. Un marito deve avere fiducia della moglie. Ho fiducia. Un padrone deve avere fiducia dei suoi dipendenti. Ho fiducia. Ho fiducia, fiducia, fiducia... Di tutti quanti. Fiducia nel giovane, nel vecchio, nel fallito, nella puttana... e in tutto il mio prossimo. Basta, ho finito.

Don Powers – Io non darei fiducia a tutti. Solo a chi se la merita. Ma come possiamo dare oggi fiducia a qualcuno? Meglio non fidarsi che essere fottuti.

Pippo – Ti hanno fottuto?

Don Powers – Parecchie volte...

Pippo – Allora hai dato fiducia a qualcuno'

Don Powers – Si amico mio... Tutte le volte, io avere dato mia fiducia a qualcuno, trovatomi fottuto.

Pippo – Don Powers, tu avere fatto molto male dare la tua fiducia a gente qualsiasi. Prima di ogni cosa, interessarsi a quale famiglia appartiene il tuo uomo. Informarsi se essere ricco o povero, ebreo o cattolico,


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comunista o liberale, se sposato o divorziato e ultimo se accettare tua fiducia.

Elena – Finitela di fare questi stupidi discorsi. Romeo, continua nelle prove.

Quello che riuscirai a fare è molto importante per tutti noi.

Romeo – Si mamma.

Ornella – Mammina, ti è piaciuto il mio numero?

Elena – Sei una vera artista. Ho molta fiducia nei miei figli. Fai tutto cosa ti dirà di fare tuo fratello.

Romeo – Don Powers farai i soliti giochi di prestigio e il numero con la corda. Tutto come prima dunque. Ripetiamo per l'ultima volta il nuovo sketch. Riprendi dalla terza amante.

Pippo – Patricia... Patricia... Hai letto i giornali questa mattina?

Romeo – Più curioso...

Pippo – Come?

Romeo – Devi essere più curioso...

Pippo – Patricia... Patricia... Hai letto i giornali questa mattina?

Patricia – Perché, tua moglie ti ha scoperto?

Pippo – Non ci scoprirà mai.

Erasmo – (è un uomo di 65 anni, simpatico, energico, porta due grossi baffi e indossa una pelliccia. Lo accompagna suo figlio David e sua figlia Enea di 20 anni. E' venuto a fare visita a sua sorella Elena).

Romeo – Zio Erasmo, che piacere rivederti.

Ornella – Enea, come ti sei fatta bella... Ciao zio... Siete soli?

Erasmo – Come vedi... Padre e figli.

Enea – Come va?

Ornella – Così così...

David – Scommetto che stavate provando...

Romeo – Si...

Ornella – Mamma... mamma, c'è zio Erasmo...

Deberio – Quale onore... Ciao Erasmo, Elena sta venendo. Enea, David... Che bei ragazzi vi siete fatti.

Pippo – Il circo Erasmo è arrivato a Brescia...

Erasmo – Chi c'è? Pippo? Il più grande clown del mondo!

Pippo – Non esageriamo...!

Ornella – Ti presento Don Powers, zio Erasmo... Il nostro fantasista...

Erasmo – Molto lieto di conoscervi Don Powers.

Elena – Erasmo, fratello carissimo.

Erasmo – Elena... (si abbracciano) Come stai?

Elena – Molto  bene...  E  tu?  Enea,  David...  nipoti  carissimi,  datemi  un


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bacetto. A chi assomigliate, a vostro padre o alla mamma? Erasmo – Sono forti e simpatici come noi Elena... Sono degli Erasmo...

Elena – Accomodatevi, preparo del caffè...

Erasmo – Non disturbarti... E Sandrino il sordomuto non è più con voi?

Elena – Non sta bene, ha la febbre... Vorrai stare con noi a pranzo?

Erasmo – Molto volentieri, ma dobbiamo ripartire subito. Dobbiamo trovarci a Bergamo verso le quattro per fissare la piazza.

Elena – Ve ne andate da Brescia?

David – A Brescia abbiamo fatto dieci giorni di esaurito.

Deberio – L'abbiamo letto sul giornale del vostro arrivo a Brescia.

Erasmo – Si, è la prima volta che la stampa si occupa di noi.

Enea – Pare che la televisione voglia registrare una parte dello spettacolo. Romeo – Quale?

David – Quello dedicato ai bambini.

Deberio – Credevo l'altro sulla satira di costume... Il giornale parla di successo. Erasmo – Il successo è dei miei figli. Per la parte nuova s'intende, che quella vecchia la curo sempre io. Antico e moderno, ecco il segreto del successo. Un mio vecchio pallino. Senti Deberio... Hai già pensato

come sistemare i tuoi figli?

Deberio – Ho altre preoccupazioni al momento. Perché, tu avresti idee in proposito?

Erasmo – Non idee, ma fatti concreti... Ti porto mia figlia e mi prendo la tua. Deberio – Pensi di fare un buon affare cedere tua figlia a un Deberio? Erasmo – Buon sangue non mente... C'è qualcosa che non va? Deberio – No... Elena, Ornella è già ragazza da marito?

Elena – Che domande... Lo fai apposta?

Deberio – Dicevo per dire... Volevo sentire quello che diceva lei...

Erasmo – Lasciamoli stare un po' insieme. Fate una passeggiatina per la cittadina... Intanto noi parliamo un po' dei nostri affari... Anche voi signori, vi prego, lasciateci soli. Elena... Non hai ancora aperto bocca, cosa ti succede?

Elena – Nulla Erasmo... Sono emozionata nel rivederti...

Erasmo – Tagliamo corto e vi dico subito quello che ho da dire.

Elena – Porti brutte notizie?

Deberio – Erasmo, ti abbiamo offeso in qualche modo?

Erasmo – Cosa andate pensando? Niente di tutto questo. Dopo la tempesta viene sempre la quiete e dopo la burrasca torna il sereno. Statemi a sentire... Sono venuto per salvarvi...

Deberio – Salvarci da cosa?


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Erasmo – Ma come, non li leggete i giornali? Ecco qua, è quello di stamattina. “Il famoso circo Deberio è ridotto alla miseria più nera”. La moglie, sorella del celebre trapezista Erasmo, ora proprietario di un grande e fortunato circo, ha impegnato la ricca collana, dono della defunta madre. Una sottoscrizione è aperta tra i lettori.

Elena – Ma come hanno potuto sapere?

Erasmo – L'impiegato del monte di pietà ha dato la notizia alla stampa. Elena – Ruffiano!

Deberio – Hai voluto fare di testa tua.

Erasmo – Adesso si tratta di correre ai ripari e in fretta. Oggi stesso smontate tutto e partite subito per Bergamo.

Deberio – E cosa ci andiamo a fare a Bergamo?

Erasmo – Venite nel mio circo e lavorate con me. Bé, il tuo nome non figurerà accanto al mio, questo è logico... D'altronde penso che non avrai di queste pretese.

Deberio – Ecco... Vedi... Non so se i miei figli...

Erasmo – I figli faranno come direte tu e tua moglie, naturalmente. Per loro il cambiamento è in meglio. Tua figlia prende il nome di mio figlio e tuo figlio e la mia Enea, lavoreranno a stipendio fisso. Un buon stipendio naturalmente.

Deberio – E del mio circo, della mia roba... Tutto quanto, insomma, cosa vuoi farne?

Erasmo – Niente. Quello che serve si farà servire e il resto si vedrà.

Deberio – Qui c'è ancora tutto che serve. Tu vuoi distruggere tutto questo? Il patrimonio di mio padre, la mia intera vita? Parliamoci chiaro!

Erasmo – Parliamoci chiaro una volta per tutte. Non sono venuto per te, ma per mia sorella.

Elena – Per me?

Erasmo – Si, tu e i tuoi figli dovrete venire via con me. Se lui vuole restare, con le sue bestie denutrite, nessuno glielo impedisce. Sarei dovuto venire prima, molto tempo prima che tuo marito portasse tutti voi in questa assurda situazione. Ma vi rendete conto che siete il caso più pietoso della pagina di cronaca?

Deberio – Hai ragione Erasmo... Non sono stato capace... Ho rovinato tutto. Elena, vuoi che andiamo a Bergamo?

Elena – Si, Deberio... E' meglio... è meglio per tutti.

Erasmo – Vorrei vedere le bestie...

Deberio – Vieni da questa parte (escono).

Enea – C'è il Togni, l'Orfei e noi... Ti rendi conto Romeo della nostra classe? Romeo – Certo che... avete fatto molta strada.


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Enea – Tutto merito di mio padre... è un uomo con molte idee... e tute buone, molto buone. E' un uomo adorabile... Credimi Romeo.

Romeo – E zia Micaela, tua madre?

Enea – E' rimasta a casa... Sai, qualcuno ci doveva restare. In questo momento è là in mezzo ai suoi pappagalli e alle colombe. E' innamoratissima delle sue bestiole. Però ti faccio una confidenza...

Sta perdendo la memoria.

Romeo – Come?

Enea – Le capita spesso di fare le cose due volte... Soltanto ieri sera, stava per ripetere il numero delle colombe... e...

Romeo – E allora?

Enea – Alla fine del numero facciamo intervenire un clown... e mentre dice alcune battute, avverte mia madre di uscire. Romeo, mio padre a quest'ora ha già detto tutto quello che voleva dire... Tu... Sei d'accordo nel venire via con noi? Sarai il sostituto di mio fratello nella gabbia dei leoni. E' tutto quello che possiamo offrirti.

Romeo – Lavorerò tutte le sere?

Enea – Non so se sarà possibile tutte le sere... Ma quando mio fratello ne fosse impedito, tu prenderai il suo posto... Romeo... Vieni...

David – Sono rimasto ferito gravemente quella volta, ma non ho paura... un domatore non deve avere paura.

Romeo – Vi abbiamo persi di vista...

Ornella – Abbiamo camminato fino ai giardino pubblici... Ci siamo seduti un po' su una panchina e poi... Eccoci qua.

David – Abbiamo già stabilito il giorno delle nozze.

Ornella – Si... il giorno di Pasqua. David, dove saremo quella domenica? David – A Firenze... E' una tradizione passare la Pasqua in quella città.

Enea – Si potrebbe anche cambiare... Qualche volta la tradizione non è legge. Per conto mio, andrebbe benissimo Bologna.

Ornella – Perché Bologna? Firenze è un'altra cosa, David.

Romeo – Ornella... di cosa ti stai impicciando?

David – Ornella ha ragione, Firenze è un'altra cosa. Abbiamo le stesse idee noi due (si sbaciucchiano)...

Ornella – Si, andiamo perfettamente d'accordo... E voi? Vi sposerete con noi? David – Papà Erasmo vuole così...

Romeo – Mi spiace deludere tuo padre, ma non verrò con voi.

Ornella – Come... Non verrai... e dove vuoi andare?

Romeo – Resto qui...

Erasmo – Eccoli che sono rientrati i nostri marmocchi... Non abbiamo tempo da perdere... preparatevi e si parte.


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David – Noi siamo pronti papà.

Romeo – Zio Erasmo... Ti ringrazio per il tuo interessamento e la tua buona offerta, ma... non vengo con voi.

Erasmo – Questa si che è nuova... e dove vuoi andare? Cosa farai se non lavorerai nel circo? Non sarai per caso un meccanico, un elettricista, un geometra, un avvocato o giù di lì?

David – A meno che non voglia fare come Daniele...

Romeo – Cos'ha fatto Daniele?

Enea – Non è più con noi...

Erasmo – Studiava sempre per conto suo, leggeva, scriveva e ogni giorno spediva una lettera a Milano. Non avevo gran tempo per dedicarmi a lui, del resto le capriole sui due cavalli le faceva ogni sera con successo. Un giorno vengo a sapere che studia da ragioniere... Bene gli dico, un ragioniere in casa nostra non guasta... Lui continua a studiare, prende il diploma e si impiega all'alfa romeo. Tutto questo senza interpellarmi.

Deberio – E adesso?

Erasmo – A quest'ora è in ufficio. Otto ore al giorno e poi stop... Libero... di fare niente. Pare abbia la fidanzata, una sua collega d'ufficio... si sposeranno a ferragosto... Non lo sapevate?

Elena – Sapevo della sua passione per i libri, ma che diventasse ragioniere non potevo pensarlo... Se tu Romeo avessi studiato, saresti anche tu con Daniele... Otto ore al giorno e stop... Libero... Di fare niente. Invece il tuo destino sarà tale e quale al nostro... Bastardo...

Erasmo – Elena... cosa ti succede? E' tutto sistemato adesso... Romeo ci ha ripensato... siamo tutti perfettamente d'accordo, vero caro nipote? Possiamo annunciare le nozze sotto la cupola dell'Erasmo per la domenica di Pasqua o preferite il lunedì dell'Angelo?

Romeo – Zio Erasmo, non lascio la cupola del mio circo... Il circo di mio padre... dei Deberio... Mi chiedi troppo... Non posso venirci con te...

Resterò qui!

Erasmo – Non pensavo di trovare tanta cocciutaggine... Vorrà dire che dovrai fare da solo... Non contare su un mio aiuto... Che non avrai mai. Ciao Rodolfo, ciao Elena...

David – Papà... Ornella viene qualche giorno da noi... vuole conoscere la nostra gente.

Erasmo – Non ho nulla in contrario... Enea, vuoi spicciarti? Enea – Vorrei dire anch'io una parolina... Resto anch'io1 Elena – Enea...

Debrio – E' magnifico...!

Erasmo – Enea, cosa stai combinando?


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Enea – Non lo so, ma sento che devo restare qui... accanto al mio Romeo...

Romeo – Grazie Enea...

Erasmo – Verrò a prenderti tra qualche giorno e poi si vedrà.

(Lentamente si spengono le luci)

Sono passati sei mesi... Il circo Deberio sta ottenendo dei lusinghieri successi nelle cittadine italiane.

All'accendersi delle luci è in corso lo spettacolo accompagnato da un'allegra marcetta “Euforia romagnola”.

Pippo il clown sta intrattenendo il pubblico con qualche trovata di repertorio per cedere il posto a Don Powers e a un nuovo giocoliere o acrobata, i quali eseguiranno un numero.

Seguirà di nuovo l'entrata del clown con altre trovate comiche mentre alle sue spalle si prepara per lo sketch degli spogliarelli.

Enea farà le parti delle amanti e Pippo quella del ministro.

Speaker – Adesso, Signore e Signori, vi presentiamo una divertente scenetta che avrà per protagonisti l'onorevole Amilcare Fantoni e le sue amanti. Esse sono Teresa, Clara, Patricia, Enza, Virginia e Rosaria.

(Enea appare in un seducente baby doll e Pippo comincia con la battuta d'inizio, mentre in crescendo di musica si chiude il sipario).

FINE SECONDO ATTO