Il colloquio

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IL

COLLOQUIO

di

Matteo Tibiletti


BIOGRAFIA DELLAUTORE

Matteo Tibiletti nasce a Varese il 23/10/1978. Da sempre, coltiva una profonda passione per il cinema, la fotografia e per la scrittura creativa. Autore di sceneggiature, racconti, poesie e copioni teatrali si cimenta spesso come regista di brevi cortometraggi o shooting fotografici (su www.youtube.com/teotibi e www.flickr.com/teotibi presente tutta la sua produzione). Nel 2009 ha pubblicato tramite il sito www.lulu.com una raccolta dei suoi migliori scritti dal titolo LO SCONOSCIUTO. Ha frequentato per cinque anni la Scuola di Teatro Citt di Varese. Dal 2008 uno dei membri fondatori, attori e registi dellAssociazione culturale Compagnia Duse di Besozzo. Da gennaio 2012 regolarmente iscritto alla SIAE come autore teatrale e fotografo.

DATI DELLAUTORE

NOME E COGNOME: Matteo Tibiletti

NATO A : Varese il 23/10/1978

RESIDENTE IN: Via C. Goldoni 41/B, Varese (VA)

CELLULARE: 3462219045

INDIRIZZO MAIL: tibilettimatteo@gmail.com

POSIZIONE SIAE: 213623

IL COLLOQUIO

La scena si svolge allinterno di un ufficio dirigenziale. Alla scrivania seduto Carlo, quarantenne direttore di una importante impresa edile. Larredamento molto ricco e ricercato. A terra c un grande tappeto. La scrivania molto ingombrante, ma molto ordinata.Alle pareti sono appese alcune foto raffiguranti inaugurazioni di imponenti edifici e ritagli di giornale incorniciati . Al principiare della vicenda, Carlo impegnato a leggere e firmare alcuni documenti. E sera. In quel momento entra la segretaria di Carlo.

SEGRETARIA: Dottore, se non ha pi bisogno di me, io andrei a casa.

CARLO: Certo, Caterina, va pure. Tanti auguri di buon Natale. Ci vediamo tra due settimane.

SEGRETARIA : (uscendo) Arrivederci.

CARLO: Sono andati gi tutti via?

SEGRETARIA :(rientrando) Come scusi?

CALRO: Chiedevo se sono gi andati tutti via.

SEGRETARIA: S, sono gi andati tutti.

CARLO: Bene.

SEGRETARIA: Ah, dottore, a proposito

CARLO: Dimmi.

SEGRETARIA: C qui fuori un signore che vorrebbe parlarle.

CARLO: Un signore?

SEGRETARIA: S, dottore, dice di chiamarsi Roberto, ma non ha voluto dirmi il cognome.

CARLO: Sotto Natale tutti cercano un lavoro eh?

SEGRETARIA: Come prego?

CARLO: Niente, niente vai pure. D a questo signor Roberto di entrare, ma avvisalo che avr solo cinque minuti a disposizione. Almeno oggi vorrei tornarmene a casa ad un orario decente.

SEGRETARIA: (sorride) Certo, ha ragione! Glielo dico subito. Arrivederci e buone feste dottore!

CARLO: Ciao, Caterina.

La segretaria esce e chiude la porta. Poco dopo, entra Roberto. Avanza un poco. Carlo, senza nemmeno guardarlo in faccia, gli fa cenno di sedersi. Roberto esegue.

CARLO: Buongiorno.

ROBERTO: Buongiorno, un cazzo.

Pausa.

CARLO: Prego?

ROBERTO: Ho detto, buongiorno, un cazzo

Pausa.

CARLO: Lei un cafone

ROBERTO: E lei uno stronzo

Pausa.

CARLO: Vuole essere immediatamente allontanato per caso?

ROBERTO: Nel tempo

CARLO: Chiedo scusa?

ROBERTO: Nel tempo.

CARLO: Nel tempo cosa?

ROBERTO: A suo tempo, me ne andr.

CARLO: io preferirei che se ne andasse immediatamente

ROBERTO: Non sono daccordo

CARLO: A me dovrebbe interessare?

ROBERTO: Cosa?

CARLO: Il fatto che lei possa essere in disaccordo su questo?

ROBERTO: Direi di s

CARLO: Potrei chiamare la sicurezza.

ROBERTO: Lo faccia pure, ma in questo modo non avr il piacere di uninteressantissima conversazione.

CARLO: Allora vuol perdere lunica occasione di parlare civilmente?

ROBERTO: Le sembra che io stia urlando?

CARLO: Forse le sfugge il fatto che parlare civilmente non vuol dire parlare ad un tono di voce pi pacato. Lei mi sta insultando da quando ha messo piede qui dentro.

ROBERTO: Assolutamente no.

Carlo sorride, Roberto anche. Carlo, accortosi dellatteggiamento di Roberto, smette allistante di sorridere. Roberto anche.

CARLO: Lei vorrebbe forse negare di avermi insultato fino a poco fa?

ROBERTO: Io non lho insultata. Ho risposto ad un suo insulto.

CARLO: Cafone?

ROBERTO: Stronzo.

CARLO: Vede?

ROBERTO: E lei?

Pausa.

ROBERTO:Quanto al buongiorno, le ho risposto cos perch, se fosse stato veramente un buongiorno, non avrei aggiunto altro dopo il semplice buongiorno. Dal momento che per un giorno che io ritengo spiacevole per varie ragioni, mi sembrato quanto mai fuori luogo che lei mi dicesse buongiorno, quindi ho specificato Buongiorno, un cazzo semplicemente per aiutarla a comprendere quanto questo augurio non avrebbe mai potuto essere da me inteso come qualsiasi altro augurio in qualsiasi altro giorno.

CARLO: E io cosa centro? Non potevo saperlo!

ROBERTO: Infatti. Come le ho gi detto, non era un insulto rivolto a lei, semplicemente sottolineavo il fatto che non affatto un buongiorno.

Pausa.

CARLO: Questa discussione non ha senso. La prego se ne vada.

ROBERTO: Non prima di aver detto quello per cui sono venuto.

CARLO: Sicch avrebbe seriamente qualcosa da dire?

ROBERTO: Certo.

CARLO: E perch dovrei darle ascolto?

ROBERTO: Perch io sono un cafone e lei uno stronzo, non ricorda? Un cafone rimane tale, e quindi agisce senza educazione, ma uno stronzo non pu permettersi di rifiutare un incontro ed un normale scambio di battute con qualcuno che le ha chiesto udienza, altrimenti diventerebbe anche cafone e qui, se permette, lunico cafone sono io.

Sorridono.

CARLO: Lei uscir di qui senza un lavoro, ne consapevole?

ROBERTO: Non sono qui per chiederle una promozione infatti.

CARLO: Bene, perch avrebbe sprecato tempo.

ROBERTO: Lo so. E di tempo da perdere non ne abbiamo.

CARLO: non ne abbiamo?

ROBERTO: lei ha forse tempo da perdere?

CARLO: Mi sta minacciando?

ROBERTO: No

CARLO: e allora?

ROBERTO: E allora cosa? Ha forse tempo da perdere lei? Non ha unazienda da mandare avanti?

CARLO: S

ROBERTO: Vede? Nessuno dei due ha tempo da perdere.

CARLO: Gi, ma questo lungo e poco interessante discorso me ne ha gi fatto perdere abbastanza, quindi se ha qualcosa di serio da dire lo faccia e poi esca dal mio ufficio e dalla vita di questa azienda.

ROBERTO: Non sottovaluti lintroduzione al discorso. E necessaria a stabilire il clima della conversazione, non le pare? Ora sappiamo che il nostro confronto sar civile ma teso, educato ma pungente. Da quando mi sono seduto a questo tavolo, le ho fatto capire che le mie intenzioni non sono quelle di instaurare un amichevole rapporto lavorativo tra imprenditore e dipendente. Si tratta piuttosto di un confronto tra le parti volto ad una risoluzione pacifica, ma decisa.

CARLO: Quale risoluzione? A parte il suo licenziamento, dico.

ROBERTO :Beh, tanto per cominciare, lei non mi pu licenziare senza addurre delle motivazioni plausibili.

CARLO: Lei dice?

ROBERTO: Non vorr ricorrere a sotterfugi scorretti per eliminarmi?

CARLO: Pensa che non ne sia capace?

ROBERTO: Penso piuttosto che non le convenga.

CARLO: Ah s?

ROBERTO: Eh s.

CARLO: E perch, se lecito?

ROBERTO: Perch lei sempre stata una persona corretta, non credo voglia infangare una carriera pressoch impeccabile con un atto illecito.

CARLO: Certo, non sarebbe sicuramente un bel passo da compiere ma chi verrebbe a saperlo?

ROBERTO: Io.

CARLO: Gi, si tratterebbe della sua parola contro la mia. E lei cos?

ROBERTO: Un cafone?

CARLO: Gi.

ROBERTO: Quindi vede che avevo ragione?

CARLO: In che senso?

ROBERTO: Lei uno stronzo.

Ridono.

CARLO: Sa cosa le dico, quasi mi spiace licenziarla un cafone molto simpatico.

ROBERTO: Non lo faccia

CARLO: Cosa non dovrei fare?

ROBERTO: Non mi licenzi

CARLO: Non scherzi.

ROBERTO: Non lo sto facendo.

CARLO: Bene, basta cos. Lintroduzione durata troppo non le pare? Possiamo passare allo svolgimento?

ROBERTO: Lei dimentica la struttura del blockbuster!

CARLO: Prego?

ROBERTO: Lei ha fatto riferimento allo svolgimento della vicenda

CARLO: E

ROBERTO: Beh, il fatto che un blockbuster, per rispettare i canoni del prodotto vincente, composto di varie fasi

CARLO: Ma dai

ROBERTO: Eh gi.

CARLO: Sentiamole.

ROBERTO: Dunque: prima c lintroduzione nella quale si illustra lambiente in cui vivono i personaggi; poi questi vengono presentati nella maniera pi veloce e dettagliata possibile, facendo almeno un cenno alla loro storia, al loro background insomma chi sono? Dove vivono? Amano qualcuno? Hanno famiglia?..

CARLO: Vada avanti.

ROBERTO: A quel punto si passa al colpo di scena che mette in discussione i personaggi appena presentati, mettendo in crisi i loro punti saldi, le loro certezze, e rischia di ribaltare la situazione. Lei converr che, quanto pi intenso un colpo di scena, tanto pi sar interessante il prodotto finito

CARLO: Certo

ROBERTO: Dopo il colpo di scena e solo allora, si passa allo svolgimento vero e proprio, ovvero si assiste al come i personaggi reagiscono e si comportano dopo aver visto le proprie certezze messe in discussione.

CARLO:Dunque?

ROBERTO: Non stato attento? Manca il colpo di scena, per poter passare allo svolgimento.

CARLO: Bene, gliene offro uno io di colpo di scena. Chiamo la sicurezza.

Carlo allunga la mano verso il telefono.

ROBERTO: No, non lo faccia.

CARLO: Perch?

ROBERTO: perch non sarebbe un colpo di scena credibile. Lei ha gi minacciato di chiamare la sicurezza al novanta per cento lo far. Il pubblico se lo aspetta, non sia banale! Non bisogna essere poco accurati nella stesura di una sceneggiatura.

CARLO: Ma quale pubblico? Di cosa sta blaterando?!

ROBERTO: Parlo di chi legger questa storia, di chi magari la metter in scena, di chi ne far un film. Quello sar un primo pubblico, a cui seguir quello vero nei teatri, nei cinema o davanti ad un chiosco di giornali.

CARLO: Intende scrivere questa storia? E pensa che qualcuno la comprer?

ROBERTO: Non prima che sia venuto alla luce il colpo di scena.

CARLO: Allora ricapitoliamo, non posso chiamare la sicurezza?

ROBERTO: Non che non pu

CARLO: S, ho capito, non conveniente per gli spettatori..

ROBERTO: Comincia a capire!

CARLO: Mi scusi se non ci sono arrivato subito.

ROBERTO: Linesperienza insegna ad essere esperti.

CARLO: Gi.

Pausa.

CARLO: A parte questo, cosa dovrei o non dovrei fare?

ROBERTO: Ascoltare.

CARLO: Va bene, ma quello che ho fatto fino ad ora. Cosaltro dovrei ascoltare? Quali improperi mi dovrei subire per farla sentire meglio?

ROBERTO: Lei seguita ad attribuirmi un atteggiamento che non ho assunto mai durante questa conversazione.

CARLO: Cosa vuole?

ROBERTO: Voglio aiutarla a ricordare.

CARLO: a ricordare cosa?

ROBERTO: Christian Marini.

CARLO: Chi ?

ROBERTO: Non lo ricorda?

CARLO: Dovrei?

ROBERTO: Dovrebbe.

CARLO: Beh, non ne ho idea.

ROBERTO: Non mi deluda, si concentri.

Pausa.

ROBERTO: Coraggio!

Pausa.

CARLO: E lei?

ROBERTO: Ahi Ahi! Nossignore!

CARLO: Questo gioco non mi diverte pi!

ROBERTO: Ma questo non un gioco. Quando, mi dica, quando le sembrato un gioco?

CARLO: Lei continua a girare intorno agli argomenti e non mi dice il motivo per cui lei qui. Ora basta!

Carlo prende il telefono. Roberto estrae una pistola e la punta contro il Carlo che immediatamente appende la cornetta.

CARLO: Stia calmo.

ROBERTO: Mi vede agitato?

CARLO: Me lha gi fatta questa domanda.

ROBERTO: E lei continua a sostenere che io la insulti.

CARLO: Daccordo, ora metta gi quellarma. Sta passando il limite.

ROBERTO: Gi, ho oltrepassato il limite.

CARLO: Perci, siamo al colpo di scena?

ROBERTO: Non sia precipitoso. Un dipendente arrabbiato che parla con il proprio capo prevedibile che passi alla violenza quando si tratta di perdere il lavoro, non le pare?

CARLO: Infatti. La rimetta a posto, sia gentile.

ROBERTO: Lo far, ma lei deve promettermi che non cercher pi di interrompermi.

CARLO: Daccordo.

ROBERTO: Promesso?

CARLO: Promesso.

ROBERTO: Bene.

Pausa.

ROBERTO: Ha qualcosa da bere?

CARLO: Prego?

ROBERTO: Ho sete, ho parlato molto. Vorrei bere qualcosa.

CARLO: C il dispenser dellacqua proprio l.

ROBERTO: Posso?

CARLO: Prego.

Roberto si alza, prende un bicchiere di plastica, apre il dispenser ma il getto cos forte che si bagna i pantaloni.

ROBERTO: Accidenti!

Roberto si volta con il bicchiere in mano.

ROBERTO: Ha un asciugamano?

CARLO: No.

ROBERTO: Non ha nemmeno dei fazzoletti o delle salviette?

CARLO: Ho dei fazzoletti, nella mia giacca.

ROBERTO: Pu darmene un paio per asciugarmi, per favore? Proprio non ci voleva questa cosa. Ma lo ha visto quellaggeggio va sistemato!

CARLO: Lo so, anche per questo non lo uso quasi mai.

Carlo si alza e va verso la giacca, poi si ferma, guarda Roberto intimorito

CARLO: Posso?

ROBERTO: Certo, altrimenti come fa a darmi i fazzoletti?!

Carlo va alla giacca ed estrae dalla tasca interna un pacchetto di fazzoletti di carta.

ROBERTO: Quindi lei non beve mai?

CARLO: Certo che bevo, ma porto un thermos di caff da casa.

ROBERTO: Beve solo caff?

CARLO: al lavoro s

Carlo gli porge i fazzoletti. Roberto li prende, incredulo.

ROBERTO: E quanti caff beve ogni giorno?

CARLO: Tre quarti di thermos

ROBERTO: Cio, lei si beve lequivalente di una bottiglia di caff?

CARLO: Non so, non ho mai

ROBERTO: Ma impazzito? Il caff fa male, specie in quelle dosi! Non pu scherzare con queste cose, molto pericoloso!

CARLO: lo so

ROBERTO: Lo sa, certo, ma imperterrito continua a berne ettolitri!... posso vedere il thermos?

CARLO: S, certo

Carlo si rimette a sedere e da un cassetto basso della scrivania estrae il thermos. Lo mette sulla scrivania. Roberto si avvicina, finisce di bere lacqua dal bicchiere. Getta il bicchiere in un cestino. Estrae due fazzoletti e comincia a strofinarsi i pantaloni, mentre con lo sguardo, squadra il thermos.

ROBERTO: Accidenti, ma enorme!

CARLO: Gi.

ROBERTO: Qual la capienza? 1 litro?

CARLO: 1 litro e

ROBERTO: E lei se ne beve tre quarti

Pausa.

CARLO: Le spiacerebbe

ROBERTO: S, s, le chiedo scusa, stavo perdendo il filo del discorso. Mi spiace, ma quando sento che la gente spreca la propria buona salute con uno stile di vita non idoneo, mi girano proprio i coglioni.

CARLO: Mi spiace.

ROBERTO: A me spiace per lei.

Pausa.

ROBERTO: Gi... ma torniamo allargomento principale abbiamo sfiorato il colpo di scena con unarma estratta improvvisamente, ma il pubblico ancora non soddisfatto. Vuole un fatto pi saliente qualcosa con cui poter esclamare ohhh! Ma davvero?! non le pare?

CARLO: Mmm mmm

ROBERTO: Non sia cos titubante, forza ! Lei coprotagonista di questopera! Serve energia per renderla interessante! Ripeta con me OHHH! MA DAVVERO?!

CARLO: La prego

ROBERTO: No, la prego io, ripeta con me OHHH MA DAVVERO?!

Pausa.

ROBERTO: Avanti!...

Pausa.

ROBERTO: Non mi deluda, ripeta con me OHHH! MA DAVVERO?!

Pausa.

ROBERTO: Al mio tre, avanti

Carlo fa cenno di s con la testa.

ROBERTO: uno

Carlo si asciuga la fronte con un fazzoletto

ROBERTO: due

Roberto lo guarda intensamente con un ghigno perverso

ROBERTO: tre

Roberto sta per parlare ma Carlo parte in leggero anticipo e prosegue da solo

CARLO: OHHH! MA DAVVERO?!

Pausa. Roberto applaude di gusto sorridendo

ROBERTO: Bravo! Bravo! Ottima intonazione, splendida interpretazione! Questa s che energia!... la sente anche lei? Eh! Ora la sente,vero? Mi dica che la sente! La sente?

CARLO: La sento.

ROBERTO: Bene! Benissimo! Allora siamo daccordo che il pubblico merita maggiore impegno e dedizione?

CARLO: S.

ROBERTO: Fantastico! Davveo, lei un motivatore! Fa bene a fare il laovro che fa! perfetto!

CARLO: Grazie..

ROBERTO: Allora, conosce Christian Marini?

CARLO: S.

ROBERTO: Bene, ora s che ci capiamo. Cosa si ricorda di Christian Marini?

CARLO: Ha lavorato qui per cinque anni, poi morto in un incidente.

ROBERTO: Sia pi preciso, per favore.

CARLO: Durante la lavorazione in un cantiere, caduto da dodici metri ed morto.

ROBERTO: La dica meglio.

CARLO: E caduto da dodici metri, ma non morto sul colpo: stato trasportato durgenza in ospedale dove ha resistito per diverse ore, poi morto.

ROBERTO: Ha resistito?

CARLO: Ha agonizzato per diverse ore, prima di morire.

ROBERTO: Meglio. Molto meglio.

CARLO: Che dice, arrivato il colpo di scena?

ROBERTO: Non ancora.

Pausa.

ROBERTO: Che peso ha lei in tutta questa storia?

CARLO: Sono il capo di questa azienda

ROBERTO: No, non sia cos generico.

CARLO: Non sono generico!

Roberto estrae la pistola

CARLO: E va bene: dirigevo io i lavori in quel cantiere.

ROBERTO: E

CARLO: E cosa?

Roberto carica il cane della pistola

CARLO: Ho detto io a Christian Marini di lavorare a quellaltezza

ROBERTO: Ah,ah! a quali condizioni?

CARLO: Non ricordo!

ROBERTO: A quali condizioni?

CARLO: Le giuro che non ricordo, passato tanto tempo!

ROBERTO: Si concentri!

Pausa.

CARLO: Lo costrinsi, nonostante soffrisse di vertigini

ROBERTO: E

CARLO: e lui lament lassenza di sistemi di sicurezza

ROBERTO: E

CARLO: E io gli ordinai di andare comunque.

ROBERTO: Pi dettagli, per favore

CARLO: Gli dissi che non mi importava nulla della sua esistenza, e che per quel che mi riguardava avrebbe potuto tranquillamente rischiare la sua inutile vita. Lo insultai davanti a tutti e gli ordinai di fare quel che stavo dicendo od avrebbe perso il lavoro.

ROBERTO: E come prosegu la faccenda?

CARLO: Lui cadde, mor dopo alcune ore di agonia

ROBERTO: E

CARLO: E io riuscii a dimostrare che era stata una sua inadempienza.

ROBERTO: Come fece? Mi illumini con la sua incredibile astuzia!

CARLO: Costrinsi gli altri operai a testimoniare che Christian si rifiutava di rispettare le norme di sicurezza, solo perch mi aveva in antipatia.

ROBERTO: E gli operai obbedirono? Come fece a costringerli?

CARLO: Li minacciai che sarebbero finiti in mezzo alla strada, se non mi avessero dato retta.

Roberto disarma il cane della pistola e appoggia larma sul tavolo.

ROBERTO: Bene. Grazie.

Roberto estrae dalla tasca un piccolo registratore. E schiaccia il pulsante di stop.

ROBERTO: OHHH! MA DAVVERO?!

CARLO: Lei chi ?

ROBERTO: Roberto Marini.

CARLO: Christian suo

ROBERTO: OHHH! MA DAVVERO?!

Pausa.

CARLO: Lei non ha mai lavorato qui!

ROBERTO: Non si preoccupi, dottore! L'avermi confuso con uno dei suoi dipendenti non mi ha certo disturbato! Anzi, mi ha fatto quasi sentire parte integrante di questo posto. Da dieci anni ho preferito accettare la pensione. Sa com', ci si sveglia alla mattina solo quando si aprono gli occhi e non quando suona la sveglia, si mangia quando pi si sente appetito senza dover attendere alcuna sirena od orario stabilito, insomma i ritmi vitali riprendono ad essere umani. Capisce? Tutto rallenta, tutto prende una forma pi comprensibile. Le necessit cambiano, il superfluo comincia a galleggiare davanti agli occhi come un alone su di un vetro sporco e solo scavando a fondo si riesce a comprendere veramente quello che conta. Sa dottore? Si ha cos tanto tempo a disposizione per pensare e per ricordare...

(pausa)

ROBERTO: Caspita, un capolavoro questa storia! Addirittura, pi colpi di scena in pochi minuti!

CARLO: Mi dispiace ... io

ROBERTO: No, la prego, non viriamo il discorso nella tragedia o finiremo per trasformare questo thriller psicologico in una soap-opera! La mia era una semplice riflessione da pensionato, rivolta ad un giovane rampante ormai giunto alla punta pi alta del proprio invidiabile successo.

Pausa.

CARLO: E ora?

ROBERTO: E ora? Ora dottore le ho teso la mano per discendere quella vetta. Stava rischiando di precipitare senza il mio aiuto. Non si arriva mai cos in alto senza bombole d'ossigeno, e lei andato ben oltre. Ora in apnea. Non se ne rende conto? Quanto pu durare ancora? Ha visto la cima, ci arrivato da solo. Ma adesso deve tornare alla realt di tutti i giorni.

Pausa.

ROBERTO: Io ho concluso.

Si alza e fa per andarsene

CARLO: Vorrebbe dire che non venuto qui per uccidermi?

ROBERTO: Io? Ucciderla? Assolutamente no! Non sono un assassino. Non mi interessa esserlo. Inoltre, la sua morte non ridarebbe la vita a mio figlio. Volevo sentire la sua spontanea confessione. E dato che, come avr notato sono un grande appassionato di cinema, ho preferito scegliere larticolata strada del noir. Una pistola sempre un bel deterrente. I grandi maestri lo hanno dimostrato in pi di cento anni di film dautore.

CARLO: Ma quindi cosa

ROBERTO: A me bastava la sua confessione. Sar la storia che appassioner il pubblico, che affoller i cinema, i teatri ed i chioschi di giornali la stessa storia provocher nel protagonista, cio lei, un cambiamento molto evidente. E a questo che serve il colpo di scena nei blockbuster. Alla fine il protagonista, nel bene o nel male, sar cambiato rispetto allinizio della storia.

CARLO: Altrimenti, cosa potrebbe succedere?

ROBERTO: Si rischia la noia, dottore, la staticit del racconto! Si annullano tutti i tentativi di rendere interessante lopera. Il pubblico uscirebbe, senza avere imparato nulla.

Pausa.

ROBERTO: E bello parlare di cinema con lei.

Pausa.

CARLO: Forse non sono un esperto di blockbuster, ma lei sta dimenticando un dettaglio fondamentale.

ROBERTO: Ovvero?

CARLO: Non ho certo la profonda conoscenza tecnica che lei ha fin qui dimostrato ma, per quel che ne so, anche in narrativa, quando una pistola viene mostrata a met di unopera, prima della fine, quella pistola sparer.

ROBERTO: E vero. Bravo, vedo con piacere che ha fatto i compiti.

CARLO: Ebbene?

ROBERTO: Caro dottore, non dimentichi per che non il codice del blockbuster a stabilire chi la user.

CARLO: Sarebbe a dire?

ROBERTO: Quel che lei ha appena asserito, corretto. La pistola, prima della fine dellopera, dovrebbe essere usata. Ma non pu essere considerata una regola la modalit con cui questa verr utilizzata,non le pare?

CARLO: Sarebbe troppo prevedibile?

ROBERTO: Esatto! E' a questo che serve la regia! E' proprio per questo che unopera darte si distingue dalle altre!

CARLO: Cambia la regia?

ROBERTO: Accidenti, ma lei mi stupisce sempre di pi! Proprio cos! La regia! Se cambia il regista, cambiano le scelte e le modalit con cui le vicende vengono raccontate! La regia il cuore delloriginalit. Senza regia, si avrebbe solo un piatto riassunto di avvenimenti elencati come in una cronaca. Con una regia viva invece, si pu produrre un racconto avvincente!

CARLO: Ah

ROBERTO: Non si preoccupi. Avr molto tempo per studiare ed imparare di pi su questi e tanti altri argomenti.

CARLO: Io

ROBERTO: Arrivederci.

Roberto fa per uscire, poi si volta e indica il dispenser dellacqua.

ROBERTO: Lo faccia sistemare.

Pausa.

CARLO: S.

Pausa.

Roberto sorride unultima volta e poi esce.

Carlo rimane da solo, ancora intontito e confuso. Si asciuga il sudore dalla fronte, fa per prendere la cornetta, poi indugia. Raccoglie la testa fra le mani. Respira come in preda ad un attacco dansia. Si ode lecheggiare del pulsante di stop del registratore. La voce di Roberto ripete ancora, fuori campo .

ROBERTO (fuori campo) : Caspita, un capolavoro questa storia! Addirittura pi colpi di scena in pochi minuti!

Carlo alza la testa, le lacrime agli occhi. Guarda davanti a s. Appoggia lo sguardo sulla pistola. La prende, la guarda. Si alza lentamente, va alla finestra. Guarda fuori,sembra voler prendere la mira. Indugia a lungo, poi con un gesto rapidissimo si punta la pistola alla testa e spara. Cade a terra. Segue un lungo silenzio. Poco dopo, lo vediamo rialzarsi ancora pi intontito e sbalordito. Guarda la pistola. E un giocattolo.

Le luci si abbassano lentamente, mentre si ode ancora echeggiare la voce di Roberto.

ROBERTO (fuori campo): OHHH! MA DAVVERO?!

FINE

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