Il colpevole

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Il COLPEVOLE

TRAGICOMMEDIA

DI

ANGELO ALFIERI

PERSONAGGI

Berto Pisone               (Progettista Costruttore)

Pompeo Brolli            (Addetto alla sicurezza impianti) 

Manolo Sanguetta       (Venditore)          

Sabina Volletto          (Impiegata)

Daria Ombrini            (Architetto)

Egidio Spazzola         (Portaborse)

Voce                           (Giornalista)

La scena: studio di progettazione edile. Due porte, a sinistra l’ingresso e a destra una  che da in un altro locale.  Attrezzatura convenzionale. Due scrivanie, alcuni computer, ecc. Quello che serve per il funzionamento di un siffato ufficio: a discrezione del regista. Nella terza scena si aggiungerà uno schermo televisivo.

Tutte le opere di questo autore sono tutelate dalla S.I.A.E.

ATTO UNICO

Scena prima

Primavera del 2003

Berto:                  (Entra da destra,  preoccupato, a parte). Che situazione intricata. Cosa mi costringono a fare quei maledetti. Mi chiedo in quale entità  deve confidare un  progettista per non incappare in qualche sfacelo. – “Alleggerire alleggerire:costa troppo! Questo si leva,  questo si regge bene ”– (Si aggira sul proscenio). Ma sì, forse hanno ragione loro, cosa vuoi che succeda: ipotesi … sono troppo fifone. Sembra quasi che ad un tratto non mi fidi più di  nessuno. Il risparmio! Ecco dove sta il problema. Il risparmio! (Si avvicina ad un modellino di un palazzo molto particolare)

Pompeo:     (Entra a si avvicina a Berto).Ciao! E se dovesse crollare subito dopo averlo terminato?

Berto:                  Allora fai menagramo? Non dovevi dirlo, adesso mi tocca ricalcolare tutto? Certe cose non si dicono nemmeno per dire. Se hai un sentore, un dubbio, un presentimento tienilo per te. Non si viene a dire al progettista: cadrà! Non si fa così. Mi stai creando un caso di coscienza. Già mi …

Pompeo:     Scusa … non pensavo di scatenare le tue ire.

Berto:                  Ma quali ire! Mi fai dubitare … Berto Pisone non ha mai dubbi. Mai! Ma se me li fate venire mi vengono. Io so progettare bene … se poi mi costringono a modifiche  … e cose varie ecco che devo sottostare …  contro la mia etica (Vorrebbe dire ma non dice).Fai il tuo lavoro di controllore che al resto ci penso io. Non vorrai essere accusato per aver supposto che un giorno forse cadrà questo edificio?

Pompeo:     Supporre fa parte del calcolo dei rischi. 

Manolo:      Ma quali rischi … (Entra sulla battuta). Ragazzi siamo già in ritardo con la partenza dei lavori e le penali  non le voglio pagare … vediamo di non trovare il pelo nell’uovo laddove non esiste.

Berto:                  È colpa sua: fomenta! … Ognuno è libero di  pensare quello che vuole ma non sobilli. (Visiona l’oggetto). Il vizio tipicamente nostrano di insinuare … a vanvera peraltro. Un paese che vive di dubbi è un povero paese. Mi state attaccando sull’onore. (Sta cercando una scusa per autoassolversi).

Pompeo:     Le certezze le hanno solo gli ignoranti e i ladri, questi ultimi  perché sanno che la fanno sempre franca. Questa è una certezza tipicamente nostrna..

Manolo:      Sei retorico Brolli. Ti attacchi a … lasciamo stare.

Berto:                  (Si aggira pensoso). D’accordo! Sì … Beh, guardate se proprio volete, per accontentarvi, vi concedo qualche piano in meno? Eh? La stabilità crescerebbe.

Pompeo:     Ahhhh … allora dubiti.

Berto:                  Ti sto venendo incontro. … E poi la mia è una tensione creativa. Estetica. Una riflessione spirituale. Ogni tanto mi rivolgo ai santi … così per simpatia … un mio vezzo diciamo. Non sono credente ma … si invoca, si … prega … (Lo dice con ritrosia). Sono affari miei va bene!

Daria:                  (È già in scena seduta alla scrivania di Berto assorta nella lettura di un documento) Come osservatrice esterna dico che sarebbe un’idea. Dico quella di costruire qualche piano in meno. Io rappresento me stessa qua dentro sia chiaro. Sono pagata per valutare indipendentemente, al di là delle vostre preoccupazioni di tipo spirituale o materiale.

Pompeo:     Chi ti paga?

Daria:                  La finanziaria che ha commissionato il palazzo. Ha voluto che studiassi il progetto per avere un parere supplementare.

Berto:                  Allora non sei indipendente. Hai almeno la competenza o vai a spanne? Capisci che essendo la prima volta che ci vediamo non vorrei che ci fossero delle incomprensioni tali da generare malintesi. (Guarda Pompeo).

Daria:                  Sono un architetto non un’ortolana. Comunque dai calcoli che ho fatto  risulta anche a me che sarebbe meglio edificare qualche piano in meno e il c.d.a. , durante la riunione che abbiamo avuto, ha ritenuto che fosse la soluzione opportuna. Però vogliono il parcheggio sotterraneo raddoppiato.

Berto:                  Ci credo che lo dicano. (Tra se).  Il parcheggio si può fare senza problemi.

Pompeo:     Lo dici tu! La nuova linea della metropolitana passerà a cento metri dalle fondamenta. Ah, ho capito. Vuoi parcheggiare le auto direttamente sui binari. In quel caso.

Sabina:       Che bell’idea!

Manolo:      La senti? Dillo: fai apposta … le trovi tutte. Fai il bastian contrario? Scaviamo più a fondo. Facciamo un silo anziché un unico piano. Proponilo.

Pompeo:     Passa il corso d’acqua che è stato incanalato negli anni sessanta. Ma voi le mappe le guardate o no?

Berto:                  Ma quali mappe. … Lo vedi? Invece di proporre idee fa il disfattista. Lo facciamo lo stesso: punto! Il proprietario vuole così e  … così sia. Riuniamoci per ridefinire il progetto del sotterraneo. Progetto … adeguamento.

Pompeo:     Per me non si può fare. Ma se voi lo credete: bene! Ti basti sapere che le case circostanti hanno le cantine allagate per buona parte dell’anno.

Berto:                  Le case circostanti non ci riguardano. Mica le abbiamo fatte noi. E comunque il fatto è da mettere in relazione con la decrescita industriale. Meno industrie meno consumo idrico. (Si aggira pensoso). Se proprio insistete interpelliamo un geologo. Lo chiamo io.(Teme per la stabilità del manufatto che, per stare alle condizioni dettate dalla società committente, è costretto a modificare in alcune parti il che  potrebbe generare problemi). 

Daria:                  Bene! Fallo venire. Lo pagate voi però?

Berto:                  Noi? … Voi! Facciamo così: faccio redigere una perizia geologica falsa da sottoporre all’ufficio tecnico del comune … se abboccano è andata. Eh? Che trovata!  (Alza i toni).

Pompeo:     Tu sei pazzo! Per questa volumetria ne mandano uno d’ufficio.

Matteo:       Perché pazzo? Lo conosco! Purtroppo mi occorrono ventimila euro.

Berto:                  Lo vedi che si può fare? Figurati!

Pompeo:     Se poi cade tutto dai la colpa a Cuccucuccucù quale responsabile del manufatto. Un Cuccucuccucù che fa da prestanome lo trovi no? E lui la scaricherà sul vecchio capomastro, che essendo già deceduto al momento del crollo, non sarà responsabile. Allora interverrà il solito giornalista impiccione, già preventivamente imboccato da qualche tuo avversario, che  dirà che la colpa è del sovraintendente ai lavori. Il quale dirà che in realtà è stata la maga Quoquoquo che avendo avuto una visione del disastro non disse niente a chi di dovere. Ed è a questo punto che entra in scena il dannato rompipalle sostenitore dei maghi che dirà solo bene della sua compare. Ma la maga Quoquoquo,  anche se fosse in parte responsabile, essendo un personaggio letterario  non può risponde di quello che fa e di conseguenza daranno la colpa a qualcun altro il quale, a sua volta, dirà che ha dovuto sorvolare, pur sapendo,  in seguito alle pressioni di un politico che a sua volta darà la colpa al suo portaborse, che per somma di reati non uscirà mai più di galera.

Berto:                  Non ho capito una mazza.

Manolo:      Non vedo l’anomalia? È la prassi. Cosa vuoi capire?

Daria:                  Appunto! Io non ho suggerimenti da dare: mi limito a constatare. Sono un’esterna.

Sabina:       A proposito di maghi. Ho un’idea. Organizzate una seduta spiritica. Non si mai! (È già in scena fin dall’inizio è seduta alla scrivania e sta lavorando). Se il defunto evocato vi dice che si può fare lo fate. Gli mostrate i disegni.

Pompeo:     È un metodo rivoluzionario. Soprattutto scientifico.

Manolo:      Beh! Se non altro avremmo una risposta definitiva. Si tratta solo di sottoporre le domande giuste. Sui carichi, sulla statica, sui materiali … Che ne so! 

Berto:                  Questo vuol dire che non vi fidate di me? Uno dice: – “cade” –,  e ci si pone il problema se sia vero o no? Sappiate , comunque, che niente dura in eterno.

Pompeo:     Ti faccio notare che un palazzo non lo puoi collaudare prima di costruirlo. E inoltre, cosa di irrilevante importanza, è un’opera che arricchirà l’aspetto urbanistico della città ed è stata avallata proprio per questo motivo: perché è all’avanguardia e non crea impatto ambientale, altrimenti non la avrebbero lasciata costruire.

Daria:                  Su questo avrei dei dubbi. Dico sul fatto del “non l’avrebbero lasciato costruire”. Pompeo mi sembri piuttosto ingenuo. Lo sai chi c’è dietro? Se vogliono costruiscono anche in cielo senza il permesso di nessuno.

Berto:                  Non è ingenuo … è idealista. Pompeo … ti prego! Almeno fai vedere che non siamo degli sprovveduti.

Sabina:       Ammettiamo che il medium sbagli … di chi sarebbe la colpa?

Manolo:      A parte il fatto che bisogna trovarlo un medium così fesso e comunque darebbero la colpa al trapassato che ha mentito apposta per farci un dispetto. E i trapassasti ne fanno tanti di dispetti.

Daria:                  Esatto! Il medium è un intermediario che colpa avrebbe? Ne conosco uno … sarebbe meglio fargli credere che si tratta di una specie di verifica spiriticomegaliticadelcavolodeicavoli: di sua sorella però.

Sabina:       Guardate che lo spirito dev’essere un ingegnere almeno.

Berto:                  Eh sì è … dev’essere competente. Almeno lui! (Si vede che è preoccupato).

Sabina:       In questo modo il responsabile sarebbe solo lui. Se avesse anche un’impresa di costruzioni sarebbe il massimo.

Daria:                  Idea geniale. Tutto intestato ad un defunto. Progetto, costruzione, collaudo. Io sono un’esterna eh: sia chiaro. Non so nemmeno chi siete. Chiamo la finanziaria? Gli prospetto la cosa? Allora silo con trecento posti auto va bene?

Berto:                  Piano … facciamo un disegnino prima. (Pensa). D’accordo! La butto lì? E non è da me! Dichiariamone duecento … noi ne costruiamo lo stesso trecento e li vendiamo per conto nostro a privati ma per il comune e per la società vanno bene duecento. Li facciamo scappare dentro. Senza spese aggiuntive. Una soletta in più che sarà mai. Ci vorrebbe qualcuno che mettesse una parolina a chi di dovere per sviare una possibile indagine.

Manolo:      Vedo che piano piano ti stai convincendo della fattibilità. Non temere.  Se dovesse salire l’acqua diremo che il piano più profondo è momentaneamente inagibile per via di una falda improvvisa che si è messa a gettare acqua dopo milioni di anni. E qui ci vuole il geologo per forza. Uno che sa cosa dire in caso di necessità. Che si inventi una bufala ad hoc. Che insinui il tarlo. Per esempio le vibrazioni dei treni che smuovono la falda. Il riscaldamento globale.  Vedete che un responsabile lo si trova sempre. Basta cercarlo. Tutto questo qualora dovesse succedere un disastro. Adesso basta commissionare la perizia al geologo per ventimila euro e chiedere al sindaco di emettere un’ordinanza che obblighi i cittadini a bagnare il giardino anche d’inverno per abbassare il livello della falda.

Daria:                  In quella zona di giardini non ce ne sono ma si può fare. Il sindaco è mio padre. Io sono indipendente sia chiaro. Qui rappresento me stessa … E non sto affatto parlando. Quella che sentite è la voce di Bracco Baldo. Registrata! Forse!

Sabina:       Non è colpa di nessuno se tuo padre è sindaco. Verrebbe a costare tanto la manovra di aggiustamento diciamo?

Berto:                  Appunto! Quanto?

Daria:                  Niente soldi: solo voti. In primavera ci sono le elezioni.

Manolo:      Allora possiamo dire addio alla rielezione.

Berto:                  Ci sarebbero i nostri dipendenti più i consociati. Votano tutti per chi suggerisco io. Senza coercizione sia chiaro. A loro poco importa che governa. Basta che lavorino. Quanti voti servono per superare l’avversario? (Manolo lo abbraccia).

Berto:                  Sì sì abbracciami.

Daria:                  Quindicimila … per avere una maggioranza stabile presieduta ancora da mio padre.

Sabina:       Non sono pochi. Se vuole rivincere le elezioni deve fare qualcosa di eclatante. Digli di scagliarsi contro gli immigrati. Oggi come oggi funziona. Signori è un modo come un altro per vincere le elezioni. Ci sono quelli che promettono sgravi alle famiglie, quelli che promettono l’innalzamento degli assegni pensionistici … ma alla fine chi se ne frega … voglio dire! In questo paese le promesse elettorali rimangono promesse. Del resto siamo un popolo di marinai, non si può nemmeno pretendere chissà che. Si parla ma …  

Berto:                  È vero! Ma quindicimila voti … Allora  come vogliamo procedere? (Rassegnato).

Egidio:        (Fa capolino). Scusate … Mi sapreste indicare lo studio medico del professor Bellotti?

Sabina:       Deve salire fino all’ultimo piano … guardi che l’ascensore termina a questo. Per salire più su ci vuole un codice, che ha solo il proprietario dell’appartamento.

Egidio:        Me ne sono accorto. Ho premuto dieci volte il tasto. I servi salgono a piedi nel regno dei beati perché è con fatica che si arriva al premio finale. Permettetemi di sedere un attimo.

Berto:                  Ma si figuri … non sta bene?

Egidio:        Sto benissimo … non  devo vedere il medico. In questo momento sta visitando il sottosegretario ai lavori pubblici Dindindin, sono amici … Io sono il portaborse. Lo vado a prelevare.

Manolo:      Il sottosegretario. Che combinazione. Come si chiama?

Egidio:        Il sottosegretario?

Sabina:       No. lei!

Egidio:        Io? Egidio Spazzola.

Pompeo:     Che cognome! È più adatto ad un ministro che a un portaborse. Sto cercando di stemperare l’atmosfera: si sta facendo opprimente … vede queste facce meste … avere un Dindindin in giro per il palazzo non è entusiasmante. Non ha premura? È un consiglio spassionato.

Egidio:        Insomma … due minuti e poi salgo.

Daria:                  E così lei fa il portaborse di professione … e la paga è buona o … lascia a desiderare?

Egidio:        Lasciamo stare … Non voglio addentrarmi in un ginepraio. Comunque  lo faccio in attesa di un’occupazione che si avvicini il più possibile alla mia professione. Storico! Più che altro sto attendendo una spintarella da qualcuno, che per motivi ignoti non arriva mai.  

Manolo:      Le do il doppio se diventa il nostro portaborse. Sa dov’è finito? Nel miglior  studio di progettazione edile del sud Europa. Progettazione costruzione e collaudo. Mi presento: Manolo Sanguetti. Venditore di immobili. L’architetto Daria Ombrini e l’ingegner Berto Pisone. Il signore è Pompeo Brolli, ingegnere capo della sicurezza.

Egidio:        Bene … e la signorina?

Sabina:       L’impiegata. Non mi dica che vive solo eh?! Con quella faccia lì chissà cosa combina. (Egidio è un ingenuo).

Egidio:        Cosa vuole che combini … lavoro dalla mattina alla sera. Gratis! L’unico svago che ho è quello di assistere alle sedute spiritiche che fa una mia amica il sabato sera tanto per passare il tempo.

Berto:                  Non mi dica? Proprio eh? Il primo che passa … niente: riflessioni mie.

Egidio:        Glielo sto dicendo!

Manolo:      Se lo dice lo dice …

Daria:                  Sa che mi ha incuriosito? Già quando sento la parola “spiritico” vado in estasi, si figuri se mi proponessero di assistere ad una seduta.

Pompeo:     Non ha premura?

Egidio:        Eh sì … scappo! Le do fastidio per caso? Mi lasci respirare un attimo.

Berto:                  Aspetti … mi dia il suo numero almeno. A questo punto!

Sabina:       Adesso sono curiosa anch’io eh … lo sa che lei è un bel tipo? Mi inviti.

Egidio:        Dice sul serio?  

Manolo:      Lei assiste solo o ha anche attitudini da medium?

Egidio:        Magari le avessi! Risolverei tutti i problemi che ho.

Berto:                  Alla sua età i problemi non esistono. Mi dica: qualche volta indovinate?

Egidio:        Mai! … mai. Sì, una volta ma per sbaglio. Il fatto era già successo. Ma non lo sapevamo. Pensavamo di essere bravi. Pensi un po’ che razza di maghi.

Daria:                  Chi fa parte del suo gruppo di adepti diciamo? Gente di spicco o …

Egidio:        Noooo … siamo tutti tra di noi. Ex compagni di scuola … amici di vecchia data … ci troviamo per una bevutina e poi … cerco di tenere separato il lavoro dallo svago ecco. Ho sentito dire che le sedute con gente di spicco si fanno in luoghi appartati. Senza il medium però!

Sabina:       Fa bene! Non si immischi! Ormai mi ha incuriosita … non doveva passare dentro … io sono curiosa poi … adesso mi deve invitare … è colpa sua: ci alletta, ci stuzzica con ‘ste cose paranormali …

Daria:                  A chi lo dici! Sono affascinata dall’occulto.

Berto:                  Chi non lo è? (Ironico).

Pompeo:     Mi dia retta … lasci perdere quelle cose … si vive bene anche senza.

Egidio:        Lo so … finché è un gioco. Prego, il biglietto da visita a chi lo lascio?

Manolo:      Lo dia a me … ci sentiamo eh! Ci conto! Non ci illuda a vuoto. Voglio provare. Come fate? Mettete la mani unite o avete altri metodi? (Lancia un’occhiata a Sabina, Berto scuote il capo).

Egidio:        Dipende da chi è seduto al tavolo. Se vogliono far correre il bicchiere si tiene un dito sopra. In quel caso lo spirito risponde componendo le parole fermandosi sulle lettere dell’alfabeto disposte in cerchio. Se vogliono far levitare il tavolo si uniscono le mani. In quel caso alcuni si incollano i palmi delle mani per poter alzare il tavolino … lo sappiamo solo noi assidui. Gli amici occasionali si spaventano. Quanto ridere. Credetemi ci sono più allocchi che furbi.

Pompeo:     Punti di vista caro lei! Comunque è un metodo scientifico vedo. Le torno a ripetere: se ne vada!

Egidio:        Lei è un maleducato: non la voglio alla seduta. (Esce Egidio).

Manolo:      State pensando quello che penso io?

Pompeo:     Mi dimetto da tecnico … queste verifiche le fate fare ad un altro.

Berto:                  Cosa fai? Mi abbandoni così? Senti questo! Per un po’ d’acqua in cantina fa l’offeso.

Manolo:      Ha paura! Non si dovrebbe fare questo mestiere se si hanno dubbi continui. 

Pompeo:     Io parlo in base a quello che so. Tu in base a quello che senti dire. Vendere appartamenti non è sinonimo di competenza ingegneristica.

Daria:                  Se non se la sente è meglio che lasci adesso. Prima che inizino i lavori.

Sabina:       Pompeo, sono vent’anni che lavoriamo assieme e sono vent’anni che costruiamo ovunque. È mai cascato qualcosa?

Berto:                  Dai, che la maniera di svicolare la troviamo: come sempre del resto. qualche soldino, qualche votarello. E poi abbiamo il sindaco dalla nostra … basta colare un po’ di calcestruzzo in più nelle fondamenta. Facciamo vedere che non improvvisiamo, che siamo responsabili, ci perdiamo ma siamo responsabili. Facciamo venire una televisione locale … quella del tuo amico Polopolo.  Due riprese. Due paroline ben dette. Ti preoccupi della finanziaria? Loro hanno i progetti buoni mica cartaccia.(Sarcastico).

Sabina:       C’è sempre l’altra soluzione. Il portaborse del sottosegretario.

Daria:                  Dire che sia capitato a fagiolo è poco …

Manolo:      Tra l’altro mi sembra adatto … voglio dire ….  È adatto!

Berto:                  Ripeto: so quello che faccio, tuttavia … essendo la prima volta che costruiamo un palazzo di queste dimensioni ricorriamo ad un aiuto esterno … e non proprio mistico. Oh ragazzi, non voglio finire nei guai per un mattone in meno.

Daria:                  Beh, a questo punto lo dico! Da esterna! Qui di mattoni ne mancano più di uno … abbi pazienza! Per non parlare del ferro. Capisco la strategia del doppio progetto ma se l’ufficio tecnico dovesse vedere quello che ho studiato io, vi metterebbero dentro. Questo edificio è nato per crollare. Ce l’ha nel dna.

Berto:                  (Si arrabbia).Lo vogliono in economia … togli questo, togli quello, non sarà il massimo non sarà il minimo e poi perché dovrebbe cadere. E i costi e qui e là … hanno le loro argomentazioni … e convincenti. – “E poi, perché dovrebbe cadere? Sulla carta è perfetto” –. Questo dicono! Diglielo! Finanziaria … ma fatemi il piacere.

Pompeo:     Ah, lo ammetti che lo vogliono in economia? È vero: solo un medium avrebbe il coraggio di dare il nullaosta.   

Sabina:       Avendo il sindaco dalla nostra e un portaborse fidato … dove sta il problema?

Pompeo:     State rasentando la follia. Un palazzo coi piedi nell’acqua. Bravi!

Berto:                  Sei un moralista del cavolo. Scusa Brolli! Lo dovrei dire di me stesso.

Manolo:      Ho un’idea! Mi vengono così … io non so come faccio a pensarle guardate  … L’acqua potabile la prendiamo direttamente da sotto. E con un’ordinanza del comune i cittadini che vi abiteranno non pagheranno il servizio idrico. Il prelievo d’acqua è assicurato. E la falda decrescerà. Parla con la committenza tu che dici di essere un’esterna.

Daria:                  Avete visto? Quando si ha un genio in casa di problemi non ne esistono. Sarà entusiasta. Il fatto è che in quel palazzo abiteranno pochissime persone. Lo sapete benissimo che lo costruiscono per niente, per fare investimenti fasulli. La città è piena di alloggi vuoti che passano da un proprietario all’altro senza nessuna assegnazione. Non li abita nessuno!    

Pompeo:     E se l’acqua non fosse potabile? (Insorgono tutti accusandolo di disfattismo tranne Berto). Sapete cosa vi dico? Chiamate un medium! (Buio).

Scena seconda

La perizia geologica

Berto:                  (Entrano tutti tranne Egidio e Pompeo). Ho la perizia del tuo amico. Sono cavoli di stracavoli amari che più non posso dire sennò bestemmio come un carrettiere. Questa è quella vera. Praticamente stiamo costruendo sopra una specie di caverna semi allagata. Anche se deviassimo l’acqua incanalandola nel manufatto già presente nei pressi sarebbe inutile. Le case circostanti avrebbero l’acqua al pian terreno. La volta di questa caverna si trova a circa venti metri sotto il basamento delle fondamenta, quindi a sessanta metri sotto terra. Il peso del palazzo la farebbe collassare prima del tempo. Dice che secondo lui, non costruendoci sopra, potrebbe anche non avvenire mai il crollo della volta perché finora sul terreno sovrastante non insisteva che una misera casetta che, come tutti sappiamo, era senza fondamenta e molto leggera. E pertanto non si hanno riferimenti storici sulla resistenza della volta, che nessuno sapeva esistesse tra l’altro. Oltretutto le vibrazioni che subirebbe durante la perforazione del tunnel della metropolitana la danneggerebbe ancora di più. … E questa è quella che presenteremo: possiamo costruire. Consiglia di infiltrare cemento in polvere per solidificare l’acqua. Questo in via confidenziale. La caverna non esiste.

Manolo:      Quanto è vasta la voragine.

Berto:                  Non lo sa! C’è comunque un margine di errore … lo ha ammesso. Potrebbe essere più piccola e facilmente colmabile. Il georadar oltre una certa profondità non legge.

Daria:                  Esagerano sempre quelli. Potrebbe trattarsi di un mitreo un po’ allagato. Una buca …

Sabina:       Non avrà ragione Pompeo? (Buio).

Scena terza

Quattordici anni dopo

Il crollo

Stessa ambientazione. In scena ci sono il progettista Berto e l’impiegata Sabina, stanno guardando la televisione. È appesa alla parete. Il pubblico non la vede. Sono un po’ invecchiati.

Voce del giorn:    – “Siamo collegati in diretta col luogo del disastro che ha causato trenta vittime.  Guardate alle mie spalle. Un intero palazzo di appena quattordici anni  accartocciato su se stesso. Se si pensa che era il miglior manufatto dell’epoca ci si chiede ora cosa sia potuto accadere di così grave tanto da demolirlo. Abbiamo il progettista nonché costruttore. Ingegnere, pensa che all’epoca dei lavori il fatto di richiedere una perizia geologica non fosse per niente dettato dallo scrupolo di un estroverso dipendente comunale o aveva visto un potenziale pericolo? Perché è stata commissionata?” –.

Berto:                  – “Perché eravamo all’avanguardia. Io perlomeno. Comunque le posso assicurare che non è stato un cedimento del terreno, né tantomeno uno strutturale. Si tratta di fatalità. Terribile fatalità. E non cerchi di accusare il geologo per favore. C’è tanto di perizia. Però lei commette un errore quando dice “costruttore” . Il costruttore è Cuccucuccucù, attualmente indagato per altri reati. Tant’è vero che è latitante. Mi tenga fuori dalla mischia … per favore! Non accusi uno a caso come è vostra consuetudine.

Voce del giorn:    Il progetto è suo però!

Berto:                  E certo … è stato approvato dall’ufficio tecnico: lo vada a controllare, ci sono tanto di disegni approvati.

Voce del giorn:    Lo farà la magistratura. Non si sottragga … ascolti … Pompeo Brolli non ha voluto rilasciare dichiarazioni come mai?

Berto:                  Brolli non ha niente a che vedere con il fatto. Si è dimesso un mese prima dell’avvio dei lavori. Se ha finito … ecco!

Voce del giorn:    Perché si è dimesso? Se n’è andato. Dal luogo del disastro per ora è tutto.

________

Sabina:       E adesso?

Manolo:      (Entra). Forse ce la caviamo. Daria ha messo una pezza. 

Berto:                  Altro che pezza ci vuole …

Manolo:      Ha fatto sparire i progetti che aveva in casa … il padre … trafficone … un genio!

Berto:                  Io li ho già distrutti. Rimangono quelli presentati in comune, che ha anche la finanziaria. Se li interrogano glieli mostrano. Coincidono. (Si aggira nervoso).

Sabina:       Ah beh allora. Stiamo a sentire gli sviluppi. Ci aggiorniamo. Ciao! (Esce).

Egidio:        (Entra preoccupato). Mi hanno mandato l’avviso di garanzia. Anche a voi?

Berto:                  Finora no! Stai tranquillo … non ti possono fare niente.

Egidio:        Mi accusano di favoreggiamento perché mi contestano il fatto che avrei dovuto sapere, vista la stretta vicinanza all’impresa di quel tale che non conosco nemmeno. E che non ho mai visto tra l’altro.

Manolo:      Lo vedi che non c’entri niente. È tutta colpa del costruttore. Ha sbagliato a leggere. Dove c’è scritto cemento si mette il cemento. Lui ha pensato che ci volesse paglia. È un testone: ha voluto prendere l’appalto a tutti i costi. Quando non si hanno le basi è inutile fare gare d’appalto. Ragazzi devo scappare.

Berto:                  Ciao! Scendi giù che ci prendiamo un caffè.

Egidio:        Non temi arresti?

Berto:                  No perché non ho costruito io! Glielo hanno fatto fare ad un altro ma non perché sono magnanimi eh. Lascia perdere.  (Si sofferma un attimo). Hai sentito? Usava paglia! Oggi certe credenze religiose vanno messe da parte.

Egidio:        Gli egizi costruivano palazzi con la paglia.

Berto:                  Sarà stata un paglia diversa. E poi in Egitto non piove mai.    

Egidio:        Siamo finiti in  un bel guaio.

Berto:                  Quando si hanno le mani legate devi sottostare ai dettami esterni capisci: tu sei onesto ma ti fottono … per dire eh.    

Scena quarta

Un anno dopo

Berto:                  (Entra con tutti).È già passato un anno dall’inizio del processo. Dai vediamo che scrivono.

Sabina:       Oh dunque … Ecco!

Daria:                  Fai leggere!

Manolo:      Leggi ad alta voce.

Egidio:        Leggo io? – “Per la prima volta in questo paese si sono individuati i responsabili del disastro e sono stati condannati a pene severe. Abbiamo i nomi e i cognomi.” – Non è male. Si capisce che si respira aria nuova … anni fa non sarebbe mai successo. Questi fanno sul serio.

Berto:                  Continua : vediamo chi sono!

Egidio:        – “La magistratura ha condannato ad una cospicua pena pecuniaria il costruttore Cuccucuccucù, tuttora latitante” – Ecco come si chiama! – “Il medium, gran maestro dell’occulto Nabasutilad, ad un richiamo ufficiale per aver consultato lo spirito per conto del costruttore, il quale voleva semplicemente un parere di natura sensoriale e lo spirito dell’architetto Imhotep che ha avallato l’impresa. Resta da capire come mai il Cuccucuccucù si sia rivolto ad un così illustre defunto. Quali risposte cercava? Sta di fatto che il suddetto spirito di Imhotep è stato condannato all’ergastolo quale vero responsabile della catastrofe. Il presidente del tribunale ha detto che è inaccettabile il fatto che dei trapassati si intromettano nelle faccende contemporanee. Finalmente la magistratura ha messo le mani sul vero responsabile. L’opinione pubblica, che in un primo momento chiese la testa dei magistrati, dopo la sentenza definitiva, ha tirato un sospiro di sollievo” –. Non ricorrono nemmeno in appello? (Ingenuo).

Manolo:      Non serve: c’è il colpevole!

Berto:                  Non si venga a dire che in questo paese chi sbaglia la faccia franca.

Daria:                  E il mago come si difende?

Egidio:        Eh … – “Noi maghi non ci riteniamo responsabili delle risposte che danno gli spiriti. Se dovessimo anche ascoltarle sarebbe finita. Noi non interpretiamo.  Agiamo su commissione. Siamo semplicemente un passa parola. Appunto Medium”. –  Di me non dicono niente: strano.

Daria:                  Sei stato stralciato. Ti processano a parte.

Egidio:        E per cosa?

Manolo:      Bazzecole! La seduta spiritica si è tenuta a casa tua. 

Berto:                  Quando lo spirito ti ha chiesto di mostrare i disegni che avevi in borsa non dovevi farlo.

Egidio:        Li avrà letti al contrario … cosa posso fare io?

Manolo:      Niente, cosa vuoi fare: aspetta!

Daria:                  Puoi sempre dire che non essendo competente hai sbagliato disegno: gli hai dato quello di tuo figlio. 

Egidio:        Io di figli non ne ho!

Sabina:       E allora sei nei guai. Dai la colpa al bambino di quelli del piano di sopra che i genitori ti costringono a tenere quando escono. Mi domando perché dei genitori debbano lasciare ad altri un bambino che ama scarabocchiare i disegni in quel modo: i bambini non si affidano quando sono pestiferi!  

Egidio:        Sopra di me non abita nessuno.

Berto:                  Di’ al tuo sottosegretario di mettere una parola. Sei miope se non sbaglio? … Ecco! … Ma pensa te cosa mi tocca dire … (Tra se).

Daria:                  Ti condanneranno a pochi mesi per quel gesto inconsulto che hai commesso un po’ per inesperienza e un po’ per cecità.

Manolo:      Di solito la pagano i portaborse ma nel tuo caso una scappatoia la trovano. Vero Daria? (Egidio è confuso).

Daria:          Certo: ti sei lasciato influenzare dal mago, senza motivo peraltro. Lo hanno detto anche i tuoi amici abituali che fortunatamente non erano presenti. Sei emotivo.

Egidio:        Non lo sapevo. Ma, chi lo dice che sono emotivo?

Daria:                  Qualcuno lo dirà.

Egidio:        La fanno lunga con me. (Buio).

Scena quinta

Qualche mese dopo

Egidio:        (Entra). Ragazzi … dove sono?

Pompeo:     (Entra). Oh il nostro portaborse … ti è andata bene eh?! Ne sei uscito alla grande. Quella trovata della miopia emotiva che ti fa perdere le lenti a contatto ha funzionato. Hai un avvocato formidabile, convincente! E non solo lui si è convito.  Era meglio quella del bambino ma se non ce n’erano non ce n’erano.

Egidio:        Insomma: è andata bene dici … sei mesi senza condizionale non sono pochi … per uno come me sono troppi, visto che sono incensurato. Se non avessi fatto l’errore di rimanere un attimo di troppo quel giorno non sarei in questo stato.

Pompeo:     Te lo dissi: – “Ha premura?”– ma tu non mi ascoltasti.

Egidio:        Io sono uno che si fida di tutti … e finisco nei guai. E il mio sottosegretario non ha nemmeno aperto bocca. Ormai ero un ex dipendente, perché compromettersi?  

Pompeo:     Già! Esattamente cosa è successo quel sabato sera?

Egidio:        Meglio lasciar perdere. Niente di quello che è stato detto comunque. Era una seduta di quelle senza un vero medium.  

Sabina:       (Entra). Chi non muore si rivede eh?

Pompeo:     Con l’andazzo che tira. Hanno inventato un nuovo modo di fare i processi a quanto pare. Di questo passo incolperanno Il Brunelleschi per le crepe sulla cupola del duomo.

Sabina:       Se dovesse cadere sì! Tra l’altro la laurea in architettura non l’aveva. Lavori abusivi.

Egidio:        Ti ritengono responsabile anche dopo secoli per le malefatte che hai commesso?

Pompeo:     Davvero! Più che altro per quelle che non hai commesso. Pensa la  povero Imhotep. Tira un’aria di rinnovamento in questo paese ragazzi …

Berto:                  (Entra sulla battuta). Già! Come mai qui?

Pompeo:     Nostalgia dello studio!

Berto:                  Se vuoi rientrare in pista … la porta è sempre aperta. Ho dei progetti grandiosi per le mani.

Pompeo:     Nelle mani tutti i progetti sono grandiosi … è dopo, una volta realizzati  che diventano polvere.

Daria:                  (Entra di corsa). Leggete!

Berto:                  Riprenditi … ti manca il fiato. Manolo, leggi tu!

Manolo:      Vediamo ‘sta notizia bomba! Porco cane addirittura?

Egidio:        Beh, questa è grossa!

Sabina:       Vedere? … Quando si dice rinnovamento  …

Berto:                  Dov’è ‘sta notizia? Beh, è originale però!

Pompeo:     Posso? Così per curiosità. – “Il costruttore Cuccucuccucù ha inviato un memoriale alla magistratura nel quale dice di assumersi tutte le responsabilità dell’accaduto”. – Questo qui sì che è un vero mago! È invisibile!  

Manolo:      Però manda lettere. Un latitante onesto. – “Ma i magistrati lo ritengono un falso”

Berto:                  Non sono scemi!

Manolo:      – “Il  ministro ai lavori pubblici ha detto di voler fare chiarezza sulle responsabilità. Inoltre ha richiesto una seduta spiritica per verificare la credibilità dell’ Imhotep”. – È semplicemente un genio. Questi sono ministri! Finalmente qualcuno che ci capisce.

Berto:                  Perfetto no? (Si è innervosito).

Sabina:       Chi era questo Imhotep?  

Berto:                  Un costruttore di piramidi.  

Egidio:        Addirittura? Ho capito: si è confuso coi calcoli relativi alla stabilità.

Manolo:      A quell’epoca i muri cascavano come niente.

Daria:                  Si capisce che è stato un suo suggerimento: aveva la mania di costruire in obliquo. Ha tirato troppo la corda.

Egidio:        Se è così perchè mi accusano di aver mostrato i disegni sbagliati?

Sabina:       Si chiama ripartizione delle responsabilità. Tieni presente che lui è stato condannato all’ergastolo mentre tu a sei mesi.   

Manolo:      Io credo che nella prossima seduta si assumerà tutte le colpe.

Egidio:        Dici?

Daria:                  Se il medium è bravo … gli fa dire tutto. Ma dev’essere bravo. Almeno centomila volte. Sottolineo: centomila! Forse anche di più. Se vogliamo un verdetto inoppugnabile molto di più.

Berto:                  Ma certo! Sarai scagionato per non aver commesso il fatto.

Pompeo:     E così, oltre agli immigrati, che danneggiano il quieto vivere e che garantiscono la rielezione del nostro sindaco da quasi un ventennio, abbiamo anche spiriti maligni che tornano dal passato per intromettersi nelle faccende attuali commettendo errori clamorosi.

Sabina:       Solo se evocati.

Manolo:      Direi! Sarebbe grave se lo facessero di loro iniziativa senza alcuno scrupolo.

Daria:                  Se fosse così chi li controllerebbe?  

Pompeo:     E non si può nemmeno definire magia. A meno che non sia un nuovo orientamento politico per evitare che i responsabili dei vari misfatti la paghino?

Berto:                  È possibile! Amici; è possibile! Un altro fattore da prendere in considerazione per il futuro è la simpatia. Oh! Vedrete! (Ironico).

Daria:                  Stavolta non ti seguo.

Manolo:      Parla dei giudici.

Egidio:        I giudici?

Sabina:       Questa è bella! Spiegaci almeno.

Berto:                  Quando entri in tribunale il giudice e ti osserva e valuta … se gli sei simpatico ti assolve anche se sei colpevole. Se gli stai sulle palle e sei innocente: dentro!

Pompeo:     Lo sai quello che dici? 

Manolo:      Bisogna fare in modo da risultare simpatici, tutto lì.

Berto:                  Ragazzi, sto facendo delle ipotesi no! Mica sono mago io! La legge è legge. … vedrete che in  futuro accadrà. Cosa dici Egidio?

Egidio:        Cosa devo dire? Che se sarà come dici tu finiranno in galera solo gli innocenti perché sono antipatici. E un innocente è antipatico … e  presuntuoso.

FINE

I fatti i luoghi e le persone sono del tutto immaginari