IL
CONDOMINIO CELESTE
di
Bruno Maresca
Personaggi:
Candido Mura
Bianca, sua moglie
Il professor Cherubini
La signora Cherubini, sua moglie
L’ingegner Pregadio
La signora Pregadio, sua moglie ( che non parla )
Il dottor De Angelis
La signora De Angelis, sua moglie
L’avvocato Paradisi
La signora Serafini
L’Amministratore
ATTO PRIMO
In casa dei coniugi Mura all’ora di cena: un grande albero di natale
illuminato. Una tavola apparecchiata per dodici persone, un tavolino con vari
stuzzichini, un divano, due poltrone, un televisore e altri arredi.
E’ una serata temporalesca, Candido Mura - vestito di bianco - dorme davanti al
televisore che sta trasmettendo il film “ I dieci comandamenti” del quale si
sente il passaggio dalle parole del Faraone “ avanti, avanti “ a quelle del
bambino “ il vento apre il mare ”. Un lampo e un forte tuono lo svegliano, il
televisore si spegne.
Candido : ( con un sobbalzo ) Ahh ! ( si alza, prova inutilmente a riaccendere
il televisore ) Accidenti, s’è bruciato tutto qui. ( poi alla moglie ) Amore,
il televisore se ne è andato !
Bianca : ( fuori scena ) Meglio così, lo sai che lo odio.
Candido : ( fra sé ) Domani lo ricompra. ( si risiede e si mette a sfogliare un
giornale ) Amore !
Bianca : Sì ?
Candido : Non mi hai ancora detto cosa ne pensi.
Entra Bianca, anche lei vestita di bianco.
Bianca : ( seccata ) Che vuoi che ti dica ?
Candido : Cosa ne pensi di quest’idea che mi è venuta. Non è geniale, dì la
verità ?
Bianca : ( in modo chiaramente ironico ) Geniale, come no ! Assolutamente
geniale.
Candido : ( smette di leggere ) Sbaglio o c’è una puntina di ironia nelle tue
parole ?
Bianca : ( mentre da una sistemata alla tavola ) No, cosa dici !
Candido : Non la trovi geniale, è così ?
Bianca : E c’è bisogno di chiederlo ? La trovo bizzarra, ecco come la trovo.
Molto bizzarra.
Candido : Ma perché ?
Bianca : ( smette di sistemare la tavola ) Come perché ? Mi inviti tutto il
condominio a cena e mi chiedi pure il perché ! Ti sembra geniale invitare tutti
i condomini a cena ?
Candido : Per risolvere il problema, sì.
Bianca : Ci sono le assemblee per risolvere certi problemi.
Candido : ( alzandosi ) Oh, le assemblee, Dio ci scampi ! Se uno ha voglia di
litigare, lo sai dove va ?
Bianca : Dove va ? Sentiamo.
Candido : A un’assemblea condominiale, va : non c’è di meglio, puoi starne
certa.
Bianca : ( sedendosi ) E tu per non litigare hai pensato bene di invitarmi
dieci estranei a cena, non è così ? Sto da ieri vicino ai fornelli.
Candido : ( si siede vicino a lei ) Tesoro, il fine giustifica i mezzi. Lo
diceva anche Machiavelli.
Bianca : Perché non doveva cucinare lui !
Candido : Machiavelli non parlava di una cena, tesoro mio.
Bianca : ( si alza risentita ) Lo so ! Mi hai presa per cretina ?
Candido : E dai ! Stavo scherzando. ( si avvicina e lei e l’abbraccia ) Non
fare l’antipatica !
Bianca : Che cosa speri di ricavarne, proprio non l’ho capito.
Candido : Bisogna fare amicizia, familiarizzare, ecco tutto. Non posso
presentarmi in assemblea da perfetto sconosciuto e pretendere che approvino il
lavoro, mi sembra tanto chiaro. Ho fatto fare i preventivi, ci vogliono dai
diciotto ai venti milioni. Siamo solo in sei, il conto è semplice : sono almeno
tre milioni a testa. Tre milioni ! Lasciati pregare !
Bianca : Mi lascio pregare, sì.
Candido : Le conosco bene le assemblee condominiali, mamma me le rifila tutte,
( fra sé ) non ha mai tempo. Sono una vera disgrazia, credimi, si litiga per
niente. Se c’è da tirare fuori i soldi, poi, non ne parliamo neppure. Invece
con una buona cenetta vedrai che raggiungiamo lo scopo. Fidati.
Bianca : ( tornando a sedersi ) Chiamala cenetta. Siamo in dodici !
Candido : ( si risiede vicino a lei ) Come se fosse la prima la volta, non ti
riconosco più.
Bianca : Ma è gente estranea, lo vuoi capire ! Siamo qui... non sono neanche
due mesi, quando ci incontriamo a stento ci salutiamo e tu me li fai venire a
cena, tutti.
Candido : ( ironico ) Sono delle brave persone, vedrai che non ci mangiano.
Bianca : Quanto sei spiritoso ! ( pausa ) E come l’hanno presa ?
Candido : Bene, l’hanno presa bene.
Bianca : Bene ? Non si sono meravigliati neanche un po’ ?
Candido : Perché avrebbero dovuto ? In fondo li ho invitati a cena, non a un
funerale.
Bianca : ( alzandosi e girando nervosamente per la stanza ) Sta a vedere che la
matta sono io ! Gli avrai detto che li invitavi tutti, no !
Candido : Che domande !
Bianca : Glielo hai detto ?
Candido : Certamente. Che ragione c’era di tenerlo nascosto ?
Bianca : E l’hanno trovato naturale ? Normale ?
Candido : Proprio così.
Bianca : L’hanno trovato normale, questa sì che è bella, l’hanno trovato
normale. Non è possibile. Uno si presenta a casa di perfetti sconosciuti, li
invita a cena e nessuno di loro batte ciglio.
Candido : Beh, in effetti un po’ ci sono rimasti.
Bianca : Ah, volevo dire. Tira fuori il rospo, allora.
Candido : Non c’è nessun rospo. Non è una cosa di tutti i giorni, è evidente.
Bianca : Grazie della concessione.
Candido : Però hanno accettato di buon grado. Anzi, la moglie del dentista, se
proprio lo vuoi sapere, ha trovato la mia idea straordinaria.
Bianca : Ci credo, dovevo cucinare io, mica lei.
Candido : ( ridendo ) Come Machiavelli ?
Bianca : ( sedendosi ) Come Machiavelli, sì. Continua pure a fare lo spiritoso,
tu. ( pausa ) Organizzare una cena condominiale perché ti è presa questa
fissazione del colore e non c’è verso di levartela dalla testa.
Candido : Fissazione. Chiamala fissazione.
Bianca : E fosse solo la fissazione, t’è venuta la fregola. Da quando siamo qui
non parli
d’altro. E’ diventata una specie di ossessione. Non penserai di fare approvare
la delibera a tavola, voglio credere ! Ci vorrà un’assemblea, no ?
Candido : Per forza.
Bianca : E perché non hai aspettato, allora ? Che urgenza c’era, santo cielo !
Candido : ( alzandosi ) Non parlare di cielo, per carità !
Bianca : Perché mi fai fare questa cosa strana, dico io ?
Candido : Perché so già come andrà a finire. Ci sei mai stata ad un’assemblea,
tu ? No. E io sì ! Dammi ascolto, sono certo che questa è la strada giusta.
Vedrai che andrà tutto bene.
Bianca : ( mentre esce ) Che Dio ce la mandi buona. Io continuo a non capire
che fastidio ti dà. E’ un colore come un altro.
Candido : Un colore come un altro ? Ma s’è mai visto un palazzo azzurro, via !
Bianca : ( fuori scena ) Prima di tutto non è completamente azzurro : le
terrazze sono bianche.
Candido : Peggio ancora ! Abbiamo anche le nuvole ! E io dovrei vivere in un
appartamento che sembra costruito in cielo, secondo te ?
Bianca : ( rientrando ) Perché l’hai comprato, vorrei sapere ?
Candido : Perché l’ho comprato, perché l’ho comprato ! Che domande ! Perché il
colore di un palazzo si può anche cambiare, no ? ( pausa ) E’ un bellissimo
appartamento, grande, luminoso, comprato bene è dir poco… ti sei già scordata
che catapecchie ci facevano vedere per quei soldi ? ( la moglie annuisce )
Allora perché non avrei dovuto comprarlo ? Il colore... lo cambieremo, stanne
certa. ( pausa ) Azzurro ! Come gli sarà venuto in mente, poi.
Bianca : Comunque a me non sembra così brutto, come dici tu.
Candido : Hai ragione, non è brutto : è orrendo. ( abbracciandola ) Ne hai mai
visto uno uguale, sii sincera ?
Bianca : No, no.
Candido : ( c.s. ) Vedi ? ( cambiando discorso ) Hai mai sentito parlare il
dott. Serafini, l’assicuratore, quello del terzo piano ? Ha la erre moscia.. (
facendone l’imitazione ) “ Bvavo, ci voleva pvopvio una pevsona come lei in
questo condominio, spevo, anzi sono sicuvo, che savà un esempio pev tutti noi.
Congvatulazioni, ha avuto un’idea fovmidabile “. ( ridendo ) Tutte con le erre,
manco a farla apposta. ( pausa ) Bianca, non tenermi il muso, via. Per una
cena, una normalissima cena !
Bianca : Sono degli estranei !
Candido : Appunto per questo. ( pausa ) A me interessa cambiare questo
maledetto colore, niente altro. Un sacrificio te lo posso chiedere, una volta
tanto, no ! ( pausa ) Non mi vuoi più bene ?
Bianca : Te ne approfitti proprio perché sai che te ne voglio.
Candido : ( guarda l’orologio, poi dandole un bacio ) Su, adesso vatti a
preparare, che tra poco arrivano. E non metterci due ore, come al solito.
Bianca esce sbuffando, Candido si risiede in poltrona e sfoglia il suo
giornale. Squilla il telefono.
Bianca : ( fuori scena ) Candi, rispondi tu ?
Candido : Sì, amore. ( va al telefono ) Pronto. ( pausa ) Ah, ciao. ( pausa )
Come dici, scusa ? ( pausa, stranito ) Ma sì, va bene… apro subito, certo.
Ciao.
Candido riaggancia lentamente il telefono, poi va alla porta, l’apre con grande
circospezione e suona il campanello
Bianca : ( c.s. ) Candi, la porta !
Candido : ( mentre richiude la porta ) Sono stato io, cara.
Bianca : E perché ?
Candido : ( alla moglie ) Ho controllato se funzionava il campanello.
Bianca : Come mai ?
Candido : ( tra sé ) E’ davvero strano. ( alla moglie ) Prima al telefono era
la figlia dell’oculista.
Bianca : E che voleva ?
Candido : Mi ha detto di aprire la porta perché i suoi genitori stavano
scendendo. Ho pensato che si fosse rotto il campanello.
Bianca : ( rientrando ) Come, come ? Che stai dicendo ? Non è possibile. Chissà
che hai capito.
Candido : C’era poco da capire, ti dico che ha detto così. ( squilla nuovamente
il telefono, alla moglie che si avvia per rispondere ) Lascia, vado io. Pronto.
( pausa ) L’ho aperta, infatti… ( pausa ) è vero, perché pensavo… ( pausa ) no,
perché… d’accordo riapro, ciao. ( alla moglie ) Era ancora lei, mi ha chiesto
un’altra volta di aprire la porta.
Bianca : Non è possibile.
Candido : Come non è possibile, me l’ha appena detto.
Bianca : Dicevo così, per dire.
Candido : E’ incredibile, sono scesi e se ne sono ritornati su. E perché non
hanno suonato il
campanello?
Bianca : E lo chiedi a me ?
Candido : Dicevo per dire, anch’io ! Cose da matti.
Il prof. Cherubini : ( fuori scena ) Signor Mura, ci apre ?
Bianca : ( sottovoce ) Sono loro ?
Candido : ( sottovoce ) E sono loro, sì !
Il prof. Cherubini : Signor Mura, sono il prof. Cherubini, ci apre, per favore
?
Candido : ( verso la porta, ad alta voce ) Arrivo. ( alla moglie, sottovoce ) E
tu ti lamentavi di me.
Bianca : ( c. s. ) Io vado di là. Finisco di prepararmi.
Candido : ( c. s. ) Non starci due ore.
Bianca : Me l’hai già detto.
Candido : Ti conosco.
Bianca esce, Candido va alla porta e apre.
Candido : ( dà un urlo tirandosi indietro ) Ahhh ! ! !
Entrano i coniugi Cherubini, sono entrambi in pigiama e pantofole e decisamente
trasandati: l’uomo, sopra i cinquanta anni, austero, ha in particolare la barba
non rasata da giorni; la moglie, molto più giovane di lui, ha invece un’aria
alquanto svanita e ha in mano una comune borsa di plastica per la spesa.
Il prof. Cherubini : Buona sera, siamo troppo in anticipo ?
Candido : ( frastornato ) No... prego... accomodatevi.
La signora Cherubini : Buona sera.
Candido : ( sulla porta, seguendoli con lo sguardo ) Buona... sera.
Candido suona alcune volte il campanello
Bianca : ( fuori scena ) Candi ! Ti decidi ad aprire ?
Candido : ( alla moglie ) Sono sempre io, cara.
Bianca : ( c.s. ) Un’altra volta ?
Candido : Sì, ho riprovato. ( chiude la porta, poi agli ospiti ) Ehm, il
campanello funziona.
Il prof. Cherubini : Non ne dubito.
Candido : No, siccome ... mi ha chiamato... così, a voce... ho pensato che il
campanello, ecco...
Il prof. Cherubini : Non possiamo suonarlo.
Candido : Come dice ?
La signora Cherubini : Non possiamo suonarlo.
Candido : Ah, no ! E perché... non potete suonarlo, se non sono indiscreto ?
Il prof. Cherubini : Per la nostra religione !
Candido : Per la vostra religione ? Non capisco. Che c’entra la religione col
campanello, scusi.
Il prof. Cherubini : Non è questione di campanello. Senta, noi apprezziamo
molto che lei si sforzi di non mostrarsi stupito del nostro… abbigliamento,
diciamo così. ( alla moglie ) Non è vero, cara ?
La signora Cherubini : Sì, l’apprezziamo moltissimo.
Il prof. Cherubini : Lei però non avrà potuto fare a meno di chiedersi come mai
ci siamo presentati a cena in pigiama, no ?
Candido : In effetti.
Il prof. Cherubini : E’ per la ragione che le dicevo prima.
Candido : Quella del campanello ?
Il prof. Cherubini : Sì, ma il campanello è una conseguenza, come il pigiama.
Una conseguenza della nostra fede religiosa. ( solenne ) Siamo lecilbeimiani e
per noi è iniziato il Reziao. Capisce ora ?
Candido : Sì, cioè no… cos’è che è iniziato ?
Il prof. Cherubini : Il Reziao ! ( pausa ) Beh, ma allora lei non conosce
neanche il Reziao…
Il prof. Cherubini e la signora Cherubini : … Adesso si spiega.
La signora Cherubini : E’ la settimana penitenziale.
Il prof. Cherubini : Ricorre due volte all’anno. Questa è la seconda.
Candido : E non potete vestirvi ?
Il prof. Cherubini : Non possiamo vestirci, non possiamo suonare il
campanello...
La signora Cherubini : Non possiamo accendere la luce...
Il prof. Cherubini : Telefonare...
La signora Cherubini : Vedere la televisione...
Il prof. Cherubini : Ascoltare la radio...
La signora Cherubini : Usare l’affettatrice...
Il prof. Cherubini : Il tostapane, l’asciugacapelli... il rasoio e via dicendo.
Per dirla in breve, non possiamo fare più niente, o quasi : solo meditare e
pregare. Così sta scritto nelle “ Leggi “ di Lecilbeim. ( pausa ) A proposito,
volevo innanzitutto scusarmi se ci siamo presentati “ a mani vuote “, come si
suol dire, lei però avrà ben compreso che...
Candido : Sciocchezze, non si preoccupi. ( alla moglie ) Bianca, ci sono i
signori Cherubini !
Bianca : ( fuori scena ) Eccomi.
Candido : ( agli ospiti, indicando il salotto ) Mettiamoci comodi. ( vanno a
sedersi ) E... siete... cristiani ?
Il prof. Cherubini : No, che dice ? ( alla moglie ) Hai sentito cara, ha detto
cristiani. ( la moglie fa un cenno di disapprovazione ) Cristiani !
Candido : Musulmani ?
Il prof. Cherubini : No ! ! Se le ho detto lecilbeimiani.
La signora Cherubini : Non conosce Lecilbeim ?
Candido : Onestamente...no.
Il prof. Cherubini : No ! Davvero dice ? E’ il nostro profeta. Era il nipote
del Creatore !
Candido : Il nipote ? Come il nipote ? In che senso ?
Il prof. Cherubini : Il nipote.
Candido : Nel senso che il Creatore era suo zio ?
Il prof. Cherubini : ( ridendo ) Oh, che simpatico ! Suo zio ! ( alla moglie )
Hai sentito cara, ha detto suo zio ? ( severo, a Candido ) Il Creatore non ha
fratelli. Come potrebbe ? Se è Lui il Creatore ! ( pausa ) Era il nonno.
Candido : Il nonno. ( alla moglie ) Bianca ! ! ( al professore ) Questa non
l’avevo mai sentita.
Il prof. Cherubini : ( guardando l’orologio ) Ah, no ! Eppure le Scritture
parlano chiaro, sa.
Candido : Se parlano chiaro. ( pausa ) E... col lavoro ? Come fate col lavoro ?
Il prof. Cherubini : Ah, con quello non c’è problema. Siamo in ferie.
Bianca : ( entrando ) Scusatemi, stavo sistemando in cucina, buo… ( si ferma,
come paralizzata ) na
se...
Candido : ( alzandosi, alla moglie ) Vieni cara, vieni. ( anche gli ospiti si
alzano ) E non rimanere lì impalata !
Bianca : Ma sono... in pigia...
Candido : Sono in pigiama, sì. E’ la loro religione. Non ti preoccupare. Vieni.
Bianca : ( rimanendo immobile ) La religione ?
Candido : E vieni, che ti spiego ! ( Bianca si avvicina, fa le presentazioni )
Mia moglie, la signora Cherubini.
La signora Cherubini : Piacere.
Bianca : Molto lieta.
Candido : Il professor Cherubini.
Il prof. Cherubini : Lietissimo.
Bianca : Piacere.
Candido : Sediamoci. ( si siedono, alla moglie ) Sono leci…
Il prof. Cherubini : Lecilbeimiani.
Candido : Ecco, lecilbeimiani. Questa per loro è una settimana penitenziale,
possono solo meditare e pregare, perciò sono ancora in pigiama. Non possono
neanche suonare il campanello, pensa un po’.
Bianca : Davvero ? Non potete fare proprio nulla ?
Il prof. Cherubini : ( guardando l’orologio ) Quasi. Ci sono cinquantadue
divieti.
La signora Cherubini : E trentacinque prescrizioni.
Bianca : Deve essere duro.
La signora Cherubini : Per fortuna abbiamo la ragazza.
Bianca : Non professa ?
Il prof. Cherubini : No, fino ai diciotto anni, no ! !
Bianca : ( storcendo il naso ) E non potete neanche lavarvi, è così ?
La signora Cherubini : Senza sapone.
Bianca : Me ne ero accorta.
Il prof. Cherubini : Siamo spiacenti.
Bianca : Non è nulla. ( pausa ) E come è nata questa pratica ?
Candido : Si chiama Re…
Il prof. Cherubini : Reziao, si chiama Reziao.
Bianca : Ah.
Il prof. Cherubini : Le Scritture narrano che Lecilbeim era un lavoratore
instancabile...
Candido : Una specie di stacanovista.
Il prof. Cherubini : Di più, molto di più. E’ scritto che lavorava anche venti
ore di fila...
Bianca : Addirittura ! E che lavoro faceva ?
La signora Cherubini : ( titubante, sotto lo sguardo severo del marito ) Il
mu…ratore ?
Il prof. Cherubini : Già. E’ chiaro che dedicasse poco tempo alle pratiche
spirituali, pochissimo tempo, in buona sostanza quasi niente. Il che appariva
ancora più grave data la sua parentela.
Bianca : Quale parentela ?
Candido : ( alla moglie ) Era il nipote del Creatore.
Bianca : No !
La signora Cherubini : Sì.
Bianca : E in che senso ?
Candido : Era il nonno.
Bianca : No ! !
Il prof. Cherubini : Sì. ( con esagerata commozione) Un giorno, mentre stava
sistemando un tetto, Lecilbeim fu improvvisamente abbagliato da un’intensa
luce… ( in lacrime ) che lo costrinse a chiudere gli occhi… ( Candido gli passa
un fazzoletto, prendendolo ) grazie… ( si asciuga le lacrime ) quando li riaprì
si trovò accanto due pellegrini laceri e sporchi, assorti in preghiera...
Candido : Sul tetto ?
Il prof. Cherubini : Era una visione. Il primo aveva in mano sette pesche e il
secondo sette arance.
Candido : E non era un po’ scomodo ?
Il prof. Cherubini : Cosa ?
Candido : Pregare a quel modo.
Il prof. Cherubini : Se le ho detto che era una visione ! ( pausa ) Lecilbeim
interpretò quella visione nel senso che la prima settimana d’estate e la prima
settimana d’inverno dovevano essere dedicate interamente alla preghiera.
Candido : Scusi ?
Il prof. Cherubini : ( seccato ) Sì ?
Candido : I due pellegrini stavano pregando, no; e allora perché tutti quei
divieti e prescrizioni ?
Il prof. Cherubini : ( c. s. ) Erano anche laceri e sporchi ! E poi quella fu
la prima rivelazione, ne ebbe molte altre in seguito.
Candido : Ah, ecco.
Bianca : E quanto tempo è che siete in penitenza ?
La signora Cherubini : Sono già tre giorni.
Il prof. Cherubini : E dobbiamo rimanerci per altri quattro. ( guarda
l’orologio, poi alla moglie ) Cara, sono le otto. ( ai due ) Vogliate scusarci.
I coniugi Cherubini si alzano e, sotto lo sguardo incredulo dei padroni di
casa, incominciano a spostare vari mobili per individuare il punto esatto in
cui intonare il canto a Lecilbeim. Dopo due tentativi infruttuosi, segnalati da
un lampo e da un forte tuono, lo individuano e, dopo avere calzato una bustina
da muratore e impugnato una cazzuola...
Il prof. Cherubini : Lecilbeim noi ti invochiamo
La signora Cherubini : Lecilbeim noi ti imploriamo.
Il prof. Cherubini : Lecilbeim al tuo volere...
La signora Cherubini : Ci pieghiamo con piacere.
Il prof. Cherubini : Tu dicesti : “ L’ozio ha inizio...
La signora Cherubini : Nelle notti di solstizio.
Il prof. Cherubini : E va avanti sette giorni...
La signora Cherubini : Senza prima né contorni.
Il prof. Cherubini : Col digiuno e la preghiera...
La signora Cherubini : Io vi do la vita vera “
Il prof. Cherubini : Lecilbeim al tuo precetto...
La signora Cherubini : Obbediamo con diletto.
Il prof. Cherubini : La nostra gioia non ha uguale...
La signora Cherubini : Ma tu mandaci il segnale.
Il prof. Cherubini : Mandaci il raggio di luce...
La signora Cherubini : Che alla salvezza ci conduce.
Si guardano intorno per alcuni secondi.
Il prof. Cherubini : ( alla moglie ) Hai visto niente ?
La signora Cherubini : No. E tu ?
Il prof. Cherubini : Nemmeno io.
Si alzano, rimettono a posto il mobile e, sfiniti, ritornano a sedersi.
Il prof. Cherubini : ( a Candido ) Dobbiamo farlo ogni ora.
Candido : Spostando i mobili ?
Il prof. Cherubini : Solo se necessario.
La signora Cherubini : ( a Candido ) Sta scritto nelle “ Leggi “ di Lecilbeim.
Candido : Di spostare i mobili ?
Il prof. Cherubini : ( ridendo di gusto ) Di spostare i mobili, no, cosa dice.
Di pregare ogni ora durante il Reziao.
Candido : Ah ! ( pausa ) E il raggio... è mai arrivato ?
Il prof. Cherubini : ( con rammarico ) Finora, no. Fu il Creatore in persona,
sa, a consegnare a Lecilbeim Le Leggi, che sono poi le regole da osservare per
entrare nel regno dei cieli...
La signora Cherubini : Dopo la morte, naturalmente.
Il prof. Cherubini : Ma è evidente, cara !
Bianca : Oh, che sbadata, per parlare me n’ero proprio dimenticata. ( indicando
gli stuzzichini sul tavolino ) Prendano qualcosa. Un’oliva, una tartina, un salatino.
Prendano.
Il prof. Cherubini e la signora Cherubini : ( insieme ) Non possiamo. ( la
signora sorride )
Il prof. Cherubini : Non possiamo. Nel ventesimo libro delle Leggi, al capitolo
centoquaranta,
paragrafo trentaquattro è scritto chiaramente : “ Durante il Reziao ti nutrirai
quel tanto per sopravvivere “. Siamo vincolati al digiuno.
Bianca : Anche !
Candido : Non hai sentito la cantata ?
Il prof. Cherubini : ( con disappunto ) La preghiera.
Candido : Sì, la preghiera, scusi.
Bianca : Ma allora non capisco...
Il prof. Cherubini : Perché abbiamo accettato l’invito ?
Bianca : Già.
La signora Cherubini : Così, per stare un po’ in compagnia.
Il prof. Cherubini : Per scambiare due parole.
La signora Cherubini : Siamo sempre soli.
Candido e Bianca : Oh !
Il prof. Cherubini : A noi basta un tozzo di pane.
La signora Cherubini : Nero.
Candido e Bianca : Oh !
Il prof. Cherubini : E un bicchiere d’acqua.
La signora Cherubini : Di fonte.
Candido e Bianca : Oh !
Il prof. Cherubini : ( puntualizzando ) Solo per una settimana, s’intende.
La signora Cherubini : Altri quattro giorni.
Candido e Bianca : Ah !
Candido : Sentite, non vorrei sembrare scortese, ma forse sarebbe il caso di
rinviare, no ? Di vedersi in un’occasione più propizia, voglio dire. Eh, che ne
pensate ?
Il prof. Cherubini : Ma certamente, quale scortese, non lo dica neppure. Le
assicuro che, non avessi avuto paura di offendervi, ve lo avrei già chiesto io.
Vero, cara ?
La signora Cherubini : Di fronte a tanta gentilezza.
Candido: No, non mancheranno le occasioni, figuriamoci, possiamo vederci quando
vogliamo.
Bianca : Abitiamo nello stesso palazzo.
Il prof. Cherubini : Eh già. Siete veramente due persone squisite. ( alzandosi
) Allora, alla prossima volta. ( alzandosi ) Su, cara, andiamo. ( la moglie si
alza ) Semmai su da noi, d’accordo ?
Si alzano anche Candido e Bianca.
La signora Cherubini : Vi faremo assaggiare la nostra cucina tipica.
Il prof. Cherubini : Vedrete che piatti prelibati ! ( uscendo ) Buona sera e scusateci
ancora.
La signora Cherubini : ( uscendo ) Buona sera.
Candido : Alla prossima .
Il prof. Cherubini : E che Lecilbeim protegga la vostra casa.
Bianca : Sì, grazie.
Il prof. Cherubini : E vi mandi il raggio di luce.
Bianca : Abbiamo capito, arrivederci.
I coniugi Cherubini escono. Candido e Bianca si guardano, attoniti, poi
scoppiano in una sonora risata.
Candido : Ma sono matti sul serio. Lecilbeimiani, e che religione è ? L’hai mai
sentita tu ?
Bianca : Macché ! Sarà una setta.
Candido : Mi sembra impossibile, una settimana a pane e acqua.
Bianca : E ti meravigli ? Quelli si sono presentati in pigiama ! E’ il colmo.
Una religione che ti obbliga a rimanere in pigiama per una settimana.
Candido : A meno di non andare a letto vestiti prima del Reziao. Pensa un po’
se quel Lecilbeim vedeva anche le fragole e l’uva...
Bianca : Se ne beccavano quattro di settimane. ( pausa ) Comunque non tutti i
mali vengono per nuocere. In dodici ci stavamo stretti a quel tavolo. Tolgo due
coperti. ( esegue ) Lecilbeimiani. Devo ricordarmi di controllare
sull’enciclopedia. ( squilla il campanello, al marito ) Vai tu ?
Candido : Sì, sì.
Bianca : ( uscendo con i bicchieri ) Porto questi in cucina.
Candido : ( mentre va ad aprire ) Te la squagli sempre. Mi sa che lo fai
apposta. ( apre la porta, dà un urlo ) Ahhh ! !
Entrano i coniugi Pregadio, entrambi sono imbavagliati e hanno in mano un
notes: la donna anche una bottiglia di spumante.
Candido : Buona sera. ( l’ingegnere gli passa un foglio, prendendolo ) Prego,
accomodatevi. ( legge il foglio, poi con stupore ) Eh ! ? Buona sera. Me lo
dice per iscritto ? ( l’ingegnere scrive e gli passa un altro foglio, Candido
lo legge ) Non potete parlare ? ( alla moglie, urlando ) Bianca !
Bianca : ( fuori scena ) Che c’è caro ?
Candido : ( controllandosi ) Vieni, ci sono i signori Pregadio.
Bianca : ( c. s. ) Arrivo, un attimo !
Candido : ( alla donna che gli porge la bottiglia ) Grazie non dovevate. (
poggia la bottiglia sul tavolino ) E... perché... non potete... parlare ? (
l’ingegnere scrive e gli passa il foglio. Candido lo legge ) E’ la religione !
? ( alla moglie, ancora più forte ) Bianca ! !
Bianca : ( entrando ) Eccomi, buona sera … ( si blocca ) buona… sera… ( al
marito ) ma sono imbava… ( la signora scrive e le passa il foglio, Bianca lo
legge e guardando il marito, stranita ) Mi ha scritto buona sera.
Candido : Non possono parlare.
Bianca : No !
Candido : Sì.
Bianca : E perché ?
Candido : Per la religione.
Bianca : No !
Candido : Sì.
Bianca : ( alla signora ) E perché ?
La signora scrive e le passa un altro foglio, Bianca indugia
Candido : Che ha scritto ?
Bianca : ( legge ) E’ il Retizit .
Candido : Come ?
Bianca : ( indicando il foglio ) C’è scritto: “ E’ il Retizit “.
Candido : E che cos’è ?
Bianca : E che ne so io ! Sarà una specie di Reziao !
L’ingegnere scrive e le passa il foglio
Candido : Che dice ?
Bianca : ( lo legge, al marito ) Dice che il Reziao è tutt’altra cosa, riguarda
il lecilbeimanesimo.
Candido : ( all’ingegnere ) Lo sapevamo, certo. ( pausa ) E che cos’è il
Retizit ?
L’ingegnere scrive e gli passa il foglio, Candido dà un’occhiata, indugia,
Bianca lo guarda minacciosa.
Bianca : Ti decidi a leggerlo !
Candido : ( leggendo ) E’ il giorno del silenzio.
Bianca : Mi viene da piangere.
Candido : Deve essere un incubo, prova a svegliarmi.
Bianca : ( isterica ) Prova a svegliarmi tu ! Volevi fare la cenetta, eh !
Eccotela la cenetta ! Tu e le tue stupide pensate ! Questo succede quando non
si conoscono le persone ! Ma tu vuoi cambiare il colore…
Candido : ( mettendole la mano sulla bocca ) … Zitta, ti scongiuro !
Bianca : ( liberandosi ) Anch’io ? Vuoi parlare solo tu ?
Candido : ( a bassa voce ) Non dicevo in generale. Mi riferivo al colore.
Bianca : L’avevo capito ! Mi hai presa per cretina ?
Candido : Calmati, amore. Come potevo immaginare, scusa... ( si ferma perché
vede la signora Pregadio che scrive un messaggio piuttosto lungo ) Sta
scrivendo. ( la signora finisce di scrivere e gli porge il foglio. Leggendo ) “
Vogliate perdonarci, ci siamo convertiti al tecienfidismo da poche settimane...
Bianca : No !
Candido : E ascolta ! ( prosegue ) “... oggi è il nostro primo giorno di
Retizit, siamo desolati ma non possiamo assolutamente parlare.” ( sconsolato )
Non possono parlare.
Bianca : Non mi dire.
Candido : Beh, adesso che si fa. Mettiamoci seduti. ( vanno a sedersi )
Prendano una tartina, un salatino… un’oliva, una nocciolina. ( i due rimangono
immobili ) Non gradiscono ?
La signora scrive e gli porge il foglio
Bianca : Che ha scritto ? ( Candido non risponde ) Candi ! ?
Candido : ( costernato ) Vanno imboccati.
Bianca : NO !
Candido : Solo il primo giorno.
Bianca : Che fortuna. Una normalissima cena, è così ? ( furiosa ) Prendi le
ciotole ! ( Candido esegue, agli ospiti ) E come mai questa regola del silenzio
? ( mentre l’ingegnere scrive ) E’ lungo. ( alla signora ) E’ piuttosto lungo.
( la signora annuisce, al marito ) Hai visto quanto è lungo ?
Il marito annuisce, l’ingegnere finisce di scrivere e le porge il foglio.
Candido : ( alla moglie mentre si accinge ad imboccare l’ingegnere ) Che dice ?
Bianca : ( bloccandolo ) Prima le signore.
Candido esegue e i due ingurgitano voracemente noccioline e quant’altro.
Bianca : ( legge ) “ Tecienfide... “ ( si ferma ) E’ il profeta ? ( i due
annuiscono ) Me l’ero immaginato. ( prosegue ) “ Tecienfide era in ritardo per
il sermone notturno, ne teneva dieci al giorno : girando di corsa nella strada
che portava al tempio urtò contro un cantone, cadde, batté la testa e svenne.
Gli apparvero allora cinque neonati che piangevano disperatamente, senza
vagire; mentre li cullava sentì una voce che gli disse : Tecienfide, non li
riconosci ? Sono i tuoi fratelli, ma non temere, domani li sentirai strillare.
( pausa ) Tecienfide annunciò subito ai discepoli la regola del silenzio nei
giorni della nascita dei suoi fratelli.” ( al marito, acida ) Solo cinque
volte, ricorre solo cinque volte all’anno e tu sei andato ad organizzare la
cena proprio in un giorno… ( buttando via i fogli che ha in mano ) di Retizit !
Candido : E io avrei dovuto conoscere il deficientismo, secondo te ?
Bianca : Se è per questo non conoscevi neppure il lecilbeimanesimo ! Non sai
nulla delle religioni, tu ! E ti metti ad organizzare le cene !
Candido : Che c’entrano le religioni con le cene, adesso.
Bianca : C’entrano. Perché ora mi tocca andare a comprare il bisonte ! Lo
sapevi che questi mangiano solo carne di bisonte ?
Candido : Di bisonte ? Mangiano solo... che stai dicendo ? Stai vaneggiando ?
Bianca : Non sto vaneggiando ! ( agli ospiti, alzandosi ) Con permesso, vado a
comprare il bisonte... se mi riesce di trovarlo, a quest’ora.
Candido : ( si alza, trattenendola ) Dove vai, sono le otto passate ! Non
troverai più un negozio aperto.
Bianca : Ci provo, altrimenti che gli do ! ( pausa ) La cenetta, eh !
Bianca esce, Candido è come istupidito, guarda più volte verso la porta e verso
gli ospiti che sono rimasti impassibili, poi si risiede.
Candido : ( agli ospiti ) Davvero mangiate solo carne di bisonte ? (
l’ingegnere scrive e gli porge il fo-
glio, legge ) “ Durante il Retizit “. E niente altro ? ( entrambi fanno cenno
di no ) Non mangiate niente altro, neanche il pesce ? ( come prima ) Mia moglie
ha preparato una bella cena di mare : antipasto di gamberetti, linguine
all’astice... ( si mostrano dispiaciuti ) aragosta reale, spigola al sale...
scampi, sono una vera golosità. ( come prima ) Non potete, eh ? ( i due fanno
cenno di no ) Oh, mio Dio. ( i due si alzano inorriditi e vanno verso la porta
) Che fate ? Dove andate ? ( cercando di trattenerli ) Vi prego, fermatevi !
Perché ve ne andate ? ( i due si liberano e fanno per uscire ) Scrivetemi
qualcosa, vi scongiuro ! ( i due si fermano, l’ingegnere scrive in tutta fretta
un biglietto e glielo porge. Legge ) “ Nel giorno del Retizit non è possibile
sentire pronunciare il nome di Dio “ ( i due visibilmente indispettiti escono
precipitosamente, l’ingegnere riprendendosi la bottiglia. Verso la porta ) Voi
però l’avete scritto ! ! ( rileggendo il biglietto ) “ Non possiamo più
rimanere, siamo spiacenti “. Spiacenti. ( verso la porta ) E cosa dovrei dire
io, allora ? Ho comprato seicentomila lire di pesce. Se continua di questo
passo va a finire tutto nella spazzatura. Che peccato ! ( lascia i fogli sul
tavolo, va verso la cucina ) Bianca, vieni, se ne sono andati. Bianca, lascia
perdere, ( guardando all’interno ) se ne sono... è già uscita. ( andando verso
la tavola ) Che serata d’inferno ! ( si siede ) Peccato, inferno, sto cadendo
anch’io nel Trascendente. ( si alza e mentre toglie due coperti ) Altre due
persone in meno. Pazienza, vuol dire che staremo più larghi. ( raccoglie i
fogli sparsi per terra e quelli lasciati sul tavolo, va in cucina, rientra, va
a sedersi in poltrona ) Certo il mio ingegnoso disegno sta andando alla malora.
Reziao, Retizit, che pratiche curiose. Me ne sto zitto per cinque giorni
all’anno e mi salvo l’anima : anche a voler mangiare solo carne di bisonte, mi
sembra piuttosto improbabile. E quegli altri due, poi, che se ne stanno in
pigiama ad aspettare che arrivi il raggio di luce. Mah, quante regole per
salvarla questa povera anima e sono tutte dettate da Dio : ma com’è possibile,
dico io, sono talmente diverse che ce ne dovrebbe essere più di uno allora, per
forza. ( pausa ) L’uomo non può fare a meno del soprannaturale, perché è così
difficile accettare di dovere scomparire, per sempre : è molto meglio andarsene
in un altro mondo, in un mondo celes... ( si ferma, alzandosi di scatto )
Celeste ! Ora capisco ! Non è azzurro, è celeste ! E’ un condominio celeste ! (
si risiede affranto ) No, non ci posso credere. Eppure, queste strane
persone... no, non può essere.
Candido, ormai esausto, si appisola. Di lì a poco.
Bianca : ( fuori scena ) Amore.
Entra Bianca, piuttosto frenetica, con due borse della spesa stracolme. Notando
il marito che dorme, le mette giù e gli si avvicina.
Bianca : ( scuotendolo) Amore !
Candido : ( con un sobbalzo ) Sei già qui ?
Bianca : ( allontanandosi ) Vieni ad aiutarmi, per favore, che sono veramente
in ritardo.
Candido : ( si alza e la segue, indicando le borse ) Che esagerazione ! Quanta
ne hai comprata ?
Bianca : Quelli mangiano, sta tranquillo.
Candido : ( prendendo le borse ) Mangiano ? ( uscendo ) Cosa mangiano, che se
ne sono andati.
Bianca : ( mentre toglie altri due coperti dalla tavola ) Chi è che se ne è
andato, scusa ?
Candido : ( fuori scena ) Come chi è che se ne è andato, i nostri vicini. (
rientrando ) Per essere precisi se ne sono scappati.
Bianca : ( avviandosi in cucina con i piatti ) Perché, sono venuti qua ? E che
volevano ?
Candido : ( incredulo ) Che volevano ? Ma… Perché porti via i piatti ?
Bianca : ( fuori scena ) Ilaria è senza figli.
Candido : Ilaria ? E che c’entra Ilaria, ora ?
Bianca : ( sull’uscio ) Come che c’entra ? ( avvicinandosi, ironica ) Mi
sembrava di avertelo detto che viene a cena, no ? ( indicando la tavola ) O mi
sbaglio ?
Candido : A cena ?
Bianca : Sì, con Gianna.
Candido : Con Gianna ? Stasera !
Bianca : Stasera, stasera.
Candido : Ma se ci sono… ( si ferma di scatto, riflette, corre in cucina,
rientra: visibilmente impacciato ) Eh… eh, volevo dire… se ci sono… loro, come
fai a venire all’assemblea. Pensavo che l’avessi rinviata, ecco. Del resto non
capisco che necessità c’era…
Bianca : … Che facciamo, ricominciamo tutto daccapo ? E va bene. ( mentre esce,
tutto d’un fiato ) “ Non è nessun pranzo ufficiale, sono le mie sorelle. (
facendo il verso al marito ) E’ proprio questo che mi preoccupa. ( voce normale
) Quando dobbiamo andare, andiamo. ( rifacendo il verso al marito ) Mi sa che
il palazzo me lo ritrovo rosso.” ( fuori scena ) Tesoro ! Devo venirci per
forza ?
Candido : ( sbottando ) E dai, Bianca ! ( squilla il campanello, ha un sobbalzo
) Ah !
Bianca : Apri tu, amore ?
Candido : ( allarmato ) No ! ! Questa volta vai ad aprire tu.
Bianca : ( rientrando ) Questa volta... ma che dici ?
Candido va a sedersi in poltrona. Squilla di nuovo il campanello
Bianca : Arrivo. ( mentre va ad aprire ) Mah ! ( apre la porta, dà un urlo,
rientra ) Ahhh ! !
Candido va a nascondersi dietro la poltrona. Si vede srotolare una passatoia
sulla quale fanno ingresso a piedi scalzi la signora De Angelis, una donna sui
cinquanta anni, e il marito, decisamente più giovane di lei. L’uomo ha un’altra
passatoia arrotolata sotto il braccio.
Bianca : Che diavolo fate ?
La signora De Angelis : Scusa, ma da oggi non possiamo più calpestare il
pavimento delle case degli infedeli.
Bianca : ( trasalendo ) Gianna ! Ti sei ammattita ?
Il dottor De Angelis : ( con l’acquolina in bocca, annusando ) Uhm, mi venisse
una carie se questo non è profumo di mare ! Cosa ci hai preparato, eh ? Ho una
fame !
Bianca : ( seccata ) Non è ancora pronto.
Il dottor De Angelis : ( srotolando la passatoia verso il tavolino ) Va bene,
mi accontenterò di qualche stuzzichino.
La signora De Angelis : ( bloccandolo ) Fermo lì ! Ingordo ! ( passa sulla
passatoia del marito; a Bianca , mentre, annusando, va verso il tavolino ) Uh,
uh, sento un odore di pesce spada, non ci hai mica fatto il pesce spada ?
Il dottor De Angelis arrotola l’altra passatoia, poi segue la moglie.
Bianca : ( distratta da Candido che sembra volerle dire qualcosa a gesti ) Sì,
perché ?
La signora De Angelis : ( girandosi, a Candido ) Oh, buona sera, non l’avevo
vista.
Candido : ( avvicinandosi ) Buona sera. Siete affiatati, eh ?
La signora De Angelis : Ci siamo allenati. ( a Bianca ) Perché non possiamo
mangiarlo.
Bianca : Se vi piaceva tanto !
La signora De Angelis : ( sedendosi ) Sì, ma ora non possiamo più mangiarlo.
Il dottor De Angelis : ( a Candido ) Buona sera.
Candido : Buona sera, buona sera.
La signora De Angelis : Ci siamo convertiti al tocattemenesimo.
Bianca : Al Tocatte... E che cos’è ?
La signora De Angelis : Come che cos’è ! E’ una religione. Non conosci
Tocattemen ?
Bianca : No ! Chi è, un profeta ?
La signora De Angelis : Macché, è il Messia ! Tocattemen era stato tutto il
giorno a pescare...
Candido : ( ironizzando ) Era appassionato ?
La signora De Angelis : ( a Candido ) Spiritoso ! Era pescatore. ( a Bianca,
proseguendo ) Era stato tutto il giorno in mare e non aveva preso neanche un
pesce. Tirando su le reti, vi trovò impigliato un granchio gigante che gli
disse : ( con enfasi ) “ Ricordati che l’anima, dopo aver lasciato il corpo
mortale, va a riposare negli abissi marini dove i pesci la difendono con la
spada ”. Tocattemen chiaramente fece discendere da questa rivelazione la natura
sacra del pesce spada e quindi proibì di mangiarlo. Mi sembra ovvio.
Bianca : ( al marito che se la ride ) Che hai da ridere, tu ? ( sedendosi
vicino alla donna ) Ma sei impaz-
zita ? ( prendendole mani ) Gianna ! ( le guarda le mani, dà un urlo ) Ah ! Che
hai fatto alle mani ? Non hai più le unghie ! Chi ti ha strappato le unghie ?
La signora De Angelis : Ce le siamo tolte come testimonianza della
riconciliazione con il Padre Eterno: le unghie possono diventare artigli, non
lo sapevi ? Un giorno Tocattemen, mentre si puliva le unghie, vide passare una
tigre che gli disse...
Bianca : Ora basta ! ! ( sconvolta, al marito ) Non ha più le unghie ! Che
schifo !
Candido : ( sempre ridendo ) E che t’importa. Saranno affari suoi !
Bianca : Affari suoi ! E’ mia sorella !
Candido : ( c.s. ) Ma non è tua sorella ! Sono quelli che stanno al primo
piano.
Bianca : ( trasalendo ) Che cosa hai detto ?
Candido : E ora datti una mossa che dobbiamo andare all’assemblea, lo sai.
La signora De Angelis : ( a Candido ) Prego ?
Candido : Mi scusi, ma tra un’ora abbiamo l’assemblea.
La signora De Angelis : ( sorpresa ) L’assemblea ! ? Come l’assemblea ! ? In
che senso l’assemblea ! ?
Candido : L’assemblea, l’assemblea. Cosa ci trova di tanto strano ?
Il dott. Angelis tenta di squagliarsela ma, alla fine del tappeto, è costretto
a fermarsi.
La signora De Angelis : Ma guardi che non c’è nessuna assemblea, stasera
!
Candido : Ah no ? Non avete ricevuto la convocazione ?
Bianca : ( al marito ) E loro che c’entrano ?
La signora De Angelis : ( alzandosi, al marito ) Vieni subito qua. ( il marito
si avvicina ) Dove hai messo la convocazione ?
Il dottor De Angelis : ( imbarazzatissimo ) Sulla libreria…
La signora De Angelis : E perché non mi hai detto nulla ?
Il dottor De Angelis : ( implorando Tocattemen ) Mi sta facendo male !
La signora De Angelis : Almeno ti sei preparato, eh ?
Il dottor De Angelis : Veramente…
La signora De Angelis : ( lasciando la presa e mollandogli un sonoro ceffone )
Fannullone ! !
Bianca : Gianna ! !
La signora De Angelis : E’ l’ultima volta che ti ci mando !
Bianca : ( alla donna, sbottando ) Ma insomma, si può sapere che c’entrate voi
due ?
La signora De Angelis : ( a Bianca ) Non lo so, chiedilo a tuo marito, è lui
che l’ha detto. ( al marito ) Adesso fili subito a casa e vai a studiarti
l’ordine del giorno.
Il dottor De Angelis : A digiuno ?
La signora De Angelis : Così impari. Fila !
Il dottor De Angelis : ( mentre arrotola la passatoia ) Uno spuntino…
La signora De Angelis : Fila.
Il dottor De Angelis : Un assaggino…
La signora De Angelis : ( riafferrandogli l’orecchio ) Vuoi che te lo strappi ?
Il dottor De Angelis : Vado, vado. ( a Bianca ) Ciao cara. ( a Candido ) A
rivederla.
La signora De Angelis si risiede e il marito, srotolando la passatoia, si avvia
ad uscire: costretto nuovamente a fermarsi, anziché tornare indietro per
arrotolare l’altra, si mette a camminare sul pavimento, battendo i piedi per
richiamare l’attenzione della moglie. Appena la donna se ne avvede, gli va
contro furiosa: costretta anche lei a fermarsi, ritorna velocemente indietro,
arrotola la passatoia, la srotola ed esce.
La signora De Angelis : ( fuori scena, al marito ) E fatti valere, smidollato !
Bianca : ( accasciandosi, intontita ) Sta andando alla nostra assemblea.
Candido : ( sedendosi ) E certo.
Bianca : ( sconsolata ) E’ mia sorella.
Candido : T’ho detto che non è tua sorella.
La signora De Angelis : ( rientra, arrotolando e srotolando le passatoie. A
Candido ) Da sola è un po’ più complicato.
Candido : Eh già.
La signora De Angelis : ( ingiunge a Candido di alzarsi e si siede accanto a
Bianca ) Quell’uomo sta diventando sempre più insopportabile. Ogni giorno me ne
combina una, non mi posso più fidare. Ah, ma questa volta giuro che non la
passa liscia ! Tu dirai, sono le solite assemblee, che c’è da preoccuparsi. Non
è detto, Bianca, non è detto. Bisogna stare sempre con tanto di occhi aperti,
credimi : tu non ci vai e quelli subito ti fregano. Dopo ti tocca correre per
Tribunali e Dio ci scampi dai giudici e dagli avvocati ! Io preferisco prevenire,
perché, come si dice, prevenire è
meglio che curare. ( pausa ) Tu mi dirai, c’è Candi, puoi stare tranquilla. Non
lo so, non lo so. Tuo marito ha delle strane idee, anche lui, non so adesso che
cosa si è messo in testa di fare, non ho capito bene…
Bianca : ( assente ) E tu che c’entri ?
La signora De Angelis : ( sbottando ) Non lo so, chiedilo a tuo marito, è lui
che l’ha detto.
Squilla il campanello.
Candido : ( girandosi di soprassalto verso la porta ) Ahhh ! !
Sipario
ATTO SECONDO
Studio dell’Amministratore: in particolare, una specie di trono e un grande
tavolo con dodici sedie; sul tavolo, un metronomo, il registro delle assemblee
e cinque grossi volumi. Tutti gli arredi e gli oggetti sono azzurri. Lampi e
tuoni, scroscio del temporale, Candido e Bianca entrano dalla platea, riparati
da un ombrello bianco.
Bianca : ( sbuffando ) Mi dici che ci devo fare qui, anch’io ?
Candido : Quattro occhi sono meglio di due.
Bianca : Perché ormai ti è presa questa fissazione del colore.
Candido : Fissazione, chiamala fissazione.
Bianca : Io non lo trovo brutto.
Candido : ( furioso ) Come hai detto ! ?
Si apre il sipario, i due giovani si guardano intorno sconcertati, poi vanno
verso il trono.
Candido : ( toccandolo ) E’ un trono ! ?
Bianca : L’Amministratore avrà le manie di grandezza.
Di lì a poco entrano i condomini: indossano una tunica azzurra con cappuccio.
I condomini : ( avvicinandosi al tavolo, a Candido e Bianca ) Buona sera, buona
sera, buona sera...
Candido e Bianca: ( trattenendo lo stupore ) Buona… sera.
L’avv. Paradisi : ( dopo avere intimato il silenzio, solenne ) TRIGINTA PUNCTA
TEMPORIS FUGIUNT. ( aziona il metronomo, tutti si girano verso il trono: allo
scadere dei secondi, un lampo e un tuono. L’avvocato ferma il metronomo e
intona il canto all’Amministratore: dalla Turandot ) Diecimila anni…
I condomini : … al nostro Amministratore.
Bianca : ( al marito, sottovoce ) Io me ne vado.
Candido : ( sottovoce ) Aspetta !
I condomini : ( sussurrato ) Diecimila anni al nostro Amministratore.
Bianca : ( liberandosi ) In questa gabbia di pazzi non ci sto !
Candido : ( implorante ) Ti prego.
Lampo e tuono
I condomini : ( in coro, inchinandosi ) Sì, ci siamo tutti !
Altro lampo e altro tuono
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca, severo ) Dite “ Sì, ci siamo tutti “.
Candido e Bianca : Sì, ci siamo tutti.
L’avv. Paradisi : ( all’ingegnere ) Proceda.
Tutti si siedono, i condomini togliendosi il cappuccio ( posizione al tavolo,
da sx : Paradisi, Bianca, Candido, Cherubini, De Angelis, Serafini e Pregadio )
L’ing. Pregadio : ( apre il registro delle assemblee e scrive, cantando ) Oggi
21 dicembre… ad ore 21 presso lo studio Noterdrepa, in seconda convocazione
essendo andata deserta la prima...
Candido : ( sottovoce alla moglie ) Ma che fa, canta ?
Bianca : ( sottovoce ) Sei sordo ?
L’ing. Pregadio : … Regolarmente avvisati e resi edotti, ci siamo qui riuniti
per discutere e deliberare sull’accluso ordine del giorno...
Candido : ( alla moglie ) Non è possibile.
I condomini : Ssst !
L’ing. Pregadio : …Rilevata la presenza di numero sei condomini su sei che
rappresentano il condominio per millesimi 1000 su 1000...
Bianca : ( al marito ) Io me ne vado.
I condomini : Ssst !
L’ing. Pregadio : … Si dichiara aperta l’assemblea e si dà la parola
all’illustrissimo presidente .
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( cantando) Dente.
L’avv. Paradisi : ( a Candido, inquisitorio ) Il geometra Pilastri vi ha
consegnato la copia del regolamento ?
Candido : Veramente… ( alla moglie ) tu ne sai niente ?
Bianca : No.
L’Avv. Paradisi : Non importa, provvediamo subito. ( all’ingegnere, alzandosi e
indicandogli i volumi ) Regolamento ! !
Passandoseli di mano in mano uno per volta e ripetendo a ogni passaggio la
parola “regolamento“, i condomini depositano davanti a Candido i cinque volumi.
Candido : ( sottovoce alla moglie ) Ma sono pazzi furiosi.
Bianca : ( sottovoce ) Te ne sei accorto, finalmente .
Candido : ( all’avvocato, sbalordito ) E’ il regolamento ?
L’Avv. Paradisi : ( sadico ) Sììì, leggetelo con calma e fateci avere le vostre
deduzioni. ( sghignaz- zando ) Ih, ih, ih. ( ai condomini ) Ordine del giorno.
Punto uno.
I condomini : Uno.
L’Avv. Paradisi : La parola all’ingegner Pregadio.
Rintocco di campana
L’ing. Pregadio : ( alzandosi, con intonazione sacerdotale ) Illustri
condomini, l’impianto elettrico dello Stabile è assolutamente indecoroso. Una
miriade di cavi pericolosamente corrosi deturpano l’armonia di scale e
pianerottoli, mettendo per giunta a repentaglio la nostra incolumità.
Il dottor De Angelis : ( alla Serafini, sensuale ) Ha ragione.
La signora Serafini : ( facendo gli occhi languidi al dr. De Angelis ) Ben
detto.
La signora Cherubini : ( acida, verso la Serafini ) Parole sante.
L’ing. Pregadio : Grazie. Come non approfittare, allora, dell’esecuzione di
questi indispensabili lavori per procedere finalmente anche all’ammodernamento
dell’impianto dei citofoni, installando i videocitofoni…
Candido : ( alla moglie, sottovoce ) I videocitofoni, e a che ci servono
?
L’avv. Paradisi : ( a Bianca e Candido, minaccioso ) Per tenere lontano le
persone indesiderate.
Bianca : E già.
L’ing. Pregadio : ( proseguendo ) …e all’elettrificazione del cancello
carraio.
Il dott. De Angelis : ( battendo il pugno sul tavolo ) Mi venisse una carie ! (
sensuale, alla Serafini ) Questa sì che è una bella …notizia !
La signora Cherubini : ( sbraitando ) Dal mio citofono non si sente nulla.
Quando viene qualcuno sono costretta ad affacciarmi alla finestra per sapere
chi è... ( girando la testa del De Angelis che è rimasto incantato a guardare
la Serafini ) non si può andare avanti così, sono anni che dura questa
situazione… ( verso la Serafini ) è veramente deplorevole...
La signora Serafini : Vergognoso.
La signora Cherubini : Proprio così, è vergognoso.
La signora Serafini : Deplorevole, addirittura.
L’avv. Paradisi : ( a Candido, puntandolo ) Certo non possiamo fare lavori
parziali, questo è chiaro.
Il dott. De Angelis : ( sensuale, alla Serafini ) Evidente.
La signora Serafini e la signora Cherubini : Dente. ( ridono ) Eh, eh.
L’avv. Paradisi : ( avvicinandosi minaccioso ) Altrimenti saremmo costretti poi
a sborsare altri soldi per rifare la tinteggiatura.
Candido : A proposito di tinteggiatura, volevo dire...
L’avv. Paradisi : ( furioso ) Ne parlavo inci… ( verso le signore ) denter … (
a Candido ) tantum. ! !
Candido : ( alla moglie ) Inci che ?
Bianca : Boh !
L’avv. Paradisi : La prego di attenersi al punto in esame ! ( torna a sedersi )
Candido : Senz’altro.
L’avv. Paradisi : Vuole intervenire ? ( aziona il metronomo a forte velocità )
Candido : ( visibilmente impacciato ) E… quale sarebbe il costo dei lavori ?
Bianca : ( fermando il metronomo ) Già, quale sarebbe ?
L’ing. Pregadio : ( sedendosi ) Ci sono tre preventivi, capisce... ( li prende
e li fa girare ) quello che mi sembra più equilibrato nel rapporto prezzo -
qualità ammonta… a circa ( cantando ) cinquanta milioni.
I condomini : ( cantando ) Milioni.
Candido : ( prendendoli, con un soprassalto ) Cinquanta... ( alla moglie ) Hai
sentito ? Cinquanta milioni.
Bianca : ( all’avvocato ) Ma sono tanti !
L’avv. Paradisi : ( a Candido ) Faccia un po’ vedere. Sììì, in effetti è quello
più conveniente, non ci sono dubbi. Io sono favorevole all’esecuzione dei
lavori. Ih, ih, ih.
Il dottor De Angelis : ( alla signora Serafini ) Mi associo.
La signora Serafini : ( facendo gli occhi languidi al dr. De Angelis )
Concordo.
La signora Cherubini : ( acida verso la Serafini ) Approvo.
L’avv. Paradisi : ( minaccioso ) E voi ?
Candido : Cosa possiamo dire, c’è praticamente l’unanimità. ( alla moglie )
Votiamo a favore ?
Bianca : Per forza.
L’Avv. Paradisi : L’ASSEMBLEA APPROVA.
Rintocco di campana
I condomini : ( tranne Candido e Bianca ) L’assemblea approva.
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca ) Dite l’assemblea approva.
Candido e Bianca : ( malvolentieri ) L’assemblea approva.
L’avv. Paradisi : Ordine del giorno. Punto due.
I condomini : Due.
L’avv. Paradisi : La parola all’ingegnere.
Rintocco di campana
L’ing. Pregadio : Stimati condomini, ho studiato attentamente il problema e
sono arrivato alla conclusione che la trasformazione dell’impianto di
riscaldamento da gasolio a metano non è più procrastinabile…
Candido : ( alla moglie, irritato ) Pro che ! ?
Bianca : ( irritata ) Boh ! !
L’ing. Pregadio : Perché, oltre a dare maggiori garanzie di sicurezza sul piano
infortunistico, elimina definitivamente gli inconvenienti connessi
all’approvvigionamento del combustibile.
Candido : ( all’avvocato ) Ma mi sembra che funzioni abbastanza bene.
Bianca : Anche a me.
L’avv. Paradisi : ( rabbioso, addentando il metronomo ) Proprio bene, non
direi.
La signora Cherubini : ( sbraitando ) La verità è che si rompe in continuazione…(
girando la testa del De Angelis ) e io sono stufa… di mettere mano al
portafogli un mese sì e uno no. ( alludendo alla Serafini ) Se è un rottame è
un rottame.
La signora Serafini : Un ferrovecchio !
La signora Cherubini : Sì, un ferrovecchio.
La signora Serafini : Un catorcio !
La signora Cherubini : Un catorcio, già.
La signora Serafini : Un rottame, addirittura !
Candido : Ma a quanto ammonterebbe la spesa ?
Bianca : Già, a quanto ?
L’ing. Pregadio : ( sfogliando alcuni preventivi ) Diciamo sui ( cantando )
cento milioni.
I condomini: ( cantando ) Milioni.
Candido : Come cento milioni ? ! ( alla moglie ) Hai sentito ? Cento
milioni.
Bianca : ( all’avvocato ) Ma è una cifra enorme !
L’Avv. Paradisi : ( battendo i pugni sul tavolo) Ubi commoda, ibi incommoda.
L’ing. Pregadio : E’ un impianto obsoleto.
Il dottor De Angelis : Usurato.
L’ ing. Pregadio : ( anticipando la Serafini ) OBSOLETO.
L’avv. Paradisi : Non è a norma.
Candido : Sì, ma cento milioni, voglio dire... ( l’avvocato aziona il metronomo
) voglio dire…
L’avv. Paradisi : Dica, dica pure !
Candido : Era un modo di dire.
L’avv. Paradisi : ( fermando il metronomo ) Ah !
L’ing. Pregadio : ( a Candido, alzandosi e andandogli contro, minaccioso )
Guardi che è un lavoro complesso, capisce, non solo bisogna cambiare la
caldaia, naturalmente, ma è necessario posizionarla all’esterno per il rischio
scoppi, capisce. Va costruito un locale apposito, è un lavoro complesso,
capisce, vanno rifatte tutte le condutture…
I condomini : Capisce.
L’ing. Pregadio : Riprese le tinteggiature...
Candido : A proposito di tinteggia...
Avv. Paradisi : Signor Mura !
Candido : Scusi.
L’ing. Pregadio : Insomma, a me sembrano soldi ( cantando ) spesi bene.
I condomini : ( cantando ) Bene.
Il dottor De Angelis : ( alla Cherubini ) Non vogliamo incidenti !
La signora Serafini e la signora Cherubini : Denti. ( ridono ) Eh, eh.
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca ) Allora, dite voi.
Candido : ( all’avvocato ) Anche lei sarebbe d’accordo ?
L’avv. Paradisi : Sììì, sono d’accordo, sììì. Ih, ih, ih.
Bianca : Non si potrebbe rinviare… ( brusio di fastidio ) all’anno prossimo ?
Candido : Abbiamo già approvato una discreta spesa e in questo momento, non mi
vergogno a dirlo… avremmo qualche difficoltà, ecco, a sborsare... ( alla moglie
) quant’è che verrebbe ?
Bianca si attarda per calcolare a mente la somma: allora centocinquanta diviso
sette, no diviso sei, etc. etc.
L’avv. Paradisi : ( sbottando ) Insomma !
Bianca : ( prontamente ) Venticinque milioni.
Candido : Venticinque milioni… ( alzandosi ) come si fa, dovremmo chiedere
ancora ai genitori e come si fa… ci basta un piccolo rinvio. ( brusio di
fastidio ) No ? E’ proprio indispensabile ?
Il dottor De Angelis : ( alla Serafini ) Consigliabile.
La signora Serafini : ( facendo gli occhi languidi al dr. De Angelis )
Augurabile.
La signora Cherubini : ( acida verso la Serafini ) Auspicabile.
Candido : ( ritornando a sedersi ) Sì, va bene, va bene. ( alla moglie )
Votiamo a favore ?
Bianca : ( sedendosi ) Per forza.
L’Avv. Paradisi : L’ASSEMBLEA APPROVA.
Rintocco di campana
I condomini : ( tranne Candido e Bianca ) L’assemblea approva
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca, seccato ) E dite l’assemblea approva.
Candido e Bianca : ( molto malvolentieri ) L’assemblea approva.
L’avv. Paradisi : Ordine del giorno. Punto tre.
I condomini : Tre.
L’avv. Paradisi : La parola all’ingegnere.
Bianca : ( al marito, sottovoce ) Ma parla sempre lui ?
I condomini : Ssst! !
L’ing. Pregadio : Pregiatissimi condomini, ( avanzando minaccioso verso Candido
) ricordo all’assemblea che nell’art. 112 del vol. 3° del regolamento ( fa
segno a Candido di passargli il volume ) è scritto chiaramente ( Candido glielo
passa, aprendolo ) che il cortile è destinato a giardino e questa destinazione
deve essere rispettata, evitando nella maniera più assoluta di posteggiarvi le
auto.
L’avv. Paradisi : Vorrei invitarvi, ad colorandum…
Candido : A proposito…
L’avv. Paradisi : ( furioso, battendo i pugni sul tavolo ) … Insomma, Mura ! !
( Candido si mostra dispiaciuto, proseguendo ) Vorrei invitarvi, dicevo, a
leggere anche l’art. 315 del vol. 2° ( fa segno a Bianca di passargli il volume
) che, mutatis mutandis, ( Bianca glielo passa, aprendolo ) dice né più né meno
la stessa cosa.
Il dottor De Angelis : ( alla Serafini ) Mi sembra ineccepibile.
La signora Serafini : ( facendo gli occhi languidi al dr. De Angelis )
Incontestabile.
La signora Cherubini : ( acida verso la Serafini ) Indiscutibile.
Candido : ( all’avvocato ) In strada, però, non si trova mai posto, lo sapete.
Bianca : Mai.
L’avv. Paradisi : ( alzandosi ) Sìììì, ecco perché abbiamo pensato di eseguire
lavori di ( mimando il gesto dello scavo ) scavo nel cortile per ricavare i
posti auto e ripristinare così l’amenità del giardino. Ih, ih, ih.
Candido : Lavori di scavo ?
Bianca : Ma saranno costosi !
L’ing. Pregadio : ( sfoglia altri preventivi, cantando ) Duecento milioni, lira
più, lira meno.
Candido e Bianca : ( cantando ) Meno.
Candido : ( con la voce strozzata ) Duecento milioni !
Bianca : Come, duecento milioni ?
L’ing. Pregadio : Per sei posti auto non mi pare una cifra esagerata.
Candido : Sì, ma è stata già deliberata una spesa di centocinquanta milioni !
Posso capire l’opportunità...
Il dottor De Angelis : La necessità.
Candido : D’accordo, ma si arriva a trecentocinquanta milioni, è una somma
spaventosa… dove li prendiamo noi tutti questi soldi… ( alla moglie ) quant’è
che verrebbe ?
I due si attardano ( questa volta per iscritto ) a fare il calcolo
L’avv. Paradisi : Allora ! !
Bianca : ( prontamente ) Più di cinquantotto milioni.
Candido : Più di… dove li prendiamo noi più di cinquantotto milioni ? (
alzandosi e parlando a ciascun condomino ) Siate ragionevoli, non voglio certo
farvi i conti in tasca ma noi, come vedete, siamo due giovani.
L’avv. Paradisi : E’ un sacrificio certo, però non vedo proprio in quale altro
modo si possa risolvere il problema. E poi, absit iniuria verbis, non è colpa
nostra se siete, come dice lei, due “ giovani “.
Candido : ( implorante ) Vi supplico, Dio solo sa cosa dovremo fare per
racimolarne venticinque. Vi supplico.
Bianca : ( alzandosi ) Non ci volete nel vostro condominio, vero ? Volete
costringerci a vendere l’appartamento, non è così ? E’ questo che volete ? ( i
condomini si guardano impacciati ) E’ questo che volete. ( rivolgendosi a
ciascuno ) Ma perché ? Che cosa vi abbiamo fatto ? Rispondete, per carità… non
riesco a capirlo… è tutto un incubo... ( piange ) è tutto un incubo. ( si
asciuga le lacrime, poi decisa ) Noi non lo lasciamo l’appartamento, capito.
Non lo lasciamo ! Anche se ne spendete altri trecento di milioni, altri
tremila… non lo lasciamo, prendiamo i migliori avvocati, vi portiamo in
Tribunale… ci dovranno rendere giustizia… ( piange ) ci dovranno rendere
giustizia. ( pausa ) Eravamo così felici quando l’abbiamo trovato, sapete, un
appartamento così bello non l’avevamo mai visto, un sogno, tutto per noi e per
i nostri bambini.
Candido : ( sottovoce, alla moglie ) Quali bambini ?
Bianca : ( al marito ) Quando arriveranno. ( ai condomini ) Abbiamo fatto i
salti mortali per comprarlo, ci siamo indebitati fino al collo, siamo andati a
bussare alla porta di tutti i parenti, ci sembrava di mendicare ma non ci
importava, perché eravamo felici. Noi non lo vendiamo il nostro appartamento.
L’avv. Paradisi : ( del tutto indifferente ) Siamo addolorati, sa, veramente,
le sue parole ci hanno commosso, ma il giardino è importante, molto importante
: non se ne può fare a meno ! ! Comunque sentiamo i signori condomini. Cosa ne
pensa la signora Cherubini, eh ?
La signora Cherubini : Eh, cosa ne penso… penso che non ne posso più… ( girando
la testa del De Angelis ) di girare in continuazione… per parcheggiare la
macchina. L’altra sera ho trovato un posto dopo mezz’ora. ( alludendo alla
Serafini ) E’ un’autentica tortura.
L’avv. Paradisi : ( alla signora Serafini che si è distratta ) Signora Serafini
?
La signora Serafini : Un tormento !
La signora Cherubini : Un tormento, sì.
La signora Serafini : Una sofferenza !
La signora Cherubini : Una sofferenza, proprio.
La signora Serafini : Un patimento.
La signora Cherubini : Un patimento, già.
La signora Serafini : Una tortura, addirittura. ( ride per l’involontaria rima
) Eh, eh. ( al dott. De Angelis ) Sono favorevole.
La signora Cherubini : ( acida, alla Serafini ) Anch’io. Un bello scavo e non
se ne parla più.
L’avv. Paradisi : Dottor De Angelis .
Il dottor De Angelis : Favorevole, favorevole, mi sembra evidente.
La signora Serafini e la signora Cherubini : Dente. ( ridono ) Eh, eh.
L’avv. Paradisi : ( all’ingegnere che si è addormentato ) Ingegnere ! !
L’ing. Pregadio : ( ridestandosi) Certo è un sacrificio, duecento milioni non
sono noccioline, questo è chiaro...
Il dottor De Angelis : Lampante.
L’ing. Pregadio : CHIARO. Pur tuttavia, capisce, ritengo di dovere esprimere il
mio voto favorevole per l’indiscutibile utilità...
Il dottor De Angelis : Comodità.
L’ing. Pregadio : ( c. s. ) Sì, comodità, ( cantando ) utilità dell’opera.
I condomini : ( cantando ) Opera.
Candido : ( alla moglie, sconsolato ) Faremo un altro mutuo ?
Bianca : Per forza.
L’Avv. Paradisi : ( alzandosi ) L’ASSEMBLEA APPROVA.
Rintocco di campana
I condomini : ( tranne Candido e Bianca ) L’assemblea approva
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca, furibondo ) Dovete dire l’assemblea
approva ! !
Candido e Bianca : ( disperati ) L’assemblea approva.
I condomini si spogliano della tunica sotto la quale ognuno indossa un abito (
anche solo in parte ) di un diverso colore e precisamente: l’avv. Paradisi
viola, l’ing. Pregadio rosso, il dott. De Angelis marrone, la signora Cherubini
verde e la signora Serafini giallo.
L’avv. Paradisi : Bene, rebus sic stantibus…( tutti, tranne Candido e Bianca,
si alzano ) direi di sorvolare sull’approvazione del consuntivo e del
preventivo come sulla conferma in carica del nostro ( girandosi verso il trono
) Venerato Amministratore
Tutti si inchinano, tranne Candido e Bianca. L’avv. Paradisi gli ingiunge di
farlo ( e lo fanno più volte ), quindi i condomini si avviano ad uscire.
L’ing. Pregadio : ( cantando ) Ad ore 21,30 non essendovi altro a deliberare…
Candido : ( all’ingegnere ) Scusi…
L’ing. Pregadio : … sentiti i condomini tutti, l’illustrissimo signor
Presidente dichiara chiusa…
Candido : ( deciso ) Scusi ! ( i condomini si fermano ) Veramente ci sarebbe da
discutere ancora il punto quattro…( i condomini si girano ) dell’ordine del
giorno.
L’ing. Pregadio : ( con sorpresa ) Il punto quattro ?
L’avv. Paradisi: Come il punto quattro? ( all’Amministratore, verso il trono )
C’è un punto quattro?
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( con grande disappunto ) Ancora ! ?
Il dottor De Angelis : Mi venisse una carie !
L’ing. Pregadio : Ma non è possibile, ogni anno la stessa storia ! (
all’Amministratore ) Non doveva acconsentire !
Il dottor De Angelis : Siamo stufi !
La signora Serafini : Disgustati.
La signora Cherubini : Nauseati.
L’avv. Paradisi : ( a Candido e Bianca ) Ma come vi è saltato in mente, dico io
?
Il dottor De Angelis : Non siete stati informati dei precedenti ?
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( sghignazzando ) Denti. ( ridono
) Eh, eh.
Candido : I precedenti ?
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( c. s. ) Denti. ( ridono ) Eh,
eh.
Bianca : Quali precedenti ?
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( c. s. ) Denti. ( ridono ) Eh,
eh.
L’avv. Paradisi : Allora, il geometra Pilastri non vi ha detto nulla ?
Candido : No, nulla. Perché, che cosa avrebbe dovuto dirci, scusi ?
L’avv. Paradisi : La questione era stata posta all’ordine del giorno proprio da
lui, pochi mesi fa.
L’ing. Pregadio : E prima di lui dal ragionier Androne.
Il dottor De Angelis : E ancora prima dal maresciallo Scala.
La signora Serafini : Dal cavaliere Lo Piano.
La signora Cherubini : Dal cancelliere Porta.
Candido : ( alla moglie ) E chi sono tutte queste persone ?
Bianca : E che ne so io ! ?
L’Avv. Paradisi : Come chi sono, sono i vecchi proprietari del vostro
appartamento.
Candido e Bianca : I vecchi proprietari del nostro appartamento ! ?
Il dottor De Angelis : Ma allora siete all’oscuro.
La signora Serafini : Ignari.
La signora Cherubini : Inconsapevoli.
I condomini ritornano lentamente a sedersi ripetendo più volte : all’oscuro,
ignari, inconsapevoli.
Candido : All’oscuro di che ? Ignari e inconsapevoli di cosa ? Siate più
espliciti, per carità. Ho fatto fare alcuni preventivi, ( alla moglie ) dove
sono… ( Bianca glieli passa ) ecco, il più caro non arriva a venti milioni. (
li passa all’avvocato ) Ecco, non voglio credere che ora per venti milioni...
L’Avv. Paradisi : ... Non si tratta del prezzo. ( prende i preventivi ) Dica un
po’, lei a quale colore
pensava ?
I condomini tentato di corromperlo offrendogli oggetti personali e
sussurandogli il proprio colore.
Candido : ( frastornato ) Uno qualsiasi…
I condomini : ( riprendendosi gli oggetti, scandalizzati ) Uno qualsiasi ! ?
Candido : … Che so, un bell’avorio…
Tutti ridono
Candido : ( alla moglie ) Perché ridono ?
Bianca : E che ne so, io !
L’avv. Paradisi : Perché anche i suoi predecessori volevano quel colore.
Candido : Davvero ?
L’avv. Paradisi : Sììì, il geometra Pilastri.
L’ing. Pilastri : Il ragionier Androne.
Il dottor De Angelis : Il maresciallo Scala.
La signora Serafini : Il cavaliere Lo Piano.
La signora Cherubini : Il cancelliere Porta.
L’Avv. Paradisi : Sììì, e tutti gli altri, però non è stato mai approvato. Ih,
ih, ih.
Tutti ridono
Candido : Non è stato... ma ci va bene anche un altro colore, ( alla moglie )
vero cara ?
Bianca : Sì, come dici tu.
Candido : ( ai condomini ) Un grigio, ad esempio…
Tutti ridono
L’ing. Pregadio : ( alzandosi e avvicinandosi a Candido ) Mi pare di capire che
lei non ha le idee molto chiare al riguardo. E’ così ? ( con circospezione )
Stia a sentire… le potrebbe andare bene ( i condomini si avvicinano ) un bel… (
sussurrandoglielo in un orecchio ) rosso ?
Candido : Rosso ?
L’ing. Pregadio : Ssst ! Me l’ha suggerito l’Amministratore.
Disappunto dei condomini verso l’Amministratore. Lampo e tuono
L’ing. Pregadio : ( all’Amministratore ) Quando ? Che vuol dire quando ! ?
Questa sì che è bella ! Due anni fa, alla prima della Turandot…
I condomini : ( alzandosi ) Diecimila anni…
L’ing. Pregadio : ( zittendoli ) Lei mi disse che il rosso era il colore più
adatto perché rappresentava la vita, il sangue che scorre nelle vene. ( pausa )
L’ha dimenticato ? Si è rimbambito, forse ?
La signora Cherubini : ( all’ingegnere, alzandosi e andandogli contro) Lei è un
mentitore !
L’ing. Pregadio : Come si permette ? Moderi il linguaggio !
La signora Cherubini : Un mentitore, sì. L’Amministratore non può averle detto
una cosa del genere perché a me la settimana prima aveva confidato che avevo
perfettamente ragione a pretendere che si tinteggiasse di verde.
L’ing. Pregadio : ( con sufficienza ) Verde.
La signora Cherubini : Verde, verde. ( all’Amministratore ) Non è così ?
Lampo e tuono
La signora Cherubini : Non si ricorda ? Come sarebbe non si ricorda ? Questo è
il colmo. Ci incontrammo al mare, sulla spiaggia e Lei mi disse che il verde
rappresentava la speranza, che era un colore positivo, ben augurante e che
perciò facevo bene ad insistere. Come fa a non ricordare ?
La signora Serafini : Ma senti un po’ questa !
La signora Cherubini : ( scattando in piedi ) Questa sarà lei ! Io ho un nome e
cognome, fino a prova contraria. ( si risiede )
La signora Serafini : Sì, va bene. ( proseguendo ) La spiaggia, la speranza.
Quante stronzate !
La signora Cherubini : ( rialzandosi in piedi ) Le consiglio di misurare le
parole, altrimenti...
La signora Serafini : ( alzandosi ) Io non misuro un bel niente, capito !
La signora Cherubini : ( avventandosi contro di lei ) Tu invece le misuri,
stupida oca... ( si interpone l’ingegnere )
La signora Serafini : ... Oca a me ! Emerita imbecille che non sei altro... (
si interpone l’avvocato )
La signora Cherubini : ... Imbecille ! Prova a ripeterlo !
La signora Serafini : Imbecille, sì. ( trattenendosi a forza ) Il giallo mi fu
indicato proprio dall’Amministratore, se lo vuoi sapere. Disse che
rappresentava la luce, il sole splendente...
La signora Cherubini : ( minacciosa, all’Amministratore ) Lei ha detto questo ?
La signora Serafini : ...Questo, sì e dunque come è possibile che abbia potuto
asserire quelle assurdità di cui andavi prima cianciando.
La signora Cherubini : Sei tu che vai cianciando, non io per tua regola.
Candido : ( alla Serafini ) Sono veramente dispiaciuto, mi creda, non vorrei
essere stato la causa...
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( seccamente ) Lei non c’entra !
Il dottor De Angelis : Voi state vaneggiando tutti, miei cari. Rosso, giallo,
verde, mi fate ridere,
ecco.
L’ing. Pregadio : Ridere ? !
Il dottor De Angelis : Ridere, sì. Ah, ah, ah.
L’ing. Pregadio : Rida pure, rida pure. Ride bene chi ride ultimo.
Il dottor De Angelis : E chi riderà per ultimo, lei ! Col suo rosso ? ( in
faccia ) Ah, Ah, Ah.
L’ing. Pregadio : Lei è un mentecatto, ecco che cos’è.
Il dottor De Angelis : Mi venisse… come ha detto ?
L’ing. Pregadio : E’ sordo, forse ? Glielo devo ripetere ?
Il dottor De Angelis : E lei è un deficiente !
L’ing. Pregadio : Mentecatto !
Il dottor De Angelis : Mi venisse… le venisse una carie !
L’ing. Pregadio : A me ?
Vengono alle mani, l’avv. Paradisi interviene per dividerli
Il dottor De Angelis : Si farà marrone ! Marrone o niente !
L’avv. Paradisi : Marrone ? Lei sta delirando, caro mio. Marrone.
Il dottor De Angelis : ( a brutto muso ) Marrone, sì !
Candido : ( al dott. De Angelis ) Mi scusi, dottore, francamente non mi sembra
giusto, ecco, imporre...
Il dottor De Angelis : Lei si impicci degli affari suoi ! ( all’avv. Paradisi )
Perché ha qualcosa in contrario ? Non le piace ?
L’avv. Paradisi : E non mi piace, no !
Il dottor De Angelis : Oh, all’avvocato Paradisi non piace il marrone, lo trova
scadente.
La signora Serafini e la signora Cherubini : ( sghignazzando ) Dente. ( ridono
) Eh, eh.
Il dottor De Angelis : ( all’Amministratore ) Allora, parli lei, caro
Amministratore.
Lampo e tuono
Il dottor De Angelis : Che significa cosa vuole che le dica ! Dica come stanno
esattamente le cose, racconti di quel giorno allo stadio...
L’avv. Paradisi : ( interrompendolo ) L’Amministratore non ha nulla da raccontare,
caro mio. C’ero anch’io allo stadio, sa. ( pausa, solenne ) Lo faremo viola !
La signora Serafini : Viola ? ( ridendo ) Senti quest’altro, lo vuole viola .
La signora Cherubini : Per forza, lui tiene per la…
L’avv. Paradisi : ( alla Cherubini, tappandole la bocca ) … Io non tengo per
nessuno, chiaro ! Non si azzardi a ridicolizzare il mio pensiero. Non si
azzardi !
La signora Serafini : ( all’avvocato ) E allora perché vorrebbe farlo viola ?
Sentiamo.
L’avv. Paradisi : Perché, perché ! Perché me lo disse l’Amministratore, ecco
perché.
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( all’Amministratore ) Lei, sì ! Lei !
La signora Serafini : ( all’Amministratore ) Cosa ha fatto ? Ha detto
all’avvocato di fare il palazzo viola. Lei ha detto questo ?
Lampo e tuono
L’avv. Paradisi : ( all’Amministratore ) Come no, come no. Perdio, Lei non ha
il coraggio delle sue azioni, sa ! Lei mi disse che era un bel colore...
intenso... che rappresentava...
La signora Serafini : ( dandogli una spinta ) Ma che deve rappresentare, mi
faccia il piacere !
L’avv. Paradisi : ( furibondo ) Tenga le mani a posto, sa !
Candido : ( alla signora Serafini ) Signora, se all’avvocato piace il viola non
vedo perché...
La signora Serafini : ...Lei pensi al suo avorio... o al suo grigio ! Viola, è
ridicolo.
L’avv. Paradisi : ( con la voce in gola ) Ridicolo ?
La signora Serafini : Semplicemente ridicolo, sì.
L’avv. Paradisi : Non le rispondo... come vorrei perché... è una signora.
La signora Cherubini : Alla faccia della signora !
La signora Serafini : ( alla signora Cherubini ) Sarebbe lei la signora, per
caso ? Questa mi giunge nuova.
La signora Cherubini : Cosa vorrebbe insinuare, sentiamo !
La signora Serafini : Lo chieda al dentista, lì .
Il dottor De Angelis : Che c’entro io, scusi ?
La signora Cherubini : Cosa dovrei chiedere al dentista ? Parla chiaro,
pettegola.
La signora Serafini : Pettegola a me ! Non te la intendi con lui, no ?
La signora Cherubini : Io ! ?
Il dottor De Angelis : Mi venisse una carie !
La signora Serafini : ( al dottor De Angelis, rifilandogli una ginocchiata
nelle parti basse ) E ti venisse una buona volta, buffone !
Il dottor De Angelis : Ah !
La signora Cherubini : Questo è troppo ! ( avventandosi contro la Serafini )
Adesso vedi come ti concio !
Intervengono l’avvocato e l’ingegnere per separarle, Candido e Bianca rimangono
fermi, sconcertati.
La signora Cherubini : ( trattenuta dall’ingegnere ) Con chi me la intendo ?
La signora Serafini : ( trattenuta dall’avvocato ) Con lui, bagascia !
La signora Cherubini : ( c. s. ) Brutta troia, se gli stai facendo gli occhi da
pesce morto da quando sei arrivata.
La signora Serafini : ( c. s. ) Io ! !
Il dottor De Angelis : Sono impazzite ! Stanno farneticando !
La signora Cherubini : ( azzuffandosi ) Non lo farai giallo, capito !
La signora Serafini : ( azzuffandosi ) E tu non lo farai verde !
L’avv. Paradisi : E’ così bello il viola ! Facciamolo viola.
L’ing. Pregadio : ( all’avvocato ) Lo sai che hai proprio rotto i coglioni, tu
e il tuo viola del cazzo ?
L’avv. Paradisi : ( afferrandolo per il collo ) Cosa hai detto ? Ritiralo
immediatamente, altrimenti…
L’ing. Pregadio : …Niente affatto !
Il dottor De Angelis : ( dividendoli ) Mi permetto di insistere per il marrone
.
L’ing. Pregadio : Adesso te lo do io il marrone a te. ( rifilandogli un ceffone
) Tieni !
Il dottor De Angelis : Mi venisse… ( saltandogli addosso ) sporco comunista
!
L’ing. Pregadio : ( azzuffandosi ) Ce l’hai con il rosso, eh ?
Il dottor De Angelis : Questo non lo dovevi fare.
L’ing. Pregadio : Ti venisse una carie !
Il dottor De Angelis : A me ! ?
Si scatena la rissa, volano i verbali, i libri del regolamento e ogni oggetto
che è sul tavolo: nel tafferuglio ognuno urla a squarciagola il suo colore.
Candido : ( urlando come un ossesso ) ADESSO BASTA ! ! Vergognatevi ! E’ uno
spettacolo inde- coroso ! ( i condomini si fermano sbigottiti ) Che razza di
gente siete voi ? Barbari. Non avete alcun rispetto per gli altri ? Siamo in
democrazia e vale il principio della maggioranza in democrazia.
Bianca : SI.
Candido : Senza maggioranza non si può approvare nessuna delibera !
Bianca : NO.
Candido : Accapigliarvi così, come dei volgari teppisti, vergognatevi !
L’avv. Paradisi : Vim vi repellere licet !
Candido : E stia zitto ! ! Che razza di avvocato è lei, eh ? Dovrebbe
conoscerla la legge lei, no ?
Bianca : Ha ragione !
L’avv. Paradisi : ( ricomponendosi ) Sì... certo, è la legge... certo. (
rivolto agli altri condomini ) E’ la legge.
La signora Serafini : ( c. s. ) Beh, se è così.
Il dottor De Angelis : ( c. s. ) Non c’è motivo .
L’ing. Pregadio : ( c. s. ) Certo, in questo caso.
La signora Cherubini : ( c. s. ) E’ del tutto inutile.
Raggio di luce sul trono : l’Amministratore appare ( o anche soltanto parla ) a
Candido e Bianca. Bambino ( o voce di un bambino ).
L’Amministratore : Figlioli, venite qua. ( Candido e Bianca si guardano intorno
smarriti, la luce diventa più intensa ) Qua, vicino a me, venite, non abbiate
timore. Sedetevi, sedetevi vicino a me.
I due giovani vanno a sedersi rispettivamente alla sinistra e alla destra del
trono. I condomini li osservano circospetti.
L’Amministratore : ( con tono di affettuoso rimprovero ) Cosa ti avevo detto,
benedetto ragazzo, è un argomento difficile, “ spinoso ”, tu però non hai
voluto darmi ascolto. Ma voi siete così giovani e non potete capire. Avete
sentito ? Tutti gridano il proprio colore, sostenendo che sono stato io a
suggerirglielo : eppure vi assicuro che non è così, non gli ho mai suggerito
niente, io. Perché avrei dovuto, poi ? Io abito da tutt’altra parte.
Candido : Capisco.
L’Amministratore : Si dovrebbe tinteggiarlo con tutti i loro colori, ma non
vogliono.
Bianca : E hanno pure ragione.
L’Amministratore : Diciamo che non hanno tutti i torti.
Candido : ( d’improvviso, con un sussulto euforico ) E se si provasse a
miscelarli ? ( all’Amministratore ) Che ne dice ? ( ai condomini ) Eh, che ne
dite ? Se si provasse a miscelarli ?
L’avv. Paradisi : ( a Candido, andandogli contro ) Ma è impazzito ! ? Si rende
conto di quello che ci sta chiedendo ?
L’ing. Pregadio : ( c. s. ) Quando mai s’è sentita una cosa del genere !
Il dottor De Angelis : ( c. s. ) E’ assurdo !
La signora Serafini : ( c. s. ) Incredibile !
La signora Cherubini : ( c. s. ) Inconcepibile !
Candido : ( alla moglie ) Eppure non mi sembrava una cattiva idea.
Bianca : Mah !
I condomini si allontanano indispettiti, ripetendo più volte : è assurdo,
incredibile, inconcepi- bile.
L’Amministratore : Dai retta a me, figliolo, è meglio lasciare le cose come
stanno. Col tempo forse.
Candido : Forse.
L’Amministratore : A volte il rimedio può essere peggiore del male, lo sai
?
Candido : Allora, azzurro.
L’Amministratore : Celeste.
Si spegne il raggio di luce sul trono dell’Amministratore
Candido : ( alla moglie, alzandosi di scatto ) CELESTE ! ?
I condomini : ( sadici ) Celeste, Celeste.
Bianca : ( alzandosi ) Smettetela !
I condomini : ( avvicinandosi a Candido e Bianca ) Celeste, Celeste.
Candido : Devo andare all’assemblea.
I condomini : Celeste, Celeste.
Bianca : ( arretrando ) Smettetela, vi dico.
Candido : ( arretrando) Devo andare all’assemblea !
I condomini : Celeste, Celeste.
Candido : ( urlando ) DEVO ANDARE ALL’ASSEMBLEA ! !
Si risente la voce di Mosè : ” Mirate tutti la sua potenza”.
Sipario