Il confine

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Il Confine

Il Confine

di Nunzio Cocivera

Tragi - commedia in un atto

Scena:In un ufficio di collocamento in Sicilia

(Sportello, sedie e panche sui lati)

Personaggi: L’impiegata-qualsiasi età, dai 25 anni in su

Don Carmelo- sui 50 anni con aria da boss

Un giovane- di circa 20 anni, elegante, con gioielli

Tre giovani dai 18 anni ai 28:

Filippo - 18 anni

Nunzio - 20 anni

Salvatore - 28 anni

All’apertura del sipario, l’impiegata si trova allo sportello.

Entrano i tre giovani vestiti umilmente, senza orologi, anelli

bracciali o altro.

Filippo: Buongiorno signora, che richieste di lavoro ci sono oggi?

Impiegata: Le stesse di ieri, cioè nessuna!

Salvatore: Come nessuna, nemmeno nella forestale?

Impiegata: Che parlo in arabo? Se ho detto nessuna!

Nunzio: Nemmeno il cantiere comunale comincia?

Impiegata: Mi sembra che anche questa sia la stessa domanda di ieri!

Nunzio: E sarà anche quella di domani!

Impiegata: Perdete solo il vostro tempo e ne fate perdere anche a me!

Filippo: So che lei è pagata per " perdere tempo"!

Impiegata: Ora mi avete proprio seccato, tutti i giorni la stessa storia, ma cosa volete

da me? Non posso certo trovarvi io un lavoro che non c’è!

Salvatore: Quanto meno però potrebbe essere più gentile!

Filippo: Chi sta bene non crede mai a chi sta male!

Impiegata: Be scusate per lo scatto ma io sono sotto pressione, tutti i giorni arriva

qui un fiume di persone oltre a voi, ed io non ho una risposta diversa

ormai da anni purtroppo!

Nunzio: Ha ragione anche lei, d'altronde sono i nostri governanti che dovrebbero

pensare a creare lavoro.

Filippo: Solo che quelli pensano al loro di posto!

Impiegata: È anche impensabile che lo stato possa dare un posto a tutti, bisogna che

siano anche i giovani a rimboccarsi le maniche e a crearsi un lavoro.

Entra il boss col giovane elegante che non parla

Don Carmelo: Il lavoro c’è infatti io ve lo offro da mesi!

Tutti ossequiosi: Buongiorno Don Carmelo!

Impiegata: Buongiorno (e se ne va dallo sportello).

Don Carmelo: Il fatto è che voi preferite sognare mentre io vi offro soldi, questi

sono realtà (esce molte banconote di grosso taglio). Prendeteli e poi

vi dirò che lavoro fare per guadagnarli!

Salvatore: Non vi offendete ma non ci interessa.

Don Carmelo: Verrete a bussare alla mia porta dopo aver bussato invano a tutte le

altre ma io vi aprirò lo stesso!

Nunzio: Aspetterà invano!

Don Carmelo: Aspetterò! (esce)

Tutti: Arrivederci.

Impiegata: (riappare allo sportello) In alcuni paesi della Sicilia il lavoro e le aziende

si possono creare, basterebbe solo volerlo!

Filippo: Fa presto lei a parlare, ma sono solo chiacchiere buttate al vento, non si

creano le aziende perché le banche non ci aiutano, applicano tassi da usurai!

E chi potrebbe crearle ha paura della Sicilia.

Salvatore: E se qualcuno magari si indebita fino al collo e rialza la testa, deve pagare

troppe tasse allo stato.

Nunzio: Senza calcolare le altre di tasse che si pagano in Sicilia !

Impiegata: Non in tutta la Sicilia!

Salvatore: Qui purtroppo viviamo sulla linea del confine tra la legalità, fatta di lavori

precari, o lavoro nero che ti consente appena di sopravvivere.

Nunzio: In troppe nazioni vi sono molte linee di confine in questo povero ricco

pianeta.

Filippo: Se vuoi di più, devi varcare il confine ed entrare nell’illegalità e poi così

forse galleggerai nei soldi!

Nunzio: Ma sporchi!

Filippo: I soldi sono puliti sei tu che devi sporcarli per averli.

Salvatore: Però a me non va e poi credo che quelle non siano strade a doppio senso

ma a senso unico, nelle quali non si può più fare inversione di marcia.

Nunzio: Se ci riesci e ti va bene puoi farla franca per molti anni!

Filippo: Ma alla fine o finisci al fresco o muori, ormai è sempre la stessa storia.

Nunzio: Ma se non hai altre alternative che puoi fare?

Salvatore: Puoi sempre emigrare al nord, la salvezza è lì! Da tutto il sud del mondo

si fugge.

Filippo: Io non voglio lasciare la mia terra!

Impiegata: Il discorso si fa lungo e io ho da fare. (va via dallo sportello)

Entra il giovane che prima era in compagnia del boss.

Giovane: Allora siete ancora qui! (si sporge verso lo sportello per guardare se c’è

qualcuno)

Salvatore: Qui, siamo qui!

Giovane: Siete dei fessi, sapete quanto guadagno io, 500.000 lire al giorno!

Filippo: E cosa sei costretto a fare?

Giovane: Ero come te mesi fa non ti ricordi? Oggi invece ho una macchina di lusso e

guarda (esce qualche milione).

Nunzio: Filippo ti ha fatto una domanda!

Giovane: Faccio consegne, vado a riscuotere e se è il caso prendo a sberle qualcuno!

Salvatore: Certo, bella vita!

Giovane: Prima non vivevo certo meglio, dovevo elemosinare le diecimila lire a mio

padre che si rompe il culo per due lire nel cantiere, eh no io non farò mai

quella vita, anche per fare il manovale oggi qui ti devi abbassare le brache

e sottometterti a qualcuno!

Filippo: Una vita da schifo! A volte penso che oltrepasserò il confine e poi o la va o

la spacca e chi vivrà vedrà!

Nunzio: Io però ho un po’ di paura, ma se non restano altre alternative!

Giovane: Ascoltami bene, c’è un lavoro da fare in cui si guadagna molto, vi

andrebbe? (si riguarda in giro).

Filippo: E cosa dovremmo fare?

Giovane: Neanche mezz’ora di lavoro e 500.000 lire a testa.

I giovani rimangono un po’ in silenzio.

Nunzio: Be io ci sto, mi fanno proprio comodo quei soldi!

Filippo: Ma si dai anche a me!

I due giovani: E tu che fai? (rivolti a Salvatore)

Salvatore: Io per il momento rimango da questa parte del confine o magari sceglierò

di varcare l’altro, quello che porta al nord.

Escono di scena lasciando Salvatore.

Impiegata: Allora se ho capito bene loro hanno accettato.

Salvatore: Cosa?

Impiegata: Cosa non si sa….

Salvatore: A volte meno si sa meglio è!

Impiegata: Che farai?

Salvatore: Tornerò domani.

Impiegata: Potresti andare e venire invano.

Salvatore: Non mi da speranze.

Impiegata: Non ti illudo.

Salvatore: Che schifo di vita, sono giovane e vedo gli anni passare e un futuro nero.

Impiegata: È triste e deludente lo so.

Salvatore: Non mi resta che partire.

Impiegata: Per dove?

Salvatore: Per il nord, emigrare e lasciare la casa, la mia terra, mia madre, i miei

fratelli più piccoli….(impreca). Maledizione!

Impiegata: Devo lavorare….scusami….

Salvatore: Faccia, lei che può.

Impiegata: Mi si spezza il cuore…. sai come te ne vedo a centinaia.

Salvatore: Lo so!

Impiegata: Se partirai, in bocca al lupo (va via).

Salvatore: Crepi! Se non sono io a crepare di nostalgia.

(Esce di scena)

FINE

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