Il conte di Cagliostro

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IL CONTE DI CAGLIOSTRO

OVVERO

L’UMIDITA’ LUNARE

ATTO UNICO

DI GENNARO DUCCILLI  DA ALEKSEJ TOLSTOJ

PERSONAGGI:

       Aleksej Alekseevic (Alexis) Fedjasev,Principe

                            Fedos’ja Ivanovna,sua zia

                            Cagliostro

         Contessa Augusta (Maria),Moglie di Cagliostro

                            Margadon,Servitore negro di Cagliostro

                            Defunta Principessa Praskov’ja Pavlovna Tulupov

SCENA I

Interno fine ‘800. In fondo alla scena, al centro, campeggia il grande ritratto di una bella donna: è la principessa Praskov’ja Pavlovna Tulpov,cugina di terzo grado di Aleksej, morta nel fiore degli anni. Aleksej è seduto in poltrona (in maniera molto scomposta..), spalle al pubblico. Guarda(da varie angolazioni, contorcendosi sulla poltrona) il ritratto raffigurante la principessa.

In prima quinta Fedos’ja Ivanovna, sua zia, seduta con davanti un tavolino basso, fa un solitario. Fuori ulula il vento.

Fedos’ja                            Non credi, mio caro Alexis, che sia giunta l’ora di pensare un po’ a sposarti? Non vorrai mica sprecare i migliori anni della tua vita chiuso in casa come un vecchio? In questo modo sai potresti finire male…

Alexis                                Basta, zietta! Non ho voglia, né oggi, né mai, di impantanarmi (continua a guardare il quadro sempre agitandosi sulla poltrona) nella noia della vita quotidiana: passare le giornate girando in vestaglia, giocando a tressette con gli ospiti… e chi vorreste che sposassi, se mai decidessi di darvi ascolto?

Fedos’ja                            Allora vediamo… (come facendo le carte) Il principe Sachmatov ha cinque figlie, tutte fior di ragazze (guarda le carte attentamente, scuote la testa, rimescola), il principe Patrieev che ha otto adorabili creature (guarda ancora le carte..rimescola) E poi c’è il principe Svinin che ne ha quattordici… vediamo se me le ricordo tutte: Sasen’ka, Masen’ka, Varen’ka…

Alexis                                (interrompendola) Ah, zietta, le fanciulle da voi menzionate posseggono eccellenti qualità, ma solo a pensarci.. ecco mi spiego: il mio cuore è infiammato da passione per una di queste creature, ci uniamo in matrimonio, e poi: questa persona, di cui un guanto o una giarrettiera deve gettarmi in subbuglio, questa medesima persona con le chiavi in mano corre nel ripostiglio, si affaccenda nella dispensa, tira fuori un piatto di tagliatelle e se le mangia davanti a me!

Fedos’ja                            Ma perché davanti a te mangerà proprio le tagliatelle, Alexis? Anche se fossero proprio le tagliatelle, che cosa c’è di male?

Alexis                                (assorto) Solo una passione sovrumana potrebbe annientare il mio dolore…ma una donnacapace di tanto non esiste su questa terra.

                                          (Alexis si alza, va verso il quadro)

Fedos’ja                            Le tagliatelle!... anche a me piacciono le tagliatelle.. e non mi sembra una cosa di cui una donna debba vergognarsi…(poi, vedendo Alexis vicino al quadro) Oh, Alexis, vieni via di lì, ti prego. L’immagine della tua defunta cugina ti sta stregando. Tu sei un uomo ed un uomo deve amare un essere umano e non, mi perdoni Iddio, un sogno che ti toglie il sonno!

                                          (sono del campanello)  Chi sarà mai? Non aspettiamo nessuno.. vado a vedere. (esce)

Alexis lancia uno sguardo al quadro della serie “finalmente soli”, si inginocchia, cerca di abbracciarlo, lo accarezza,mormora tenere parole forse in francese.

Rientra Fedos’ja. Alexis, lesto, si rialza.. si ricompone.

Fedos’ja                            (eccitata) Era il messo postale. Ha portato un libro per te (glielo porge) e una lettera per me. (si siede)

Alexis                                (leggendo il titolo del libro) “Le cause dell’ipocondria” (sfogliando) “La prima sventurata cagione dell’ipocondria è un’esaltazione amorosa, furibonda e prolungata, ovvero passioni che tengano lo spirito in uno stato ininterrotto di afflizione. Una persona, sopraffatta da simili passioni, alle quali sbocco non vede, brama l’isolamento, precipita (Alexis legge turbato) Sovente nel dolore più profondo, fintantoché i nervi dello stomaco (Alexis comincia a sentirsi male) e dell’intestino non cadono inesorabilmente in una prostrazione senza ritorno.”

Alexis, provato da quella lettura, vomita con discrezione, in un angolo.

Fedos’ja                            (alle prese con la lettera) Mi scrive Pavel Petrovic!.. capito, Alexis,?.. (Alexis non risponde) Pavel petrovic!

Alexis                                (con grande sforzo, tra un conato e l’altro) Chi?...

Fedos’ja                            Ma come, Alexis: Pavel Petrovic Fedjasev, (con entusiasmo da zitella) Il  maggiore in seconda! (si volta verso Alexis) Oh, Alexis, ma tu stai ancora male! (gli si avvicina, gli tiene la fronte- pietosa pratica- continua a parlare…) Allora, mi scrive tante cose diverse… anche strettamente personali.. (ancora un conato di vomito) ma questa fa proprio al caso tuo: “Molto scalpore ha destato qui a pietroburgo il famoso conte Foenix, alias Cagliostro. Alla principessa Volkonskij ha curato una perla malata; al generale Bibikov ha ingrandito il rubinodi un anello sino ad undici carati; alla dama Golovin ha evocato da un medaglione l’ombra del defunto marito, che le ha parlato (Alexis, di colpo, smette di vomitare e ascolta attentamente) e l’ha addirittura presa per un braccio, ragion per cui la povera vecchietta è completamente uscita di senno.. insomma i prodigi non si contano più! Anche l’imperatrice si disponeva ad invitarlo a palazzo, senonchè è avvenuto un fatto spassosissimo: il principe Potemkin è stato colto da una passione selvaggia per la moglie di Cagliostro che, dicono, io non l’ho mai vista, sia una gran bellezza e, nel bel mezzo di una festa a casa sua, ha pensato di rapire la bella. Ma proprio quella sera Cagliostro e la moglie sono partiti da Pietroburgo in direzione ignota…”

Alexis                                Caglistro! Tutti questi prodigi sono la manifestazione di una straordinaria, inspiegabile forza magnetica. Cagliostro! Se potessi incontrare quell’uomo… Oh, se solo potessi incontrarlo.. troverei le parole per implorarlo.. che faccia su di me quello stesso esperimento!

                                          ( Fedos’ja, preoccupata cerca di parlare ma…)

                                          Sì, quello stesso esperimento! Che realizzi interamente il mio sogno! Che i sogni si trasformino nella vita e la vita si dirami come nebbia.

Effetto: Battito d’ali.

SCENA II

Alexis è sdraiato ai piedi del quadro, dorme.

Effetti: temporale nella stanza: un forte vento investe Alexis- sbattere di una finestra che va in frantumi- ombre di alberi scossi dal vento- oggetti che cadono- vortice di piume d’oca- ululare del vento nella canna del camino- lampi sinistri sul ritratto- tuoni. Alexis dorme. I suoi incubi sono scanditi dal fragore lacerante dei tuoni.

Fedos’ja                            (entrando di corsa) Alexis.. Alexis, sveglia! (tuono spaventoso, Alexis si sveglia terrorizzato) Alexis, sono arrivati degli… (altro tuono, copre le parole di Fedos’ja) Capisci? Ci sono ospiti…

Alexis                                (poco lucido) Ospiti? Quali ospiti?

Fedos’ja                            Ospiti inattesi.. la loro carrozza si è rotta e hanno paura della tempesta. (tuono) Chiedono aiuto per la notte.

Alexis                                (ora più lucido) Bisogna darglielo, naturalmente.

Fedos’ja                            Ho già pensato a tutto io. Si stanno togliendo i vestiti bagnati. Uno di loro, che Dio mi perdoni, è nero come il Diavolo! (tuono spaventosissimo)

SCENAIII

Ombre dietro una tenda. Luce di candele. Trasparenze…

Alexis, al di qua della tenda, guarda…guarda quelle ombre…ora una maschile che si toglie una enorme parrucca… ora una femminile, dalle belle forme, che si cambia d’abito… ora un’altra, prima piccola e lontana, poi via via sempre più grande e vicina,con in capo un turbante, che apre la tenda… è in scena.

Margadon                        (inchinandosi) Il mio padrone vi saluta, o signore, e mi chiede di comunicarvi che con grande piacere accetta l’invito di cenare con voi.

Alexis                                Il piacere sarà mio. Ma, dimmi… qual è il nome del tuo padrone?

Margadon                        (con un malcelato sorriso) Lo ignoro.

Alexis                                Come: lo ignori?

Margadon                        Il suo nome mi è stato tenuto segreto.

Alexis                                Ah! Ti è stato tenuto segreto!.. e lo ignori!... e da quanto tempo sei al servizio del tuo padrone? (gli gira intorno)

Margadon                        Da molto, moltissimo tempo.

Alexis                                (irritato) Ah! Da molto.. moltissimo tempo.. ma il nome del tuo padrone… lo ignori!..

Margadon                        (impassibile) Il suo nome mi è stato tenuto segreto.

Alexis                                Eh, amico mio, si vede bene che sei un furfante! Ma tu, almeno, come ti chiami?

Margadon                        Margadon.

Alexis                                Sei dunque un etiope?

Margadon                        Nacqui in Nubia, all’epoca del faraone Amenhosiris. Fui fatto prigioniero e venduto al mio padrone.

Alexis                                Ah, davvero? (vorrebbe mollargli un calcione nel fondoschiena ma si domina) E quanti anni hai allora?

Margadon                        Più di tremila.

Alexis                                (controllandosi) Più di tremila… beh, certo.. se sei nato all’epoca del faraone Amenhosiris… a conti fatti…

Margadon                        Più di tremila.

Alexis                                (infuriandosi) Ah, ti prendi gioco di me, non è vero? Più di tremila… lo racconterò al tuo padrone! Ti farò conciare per le feste! … più di tremila… fuori!!! (Margadon si inchina per congedarsi. Alexis, non più trattenendosi, gli molla un calcione nel fondoschiena) Fuori!!!

Margadon esce, non senza prima essersi inchinato un’ultima volta.

Alexis                                (solo) Più di tremila.. (ridacchia nervosamente) Anno più, anno meno.. ma più di tremila… (ridacchia sempre più nervosamente, si fa scrocchiare le dita)

Entra Fedos’ja Ivanovna.

Fedos’ja                            Alexis… (Alexis ridacchia sempre più rumorosamente..) Principe Alexis!... i nostri ospiti desiderano fare la tua conoscenza.

Appaiono, dall’ombra, in una luce truce, un cavaliere dall’enorme parrucca e una dama di straordinaria bellezza.

Cagliostro                         ( il viso è rosso paonazzo) Permettete che mi presenti: (con voce bassissima) Conte Foenix.

Alexis                                (con voce stentorea) Aleksej Alekseevic Fedjasev, principe di Biancafonte.

Cagliostro                         Principe, permettetemi di presentarvi la contessa Augusta, mia moglie.

Alexis                                (turbato dalla bellezza della contessa) Molto lieto, contessa. (le bacia la mano) Sono addolorato per l’inconveniente causatovi dal maltempo ma felice per questa inattesa conoscenza.

Contessa                           E’ un piacere essere qui, Principe.

Fedos’ja                            Ma prego accomodatevi.. io mi assento solo qualche minuto … la cena dovrebbe essere quasi pronta ormai...(esce)

Si siedono. Cagliostro al centro. Alexis e la contessa Augusta sono uno di fronte all’altra. Cagliostro si dedica interamente alla sua tabacchiera, annusando, soffiando col naso, riversando il capo all’indietro.

Alexis                                (rivolto a Cagliostro ma senza staccare gli occhi dalla contessa) Siete in viaggio da molti giorni?

Cagliostro                         (dopo un sonoro starnuto) Da più di una settimana, Principe. Siamo diretti a Varsavia.

Alexis                                Vi prego di perdonarmi magnanimamente ma, al momento delle presentazioni, non ho ben capito il vostro nome.

Cagliostro                         Io sono il conte (starnuta) …Foenix.

Alexis                                (Non è riuscito a capire il nome coperto dallo starnuto) Come?... Perdonatemi ma non ho…

Cagliostro                         (con voce tonante) Cagliostro! Sono Cagliostro. Conte di Foenix.

Alexis                                (alzandosi di scatto) Così voi siete Cagliostro! Quello stesso Cagliostro dei cui prodigi parla il mondo intero?

Cagliostro                         (svogliatamente) Sì, sono Cagliostro. Il mondo intero parla dei miei prodigi. Ma questo avviene solo per ignoranza. Non c’è alcun prodigio. C’è soltanto la conoscenza delle componenti della natura: del fuoco, della terra, dell’aria, degli stati della natura, e cioè: del solido, del liquido, del morbido, del volatile; delle forze della natura: dell’attrazione, della repulsione, del moto e della stasi; degli elementi della natura: che sono trentasei e infine delle energie della natura: elettrica, magnetica, luminosa e sensibile. Tutto ciò è soggetto a tre principi: alla conoscenza, alla logica e alla volontà, che sono racchiusi qui. (si batte sulla fronte)

Fedos’ja                            (entrando) Signori, la cena è servita. Se vogliamo accomodarci in sala da pranzo..prego.. vi faccio strada.

SCENA IV

Il dipinto della principessa, in pena luce, domina lo spazio scenico.

Effetti audio: Rumore di piatti di porcellana, posate d’argento, bicchieri di cristallo mixato con… rosicchiare di topi, masticare di animali da preda, lappare di belve assetate.

Alexis e Cagliostro rientrano in scena, seguiti, ad una certa distanza, dalla contessa e da Fedos’ja. Alexis e Cagliostro vengono in proscenio mentre le due donne rimangono a parlare in fondo. In realtà parla solo Fedos’ja, in controluce, mentre la contessa, in luce, segue attentamente quel che dicono Alexis e Cagliostro.

Cagliostro                         (tirando fuori dal panciotto un grosso stecchino) Un mio amico dottore in filosofia, morto a Norimberga nel Millequattrocento… Ah, questa maledetta memoria! (si stuzzica energicamente i denti con uno stecchino) Il mio amico dottor Theophastus Bombastus Paracelsus mi ripeteva sovente: mastica, mastica.. questo è il primo comandamento di un saggio: masticare.

Fedos’ja                            (alla contessa) Eh, mia cara contessa, come vi dicevo poco fa a tavola, mi ha scritto il maggiore in seconda Pavel Petrovic…

Alexis                                Sì, conte, anch’io ho udito dire spesso che una buona digestione infonde pensieri allegri, laddove una cattiva digestione induce alla tristezza e , anzi, provoca l’ipocondria. Ma vi sono anche altre ragioni…

Cagliostro                         Senza alcun dubbio, principe. Mi è capitato di vedere nel Millecinquecento…

Fedos’ja                            (sempre alla contessa che non la ascolta) Avevo appena quindici anni quando un tenente di cavalleria chiese a mio padre la mia mano ma lui…

Alexis                                Mi sia permesso, conte, di portare il mio esempio.. lo sconvolgimento dei miei sensi è stato originato (vanno verso il dipinto) da questo quadro che ritrae mia cugina la principessa Praskov’ja Pavlovna Tulupov, morta nel fiore degli anni e che io non ho mai conosciuto. Proprio oggi dicevo a mia zia: ah, se potessi incontrare il conte Foenix, lo supplicherei di avverare il mio sogno di far rivivere il ritratto di colei che amo con tutta l’anima, anche se questo dovesse costarmi la vita.

Fedos’ja                            (quasi piangendo) La vita non è stata generosa con me…

Cagliostro                         (sbadigliando) La materializzazione delle idee sensibili è uno dei compiti più ardui e rischiosi della scienza. Nel corso di tale operazione spesso si rivelano i fatali difetti dell’idea che viene materializzata, non di rado la sua completa inettitudine alla vita. Comunque… (sbadiglio) ne riparleremo domani prima della nostra partenza… (sbadiglio) ora vorrei pregarvi di lasciarci andare a riposare.

Alexis                                Ma certamente, conte... (si avvicinano alle due donne)

                                          Mia zia vi mostrerà le stanze… (lungo sguardo alla contessa)che spero saranno di vostro gradimento.

Cagliostro                         Una buona dormita ci permetterà di affrontare il viaggio di domani che sarà lungo e faticoso, non è vero, contessa?

Contessa                           (guardando negli occhi Alexis) Sì… lungo e faticoso.. e ci porterà molto lontano da qui…

Cagliostro                         (attento) Se la carrozza non ci tradisce.. (guarda la contessa con un lampo negli occhi) Buonanotte, Principe.

Alexis                                Buonanotte, conte. Buonanotte, contessa. (le bacia la mano)

Fedos’ja                            Prego, se volete seguirmi…

Cagliostro segue Fedos’ja mentre Alexis si attarda un po’ più del dovuto nel baciamano.

Contessa                           (stringendogli, con una leggera pressione, la punta delle dita) Buonanotte, Principe.

Alexis solo. Notte agitata: tra la poltrona e il cielo. Musica inquieta. effetti audio: foresta che brucia- tuffo nell’acqua.

SCENA V

La scena si svolge in proscenio. È mattina.

Effetti audio: canto d’uccelli- lo scorrere d’un ruscello.

Una leggera nebbiolina avvolge tutto. Una leggiadra figura di donna si muove tra la nebbia. Qualcuno la segue a distanza. È Alexis.

La donna, che altri non è se non la contessa, ha il volto rigato da lacrime, tra le mani un fazzoletto.La nebbiolina, ora azzurrina, le accarezza le spalle nude scosse dai singhiozzi.

La contessa si accorge di essere seguita.. allunga il passo.. corre, reggendosi con entrambe le mani la gonna ridondante…

Alexis                                (raggiungendola) Sono io, contessa. Scusatemi se vi ho spaventata.

Contessa                           (asciugandosi, svelta, le lacrime) No… non mi avete spaventata.. ero soprappensiero e allora… (Alexis le bacia la mano) Il mattino è così bello, gli uccelli cantavano in maniera così sublime che mi ha colto la tristezza. Non vi prende la tristezza, vedendo quanto è bella la natura?

                                          Ah, dimenticavo che voi siete più attratto da ciò che è innaturale…

Alexis                                Che volete dire?

Contessa                           Ho sentito, sapete, quello che dicevate ieri sera a mio marito…

Alexis                                Ah, ascoltavate…

Contessa                           (cambiando discorso) Questo deve essere il canto del cuculo… E’ tutto così splendido qui… ma a voi sembra non bastare. Sapete, ripensavo al vostro racconto di ieri sera a tavola. Vivere in una tale abbondanza, da solo… e, comunque, perché mai non siete felice? (lo guarda negli occhi)

Alexis                                (dicendo la prima cosa che gli viene in mente) Quello che mi sconvolge è la brutalità di questa vita… (perdendosi negli occhi di lei) e poi credo sia impossibile essere felici su questa terra.(le prende la mano e la bacia più volte. Lei rovescia la mano con il palmo verso le labbra di lui, con la punta delle dita gliele stringe lievemente e sguscia via)

Contessa                           Possibile che non abbiate trovato una moglie o un’amica, che non abbiate amato una donna, ma che preferiate un sogno senz’anima? Siete ingenuo ed inesperto, lasciate che ve lo dica… non sapete quanto sia orribile (un brivido la percorre) il vostro sogno…

Alexis                                Ma perché orribile? Che cose c’è di male, se io sogno una cosa che non esiste nella vita?

Contessa                           In un mattino come questo non si può, non si deve sognare una cosa che non può esistere.

La Contessa gli si è avvicinata… sono occhi negli occhi.

Alexis                                (tanto per dire qualcosa) Io sento che voi siete infelice. Che cosa vi fa soffrire?

Contessa                           (rispondendo in fretta, come se temesse di sprecare ogni attimo di quel colloquio) Ho paura… io ho paura… (Alexis la stringe a sé) Io odio mio marito… Sì, lo odio con tutta me stessa! E’ un mostro, un demonio di cui il mondo non ha visto eguali. Mi tormenta… Oh, se voi sapeste che cosa mi costringe a fare… (glielo sussurra all’orecchio)

Alexis                                (disgustato ed eccitato insieme) Ma è orribile!.. Non si può tollerare tutto questo!

Contessa                           Non ho in tutto il mondo una persona amica. Molti uomini hanno cercato di ottenere il mio amore… ma che importa?

Alexis                                (rapito) Sì, che importa?

Contessa                           Ma nessuno mai mi aveva chiesto come fosse la mia vita, se fossi felice… (si asciuga qualche lacrima) Voi ed io ci siamo appena incontrati e presto ci separeremo, ma io ricorderò in eterno l’istante in cui me lo avete chiesto. Appena vi ho visto, il cuore mi ha suggerito: abbi fiducia … affidati a lui.. (gli offre le labbra)

Alexis                                (non cogliendo l’attimo) Lo ucciderò! Chiedetemelo una volta, una volta sola ed io lo ucciderò!

Si sente un forte starnuto alle loro spalle. È Cagliostro. La contessa emette un gridolino. Cagliostro ha sul volto una smorfia terribile.

Alexis                                (fingendo di “uccidere” un fastidioso moscerino)Lo ucciderò… Ecco fatto! Ucciso! (finge di pulirsi le mani con un fazzoletto poi, come accorgendosi solo allora della presenza di Cagliostro…) Ah, buongiorno, conte…

Cagliostro è come pietrificato nella sua smorfia terribile, la smorfia di chi sta per starnutire e non vi riesce… è paonazzo

Cagliostro                         (rinunciando a starnutire)  Favorite. (gli offre, sogghignando, del tabacco) Favorite… No? Se non volete annusare, non fa nulla. Contessa vi ho cercata per tutto il giardino; la mia valigia è pronta, le vostre cose invece (guarda Alexis) … Io non le ho toccate. Allora, Principe, se la nostra carrozza è riparata, partiamo. (escono)

Alexis solo. Il canto del cuculo si fa via via sempre più forte.

SCENA VI

Fedos’ja                            (entrando) Alexis è stato qui il fabbroferraio e ha detto, quell’imbroglione, che prima di due giorni la carrozza del conte non può essere riparata!

Alexis                                (raggiante) Quindi non possono partire!

Fedos’ja                            Pare proprio di no… però, adesso che ci penso, possiamo mandare a chiamare il fabbroferraio del paese vicino! Ma sì! Chiamo subito Igor e gli dico di andare…

Alexis                                (gridando istericamente) Ma neanche per sogno! Voi, zietta, non chiamerete proprio nessuno! (la incalza) I nostri ospiti rimarranno ancora due giorni. Giusto il tempo di riparare la carrozza e di… (guarda il quadro) Ah, mia cara… mi sa tanto che voi non avete capito chi è il nostro ospite!

Fedos’ja                            Ma certo che l’ho capito! Mi si è presentato… è un certo conte Fenin, o qualcosa del genere…

Alexis                                Ma che Fenin! Foenix, conte di Foenix… in altre parole: Cagliostro!

Fedos’ja spalanca gli occhi per la sorpresa, batte le mani per l’eccitazione poi…

Fedos’ja                            (sputando da buona donna russa) Miscredente, anticristo, mi perdoni Iddio, adesso toccherà lavare tutte le posate con acqua santa e far benedire di nuovo le stanze… come se non avessi già abbastanza grattacapi! E anche la contessa è una maga?

Alexis                                (sognante) Sì, anche lei sa stregare…

Fedos’ja                            Ah, ma allora i maledetti avranno bisogno di un cibo diverso dal nostro… ah, Alexis, forse il nostro cibo loro non lo mangiano… e tu non ci avevi pensato! (da premurosa ospite) Vado a chiedere cosa desiderano per colazione..chissà? Forse lingue di rospi in salsa verde… od anche spiedini di serpi… chissà? (esce)

Alexis rimane ancora una volta solo. Va su e giù per il palco. Poi, improvvisamente, prende una spada in un angolo…

Alexis                                Che fare? Sfidare il conte a duello, ucciderlo e poi scappare via con lei? (alza la spada come per colpire) E il pretesto per il duello? (abbassa la spada) Mah, un pretesto vale l’altro, lo ucciderò! (prova qualche colpo) Ma è poi lecito battersi con un ospite? (la riabbassa) No, occorrerà attendere quando ripartiranno, raggiungerli oltre il fiume e lì attaccar briga.

                                          Ma, in fondo, non è poi lo stesso? Comunque vada, lo ucciderò! (parte in affondo)

Un colpo di tosse alle sue spalle. È Cagliostro.

Cagliostro                         Mio caro Principe, visto che non possiamo ripartire e che dovrò ancora abusare della vostra ospitalità, ho deciso, dopo averci riflettuto bene sopra, di soddisfare il vostro desiderio: compirò una completa e perfetta materializzazione del ritratto della Principessa Tulupov.

Luce intensa sul quadro. Alexis è annichilito.

Cagliostro                         (esaminando il quadro con una lente d’ingrandimento, facendo schioccare le labbra e sbuffando)  Bene, mio caro principe, adesso non vi resta altro da fare che andare a letto e rimanervi fino al crepuscolo, senza mangiare e senza bere. Vi farò chiamare io quando sarà il momento. Al resto penseremo noi.

SCENA VII

Luce cupa. Margadon pulisce il quadro con uno straccio. Stende un tappeto. Due candelabri vengono posti ai lati del ritratto. Entra Cagliostro. Entra Alexis che ha indossato un’ampia veste. Margadon porge ad Alexis una coppa colma di un infuso dal colore brunastro. Alexis, gli occhi sbarrati, beve tutto d’un fiato.

Cagliostro                         Respirate non troppo forte e non troppo piano. Il respiro deve essere senza sbadigli, singulti, tosse, affanno o starnuti perché la sostanza magnetica non tollera sbalzi. (lo fa sedere sotto il quadro)

Margadon prende da una scatola un mazzetto d’erbe, lo pone in una tazza di rame e mette questa su un tavolino basso davanti ad Alexis. Cagliostro, con un grosso gesso, traccia intorno alla sedia dove è seduto Alexis, un grande cerchio.

Cagliostro                         Dovete sforzare tutta la vostra immaginazione e raffigurarvi questa persona (indica il ritratto) senza veli, cioè nuda. Dalla forza della vostra immaginazione dipenderanno tutti i particolari della sua corporatura.

                                          Ricordo che nel 1519, a Parigi, il duca di Guisa mi pregò di materializzare Madame de Sevignac, morta per una malattia di stomaco. Non feci in tempo ad avvertirlo, il duca era troppo impaziente, e Madame de Sevignac sotto il vestito risultò come un sacco di paglia. Io ci rimisi ottomila livres, e mi costò pure una gran fatica ricacciare nel quadro quello spaventapasseri imbestialito! Così, dopo aver immaginato con la massima accuratezza le forme della persona da voi agognata, figuratevela, di poi, vestita, ma in questo caso procedete senza furia, giacchè come avvenne nel 1251, quando io, dietro richiesta della vedova del defunto, evocai lo spirito del re Franco Luigi il calvo, egli apparve vestito solo nella parte anteriore del corpo, mentre la parte posteriore… (il deretano intendo).. era completamente nuda e suscitava un certu stupore…

                                          (si lecca le dita sporche di gesso) Margadon, vai a chiamare la contessa!

Cagliostro si china sul cerchio di gesso e continua la sua opera. Disegnando: i dodici segni dello zodiaco, i ventidue della Cabala, una chiave e una porta, le quattro componenti, i tre principi, le sette sfere. Suda abbondantemente. Quando ha finito di disegnare rientra nel cerchio. Entra in scena la contessa, ha l’aria molto triste.

Cagliostro                         (sudatissimo) Voi avrete un esempio perfetto della mia arte: la favella, la digestione, le funzioni di tutti gli organi, la sensibilità saranno quelle di un essere partorito da donna.

                                          (si china su Alexis, gli tasta il polso, gli posa la mano sulla fronte)  Ora chiudete gli occhi. (Ma Alexis, incantato, guarda la contessa… Cagliostro allora glieli chiude a forza con le dita) Non vi muovete, concentratevi, seguite le mie istruzioni. Io comincio.

                                          Cagliostro prende, allora, uno stiletto d’acciaio, entra nel cerchio e traccia un grande segno nell’aria. Poi solleva le braccia in alto e si blocca.

                                         

                                          Sono isolato. Sono fortemente protetto da tutti i segni. Sono forte. Comando io. O spiriti dell’aria, sifidi, vi invoco a nome dell’ineffabile, che viene pronunciato come parola ESA. Compite la vostra opera. Spiriti della terra, gnomi, vi invoco a nome dell’ineffabile, che viene pronunciato come sillaba EL. Compite la vostra opera!

                                         

                                          Rumore di risacca sulla spiaggia.

                                          I lineamenti del ritratto cominciano a divenire fluttuanti…

                                         

Cagliostro                         Spiriti del fuoco, salamandre, potenti e capricciose, vi invoco a nome dell’ineffabile, che viene pronunciato come lettera Jod. Spiriti del fuoco, salamandre, vi invoco col segno di Salomone, vi costringo, per incantesimo, ad obbedire, a compiere la vostra opera.

                                          Alza le braccia, si solleva sulla punta dei piedi.

                                         

                                          Compite la vostra opera secondo le leggi di natura, senza trascurare la forma, senza prendervi gioco, senza sottrarvi alla mia soggezione!

Il ritratto è ,ora, come in fiamme… trema, raggi partono dal quadro della principessa, accecanti.

Le erbe nella tazza di rame prendono fuoco. La contessa inizia a cantare.

Qualcosa di vivo fuoriesce dal quadro. Alexis urla selvaggiamente. La testa della principessa Tulupov appare…

Principessa                       (con voce fredda e maligna) Datemi una mano!

                                          (silenzio) Su, datemi una mano così mi libero.

Cagliostro                         (ad Alexis) Una mano, datele una mano!

Alexis, come in sogno, si avvicina al quadro. Un braccio esce dal ritratto, nudo sino al gomito. Alexis afferra quella mano gelida, barcolla all’indietro, tira… tira verso di sé quel pallido arto di donna. La principessa, strappata alla tela-madre, è in scena! Si muove con movimenti fluttuanti, ineguali, come il volo di un pipistrello.

Principessa                       (camminando sulla poltrona, sul tavolino) Non riesco a capire… ho dormito forse?... ho tanto dormito? (si tocca il viso, poi urlando) Presto, datemi uno specchio! (Margadon le passa un piccolo specchio) Che strano colore ha il mio viso! (si tira via dal volto qualche brandello di tela rimasto appiccicato) E i capelli!.. Mio Dio! In che stato sono! E questo vestito è tutto spiegazzato e poi mi stringe troppo il seno… Ah, c’è qualcosa che non riesco a ricordare… L’ho dimenticato… L’ho dimenticato, tutto ho dimenticato… (rivolgendos,i poi, con un sorriso ad Alexis) Mi guardate in un modo così strano che mi mettete paura. Mi dovete una spiegazione… anzi più di una spiegazione. Voglio sapere tutto… tutto di voi .. di me.. di voi e di me… tutto, capito? Tutto!

La principessa prende Alexis sotto braccio. Escono.

Cagliostro                         (ridendo) Il cadavere è venuto eccellente! (poi, serissimo, rivolgendosi alla contessa, in lacrime) Piangete? Vi sgomenta il mio potere sulla natura morta e su quella viva, non è vero? O forse pensate che il vostro bel principe ha preferito sollazzarsi con un abominevole cadavere, piuttosto che con voi?

Contessa                           Risponderete a Dio della vostra magia.

Cagliostro                         Per tre lunghi anni, mia signora, non ho fatto ricorso alla mia arte, attendendo pazientemente il vostro amore.Voi, invece, come un lupo, guardate continua mentre in direzione del bosco. Non sarà bello… no… non sarà bello quando si esaurirà la mia pazienza!

Contessa                           Sul mio amore non avrete mai alcun potere. Non potete costringermi ad amarvi!

Cagliostro                         (afferrandola per un polso) Ah, no?.. e invece ci riuscirò! Vi metterò dentro una boccetta, signora, e vi porterò in tasca!

Contessa                           (liberandosi) Ma anche così non avrete alcun potere sul mio amore. Finchè sarò viva lo darò a tutti, ma non a voi!

Cagliostro                         (infuriato) Questa volta vi farò tacere per sempre!

Cagliostro afferra lo stiletto che è sul tavolino. Fa per colpire la contessa… Margadon gli ferma il braccio, gli strappa dalla mano lo stiletto e lo getta via. Cagliostro lo colpisce al volto con uno schiaffo. Margadon, risentito, esce. Cagliostro e la contessa, di spalle, aspettano che faccia…

Buio.

SCENA VIII

Immagine: Grande ragnatela.Dietro, come un grosso ragno bianco, una splendida luna piena.

Effetto audio: un gocciolio insistente.

Alexis e la principessa passeggiano.

Principessa                       (il cui colorito è diventato giallognolo) Ah, la luna, la luna, Alexis!.Cosa vi ispira la luna, Alexis? (fastidiosa) La luna, Alexis! Voi siete insensibile ad un simile incanto, Alexis!... Non mi dite nulla!

Alexis                                (che ha l’aria di un condannato a morte) Sediamoci.

Si siedono su una panca in prima quinta. Silenzio. La principessa, come compendo un gesto che le è consueto, si strappa, vezzosa, sette od otto capelli e li posa nel palmo di una mano di  Alexis, richiudendogli, poi, il pugno. Alexis, frenando a stento un moto di disgusto, cerca, non visto, di liberarsene…

Principessa                       Alexis!... Oh, Alexis… ma non avete visto che luna?! (gli si accosta) La luna, Alexis!... Ma, insomma, Alexis, ve ne state seduto con una dama come un pezzo di legno! Dovreste sapere quanto l’ardire è gradito a una donna!

Alexis                                (ancora alle prese con qualche capello che gli è rimasto appiccicato addosso) Se sapeste quanto vi ho sognata, non mi fareste questi rimproveri.

Principessa                       (accostandoglisi sempre di più) Rimproveri? (ride.. o per meglio dire cerca di ridere.Effetto sulla risata della principessa: caduta pezzi di vetro.) Rimproveri… che rimproveri? Mio caro Alexis.. e con questa luna poi! Alexis!!!... Ma voi non fate altro che stringermi la mano, e per giunta fiaccamente! Se almeno mi abbracciaste…

Alexis, con un grande sforzo, le circonda le spalle con un braccio.

Alexis                                (pensando al dipinto) Sogno mio.. io sono con voi come in un sogno, mi chino per abbeverarmi alla vostra bellezza (si china su di lei, ma si ritrae poi bruscamente) ma l’acqua s’allontana…

Principessa                       (stirandosi beatamente) E’ umido, ho voglia di mangiare.

(Alexis sta per vomitare) Sì, ho voglia di mangiare. O forse di bere. Ho voglia di mangiare e di bere. Ho voglia, Alexis… (si alza) Mi sento come se dell’acqua mi corresse per tutto il corpo… Oh, Alexis… (fa per accarezzarlo)

Alexis, sopraffatto dal disgusto, fa per andare. Vuole fuggire da quel “sogno” troppo reale. Ma la principessa lo trattiene per un braccio.

Principessa                       Alexis, voi avete un carattere assai difficile. Mi toccherà faticare un bel po’, eh, sì, un bel po’, mio caro, per imbrogliare il vostro carattere, per piegarmi ai miei voleri. Siete un egoista.

Alexis                                Ascoltatemi, forse non è meglio che ci separiamo?

Principessa                       No, non è per niente meglio. Mi piace stare con voi.

Alexis                                (liberandosi dalla stretta) Ma voi mi ripugnate, non lo capite?

Alexis si gira di spalle e va verso il fondo della scena.

Principessa                       (raggiungendolo) Non ci credo, non ci credo! L’avete appena detto voi stesso che sono il vostro sogno!

Alexis                                Comunque, lasciatemi in pace! (esce)

Principessa                       (inseguendolo anche fuori scena) No, mio caro, non vi lascerò sino alla morte…

Buio.

SCENA IX

Un urlo nel buio. Poi Fedos’ja Ivanovna che entra in scena, di spalle, arretrando terrorizzata. Appare la principessa Tulupov, dal colorito che è divenuto verdastro.

Principessa                       Fedos’ja, non mi riconosci, mia cara?(Fedos’ja guarda verso la cornice vuota. Si fa il segno della croce più volte, pregando.)

Sono io, Fedos’ja. Sono tua cugina Praskov’ja,ricordi? Perché non vuoi che ti abbracci, cara? Un bacio, solo un bacio, Fedos’ja…

Alexis                                (entrando) Beh, che c’è da spaventarsi, zietta, è tutto molto semplice…

(Fedos’ja, intanto, cerca di sottrarsi all’abbraccio della defunta cugina girando intorno alla poltrona, al tavolino.) Questa dama è il frutto della magia del nostro caro ospite il conte di Cagliostro. (Fedos’ja, affaticatissima, continua a scappare..) Ora basta con i convenevoli, zietta. Andate e date disposizioni per il pranzo.

Alexis si frappone tra la principessa e Fedos’ja, permettendo a quest’ultima di uscire di scena precipitosamente, non senza essersi segnata un’ultima volta.

Alexis e la principessa sono, di nuovo, soli in scena.

La principessa, credendo di fargli cosa gradita, si strappa altri sette od otto capelli e glieli mette nel palmo della mano sinistra- quella del cuore- e glieli richiude nel pugno. Poi , ride (effetto pezzi di vetro che si frantumano), vezzosa ed esce di scena tra mille moine.

Alexis                                (prendendo con la punta delle dita i capelli ad uno ad uno) Fuggire? Annegarsi? Ucciderla? Uccidere Cagliostro? Uccidersi? Impiccarla? Morire? Strangolarla? Scappare con lei? Io, io stesso me la sono voluta, ho fatto evocare dal nulla un sogno, il frutto di una notte insonne. Cagliostro con una ripugnante magia ha creato il suo corpo, non io! Neppure la fantasia più intemerata riuscirebbe ad immaginarsi uno schifo simile…

Una voce proviene da fuori..

Principessa                       Alexis!!!

Alexis non risponde né si volta. Entrano in scena la principessa, con fare agguerrito, e il conte.

Principessa                       (sempre più verde) So tutto, piccioncino mio! Io pensavo che l’aria distratta e le parole insolenti fossero un segno di stramberia amorosa. Voi invece avete un’altra per la testa! Solo, seppiatelo bene, un’altra accanto a me non la tollererò mai!

Cagliostro                         Ahi, ahi, ahi! Io ho sudato sette camicie, e voi, signor mio, girate il naso dall’altra parte!

Principessa                       Innamorato – banderuola, vi farò incatenare nel sottosuolo!

Cagliostro                         (sogghignante) No, principessa, incatenarlo non serve. Ma voi, principe, non incaponitevi: bisogna guardare in faccia la realtà.. La signora ha sonno e le rincresce di andare a letto sola soletta…

Principessa                       (a Cagliostro) Quanto a voi, signor conte, invece di stare qui a ridacchiare e a dar consigli non richiesti, fareste bene a prendervi un po’ cura di vostra moglie che non si vede mai e che, forse proprio in questo momento, si starà sollazzando con quel vostro enorme servitore negro!

Cagliostro                         (ridendo) Che caratterino! Signor mio, che caratterino! (esce di scena)

Principessa                       E ora a noi, Alexis! Mi amate? (Alexis non le risponde) No?!!... E allora vi farò marcire in catene fino a quando non sentirò i vostri sospiri d’amore per me levarsi dalle viscere della terra! Ma questo non mi basta… Domani butto fuori casa la tua cara zietta Fedos’ja con tutte le sue carabattole… e poi faccio frustare tutta la servitù… e poi caverò gli occhi a quella…

Alexis                                (interrompendola, serio) Sono tutte sciocchezze.

Principessa                       (stupita dal tono di voce di Alexis) Dite?

Alexis                                (prendendola per mano) Venite voglio rivedervi lì dove è nato il mio amore per voi. (vanno verso la cornice vuota) Vi prego, se davvero mi amate come dite, esaudite questo mio desiderio: rientrate, anche solo per qualche istante, nel quadro.

Principessa                       Rientrare nel quadro?!... Quale quadro? Io vedo solo una cornice vuota… chi ce l’ha messa lì?... in questa casa non si capisce più…

Alexis                                (interrompendola) Vi prego, per amor mio, ponetevi dietro questa cornice vuota.

Principessa                       Ancora una delle vostre stramberie! (poi dolce) Ma se questo può servire alla causa del nostro amore… vi accontenterò.

Con fare leggiadro la principessa entra nella cornice. Alexis si precipita a prendere un candelabro.

Principessa                       Va bene così? O mi preferite così? Volete che mi muova? O devo rimanere ferma come una statua? Volete che vi sorrida? Che vi parli d’amore? Che mi sventagli? Ma se volete che mi sventagli, passatemi un ventaglio… o, forse volete udire il fruscio della mia veste?

Alexis, un ghigno satanico sulle labbra, un candelabro acceso in una mano, si dirige, deciso, verso di lei… verso quella veste.. Buio. Solo il candelabro illumina la scena. Un urlo terrificante di donna. Controluce. Effetto fiamme. Fumo. La principessa si è aggrappata alla cornice che va in pezzi. Cupo tonfo.

Alexis                                (con una voce non sua) Al fuoco! Al fuoco! (si nasconde in un angolo della scena)

Entra in scena Fedos’ja Ivanovna urlando, seguita da Margadon e Cagliostro. Il fuoco divampa. Sopraggiunge la contessa. Alexis, non visto dagli altri affaccendati a spegnere il fuoco, la tira per un braccio nel suo angolino.

Alexis                                Contessa… sono io.

Contessa                           Oh, Alexis, voi… Ma, Alexis, la vostra stanza va a fuoco e voi non fate nulla…

Alexis                                Ascoltatemi, contessa. Nulla è per me più importante di quello che sto per chiedervi di dirmi… una parola.. aspettate. Se è no, allora sono un uomo morto. Se è sì, sono vivo, vivo in eterno. Dite: mi amate!

Contessa                           (in un soffio) Sì, vi amo.

Un lungo, appassionato bacio.

Alexis                                Fuggite prima che ci scoprano, e aspettatemi al chioschetto. Ho ancora da sistemare qualcosa.

Contessa                           (allontanandosi) Siate prudente, vi amo.

Alexis prende una spada e si precipita lì dove gli altri sono intenti a spegnere il fuoco.

Fedos’ja                            (andandogli incontro) Alexis! Ma dove eri finito?!... qui va tutto a…

Alexis                                (spostandola di lato) … a puttane!!... (va, bellicoso, verso Cagliostro)

Ma qualcosa di nero e fumante, presumibilmente quel che rimane della principessa Tulupov, sibilando, si avventa sull’intrepido principe che, urlando per l’orrore di quella vista, la incalza con la spada. Quell’essere, con un rantolo di rabbia, esce di scena. Alexis, aquesto punto, si volge verso Cagliostro. Margadon, a un cenno del padrone, tira fuori un pugnale dalla cintura.. sta per lanciarlo… ma Alexis, buttandosi in un affondo disperato, riesce a colpire margadon ad una spalla. Il negro stramazza al suolo. Cagliostro, vista la mala parata, cerca di scappare ma il principe lo insegue per la stanza.Cagliostro gli tira contro tutto quel che può: soprammobili vari, il tavolino, la poltrona. Alexis cerca di infilzarlo, a più riprese ma Cagliostro, nonostante la pinguedine, ha una agilità straordinaria. A un tratto Alexis scivola su qualcosa di viscido lasciato lì dalla principessa… Cagliostro, così, riesce a scappare non senza aver prima raccolto il pugnale di Margadon.

Buio.

SCENA X

Chioschetto. Luogo dell’appuntamento. La contessa aspetta, ansiosa.  Sopraggiunge Cagliostro, non atteso.

Contessa                           (gli va incontro credendolo Alexis) Alexis! Finalmen… (lo riconosce) Ah, sei tu maledetto!

La voce di Alexis fuori scena: Maria!.. Maria!

Cagliostro                         (lirico) Se non posso avere il tuo amore non l’avrà nessuno! (la pugnala)

Sopraggiunge Alexis. Cagliostro si dilegua. Effetto: battito d’ali- verso di cornacchia. Alexis soccorre l’amata.

Contessa                           (tra le braccia di Alexis) Non dimenticatemi… non abbandonatemi… (muore)

Buio.

SCENA XI

Come nella prima scena , Fedos’ja è seduta dinanzi ad un tavolino. Fa un solitario, fuori ulula il vento.

Fedos’ja                            (con i capelli dritti in testa, con le mani tremanti) Non credi, mio caro Alexis, che sia giunta l’ora di sposarti? Non vorrai mica sprecare i migliori anni della tua vita chiuso in casa come un vecchio? In questo modo, sai,potresti finir male.

Alexis entra in scena, ma non risponde alla zia. Cammina su e giù per la stanza. Biascica qualche parola incomprensibile…

Alexis                                Spiriti del fuoco, salamandre.. vi invoco.. spiriti della terra, gnomi… No! Maledizione! Non era così… spiriti del fuoco, vi invoco a nome dell’ineffabile, che viene pronunciato come lettera… che lettera?...

Fedos’ja                            (tirando fuori una vecchia lettera) …. Eh, mi scrive… Pavel Petrovic… Il maggiore in seconda…(intanto, fuori, infuria il temporale) Molto stupore ha destato a Mosca il famoso conte di Foenix… (continua a leggere la lettera come nella prima scena)

Alexis                                (girandosi verso il quadro e urlando) Cagliostroooo!

Tuono lacerante. Poi alla luce di un lampo appare al centro della scena, incastonato nella cornice, il cadavere ipagliato della contessa.

Alexis                                Cagliostroooo!

Ancora un tuono fortissimo. Ancora un lampo. Alexis cade in ginocchio dinanzi al quadro, come folgorato.

Alla luce di quell’ultimo lampo lo spettatore più attento non potrà evitare di scorgere un’ombra nera e strisciante annidarsi nella parte più buia della scena, nella parte più buia della nostra coscienza.

FINE