Il conto corrente di Antonio

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IL CONTO CORRENTE DI ANTONIO

Commedia in tre atti

Di

Angelo Alfieri

Personaggi


Antonio:

Stella:

Otello:

Enrica:

Luigi:

Tino:

Manlio:

Ennio:

Maria:

Dante:

Valeria:


Benestante

Impiegata di banca, (collega di Otello)

Impiegato di banca

Cassiera di banca, (collega di Luigi)

Consulente finanziario

Consulente (di se stesso )

Impiegato di banca, (collega di Tino)

Portinaio

Proprietaria impresa pulizie

Collocatore di persone

Perenne assente


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La scena: La sala riunioni di un condominio che funge da ritrovo. Una porta, una scrivania, qualche sedia, nessun computer, molti faldoni messi in parte su di uno scaffale e in parte dove capita . Il tutto deve dare l’impressione di provvisorietà, come se da un momento all’altro si dovesse fare fagotto.

ATTO PRIMO

Scena prima

Luigi: (Entra con Manlio, Enrica e Tino). E anche oggi la battaglia dei fondi comuni l’abbiamo portata a termine. D’altra parte se non ci fossero cosa andremmo in banca a fare? La battaglia navale? Non vi dico in che condizioni è rimasto il “terreno” dopo lo scontro perché c’è il segreto.

Manlio: Capirai che roba! Rispetto a dieci anni fa viene il sessanta per cento di gente in meno. Se poi consideri che molte persone vengono perché le chiamiamo noi

con qualche scusa per la” battaglia “di cui sopra … ci siamo capiti, le rimanenti entrano per i più svariati motivi che a volte non hanno niente a che vedere con la banca. Ditemi voi dove andremo a finire. Giusto per fare un confronto tra le battaglie! Anche a voi fanno pressione per sbolognare un po’ di titoli di stato? Quello di sopra non fa altro che indire riunioni per convincerci a venderli. Non li vuole più nessuno.


Enrica:


Faglieli comprare a lui … prova?


Luigi:                Io ho bisogno di lavorare. Non voglio nemmeno tentare di mettere in


discussione le cretinate che dice. Ne ho piene le tasche di dire sempre “sì” anche quando bisognerebbe dire di no ma sto costruendo la casa e i soldi non bastano mai di conseguenza: giù la testa! Siccome non sono volgare mi trattengo dal proferire parole sconvenienti che la circostanza richiederebbe (Ride). Penso a quell’imbecille di sopra. Una volta, mi ha sentito dire “minchia”. Ha convocato il prete per moralizzare i dipendenti che si lasciano andare a locuzioni poco consone alle aspettative della banca. Locuzioni capite. “Minchia” per lui è una locuzione!


Tino:


È un’espressione che fa tremare le gambe … viene da lontano.


Manlio:

malapena.


Ma se parla come un carrettiere! Per me quello ha fatto le elementari a


Enrica: La carica di direttore a questi livelli è politica. Non è necessaria una laurea in chissà che.

Tino:                 La laurea ce la mettono quelli che ce la devono mettere … tu devi fare


determinate cose anziché altre … sai firmare? Basta! Poi tutte le responsabilità sono

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tue se non vendi … e quando esce di scena se ne va con un appannaggio milionario comunque siano andati gli affari mentre tu esci in mutande. È la democrazia ragazzi. Questa è la democrazia.


Manlio:

le sue.


Mi piacerebbe sapere dove finisce quell’appannaggio, in quali mani oltre


Luigi: La metti giù proprio piatta! Non sai quante cose si possono fare con una licenza elementare? Oggi?! Scherzi!


Enrica:


Dinne una!


Tino:                 Contare i soldi che ti ritrovi in mano! Forse! … E lo dico in qualità di


consulente. Ma ragazzi, si può sapere perché ci dobbiamo per forza trovare qui prima di uscire di casa?

Luigi: Perché non ci costa niente. Se andassimo al bar, coi prezzi che fanno, ti tocca fare lo straordinario per integrare le perdite … e io non me lo posso permettere.


Enrica:


Che pidocchiaggine: per dieci euro!


Tino:


Ha ragione! Moltiplica per ventidue poi vedi …


Manlio:


Per ventidue? Ah .. lasci fuori le domeniche e i sabati … sabati o sabato?


Enrica: Lunedì quando torni in ufficio domandalo al tuo direttore, senti un po’ che dice. Un parere qualificato ci vuole. (Ride).

Tino: Almeno per risolvere il problema si perde via per mezza giornata e non rompe. In che mani eh?


Luigi:


Povero paese! Se non ci … beh … lasciamo stare.


Otello:


(Entra ben vestito. Trasognato). Avete visto Valeria?


Tino: Il regno delle favole è più in alto. A questo livello si raccontano soltanto fatti banali della vita quotidiana.


Manlio:


Eh , beh! Vivendo ognuno per se stesso cosa si può pretendere: banalità!


Otello:


Io vivo per lei!


Enrica: Fai bene! Che conta è il prossimo! Non sai più dove cercarla? Non viene mai qui … prova a chiedere al portinaio … se non lo sa lui.


Otello:


Non si fa mai trovare.


Enrica:


Chi, il portinaio o l’altra?


Otello:


L’altra!


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Enrica:


Non è che si fa trovare da tutti … va cercata.


Otello:             Guarda che non sono un  archeologo: se ci tiene a me, come mi hanno


detto alcuni bene informarti, si faccia trovare senza tante storie.

Enrica:             Chiedi a Dante … il “collocatore” … l’avrà mandata da qualche parte.

Otello:             Buono quello! Che mestiere sarebbe poi … chi colloca?

Tino: Lui sta in portineria e ascolta … se entra qualcuno che ha bisogno un raddrizza banane lo spedisce da un suo compare che svolge quell’attività e via dicendo.

Otello:             Si ammazza dal lavoro …

Luigi:                È sempre sudato!

Otello:             Mi sa che l’unico cretino che suda al giorno d’oggi è il sottoscritto.

Antonio: Eccomi qua … Otello c’è Valeria che ti cerca. Precipitati altrimenti si da per assente.(Otello esce). Che fesso! Ci crede!

Manlio: Lo illudi per niente … gli corre dietro da anni e non riesce a fissare un appuntamento.

Enrica:             Per forza, suda: non sta fermo un attimo. Quando esce dal lavoro non fa

altro che correre di continuo su e giù. Le donne moderne non amano gente puzzolente. Forse sarebbe meglio dire che non amano più nessuno … a lungo … Aiutatelo!


Manlio:

con quello.


Ne ho già fin sopra i capelli di mio figurati se mi vado ad impegolare


Luigi: Che problemi hai? Guadagni bene, sei fidanzato con una donna affascinante, che tutti vorrebbero avere, e ti lamenti?

Manlio: Mi riferivo ad altro … la futura suocera … le piacerebbe che il marito della figlia occupasse un posto di alto profilo all’interno della banca. Se fosse banchiere sarebbe meglio!


Enrica:


Hai capito la suocera che tipino. Si accontenta di poco.


Antonio: Ho un’idea: facciamo incontrare qui quei due. La facciamo salire con una scusa e …

Tino: Guarda che è permalosa, se intuisce che la stai tirando per la coda è capace di mollarti un bel calcio nel didietro, se ti va bene. Non è una che va per il sottile.

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Luigi: Se non si fa trovare avrà i suoi motivi … non ci si dichiara assenti perennemente quando vedi il numero apparire sul display del cellulare. Lo dico perché l’ho visto. “Sono momentaneamente assente”. Lo dice a voce, dal vivo!


Enrica:


Però ha il numero memorizzato.


Antonio: Appunto: L’ha fatto apposta, quando vede chi è … se glielo facessimo cambiare? Dai dai che ci divertiamo. Gli prendo una scheda nuova.

Enrica: Lascia perdere. La aizzeresti ancora di più … secondo voi ha già avuto un fidanzato in passato, qualcuno insomma.


Tino:


Mi cogli impreparato, tu che la conosci da più tempo


ne sai qualcosa?


Manlio:           Che ne so! So che lavora in proprio … fabbrica sorprese per gli ovetti di

Pasqua, oggetti per omaggi aziendali … sono cosette carine: si può dire che è brava. Bella e brava!

Antonio:        Ma quando si tratta si rispondere alle telefonate di quello: assente! … Si

ma sono qui per un altro motivo.(Capisce che in qualche modo lo stanno confondendo). Sono venuto in banca ma voi o siete in pausa caffè o siete inmissione dal direttore o siete chissà dove e siccome non ho molto tempo da perdere vi informo, visto che siete qui, che ho intenzione di chiudere il conto corrente. Fatelo sapere al vostro imbonitore, direttore o come lo chiamate.


Luigi:

investito.


Perché? Hai trovato chi ti da di più sulla giacenza libera? Hai tutto


Antonio:         Diciamo che non voglio sperperare le sostanze in commissioni, in rigiri


di capitale e quant’altro. È mai possibile che ogni mese mi chiamate per disinvestire, per ricollocare, per sottoscrivere … mentre il capitale si assottiglia. Sono andato in malus di ottomila in soli tre mesi. (Bussano).Avanti!

Ennio: Sapevo di trovarvi qui … state parlando di cose proibite? Batto in ritirata.

Tino: Di proibito qui non c’è niente: Si può parlare perfino di tua moglie liberamente.


Ennio:

confusione.


Ecco! … ho capito … e vi conosco. Porca miseria mi avete mandato in


Enrica: Quando senti parlare della moglie ti va il sangue al cervello eh? Voi maschi non cambierete mai.


Ennio:


Perché a te fa piacere sentir dire che tuo marito se la intende con altre?


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Enrica: Ma cosa centra il marito … è che tu hai la mentalità del meridionale che non accetta che si metta in discussione l’integrità morale della consorte nemmeno per scherzo. Vuoi dire che mio marito è un donnaiolo? Dillo! … Pensi che me ne freghi qualcosa?


Luigi:


E se lo fosse?


Antonio:


Cavoli suoi!


Manlio:           Prima sposati! Guarda che per definire il tuo status c’è una parola


precisa. … che non voglio pronunciare. Ennio per cosa sei venuto? Non ti far coinvolgere da questi perché non ne esci vivo. Entri che sei un galant’uomo ed esci che sei un ladro!

Antonio: Ahhhh … quindi lo ammetti che sotto sotto mi fottete i soldi! Anche se lo fate indirettamente.


Ennio:


Ti fottono i soldi?


Tino:

e scendono.


È un modo di dire … si riferisce agli investimenti finanziari che salgono


Antonio:


Scendono … ogni tanto salgono per un paio d’ore e poi peggiorano …


Luigi: Ennio … non gli credere: ti vogliono turlupinare. Se hai dei soldi tienili sotto il materasso … rendono di più.

Ennio: Tra un po’ non avrò più nemmeno quello. Lo sapete che mi avete ridotto lo stipendio voi condomini? Nell’ultima riunione avere deciso di decurtarlo del venti per cento.

Enrica: Ennio … non paghi le bollette dai … ottocento sono netti … che spese hai … non avendo figli da mantenere in eterno dovresti avanzarne.


Antonio:


Dalli a loro, te li “collocano” in un posto dove si divertono a buttarli via.


Ennio: Ero venuto per dirvi questo. Visto che lavorate in banca consigliatemi qualcosa. Ho un piccolo gruzzoletto.

Tino: Io, per principio, essendo consigliere di me stesso, ti consiglio di non accettare nessun consiglio.

Luigi:                Ti ricordo che lavori in una banca e stai andando contro il tuo interasse


di dipendente che ha già un piede fuori dall’istituto per via del sovrannumero degli impiegati.

Antonio: Ah … è così che funziona? Caccerebbero lui perché da consigli che non danneggiano nessuno e tengono voi che mi state dissestando il patrimonio?

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Manlio: Dissestando adesso … vedrai che nel giro di pochi mesi il mercato si riprenderà e ricupererai le perdite.

Antonio: Sono cinquant’anni che me lo dicono. Ti rendi conto che se scoppia un boulle dell’acqua calda a New York va in crisi tutto il sistema? Panico si chiama! E chi ne fa le spese? Noi dei fondi comuni! Un paio d’ore di panico e hai perso il guadagno di un anno e per pareggiarlo: tre anni! Se hai una fortuna incredibile.


Ennio:


Ho capito: meglio poveri e felici che ricchi come lui e tristi.


Antonio:        Non sono triste … sono arrabbiato. Allora: ti dicono di mettere i soldi in


banca per far crescere il capitale però se vuoi guadagnare qualcosa ci devi pensare tu investendo in attività commerciali o industriali altrimenti ti devi accontentare delle monetine che tanto magnanimamente elargiscono a fine anno. Ma si sa, ci sono le tasse, e le tasse sulle tasse delle tasse … che paghiamo noi.

Manlio: La banca deve pur sopravvivere no … se dovesse distribuire tutto il guadagno ai correntisti, chiuderebbe.

Ennio: Quindi è per non chiudere che se lo tengono? Dovendo pagare voi che siete tanti … e i papaveri dei piani alti …


Enrica:


Eravamo tanti … se calano gli introiti calano anche gli stipendiati.


Tino:


La colpa è di internet … quello che facciamo noi lo puoi fare tu da casa.


Otello:


(Entra affannato).


Oh ragazzi, l’avete vista?


Ennio:


Cerchi la tua Valeria? Oggi è assente. È venuta prima che salissi a dirlo.


Otello:


Assente da cosa? Da se stessa! Da chi?


Ennio:


È assente … quando faccio l’appello lei non risponde. (Ironico).


Antonio: Ma che cacchio stai dicendo? … Ah, l’appello! Dimenticavo che prima facevi il bidello … non lo senti mai? (Capisce l’intenzione).

Otello: Veramente è la prima volta che lo sento dire. Mi stai dicendo che tu al mattino fai l’appello dei condomini?


Tino:


Sei distratto!


Enrica:


Ha in mente solo Valeria. Ogni tanto provi a chiamarla?


Otello:


Non mi ha mai risposto!


Luigi:


Chissà come mai! Lei non ti ha mai chiamato?


Otello:


Una volta! Per dirmi di smetterla!


Manlio:


(Tra se) Ti ama alla follia! Da retta ad un cretino: lascia perdere!


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Maria:              (Entra canticchiando). Maledette tutte le banche. Sono peggio dei casinò

…scusate, pensavo di non trovare nessuno. Antonio: Lei chi è?

Maria:La proprietaria dell’impresa di pulizie.

Manlio:           È vero, abbiamo cambiato compagnia!  Maria giusto? (Convenevoli).

Maria: Maria! … Fate parte di una setta? (Sono vestiti tutti nello stesso modo tranne Otello).

Otello:             Dei cretini!

Maria:              Io dei poveracci! … Questa stanza è l’unica qui? (Segna sul notes).

Enrica: Ce ne andiamo subito … si ricordi che noi ci troviamo qui quasi tutte le sere prima di uscire.

Maria:              Vuol dire che abitate tutti in questo palazzo!

Otello: Sì! Io abito all’ultimo piano e pertanto non posso tenere sotto controllo il movimento di una persona che abita al primo piano alla quale tengo particolarmente.

Maria:              Che cosa le tiene?

Manlio:           Forza ragazzi è tempo di lasciare lo spazio libero. Ci si sente. (Esce).

Enrica:             Ha visto quel signore? È un banchiere! Mentre noi siamo impiegati di

basso profilo.(Mente).

Tino:                 Inaffidabile!


Luigi: (Intuisce che si tratta di uno siamo colleghi mentre il signore è collega


scherzo). Sì, un pessimo individuo. Io e leidi Stella che stasera non è presente.


Maria:              E lei di chi è collega?

Antonio:        Dice a me? Io sono lo sfruttato … la parte debole del meccanismo.

Maria:              È un correntista-investitore? … piacere Maria … anche se non ci

conosciamo condividiamo la stessa sorte. Coraggio!

Antonio:        È in perdita secca?

Maria:              Perenne! Vivo di stratagemmi per potermi rifare.

Ennio:             A chi lo dice! Allora ripasso. (Esce).

Enrica: Guardate … ecco … devo andare ma … prima di dichiarare sconfitta passi da me … le prometto un guadagno del dieci per cento. (Esce).

Tino:                 Io le faccio avere il quindici se passa da me. Arrivederla! (Esce).

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Maria:


E lei quanto mi da’?


Otello:


Dieci euro si mi procura un appuntamento con Valeria!


Maria:


Valeria chi?  Santini?


Otello:


La conosce?


Maria:


È mia cugina!


Antonio: Dio mio! Signora … saremo anche nella stessa barca ma ora mi si sta capovolgendo … a ben vederla. (Esce).


Luigi:


Forza Otello: è la volta buona. Glielo affidiamo. Arrivederci! (Esce).


Maria:


La volta buona per che?


Otello:


Le posso raccontare una piccola storia personale?


Maria:                Se è piccola. Stasera sono passata per una valutazione: sto prendendo


atto delle dimensioni dello palazzo per stabilire il prezzo. … Mi dica!

Otello:             Parto dall’inizio!

Maria:              La prego non faccia l’alba … vorrei andare a casa.

Otello: Se mi aiuta le garantisco che se passa dalla mia banca le faccio aprire un conto corrente vantaggiosissimo.

Maria:              Non ci credo ma … sentiamo ‘sta storia dall’inizio. Intanto scendiamo.

La prego: salti i particolari! Ho un cerchio alla testa.


Otello:


È in odore di santità?


Maria:


Lasci perdere … per oggi ne ho già sentite abbastanza.


Otello:


Io amo sua cugina!


Maria:


Allora è un suicida! La capisco. È bella ma purtroppo ha un difetto …


Otello:


Fisico?


Maria:


Psicofisico. … Ha una quindicina di giorni liberi?


Otello:


Quando si ama, tutto passa in secondo piano.


Maria:              Non ha detto che sta all’ultimo? Va bene! Se mi promette che la storia


termina a pianterreno inizi, altrimenti vediamoci il trenta di febbraio.


Otello:


Facciamo il ventinove … sono innamorato perso da anni.


Maria:


Perso? Domani sera incontriamoci al bar qui di fronte …


Otello:


Mi racconta tutto della cugina?


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Maria:              Le faccio conoscere uno psichiatra …. La lasci perdere quella. Andiamo

giù! Per carità … ma la mandi al diavolo.

Scena seconda

Sera del lunedì seguente

Dante: (Entra con Valeria e Stella). Lo sapete che è la prima volta che salgo qui. Mamma mia! Questo disordine a cosa è dovuto? Incuria, mala gestione? So che la usano come ritrovo i vari condomini … più che altro alcuni condomini: i bancari … Lei che li conosce sa se per caso vengono per trafficare in segreto?

Stella: Noi non abbiamo traffici. L’unico che ha traffici è Otello, il mio collega e le posso garantire che riguardano solo lei … che poi …

Valeria: Appunto! Mi telefona venti volte al giorno da non so quanti anni. Se non ha ancora capito che non me ne frega niente si faccia vedere dallo psicologo.


Stella:


(A parte).


Ma smettila di mentire!


Dante:               Non le piace?  La posso mettere in contatto con un giovanotto per bene.

La colloco in una posizione di spicco.

Valeria: Lasci perdere. Non ho ancora ben capito che mestiere è il suo? Cosa colloca? Chi?

Dante:              Tutto il collocabile! Ho imparato in Turchia. Le dico! Tanti anni fa ero


ad Istanbul e siccome sono un tipo curioso mi divertivo a guardare dalla finestra il movimento sottostante. Il mio albergo faceva angolo con delle viette a senso unico. I taxisti, per evitare gli scontri con le auto che salivano per il senso vietato, avevano incaricato un tipo con il compito di farle attendere collocandole in una rientranza in attesa che passassero quelle autorizzate per poi farle transitare al momento giusto e per ricompensa gli gettavano una moneta nel cappello: da lì mi è venuta l’idea di collocare.

Stella: Nemmeno Einstein l’avrebbe pensata. Adesso capisco perché dicono cose turche! Cosa ci guadagna?

Dante: Se va a buon fine il “collocamento” mi danno una mancia abbondante come ringraziamento.

Valeria:             E questo le basta per vivere?

Dante:              Assieme alla pensione d’invalidità: sì!

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Stella:


Ecco! È invalido … è per quello che lavora da seduto?


Dante:


Lavoro da seduto perché sudo molto, e mi accusano di non lavarmi mai.


Valeria:


Cosa non vera immagino?


Dante:

voglia.


Il diurno non sempre è libero, a volte vado mi aggiro e mi passa la


Valeria. di bello?


Conduce una vita spericolata. Prima che diventasse invalido cosa faceva


Dante: Di bello niente … avevo la mia attività, poi il mercato ha subito una contrazione e ho dovuto chiudere. (Mente).


Stella:


Peccato! Le hanno tagliato il credito?


Dante: No … mi sono tagliato io, qui per il lungo …. È per quello che ho l’invalidità (improvvisa).


Valeria:


È guarito bene! Non si direbbe che ha avuto un danno permanente.


Dante:


Perché sono vestito … se vuole le mostro.


Stella:


Le credo sulla parola … tanto per parlare: cosa faceva?


Dante:              Se state aspettando qualcuno dei vostri amici rimandiamo il racconto a


un altro giorno perché …

Valeria:           E sì, stiamo aspettando … Stella, dai un’occhiata sulle scale.

Stella: Te l’ho detto. Oggi non c’era perché è andato dalla madre a Milano e torna domani.

Dante: State parlando di Otello … è sceso nello scantinato un attimo prima che salissimo.

Valeria:           Stella! … Hai mentito?

Dante:              È sceso con la direttrice delle pulizie. Confabulavano!

Valeria: Fa tanto l’innamorato folle e poi si attacca come una cozza alla prima che passa. È giovane?

Dante:              Non troppo.

Stella:               Non mi dire che sei gelosa … niente niente?!

Ennio: (Entra). C’è gente che ti cerca … hai da collocare anche di sera? … Vai giù! Con tutto il lavoro che ti aspetta stai a chiacchierare? Fatti allestire un gabbiotto nell’atrio a mo’ di ufficio di collocamento: vuoi mettere l’immagine come

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crescerebbe? Come uno entra viene da te e dice: “ Signore” … magari signore no ma

“dove mi manda a lavorare?” … oppure: “Scusi, sa se posso trovare una certa Valeria, sono Otello”!

Valeria:           Se viene quello le dica che sono assente perenne. (Ennio ride).

Dante: Io sono lo zimbello del palazzo … lo scemo … il povero. Ricordatevi che di gente come me si sta riempiendo il mondo.

Ennio:             Per colpa loro (Delle banche, indica Stella). … non guardare me …

ancora una svolta e intravedo la dirittura d’arrivo. Fra un po’ mi siederò dall’altro lato della portineria ma non come portiere: come poveraccio che percepiva uno stipendio. Cosa ne dici se facessimo a metà gli introiti delle mance?


Stella:


Venga da me, le faccio aprire un conto a costo zero.


Dante:


Se è a costo zero anche i guadagni sono a zero.


Ennio: Venerdì sera ero passato per avere dei consigli ma poi è entrata la signora delle pulizie e mi sono perso.

Stella:               Innanzi tutto bisogna vedere quanto ha da depositare, poi in base a quello


si interviene.


Ennio:


Tremila!


Valeria:


Tremila?


Stella:


Li tenga sotto il materasso … tremila … sta scherzando?


Ennio:


Perché, quanti ne devo avere?


Stella:


Se vuol guadagnare trecento o quattrocento all’anno: almeno centomila.


Dante:


Li regalate proprio … Ennio, prepara uno sgabello comodo: ti conviene!


Ennio:


Mi metto a “collocare” noccioline agli avventori.


Dante:


Potrebbe essere il mestiere del futuro … se abbiamo fortuna.


Ennio:             La fortuna l’ho vista passare … ma era in macchina, mi è scappata.

Scendiamo va … (A parte). Hai capito come stanno le cose … pensavo che questa fosse un po’ più umana ma … sono tutti uguali. (Si gira verso Valeria). Mi viene una voglia di dare un ceffone a quest’altra superba che crede di essere la più bella del reame che non hai idea. Guardala?! Sai perché non lo vuole?


Dante:


Perché!


Ennio:


Perché si vuol far mantenere: è stufa di sbattersi per pochi soldi ha detto!


Dante:


Meno male che siamo poveri! In mano a una così camperesti pochi mesi.


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Ennio: Che gente: più hanno e più vorrebbero mentre noi più vorremmo e meno abbiamo … dicono che è la democrazia.


Dante:


Lo dicono ma … I diseredati se ne vanno: buonasera.


Scena terza

Otello: (Come lo vede entrare, Valeria si nasconde dietro la scrivania). Ciao collega … è raro vederti qui … c’è qualcosa che non va? Non c’è nessuno!


Stella:


Ci sono io … so che preferisci un'altra!


Otello:


Chi per esempio?


Stella:

del palazzo.


Se non lo sai tu … mi hanno detto che ti stai per fidanzare con una qui


Otello:


Che strane voci girano! Che mi risulti, ragazze libere non ce ne sono.


Stella: Ti sbagli! (È innamorata di Otello e sta cercando di convincerlo che il rapporto con Valeria sarebbe un errore).


Otello:


Ti riferisci alla signora delle pulizie, quella nuova?


Stella:


Abita qui?


Otello:


No! Però ho scoperto che è la cugina di una condomina: una stronza!


Stella:


Dai Otello, non dire parolacce, lo sai che il direttore non vuole.


Otello: Se non glielo dici non lo saprà mai: credimi! Senti … così per caso: hai visto Valeria? … Avrei un oggetto da consegnarle da parte di questa sua cugina. Essendo sempre assente non riesce a contattarla.


Stella:

do.


La stronza sarebbe Valeria. Lascialo a me … se la dovessi vedere, glielo


Otello: Impossibile! Lo devo consegnare nelle sue mani. Vorrà dire che lo restituirò a quella.


Stella:


Com’è che conosci questa cugina?


Otello:

liberi?


Il caso! Dialogando mi ha raccontato dei particolari che … hai dei giorni


Stella:


Stai impazzendo?


Otello: Tutt’altro. So dei particolari che nessuno sa. Le cugine parlano. A ruota libera. Se non c’è è inutile. Scappo a casa. (Al pubblico, tra se). Chissà se casca nel tranello. (Esce).

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Stella:               Via libera!

Valeria:           Che cugina conosce? … lo vedi! Per evitarlo mi sto isolando dal mondo.

Sarei una stronza eh? … Lo odio ‘sto morto di fame.

Stella:               Togli la segreteria …

Valeria: Non la segreteria … è che mi infilo nel portone di volata, per strada cammino rasente al muro pronta a svicolare se lo vedo, al supermercato vado un attimo prima che chiuda. Sai se frequenta la chiesa? Se non ci va, in caso di bisogno mi rifugio là. Un paio d’ore di relax fanno bene.


Stella:


Che vita di merda … scusa eh … abbi pazienza!


Valeria:


Scopri chi è ‘sta cugina e che particolari sa! Fatti dare l’oggetto.


Stella:


Lo chiami e ti fai dire … eh … non mi pare malato di aids.


Valeria:


Piuttosto muoio con questa curiosità! Non fa altro che farmi arrabbiare.


Stella:               Tu lo ami e lo tieni sul filo, altro che balle … ma va va … smettila di


fare la sceneggiata. Ho capito il tuo gioco! Se entro una certa età non riesci a trovarne uno bello e ricco che ti mantiene ripiegheresti su Otello che è bello ma …


Valeria:


E anche se fosse? Ti piace eh?


Antonio:


Eccola qui l’assente …. Otello!: È qui!


(Urla sulle scale).


Enrica:             (Entrano anche gli altri colleghi).


Finiscila … lasciala stare …


Valeria,


sei uscita dalla tana?


Valeria:

capo).


Ogni tanto metto fuori la testa. Con la gente che gira … (Stella scuote il


Luigi:                Sposatelo! … vivresti meglio. Diverresti bancaria di adozione, nel senso


dello status acquisito in virtù del matrimonio. Non immagini che spasso! Allora Antonio sei contento … e non ci volevi credere … tu devi venire quando ci sono io o lei … vedrai che con questa formula ti rifarai.


Antonio:


Speriamo … investimenti in divisa estera … mah!


Manlio:


Amici che bello rivedervi, il consulente di se stesso?


Antonio:


Quello è furbo! Prima pensa a se e poi agli altri.


Valeria:


Ne più ne meno quello che fate tutti.


Luigi: Non mischiamo il diavolo con l’acqua santa eh! Io e la collega siamo integerrimi impiegati … incorruttibili! Ci perdiamo andando in banca a lavorare!

Manlio:           Se trovi un bancario corrotto ti pago da bere.

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Enrica:             Siamo qui in qualità di angioletti custodi? C’è un proverbio che dice:

“Chi va al mulino s’infarina”. Se sia vero non lo so ma di farina ce n’è dappertutto.

Antonio: Io di farine non mi intendo: voglio solo un utile cospicuo. … Valeria come mai sei qui?


Stella:


Va considerata alla stregua di una rifugiata. Poverina! (Sarcastica).


Tino: (Entra sulla battuta di Stella). Infatti dal volto ti si potrebbe scambiare per un’albanese.

Valeria:           Ehhh … come te!

Tino: Lo sapete che sta diventando una droga … dico il fatto di trovarsi qui tutte le sere! C’è dipendenza da salottino condominiale per tutti i numi … avete sentito che ho detto “numi” e non “porca puttana” … la classe nevvero …

Valeria: Non volevi dirlo ma l’hai detto lo stesso. Alla fine tutto quello che si dice è detto. Che sia per metafora o per esplicita intenzione il risultato non cambia. Il vero bancario non le deve nemmeno pensare le parolacce … dev’essere mascalzone ma educato.

Stella:               Mancava la moralista … Valeria, vai a caccia del tuo spasimante …

Valeria:           Sai che significa scendere a quest’ora?

Tutti:                 Rischi di incontrare il moro di Venezia. (Risata generale).

Valeria:           Ehhh … stupidi! (Esce).

Luigi: Mi fa quasi pena … ed è bella, se fosse una cessa che non fila nessuno, capirei, ma una così …

Antonio: Sai che ci sto pensando. Sono quasi due anni che vivo praticamente solo. Lavoro e casa! … E banca! Svaghi niente!


Manlio:


I bar sono cari, al cinema danno scemate, andare a teatro costa troppo.


Stella: Questo è vero … se mettessero in scena qualcosa di nuovo si andrebbe ma è sempre la stessa solfa. Riedizioni, rifacimenti …

Luigi: Mettono in scena Shakespeare e tu dici:” andiamo, è pur sempre un classico”. Perché quando entri vedi scritto il titolo sennò non capisci quello che stai vedendo … tutto rivisitato … stravolto … attualizzato … ma dove sta scritto .Ho visto di recente “Il giardino dei ciliegi”,biglietti gratis tra l’altro. Dovevi vedere la gente! Ho pensato: “ma dove corrono?” Andavano fuori a leggere il manifesto perché credevano che fosse un altro tipo di giardino! È meglio non fare niente a questo punto.

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Enrica: Io, se ho voglia di divertirmi, vado al teatro parrocchiale. Perlomeno mettono in scena le commedie nel modo in cui devono essere fatte. Non saranno dei professionisti ma mi piacciono.

Antonio: È la prima sera, credo, che oltre parlare di soldi, di banche, delle mie perdite si introduce un argomento diverso e tutto perché lui ha detto che i teatri costano.


Stella:


Cosa dobbiamo a Socrate … pensate!


Manlio:


È un tuo parente? (Ironico).


Stella:


Che ignoranza … mi fa specie che vi fanno lavorare in banca.


Tino: Guarda che per lavorare in banca non bisogna essere per forza dei filosofi come quella che è scesa.

Luigi: Ma nemmeno somari … non lamentarti se rimani inchiodato alla categoria d’ingresso per un decennio.


Tino:

bestia rara.


Ti vorrei far notare che un consulente del mio livello sta diventando una


Antonio:


Pur sempre bestia …


Enrica:


Basta eh! Se sapevo che si prendeva questa piega non salivo.


Luigi:


Lo sempre detto che bisogna stirare bene le cose …(Gli uomini ridono).


Stella: Hai ragione Enrica: andiamo! Saliamo da Otello per un drink? Voglio mettere a fuoco un cosetta. Adios amigos!


Antonio:


Vengo anch’io?


Stella:


Allora andiamo a casa.


Tino:


Come consulente ti sconsiglio vivamente di intrometterti.


Enrica:


Una volta tanto azzecchi.


Manlio:

altro.


Se non ci fosse lui in banca … eh? Dico,se non ci fosse lui ci sarebbe un


Antonio:


In quel senso! (Buio). Se è una bestia rara va tenuto.


Tino:


Vediamo di non approfittarsene troppo in fatto di confidenza.


Antonio:


Ti sei offeso? Pensa che io mi devo fidare di voi.


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Scena quarta

Qualche sera dopo

Maria: (Entra con Dante ed Ennio). Con chi devo parlare … come si chiama l’amministratore?

Ennio:             Il signor Manlio … sa, per non sperperare il denaro hanno preferito

l’autogestione. Dicono che risparmiano ed è vero … a partire da gennaio di

quest’anno mi hanno decurtato il salario. Pensano che debba lavorare per la gloria.


Maria:

terrazzo!


Non saranno tirati anche con me? Il palazzo è grandino: otto piani più il


Dante: Faccia pagare qualcosa meno dell’altra impresa … la butto lì? Un euro a metro quadro!

Maria:              Sono ottocento euro al mese.

Dante: Lei prende l’appalto e quegli ottocento li da a noi che la stiamo consigliando.

Maria: Posso farlo per il primo anno … d’accordo: l’anno prossimo, quando il rapporto si sarà consolidato, aumenterò al pari dell’altra compagnia.


Ennio:


Spenderebbero la stessa cifra nonostante i tempi difficili.


Maria:


È inutile dire che la faccenda deve rimanere tra di noi.


Dante: Ci facciamo un favore reciproco … lui recupera la quota decurtata dal salario, io tiro a campare un po’ meglio e lei prende l’appalto.

Maria: Lo faccio più per voi che per me … non ci perdo niente tutto sommato. Il guadagno è alto. Ho dieci palazzi da pulire e questo è il più piccolo.


Ennio:


Non mi dica che siamo gli unici?


Maria:              Diciamo che mi sta bene così. Tenere buono chi è da tenere buono è


vantaggioso per tutti. Vorrà dire che se un domani avrò bisogno di qualche cosina e di qualche consiglio saprò a chi rivolgermi. (Allusiva).


Dante:


Conti su di noi!


Maria:


Bene! Quel ragazzo che rincorre Valeria non viene stasera?


Ennio:


Quel ragazzo sta perdendo la testa inutilmente per quella vanitosa.


Dante:


Va aiutato … o lo si dissuade o lo si perde!


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Maria:              Mi ha raccontato la vicenda e francamente non so che pensare. Ho voluto

dargli un consiglio ma mi rendo conto dell’errore: ho sbagliato.

Antonio: (Entra). Cara signora … viaggiato bene oggi? Voglio dire: la barca sulla quale siamo seduti non è affondata?

Maria: Si è mantenuta a galla … è alla ricerca di un modo per guadagnare senza fare niente?

Antonio:        Mi dica! Sono tutto orecchi.

Maria: Mi dica mi dica … si adegui … chiuda il conto corrente e si getti in mezzo alla strada … le garantisco che si troverebbe sempre nel posto giusto al momento giusto. Vero signori? (Ai due).


Antonio:


È un principio filosofico-economico nuovo?


Dante:


Si ridurrebbe come noi. Vero Ennio?


Ennio: Né più né meno! Signora certi consigli li dia a chi ne ha bisogno. Il signore è notoriamente ricco. … Dante cosa ne dici se andassimo?


Dante:


In malora!? (Incrociano sulla porta Manlio, Enrica, Tino e Luigi).


Manlio: Maria … la stavo cercando per definire il contratto … perché non viene in banca da me, diciamo, domani mattina? Uno scampolo di tempo lo trovo.


Dante:


Fai il sarto?


Manlio:


Fai il comico?


Ennio:


Solo di notte! (Escono).


Manlio:           Quei due non fanno altro che aggirarsi per il palazzo. Che modo di


vivere … stavo dicendo che ci mettiamo d’accordo. Il condominio fa capo a me.

Vista la nostra professione preferiamo auto gestirci.  L’amministratore costa.

Maria:              Lo so! D’accordo. Posso andare? Vado! Questa sera sono passata di mia

spontanea volontà e mi sto pentendo: pensavo di trovare una persona e invece ho trovato dei furbi incredibili. (Esce).


Luigi:


Meglio furbi che ladri. Chiudo?


Manlio:


È meglio! Ci siamo tutti?


Antonio:


Perché vuoi chiudere?


Enrica: Il poker … non è una bisca nella quale possono entrare tutti. Qui si entra se si hanno i soldi a disposizione (scherzoso).

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Antonio: Di’ pure da perdere … no! Ne perdo già abbastanza senza aggiungere altre tasse indirette come i giochi d’azzardo!

Tino: Ma quale azzardo! Le cifre sono simboliche … cinque dieci euro … non siamo scemi eh! Visto che ci dobbiamo trovare sempre qui almeno …


Luigi:

qui.


Per stare un po’ in compagnia … il mercoledì o lo passi da leone o vieni


Manlio:           Con tutti i soldi che ti facciano guadagnare … dai. Non fare il taccagno:


daccene una manciata. (Sarcastico).

Antonio: State male … veramente voi giocate?! … Facciamo un patto: vi do mille euro. Li giocate voi per me … siete in quattro: duecentocinquanta a testa li metto io e altrettanti voi. Quello che vince mi di da il capitale iniziale più trecento.

Manlio: Così su due piedi … bisogna pensare. Se per una sciagurata ipotesi vincessimo tutti la stessa cifra come potremmo darti il surplus?

Antonio: Lo sapete già che finisce così per via di calcoli statistici che avete elaborato in tutti questi anni o avete picchiato la testa? … Perché giocate allora? Ve lo dico io?

Luigi: Lasciaci pensare. Dunque se vincessimo … Potrei perdere duecentocinquanta.

Antonio: Perché pensi solamente a quelli che hai messo tu. … Siete del bancari strepitosi … furbi soprattutto … in che mani … in che mani!

FINE PRIMO ATTO

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ATTO SECONDO

Scena prima

Qualche tempo dopo

Otello: (Entra). Sono in anticipo netto! Mamma mia che disordine … tutte ‘ste cartacce … per fortuna l’amministratore è preciso altrimenti si faticherebbe ad entrare … documenti di vent’anni fa … che diavolo di carte sono? … Ma che razza di … c’è la data di vent’anni fa ma queste spese sono di un mese fa! “Sostituzione grondaie” … c’è ancora il ponteggio! … vuoi vedere che qualcuno sta facendo il furbo? … Le metto su questo scaffale poco in vista … quando avrò un attimo di tempo.


Enrica:


Ciao Otello … novità?


Otello:


Entusiasmanti!


Enrica:


Ti ha detto sì?


Otello: No! Nel senso che non mi ha detto niente … mi sono stufato! Ultimamente ho incontrato una persona che mi ha aperto gli occhi.

Enrica:             Ti sei innamorato di quella? (Otello annuisce). E hai aperto gli occhi?

Finché le corri dietro … capiscimi. Lasciala perdere, vedrai che tra un po’ te la ritrovi tra i piedi.


Otello:


Nientemeno mi stai istruendo su come conquistare una donna?


Enrica:             Mi sembri in grave difficoltà … scusa eh! Ti conviene combattere una


guerra come hanno già fatto in passato, per una donna?

Otello:             Ah … la guerra! Sì ma ora … beh …

Enrica: Sei di un vago stasera … sarà come dici tu! Cambiamo argomento! Stella? La sto aspettando.

Otello:             Oggi ha avuto una discussione col capo  per via dei titoli di stato.

Enrica: È il pane quotidiano ormai … vendono tutti. Abbiamo tanta di quella liquidità da far paura.

Maria:              Si può? L’amministratore?

Enrica:             Sta arrivando. Trovi una sedia libera …

Otello:             Ciao Maria! Ho messo in atto quel consiglio …

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Maria: Di solito funziona ma trattandosi di “quella” … anima in pena … no, è una faccenda nostra … domani vieni al bar che finisco gli aneddoti. (Si capisce che si sta innamorando).


Enrica:


Siete misteriosi!


Dante:


(Fa capolino).Salve …Ohhh, la nostra Maria…bel palazzo eh?


Maria:


Sì molto … arioso. Vi sto facendo un prezzo speciale, per quest’anno.


Enrica: Le do un consiglio: faccia un euro in meno a metro quadro e l’appalto è suo! Sa quanto pagavamo all’altra? Cinque!


Maria:


Ho deciso di fare quattro pensi un po’!


Dante:


Di sua iniziativa?


Maria:


Naturalmente! Non voglio essere tacciata di esosità … per carità!


Enrica: È onesta. La paghiamo noi alla fine. Vorrà dire che il risparmio lo daremo in beneficenza a qualche povero immigrato. Otello cosa pensi?


Otello:


Ci sono degli immigrati poveri? Eh? Non ho seguito il discorso …


Maria:


Otello Otello … metti in atto quel consiglio e aspetta.


Dante: Corteggia lei (Maria).… è una bella donna. Io non posso: sono povero! E i poveri non hanno mercato.


Maria:


Sì però è sulla via giusta per ricuperare posizioni.


Enrica:


Parlate per enigmi stasera? Stella: finalmente!


Stella:               Dai andiamo! Non mi va di incontrare tutta la banda. Lo sa che non


fanno altro che parlare di lavoro? Una pena! … Valeria?


Enrica:


Argomento tabù … Sa chi è Valeria?


Maria:


(Guarda Otello e Dante). Dovrei? Se è una storia d’amore mi interessa.


Otello:


Più che altro è una tragedia!


Maria:


Ma va? Mi racconti … vediamo se coincidono gli episodi.


Dante:


Molti sì e molti no!


Stella:


Che ne sa lei! Non ha nessuno da collocare?


Otello: La tragedia non ha episodi: è un atto unico e finisce sempre nello stesso modo:la morte del protagonista!


Enrica:


Ma finiscila … corri dietro a questa befana …(a Stella).


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Stella:


In questo palazzo abbiamo una raccolta di modelli esclusivi.


Maria:


Mi state dando della Befana?


Dante:


In un certo senso … perdon! Sto zitto!


Enrica:             (Suona il telefono).”Pronto?… guardi siamo in riunione … un sabba!

…nooo … scherza … è meglio di no … ha presente quel film sugli incontri ravvicinati … ecco! … Salve”.

Otello:             È Valeria … (Esce di corsa).

Stella:               Sembra scemo ma …

Dante:              Quello scemo … scherziamo?

Maria:              Questa Valeria ha qualche caratteristica particolare?

Enrica: Oltre ad essere bella non saprei … non siamo amiche intime … ci conosciamo …


Stella:


Non ne vuole sapere di Otello! Fa credere! (Tra se).


Maria:


Chissà perché?


Non è male il ragazzo!


Dante:


Se fossi una donna lo corteggerei … ma sono un uomo e anche povero.


Enrica:


Quello non centra, Valeria non è in cerca del patrimonio.


Maria:


Mah! Dico mah ma potrei dire boh o beh …


Ennio:


(Entra). Beh?  Ti sto cercando … dai vieni giù … buonasera Maria.


Dante:              Saluta la befana … la signora … mi desiderano in portineria … ha

capito: in portineria!

Ennio:             Ha sentito … andiamo! (Escono).

Stella:               Che modi … villani … non è una questione di classe, ci mancherebbe:

sono degli zotici! Eccolo! Allora noi andiamo … (Convenevoli).


Manlio:


Mi scappate via così?


Stella:


O così o cosà.


Enrica:


Andiamo al bar a sperperare lo stipendio.


Manlio:            Sono giovani … Eccomi qui tutto per lei … si accomodi. Dove ho messo


quel faldone … qualcuno l’ha spostato … non peraltro e che mi … niente! Allora! Bene eh … bene: ottimo prezzo. I condomini sono soddisfatti … coi tempi che corrono anche il più piccolo risparmio da sollievo. Sono sempre circa ottocento al mese. Il mio motto è: risparmio. In tutta franchezza … se posso …

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Maria: Sìììì … apra un conto corrente presso la sua banca. Mi accontento del dieci per cento sulla giacenza … per lei è un’inezia.


Manlio:


Signora il dieci per cento, via … non si applica a nessuno …


Maria:


Ma lei può … la banca è sua!


Manlio:


Ah ecco. Scusi ma … certe cose fanno effetto. … chi glielo ha detto?


Maria:


Quei signori che c’erano qui l’altro venerdì!


Manlio:


Non tacciono nemmeno sotto tortura … bisogna sopportarli.


Maria:


Mi hanno anche detto che è tra i peggiori banchieri d’Italia.


Manlio:           Pure! Non gli creda! Invidia! … Amano parlare a vanvera. Ho capito


bene? … Lei vorrebbe lasciare in giacenza quegli ottocento che verserebbe mensilmente su di un conto intestato …


Maria:


Sìììì! … Ad entrambi. Firmiamo un contratto decennale.


Manlio: Facciamo così … le do il venti per cento ma che non si sappia. Certe cose è meglio tenerle segrete.


Maria:


Sìììì …


Manlio:


Preparo i documenti in segreto, li firmiamo qui e poi li archivio io …


Maria:


Li imboschi bene.


Manlio: Non faccia parola col collega: il consulente particolare del direttore. Tino! È una sanguisuga!


Maria:


Noooo!


Manlio: Ognuno pensa a se. Agli altri ci penso io … dico, a questi condomini che conosce. Sarebbero gelosi:sono tutti bancari. Appena fiutano il cliente buono gli saltano addosso come squali perché le commissioni sono in calo e …

Maria: Che gente! Allora, visto che siamo d’accordo su tutto non mi resta che andare. Arrivederla! (Esce).

Manlio: E questa è fatta! Chi le avrà detto che la banca è mia? Sono degli idioti! Pensano solo a scherzare. Allora … Quattrocento per dodici fanno … senza calcolatrice … circa quattromila più il resto sui lavori … sì! Bisogna accontentarsi.


Peccato che la carica dura solo due anni per ciascuno. E tutto per una questione di democrazia. I condomini risparmiano e i risparmi li risparmiamo noi amministratori, democraticamente. Sarebbe opportuno far intraprendere quei lavori di ammodernamento della pavimentazione esterna … ma no, lasciamoli ad Enrica

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l’anno prossimo. La magnanimità dove la mettiamo. … Ora … stavano qui … è vero che prudentemente ho falsificato la data ma se un estraneo li vede potrebbe intuire o dedurre che si tratta di un parziale lavoro in nero. Nero! (Sogghigna). Tanto, chi se ne frega … ci capiamo solo noi qua dentro. E l’omertà serpeggia tra i colleghi. Per stasera è tutto … a voi la linea! Mamma mia che telecronista mancato (Sogghigna di nuovo). Lo cerco domani. Cara futura mogliettina sto arrivando (Esce)

Scena seconda

La sera dopo

Ennio: Guarda, non c’è nessuno! Donna in gamba questa Maria, ha a cuore la nostra causa … si vede proprio che ama il prossimo in difficoltà.

Dante:              Se non ci fossero persone comprensive caro mio, mi toccherebbe

lavorare come te.

Ennio: Va là che sei furbo … invalido! Per che motivo ti hanno omaggiato dell’assegno?

Dante:              Conoscenze varie, appoggi clericali, medici pietosi e compassionevoli. È

stata dura sai? Ho un plico a casa che raggiunge le dimensioni di un’ enciclopedia. Non ti danno niente così facilmente!

Ennio:             In sostanza non hai mai lavorato?

Dante:              Quand’ero in Turchia! Facevo il “passaggista” di auto! Mestieraccio.

Non lo voleva fare nessuno.

Ennio: E hanno preso te che non vedevi l’ora di sbatterti per quattro miserabili soldi.

Dante:              Esatto! Poi i tempi sono cambiati e sono rientrato in Italia …

Ennio: A collocare … i lavoratori … io sono più scemo! Pensa che ho fatto perfino il bidello. Dimmi tu!? E non sono invalido.

Dante: Sei già scemo … se ti danno anche l’invalidità non ci salviamo più in questo paese.

Ennio:             Hai ragione: tutti questi invalidi sfruttatori … non è il tuo caso eh! Le

dimensioni del plico  la dicono lunga …

Otello:             Buonasera … avete a cuore le sorti del palazzo vedo?! Fate bene! L’

amministrazione va controllata: è la base di tutto.

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Ennio: E i nostri amministratori sono i migliori. Si danno il cambio ogni due anni per non affondare le mani nella marmellata.


Otello:


Bravi eh? Avete visto Valeria?


Dante:


Te lo dico ma … stanno organizzando un incontro a vostra insaputa.


Otello:


Mia o sua?


Ennio:


Mah! Di tutti e due credo. Ha detto vostra!


Otello:


Come mi comporto?


Dante:


Se arrivi per primo, fingi … se arriva prima lei, sorprenditi.


Otello: Che bella prospettiva … Valeria è cugina di Maria. Mi ha dato un consiglio ma non riesco a metterlo in pratica. Mi ha detto di dire che ho un oggetto da darle ma finora: niente!


Dante:


Chissà perché si comporta così … (Finge dispiacere).


Otello:


Eh … lo so io perché!


Ennio:             Facciamo così! Lascia perdere i consigli, le balle … te lo diciamo in

confidenza: quella ne sta cercando uno ricco. E tu non lo sei!

Dante:              Ma, se improvvisamente lo diventassi, la situazione cambierebbe


all’istante: fidati!


Otello:


Mi improvviso banchiere …


più di così! Fomentate la diceria.


Dante:              Noi si fomenta ma tu lascia cadere dalle mani un soldino di carta in

favore di due poveri diseredati … noi quello siamo: è il nostro lavoro.

Otello:             Poi dicono che gli occupati sono in calo. E sia! Per amore questo ed


altro: Eccovi un soldino di carta. Fatemi sapere. Ci tengo! (Esce).

Dante:              Che sudata … pensa te che cosa si deve inventare uno per campare …

Ennio: Per fortuna non ti manca la fantasia … dai mettiamoci al lavoro. Inventa uno stratagemma per intrappolare quella.

Dante:              Cosa dici  … chi se ne frega … quando vedi Veleria le dici che hai

scoperto che è ricco. Già in passato il nonno , la nonna: inventa! Ricchezza atavica:

punto! Fa caldo eh!


Ennio:


Tutto qui? Pensavo che …


Dante:


Non pensare, lascialo fare a questi faccendieri. Arriva qualcuno!


Luigi:


C’è una riunione? Enrica è giorno di martirio?


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Enrica:

risparmi …


No! Avete visto Antonio? Chi glielo dice adesso. Beati voi che non avete


Dante:


Noi viviamo alla giornata.


Ennio:


Non sempre!


Luigi: Che epoca ragazzi … una persona onesta si sente in colpa anche se non centra niente.

Dante: Eh … è difficile crederlo ma … no, per carità … la gallina quando è cotta è cotta … chi sia il cuoco non importa.

Antonio: (Entra allegro). Ciao a tutti. Beh? Qualcosa non va? C’è stato movimento oggi eh? Su e giù … menomale che alla fine mi sono ripreso.


Enrica:


Sei contento? (Si siede). Mamma mia chi glielo dice? (Tra se).


Antonio:


Direi di sì … non sono noccioline: settemila in un sol colpo.


Luigi:


Hai ricuperato quasi tutte le perdite dei mesi scorsi. Pensavo peggio neh!


Enrica:

conto.


(A Luigi). Anch’io!Ci credi che sto sudando? Oscuragli la visione del


Ennio:


Questa storia del saliscendi non mi è ben chiara.


Luigi:

sapere.


Hai dei soldi investiti in divisa estera? (Ennio nega). Allora che ti serve


Dante:


Te lo spiego dopo. Maria deve venire?


Manlio:


(Entra sulla battuta di Dante) No! È vero che stavate scendendo?


Ennio:

segreti.


È vero! Forza “occupatore” . (A parte). Poi dicono che non hanno


Dante:


Non abbiamo un pomeriggio libero per salire a rovistare in quelle carte?


Ennio:


Abbiamo pomeriggi liberi? (Escono).


Manlio:           Bene! La signora ha fatto un prezzo conveniente. Prepara un volantino


da affiggere in bacheca. Risparmio pulizie euro ottocento. Decurtazione stipendio portiere quattrocento. Rifacimento grondaie duemila rispetto al preventivo. Bene no?


Enrica:


Sei un ottimo amministratore.


Luigi: Quello che conta è far risparmiare i proprietari poi dove finiscano questi risparmi è altra faccenda.


Manlio:


Chi è stato a mettere in giro la voce che ho una banca?


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Enrica:             Sarà stato Otello.

Manlio: Non credo … ha in mente quella. Ciao Antonio … che giornata eh? I soldi non sono tutto. (I colleghi lo guardano terrorizzati). Beh? A quanto ammonta!

Antonio:        Settemila caro.

Manlio:           Minch … (Capisce l’antifona). Bene no?

Luigi:                Cambiamo discorso … Guardate un po’ chi c’è: la mitica Stella e il

collega, l’illustre Otello (Ad Enrica).Ci tolgono le castagne dal fuoco. Stai aspettando la divina Valeria?

Otello: Il regno delle fiabe è più su … parole vostre. Siano qui perché vogliamo entrare a far parte del giro degli amministratori. Sono dieci anni che lo fate a rotazione voi quattro. Siamo forse da meno noi? Le competenze sono le stesse, quindi


Manlio:


… Sono gatte da pelare … un problema dietro l’altro.


Luigi:


È una perdita di tempo. Sei giovane … fai il giovane!


Enrica:


Il vantaggio l’abbiamo tutti: nessuno di noi percepisce uno stipendio.


Antonio:


E si risparmia sulle fatture in quanto diretti interessati .


Stella: In effetti il costo di gestione è sceso da quando ve ne occupate voi. Ho calcolato un risparmio di cento euro mensili in questi ultimi tre anni.


Otello:


D’accordo mi avete convinto.


Manlio:


Sei stato tu a diffondere la notizia che sono banchiere?


Otello:


Sono stati loro …


Enrica: Ma sì … volevamo confondere le idee a quella delle pulizie. Per gioco! Ti sei offeso? Come sei suscettibile. Abbiamo anticipato il programma della suocera! (Ridono tutti).

Stella:               Non sei contento? Credimi: una notizia così ti può tornare utile.

Antonio:        Lo dicessero di me!

Manlio: Per gioco per gioco … ma se succede qualcosa finisco in galera e poi vai a dimostrare che non è vero. Spacciarsi per banchieri in questo paese è deleterio.

Enrica: Ti potresti ritrovare banchiere senza saperlo … coi tempi che corrono. Una firmetta qua … una là … ti sembrano contratti, non te ne accorgi e finisce dentro.


Otello:


Oh per bacco! Mi ricordo solo ora di avere un impegno … (Esce).


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Stella:               Poverino, è stracotto di quella, a volte non connette. Facciamo qualcosa.

Luigi: Antonio … falle la corte … sei benestante … solo … colto … possessore di due appartamenti.

Antonio:        Mi piacerebbe ma … la cugina,  Maria, questa qui delle pulizie.

Luigi:                È vero … sono cugine.

Enrica: Sono cugine? Porca put … tutto sotto controllo: ho detto solo “put” e non puttana.

Antonio: Mi faccio dare ragguagli … e no! Ha detto ad Otello se aveva quindici giorni di tempo a disposizione per ascoltare la storia … no no.

Stella: Quindici giorni … cazzo! Ho sotto controllo anch’io e ho detto tutta la parola subito.

Antonio:         Che conta è controllarsi … non vorrei trovarmi in un ginepraio per aver

dato ascolto all’istinto primordiale dei sensi, che stanno già svendo il sopravvento. Datemi consigli!

Stella: Salvaguardati il portafoglio … fai come me. Vivi da solo. Quando morirai un orda di sciacalli si avventerà in casa tua per dilapidare il conto corrente ma non troverà nulla perché essendo stato previdente te lo sei dilapidato prima di morire.


Antonio:


Cosa intendi per dilapidato?


Enrica:


Che te lo sei speso tutto in gozzoviglie.


Luigi:


In che modo sennò?


Antonio:


Chissà perché stavo pensando alle banche. Mi è passato questo flash.


Manlio: Che stupidaggine Antonio … andiamo a berci qualcosa. Non devi dar credito alle dicerie …


Antonio:


No è?


Manlio:


La banca è come la cassaforte. Più metti e più trovi.


Antonio:


E non essendoci ladri in giro per il mondo …


FINE ATTO SECONDO

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ATTO TERZO

Scena prima

Una settimana dopo


Ennio:


(Entra con Otello e Dante). Sta funzionando? Ho sparso la voce.


Dante:


Sei ricchissimo … si ma che faticata: non ci voleva credere.


Otello:


Speriamo bene … farsi passare per banchiere è deleterio.


Ennio:


Ma scherzi? Tutti vorremmo esserlo.


Otello: Penso di aver fatto la cretinata più grossa della mia vita. Se lo dovesse scoprire? Sarebbe persa per sempre!


Ennio:


E ma figlio mio … la vuoi o no ’sta ragazza?


Maria: (Entra). Eccoli qui i beneficiati … tu lavori come un matto e loro … e loro … Valeria l’hai poi conquistata? Il consiglio era strategico.


Otello:


Ne abbiamo escogitato un altro che taglia la testa al toro.


Maria:              Alta macelleria! Attento a non tagliarti le … se fossi in te ne cercherei


un’altra. Così il toro sarebbe sistemato definitivamente.

Stella: (Fa capolino). Tutto a posto? Otello la pressione è bassa? Faccio passare la principessa? (Si avvicina ad Otello). Domani in ufficio mi spieghi la faccenda del banchiere: furbetto. Cosa ho scritto in fronte: gioconda? Vieni Valeria!

Valeria:             Eh eh ciao a tutti (Maria mette le mani dietro la schiena). Pensavo di

trovarti solo …


Maria:


E invece c’è la corte!


Valeria:


Maria … che sorpresa! Quanti anni sono passati? Ti sei trasferita qui?


Maria:


Insomma.


Valeria: Quindi sei tu la cugina in questione? Sono tre settimane che mi arrovello cercando di capire che cosa hai da farmi recapitare.


Maria:


È difficile indovinare. Per chi sei qui?


Stella:


Per lui … forse!


Maria: Otello è già fidanzato con me … ci dovevi pensare prima cara. (Otello ha un cedimento).

Otello:             (Ha un sussulto). Stasera le sorprese si accavallano.

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Ennio:             Cosa stiamo ad elaborare … abbiamo pensato per niente. (A Dante).

Siamo in perdita.


Dante:

dietro


Questi rigirano le carte come niente .. lo poteva dire che gli correva senza fare tutta questa manfrina.


Otello: (Prende coraggio sperando di mettere alla prova Valeria).Mi spiace Valeria … visto che non mi volevi nemmeno rispondere al telefono mi sono rassegnato .. ora frequento lei.


Maria:


(Tra se guardando il pubblico). Vuoi vedere che funziona davvero?


Valeria:


Sono una cretina … non mi sono resa conto cosa perdevo ignorandoti.


Stella:


Nemmeno io! L’avessi saputo prima.


Maria:


Eh care … a me basta sapere che sta bene di salute.


Otello:


Ah certo!


Valeria:           Non capisco come ti sei potuto innamorare di lei che ha il doppio dei


tuoi anni … (Piuttosto seccata).


Dante:


Ce lo stiamo chiedendo pure noi … così all’improvviso!?


Maria:


Voi non … le forbici le ho io in mano …


Ennio:


Ha ragione Dante: la sarta è lei!


Stella: Sentite, a me delle vostre attività non me ne frega niente. Valeria ci si sente. Addio! (Se ne va seccata).

Valeria:           Perdonami Otello .. . ho saputo solo da qualche giorno che hai una


posizione di spicco … cerca di capirmi … lo ammetto: ho sbagliato con te! Ci tengo a dire che non sono una cacciatrice di dote come qualcuno ti avrà fatto credere …

Dante:              Ma quando mai! (Tra se).

Maria: Non guardare me … preferisco morire piuttosto che parlare male dei parenti …

Ennio:             Maria è una tomba. Da quel che deve dare e …

Dante:              Esatto! Maria, se andassimo al bar?

Antonio: (Entra come un fulmine con un mazzo di rose rosse che, nella concitazione, finisce in mano a Maria). Valeria … mi inginocchio davanti a teimplorante … dio quanto ti amo … sono anni che aspetto un tuo segnale che non mi hai mai voluto inviare ed ora, disperato, sono qui deciso a chiederti in moglie.

Maria:              (Al pubblico). Chiede a lei di sposarlo e da i fiori a me?

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Valeria:


Non so che dire … mi trovo così impreparata e imbarazzata che …


Otello:


Valeria ricorda che ti rincorro da molti anni e ho la precedenza.


Dante:


Si vede che viene da destra … (Ad Ennio).


Ennio:


Non la buttare in politica … sentiamo!


Antonio: Mi dia quei fiori lei! Valeria, la mia posizione economica è solida, non vedo ostacoli.


Otello:


Anche la mia! (Timido).


Dante:


Oh! Scherziamo.


Antonio:


Sposando me sposi il benessere.


Otello:


Sposando me sposi la gioia di vivere.


Maria:


È un po’ … misera come proposta … e poi Otello sta con me: prendi lui.


Otello:


Un momento, lasciamo decidere Valeria.


Valeria:           Lasciatemi sola, ho bisogno di riflettere, mi avete messo in una


situazione drammatica. Sono turbata. Sentirsi dire certe cose così all’improvviso lascia attoniti e … sbalorditi.


Ennio:


Dante, lasciamo la giovane assente perenne alle sue scelte.


Maria:


Otello, nel frattempo scendiamo al bar. (Lo trascina).


Antonio:

telefonate.


Pensaci Valeria! Non voglio gettare al vento decine e decine di euro in … Mi accodo. Pagherebbe lei?


Dante:


Oggi tocca a lui … è molto ricco e già sposato: è fuori concorso.


Ennio: Ho accumulato una tale ricchezza facendo il portiere che i colleghi vengono per sentire le mie lezioni di economia. (Tra l’ironico e il sarcastico).

Antonio:        Ma davvero?

Maria:              Raccoglie fondi a più non posso … il signore poi: è un maestro!

Antonio:        Ti riferisci ai fondi comuni?

Maria:              E non! Loro mirano a quelli privati. Non c’è rischio. (Escono tutti).

Valeria: Sono una cretina … mi sono lasciata scappare Otello per puntiglio, per vedere se veramente mi ama e ora mi ritrovo a dover rimediare. Che stupida cazzo! E quella scema si è messa in mezzo. (Pensa).Sono due benestanti … cesserei comunque di lavorare.

Stella:               (Entra). Allora? Ti sei decisa finalmente?

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Valeria:           Antonio si è dichiarato e mi vuole sposare. (Si aggira).

Stella:               Beh … oh! È ricco sfondato.

Valeria:           Anche Otello: mi hanno detto che è un banchiere.

Stella: Sì eh? Tutto d’un tratto … così su due piedi. Uno si alza al mattino … ma Valeria, scendi dal pero.

Valeria: Mi ha mentito allora? Ma come? Mi hanno detto che è banchiere da tre generazioni! E che abita qui per non dare nell’occhio, che si atteggia da povero per evitare aggressioni.


Stella:


Sei una boccalona!


Valeria. Maledetto imbroglione mi voleva fottere a tutti i costi. (Si aggira in preda alla rabbia).


Stella:


Ma certo! (Guarda il pubblico).


Valeria: Stella, sai che ti dico? Mi prendo Antonio, perlomeno vivrò nell’agiatezza.

Stella:               Questo è un discorso da donna moderna, che approvo seduta stante.


Erano anni che non sentivo niente di così sensato.(Escono).

Scena seconda

Qualche settimana dopo

Manlio: (Entra con Enrica, Luigi e tino). Quel ficcanaso di Otello deve aver scoperto qualcosa … mi ha fatto un discorso ambiguo stamattina in tram … Se qui se là ..


Enrica:


Ha solo detto che vorrebbe far parte del giro.


Luigi:

d’occhio.


Ragazzi, se entrano anche loro nel vortice, gli introiti calerebbero a vista Intanto facciamo sparire un po’ di cartacce.


Tino:                 Se i condomini chiedono il perché diciamo che dopo i cinque anni


sarebbe inutile tenere la documentazione. Lasciamo quei faldoni più vecchi lassù:

non ci riguardano.

Manlio: Io falsifico tutte le date ma il faldone che riguarda la mia gestione di quest’anno passato è sparito … l’avevo messo qui porca puttana.


Enrico:


E stavolta l’hai detta senza mezzi termini.


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Luigi:                L’avrà visto? Sì però anche tu lasciare alla mercé! … Ragazzi diciamola

tutta: che invenzione la rotazione!

Enrica: Più democratici di così … i coinquilini risparmiano … sono i risparmi che …

Tino:                 Abbi pazienza: gli appaltatori si aggiudicano le commesse e per

riconoscenza, di loro spontanea volontà, cioè senza il nostro intervento: propongono. Dov’è il reato?

Manlio: Ultimo esempio è questa Maria. L’idea di accendere un conto corrente dedicato mi sembra una trovata geniale … a me toccano quattrocento e a lei altrettanti … e li ritorna ad incassare con qualche interesse.

Luigi: Fingono di abbassare i prezzi, in realtà li aumentano prima di firmare il contratto del venti per cento, poi ti dicono che fanno lo sconto del dieci per i condomini e il dieci lo danno a te come tangente. In questo modo sembra che i condomini risparmiano … ma non è così. Non l’hai ancora capita?


Enrica:


Che bancari specializzati siamo diventati?


Luigi: Il nostro direttore insiste per farci sottoscrivere fondi in perdita. “Almeno voi che lavorate in banca acquistate” … è matto!

Enrica:             Quelli li vendiamo ai clienti. A quel fesso di Antonio, per esempio. Col


nostro sistema si incassa di più. È una formula nuova di investimento.

Antonio:         (Entra). Amici … fatemi comprare un po’ di azioni sicure. Ho bisogno

di far crescere il capitale: Mi sono dichiarato! Mi sposo! (È visibilmente euforico).


Manlio:


Che novità! Con chi?


Antonio: Valeria! Ha fatto chiarezza nel suo cuore. Ha scelto me! Ho una posizione invidiabile. (I presenti si guardano).


Tino:


E Otello come l’ha presa?


Antonio:


Maria lo vuole a tutti i costi. Ne è innamorata.


Enrica:


Maria?


Maria:


(Piomba dentro infuriata). Maledetta strega me lo ha soffiato.Dov’è?


Enrica:


Dai Maria fra di voi non c’è competizione … siamo realisti!


Antonio: (Cade sulla sedia in pieno sconforto). Lo sapevo che finiva così. Al diavolo … sono arrivato troppo tardi. Le correva dietro da anni e alla fine ha ceduto alle lusinghe. Sarebbe stato un sogno. Che stupido!

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Maria: Eh caro mio … siamo fuori tempo massimo … quel tipo di caccia va lasciato ai giovani. Fortunatamente “noi” abbiamo altre soddisfazioni.

Manlio:           Certo! Antonio, è fuori moda correr dietro alle donne.

Enrica: Ci pensano loro a correre se intravedono … no … sono constatazioni mie che potrebbero non corrispondere al vero.

Manlio:           Antonio affidati a noi, in breve tempo ti arricchirai a dismisura.

Antonio: Almeno quello … ma sì … vengo domani per una riconversione di quel fondo in dollari.

Enrica:             Ecco appunto: quello! Ci potrebbero essere dei piccoli cambiamenti.

(Alza gli occhi al cielo).  Maria se crede possiamo …


Maria:


Cosa? Niente fondi … mi arrangio da sola.


Manlio:


Maria è molto esperta.


Antonio: Cari amici, sono venuto euforico e me ne vado con le pive nel sacco. Bella lezione. Vorrà dire che rimarrò con un conto corrente cospicuo. Addio!


Luigi:


Non lo vuole più? Cosa si è messo in testa … mah!


Maria:


Purtroppo mi trovo nella medesima situazione … troppo tardi.


Valeria:


(Entra). Buonasera …


Maria:


Ciao cara … sto scendendo.


Valeria:           Otello non s’è visto? Maria cos’è questo muso lungo? Credimi è meglio

così: è un mascalzone! Per conquistarmi si è spacciato per banchiere.

Maria: Per me potrebbe essere anche un barbone … non si ama qualcuno soltanto per il conto corrente.

Valeria: Insomma … ha il suo peso. Quando una si vuole sistemate pensa al futuro … non voglio fare la fine di quel Dante che per darsi un tono va dicendo a tutti che avrà un introito inaspettato. Da chi poi? Scusate … ho fretta. (Esce).

Maria.              Non solo lui … anche l’altro! Ma si sa il giro dei soldi è imprevedibile

…a volte sembrano perduti e invece eccoli rispuntare nelle tasche di qualche furbetto che è in grado di farli moltiplicare a dovere. (Guarda Manlio).

Manlio:           Faccio fatica a seguirla Maria … eh eh.

Luigi:                Quando ci sono le idee …

Enrica:             Sono al contempo sorpresa e scioccata.

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Tino:                 Non solo oggi ... comunque per il bene collettivo … arrivederci.

Ragazzi! … Io non parlo mai fuori tempo, lo sapete. Il vero consigliere non da consigli. (Esce).

Enrica:             Cosa sta dicendo … che giro farebbero questi soldi?

Maria: I vostri, come dire … quei due insomma, mi hanno proposto di lasciar cadere nelle loro mani il cosiddetto “risparmio” .


Manlio:


Sarebbe a fondo perduto.


Maria:              Appunto! Ho perso la testa per quel ragazzo appena l’ho visto ma non


sono rimbambita … e con questo vi saluto. (Tra se) . Non si fa trovare la scema.

Vigliacca! (Esce).


Manlio:


Che donna eh? Si è fatto tardi. (Esce).


Enrica:


Non ho capito niente ma … ci si sente! (Esce).


Luigi:                Tanto per cominciare i faldoni che mi riguardano prendono la via della


mia cassaforte. Sono questi quattro … quando si dice ragioniere.  Vado!

Enrica: (Poco dopo. Entra, si accerta che nessuno sia presente). Voi venite con la mamma. Vi sistemo in un posticino che fa al caso vostro. Saranno almeno sei … infatti! (Esce).

Tino: (Idem). Due … tre … quattro e due sei. Roba vecchia di sei anni. Essere consigliere di se stessi è meglio che esserlo di altri. (Esce).

Manlio: (Idem). Però … che man bassa. Sono riamasti i miei … così tanti? Eccolo qui, chissà dov’era?(Come sente rumore si nasconde dietro la scrivania). Per la miseria!

Dante: Ohhh, eccoci nel regno dei conti … da che parte cominciamo? Pensa che mi sarebbe piaciuto diventare ragioniere, se solo avessi avuto la costanza di

frequentare la scuola … vedi a me manca l’assiduità, la volontà di fare … è il fare il mio problema, per il resto me la cavo.

Ennio: A me mancano tutte e due ma per una questione di cibo mi adeguo. Non trovi il luogo più ordinato?

Dante:              In effetti! Cosa dobbiamo cercare? Io non ci capisco niente di conti, di

somme e poi a me sinceramente poco importa del vostro palazzo: mica ci vivo, ci lavoro semmai!

Ennio:             Con il dovuto impegno!

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Dante: E poca assiduità! Sai che con quell’introito che ci ha promesso arriverei a novecento.

Ennio: Per essere un invalido … io arriverei a milleduecento. Credevano di fottermi abbassandomi la paga … i furbi.

Dante:              Senti, se ci capisci qualcosa bene sennò … questi conti sono di vent’anni

fa … è tutta roba vecchia.

Ennio:             Ah sì … ricordo … il tetto … vedi sostituzione grondaie … parafulmine

…pozzetti scarico … roba vecchia … sì però dovrebbero lasciare i resoconti di quest’anno. Domani glieli chiedo.

Dante:              Tu sei un dipendente non un proprietario … se gli gira ti buttano fuori.

Lascia perdere … ti devi fidare caro mio … fidare … è tutto quello che puoi fare.


Ennio:

salire?


Hai ragione! Scusa queste considerazioni non le potevi fare prima di


Dante: Mi sono venute in mente solo adesso. Ho una mente brillante ma … certe cose mi passano per la testa quando salgo in alto.


Ennio:


Se vai in montagna non ti tiene più nessuno?


Dante:


Esatto! Secondo te che fine hanno fatto i pacchi di carta?


Ennio: Ci sono i vecchi e non i nuovi. Se proprio mi voglio disfare della zavorra getterei la vecchia.

Dante: Vedi che salendo le idee si schiariscono. Lasci stare. Non perdiamo tempo qui! (Escono).


Manlio:


E che ca … spita: c’è mancato un pelo. (Esce).


Scena terza

La sera dopo

Antonio: Che ordine … si sono decisi a fare pulizia. Bancari! Psttt! … (Si siede). Voglio sapere il motivo del blocco della visualizzazione. Forse staranno aggiornando il sito … non è la prima volta! Aggiornamenti! Ma mi facciano il piacere … Speriamo bene! Altri centomila ricollocati in bond … se è corretto quel diagramma che mi ha fatto vedere c’è da arricchirsi in poco tempo … peccato che quella non mi vuole più. Avevo trovato la donna ideale, bella, giovane. Non dovevo espormi così all’improvviso. La sua è stata una reazione dettata forse dalla gelosia, dalla sorpresa,

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dallo sbigottimento del momento … Rimarrò ricco e solo! Prospettive faraoniche. (Si guarda attorno). Senza tutti quei faldoni sembra più grande questo locale.


Luigi:

pascià.


Eccolo qui il nostro capitalista … dolce l’uva eh? Non lavori e vivi da Quei bond che hai sottoscritto stanno già salendo.


Antonio:        Senza quella donna tutto è vano. Pazienza! Rimango quello di prima. Mi


chiedo che cosa deve avere un uomo per accontentare quella.

Enrica: (Entra). Ragazzi! In questo palazzo succedono cose incredibili … ho visto Stella

Otello:             (Fa capolino). …Scusate, avete visto Valeria?

Antonio:        Scommetto che adesso non è più assente?

Otello:             (Entra). Infatti! Sei contento?

Antonio:        Non vedi? Guardami bene … a quanti centimetri sono da terra?

Enrica: Ti ha mollato prima ancora di stare assieme? … E anche questo è un record del palazzo.

Otello: Sei sicura di quello che dici? … Se è così … che ordine! Scommetto che ognuno ha preso i propri?

Manlio:           (Entra con Tino sulla battuta di Otello). Non credo!

Tino: Che ordine! Non è che Maria si è messa a fare pulizie approfondite di sua iniziativa andando a compromettere la cronologia?

Enrica:             Lo dici da consulente o da amante dell’ordine?

Luigi:                Da amico!

Otello: Il discorso rimane aperto … ne ho riparlato con Stella. Antonio, ti sembra giusto che la rotazione degli amministratori debba riguardare solo loro? Nessuno percepisce lo stipendio quindi fatelo fare anche a noi.

Antonio:        Avete le stesse competenze: mi sembra giusto!

Manlio:           D’accordo ne riparliamo al termine della mia gestione a fine anno.

Valeria: (Entra con Stella. Antonio si siede affranto). Cari! … Entro in questa stanza con un spirito nuovo. Ho finalmente trovato l’anima gemella. Ebbene sì! … Criticatemi pure se volete ma di fronte a tanta svisceratezza ho ceduto! Ragazzi vi confesso che ho perso la testa per lui.

Stella:               E io per lui (le ragazze non indicano il soggetto).

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Enrica: Mentre io la sto perdendo e basta. Un minimo di chiarezza magari … lui chi?

Maria: (Piomba dentro). Ah … siete qui nel rifugio … L’assente perenne, prima no e poi sì … tu sta zitta perché potrei commettere uno sproposito. (A Stella).

Stella: Di cosa si lamenta? Se fosse arrivata prima … Lei ha per le mani l’uomo dei sogni … a me è toccato il povero e lei se lo cerchi all’interno della mura del palazzo. Tra i bancari sarebbe meglio. Consiglio spassionato!


Antonio:

allora?


(Si alza di scatto). Il povero? Mah? Per povero chi intendi? Valeria


Valeria:


Ho scelto te. Chi sennò?


Antonio:


Volevo ben dire! Dio che fifa. Pensavo già di averti persa.


Otello:


E io ho scelto lei! (Come a dire: hai visto?)


Antonio: (Ha uno scatto). Pensavo che voi due … invece lei sta con lui … che è sempre presente … lei mi ha spiazzato. Mi ha fatto intendere ben altro. (È in balìa degli eventi). Ero venuto per il conto …Maria diverremo parenti?


Maria:


Pensi che soddisfazione! La parola giusta c’è …


Tino:


Non la dica … non siamo abituati alle parolacce.


Maria:


Siete abituati a qualcos’altro!


Luigi:


Vaneggiamenti di una donna sconfitta … bisogna capirla.


Manlio:


(A Luigi). Stai zitto!


Valeria:


Fissiamo la data del matrimonio?


Antonio:        Sto passando dal caldo al freddo in modo anomalo. Devo dire che è una


sensazione nuova per me. Gioia e sbigottimento si accavallano. Pensavo di rimanere solo in eterno … sono un tantino frastornato. Dobbiamo decidere adesso?

Stella: È meglio! Quando si prende un impegno in pubblico … è preso! Forza carta e penna!

Maria:              Hai paura che ci ripensi?

Valeria:           Cara cugina … fatti gli affari tuoi.

Tino:                 Ecco! Che bella serata … se avessi saputo sarei andato a teatro.

Stella: Con quello che costa? Il teatro è lo specchio della società. Quello che succede sul palco potrebbe succedere nella realtà.

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Maria:


Non mi dire?!


Enrica:


A me tutti questi discorsi mi hanno fanno incazzare … addio!


Manlio:           Detto così proprio … Cosa devo dire: siate felici! È decisamente tutto

assurdo ma contenti voi … Antonio: niente ripensamenti mi raccomando. Maria la posso accompagnare al bar?


Maria:

lei no!


Lei è già impegnato? (Manlio annuisce). E lei? (Luigi annuisce). Mentre


Tino:


Ma dico? Ma senti questa. Chi sono: il figlio della serva?


Stella: Ah sì! Non lo sapevo! Vieni tesoro … lasciamo il luogo … vorrà dire che vivremo da poveri e loro da ricchi.


Antonio: Non esageriamo via … ricchi … agiati! che aspettavo questo momento.


Valeria adorata sono millenni


Maria:


Pensavo di più!


Valeria:


Taci zitella!


(Buio).


Scena quarta

Un anno dopo

Dante:              (Entra ben vestito).Chissà chi ha preso la gestione: regnal’ordine qua


dentro .… (Si siede). Mi sento un signore … quando mi vedono mi salutano perfino,

cosa che in passato non era mai successa … nemmeno in Turchia! “Oh signor Dante

…ma è proprio lei? … la trovo bene” .Certo che la vita è strana …. Porco cane se è strana … avevo intuito qualcosa tempo addietro ma ora non ci sono più dubbi. È strana!

Ennio:             Ueilà! Che sfolgorio … avevi da parte una partita di letame da vendere?

È un annetto che non ti si vede!

Dante:              Impegni … affari … progetti … mi sono collocato.

Ennio:             Hai cambiato mestiere o hai avuto un colpo di fortuna?

Dante: Fortuna … forse … io la chiamerei disperazione, sì ma … potrebbe durare poco, voglio dire … dopo lo stordimento iniziale c’è sempre una ripresa.

Ennio:             Sei vago o scioccato?

Dante:              Un po’ tutte e due … anche sorpreso devo dire. Io prendo la vita come

viene eh … non faccio calcoli o cose avventate: capisci?

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Ennio:


Sei decisamente vago!


Dante:


A proposito! Quei due?


Ennio:             Non sai niente allora? Siediti! Ne ho da raccontare per settimane. Otello


e Stella convivono felici mentre quell’altro ha fatto una fine … ha voluto dar retta ai

consiglieri qui e nel giro di pochi mesi si è ritrovato in bolletta … ha perso quasi tutto. Gli hanno “collocato “ le azioni in aziende già fallite. Un disastro! Si fidava troppo. Non ha mai capito che più alta è la cifra più alta è la perdita. Noi perlomeno di questi problemi non ne abbiamo.

Dante:              E Valeria che voleva vivere da regina?

Ennio:             Vive da cenerentola … e si da’ per “assente perenne” un’altra volta.

Dante:              Hai capito?  … E dimmi un po’: quei quattrocento li stai incassando?

Ennio: Sta zitto … non ho visto il becco di un quattrino … maledetta! Mi piacerebbe sapere a chi li da’!


Dante:


Maria è una donna in gamba … sa come gestire i risparmi!


Ennio:             Indubbiamente! Menomale che mi hanno reintegrato lo stipendio, grazie


ad Otello bisogna dire, altrimenti non so …


Dante:


Gestisce lui la baracca? E gli altri … non si vedono?


Ennio:             Raramente! Scantonano in modo soprannaturale. I condomini hanno


scoperto che incassavano tangenti dagli appaltatori … a rotazione ovviamente. Qualcuno deve aver mandato una lettera al professor Donofri, un inquilino del terzo piano, nella quale si diceva appunto della truffa.

Dante:              Una lettera anonima?

Ennio:             Ovvio!

Dante:              (Tra se). Quella donna è scaltra … è un po’vecchiotta ma abile!

Antonio:        (Entra. Ora è vestito male). Ueilà! Che eleganza .. hai venduto il letame?

Dante:              Cosa significa ‘sto letame? Non faccio il commerciante.

Ennio: È un modo di dire locale. Quando una persona si presenta all’improvviso apparentemente agiata, e sottolineo apparentemente, si dice che ha venduto il letame … sono espressioni ottocentesche che perdurano: hanno passato il millennio!

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Antonio: Otello? Verrà! Speriamo bene! Mi ha fatto investire in un affare i quattro soldi rimasti. Mi fido di lui. È una persona corretta. E pensare che avevo un conto corrente invidiabile.


Dante:


Mi ha detto del tracollo …


Antonio:        E quella mi ha lasciato … si da per assente. Finché ho avuto disponibilità


era tutta contenta, come ha saputo del crac: assente! Per fortuna non ci siamo sposati.

Ennio: Donne moderne, aspettative antiche. Stai pensando di prendere il suo posto in portineria?

Antonio:        È libero? Tu non … collochi più?

Dante: Per ora no ma in futuro … la vita è strana. È talmente strana che non mi vengono altre parole per chiarire il concetto.

Antonio: Ha ragione Maria! “Chiuda il conto corrente e si getti in mezzo alla strada” … in mezzo alla strada ci sono finito per colpa di quei due scemi. Il mio conto corrente finito nel nulla capite … nel nulla e non è colpa di nessuno. Dicono!

Ennio: Consolati: non sei l’unico! Trova un lavoretto stagionale … vai a raccogliere i pomodori.

Antonio: Piuttosto mi sparo, almeno faccio notizia. “Noto possidente suicidatosi per colpa di due bancari corrotti e di un’avida fidanzata. Tre anni di successo non me li leva nessuno.


Dante:


Sono quelle soddisfazioni post mortem che fanno grandi!


Ennio:


Ma sì … fatti conoscere.


Otello:


(Entra con Stella e Maria). Ohhh… che sorpresa!?


Dante:


L’ho venduto quel “materiale”,stai tranquillo.


Otello:


Lo vedo! Comunque: complimenti! Un bel balzo.


Ennio:


Da invalido a … a?


Maria:


Come invalido?


Antonio:        Non lo sapeva? Incidente ferroviario in Turchia. È stato perfino sui


giornali. Così ha sempre detto!


Dante:


Sì ma … niente di grave.


Stella:


Ha detto che si è tagliato quasi a metà … non si vede perchè è vestito.


Maria:

dormire?


È per quello che non vuoi che accenda la luce quando andiamo a


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Otello:


Dormite assieme? (Candido). Eh eh!


Ennio:


Ahhhh!


Dante:

dormire?


Dormiamo … Maria? Una notte passata sul divano me lo chiami


Maria:


Fammi vedere subito altrimenti ti diseredo.


Ennio:


Ecco da dove viene il “let” ..… i soldi li dai a lui. Sono proprio scemo.


Maria:


Pensavi davvero che li dessi a te o a quel ladro?


Stella:


Il buio si infittisce! … Ho capito! No, per carità, non ditemi niente.


Otello:


Te lo dicevo che incassavano. E tanto!


Antonio:        Mi hanno gettato sul lastrico. E la vostra amica mi ha dato il colpo di


grazia. Me la sono scelta proprio bene! … sono a dir poco disperato. E sto partendo per il suicidio.


Ennio:


Vai lontano?


Maria:


Molto di più: va nell’aldilà!


Stella:


Assente perenne …


Otello:


Stella?


Certi ricordi gettiamoli alle spalle.


Maria: A proposito di spalle … spogliati un po’ tu … vediamo questo taglio trasversale fin dove arriva!?


Dante:


Qui, davanti a tutti? Mi metti in imbarazzo.


Maria:              Uscite per favore! Visto che ho trovato uno straccio d’uomo  vorrei che


fosse almeno tutto intero. Non per altro … non mi va di gettare alle ortiche quegli ottocento comprando a scatola chiusa.

Ennio: Non si sa mai! Dico le scatole. Dante, che prezzo stai pagando per un attimo di felicità.


Dante:


Devo scegliere in che gabbia stare.


Antonio:


Il gabbiotto lo voglio per me! Almeno quello lasciatemelo. Colloco io!


Dante:


Se è strana la vita … la miseria se è strana.


Maria:


La voglia di suicidio è già svanita? Devi scegliere caro mio.


Dante:


E se tutto andrà bene, dopo lo spogliarello, mi faresti lavorare?


Maria:              Ti vorresti far mantenere da me, dalla tua futura moglie? (A Dante gli si


piegano le ginocchia).

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Ennio:

Stai in piedi Dante … animo! Che sarà mai.

Stella:

Visto che sei ancora giovane fai in tempo a risparmiare un bel gruzzolo

che potrai investire.

Otello:

Come ha fatto Antonio!

Antonio:

Prospettiva allettante. Per fortuna la signora è già benestante.

Maria:

Allora Dante mi vuoi come moglie o no?

Dante:

Quegli ottocento andrebbero a sommarsi alla gratifica statale o devo

rinunciare?

Maria:

Se

il taglio non c’è, penso che dovresti rinunciare ma se c’è ti tieni

l’invalidità e non mi vedi più.

Dante e Ennio:

È strana la vita.

Dante:

Oh! Devo scegliere subito?

Tutti:

Subito!

Dante:

È una decisione importante.

Ennio:

Dante, pensa a quando sarai ricco. Pensa che, dopo aver lavorato sodo

senza un attimo di sosta, con assiduità, ti toccherà investire i risparmi.

Otello:

E ti verrà in mente qualcuno qui del palazzo.

Antonio:

Presente! Sono candidato a diversi incarichi: Suicida, collocatore,

nullatenente, facchino, invalido psichico, ripudiato. (Inizia a dare segni di squilibrio).


Stella:


Vuoi fare tutto tu?


Otello:


Che prospettiva!


Dante:


Maria, all’improvviso mi si è abbassata la vista.


Maria:


Per via del matrimonio? Che strano!


Ennio:             Non è per il matrimonio … (Si rivolge al pubblico). Devo dire la mia o


…lo so … state pensando che? … Esatto! Quello! Vado a contare i miei risparmi: tre cipolle e un peperone.

FINE

Ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale.

Opera tutelata dalla SIAE

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