Il contratto

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IL CONTRATTO

Commedia in un atto

DI ANDRE’ BIRABEAU

PERSONAGGI

GALOT

VALERIA

VOCE DI KRASSMEYER

VOCE DI FORBUCHE

Commedia formattata da

Valerio e Galot sono a letto. Mentre si apre il sipario Galot fa un sospiro di felicità

Galot                             - Ebbene, non è stupido quello che abbiamo fatto

Valeria                          - (arrossendo) Amico mio

Galot                             - Che cosa c’è?

Valeria                          - Via, siate più riguardoso!

Galot                             - Dico ciò che penso: sono molto contento. E tu? (Lei fa un gesto) Cosa ho detto di male?

Valeria                          - E' il darmi del tu che mi ha sor­preso.

Galot                             - Vi capisco. Le persone che si fanno la corte da sei mesi non aspettano che il... che l'avvenimento per darsi del tu. Ma noi... abbiamo incominciato dalla fine! E tu mi hai dato del voi poco fa in un momento in cui ci si dà generalmente del tu. Faceva un effetto strano. Allora, che cosa facciamo? Ci diamo del tu o non ce lo diamo?

Valeria                          - Mi sembrerebbe meglio non dar­celo. Per mio marito. Non arrischieremo di sbagliare, così, davanti a lui.

Galot                             - E' giusto. E' serio. Mi piace molto lo spirito pratico nelle donne. Allora, «voi »?

Valeria                          - Voi.

 Galot                            - Inteso. Voi, dunque … bene, sapete amare benissimo,

Valeria                          - Vuoi tacere?

Galot                             - Ma... Ci diamo del «vi sì o no? Che ora è?

Valeria                          - (guarda l'orologio) quattro e un quarto.

Galot                             - Ho tempo. Ho l'appuntamento alle cinque per quell'acquisto di lamiera di cui parlavo a vostro marito; ve lo dicevo quando la piccola idea che abbiamo avuto ci interruppe il discorso...

Valeria                          - Sentite... vorrei parli su questa cosa. Ho paura che giudichiate male.

Galot                             - Siete modesta. Vi giudico benissimo.

Valeria                          - Vi giuro che quando i condussi a vedere la stanza da bagno che mio marito sta facendo allestire non supponevo quello sarebbe avvenuto.

Galot                             - Vi credo, tanto più che anch'io vi ho seguita senza malizia. Il colpevole non è che il proprietario.

Valeria                          - Il proprietario ?

Galot                             - Lui stesso; senza dubbio. Cercate di seguirmi bene. Che cos'è avvenuto? Che il signor Eugenio Galot - sono io - ha avuto bisogno di vedere il suo socio signor Forbuche per parlare d'un acquisto di lamiera a condizioni vantaggiose. Il signor Galot è venuto in casa del signor Forbuche. Una signora gli ha aperto la porta: la signora Forbuche.- Valeria - non è vero?

Valeria                          - Valeria.

Galot                             - « C'è il signor Forbuche? » ha chiesto il signor Galot. « Mio marito... ». Ah, pardon. (Perché Valeria parlava nello stesso tempo).

Valeria                          - « Mio marito è appena uscito, signore ».

Galot                             - «Sapete se rientrerà presto?».

Valeria                          - « Non prima delle sette. Avete qualche cosa da dirgli ch'io possa comunicargli? ».

Galot                             - « Sì, signora. Si tratta di un acquisto di lamiera ».

Valeria                          - « Ma entrate, signore ».

Galot                             - « Grazie, signora ».

Valeria                          - « Accomodatevi, prego ».

Galot                             - « Grazie, signora. E' molto tempo  che non ho più il piacere di presentarvi i miei omaggi... ».

Valeria                          - Ahi!

Galot                             - Che cosa c'è?

Valeria                          - M'avete graffiato con un piede.

Galot                             - Scusate... In breve, ecco che il si­gnor Galot e la signora Forbuche si son messi a parlare della pioggia, del bel tempo, di la­miere e di affari. Gli affari, anzi, vanno mol­to bene. Forbuche ha offerto alla sua signora una nuova stanza da bagno. Il suo sogno.

Valeria                          - «E' magnifica! », dice la signo­ra Forbuche.

Galot                             - « Non ne dubito », risponde Galot.

Valeria                          - « Volete vederla? », lei soggiunge.

Galot                             - « Volentieri », risponde lui. Ma è qui che appare la colpa del proprietario. Per andare nella stanza da bagno bisognava attra­versare: 1. lo studio di Forbuche (lo segna da un lato); II. la camera da letto della signora: questa. Allora che cosa è successo?

Valeria                          - (abbassando gli occhi) E' suc­cesso...

Galot                             - E' successo che quando ebbero am­mirato il bagno i due signori si ritrovarono nel­la camera da letto... In questa camera c'era un letto... Ora, il signor Galot è un giovanotto... Quando vede un letto gli capita anche di non pensare a una graziosa donna ; quando vede una graziosa donna gli capita anche di non pensare a un letto. Ma quando vede nello stesso tempo un letto e una graziosa donna non può far a meno di vedere la graziosa donna altro che sul letto; e poi, in fin dei conti Galot non è un pu­pazzo e la signora Forbuche...

Valeria                          - (pudica) Non parliamo della si­gnora Forbuche.

Galot                             - Se ti fa piacere. Però io non vedo che ci sia qualche cosa che faccia arrossire. Tutto è stato colpa del letto. Anzi: tutto è sta­to colpa del proprietario. Se la stanza da ba­gno avesse comunicato con la cucina, non sarebbe successo niente. Un esempio: state in casa tutto il giorno e magari non vi pensate neanche di far merenda alle quattro. Se siete fuori di casa e passate davanti a una pasticceria, non resistete alla tentazione ed entrate.

Valeria                          - Ecco. Colpa del letto,

Galot                             - Dove l'ha comperato Forbuche?

Valeria                          - L'ha preso d'occasione.

Galot                             - Per quanto?

Valeria                          - Cinquecento franchi.

Galot                             - Si è fatto imbrogliare. Non capisce niente di affari, proprio. Se non ci fossi io non farebbe che delle gaffe. Così tutte le volte che mi è possibile concludo io l'affare al posto suo.

Valeria                          - Me ne sono accorta. (Ride),

Galot                             - Finalmente! Ridete. Bene! Non mi fate più la donna piena di rimorsi.

Valeria                          - Ma ne, ho, forse.

Galot                             - No. Non sapete come sono noiose le donne che ci dicono che hanno dei rimorsi. Bisogna far finta di credere. E si perde moltotempo.

Valeria                          - Però disprezzate anche quelle che

si concedono presto,

Galot                             - Non più delle altre. Vi assicuro.

Valeria                          - Non avevo mai ingannato Forbu­che, sapete.

Galot                             - . Ma neanch'io. E' una dimenticanza alla quale abbiamo riparato.

Valeria                          - Ho perduto improvvisamente la

testa.

Galot                             - Ma sì, ma sì, è una cosa sottintesa. Non ricordiamola. Tutto è stato bellissimo. Molto meglio che se ci fossimo fatte reciproca­mente la corte per sei mesi.

Valeria                          - Come, « reciprocamente... »?

Galot                             - Ma sì. Se io fossi stato intrapren­dente, e voi civetta. E' così che le donne fanno la corte agli uomini. Senza averne l'aria. Eb­bene, se avessimo pensato per sei mesi al mo­mento al quale siamo arrivati, saremmo proba­bilmente stanchi, mentre invece questo slancio, questa sorpresa... Non so se siete come me; ma io ne sono ammirato. Siete come me?

Valeria                          - (sorridente e impacciata) Dio mio, caro amico... io...

Galot                             - Sì, siete come me. Quando penso che Forbuche mi diceva: «Mia moglie, è un cattivo affare ». Decisamente, non capisce nien­te negli affari!

Valeria                          - Vi diceva questo?!  

Galot                             - Sì... Invece, guardate, io sono en­tusiasta. Anzi, se volete, potremmo trasfor­mare questa sorpresa in cosa regolare. Sono certo che abbiamo gli stessi gusti.

Valeria                          - Oh! Mi siete molto simpatico!

Galot                             - Si andrebbe d'accordo magnifica­mente... Amate la musica? (Questo lo dice con un tono mondano).

Valeria                          - Molto.

Galot                             - Suonate?

Valeria                          - Il pianoforte. Abbastanza bene.

Galot                             - Ah, mi piace. Sono sensibilissimo. Non posso dimostrarlo molto perché sono oc­cupato negli affari. Ma dopo le sette di sera sono un altro

Valeria                          - E il ballo? Vi piace?

Galot                             - Ne vado pazzo.

Valeria                          - Che gioia! Anch'io.

Galot                             - E la lettura? Vi piace leggere? Ah, ecco un libro (sul tavolino da notte). Vedia­mo quali sono i vostri autori preferiti.

Valeria                          - (confusa) Oh, è uno scrittore gaio. Non sapevo che qualcuno sarebbe entrato in camera mia.

Galot                             - Siete carina. Siamo fatti per an­dare d'accordo.

Valeria                          - (civettuola) Vi pare?

Galot                             - Sono entusiasta di conoscervi.

Valeria                          - Ahi!

Galot                             - Che cosa c'è?

Valeria                          - E' sempre il vostro piede.

Galot                             - Scusate: è tardi. Bisogna che vada e mi occupi dei miei affari!

Valeria                          - Avete tempo!

Galot                             - Ah, no! E' che io sono un uomo serio, sapete. Gli affari, per me, contano molto.

Valeria                          - Amate il denaro?

Galot                             - No. Cioè: sì. Ma non è il guada­gnare che m'interessa. E' lo spendere... Su, coraggio, alziamoci. (Canterella). Soldato, al­zati... soldato, alzati... alzati, presto...

Valeria                          - (bruscamente) Zitto!

Galot                             - Ti pare che canti male?

Valeria                          - (vivamente, a bassa voce) Haaperto la porta d'ingresso.

Galot                             - La cameriera?

Valeria                          - Non l'ho in questo momento.

Galot                             - Allora?

Valeria                          - Ah, mio marito!

Galot                             - Ah!

Valeria                          - Ma su, alzatevi!

Galot                             - Mi pare

Voce di Forbuche         - Eccoci.

Valeria                          - Troppo tardi!

Galot                             - Viene qui! Sorpresi!

Voce di Forbuche         - Accomodatevi, caro amico.

Galot                             - Non è solo.

Valeria                          - Si ferma nel suo studio.

Voce di Forbuche         - Una sigaretta?

Voce di Krassmeyer     - Grazie.

Valeria                          - Deve essere con un cliente.

Voce di Forbuche         - Non fate complimenti. Levatevi il soprabito.

Valeria                          - Si fermano.

Galot                             - Meglio.

Valeria                          - Perché?

Galot                             - Sssst!....

Voce di Forbuche         - Dunque, vi ascolto.

Voce di Krassmeyer     - Ebbene, eco», prima sentite questo...

Valeria                          - (riprendendo) Perché?

Galot                             - Perché così potrò scappare.

Valeria                          - Per dove?

Galot                             - Come, a per dove »?

Valeria                          - Qui non ci sono che due poi una che dà nello studio di mio marito e l'ali nel bagno dove non ci sono altre uscite.

Galot                             - Allora?

Valeria                          - Sapete che per andare nel bagno bisogna passare da questa camera. E' proprio per questo che siamo così.

Galot                             - Allora, siamo presi al laccio?

Valeria                          - Ssst!

Voce di Forbuche         - Sì, caro, ma il doro mento che mi fate vedere... (La voce si allontana).

Galot                             - Se ne vanno?

Valeria                          - No. Ora devono essere dall'altra parte dello studio.

Galot                             - E quando vostro marito avrà finito di trattare col suo cliente, vi cercherà.

Valeria                          - E' probabile.

Galot                             - E ci troverà.

Valeria                          - A meno che non preferiate sai' tare dalla finestra.

Galot                             - Cinque piani! Grazie! Non lavoro per un film!

Valeria                          - Cosa fate?

Galot                             - Mi alzo.

Valeria                          - No!

Galot                             - Perché?

Valeria                          - Il letto scricchiola.

Galot                             - Me ne sono accorto prima. Ad ogni modo non possiamo aspettare, così, che Forbuche entri!

Valeria                          - . E che cosa importa?

Galot                             - Come?

Valeria                          - Basta che vi trovi in camera mia, non avrà dubbi!

Galot                             - E' possibile. Ma non è la stinsi cosa. Se mi vede in camicia diventerà furiosi

Valeria                          - Che cosa importa?

Galot                             - Non ci tengo che sia furioso! E poi si è più a posto quando si è vestiti,

Valeria                          - Non mi pareva.

Galot                             - Più a posto per rispondere. (Comincia una ginnastica per scendere dal kit senza far rumore).

Voce di Forbuche         - Vi ripeto che coni»»! la mercanzia.

Galot                             - (si ferma) » Viene?

Valeria                          - No. Cammina.

Voci di Forbuche e Krassmeter         - (confusa­mente) Vi assicuro che è di prima qualità. Ma no, non cercate di raccontarmi delle storie.

Galot                             - (riprende la ginnastica. Il letto scric­chiola) Ed egli ha pagato questa cosa 500 franchi! Oh, com'è stupido essere sorpresi in questo modo! Metteremo il catenaccio.

Valeria                          - Non c'è...

Galot                             - Non vele catenacci,)?

Valeria                          - Non ho paura dei ladri.

Galot                             - Ma di vostro marito! .. Dove sono i miei pantaloni?

Valeria                          - Non In so.

Galot                             - Non avete visto dove li ho messi ?

Valeria                          - Ma non vi guardavo.

Galot                             - Avreste dovuto farlo. Ah! eccoli laggiù... dall'altra parte della camera! (Co­mincia a camminare sulla punta dei piedi).

Valeria                          - Non camminate!

Gaiot                             - Perché?

Valeria                          - Il pavimento scricchiola!

Galot                             - Che casa! (Cammina con le mani e coi piedi. Sedendo la voce dì Forbuche si ferma).

Voce di Forbuche         - Voglio fare degli af­fari, ma non dei cattivi affari. A queste condi­zioni non parliamone più. (La voce è vicinis­sima).

Galot                             - Entra? (Sempre a quattro zampe fa un mezzo giro con la testa verso la porta).

Voce di Krassmeyer     - Ma non inquietatevi. Parliamo.

Voce di Forbuche         - Parliamo, almeno, se­riamente. (Le voci si allontanano).

Valeria                          - Che cosa fate?

Galot                             - Mi dirigo verso i miei calzoni. Ma su, alzatevi anche voi. Se uno rimane a letto è inutile.

Valeria                          - Andate, andate, non c'è niente da fare. Siamo perduti!

Galot                             - (ha infilato i calzoni) Ssst!

Voce di Krassmeyer     - Seguite il mio ragio­namento. Avete il 40 per cento...

Galot                             - (guarda Valeria) Non vi vestite più di così ?

Valeria                          - Non lo ero di più quando vi ho ricevuto in salotto.

Galot                             - Va bene. Ma siamo in camera vo­stra. Nascondete questa scollatura.

Valeria                          - Mi sembra che non sia...

Galot                             - Non farete la civettuola in questo momento!

Valeria                          - Non camminate! Il pavimento scricchiola!

 

Galot                             - E lui paga 4000 franchi di affitto per avere un pavimento che scricchiola!

Valeria                          - A casa vostra non scricchiola il pavimento?

Galot                             - Sì, ma io non pago che 2600 fran­chi.

Valeria                          - E che cosa faremo adesso?

Galot                             - Che cosa volete che si faccia? Aspettiamo che vostro marito ci scopra.

Valeria                          - E' seccante!

Galot                             - Non posso neanche rifugiarmi in un armadio a muro. Ne avete?

Valeria                          - No.

Galot                             - Lo sapevo. Potete proprio vantar-vene!

Valeria                          - Che cosa volete che ci faccia?

Galot                             - Quando non si hanno degli armadi a muro nella propria camera non si ha la pre­tesa di avere un amante!

Valeria                          - E io sono forse andata a cer­carlo ?

Galot                             - Zitta...

Voce di Forbuche         - Siate buono. 120.000 franchi è una somma. Io non sono che un pic­colo speculatore. (Là voce si allontana).

Galot                             - (dopo un po') Ah, è proprio ben disposto il vostro appartamento!

Valeria                          - Meglio del vostro certamente.

Galot                             - Quella stanza da bagno che ha una gola porta!

Valeria                          - Non vi lamentavate poco fa.

Galot                             - Poco fa, vostro marito non c'era!... Quello che mi secca è d'essere obbligato ad aspettare che vostro marito si decida a sor­prenderci.

Valeria                          - Se credete che questo possa diver­tirmi!

Galot                             - Però ne impiega del tempo!

Valeria                          - Non perdete la pazienza!

Galot                             - Preferirei che tutto finisse subito. Ho dei crampi nelle dita dei piedi a forza di irrigidirle per non far rumore.

Valeria                          - Non avete messo le scarpe?

Galot                             - No. Sono nuove. Fanno un rumore spaventoso.

Valeria                          - Sedetevi.

Galot                             - Grazie.

(Si siedono con molta coni, punizione ognuno da una parte del letto).

Voce di Forbuche         - Ah, lo conosco il vo­stro compratore di Londra. Sareste in pen­siero...

Galot                             - Che cosa credete che farà vostro marito?

Valeria                          - Quando?

Galot                             - Quando ci troverà qui.

Valeria                          - Non sarà contento.

Galot                             - Sì, ma ci sono parecchi modi di non essere contento. Ci sono delle persone che non sono contente a colpi di rivoltella. Che cosa fa in questo caso, Forbuche?

Valeria                          - Non lo so.

Galot                             - Non vi ha mai sorpresa?

Valeria                          - Oh!  Ma ve l'ho detto: è la prima volta che lo tradisco.

Galot                             - Non vi chiedo di raccontarmi delle storie! Sarebbe interessante sapere come pren­de egli una cosa simile. Perché quando entrerà gli dovremo rispondere. Ci sono delle parole che possono esasperarlo?

Valeria                          - Ma non so niente!

Galot                             - Ah, si può proprio contare su di voi! !  Almeno sapete se è forte in fatto di armi ?

Valeria                          - Non credo. E poi, un uomo d'af­fari... il duello...

Galot                             - Sì, ma una cosa m'impressiona:  che egli sa ch'io non so battermi. Questo pài dargli il desiderio di battersi. Che...

Valeria                          - Ssst! (Si sente uno scoppio voci).

Galot                             - Forse se ne va senza entrare qui! B

Valeria                          - E' possibile.

Galot                             - Ah, che idea ho avuta!

Valeria                          - E io!

Galot                             - Infine: siete stata proprio voi sii avere questa idea. Siete stata voi ad attirarli nella vostra stanza da bagno!

Valeria                          - Attirarvi?

Galot                             - Attirato!

Valeria                          - Ah, ve lo giuro proprio che proponendovi di vedere la stanza da bagno eroi ben lontana dal pensare al male!

Galot                             - Si dicono tante cose!

Valeria                          - Oh!!!

Galot                             - Vi prego, non arrabbiatevi. Potreste far rumore. (Suono di voci). In ogni caso guardate a che cosa ci ha ridotti la vostra stanza da bagno!  A farci prendere al laccio dì Forbuche! Preso al laccio da Forbuche, io!

Valeria                          - Ebbene: e io?

Galot                             - Per voi e meno grave. Voi siete sua moglie, mentre io sono il suo socio.

Valeria                          - Ebbene?

Galot                             - Voi non avete che un affare in corso con lui. Io ne ho dieci. Perdo dieci volte più di voi arrabbiandomi con lui.

Valeria                          - Siete straordinario!

Galot                             - Mi sarebbe stato indifferente d'essere sorpreso da non importa chi, ma non da lui!

Valeria                          -   E' che sono sua moglie.

Galot                             -   Non oserò parlare più forte di lui nelle discussioni d'affari.

Valeria                          - Ma non pensate che agli affari

Galot                             - Non c'è che questo di serio nel vita!

Valeria                          - Ah! Trovate che l'infelicità di una donna...

Galot                             - Ssst!...

Voce di Forbuche         - Mi prendete per un altro. Non mi si inganna, caro mio!

Galot                             - Ah! che cosa ho fatto! Ci sonni tante persone che avrei potuto ingannare e JH scelto proprio lui!

Valeria                          - Grazie!

Galot                             - Voi dovevate forzatamente ingannarlo poiché siete sua moglie. Ma io! Niente mi obbligava!

Valeria                          - Grazie un'altra volta! Eravate più cortese poco fa!

 

Galot                             - S'intende! In viaggio sono cortesissimo; ma questo non mi impedirebbe di es­sere scortese se avessi un incidente di ferrovia. (Mostra la porta dello studio). Ed è arrivato l'incidente!

Le voci da lontano        - Seriamente, caro mio. Fatemi delle offerte più ragionevoli. Credo di essere ragionevole.

Valeria                          - Non finiscono di discutere.

Galot                             - Sì. La cosa diventa lunga. Ci sono dei venditori che sono terribili. Non so chi ci sia di là, ma...

Valeria                          - Che. supplizio!... (Pausa).

Voce                             - Cinque, centimetri di più per sca­tola. Vediamo. Lasciatemi calcolare.

Galot                             - Si direbbe la voce di Krassmeyer. No?

Valeria                          - Non la conosco abbastanza. (Ha preso il libro).

Galot                             - Leggete?

Valeria                          - Per aver pazienza.

Voce di Krassmeyer     - Quattro centimetri e mezzo e non parliamone più.

Galot                             - Sì. E' la voce di Krassmeyer. For­buche ha affari con lui?

Valeria                          - Non so.

Galot                             - Non mi ha detto nulla. Facevamo un affare tutti e tre. Ma... ma spero che, non sia quello che sta trattando in questo momento.

Voce di Forbuche         - Naturalmente, presen­tate la cosa in quella maniera...

Galot                             - (inquieto) Non è per il tonno?

Valeria                          - Che tono?

Galot                             - Tonno. Due enne. Pesce.

Voce di Forbuche         - E per la ottava scato­la...

Galot                             - E' quello, è quello! E' il mio tonno!

Valeria                          - Ssst!

Galot                             - Tratta il tonno senza di me!

Valeria                          -   Più basso, vi raccomando!

Galot                             - Ma si farà imbrogliare...

Valeria                          - Più basso!  Siete pazzo!

Q'AU                            - Tratta senza di me! Con Krassme­yer «, è di prima forza! Si farà imbrogliare! (Si alza).

Valeria                          - (vivamente) Dove andate?

Galot                             - Vado ad ascoltare.

Valeria                          - Il pavimento scricchiola!

Galot                             - Ma bisogna pure che io sappia. E' un affare enorme!

Valeria                          - Forbuche vi sentirà!

Voce di Krassmeyer     - Insomma, siamo o non siamo d'accordo a 120.000?

Voce di Forbuche         - Lasciatemi riflettere.

Galot                             - (fuori di se) E' pazzo, e pazzo!Tratta a 120.000!

Valeria                          - Ma tacete, dunque!

Galot                             - 40.00 franchi, sapete? Ci fa perde­re 40.000 franchi!

Valeria                          - Ma tacete!

Voce di Krassmeyer     - Vi faccio abbastanza concessioni!

Galot                             - Ah! se fossi là!

Voce di Krassmeyer     - Quattro centimetri e mezzo per scatola. E' ragionevole.

Galot                             - Ma no! (A Valeria). E' pazzo! Ac­cetterà!

Valeria                          - Siete voi che siete pazzo! Piùpiano!

Voce di Krassmeyer     - Ecco il contratto preparato...

Galot                             - Oh!... E non potete intervenire!

Voce di Krassmeyer     - Non c'è che da riem­pire il bianco.

Galot                             - Valeria! 40.000 franchi! Non posso lasciar compiere questa pazzia!

Valeria                          - Che?! Non penserete di uscire?

Galot                             - No... No... certo... ma...

Valeria                          - Amico mio...

Galot                             - Che cosa fanno? che cosa fanno?

Voce di Krassmeyer     - Non vi resta più che firmare, caro amico.

Galot                             - Sta per firmare! Sta per firmare!

Valeria                          - Vi prego...

Voce di krassmeyer      - Su, avanti, poiché siamo d'accordo!

Galot                             - (aprendo la porta) No, no, Krass­meyer, non siamo d'accordo.

Valeria                          - Ah!

Suono di voci               - Quattro centimetri per sca­tola! Permettete, Forbuche m'ha detto... Forbuche non sapeva. Quattro centimetri e firmiamo subito! Altrimenti non c'è nulla da fare. Siete una volpe vecchia... (Confusione. . Valeria è in scena inquietissima. Pausa, lunga. Poi la porta si apre. Appare Forbuche).

Forbuche                       - (con un gran gesto) Disgraziata! (Pausa). E io che stavo per andarmene con Krassmeyer senza sospettare di niente!

Galot                             - (è ricomparso timidamente) Ci gua­dagniamo 40.000 franchi.

Forbuche                       - (dopo un silenzio) Se almeno si fosse messe le scarpe prima d'entrare!...

FINE