Commedia in tre atti
di Arnaldo Boscolo
VENEZIA
Casa Editrice Giuseppe Scarabellin 1933 - XI
PROPRIETÀ LETTERARIA
Copyright by Arnaldo Boscolo.
Riservati tutti i diritti. La rappresentazione e la riproduzione per la stampa sono vietate a termini e sotto le comminatorie delle vigenti leggi. Per ottenere il diritto di rappresentazione, rivolgersi esclusivamente alla Società Italiana degli Autori e Editori - Roma.
Questa commedia venne rappresentata la prima volta al Teatro Argentina di Roma, da quella «Compagnia Stabile», la sera del 24 maggio 1917. - Interpreti principali : Ernesto Ferrero - Ernesto Sabbatini - Giulio Gemmò -Giovanni Bissi - Vittorio Campi - Giuseppe Brignone -Olinto Cristina - Giannina Chiantoni - Olga Magalotti -Dina Gemmò.
Ritengo che due parole di prefazione sul «CROGIUOLO» di Arnaldo Boscolo, mi competano di diritto.
Ebbi occasione di occuparmene, infatti, fin dal tempo della sua prima rappresentazione a Roma, quando i critici di professione, che hanno il compito di scoprire un'America al giorno, credettero di trovare in esso una troppo palese riminiscenza di «Elevazione» di Bernstein.
Potei allora, per amore del giusto, dimostrare con i documenti alla mano che «Elevazione» era di nascita posteriore al «Crogiuolo», e che pertanto, qualora si fosse voluta ammettere l'influenza di un autore sull'altro avrebbe dovuto essere il Boscolo ad ispirare Bernstein.
Evidentemente nemmeno di questo si trattava, ma di uno di quei fortuiti ed affatto rari incontri d'idea, per cui due diverse intelligenze, che si ignorano a vicenda, si trovano casualmente a marciare sulla stessa strada.
Il Crogiuolo è un lavoro ispirato dalla guerra, non presa nella sua cruda realtà contingente come avviene nel «Grande Viaggio», e nemmeno condotta attraverso i labirinti della psicologia combattentistica, che la smobilitazione e il ritorno alle abitudini ed ai piccoli interessi quotidiani rendono anacronistica, come in «Hector». No! La guerra nel Crogiuolo fa da sfondo, sfuma in una vicenda assolutamente normale ed umana, senza sopraffarla o deviarla.
Se è vero che esiste un teatro di pensiero è ben vero che esiste anche un teatro di cuore.
E a questo appartiene, per sua e nostra fortuna, Arnaldo Boscolo.
Il quale non intende il teatro come una palestra di astruserie, dove sia lecito od obbligatorio esibirsi in evoluzioni alla «sbarra fissa» della novità, ma come uno specchio sereno e fedele della vita d'ogni giorno, fissando nel quale i nostri poveri occhi di peccatori, sia possibile vedere noi e gli altri col volto che vorremmo avesse il mondo.
E se sia più utile ciò o quanto fanno i funambuli del pensiero... lasciamo che lo giudichino coloro che verranno.
CELSO MARIA GARATTI
Roma, Dicembre 1932 - XI.
PERSONAGGI
IL dott. CARLO VELLA
ELENA
ANDREA GALARDI
MARIA
LUCIO LANDI
AIMONE PROTTI
DINA PIOTTI
MONSIGNOR ANSELMI
DON ETTORINO
IL TENENTE FARONI
UN VECCHIETTO
UNA VECCHIETTA
SUOR LETIZIA
LISETTA
UN INFERMIERE
Atto I. - In casa dei dott. Vella, in una città in zona di guerra.
Atto II. e III. - A Villa Elena.
1916
ATTO PRIMO
LA SCENA
Salotto molto elegante in casa del prof. Vella, chirurgo primario all'Ospedale. Molto buon gusto. Mobili leggeri, fiori, ninnoli. Avanti, a sinistra, una piccola scrivania da signora. Lampadario al mezzo. È sera.
SCENA PRIMA.
ELENA - MARIA - poi LISETTA.
Elena
giovane e bella, aria molto seria e distinta, seduta sul divano sta rivedendo
una nota.
Maria
pure giovane e bella, un po ' «coquette», le sta alle spalle.
Elena
leggendo
«Operaie del Ricamificio Stella: 40 paia di pantofole per feriti, 60 pettorine, 50 passamontagna ». Poverette!... Mi diceva ieri il direttore che sacrificano giornalmente due ore di lavoro straordinario per l'acquisto della lana; senza contare il tempo che impiegano poi alla confezione degli indumenti.
Maria
Ed è già questa la loro quarta offerta.
Elena
E sono quasi tutte madri di famiglia con parecchi bambini da guardare.
riprendendo la lettura
«Giovanni e Pierantonio Caminesi e rispettive famiglie: Tre maglioni di lana makò a doppio petto, venti notes con lapis relativo, due pacchi giornali». Buoni questi!... In società cooperativa... Potevano aggregarsi anche le sorelle, i nipoti e qualche altro parente ancora... L'onere sarebbe stato minore!
Maria
Si dice che con l'industria delle fornaci di Lugnano abbiano guadagnato oltre mezzo milione.
Elena
Ed è appunto per ciò che sono in grado di acquistare i tre maglioni «makò » a doppio petto anziché ad un petto solo!... Andiamo avanti. «Nobildonna Lidia Miaselli Stratta: Dodici paia calzini, dodici ventriere, otto passamontagna».
Maria
E' venuta in persona alla Sezione quinta a scusarsi di non poter fare di più mancandogliene il tempo. Ha la casa sossopra per la partenza; vuole andarsene prima che si formi luna nuova
Elena
Per paura delle incursioni aeree, lo so. E non è sola. Dove va?
Maria
A Firenze. Un appartamentino modesto - ci disse - come si conviene alla gravità dell'ora.
Elena
Lungi dagli aeroplani e dai comitati di beneficenza che possono sollecitare certi... spontanei contributi e rilevarne l'esiguità.
Maria
Non si è troppo scomodata certo la contessa Lidia...; il curioso si è che all' interno di ciascun oggetto ha cucito un cartoncino col suo indirizzo e con preghiera ai beneficati di accusarle ricevuta. Per avere così un ricordo dei nostri bravi soldatini, dice lei...
Elena
O per conoscere il nome di coloro che dovranno serbarle gratitudine ed aver modo di farsi ringraziare?... Capirai... la beneficenza che si perde così nel gran mare dell'ignoto... Oh, ma del resto se tutto il male stesse qui!.. Sciocchezzuole... Sfumature...
Lisetta
dal fondo, reggendo un vassoio.
Dove posso mettere, signora?
Maria
Che sono?
Lisetta
I «petits fours»; li ha portati ora il garzone del Ducci.
Maria
Va bene; là sulla «consolle». I liquori?
Lisetta
Debbo recarli?
Maria
Sì. E sarà bene che tu porti la scatola de gli avana e una bottiglia di demi-sec.
Lisetta esce per rientrare poco dopo col vino e i sigari.
Monsignore e tuo marito sapranno farvi onore.
Elena
Sarà anzi una gara a chi saprà... « onorare» di più.
Maria
A che ora verrà Andrea?
Elena
E chi lo sa? Ritengo però che stasera, almeno per riguardo a te che l'hai invitato, vorrà prostrarsi meno scortese del solito...; se crederà che valga la pena di abbandonare il tavolo da giuoco per salutare chi va ad arrischiar la pelle per la patria...
Maria
Gioca sempre?
Elena
Dicono. E dicono anche che perda terribilmente...
Maria
Meno male che terribilmente guadagna....
Elena
Bella consolazione !...
Maria
In fondo non ti dovrebbe seccare...
Elena
In altri tempi forse no... e in altre condizioni di spirito. Andrea ha poco più di trent'anni, è forte, è sano; ed è qui che fa bella mostra del suo bracciale tricolore.
Maria
Non l'ha sollecitato.
Elena
Che importa? Ma non lo paga neppure come dovrebbe. Chi non dà oggi il braccio e il sangue dovrebbe dare il denaro, la fede, compiere un'opera illuminata e convinta comunque. Solo così, a mio avviso, si può acquistare il diritto di non arrossire di quel nastro... Andrea invece che sente? Che fa? Spiritualmente è uno scettico; sciupa del denaro al giuoco e dà del grano allo Stato; molto grano che lo Stato gli paga più di quanto gli pagherebbe qualsiasi privato.
Maria
Non esageriamo, via. Andrea ha fatto il suo dovere di buon cittadino. Egli ha dato e non poco all'assistenza civile; settemila franchi alla prima sottoscrizione, altri quattromila lo scorso mese, complessivamente...
Elena
Meno del guadagno ch'egli realizza in una settimana.
Maria
Sei severa con tuo marito.
Elena
alzandosi.
Non so essere indulgente con nessuno. Mi pare che qualsiasi indulgenza significhi oggi complicità.
Maria
Ma esageri certamente. Sei così aspra nei tuoi giudizi; sembra quasi che tu abbia lo spirito inacidito...
Elena
Hai ragione. Inacidito, come di chi si risveglia da un chiaro sogno ad una triste realtà. Come deve trasparire un vivo senso di esasperazione da ogni mia parola! ... Sono stufa e disillusa. Avevo pensato a tutt'altra cosa.... Alla vigilia della dichiarazione di guerra, allorquando la gente s'abbracciava per le vie, ubriaca di santi propositi, ebbi anch'io il mio quarto d'ora di piena illusione. Mi pareva che quella fiammata fosse soprattutto una fiammata di purificazione in cui si dovesse consumare ogni cosa frivola e vana, ogni miseria, ogni egoismo. Mi pareva che quelle voci calde d'entusiasmo ci richiamassero ad un concetto comune d'austerità a cui ognuno dovesse informare ogni suo atto e ogni suo pensiero. Solo a questo patto valeva la pena di buttarci nella spaventosa tragedia. E invece?... Guardiamoci oggi d'attorno, in casa, fuori, tra le persone care e tra le indifferenti. Quali sacrifici materiali e soprattutto morali furono compiuti? Chi può dirsi degno dei nostri soldati? Di veramente forti, di veramente puri, immutati ed immutabili non ci sono che loro!.... Ma al di qua della trincea?... La massa amorfa, ingorda, speculatrice, viziosa come sempre, con le sue poche eccezioni... Sai chi si deve mettere primo tra le eccezioni? Mio fratello. Solo quando posso fissarlo negli occhi che sfavillano e udire la sua voce sempre vibrante di fede, il mio spirito si rischiara. Felice te, Maria, che gli sei compagna!...
Maria è rimasta muta, a capo chino: un silenzio
Che hai?... Pensi ancora che esagero?...
Maria
imbarazzata.
No... hai ragione... è giusto ciò che dici...D'altronde se il mondo è così fatto...
Elena
Il torto è di coloro che sperano di vederlo cambiare. Hai ragione anche tu suoneria elettrica, fuori.
Maria
Suonano. Sarà Andrea.
Elena
Troppo presto ancora. Le nove appena.
Maria
Allora è Monsignore.
SCENA SECONDA.
DETTE e DINA.
Dina
dall'anticamera
Mio marito è qui?
Lisetta
sempre dall'anticamera
No, signora. Non si è visto.
Maria
sorpresa
Dina?!...
Elena
pure sorpresa
Che viene a fare qui? Sapevi?...
Maria
No. Sono stupita...
Dina
entra vivacemente; non più giovane mentre vuoi apparirlo; elegante d'una eleganza vistosa; espansiva d'una espansione caricata.
Maria cara!... Elena...
Maria
Dina, tu a quest'ora?... Sola?!...
Dina
Meravigliate. attonite, sbalordite?....
Elena
Infatti...
Dina
Infatti mio marito è stato oggi d'una asinità senza precedenti. Ma c'è bandi, vero? Lucio è qui!... Lo sento.
Maria
Sì, è qui
Dina
Ah, meno male! Respiro. Scusatemi eh, care; ma potevo lasciar partire senza un saluto il nostro miglior amico?.. Ebbimo un bell'attendere quest'oggi!... Lo si sapeva giunto stamane dalla scuola di Modena per ripartire domattina per il fronte. Si contava in una rapida apparizione nei soliti ritrovi... Alla mostra non s'è visto, al «Tea Room» neppure. Una delusione generale. Ma se gli altri... e le altre si rassegnarono a non vederlo, non volli rassegnarmivi io. Pregai mio marito di condurmi fuori stasera. Neanche a farlo apposta, non si fece nemmeno vedere a pranzo.
a Elena.
Sarà alle prese con tuo marito pel solito maus. Così mi feci animo e uscii sola. Un'impresa però; con questo buio... Ci salvano dal pericolo degli uccellacci notturni ma ci fanno arrischiare il naso contro le colonne dei portici. Non una carrozza, non un'automobile pubblica… Che brutta cosa la guerra!...
Elena
Già. E come avesti l'ispirazione di venir diritta qui a cercarlo?....
Dina
Facilissimo. Dove avrebbe potuto trascorrere la sua ultima sera di libero cittadino?… Chiusi i teatri, chiusi i ritrovi mondani….. Il dottor Carlo è sempre stato il suo migliore amico... il suo maestro, si può dire...
Maria
Infatti... Sono di là chiusi nello studio. Carlo si è assunto di curare la pubblicazione dei suoi ultimi versi.
Dina
Ah! «I fiori della steppa». Divini! Lucio è nel periodo aureo; nel suo massimo fulgore intellettuale. Non vi pare? Peccato ch'egli vada ora ad arrischiare la vita sul campo.
Maria
Compie un dovere...
Dina
E' doloroso però. Per me alla guerra ci dovrebbero andare soltanto gli inutili. Mio marito, ad esempio. Ne ha una paura maledetta; ma che ci sta a fare egli qui? Mentre Lucio Landi....
Elena
Va considerato fra gli utilissimi; è il poeta da salotto che più piace alle signore; che più ne solletica lasensualità...
Dina
Elena?... Mi hai tutta l'aria di non condividere interamente la uria opinione....
Elena
Non la condivido affatto, figliuola cara. Se Landi deve patire, lascialo partire in pace; il mondo non crollerà.
Dina
E' un'eresia. Pensa; s'egli ti sentisse!...
Elena
Non tue ne farebbe una colpa, se egli è veramente quell'uomo superiore che ama apparire. E' troppo vasta la tragedia perché ci si possa disperare alla sorte dei piccoli attori che si sperdono in essa.
Dina
È strano però...
Elena
Strano?
Dina
Sì, dico,... mi parrebbe - bada, è una mia impressione personale - mi parrebbe che il Landi non dovesse apparire agli occhi tuoi come il piccolo attore la cui azione svanisce nella vastità del dramma. Il passato - sempre a parer mio - non si dovrebbe dimenticar.
Elena
Che vuoi dire?
Dina
Nulla che possa offenderti o toccare soltanto la tua suscettibilità. Dio me ne guardi!….. Ma eravate così spiritualmente intimi un giorno... Ricordo le famose discussioni al «circolo artistico»; le idee di Lucio erano le tue… e con quale ardore vi difendevate l'un l'altro!... La vostra simpatia intellettuale era così viva!... Vi fu anzi un'epoca, se ben ricordo, che si parlò d'un probabile vostro fidanzamento....
Elena
E fu in quell'epoca appunto che ebbe fine la nostra... simpatia intellettuale, come tu dici. I sentimenti cozzarono con le idee.
Dina
Ad ogni modo....
Elena
Ad ogni modo ti prego di tralasciare questo discorso che potrebbe dispiacere anche a Landi. E tu non sei venuta qui per recargli dispiacere, immagino...
Dina
Oh! Figurati!... Ti chiedo scusa anzi...
Elena
Niente scuse; non è il caso.
Maria
per troncare
Siamo in attesa anche di Andrea e di Monsignore Anselmi.
Dina
Monsignore?!... Viene Monsignore?...
Elena
Un prete poco mondano, certamente. Ma non temere, non ti domanderà conto della tua poca assiduità alle pratiche religiose.
Dina
Starebbe fresco!...
SCENA TERZA.
Il dott. CARLO - LUCIO e DETTE.
Carlo e Lucio vengono da sinistra, primo uscio. Carlo non ha ancora cinquant’anni, ma ne dimostra di più; i capelli brizzolati. Lucio, in tenuta da sottotenente di fanteria, è un bel giovane; accuratamente raso; capelli lunghi; un po' d'affettazione nel portamento e nei gesti.
Carlo
Scusatemi, eh! Seduta un po' lunga...
avvertendo Dina
Oh, chi si vede!
Dina
Buona sera professore...
Lucio
Donna Dina...
Dina
Stringendogli forte la mano.
Per voi, Lucio! Sono qui per voi!...
a Carlo
Non se n'ha a male, professore?
Carlo
S'immagini!... Ci sono abituato. Da me vengono soltanto quando hanno bisogno di farsi scorticare.
Lucio
Vi ringrazio profondamente del pensiero gentile; e mi sento un pochino mortificato. In fondo è una piccola lezione....
Dina
Perché?... Noo!.
Lucio
Sarebbe stato mio dovere venirvi a salutare tutti, miei buoni amici; ma se sapeste.... Giunto stanane da Modena, appena il tempo di riordinare alcune cose…..
Dina
So, so tutto!... Immagino. Niente scuse. Un uomo che parte per la guerra sta al disopra di ogni giustificazione. Poiché partite, vero? Non è un triste sogno?
Lucio
Domattina. Debbo raggiungere il mio posto.
Dina
Dove? In quale settore?
Carlo
Oh sì, che glielo vanno a dire prima!....
Dina
Peccato! Potervi seguire almeno col pensiero sulle balze nevose del Trentino o sul terreno rossastro del Carso!...
Carlo
Sapere insomma almeno di qual colore si sporcherà il vestito.
Dina
Taccia lei, insolente. Non può arrivare a certe sfumature...
Carlo
ridendo.
Oh, ci arrivo!
Lucio
Se ci tenete, avrò modo di farvelo sapere eludendo la censura. Vi manderò qualche verso accennando o al candore.. o alla porpora. Capirete.
suoneria elettrica, fuori
Dina
Bravo. E al ritorno mi porterete qualche trofeo di guerra. Sono un'arrabbiata collezionista, lo sapete. Non vorrei che foste il primo a scordarvene. Tutti i miei amici se ne ricordano; persino quello sventato di Lazzari che dal suo recente viaggio in Africa m'ha portato un mezzo museo; anelli di zulù, denti di coccodrillo, una lancia, due corna d'antilope..
Carlo
Chissà dove sarà andato a comperare tutta quella roba!...
SCENA QUARTA.
LISETTA - Monsignore ANSELMI e DETTI.
Lisetta
dal fondo a Mari
Signora, c'è Monsignore.
Carlo
avviandosi al fondo
Oh, Monsignore...
tutti si alzano.
Monsignore
sulla soglia
Fermi, fermi, fermi. Buona sera. Oh, quale lieta sorpresa!... Il poeta Landi?
Lucio
Il soldato Landi, dica, Monsignore.
Monsignore
Poeta-soldato, come le più belle figure del nostro risorgimento; i precursori della terza Italia.
gli stringe la mano
Donde esce lei?
Lucio
Dall'officina, Monsignore,, dove si temprano le energie valide in quest'ora; e ci si reca al fronte.
Monsignore
Ah! Bravo. Le mie benedizioni l'accompagnino, figliuolo. Ella, quantunque spirito deliberatamente scettico, non vorrà ricusarle. Serva in ogni caso l'intenzione... e il cuore.
Lucio
La ringrazio.
Carlo
Oh, in quanto a cuore Monsignore Anselmi ne tiene per tutti i ricchi della regione; e ne sa usare.
Monsignore
Ella dottore, come maestro in opere di pietà, è in grado di giudicare. E il suo giudizio mi lusinga.
Carlo
scherzoso
Non vuol darmela mai vinta, vero? Venga, venga avanti monsignore. S'accomodi qui presso mia sorella.
Monsignore
Volentieri. La buona fata delle nostre opere di provvidenza civile.
Dina
Che s'era tenuta un po ' in disparte
Monsignore...
Monsignore
Oh!.. Anche lei qui?... Brava!.. Sempre sana, sempre florida...
Dina
Grazie al cielo, Monsignore...
Monsignore
E suo marito?
Dina
Sta bene, grazie.
Monsignore
Niente sotto le armi?
Dina
È del '79; non hanno ancora richiamato la classe; ma ne ha una paura... È il suo incubo.
Carlo
Accusa già fin d'ora certi disturbi...
Dina
Non è una tempra d'eroe.
Monsignore
Me n'accorgo.
cambiando.
E così, professore, mi sembra che la serata sia poco opportuna per parlare delle cose nostre. Se avessi saputo...
Carlo
Perché? La presenza di Landi non ci deve turbare. È bene anzi che un soldato parta con la coscienza di quanto si compie nelle retrovie.
Lucio
Qualche complotto?
Carlo
Tra me e Monsignore; scienti e consenzienti Elena e Maria. Peccato, Monsignore, ch'io non abbia alcuna buona notizia da comunicarle. Non ho ancora potuto parlare ad Andrea; in questi giorni ho dovuto fare la spola da un ospedale all'altro. Bisogna cogliere il momento opportuno. E' un tipo così originale....
Monsignore
E non ci sarebbe altro mezzo?... Che so... Che ne pensa la nostra buona signora Elena?
Elena
Monsignore, capisco ciò che vuol dire. Se ne parlassi io sarebbe un fiasco. Ci siamo uniti apposta per non intenderci. Direbbe no per partito preso. E a me, come a lei, preme invece che sia sì; e un sì incondizionato; senza restrizioni.
Monsignore.
Oh! Mi dispiace di aver involontariamente provocato una confessione tanto dolorosa... Le chiedo scusa...
Elena
Per carità.
Dina
raggiungendo Maria che s'è recata alla consolle per apprestare i dolci e i liquori.
Posso aiutarti?
Maria
Se ti fa piacere.
Carlo
molto espansivo
Sai, Landi, si tratta d'un grande progetto che io e Monsignore abbiamo concepito qui e qui maturato.
indica il cervello e il cuore.
Pensiamo ad un nuovo ospedale nostro; dico nostro perché creato e retto da noi, in rispondenza ad un concetto particolare sorto dalla quotidiana prestazione dell'opera mia in ambienti e con metodi che male si adattano alla bisogna. Avremmo di già raccolto noti indifferenti appoggi materiali e morali...
Monsignore
Lavorando non poco; convincendo, minacciando, quasi estorcendo...
Carlo
Sia pure, pur di riuscire; ma... c'è un ma. Ci manca forse il più; il locale.
Elena
Ossia, il locale ci sarebbe, ma non sappiamo che ne pensi in proposito il suo legittimo proprietario.
Lucio
Villa Elena!...
Carlo
Appunto. Si pensava alla villa di mio cognato. Attualmente Elena, dovendo prestare la sua opera d'infermiera qui all'Ospedale Territoriale, non l'abita più. Non sarebbe un peccato non poter approfittare d'un tale incanto? Villa Elena sembra creata allo scopo... Il parco, il fiume, l'impianto recentissimo del termosifone e del bagno...
Monsignore
E tutto quel sole, tutto quel verde...
Maria
interrompendo
Scusi monsignore; un bicchierino di «cordon rouge» o di «prunelle»?
Monsignore
Grazie figliuola. Niente liquori; piuttosto una tazza di caffè.
Carlo
E un mezzo bicchiere di «demi-sec». Vero, Monsignore? Per farci compagnia.
Monsignore
Grazie. Il buon vino offerto con cuore schietto non si rifiuta.
Maria
Lei, tenente?
Lucio
Grazie. Una tazza di caffè.
Maria
Tu Elena?
Elena
Non prendo nulla. Grazie.
Maria
Proprio? Un goccino di «Grand Marnier»?
Elena
No. Non ne ho voglia.
Dina
A me le «trois etoiles». Voglio mascolineggiare.
Maria ritorna alla consolle
Lucio
E così, credi che Andrea acconsentirà?
Carlo
E' un misantropo; e come tale non ha entusiasmi. Ma di tanto in tanto liscia balenare qualche tratto di generosità sotto la scorza rude del suo temperamento. Chissà...
Monsignore
Noi non disperiamo, ecco.
Carlo
Una volta superato questo scoglio ne incontreremo forse un secondo. Una certa riluttanza da parte dell'autorità militare ad accogliere delle innovazioni che tendono in fondo a rivoluzionare un metodo. Bisognerebbe avere qualche valido appoggio presso la Commissione sanitaria centrale.
Lucio
Presso il colonnello Amadori, ad esempio, che ne è il Presidente.
Carlo
Magari!...
Lucio
Sono intimissimo del figlio, tenente Giulio; studiammo insieme all'Università. Ora è qui all'Intendenza Generale. Vuoi una mia calorosa parola di raccomandazione.
Monsignore
Può tornar utile, certamente.
Carlo
Ancora domani vado a pescarlo.
Lucio
alzandosi
Dove posso scrivere?
Maria
che viene con la tazza per Monsignore, accennando la piccola scrivania di sinistra.
Guardi, Landi.
Lucio
Grazie.
va alla scrivania e s'accinge a scrivere.
Maria
Monsignore, quanti pezzi?
Monsignore
Due soltanto, in omaggio ai decreti sulla politica dei consumi.
Carlo
Il mio patriottismo si estrinseca invece diversamente: bevo meno caffè colla solita quantità di zucchero.
suoneria elettrica, fuori
Elena
col vassoio dei dolci
Monsignore, un petit four?
Monsignore
Ah! Ah! Lei vuol farmi commettere un peccato di gola... Uno solo, grazie.
Maria
recando la tazza a Lucio
Le va bene così?
Lucio
Bene, grazie.
sottovoce, rapidamente
Bada.
porge un biglietto a Maria che lo fa sparire nella manica della camicetta.
Maria
pure sottovoce, intensamente.
Lucio! Lucio! Tu te ne vai. Che farò io con questa angoscia nel cuore?...
Lucio
c. s.
Zitta!... Viene tua cognata.
Elena
subito avvicinandosi
Lei, tenente, un petit four?
Lucio
Grazie.
si serve; poi si alza e va a consegnare lo scritto a Carlo.
SCENA QUINTA.
DETTI - ANDREA - AIMONE PIOTTI.
Andrea Galardi e Aimone Piotti vengono dal fondo. Andrea piuttosto rude, senza alcun tratto raffinato; porta il bracciale tricolore. Aimone è d'una eleganza di gusto discutibile; scarpe di copale con gambetto bianco, guanti vistosi; molto vivace per le copiose libazioni.
Aimone
sull'uscio
Arriviamo in tempo per le briciole? Oh anche monsignore Anselmi!... Buona sera, monsignore.
Lucio
andando a stringere la mano ad Andrea.
Ciao Galardi.
Aimone
osservando Lucio da testa ai piedi.
Bello! Bello! ...
porgendogli la mano
D'una bellezza... trascendentale. Congratulazioni.
a Maria ed Elena
Le due vezzose signore... le abbraccio col pensiero.
Dina
venendo dalla consolle con altri dolci.
E io?
Aimone
Toh! Guarda chi si vede! Mia moglie. Presa così alle spalle l'avevo scambiata per la cameriera.
Dina
Sarà la forza dell'abitudine.
Aimone
Con chi sei venuta?
Dina
Sola. Dal momento che tu non ti sei scomodato per venirmi a prendere.
Aimone
E non avesti paura?
Dina
Paura di che?
Aimone
Se qualche armigero ti rapiva!...
Dina
In tal caso, peggio per te.
Aimone
Mi piace.
a Lucio
Bravo Landi, a proposito, hai sentito dir niente tu a Modena del prossimo richiamo di altre quattro classi?
Carlo
sottovoce a Lucio
Digli di sì.
Lucio
Non a Modena soltanto. Se ne parla ovunque. Pare che il decreto sia imminente.
Carlo
Saresti compreso anche tu?
Aimone
Purtroppo, cari amici.
Monsignore
Purtroppo?!...
Aimone
Oh, non per me sa!... Non sono un pusillanime, monsignore. È il pensiero della famiglia che fa male.
Carlo
Se non ha figli!...
Aimone
Ma ho moglie. È per lei. Dina, ne son certo, morrebbe d'apprensione.... Vero, Dina?
Dina
Oh Dio!.... Morire proprio no...
Aimone
Ma staresti male certamente.... Sei così sensibile!.... Meglio non pensarci.
agli altri
Per caso, sapete, per caso mi vedete qui stasera! Andrea mi promise che si sarebbe assentato dal club per pochi minuti; per timore che non mantenesse la parola, gli amici vollero mettergli qualcuno alle costole: e scelsero me. Un bell'onore, vero?
a Maria che gli porge il cognac.
Grazie. Ricorda i miei gusti.
Maria
Non vuole?...
va a riporre la bottiglia sulla scrivania.
Elena
ad Andrea, severa
Almeno questa sera potevi rinunciare. Ti sarebbe costato così poco...
Andrea
Sarebbe stata la prima volta. E certe abitudini è bene non prenderle mai.
Elena
Come sei cortese!...
Andrea
Mi conosci da oggi?...
Carlo
intervenendo
Lascia andare, Elena. Bisogna accontentarci. È già tanto che Andrea abbia fatto questa apparizione in casa mia. Io gliene sono grato; e anche Lucio apprezzerà questa sua attenzione.
Lucio
in gruppo con gli altri, quasi senza volgersi.
Certamente.
Andrea
piano a Carlo che; li si è avvicinato.
Oh, che gli hai fatto venire anche il prete? Bada, è di cattivo augurio. Sembra gli vogliate raccomandare l'anima!...
Carlo
serio
Andrea; non puoi davvero trattenerti una mezz'ora?
Andrea
Farei cattiva figura e non ne sono avvezzo. Del resto la mia compagnia può interessare così poco qui....
Carlo
Ti accompagno allora. Potremo parlare strada facendo.
Andrea
Devi parlarmi?
Carlo
Sì.
Andrea
Cose serie?
Carlo
Secondo.
ad Elena
Elena scusa; vuoi avanzare quei bicchieri?
Elena reca lo champagne
Aimone
Signora Maria, a me un altro goccio di «trois etoiles» prima di guastarmi la bocca con lo champagne.
Maria lo serve
Grazie.
Carlo
stappa la bottiglia e mesce ; alzando il bicchiere.
Alla fortuna di Lucio Landi!
Monsignore
E delle armi nostre!....
Lucio
Alla vittoria!...
Aimone
E alla pace; che sia molto vicina!
dopo aver bevuto
Oh! Avete sentito? Un ottimo bollettino anche stasera. Un altro balzo in avanti, due nuove quote strappate al nemico....
Carlo
Bene!...
Andrea
E s'incomincia già col solito strombettamento. Testate di giornali a caratteri grossi così; e paroloni ancora più grossi dei caratteri.
Carlo
Via, Andrea; non voler apparire più scettico di quanto tu sia.
Aimone
È una posa, sai; non ci badare.
Elena
Sei edificante!...
Andrea
Sono coerente, vorrai dire. Chi di voi m'ha visto fare lo scalmanato per le piazze? Né prima, né dopo. Vivo nella realtà e non mi lascio prendere da ubriacature di sorta.
Monsignore
Pungente
Eppure - se non m'inganno - la realtà non è poi stata tanto crudele con lei, signor Galardi.
Andrea
Mi preoccupo di me stesso meno di quanto ella creda, monsignore. Ma la fede non è un articolo che si trovi sul mercato.
Monsignore
alzandosi a Carlo
Professore... sono dolente di dover lasciare questa eletta compagnia, ma è già tardi.
Andrea
Sono io che la faccio scappare, monsignore?
Monsignore
Noo!... Le pare?... Sarei un prete ben poco degno del mio ministero, se così fosse. Domattina all'alba devo essere in piedi.
gli stringe la mano
Carlo
Usciamo anche noi, monsignore.
Aimone
a Dina
Tu che fai?
Dina
Vengo con te.
Aimone
Ci mancherebbe altro!
Dina
Allora accompagnami a casa.
Carlo
Tu Elena, scendi con noi, o vuoi che ripassi fra poco a prenderti?
Elena
Grazie, Carlo; rimango, per ora. Tengo compagnia a Maria.
Maria
Ma se credi...
Elena
Non mi disturba sai; non ho sonno. Ti attendo qui, Carlo.
con intenzione
E... buona fortuna.
a Lucio
Landi, l'augurio più vivo. Che possa tornare sano di corpo... e di spirito.
Lucio
Grazie, signora.
Maria
Speriamo rivederci presto.
Lucio
Speriamolo. E grazie di ogni cortesia.
Maria
Monsignore...
s'avviano per accompagnarlo.
Monsignore
No, no, no.... ferme, ferme. Buona sera.
Dina
Ciao, Maria. addio Elena. Domani t'attendo al Comitato.
Convenevoli tra Maria, Elena, Dina e Aimone. - Escono tutti dal fondo. Rimangono in scena Maria ed Elena. Maria suona il campanello.
Lisetta
dal fondo
Signora?
Maria
indicando i bicchieri e le tazze.
Porta di là. Poi spegni, e va pure a letto.
Lisetta
Eseguisce
Buona notte, signore.
esce dal fondo
SCENA SESTA
ELENA e MARIA.
Elena
È bene che tu l'abbia mandata a dormire. Sai perché ho deciso di rimanere?... No?...
risolutamente
Dammi quel biglietto che t'ha passato il Landi
Maria
colpita in pieno
Eh?! Che ti prende?...
Elena
Sì, sì; fissami, fissami bene negli occhi; vi leggerai tutta la mia risolutezza. E non negare, sai, non negare; tanto sarebbe inutile.
Maria
quasi sfidandola
Mi hai spiata?
Elena
E non da oggi soltanto. Sono stata mille volte sul punto di affrontarti. Ma ho saputo trattenermi; anzitutto perché mi ripugnava rimestare nella vostra miseria; in secondo luogo perché speravo che potessi capire da te stessa la mostruosità della cosa e riprenderti; infine perché contavo sulla guerra che presto o tardi si sarebbe incaricata di strappartelo di dosso. Sospettavo fin da Riccione dove vi servivo da comodo paravento; ho saputo meglio ora che ti facevi scrivere da Modena all'indirizzo della mia cameriera poiché la tua, poppo fedele a tuo marito, non si sarebbe prestata. Ed avesti tatto nello scegliere!... Colei conosceva bene il suo mestiere. Ma faceste i conti senza di me, però, che stavo all'erta. Guarda: giusto stamane sono riuscita a sorprenderla e a strapparle una lettera in cui ti annunciava la sua venuta e rimpiangeva le dolci ore di Riccione! Questo ancora non lo sapevi. Nega, ora.
Maria
Non nego, ma non ti riconosco il diritto di entrare nelle cose mie intime e giudicarmi; specie sapendo a quali mezzi volgari tu sia ricorsa.
Elena
Ah! davvero che raggiungi il colmo dell'impudenza!... Naturale, del resto. Se è tutto un giuoco d'audacia il vostro!... Anche stasera, qui, in casa sua, sotto i suoi occhi, approfittando del suo spirito aperto e ospitale!... Gli davate la pugnalata nella schiena col sorriso sulle labbra!.... Come due assassini!... Peggio che due assassini!... Sì, perché l'assassino affronta il suo uomo, non nasconde la sua qualità, si espone comunque ad un pericolo... Ma voi, no; voi venite qui con la maschera sul viso; chiacchierate, sorridete, v'impancate talvolta a paladini della morale e del patriottismo e, mentre solleticate la vostra vittima in ciò che ha di più caro - il suo sogno di idealista - lo colpite alle spalle in ciò che ha di più sacro - l'onore! - Si può andar oltre questo segno? Ora basta.
Maria
Rallegrati!... Ti sei scelta un bel mestiere!
Elena
Bello o brutto, io difendo l'onore e la felicità di mio fratello che è un grande galantuomo; e difendo così anche l'opera che è del suo cervello e del suo cuore e che, per vostra congiura, minaccerebbe di naufragare. Pensi che sia ignobile?
Maria
sarcastica
No. Penso che trovano forse ragione, in tutta questa faccenda, le frasi pronunciate da Dina, poco fa.
Elena
con uno scatto
Ah, no, sai! Non mi tocchi! Vorresti dire che io t'ho spiata per gelosia?! E che è per gelosia o per rappresaglia che ti sbarro oggi la strada?... Che certi amoretti d'adolescenti si riaccendono più tardi, specie quando la donna è sposa, e non corre quindi più il rischio dell'abbandono alla ventura?... Tutto questo vuoi dire, vero? Pari il colpo attaccando. Non mi tocchi!
marcando le parole
Può esservi forse un atto di rappresaglia, di tardiva rivincita, ma non da parte mia.
Maria
ansiosa
Spiegati.
Elena
Non ho altro da dire a questo proposito.
Maria
Dato che ti ci sei messa... Precisa.
Elena
Non ho nulla da precisare, ti ripeto.
Maria
Troppo comodo!.... Vorresti dire a tua volta che il Landi è ricorso alle mie grazie perché respinto da te?...
Elena
Sei perspicace. Precisamente questo, giacché l'hai capito subito.
Maria
Ah! Mentisti!...
Elena
Potrei dartene le prove anche, ma non me ne curo. Landi ebbe da me il fatto suo e la sua vanità di pseudo-letterato deve averne sofferto atrocemente. Questo è positivo.
Maria
sempre più vibrante
Mentisci! Mentisci!... Ah come sei cattiva!... Tutte, tutte le armi impugni per colpirmi!... Anche questa, ora!... La più assurda!... L'avevi studiato bene il tuo piano di aggressione!... Che hai appreso tu dalla tua sottile opera di spionaggio e dalla voce spaventata d'una cameriera caduta nella trappola?... Che Landi mi ama; questo, questo solo; e ti basta. Ma non hai certo saputo di che genere, di quale elevatezza, a quale intime ragioni sentimentali fosse dovuto il mio amore per lui e il suo per me!... Sai che ho un amante; e ti basta per crederti in diritto di aggredirmi; e per farlo scegli il momento meno opportuno. Aspetti di parlare proprio ora in cui l'amore si risolve in una forza viva per chi parte... sì, la forza di compiere il suo aspro dovere... di combattere, e, forse, morire... ; e per chi rimane... nel coraggio di vivere le ore grigie dell'attesa. Ti intrometti nel momento in cui meno è posta in pericolo la reputazione e la felicità di tuo fratello; e vuoi distruggere questa nostra forza avvelenandomi lo spirito, cacciandomi questo assillo nel cuore: «E' il rifiuto di mia cognata! E' venuto da me per vizio, per disillusione, per rappresaglia! ...» Ah, via!... Non penserai che sia nobile anche tutto questo!...
Elena
senza troppo alterarsi
Tu parli come una dissennata; ma non riesci per ciò a mutare la realtà delle cose. Landi aveva cercato in me quel conforto alla sua solitudine spirituale che tu gli hai prodigato. Ed io l'ho respinto. Non so se per fierezza, per disgusto o per virtù. Ma ciò non conta. Quello che è certo si è che io, forse più di qualunque altra, avrei potuto aspirare alle attenuanti se avessi cercato altrove quella felicità che m'era negata in casa mia. Il dissidio di gufi, di sentimenti, di tendenze tra me e mio marito è così chiaro... ne ci siamo mai curati di nasconderlo... Ma tu? Tu vivi in una atmosfera d'amore e di devozione, accanto ad un uomo che t'ha conosciuta giovanetta, quasi agonizzante in un letto d'ospedale... e ti vide nascere a poco a poco per virtù delle sue mani... e non si ricorda mai nella vita delle tue umili condizioni d'un giorno, ma soltanto d'una cosa: che sei la creatura sua perché rifatta da lui, spirito e corpo. Ed è di questo grande amore, è di questa devozione che tu fai scempio ora!...
Maria
rimane sopraffatta; ma si riprende subito.
Tu parli così perché non vedi oltre... Il tuo affetto di sorella ti fa velo... Che hai saputo tu dei rapporti sentimentali tra me e mio marito?
Elena
Tutto... all'infuori della frode che mi si rivela soltanto ora, piena, rivoltante; e che mi fa paura. Ma Carlo è fidente, è tranquillo, alcun affanno lo opprime; se fosse infelice me lo direbbe; nulla sa tacermi.
Maria
Lui sì; ma io? Credi che sia sufficiente per una donna giovane, che sente la vita martellarle ai polsi, avere per marito un uomo che tutti chiamano l'apostolo? Carlo si occupa forse troppo dei suoi ammalati e troppo poco della mia giovinezza che ha bisogno d'espandersi. A tavola, a passeggio, a teatro, ovunque, sempre i suoi soliti discorsi... la sua fede, il suo apostolato! Non sono una eroina io o, semplicemente, una superdonna!... Il giorno in cui ho trovato un uomo che mi parlava con altre parole mi sono sentita diversa...
Elena
E cadesti!
Maria
Ma i miei venticinque anni al cospetto dei suoi cinquanta basterebbero a giustificarmi... Il suo amore!?... la sua devozione, come tu dici?... Ah davvero che una siffatta devozione può riuscire esasperante!
Elena
violentissima
Maria! ! Così tu parli di lui?! Di chi ti salvò la vita e te la rifece?!
una pausa; profondamente.
Bisogna proprio dire che tu abbia smarrito ogni senso morale!...
Maria
Sei tu che mi stordisci con la tua violenza... Mi hai colta... io non so...
una crisi violenta è in lei, e si risolve in uno scoppio di pianto convulso.
Perdonami!... perdonami!...Non so più quello che mi dico... Mi sembra d'impazzire!...
riprendendosi a poco a poco.
Sì... sì.. sono stata cattiva... sono stata sconoscente... Non badare alle mie parole...; fu il dispetto... fu l'ira di vedermi colta...; ma anch'io, sai, anch'io... ho guardato tante volte la realtà in faccia... ed egli mi appariva sempre più in alto... sempre più in alto!... Perché non mi hai ripresa prima d'ora?... lo non so... io non so... Sorreggimi tu, Elena!... Sorreggimi tu...
Elena
prendendole il viso tra le mani e alzandoglielo per fissarla negli occhi.
Sei sincera?... Guardami.
una pausa, pacatamente
Ti credo. E non domando di meglio che essere la tua iniziatrice. Dimentichiamo le parole aspre... Bisogna riedificare...; ma con fermezza di propositi. Dà ora tutta te stessa a qualche sentita opera di carità. E' la prova migliore... Ma non come facesti finora e come fanno cento altre; per la moda corrente di appartenere a un comitato o d'indossare una veste bianca di carità... Corpo ed anima! Affrontando ogni sacrificio ed ogni repugnanza... La gioia che ne deriva, credi, ne franca la spesa...
con maggior dolcezza
Pensa...; forse in questo momento Carlo sta parlando ad Andrea di quel suo grande progetto... Pensa; se riuscisse? Come non avrebbe egli bisogno di noi? E come non attenderebbe egli il moto spontaneo dell'animo nostro?... Dell'animo tuo, specialmente?... La provvidenza dispone talvolta a momento opportuno... una pausa ; tranquillamente.
Vuoi ora darmi quel biglietto?
Maria
un attimo di esitazione, poi glielo porge macchinalmente.
Elena
dopo averlo scorso
Ah!... Ah!... Nichette. Anche qui, come nella lettera, un nomignolo grazioso... Ti dà appuntamento per domattina alla stazione di Porta Nuova. Il saluto della staffa... Ti raccomanda di custodire gelosamente le sue lettere e i suoi versi...
pausa
Ci andrò io domattina colà.
ad un moto di Maria
No, non temere...; guardami. Mi credi ancora capace di parole aspre? Partirà forse anch'egli più sereno dopo il breve colloquio... E tratterrò quella lettera.
a un nuovo moto di Maria.
Puoi sospettare che?... Non me ne servirò; ne hai la mia parola.
mostrando il biglietto
Del resto... basterebbe questo. Potrei servirmene in tin solo caso... Tu mi tallisci... Ed è bene che tu ti lasci iniziare sotto l'incubo d'un possibile ricatto. Esci ora da una crisi di spirito assai dolorosa... Poi, una volta «en route», saprai camminare da te, guidata dalle tue risorte virtù morali. Va bene così?
Maria
umile
Tutto quello che vuoi tu... Ma non mi abbandonare, Elena; io sono esausta. Comprendi il mio stato d'animo...
Elena
Ti starò vicina.
cambiando
Ma guarda un po' s'io avrei mai pensato di divenire un giorno la tua precettrice!... Non me ne sarei riconosciuta l'abito...
sollevandole nuovamente il viso.
Ma non piangere più ora...
in ascolto
Taci...; asciugati gli occhi, presto; è qui Carlo.
SCENA SETTIMA
CARLO e DETTE.
Carlo
di fuori con l'entusiasmo nella voce.
Elena!... Maria!...
entrando dal fondo
Vittoria, sapete! Vittoria!...
Elena
Davvero?!.. . .
Carlo
Sai come mi ha risposto Andrea? Con una frase che sembra sgarbata ma che per me vale un milione. «Se non è che questo - mi disse - serviti pure. Se hai bisogno d'adattamenti, di materiale nuovo, rivolgiti ai miei fornitori. Hai carta bianca... purché io non ci debba entrare...» - Carta bianca! - capite? - carta bianca!... Per poco Monsignore non l'abbracciava in mezzo alla via!...
Elena
Come sono contenta!...
Carlo
Eh, lo credo!... E tu, Maria?!... Che hai?
Maria, appoggiando la testa sulla spalla di lui, non sa reprimere un singhiozzo.
Maria?!...
Elena
È commossa. Sarà la più umile e la più valida tra le tue infermiere. Se re parlava poco fa.
Carlo
trepido
Tu, Maria?... Tu?... E pensi fin d'ora alla forza d'animo che ti vorrà per resistere?... Per questo le tue lagrime? Saprai vincerti, vedrai, mia piccola Maria... Saremo due forze in una.
La accarezza amorevolmente e la bacia sui capelli.
Oh! E' tardi...; a letto, piccola mia. Accompagno Elena.
ad Elena
Sarai stanca anche tu, immagino.
Elena
Tanto, sì.
Carlo
Anch'io, sai. Dalle sei che sono in piedi. E domattina daccapo.
Maria
con voce tremula
Buona notte, Carlo.
Carlo
A fra poco, cara.
Maria
Buona notte, Elena…..
Elena
Buona notte, Maria.
con intenzione
Dormi tranquilla.
Maria
dopo un poco; lentamente.
Vuoi darmi un bacio?...
Elena la bacia
Buona notte.
esce a sinistra
Carlo
che l'ha seguita dolcemente con lo sguardo; scrollando il capo.
E' una bambina!...
s'avvia con Elena al fondo.
Sipario.
ATTO SECONDO
LA SCENA
Villa Elena - Salone al secondo piano; si scorgono al fondo, attraverso un 'ampia vetrata, gli alberi del parco. Mobili severi in toilette d'ospedale. Qualche sedia a sdraio e qualche sgabello presso la vetrata. Due usci alla laterale di sinistra; uno nel mezzo a quello di destra.
SCENA PRIMA
DON ETTORINO - IL TENENTE FARONI - DINA - poi ELENA.
Don Ettorino, in veste di cappellano militare, Faroni e Dina stanno seduti al fondo presso la vetrata. Dina e Faroni tengono dei fogli tra le mani.
Don Ettorino
Hai capito, tenente Faroni? Non farmi la voce tanto cavernosa. Mi stampi un Arlecchino d'oltretomba!... Otterrai l'effetto contrario: Arlecchino è una maschera arguta e bonaria.
Faroni
Scusa, io non ho fatto mai il burattinaio.
Don Ettorino
Bisogna imparare. Impara l'arte…c on quel che segue. Non è vero signora Piotti? Non si sa mai nella vita...
togliendogli il foglio di mano.
Stai a sentire....
Elena
da sinistra in veste da dama della Croce Rossa, reggendo della biancheria
Ah! Ah!... bravi...
Don Ettorino
alzandosi
Buongiorno, donna Elena.
Dina
Ciao Elenuccia.
Elena
Già qui? Sei mattiniera!...
Dina
Si tratta di un'opera buona. Non vuoi?
Elena
Me ne rallegro, anzi.
a don Ettorino
Come procedono codeste prove, signor direttore artistico?
Don Ettorino
Siamo ancora acerbi, signora. Ci ho qui un Arlecchino con la testa più dura del solito. Non mi riesce di fargli prendere l'intonazione.
Faroni
scherzoso
Senti, caro, fallo addirittura tu l'Arlecchino, giacché ne hai spiccata vocazione.
Don Ettorino
Ah no!... Mi son già riservato tre maschere; non posso mica far tutto io!...
Faroni
Allora dovrai faticare non poco, te l'assicuro.
Elena
Abbia pazienza, tenente Faroni. Si guadagna il paradiso.
Faroni
Oh, per quello non ho timore! Mi attacco qui alla veste dell'amico...
Don Ettorino
Stammi più attento, invece, zuccone! E non sciupare lo spirito! Riserbalo alla tua maschera. Sentirà donna Elena; se continua di questo passo... una cosa lagrimevole.
Elena
Dove ha imparato lei, don Ettorino, a muover le marionette?
Don Ettorino
Un po' dappertutto, signora. In seminario, nelle recite di carnevale; al patronato, dove si divertivano i bambini della povera gente; in trincea…..
Elena
Anche in trincea?...
Don Ettorino
Sicuro. Avesse visto che bel patatucco di creta avevamo stampato lassù... E come le pigliava metodicamente bene da un Arlecchino in veste di bersagliere!... Che risate!... Un giorno risero perfino due prigionieri che i nostri avevano trascinato colà!...
Elena
Tanto buon umore vi rimaneva?...
Don Ettorino
Adattabilità umana, cara signora! Ogni sera ci trovavamo con qualche spettatore di meno, ma le rappresentazioni continuavano lo stesso. Finché è venuto il turno del burattinaio. Non so ora se abbiano chiuso il teatro... Oh, ma conto di tornarci; e presto!..
Elena
Ella può ben dire che la guerra non le ha avvelenato lo spirito...
Don Ettorino
Ah no! Come potrei del resto curare lo spirito degli altri?
squillo di suoneria elettrica lontano a cui risponde un altro squillo più vicino.
Dina
scattando in piedi
Oh Dio!
Faroni
Che c'è?
Dina
a Elena
Operano qualcuno, vero, di là?….. È il segnale.
Elena
Sì, nel reparto del dottor Jatta. Ma cosa da poco. Si tratta più che tutto di rinnovare una medicazione dolorosa.
Dina
Ecco, ecco; io non mi ci saprei abituare... la vista di tanto sangue... il solo pensiero mi dà la vertigine...
Faroni
Non ci pensi, signora, non ci pensi.
Dina
Bisogna, tenente; la troppa sensibilità è la mia disperazione.
cambiando
Notizie di tuo marito, Elena?
Elena
Nessuna, dopo la mia ultima visita. Oh! ma incominciava già a star benino.
Don Ettorino
È all'ospedale di Bologna, vero?
Elena afferma
Dina
Speriamo di vederlo per la convalescenza, allora...
Elena
Certo.
avviandosi
Permettono? Ho da fare laggiù!
esce a destra
SCENA SECONDA
DINA - DON ETTORINO - FARONI
Faroni
Lo vedremo finalmente in faccia il munifico fondatore di questo ospedale.
Dina
Fondatore lui?!... Si sbaglia, tenente. Ha lasciato fare agli altri. A sua moglie e a suo cognato. Deve aver detto sì per dispetto. Chi lo conosce non se ne stupirebbe!….. È un tipo così originale....
Faroni
Originale certamente se, una volta ammalato, non fece alcuna pratica per essere trasportato qui.
Dina
Ma questo è niente. E il suo improvviso arruolamento?... Pensi: era esentato dal servizio militare, faceva vita comodissima, dispendiosa; e, ad un tratto, senza dir nulla a nessuno, butta il bracciale e segue le sorti della sua classe!... Lui, che a parlargli di guerra tre mesi addietro sarebbe stato come ficcargli le dita negli occhi!...
Don Ettorino
Misteri dell'anima umana!...
Dina
lo non voglio malignare... ma in città se ne dicono tante... Si vocifera tra l'altro d'una viva passione non corrisposta per una bella contessa veneziana...
Don Ettorino
in tono di rimprovero
Signora Dina!... Signora Dina!... S'intende che non vuol malignare!...
Faroni
Cosicché sarebbe partito per disillusione?…..
scherzoso sempre
Una specie di tentato suicidio... al... 420...
Dina
D'altronde una ragione doveva esserci che giustificasse la palese intolleranza tra lui e sua moglie... Noo? Mio marito, ad esempio, che è tutto fuoco con me, non si è mai sognato d'arruolarsi volontario.
Faroni
E donna Elena non avrebbe mai lasciato capire?...
Dina
Chi? Lei?... Non la conosce. E' troppo orgogliosa.
Don Ettorino
Nuova però questa. Ho conosciuto laggiù svariati tipi di combattenti: Per idealità. per convenienza, per temperamento... per costrizione; ma per disillusione, no... È una varietà nuova. Interessante.
SCENA TERZA
DETTI - MONSIGNORE e MARIA - Infine il Dott. CARLO.
Monsignore e Maria vengono da sinistra; Maria in veste di dama della Croce Rossa.
Monsignore
Oh! oh! oh!... Qui si disturba...
Don Ettorino
alzandosi
Monsignore...
Monsignore
Come va la gamba?
Don Ettorino
Bene. Vede?
muove a più riprese la gamba.
Maria
Stanno facendo le prove per la recita di giovedì. I nostri feriti l'attendono con grande impazienza.
Monsignore
Ho visto già infatti il palco in fondo alla sala grande e gli attori di legno bell'e pronti...
Dina
Fatica particolare di Maria e di Elena.
Monsignore
So, so... E mi sono guadagnato anche un invito. Quei ragazzi andarono a gara, primo fra tutti il nostro tenente Landi: «Monsignore venga anche lei. Il tenente Faroni sarà Arlecchino e Don Ettorino tutti gli altri personaggi». Poveri figliuoli... Ridiventano proprio bambini...
Don Ettorino
a Faroni
Hai sentito? Lo sanno di già. Ormai non puoi più ritirarti.
Monsignore
a don Ettorino; bonario
Veramente... le nuove funzioni alle quali attende il nostro don Ettorino non si addicono troppo alla veste ch'egli indossa...
Don Ettorino
Perché Monsignore?... Noo! Certo se Ella, nominato Vescovo...
ad un moto di Monsignore
- è un augurio - si recasse a visitare qualche parrocchia della sua diocesi e trovasse il pievano intento a far ballare le marionette anziché insegnare la dottrina ai bimbi del paese, avrebbe mille ragioni per una intemerata...
comicamente
quantunque io le facessi ballare lo stesso anche quando ero cappellano... Ma qui?... E con questo povero prete-soldato?... E' tutto diverso, monsignore; tutto.
Monsignore
Non comprendo....
Don Ettorino
toccandosi le stellette
Quando mai s'era visto prima d'ora qualche filo d'argento rompere la monotonia della veste nera?... E preti in bicicletta, a cavallo, in motociclo?... E gambali e speroni far capolino dissolto del camice? E altari sulla roccia o sulla neve?... Tutta una rivoluzione, monsignore! E vorrebbe che l'anima nostra fosse rimasta rigida nel suo pieno assetto di pace? Abbiamo acquistato una così ampia libertà di pensiero e d'azione...
Monsignore
sempre bonario
Lei ne approfitta perché tiene il petto fregiato della medaglia al valore... ben meritata del resto... Certo si è ch'ella mi appare come....
Don Ettorino
Uno spregiudicato? No, monsignore. Non è mica il nastrino azzurro che mi fa diventare quasi insolente. Questo è un affare a parte che non c'entra. Dica piuttosto una diversa concezione della vita.. e della morte, acquistata lassù in venti mesi di trincea. Se sapesse come ci si libera da un substrato di austerità che era del tutto artificiale!... Quale visione più larga... quale respiro più ampio alla fede! Quanti valori spirituali si rincorrono, si accavallano, si invertiscono!.. La nostra stessa filosofia millenaria sembra avvolta dalla raffica che si scatena.
Monsignore
severo
Don Pavesi! È una bestemmia!...
Don Ettorino
serio
Badi, monsignore; ho detto avvolta; non travolta. Come di un ciclopico edificio scosso da un violento movimento tellurico. Non crolla, ma si assesta su basi più solide, definitive. Mi permette, nossignore, di manifestarle una mia sensazione provata in questi giorni, allorquando cioè potei uscire per un giro in città? Una sensazione... di freddo; proprio per quanto riguarda il ministero nostro. Quel procedere lento, metodico della funzione…, una certa aria di assenteismo, di neutralismo, chiamiamolo, mentre il cuore umano lassù si dilata, si esaspera, si strazia, si sublima!... Dirò forse un'eresia: - Mi parve per un istante di essere quasi un prete... fuor d'ogni legge!
Monsignore
Giovanotto! Giovanotto! Non bisogna lasciarsi guidare dal proprio impulso… bisogna sapersi infrenare talvolta...
Don Ettorino
Oh, sì, monsignore, se ci infrenassimo noi lassù... loro quaggiù starebbero freschi!
cambiando
Non per questo però mi sento meno degnamente nera religione di Cristo. Creda, monsignore: s'impara più in un attimo, chini sul volto di un soldato che invoca la mamma per l'ultima volta, che in dieci anni di lezione sui banchi del seminario.
Monsignore
dopo una pausa
Questa benedetta guerra ci rivoluziona anche le giovani forze della chiesa...
Don Ettorino
Non avrebbe valso altrimenti la pena di lasciarcela combattere, monsignore. No, no, monsignore, non si preoccupi né di me... né dei miei colleghi che la pensano come me... Chiuda piuttosto un occhio... ed apra un orecchio dalla parte del cuore...
Monsignore
Oh. se non lo avessi di già aperto... poveretto lei!... Ma guarda un po' dalle marionette dove siamo andati a finire!
Don Ettorino
Le quali marionette in fondo hanno anche esse una tal quale filosofia... Umile, bonaria, sempliciona, ma che non rende indegno un povero prete se osa interpretarla.
Maria
che ha assistito alla discussione rimanendo in gruppo con Dina e Faroni; a Carlo che entra da sinistra, primo uscio, ancora in soprabito e cappello
Oh? bravo, Carlo, giungi a proposito per dividere due contendenti.
Carlo
Chi sono?
Maria
Monsignore e Don Ettorino.
Monsignore
Una discussione quasi... filosofica. Punto di partenza: le marionette!
Dina
Erano giunti a ferri corti, sa.
Monsignore
Oh! ma ci siamo già riconciliati.
Carlo
a don Ettorino che si muove per la scena
Vuol star fermo lei, trottola?! Mi sgambetta tutto il giorno!... Sa che la ferita si può riaprire.
don Ettorino si lascia cadere su di uno sgabello e rimane stecchito
Monsignore
Ci ha l'argento vivo addosso.
Maria
a don Ettorino
Da un estremo all'altro; brava. Venite di qua. ora, venite di qua in saletta se volete provare. Il giorno della recita s'avvicina; se poi mi fiascheggiate
Don Ettorino
Con permesso, Monsignore.
Monsignore
Arrivederci caro. E... più calmo...
Faroni e Dina
Monsignore...
Monsignore risponde loro col cenno della mano; Faroni e Dina, don Ettorino e Maria escono a sinistra, 2° uscio.
SCENA QUARTA
CARIA - MONSIGNORE e LISETTA.
Carlo
suona; entra Lisetta a cui consegna cappello e soprabito; Lisetta esce pel secondo uscio a sinistra
È venuto per tempo stamane, Monsignore. Mi dispiace non averlo potuto accompagnare. Ho dovuto dare la solita capatina all'ospedale civile...
Monsignore
Non si preoccupi. Mi fu guida gentile la buona signora Maria. Ho potuto constatare ancora una volta di quanta devozione e di quanto amore la circondino i nostri poveri ospiti.
Carlo
con gli occhi scintillanti dalla gioia
Vero, Monsignore? Vero?... È proprio l'angelo consolatore qui dentro!... E ha visto che ordine nelle sale?... E quante piccole innovazioni?... Sono trovate sue. Perché a mia sorella volle affidare la parte, diremo così, amministrativa dell'Istituto? E riserbare a sé stessa invece la direzione dell'assistenza vera e propria? Per prodigarvisi tutta... senza economie! Non vi è privazione, non vi è sacrificio che non conosca!... Di giorno... di notte... lei... sempre lei! È tutto il mio orgoglio.
Monsignore
Una simile donna è sempre una benedizione in una casa. Tanto più adunque in una casa di dolore.
Carlo
Mi è vicina in tutte le operazioni, anche le più gravi, anche le più disgustose. A volte, a sera, quando la vedo frusciar via nella penombra tra letto e letto per sussurrare qualche parola dolce, rimango fermo in fondo alla sala e, socchiudendo gli occhi, mi balza viva in lei davanti la soave figura della preghiera dannunziana: ricorda? “quando la donna veglia senza velo, bontà senza figura, piaghe in carne viva...”
Monsignore
continuando
“Ardendo come lampada votiva sotto la bianca volta...”
Carlo
Così, così la vedo, trasumanata dal sacrificio e dalla pietà! E allora penso, con gli occhi umidi di pianto, alla fortuna d'avere una simile compagna... e mi sento anch'io più capace... più deciso nella mia commozione
scuotendosi
Mi perdoni, monsignore. È la mia forza. Ho bisogno di rievocarla.
Monsignore
gli stringe una mano in silenzio, una pausa
Ho visitato il caporalino Aprosio, mi ha conosciuto… povero figliuolo! Mi sono intrattenuto con Desideri; l'avete cambiato di sala; è quasi guarito. Un vero miracolo. Mi pregò di darne notizia a sua madre. Ho visto il nostro Landi. Poveretto come l'hanno conciato...
Carlo
Ora può dirsi rinato! L'avesse visto appena portato qui! Spero però che possa mantenere intatta la funzionalità del braccio. Benedetto ragazzo! Se fosse più docile... È impaziente d'andarsene. Dice che vuol seguire la sorte comune; ch'egli gode qui cure particolari che altrove non godrebbe. E vuol raggiungere, appena possibile, l'ospedale al quale era assegnato in precedenza.
Monsignore
E una pazzia.
Carlo
È un carattere forte e risoluto.
in ascolto
Aspetti, scusi.... un'automobile entra nel parco. Forse....
va alla vetrata
Ha girato l'angolo. Sarà il dottor Dazzi.
Lisetta
di corsa dal 2° uscio di sinistra
Signor dottore! Signor dottore! Il signor Andrea. È giunto ora!
Carlo
stupito
Andrea? Mio cognato?!...
Lisetta
Sì, scende ora d'automobile.
Carlo
Vai ad avvertire la signora Elena. Presto.
Lisetta esce correndo a destra
Permette Monsignore?
s'avvia a sinistra, primo uscio
Monsignore
Prego...
Maria
accorrendo da sinistra, secondo uscio, seguita da don Ettorino, Dina e Faroni
Ma è proprio lui!... Ha sentito Monsignore? È giunto Andrea.
Monsignore
Ho sentito. Suo marito è già sceso.
Maria
guardando intorno
Ed Elena?... Elena?...
Monsignore
È andata già la sua cameriera. Loro non lo aspettavano?
Maria
No; ad Elena, che si recò a trovarlo la settimana scorsa, non lasciò credere...
guardando verso il primo uscio di sinistra
Eccolo... Com'è dimagrito!...
Dina, don Ettorino e Faroni rimangono al fondo a sinistra presso il secondo uscio
SCENA QUINTA
ANDREA - CARLO - MONSIGNORE - MARIA -
DINA - DON ETTORINO - FARONI poi ELENA - LISETTA - UN INFERMIERE.
Andrea appare sull'uscio in tenuta invernale di sottotenente di fanteria; è pallido e dimagrito ; si guarda intorno come trasognato; Carlo è con lui
Maria
correndogli incontro
Andrea!... Andrea!... Come stai?...
Andrea
sempre trasognato
Oh... Maria!... Non ti riconoscevo quasi più sotto quelle vesti...
Carlo
Che trasformazione, vero?...
Maria
Come stai?...
Andrea
Meglio; vedi! Oh Monsignore...
Monsignore
stringendogli la mano
Molto lieto di vederlo guarito, caro Galardi.
Maria
Ora scenderà Elena. È in giro per la sale….. È già avvertita.
Carlo
Questo tuo arrivo improvviso...
Maria
Perché non telegrafare?...
Andrea
Era inutile.
Monsignore
accomiatandosi
La lascio ai suoi cari. Avremo campo di trascorrere qualche ora insieme.
Andrea
Certo.
Monsignore
Niente discussioni però... Lei ora darebbe dei punti a me.
agli altri
Arrivederci, cari amici.
Carlo
Arrivederla, monsignore. Non si faccia desiderare.
Monsignore esce a sinistra, primo uscio
Lisetta
da destra
La signora scende subito.
Carlo
a Lisetta
Chiama Amedeo, presto. Che porti su le valigie.
Lisetta esce a destra e attraversa poco dopo la scena con un infermiere per uscire a sinistra, primo uscio
Dina
avanzando
Posso avere l'onore?...
Andrea
Stringendole la mano, senza espansioni
Oh!?... E Aimone? Sempre qui?
Dina
Sempre. Ma la paura cresce.
Elena
da destra, col volto acceso e gli occhi sfavillanti
Andrea...
vorrebbe d'un impeto buttargli le braccia al collo ma viene fermata dal contegno di lui che, pur senza riluttanze, le stende la mano
Andrea
Buon giorno, cara.
Elena
Che vuol dire? Qui?...
Andrea
Qual meraviglia!... Avevo forse detto di non venire?
Elena
No... Anzi.
imbarazzata della presenza di Dina
Ma non avremmo mai immaginato la tua guarigione così rapida...
Andrea
Sono di pelle buona.
Carlo
conducendolo avanti
Vieni, vieni.
Andrea
guardandosi d'attorno
Com'è tutto cambiato qui...
Maria
Non ti ritrovi più in casa tua, vero?
Andrea
Infatti...
Carlo
Guarda. Due dei nostri ospiti
presentando
Don Ettorino Pavesi, fregiato della medaglia d'argento. Assunse il comando d'una compagnia rimasta senza ufficiali e cadde ferito egli pure ad una coscia.
Andrea
sempre senza entusiasmi
Ah è lei!.... Avevo già appreso.... Ben felice.
Carlo
Il tenente Faroni.
stretta di mano
Elena
Hai bisogno di qualche cosa, Andrea?... Sei stanco? I1 viaggio non è breve...
Don Ettorino
Con permesso.
esce con Faroni a destra
Andrea
Datemi un catino d'acqua ben calda. Null'altro.
Maria
Subito.
Elena
Poi se vorrai rifocillarti...
Maria
Vieni, vieni...
lo precede a sinistra
Dina
Vado anch'io. Capisco che per oggi non si prova più. A stasera, Andrea.
Andrea
Salutami Aimone.
Dina
Grazie.
esce pel primo uscio di sinistra.
Andrea
ad Elena che si avvia con lui.
Puoi rimanere se hai daffare... Basta Maria.
indicando la veste
È più in funzione. Permettete?
esce con Maria, secondo uscio di sinistra.
Carlo
Fai, fai. Sei... quasi in casa tua!...
SCENA SESTA
CARLO ed ELENA - poi L'INFERMIERE.
Elena
tornando vicina a Carlo ed appoggiando le mani sulla di lui spalla, con un vivo tremore nella voce.
Carlo!... Carlo!... -Che avviene in me? Che avviene?
Carlo
Che hai? Che hai povera la mia Elena?... Sei tutta un tremito!...
Elena
Lo hai visto... non è più quell’ Andrea!... Capiscimi... capiscimi, Carlo!... C'è un tale tumulto di pensieri e di sentimenti qui dentro!... Mi pare che tutto il mio orgoglio che costituiva come una barriera tra me e lui... sia caduto ad un tratto!... Non so... Non so...
Carlo
Calmati Elena... Calmati. Ti comprendo.
Elena
È come una,dolcezza nuova.. un'ansia, un desiderio... Ora solo sento ch'egli è Andrea; il mio Andrea!... Mi crederà?... Mi crederà?... Troverò le parole per dirgli questo sentimento nuovo che è fiorito in me?... Riuscirò a scuoterlo? A volgerlo verso di me?
Carlo
Riuscirai... Riuscirai, sorella mia, se forte sarà in te la volontà di riuscire... In codesti tipi di misantropi la lontananza dalle persone e dalle occupazioni abitudinarie compie il più delle volte l'opera di devastazione psichica. E per guarirli!... Dovrai essere bene agguerrita, Elena cara!...
Elena
Oh, sì, Carlo! Sono agguerrita di tutta la mia dolcezza e di tutta la mia fresca tenerezza per lui!... Già egli mi guarda con occhi diversi!... Perché non dovrei conquistarlo?... Tu sei testimonio e giudice di tutta la mia vita... Fummo due libri aperti l'uno per l'altro fin da bambini... Che mi potrebbe rimproverare?... Andrea è buono; tu l'hai conosciuto forse prima di me e me lo facesti conoscere... «Di rude in lui non c'è che la scorza» mi dicevi; e avevi ragione... Una rudezza che urtava con la raffinatezza dei miei gusti, delle mie tendenze, della mia educazione... È tutto qui...; credo che sia tutto qui... Perché non mi dovrebbe dare un po' d'amore quando gli cadessi davanti umile e innamorata?... Innamorata, sì... perché in fondo non è che questo!... Non dev'essere che questo!... Io vado rivelandomi a poco a poco a me stessa... E ne sono lieta e stordita ad un tempo... Sentirsi uno dell'altro... interamente!... Dev'essere una gioia così piena….. così forte!
Carlo
È una cosa divina!... E tu la meriti, Elena; tu che non hai conosciuto felicità.... Fosse questa la tua ora!...
Infermiere
da sinistra, primo uscii con due valigie.
Professore, dove debbo portare?...
Elena
Aspettate... mettete lì. Vi chiamerò poi.
l'infermiere esce a destra
Sentiremo da lui quale stanza preferisce. Io direi d'allestirgli la cameretta bianca che d sul viale. E' più raccolta... è più bijou...
Carlo
Ed è più vicina alla tua!... Bada che è in convalescenza! ...
Elena
Malizioso!....
SCENA SETTIMA
ELENA - CARLO - ANDREA.
Andrea
da sinistra, senza pastrano e senza berretto.
Ecco fatto.
Carlo
Bravo; vieni qua; lasciati vedere. Ti senti veramente bene?
Andrea
Sì, sì, perché metterlo in dubbio?
Carlo
Tosse, no?
diniego di Andrea.
Capogiri? Debolezza alle gambe?
Andrea
No, no.
Carlo
E allora benissimo.
Andrea
Mi volete ammalato per forza? Anche Maria le stesse domande.
Elena
Dov'è Maria?
Andrea
È rimasta di là. Vuole prepararmi la stanza, disse.
Carlo
Andrò io a dirle quale. Ti domando pochi minuti; ho due analisi di gabinetto; poi sono tutto a tua disposizione. Ti farò vedere come abbiamo trasformato il tuo vecchio nido. Oh, bada!... Non riserbammo mica a te tutte le spese!... Abbiamo raccolto non poco...
Andrea
Lo sai che non mi preoccuperebbe.
Carlo
Bontà tua. Ma sta in noi non approfittarne. Tutta l'ala destra è adibita ai servizi accessori. Noi ci siamo riservati quest'angolo...
accenna a sinistra
Dove c'era il tuo studio d'industriale c'è il mio di direttore medico. Le sale sono da questa parte.
indica l'uscio di destra
Vi troverai dei vecchi amici. Sai chi abbiamo qui da cinque giorni? Landi.
Andrea
come colpito da una mazzata.
Chi?!
Carlo
Landi sì... Lucio Landi. Ti stupisce eh? Ha combattuto sai, e come!...
Andrea
Ed è qui?
Carlo
Conciato in malo modo. La spalla destra fracassata da una scheggia di granata.
Andrea
Ed è qui?!... Come?!... Chi l'ha fatto venire?!...
rimettendosi
No... dico... Come avvenne che?
Carlo
Un caso. Mi trovavo alla ferrovia in turno d'ispezione al posto di soccorso. Un treno-ospedale dovette lasciar giù alcuni feriti più gravi, non certo in condizioni di proseguire il viaggio. Tra questi Landi. Potevo permettere che fosse trasportato ad un ospedale che non fosse il mio? Ti pare?
Andrea
Hai fatto benissimo.
una pausa
Ferito ad una spalla, dicesti?
Carlo
Sì.
Andrea
Grave?
Carlo
Grave. Ma guarirà.
Andrea
Ah!...
Carlo
Ti accompagnerò a vederlo.
Andrea
C'è tempo... L'emozione potrebbe nuocergli.
Carlo
Oh! non credo. Ad ogni modo, a più tardi.
esce a sinistra, secondo uscio.
SCENA OTTAVA
ELENA e ANDREA.
Andrea, pallidissimo, barcolla un po'; indi si lascia cadere su di uno sgabello.
Elena
che l'aveva osservato, ansiosa, durante la scena con Carlo; accorrendo.
Andrea, che hai?!... Ti senti male?
Andrea
No.
Elena
Sei diventato pallido...; più pallido di prima.
Andrea
Ti pare?....
Elena
Sì...
Andrea
Non ho nulla.
Elena
Vuoi venire di là...
diniego di Andrea
Vado a prenderti un po' di brodo?...
altro diniego
Un po' di marsala?... Poca, poca?...
Andrea
eccitandosi
No. Non ho bisogno di niente.
Elena
Come vuoi. Ma non eccitarti così.
s'avvia al tavolo per suonare.
Andrea
Che fai?
Elena
Suono. Faccio salire le tue valigie.
Andrea
reciso
No, lasciale; tanto riparto....
Elena
sbalordita
Riparti?!...
Andrea
Sì.
Elena
Quando?
Andrea
Subito.
Elena
Andrea?!...
Andrea
si alza e si reca all'uscio di destra.
Gli ammalati sono di qua, vero?
Elena
titubante
Sì...
Andrea
vi dà un giro di chiave; indicando la seconda di sinistra.
Chiudi anche quella porta.
Elena
in crescente orgasmo
Perché?...
Andrea
Chiudila.
Elena
eseguisce
Mi spaventi.
ritorna verso il mezzo
Andrea
con altro tono
Dimmi un po': Ti sei mai chiesta tu in questi tre mesi di mia lontananza, perché io me ne sia andato così bruscamente, fuggito quasi dalla mia vita comoda e viziosa?
Elena
turbatissima
Andrea... La tua domanda e il tono con cui me la rivolgi...
Andrea
Rispondi.
Elena
Che so!... Non potrei rispondere con precisione... Me lo son chiesta, sì... Quantunque la stranezza del tuo carattere... Ho pensato a tante cose... Eri rimasto quasi solo fra i tuoi amici.. Il loro incitamento.... L'emulazione forse....
Andrea
No; niente emulazione. Conoscevi le mie idee.
Elena
Allora forse il disagio... il disagio nel continuare una vita così poco ricca di gioie... il palese malinteso che esisteva tra noi...
Andrea
Brava. Malinteso. Hai le parole irreprensibili.
Elena
con uno slancio del cuore
Andrea!... Andrea!... Ma perché assumi un tale atteggiamento verso di me?... Credi ch'io non mi senta abbastanza responsabile della freddezza che ci ha diviso? E non voglia farne ammenda?... Mi Lai mai visto così umile, così docile... così diversa davanti a te? Perché non accogliere con animo sereno quello che ti offro con tutto lo slancio del mio cuore e con tutta la mia volontà di bene?…..
Andrea rimane rigido,chiuso
Oh, ma sì... Hai ragione!... Lo si diceva or ora con Carlo... Il tuo spirito è ancora malato... Lo era già prima della tua partenza; e lassù, tra i disagi e nella solitudine, la malattia s'è acuita; ed io forse non seppi curarla come avrei dovuto... non seppi far giungere fino a te il soffio caldo della mia tenerezza, rivelarti quanto si rivelava in me... Ma ora sì... Poco fa, allorquando mi annunziarono il tuo arrivo, dovetti appoggiarmi alla parete per non cadere. Il cuore mi martellava forte in petto... presago forse della grande gioia alla quale era chiamato...; una gioia ad esso sconosciuta... E potevo sperare... potevo anelare se durante la mia visita a Bologna t'avevo visto cambiare a poco a poco a mio riguardo... scuoterti come da un torpore... da un'inerzia morale... Quale abisso tra la fredda occhiata di quando t'apparvi colà per la prima volta e la buona stretta di mano di pochi giorni or sono!...
Andrea
Ed infatti, é vero. Ed io sono ancora qui che mi domando: Di quale cumulo di menzogna e di ipocrisia é capace l'animo vostro?
Elena
con un grido
Andrea?!...
Andrea
È vero. Ero mutato a tuo riguardo; mi sono piegato verso di te. Dopo il primo moto di repulsione mi sono lasciato vincere un po' alla volta. Mi sono lasciato vincere perché mi parevi sincera; perché la tua umiltà, la tua devozione, - tutta roba nuova agli occhi miei - mi facevano pena; e anche perché, in fondo, ti dovevo un po' di gratitudine. Strano eh? Gratitudine: tua é così. Ero partito per disagio, conte tu dici, con forbita espressione; non il disagio che intendi tu... delle poche gioie. degli amici scomparsi, del malinteso tra noi; ira nemmeno quell'altro; quello... della dignità offesa... che so? dell'orgoglio ferito, dell'onore travolto... Non vorrei essere frainteso. L'orgoglio, la dignità, l'onore non sarebbero bastati a farmi prendere una risoluzione tanto eroica, a farmi ringoiare d'un attimo le mie convinzioni di anni ed anni!... La passione?... Non c'entrava. Fu adunque disagio; ma disagio fatto di stanchezza, di disgusto, di nausea!... E che non durò nemmeno ventiquattro ore! Sì; perché mentre credevo che tutta questa bela roba dovesse accompagnarmi lassù e incancrenirmi l'animo, man mano che avanzavo verso le prime linee, sentivo che andavo perdendo parte del mio bagaglio; che un altro uomo stava per risorgere in me; forse per l'istinto che si risolleva... forse per l'esempio.... per l'emulazione, come tu dici; e subentrò la fede; una fede gagliarda per la quale nessun sacrificio mi parve nuovo e che fece di me un buon soldato come ero stato un mediocre cittadino e un cattivo marito. E tutto questo - ironia - lo dovevo a te, al tuo contegno, al tuo operato che aveva provocato in me la nausea, la rivolta, lo schifo! A te, che facendo strazio del mio onore, mi avevi spinto verso una luce nuova!...
Elena
che l'ha seguito quasi terrorizzata.
Andrea!... Andrea!.
Andrea
Pare assurdo, pare mostruoso, fuori d'ogni legge umana, ma é così: ti dovevo della gratitudine!
Elena
Andrea! Tu vaneggi!...
Andrea
Per questo m'ero lasciato vincere.
cambiando
Ma più che tutto perché ti credevo sincera! Perché m'era parso di sentire qualche cosa di veramente buono, di veramente sano venire a galla; m'era parso che tu avessi preso sul serio la tua missione. come un rifugio, come un'espiazione!...
sordamente
Mi hai giocato come un bambino! O, peggio, come un imbecille! Per richiamarmi alla realtà bisognava che rimettessi piede sulla soglia della tua casa!
Elena
Andrea... Andrea tu pronunci delle parole che fanno rabbrividire!... O io capisco male.. o è un'accusa atroce quella che tu mi fai!.... No, no... non ho capito male... Hai parlato di dignità offesa... di onore straziato.... di espiazione!... Che cosa credi?!... Quale mostruosa calunnia hanno traviato a mio danno?
Andrea
ironico
Calunnia! Brava.
Elena
con forza
E tu vi hai creduto?!... Così... senza rispecchiarti sul mio passato?... Senza appurare... senza ricercare?...
Andrea
c. s.
Ho cercato, ho cercato.
Elena
con uno scatto di fierezza
Ah, basta! Ero venuta qui armata di un fervore e di una umiltà che mi erano sconosciute, risoluta a non mutare di fronte a qualunque prova. La tua ferocia mi disarma.
Andrea
Ah, la tua fierezza ora! Il tuo orgoglio di dama!... Come ti serve! Balza su a momento opportuno!... Troppo tardi; bisogna arrivare sino in fondo ora!
Elena
piantandoglisi in faccia
Precisa la tua accusa. Dove? Quando? Con chi ?...
Andrea
Ah perdio! Debbo trascinarti al suo letto per fartelo ricordare da lui giacché aveste la faccia franca di portarmelo qui?!....
Elena
con un grido
Che?... Landi?!.. Tu credi che il Landi?!....
Andrea
con estrema violenza
Landi! Landi, sì! Il poetucolo sospiroso! La tua prima fiamma! Ti resta ancora qualche dubbio sulla mia consapevolezza? Recati nei nostro appartamento di città, che da tre mesi hai disertato, rovista tra le tue cose le più intime e guarda bene se ci siano tutte!
Elena
cui il volto si trasfigura
Andrea... Andrea.... Questo é?... Questo?... Ah!... No! No!... Vedi?... Rido, Andrea!... Rido!... Ti proverò...
SCENA NONA
DETTI e CARLO - in fine MARIA.
Carlo
di fuori, scuotendo il secondo uscio di sinistra.
Chi ha chiuso qui?!... Elena!... Andrea!..
Elena
nuovamente terrorizzata
No!... Non una parola con lui! Ti dirò tutto...
Andrea
Perché? Anzi!...
e apre risolutamente l'uscio.
Carlo
sull'uscio. stupito
Perché avete chiuso?... Ho sentito delle voci concitate... Siete sconvolti... Che é avvenuto tra voi?...
Andrea
Una cosa molto grave certo.
ad Elena che fa per parlare.
Stai zitta tu, non fiatare!... Tanto a nulla gioverebbe!....
Carlo
in orgasmo crescente
Che avvenne, santo cielo?!...
Andrea
reciso
Ho le prove della colpevolezza di mia moglie. E il suo amante trovasi qui.
Carlo
Andrea?!... Che dici?!...
Andrea
È necessario quindi che anche tu sappia affinché si giustifichi la mia immediata partenza e ogni conseguente determinazione.
Elena
No! No!... Carlo non c'entra in tutto questo!... Mandalo via! Carlo, te ne supplico, lasciaci....
ad Andrea
Ti dirò tutto poi... ti convincerò...
Andrea
ironico
Ah che spettacolo!... La tua fierezza a terra un'altra volta!... Come fai pena!... Sei una povera femminetta che si dibatte in una via senza uscita!...
Carlo
nervosissimo
Parla, Andrea!
Andrea
Carlo, tu ami tua sorella; saresti disposto per lei, per la sua salvezza, a qualunque sacrificio; non a quello però di transigere con la tua coscienza di galantuomo.
Carlo
Che significa?...
Elena
tentando ancora
Andrea noo! Te ne pentirai!... Ricordati!... Te ne pentirai!...
Andrea
senza badarla
Ho il dovere di provare per non passare per un allucinato o
per un imbecille. Ricordi lo scorso settembre, un mattino, il giorno dopo che
ci trovammo a casa tua per
salutare Lucio Landi che partiva?… Tu venisti nel mio studio a prendere gli
ultimi
accordi per la fondazione dell'ospedale; questo. Giusto la sera innanzi m'avevi
chiesto la villa. Ricordi?
Carlo
Sì.
Andrea
Il giorno stesso della partenza del Landi adunque. È esatto?
Carlo
Esatto. Ma non capisco...
Andrea
Capirai. Ebbene in quel giorno, parlando d'una tua scappata alla tipografia Berio fuori porta, non mi dicesti d'aver visto Elena usciva dalla stazione di porta Nuova?
Carlo
Mi ricordo.
Andrea
con esplosione
Era pel saluto della staffa capisci! Non poteva lasciarlo partire senza un'ultima prova d'amore!
Carlo
con un grido
Chi ?... Landi?...
Andrea
portando la mano alla tasca interna della giubba
Vuoi vedere?...
Elena
gettandosi tra loro
No! No! Te lo proibisco! Perché vuoi inframmettere mio fratello in questa faccenda?
Carlo
Elena?!...
Andrea
convulsamente
Ma c'é dell'altro. Una lettera da Modena indirizzata alla sua cameriera... Una lettera in cui rievocava le dolci ore di Riccione strappate alla vigile attenzione della cognata!… Fin d'allora, capisci?... Fin d'allora!...
Carlo
Trasecolato
È possibile?!... È possibile?!... Come hai saputo?...
Andrea
Il primo sospetto mi venne da te; dalle tue ingenue parole... Capirai... la sua ex fidanzata!... Il dubbio divenne presto ossessione; e allora. passando sopra com'è mio costume a tutte le convenienze e a tutte le ipocrisie, ho lavorato di unghie e di grimaldello!...
stringendo il pugno
E le prove sono qui!
Elena
scattando
A questo hai voluto arrivare!... A questo!... Hai voluto farmi giudicare da lui!... Che vuoi di più?... Ho urlato finora la mia angoscia a bocca chiusa affinché il grido si ripercuotesse qui dentro... soltanto qui dentro... Che cosa vuoi ancora? Che gridi la mia colpa davanti a lui? Perché mi condanni? Perché mi disprezzi? Ebbene sì, sì, è stato il mio amante! E' stato il mio amante!... Ecco; ora fate ciò che volete!...
Andrea è caduto esausto su di una sedia, il capo tra le mani.
Carlo
che l'ha scrutata
No!... Elena!... No!... Vieni qui; guardami.
Elena torce il capo per evitare l'indagine.
Guardami, ti ripeto, qui, negli occhi.
le prende il capo tra le mani, e la costringe a guardarlo.
Poco fa, in questo stesso luogo, mi dicesti tutta la tua tenerezza, tutto il tuo amore per tuo marito... Il desiderio ardente di riprenderlo... C'era un tale tremito nelle tue membra... e tanta commozione nella tua voce.... Eri sincera. Ti leggevo negli occhi così come ora... ; e noi fummo sempre due libri aperti l'uno per l'altro.. fin dall'infanzia. Ricordi?... tinche questo mi dicesti... e mi chiamasti a testimonio di tutta la tua vita. Non potevi mentire. E allora... queste prove?.... Ma perché torci lo sguardo da me? Temi che io vi legga un pensiero che possa farmi soffrire?
Elena
esasperandosi
Ebbene sì, sì, ho mentito!... Ho mentito prima con te!... Ti domando perdono!... Non ho mai amato mio marito... non l'amo!... Ho mentito per crearmi un alibi morale.
Carlo
subito
Non ne avevi bisogno. Non potevi sospettare ch'egli sapesse!...
Elena
Presagivo...
Carlo
deciso
No! Tu mentisci ora!
passandosi una mano sugli occhi quasi per scacciare la visione della realtà.
Elena
supplice
Carlo!... Carlo!....
Carlo
Eppoi... Landi?... Landi?….. Se più d'una volta avesti a manifestarmi la tua avversione per lui... per la sua leggerezza... per la sua vanagloria...? Ed era tutto ciò coerente all'austerità dei tuoi atti e dei tuoi convincimenti...
fissando prima Elena e poi Andrea.
Aspetta... come dice quella lettera?... - A Riccione... sfuggendo alla vigilanza della cognata... - Di Maria adunque... ? Eravate tutte e due colà... E perché Maria avrebbe dovuto vigilare?... A quale scopo?...
con orgasmo crescente
Per la felicità di Andrea no certamente!... E allora?… Vogliamo chiederne a lei la ragione?
Elena
c. s
No, no, Carlo... lei no... È necessario..Non esaltarti, Carlo...
Carlo
Ti pare che mi esalti?... No; sono lucido. Sentiamo da lei...
Elena
Abbi pietà di me!... Perché volermi infliggere questa nuova pena?... Dal momento che mi accuso, che mi dichiaro pronta a subire ogni conseguenza...
Carlo
Tu sì ti accusi...
indicando Andrea
E anche lui... Ma ora la cosa informe e mostruosa che vedo da qualche istante non riguarda più voi soli... Prende contorni... ingigantisce, vuol afferrare qualche altro... E Landi perché vuole andarsene?... Non vuole più che le mie mani lo tocchino!... Sembra che gli brucino le mie mani! !...
in ascolto
Aspetta... Ecco Maria; senti?
Elena
con un ultimo sforzo
No, no, Carlo... ora no... ; più tardi….. tutto congiura ora....
Maria
dal secondo uscio di sinistra.
Andrea!.
scorgendo Elena nel 'atteggiamento doloroso: accorrendo presso di lei.
Elena?... Elena?!
Elena
in una crisi convulsa
Vai via tu! Vai via!... Sai?.... Mi fecero confessare d'essere stata l'amante di Landi... Tengono le prove!... Vai via tu! Vai via!...
Maria
con un grido sincero dell'animo, abbracciandola strettamente quasi per difenderla.
È falso! E' falso! Elena è innocente!
Carlo
fissandola cupo
Che ne sai tu? Che ne sai?!... Perché la difendi?!...
Andrea
sul cui volto è passato il cambiamento interiore, man mano che si svolgeva la scena; avanzando
Carlo... Carlo... Siamo calmi... Forse possiamo esserci ingannati...
Carlo
disperatamente
Tu, tu ti sei ingannato!... Non io!... È come un velo che si squarcia!...
facendo un passo verso sua moglie.
Maria?!... Maria?!...
Maria si lascia cadere ginocchioni stretta alle gonne di Elena.
Ah! Ah!... Quella veste!... Quel manto di candore!... È la mia forza!... E la mia fede!...
s'abbandona singhiozzando sul tavolo.
Sipario.
ATTO TERZO
LA SCENA
Villa Elena. - Lo studio del dott. Carlo. - Un uscio a ciascuna laterale e alla parete di fondo; quello di sinistra dà alle sale, quello di destra all'appartamento privato, quello di fondo all'anticamera. - Mobili: un armadio grande chiaro alla parete di sinistra, verso il proscenio; al di là dell'uscio un tavolino su cui stanno varie boccette di vetro smerigliato. - Uno scrittoio avanti a destra; in faccia allo scrittoio un'ampia poltrona di cuoio, molto profonda, rivestita d'una federa bianca. Dietro lo scrittoio un armadietto per istrumenti chirurgici, in ferro smaltato bianco. Alla parete di fondo, a sinistra, una libreria; a destra un divanetto. All'angolo sinistro una statuetta di bronzo a mezzo busto sopra uno sgabello; all'angolo destro un attaccapanni a cui sta appeso un camice bianco.
SCENA PRIMA
ELENA - SUOR LETIZIA - ANDREA.
Elena sta togliendo dall'armadio alcuni pacchi di materiale da medicazione e li depone in una bacinella che Suor Letizia tiene tra le mani. Andrea, sempre in divisa, molto accurato, viene dall'uscio di destra e arriva inavvertito alle spalle di Elena.
Andrea
dolcemente
Che stai facendo?
Elena
con lieta sorpresa
Ah! sei tu?... Ho finito. Vedi, sto approntando la medicazione per un povero figliuolo che dev'essere operato... Il caporalino Aprosio. Poveretto!
Andrea
Si tratta di cosa seria?
Elena
Molto seria. Stava proprio benino. Invece poi una maledetta complicazione… giù, giù…; ieri sera fu deciso l'intervento chirurgico. Carlo ne è molto preoccupato, tanto che fece telegrafare ai suoi vecchi genitori. Sono già arrivati da mezz'ora; attendono di là in sala. Fanno pietà; hanno quel figliuolo solo. Immagina!...
ha finito
A lei. suor Letizia.
Suor Letizia esce per l'uscio di sinistra.
SCENA SECONDA
ELENA e ANDREA.
Elena
chiudendo l'armadio
Sei rientrato tardi, ieri sera? Non t'ho sentito.
Andrea
Feci piano per non disturbarti; lavori tutto il giorno... Ho fatto un giro in città; c'è molta animazione anche sotto le lampade azzurre... Molte coppie d'innamorati, tintinnio di speroni e fruscio di gonnelle. - Le lampade azzurre a quanto pare, compiono le funzioni della vecchia luna d'un tempo; la quale luna è divenuta ora un oggetto antipatico e noioso!...
Elena
Sfido io!...
Andrea
Sai come cantava un nostro matto poeta di trincea?
Luna che intorno spandi
I miti rai d'argento
Schiudi, vigliacca, ai barbari
Le vie del firmamento!
E da che mondo è mondo non c'era poeta o innamorato che non andasse in sollucchero per la bella navigante del cielo!... Una volta ricordi? - facevo anch'io il sospiroso al chiaro di luna!...
Elena
Sotto le mie finestre!...
socchiudendo gli occhi
Come appaiono lontani quei tempi!...
Andrea
intensamente
Ma come sono anche immensamente vicini!... Io non so.... ma in questi giorni vado scoprendo... di me… di te... mille cose nuove… Tutto si rinnova... tutto rifiorisce!... Ecco; io ti vedo ora come un tempo...: i tuoi diciotto anni... la tua voce d'allora... con certe inflessioni tanto armoniose...; i tuoi capelli... con le trecce raccolte sulla nuca... Questo grembiule?... Il grembialino a fiorellini che torturavi spesso nelle tue mosse da bambina viziata...; e la mia freschezza... e la mia giovialità!...
cingendola per la vita, appoggiando il capo al suo capo e guardando lontano davanti a sé.
Mi pare di essere tornato da un lungo viaggio attraverso paesi inospitali e di ritrovare sulla soglia di casa mia un dolce viso consolatore...; e che tutto mi accolga con aperta contentezza... gli uomini... le cose... Questa vecchia casa... le pareti di questo studio... E ne è passato del gelo qui dentro!... Io sedevo là, stanco ancora prima di mettermi a lavorare... Tu venivi di rado qui dentro; e quelle poche volte mi salutavi con un « buon giorno Andrea »... Io ti rispondevo appena... se rispondevo...
Con tanta passione, abbracciandola stretta.
Ci voleva proprio questa bufera per sconvolgere tutto e farci ritrovare l'un l'altro... mia Elena! Mia bella, mia cara, mia piccola Elena!...
la bacia a lungo sui capelli.
E ho sofferto, sai! Ho sofferto!... Vi sono certi momenti in cui anche l'uomo più sfiduciato sente risorgere un profondo bisogno di dolcezza, di amore... Sai quante volte lassù. a notte alta, passando vicino a gruppi di soldati che vegliavano, udivo parlare sommessamente delle loro case... delle mogli... dei bambini lontani...; e allora mi allontanavo svelto... che un nodo mi prendeva qui alla gola... e...
Elena
con tanta dolcezza
Eh Andrea!... Mio povero Andrea!... Bisogna riedificare ora... Bisogna guadagnare il tempo perduto
Andrea
Sì, cara... e quando tornerò definitivamente - bisogna crederlo ora, eh? - dovremo far invidia a tutti per la nostra felicità...
Elena
sommessa e triste
A tutti... no...
Andrea
che capisce
Hai ragione... - Carlo.
Elena
Carlo... e Maria. Anche Maria. che della sua felicità era così fiera...; forse perché se l'era guadagnata col sacrificio di tutta se stessa. Ed ora vuole andarsene - capisci? -Vuole far pratiche per essere ammessa in qualche ospedale da campo. Mi pregò di parlarne a Carlo perché le schiuda quella via... Promisi di farlo oggi stesso; e lo farò; ma con altre parole e per altro scopo... È un dovere. Inconsapevolmente fummo noi a determinare la catastrofe... Non so che gli dirò... Carlo è oggi anche più eccitato del solito... Capirai... Parte... lui.
Andrea
Landi?
Elena
Sì. E deve occuparsene per l'ultima volta; preparargli la cartella clinica... E' una situazione penosa.
SCENA TERZA
DETTI e AIMONE.
Aimone
bussando all'uscio di fondo.
Permesso?
Andrea
Avanti. Chi è ?...
Aimone entra
Oh guarda chi si vede!...
Aimone
con aria funebre
Ciao. Buon giorno, signora Elena. C'è Carlo?
Elena
Non ancora. È uscito.
Andrea
Che hai?.. Stai male?…
Aimone
Altro!...
Andrea
Sul serio?
Aimone
buttando il giornale sulla scrivania.
Guarda! Ci siamo.
e si lascia cadere sulla poltrona.
Andrea
Richiamato?!...
Aimone
Altre quattro classi. C'è il decreto. Leggi.
Andrea
Ti credo. E t'avvilisci?...
Aimone
Se m'avvilisco? Muoio!
Andrea
E allora chiama il beccamorti.
Aimone
Non scherzare, che non è il caso. Tutti la prendete in ridere... Credevo che a mia moglie prendessero le convulsioni; invece... ha continuato a intingere i suoi biscotti nel caffè e latte. lo che m'ero abituato all'idea di soffrire per lei!...
Elena
Povero signor Aimone!... Con permesso.
esce dal fondo
Andrea
E che vuoi da Carlo?
Aimone
Che voglio? Che mi visiti... Che mi trovi qualche magagna da mettere in luce. Guarda; ho fatto la distinta qui nel cervello: Ho sette denti guasti...; lo stomaco non funziona...; infatti lo vedi che sono cachettico!... Ho un dolore inguinale; un braccio più corto dell'altro, guarda
misura le braccia
Si tratta di scegliere, di mettere in valore. Eppoi soffro di vertigini...
Andrea
Ah già! Mi ricordo che cadevi talvolta lungo disteso a terra.
Aimone
Ah! Ti ricordi eh?... Vedi? Epilessia.
Andrea
No; sbornia.
Aimone
Eh?
Andrea
Sì; l'incidente ti accadeva quando avevi tracannato almeno mezza bottiglia di cognac, con annessi e connessi.
Aimone
grattandosi in testa
Non occorre mica andarlo a dire a loro!..
Andrea
Va, va, povero amico!... Che vuoi avvilirti per così poco?... La pelle non l'arrischi; e salvata la pelle, nel tuo caso, è salvato tutto; sei della territoriale!...
Aimone
Che conta?....
Andrea
Ti faranno fare tutt'al più lo scribacchino in qualche ufficio o ti metteranno di guardia a qualche barriera con lo spiedo all'aria e le mani al cinturino.
Aimone
Capirai che non è mica divertente!...
Andrea
Va là. È il meglio che ti possa capitare in simili momenti.
Aimone
dopo una pausa
Preferirei andare al fronte, guarda!
Andrea
No. Trattienti per carità... Il troppo coraggio potrebbe farti male.
Aimone
E allora che mi consigli di fare?
Andrea
Niente. Lascia che gli eventi seguano il loro corso. Se ti dai a brigare è peggio. Non attacca più, sai!... In secondo luogo Carlo non si presterebbe. E chissà che non ti trovino loro qualche magagna che tu non sogni neppure di avere?...
Aimone
alzandosi
Allora vado.
Andrea
accompagnandolo all'uscio di fondo.
E se ci dovessimo incontrare vedi di piantarti bene sull'attenti e di farmi il saluto a prescrizione, altrimenti c'è pericolo che ti schiaffi dentro!
Aimone
Capace. Se non altro per vendicarti di tutto il denaro che ti ho razziato a maus.
Andrea
Ciao... terribile!...
Aimone esce
SCENA QUARTA
CARLO - ANDREA - ELENA - UN VECCHIETTO - UNA VECCHIETTA.
Carlo
appare sull'uscio di destra; sul viso i segni della sofferenza morale.
Chi era?
Andrea
Aimone Piotti. È richiamato.
Carlo
serio, preoccupato
Ah... C'è Elena?
Andrea
Dev'essere in sala. Sono giunti i parenti del soldato che devi operare.
Carlo
Scusa. Vuoi mandarmela?
Andrea esce dal fondo. Carlo si toglie cappello e paletot ed infila il camice bianco
Elena
dal fondo
Ah! Sei già qui? Buon giorno, Carlo.
Carlo
Ciao cara.
Elena
Ci sono quei poveretti; lo sai? Vorrebbero vederti...
Carlo
imbarazzato
Loro?... Fa pena... Eppure bisogna... Falli venir qui...
Elena esce dal fondo e rientra poco dopo accompagnando due vecchietti vestiti con poveri abiti e con gli occhi rossi di pianto.
Carlo
dolcemente
Venite... venite avanti...
Vecchietta
dopo aver fatto qualche passo timidamente, di scatto afferra una mano di Carlo per baciargliela; singhiozzando.
Signor professore !... Signor professore !...
Carlo
schermendosi
Su... su....
Vecchietto
col pianto nella voce
Abbiamo ricevuto il suo telegramma.... Una mazzata!... Si sperava ormai tanto!... Ci si sentiva quasi tranquilli... Siamo partiti subito. S'immagini in che stato!... Lei specialmente!....
Carlo
Non bisogna disperare neppure ora...
Vecchietta
Ci hanno detto che lei è tanto bravo... Tutti stamane ci hanno indotto a sperare....
Vecchietto
Abbiamo questo figlio solo... L'unico sostegno... Noi siamo vecchi ormai...
Vecchietta
Io sono la sua mamma, la sua mamma, capisce?... Me lo salvi dottore!... Me lo salvi!.. Pregherò tanto la Madonna perché s'abbia tutto il bene che si merita!
Carlo
ha un amaro sorriso sulle labbra.
Grazie... Grazie... Elena, vuoi accompagnarli? Se hanno bisogno di qualche cosa...
Elena
Ho già disposto.
Carlo
E... forti eh?.. Da bravi.... Bisogna mostrarsi degni di lui.
I due Vecchietti
Sì.. sì...
escono dal fondo con Elena.
SCENA QUINTA
CARLO - SUOR LETIZIA - UN INFERMIERE - LUCIO LANDI.
Carlo rimane un po' ritto, pensieroso, appoggiato alla scrivania; poi siede e rovista alcune carte. Suona al quadro dei campanelli. Poco dopo entra Suor Letizia da sinistra.
Carlo
Ha approntato per l'operazione del caporale Aprosio?
Suor Letizia
Sì, signor professore.
Carlo
Il materiale di medicazione?
Suor Letizia
L'ha già messo fuori la signora Elena.
Carlo
congedandola
Va bene. Alle dieci.
allorché Suor Letizia è giunta all'uscio.
Aspetti, scusi... Chi sono coloro che lasciano la casa oggi?
Suor Letizia
I soldati Marini e Debbia pel convalescenziario di San Michele... Il tenente Landi al treno 138 per l'ospedale di Bergamo... Il maresciallo Contelli che va in licenza.
Carlo
cercando tra le carte
Marini, ha detto... Debbia... Landi... Contelli....
porgendole dei fogli
Passi questi appunti all'Ufficio di segreteria per le basse d'uscita.
s'appoggia coi gomiti alla scrivania: il capo tra le mani.
Suor Letizia
esce da sinistra ma rientra poco dopo agitatissima.
Signor dottore!...
Carlo
Che c'è?
Suor Letizia
La prego, venga!... Il tenente Landi è sceso dal letto... Vuol uscire di sala... È una pazzia!... Ha ancora la febbre alta...
Carlo
alzandosi in piedi
Non c'è il dottor Dazzi?
Suor Letizia
È al letto del caporale Aprosio; non può lasciarlo....
Carlo
Chiami gli infermieri delle altre sale, subito… Aspetti.
fa per metter mano alla suoneria.
Landi
in pigiama, col braccio destro e la spalla fasciati, appare all'uscio di sinistra: l'infermiere vorrebbe contrastargli il passo.
No... è inutile...
Carlo
eccitatissimo
Voi?!… Voi qui?… Che volete?!... Chi vi ha permesso di abbandonare il letto?... la sala?…
Landi
parlando a fatica, sorretto solo dalla sovraeccitazione febbrile.
Suor Letizia... Vi prego... sono col dottore... Non dovete temere...
quasi supplice
un istante solo, professore… un istante...
a Suor Letizia
Poi ritorna docile.
rimane un po' titubante: indi fa cenno a Suor Letizia e all'infermiere di ritirarsi.
SCENA SESTA
CARLO e LUCIO LANDI - In fine SUOR LETIZIA - L'INFERMIERE - ELENA - ANDREA.
Carlo
E una pazzia!... È una pazzia!...
Landi
con parole rotte
Fra poco partirò... so che non avresti voluto vedermi... e so di darti una gran pena con la mia presenza... ora, qui... Il tuo istinto ti porterebbe a balzarmi con le mani alla gola... e saresti in pieno diritto... Ma io ti prego di ascoltarmi... È l'ultimo dolore che ti arreco... Devi pensare che se sono qui, nella tua casa, la mia volontà non c'entra.... e che la mia angoscia è pari alla tua... se non mi giudichi il più miserabile degli uomini...
Carlo
nervosissimo
Che volete? Che volete? Spicciatevi!...
Landi
continuando
Se fossi stato in coscienza allorquando mi toglieste dal treno e mi portaste qui... mi sarei strappato le bende, mi sarei lasciato morire piuttosto che permettere la cosa assurda e mostruosa... Invece... una volta qui… non ho potuto ribellarmi... urlare...; non già per timore di perdere le tue cure che mi richiamavano in vita... ma per paura di tradire inconsciamente lei... Concepii subito il proposito d'andarmene appena fosse stato possibile; questo sì. Ed è quanto sto facendo ora.
Carlo
Ebbene? Ancora una volta, che volete da me?
Landi
Che tu abbia a tollerare le mie parole ancora per pochi istanti... La mia voce già deve apparirti diversa... Quando si è stati lassù faccia a faccia con la morte.. e la morte ci ha minacciato ora per ora in un letto di ospedale, si disimpara la menzogna; qualunque menzogna. L'anima rimane nuda e ci prende un desiderio immenso di scrutare in fondo alla nostra vita... di rimestare nella nostra miseria d'un giorno per averne intera coscienza... e condannarci… e farci condannare...
barcolla
Oh Dio!...
fa un passo e si lascia cadere sul bracciuolo della poltrona.
Scusa... Permetti...
Carlo
Vi sentite male?... Ti... senti male?...
Landi
penosamente
No...
si lascia scivolare sul sedile della poltrona.
Così... grazie... Così posso parlar meglio… È questo che voglio dirti... Ero partito allora con la deliberazione precisa di troncare ogni relazione... E ne soffrivo terribilmente…; vedi, te lo dico... Una sofferenza accresciuta dall'isolamento in cui venivo a trovarmi lassù... Ma pure portavo ancora con me... una dolcezza... un desiderio... qualche cosa di profano... qualche cosa ancora della scorie... E di questo avanzo sentimentale vissi lassù finché il destino volle colpirmi così... Ma quando riapersi qui gli occhi... e vidi lei, china al mio capezzale... ogni ricordo... ogni pensiero profano scomparve!... Quella sua veste bianca mi parve come un monito... come un richiamo!...
convulsamente
Ho pianto!... Ho pianto, Carlo, nel sentirmi così diverso di fronte a lei!... Nel poterla guardare in faccia come una pia sorella... come una fata che mi apportava il balsamo della vita... E in questo breve periodo della mia permanenza qui... non una parola sulle nostre labbra che potesse turbare l'atmosfera di misticismo che ci avvolgeva!... E nemmeno... quando gli eventi precipitarono... - Ella nulla mi disse... L'ho capito da me... Il suo sguardo smarrito... le tue mani che tremavano... e, sopratutto il cessare della tua insistenza per farmi rimanere... Ho capito... ; e ho pensato alla tua ira e alla tua angoscia... Alla tua angoscia specialmente...
Carlo
Ah! basta! Tu approfitti ora della mia condizione di medico, altrimenti sapresti bene...
Landi
Ciò che mi spetterebbe?... Lo so; né voglio esimermi dalla mia responsabilità. Un giorno forse, tornando, mi conterrei diversamente... come diversamente mi sarei contenuto in passato. Questo bisogno prepotente di umiliarci di fronte a chi sofferse della nostra miseria, è di oggi; soltanto di oggi. Ciò chi ieri ci sarebbe parso assurda e vile, oggi troviamo logico e forte... Ed è così che senza riluttanza io ho deposto ora ai tuoi piedi l'angoscia atroce di averti offeso. Questo volevo dirti... Solo questo.
alzandosi a fatica
Ora... vado... in un altro ospedale... Poi tornerò lassù e andrò incontro alla morte, con la quale ho ormai confidenza, con animo più preparato, perché più libero, più sgombro, più puro...
Carlo
alzandosi a sua volta, tutto vibrante,
Ecco! Ecco perché ti sei trascinato qui al mio cospetto!... Non per me!... Non per rischiarare d'una luce nuova l'orribile visione che ho davanti; non per attenuare in qualche modo la mia pena!... Ma per te! Soltanto per te!... Per un sentimento di puro egoismo. Egoismo, sì! Egoismo feroce! Quello stesso che ti fece dimenticare un giorno i più sacri doveri!... Hai capito la mostruosità della situazione e senti il bisogno di levarti codesto peso dallo stomaco... per essere più leggero, più sereno!... Hai ragione del resto!... Hai ragione!... Non tu solo sei responsabile dell'accaduto... Ci sono anch'io!... Non dovevo essere ingenuo... fidente!... Sempre così io!... Nella mia carriera professionale... nella mia vita intima!... Non pensavo che Maria aveva oltre vent'anni meno di me... Mi pareva che il mio grande amore che l'avvolgeva tutta quanta dovesse bastare!... Mi pareva che la tua amicizia... che la tua devozione dovessero bastare!... Non sono un psicologo io!... E sono onesto.
Cambiando
Ed ora parti, se vuoi partire; rimani, se vuoi rimanere; ti lascio perfettamente arbitro. Tanto non sarà la tua partenza che varrà a ridarmi ciò che tu hai distrutto in me. Rimarrò egualmente un uomo stroncato... finito!...
Landi
con un grido
No! Questo no!!...
Carlo
con un sorriso acre
Perché?... Ah, per la fede?!... Per il mio fervore?!... Oh, come sei poco psicologo anche tu!... Manca il punto d'appoggio, ragazzo!...
Landi
No, Carlo! Non è possibile!... Tu sei troppo in alto!...
Carlo
prorompendo
Ah, per Dio!... Nemmeno questo turbamento vorresti avere partendo!?... Nemmeno questo rimorso!?... Io debbo restare agli occhi tuoi l'apostolo!... Ancora, sempre l'apostolo che non si cura di sé, delle sue miserie personali, della sua dignità, della sua felicità spezzata!!... Bisogna curarvi anche moralmente!... Bisogna che usciate dalla mia casa sani di corpo e di spirito... Avanti! Sono il dispensiere della salute e della serenità io!!
Landi, ricaduto sulla poltrona, è quasi venuto meno per lo sforzo fisico e l'emozione. - Carlo suona nervosamente; a Suor Letizia e all'infermiere che subito accorrono.
Sorreggetelo!... Conducetelo di là... Si sente male...
Suor Letizia e l'infermiere rialzano Landi, e, sorreggendolo, lo conducono fuori a sinistra. - Elena e Andrea sono apparsi al fondo. - Carlo, appena usciti Suor Letizia e l'infermiere, lasciandosi cadere nuovamente sulla sedia e premendosi la testa tra le mani.
E io?... E io?...
SCENA SETTIMA
CARLO - ELENA - ANDREA - MARIA.
Elena
amorevolmente, alle sue spalle.
Carlo... mio povero fratello...
Carlo
desolatamente
Tutto é contaminato!... Tutto è infranto!...
tendendo i pugni verso l'uscio di sinistra; sordamente.
E l'ho salvato con queste mani che salvarono lei pure un giorno!...
Elena
lentamente, accarezzandogli i capelli.
E che la salveranno ancora una volta, Carlo.
Carlo
volgendo a lei lo sguardo smarrito
Elena?!...
Elena
sempre con grande dolcezza.
Sì. fratello mio.
Fa un cenno d'intelligenza ad Andrea che esce lieve a destra.
Maria non é indegna della tua indulgenza... È sfatta dall'angoscia... E non ebbe la forza, in questi giorni, di dirti una parola perché sentiva in quale abisso l'aveva gettata il tuo disprezzo... il tuo rancore per lei.
dopo un po' di esitazione
Ed ora... vuole andarsene...
Carlo la guarda con occhi ansiosi.
Sì... Mi pregò di dirtelo... Vuol chiedere d'essere accolta in qualche ospedaletto da campo... per togliere a te l'incubo della sua presenza. Ma io le dissi che non deve partire; che tu la terrai qui al tuo fianco, senza dir niente... Ed ella saprà riguadagnarsi l'animo tuo...
Carlo
con le lagrime nella voce, senza risolutezza.
Ah no!... No.... non é possibile... - Chi?... Chi può ridonarmi la mia fede?...
Elena
Lei stessa... - Ricordalo; fui io un giorno a scoprire... e a volere!... Ruppe in pianto... e quel pianto era sincero... - Si è dimostrata capace di grandi cose, Carlo. Guardala...
Maria, sorretta da Andrea, è sull'uscio di destra; sempre in abito da infermiera.
Essa è la colpa purificata dal dolore... Da quando ha imparato a reggere il bacile con cuore pio?... Ricordala allorché ti assistette per la prima volta in una grave operazione... Tu eri raggiante per la vittoria; e mi dicesti: a Maria mi pareva trasfigurata; le bende tremavano un poco tra le sue mani, ma era un dolce tremore che rendeva più fermo il mio polso, più decisa la volontà di riuscire e di guarire!» - Era il segno, fratello... - Come è un segno la dolcezza accorata che ti prende; e queste lagrime, Carlo...
Carlo
in preda a viva emozione
Elena... Elena... Sorella...
Elena
come ispirata
L'ora è sacra... Tutti dobbiamo portare sull'ara la somma dei nostri dolori... delle nostre passioni, per lenire questo gran dolore che incombe... - È come un crogiuolo ardente in cui dobbiamo gettare i nostri cuori acché si sublimino. E potresti sottrartene tu... che sei il nostro maestro?...
Carlo
Elena... Se mi parli così... mi par di udire la voce della nostra povera mamma che ci confortava, bambini...
si bussa discretamente all'uscio di
fondo.
Guarda...
Elena va ad aprire
SCENA ULTIMA
DETTI - SUOR LETIZIA -I DUE VECCHIETTI.
Suor Letizia appare all'uscio di fondo; dietro a lei stanno i due vecchietti che fissano sul dottore i loro sguardi supplici.
Carlo
ritto in piedi
Siamo pronti?
Suor Letizia
Sissignore.
Carlo
Il paziente?
Suor Letizia
È già in sala d'operazione. Il dottor Dazzi sta disponendo per la narcosi.
Carlo
Va bene.
fa un cenno come per dire che andrà subito. Suor Letizia esce da sinistra.
I due Vecchietti
sommessamente con voce supplice.
Signor dottore... Signor dottore...
Carlo
Venite qui... Aspettate qui...
facendole cenno di trattenersi con loro.
Elena...
I due vecchietti siedono sul divano tenendosi per mano. Carlo, aiutato da Elena, infila sulla veste bianca il camice di gomma; indi muove verso l'uscio di sinistra. - Dalle sale squillano i campanelli elettrici che avvertono l’atto operatorio. I due vecchietti si alzano e si guardano angosciosamente.
Maria
lo lascia arrivare quasi sulla soglia; indi con un grido supplichevole:
Carlo?!...
Carlo
s'arresta; una viva lotta interiore si disegna sul suo viso. Passa lo sguardo da Maria ad Elena, ai due vecchietti. Indi lentamente, quasi ieraticamente, addita l'uscio della sala. Maria s'illumina tutta negli occhi, si stacca da Andrea e corre ad abbracciare Elena. Indi raggiunge Carlo che l'attende sull'uscio; e gli scivola via davanti, verso la sala operatoria.
Sipario.