“IL CUORE NON INVECCHIA”
Commedia in due atti
di Nato Stabile
PERSONAGGI: |
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Peppino |
(il nonno) |
anni 75 |
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Giovanni |
(figlio di Peppino) |
anni 45 |
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Anna |
(moglie di Giovanni) |
anni 40 |
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Luisa |
(figlia di Giovanni e di Anna) |
anni 16 |
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Luigino |
(figlio di |
“ |
“ “ “ ) |
anni 8 |
Leonardo |
(amico di Peppino) |
anni 75 |
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Carla |
(amica di Anna) |
anni 35 |
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Ospiti di una Casa di Riposo: |
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Agostino |
anni 75/80 |
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Francesco |
anni 75/80 |
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Teresa |
anni 75 |
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Colonnello |
anni 75 |
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Infermiera della Casa di Riposo |
anni 30 |
Depositato presso |
S.I.A.E. |
Codice Autore |
100052 |
Per contattare l’autore: |
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Stabile Illuminato |
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Via Piemonte, 2 |
|
91011 Alcamo (TP) |
TEL. 0924/502104 |
1
SINOSSI
La commedia affronta il tema della “terza età”. Protagonista è don Peppino, un uomo anziano che vive serenamente la sua condizione di nonno in casa del figlio. I ritmi di vita frenetici del figlio e della nuora suggeriscono però a questi ultimi una soluzione inaspettata al problema dell’assistenza all’anziano genitore, che “pur stando bene in salute, è pur sempre una persona anziana”. Don Peppino si ritrova così ad essere sradicato dal suo ambiente, dalla sua famiglia, per entrare in un mondo del tutto nuovo per lui: la Casa di Riposo. Qui, pur “non mancandogli niente”, perde a poco a poco la voglia di vivere. E’ ormai un uomo senza più nessun entusiasmo, quando un avvenimento inaspettato mette la sua famiglia nelle condizioni di avere ancora bisogno di lui. L’idea di far ritorno a casa, e di poter essere ancora utile alla sua famiglia, riaccende in lui la voglia di vivere… La commedia alterna momenti molto brillanti, contrassegnati dalla sottile e pungente ironia del suo protagonista e dalla colorita e variegata umanità dei suoi personaggi, a momenti di grande coinvolgimento emotivo. Il tema predominante è quello della “terza età”, ma è il valore della famiglia nel suo complesso a venire esaltato.
Pur non avendo i temi affrontati connotazioni per così dire “territoriali” (regionali), potrebbe risultare interessante la trasposizione dei dialoghi di alcuni personaggi nel dialetto della regione ove la commedia venisse rappresentata.
NOTE SUI PERSONAGGI
PEPPINO
E’ il protagonista assoluto della commedia. Personaggio ricco di grande umanità, con misura e delicatezza vive le varie vicissitudini della commedia, risultando alla fine il custode dei grandi valori della famiglia. Con la sua sensibilità e con la sua ironia detta “i tempi” della commedia, mettendo in risalto sia gli aspetti comici della vicenda, sia quelli di grande coinvolgimento emotivo. A scelta del regista, potrebbe esprimersi in molti dialoghi anche nel dialetto della propria regione.
GIOVANNI (figlio di Peppino)
E’ un avvocato di successo. Il ritmo frenetico della vita che conduce lo porta spesso, suo malgrado, a trascurare i rapporti familiari, soprattutto nel dialogo con i figli. Si esprime in lingua in tutti i dialoghi.
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ANNA (moglie di Giovanni)
Donna impegnata, dinamica, cerca di conciliare al meglio i suoi impegni familiari con quelli di lavoro e sociali. Spesso, però, anche lei suo malgrado, si ritrova a sottovalutare alcune ansie dei propri figli, soprattutto quelle della figlia adolescente. Si esprime in ligua in tutti i dialoghi.
LUISA (figlia di Giovanni e Anna)
Vive le ansie dei suoi sedici anni non riuscendo spesso a comunicare con i suoi genitori come vorrebbe. Troverà nel nonno Peppino una persona che saprà comprenderla ed aiutarla con grande sensibilità. Si esprime in ligua in tutti i dialoghi.
LUIGINO (figlio di Giovanni e Anna)
Anche lui, come la sorella, vive con grande slancio e complicità il rapporto con nonno Peppino. Si esprime in lingua in tutti i dialoghi.
LEONARDO (amico di Peppino)
E’ un vecchio amico di Peppino. Personaggio ricco di umanità, ha qualche problema di udito e qualche altro acciacco vario. Nei suoi dialoghi con Peppino contribuisce a creare momenti molto divertenti, ma anche molto toccanti. A scelta del regista, potrebbe esprimersi nel dialetto della propria regione.
CARLA (amica di Anna)
Amica di Anna, è una donna in carriera, dinamica. Il suo dialogo con Anna contribuisce ad esprimere le difficoltà della società di oggi nel conciliare le esigenze delle persone “attive e molto impegnate” con quelle delle persone più anziane. Si esprime in lingua.
AGOSTINO (ospite della Casa di Riposo)
E’ un appossionato giocatore di briscola. Si ritrova a giocare in coppia con un distratto Peppino e questo crea in lui momenti di grande frustrazione, che lo portano ad esprimere tutta il suo disappunto in modo esagerato, “comico”. A scelta del regista, potrebbe esprimersi nel dialetto della propria regione.
FRANCESCO (ospite della Casa di Riposo)
E’ un bonaccione, cerca di essere sempre conciliante con tutti. Anche a causa dei suoi anni, spesso non comprende bene il senso di ciò che vogliono dire i suoi interlocutori, ritrovandosi suo malgrado
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a creare delle esilaranti gags. A scelta del regista, potrebbe esprimersi nel dialetto della propria regione.
TERESA (ospite della Casa di Riposo)
Arzilla, vivace, è quella che un po’ “gestisce” il gruppo degli ospiti della Casa di Riposo. Molto espressiva e colorita nel suo modo di comunicare, si destreggia abilmente tra le varie situazioni che si vengono a creare nel salone della Casa di Riposo. A scelta del regista, potrebbe esprimersi nel dialetto della propria regione.
COLONNELLO (ospite della Casa di Riposo)
E’ un colonnello dell’esercito in pensione. Non ci sta pìù con la testa e di tanto in tanto ha delle allucinazioni che lo portano a vedere soldati nemici da tutte le parti. Eccolo allora prendere con piglio il comando delle “operazioni militari” per affrontare in modo adeguato il “nemico”. La reazione degli altri, che cercheranno di assecondarlo per arginare le sue crisi, creerà momenti di grande ilarità. Si esprime in lingua.
INFERMIERA (della Casa di Riposo)
Affabile e gentile con tutti gli ospiti della Casa di Riposo, interpreta con grande sensibilità il suo
ruolo professionale. Si esprime in lingua.
I
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-Interno di una casa. L’arredamento, piuttosto ricco ed elegante, fa subito capire che la famiglia che vi abita conduce un tenore di vita piuttosto elevato. E’ indispensabile che in scena vi siano un tavolo, alcune sedie e un telefono –
- Squilla il telefono |
- |
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PEPPINO: |
(Alzando la cornetta) Pronto….Pronto….Con chi parlo?…A chi cerca, |
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scusi?…L’avvocato?…No, no…non c’è…La moglie?…No, no…neanche |
c’è. |
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Sono solo. Se ci deve dire qualche cosa all’avvocato, me la può lasciare detta a |
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me, che ci penso io…(Tra sé) Se ci penso…! No, dico…speriamo che |
non me |
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lo scordo…! Dica, dica…(Ripetendo quello che gli viene comunicato dall’altra |
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parte)Ci devo dire all’avvocato che il posto alla Casa di Riposo per suo padre si |
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è liberato…Va bene, ci penso io…D’accordo, non si preoccupi...(Ripetendo a |
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conferma)…Ci devo dire all’avvocato che il |
posto alla Casa di Riposo per suo |
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padre, |
siè liberato…Va |
bene, stia tranquilla… |
Buongiorno |
signorina, |
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arrivederci…(Riattacca |
la |
cornetta) |
Speriamo |
che |
non |
me |
lo |
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scordo…(Ripassando il messaggio) Allora, ci devo dire che il posto alla Casa di |
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Riposo per suo padre si è liberato…Il posto alla Casa di Ripo… (All’improvviso |
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afferra la realtà) Per suo padre…!? Ma…ma suo padre non sono io!? |
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(Turbato)…Ma io…veramente…tutto questo bisogno di riposare non ce l’ho! Ma |
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perché a mio figlio è venuta …questa strana idea…!? |
Ma quale |
riposo…!? |
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Ma…ma se sono magari stanco …di riposare!? Ma…ma che cosa avrà voluto |
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dire questa signorina al telefono!? (Cercando di autoconvincersi) …Magari avrà |
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sbagliato numero…!? Chissà a cosa stava pensando…! (Alludendo all’ipotetico |
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comportamento “leggero” della sua interlocutrice) Si mettono a parlare tra …tra |
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di loro…mentre fanno il numero…e poi…! E certo, a volte basta sbagliare un |
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numero…dico uno, uno soltanto ….e la frittata è…. è fatta…! |
No, |
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no…sicuramente avrà |
sbagliato numero…! |
Certamente….sicuro, |
sicuro…! |
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(Cercando di allontanare in modo deciso l’idea che lo turba) |
Ma sì., sì |
! Però, |
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mi aveva fatto un po’ preoccupare….! Basta sbagliare un numero, uno…uno |
soltanto! E vabbe’, non …non ci pensiamo più…! (Comunque traspare il suo intimo turbamento, che da questo momento in poi riaffiorerà continuamente nei suoi pensieri)…Un po’,mi ero allarmato….! Un pochino….!
(Bussano alla porta. Peppino è ancora in agitazione per la telefonata. Quindi, credendo che sia il telefono, alza la cornetta) Pronto…con chi parlo ?
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LEONARDO: (Da fuori) Io sono….!
PEPPINO: (Alla cornetta) Io…chi ?
LEONARDO: (Da fuori) Come, chi?! (Ironico) …La regina Elisabetta!
PEPPINO: (Confuso, parlando sempre nella cornetta) …La regina Elisabetta?!
LEONARDO: …Sì, oggi non avevo niente da fare e ho pensato di venirti a trovare! (Cambiando
tono)…Peppì, apri che fa freddo! Io sono, Leonardo!
PEPPINO: (Sempre alla cornetta) Ma dove sei?! Ti sento come se fossi dietro la porta!
LEONARDO: (Da fuori) E dietro la porta sono, Peppì! Mi vuoi aprire, che fa pure un po’ di
freschetto, o me ne torno….(ironico) in Inghilterra!
PEPPINO: (Realizzando) Eh, sì…davvero male sono combinato! Leonardo è dietro la
porta… e io gli parlo al telefono…! (Apre la porta) Entra, Leona’…entra.
Scusami, scusami….
LEONARDO: E certo che stamattina comincia male la giornata…! Ma dove ce l’hai la testa…?!
PEPPINO: E dove ce l’ho…! Niente, credevo che avessero chiamato …al telefono…
LEONARDO: Al telefono !?
PEPPINO: …No, no…il fatto è che il telefono e il campanello …si…si somigliano….E allora
ogni tanto io .. faccio un po’ di …di… (Vorrebbe dire “confusione” ma non
trova la parola sempre a causa della telefonata iniziale che lo ha profondamente
turbato)…Li scambio un po’ ecco…!Gli devo dire a mio figlio che sarebbe una
buona cosa … cambiare il suono del …del campanello…
LEONARDO: (Ironico) Io penso che sarebbe meglio cambiare le tueorecchie…! Eh, sì…! Oggi
come oggi si trova di tutto…! E poi, vista l’età, anche al mercato dell’usato…a
volte …un paio d’occasione si trovano…! Sì, sì…cercando si trovano…!
PEPPINO: (Sempre pensando ad altro)…Che …che cosa …si trovano..!?
LEONARDO: Peppì, devi fare come me! Quante volte te l’ho detto…?! Devi metterti
l’apparecchio acustico…!
PEPPINO: (Sempre sovrappensiero) …Sì, sì…lo devo fare, hai ragione…hai ragione tu…!
LEONARDO: Ho speso qualcosa, ma benedetti i soldi!
PEPPINO: (Tanto per dire qualcosa)…Ti..ti è costato molto?
LEONARDO: (Che non ha sentito bene, a dispetto dell’apparecchio)…Le dieci e un quarto!
PEPPINO: (Disorientato) Che hai detto, Leona’?
LEONARDO: …Quando?
PEPPINO: Ora…! Che hai detto?
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LEONARDO: |
(Sempre ironico) Io?!…E chi ha parlato ?! Forse era la regina Elisabetta…da |
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dietro la porta! Quella scherza sempre…! |
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PEPPINO: |
E vabbè Leona’, hai ragione, scusa… Se devo dirti la verità…avevo la testa un |
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po’ …per aria…! (Confidando il dubbio che lo turba) Vedi, proprio poco prima di |
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bussare tu, ho ricevuto una telefonata un po’ strana…Ha chiamato una signorina, |
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gentilissima per carità, che mi ha incaricato di dire all’avvocato, a mio figlio, che |
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il posto alla Casa di Riposo per suo padre …si è liberato…! (Con amara ironia) E |
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mi ha raccomandato …di non dimenticarlo…! |
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LEONARDO: |
E vabbe’, non ti preoccupare…! Stai tranquillo che te lo faccio ricordare io! |
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(Alludendo al suo stato confusionale) …Visto che ultimamente cominci a perdere |
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qualche colpo…! |
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PEPPINO: |
(Con sottile ironia) Certo Leona’, io perdo qualche colpo, ma tu mi fai una |
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concorrenza…spietata…! (A Leonardo che lo guarda perplesso) Non l’hai capito |
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quello che ti ho detto…? (Rimarcando le parole) Devo ricordarmi di dire a mio |
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figlio che il posto alla Casa di Riposo per suo padre…si è liberato! (Fissando |
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l’amico) …Leona’, per suo padre! |
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LEONARDO: |
(Non ha ancora afferrato il senso di quelle parole, perplesso) …Per suo padre, |
|
l’ho capito ! |
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PEPPINO: |
(Scandendo le parole) …Leona’, guardami: per-suo-pa-dre!... (Risolutivo) Suo |
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padre, Leona’, fino a prova contraria, dovrei essere io! |
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LEONARDO: |
…Ora capisco! |
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PEPPINO: |
Ma se io sono quasi stanco …di riposare…! Ma che cosa ci devo andare a fare in |
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questa …Casa di Riposo…!. |
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LEONARDO: |
Ma puo’ essere mai, Peppi?...Ma chissà a chi doveva telefonare questa |
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signorina…?! |
Quello, tuo figlio, non ti lasciarebbe andare mai…! |
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PEPPINO: |
(Rincuorato) |
Ma non è vero, Leona’!? Io, pure questo pensavo ! Ma può essere |
mai, mi dicevo, che mio figlio mi lascia andare in una Casa di Riposo!? Quello se |
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sta un giorno senza vedermi, muore…! Avranno sicuramente sbagliato numero, |
||
non è vero, Leona’? |
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LEONARDO: |
Hai ragione tu Peppì, hai ragione…! Tuo figlio Giovanni ti adora. Tuo figlio ti |
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vuole troppo bene. E’ troppo attaccato a te…! |
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PEPPINO: |
…Ma non è vero, Leona’?! |
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LEONARDO: |
(Come se completasse il suo discorso e sottolineando le parole) …Tuo figlio! |
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…Tua…tua nuora, forse, un po’ meno…! Forse…! |
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PEPPINO: |
(Accusa un po’ il colpo)…E vabbe’, ha le sue buone ragioni…! Tutto il giorno |
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con il suocero per casa…A volte è anche il fatto di sentirsi un po’ più …più |
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liberi…La capisco. Anche nel rapporto con i figli…con il marito…! Io cerco di |
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non pesare in niente, ma sono pur sempre qui, in carne ed ossa …non posso certo |
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…scomparire…! Però sono sicuro che anche lei mi vuole tanto bene! …Non è |
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vero, Leona’? |
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LEONARDO: |
…Per carita! E infatti vuole solo metterti un po’ …a riposo! |
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PEPPINO: |
A te piace scherzare, ma lo sai che mia nuora in fondo in fondo mi vuole bene |
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come un padre. |
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LEONARDO: |
Come no, Peppì?! …(Giocando sull’equivoco) In fondo, è così…! In fondo, in |
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fondo…! Molto…in fondo…! (Mima con la mano una “notevole distanza”) |
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PEPPINO: |
(Pausa) Vabbe’ Leona’, cambiamo discorso. Stamattina ci sei passato dalla |
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pescheria? Ce n’era pesce spada ? |
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LEONARDO: |
Certo che sei di gusti raffinati, Peppì…! |
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PEPPINO: |
Veramente, se fosse per me preferirei due belle sarde fatte arrosto, magari con |
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qualche spicchio d’aglio |
e un po’ di pomodorino, ma ai ragazzi non piacciono le |
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sarde… |
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LEONARDO: |
Eh già, costano poco! |
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PEPPINO: |
E che devo fare, li faccio contenti, in fondo non è una grande…privazione…! |
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LEONARDO: |
In ogni cosa c’è il suo |
lato postivo…! Io sono solo e mangio a piacere mio. |
Questa mattina sono passato dalla pescheria di prima mattina…Sono arrivato che |
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era ancora buio…! |
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PEPPINO: |
Ancora buio!? E chi c’era? |
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LEONARDO: |
Neanche la scopa, Peppì! Mi sono guardato un po’ intorno…Niente! Non si |
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vedeva anima viva…! Mi vanno gli occhi all’orologio della piazza …(Mima |
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l’azione. Pausa) Le quattro e mezza! …Quasi! |
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PEPPINO: |
Le…le quattro e mezza!? E per questo non c’era anima viva! |
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LEONARDO: |
…Avevo l’orologio fermo, Peppì! Quando mi sono alzato mi faceva le sette meno |
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un quarto…Di ieri sera, però! Che dovevo fare…? Ormai mi ero alzato…!Mi |
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sono seduto sui gradini della pescheria…e ho spettato un poco. Verso le sei e |
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mezza, sette…sono arrivati i primi pescivendoli. Peppì, saltavano…! |
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PEPPINO: |
(Perso nei suoi pensieri) Saltavano…?! |
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LEONARDO: |
Saltavano! |
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PEPPINO: |
I…pescivendoli ?! |
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LEONARDO: I pescivendoli! (Accortosi dell’equivoco)…Ma quali pescivendoli, Peppì?! I
pesci…I pesci saltavano!
PEPPINO: Ah, ecco!…Che meraviglia! (Per accontentarlo)…Mi sarebbe piaciuto esserci…!
LEONARDO: Quando finalmente hanno aperto tutti i banchi…me li sono girati tutti, uno per
uno…! Peppì, a me prima di comprare, mi piace vedere e toccare con mano!
Quando mi sono deciso, ho acquistato due bellissimi sgombri…! Oggi mi devo
leccare i baffi!
PEPPINO: (Tentando di distrarsi e di alimentare la conversazione) …Chebellezza! …Cidevi
fare i …taglietti…!
LEONARDO: A chi…?
PEPPINO: Ai pesci….quando li fai arrosto…E il fuoco non troppo forte, mi raccomando …!
LEONARDO: Ah, per questo, lascia fare a me! E’ la mia passione…! E mi passo il tempo…! (Cambiando discorso) Dunque, Peppì, che facciamo? Arriviamo un po’ in piazza
o sei impegnato?
PEPPINO: No, non posso uscire. Là dentro c’è mio nipote a letto con la febbre e non lo
posso lasciare da solo. Piuttosto, fammi un favore…Se trovi del pesce spada,
compramene qualche fetta.‘
LEONARDO: Come vuoi tu. Ti saluto, Peppì, che si sta facendo proprio tardi. A più tardi.(Esce)
PEPPINO: Ti saluto Leona’, a dopo. (Tra sé e sé, di nuovo un po’ turbato) …Che si può
fare…? Ci vuole pazienza…solo pazienza…!
LEONRADO: (Facendo capolino) …Mezzo chilo ti basta?
PEPPINO: (Sovrappensiero, alludendo alla pazienza) …Ce ne vorrebbero centinaia di chili!
LEONARDO: (Rientrando del tutto) …Cento chili di pesce spada!?
PEPPINO: (Non comprendendo) …Come?
LEONARDO: Ti ho domandato se ti basta mezzo chilo di pesce spada…E mi hai risposto che ce
ne vorrebbero centinaia di chili…!? Avete invitati?!
PEPPINO: Ma no, scusa! (Sorridendo per l’equivoco) Io pensavo alla pazienza che ci vuole
nella vita…! Dicevo che a volte ci vuole molta pazienza…!
LEONARDO: Ah, ho capito…! E allora, mezzo chilo ti basta?
PEPPINO: ( Sforzandosi di scherzare un po’) …Di pazienza?
LEONARDO: E vabbe’, ho capito…! A posto siamo questa mattina…!
PEPPINO: Mi basta, Leona’, mi basta…!
LEONARDO: L’importante è che ci siamo spiegati…! Ti saluto. Peppì, ti saluto…(e lo dice con
l’espressione di chi vorrebbe dire: “Posso andare tranquillo, è tutto a posto?”.
PEPPINO: (Rassicurandolo) Sì, sì….tutto a posto. Tranquillo. A dopo.
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LEONARDO: A dopo. (Esce)
PEPPINO (Guardando l’orologio) …Mamma mia, ègià l’ora dello sciroppo…! (Prende lo
sciroppo da un cassetto) Stamattina èmeglio che mi dia una mossa…!
LUIGINO: (Entra in scena. Indossa una vestaglina sopra un pigiama. Ha in mano un
quaderno, una penna e un giocattolo) Nonno, ma perché non vieni di là?
PEPPINO: E tu che ci fai qua!? No, gioia mia, non ti devi alzare…! Se prendi fresco, ti viene
di nuovo la febbre forte…!
LUIGINO: No, non ti preoccupare. Non sento freddo.
PEPPINO: Avanti, visto che ti sei alzato, prenditi lo sciroppino e poi di corsa a letto.
(Comincia a versare lo sciroppo)
LUIGINO: (Con una smorfia di disappunto) No, non mi piace.
PEPPINO: Avanti, dai…! Il dottore non ha raccomandato altro…!
LUIGINO: E noi al dottore …non diciamo niente…! (Porta il dito alla bocca e fa
l’occhiolino al nonno in cenno di intesa)
PEPPINO: Eh…! Come…non diciamo niente!? (Trasformando la situazione in gioco) Eh,
no! Non può essere! I dottori lo vengono a sapere sempre. Hanno spie
dappertutto…! (Gli porge il cucchiaino dello sciroppo con fare “sospettoso”)
Tieni, prendilo…Il nemico ci osserva!
LUIGINO: (Ingoia assai di malavoglia lo sciroppo. Quindi fa delle linguacce all’ipotetico
nemico. Aprendo il quaderno che intanto ha posato sul tavolo) …Ho voglia difare un po’ di compiti.
PEPPINO: No, no. Tu ora te ne vai a letto. Ti copri per bene, e magari io ti accendo un po’ la
televisione e ti guardi un bellissimo cartone animato. (Guarda l’orologio) A momenti comincia proprio quello che ti piace tanto…!.
LUIGINO: (Che non ha dato ascolto al nonno) Ascolta nonno, la maestra ci ha dato questo
compito: “Racconta un pomeriggio trascorso al parcogiochi con papà”. (Riflettendo un po’) Io non so cosa scrivere…!
PEPPINO: Come, non sai cosa scrivere?! Tu ci sei stato tante volte al parcogiochi…
LUIGINO: Sì, ma mai con papà.
PEPPINO: Ah, ecco…! E vabbè…(Timidamente) ci…ci inventi qualcosa… fai finta che…
LUIGINO: (Prontamente) Nonno, non si dicono le bugie!
PEPPINO: Eh già, vero…! Giusto…! Giustissimo…!
LUIGINO: (Deciso) Vuol dire che cambierò il titolo. (Correggendo il titolo sul quaderno)
“Racconta un pomeriggio trascorso al parcogiochi con il… nonno”. (Ricordando
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un episodio particolarmente simpatico) …Bellissimo! Così potrò parlare di quella
volta che hai vinto il titolo di “nonno simpatia” facendo il numero del clown
innamorato. Sei stato fantastico! Ti ricordi? Tutti i bambini mi guardavano con
invidia! Che forza! Dai nonno, mi fai il numero del clown innamorato?
PEPPINO: Ma, come…così…?!
LUIGINO: Dai, ti prego…!
(Si sente il campanello squillare)
PEPPINO: (In agitazione) Forza, forza…! Vai a letto, per favore…!Non ti fare trovare
alzato…! Lo sai che se viene a saperlo la mamma che ti sei alzato, si arrabbia.
Avanti, presto…portati tutto di là, non lasciare niente in giro…! (Accompagna
Luigino nella sua stanza. Resta su una sedia il giocattolo che Luigino aveva
portato in scena. Il campanello continua a squillare. Peppino da fuori).
Arrivo…Arrivo…! Solo un attimo. (Rientrando in scena) …E chi sarà a
quest’ora?
(Apre la porta)
LUISA: (Entra. È molto nervosa. Si libera in malo modo dello zaino contenente i libri. Va
a sedere su una poltrona)
PEPPINO: (Sorpreso) E tu, come mai a quest’ora sei a casa? Non dovresti essere ancora a
scuola?
LUISA: (Non risponde)
PEPPINO: Signorina, con te parlo…! Con mia nipote.
LUISA: (Continua a non rispondere)
PEPPINO: Che c’è? E’ successo qualcosa? Non mi fare stare in pena, per favore…!
LUISA (Seccata) Non è successo niente! Niente che tu possa capire, quantomeno!
PEPPINO: Ah, ecco!…Grazie.
LUISA: Non c’è di che!
PEPPINO: E che sarà potuto succedere di così complicato…?
LUISA: Nonno, per favore, stai zitto! Sono molto nervosa. Anzi, sono nervosissima!
PEPPINO: (Ironico, ma sempre con molta dolcezza) Ci credi che non me n’ ero accorto…!
Ah, sei nervosa!?
LUISA: (Parlando tra sé) Ti odio…Ti odio…!Ti odio…!!!
PEPPINO: Scusi, parla con me?!
LUISA: (Sempre tra sé, quasi piangendo) Ti odio…!Ti odio…!
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PEPPINO: |
E torna ad insistere…! (Cercando di confortarla) |
Senti la nipote, io non so |
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quello che è successo, ma se posso fare qualcosa, parla…! Avanti, parla …non mi |
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fare stare sulle spine, per favore…! |
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LUISA: |
Lasciami perdere, tanto tu non potresti capire. |
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PEPPINO: |
E chi lo sa…? A volte…! |
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LUISA: |
(Di scatto, alzandosi) Io vado nella mia stanza. Non ci sono per nessuno! |
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PEPPINO: |
(La guarda uscire. Sospira)…E chi ci capisce è bravo…! Però, questa nipotina |
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mia non mi piace…! Da un po’ di tempo in qua non è più lei. Lei è stata sempre |
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così educata, rispettosa, gentile…Ora |
invece è |
sempre nervosa, sempre |
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infelice…Chissà cos’è che la tormenta…?! |
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ANNA: |
(Entra senza salutare) |
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PEPPINO: |
(Accorgendosi di lei) Anna…sei tornata? |
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ANNA: |
(Con aria distaccata) Sì, ho fatto prima del previsto. Avete dato lo sciroppo a |
||
Luigino? |
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PEPPINO: |
Sì, sì…un quarto d’ora fa. |
||
ANNA: |
(Accorgendosi del giocattolo lasciato su una sedia da Luigino) E questo sulla |
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sedia chi lo ha lasciato? (Fissa il suocero con aria di rimprovero) Non lo avrete |
|||
per caso fatto alzare dal letto?! |
|||
PEPPINO: |
(In difficoltà) Co…come…? No…no…! |
L’avevo preso un po’ io…per…Ci…ci |
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stavo giocando…io…! Così, non avevo niente da fare e … |
|||
ANNA: |
(Con tono di rimprovero per l’ennesima debolezza del suocero nei confronti di |
||
Luigino) Siete sempre il solito! |
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PEPPINO: |
(Tira un sospiro rassegnato. Pausa. Timidamente comincia un nuovo discorso) |
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Senti…senti Anna, vedi che di là, nella sua stanza, c’è… Luisa. |
|||
ANNA: |
(Quasi con distacco) Come mai? A quest’ora dovrebbe essere a scuola… |
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(Comincia a sfogliare una rivista di moda con molto interesse). |
|||
PEPPINO: |
(Prontamente) Ecco, proprio quello che le ho detto pure io …! Ma non mi ha |
||
dato nessuna risposta. (Pausa. Aspetta qualche domanda dalla nuora che non |
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arriva)…È un poco nervosetta. (Pausa) Anzi, mi pare che è troppo agitata. |
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(Pausa)…Anna, questa ragazza non me la racconta giusta… |
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ANNA: |
(Continua a sfogliare il giornale. Distrattamente) Sarà una delle sue solite crisi. |
||
Le passerà. |
|||
PEPPINO: |
Ma, scusami…forse sarebbe il caso di…(Continua con i gesti, come per invitarla |
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a raggiungere la figlia) |
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ANNA: No, la conosco bene. È meglio lasciarla sfogare.
PEPPINO: (Poco convinto) Cosìdici…?
ANNA: (Sempre guardando il giornale) Oh, finalmente! Ecco il modello che cercavo. (Va
al telefono, fa il numero della sarta) Pronto?…Sono la signora
Mazzotti…Buongiorno…Senta, credo di aver finalmente trovato quel modello di
cui le parlavo…! Più tardi glielo avvicino…Bene…Bene, sì…Mi raccomando,
guardi che quest’abito mi interessa entro sabato… improrogabilmente…! Va
bene…si, si va bene…a più tardi…(Posa la cornetta e tirando un sospiro di
sollievo) E anchequesta è fatta…! Una giornata dovrebbe essere di quarantotto
ore. E forse non basterebbero neppure. Il lavoro, gli impegni sociali, fare la spesa,
la parrucchiera, la sarta…
PEPPINO: (Con intenzione)…i figli…!
ANNA: (Non ha capito l’intenzione) E già, i figli…! A proposito, vado a dare un’occhiata
a Luigino. Vediamo se la febbre gli si è abbassata un poco. (Esce)
PEPPINO: (È in ansia per la nipote) Chissà se Luisa si è calmata…(Bussa alla porta della
sua stanza. Sottovoce) Luisa…Luisa, io sono…! Luisa, misenti?
LUISA : (Dall’interno, grida) Vattene via!!!
PEPPINO: (Con imbarazzo, incassa il colpo)…Mi ha sentito…!
CARLA: (Suona il campanello della porta)
PEPPINO: Traffico stamattina. Arrivo, arrivo…Chi è? (Apre la porta)
CARLA: (Entrando) Buongiorno, come va? (L’abbigliamento e il modo di fare sono quelli
di una donna decisamente dinamica)
PEPPINO: Oh, signora, prego si accomodi!
CARLA: Disturbo?
PEPPINO: Ma che dice, signora…! Immagino che cercava mia nuora…?
CARLA: Sì, è in casa?
PEPPINO: Sì, sì …gliela chiamo subito. (Vedendo rientrare la nuora) Ah, eccola che
arriva…!
ANNA: (Rientrando) Carla, che bella sorpresa!
CARLA: Grazie Anna. Ciao, come stai? (Bacia l’amica)
ANNA: Oh, bene grazie! E tu? Ti trovo in splendida forma! (Osservando la sua nuova
pettinatura) Questo nuovo taglio di capelli poi, ti sta veramente un amore!
CARLA: Sono veramente contenta che ti piaccia. È stata una decisione improvvisa. Mi
sono guardata allo specchio e mi son detta: qui bisogna rinnovarsi un po’.
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Detto…Fatto! Qualche ora dopo ero già come mi vedi. Dovevi vedere la faccia di
Giulio quando mi ha vista per la prima volta! Adesso anche lui è entusiasta, dice
che mi trova…(Con simpatica civetteria) più interessante!
ANNA: (Con un sorriso d’intesa)…E se lo dice lui!
PEPPINO: (Da quando è cominciato il dialogo tra Anna e Carla sta cercando il momento
opportuno per togliere il disturbo)…Io, con il vostro permesso,dovrei arrivare un
momento qua di fronte…che dovrei andare a fare…dovrei andare a dire…
…(Vedendo che nessuno lo ascolta)…Vabbè, vado e…torno. (Esce)
ANNA: Ma prego Carla, accomodati. Non vorrai mica scappare di corsa come al solito.
(Nel frattempo si sono sedute)
CARLA: E invece credo proprio di sì. Sai, mi trovavo a passare e non ho voluto perdere
l’occasione di venirti a fare un salutino. Ma mi fermo solo qualche minuto, perché ho ancora un mare di cose da sbrigare.
ANNA: Allora, cosa mi racconti di bello?
CARLA: Cosa vuoi che ti racconti. La solita vita. Mai un attimo di respiro, mai un attimo di
riposo. Se non fosse per qualche viaggetto disintossicante che ogni tanto ci
facciamo, sarebbe veramente uno stress continuo…! A proposito Anna, avete
saputo del viaggio a Parigi organizzato dal nostro club?
ANNA: Sì, sì…ci hanno invitato.
CARLA: E allora perché non venite anche voi? Sai, otto giorni di vacanza a Parigi fanno
ritornare la voglia di vivere!
ANNA: Lo sai quanto mi piacerebbe. Ma purtroppo abbiamo sempre il solito problema.
CARLA: Quale problema, se non sono indiscreta?
ANNA: (Con un gesto che manifesta un certo disappunto) Come hai potuto notare,
quando sei entrata, abbiamo ancora mio suocero in casa. Sta bene in salute, ma è
sempre una persona anziana, e mio marito ha paura di lasciarlo a casa da solo.
Così…(Sospira) siamo legati…!
CARLA: Scusami Anna, ma perché non fate come noi? Perché non lo fate ospitare da una
Casa di Riposo. Oggi ce ne sono tante, e tutte veramente ben organizzate. I nostri
vecchietti è ormai da qualche anno che li abbiamo sistemati in una Casa di
Riposo, e si trovano veramente bene, non gli fanno mancare nulla.
ANNA: Se fosse dipeso da me, già da tempo avremmo adottato questa soluzione, ma mio
marito è stato sempre un po’ restio. Finalmente, comunque, pare convinto anche
lui. Proprio qualche giorno fa abbiamo parlato con la direzione di una
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modernissima e attrezzatissima Casa di Riposo, che si trova a pochi chilometri da
qui, e aspettiamo la risposta. Non appena avranno qualche posto disponibile, ce lo
comunicheranno. Dovrebbe essere solo una questione di giorni. Almeno così ci
hanno assicurato.
CARLA: Bene. Mancano ancora una ventina di giorni alla partenza, quindi…!
ANNA: Se riusciremo a risolvere il problema prima, è molto probabile che stavolta
verremo anche noi.
CARLA: Me lo auguro. È una cosa che farebbe piacere a tutti gli amici del Club.
ANNA: Ti ringrazio. (Cambiando discorso) …Scusami Carla, ho un problema che mi
assilla. Sabato sera saremo a cena dal notaio, ci saranno anche il sindaco,
l’onorevole, sai…tutta gente che conta, e… non so proprio cosa mettermi…!
Avrei pensato di farmi cucire questo modellino. (Le mostra il giornale) Ti prego,
dimmi sinceramente che te ne pare, dammi qualche consiglio.
CARLA: Veramente delizioso. Ti starà un amore !
ANNA: Oh, mi liberi da un peso! Non puoi neanche immaginare quanto ho dovuto cercare
prima di trovare un modellino che mi piacesse.
CARLA: (Vibra il telefonino, rispondendo) …Pronto? Ciao, sono ancora per strada. Sì,
sì… ti richiamo. Scusa Anna, ma devo proprio scappare, ho ancora un sacco di
cose da fare…! Allora, mi auguro che possiate unirvi a noi per il viaggio a
Parigi…di cui abbiamo parlato.
ANNA: Lo spero proprio. Anche perché visitare Parigi è stato sempre il mio sogno…!
CARLA: E ti assicuro che ne vale proprio la pena, guarda. Io sono stata già altre volte a
Parigi, ma ogni volta è come se fosse la prima volta. Perché Parigi ha un fascino
così…così intrigante, è una città così piena di vita, cosi eccitante che… non si può
descrivere. Parigi bisogna visitarla, anzi…Parigi bisogna viverla!
ANNA: Le tue parole non fanno altro che accrescere la mia curiosità.
CARLA: (Con un sorriso di compiacimento) Ed è proprio quello che volevo! (Baciando
l’amica) Ciao Anna, a presto.
ANNA: Ciao Carla, e grazie per la visita.
(Carla esce. Anna dà un’altra occhiata al giornale di moda, poi lo mette a posto.
Quindi bussa alla porta della stanza della figlia, e con tono quasi distaccato…)
Quando dici tu la smetti con questa commedia. È durata già troppo. Ogni
momento la stessa storia! (Ritorna alle sue faccende)
LUISA: (Rientra in silenzio. Si siede sul divano. È ancora imbronciata)
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ANNA: (Accortasi della figlia) …Dunque, qualè il problema della giornata?
LUISA: (Fredda, sprezzante) Non c’è nessun problema. È tutto a posto. Come sempre.
ANNA: E allora, come mai sei tornata prima dalla scuola e ti sei chiusa nella tua stanza?
LUISA: Ho chiesto un permesso e sono uscita prima. Semplice.
PEPPINO: (Rientra timidamente, quasi avendo paura di disturbare. Si finge distratto, ma in
realtà segue con molto interesse il dialogo tra la nuora e la nipote)
ANNA: E perché hai chiesto questo permesso?
LUISA: Mi sentivo male.
ANNA: (Ad ogni battuta la sua tensione emotiva è andata via via aumentando, nonostante
si sia sforzata di controllarla) E cosa ti sentivi, se è lecito saperlo?
LUISA: Niente di preciso.
ANNA: (Non riuscendo più a controllarsi) Io proprio non capisco! Il dottore continua a
ripetere che tu scoppi di salute, e tu dici sempre di stare male! (Sforzandosi di
riprendere un tono più conciliante)…Insomma, Luisa, vogliamo cercare una
buona volta per tutte di risolvere questo mistero…?!
LUISA: (Tentenna un po’. Poi risoluta, come se volesse cominciare un discorso
liberatorio)…Mamma, mamma io…
ANNA: (Ricordandosi all’improvviso) Accidenti, ho dimenticato di passare dalla
lavanderia per ritirare la gonna! Mamma mia, non ci sto più con la testa…! (Prende la giacca e la borsa ed esce)
LUISA: (Delusa dell’atteggiamento della madre) Voglio morire!…Voglio morire!
PEPPINO: (Delicatamente, sdrammatizzando) C’è tempo…C’è tempo…!
LUISA: (Piangendo corre ad abbracciare il nonno) Oh, nonno, aiutami! Aiutami almeno
tu!
PEPPINO: (Disorientato) Sì, certo tesoro…certo che ti aiuto…! Avanti, calmati…dimmi
cos’è che ti fa soffrire?
LUISA: Oh nonno, no, tu…tu non potresti capire! (Ritorna nella sua stanza)
LEONARDO: (Bussa alla porta)
PEPPINO: (Col pensiero rivolto alla nipote, risponde istintivamente) Avanti…!
LEONARDO: (Entra) Peppì, mi dispiace…ma stamattina non ne aveva.
PEPPINO: (Fissando la porta della stanza della nipote, si interroga ancora sul suo
comportamento)…Mache cosa può avere?
LEONARDO: (Equivocando) Peppì…c’erano delle belle triglie, dei calamari…un po’ di pesce
azzurro, che secondo me è sempre il migliore, e….
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PEPPINO: (Accorgendosi solo in quel momento del compare)…Ah, tu sei qua?! Sei …sei già
tornato…?!
LEONARDO. Sì, ti stavo proprio dicendo che pesce spada non ne ho trovato…C’erano delle
belle triglie, dei calamari e …
PEPPINO: Ah, già…! Il pesce spada! Scusa Leona’, ero un po’ sovrappensiero…! Scusa.
LEONARDO: La verità è che vai perdedendo colpi, Peppì! (Con sincera preoccupazione) Fatti
controllare, Peppì, fatti controllare…!
PEPPINO: (Rassicurandolo)…Tranquillo, Leona’…. stai tranquillo. Comunque, grazie lo stesso,
sarà per una prossima volta. |
||
LEONARDO: |
E vabbe’, ti saluto. A domani. (Esce) |
|
PEPPINO: |
A domani. E grazie. (Pausa) …Vediamo se Luigino ha bisogno di qualcosa. |
|
( Esce) |
||
GIOVANNI: |
(Entra. Elegante, ben curato, ha con sé una borsa da lavoro) …Non c’è nessuno |
|
in casa?…Anna…Anna…! |
||
PEPPINO: |
(Rientrando) Ah, sei tu !? … No, tua moglie è |
arrivata in lavanderia. Sta |
tornando. |
||
GIOVANNI: |
(Esce delle carte dalla borsa e comincia a sfogliarle) |
|
PEPPINO: |
(Con apprensione, riferendosi alla telefonata iniziale) …Senti Giovanni, |
|
stamattina ha telefonato una signorina… |
||
GIOVANNI: |
(Interrompendolo, quasi bruscamente) No papà, per favore…! Non voglio sentire |
|
di nessuna telefonata! Mi bastano tutte le telefonate che ricevo in ufficio. |
||
Piuttosto, Luigino come sta? Gli è passata la febbre? |
||
PEPPINO: |
Sì, un po’ si è abbassata. Poco però. |
|
GIOVANNI: |
La cosa comincia a preoccuparmi. |
|
PEPPINO: |
No, non ti preoccupare. Lo ha detto pure il dottore, questo tipo di febbre dura un |
|
po’ di più, ma non c’è da preoccuparsi. Tranquillo. Tu, piuttosto, come ti senti? |
||
Non ti scordare che anche tu sei appena alzato dal letto, e che qualche altro |
||
giorno di riposo non ti avrebbe certo fatto male. |
||
GIOVANNI: |
Papà, se tu vedessi la montagna di carte che ho allo studio, forse capiresti perché |
|
non posso fare tanto il malato…! |
||
PEPPINO: |
Eh, figlio mio, ricordati però cheprima di |
tutto viene la salute, mi |
raccomando…! Lo sai cosa dice il proverbio: risparmia la farina mentre la |
||
dispensa è piena! E il proverbio parla pure della salute, non te lo scordare. |
||
GIOVANNI: |
Non me lo scordo, papà Non me lo scordo. Stai tranquillo. |
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PEPPINO: Speriamo. Piuttosto, cerca di uscire ben coperto. Il freddo è un brutto nemico per
uno che si è appena alzato dal letto. Fammi sentire un po’…(Gli tocca la fronte per controllare se ha la febbre)
GIOVANNI: (Rimproverandolo con affetto) Papà, mi tratti come se fossi ancora un bambino…!
Lo vuoi capire che ormai ho la mia bella età, e che mi so difendere da solo…!
PEPPINO: Eh, non ci giurerei poi tanto…! No, perché tu hai talmente tante di quelle cose
per la testa, che a volte ti dimentichi …di pensare a te. (Timidamente) Te…te la sei messa stamattina la maglia di lana?
GIOVANNI: Ma papà!?
PEPPINO: Perché, che c’è di male … ? Te la sei messa?
GIOVANNI: Sì, me la sono messa. (Con un filo di ironia) Ho preso pure la pillola e dopo, ma
soltanto dopo, sono uscito. Va bene così?
PEPPINO: No…! No, perché ti dovevi prendere pure lo sciropoo. Il dottore ha detto che
anche se la febbre passava, lo sciroppo dovevi continuare a prenderlo per tutta la settimana. Lo hai dimenticato.
GIOVANNI: E vabbene, hai ragione tu? Certo, però, bisogna riconoscere che non ti sfugge
nulla…!
PEPPINO: No, Giovanni, no…! Io mi dimentico tante di quelle cose, che a volte mi viene il
nervoso…solo a pensarci…! (Cerca di portare il discorso sull’argomento che gli
sta più a cuore e che intimamente lo turba. La sua espressione diventa a poco a
poco più intensa) …Però le cose della famiglia non me le scordo. Ma lo sai
perché? Perché ho soltanto questo pensiero. Ho la fortuna di stare insieme a mio
figlio, a mia nuora, ai miei nipoti e non mi pare vero di potere fare qualcosa per
potermi rendere utile, per potere dimostrare loro tutto il mio affetto, tutta la mia
gratitudine. Vedi Giovanni, quando l’uomo invecchia, tutte le azioni che partono
da qui (si tocca la fronte) …vanno perdendo colpi. Perché questo qui va
invecchiando pure, non c’è niente da fare. È una legge di natura. Ma le azioni che
partono da qui (indica il cuore) …quelle no, quelle si mantengono sempre le
stesse. E lo sai perché? (Con grande intensità) Perché il cuore non invecchia.
Pensaci, figlio mio…il cuore non invecchia!
GIOVANNI: (Turbato) Papà, ma perché mi stai dicendo…queste cose?
PEPPINO: No, no, niente…così…tanto per dire qualcosa….! È bello per un padre, anche se
è diventato ormai …vecchio, avere l’illusione di potere essere ancora utile al
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proprio figlio, di potere avere ancora qualcosa da insegnargli, da raccomandargli. |
|||
Non ti pare? |
|||
GIOVANNI: |
(Sempre più turbato, mentre continua a sfogliare le sue carte) Certo, certo. (Con |
||
un sorriso forzato) Senti papà, che ne diresti di cambiare discorso…? |
|||
PEPPINO: |
Mi devi scusare, Giovanni…! Non volevo angustiarti. Non so neanche io perché |
||
sto facendo questi discorsi. |
|||
GIOVANNI: |
No, il fatto è che ho la testa piena di pensieri…! Ho un mare di lavoro. Non ho |
||
neanche il tempo di respirare…! |
|||
PEPPINO: |
Ti capisco. Ti capisco…Però, però perdonami, c’è un’altra cosa…c’è un’altra |
||
cosa soltanto che voglio raccontarti. (Pausa. Fissando lo sguardo nel vuoto, si |
|||
appresta a “rivivere” un episodio della sua vita che evidentemente reputa molto |
|||
significativo. Il racconto verrà sottolineato da un sottofondo musicale) …Quando |
|||
tu avevi da poco compiuto due anni, io per cercare di migliorare la |
situazione |
||
della nostra famiglia, me ne sono andato a lavorare in America. Dopo tre anni di |
|||
lavorare giorno e notte, notte e giorno, finalmente sono tornato |
a casa…! |
||
Arrivato al paese, il mio cuore scoppiava di felicità e dalla fermata del treno fino |
|||
a casa nostra, mi sono fatto tutta la strada di corsa…! (Sorride al pensiero) Come |
|||
ho potuto fare ancora non lo so…! So solo che mentre correvo avevo davanti agli |
|||
occhi |
te. Avevo davanti agli occhi quel bambino che avevo lasciato e che non |
||
vedevo l’ora di stringere tra le mie braccia, per ricoprirlo di baci…! Arrivato a |
|||
casa, |
mi ricordo come se fosse ora, tu eri seduto proprio davanti la porta e stavi |
||
giocando con un altro bambino della tua stessa età. E tutti e due giocavate e |
|||
ridevate. Che gioia per i miei occhi! Allora io mi sono avvicinato in punta di |
|||
piedi, per farti una sorpresa, e quando mi sono ritrovato alle tue spalle…ti ho |
|||
chiamato allargandoti le braccia! (Mima il gesto di allora) Tu…tu ti sei voltato, |
|||
mi hai guardato…..(Facendo cadere le sue braccia) E sei scappato via come un |
|||
fulmine, piangendo e gridando: “Mamma, mamma, c’è un uomo che mi vuole |
|||
prendere!” …Non mi conoscevi più! Io per te ero diventato …un estraneo!… E |
|||
avevi tutte le ragioni di questo mondo. Allora ho capito che i figli si crescono con |
|||
il pane, ma soprattutto con l’amore! Soprattutto standogli vicino. Ascoltandoli! |
|||
GIOVANNI: |
(Scosso da quel racconto, imbarazzato) Papà…perché mi stai dicendo queste |
||
cose…? Non ti capisco. |
|||
PEPPINO: |
(Con intenzione) Perché…perché ho come la sensazione che da un momento |
||
all’altro …potremmo lasciarci, potremmo dividerci…E allora ti voglio dire tutto |
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quello che penso, che ho nel cuore…Così, ho paura che …da un momento
all’altro …potremmo non avere più il tempo per parlarci…!.
GIOVANNI : (Profondamente turbato) Papà…stamattina…non ti capisco proprio…!
PEPPINO: (Alludendo alla telefonata iniziale, quasi tra sé)…Speriamo figlio mio,
speriamo…! (Cambiando tono) Ah, senti Giovanni…! Vedi che di là c’è Luisa
che è da un po’ che si è chiusa in camera. Dice che non si sente bene, ma a me
non mi convince…
GIOVANNI: (Preoccupato, va a bussare alla porta della figlia)… Luisa… Luisa apri…Sono
papà… Apri….ti prego Luisa…! (Pausa)
LUISA: (Esce dalla stanza con sguardo basso)
GIOVANI: (Con dolcezza) Allora Luisa, cosa succede? Come stai? C’è qualcosa che non va?
LUISA: (Nel frattempo si è seduta. Non risponde, ma si capisce che vorrebbe farlo)
GIOVANNI: Dai, coraggio, cosa succede alla mia signorina? Papà ha il diritto e il dovere di
sapere. (Sorridendole) Non ti pare?
LUISA: (Con grande sforzo) Papà …io…
GIOVANNI: Dai…! (Finora è rimasto in piedi) Anzi, aspetta. (Comincia a rimettere dentro la
borsa tutta la documentazione che aveva precedentemente uscito) Tolgo via tutte
queste cartacce inutili e mi siedo accanto a te. Così possiamo parlare in tutta
tranquillità. (Sedendo accanto alla figlia) Eccoci qua. E adesso parliamo un po’. È
da un po’ di tempo che non lo facciamo. È vero?
LUISA: (Tentenna il capo, come per dire “Sì”)
GIOVANNI: Forse sei diventata già grande, e non me ne sono neanche accorto! (La sua è più
una riflessione, un’autocritica)
LUISA: (Fa lo stesso gesto di prima)
GIOVANNI: (Con grande tenerezza) Forza tesoro, ti prego, aiutami a recuperare il tempo che
ho perso…! Parla, dimmi cos’è che ti rende infelice…
LUISA: Papà… io…
GIOVANNI: Dai…! Non mi alzo di qui se non mi racconti tutto.
LUISA: (Alza finalmente lo sguardo, cerca quello del padre, gli sorride. Quindi con
ritrovato slancio) Papà io…!
(A questo punto squilla il telefono. Luisa si irrigidisce di nuovo. Giovanni ha una
smorfia di disappunto. Il telefono continua a squillare fino a quando Peppino, che
ha seguito il dialogo tra il figlio e la nipote da una posizione alquanto defilata, va
a prendere la cornetta)
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PEPPINO: (Alzando la cornetta) Pronto?…Con chi parlo, scusi?…Veramente non
saprei…Un momento che mi informo…(Rivolto al figlio) È la segretaria
dell’onorevole. Dice che ti hanno cercato allo studio e non ti hanno trovato. Vuole
sapere se sei in casa…Dice che l’onorevole ha urgente bisogno di parlare con te…
GIOVANNI: (Nonostante cerchi di controllare i suoi gesti, tradisce tutta la tensione del
momento. Dopo alcuni lunghi istanti di riflessione si alza e, tenendo lo sguardo
abbassato per evitare di incontrare quello della figlia e quello del padre, va a
prendere la cornetta dalle mani di Peppino)…Pronto?…Sì, sono io…Sì, aspetto
in linea…(Cambia tono. Dall’altra parte del filo è arrivato all’apparecchio
l’onorevole in persona) Pronto?…Sì carissimo onorevole, sono io,
dica…Capisco…Sì, sì…Capisco. Vabbene, senz’altro… Ho già tutta la
documentazione pronta…La raggiungo subito…Qualche minuto e sono da lei…
A più tardi. (Pausa di imbarazzo. Quindi alla figlia, con sincero rammarico)
Devo proprio scappare. Si tratta di un impegno urgente…Continueremo dopo il
nostro discorso, d’accordo?…Intanto…Rilassati, mi raccomando…rilassati.
(Luisa è sempre immobile, sguardo a terra. Giovanni si rende conto di aver perso
un’altra importante occasione di dialogo con la figlia. Con tono sommesso) A…a
più tardi. Papà, dì ad Anna che forse non torno per il pranzo. (Esce)
PEPPINO: Ci penso io, non ti preoccupare. (Sull’uscio gli dice) Se mangi fuori, non ti
scordare di prendere la pillola. Non fare al solito tuo, mi raccomando…!
(Sospirando, per giustificare il figlio) Eh, non gli danno neanche il tempo di
respirare…! (Alla nipote) Che vuoi farci, ci vuole pazienza…!
LUISA: (Delusa, esplode) Voglio morire! Voglio morire!!! (Piange)
PEPPINO: (Provando a sdrammatizzare) Ma allora, sei proprio fissata…!? Ascolta, è vero
che noi vecchi siamo un po’ rimbambiti, ma proprio così grosso è questo
problema…da non riuscire neanche a capirlo…!? Parla, ti prego parla…! Mi si
strappa il cuore a vederti così…Non so cosa farei per poterti aiutare…!
LUISA: Oh, nonno! Sei la persona più buona che io conosca. Però, credimi, tu non potresti
mai comprendermi.
PEPPINO: (Incoraggiato dalle parole della nipote) E chi lo sa? A volte, dove meno te
l’aspetti…!
LUISA: (Accenna un sorriso) Sei grande, nonno!
PEPPINO: Avanti dai, parla! Se vuoi, grida, rompi tutto…Ma sfogati, sfogati chi ti fa bene!
LUISA: (Decisa) E vabbene, parlo…! (Pausa) Non so proprio da dove cominciare…
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PEPPINO: (Con un sorriso) Vediamo, potresti cominciare…dall’inizio.
LUISA: (Sorride anche lei, ma non riesce a trovare le parole per cominciare)
PEPPINO: E allora vediamo, ti aiuto io. Ti ho sentito dire più di una volta…”ti odio”…
LUISA: Sì nonno, lo odio! (Pausa) Tu, tu conosci Luca, quel ragazzo che tante volte è
venuto a prendermi sotto casa…
PEPPINO: Sì, sì…Quel ragazzo simpatico, alto…
LUISA: Nonno, io e Luca ci…ci frequentiamo, insomma è da tempo che stiamo insieme…
PEPPINO: Insomma, vi volete bene! E che c’è di male …. …!?
LUISA: (Continuando il suo discorso) Anzi, stavamo insieme… perché ci siamo lasciati!
PEPPINO: Ah, ecco la malattia! Non preoccuparti. Cose che capitano….
LUISA: Nonno, io senza di lui non posso vivere. Nonno, io…io lo amo!
PEPPINO: Capisco…!
LUISA: E sono sicura che anche lui mi ama!
PEPPINO: Ecco, questo…non lo capisco più! E allora, se tutti e due vi volete bene, perché vi
siete lasciati?!
LUISA: Perché io, per metterlo alla prova, gli ho fatto credere di essere innamorata di un
altro ragazzo. Ma così, per scherzo! Lui invece si è arrabbiato da morire, mi ha
mandato un messaggio di addio e da tre settimane non so più neanche dove sia…!
E pensare che il mio voleva essere solo uno scherzo!
PEPPINO: Certo però, se proprio lo dobbiamo dire, con tanti scherzi che gli potevi fare, e ce
ne sono diveramente carini, gli hai fatto proprio quello …meno scherzoso!
LUISA: Nonno, non so più cosa fare! E se gli fosse successo qualcosa!?
PEPPINO: Ma no, che vai pensando! Dunque, ora ti racconto un mio segreto. Ascolta.
Quando io e la buonanima della nonna eravamo accordati…Lo sai che significa
“accordati” no? (Vedendo la nipote perplessa, spiega) Quando due non sono
ancora fidanzati per gli altri, ma tra di loro si sono già
impegnati…”accordati”…Ecco, quando io e la buonanima della nonna eravamo
accordati, un giorno, davanti alla chiesa, ci ha visti insieme suo padre. A quel
tempo non era come ora…Eh no! Quando la buonanima della nonna è tornata a
casa, è scoppiata …la terza guerra mondiale! Suo padre l’ha fatta stare chiusa in
casa un mese intero. Arresti domiciliari…! Ma il bello è che io non sapevo niente
di questi discorsi. Non sapevo neppure che suo padre ci aveva visti insieme…! E
siccome era venuta una vicina di casa a dirmi che la nonna non voleva più
vedermi, io non potevo proprio capacitarmi del cosa era potuto succedere…! Sono
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stato un mese ammalato per il dispiacere! Mi sono ridotto la pelle e le ossa…! “E |
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in che cosa avrò sbagliato?! …Cosa le è successo, così…all’improvviso! Perche |
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questa …mutazione improvvisa di sentimenti?”. Roba da perderci la testa! E |
|||||||
infatti….ero quasi a buon punto, quando un bel giorno è venuta fuoro la vera |
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…verità! Era stato suo padre a mandarmi la vicina di casa a dirmi che |
sua figlia |
||||||
non mi voleva più vedere…! Altro che la buonanima della nonna! Allora, mi sono |
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messo il vestito della domenica, mi sono armato di coraggio e sono andato a |
|||||||
parlare con il mio futuro suocero…! Ho ancora davanti agli occhi la scena. “Don |
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Michele - gli ho detto, mio suocero buonanima si chiamava Michele - |
sono |
||||||
venuto a parlare con voi perché io con la vostra figliola ho intenzioni serie, anzi |
|||||||
serissime. E per dimostrarvelo, sono disposto a presentarmi al più presto con mio |
|||||||
padre e con mia madre!”. Allora mio suocero, buonanima, che era un pezzo |
|||||||
d’uomo alto due metri…(Pensando di avere esagerato) …quasi due metri…mi |
|||||||
disse senza neanche guardarmi: “Vedo che vai cominciando a ragionare”. E mi |
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diede una grande pacca sulle spalle …che sono rimasto in piedi per miracolo! |
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Tempo due giorni, ci siamo fatti fidanzati in casa, e mio suocero, buonanima, è |
|||||||
diventato per me come un padre. Mi è ritornata la fame, e sono diventato l’uomo |
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più felice dell’ universo! |
|||||||
LUISA: |
(Lo guarda divertita con l’atteggiamento di |
chi |
vuole |
dire: “Non |
starai |
||
esagerando?”) |
|||||||
PEPPINO |
(Stando al gioco) …Vabbe’, facciamo della Terra! |
Quindi, stai tranquilla: l’amore, |
|||||
quando è vero amore, scavalca le montagne e attraversa i fiumi…! E secondo me, |
|||||||
quello vostro…è vero amore. |
|||||||
LUISA: |
(Sinceramente riconoscente) Grazie |
nonno. |
Mi |
sento |
un po’ |
meglio. |
|
Anzi…(Sorride) pensandoci bene…ho anche un po’ di fame. Sai cosa faccio? |
|||||||
Vado di là e mi preparo un bel panino! (Dà un bacio al nonno ed esce) |
|||||||
PEPPINO: |
(Soddisfatto) Eh, questi ragazzi di oggi! A volte ti sembrano così strani, così |
||||||
diversi…Ma in fondo sono veramente dei bravi ragazzi…! |
|||||||
ANNA: |
(Entra con un pacco della lavanderia) …Giovanni non è ancora tornato dallo |
||||||
studio? |
|||||||
PEPPINO: |
Sì, era venuto, ma è dovuto scappare via di nuovo. L’ha cercato a telefono |
||||||
l’onorevole. Aveva urgente bisogno di parlare con lui. |
|||||||
ANNA: |
Ha lasciato detto qualcosa? |
||||||
PEPPINO: |
Sì, sì…ha detto che forse non torna per |
il pranzo. |
23
ANNA: |
E Luisa come sta? È di nuovo chiusa in camera? |
|||
PEPPINO: |
No, sta meglio, molto meglio. È in cucina, si sta preparando un panino. |
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ANNA: |
Avevo ragione io…! Meglio lasciarla sfogare da sola. |
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PEPPINO: |
(Ironico) E già! (Fingendosi |
disinvolto) Ah, ora che ci penso…! Stamattina |
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hanno telefonato da una … Casa di Riposo… |
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ANNA: |
Ah, sì…!? E cosa volevano? Hanno lasciato qualche messaggio? |
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PEPPINO: |
Sì, hanno detto che si è liberato…(Va cominciando a capire) …che hanno un |
|||
posto…libero (Ha pronunciato le ultime parole cercando lo sguardo della nuora) |
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ANNA: |
(Cerca di evitare lo sguardo del suocero) Ah, bene…! Aspettavamo quella |
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telefonata. (Esce per andare in cucina) |
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PEPPINO: |
(Tra sé. Amaro) Allora…allora non hanno sbagliato numero…! (Crolla su una |
|||
sedia, sentendo per la prima volta il peso dei suoi anni) Allora…non hanno |
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sbagliato…numero…! |
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F I N E |
I A T T O |
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IIA T T O
-Salone di una casa di riposo. Sei mesi dopo -
-All’apertura del sipario si sentono le note di un tema musicale piuttosto malinconico. I personaggi presenti in scena si esprimono dapprima solo mimicamente; poi, sfumate le note, comincia il dialogo -
(Peppino, Francesco, Agostino e Teresa giocano a briscola)
AGOSTINO: (È il compagno di gioco di Peppino. Gli fa dei segni evidenti per suggerirgli la
giocata. Non appena Peppino gioca la sua carta) …Ma allora me lo fate apposta,
scusate! Perciò, mi giocate una briscola …sopra la mia briscola! Roba da
rimanere a bocca aperta…!
PEPPINO: (Rispetto al primo atto appare molto invecchiato. Porterà per tutto il tempo un
bastone al quale si appoggerà) Eh…mi dovete scusare, pensavo ad un’altracosa…Pazienza…! (Il suo tono è stanco, distaccato)
AGOSTINO: Per favore, don Peppino, ogni tanto cercate di pensare un po’ pure al gioco…Sono
più di due ore che giochiamo e non abbiamo potuto vincere neanche una
partita…! Dico, così … per toglierci lo sfizio!
FRANCESCO: Non cercate scuse, don Agosti’…! La verità è che noi siamo troppo forti. Non è
vero, donna Teresa?
TERESA: (Al compagno) Veramente, se fosse per voi…! Non dimenticate che poco fa avetegiocato il tre di briscola con l’asso ancora in giro…! Siete buono solo per giocare
a tombola…! Forse.
FRANCESCO: Ma guarda un po’ quest’altra!
AGOSTINO: (Richiamando l’attenzione al gioco) Per favore, pensiamo un po’ a giocare…! A
chi tocca?
FRANCESCO: Al vostro compagno, tocca.
AGOSTINO: (Rivolto a Peppino) Vedete se avete qualche cosa di piccolo…Piccolo, mi
raccomando…! (Alla giocata del compagno fa cenni di disappunto)
TERESA: (Conclusa la giocata) Equest’altra è nostra.
AGOSTINO: (Sempre più seccato) Perciò, vi dico di metterci qualcosa di piccolo e voi mi
giocate la donna con il cavallo che gira! Don Peppino, stiamo giocando a
briscola…non ve lo scordate, per favore! (Scandendo) A bri-sco-la! Un altro giro
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così e anche questa è persa…! (Suggerendo al compagno la nuova giocata) |
Una |
|
vestita…(Alla giocata di Peppino mima ancora il suo sconforto. Gli avversari si |
||
aggiudicano “il giro”. Prendendo in mano la carta giocata da Peppino) |
Dico, |
|
così, tanto per parlare….Questa vi sembra vestita ?! Questa non ha neanche i |
||
pantaloni di tela, don Peppì! |
||
FRANCESCO: (Accomodante) Avanti, non fate così, dopotutto si può sbagliare…! |
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AGOSTINO: |
Si, ma ogni tanto, magari per sbaglio…si può pure indovinare! Vabbe’, lo sapete |
|
che vi dico? Smettiamo. Tanto ormai avete vinto pure questa…! |
||
FRANCESCO: |
Sì, sì…alziamoci un po’ che ho preso la forma della sedia…! |
|
(Vengono raccolte le carte. Finisce la partita) |
||
AGOSTINO: |
(Facendo per andarsene) Mi ritiro un poco nella mia stanza. La prossima volta |
|
che giocate a carte, fatemelo sapere prima…Che mi vado a fare una bella partita a |
||
bocce! (Esce) |
||
(Peppino ora siede su una poltrona, lateralmente, piuttosto appartato. Francesco |
||
e Teresa si danno da fare per rimettere a posto il tavolino sul quale hanno |
||
giocato) |
||
TERESA: |
(Rivolta a Francesco) Ditemi una cosa, ieri tutto il giorno non vi ho visto in giro. |
|
Avevate qualcosa? |
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FRANCESCO: |
Ieri? Ah, sì…! Ieri mi è venuto…… |
|
TERESA: |
(Anticipandolo) Il solito raffreddore con tosse e starnuti…Ho capito. |
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FRANCESCO: |
No no, mi è venuto….… |
|
TERESA: |
(C. S,) Il solito sbalzo di pressione… Ho capito. |
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FRANCESCO: |
No, no…mi è venuto… |
|
TERESA: |
Ma insomma, si può sapere cosa vi è venuto?! |
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FRANCESCO: |
Se mi date il tempo di parlare…! |
|
TERESA: |
Avanti, parlate. Sentiamo che vi è venuto… |
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FRANCESCO: |
Ieri mi è venuto a prendere mio figlio Paolino …! Siccome ha festeggiato le nozze |
|
d’argento, ha avuto il piacere di invitarmi a casa sua! Eh, quello è affezionato a |
||
me: ogni volta che fa venticinque anni di matrimonio, mi vuole per forza a casa |
||
sua! |
||
TERESA: |
Me l’immagino…! Avrete passato tutta la giornata a mangiare…! (Ora lavora ai |
|
ferri un maglione di lana) |
||
FRANCESCO: |
Eh, sì…ho mangiato proprio tanto! Mi sono messo piano piano…e ho dato |
|
veramente piacere a tutti! Mi hanno fatto pure i complimenti! |
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TERESA: (Ironica) E bravo, pure i complimenti…! E voi così fate, prima non vi sapete
regolare e poi la pancia…! Me l’immagino ieri sera…il dolore di stomaco! FRANCESCO: No, eppure niente … tutto tranquillo.
TERESA: Sì, ma stanotte…!?
FRANCESCO: Niente, niente. Tranquillo.
TERESA: (Lo fissa quasi indispettita) Ma stamattina ?!
FRANCESCO: Niente, proprio….(Accortosi dell’atteggiamento quasi indispettito di donna
Teresa, aggiunge conciliante) …Un poco, stamattina un poco…mi faveva
male…! (Poi, approfittando del fatto che donna Teresa si è distratta un po’,
rivolto a Peppino aggiunge sottovoce) Non è vero, don Peppì, non mi faceva male
niente…!
TERESA: Dobbiamo dire la verità, i vostri figli vi pensano…!
FRANCESCO: Eh sì, non mi posso lamentare…! Per le feste di Natale si sono messi d’accordo:
Natale con il maschio e Capodanno con la femmina. |
||||
TERESA: |
Hanno avuto una bella pensata, bravi…! Quando tra i figli c’è l’accordo, è una bella |
|||
cosa. |
||||
FRANCESCO: |
…Si sono |
dimenticati solo |
di dirlo a me. E vabbè, l’importante è che c’è |
|
l’accordo…! (Sorride ricordandosi di un episodio) Ah, vi voglio raccontare una |
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cosa divertente…! Prima di entrare qui dentro ai miei figli gli ho fatto uno |
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scherzo…! Ho messo cento euro sopra il comodino e ho pigiato il bottone del |
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Telessoccorso…! Ho detto: a chi arriva prima glieli do. |
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TERESA: |
Bella idea! E come è finita? |
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FRANCESCO: Bene, bene…! Ho risparmiato cento euro…! |
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TERESA: |
Bravi, non li hanno voluti! |
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FRANCESCO: No, non …non sono venuti…! (Realizza solo ora che |
forse non è stato un |
|||
bell’episodio) |
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TERESA: |
L’importante è che c’è l’accordo…! (Cambiando discorso) |
Ma i vostri nipoti |
||
pure ce l’hanno questa smania di cambiarsi i nomi? …Mia nipote Teresa si fa |
||||
chiamare Terry, mio nipote Calogero si fa chiamare Gerry….! |
||||
FRANCESCO: (Assentendo) |
Pure, pure…! ….Mio nipote Giuseppe …si fa chiamare Francesca! |
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Mah…! (Pausa. Tentando di |
coinvolgere don Peppino |
nella conversazione) |
…Don Peppì, stanotte mi sono sognato che lavoravo in campagna come ai vecchi tempi…! Ho potato la bellezza di cinquecento viti! Me ne saranno rimaste si e no
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una cinquantina. Quasi quasi di pomeriggio mi faccio una mezz’oretta di pennichella, e vedo se posso finirle…!
PEPPINO: (Per compiacerlo) …Una bella idea!
FRANCESCO: Ah, quanto ho lavorato quando ero giovane! …Dove sono finiti i baldi giovani di una volta? (Ostinandosi a tentare di coinvolgere nella discussione don Peppino)
…E’ vero, don Peppì? Dove sono andati a finire i baldi giovanotti di una volta?!
PEPPINO: (Con la sua consueta amara ironia)…Una buona parte…sono dentro le Case di
Riposo…!
TERESA: Altri tempi…! Altri tempi…! Quando si potevano lasciare pure le porte aperte…!
(Rivolta a Francesco) Provate ora a lasciare le porte aperte…!
FRANCESCO: (Che non ha compreso il senso delle parole di Teresa, dopo un attimo di
smarrimento) …Eh già! …Si smuove una corrente!
TERESA: (Cambiando discorso) …Ditemi una cosa…Ci avete parlato con quel povero
sventurato che è arrivato stamattina?
FRANCESCO: Di chi state parlando?
TERESA: Come, non lo avete ancora incontrato?
FRANCESCO: No. Perché lo chiamate sventurato, che cos’ha?
TERESA: Ah, niente e tutto…! Gli mancano questi qua! (Si tocca la fronte)
FRANCESCO: (Disorientato) …Le ciglia?!
TERESA: Ma quali ciglia e ciglia, don France’!?! (Si tocca di nuovo la fronte) Qua, questi
qua…I sentimenti! La ragione! …Ogni tanto va fuori di testa! E pensare che era un colonnello dell’esercito. Poverino!
FRANCESCO: E quando va fuori….come avete detto voi, cosa fa, come gli prende?
TERESA: Niente. E’ convinto di essere in guerra…! E allora le persone le scambia per
soldati. Dà ordini di attaccare, di difendersi, di preparare i fucili…! Stamattina,
dopo un po’ che era arrivato, gli è venuta una crisi…Una battaglia!
FRANCESCO: E ci credo!
TERESA: Meno male che non è sempre così.
FRANCESCO: Mah! Il Signore ce li deve guardare sempre i sentimenti!
TERESA: Io sempre questo gli chiedo: Signore, conservatemi i sentimenti!
INFERMIERA: (Entrando) Si accomodi colonnello, si accomodi. Ecco, qua ci sono tanti amicisuoi. State un po’ in compagnia. (Fa le presentazioni) Il signor Peppino…Il signor Francesco… La signora Teresa, che già abbiamo conosciuto stamattina…(Ognuno che verrà nominato farà un cenno di saluto, mentre il colonnello resterà
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impassibile, assente) Prego, si accomodi. (Lo fa sedere su una poltrona) Se ha
bisogno di qualcosa, mi fa chiamare. (A Teresa, con cenno d’intesa) Mi
raccomando, se gli viene qualche crisi, assecondatelo. (Esce)
TERESA: Stia tranquilla. (Agli altri, sottovoce) E’ lui…!
FRANCESCO: Sembra…tranquillo.
TERESA: Speriamo, poverino. Facciamo finta di niente, parliamo. L’importante è che non
parliamo di cose che gli possono far pensare la guerra.
FRANCESCO: (Rivolto a Peppino, sottovoce) Don Peppì, mi raccomando …senza parlare di cose
di guerra…!
TERESA: (Alzando il tono, ostentando disinvoltura) …Perciò, lo sapete cosa fanno stasera in
televisione?
FRANCESCO: (Ostentando anch’egli disinvoltura) Io, io lo so…!Lo…lo so…! Stasera al primo
canale fanno un film bellissimo! Mi pare che si intitola…si intitola…(Non riesce
a ricordarlo) Ce l’ho qua, sulla punta della lingua…! Si intitola… (Ricordandosi,
soddisfatto) Ah! S’intitola … “Venti di guerra”!
TERESA: Vi possa cascare la lingua…! Perciò, con tutti i canali che ci sono, proprio
quello!
COLONNELLO: (Si alza. Sguardo strano, quasi allucinato, tono militaresco) …Attenzione, il
nemico si avvicina! Non ci facciamo sorprendere! |
||
FRANCESCO: |
(Spaventato. Si rivolge agli altri) Che dobbiamo fare? |
|
TERESA: |
(Cerca di prendere in mano la situazione) Non avete sentito quello che ha detto |
|
l’infermiera…? Assecondiamolo…! Facciamo quello che dice lui. Altrimenti si |
||
innervosisce…! |
||
COLONNELLO: (A Peppino) Capitano, quanti uomini abbiamo a disposizione? |
||
PEPPINO: |
(Il suo atteggiamento si mantiene anche in questa circostanza distaccato) |
|
Mah…contando pure donna |
Teresa, saremo tre…(Francesco e Teresa gli fanno |
|
cenno di gonfiare un po’ |
il numero)…quattro...cin… (Per venirne fuori) Li |
dovremmo ancora contare, colonnello.
COLONNELLO: Bene! Pensavo fossero di meno.
PEPPINO: (Quasi tra sé) Eh, meglio così…!
COLONNELLO: Allora, ripassiamo la tattica. Se il nemico ci attacca frontalmente, noi come risponderemo? (A Francesco) Sergente, dico a lei!
FRANCESCO: (Dopo una pausa di imbarazzo, con tono militaresco un po’ buffo) Noirisponderemo…per le rime!
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COLONNELLO: (Sempre con tono militaresco, verso Francesco) E se prova ad aggirarci, noi
come risponderemo?
FRANCESCO: (Confuso) …Di nuovo a me!?
TERESA: (Con intenzione) Voi li guardate i film di guerra…!
COLONNELLO: Allora sergente, come risponderemo?
FRANCESCO: (C.S.) Noi risponderemo…per le rime!
COLONNELLO: Bravo! E se il nemico si catapulta con il paracadute, noi come risponderemo?
(Terribile imbarazzo generale. Rivolto a Francesco, insiste) Sergente, se ilnemico si catapulta con il paracadute, noi come risponderemo?
FRANCESCO: (Prendendo il coraggio a due mani, ma non avendo ben compreso l’espressione del colonnello) Se il nemico si…catafotte con il paracadute, noi risponderemo per
le rime!!!
COLONNELLO: Bene! E se ci dovessero finire le rime, noi come risponderemo?
PEPPINO: (Con il suo solito tono, quasi tra sé)…Eh, lì viene il bello!
COLONNELLO: Se ci dovessero finire le rime, niente paura! Ricorreremo ai fucili!
FRANCESCO: (Sollevato) Ah, ma prima ci devono finire le rime! (A Peppino) E’vero, capitano?
PEPPINO: Ne abbiamo magazzini pieni…!
COLONNELLO: (Guardandosi intorno, col tono di chi ha paura di farsi sentire da un memico
nascosto)…Dove avete nascosto la mappa delle mine?
PEPPINO: (C.S.) E questa è meglio di quell’altra…!
COLONNELLO: Chi conosce il nascondiglio, parli! (Terribile) Fuori la mappa delle mine!
PEPPINO: Vai a sciogliere questa matassa…al buio!
FRANCESCO: (Spaventatissimo, trema) Mi potevo stare un altro po’ da mio figlio Paolino…!
TERESA: (Dopo il solito, terribile imbarazzo, Teresa mostra timidamente l’unica cosa che
le viene a portata di mano: un tovagliolo)
COLONNELLO: Che cos’è quella? …Che cos’è quella!?!
FRANCESCO: (Tentando di risolvere la situazione) Colonnello, quella è una piccola mappa, noi
la chiamiamo…”mappina”! (Nel dialetto siciliano la parola “mappina” è un
sinonimo di tovagliolo)
COLONNELLO: E per quanto riguarda i viveri, come siamo combinati? Cosa dice la vivandiera? (Rivolto a Teresa)
TERESA: …Pane e formaggio…!
COLONNELLO: Bene! Cibo sobrio per dei veri soldati! E allora, che avanzi pure il nemico…! Noi lo aspetteremo qua, senza paura! (A queste parole rimane per qualche istante
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immobile, come se si fosse bloccato. Quindi siede sul divano. È di nuovo tranquillo, anzi assente)
TERESA: (Tirando un sospiro di sollievo) …Non è successo niente, colonnello, non è
successo niente…! (Chiedendo conferma a Peppino, con cenno d’intesa) …Non è vero, capitano?
PEPPINO: …(Sempre con il suo solito tono distaccato, ma stando al gioco) Sì, sì…il nemico
è rimasto impressionato dalla nostra forza, ed è scappato…!
TERESA: (Al colonnello) Avete visto…!? Se ve lo dice il capitano…! (Indicando ora il
colonnello agli altri) Povero sventurato, sembra il ritratto della salute …e gli
manca la cosa più importante!
FRANCESCO: Ma come può fare un uomo a ridursi così…! Un uomo che ha comandato
migliaia, ma che dico migliaia (volendo a modo suo rincarare la dose
dell’apprezzamento) …centinaia di soldati…ora non riesce a comandare neanche
se stesso!
PEPPINO: (Amaro) Siamo davvero niente…!
FRANCESCO: (Guarda l’orologio, profondamente provato dall’accaduto) …Intanto tra una
partita di carte e l’altra, e una battaglia, si è fatta l’ora di andare a prendermi lo
sciroppo. Il dottore non mi ha raccomandato altro: “Non si deve dimenticare a
prendere lo sciroppo, altrimenti la tosse torna un’altra volta!” (Tossisce per dare
più forza alle sue parole) …Signori miei, di nuovo la tosse! E che era mago
questo dottore! (Continua a tossire forzatamente) …Donna Teresa, se non fosse
per questa tosse, io starei un altro poco…Don Peppì, se non fosse per questa tosse,
io mi fermerei un altro poco…(Si avvia verso l’uscita, prima di allontanarsi
definitivamente si gira verso gli altri)No, perché…se non fosseper questa tosse,
io starei…
PEPPINO – TERESA: (Insieme) …un altro poco!
FRANCESCO: …Veramente! Mannaggia la tosse! …Compermesso! (Ed esce tossendo)
TERESA: |
(Anche lei un po’ turbata) …Don Peppì, intanto io dovrei andare a fare un po’ di |
|
compagnia a donnaCarmela, che poverina non |
può alzarsi dal letto. |
|
Compermesso. (Esce) |
||
PEPPINO: |
Prego, prego…!(Considerando la situazione paradossale) |
E mi hanno lasciato da |
solo con il colonnello…! Speriamo che non succeda niente, perché se arriva il |
||
nemico e trova solo noi due…credo che stavolta la perdiamo la battaglia! |
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INFERMIERA:(Entra) Don Peppino, c’è una visita per voi. Prego, si accomodi. (Fa passare Leonardo ed esce)
LEONARDO: (È commosso nel vedere l’amico che non vedeva da sei mesi)
PEPPINO: (Ha dapprima uno slancio verso l’amico. Poi, quasi vergognandosi della sua nuova condizione, abbassa gli occhi trattenendo a stento le lacrime)
LEONARDO: Peppì, Peppino mio…! (Considerando il nuovo stato fisico di Peppino) E dire che sono passati solo sei mesi!
PEPPINO: (Amaro) …Sei anni! Sei secoli, Leona’!
LEONARDO: Io…io è da un po’ che avrei voluto venirti a trovare…Ma tu lo sai, sono solo, non ho nessuno che mi porta in giro e per venire qui…un po’ di strada bisogna farla. Ma oggi mi sono detto: devo andare a trovare Peppino, costi quel che costi! Ho chiamato un taxi ed eccomi qua…! (Siedono vicini. Leonardo sorride al pensiero di quello che sta per raccontare) Peppì, ti ho comprato una pasta con laricotta…quella che ti piace tanto…!
PEPPINO: (Sorride) Oh, grazie…!
LEONARDO Aspetta, Peppì…! Purtroppo, tu conosci il mio problemino…Durante il viaggio ho dovuto fare fermare il taxi, per fare due gocce…d’acqua, tu mi capisci, e ho posato la pasta sul sedile. Ora, siccome da un po’ di tempo in qua ho pure il …problemino che mi scordo le cose, quando sono salito di nuovo sulla macchina …mi sono scordato della pasta, e mi ci sono seduto sopra…! Per non buttarla, l’ho mangiata alla meno peggio …e sono qua!
PEPPINO Grazie lo stesso…
LEONARDO Alla prossima, Peppì…! Pazienza. (Cambiando tono) Ma parlami un poco di te.
Come te la passi qui?
PEPPINO: Come se la potrebbe passare …un albero di pioppo…! Sono venuti a piantarmi
qua, in questo bel posto… Mangio, bevo, dormo…(Con amara ironia) Non mi
manca proprio niente…Ogni tanto prendo pure un po’ d’aria…No, non mi manca
proprio niente: sono un perfetto …pioppo!
LEONARDO: (Abbozzando un sorriso e alludendo alla sua ironia) Sei sempre lo stesso, Peppì.
(Timidamente) …E’ da molto …che non senti i tuoi?
PEPPINO: All’inizio venivano quasi ogni giorno. Poi una volta al mese, ora…telefonano. Mi
dicono che sono sempre impegnati, che non appena hanno un po’ di tempo mi
vengono a trovare… Mi domandano se ho bisogno di qualcosa…E io gli
rispondo che non ho bisogno di niente, che possono stare tranquilli… Perché io
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sono un albero di pioppo di quelli…superbi! Ma non è vero, non è vero Leona’…! Io ho bisogno di sentire per casa la voce dei miei nipoti …Ho bisogno di guardare negli occhi mio figlio, per vedere se è sereno, se ha bisogno di una parola, di qualcuno con cui sfogarsi…Leona’, ho bisogno di essre preso per rimbambito da mia nuora…! Molto meglio essere considerato rimbambito, che un albero di pioppo! …Quando lavoravo dalla mattina alla sera, e non avevo il tempo di fiatare per tirare avanti la baracca, pensavo spesso a quando sarei diventato vecchio…E tra me e me dicevo: quando non lavorerò più, tutto il mio tempo lo voglio dedicare alla famiglia, ai miei nipoti…Devo recuperare il tempo che ho perso…! Ora che avrei il tempo, e che avrei ancora tante cose da dire, da fare, da dare…ora dicono che sono diventato …un albero senza più frutti…!
LEONARDO: Eh, caro Peppino, questo mondo ogni giorno che passa è sempre più pazzo…! Una volta i vecchi si ascoltavano con rispetto, perché i vecchi sapevano, avevano l’esperienza, erano la memoria della società, la coscienza. Ora quando i giovani vogliono sapere qualcosa, hanno subito a chi rivolgersi. Hanno la televisione, il cinema…Ma soprattutto hanno sempre tra le mani tutti quegli aggeggi infernali, che li fanno sentire onnipotenti, al centro del mondo …! E soli.
PEPPINO: (Il suo cuore è pieno di commozione. I ricordi sono pregnati di tanta nostalgia) Mio padre ogni sera, dopo un giorno di duro lavoro, aveva il piacere di riunire tutta la famiglia. All’orario tutti, dico tutti, dovevamo essere a tavola. Si mangiava, si parlava, si rideva…(Amaro) Si rideva…! E quando parlava mio nonno Peppino, anche se spesso diceva qualche fesseria, perché negli tempi la testa non l’accompagnava più tanto bene, tutti l’ascoltavamo. Grandi e piccoli…! E i suoi occhi brillavano! Poi, ogni sera, si recitava il Santo Rosario e quando andavamo a letto, tre, quattro in una piccola stanza, avevamo spesso i piedi freddi…ma il cuore era sempre caldo! Ed eravamo felici…! Ed eravamo…una famiglia…!
LEONARDO: (Anche lui preso dai ricordi) Eh, altri tempi Peppì, altri tempi! La buonanima dimio nonno Leonardo, mi ricordo come se fosse ora, ogni sera riuniva tutti i nipoti e ci raccontava delle bellissime storie. E in quelle storie, c’era sempre qualcosa che somigliava a quello che era successo durante la giornata…! E mentre lo ascoltavamo a bocca aperta, ci insegnava quello che dovevamo fare, come dovevamo comportarci. E se capitava che una sera mio nonno non se la sentiva di
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raccontarci qualcosa, noi tutti lì a protestare, a reclamare una nuova storia…! E per questa nuova storia eravamo capaci di fare…una guerra!
COLONNELLO: (Alla parola “guerra” ha un sussulto. Si alza. Verso Leonardo che ancora non lo aveva notato) …All’attacco!
LEONARDO: (Spaventato) Che è succsso!?
PEPPINO: Niente, niente, non ti preoccupare…! Spesso non ci sta con la testa, e siccome era
un colonnello dell’esercito, a volte crede di essere ancora sul campo di battaglia.
Assecondiamolo. Fai finta di niente…!
COLONNELLO: (Indicando Leonardo) Quest’uomo deve essere una spia!
PEPPINO: No, quando mai…! Stia tranquillo, è dei nostri…Si è arruolato poco fa…!
COLONNELLO: Ah, si? Bravo!… Siete pronto a morire per la patria?
LEONARDO: (Perplesso, e dopo essere stato incoraggiato a rispondere da Peppino)… Se
proprio c’è bisogno…!
COLONNELLO: Bravo, siete un uomo molto coraggioso!
LEONARDO: (Tanto per dire qualcosa)…Sono stato così fin da bambino…!
COLONNELLO: (A Peppino) Dove sono andati gli altri soldati?
PEPPINO: Uno è andato a prendersi lo sciroppo e…
COLONNELLO: (Meravigliato) A prendere lo sciroppo ?!
PEPPINO: (Cercando di rimediare) Sciroppo?!…Ho detto, sciroppo?
LEONARDO: (Confuso, impaurito) Perché, qua non si può dire!?
PEPPINO: No, scusate… volevo dire… uno si è nascosto a scirocco e l’altro a tramontana! Per
non farsi scoprire dal nemico…!
COLONNELLO: Bene, bravi! Anch’io mi vado a nascondere! Mi raccomando, se arriva il nemico,
avvisatemi! (Esce con passo militare)
PEPPINO e LEONARDO: (Istintivamente in coro) Agli ordini, colonnello!
PEPPINO: Si nasconda bene, colonnello…!
LEONARDO: Peppì, certo che qui avete dei bei passatempi!? …Me ne compiaccio…!
PEPPINO: Poverino…!
LEONARDO: Misteri della mente umana!
PEPPINO: Sarei curioso di sapere che cosa gli passa per la mente…!
LEONARDO: Mah! (Guarda l’orologio) …Peppì, intanto mi dispiace lasciarti nel meglio della
battaglia…con il rischio che da un momento all’altro possa arrivare il nemico….!
Ma io devo proprio andare….C’è quello del taxi che mi aspetta davanti la porta, e
non vorrei approfitare della sua pazienza…
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PEPPINO: Vai Leona’, non lo fare aspettare più…
LEONARDO: Ci vediamo Peppì, ci vediamo…! Ora che ho imparato la strada, tornerò spesso a
trovarti.
PEPPINO: Salutami gli amici del Circolo…Digli che qui me la passo bene…Che non mi
manca niente…Quasi niente..
LEONARDO: (Commosso) Allora, ci…ci vediamo Peppì…Me ne…me ne vado. (Tentennando)
Me…me ne vado…(Sta per uscire. Si ferma. Si gira verso l’amico) Peppì…
PEPPINO: (È seduto. Guarda l’amico)
LEONARDO: Ti…ti volevo dire che…(Commosso ormai fino alle lacrime, ma sforzandosi di
sorridere)…sei l’albero di piopo più bello che ho mai conosciuto!
(Si gira, per nascondere le lacrime che ormai bagnano il suo volto, ed esce)
PEPPINO: (Piange ormai anche lui senza vergogna. Si asciuga le lacrime con un fazzoletto.
Appoggia il mento al bastone e piano piano chiude gli occhi)
-SI ATTENUANO LE LUCI. SI SENTE PER QUALCHE MINUTO UN TEMA MUSICALE PIUTTOSTO MALINCONICO. –
INFERMIERA: (Entra) Ah, ma voi siete ancora qui?!
PEPPINO: (Svegliandosi all’improvviso) Come?Che…che è successo…?
INFERMIERA: Gli altri è da un pezzo che sono in giardino. Oggi c’è una bella giornata di sole, ed è un peccato non stare un po’ all’aria aperta. (Mentre parla sistema qualcosa per
la stanza)
PEPPINO: (Quasi tra sé) E già,agli alberi di pioppo fa bene un po’di sole…!
INFERMIERA: Cosa avete detto, non vi ho capito?
PEPPINO: No, niente…sparlavo tra me e me.
INFERMIERA: Sono diversi giorni che non mangiate quasi niente. Come mai?
PEPPINO: Mi vorrei mettere un poco a dieta…
INERMIERA: Avete sempre la battuta pronta, però non me la raccontate giusta. Don Peppino,
cosa c’è che non va? Cos’è che vi rattrista?
PEPPINO: Ma se sono il ritratto della felicità…! Qua non mi manca nulla. E poi siete tutti
così gentili, premurosi. C’è solo che non sono più un giovanotto, e alla mia età
ogni mattina ne spunta una. Alla mia età uno non è più buono…neanche per fare
ombra!
INFERMIERA: Ma dai, non esagerate. Avete solo …settantacinque anni!
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PEPPINO: (Amaro) Evoi l’avetemaivisto come si riduce…un pioppo di settantacinque
anni…!?
INFERMIERA: Siete sempre il solito. Avanti dai, da bravo, andate a fare una bella passeggiata in
giardino. Vi farà bene.
PEPPINO: Sì, sì. Ora ci vado.
INFERMIERA: Io vado un poco in direzione. Però mi raccomando, se quando torno vi trovo
ancora qua…(sorridendo) mi arrabbio.
PEPPINO: (Sorride anch’egli, ma stancamente)
AGOSTINO: (Entrando) Ma come si fa..!? Ma cose da pazzi!?
INFERMIERA: Don Agostino, come mai siete rientrato così presto? Se non sbaglio stavate
giocando a bocce in giardino insieme agli altri?
AGOSTINO: (Continuando nelle sue lamentele) Per favore, per favore non ne parliamo! Ma
con chi devo giocare, con chi devo giocare?! Cose da pazzi! Cose da pazzi! INFERMIERA: Cosa è successo? Parlate.
AGOSTINO: Cosa è successo?…Cosa è successo?! Ascolti che glielo dico. Stavamo giocando
a bocce in giardino. Toccava tirare a me. Tiro… (Aiutandosi molto con la mimica)
Ecco qua! Preciso, a toccare il pallino! Non ci passava neanche un pelo. Ma che
dico neanche un pelo…Non ci passava neanche un pelo tagliato a metà! Toccava
poi a don Francesco…(Imitandolo buffamente) “Ci penso io…! Ora vi faccio
vedere io come lo faccio saltare…!”. Prende la mira e tira un grandissimo
colpo…Preso in pieno!
INFERMIERA: Ah, bravo…l’ha preso in pieno!
AGOSTINO: In pieno! …Al colonnello che guardava la partita seduto sulla panchina! Qua, in
piena fronte!
INFERMIERA: (Preoccupata) Ma cosa dite mai!? Allora, si sarà fatto male?!
AGOSTINO: Diciamo che stava meglio prima…!
INFERMIERA: E dove si trova adesso?
AGOSTINO: Nella sua stanza. Sta facendo una guerra! Già che anche prima…!
INFERMIERA: Ma perché non me lo dicevate subito?! Allora devo andare a vedere di che cosa si
tratta?!
AGOSTINO: (Ridimensionando un po’ l’accaduto) No, non si preoccupi. Fortunatamente non
si è fatto nulla di grave. Lo abbiamo accompagnato subito in infermeria, c’era il
suo collega e gli ha messo subito una borsa di ghiaccio sulla fronte. Tranquilla, la
situazione è sotto controllo.
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INFERMIERA: |
(Tirando un sospiro di sollievo) Sia lodato Iddio! (Cambiando discorso) Sentite, |
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io devo andare un po’ di là. Fatemi una cortesia…restate un po’ in compangia di |
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don Peppino… Fatevi magari una bella partitina a carte. |
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AGOSTINO: |
Come dice?! …Io, giocare a carte con…!? Ma neanche per sogno…! No, no… io |
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devo andare a vedere come si sente il colonnello…! (Si avvia verso l’uscita. |
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Ricordando l’accaduto) Che colpo! Qua, in piena fronte! (Esce) |
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INFERMIERA: |
Allora don Peppino, io vado in direzione. Però quando torno non voglio più |
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trovarvi seduto su quella poltrona. |
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PEPPINO: |
(Nuovo stanco sorriso) |
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- qualche istante di pausa – |
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LUISA: |
(Entra senza farsi notare e “benda” gli occhi al nonno con le sue mani. Alterando |
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un po’ la voce) …Chi è? Chi sono? |
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PEPPINO: |
(Con gioia) Luisa…! |
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LUISA: |
Come hai fatto ad indovinare? |
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PEPPINO: |
(Con sottile e delicata ironia) Certo…non è stato facile. Con tutti quelli che mi |
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vengono a trovare…! |
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LUISA: |
(Non raccoglie) Nonno, come stai? |
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PEPPINO: |
Oh, bene, benissimo…! Qua me la fanno passare proprio bene. C’è la bella |
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pulizia, il cibo meglio di com’è non potrebbe essere. |
Ci fanno |
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svagare…Insomma, solo un pazzo si potrebbe lamentare… |
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LUISA: |
Mi fa veramente piacere. (Anche se ostenta disinvoltura, si intravede in lei, di |
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tanto in tanto, un certo turbamento. Sottovoce, a significare un’affettuosa |
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complicità) Tanti saluti da Luca, il mio ragazzo…! Gli ho parlato tanto di te, che |
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già ti vuole bene. (Si porta il dito alla bocca mimando la parola “silenzio”, come |
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per dire “è un segreto”) |
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PEPPINO: |
(Fa anche lui lo stesso gesto) E…a casa,come va? |
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LUISA: |
(Si fa seria) Tutto… tutto a posto… |
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PEPPINO: |
(Vedendola turbata) E no, ti conosco troppo bene per crederti…Luisa, guardami |
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negli occhi…Che è successo? |
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LUISA: |
(Commossa) La mamma… la mamma sta male… |
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PEPPINO: |
(Con grande partecipazione) Tua…tuamadre?! E che cos’ha? |
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LUISA: |
È successo tutto così… all’improvviso… |
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PEPPINO: |
Come, “è successo …all’improvviso”?! Luisa, cos’è successo all’improvviso? |
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Parla…! |
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LUISA: (Trattenendo a stento le lacrime)…Qualche giorno fa la mamma si è sentita
male…Papà l’ha accompagnata in ospedale…Pensavamo tutti che fosse una cosa da niente, un malore passeggero…E invece…
PEPPINO: (La sua ansia cresce sempre di più)…E invece?…Parlatesoro mio…E invece,
cosa? Parla, per carità…!
LUISA: Già appena hanno fatto i primi accertamenti, i medici hanno avuto le idee
chiare…
PEPPINO: (Cominciando ad intuire) Hanno…hanno avuto le idee chiare…?Amore mio, che
significa …hanno avuto le idee chiare…?!
LUISA: I medici dicono che ce la può fare…Però…però deve operarsi immediatamente…!
PEPPINO: (Sconvolto, ma facendosi forza) Anna, Annuccia mia…si deve operare
immediatamente…!? (Prendendola per le spalle e scuotendola) Luisa, ma cosa mi stai dicendo?!
LUISA: Oh nonno, aiutaci! (Piangendo abbraccia il nonno)
PEPPINO: Certo, certo amore mio…! Sicuro, sicuro che ti aiuto…! Ci puoi giurare, che ti
aiuto…!
LUISA: Nonno, torna a casa insieme a noi…! Papà e mamma partiranno domani e io e
Luigino resteremo soli…Abbiamo tanto bisogno di qualcuno che ci aiuti, di
qualcuno che ci faccia coraggio…! Nonno,abbiamo tanto bisogno di te!
(Piange sulla spalla del nonno)
PEPPINO: (Accarezzandole i capelli) Sì, amore mio, sì…!
LUISA: (Asciugandosi le lacrime)…Papà è andato in direzione a chiedere al direttore il
permesso di farti ritornare ora stesso a casa, insieme a noi.
PEPPINO: Certo amore mio, certo. E stai tranquilla, con l’aiuto del Signore, tutto andrà per
il meglio. Ne sono sicuro…!
INFERMIERA: (Entra) Don Peppino, preparatevi. Dovete tornare a casa. La valigia è già pronta.
GIOVANNI: (Entra con una valigia contenente i vestiti e gli oggetti del padre. Ha l’aria
stanca. Dapprima mantiene lo sguardo basso per evitare di incontrare quello del
padre, in modo da controllare la commozione che sente forte dentro di sé. Poi
guarda negli occhi il padre. Vorrebbe dirgli tante cose. Ma trova solo la forza e il
coraggio di dirgli, trattenendo a stento le lacrime)…Papà!
PEPPINO: …Figlio mio! (Padre e figlio si abbracciano con grande tenerezza)
LUISA: (Interrompendo quell’abbraccio che sembra non finire più. Con voce piena di
speranza) …Coraggio papà, andiamo. Vedrai, tutti insieme ce la faremo…!
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(Peppino, Giovanni e Luisa stanno per avviarsi)
INFERMIERA: (Accortasi che Peppino ha dimenticato il bastone) …Don Peppino, dimenticate ilbastone…!
PEPPINO: (Pensando già a vincere la nuova battaglia che la vita propone alla sua famiglia) No, grazie…Non mi serve più!
(Giovanni va avanti portando la valigia, Peppino e Luisa escono mano nella mano)
S I P A R I O
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