Il denaro riconosce i suoi

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SCENA PRIMA

IL DENARO RICONOSCE I SUOI

di Bruno Magrini
SCHEDA  SINTETICA

TITOLO                                        IL DENARO RICONOSCE I SUOI

AUTORE                                       BRUNO MAGRINI

GENERE                                       COMMEDIA

SCENE                                          12

LINGUAGGIO                              CONTEMPORANEO

AMBIENTAZIONE                       STANZA ADIBITA AD UFFICIO

                                                               Tavoli ed accessori piuttosto modesti

PERSONAGGI PRINCIPALI                 6

ALTRI                                           9

TRAMA : Amedeo, modesto calzolaio ha vinto al Totocalcio una bella cifra, e con questo denaro ha comprato una fabbrica di scarpe. Il padrone Amedeo prende come manager e socio un amico Gerardo e tutti e due cominciano a recrutare dei collaboratori che si rivelano piuttosto “speciali” e la bella cifra sparisce alla velocità di una cometa...!

                  Alla fine Amedeo non può dire che “saper restare a proprio posto è sicuramente il più prezioso dei tesori e quindi nella vita, per il bene di tutti un calzolaio dovrebbe rimanere sempre un calzolaio!


Personaggi

Amedeo Fagiolini                                   Padrone

Gerardo Cancelli                                            Manager

Fabrizio Tamburi                                           Contabile

Gigliola Arcitappi                                  Segretaria

Modesto Calcaterra                                Interprete

Ferdinando Grattaglia                                    Magazziniere

Tavolozza                                              Pittore

Maria Assunta Falchi                                     Questuante

Ginetta                                                  Giornalaia

Commendatore Barilozzi                         Industriale

Mario Baldovini                                             Ispettore della banca

                                       E anche.....

                                       Il commissario

                                       Il brigadiere

                                             L’infermiera

                                            

                                             Camionista tedesco Hans

                                            


SCENA PRIMA

(Amedeo Fagiolini e Gerardo Cancelli entrano in una stanza adibita ad ufficio. Tavoli ed accessori piuttosto modesti. Amedeo, piccolo e gracile segue l’aitante Gerardo che avanza con gesti solenni.)

Gerardo : Superbo decoro! Atmosfera di trionfo! È da un ufficio come questo che è cominciata la gigantesca fortuna dei Rothschild!

Amedeo : E adesso sono partiti?

Gerardo : Partiti chi? Partiti dove?

Amedeo : Sono questi Rosci che ci hanno affittato lo stabilimento?

Gerardo : Ma no, Amedeo. Non si chiamano i Rosci, bensì i Rothschild!

Amedeo : Tutto ciò mi sembra un po’ ingarbugliato...

Gerardo : Niente affatto! Vedi, io intendevo parlare metaforicamente di gente che è partita dal nulla per essere oggi il simbolo della potenza economica. In fondo, essi hanno proprio iniziato come noi. Fortuna modesta la nostra, ma solidissima!

Amedeo : Anche questi...Questi...Anche loro fabbricavano scarpe?

Gerardo : Nessuno sa con esattezza come abbiano cominciato. Però non mi sembra che si occupassero di scarpe.

Amedeo : Credi che anche noi avremo qualche possibilità di riuscire?

Gerardo : Ne dubiti forse? Amedeo, tu sei un genio. Solo tu potevi azzeccare un tredici complicato come quello! Credimi, ci voleva un bel pozzo di materia grigia! Ora noi possediamo soltanto cinque miliarducci isolati. E, tutto sommato, non è poco... Ma domani raddoppieremo ciò che abbiamo oggi. In seguito triplicheremo. Che dico, noi centuplicheremo per millecentuplicare!

Amedeo : Fermati, fermati un istante. Mi fai venire le vertigini!

Gerardo : Lo so, lo so bene che le fortune colossali inebriano. Lasciamo ai poeti i loro letti di rose, noi avremo dei materassi ripieni di banconote!

Amedeo : Quando arrivano i macchinari dalla Germania?

Gerardo : Presto. Neanche il tempo di starnutire!

Amedeo : Sei sicuro che tali macchinari possono produrre istantaneamente alcune centinaia di scarpe come mi hai spiegato?

Gerardo : Senza il minimo dubbio, Amedeo! Svegliati da solo, senza l’aiuto del gallo! Oggi si lavora in serie, tutto in serie : dallo spillo all’elefante! Basta introdurre nei macchinari il materiale necessario e, in un batter d’occhio, ne escono delle scarpe perfettamente nuove!

Amedeo : Porca vacca! Se penso a tutto il tempo che mi occorreva per cucirne un solo paio...

Gerardo : I nuovi e fantastici macchinari garantiscono mille paia di scarpe al giorno!

Amedeo : È una bella cifra!

Gerardo : Cosa?! Ah! Ma tu ignori, amico mio, che esiste anche l’anno bisestile. Pensa un po’ quale fortuna ( egli comincia a gesticolare, le braccia protese verso il cielo) ci aspetta quando il solstizio convergerà verso l’equinozio. Là appare di sicuro un anno abbondante, di quelli che offrono un giorno supplementare. Non ci si può sbagliare, è matematico!

Amedeo : (Con tono ammirativo) Che fortuna averti incontrato di nuovo, Gerardo! Tu ne conosci di cose. Ecco perché ho voluto sapere la tua opinione su che cosa potevo farci con il denaro vinto al Totocalcio...

Gerardo : Ed hai fatto bene, amico mio. Con il mio fiuto per il commercio e la tua robusta fortuna noi andremo molto lontano!

Amedeo : Lo credo proprio...

Gerardo : Ne sono più che convinto!

Amedeo : Allora, anch’io...

Gerardo : A Cesare le sue legioni per conquistare il mondo, a noi le nostre scarpe per fare altrettanto! Fiducia e sorriso, ecco come ci si beffa della miseria (egli pronuncia queste ultime parole con un’energica manata sulle fragili spalle di Amedeo). Fiducia e sorriso! Pensa un po’ ai bambini che corrono nel parco, si sentiranno felici e spensierati perché utilizzano le nostre scarpe. Le mamme, i papà, il vecchio zio con i calli, i gottosi, l’umanità intera ci ringrazierà. Re, papi, imperatori... Avremo la gratitudine e la stima di tutti!

Amedeo : È certo che io il mio lavoro lo conosco bene, nella mia vita non ho fatto nient’altro che occuparmi di scarpe.

Gerardo : (Improvvisamente, dopo aver guardato intorno) Perbacco! La lacuna...

Amedeo : Quella di Venezia?

Gerardo : Ma che dici! Non la laguna bensì la lacuna...

Amedeo : Non capisco...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Manca il blasone. Qui dentro manca il tocco dell’esperienza che dia una garanzia evidente al prodotto!

Amedeo : Continuo a non capire...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per continuare a capire. Hai una vecchia fotografia dei tuoi avi o, al limite, di tuo nonno?

Amedeo : No. Conservo nel mio portafoglio soltanto la foto del mio povero padre.

Gerardo : Tuo padre è troppo giovane.

Amedeo : Troppo giovane? Ma se è morto all’età di novantadue anni!

Gerardo : Ciò non significa proprio niente, per il nostro scopo resta sempre troppo giovane!

Amedeo : Non capisco...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Lascia che ti spieghi. Hai mai visto sul mercato un prodotto fabbricato da una azienda fondata recentemente? Bottiglie, parrucche, violini, formaggi e compagnia, sono tutti dei prodotti lanciati da aziende che vantano almeno cent’anni di esperienza! Anche se poi non è vero...

Amedeo : (Togliendo il suo berretto per grattarsi la testa) Tu mi devi scusare, ma io continuo a non capire...

Gerardo : E fortuna che ci sono qui io per continuare a capire! Prendiamo, per esempio, una birra qualsiasi. Ebbene, tu ci vedrai un’etichetta dove si attesta che il fabbricante garantisce almeno un secolo d’esperienza!

Amedeo : La birra non mi piace...

Gerardo : Ma questo non significa niente!

Amedeo : Significa, significa... Eccome! Poiché io le bottiglie di birra non ne ho mai viste da vicino

Gerardo : (Spazientito). Quante chiacchiere inutili! (Rivolto al pubblico). Ho il sospetto di aver scelto un cattivo esempio! (Poi, tornando sui suoi passi). Tuo padre ha i capelli bianchi?

Amedeo : Non credo... Gli ultimi tempi ne aveva così pochi che poteva chiamarli addirittura per nome!

Gerardo : Non fa niente, andrà bene lo stesso. In seguito la daremo ad un buon pittore per ricavarne un quadro che dominerà tutta quella parete!

Amedeo : E con gli operai, come ci organizzeremo?

Gerardo : Sarò particolarmente esigente! In questo settore i progressi della scienza ci forniscono un aiuto importantissimo. Per cominciare, i candidati dovranno sottomettersi ad un esame grafologico. Mostrami come scrivi e ti dirò chi sei! Poi, e questo rappresenta l’aspetto fondamentale, ricorreremo all’astrologia per selezionare i soggetti che possono integrarsi brillantemente nella nostra azienda. Mi sembra evidente che un pesce non può pretendere di essere un leone!

Amedeo : A meno che non sia un pesce con la faccia di bronzo! Dunque, noi avremo veramente degli operai all’altezza...

Gerardo : Amedeo, oggi non sono più chiamati così! Nell’evoluzione di civilizzazioni millenarie, le persone che lavorano devono essere considerate con rispetto e con dignità. E quindi gli operai non sono più operai, ma dei collaboratori!

Amedeo : E questi ....collaboratori?

Gerardo : I collaboratori servono a collaborare. Coloro che non collaborano non potranno mai diventare dei collaboratori! È la mia intima convinzione. Però la divido volentieri con te! Anzi, d’ora in poi divideremo tutti ciò che possediamo. Divideremo gioie e dolori, lacrime e allegria, povertà e ricchezza...Hai qualche obiezione, socio?

Amedeo : No. O piuttosto sì....

Gerardo : Quale?

Amedeo : Niente, niente...

Gerardo : Meglio così. Stringiamoci la mano per gravare nei nostri cuori il sigillo di questa alleanza benedetta! Ah! A proposito del denaro, ne avrò bisogno per recrutare il personale e per le piccole spese di ordine amministrativo.

Amedeo : Se non se ne può fare a meno.... Hai bisogno di quanto?

Gerardo : Ascolta, Amedeo. Affinché tutto proceda efficacemente, tu firmi gli assegni e io ci metterò la cifra che occorre. Obiezioni?

Amedeo : Non cifrerai troppo...Avrai la mano leggera?

Gerardo : Leggera e delicata. Tanto leggera che i numeri si distingueranno appena!

Amedeo : Meglio così ...Fortuna che posso contare su di te.

Gerardo : Conta, conta pure! Domani, primo giorno di lavoro. Andiamo a festeggiare il magnifico avvenimento nel migliore ristorante della città!

SCENA SECONDA

(Entra in scena un giovanotto dall’aspetto trasandato, capelli lunghi ed un vistoso orecchino. Egli mastica gomma americana e di tanto in tanto batte le mani come per accompagnare, con delle convulsioni improvvise, un ritmo immaginario. È Fabrizio.)

Fabrizio  : Guarda un po’ in quale buco sono capitato! Non resta che sdraiarmi su quella scrivania, mi sembra la più comoda. (Si siede sfogliando un periodico illustrato che egli teneva avvolto nella tasca del giaccone).

Supergeniale! È un’occasione d’oro... Una chitarra elettrica per sole trecentomila lire!

Amedeo : (Entra a piccoli passi con una scopa nuovissima sotto l’ascella ed un secchio nella mano. E dopo aver lungamente osservato Fabrizio che si agita allegramente sulla poltrona, egli fa udire la sua voce tremolante).

Buongiorno, giovanotto...

Fabrizio : (Con uno sguardo furtivo) Ah! Buongiorno, nonnetto.

Amedeo : Come... Come va?

Fabrizio   Non cominciare a raccontarmi la tua vita privata, poiché io qui dentro sono già qualcuno!

Amedeo : Non capisco...

Fabrizio : Se non capisci, ritorna alle scuole elementari. Ma nessuna familiarità tra noi. Fa’ le tue pulizie e lasciami leggere in pace!

Amedeo : Continuo a non capire...

Fabrizio : E io continuo a consigliarti le scuole elementari. Su, niente smorfie. Fa’ le tue pulizie e poi sparisci!

Amedeo : (Grattandosi la testa, si rivolge al pubblico) Chi può essere mai questo individuo?

Fabrizio : (Sentendosi esaminato, reagisce vivacemente). Sei ancora lì? Strofina e scopa secondo le tue capacità, e poi vattene. M’innervosisce il fatto che mi guardi come una civetta!

Amedeo (Alzando progressivamente il tono della voce). Oh, oh, oh! Io sono Amedeo Fagiolini!

Fabrizio : Questa poi! Se tu sei fagionini io sono piselli!

Amedeo : Porca vacca! Tu stai proprio seduto sulla mia poltrona!

Fabrizio : (Con smorfie di sarcasmo). Sulla tua poltrona?

Amedeo : Precisamente! La mia poltrona personale! E, se non ti fa troppo schifo, qui dentro è tutto mio!

Gerardo : (Facendo la sua apparizione). Tutto nostro vuoi dire... Giovanotto, il mio socio ha ragione!

Fabrizio : (Alzandosi lentamente e piuttosto contrariato). Non sapevo che lei aveva un socio...simile. E allora, io mi sdraio dove?

Gerardo : Prima di tutto, scendi a cercare i quotidiani del mattino. In seguito, visto che sei stato il primo collaboratore ad essere arrivato coscenziosamente sul posto di lavoro, come premio potrai scegliere la scrivania che vuoi.

Amedeo : (Prontamente). Eccetto la mia!

Fabrizio : D’accordo. Ma non bisognerà chiedermi troppo...

Gerardo : Come stai, caro Amedeo? Un pittore assai reputato dovrebbe arrivare da un momento all’altro. (Poi, scorgendo Fabrizio che è rimasto immobile). Non sei ancora partito?

Fabrizio : Mi avete scambiato per una banca svizzera?

Gerardo : Tu sei molto di più, tu sei uno dei nostri migliori impiegati!

Fabrizio : Un onore che non fa crescere il denaro nelle tasche!

Gerardo : È esatto. E io adoro l’esattezza. Amedeo, da’ un biglietto da centomila al nostro collaboratore! A me non restano che pochi spiccioli...

Amedeo : Eh? Ah! Sicuro. Provvedo subito. (Egli allunga con il braccio tremante una banconota estratta da un borsello alquanto complicato).

Fabrizio : (Stiracchiando la banconota). Li devo veramente comprare tutti?

Gerardo : Certo. Qui dentro gli affari sono impostati seriamente. Che cosa credevi?

Fabrizio : Se sta bene a voi... (Egli esce canticchiando “Zan-zan-bum Zan-zan-bum Oh –yé” ed accennado a delle contorsioni sfrenate).

Amedeo : (Perplesso) Sei stato proprio tu a farlo venire?

Gerardo : Sì, si tratta di un elemento molto dotato.

Amedeo : Sinceramente, a me sembra un po’ cafone!

Gerardo : Socio mio, non essere severo! È il dinamismo che lo rende un tantino vivace. D’altronde, tutti gli riconoscono un cervello elettronico. Tu non ci crederai, ma sa fare tutto : sottrazione, divisione, moltiplicazione e mi fermo qui!

Amedeo : (Sempre più perplesso). Forse è così, ma dovrai ammettere che ha un aspetto bizzarro...

Gerardo : È la gioventù moderna. Basta dimenticare le nostre artrosi e ci si fa l’abitudine. Mi hanno assicurato che egli riesce a contare fino ad 1 milione, quando è in forma!. Riesci ad immaginare la sua potenza? Fino a 1 milione...Credimi, dei collaboratori come questo si fanno rari ai giorni nostri. Tanti rari come una bistecca nel piatto di uno strozzino!

Amedeo : Però contare fino a 1 milione non mi sembra tanto complicato...

Gerardo : Cosa? Vuoi scherzare?! Il ragazzo conta, sì, fino a 1 milione. Ma dopo, a differenza di tutti gli altri che si ingarbugliano, egli dispone della facoltà di tornare da 1 milione a zero. Un esercizio estremamente massacrante per le meningi. E lui fa andata e ritorno senza scalo!

Amedeo Se le cose stanno così...

Gerardo : Eh sì, amico mio. In questo mondo tutto sarebbe facile se non esistessero le complicazioni!

Amedeo : E i macchinari. Quando arrivano i macchinari?

Gerardo : Fra poco. I tedeschi hanno promesso di consegnarceli nel corso della giornata.

Fabrizio : (Rientrando con una bracciata di giornali). Ecco qui tutto quel che ho potuto raccogliere .

Amedeo : Porca vacca! Non avevo mai visto tanta cartaccia nemmeno dal notaio!

Gerardo : (Avvicinandosi ad una scrivania) Posali qui. Vediamo...Anzi, adesso non ho abbastanza concentrazione per leggerli tutti.

(In quel mentre arriva il pittore. Tipo esuberante e originale, tanto nel vestito che nel comportamento. Si chiama Tavolozza).

Tavolozza : Metto al vostro servizio, signori, il pennello più ricercato d’Europa!

Fabrizio : Sì, dall’Interpol!

Tavolozza : (Alquanto sconcertato). Non siete stati voi ad avermi chiesto di venire?

Gerardo : Sicuro. Si tratta di ricavare un quadro da una fotografia. È possibile?

Tavolozza : Io posso fare di più, eccellenze. Posso ricavare un quadro perfino da un semplice sospiro!

Gerardo : Lo vorremmo in un formato piuttosto grande. È possibile?

Tavolozza : Io creo qualsiasi quadro : da un centimetro di altezza a un chilometro di larghezza. Sono perfino in grado di farvelo di forma triangolare oppure parallelopipeda!

Gerardo : No, grazie. Noi lo vorremmo non troppo moderno.

Tavolozza : Ma il quadro tradizionale non è più di moda nemmeno nei conventi!

Gerardo : Io pure sono per l’avanguardia. Tuttavia mi consenta, una parte della nostra clientela potrebbe rimanere contrariata. Lo so bene che è una posizione un tantino ammuffita, ma purtroppo il commercio si nutre di materialismo!

Tavolozza : Vi accordo la mia comprensione, ma non esigete la mia approvazione. Dov’è la foto?

Amedeo : Eccola...

Tavolozza : (Avvicinandola agli occhi). Uhm...Uhm...È evidente che si tratta di un viso grossolano e, diciamocelo francamente, di una piattezza esasperante. A dire il vero, io lo classificherei tra i brutti!

Amedeo : (Molto irritato). Non potreste essere un po’ più educato? In fin dei conti, si tratta di mio padre!

Tavolozza : Signore, sono dispiaciuto per lei. Ma per un artista la sorgente d’ispirazione è importante, forse altrettanto fondamentale dei dati cromatici. Comunque sia, sono confortato dalla sua espressione onesta e serafica. (Improvvisamente). Diamine! Vedo un piccolo focolare di vaiolo sul suo volto! Pessimo inconveniente. Sfortunatamente questo vi costerà qualche soldino in più. Dovete riconoscere che i rischi di contagio sono reali ed immediati!

Amedeo : Ma è sulla carta...

Tavolozza : E allora? Secondo le teorie mediche più aggiornate, il defunto ha dovuto obbligatoriamente toccare questa foto. In seguito anche lei ha fatto la stessa cosa. In questo modo, senza volerlo, il passaggio di un certo numero di germi è stato inevitabile!

Gerardo : È giusto. Si tratta di una verità scientifica sacrosanta! Proceda tranquillamente, proceda come le sembra più opportuno. Ciò che ci interessa, è che voi finiate la vostra opera il più presto possibile.

Tavolozza : Vediamo un po’...Sono assediato dalle comande. Tutti mi cercano, tutti mi corteggiano. Bene, il ministro può aspettare ed anche la marchesa. Sapete che vi dico? Vi darò la priorità persino sul cardinale. Il quadro sarà pronto, senza il benché minimo dubbio, per dopodomani!

Gerardo : Perfetto.

Tavolozza : Per la perfezione manca ancora qualcosa. Manca un dettaglio troppo importante!

Amedeo : Ancora?

Gerardo : Quale dettaglio?

Tavolozza : Bisognerebbe oliare l’ingranaggio!

Amedeo : Ma lei fa il pittore o il meccanico?

Tavolozza : Il fatto è che io ho la buona abitudine di farmi anticipare la metà del pagamento al momento stesso dell’accordo!

Amedeo : Perché, non se ne fida di noi?

Tavolozza : La morte non manda telegrammi a nessuno. Se voi veniste a mancarci improvvisamente chi pagherebbe il frutto del mio ineguagliabile talento?

Amedeo : Che allegria! (Rivolto al pubblico). Oltre che matto, questo è anche uno iettatore!

Gerardo : Non volevamo mancarle di rispetto. Quali sono le vostre esigenze?

Tavolozza : 3 milioni. O se preferite, trenta biglietti da centomila!

Amedeo : Porca vacca! Con una cifra simile ci si compra tutto un negozio di colori!

Tavolozza : Caro signore, la genialità non si vende a tubetti come il dentifricio! Ma non perdiamoci in indovinelli, il mio tempo è preziosissimo.

Amedeo : Si rende conto? Lei ci sta chiedendo una fortuna!

Tavolozza : Caro il mio uomo d’affari, la vera fortuna è di avermi incontrato. Vi sto facendo un prezzo da imbianchino, da parrucchiere per signora...E tutto questo soltanto perché vi trovo simpatici!

Gerardo : Mi sembra una proposta onesta. Il prezzo è sicuramente proporzionato al talento di un simile artista. Puoi fargli un assegno, Amedeo. È il mezzo più brillante e meno complicato.

Amedeo : (Assalito da una tremarella continua, egli posa il suo libretto degli assegni sulla scrivania). Devo proprio firmare? Allora, firmo...

Gerardo : Ma sì, ma sì!

Amedeo : (Dopo aver estratto il fazzoletto dalla tasca dei pantaloni, si asciuga la fronte più volte durante la scrittura. Poi, egli porge l’assegno al pittore. Il braccio sempre tremante) Ecco..

Tavolozza : (Afferra l’estremità dell’assegno, ancora attanagliato dalle dita d’Amedeo. Ne segue un movimento di va e vieni delle braccia). Ma lo lasci dunque, altrimenti finirà per strapparlo!

Amedeo : (Come se fosse uscito da uno stato ipnotico) Ah! Sì...Mi scusi.

Tavolozza : (Dopo aver esaminato l’assegno da vicino). Che bella calligrafia! E che belle cifre armoniose! Non vorrei sembrarvi un ficcanaso, ma di che cosa vi occupate precisamente?

Amedeo : Scarpe, signore. Scarpe della migliore qualità.

Gerardo : Diciamo, in un linguaggio meno rozzo, che noi calziamo.

Tavolozza : Sensazionale! Le scarpe sono le uniche cose oggi che tutti utilizzano senza mischiarvi la politica! Voi andrete lontano, signori. Molto, molto lontano! (Dopo una goffa riverenza, egli esce a grandi passi).

Gerardo : (Rivolto al giovane Fabrizio, sempre assorto nelle sue letture). Sei ancora qui?

Fabrizio : E dove dovrei essere. Non mi avete assunto?

Gerardo : Come puoi constatare, oggi non c’è più niente da fare qui. E dunque, puoi rientrare a casa tua. Naturalmente per presentarti domani lucido e agguerrito!

Fabrizio : E il mio contratto di lavoro?

Gerardo : Domani, domani regoleremo tutto. Non temere, noi siamo una ditta seria e il tuo salario comincia a partire da oggi.

Amedeo : Ma se oggi ha passato tutto il suo tempo a canticchiare!

Gerardo : Al contrario, Amedeo. Oggi il giovanotto ci ha fornito la prova delle sue capacità e del suo attaccamento!

Amedeo : Bah!

Fabrizio : Allora, arrivederci e a domani ( Esce sempre nella stessa maniera epilettica).

Amedeo : Sai, Gerardo. Ho l’impressione che si spenda troppo e troppo velocemente...

Gerardo : Quisquilie. Tutto questo rappresenta il minimo indispensabile.

Amedeo : Forse. Ma a che cosa servono tutti quei giornali?

Gerardo : È semplice, a carpire le notizie utili. Dobbiamo interessarci al gusto e alle tendenze del popolo!

Amedeo : E quel pittore, non è troppo caro?

Gerardo : I prezzi sono molto alti per accaparrarsi un ottimo artista. C’è troppa concorrenza. Fortuna che gli abbiamo fatto una buona impressione e che ci ha fatto un prezzo da amici. Che artista! Quello sì che è un vero tra i veri.

Amedeo : E tuttavia aveva le scarpe completamente rotte.

Gerardo : Le scarpe rotte? Ah! Talvolta sei proprio un ingenuo! Tutti gli artisti di talento hanno le scarpe rotte, altrimenti che talento sarebbe?

Amedeo : Bah! Io non ci capisco niente...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Amedeo, tu sei tra le mani di un angelo custode. (Battendo gli indici sul proprio petto). Di questo angelo! Bisogna soltanto che tu sia fiducioso!

Amedeo : Andiamo anche oggi a mangiare in quel ristorante sofisticato?

Gerardo : E dove vorresti mangiare, alla mensa dei bisognosi?

Amedeo : Non vorrei farti della pena, ma per me è troppo caro...

Gerardo : E tuttavia è una maniera come un’altra d’investire il proprio denaro. E, per giunta nel godimento! Tutti quei signorotti che mangiano intorno a noi potrebbero diventare, non si sa mai, nostri clienti. Ed a quella gente non è certo il capitale che manca. È la sola clientela che paga ancor prima di avere comprato!

Amedeo : Bah! Fortuna che ci sei tu, poiché ho l’impressione di saltellare sull’acqua come un ranocchio!

Gerardo : Fiducia e sorriso, non dimenticarlo mai. Amico mio, noi andremo molto lontano. L’hai sentito, anche il pittore ne era convinto! E quell’artista è qualcuno abituato a frequentare la crema di questo mondo. Ah! A proposito di crema, ho adocchiato per il pranzo di oggi una spigola favolosa!

SCENA TERZA

(Entra un uomo tarchiato e piuttosto rozzo. Si tratta di Ferdinando Grattaglia, un piccolo ladro maldestro e sfortunato. Dopo aver ispezionato con uno sguardo avido ogni angolo delle scrivanie, egli comincia a rovistare in tutti i cassetti).

Ferdinando : Zozzona! Qui non c’è niente! Vediamo un po’ qui. Zozzona, si direbbe un commissariato di polizia! Ma questa gente non mangia mai? (Riempie le sue tasche di oggetti diversi). Questo qui, mi serve. Questo si può rivendere...

Gerardo : (Entrando con passo energico, egli osserva per qualche istante le manovre di Ferdinando, che gli gira le spalle). Ehi! Tu! Per dove sei entrato, per la cappa del camino?

Ferdinando : Gerardo, non mi riconosci?

Gerardo : Ferdinando...

Ferdinando : Certo, io in persona e nessun altro! Zozzona! Quanto sono emozionato di rivederti!

Gerardo : (Rispondendo all’abbraccio di Ferdinando senza troppo entusiasmo). È molto tempo che ti hanno rilasciato?

Ferdinando : È a causa dell’amnistia che ho potuto lasciare il collegio. Così mi hanno detto...

Gerardo : Che fortuna! Quanto dovevi ancora scontare?

Ferdinando : Otto mesi.

Gerardo : Ebbene, sono contento che sei passato per una corta visita. Ma, adesso sono molto occupato. Dunque, addio e buona fortuna!

Ferdinando : Come, come? Vorresti scacciare così il tuo amatissimo compagno? Sei veramente senza coronarie, dopo tutto quel che ho potuto fare per te in galera!

Gerardo : Taci! Parla più piano, imbecille! Qualcuno potrebbe sentirti!

Ferdinando : Scusami, ma è troppo tempo che sono a digiuno. Non potresti trovarmi una piccola occupazione nella fabbrica? Sono disposto a lavorare perfino per qualche minuto...

Gerardo : Neanche a pensarci!

Ferdinando : Gerardino mio, hai il coraggio di fare questo al tuo fratello che per te raccoglieva perfino le cicche sbavate?

Gerardo : E va bene, vedrò che cosa posso fare.

Ferdinando : Zozzona! Come sono emozionato!

Gerardo : Sai scrivere, non è vero?

Ferdinando : Non molto bene...

Gerardo : Che cosa vuole dire?

Ferdinando : No!

Gerardo : Ma almeno sai leggere?

Ferdinando : Non molto bene...

Gerardo : Vale a dire, no!

Ferdinando : Nessuno è perfetto.

Gerardo : Ma allora, che cosa sai fare?

Ferdinando : Beh! A dire il vero, io ho sempre rubato...

Gerardo : Taci, imbecille! Non voglio più sentir parlare di codice penale né di corte d’assise qui dentro!

Ferdinando : Neanche io. Sarà bene che mi occupi della mia trippa. Faccio un salto dal salumiere e ritorno subito.

Gerardo : Prima vuota le tue tasche! Conosco troppo bene il cavolo sotto il quale sei nato!

Ferdinando : Ca-vo-lo, cavolo...Appena alcune gomme, delle forbici. Ah! Sì! Ci sono anche tutte le biro. Sai, volevo imparare a scrivere!

Gerardo : Certo! Per scrivere assegni a vuoto!

Ferdinando (Continuando a vuotare le sue tasche sulla scrivania). Con queste penne, tuttavia... Peccato, dovrò rassegnarmi a restare un analfabeta!

Gerardo : E un ladro!

Ferdinando : Ben detto, collega.(Esce)

Gerardo : (Rimasto solo). Che situazione detestabile! Ora che si è incollato ai miei polpacci, sarà difficile sbarazzarsene!

Amedeo : (Facendo il suo ingresso). Buongiorno, Gerardo.

Gerardo : Oh! Mio caro Amedeo. Come stai?

Amedeo : Sinceramente, comincio ad avere il sonno agitato!

Gerardo : A causa dell’euforia?

Amedeo : No, a causa della paura!

Gerardo : La verità è che sei troppo sensibile. Tiri fuori più lacrime tu che una grondaia sfondata!

Amedeo : Non sono ancora arrivati i macchinari?

Gerardo : Non proprio, ma siamo a buon punto. Dovresti conoscere i tedeschi...Prima di consegnare qualcosa vogliono essere sicuri che tutto funzioni alla perfezione! E per questo fanno una serie impressionante di ripetizioni. Ripetizioni generali e, se occorre, anche presidenziali!

Amedeo : C’erano due lettere per noi...

Gerardo : Aprile subito. Si tratta probabilmente dei primi clienti che ci implorano di accontentarli!

Amedeo : (Dopo aver cercato minuziosamente nella sua scrivania). E tuttavia, si trovava qui...

Gerardo : Che cosa succede, Amedeo?

Amedeo : Non trovo più il mio tagliacarte d’avorio.

Gerardo : Ah! L’imbroglione!

Amedeo : Chi, il tagliacarte?

Gerardo : No, no. Facevo allusione a quel topo sempre affamato!

Amedeo : Eh? Ci sono anche i topi qui dentro?

Gerardo : Non ha nessuna importanza. Prendine un altro, ce ne sono tanti...Aspetta, te lo cerco io. (Egli cerca invano sul mucchio di oggetti usciti dalle tasche di Ferdinando. Poi cerca senza successo in tutti gli altri cassetti). Questa poi! Si sono volatilizzati tutti!

Amedeo : Però il mio non aveva le ali!

Gerardo : Credo di aver capito. Probabilmente è il nostro nuovo collaboratore che, volendo spolverare, li avrà infilati in qualche angolo...

Amedeo : È arrivato un altro collaboratore?

Gerardo : Sì, un soggetto molto intraprendente. Anche troppo, talvolta...

Amedeo : Ce ne serviremo nell’ufficio?

Gerardo : No, no. Ce ne serviremo come magazziniere. Egli ha delle mani così abili da sfilarvi le calze senza togliere le scarpe! Però la sua specialità è la meccanica.

Amedeo : Come mai?

Gerardo : Nessuna porta, cancello o cassaforte gli resistono. Non è un caso se è conosciuto con il soprannome di “Passe-partout”. Egli ha già fatto la copia, ne sono sicuro, di tutte le serrature del Paradiso!

Ferdinando : (Ritorna con un enorme panino imbottito nelle mani, panino che di tanto in tanto morde avidamente. Poi, con la bocca piena, si mette a borbottare). Zozzona! Non ne potevo più di masticare soltanto la saliva!

Gerardo : Ah! Eccoti finalmente! Dove sono finiti i tagliacarte? Ti avevo detto di spolverarli, e non di grattarli!

Ferdinando : La colpa è di queste maledette giacche moderne, dove ci sono più tasche che bottoni!

Gerardo : (Sarcastico). Certo, è risaputo che i sarti favoriscono i ladri!

Ferdinando : (Vuotando il taschino della giacca, appaiono un numero incredibile di tagliacarta). Mi sento più leggero!

Amedeo : Porca vacca! E come ha fatto ad infilare tutta quella merce in uno spazio tanto piccolo?

Gerardo : Te l’avevo detto, ha un senso dell’organizzazione poco comune. Un giorno lo hanno pizzicato mentre trasportava nelle sue tasche 23 orologi, due chiavi inglesi, tre martelli, un piede di porco, cinque cacciaviti e tre panini!

Amedeo : E a che cosa poteva servirgli tutta quella ferramenta?

Gerardo : A soddisfare il suo passatempo preferito!

Amedeo : Bah! Ognuno si diverte come vuole. Allora, che cosa facciamo, apriamo le lettere o non le apriamo?

Gerardo : Hai ragione, avevo quasi dimenticato che presto saremo richissimi! (Dopo aver aperto le due lettere). Puah! Nient’altro che pubblicità. Cartaccia, cartaccia inutile.Da non paragonarsi nemmeno alla carta igienica!

(In quel momento preciso qualcuno bussa energicamente alla porta. È Hans, il camionista tedesco che vuole consegnare i macchinari).

Hans : Essere questa ditta Luxor?

Gerardo : Certo, ditta Luxor essere qui.

Hans : Voi ordinato grosse mascine per scarpa?

Gerardo : Sì, noi comandato grosse mascine per scarpa.

Hans : Mascine arrivate su camion. Dove io metto?

Amedeo : Lei vuoledire che i macchinari sono proprio arrivati?

Hans : Sicuro. Essere in cortile.

Gerardo : (Baciandolo sulla fronte). Bravo! Quanto è intelligente e bello questo tedescone! Ci siamo, Amedeo. A partire da oggi noi possiamo incominciare a contare addirittura in dollari!

Amedeo : Mi sento tutto liquefatto...

Ferdinando : (Con la bocca piena di cibo). Anch’io.

Gerardo : Scendiamo sotto, dobbiamo installare subito i favolisi macchinari. Noi, industriale di alto piano, non abbiamo tempo da perdere!

SCENA QUARTA

(Amedeo e Gerardo fanno la loro apparizione)

Gerardo : Tu non volevi crederci, non è vero? Ma ora hai visto con i tuoi occhi che questo macchinario è una pura meraviglia. Noi abbiamo un unico futuro : la ricchezza!

Amedeo : Non mi dispiacerebbe.

(In quell’istante entra una giovane donna dai modi garbati e dall’eleganza capricciosa).

Gigliola : GigliolaArcitappi. A vostra disposizione,signori. Ottima sono in stenografia ed eccellente in poesia!

Gerardo : Ah! Suppongo che lei sia la nuova segretaria. La signorina Arcitappi...

Gigliola : Mi chiami Gigliola. Semplicemente Gigliola. Sono enormemente affascinata dalla familiarità, dai bisbigli, dalla dolcezza comunicatava. Il mio statuto di poetessa lo esige!

Gerardo : Una poetessa? Ad essere sincero, ho creduto che lei fosse qui per lavorare...

Gigliola : Perché, il lavoro non è forse infiocchettato dalla poesia? Ovunque l’uomo. Nel dolore umano c’è un dopo ed un prima, ecco perché abbiamo bisogno della rima!

Gerardo : Sa battere a macchina?

Gigliola : Certo, signore. Ed io palpeggio la tastiera come se si trattasse di una spinetta. Pianissimo, lento, pianissimo.

Amedeo : E fortissimo, naturalmente, lei non lo conosce...

Gigliola : Il fortissimo disturba la mia sensibilità. Inoltre, rischia di spezzare le mie orecchie e perfino le mie unghie!

Gerardo : La capisco. Tuttavia lei è in grado di battere qualche fattura commerciale?

Gigliola : Batto tutto, meno che il marciapiede!

Gerardo : Meglio così. Poiché ciò che ci interessa veramente è che lei sia all’altezza del compito delicatissimo che intendiamo confidarle.

Gigliola : Dubitate forse del mio onore, della mia professionalità? Le pareti della mia casa traboccano di attestati e di referenze che ho meritato un po’ dappertutto!

Amedeo : E naturalmente lei non ha portato niente da mostrarci. Tutto è restato sulle vostre pareti!

Gigliola : Lei è curioso, lei. Come se le parole non contassero più niente...

Amedeo : Il fatto è che qui cominciano a contare un po’ troppo!

Gerardo : Amedeo, non esageriamo adesso! Non è proprio il caso di tormentare questa giovane donna dallo sguardo vivo e intelligente!

Gigliola : (Allungando il braccio teso come per sollecitare un baciamano). Lei è molto galante, signore.

Gerardo : (Dopo aver abbracciato goffamente la mano tesa). Benvenuta nella nostra famiglia, signorina Arcitappi!

Gigliola : (Allungando la sua mano anche verso Amedeo). Non siate timidi, chiamatemi semplicemente Gigliola!

Amedeo : (Dopo aver, anche lui, abbozzato un baciamano). Lieto di fare la vostra conoscenza! (Poi, sputacchiando dietro di lui Porca vacca, le sue mani puzzano di cicoria!)

Gigliola : Adesso noi formiamo una vera famiglia, una santa famiglia! (Guardandosi intorno) Potrei visitare lo stabilimento? Dove il sudore virile spande i suoi profumi?

Gerardo : Sicuro, faccia come a casa sua. Ma ritorni presto, noi abbiamo del lavoro urgente da sbrigare.

Gigliola : (Uscendo) Sarò più rapida di un lampo tra le nuvole galoppanti!

Amedeo : Ma come parla questa qui?

Gerardo : Dev’essere molto colta. Un altro elemento, senza alcun dubbio, particolarmente utile!

(Si ode canticchiare freneticamente dietro la porta d’ingresso. È Fabrizio che entra continuando a canticchiare. Accenna ad un saluto con la mano e poi va a sedersi pesantemente).

Gerardo :Ehi! Tu! Perché non sei venuto ieri?

Fabrizio : Sono andato a vedere “Gli arrabbiati”.

Amedeo : Dove, all’ospedale?

Fabrizio : Sì! Ecco Einstein che si risveglia! Che gruppo fantastico, ragazzi! Frank e la sua chitarra elettrica, da soli, meritano il Premio Nobel (Ritma con la voce, battendo le mani) Zan-Zan bum, hié-hié, Zan-zan bum, oh-yé!

Amedeo : Ma perché quello lì non lo rimpiazziamo? Mi sembra di più in più tocco...

Gerardo : Non essere precipitoso nei tuoi giudizi. Lasciagli il tempo di brillare al suo giusto valore. Penso che anche l’interprete non dovrebbe tardare.

Amedeo : L’interprete?

Gerardo : Sicuro! Chi vuoi che possa sbrogliare la corrispendenza estera, uno di noi forse? Noi dobbiamo obbligatoriamente disporre di un interprete. È l’evidenza stessa. Dovrai ammettere che ci si guadagna in comprensione e in prestigio!

Amedeo : Ma non in denaro...

Gerardo : (Sollevando le braccia al cielo). Ci risiamo con i gemiti!

Amedeo : Il fatto è che il mio denaro sparisce alla velocità di una cometa...

Gerardo : Il nostro denaro, vuoi dire! Non è il momento di sprofondare nel pessimismo. Finora abbiamo investito, nessun dubbio a proposito. Ma ora scocca il momento di raccogliere i soldi con la pala. Che dico, con una autobotte!

Gigliola : (Di ritorno). In basso c’è un operaio che rassomiglia a un galeotto. Che faccia inquietante! Ce n’è poi un altro che, non vorrei sbagliarmi, che ha tutta l’aria di essere ubriaco...

Amedeo : Cosa? A quest’ora del mattino sono già ubriachi?

Gerardo : Non dare troppa importanza a questi particolari, Amedeo. Calmati! È gente rude, virile, sottomessa a sforzi massacranti. Può darsi che abbiano mandato giù un sorso per essere più energici, per aumentare le loro prestazioni. E lei, signorina, la prossima volta si occupi dei suoi cosmetici!

Gigliola : Che grazia permalosa...Mi siedo, mi siedo. Tuttavia, credo proprio che non cominciamo molto bene!

Amedeo : Su questo punto siamo completamente d’accordo!

(Mentre si accinge a sedersi, Fabrizio la fa trasalire con una serie di suoni acuti)

Gigliola : E tu, che cos’hai da vomitare in questo modo?

Fabrizio : Taci, ranocchio laccato!

Gigliola : Oh! Avete sentito? Ah! Il cafone!

(Il battibecco è interrotto dall’apparizione d’un uomo magro e ingobbito che cammina a passetti rapidi. Si tratta di Modesto, l’interprete).

Modesto : Modesto Calcaterra, interprete ufficiale. Diplomato a Zanzibar in lingue orientali, a Lisbona in lingue latine, a Berlino in lingue celtiche ed a Pizzepalù in lingua italiana!

Gerardo : Meno male che siete arrivato. Si metta comodo. Si metta comodo su quella scrivania. Ecco qui una lettera che viene appunto dalla Germania. Lei deve rendermela visibileggibile e chiara!

Modesto : Devo rispondere in caratteri gotici?

Gerardo : Scriva come le piace di più, anche in caratteri comici se occorre! (Rivolto a Gigliola). Da Bitonto ci chiedono sessanta paia di scarpe maschili con il tacco arrotondato. Fate loro sapere che le avranno al più presto. (Poi, rivolto a Fabrizio). E tu occupati del totale esatto!

Fabrizio : Il totale di che cosa?

Gerardo : Ma delle scarpe, imbranato!

Fabrizio : Ma io ignoro completamente il prezzo delle scarpe...

Gerardo : Povero testone, cerca un prezzo da solo. Sei pagato per questo. Scava, scava  nel tuo cervello canterino!

Amedeo : (Tirando la manica della giacca a Gerardo). Sei sicuro che non farà qualche sproposito?

Gerardo : Probabilmente hai ragione. Tutto sommato, è preferibile fare i prezzi noi stessi. Non è vero, Amedeo?

Amedeo : Lo credo bene...

Gerardo : Allora vediamo...Centomila lire sono poche, duecentomila lire sono troppe...Maledizione, è un bel rompicapo!

Amedeo : Lo credo bene.

Fabrizio : Una soluzione io ce l’avrei.

Gerardo : Formidabile. Parla, dunque!

Fabrizio : Visto che centocinquantamila è metà poco e metà troppo, per ogni paia, io aggiungerei una scarpa in omaggio!

Gerardo : È vero, chi avrebbe mai pensato a questo? Amedeo, te lo avevo detto, questo giovanotto è un prodigio!

Amedeo : Ma il cliente che cosa ci fa con una scarpa spaia?

Gerardo : Questo non ci interessa. Si tratta di un omaggio, Amedeo. E tu hai mai visto qualcuno rifiutare un omaggio? Detto tra noi, in questo caso specifico, noi mostriamo che la prestigiosa ditta Luxor sa coccolare la propria clientela!

Amedeo Bah! Io non ci capisco niente...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Una soluzione veramente geniale! (Rivolto a Gigliola). Scriva, signorina. Scriva immediatamente : al prezzo di centocinquantamila lire al paio, voi avrete diritto ad una scarpa supplementare, offerta gratuitamente dalla casa!

Gigliola : Una scarpa destra oppure sinistra?

Gerardo : Che importanza ha, dal momento che si tratta di un regalo? A caval donato non si guarda in bocca!

Gigliola : Se lei permette, io manderei soltanto le sinistre.

Gerardo : E perché dunque?

Gigliola : Ma perché tutti sanno che il piede sinistro è il piede del cuore!

Amedeo : Ne è proprio sicura, signorina?

Gigliola : Poiché è una poetessa che ve lo afferma!

Amedeo : Strano. Avrei detto che era la mano sinistra la mano del cuore...

Gigliola : Mano, piede...Quale importanza può avere, dal momento che i due collocati sull’asse del cuore?

Gerardo : Lei ci ha convinti, piacevolmente convinti. Adesso però, tutti al lavoro. Il tempo stringe e gli affari non aspettano l’arrivo della cicogna! (Poi, rivolto a Modesto). E lei, lei ha terminato la lettera?

Modesto : Piano, piano. Quanta precipitazione. Non è tanto facile come lei crede. Nella lingua tedesca basta sottovalutare un prefisso e l’equivoco arriva come un fulmine!

Amedeo : Allora faccia attenzione a non sottovalutare...

Modesto : È esattamente ciò che faccio. Inoltre, io amo il lavoro chiaro e inquadrato.

Gerardo : Lei ha ragione. Prenda il tempo che ci vuole. I millenni passano, ma la precisione è sempre ammirata!

Gigliola : La missiva per Bitonto è splendidamente pronta!

Fabrizio : La fattura per Bitonto è quasi splendidamente cominciata (E con queste parole, Fabrizio scimmiotta a lungo Gigliola).

Gerardo : Molto bene. Questa sì che è un’intesa produttiva. Ebbene, per mostrarvi tutta la nostra gratitudine, siete liberi di ritornare a casa. Il lavoro formidabile che avete compiuto nella mattinata merita la giusta ricompensa!

Amedeo : Ma sono appena le undici e mezza...

Gerardo : Non è certo con l’orologio che si afferra la fortuna!

(Tutti gli impiegati si precipitano fuori ad una velocità straordinaria).

Amedeo : Tutto ciò mi sembra un po’ allegro..

Gerardo : Lo so, lo so che cosa vorresti dire. Ma non bisogna strapazzare i propri purosangue. Il cammino è lungo. Soprattutto non bisogna strapazzare la loro freschezza mentale. Viviamo un momento preciso dove bisogna saper dosare i propri sforzi in una competizione tanto ambiziosa come la nostra!

SCENA QUINTA

Ferdinando : (Entrato furtivamente nell’ufficio, comincia a frugare in tutti i cassetti). Zozzona, che fame! Naturalmente questi tubercolosi non hanno niente da sgranocchiare! Come al solito. Vediamo un po’ qui dove c’è la giovincella...Inghiottirei tutti i rossetti e perfino le creme abbronzanti!

Amedeo : (Presentandosi con un involtino sotto l’ascella). Che tempo marcio, ci si crederebbe ancora in pieno inverno! Ho sofferto il freddo tutta la notte...

Ferdinando : Non me ne parli. Io che dormo in un camioncino non solo senza vetri, ma anche senza sportelli!

Amedeo : Come? Lei dorme in un camioncino?

Ferdinando : Senza vetri e senza portiere!

Amedeo : Poveretto. Ma non avete una casa, una famiglia...

Ferdinando : A dire il vero, un rifugio sicuro ce l’avrei. Ma, per alloggiarci, dovrei fare qualche cosa di bizzarro. Come dire...Qualche cosa come rubare l’argenteria del prefetto per esempio!

Amedeo : Là, io non riesco a seguirvi.

Ferdinando : E fate bene, perché il luogo non è comodo. Niente da ridire sul vitto e l’alloggio. Ma poi, quanta noia! Sempre le stesse facce, le stesse inferriate e le stessi pidocchi.

Amedeo : Anche i pidocchi?

Ferdinando : Eccome! La notte bisogna dormire con la bocca sprangata poiché, essendo delle bestiole freddolose, si rifugerebbero anche sotto la lingua!

Amedeo : (Con una smorfia di disgusto). Che schifo! Però, detto tra noi, non capisco bene di che cosa stai parlando!

Ferdinando : Non ci pensare più. Il fatto è che quando sono affamato mi capita di delirare! Sono più di ventiquattro ore che sogno un cibo qualsiasi...

Amedeo : Hai veramente tutto questo appetito?

Ferdinando : Eccome! Comincio a vedere tutte le persone come se fossero prosciutti!

Amedeo : (Indietreggiando d’un passo, assai apprensivo) Ah, no! I prosciutti sono prosciutti e le persone restano delle persone! Penso di avere qui qualcosa per te. Ti piace la frittata?

Ferdinando : Zozzona, anche condita con l’olio di ricino per me va bene!

Amedeo : (Porgendogli una buona parte del suo sflilatino). Prendi e mangia!

Ferdinando : Grazie, grazie tante! (Poi, esprimendosi con la bocca piena ). È la tua colazione?

Amedeo : No, è il mio pranzo!

Ferdinando : Il tuo pranzo? Allora, amico mio, tu non devi essere molto più fortunato di me!

Amedeo : Il fatto è che un po’ d’economia non nuoce a nessuno. Prima mangiavo in un ristorante di lusso, dove si doveva dare la mancia perfino al violinista!

(Fabrizio e Gigliola fanno la loro apparizione. Fabrizio tiene fra le sue mani il poster d’un cantante rock, che si accinge ad appendere sulla parete).

Gigliola : Guardate, guardate tutti. Ieri mattina ho potuto comprarmi questa spilla magnifica. Uno scintillio che mi trasporta al di sopra delle galassie...

Ferdinando : Galassie dei miei stivali! Quel pezzo verniciato di giallo non è altro che ferraccio!

Gigliola : Come si permette? Uomo selvatico! Tutti coloro che hanno potuto ammirare questa rarità ne sono rimasti a bocca aperta!

Ferdinando : Sì, per acchiappare le mosche!

Amedeo : (Molto irritato). Oh, oh, oh! Adesso bisognerà lavorare, visto che siamo qui per questo!

Fabrizio : (Che nel frattempo si è occupato febbrilmente del suo poster). Zan-zan-bum, zan-zan-bum, oh-yé. Questo sì che è un vero uomo! Che classe superiore, ragazzi! Zan-zan-bum, zan-zan-bum, oh yé!

Amedeo : Oh, oh, oh!!! Hai finito con questo putiferio?

Gerardo : (Entrando in quel momento). Che cos’è tutto questo fracasso? Vi si può sentire anche dalla strada!

Amedeo : Guarda un po’ quello lì! E soprattutto il manifesto che ha appeso alla parete...Si direbbe un barbone!

Gerardo : Non vedo che cosa ci sia di male. Si tratta di un cantante popolarissimo. Amedeo, lascialo tranquillo se questo lo rende felice. Nella felicità si produce più e meglio!

Gigliola : Fortunatamente il mio salvatore è arrivato! Delle lingue screanzate hanno voluto insinuare che questa spilla sontuosa non era altro che ferraccio verniciato di giallo!

Gerardo : È vero!

Gigliola : (Inquieta). È vero sì oppure è vero no?

Gerardo : No, no. Si tratta proprio di un pezzo di ferro verniciato.

Gigliola : Mio Dio! Quanta brutalità pugnala le mie carni! (Essa scoppia in singhiozzi mentre il telefono squilla).

Gerardo : Haollo! Qui la ditta Luxor. Sì, lei sta parlando con il proprietario! Molto bene, capisco...Allora, duecento paia del tipo “Lumaca” e duecento del tipo “Canguro”. Siamo d’accordo, al vostro servizio. Voi riceverete la merce in tempi brevissimi! (Riappende la cornetta con un gesto solenne).

Amedeo : Chi era?

Gerardo : Mio caro Amedeo, tutti sono ai nostri piedi! Ci implorano, ci spiano, ci corteggiano. Le belle ordinazioni piovono già da tutte le parti. Se continuiamo su questo ritmo, presto bisognerà ingrandire la fabbrica e raddoppiare il personale!

Amedeo : Ma chi era?

Gerardo : Il commendatore Barilozzi, primo ed unico esportatore per il Gabon. Egli ha affermato che, se ci mostriamo all’altezza della situazione, noi diventeremo i suoi fornitori esclusivi!

Amedeo : Gabon, Gabon...Ma laggiù le scarpe non se le mette nessuno, Camminano sempre a piedi nudi!

Gerardo : Probabilmente ti sei lasciato influenzare da qualche documentario televisivo. Può darsi che durante il giorno essi non facciano uso di scarpe. Però, appena giunge la sera ne fanno un uso abbondante!

Amedeo : Per andare a dormire?

Gerardo : E perché no? Tu ti meravigli di tutto. E tuttavia c’è della gente, anche da noi, che dorme con le scarpe!

Amedeo :Per distrazione...

Gerardo : O per eleganza. E poi, ora che ci rifletto meglio, sembra che la loro religione li obblighi a dormire con le scarpe!

Amedeo : Anche in piena estate?

Gerardo : Soprattutto in piena estate!

Amedeo : Porca vacca! Chissà quale profumino..

Gerardo : Ma noi, gli umani, non disponiamo tutti dello stesso apparato olfattivo. Ciò che per te è puzza, altri la considerano una fragranza. La frontiera tra il gusto e il disgusto è estremamente sottile di una sogliola innamorata!

Amedeo : Bah! Io non ci capisco niente...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire! Fabrizio, va a cercarmi tutti i giornali del mattino. Dico, proprio tutti. Ora che abbiamo l’interprete, puoi anche prendere le pubblicazioni straniere!

Fabrizio : Allora, ci vado?

Gerardo : Perché, vuoi forse che ti chiami un taxi?

Fabrizio : Il fatto è che la giornalaia mugugna come un bufalo se non vede il denaro liquido...

Gerardo : Cosa, cosa? Questa è proprio forte! Osa forse dubitare della ditta Luxor? Della sua arcinota serietà? Gli industriali non possono utilizzare il borsellino come le massaie! Va’, va’! E alza il tono della voce se occorre!

Fabrizio : Non ho avuto l’impressione che fosse sorda.

Gerardo : Può diventarlo, se le soffio alcune paroline nelle orecchie!

Modesto : (Entrando in quel momento preciso, si rivolge a Fabrizio). Donde vai, collega?

Fabrizio : In cerca di giornali...

Modesto : Perfetto. Allora portami anche la Pravda!

Fabrizio : Com’è fatta? Grande, piccola...

Modesto : Gobbo d’un cammello! Quale mediocrità! Non sai ancora che la Pravda è un giornale russo? Talvolta mi domando come ho potuto finire in mezzo a tanti analfabeti!

Amedeo : (Infuriato, si rivolge all’interprete). Oh, oh, oh!! Analfabeta sarà la tua levatrice! E poi bisognerà capire che i nostri uffici aprono alle nove. Poiché qui, tra le chiacchiere e le stranezze, siamo già arrivati alle dieci!

Modesto : Mi sbalordisce molto il vostro sbalordimento! Ho dovuto fermarmi alla biblioteca comunale per degli studi di mercato!

Gerardo : Non ti agitare troppo, Amedeo. Non vedi com’è coscenzioso. Fa dei sacrifici supplementari per noi, senza che nessuno glielo aveva chiesto. Delle iniziative spontanee che dovrebbero riscaldarci il cuore ed anche i polmoni!

Modesto : (Curvandosi sulla sua scrivania). Gobbo d’un cammello! Qualcuno ha manomesso le mie carte! Avevo già tradotto due linee molto complesse della lettera tedesca in un foglietto giallo che adesso non vedo più da nessuna parte.

Amedeo : Cosa?! Tutta la mattinata di ieri per tradurre soltanto due linee? E che per giunta non riesci a trovare più da nessuna parte?

Modesto : Ascolti, signore. A queste condizioni, me ne vado subito. Ci rinuncio, presento le mie dimissioni. Per chi mi prende? Per un idiota, per un incompetente? Si vede che lei non ha la minima idea sull’attorcigliamento della lingua tedesca. Se la Divina Commedia fosse stata scritta in lingua tedesca, noi saremo ancora all’Inferno!

Amedeo : Perché, adesso dove siamo?

Gerardo : (Rivolto a Modesto). Si calmi. Resti al suo posto. Il mio socio è diventato un po’ febbrile! Lei deve capire, le responsabilità gettano l’equilibrio in un burrone...

Amedeo : Insieme al capitale!

Modesto : (Frugando di nuovo sulla sua scrivania) Gobbo d’un cammello. Dovrò ricominciare daccapo se non trovo il mio preziosissimo foglio. È proprio vero, sono sempre le opere migliori che spariscono!

Fabrizio : (Rientrando, sempre con un enorme carico di giornali).Che malinconia, che massacro! Neanche tre notti consecutive in discoteca potrebbero affaticarmi tanto. Adesso mi tocca trasportare addirittura le copie straniere....

Amedeo : Gerardo, scusami se mi permetto. Ma perché comperiamo tutti questi giornali dal momento che nessuno li leggerà mai?

Gerardo : Apparentemente. Solo apparentemente, Amedeo. Le notizie importanti noi non possiamo scovarle che nella stampa e, figurati, che è l’insieme dei giornali a formare la stampa!

Amedeo : Ma tu non li guardi in nessun momento della giornata questi giornali che formano la stampa!

Gerardo : Li guarderò appena potrò disporre di un po’ di tempo libero. E francamente mi sembra un segno molto favorevole. Ciò vuole dire, effettivamente, che siamo in piena espansione!

Amedeo : Bah! Non ci capisco niente...

Gerardo : Fortuna che ci sono io per capire!

Modesto : Non c’è niente da fare, il mio foglio prezioso non riesco più a trovarlo! (Alzandosi). Visto come stanno le cose, io me ne ritorno alla biblioteca!

Amedeo : Ancora? Ma è un’ossessione la tua!

Gerardo : Su, Amedeo. Lascialo lavorare a suo piacimento. Il ragazzo è maggiorenne e responsabile. Se vuole andare in biblioteca, ciò significa che egli prevede un rendimento superiore!

Amedeo : Ma se lui va in biblioteca, chi ci resterà qui?

Gerardo : E noi allora, siamo diventati tutti dei fantasmi?

Amedeo : Ed i giornali che abbiamo comperato per lui, chi li leggerà?

Modesto : C’è tempo. Io trovo sempre il tempo per irrobustire le mie conoscenze. In dieci minuti posso leggerli, addirittura leggerli da sinistra a destra oppure sottosopra! Allora, signori miei, a presto...(Esce velocemente, sempre a piccoli passi).

Amedeo : Continuo a non capire...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per continuare a capire. Scendiamo piuttosto nel laboratorio per verificare se tutto funziona alla perfezione. (Esce, seguito da un Amedeo frastornato e reticente).

Gigliola : Che scempio! È proprio vero che tutti abusano di una donna sola e disarmata! (Sconvolta, essa esamina la spilla). Non mi ci farò mai all’idea che questo gioiello sia un falso. Di falso, ne sono convinta, c’è soltanto il loro linguaggio!

Fabrizio : Ehi! Capretta, sai ballare il rock?

Gigliola : Giovanotto, chi le ha permesso tutta questa familiarità?

Fabrizio : (Mettendosi di più in più a suo agio, i piedi allungati sopra la scrivania). Non esageriamo, sembrerebbe che ti abbia azzannato le caviglie! Sai ballare o no?

Gigliola : Quando ero bambina, ma allora piccina piccina, i miei genitori mi avevano iscritto ad un corso di balletto classico. Ho ancora davanti alle pupille il mio tutù rosa e vaporoso. Con l’aiuto della mia grazia, tutti pensavano che fossi un cherubino! Una gentile farfalla leggera ed armoniosa! (Essa si alza accennando pesantemente ad alcuni passi di danza). Oh! Lo “Schiaccianoci”!

Fabrizio : Oh! Lo “sbucciapatate”!

Gigliola : (Sempre sospinta dalla danza). Giorni dorati delle mia infanzia, gaudio di involarsi sopra i sogni!(Una piroetta troppo accelerata la fa incespicare. Essa si aggrappa allora alla scrivania di Gerardo, da dove balza bruscamente indietro con delle urla acute). Lì, lì, Dio mio! È orribile. Oh! Quale infamia! Oh! Quale disgusto!

(Gerardo e Amedeo ritornano precipitosamente)

Gerardo : Che cosa c’è? Che cosa sta succedendo qua dentro?

Gigliola : Lì, lì. Guardi sopra la sua scrivania!

Gerardo : Che cosa c’è, io non vedo nulla di speciale...

Gigliola : Si avvicini, si avvicini meglio e lei proverà il mio stesso disgusto!

Gerardo : Ma non si spaventi per così poco, sono soltanto i giornali stranieri dell’interprete.

Gigliola : Ma no, là sopra ci sono uomini e donne completamente nudi! Mi capisce? Completamente nudi!!! Ne sono disgustata...

Gerardo : Perbacco, è proprio vero! (Rivolgendosi a Fabrizio). Mi sai dire che caspiterina hai comprato?

Fabrizio : Visto che sono tutti senza scarpe, ho pensato che ciò che poteva interessarci...

Gerardo : Sì, ma a questi porcelloni non mancano soltanto le scarpe! Bisognerà rimettere un po’ d’ordine nelle idee. Ho l’impressione che qualche dettaglio ci sfugga.

Amedeo : E quando non sfugge, è perché è già scappato!

Gerardo : Non ne facciamo tutto un minestrone, Amedeo! È proprio la ricerca della perfezione che mette in rilievo i difetti. Ma noi, noi stiamo sempre attenti a tutto!

Amedeo : Meno che alle spese...

Gerardo : Ho capito. Vedo che oggi siamo tutti un po’ nervosi. E quindi è preferibile che ognuno rientri a casa sua per sbarazzarsi di questa pressione infernale che accompagna sempre i grandi progetti!

Amedeo : Ma sono appena le undici e un quarto!

Gerardo : Quale importanza può avere, dal momento che l’essenziale è fatto e ben fatto?

SCENA SESTA

(Si odono delle grida dall’esterno : “Pane, pane! Non vogliamo essere sfruttati da uno sporco capitalista”!)

Amedeo (Entra strofinando continuamente un fazzoletto sulla fronte). Porca vacca! C’è proprio di che strapparsi i peli del naso con dei guanti da boxe! Ci mancava soltanto lo sciopero...Ne sono più che convinto, queste canaglie vogliono calpestarmi con le mie scarpe!

(Gerardo fa la sua apparizione proprio in quel momento. Egli avanza calmo e sorridente).

Amedeo : Ah! Sei arrivato, finalmente!

Gerardo : Perché? Che cosa accade di tanto grave?

Amedeo : Un piccolo sciopero. Anzi, uno scioperone!

Gerardo : Sono soltanto delle scaramucce sindacali. Sciocchezze senza importanza.

Amedeo : Però, nel frattempo, qui crolla tutto!

Gerardo : Non è il caso di darsi corpo e anima all’isteria! Veramente,non è il caso...Si tratta di una capricciosa e banale piagnucolio operaio. D’altronde questo è previsto da Marx stesso nella sua celebre teoria sul plusvalore!

Amedeo : Questo Max non lo conosco...Ma se non ha più voglia di lavorare da noi, che se ne vada!

Gerardo : Non è qualcuno che lavora da noi. Marx è il grande filosofo che, per meglio conoscere del lavoro, non ha mai lavorato.

Amedeo : Capisco, un altro sfaticato! In ogni modo, io me ne frego del tuo Max. Te lo ripeto, questi vogliono buttarci sul pavé!

Gerardo : Sì, come i ciclisti della Parigi-Roubaix! D’altronde, che cosa vuoi fare? Assassinarli forse? Secondo la nostra Costituzione repubblicana non solo hanno diritto allo sciopero, ma anche al nostro intenerimento!

Amedeo : Ma sono appena cinque giorni che fanno finta di lavorare...Come se non bastasse, mi gridano “Sporco capitalista”. A me, che sono più bianco di un foglio di carta!

Gerardo : Che vuoi, si saranno svegliati con un terribile mal di denti. L’operaio dorme sempre male da quando s’è messo in testa di vivere meglio del padrone!

(Dall’esterno un uragano di voci scandisce incessantemente : “Sporco padrone! Sporco padrone!”).

Amedeo : Li senti? Continuano a chiamarmi “Sporco padrone!” Ma loro che ne sanno se mi lavo o no? (A questo punto si mette a gridare rivolgendosi all’esterno). Non soltanto mi lavo, ma utilizzo sempre il sapone!

(Dall’esterno, un coro risponde prontamente : “Usuraio! Noi anche vogliamo lavarci con il sapone!”).

Amedeo : Hai sentito? Mi prendono anche in giro...(Rivolgendosi di nuovo verso l’esterno, con asprezza e sdegnosamente). Io vi butto tutti nella spazzatura!

(Immediatamente, dall’esterno, gli scioperanti urlano : “Tu ci sei già nella spazzatura”!).

Amedeo : Cosa? Ne ho abbastanza...La testa mi scoppia ed ho le budella liquefatte!

Gerardo : Smettila di provocarli! Adesso me ne occupo io. Dobbiamo parlamentare con la loro delegazione...

Amedeo : Mi rifiuto di vedere il grugno che hanno, quegli screanzati!

Gerardo : E tuttavia dobbiamo parlamentare, è un’usanza che risale addirittura al tempo delle Crociate!

Amedeo : Esistevano già i fannulloni?

Gerardo : Figurati! I fannulloni sono apparsi con Adamo che, per non aver fatto lo sforzo di cogliere una mela da solo, ha gettato il genere umano in un vero pasticcio!

(I cori dall’esterno si manifestano di nuovo : “Vampiro assetato! Vampiro assetato!).

Amedeo : (Ribattendo prontamente). Avete mai visto un vampiro con una dentiera come la mia?

Gerardo : Lascia perdere, non li provocare di più. Vado a cercare la loro delegazione (Esce e ritorna poco tempo dopo, affiancato da Ferdinando e Modesto). È con questi due signori che dobbiamo trovare un accordo amichevole...

Modesto : Amichevole se voi vi dimostretete amici.

Amedeo : Come si spiega che oggi non sei nella biblioteca?

Modesto : Ogni cosa a suo tempo. Un uomo dabbene dedica sempre cinque minuti allo spirito e cinque ore al suo corpo!

Amedeo : E quanto tempo rimane per il lavoro?

Modesto : Il lavoro diventa interessante soltanto se il denaro diventa abbondante!

Ferdinando : E frequente...

Gerardo : Finiamola con questa mascherata! Quali condizioni concrete vorreste realizzare nella nostra azienda?

Modesto : Innanzitutto, degli orari meno massacranti! Su questo punto, noi proponiamo di lavorare unicamente il mattino come gli impiegati comunali. Secondo, una pausa di lavoro per i più estenuati. E naturalmente, come segno d’amore, un notevole aumento dei salari!

Gerardo : Tutto questo mi sembra ragionevole. Non vedo proprio perché non si possa realizzare...

Modesto : Attenzione! Queste sono soltanto le richieste di base. Ora vi esporro i particolari in tutta la loro ampiezza.

Ferdinando : Sicuro, zozzona!

Amedeo : Ah! Perché ci sono anche i particolari?

Modesto : Un albero ha sempre dei rami, come una testa ha sempre i suoi capelli!

Amedeo : Nella tua si direbbe che ci sono soltanto quelli!

Gerardo : Restiamo calmi. Soprattutto restiamo calmi. E quali sarebbero questi famosi particolari?

Modesto : Tre mazzi di carte per la briscola e il tressette. Il diritto di fare le parole crociate per non cadere nell’alienazione del lavoro in serie. E ultimo, ma non per questo meno importante, due sdraie con ombrellone!

Amedeo : È sicuro che non volete anche un po’ di crema solare?

Modesto : Di quale crema solare parla?

Amedeo : Visto che volete trasformare il laboratorio in una spiaggia, avrete bisogno anche di un po’ di crema per abbronzare!

Modesto : Questo lo decideremo da soli.

Ferdinando : Ci sarebbe un’ultimissima condizione...

Amedeo : (Rivolto a Gerardo). Ancora? (Rivolto a Gerardo). Questi vogliono prenderci in giro!

Gerardo : Calmati, Amedeo. Lasciamoli parlare. Fino ad ora quel che chiedono non mi sembra proprio eccessivo!

Ferdinando: Zozzona, questi sì che è un bel parlare! La nostra ultima condizione, della più grande importanza, consiste nell’ottenere un frigorifero riempito per i morti di fame!

Amedeo : Ma non siate ridicoli, tutto questo è impossibile!

Gerardo : In teoria, caro Amedeo. In teoria sembrerebbe veramente impossibile. Ma, essendo noi un’azienda futuristica, le richieste dei nostri protetti non mi sembrano eccessivamente eccessive!

Amedeo : Ma così trasformiamo la fabbrica in un camping!!!

Gerardo : Non aggrapparti ai pregiudizi, Amedeo. Vale più un operaio che lavora cinque minuti attento e concentrato di un altro che sgobba le sue otto ore con la testa totalmente annebbiata dalla fatica!

Amedeo : Non capisco...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Concediamo ai nostri collaboratori la possibilità di sentirsi in un ambiente familiare. A imporre una certa rigidità, faremo sempre in tempo! A bastonarli, se occorre, faremo sempre in tempo!

Amedeo : Sì, ma intanto sono loro che ci bastonano!

Gerardo : Apparentemente. Solo apparentemente. Da questa intesa solida e fraterna, ne sono più che sicuro, ne uscirà una collaborazione d’acciaio!

Modesto : Ecco qui un parlare corretto. Allora, d’accordo? Non ci saranno malintesi?

Gerardo : Nessun malinteso. Da domani avrete l’integralità di tutto ciò che avete legittimamente richiesto!

Modesto : Dunque possiamo lasciare questi negoziati costruttivi?

Gerardo : Certo, io ed il mio socio resteremo fedeli alla parola data.

Amedeo : Ma questi non vogliono soltanto la parola...Ma questi non s’accontentano soltanto della parola...

Gerardo : Ci rifaremo aumentando la produzione grazie al loro senso della responsabilità!

(Modesto e Ferdinando escono con grandi balzi di allegria).

Amedeo : Come, già se ne vanno?

Gerardo : È la regola. O almeno è nelle usanze : uno sciopero è seguito da un giorno di vacanza!

Amedeo : Quante teste bizzarre...Gerardo, sei sicuro di aver ben scelto il nostro personale?

Gerardo : Senza il minimo dubbio. Di uomini così ce ne vorrebbero una manciata anche al governo! Avresti preferito forse degli smidollati che arrivano sempre puntuali e che si buttano sul lavoro senza alzare mai la testa fino alla chiusura. E che, inoltre, avrebbero la faccia tosta di voler fare anche gli straordinari? Oggi il dinamismo s’impone, la creatività, il languore, il genio. Insomma, il lavoratore deve essere un vero artista!

Tavolozza : (Entrato nel frattempo con un quadro astratto sotto l’ascella). E io lo sono, signori! Sono venuto personalmente a consegnarvi il capolavoro che voi desideravate. Ve ne prego, niente lodi! Conosco il mio valore...ammirare in silenzio è il modo migliore per assaporare questo prodigio!

Amedeo : (Prende il quadro tra le mani, però non riesce a trovargli una posizione soddisfacente). Uhm...Uhm...(Poi, dopo averlo girato e rigirato, guarda verso Gerardo con un’espressione dubitativa).

Gerardo : (Prendendo a sua volta il quadro tra le mani). Vediamo unpo’...Questa posizione non mi convince, e nemmeno quest’altra. Ho trovato, è così che bisogna apprezzarlo! Non è vero, signor pittore?

Tavolozza : Neanche per sogno!

Gerardo : (Capovolgendo il quadro). Sono veramente sbadato oggi! Ma certo, eccola qui la sua vera posizione. Visto da questo angolo, è proprio commovente...

Tavolozza : Ma no, ma no! Voi mi deludete, signori. Consegnatemi la mia creatura affinché io possa mostrarvi il suo orientamento ideale!

Amedeo : È sicuro di non essersi sbagliato di quadro?

Tavolozza : Che cosa ve lo fa pensare?

Amedeo : Noi siamo le persone che avrebbero voluto il ritratto di mio padre benamato...

Tavolozza : Ma è proprio di lui che si tratta!

Amedeo : Per quanto lo guardi, io non vedo niente...

Tavolozza : Oh! Cecità galoppante! Guardate qui che pupille espressive! Osservate soprattutto la finezza delle mani. Per non parlare poi della sua fierezza nella radiosità cromatica! Sono addirittura riuscito, non senza pericolose difficoltà, a far sparire perfino le tracce del vaiolo!

Amedeo : Lei scuserà la mia incompetenza, ma io continuo a non distinguere un solo millimetro di pelle! E tu, Gerardo, ci vedi qualcosa?

Gerardo : Ma sì, ma sì...Tutto è evidente, impeccabilmente evidente. Guarda questo baffo, si direbbe che vibra tanto l’immagine è sbalorditiva!

Tavolozza : Mi dispiace, signore, ma nel quadro ho preferito non mettere i baffi per delle ragioni di simmetria!

Gerardo : Allora, niente baffi...

Tavolozza : Niente baffi! (Estrae dalla sua tasca la fotografia del padre di Amedeo e la fa volteggiare più volte davanti agli occhi imbambolati ora dell’uno ed ora dell’altro). Vi rendete conto della perfetta rassomiglianza trasfigurata? È una cascata di colori che pulsa, che respira, che si agita. Nella sua pienezza, ecco il mistero dell’arte!

Amedeo : Su questo mi trova d’accordo. Per essere un mistero, è proprio un grande mistero!

Tavolozza : Non mi meraviglia che lei ne sia sconvolto. In effetti, è uno dei miei lavori meglio riuscito!

Amedeo : Lei permette, vero? (Gli strappa il quadro dalle mani). Lei può indicarmi con il dito dove si trova la scarpa che lei ha piazzato tra le mani di mio padre?

Tavolozza : Questo è il colmo! Guardi come è netta la scarpa e come essa emerge irresistibilmente. Si direbbe una scarpa viva che ha voglia di camminare!

Gerardo : Sono d’accordo con l’artista. Che realismo stupefacente. Guarda, Amedeo. Si direbbe proprio che essa voglia camminare!

Amedeo : (Avvicinando il suo viso al quadro). Voi avete una grande fortuna a vederla camminare! Mentre io scorgo soltanto dei triangoli sbafati...

Tavolozza : Mi scusi, signore. Non vorrei offendervi...Nella sua professione, lei è sicuramente un aquila. Ma, artisticamente, lei sfiora la nullità. Il suo socio invece dispone d’un occhio penetrante e sensibile!

Gerardo (Inorgoglito). Deve scusarlo, signor pittore. Ma questa mattina abbiamo avuto qualche contrarietà con il nostro personale in sciopero. Probabilmente ne è ancora scosso...

Tavolozza : Oh! Come vi capisco! La manodopera si fa sempre più avida. Tuttavia spero che le vostre finanze non siano crollate...

Gerardo : Neanche a pensarci! Anzi, io credo che alla lunga esse risulteranno rinforzate!

Amedeo : Dopo questi continui salassi, non vedo proprio come...

Tavolozza : Ripeta, prego?

Gerardo : Non ci faccia attenzione. Il mio socio è uno di quei pessimisti che più si arricchiscono e più diventano pessimisti!

Tavolozza : (Riprendendo il quadro tra le sue mani). Credetemi in tutta sincerità, con questo quadro appeso lassù voi avrete una vetrina mondiale!

Gerardo : Ne sono convinto.

Tavolozza : Allora, che ne direste se passassimo a tavola?

Amedeo : Lei mi ha tolto l’appetito!

Tavolozza : Mio caro signore, io per tavola intendo la tavola degli affari. La mia sensibilità di artista ha orrore di dover raccogliere un cartoccio di biglietti. Ma il tempo stringe...E sicuramente una folla enorme mi aspetta già davanti al mio studio. (Poi, scuotendo la testa con un’aria sconsolata). Che volete farci, sto pagando il riscatto della mia popolarità!

Amedeo : Dunque, lei non abbandona mai il suo cavalletto... Neanche per andare al bagno?

Tavolozza: È uno dei drammi che devasta la mia concentrazione. Sfortunatamente, per questo non esiste privilegio artistico. Quando mi scappa, devo correre come tutti!

Gerardo : È così la vita degli artisti. L’immortalità si paga anche sacrificando i pasti!

Tavolozza : Sacrificandoli, sì. Ma non saltandoli!

Gerardo : Capisco...La sua allusione è di una finezza straordinaria. Provvederemo subito. Amedeo, occupati di consegnargli la sua giusta ricompensa!

Amedeo : Giusta per lui...

Tavolozza : E ancor di più per voi!

Amedeo : Devo farlo subito?

Gerardo : Ma sì; ma sì. Non hai dunque sentito che una folla immensa aspetta il nostro bravo pittore?

Amedeo : (Dopo molte esitazioni e tremiti, egli firma l’assegno). Ecco qui, un bel pezzo del mio cuore che se ne va...

Tavolozza : Ma questa volta verso un’eccellente destinazione.(Dopo aver esaminato l’assegno). La cifra è esatta. È una fortuna che non abbiate aggiunto un regalo, una mancia qualsiasi...Sarebbe stato mortificante per me!

Amedeo : Anche per me...

Tavolozza : (Rivolto al pubblico). Che tirchio! (Poi, tornando sui propri passi). Siete sicuri di non aver bisogno di un’altra tela cesellata dal mio talento?

Amedeo : No,no! Abbiamo finito con le cesellature!

Gerardo : Per il momento è tutto. Più tardi vedremo...

Tavolozza : Vi consiglierei di approfittare. Domani, e questo lo sapete già, più aumenta il prestigio e più dovrò gonfiare i prezzi!

Amedeo (Rivolto al pubblico). In quanto a gonfiare, questo qui me li ha gonfiati ben bene!

Tavolozza : Francamente un altro dei miei quadri ce lo vedrei molto bene appeso alle vostre ricche pareti. Che ne so... La Dea dell’Abbondanza, per esempio. Oppure Omero, il più celebre dei mendicanti!

Amedeo : Di mendicanti, qui dentro, ne abbiamo fin troppi!

Gerardo : Non sono insensibile alle vostre proposte, ma per il momento possiamo restare così.

Tavolozza : Peggio per voi. Ogni cosa lasciata è persa! (Esce).

Gerardo : Abbiamo appena concluso un affare d’oro!

Amedeo : Di latta, vorrai dire...

Gerardo : Perché continui a vivere nel disfattismo? Ci occorreva un quadro di valore. Ebbene, ora ce l’abbiamo! Un quadro simile, secondo me, svolge esattamente il lavoro di cinque operai e di tre impiegati!

Amedeo : Strampalato com’è, mi meraviglierebbe...

Gerardo : Ma sì, ma sì. Finalmente possiamo vantare un passato conveniente e prestigioso. Questo quadro vale più di mille diplomi!

Amedeo : (Con un’espressione scettica, egli osserva il quadro da vicino). Povero papà, come ti hanno conciato! Con tutte queste linee e questi triangoli si direbbe che ti hanno tagliato come un cocomero!

Gerardo : Suvvia! Ora possiamo andare verso una bisboccia più che meritata! La mattinata è stata ricolma di emozioni, ma, riconosciamolo, soddisfacente e ricca!

Amedeo : Ricca, un po’ meno...

Gerardo : La ricchezza è come il grano, più si sparge e più si raccoglie. Anche i contadini lo sanno a memoria!

SCENA SETTIMA

Gerardo : (Entrando con un grafico della produzione sotto il braccio, lo depone subito sulla sua scrivania. Si frega le mani allegramente e poi appende il grafico alla parete. Estrae un pennarello dalla tasca, con l’aiuto del quale egli traccia una netta linea discendente). Ecco, ora siamo provvisoriamente in piena scivolata, nel bel mezzo di una tempesta. Ma lo sviluppo non tarderà molto a manifestarsi!

Amedeo : (Entra con la testa bassa e l’andatura strascicante) Ciao, Gerardo...

Gerardo : Ah! Finalmente sei qui! Perbacco! Che faccia patibolare! Si direbbe che torni da un funerale!

Amedeo : Il fatto è che la notte non riesco più a dormire come prima...

Gerardo : Dovresti consultare un buon pediatra, ti risolverebbe subito da questa depressione ingiustificata. Bisogna aver fiducia nella medicina. D’altronde è la sola scienza che permette ai malati di morire guariti!

Amedeo : Tuttavia non capisco, fisicamente mi sento bene...

Gerardo : E allora, qual è il problema?

Amedeo : (Puntando l’indice sulla sua tempia). È qui ... È qui dentro che tutto bolle!

Gerardo : Bolle cosa? No, vuoi scherzare con i tuoi bollori? Chi può vantare di possedere una ditta prospera come la nostra? Guarda alla parete, osserva il grafico dei profitti.

Amedeo : (Scrutando la parete, egli porta il palmo delle mani alle tempie). Oh! No! Non mi dire che quell’imbianchino ci ha ancora rifilato un altro scarabocchio?

Gerardo : Ma no, ma no! Sono io che l’ho concepito scrupolosamente. Osservalo senza pregiudizi e capirai meglio che non abbiamo nulla da temere!

Amedeo : Ho già visto questo coso da qualche parte...

Gerardo : È naturale, tutte le grandi ditte ne possiedono uno. Permette di sorvegliare la temperatura di una sana gestione commerciale!

Amedeo : Temperatura...Sana...Ci sono!

Gerardo : Dove?

Amedeo : Questi cosi li ho visti appesi ai letti dell’ospedale!

Gerardo : A volte sei davvero sciocco! Si tratta di tutt’altro grafico! Benché il principio mi sembri lo stesso...

Amedeo : Vedi! Dunque, che lo avevo ben visto negli ospedali? E per di più, tu affermi che non c’è nulla da temere!

Gerardo : Tu stai delirando, amico mio!

Amedeo : Di’ pure che sono all’agonia...

Gerardo : Ma no! Ma no! Talvolta mi esasperi con i tuoi lamenti! Quel grafico lì rappresenta la sentinella infallibile della prestigiosa ditta Luxor!

Amedeo : Io non ci capisco niente...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Avvicinati, così posso spiegarti in due parole. Guarda bene questa linea che ho tracciato con mano ferma. Quando questa linea scende, vuol dire che la nostra azienda soffre. Se invece sale, è evidente che noi godiamo!

Amedeo : Porca vacca! Allora è vero... che disastro!

Gerardo : Spiegati meglio. Di che cosa stai parlando?

Amedeo : Ma della nostra azienda, no? Non vedi come soffre? (Egli pronuncia le ultime sillabe con voce piagnucolosa).

Gerardo : Ma non soffre affatto. Lo vedi bene, al contrario, che essa gode enormemente!

Amedeo : Porca vacca! Ed io ti ripeto che soffre!

Gerardo : Come fartelo capire? Sì, noi constatiamo effettivamente una brutta linea che scende. Da questo punto di vista, nessun dubbio. Ma in questo punto, essa cessa di scendere!

Amedeo : Per forza, non c’è più spazio verso il basso!

Gerardo : Ciò non è che un particolare. Per prendere il suo slancio, deve indietreggiare! Anche i rinoceronti lo sanno! Se tu guardi attentamente sulla destra, tu ci vedrai un enorme spazio per la linea che sale!

Amedeo : Un enorme spazio sì, ma vuoto!

Gerardo : Assolutamente no! Se tu continui a guardare verso il grafico, la linea che sale non la vedrai mai!

Amedeo : Ma insomma, devo o non devo guardarlo?

Gerardo : Sì e no. Poiché la linea che sale si trova più nella testa che sul grafico. È una questione di fede!

Amedeo : Può darsi che tu abbia ragione. Ma io, francamente, vedo soltanto la linea della sofferenza!

Gigliola : (Dopo un’apparizione frizzante). Buongiorno a tutti. Ho il cuore completamente intenerito al pensiero che la primavera sia così vicina! Ascoltate, camminando lungo il parco, ho creduto di vedere un tappeto di fiori. Quando mi sono avvicinata i fiori non c’erano più, ma il loro profumo stava ancora lì!

Amedeo : (Dopo esserci seduto pesantemente sulla poltrona). Ecco che ricominciamo gli indovinelli! Insomma, questi fiori c’erano o no?

Gigliola : Posso sbagliare, ma a me è sembrato di vederli. Spesso la visione degli oggetti è sentita interiormente, totalmente intrecciata alla nostra sensibilità.

Amedeo : Ad ascoltarla, anch’io divento intrecciato!

Gigliola : L’immaginazione cancella sempre la squallida realtà. Ecco, osservate quel grafico per esempio. C’è una linea che va verso il basso, è evidente a tutti. Ebbene, nessuno ci impedisce di vederne un’altra che sale!

Amedeo : (Balzando in piedi). Perché, lei vede una linea che sale?

Gigliola : Perfettamente. Ce n’è una lunghissima che sale, sale, sale per liberarsi verso l’infinito...

Amedeo : Porca vacca! Allora sono rimasto il solo a vedere soltanto la linea della sofferenza...

Fabrizio : (Entrando in quel momento). Ciao a tutti, anche ai miei torturatori! Zan-zan, ben-ben, ding-ding, oh-yé!

Gerardo : Invece di fare tutto questo baccano, va’ piuttosto a cercare i giornali del mattino. E fai bene attenzione a non comprare di nuovo le porcherie!

Fabrizio : Corro subito, mio amato padrone. Le mie rotule sono sempre al suo servizio! Zan-zan, beng-beng, ding-ding, oh-yé! (Esce, alternando convulsioni e piroette).

Amedeo : Ah! Stavo quasi per dimenticare. C’è un’ordinazione da Parigi. Ci richiedono duecento paia di scarpe a punta arrotondata.

Gerardo : Addirittura da Parigi! Bravo. È un bel trofeo. Ma chi te l’ha detto?

Amedeo : Ecco qui (Estrae una lettera dalla tasca). Tutto è scritto qui dentro...

Gerardo : Presto, fammela vedere. È già stata tradotta dall’interprete?

Amedeo : Figurati! Se aspettiamo quello...No, no. È un falegname vicino a casa mia che ha lavorato qualche anno in Francia! Dice che la lettera è stata scritta da un analfabeta o quasi, poiché è piena di errori grossolani!

Gerardo : Queste sono sciocchezze. A noi che ce ne importa se i nostri clienti dispongono di un vocabolario limitato, dal momento che dispongono di un’abbondante tesoreria?

Amedeo : Bah!

Fabrizio : (Che è ritornato senza giornali). Essa non cede, essa non abbocca! All’amo!

Gerardo : Non sapevo che oggi c’era lo sciopero dei giornali...

Fabrizio : Non si tratta dello sciopero dei giornali, bensì dello sciopero del credito!

Amedeo : Ah! Perché adesso anche il credito si mette a scioperare?

Gerardo : Vuoi essere un po’ più chiaro?

Fabrizio : I giornali sono usciti. Questo è certo. Il fatto è che la giornalaia non se ne fida più di noi!

Gerardo : È brava la strega! Come si permette? Una ditta rispettabile come la nostra...Hai capito, Amedeo? Essa ha la faccia tosta di prenderci per degli squattrinati!

Amedeo : Non ancora. Ma se continuiamo così... (In quel momento preciso entra tutto eccitato).

Operaio : Venite. Presto, venite! Stanno facendo a pugni a causa delle sedie a sdraio!

(Gerardo e Amedeo si precipitano immediatamente fuori. Si odono delle grida e dei rumori fragorosi. Dopo pochi minuti, entrambi ritornano sulla scena).

Gerardo : Sono veramente dei ribelli, degli anarchici. Questa è la ricompensa per aver accondisceso a tutti i loro desideri!

Amedeo : Credi veramente che le altre ditte fanno mettere delle sdraie nei loro laboratori?

Gerardo : Ci sono differenti psicologie. Noi applichiamo i nostri metodi! Benché tanta flessibilità dovrebbe dare risultati ben diversi...

Amedeo : Speriamo che non abbiano rotto niente d’importante!

Gerardo : Ah! In questo caso, saremo severissimi. Non si scherza più : chi rompe paga!

Amedeo : E se non possono pagare?

Gerardo : Li scaraventiamo sul marciapiede!

Amedeo : E noi finiremo insieme a loro...

Gerardo : Neanche per sogno! Loro sono dei miserabili, degli scrocconi! Ma noi no...Noi siamo ricchi!

Amedeo : Lo eravamo, Gerardo. Lo eravamo...

Modesto : (Entrando con molti libri). Uff! Sono sfinito. Cari miei, avete ragione di restare nell’ignoranza. Se sapeste com’è pesante la scienza!

Amedeo : (Con aria imbronciata e la voce dura). Vi faccio notare che sono già le dieci e mezzo!

Modesto : (Dopo aver adocchiato il suo orologio da polso). Il vostro orologio è sfasato, signore. Sono esattamente le dieci e trentatre!

Amedeo : Di bene in meglio! E naturalmente, lei non ha timbrato il cartellino!

Modesto : Ho orrore dei timbri.

Amedeo : Come del lavoro!

Gerardo : Lei è sempre immerso nelle sue ricerche, non è vero?

Modesto : È l’unica scorciatoia per ottenere una sicura espansione economica.

Gerardo : Ne sono convinto. E come procede la traduzione della lettera tedesca?

Modesto : A meraviglia. Però...

Gerardo : Che c’è ancora?

Modesto : Ecco, avrei bisogno di un vocabolario più aggiornato. L’edizione dell’anno scorso è totalmente superata. Le sue pagine puzzano già di muffa!

Amedeo : Sfido io! Probabilmente non l’hai mai aperto...

Modesto Questa è una provocazione che non riesce a provocarmi! Un vocabolario potrebbe anche resistere all’usura delle stagioni, se non ci fossero i neologismi a imputridirlo. I neologismi in un vocabolario fanno più danni delle cavallette in un campo di grano!

Gerardo : È quel che si dice...Vedremo di provvedervi il più presto possibile.

Modesto : Se lei permette, vorrei incaricarmene personalmente dell’acquisto. Non è per sottovalutarvi, ma io sono veramente il solo a poter compiere una missione tanto delicata.

Gerardo : Un diritto legittimo.

Amedeo : Può anche essere un dirittimo, ma non mi sembra proprio tanto legittimo...

Modesto : Legittimo o illegittimo, l’importante è che mi passiate il denaro per acquistarlo!

Amedeo : (Con voce irritata). Oh, oh, oh! Passare, passare...Non l’ho mica trovato sotto i cavoli il mio denaro! E dopo questa necessaria precisazione, si sieda e arrivi prima il mattino!

Modesto : Ah! A questo punto do le dimissioni per davvero!

Gerardo : Calmati, Amedeo. Non comportarti come un tiranno! Ci vuole più elasticità, più morbidezza...

Fabrizio : Zan-zan, den-den, za-bum, za-bum, ré-ré! Finalmente ho trovato! Mi mancava questo “ré-ré per completare il ritmo!

Gigliola : Bel ritmo. Si direbbe tutto un servizio di piatti che va in frantumi!

Fabrizio : Godi, capretta. Prima o dopo ti porterò in discoteca!

Gigliola : Con un cafone come te non andrei neanche a Lourdes!

Modesto : Allora, questo denaro per il vocabolario, me lo date o no?

Amedeo : No!!!

Gerardo : Diciamo sì, ma un po’ più tardi...

Modesto : È il colmo! Soprattutto se si pensa a tutto il denaro sprecato qui dentro...Come si può, per esempio, comprare uno scarabocchio come quel quadro?

Amedeo : Non le permetto di parlare così di mio padre!

Modesto : Ignoravo che l’autore di un simile orrore poteva essere un suo parente.

Amedeo : No, mio padre è quello dentro, quello che salta agli occhi!

Modesto : Vuole scherzare? Non ho toccato una sola goccia di alcol questa mattina. Tale pittura è una maionese senza nessun significato!

Fabrizio : È vero.

Gigliola : Direi anche peggio di una maionese!

Modesto : Vostro padre lì dentro? È come se si confondesse la Torre di Pisa con uno stuzzicadenti!

Amedeo : Allora lei non vede nemmeno la scarpa tra le sue mani?

Gigliola : Vedo soltanto una grande ragnatela.

Fabrizio : Tanto brutta da far paura perfino al ragno.

Modesto : Una scarpa? Ma neanche una ciabatta!

Amedeo : (Avvicinandosi al grafico). E qui, allora. La vedete qui una linea che sale? La vedete per davvero?

Fabrizio : Ah! Su questo non ci sono dubbi!

Gigliola : È tanto grande e lunga che si direbbe un missile.

Modesto : Un missile forse no, ma un razzo certamente!

Gerardo : (Con esultanza). Lo vedi? Tu sei il solo a non guardare le cose in faccia! Hai bisogno di riposo, Amedeo. Sei troppo nervoso...

Amedeo : Magari soltanto nervoso! Sono all’agonia...

Fabrizio : L’importante è che ci paghiate prima di morire!

Modesto Mi sembra sensato.

Gigliola : Quando sarete morto, io porterò tanti crisantemi sulla sua tomba.

Amedeo :E paffete! La straga m’ha già sotterrato!

Gerardo : Mi sembra di capire che per oggi abbiamo lavorato sufficentemente. Possiamo andarcene tutti verso un riposo più che meritato!

Modesto : Approvo. Oh! Come lei sa parlare bene alle folle!

Fabrizio : Alle folle ed ai folletti!

Gigliola : Quale generosità! È proprio vero, si può essere nobili anche fabbricando le scarpe!

Amedeo : E i debiti!

SCENA OTTAVA

Amedeo (Entra con un passo lento e faticoso. Il suo aspetto è sempre più trasandato. Dopo aver appeso il berretto sull’appiccapanni, egli si piazza davanti al grafico) Dove sarà questa benedetta linea che sale? La linea che gode...(Esamina attentamente il grafico, palpandolo ed anche sollevandone i bordi, come per scoprire un segreto che gli fugge).

Ferdinando : (Si presenta con l’aria abituale dello sciacallo, senza farsi notare da Amedeo che gli gira le spalle. Quindi si avvicina ad Amedeo sulla punta dei piedi e ne imita gli stessi gesti aerei).

Amedeo : (Ad un certo momento, sentendo toccare la sua schiena, si gira di scatto). Ohhh! Che vuoi? (Poi, calmandosi). Hai degli strani modi per avvicinare la gente!

Ferdinando : Zozzona! Non sono mica un mostro?!

Amedeo : Qualche volta sì...Dimmi. Ma prima di tutto, guarda attentamente. Tu vedi una linea che che gode?

Ferdinando : Zozzona! Non afferro bene quel che volete dirmi...

Amedeo : Aspetta, ti spiego meglio. Là, su questo grafico, sei certo di vederci una linea che sale?

Ferdinando : Sicuro!

Amedeo : No! Non quella che scende, bensì quella che sale...

Ferdinando : Proprio così, vedo soltanto quella!

Amedeo : È la prova che sono veramente malato! (Gemendo). Ci siamo, sono diventato pazzo...Povero me! A che cosa potrebbe servire tutto il mio denaro dal momento che mi fa soffrire?

Ferdinando : Zozzona! Datelo a me! Io vado matto per questo tipo di sofferenza!

Amedeo : Che cosa dici?

Ferdinando : Se è il denaro che ti fa soffrire, io prendo tutto : sia la sofferenza che il denaro!

Amedeo : Eh! No, carino. Io questa sofferenza me la tengo, se non ti fa schifo!

Ferdinando : (Con voce piagnucolosa). Era soltanto per avere la possibilità di mangiare qualcosa...

Amedeo : Nel frigorifero che ho messo a vostra disposizione, c’è di che sfamare un reggimento!

Ferdinando : Avevamo un po’ di cibo, ma adesso....

Amedeo : Cosa?! Avete già saccheggiato tutto? Non resta più niente?

Ferdinando : Neanche una cotica! Ho appena inghiottito l’ultimo cubetto di ghiaccio!

Amedeo : Fortuna che fabbricchiamo scarpe e non salami. Senno, con delle fauci come le vostre... (Ferdinando esce. Poco dopo fanno la loro apparizione Modesto, Gigliola e Fabrizio).

Gigliola : Buongiorno, signor Amedeo.

Fabrizio : Ngiorno.

Modesto : Ave

Amedeo : Buongiorno, ragazzi. (Dopo aver consultato il suo orologio). Come si spiega che oggi avete soltanto un quarto d’ora di ritardo?

Gigliola : Ho sofferto d’insonnia.

Fabrizio : Anch’io.

Modesto : Idem.

Amedeo : Ah! Ti pareva...

Gerardo : (Entrando). L’aria è frizzante e la giornata si annuncia fruttuosa. Buongiorno a tutti. Sento che avremo delle novità molto interessanti. Sii più allegro, Amedeo. Non dimenticare, sorriso e fiducia! (Il telefono squilla in quel momento).

Amedeo : Pronto! (Ritira subito la sua orecchia dalla cornetta). Che cosa avrà da urlare tanto questa donna? Si direbbe una sega elettrica....Sì, la ascolto. Chi? Brifazio...Qui non c’è nessun Brifazio. Si è sbagliata di numero...

Fabrizio : (Alzandosi pigramente). Nonnino, sono io Brifazio!

Amedeo : Ma fino a ieri non eri Fabrizio?

Fabrizio : Evidentemente. Tuttavia, per il mio tesoruccio, resto sempre il suo amato Brifazio!

Modesto : Che in gaelico si diceva bifaccia. Cioè, portatore di due teste!

Amedeo : Sarà... ma io non ne vedo nessuna, né su di te né su di lui!

Fabrizio : (Afferrando il telefono, egli si siede scompostamente sulla scrivania d’Amedeo). Salve, Francesca. Hai bombardato come un nucleare ieri sera! Zan-zan, bum-bum, zan-zan, oh-yé! Come? No, non era un barbagianni che ti ha risposto, ma il mio caro principale. È un po’ arrugginito, però tutto sommato c’è di peggio. (Dà una manata sulle spalle di Amedeo che vacilla). Andrea era completamente ubriaco e Paolina ha perso una scarpa nella piscina. Che serata! Più mattacchioni di noi è impossibile trovarne (Allunga uno schiaffetto amichevole sulla testa di Amedeo).

Amedeo : (Molto contrariato). Oh oh oh! Non puoi tenere le tue mani nelle tasche?

Fabrizio : (Ignorando il rabbuffo). Non ti preoccupare. Il nonnino si è impermalito perché gli ho carezzato la zucca. Zan-zan, bum-bum, oh-yé! Ciao, mignottina! Ci vediamo questa sera ( riappende il telefono).

Amedeo : Avete sentito che maniere? La chiama mignottina!

Fabrizio : E allora! Dov’è lo scandalo? Ah! Se sapeste come la chiamano gli altri del gruppo!

Modesto : Mignottina deriva dal latino “minoritas”, che, a sua volta, deriva dal berbero “minoritallah”. E per quanto cerchi, non ci vedo nulla d’indecente!

Gerardo : Formidabile! Ti rendi conto, Amedeo, del valore del nostro interprete?

Amedeo : Secondo me, è uno che suda solo con la lingua!

Modesto : Se lei avesse la centesima parte del mio sapere, lei avrebbe un cranio a forma di mongolfiera!

Amedeo : Se non ti fa schifo, preferisco il cranio che ho adesso!

Modesto : A ognuno le sue disgrazie...

(In quel momento preciso, una persona molto elegante fa la sua apparizione. Avanza con un’attitudine fiera e manierata. È Maria Assunta Falchi).

Maria Assunta : Io porto a questa laboriosa comunità un po’ di pace e molta prosperità. Sono la  segretaria del celebre Ospedale per Inguaribili. Sono venuta per portarvi un po’ della loro gioia di vivere. Ma anche il loro triste, disperato e drammatico bisogno d’aiuto.

Gerardo : Il suo volto mi dice qualcosa, mi ricorda forse di averla già vista...

Maria Assunta : Può darsi benissimo che mi abbiate visto alla televisione durante una trasmissione caritativa.

Gerardo : No, no! Credo proprio di averla vista altrove...

Maria Assunta : Probabilmente perché le anime nobili dispongono di una certa telepatia. E lei dev’essere di una sensibilità e di una generosità uniche...

Gerardo : Ah! Se è per questo sono e resto un buon cristiano!

Maria Assunta : Vede? Ne ero convinta. Se ho scelto la vostra azienda, è grazie a delle referenze proprio eccezionali. Un’azienda onesta, seria e in piena espansione.

Gerardo : Potete gridarlo dappertutto! I nostri collaboratori sono stati scelti con la lente d’ingrandimento. Il nostro interprete è pieno di medaglie e di diplomi. Il nostro contabile è sulle vette del calcolo. La nostra segretaria può battere una lettera commerciale perfino con la punta del naso. E poi, ecco il mio associato. Un uomo in cemento, dalla testa ai piedi. Un cittadino sempre pronto a dividere la sua fortuna con gli altri!

Amedeo : Adagio, adagio. Non così tanto!

Maria Assunta : Una famiglia molto seducente. Tuttavia non sarebbe bello che una tale famiglia, dall’alto della sua prosperità, sottovaluti la disperazione degli altri!

Gerardo (Estraendo qualche moneta dalla sua tasca). Sicuro. Voglio dare il buon esempio. Ecco la mia offerta personale!

Maria Assunta : Caro amico, non in questo modo! Questa non è della volgare mendicità. Si tratta di un’opera di soccorso che esige una certa dignità, una certa procedura...

Gerardo : Mi sembra giusto. Anch’io trovo sgradevole il passaggio di denaro da una mano all’altra!

Gigliola : Non dobbiamo far sprofondare l’elevazione!

Gerardo : Ecco! Potremmo offrirle una partita di scarpe!

Maria Assunta : Se questa proposta non provenisse da lei, ne sarei sinceramente indignata. Non diciamo eresie. Ce li vedete dei malati cronici, che passano tutta la loro vita accovacciati in un letto, utilizzare delle scarpe da passeggio? Tanto più che la maggior parte di loro non potrà più posare i piedi su un vero pavimento!

Gigliola : Oh! Le povere creature...

Gerardo : Ci consigli allora come possiamo renderci utili.

Maria Assunta : (Estraendo dalla sua sporta sdrucita qualche foglietto stropicciato). Ecco qui, tutto è estremamente semplice. Per appartenere alla categoria dei Meritanti, basta offrire 100 000 lire. Poi, Ufficiali 500 000 lire. Grandi Ufficiali un milione. Mi onoro di segnalarvi che, a partire da questa cifra, voi avrete diritto alle preghiere quotidiane dei malati. In seguito si può diventare Generali a un milione e mezzo e, per finire, Grandi Generali a due milioni di lire!

Amedeo : Porca vacca! È un ospedale o una caserma?

Maria Assunta : Prego?

Amedeo : È perché lì dentro non manca più che un maresciallo!

Maria Assunta : Un’idea eccellente. Nella prossima riunione vedremo di aggiungervi la tariffa che lei ha detto!

Gerardo : Lei non se l’aspettava vero, di trovare qui dentro della gente così sveglia e istruita!

Maria Assunta :Per essere sincera, devo confessare di no...Come potete constatare, da noi tutto è fatto con le dovute regole. Ecco perché il nostro istituto non accetta nessuna forma di mancia. Voi sapete, noi partiamo dal principio che non si diventa gentili soltanto dopo essere stati generosi!

Gigliola : Ci sono molti bambini nel vostro ospedale?

Maria Assunta : Enormemente. Più che in un asilo infantile!

Gigliola : Poveri passerotti...E, ci sono molti vecchi?

Maria Assunta : È pieno. E con delle rughe così profonde che sembrano dei ruscelli!

Gigliola : E le vedove...Ce ne sono di vedove?

Maria Assunta : Molto più che all’indomani della Seconda Guerra mondiale!

Gigliola : Ci sono anche...

Maria Assunta : (Interrompendola bruscamente). Nel nostro ospedale c’è di tutto. Grazie alla Provvidenza, abbiamo tutti i tipi di malattia. Abbiamo degli infermi che non potrete trovare da nessun’altra parte!

Amedeo : (Con un gemito). Questo mi consola un po’...

Fabrizio : (Improvvisamente). Zan-zan, dum,dum, pin-pin, oh-yé! Ecco che cosa potrebbe ridar loro un po’ d’allegria. È il ritmo che infiamma il sangue!

Amedeo : Taci, incoscente! Non è il momento di tirar fuori le tue stupidaggini!

Maria Assunta : Lui è giovane, pieno di vita. Si capisce...Ma loro, se penso alla loro sofferenza, la mia gola è bloccata da un catenaccio!

Gigliola : La mia pure...

Modesto : Idem.

Gerardo : Tutti noi siamo catenacciati!

Maria Assunta : E allora?

Gerardo : (Rivolto ad Amedeo) E allora?

Amedeo : Allora cosa?

Gerardo : Mio caro Amedeo, non hai ancora capito che questi infelici hanno bisogno d’aiuto, di molto aiuto?

Amedeo : E io che cosa posso farci?

Maria Assunta : È molto semplice, diventare il paladino dei sofferenti. Che essi possano ritrovare una parvenza di gioia. Suppongo che anche a lei le piace ridere, non è così?

Amedeo : In questi ultimi tempi non mi riesce troppo bene...

Maria Assunta : Ecco il momento di rifarsi! Scegliendo una tariffa di rango elevato, lei ritornerà a ridere come quando aveva tutti i denti!

Amedeo : Tuttavia ci dovrebbero essere anche altri mezzi...

Gerardo : Coraggio, Amedeo. Scegli una tariffa degna di noi!

Gigliola : Scelga, signor Amedeo. Noi divideremo il suo nobile slancio!

Amedeo : Sarei più contento se divideste le spese...

Maria Assunta : Una simile esitazione indurisce il nostro cuore. Non esiti più, scelga!

Amedeo : (Interrogando tutti con lo sguardo). Allora, devo proprio scegliere?

Gerardo : Vai! Siamo tutti dietro a te!

Amedeo : Vuole ripetermi le sue...tariffe? l’emozione, o forse la fifa, mi hanno fatto dimenticare tutto...

Maria Assunta : Nessun problema. Meritanti 100 000. questa possiamo escluderla, poiché mi rifiuto di credere che un industriale come lei possa abbassarsi al livello di un venditore di caldarroste!

Gerardo : E noi non ci abbasseremo. Sì, sì, escludiamola!

Maria Assunta : Allora, procediamo oltre. Ufficiale : 500 000. Questa non ve la consiglio, poiché non dà nessun diritto alle preghiere dei malati. La beneficienza riesce bene soltanto se si riceve qualcosa in cambio!

Gerardo : Mi sembra logico. Sì, sì, escludiamo anche questa!

Maria Assunta : Viene in seguito il Grande Ufficiale a un milione. Però devo precisare che questa tariffe, per il momento, non è più in vigore a causa del basso potere d’acquisto. Dunque, passiamo direttamente alla tariffa seguente!

Amedeo : Ma questa mi piace. La trovo giusta...tanto più che si ha diritto anche alle preghiere!

Gerardo : Amedeo, dal momento che l’abbassamento del potere d’acquisto l’ha cancellata, perché continui a intestardirti?

Gigliola : È vero, la cancellatura richiede l’oblio!

Modesto  : Non si scherza con l’abbassamento del potere di acquisto, che implica un terremoto persino a livello dei salvadanai!

Maria Assunta : È anche il parere di un grande economista tibetano. Quindi, siamo arrivati alla tariffa Generali : un milione e mezzo!

Amedeo : Questi generali mi fanno venire le vertigini. (Fa scorrere più volte il suo grande fazzoletto sulla fronte).

Maria Assunta : Che cosa c’è? Si sente male?

Amedeo : (Gemendo). Sufficientemente troppo...

Maria Assunta : Lei è fortunato, noi le riserveremo sempre un letto d’onore nel nostro ospedale!

Amedeo : No, no! Riservatelo per qualcuno della vostra famiglia...

Maria Assunta : Non anticipiamo i tempi. Allora, a che punto siamo?

Amedeo : Quasi alla bancarotta...

Gerardo : Non sia mai detto che la prestigiosa ditta Luxor sporca la sua fama a causa di qualche banconota. Come si chiama la tariffa più alta?

Maria Assunta : Si tratta del Grande Generale : soltanto due milioni, trascurabili come lo starnuto di un moscerino!

Gerardo : Ebbene, noi optiamo decisamente per quest’ultima tariffa, in modo da uscirne a fronte alta e la coscienza purificata!

Gigliola : Oh! Che frase ammaliatrice...

Amedeo : Aria! Fatemi un po’ d’aria!!!(Si siede pesantemente sulla poltrona).

Gerardo:(Facendogli vento con una giacca presa dall’appiccapanni). Coraggio, Amedeo. Ti stai comportando come un usuraio senza cuore né ghiandola pineale! Pensa per un istante a quella enorme concentrazione di malati!

Amedeo : (Sempre gemendo). Tu puoi dire quel che vuoi, io sono più malato di loro!

Gigliola : (Dopo essersi alzata per avvicinarsi alla scrivania di Amedeo). Coraggio! Il suo sarà uno di quei gesti nobili che salvano dal baratro i vecchi, i bambini e le vedove!

Amedeo : (Respingendo Gigliola con il gomito, che nel frattempo gli si era incollata addosso). Aria! Vi ho detto che ho bisogno di aria...

Maria Assunta : E allora?

Amedeo : Aria, aria...Allora cosa?

Maria Assunta : Chi pagherà la tariffa del Grande Generale?

Amedeo : L’esercito!

Gigliola : (Puntando il braccio teso su Amedeo). No, lui!

Modesto : (Il braccio teso) Lui!

Fabrizio : (Il braccio teso). Lui, lui, e ancora lui!

Gerardo : Su, Amedeo. Sbarazzati subito di questo dente cariato!

Amedeo : (posando una mano sul suo cuore). Ma io non soffro di denti, è qui che soffro...

Gigliola : Ciò dimostra che avete un cuore tenero.

Amedeo : Tenero mi va bene, ma non commestibile!

Gerardo : Commestibile o no, bisognerà decidersi!

Amedeo : (Estraendo con molta pena il suo libretto degli assegni e con un braccio tremante lo porge a Gerardo). Prendi, Gerardo. E cerca di scrivere senza aggiungerne troppe! Io non posso più muovermi...Lasciatemi un po’ d’aria, per favore...

Maria Assunta : Preferirei... O piuttosto la direzione dell’ospedale preferirebbe che l’assegno fosse intestato al portatore. Lei capirà, la discrezione non è mai troppo discreta in questi casi!

Gerardo : Non ci vedo nessuna difficoltà. Ecco qui il nostro benevolo contributo. Manca soltanto la tua firma, Amedeo!

Amedeo : (Curvandosi sull’assegno, la biro nella mano). È un po’ come se mi faceste firmare la mia condanna a morte...

Maria Assunta : (Impadronendosi velocemente dell’ assegno). Perfetto, questi due milioncini faranno la gioia di tutti!

Amedeo : Non certo la mia...

Maria Assunta : Vi auguro di nuovo molta pace e tanta prosperità. Non vi dimenticherò mai! (Esce rapidamente).

Gerardo : Dopo questo bel gesto, mi sento più leggero!

Amedeo : Io invece, molto più alleggerito...

Ferdinando : (Entrando tutto eccitato). Gerardo, Gerardo! Indovina un po’ chi ho appena incontrato nel cortile?

Gerardo : Non me ne importa niente.

Ferdinando : Io, invece, sono sicuro che ti interessa! Ho incontrato “La Faina”!!

Gerardo : Chi?

Gigliola : Oh! Una faina nel cortile. Una vera, con tutta la sua bella pelliccia?

Modesto : Mi sembra un evento banale, probabilmente sarà scappata da qualche giardino zoologico.

Ferdinando : Io, più che scappata, direi evasa. Mi chiedo proprio che cosa è venuta a fare qui dentro con quella sporta tutta sdrucita! Gerardo, ma non ti ricordi della “Faina”? ma sì, quell’imbrogliona che veniva a visitarci alla centrale!

Gigliola : Di quale centrale parlate?

Gerardo : Della centrale atomica. Oh! Sono dei vecchi ricordi, quando militavamo ancora a fianco degli ecologisti...

Ferdinando : Ecologisti, un cavolo! Quella ha dovuto sicuramente truffare qualcuno. Non è certo una canaglia che si sposta per niente!

Gerardo : Ecco perché l’ avevo vista da qualche parte...Quanto sono stupido! Se non avessi tutti questi doveri verso di voi, mi getterei dalla finestra del pianoterra!!!

Gigliola : Che coraggio! Che personaggio romantico!

Amedeo : La Faina, gli ecologisti, il pianoterra...Ma, insomma, di che cosa state parlando?

Gerardo : Di un ombrello che quando piove non s’apre mai!

Amedeo : Me ne frego dell’ombrello e dei vostri indovinelli bacati. Io ho bisogno d’aria...Di molta aria!

Gerardo : Capita a proposito. Anche noi! Dunque, cari collaboratori, la nostra mattinata termina qui. Visto che abbiamo tutti bisogno di aria, andiamo a cercarla là dove ce n’è in abbondanza!

SCENA NONA

Ferdinando : (Entra con la stessa aria circospetta e sorniona. Fruga in parecchi cassetti e, scoraggiato, si sfoga). È inutile cercar fortuna qui, in questa colonia di miserabili. Non c’è nemmeno di che soddisfare l’appetito di un microbo!

Gerardo : (Entrando). Sei di nuovo qui? Dovunque vada ti trovo sempre tra i piedi. Ti ho infilato qui dentro per carità, per misericordia...E tu, adesso, ti diverti a mettere lo scompiglio dappertutto. È proprio la gratitudine di un cretino!

Ferdinando : Eh! Piano, piano. Tu non mi puoi maltrattare sempre!

Gerardo : (Minacciosamente). Cosa?!?

Ferdinando : (Conciliante). Volevo dire che potresti essere un po’ più comprensivo con i tuoi compagni di corporazione...

Gerardo : Che cercano sempre di scocciarti le scatole!

Ferdinando : E “La Faina”, allora...Lei sì che ti ha scocciato le scatole!

Gerardo : Ah! Non rigirare il coltello nella piaga. Ma come ho fatto a non riconoscerla subito!

Ferdinando : Zozzona! Chissà quante buone pietanze starà sgraffignando in questo momento! Mentre io, io devo portare a passeggio i miei crampi di stomaco...E la giornata è appena cominciata! Mio piccolo Gerardo, non avresti un centone da passarmi?

Gerardo : Neanche per sogno!

Ferdinando : Tanto peggio per te, avrai uno scheletro di più sulla coscienza!

Gerardo : Ecco diecimila lire. È tutto! Così, invece di diventare uno scheletro, resterai un cretino! Adesso, smamma!!!

Ferdinando : (Dopo aver afferrato velocemente la banconota). Che micragna..Un riccone come te! Povero Ferdinando, non hai più amici. Ti strapazzano tutti come un orfanello..(Esce borbottando e subito entra Amedeo).

Gerardo : Ciao, Amedeo. Questa mattina ti vedo particolarmente brillante.

Amedeo : Dev’essere il miglioramento che precede la morte!

(In quel momento entrano Modesto, Gigliola e Fabrizio).

Amedeo : Benvenuti. Avete fatto una bella nanna? Sono appena le nove e mezzo!

Modesto : Felicitazioni. Oggi il suo orologio spacca il secondo.(Si avvicina ad Amedeo per stringergli la mano).

Amedeo : (Indietreggiando). Oh, oh, oh!!!Bisognerà far cessare tutte queste buffonate! (Si ode un vociferare acuto dall’esterno. È il commendatore Barilozzi che fa la sua apparizione. Il suo gesticolare denota uno stato d’animo assai bellicoso).

Barilozzi : Io vi anniento! Io vi faccio leccare tutto il pavimento! Io vi strappo i peli del mento con le tenaglie!!! Chi comanda qui dentro?

Gerardo : Io. E allora?

Amedeo : Io. E allora?

Barilozzi : Troppi io! Ci sarà pure una testa di sughero che conta più degli altri!

Gerardo : (Con un tono di sfida). Io sono quello che lei cerca. E allora?

Amedeo : (Con un tono di sfida ancor più accenutuato). È me che state cercando! E allora?

Barilozzi : Così siete in due a comandare...Meglio. Due teste di sughero che non riuscirebbero neanche a fare un tappo per la birra!

Gerardo : Come si permette?

Amedeo : Oh, oh, oh!!!chi vi ha permesso tanta familiarità?!

Barilozzi : Chi me lo permette? La familiarità? Ma io, ve lo giuro su ciò che ho di più caro, vi faccio affondare!

Modesto : Allarme, allarme! È arrivata il cacciatorpediniere!

Barilozzi : Lei è pregato di non fare lo spiritoso, piccolo impiegato di paccottiglia!

Modesto : Stia attento, o le sbatto davanti al naso tutti i miei diplomi!

Barilozzi : Di carta igienica, naturalmente!

Modesto : Eh! No! Sei diplomi veri e brillanti, mio caro lei!

Barilozzi : Come no?! E io ho un cane che scrive delle poesie!

Gigliola : Alessandrine o ermetiche?

Barilozzi : Cosa?

Gigliola : Il vostro cane scrive delle rime alessandrine o ermetiche?

Barilozzi : (Sempre più incollerito). Quante stupidità mi tocca ascoltare. Chiuda il suo becco e finiamola!

Gigliola : (Portando le mani alle labbra, essa comincia a gemere). Lo scostumato. Attribuire un becco, a me...Dica, Fabrizio. Ho veramente un becco?

Fabrizio : Probabilmente tu hai un becco...Ma allora, lui, sfoggia un bel deretano!

Barilozzi : (Sbirciando verso il suo fondoschiena). Un bel deretano, io?

Fabrizio : Zan-zan, bum-bum, deng-deng, oh-yé!

Barilozzi : (Con disgusto). Non avevo mai visto una simile confraternita di picchiatelli!

Gerardo : Ma insomma, lei chi è?

Amedeo : È vero, lei chi è?

Barilozzi : Sono il commendatore Barilozzi. Questo nome non vi dice niente? Questo nome non vi fa tremare?

Amedeo : Come no? Ho i pannolini tutti bagnati!

Gerardo : Ah! Sì...Adesso ci sono. Lei è il....gabonese!

Amedeo : Così bianco?

Barilozzi : (Minacciosamente). Ho fatto proprio l’affare del secolo a accordarvi tutta la mia fiducia!

Gerardo : La prego di scusarci! Il fatto è che prima di conoscerla noi non la conoscevamo...

Barilozzi : Io non scuso proprio niente!!! Barilozzi distrugge le cattive erbe! Barilozzi stermina coloro che osano impedirgli di avanzare!

Gerardo : Rinnovo tutte le mie scuse. Credevamo...Abbiate pietà...

Amedeo : Certo che ci scusiamo. Abbia un po’ di misericordia...

Barilozzi : Pietà! Misericordia! Voi non siete degli industriali, voi siete dei gesuiti!!!

Amedeo : (Rivolto a Gerardo). Ecco che ricomincia ad insultarci...

Gerardo : (Rivolto ad Amedeo). Sembra proprio di sì...

Barilozzi : Perché, osereste forse pretendere che io vi baci? Voi avete sabotato il mio ricchissimo commercio, e questo Barilozzi non lo dimenticherà mai!

Gerardo : Si spieghi meglio, noi siamo innocenti...

Amedeo : Io ho addirittura la fedina penale vergine!

Barilozzi : La Tartaruga è partita stamattina per il Gabon!

Amedeo : Porca vacca! Gli ci vorranno almeno vent’anni per arrivare!

Gerardo : Se non di più!

Barilozzi : Ma che cosa avete capito? Accidenti, che zucche vuote! “La Tartaruga” è una delle mie navi!

Amedeo : Allora, adesso tutto è chiaro...

Barilozzi : (Urlando). Non c’è niente di chiaro!!! Nella Tartaruga non c’erano le scarpe che io avevo ordinate!

Amedeo : Non avete ricevuto la nostra merce?

Barilozzi : Sicuro.

Gerardo : Forse non l’avete ricevuta in tempo?

Barilozzi : Sissignori! (Da irritato diventa francamente furioso). Ma, figuratevi, che c’è un piccolo inconveniente che non quadra : voi mi avete spedito quattrocento paia di scarpe sinistre! Che delle sinistre...Senza neppure l’ombra di una scarpa destra!!!

Gerardo : Che disgrazia! Che cantonata...

Amedeo : Dì piuttosto, che disastro!

Gerardo : Veramente c’erano soltanto le scarpe sinistre?

Barilozzi : Poiché ve lo affermo! Credete veramente che ho voglia di scherzare, banda di zucconi?!

Amedeo : Porca vacca! Che sfortuna...

Barilozzi : Sarebbe meglio dire, che incoscenza! Parliamoci chiaro, se fra una settimana non avrò recuperato il numero completo e conforme delle scarpe ordinate, vi farò chiudere questa baracca che rassomiglia ad un manicomio! (esce energicamente, gettando intorno a lui degli sguardi minacciosi).

Amedeo : (Passandosi il suo fazzolettone sulla fronte). Aria! Ho bisogno di aria...

Gerardo : Chi avrebbe mai pensato ad un errore tanto colossale poteva verificarsi nella nostra azienda dove tutto è perfettamente sincronizzato?

Amedeo : Fatemi aria, per favore. La crisi è là. Posso vederla, posso toccarla...

Gerardo Non è il momento di toccare niente! Abbiamo un problema. Un enorme problema, lo riconosco. Ma, come per tutti i problemi, c’è sempre una soluzione adeguata!

Fabrizio : Senza vantarmi, io un rimedio ce l’avrei...

Gerardo : Che aspetti a parlare?

Fabrizio : Dal momento che hanno ricevuto ottocento scarpe sinistre, gli spediamo ottocento scarpe destre ed il problema è risolto!

Amedeo : (Ritrovando una certa vivacità). E con le scarpe spediamo anche tua sorella!

Gigliola : Che cosa ci andrebbe a fare sua sorella con le scarpe, per lucidarle?

Amedeo : Oh, oh, oh!! Lo sapete che ottocento scarpe fanno la bellezza di quattrocentro paia?

Fabrizio : Ed è a me che venite a raccontarlo? Quando un contabile conta, dopo non c’è più niente da contare!

Amedeo : C’è, c’è! Eccome! Figurati che ottocento aggiunte ad altre ottocento fa mille e seicento. Cioè, ottocento paia di scarpe! Ora, si da il fatto che il commendatore Barilozzi ne paga soltanto quattrocento paia!

Fabrizio : Ah! Questo dettaglio mi era sfuggito...

Gerardo : Ora non abbiamo più tempo per insabbiarci in una contabilità eccessiva! Tutto sommato, io credo che il nostro collaboratore ha avuto un’idea brillante, un’ispirazione grandiosa!

Amedeo : Ma, così facendo, noi ci rimetteremo quattrocento paia di scarpe!

Modesto : Gobbo di un cammello! Di che calzare una famiglia di millepiedi!

Gerardo : Dalla notte dei tempi, gli errori vanno sempre pagati. Noi dobbiamo, è un obbligo, salvare almeno la faccia. E allora perché fare di qualche mela un frutteto?

Gigliola : Bravo, signor Amedeo. Non faccia il frutteto!

Fabrizio : (Orgogliosamente). Ne ero sicuro, ci sono più fusibili nel mio cranio che dentro un centralino telefonico!

Modesto : Fortuna che il buonsenso trionfa sempre!

Amedeo : Le mie povere scarpe! Esse se ne vanno e io resto nei pasticci...

Gerardo : (Rivolto a tutti gli impiegati). Bene, voi potete rientrare a casa. Seguimi, Amedeo. Scendiamo un po’ a scuotere quegli scansafatiche del laboratorio. Devono capire che abbiamo il bastone, ma anche le carote!

Amedeo : Non ci restano che quelle...

SCENA DECIMA

Gigliola : (Entra tenendo una mano sulla fronte e l’altra sul cuore). Quale infamia! Non c’è né sapone né detersivo che possano lavarla! (Amedeo fa il suo ingresso, ma Gigliola non può vederlo poiché gli gira le spalle). Tuttavia gli astri l’annunciavano chiaramente : essendo io del segno della Bilancia, sarei dovuta diventare regina di Danimarca o regina di Francia! (Si inginocchia e tende le braccia verso il soffitto). Oh! Astri! Perché mi avete abbandonata?

Amedeo : Signorina, si sente bene?

Gigliola : (Alzandosi prontamente). Come? Dio mio! Chi c’è. Ah! È lei? Buongiorno, signor Amedeo!

Amedeo : È sicura di sentirsi bene? Sa, vedendola accucciata sul pavimento...

Gerardo : Caspiterina! Mi sento proprio invincibile oggi! (Abbozzando un’allegra riverenza). Buongiorno, signorina. E tu, socio. Come stai?

Amedeo : Anche se a fuoco lento, mi sembra di arrostire! (Dopo aver passato il suo ampio fazzoletto sulla fronte e il collo). Penso veramente che questa volta ci siamo...

Gerardo : Sicuro che ci siamo! Prima o dopo, il nostro giorno di gloria doveva pure arrivare!

Amedeo : Io, però, volevo dire che ci siamo, perché sto proprio per scoppiare...

Gerardo : Lo ascolti, signorina. È convinto di essere una vescica. Ha proprio voglia di scherzare il nostro Amedeo. È buon segno. Nella vita, quando si scherza, tutto prende un aspetto piacevole. Anche i drammi! (Entrano Fabrizio e Modesto particolarmente eccitati).

Gerardo : Miei cari collaboratori, oggi per noi tutti è una giornata particolare. Un appuntamento a dir poco storico per la ditta Luxor!

Modesto (Scetticamente). Senza gli inganni anche i leoni acchiapperebbero la scarlattina!

Fabrizio : Che novità ci sono?

Gerardo : Ho sognato che la regina di Danimarca ci avrebbe fatto una grandissima ordinazione di scarpe!

Fabrizio : Forse perché si era stancata di camminare a piedi nudi!

Modesto : Altro che sogno, questo è un incubo! (In quel momento preciso entra un signore dall’aspetto severo. Ha un tic strano : di tanto in tanto il suo mento ha un sussulto. Si tratta di Mario Baldovini, ispettore della Banca Girasole).

Baldovini : I tempi sono duri, soprattutto per i deboli!

Gerardo : (Precipitandosi verso di lui premurosamente). Che cosa desidera? La prestigiosa ditta Luxor è a sua disposizione.

Baldovini : Sono Mario Baldovini, ispettore della Banca Girasole, il vostro istituto di credito. Ciò che devo dirvi è del massimo interesse!

Gerardo : Hai sentito, Amedeo. Ci portano già gli interessi!

Amedeo : Dalla faccia che ha, non mi sembra...

Baldovini : Lei ha ragione! Tanto è vero che il nostro istituto bancario rifiuta categoricamente di coprirvi in futuro!

Amedeo : Cosa?

Baldovini : Lei ha capito benissimo. Mi rattrista informarvi che il vostro estratto conto indica che voi siete all’agonia!

Amedeo : Lei ha voglia di scherzare? Con i miei tre miliardi io compro perfino il vostro stabilimento, dalla cantina fino al soffitto! Senza dimenticare le grondaie!!

          

Baldovini : Poteva essere vero in un recente passato. Ma, una banca seria come “Il girasole”, non finanzia i ricordi. Attualmente il vostro conto personale non supera i 30 milioni! (Si lascia andare ad un doppio sussulto del mento).

Amedeo : (Accasciandosi sulla poltrona). Aria! Fatemi aria, per favore...

Gerardo : Dev’essere la concorrenza che la mandata qui per spaventarci!

Baldovini : Ho la faccia del buffone?

Fabrizio : Al limite, del beccamorto!

Amedeo : (Riprendendo un po’ di coraggio). Voi vorreste insinuare che nello spazio di appena due mesi, i miei tre miliardi si sono trasformati in trenta milioni?

Baldovini : È la pura e dura realtà. Tuttavia, io non voglio sapere come avete potuto dilapidare una fortuna tanto considerevole in così poco tempo. Questo non mi concerne.

Amedeo : (Con voce soffocata). Gerardo, tu che capisci tutto, dimmi che si tratta di un incubo...

Gerardo : Non esageriamo troppo. Diciamo che si tratta di un piccolo incubo, quasi un incubino. È vero, bisogna ammettere che gli investimenti giudiziosi ci hanno un po’ indeboliti...

Baldovini : Indeboliti? Dite piuttosto assotterrati! (Il suo mento sussulta).

Amedeo : Ah! Gli assassini!!!(Si copre il volto con il suo fazzoletto). Per l’amor di Dio, aria...Anzi, no, è meglio che mi lasciate morire!

Modesto : (Rivolto all’ispettore). E noi, allora! Chi s’incaricherà di pagarci?

Baldovini : Mi dispiace sinceramente, ma non sono affari di mia competenza (Il suo mento sussulta). Per me, tutto è detto. Arrivederci e buona fortuna...(Esce).

Fabrizio : Chi pagherà la mia chitarra elettrica?

Gigliola : Dove troverò il denaro necessario per comperare le opere complete di Leopardi? Oh! Divino poeta, la nostra separazione dovrà rimanere eterna?

Gerardo : Cari collaboratori, calma e sangue freddo. Sembrerebbe un momento difficile. A momenti perfino drammatico. Ma è proprio nel buio che si vedono il più grande numero di luci!

Fabrizio : Come no? E anche il più grande numero di lucciole!

Amedeo : Altro che le luci delle lucciole...Io vedo già i tizzoni dell’inferno! Aria, ho bisogno di aria...

Modesto : Sono disgustato, io me ne vado. E non lavorerò più finché potrò ripartire con le tasche piene di soldi!

Fabrizio : Anch’io.

Gigliola : Io pure. La solidarietà operaia me lo obbliga...(I tre impiegati escono. Poco dopo, una donna robusta e determinata fa il suo ingresso. È Ginetta, la giornalaia).

Ginetta : Per la malora! Si direbbe una casa di fantasmi! Neanche l’ombra di un pipistrello! (Vedendo Gerardo curvo su Amedeo). Ah! Finalmente si vede qualcuno! Con tutto quel che ho da fare, mi tocca correre dietro ai balordi che non pagano! Ehi! Voi! Sono la giornalaia!

Gerardo : (Senza alzare la testa). No, grazie...oggi non abbiamo veramente voglia di leggere.

Ginetta Ma io ho voglia di riscuotere il mio denaro! È venuto il momento di pagarmi i 750 giornali che vi ho fornito!

Gerardo : 750 giornali? Allora lei si sbaglia d’indirizzo. In questa azienda sono tutti analfabeti!

Ginetta : Ma che cosa sta dicendo...Non è qui la ditta Luxor?

Gerardo : Certo. E io ne sono il presidente!

Ginetta : Che scherzi sono questi? Lei mi deve pagare i 750 giornali prima di subito o io comincio a demolire questa ridicola baracca!

Gerardo : Ma allora, lei è la giornalaia?!

Ginetta : E chi credeva che fossi, Raffaella Carrà?

Gerardo : Poteva anche dirlo subito...

Ginetta : Senta, amico. O lei è un po’ sordo oppure è un grande furfante!

Gerardo : Sia gentile, non gridi tanto forte! Non vede che quest’uomo è molto malato? (Indica Amedeo, che nel frattempo è rimasto con gli occhi chiusi, allungato sulla poltrona, le braccia penzoloni e la testa reclinata sul petto).

Ginetta : È proprio così malato?

Gerardo : Ahimé! Ancor peggio! Sta morendo...di sicuro...Gli restano poche fibrillazioni prima del grande viaggio!

Ginetta : (Avvicinandosi). Effettivamente, è proprio ridotto male...

Gerardo : (Trattendola per un braccio). Faccia attenzione! Non si avvicini troppo!

Ginetta : Perché? Morde?

Gerardo : Magari potesse mordere! Il dottore ha dichiarato che il colera lo sta divorando. Forse ha anche la peste!

Ginetta : (Balzando all’indietro). Che orrore! (Essa accenna ad un rapido segno di croce).

Gerardo : Sarebbe veramente gentile da parte sua ritornare in una circostanza meno dolorosa. Aspetto da un momento all’altro uno specialista pakistanese con i suoi serpenti.

Ginetta : Con dei serpenti?

Gerardo : Proprio così. Capisco che può sembrare una terapia stravagante, ma è molto efficace. Si strofinano le mandibole dei serpenti sul petto del malato per ritirarne il succo maligno. D’altronde, dopo averle provate tutte, è la sua sola ed unica salvezza!

Ginetta : Oh! Poveraccio...

Gerardo : Le consiglio di non assistere alla seduta, il sistema nervoso potrebbe subire uno schock irreparabile!

Ginetta : (Indietreggiando, piuttosto spaventata verso l’uscita). Non ci tengo proprio...Assolutamente! io me ne vado...Restiamo d’accordo che ritornerò un altro giorno! (Esce precipitosamente).

Gerardo : (Dopo aver aiutato Amedeo a rimettersi in piedi). Coraggio, socio. Coraggio!

Amedeo : Tutto è finito...Ho finito tutto!

Gerardo : È proprio perfido il commercio, Amedeo. Ma allora veramente perfido. Basti pensare che incassare un po’ di denaro probabile, bisogna investire molto denaro certo!!!

SCENA UNDICESIMA

Gerardo : Maledizione! Se i nostri affari hanno preso una brutta piega, qualche dettaglio dev’essermi sfuggito...Può darsi benissimo che una molla piccolissima del mio perfetto ingranaggio si sia bloccata? Ma dove può essere finito tutto quel denaro? (Guardando verso la scrivania di Amedeo). Ah! Si direbbe che il portalettere è già passato. Vediamo un po’ se una buona notizia, dico almeno una, ci tirerà fuori da questo grigiore! Perbacco! Non sto sognando, si tratta proprio di un assegno!!! (Bacia l’assegno e salta di gioia, mentre Amedeo fa la sua apparizione stanca). Ah! Meno male che sei arrivato, Amedeo! Sinceramente non meriteresti di assaporare questa grande gioia. Tu e il tuo pessimismo insensato! Ma come nasconderti questa farfalla che ho tra le mani e che rappresenta la vera esplosione della nostra ricchezza?

Amedeo : (Con un filo di voce). È già esplosa da parecchio tempo..

Gerardo : C’è esplosione e esplosione...Da non confondere. Questa è un’esplosione di gioia!

Amedeo : Che cos’hai nelle mani, ancora una di quelle pubblicità strappabudella?

Gerardo : Te lo dico subito. Anzi, non te lo dico subito!

Amedeo : Al punto in cui sono, una bastonata di più o una di meno...

Gerardo : E se io ti dicessi che ho tra le mani la ricompensa a tutti i nostri sacrifici?

Amedeo : (Un po’ rasserenato). Parla, non lasciarmi illanguidire...

Gerardo : Caro socio, è molto semplice. Dopo aver dato tanto, cominciamo a ricevere tantissimo!

Amedeo : Non capisco...

Gerardo : Fortuna che ci sono qui io per capire. Rallegriamoci, Amedeo. Questo pezzo di carta, dall’apparenza insignificante, ci annuncia che d’ora in poi noi ricupereremo abbondantemente quel che abbiamo sborsato!

Amedeo : Hai il coraggio di scherzare perfino davanti ad un uomo morto...

Gerardo : Niente affatto, mio caro. Ciò che ho tra le mani è proprio un assegno intestato alla prestigiosa firma Luxor, di cui noi ne siamo i degni proprietari!

Amedeo : Ci sono veramente un po’ di soldi per noi?

Gerardo : A profusione! Tu credevi forse che noi eravamo i più scervellati del pianeta industriale? Abbiamo lavorato duro e con molta chiaroveggenza. E dunque, di assegni come questo, ne riceveremo fino al soffitto!

Amedeo : Scusami se insisto, ma si tratta proprio di denaro che ci è destinato, non è vero?

Gerardo : Perbacco! Ho forse l’aria di un ciarlatano? Su, sbarazzati di quella maschera sepolcrale! E rallegriamoci insieme! (Dopo aver fatto un salto di gioia). E tu che fai, non salti?

Amedeo : Veramente io ho le gambe semiparalizzate...di bambagia ...

Gerardo : Ma salta lo stesso. Dai, salta!

Amedeo : Allora, io salto...

Gerardo : Ma sì, non restare lì irrigidito come un merluzzo! Salta alto e forte. Siamo ritornati la bella macchina industriale che tutti invidiavano!

Amedeo : (Dopo aver abbozzato un saltello da passerotto). Più di così, non posso. Ho male dappertutto...

Gerardo : Non importa, un salto simbolico può bastare!

Modesto : (Entrando). Allora, che facciamo? Ci pagherete sì o no?

Gerardo : (Sventolando l’assegno come una bandiera). Non soltanto sarete pagati fino all’ultimo centesimo, ma avrete diritto anche a un premio.

Modesto : (Piuttosto diffidente). Allora, posso chiamare anche gli altri senza farci ingannare?

Gerardo : Sicuro! Che cosa aspetti? Chiama, chiama. Chiama addirittura tutto il quartiere, oggi è festa per tutti!

Amedeo : Vacci piano, Gerardo. Stiamo ancora sulle sabbie mobili!

Gerardo : Sulle sabbie di Acapulco, vorrai dire. Hai visto come riesco a risolvere perfino le situazioni più comatose? (Ritorna Modesto, accompagnato da Gigliola e Fabrizio).

Gigliola : Quale atmosfera gioiosa aleggia in questi luoghi!

Modesto : A condizione che duri...

Fabrizio : (Rivolto ai suoi colleghi). È arrivato molto denaro! Sembra. (Improvvisamente si ode una forte esplosione proveniente dal laboratorio. Poi, un’altra serie di esplosioni, accompagnate da un enorme fracasso metallico).

Amedeo : Mio Dio! Porca Vacca! Si direbbe un terremoto!

Gerardo : O piuttosto un’eruzione vulcanica...

Fabrizio : Geniale! Che batteria formidabile, ragazzi! Va’, va’, ancora più forte!

Ferdinando : (Entra precipitosamente, il viso annerato dal fumo e dal grasso). Zozzona! Che trambusto! Salta tutto in aria... Ne ho ancora le gambe spompate!

Gerardo : Come??? Salta tutto?? Corriamo presto, Amedeo. Bisogna salvare le nostre preziose creature bullonate!

Amedeo : (Trascinando i piedi verso l’uscita). Arrivo, arrivo...Se non sono crepato prima!

Ferdinando : Zozzona, che paura! Sto sudando come un ippopotamo. Non c’è mancato niente che becco una puleggia in pieno grugno!

Fabrizio : (Piuttosto divertito). Che batteria formidabile, ragazzi. E che ritmo indiavolato! Bum-bum, zan-zan, bum-bum, oh-yé!

Modesto : Non c’è proprio niente da gorgheggiare. Se è vero che tutto salta, anche noi faremo parte delle macerie!

Gigliola : Sono pronta a morire come l’ultima delle eroine!

Modesto : Andiamo a vedere anche noi che cosa sta succedendo sotto! (I tre impiegati escono e poco tempo dopo Amedeo e Gerardo sono di ritorno).

Amedeo : È la fine. Questa volta tutto è finito per davvero!

Gerardo : Io non vedo la situazione con un occhio così drammatico. In un’epoca come la nostra in cui si rimpiazzano le vesciche e i polmoni come se fossero lampadine, tutto può essere aggiustato!

Amedeo : In un caso come questo non c’è più niente da fare...I pezzi per terra sono molto più numerosi di quelli rimasti attaccati ai macchinari!

Gerardo : Il tuo pessimismo mi esaspera, Amedeo. La situazione è meno brutta che se fosse stata peggio! Smettila di vivere tra le nuvole!

Amedeo : Neanche un chirurgo potrebbe rimettere a posto tutti quei mucchi di ferraglia...

Gerardo : Ma no, è su questo punto che non rifletti abbastanza! Una bella squadra di tecnici, muscolosi e inventivi, potrebbero far ripartire le macchine anche con la metà dei loro pezzi!

Amedeo : Vorrei proprio vedere! Ci sono dei bulloni incollati perfino al soffitto!

Gerardo : Chi può vantarsi di conoscere i limiti della scienza?

Amedeo : Scienza o non scienza, io sto male. Ma allora, veramente male! Che giorno è oggi?

Gerardo : Un giorno che poteva essere migliore! (Però, dopo aver palpeggiato le proprie tasche, estrae l’assegno ed emette un grido d’esultanza). E questo? Per essermi lasciato contagiare dal tuo pessimismo, stavo dimenticando questo gioiellino di carta!

Amedeo : Sicuro che è buono?

Gerardo : Ecco qua, guarda tu stesso!

Amedeo : (Dopo aver analizzato attentamente l’assegno). Me l’immaginavo...

Gerardo : (Egli stesso guardo l’assegno distrattamente). Certo, un assegno di due milioni non è molto. Ma, sai com’è, due oggi più due domani...

Amedeo : Quali due milioni!!! sono appena duecentomila lire!!

Gerardo : (Osservando di nuovo l’assegno). Questa poi! Comincio a vedere gli zeri dove ci sono e anche dove non ci sono !

Amedeo : Beato a te! Io vedo soltanto il tracollo...

Gerardo : Suvvia, Amedeo. Scacciamo questi brutti pensieri! Tra il tracollo e il capocollo, sai che ti dico? Zero più o zero meno, anche oggi abbiamo i soldi necessari per andare a mangiare in un buon ristorante!

SCENA DODICESIMA

Amedeo : (Entrando con la stessa aria sfinita). Ph! I bei tempi di quando potevo risuolare le scarpe con le mie mani! Allora sì che cantavo e fischiavo dalla mattina alla sera...Toh! È ancora lì quel grafico nauseante! (Egli prolunga fino al suolo la linea discendente). Ecco! Così non ci saranno più equivoci!

Gerardo : (Che entra in quel momento). Presto, attiviamoci. Non possiamo restare con le mani in mano dopo tanta sfortuna!

Amedeo : Altro che sfortuna...

Gerardo : Ti sei già scoraggiato per quattro scoppietti!

Amedeo : Altro che quattro scoppietti, quella era una bomba atomica!

Gerardo : Non è certo piagnucolando che risolviamo i problemi. Presto, scendiamo piuttosto a vedere i danni reali! (Escono entrambi e dopo pochi attimi entrano Modesto, Gigliola e Fabrizio).

Modesto : Chi può dire come finirà questa storia bislacca? Tutto quel che so, è che si sente puzza di bruciato qui dentro!

Gigliola : E il mio profumo di gardenia, non lo sentite?

Fabrizio : Della tua gardenia ce ne freghiamo. Io, io voglio essere pagato!

Modesto : È proprio di questo che incomincio a dubitare.

Gigliola : Anche i cinghiali hanno maniere più graziose! (Gerardo ha appena il tempo di rientrare da solo senza Amedeo, quando dietro di lui appaiono un commissario e un brigadiere).

Commissario : Polizia! Nessuno si muova!

(Fabrizio riesce lestamente a nascondersi dietro l’ultima scrivania, mentre il commissario squadra lungamente tutti i presenti).

Gerardo : Sono indignato! Come può farci questo? Qui ci sono soltanto onesti lavoratori che pagano regolarmente le tasse!

Commissario : Però io sono qui per il lavoro che esercitavate prima. Intendo dire, prima che troviate questa copertura.

Gerardo : Ma queste sono insinuazioni. Diciamolo francamente, un tentativo di calunnia!

Commissario : Questo lo stabilirà il giudice d’istruzione.

Modesto : Lei sta commettendo un errore colossale!

Commissario : Crede? E allora io le proverò il contrario. Modesto Calcaterra, truffatore internazionale. Ricercato perfino dalla polizia eschimese!

Gerardo : Ma lei sta accusando. Lei...Bravo! me ne rallegro!!

Commissario : Non troppo ne troppo presto! Gerardo Cancelli, truffatore nazionale. Soltanto nazionale. Ma allora, con che talento!!

Gigliola : Dio del cielo! In quale trabocchetto mi sono cacciata!

Commissario : Cara signorina, lei non deve essere molto ricca. Altrimenti se ne sarebbe accorta da molto tempo!

Brigadiere : (Indicando l’ultima scrivania). Commissario! Mi sembra di aver visto una gamba muoversi là dietro!

Commissario : Va subito a controllare. Se vicino a quella gamba ne trovi un’altra, vuoi dire che si tratta di una persona!

Brigadiere : Agli ordini! (Si avvicina alla scrivania e vede Fabrizio accovacciato). Sì, ci sono due gambe. Dunque, trattasi di persona!

Fabrizio : Sicuro che si tratta di una persona! Ho forse l’aria di una statua? Io ve lo dico subito, non ho nulla da rimproverarmi!

Commissario : Noi, invece, abbiamo molto da rimproverarti!

Fabrizio : Vi ripeto che svolgo un lavoro rispettabile...

Commissario : E allora perché ti nascondevi?

Fabrizio : Io non mi nascondevo affatto! Stavo tagliando le unghie dei piedi...

Commissario : Così, con tutte le scarpe!

Fabrizio : Fa meno male...

Commissario : Avvicinati, giovanotto. Il tuo viso mi sembra piuttosto familiare. Brigadiere, ha già visto prima questa persona?

Brigadiere : Certo. È lo stesso soggetto, di sesso maschile, che stava accovacciato dietro la scrivania!

Commissario : Bravo! Questo giovanotto si chiama Fabrizio Tamburi. La sua specialità, oltre a quella di non lavarsi regolarmente, consiste nel saccheggiare le automobili dalle portiere fino ai tergicristalli. Questo spiega perché è meglio conosciuto ne suo ambiente con il soprannomme di “Il pirahna delle quattro ruote!”.

Gigliola : Anche lui una canaglia?

Commissario : Signorina, questi sono come le cavallette : là dove se ne posa una il nugolo non è molto distante! Brigadiere, arresti pure questi chierichetti!

(Il brigadiere sta ammanettando i tre marioli, quando sopraggiunge Ferdinando di corsa).

Ferdinando : Meno male che lei è qui, commissario! Non ne posso più  

Commissario : E lei chi è?

Ferdinando : Io sono Ferdinando il ladro. Un ladro della peggiore specie!

Commissario : Io non la conosco, e non ci tengo a conoscerla!

Ferdinando : Ma poiché vi dico che sono un bandito. Bisogna che mi sbattiate in prigione, ne ho bisogno!!!

Commissario : Diamine! Toglietevi di mezzo e non ostacolate il corso della giustizia!

Brigadiere : Tutto è pronto, commissario.

Commissario : Allora, possiamo andare!

Ferdinando : E io? Non mi lascerete qui come un orfanello!? Io sono un ladro, uno stupratore, un assassino, un...

Commissario : Partiamo, brigadiere. (È l’ultimo ad uscire, dopo essersi sbarazzato difficilmente di Ferdinando, che si è aggrappato più volte al suo braccio).

Ferdinando : Per essere una carognata, questa è una grossa carognata! (Piagnucolando). Hanno favorito tutti, meno che me...

Gigliola : Ma ne sia contento, almeno lei è un uomo libero.

Ferdinando : Sì, libero di crepare di fame!

Gigliola : Ma è insensato! Come, avrebbe preferito finire in prigione?

Ferdinando : Sicuro, zozzona. Sicurissimo!

Gigliola : Perché dunque?

Ferdinando : Lei non intuisce proprio niente! In prigione una bella cameretta e un buon pasto sono assicurati ogni giorno del calendario. Inoltre, la domenica e le feste è come se ci invitassero a un pranzo matrimoniale! Zozzona! Che disgraziato quel commissario...lasciandomi fuori, è come se mi avesse sbattuto all’obitorio! (A questo punto esce gemendo).

Amedeo : (Qualche secondo dopo). Miei poveri, fragili, piccoli risparmi. Siete proprio gli ultimi di una grande famiglia... Dov’è andato Gerardo?

Gigliola : In prigione.

Amedeo : In prigione?! E perché?

Gigliola : Mi sembra di aver capito che fosse un truffatore...Un commissario di polizia è venuto ad arrestarlo!

Amedeo : (Accasciandosi sulla poltrona, comincia a gemere). Avrei dovuto immaginarlo...Chi avrebbe potuto immaginarlo? Gerardo, un truffatore! Ecco perché i miei tre miliardi si sono volatizzati come dei coriandoli!!!

Gigliola : E io allora...Che cosa dovrei dire io? Una pecorella del mio rango accerchiata da una orda di lupi!

Amedeo : E gli altri? Dove sono finiti gli altri?

Gigliola : Tutti in prigione.

Amedeo : Non è possibile... Mi sta prendendo in giro?

Gigliola : Una donna di mondo può svenire ma non deridere!

Amedeo : Tutti arrestati, dunque...anche quella verginella dell’interprete?

Gigliola : Lui, per primo! Insomma, eccetto Ferdinando, il commissario ha arrestato proprio tutti!

Amedeo : Che vergogna! Adesso sono proprio rimasto povero e solo...

Gigliola : Lei può sempre contare sulla mia devozione raggiante. Una volta che ho sposato una causa, per me è come se il matrimonio fosse già stato consumato!

Amedeo : Talvolta non ti capisco troppo, però ti voglio bene lo stesso...

(Si apre la porta e un’infermiera fa la sua apparizione).

Amedeo : Meno male che lei è arrivata! Faccia qualcosa, non riesco più a respirare...

Infermiera : Mi dispiace, ma io non sono qui per lei. È la giovane donna che m’interessa.

Amedeo : Com’è possibile? Ma il malato sono io!!!

Infermiera : Lei non è il solo! (Poi, rivolgendosi a Gigliola). Finalmente, signorina, finalmente l’ho ritrovata. Mi segua, torniamo a casa insieme!

Gigliola : No! Non voglio più tornare in quel padiglione dove tutti urlano e sghignazzano...Mi rifiuto! (Essa comincia a gemere). No, no...Per favore, mi lasci qui con il signor Amedeo!

Infermiera : Questo non è possibile. Se lei torna, le permetteremo di fare tutti i dolci che vuole!

Gigliola : E potrò metterci anche il detersivo?

Amedeo : Il detersivo nei dolci?

Gigliola : Certo, signor Amedeo. I dolci bisogna purificarli dall’interno!

Amedeo : (Con una smorfia di disgusto). Chissà che goduria per il fegato..

Infermiera : (Prendendo Amedeo sottobraccio e conducendolo verso il pubblico). Gigliola è molto malata. Forse lei non lo sa, ma è fuggita dalla nostra clinica psichiatrica!

Amedeo : Là, dove ci sono...

Infermiera : Precisamente.

Amedeo : Dal manicomio, insomma! Ho bisogno di aria... Non ci mancava più che questa!

Gigliola : Presto, infermiera. Rientriamo subito, prima che qualcuno mi rubi la farina. Ho in mente un dolce favoloso...Ne manderemo una bella fetta anche a lei, signor Amedeo!

Amedeo : No, no, grazie! I dolci mi fanno male!!!

(L’infermiera sospinge premurosamente Gigliola verso l’uscita).

Amedeo : (Rimasto solo). Il manicomio, i truffatori, il detersivo, i tedeschi, la polizia...Roba da diventare matti per davvero! (Egli crolla sulla poltrona gemendo, le braccia a semicerchio e la testa sul piano della scrivania).

(Poco tempo dopo, Ginetta la giornalaia fa la sua apparizione circospetta).

Ginetta: Che desolazione! Si direbbe veramente che un’epidemia lì ha portati via tutti! (Poi, notando Amedeo). Ah! No! Il cadavere di ieri è ancora lì!

Amedeo : (Rialzando prontamente la testa). E naturalmente lei è il beccamorto!

Ginetta : (Piuttosto imbarazzata). Oh! Mi scusi! Era soltanto un modo di dire...Ma dove sono finiti tutti gli altri?

Amedeo : Stanno al fresco!

Ginetta : Beati loro! Per un momento ho temuto il peggio. Posso...posso avvicinarmi?

Amedeo : Porca vacca! Mi ha preso per un appestato?!

Ginetta : L’altroieri sì...

Amedeo : Ebbene, cara signora, ora sono guarito. Proprio guarito!

Ginetta : Grazie ai serpenti, non è vero?

Amedeo : Serpenti, asini, scorpioni...Ho visto proprio di tutto! Però non ne faccio una malattia. Vede? Ho perfino voglia di riderne!

Ginetta : (Avanzando, sempre con una punta di apprensione). La prego di scusarmi, ma ci sarebbe questo piccolo conto da regolare.

Amedeo : Dia qui, senza problemi. (Controlla il conto e vi posa sopra qualche banconota). Lei crede veramente che quando dopo aver bruciato tre miliardi in poco più di due mesi, sono delle inezie come queste che possono impressionarmi?

Ginetta : Tre miliardi? Con una cifra simile avrete comprato  la Villa Borghese a Roma!

Amedeo : Nemmeno un orto a Frosinone.

Ginetta : È incredibile tutto questo! Anzi, allucinante...

Amedeo : A chi lo dice! Ma adesso ho capito la lezione!!!

Ginetta : E cioè?

Amedeo : Vede, cara signora, saper restare al proprio posto è sicuramente il più prezioso dei tesori.E quindi nella vita, per il bene di tutti, un calzolaio dovrebbe rimanere sempre un calzolaio!

FINE