Il diavolo e le spose oneste

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Il diavolo

Il diavolo e le spose oneste

di

Fulvio Barni e Maria Letizia Ceccuzzi

Commedia brillante in tre atti

Liberamente, molto liberamente, tratta da ”la favola di Belfagor” di Niccolò Machiavelli

Personaggi:

Lucifero: principe dell’inferno

Belfagor: arcidiavolo

Rodrigo: Belfagor con sembianze umane

Mario: segretario di Rodrigo

Antonio Grazzini: padre di Onesta

Francesco Grazzini: zio di Onesta

Onesta: figlia di Antonio Grazzini

Amerigo Boscaioli: padre di Onesta

Onesta: figlia di Amerigo Boscaioli

Pompilia: moglie di Antonio Grazzini

Don Fiorino: parroco

Gino: Sacrestano

Lucifero, re dell'Inferno, decide di mandare un diavolo sulla terra a vivere da uomo sposato, per verificare se veramente la vita coniugale è peggiore dell'Inferno. Invia Belfagor con una forte somma di denaro. Dovrà sposarsi e restare sulla terra dieci anni. Belfagor, diventato uomo, va a vivere a Chiusi e cerca subito una donna per sposarsi, ma ben presto le varie peripezie lo convinceranno che tutto il mondo umano è davvero peggiore di quello infernale. Non solo la vita coniugale! Così il punto di vista di un diavolo serve in realtà per smascherare gli egoismi, le cattiverie, gli inganni e la dimensione infernale della vita umana basata tutta sul denaro……………

ATTO PRIMO

Lucifero passeggia nervosamente sul boccascena (il sipario è chiuso)

Lucifero              - (urlando) Belfagor …… Belfagor …….. ma quanto ci mette ’sto Belfagor. Eppure gliel’ho anche mandato a dì’ che avevo fretta. Ora quando arriva gli fò una rospata che se la ricorda per un pezzo, vedrai ……. Belfagor …….

Belfagor              - (anche lui urlando) Arrivooooo ….  Un c’è mica bisogno di bercià’, èh. Un so’ mica sordo ……

Lucifero              - Te l’ha detto Radamanto che ti volevo?

Belfagor              - Me l’ha detto si, se no che sarei venuto a fa’ secondo te?

Lucifero              - T’ha detto anche che avevo fretta?

Belfagor              - M’ha detto anche questo.

Lucifero              - E allora perché sei arrivato dopo un quarto d’ora?

Belfagor              - Perché c’avevo da fa’ le mie ……

Lucifero              - Lasciamo perde’  e ascolta quello che ti volevo dì’ ……

Belfagor              - O forza, su ….. sentiamo che mi mi volevi dì’ ……

Lucifero              - Il gran consiglio dell’inferno m’ha riferito che da qualche anno a ‘sta parte l’ arrivi qui da noi so’ più che raddoppiati …….

Belfagor              - È vero! E ti posso anche dì’ chi so’ …… truffatori, speculatori, politici …….. (tenta di ricordarsi) e poi c’è  anche ‘n’altra categoria che ora mi sfugge ………

Lucifero              - I cornuti!....... Praticamente la categoria che appartieni te.

Belfagor              - Ma via, che coteste so’ tutte maldicenze che ha messo ‘n giro la gente …..

Lucifero              - Potrebbero anche esse’ maldicenze se tu ‘n c’avessi nel capo un bel paio di corni che un pòi nasconde’ ….

Belfagor              - Anche questo è vero! ………Ovvia, su, ‘namo avanti se no ci famo notte.

Lucifero              - Secondo quello che m’hanno detto, la maggior parte di questi so’ òmini sposati e dice che diventono cattivi per colpa de le mogli che non s’accontentono mai di niente.

Belfagor              - Potrebbe esse’, ma a te che te ne frega!

Lucifero              - Me ne frega, ‘nvece, perché qui un si fa più pari.

Belfagor              - Ma che fai, invece di esse’ contento che c’hai l’inferno pieno zeppo di gente, ti lamenti?

Lucifero              - Eppure lo sai anche te che dopo che è entrato l’euro un si guadagna più come prima.

Belfagor              - Anche questo è vero.

Lucifero              - La legna, ‘l gasolio, ‘l metano, aumentono tutt’i giorni ……

Belfagor              - La colpa però è la tua, perché se invece che rinnovà’ ‘l contratto co’ terrestri così com’stava tu avessi dato ‘n giro qualche bustarella, oggi un ti ritroveresti così.

Lucifero              - A ‘sto punto un ha ‘mportanza di chi è la colpa. Bisogna fa’ qualcosa ‘n tutt’i modi.

Belfagor              - E che ha’ pensato di fa?

Lucifero              - Qualcuno deve andà’ ne la terra e vedé’di preciso come stanno le cose. Quando poi c’ avremo l’idee chiare qualcosa ‘nventeremo.

Belfagor              - So’ d’accordo con te ……… allora chiappa un diavolo e mandicelo subito .

Lucifero              - Sé’! Apposta t’ho mandato a chiamà’.

Belfagor              - E ci vorresti mandà’ me?

Lucifero              - Sei ‘l più adatto di tutti.

Belfagor              - Ma manco per idea! Io di qui un mi mòvo!

Lucifero              - E allora da domani sei di guardia a la fossa de le pettegole e maldicenti eil diavolo Minos andrà ne la terra al posto tuo.

Belfagor              - M’hai convinto! (fa per uscire) Dimmi a che ora devo partì’ che mi fò trovà’ pronto.

Lucifero              - Dove vai, vieni qua che un t’ho detto tutto. (Belfagor torna indietro)

Belfagor              - O sbrighiti su, cercamo di fa’ ‘na cosina di giorno.

Lucifero              - Prenderai le sembianze di un bell’uomo (Belfagor si pavoneggia),poi passerai per la cassa dove ti daranno dieci milioni di euro.

Belfagor              - Fresca l’insalatina! ……. Un so’ manco pochi.

Lucifero              - Una volta arrivato sulla terra comprerai una casa e prenderai moglie ……

Belfagor              - Mi fai ripiglià’ moglie un’altra volta?  Ma per fa’ che?

Lucifero              - Dimmi come farai a sapé’ se la colpa è de le mogli se un ce l’hai una?

Belfagor              - Ma io ce l’ho già una e ti posso garantì’ che è parecchio, ma parecchio noiosa.

Lucifero              - La devi prende’ una di queste moderne. Te ti sei sposato qualche migliaio d’anni fa.

Belfagor              - Ovvia, su, farò come dici te! ……… E poi c’è altro?

Lucifero              - Ci stari insieme dieci anni, poi farai finta di morì’ e ritornerai qui.

Belfagor              - E se mi venisse ne cogl…… a noia prima? Chiappo e vengo via lo stesso?

Lucifero              - (alterato) Dieci Anni! ....... Ho detto dieci anni!

Belfagor              - Va bene, dieci anni …però un c’è bisogno d’incazzassi, èh. Ho capito. Dieci anni.

Lucifero              - Sarai esposto a tutti i mali e disagi che sono sottoposti l’òmini ……

Belfagor              - (lamentoso) Ma dimmi te! ………. io stavo tanto bene qui …….

Lucifero              - Povertà, carcere, malattia ……

Belfagor              - Già! Accident’a me e quando un ho preso un mese di malattia ……

Lucifero              - A meno che, con l’astuzia o l’inganno, tu non riesca ad evitarli.

Belfagor              - Dimmi quando devo partì’ che parto subito!

Lucifero              - Subito!

Belfagor              - Ma come subito! Così, senza manco da l’addio al celibato ‘nsieme all’amici?

Lucifero              - (seccamente) Ho detto subito!

Belfagor              - (mentre esce) Accident’a’ diavoli e quando ne nasce uno.

Lucifero              - (incazzato) Belfagor, eppure ero stato chiaro su la punizione che t’avrei dato se t’avessi risentito bestemmià’.

Belfagor              - M’hai detto che m’avresti rimandato ne la terra ‘n mezzo a que’ la gabbia di matti.

Lucifero              - Preciso!

Belfagor              - O un parto per andà’ lì …..

Lucifero              - E mi raccomando, sta’ attento a la salute ……. Riguarditi.

Belfagor              - Perché un mi dici anche di mette la camiciola di lana ………..(si avvia per uscire verso un lato del boccascena)

Lucifero              - Aspetta, Belfagor. (si ferma) Non t’ho detto in quale città andrai a sta’ di casa.

Belfagor              - Ah, già! ……. O dimmelo su’.

Lucifero              - A Chiusi, in Italia ………

Belfagor              - (stupito) A Chiusi? …………..

Lucifero              - A Chiusi, si. Hai capito bene.

Belfagor              - Con tutti i mestieri che ci so’, proprio ‘l diavolo mi dovevo mette’ a fa’? (esce). (Lucifero esce dall’altro lato)

Buio in sala e poco dopo si apre il sipario. La stanza è lo studio di una casa. Entra Rodrigo, vale a dire Belfagor con sembianze umane.

Rodrigo               - (si guarda intorno e mentre si compiace si siede davanti ad una scrivania) Mi sembra che la casa possa andà’. Cucina, soggiorno, studio, tre camere e tre bagni. Spese condominiali deducibili dalla dichiarazione dei redditi ……… Che sarà poi ‘sta dichiarazione dei redditi …… Boh! Un ci voglio manco pensà’. Ci penserà il segretario che ho assunto …..Oddio, segretario …….. i patti so’ che farà anche da maggiordomo e autista ….. E anche cuoco e tutto quello che ci sarà bisogno di fa’ in casa finché non avrò preso moglie ……… Se la prenderò ……  perché io ‘n c’ho mica tanta voglia di rifammi da capo, èh …….. (fuori campo la voce tuonante di Lucifero)

Lucifero              - Belfagor!

Rodrigo               - Siii …. Chi è che mi vòle?

Lucifero              - So’ Lucifero. Il capo.

Rodrigo               - (Belfagor scatta in piedi e si mette sull’attenti) Comandi!

Lucifero              - (con tono alterato)T’ho mandato sulla terra apposta per piglià’ moglie. Perciò datti da fa’ e cerchene una. Bella o brutta non ha importanza, ma trovela e sposela prima possibile. (entra Mario, il segretario. Sente parlare Rodrigo ma non vede l’interlocutore. Guarda in tutti i lati della stanza)

Rodrigo               - (scocciato) Ascolta, Lucifero. So’ venuto quaggiù proprio per fatti un piacere, sicché un cominciamo co’ le pretese perché se no ricarico tutt’i bagagli e ritorno all’inferno.

Lucifero              - I patti erano che dovevi prende’ moglie e la prenderai, che tu sia contento o no. Capito?

Rodrigo               - Ho capito, però almeno un fa’ i discorsi a coglione ……. Che vorrebbe dì’ bella o brutta un ha ‘mportanza ….. Ormai che ci so’ la voglio bella, senno un la piglio per niente, èh.

Lucifero              - Se la vuoi bella dipende da te. Dalle tue capacità di conquista.

Rodrigo               - Io le mi’ forze ce le fò però te cerca di dammi ‘na mano se no passono dieci anni e ancora so’ zitello.

Lucifero              - Cercherò d’aiutatti, ma proprio perché si tratta di una cosa importante ….. Quando l’avrai trovata una di tuo gradimento, provaci. Se non sei capace da solo, chiamami.

Rodrigo               - Io ti chiamo però te fatti trovà’. Un lo fa’ ‘l furbo come al  solito.

Lucifero              - Mi farò trova’, sta’ tranquillo, è una cosa che m’interessa …. Anche se …….

fossi in te un lo farei …….. un ci fai ‘na bella figura co’ tu’ colleghi …….

Rodrigo               - Cercherò di fa’ del mi’ meglio. Te comunque tienti pronto, un fa’ ‘l coglione …..

Lucifero              - Eeee …. dimmi una cosa …… Quale professione ti sei inventato?

Rodrigo               - (confidenzialmente)  Ma senti, Lucifero…… ho pensato a diversi lavori, però mi so’ sembrati tutti abbastanza faticosi e allora, dato che c’ho a disposizione una sfatta di soldi, avrei pensato di mettimi a fa’ l’usuraio ……. che mi dici?

Lucifero              - Stai attento che gli usurai spesso finiscono in galera ……

Rodrigo               - (grossa risata) Ma chi te l’ha detto?

Lucifero              - Lo sento spesso al telegiornale.

Rodrigo               - Ma a quale telegiornale? Forse a quello inglese, o a quello tedesco o francese forse…… ……. Ma qui lillo siamo in Italia, èh…… un so se te lo ricordi ……..

Lucifero              - Hai ragione, non ci ripensavo. Ora però ti devo salutà’ perché ho fretta …… bòna Belfagor …… A la prossima.

Rodrigo               - Rodrigo, prego …….. Rodrigo Oliveira de Assuncion, conte di Castiglia ……

Lucifero              - (voce tuonante e decisa) Rodrigo Oliveira de Assuncion, conte di Castiglia…..

Rodrigo               - Dimmi Lucifero …..

Lucifero              - Ma va a fa ‘n ……..

Rodrigo               - Grazie e a buon rendere Lucifero. Ciao. (Rodrigo si gira e vede Mario dietro di se.  Sussulta per lo spavento) Uh! ……. Porco diavolo!

Lucifero              - (fuori campo, urlando) Belfagor! Ti faccio restà’ in Italia vent’anni!

Rodrigo               - Scusa, Lucifero, scusa, ma m’è venuto spontaneo. (al segretario)  E te un ti potevi fa’ sentì’ che arrivavi? ………..  (si dirige verso uno scrittoio) Su, cominciamo subito a fa’ qualcosa.

Mario                   - Gliela posso fa’ una domanda signor Rodrigo?

Rodrigo               - Anche due, basta che poi si comincia a lavorà ……..

Mario                   - Ma con chi parlava fin’ora che qui un c’era nessuno?

Rodrigo               - Io parlavo? Ma te l’avrà fatto l’orecchi!

Mario                   - Eppure ho sentito bene. Ho sentito anche quando è stato mandato a fa ‘n cu …..

Rodrigo               - Dimmi una cosa, ma te bevi? …… Voglio dì’, quanti cognacchini fai al giorno?

Mario                   - Nemmeno uno, so’ astemio. Mai bevuto alcol in vita mia.

Rodrigo               - Allora ti droghi! Cambia spacciatore o smette lillo, perché un è robba per te.

Mario                   - Mai prese droghe in vita mia.

Rodrigo               - E allora vòl dì’ che sei malato. Piglia un appuntamento col dottore de’ matti.

Mario                   - Farò come dice lei perché la cosa mi preoccupa.

Rodrigo               - Anche a me mi preoccupa e parecchio! (mentre si siede alla scrivania) Oh su, mettiti a sedé’ e comincia a piglià’ qualche appunto.

Mario                   - A quale proposito?

Rodrigo               - Ma come a quale proposito? Oh un t’ho detto che voglio piglià’ moglie! Mi devi trovà’ qualche donna che si vòle sposà’ e che abbia le qualità che ora ti dico.

Mario                   - Ah, già! ……..  però ho già incominciato a chiede’ ‘n giro, èh …… allora forza, lei detti che io scrivo.

Rodrigo               - Dunque    - Prima ti elenco le virtù, poi i vizi che non ci deve avè’.

Mario                   - (scrive) Virtù! …… cominci pure che so’ pronto ….

Rodrigo               - Giovane, bella, brava madre di famiglia e parsimoniosa nello spendere.

Mario                   - Basta così?

Rodrigo               - È più che sufficiente!

Mario                   - (scrive) Vizi che non deve avere ….. fatto …. dica pure …..

Rodrigo               - Non dev’esse’ noiosa, lamentosa, spendacciona, bugiarda e recriminante.

Mario                   - Sie! (ride di gusto) Chissà dove la trovo una così? Mica ci fanno qui da noi.

Rodrigo               - (accomodante)  E allora che ti devo dì’! …. Trovela una che c’abbia meno difetti possibili.

Mario                   - Se s’accomoda così è facile che qualcosa gli trovi, se no un saprei proprio dove andagliela a cercà’.

Rodrigo               - Fa’ te. T’ho assunto come segretario, sicché vòl dì’ che mi fido.

Mario                   - Conosco qualche donna in età da marito, ma un so’ sicuro se potrebbero esse’ interessate.

Rodrigo               - Perché, secondo te mi manca qualcosa?

Mario                   - Secondo me l’unica cosa che un gli manca so’ soldi. Poi per qualche mancanza ce l’ha.

Rodrigo               - Per esempio?

Mario                   - È attempatello, piuttosto bruttino, sputa quando parla e chiacchiera da solo.

Rodrigo               - E te quando parlerai con loro gli racconti solo i pregi.

Mario                   - Sarà meglio che gli dica subito che c’ha un sacco di soldi che così famo prima.

Rodrigo               - E secondo te i soldi possono bastà’ come unico pregio?

Mario                   - Eh! Bastono e avanzono! …. Ma lei, scusi, da che mondo viene?

Rodrigo               - Ma che ne so io de’ soldi! ……. All’inferno mica s’adoprono ……..

Mario                   - (meravigliato) Che vorrebbe dì’ che all’inferno un s’adoprono?

Rodrigo               - Volevo dì’ che prima di venì’ qui stavo in una zona della Spagna che per quanto era arida, e invivibile, la chiamono l’inferno.

Mario                   - Aaaaah! …… Comunque, per quanto riguarda i soldi, stia tranquillo perché cancellono tutti i difetti. Anche se dovesse fa’ i ruttini mentre mangia.

Mario                   - Ora che ci penso ho sentito dì’ che c’è una ragazza da marito da le parti di Macciano.

Rodrigo               - E com’è? La conosci?

Mario                   - No, ma so che si chiama Onesta e potrebbe esse’ giusta, giusta per lei.

Rodrigo               - Scusa Mario, Onesta in che senso?

Mario                   - Nel senso che di nome si chiama Onesta.

Rodrigo               - Onesta di nome e di fatto, speriamo.

Mario                   - Per ora si chiama di nome, se poi è anche di fatto se n’accorgerà da se strada facendo.

Rodrigo               - Che vorrebbe dì’ strada facendo?

Mario                   - Vorrebbe dì’ che dopo che l’avrà sposata nel giro di poco se n’accorge se è o no.

Rodrigo               - Mah! Speriamo bene!

Mario                   - (si alza e fa per andare) O signor Rodrigo, le mogli si pigliono senza garanzia, èh ….. Se no sarebbe troppo lusso.

Rodrigo               - Ovvia, ora va’ e guarda se ti riesce portalla qui ‘n mattinata che così ci parlo.

Mario                   - (mentre esce) Io però un riesco a capì’ perché ha tutta ‘sta fretta di piglià’ moglie …… manco fosse ‘ncinto ……..

Rodrigo               - Va’ e fa’ a la svelta t’ho detto.

Mario                   - Prendo la su’ macchina o chiamo un tassi?

Rodrigo               - Piglia la mi’ macchina. Prima però  scarica la roba che c’è ne la bauliera e quando ha’ fatto portimi su la borsa che è sopra al sedile. (esce)

Lucifero              - Belfagor ….. (silenzio) Belfagor …….. 

Rodrigo               - (sottovoce scocciato) Arieccolo ‘n’altra volta ………

Lucifero              - Non lo fa’ ‘l furbo che lo so’ che mi senti …..

Rodrigo               - Ma risei qui ‘n’altra volta? Ora però mica mi starai sempre appicicato, èh …… Io c’ho da fa’ anche le mie ……… un so se mi spiego …….

Lucifero              - Mi so’ interessato de la ragazza che t’ha parlato Mario.

Rodrigo               - Di già? …… un è possibile! Me n’ha parlato du’ secondi fa!

Lucifero              - Ma te lo ricordi o no che io so’ Lucifero, il capo di tutti i diavoli dell’inferno?

Rodrigo               - Certo che me lo ricordo, ma m’avevi anche che  detto che prima ci dovevo provà’ da me.

Lucifero              - La ragazza è figlia di un certo Amerigo Boscaioli, discendente di una nobile famiglia. Di nobile però gli c’è rimasto ‘l casato e basta, perché tra tutti un c’hanno una lira per fanne due.

Rodrigo               - E a me che m’importa se è povera. I soldi ce l’ho io.

Lucifero              - C’ha altre tre sorelle e tre fratelli. Tutti in età da marito e da moglie.

Rodrigo               - Poveri anche loro?

Lucifero              - Ma sei coglione o ci fai? Se è povera la famiglia saranno poveri anche loro, no?

Rodrigo               - Ah, già! ……. Ti ringrazio dell’informazione, ora però lascimi ‘n pace, èh,  e fatti risentì’ quando ti chiamo io. Ciao. (esce da una porta laterale. Sempre da una porta laterale, dall’altro lato, rientra Mario)

Mario                   - Signor Rodrigo, gli ho portato la borsa ….. (guarda intorno a se) O dov’è andato? (si sente suonare alla porta. Sono due uomini. Antonio e Francesco Grazzini, fratelli) È lei signor Rodrigo?

Francesco e Antonio  - No, siamo noi.

Mario                   - E voi chi siete?

Francesco            - Amici …….

Mario                   - Avanti. Dovrebbe esse’ aperto …….

Antonio               - Si pòle?

Mario                   - Certo che si pòle se no che l’ho detto a fa’, avanti. (entrano timidamente due uomini. Sono Francesco e Antonio)

Francesco e Antonio  - (si tolgono il cappello) Bongiorno sor Rodrigo …..

Mario                   - Non sono il signor Rodrigo. Io sono il signor Mario ……. comunque buongiorno lo stesso.

Francesco e Antonio  - Bongiorno lo stesso anche a lei sor Mario ……

Antonio               - Dove si potrebbe appoggià’ ‘l cappello?

Mario                   - Dove volete …….. anche sopra le sedie (posano i cappelli) …….Voi vi conoscete già?

Francesco            - Perdio! …… ci mancherebbe un ci si conoscesse!

Mario                   - E dove vi siete conosciuti?

Antonio               - E chi se lo ricorda, ‘l mi’ cittino, so’ passati quasi cinquant’anni.

Mario                   - Ma com’è possibile? So’ pochi mesi che il signor Rodrigo è venuto a stà’ a Chiusi.

Francesco            - Mica ci s’avrà colpa noi se prima stava da ‘n’altra parte?

Mario                   - (il dialogo sale di tono) E allora dove vi siete conosciuti?

Antonio               - Chi?

Mario                   - Voi!

Francesco            - A casa nostra, perdio! Siamo fratelli!

Mario                   - Insomma, vi conoscete o no!

Antonio               - Ma con chi?

Mario                   - Ma come con chi? Voi con lui!

Francesco            - (indicando se ed il fratello) Noi due si. Noi e lui, no.

Mario                   - (si spazientisce) Oh signore! …… Con lui ….. voglio dì’, vi conoscete già?

Antonio               - Mai visto!

Francesco            - Appena, appena sentito dì’!

Mario                   - Allora non vi conoscete?

Antonio               - (indicando se ed il fratello) Noi due si. Noi con lui, no.

Francesco            - Ma perché lei lo conosce?

Mario                   - Chi è che dovrei conosce’?

Antonio               - Quello che si chiama lui che dice lei.

Mario                   - (alza la voce) Basta! ……. Ho capito. Non vi conoscete …….Vi dispiace dimmi chi siete?

Antonio               - (al fratello) Glielo dici te o glielo dico io?

Francesco            - È meglio se glielo dici te, Tonio, (si nasconde dietro al fratello) io un po’ mi vergogno.

Antonio               - Io e lui siamo Checco e Tonio Grazzini …….

Francesco            - (con tono rafforzativo) Fratelli bòni, di babbo e di mamma…….

Mario                   - Che cosa? ‘L vostro babbo e la vostra mamma erono fratelli?

Antonio               - (al fratello) Checco aiutimi perché mi sa che questo o è sordo o è scemo.

Francesco            - (parla quasi sillabando) Noi due siamo fratelli. ‘L babbo e la mamma ‘nvece, nemmeno parenti …. Capito?

Mario                   - Ah, ho capito! Voi siete fratelli. ‘L babbo e la mamma, ‘nvece, nemmeno parenti ……

Antonio               - Prima, no! ….. Doppo ‘nvece si …..

Mario                   - Boh! Io un c’ho capito niente …..

Francesco            - (al fratello) Questo un è sordo, Tonio! Secondo me è scemo! C’ha provà’ io a spiegaglielo?

Antonio               - Provici, ma ho paura che un gliela farai ……

Francesco            - (indica lui ed il fratello) Checco e Tonio so’ du’ fratelli che c’avevono un babbo e ‘na mamma …….

Antonio               - ‘Sto babbo e ‘sta mamma che c’avevono, un erono manco parenti …..

Francesco            - Prima, no!

Antonio               - Doppo, ‘nvece, si!

Mario                   - (si sta alterando) Ho capito che siete du’ fratelli e che i vostri genitori invece non erano parenti ……

Francesco            - (si altera anche lui) Prima no.

Antonio               - Ma doppo si.

Mario                   - (urlando) Ma che vòl dì’, prima no ma doppo, si?

Francesco            - (urla anche lui) Vòl dì’ che prima di sposassi un erono parenti, ma doppo si perché s’erono sposati e erono diventati parenti…..

Mario                   - E a me che me ne frega!

Antonio               - E a noi che ce ne frega se a lei un gliene frega ……

Francesco            - (a Mario) Guardi che è lei che l’ha voluto sapé’, èh. Noi si sapeva già. Vero Tonio?

Antonio               - Eeeeeeh ….. E sa che è da ora che si sapeva ……Subito doppo nati.

Francesco            - E poi se vòle esse’ più sicuro lo sa che gli dico? ……

Mario                   - Sentiamo!

Antonio               - Che ‘l mi’ babbo di cognome fa Grazzini come noi e la mi’ mamma ‘nvece fa Tocchetti come ‘l nostro pòro zi’Beppe….

Mario                   - Ma che c’entra ‘l vostro pòro zi’ Beppe?

Antonio               - (a Francesco) Ma lo senti Checco che discorsi che fa? (a Mario) ‘L nostro pòro zi’ Beppe era ‘l fratello de la mi’ mamma, dunque c’entrerà?

Mario                   - (incazzato) Basta così! Facciamola corta! Ditemi che siete venuti a fa!

Francesco            - Dove?

Mario                   - Ma come, dove? Qui in casa del Signor Rodrigo! …… Che volete da lui?

Antonio               - (d’impulso) Noi un si vòle niente perché ci sa già tutto.

Francesco            - Siamo gente che ha sempre lavorato e piano, piano ci siamo comprati ‘gnicosa.

Mario                   - (urla) Ma porco diavolo ….. (si sente la voce di Tonante di Lucifero)

Lucifero              - Rodrigo!

Mario                   - (urla) Rodrigo non c’è! …….. (ci ripensa e guarda i due) Siete stati voi a chiamà’ Rodrigo?

Antonio               - Noi, no! …… (tutti e due alzano la mano destra) Giuro! ……. Secondo me è stato lei!

Mario                   - Io un ho chiamato nessuno, ho detto porco diavolo e basta…..

Lucifero              - Porco sarai te. Brutto ometto insignificante!

Francesco            - (ad Antonio) Io un lo so chi è che ha parlato, ma ha’ sentito bella che gliela detta!

Mario                   - (arrabbiatissimo li spinge fuori) Ora basta. Fuori tutt’e due …. Cialtroni, farabutti, che un siete altro ….. Siete venuti a pigliammi ‘n giro?

Antonio               - (mentre viene spinto fuori) Ma noi un s’è detto niente. S’era venuti perché s’è saputo che il sor Rodrigo si voleva sposà’ ……

Mario                   - (si addolcisce) Aaah, si! Ma certo! So’ stato io a dire in giro che il signor Rodrigo si voleva sposà’…….. (li riaccompagna dentro) Venite. Accomodatevi. Mettetevi seduti ….. Fate come se foste a casa vostra …..

Francesco            - Èh Tonio, va ‘n po’ a vedé ‘n cucina se trovi ‘n goccio di vino …… (Antonio parte)

Mario                   - (a Antonio) Ma lei dove va, scusi?

Antonio               - Ma come dove vò? …. Vò a vedé se trovo un goccio di vino perché a forza di chiacchierà’ ci s’è seccata la gola …..

Mario                   - Si metta subito seduto …… Ma dove credete d’esse’? A casa vostra?

Antonio               - (a Francesco mentre si siedono) Checco, te mi devi da sempre retta …..Te l’avevo detto o no che questo un capisce niente?

Francesco            - Prima ti dice, fate come se foste a casa vostra. Poi ti dice, ma che credete di esse’ a casa vostra? ….. io boh!

Mario                   - Allora se non ho capito male voi siete venuti qui perché volete fa’ sposà’qualcuno al signor Rodrigo.

Francesco            - Che vorrebbe dì’ qualcuno?.... Noi siamo venuti perché ci s’avrebbe una figliola.

Mario                   - Ce l’avete o ce l’avreste?

Antonio               - Mica si potrebbe spiegà’ meglio, per piacere.

Mario                   - Volevo dì’ che una cosa è avercela, ben’altro è se ce la vorreste avé ….

Francesco            - Ma che ci si vorrebbe avé se gli ho già detto che ci s’ha tutto?

Mario                   - Ma una figliola, no! …… un l’avete detto voi?

Antonio               - Sie, meglio, ora un’altra! ….. Noi ci s’ha una e ci basta.

Mario                   - Allora ce l’avete?

Francesco            - Ma si pòle sapé’ che è che ci si deve avé?

Mario                   - Una figliola! ……..

Antonio               - Certo che ci s’ha! ……Ma perché, un ci si pòle avé’ ‘na figliola?

Mario                   - Sicuro! Anche due ci si possono avé’ …… Però è anche vero che se c’avete una figliola in due ci dovreste anche avé una moglie a mezzo.

Francesco            - Èh, certo! Tanto quando la robba  è ‘n casa è di tutti … Oh coso! Ma per chi c’hai preso, èh?

Mario                   - Allora cercate di spiegavvi meglio se no non capisco.

Antonio               - (a Francesco) A me mi sa che lui un capisce proprio di suo.

Francesco            - Sta’ zitto Tonio che ora ci provo io.

Antonio               - Sie, che prima quando c’hai provato ha capito parecchio ….. Secondo me è un gliela fa proprio a capì’ …..

Francesco            - Stia bene attento, èh. (parla molto lentamente) Noi due siamo fratelli. ‘L babbo e la mamma ‘nvece un erono nemmeno parenti ……. (Antonio lo interrompe)

Antonio               - Èh Checco, ma che si rifamo da capo, perdio? … (a Mario) Zittiti che glielo spiego io ……. Io so’ Tonio Grazzini e anni fa presi moglie, no.

Mario                   - Non c’è niente di strano. È successo a tanti uomini!

Antonio               - Dopo manco tre mesi che ero sposato, mi nacque ‘sta figliola.

Mario                   - (lo interrompe) E nemmeno i questo c’è niente di male! Sono cose che capitono più spesso di quello che si crede!

Antonio               - (di getto) ‘L coglione che ha nel capo, capitono. Erono un paio di mesi e basta che s’ era fidanzati io e la mi’ moglie.

Francesco            - Prima era fidanzata con me, ma un s’andava d’accordo. Si leticava tutt’i giorni e allora ci si lasciò.

Mario                   - Dopodiché si fidanzò con lei .. eeeee … Aaaah ….ora ho capito dove sta l’inghippo ……

Antonio               - (alterato) Ma l’inghippo di che? ……. O cetrolo, costì’!

Mario                   - No, no …. niente …. Volevo dì’ che forse ho capito che era successo ……

Francesco            - (deciso) Un era successo niente! ……..‘L babbo è lui e basta. Io so’ lo zio ……

Mario                   - Non sono troppo convinto …. ma … se lo dite voi ……

Antonio               - Si dice noi? …… So’ le carte che lo dicono ….. vada a controllà’ che c’è scritto ‘n comune se un ci crede ….. vada …..vada …..

Mario                   - No, no, ci credo ….. ci credo ….. E allora perché m’avete detto, noi ci s’ha una figliola?

Francesco            - Ma che c’entra …… si fa per dì’……..

Antonio               - Si sta ‘n casa insieme …….. ci s’ha ‘sta figliola sola ……

Francesco            - E allora si fa conto che fosse di tutt’e due …….

Mario                   - Se sta bene a voi ….. E siete qui perché la vorreste da’ in sposa al signor Rodrigo. Giusto?

Antonio               - Preciso! ........ si voleva vedé se si sistemava.

Mario                   - L’affare si potrebbe anche fa’ ….. certo che prima bisognerebbe vedella …. …

Francesco            - Ma noi gli si fa vedé, èh ….. Vero Tonio?

Antonio               - Certo che gli si fa vedé’ ….. L’hanno guardata ‘n tanti ….

Francesco            - Si porta ‘n tutte le fiere per vedé’ se s’appiccica a qualcuno …..

Mario                   - E poi bisogna che la veda il signor Rodrigo. È lui che si deve sposà’ …….

Antonio               - E noi la famo vedé anche a lui ….. Tanto mica si consuma …..

Francesco            - Se la vòle vedé’ subito gliela chiamo. È giù nell’androne che aspetta.

Mario                   - Ormai che ci siamo fatela salì’ e vediamo di che si tratta ….. (Antonio Si alza e dalla porta dove sono entrati chiama a voce alta)

Antonio               - Onestaaaaa …….. Onestaaaa ……… Onestaaaaa ……

Voce di donna fuori campo   - Qui nel palazzo un c’è nessuna Onesta …..

Antonio               - Complimenti a tutte! …. Belline, si! ….. proprio belline! …….. Onestaaaaa ……. Vieni su ….. camina …..

Onesta                 - (fuori scena) Ma si pòle sapé’ che voi?

Antonio               - Vieni subito su che c’è uno che ti vòle vedé’.

Francesco            - (mentre rientra) Arriva subito, èh ……. Il tempo di salì’ le scale.

Mario                   - Quando si dice il caso!  Si chiama Onesta anche questa ……

Antonio               - Ma questa è onesta per davero, èh! Di nome e di fatto ……

Mario                   - È giovane questa ragazza? ….. Quanti anni ha?

Francesco            - Oddio! ….. proprio giovane, giovane un è. C’ha i su’ annetti ….. però bisogna dì’ che le porta parecchio bene. Vero Tonio?

Antonio               - Pel signor Rodrigo è proprio quella che ci vòle. (entra Onesta. È un uomo vestito da donna e quindi non proprio, come si dice, una gran fica) E datti ‘na ricutinatina, su, che sembri ‘na gallina appena uscita da sotto ‘l gallo….. (Onesta si aggiusta i capelli e il vestito)

Mario                   - (si copre la faccia con le mani ) Oh, Gesù, Maria … (quasi sviene per lo spavento)

Onesta                 - (al babbo) Va bene così? ……… Come sto?

Antonio               - Vai, che famo un figurone (pacca nel culo). Mi sembri la Brigì Bardò da giovane …..

Francesco            - (si accorgono del malore di Mario) Tonio, corre che il sor Mario un ha retto ‘l colpo. (lo schiaffeggiano) Su, su, sor Mario. Si riabbia che un è niente. (Mario si riprende)

Francesco            - Un se l’aspettava, èh? ….. Ma ancora un è niente …… aspetti di sentilla parlà’.

Antonio               - Su, Onesta, saluta ‘l sor Mario ….

Onesta                 - (prende i lembi del vestito e fa un inchino)Bongiorno sor Mario. Come sta? Io bene, grazie. A casa tutti bene? Si, grazie, anche a casa mia, grazie. (inchino)

Francesco            - (con aria furbetta) Èh? ….. visto che figliola che s’è tirato fòri fra tutti?

Antonio               - Éh? …… Che gli sembra?

Mario                   - (esterrefatto) Un mi rendo conto se sogno o so’ sveglio  (riguarda Onesta) No! Un è possibile ….

Francesco            - E ‘nvece è tutto vero …….

Mario                   - No! … No! Un po’ esse’ vero ….. ora chiudo l’occhi, poi mi sveglio e lei un c’è più …. (riapre gli occhi e piange) No …. È sempre qui …..

Antonio               - Ma certo che è sempre qui. Dove vòle che vada …….

Francesca            - Mi dica ‘na cosa, sor Mario, ‘l sor Rodrigo è spagnolo, vero?

Mario                   - Si, ma è già da tempo che bazzica la nostra zona….

Antonio               - (imperioso) Onesta, fa’ vede’ al signor Mario qualche passo di flamenco.

Mario                   - No, no, non vi disturbate …. Non è il caso ….

Tonio                   - Macché disturbo ……. Se’ pronto Checco?

Francesco            - Vai Tonio, attacca …..

Francesco e Antonio  - (ballano e al ritmo battono le mani) Olé, Olé, Olé ……

Onesta                 - (Canta e raffazzona qualche passo di flamenco) Il matador chi è? Il torero Camomillo, il matador tranquillo, che dorme appena può ……

Francesco e Antonio  - Olé, Olé, Olé ……

Mario                   - (si tappa le orecchie) Basta! ….. basta! …… basta così!

Francesco            - (a Mario) Èh? Che gli sembra? E questo un è niente!  Se vedesse come balla ‘l tango.

Antonio               - (imperioso) Onesta! ….. Balla un tango col sor Mario ……..

Mario                   - (fa per scappare) Ma per carità ….. assolutamente, no! (Onesta prende Mario maldestramente e lo strapazza nel ballo, mentre canta. Cantano anche Checco e Tonio)

Francesco e Antonio  - Spengono le luci, tacciono le voci e nel buio senti sussurrar          - prego, vuol ballare con me? Grazie, preferisco di no, non ballo il tango col casqué, perciò …… grazie, prego, grazie, scusi, tornerò …… (Onesta esegue il casqué. Mario cade per terra)

Mario                   - (Checco e Tonio lo aiutano) Cose da pazzi …... cose da pazzi …..

Antonio               - E questo un è niente, sor Mario ……

Mario                   - (trafelato) No, no ……. Basta così che è anche troppo quello che ho visto……

Francesco            - Èh, no! Ormai ci siamo e deve assiste al pezzo forte dell’Onesta …

Mario                   - Non è che fa pugilato, per caso, vero?

Antonio               - Macché pugilato ….. O che gli sembra una cosa da donne?

Francesco            - (con enfasi) Campione regionale di braccio di ferro. (toccando il muscolo del braccio) Senta qua che robba! Tocchi, tocchi …….. e tocchi …..(Mario tocca)

Mario                   - No, no ……. ma ‘nfatti, si ….. ci credo, ci credo ……. Eh, ….si sente benissimo.

Antonio               - (imperioso) Onesta! Mettiti a sedè’ e fa’ ‘na partita col sor Mario ……

Francesco            - Sor Mario, si metta a sedè’ e dia il braccio a Onesta. (Onesta, con la grazia di un elefante, prende la mano di Mario)

Mario                   - Aih! …. Aih! …. …. Oddio che dolore!..... Oddio! ……. (si liscia il braccio)

Antonio               - Ora un cominciamo a fa’ i ficosi, èh ……..

Francesco            - Pronti? ….. pronti? …… via! …… (Onesta sdraia quasi subito il braccio di Mario)

Onesta                 - (esulta saltellando per la stanza) Vinto …. Vinto …… Vinto ……

Antonio               - (a Mario con disprezzo)  Ma certo che è pappamolla, èh!

Mario                   - Oddio la mi’ manina …….. Oddio ‘l mi’ braccino ……

Antonio               - (a Mario) Ci sa giocà’ a morra?

Mario                   - (ancora piagnucolante per il dolore) Ma io un so manco che robba è la morra.

Francesco            - (imperioso) Onesta! Fa’ una partita a morra col tu’ babbo …….. attacca Tonio ….. (Antonio non sente a sordo e comincia a sparare numeri)

Onesta                 - (Onesta risponde) Cinque …. settte …. due …. quattro ….. sei ….. cinque ………

Mario                   - (urla) Basta! ….. basta! …….. Ho detto basta! …… Ma dove siamo? All’osteria? ……..

Antonio               - Vòle fa’ ‘n tresetti? ….. tre brishe? ….. ‘na scopa a ventuno? ….. guardi che l’Onesta la fregono ‘n pochi a carte, èh ……

Mario                   - Ditemi curioso, èh, ma di cose da donne un sa fa’ niente?

Francesco            - Èh, noo! Mi dispiace ma prima il sor Rodrigo la sposa e poi ci fa tutte le cose che si fanno co’ le donne. (Tassativo) Avanti di sposassi ……. Niente!

Mario                   - Ma che avete capito? Io volevo dì’, cucinare, lavare, stirare, rammendare ……

Antonio               - Veramente a noi c’avevono detto che il signor Rodrigo era ricco sfondato …..

Mario                   - E anche se fosse? Queste so’ qualità che una donna ci deve comunque avé.

Francesco            - Risponda a me, chiacchiera fitto …… È ricco o no?

Mario                   - Certo che è ricco! Ma questo che significa ……

Antonio               - Significa che que’ le cose che ha detto lei le farà la donna di servizio, no? ……

Francesco            - (guarda l’orologio) Oh, madonnina Tonio com’è tardi ……

Antonio               - Che ore so’, Checco?

Francesco            - Quasi mezzogiorno!

Antonio               - (fanno per uscire di fretta. Onesta rimane seduta) ‘Namo, Checco, ‘namo, che è tardi

Mario                   - Ooooh! …. Ooooh, ….. ma dov’andate? ……

Francesco            - Si va via perché a mezzogiorno ci chiude ‘l consorzio e se no dopo pranzo un si pòle seminà’ ……

Mario                   - E l’Onesta me la lasciate qui?

Antonio               - Gli dica al sor Rodrigo che la provi qualche giorno, guardi se gli va bene e poi ci faccia sapé’.

Francesco            - Se un gli andasse bene ci mandate a chiamà che si ritorna subito a piglialla.

Mario                   - Ma come, la provi? Ma se poco fa avete detto che prima del matrimonio ……. Niente!

Antonio               - Ma  se gli da‘na provatina piccina, piccina, mica si sciupa niente, èh ….

Francesco            - Ma che sia piccina per davero, però, èh ……. Senza fa’ i furbi …..

Mario                   - (accompagna Onesta dai due) No, no, per carità! Portate via anche lei. Appena torna ne parlo al signor Rodrigo e se la vòle vedé’ e provà’ vi manderò a chiamà’.

Antonio               - ‘Namo Onesta, forza, su, che se no ci chiude ‘l consorzio (Onesta non si muove) ….. Allora! Caprona! ….. Che sei di bossulo? (Onesta li segue)

Francesco            - Arrivederci sor Mario ….. e ci saluti tanto ‘l sor Rodrigo …..

Antonio               - Si potrebbe anche diventà’ parenti……. Un si sa mai ….

Mario                   - Ve lo saluto senz’altro, state tranquilli ……

Francesco            - (imperioso) Onesta! Saluta ‘l sor Mario, su ……

Onesta                 - (prende i lembi del vestito e fa un inchino) Arivederla sor Mario. (si avvicina a Mario e sussurra ammiccante) Se mi mette ‘na bòna parola col sor Rodrigo ci potrebbe esse’ qualcosa anche per lei …… (mentre gli da un pizzicotto su una guancia) Maschione! (i tre fanno per uscire. Tonio torna da Mario)

Antonio               - ( in confidenza) Mi dica ‘na cosa sor Mario, ma ‘l sor Rodrigo le vòle i figlioli?

Mario                   - Perché mi fa questa domanda?

Antonio               - Perché noi siamo gente onesta ….

Mario                   - E che c’entra col fatto che il signor Rodrigo voglia i figlioli?

Antonio               - Sarebbe meglio che un le volesse.

Mario                   - E perché?

Antonio               - Perché Tanto io che Checco un gli si po’ garantì’ che gli vengono belli ….. Anzi, gli verranno  brutti senz’altro …. (i tre escono)

Mario                   - Boh!… Speriamo che al signor Rodrigo un gli venga in mente d’imparentassi co’ ‘sta gente.

ATTO SECONDO

(entra Rodrigo in accappatoio e ciabatte)

Rodrigo               - Ma sei ancora qui? ….. Non dovevi uscì’? Che t’è successo?

Mario                   - Quando sono risalito per portargli la borsa hanno suonato a la porta.

Rodrigo               - E chi era? Qualcuno che voleva me?

Mario                   - Due uomini che erono venuti per offrigli una ragazza in sposa …. Oddio, ragazza …….. si fa per dì’ …..

Rodrigo               - E com’è? ……. accettabile? ….. Descrivimela …….

Mario                   - (convinto di quello che dice) Indescrivibile signor Rodrigo! …… per rendisi conto la deve vedé’ di persona ……..

Rodrigo               - Che vorresti dì’, che è parecchio brutta?

Mario                   - Brutta??!! ….. Noooo! ….. diciamo che ‘n giro c’è di meglio ….. ‘l nome, però, è tutto un programma.

Rodrigo               - Come si chiama?

Mario                   - Onesta.

Rodrigo               - E chi erono questi che l’accompagnavano?

Mario                   - ‘L babbo e lo zio …. Anche se un so’ riuscito a capì’ chi era ‘l babbo e chi lo zio …… E se devo esse’ sincero, di preciso un lo sanno manco loro. (prende alcune scartoffie e fa per uscire)

Rodrigo               - Allora vai a sentire di queste donne?

Mario                   - Ci vò subito, stia tranquillo. Anche se queste so’ cose che un si dovrebbero fa’ co’ la fretta.

Rodrigo               - Hai ragione, ma dopo tutti questi anni passati senza una donna in casa mi è venuta voglia di farmi una compagnia.

Mario                   - Ho capito ma se un si sposa ‘sto mese si sposerà quest’altro. Che cambia?

Rodrigo               - Ormai che mi so’ho deciso è meglio se la faccio subito. Se la rimando mi potrebbe passà’ anche la voglia.

Mario                   - Ma a la svelta così anche le possibilità di scelta so’ ridotte.

Rodrigo               - Ormai ho deciso. La prima ragazza disposta a sposammi, meglio se bella, se no pazienza, la prendo subito senza fa’ tante storie.

Mario                   - Quello che c’è di sicuro è che lei un ha bisogno di trovalla ricca.

Rodrigo               - Di soldi ce n’ho anche troppi e da solo non le finirei neanche se morissi e rinascessi quattro volte.

Mario                   - Beato lei! (mentre esce) Non vada via, però, èh, resti ‘n casa. Può darsi che vengano altre persone. Ho già sparso voce in giro ….. a dopo (esce da una porta laterale)

Rodrigo               - A dopo …. (suonano alla porta. Va ad aprire) Chi è?

Amerigo              - C’è il signor Rodrigo?

Rodrigo               - Certo che c’è ……. sono io (rientra seguito da un uomo ed una giovane donna) Accomodatevi …… A che cosa devo questa visita?

Amerigo              - (le porge la mano) Sono Amerigo Boscaioli, conte di Spogliano ….. E questa è la mi’ figliola Onesta …

Rodrigo               - (in confidenza) Perché ce n’ha anche altre un pò  ….. come dite voi? ……. così e così?

Amerigo              - Ce l’ho quattro! Ma più o meno so’ tutte a lo stesso pari ……. C’è poca differenza  l’una dall’altra ……..

Rodrigo               - Ah, però! Complimenti alle figlie .... Mettetevi seduti … (si siedono sopra ai cappelli di Checco e Tonio) Allora? A cosa devo questa visita? (si siedono)

Amerigo              - Ho saputo che lei si vuole sposà’ e dato che non è della zona voleva conosce’ qualche ragazza in età da marito.

Rodrigo               - Ah, si ……. Infatti si è già presentato qualcuno ……. Come si chiama la ragazza?

Amerigo              - Gliel’ho detto. Onesta.

Rodrigo               - Siete quelli che poco fa hanno parlato con il mio segretario?

Amerigo              - Mai entrati in questa casa prima d’oggi.

Rodrigo               - Quando si dice il caso. Poco fa è stata qui una ragazza accompagnata dal padre e dallo zio e si chiama Onesta anche lei.

Amerigo              - (si avvicina a Rodrigo, lo prende sottobraccio e mentre si allontana da Onesta gli parla in confidenza) Signor Rodrigo, questa è la moglie adatta per lei. Giovane, bella e di poco consumo.

Rodrigo               - Prima del matrimonio, poi si danno alla bella vita …

 Amerigo             - Pensi che la ragazza gli porta in dote più di venticinquemila euro all’anno di rendita!

Rodrigo               - Corbezzoli! Venticinquemila euro di rendita all’anno un so’ pochi!

Amerigo              - Deve sapé’che è stata allevata risparmiando sul mangià’. È una ragazza abituata a insalate, latte, formaggio, mele …. Non ha bisogno di brodini ristretti, minestrine di orzo perlato, né di tutti quei manicaretti che un'altra donna pretenderebbe.

Rodrigo               - Queste sarebbero cose trascurabilissime …………

Amerigo              - In più rifiuta abiti vistosi e gioielli verso i quali altre dimostrano un'entusiastica inclinazione.

Rodrigo               - Anche queste sono cose trascurabili.

Amerigo              - In più ha una vera avversione per il gioco, cosa poco comune nelle donne di oggi. Ne conosco una nel nostro quartiere che quest'anno ha perso al superenalotto più di ventimila euro.

Rodrigo               - Bruttissimo vizio quello del gioco d’azzardo!

Amerigo              - Faccia due conti  - diecimila euro per il gioco, più altri diecimila di abiti e gioielli fanno ventimila; più altri novemila per il vitto fanno in un anno a più di venticinquemila euro.

Rodrigo               - Il conto è giusto però in quello che ha detto non c'è niente di reale.

Amerigo              - Scusi tanto, èh; un c’è niente di reale in una donna che gli porta in dote una grande accortezza ne lo spende’, una morigeratezza nel vestì’ e l’ rifiuto per il gioco?

Rodrigo               - Si, si ……certo …… (la guarda) e poi è anche una bella ragazza, il che non guasta …..

Amerigo              - Bella? Secondo me è bellissima!

Rodrigo               - Però ho paura che a lei piacciano i giovani …… Io ormai ho una certa età ………

Amerigo              - Lei parla così perché non la conosce …….. Le posso assicurà’ che a lei piaciono gli uomini piuttosto attempati  …….

Rodrigo               - Ma possibile che a lei piaciono gli uomini attempati?

Amerigo              - Proprio così!  ……. E più so’ attempati e più gli piaciono ……. Anzi, più sono vecchi e più ne sente il fascino.

Rodrigo               - Boh! Mi sembra ‘na cosa tanto strana ……

Amerigo              - E non faccia la stupidaggine di sembrà’ più giovane di quello che è.

Rodrigo               - No, no, per questo stia tranquillo che resto così  come sono….

Amerigo              - Anzi, se vuole un consiglio sarebbe meglio se ne dimostrasse qualcuno in più.

Rodrigo               - Per ora, purtroppo, ho questi soli …..

Amerigo              - Pensi che quattro mesi fa, si stava per sposà’ ……….

Rodrigo               - E non si è sposata più?

Amerigo              - Mandò tutto all’aria perché s’accorse che ‘l fidanzato aveva cinquantasei anni e basta e non metteva l’occhiali per legge’ e scrive’.

Rodrigo               - Questa mi rimane nòva per davero ……..

Amerigo              - (guardando Rodrigo dal capo ai piedi) Ecco, lei è senz’altro l'uomo che suscita nell’Onesta l'amore a prima vista.

Rodrigo               - Dice sul serio? ……… Gli sembro messo bene?

Amerigo              - Ma certo!....... Provi un po’ a caminà’ ……… (Rodrigo cammina) Perfetto! Un corpo libero, sciolto, senza manco un difetto …….

Rodrigo               - (si pavoneggia) Si, in effetti ……. ho solo un po’ di catarrro che mi si riaffaccia ogni tanto, ma poi ….. pel resto …….

Amerigo              - Provi un pò a tossì’……… (Rodrigo tossisce)Perfetto! Il catarro non disturba affatto. Lei è molto distinto quando scatarra.

Rodrigo               - Ora però mi dica una cosa           - lei sarebbe d’accordo se la sposassi?

Amerigo              - Certo che so’ d’accordo! Se no mica sarei qui!

Rodrigo               - La ragazza, voglio dire, sarebbe disposta a sposarmi?

Amerigo              - Ma certo che è d’accordo. Glielo chieda ….. glielo chieda, forza…. (i due si avvicinano ad Onesta)

Rodrigo               - Senti cara ….. volevo dirti …… saresti contenta di sposarti?

Onesta 2              - (con tono indispettito) Sposarmi con chi?

Rodrigo               - Ma con me, porco diavolo ………

Lucifero              - (voce Tuonante) Belfagor! ….. Quando ritorni all’inferno si fa i conti!

Rodrigo               - (guardando in alto) Scusa, Lucifero ….. scusa …

Amerigo              - (si guarda in giro) Che è stato? …… Chi è che ha parlato?

Rodrigo               - Ha sentito qualcosa? …….. Saranno i tuoni ……. c’è aria di tempesta in giro.

Rodrigo               - Strano! Pochi minuti fa era tutto sereno ……

Rodrigo               - Allora, Onesta, che mi rispondi?

Onesta 2              - Sposammi con te? ….. levitelo dal capo lillo …… io di nonni ce l’ho già due e mi bastono.

Rodrigo               - Però! Viva la sincerità …….

Amerigo              - (chiama Onesta in disparte) Onesta! Come s’era rimasti prima di venì’ qui?

Onesta 2              - Già, come s’era rimasti? ……. S’era rimasti che venivo a fatti compagnia per andà’ a trovà’ un amico.

Amerigo              - (sempre sottovoce) È questo è l’amico che venivo a trovà’. È lui che c’ha un sacco di soldi e si vòle sposà’ ………

Onesta 2              - Ho capito, babbo, ma per me è troppo vecchio ………

Amerigo              - Meglio, la mi’ cittina, che così mòre presto e te diventi una ricca vedova. (Rodrigo sente e fa le corna)

Onesta                 - E se poi campa? Me lo succhio io! No, no, un se ne fa niente …..

Amerigo              - Ma anche se campasse qualche altro anno faresti comunque la vita da signora.

Onesta 2              - Ma perché un lo fai sposà’ a una de le mi’ sorelle, scusa ….

Amerigo              - Ma me lo dici te chi le piglia quelle! Una è brutta come la fame, una è mezza scema e una un capisce manco a chiamalla.

Onesta 2              - Fa’ come ti pare ma io un lo sposo.

Amerigo              - Io fossi ‘n te lo piglierei. Ma dove ti ricapita uno così con un sacco di soldi.

Onesta 2              - Ma sarà vero poi che questo c’ha un sacco di soldi?

Amerigo              - Ma un l’hai visto che villa che ha comprato in quattro balletti. C’ha la Ferrari, la barca al lago e la casa al mare.

Onesta 2              - E la casa ‘n montagna ce l’ha?

Amerigo              - Questo un lo so ……. però anche se se un ce l’avesse, te la fai comprà’.

Onesta                 - (titubante) Noe, via, un lo posso sposà’, è troppo vecchio per me …….

Amerigo              - Provici, cogliona ……. Un lo perde’ ‘st’affare ……..

Onesta 2              - Te chiacchieri bene, tanto lo dovrei sposà’ io, mica te…….

Amerigo              - Digli che sei disposta a sposallo solo a certe condizioni.

Onesta 2              - E quale sarebbero le condizioni?

Amerigo              - O quali sarebbero? ….. Ma quelle che ‘nteressono a te, no.

Onesta 2              - Ovvia, su, provamoci. Ti voglio fa’ contento, tanto se no mica dai pace………

Amerigo              - Se lo dicessi a le tu’ sorelle farebbero a’ cazzotti per sposallo ….. solo che, (facendo spallucce) so’ come so’…….

Onesta 2              - (decisa e convinta) Se abbocca a quello che gli chiedo, lo sposo. Ma un ci credo che accetti.

Amerigo              - A’ voglia te s’abbocca …. Ma un l’ha’ visto come ti guarda? Ti spoglia co’ l’occhi ……  Te chiede …….. chiede e un avé’ paura …….

Onesta 2              - Tutte un mi verranno, ma se mi scordassi di qualcosa te suggerisci, èh, mi raccomando.

Amerigo              - Va’ tranquilla ……. Che so’ qui io. (Onesta fa per avvicinarsi a Rodrigo. Il padre la chiama) Ah,Onesta ….. guarda di sistemà’ anche le tu’ sorelle e i tu’ fratelli, èh, un ti scordà’.

Onesta 2              - Ho capito però un esse’ noioso, èh.(molto leziosa si avvicina a Rodrigo) Caro Rodrigo, ho riflettuto molto sulla proposta di matrimonio …….. e dopo lunga e tenace lotta contro la mia volontà ……. Ho deciso di accettare ……

Rodrigo               - (le si avvicina gioioso) Tu non puoi capire, mia cara, quanto sia felice per quello che mi hai appena detto …..

Onesta 2              - (lo respinge) Piano, giovanotto, con calma …….. prima bisogna mette’ nero su bianco quello che mi sembra giusto che una signora del mio rango abbia a disposizione.

Rodrigo               - Chiedi pure senza ritegno, cara. Esaudire ogni tuo desiderio sarà per me una gioia.

Onesta 2              - Allora mettiti a sedé’ e comincia a scrive’.

Rodrigo               - (con la penna in mano) Sono pronto ……

Onesta 2              - Io sottoscritto …… Quale è il tuo cognome?

Rodrigo               - Rodrigo Oliveira de Assuncion, conte di Castiglia ….

Onesta 2              - Benissimo! …… Allora, io sottoscritto, eccetera, eccetera, conte di eccetera, eccetera, concedo alla signorina Onesta, non appena ci saremo uniti in matrimonio, i seguenti privilegi. Primo     - Sesso …..

Rodrigo               - Oooooh, brava Onesta, apprezzo con piacere che cominci subito dalla parte più interessante ….

Onesta 2              - (ironica) Calma, ragazzo ….. prima di fa’ commenti aspetta che abbia finito di parla’.

Rodrigo               - Scusami se mi sono lasciato trascinare dall’entusiasmo …..

Onesta                 - Dicevo ….. sesso …. una volta alla settimana …… una settimana si e una settimana no con preavviso di almeno tre giorni …… ed il giorno che si fa lo scelgo io.

Rodrigo               - Ma così mi sembra alquanto restrittivo …….

Onesta 2              - Fammi una proposta te!

Rodrigo               - (supplichevole) Facciamo almeno un giorno tutte le settimane …..

Onesta 2              - Va bene, ma ce lo giocheremo a testa o croce ……

Rodrigo               - Ma figuriamoci, non sono mai stato fortunato al gioco ……

Onesta                 - Tre volte al mese e non se ne parli più! (tra se) Tanto non lo regge l’urto …

Rodrigo               - Se meglio non si può fare ………

Onesta 2              - Cinquemila euro al mese per le piccole spese. Una donna per la cucina, una per le pulizie, un autista e un segretario.

Rodrigo               - Basta così? (il padre di Onesta fa cenno di continuare)

Onesta 2              - Ah ….. un aiuto economico a mi’ fratelli per avvialli nel commercio.

Rodrigo               - Devo aggiungere altro? (il padre fa cenno di continuare)

Onesta 2              - Una buona dote a le mi’ sorelle per falle sposà’, (al padre) se no chissà chi le piglia.

Rodrigo               - Se hai qualche altro desiderio, non fare complimenti …… (il padre fa cenno di continuare)

Onesta 2              - Naturalmente i vestiti, le borse, le scarpe e i gioielli sono a carico tuo ….

Rodrigo               - Naturalmente ….. certo ….. Dimentichi nulla?

Onesta 2              - Per ora mi sembra che basti ……  (il padre indica se stesso) Ah, no, dimenticavo …….. un vitalizio mensile di almeno tremila euro a testa per mio padre e mia madre ….. Ho finito.

Rodrigo               - Tuo padre ha ragione, non sei affatto una ragazza pretensiosa. Lì per lì ho pensato che tu fossi la solita bambina viziata, ed invece devo dire che sei molto altruista. ….. brava!

Amerigo              - Ormai che ci siete fissate anche la data delle nozze così non ci pensate più.

Rodrigo               - Giusto …. (a Onesta) A te quando andrebbe bene?

Onesta 2              - Non ho preferenze. Decidi te.

Amerigo              - Perché non fate il 21 aprile. Comincia la primavera …

Rodrigo               - Perfetto! Vada per il 21 aprile.

Onesta 2              - Naturalmente tutte le spese per le nozze saranno a carico tuo. Addobbo della chiesa, vestiti, pranzo e luna di miele in crociera ai caraibi …..

Rodrigo               - Ma certo! …. Si capisce ……

Onesta 2              - E prima possibile mandami a casa diecimila euro per le piccole spese dei preparativi.

Rodrigo               - Non dubitare, prima di stasera li avrai.

Onesta 2              - Ah! ... aggiungi anche, salvo dimenticanze o ripensamenti da parte della futura sposa, sopradetta (Rodrigo scrive).

Rodrigo               - Fatto! Possiamo firmare l’accordo.

Onesta 2              - E allora firma te, che poi firmo io (Rodrigo e Onesta firmano)

Amerigo              - Per i certificati di Onesta del comune e della parrocchia ci penso io.

Rodrigo               - Non vi disturbate. Incaricherò il mio segretario. I miei i sono già pronti. Me li sono fatti fare prima di venire qui.

Onesta 2              - Allora ci vediamo, Rodrigo, a presto …..

Rodrigo               - A presto mia cara …… (le prende una mano e la bacia appassionatamente) ti aspetterò con ansia.

Onesta 2              - (mentre si pulisce la mano) Quello che ti raccomando, Rodrigo, è di non esse’ appiccicoso, perché a me non mi so’ mai piaciuti tanti sbaciucchiamenti.

Amerigo              - (gli da la mano) Arivederci ….. genero ……

Rodrigo               - Arivederci ….. sòcero …… (riprende la mano di Onesta e la bacia) Ciao …. (estasiato) donna Onesta …..

Onesta 2              - (mentre si pulisce di nuovo la mano) Ciao, òmo bavoso …..

Rodrigo               - Stasera verrò a a casa tua e ti porterò i soldi che hai chiesto.

Onesta 2              - Non cominciano a scassà’ le scatole avanti e ‘ndietro, èh. Te sta’ a casina tua che ci si rivede il giorno de le nozze.

Rodrigo               - Allora arrivederci al 21 aprile. La cerimonia la facciamo qui. Voglio che sia una cosa molto intima.

Onesta 2              - Sta’ tranquillo che ci sarò ….. ciao …..

Rodrigo               - E per i soldi che devi avere?

Onesta 2              - Me le fai portà’ da qualcuno di fiducia. (Onesta ed il padre escono)

Rodrigo               - Però! Tenace la ragazza! (entra Mario da una porta laterale)

Mario                   - Ho fatto a la svelta, signor Rodrigo?

Rodrigo               - Forse anche troppo. In Quante ragazze hai potuto contattare in così poco tempo?

Mario                   - Infatti non ho contattato nessuno …… Ho fatto di meglio.

Rodrigo               - Che significa ho fatto di meglio?

Mario                   - Significa che ho parlato con  le quattro migliori pettegole del paese ……. Stia sicuro che nel giro di poche ore ci sarà la fila alla porta.

Rodrigo               - Ti ringrazio per l’interessamento, ma non c’è più bisogno che veda nessuno.

Mario                   - Un si vòle sposà’ più?

Rodrigo               - Certo! Ma stavo per dirti che ho già scelto la donna e fissato la data delle nozze.

Mario                   - E quando l’ha conosciuta?

Rodrigo               - Poco fa. È venuta qui in casa accompagnata dal su’ babbo.

Mario                   - Complimenti per la velocità! Nemmeno don Giovanni avrebbe fatto meglio.

Rodrigo               - (mentre esce) Ora tocca a te. Mettiti d’accordo con lei e la famiglia per organizzare il tutto ……… Io vò a vestirmi …… devo uscire (esce)

Mario                   - (va verso la porta dove è uscito ) Ho capito, ma se un mi dice chi è con chi mi metto d’accordo?

Rodrigo               - (fuori scena) Hai ragione ….. si chiama Onesta. È qui del paese. Sicuramente la conosci conosci, anche te.

Mario                   - (Mario torna a sedere alla scrivania) La conosco si! …. E come si fa a dimenticassi d’una passera  come quella ……. volevo dì’, d’una donna come quella, …. (tra se) Però un mi capacito di che c’ha visto di tanto speciale ….. Boh!

Rodrigo               - (si affaccia sulla porta) Sopra la scrivania c’è il contratto di matrimonio e se alle volte dovesse tornare la signorina Onesta, oppure ‘l su babbo, e dovessero fare qualche altra richiesta, non ti mette’ a fa’ storie. Aggiungi tutto quello che chiedono.

Mario                   - Stia tranquillo. (tra se) Figuriti se mi metto a fa’ storie. Mica spendo i mia i soldi.

Rodrigo               - (fuori scena) Prima possibile fai le comunicazioni al Comune e alla Chiesa …. Ci sposiamo il 21 aprile.

Mario                   - Bene! Così festeggia l’arrivo de la primavera a la grande.

Rodrigo               - E prima di sera fagli avere diecimila euro in contanti per le piccole spese dei preparativi.

Mario                   - Stia tranquillo che provvederò ……. 

Rodrigo               - Ah, e occupati anche dei certificati di Onesta. Ho promesso che ci avrei pensato io.

Mario                   - Ci vado prima che chiudano gli uffici. 

Rodrigo               - E di al parroco che se fosse possibile vorrei fare una cerimonia piuttosto intima. Qui, in casa mia …… E lasciagli un migliaio di euro per le elemosine. (esce)

Mario                   - Ci penso io. Vada tranquillo. (si sente bussare alla porta)

Francesco            - Permesso, si pòle?

Mario                   - È aperto?

Antonio               - C’è la porta spalancata.

Mario                   - Allora si pòle! ….. avanti …. (Checco e Tonio entrano) Guarda chi c’è, ‘l gatto e la volpe. Senz’altro si so’ scordati di qualcosa e so’ ritornati per falla aggiunge’ al contratto.

Francesco            - Aribongiorno sor Mario.

Mario                   - Aribongiorno anche a voi ….. (sorride con ironia) Dite la verità, vi siete dimenticati di qualcosa?

Antonio               - Èh,si! …… quando siamo andati via ci siamo scordati di piglià’ i cappelli.

Mario                   - A dì’ la verità non mi so’ neanche accorto che ce l’avevi. Dove l’avevi appoggiati?

Francesco            - (guardano sulle sedie) Eppure s’erono appoggiati per qui …..

Antonio               - Eccoli qui, Checco, mi’. (ognuno prende il suo cappello e li mostrano a Mario)

Francesco            - So’ diventati come du’ crostate poco cotte e senza marmellata.

Antonio               - A me mi sembrono più du’ ciambelle senza buco.

Mario                   - (sorridendo con aria interrogativa) Allora gliel’avete fatta, èh? Vecchie volpi ….

Francesco            - Gli s’è fatta si, ma pelo, pelo, èh.

Antonio               - Bastava s’arrivasse du’ minuti più tardi e ’l consorzio si trovava co’ la porta nell’uscio.

Mario                   - Non cercate di cambià’ discorso perché avete capito benissimo di che parlo.

Francesco            - Un lo so te Tonio, ma io …….. cecatimi se ho capito di che parla! …..

Antonio               - Un ’ho capito manco di che chiacchiera ……..

Mario                   - Dai, che avete capito che parlo de le nozze dell’Onesta, su ……

Francesco            - Ma di quale Onesta? La nostra Onesta?

Mario                   - Certo! Io un ce l’ho ‘na figliola che si chiama Onesta.

Antonio               - (titubante) Se un ho capito male, ho capito che l’Onesta si sposa. Ho capito bene?

Mario                   - (si altera) Ascoltatemi bene, se siete tornati qui per pigliammi pel culo avete sbagliato giorno. Ditemi a la svelta di che vi siete scordati che ce l’aggiungo e un se ne parla più…. Forza, su.

Francesco            - Ma lei lavora anche pel Consorzio?

Mario                   - No! Non lavoro pel consorzio …….. Ma poi che c’entra ‘l consorzio.

Antonio               - C’entra, perché se lei ci riaprisse ‘l consorzio gli si farebbe aggiunge’ all’elenco de le cose che ci devono portà’ a casa, mezzo quintale di seme d’erba medica.

Francesco            - Ma se è una cosa che un si pòle fa, un fa niente, èh. Vorrà dì’ che l’erba medica la semineremo un’altra volta.

Antonio               - (a Checco) Domani senz’altro no, perché ‘l colonnello Bernacca a le previsioni del tempo ha messo acqua.

Mario                   - (mette le mani congiunte e alza lo sguardo al cielo) Oddio, Signore che passione! (tra se mentre cerca il contratto tra i fogli) Io mi domando perché ‘l signor Rodrigo ha deciso di sposà’ l’Onesta con tante ragazze che ci so’ ‘n giro. (legge il contratto)

Francesco            - Èh Tonio, lo sai che pensavo? Che se ‘l signor Mario è tanto gentile da riaprìcci ‘l consorzio, ci farei mette’ anche un ballino biada ……

Antonio               - È vero Checco! Lo vedi quante cose ci s’era scordati? Meno male che noi si va sempre ‘n due.

Francesco            - Allora famogli segnà’ anche ‘l concime pe’ l’olivi, che così un ci si sta a ritornà’ un'altra volta.

Antonio               - E la semola e ‘l tritello pe’ le galline ‘n do’ le metti? …..

Francesco            - ‘N dove l’s’è sempre tenuto! Nel granaio, no?

Antonio               - Volevo dì’ che tanto che ci siamo famoci portà’ anche la semola e ‘l tritello ……

Mario                   - (si sta arrabbiando e alza la voce in crescendo) Ascoltatemi bene       - io in genere so’ un òmo che ha tanto pazienza …… ma non quando c’ho parecchie cose da fa’. E allora, o voi la fate finita di pigliammi pel culo e mi dite che volete aggiunge all’elenco, o vi zeppo fòri di casa. Intesi?

Francesco            - ‘L sor Mario ha ragione, Tonio. Un gli si possono dì’ le di cose un po’ a la volta e un pochine per uno. Parlamo uno solo che lui senz’altro capisce meglio.

Antonio               - Mi sembra giusto, Checco! Allora scriva            - un quintale di seme d’erba medica, (Mario si dispera) mezzo quintale di biada, tre quintali di concime pe’ l’ olivi e una balla di semola e tritello pe’ le galline ….. basta così, grazie.

Mario                   - (calma il tono della voce) Allora, facciamo in un altro modo. Ora vi leggo l’elenco delle cose che avete chiesto ….

Francesco            - Bravo sor Mario! Così mentre lei legge se ci viene ‘n mente qualche altra cosa ci s’aggiunge …… Sta’ attento anche te Tonio però, èh. (si aggiustano sulle sedie)

Antonio               - Siamo pronti …….. vada sor Mario ……..

Francesco            - Gliela posso fa’ ‘na domanda sor Mario?

Mario                   - (spazientito) Avanti, mi dica.

Francesco            - Ma se lei un lavora al consorzio, come fa a avecci l’elenco de la robba che s’è ordinata?

Mario                   - (incazzato da un pugno sopra alla scrivania) Ora basta! Non vi leggo più niente neanche se vi vedo morì’ agganghiti e l’elenco rimane quello che è. Peggio per voi se vi siete dimenticati qualcosa.

Antonio               - (supplichevole) Un ci faccia così, sor Mario, su, cominci a legge’. (mentre mostra un pugno a Checco) E te Checco se ti sento rifiatà’ ti do ‘n cazzotto nel capo che t’allucchisco ……

Francesco            - Ma chi ha fiatato?

Antonio               - Vada pure sor Mario, vada, che a lui ci penso io.

Mario                   - Dunque … io sottoscritto, eccetera, eccetera, conte di eccetera, eccetera, concedo alla signorina Onesta, non appena ci saremo uniti in matrimonio, i seguenti privilegi. Primo   - Sesso …..

Francesco            - E che robba è ‘l sesso, Tonio? (Mario da segni di irrequietezza)

Antonio               - O che ti devo dì’ Checco, sarà qualche seme nòvo d’erba medica che viene dall’America.

Mario                   - (urla) Silenzio! ….. sesso ……. tre volte al mese ……

Francesco            - Sie, che io mi metto a seminà’ tre volte al mese l’erba medica ….. pòro scemo ……

Mario                   - Sesso … tre volte al mese ….. Giocato, però, a testa o croce …..

Antonio               - Ma un si potrebbe fa a tresette?

Mario                   - Silenzio! ……… tanto questa è una cosa che deve fa’ l’Onesta e non voi.

Francesco            - Ah, se se la piglia lei la briga di seminà’ tre volte al mese l’erba medica per noi un ci so’ problemi. Vero Tonio?

Antonio               - Ah, ci credo! Per me pòle seminà’ ‘l sesso anche tutt’i giorni ….

Francesco            - E poi l’Onesta a tressette se la cava più che bene.

Mario                   - Cinquemila euro al mese per le piccole spese …….

Antonio               - (serio) Checco, dammi retta, noi bisogna cambià’ consorzio, ‘n tutt’i modi. Questo è diventato caro ‘nguastito. Ma ti pare cinquemila euro al mese pe’ le piccole spese.

Mario                   - (urla) Ho detto che dovete sta’ zitti ……… Una donna per la cucina, una per le pulizie, un autista e un segretario.

Francesco            - E che ci fanno con tutta ‘sta gente al consorzio?

Antonio               - Si vede che vogliono mette’ su anche un ristorante …. Un ha’ sentito che cercono anche ‘na cuoca ….

Francesco            - Auh! ……. Chissà chi gli ci va a mangià che so’ cari ‘ncancheriti …..

Mario                   - (urla come un indemoniato) La fate finita o smetto di legge’?

Antonio               - (a Checco) Un colpo quanto bercia! ……. Ma la lingua un gli si secca mai ……

Mario                   - Allora! Devo smettere?

Antonio               - Per me pòle seguità’ fino a domani …..

Mario                   - Un aiuto economico ai fratelli per introdurli nel mondo del commercio ……

Francesco            - (a Tonio) Ma a’ fratelli di chi?

Antonio               - Senz’altro a’ fratelli del direttore. Si vede’ che gli vòle fa’ aprì’ un po’ di consorzi nòvi

Mario                   - Una dote per le sorelle …...

Francesco            - (a Tonio) Ma a le sorelle di chi?

Antonio               - Uuuuh, bene! Ma a le sorelle del direttore, perdio, no…….

Francesco            - Ma quanti so’ ‘n famiglia? ….. Un reggimento?

Antonio               - Ma ci stai zitto e lasci parlà’ ‘l sor Mario.

Mario                   - I vestiti, le borse, le scarpe e i gioielli sono a carico dello sposo….

Francesco            - Èh Tonio, ma te l’ha’ capito chi è che si sposa?

Antonio               - Ma ci stai un pochinino zitto, per piacere …. Si sposerà ‘l figliolo del direttore, no? …

Mario                   - Un vitalizio mensile di tremila euro per il padre e la madre …..

Francesco            - Ha’ sentito Tonio quanto aumentono la pensione al babbo e a la mamma? ……. Meno male ….

Antonio               - Ma mica l’aumentono al babbo e a la mamma nostri …

Francesco            - E a chi l’aumentono, allora?

Antonio               - Secondo me a quelli del direttore ….

Francesco            - Ma chi è ‘sto direttore che danno tutto a lui? ‘L duce?

Antonio               - Senta sor Mario, noi fin’ora siamo stati zitti e s’è ascoltato, ora però deve fa’ dì’ qualcosa anche a noi …..

Mario                   - No! Non ho finito ….….. Le nozze sono fissate per il 21 di aprile ……

Francesco            - (a Tonio) Ma le nozze di chi, perdio?

Antonio               - Ah, ma allora sei tonto, èh! (urla vicino ad un orecchio) T’ho detto che sposa ‘l figliolo del direttore …..

Mario                   - Le spese per le nozze saranno a carico dello sposo …… Addobbo della chiesa, vestiti, pranzo e luna di miele in crociera ai caraibi …..

Francesco            - E che so’ i Caraibi?

Antonio               - Ma m’è sembrato di sentì’ che è una qualità nòva di carciofi ….

Mario                   - (urla) Ho detto …. Tutto questo sarà a carico de lo sposo …..

Francesco            - Tutto a carico de lo sposo? …. ma ‘sto pòro ragazzo lo mettono ‘n disgrazia con tutte ‘ste spese .…..

Antonio               - Ma tanto mica paga lui …

Francesco            - E chi paga?

Antonio               - Pagherà ‘l direttore, no? ……….. senta sor Mario noi si vorrebbe di’ qualcosa …..

Mario                   - (urlando) No! Non ho finito …….

Francesco            - (urlando a Tonio) Ha detto che un ha finito …….

Antonio               - (urla anche lui) Ho sentito, ma io che gli posso fa’? … Che c’ho colpa io se un ha finito.

Mario                   - Entro stasera saranno recapitati a casa della sposa diecimila euro per le piccole spese dei preparativi.

Francesco            - (a Tonio)  Ma me lo dici ‘sto pòro ragazzo ‘n dove le trova tutti ‘ste soldi?

Antonio               - Ah, ma allora se’ duro, èh ….. t’ho detto che paga ‘l direttore ……

Mario                   - Ho finito….. c’è qualcuno che vòle domandà’ qualcosa?

Antonio e Francesco  - (alzano la mano contemporaneamente) Noi!

Mario                   - Parlate pure, ma uno per volta.

Antonio               - (a Checco) Parlo prima io che so’ più vispo di te……

Francesco            - Va bene, parla te …… ma fatti capì’ però, èh ….

Antonio               - (a Mario) Volevo dì’ …. Che è giusto che uno si sposi e faccia le cose al meglio ….. ma ora mica ci vorrà fa crede’ che tutta ‘sta robba s’era ordinata noi, èh?

Mario                   - Certo che non l’avete ordinata voi. È stata l’Onesta.

Francesco            - (meravigliato) L’Onesta chi? La nostra figliola?

Mario                   - Proprio lei! E non c’è nemmeno andata di scartina ……

Antonio               - Già! Mi sembra anche a me.

Francesco            - (a Tonio) Ma scusa, èh, ma quando ci sarebbe andata a ordinà’ ‘sta robba che è stata sempre con noi?

Antonio               - O che ne so!  Però se ‘l sor Mario dice che è stata lei, vòl dì’ che ‘l tempo per andacci l’ha trovato …...

Francesco            - (incazzatissimo) Ora quando la chiappo la scostolo ….. ‘sta disgraziata …

Antonio               - Chiamela e falla venì’ su che tanto è giu fòri che c’aspetta ….(Checco si alza)

Mario                   - (seccamente) Fermo lì….  Si rimetta a sedé …… Prima che ricominciate a fa’ casino voglio sapé’ se devo aggiunge’ qualcos’altro all’elenco.

Francesco            - Ah, ma allora questo è proprio duro, èh …… O ridiglielo, Tonio, via, fa ‘sto sforzo.

Antonio               - O vediamo se ‘sta volta gliela famo a capissi …….mezzo quintale di seme d’erba medica, (Mario si dispera) mezzo quintale di biada, tre quintali di concime pe’ l’ olivi e una balla di semola e tritello pe’ le galline. (Checco si affaccia dalla porta che da sulle scale)

Francesco            - (urla) Onestaaaa …… Onestaaaa …… Onestaaaa …….

Voce di uomo fuori campo    - Nel palazzo un c’è nessuna di Onesta ……

Francesco            - O bravi cornuti! …… Onestaaaaa, ci vò’ venì’ su, si o no …….. ti venissero i pollini (entra Onesta)

Onesta                 - Ma si pòle sapé’ che avete da bercià’? …… Berci ….berci …. Ma che siete a casa vostra?

Antonio               - Per ora no, ma tra poco, quando ti sei sposata col sor Rodrigo, si.

Francesco            - (fa segno a Tonio di avvicinarsi) ….. Èh Tonio, quando l’Onesta s’è sposata, (indica Mario) noi ‘sto noioso lo mandamo via come un cane, èh.

Antonio               - Subito! La prima cosa che si fa! ….. figuriamoci se si tiene ‘ntorno ‘na lagna così.

Onesta                 - Allora, si po’ sapé’ perché m’avete chiamato?

Francesco            - Ah, già! …… (con tono di rimprovero) Spieghimi ‘n po’ perché avresti ordinato tutta quella robba al consorzio? ……

Antonio               - (urla)  Che t’ha dato di volta ‘l cervello?

Onesta                 - O cosino, un bercià’ èh, che io al consorzio un ho ordinato niente ……

Mario                   - Signorina Onesta (lei fa un inchino), un dia retta a loro, ascolti me che gli spiego di che si tratta.

Onesta                 - Forse è meglio perché co’ ‘ste du’ bifolchi mica ci si cava niente, sa ….

Mario                   - Poco fa ho letto al su’ babbo e al su’ zio, l’elenco di tutto quello che il signor Rodrigo le darà dopo che si sarà sposata con lui.

Onesta                 - (meravigliata) ‘L sor Rodrigo mi sposa? (va verso la porta da cui è entrata) Mammaaa ….. mammaaa ……. Corre, vieni su che ti devo dì’ ‘na cosa …… mammaaa ….. (Checco e Tonio si danno ad un ballo sfrenato)

Antonio e Francesco  - Larà, larà, larà …. la raspa del Canadà ….…. Larà, larà, larà …. la raspa del Canadà ….

Mario                   - Signori!!!! …… Signorina Onesta!!!!! …… Contenetevi nell’entusiasmo. Ma dove credete di esse’? In questo palazzo abitano tutte persone rispettabili. (Checco e Tonio smettono di ballare)

Antonio               - A me un mi sembra! Lo dicono anche quelli che ci stanno di casa che un c’è ‘na donna onesta manco a pagalla.

Mario                   - Comunque cercate di sta’ calmi e contenetevi lo stesso.

Onesta                 - (piena di entusiasmo) Dov’è ‘l sor Rodrigo che gli voglio da’ subito un bel bacio?

Francesco            - (a Onesta) Stammi a sentì’ cosina, un cominciamo co’ le cose zozze, èh. I baci gliele darai quando ti sarai sposata ….. ora mettiti a sedè’ e un fiatà’ più …. (Onesta si siede in disparte)

Antonio               - Te sta’ zitta e bòna che noi l’interessi nostri si sanno fa’ da noi. (entra Pompilia, la mamma)

Pompilia              - Permesso, si pòle? …… (in mano ha una borsa da spesa)

Francesco            - Si pòle si! ….O che discorsi fai, èh, siamo o un siamo ‘n casa de la nostra figliola?

Pompilia              - L’ ha comprata l’Onesta ‘sta casa? (si guarda intorno) E chi gliel’ha dati i soldi?

Antonio               - Macché comprata. Tra poco diventa casa sua perché si sposa ….

Pompilia              - E con chi si sposa? Col figliolo de la pòra schifosa?

Francesco            - Ma camina, strulla …… Si sposa col padrone di ‘sta casa, no?

Pompilia              - (a Tonio indicando Mario) Come si chiama ‘sto giovanotto?

Antonio               - Si chiama Mario. (Pompilia va da Mario, lo bacia e lo riempie di pacche sulle spalle)

Pompilia              - E bravo ‘l mi’ Mario. Vedrai quante cosine bòne da mangià’ ti farà’ la Pompilia …… ti piaciono  i pici co’ la nana? ….Èh? Ti piaciono?

Mario                   - (tenta disperatamente di toglierla di torno) Signora, io non sono ….. ( e giù baci e pacche) Signora guardi che si sta sbagliando …..

Pompilia              - Un ti piaciono? Allora vòl dì’ che ti farò la pasta fatta ‘n casa col sugo di budelli di pollo.

Mario                   - Signora, per favore, la smetta perché un so’ io quello …….

Pompilia              - Sei cagionevole di stomaco? Un ti preoccupà’ che ti fo i frascarelli col brodo di gallina.

Francesco            - Pompilia, falla finita per piacere che lui un c’entra niente …..

Pompilia              - (sempre a Mario) Ma che fai ‘l vergognoso co’ la tu’ sòcera? ….. Qua, dammi un altro bacio ……

Antonio               - (urlando) Pompiliaaaa, smettela di fa’ tutte ‘ste sguerguenze che lui un la sposa l’Onesta.

Pompilia              - (incazzata nera a Mario) Un la sposi più? ….. Brutto ‘gnorante, seccapoderi che un sei altro. Allora ti sei approfittato perché ci volevi provà’ con me, èh? (fa l’atto di dargli una borsata. Francesco la blocca) Ma io ti scostolo, sa’ …….

Francesco            - Ma la vòi fa’ finita o no? …… un è lui che deve sposà’  l’Onesta. È un altro cristiano.

Pompilia              - (sorpresa) Un è lui? …. E allora chi è?

Antonio               - È uno che si chiama Rodrigo.

Pompilia              - Auh! Poretti a noi! .….. ‘l nome fa schifo e senz’altro un sarà manco bello ……  (burbera a Mario) E te un lo potevi dì’ che un eri lo sposo? …. che sei muto?

Mario                   - C’ho provato, ma lei un m’ha dato ‘l tempo.

Pompilia              - (incazzata nera) Allora è vero che ci volevi provà, èh?  Un ti riazzardà’ mai più, èh, perché se ti riaccosti ti rendo invalidi un braccio e ‘na gamba.

Mario                   - (mezzo impaurito a Pompilia) No, no, stia tranquilla. Però anche lei stia lontana da me.

Pompilia              - ‘Nsomma quando si pòle conosce’ ‘sto genero?

Francesco            - A dì’ la verità ancora un s’è visto manco noi, ma prima o poi si farà vivo, perdio.

Mario                   - Se mi scusate un attimo vò di là a prende’ una cosa che il signor Rodrigo ha detto di consegnarvi …… Non andate via per favore.

Antonio               - E chi ci smòve di qui? Manco le cannonate.

Pompilia              - (a Onesta) A te ti piace?

Onesta                 - Ma che mi deve piacé’?

Pompilia              - I fichi secchi co’ la mandola! …..‘L tu’ fidanzato, sciorna! Quello che devi sposà’.

Onesta                 - E chi lo conosce!

Pompilia              - Ma come?…. Sposi uno che manco conosci e un hai mai visto?

Antonio               - Zittiti Pompilia, che questo c’ha più soldi lui che  corni tre vagoni di lumache …..

Pompilia              - (convinta) Ah, allora mi zitto. Per me potrebbe anche esse’guercio e co’ pidocchi, che m’andrebbe bene senz’altro….

Onesta                 - (battendo i piedi bizzosa) Io se prima un lo vedo un lo voglio sposà’.

Francesco            - Ma se du’ minuti fa saltellavi come un capretto da la contentezza che ti sposavi.

Onesta                 - C’ho ripensato! Prima voglio vedé’ com’è.

Pompilia              - Ma che te ne frega com’è. Ormai un è tempo di mettisi a sceglie’?

Onesta                 - Èh già, ma a letto con lui ci devo andà’ io, però …….

Antonio               - Io ‘nvece so’ nel cuore a lui che deve venì’ a letto con te!

Onesta                 - E se poi è brutto? (battendo i piedi bizzosa) Prima lo voglio vedé’.

Francesco            - A me mi sembri scema! ….. Ma l’hai capito o no che questo è un gran quattrinaio?

Onesta                 - A me un me ne frega niente. Prima lo voglio vedé’.

Antonio               - Secondo me, ‘nvece, è meglio se prima un ti vede ….. C’avesse a ripensà’.

Onesta                 - (risentita) Che vorresti dì’ co’ ‘sto discorso?

Francesco            - ‘L tu’ babbo voleva dì’ che è meglio se ti vede la mattina de le nozze col vestito bianco e ‘l velo. Per lui ‘l colpo sarà più grosso.

Antonio               - Speriamo che quando ti vede un gli pigli per davero un colpo. Altro che discorsi …..

Onesta                 - Tanto io un vò via di qui se prima un lo vedo.

Pompilia              - Ma certo che però sei tignosa, èh.

Onesta                 - (battendo i piedi bizzosa) No, no e no. Ho detto che prima lo voglio vedé’.

Pompilia              - Te seguita a aspettà’ ‘l principe azzurro che vedrai quando lo pigli marito …..

Onesta                 - Prima guardo com’è e se un mi piace un lo sposo.

Francesco            - Stammi a sentì’, cosina, ma mica tante le volte stamani avrai voglia per davero di facci girà i coglio.…. le scatole, èh?

Pompilia              - Te ‘sta volta ti sposi e zitta ….. ma un ti sei accorta che a momenti sei da pensione? …..

Antonio               - Du’ anni fa un volesti sposà’ ‘l sor Ugenio perche dicevi che era troppo vecchio ……

Pompilia              - (dispiaciuta) E ha tre’ anni meno di te ……

Francesco            - E pensà’ che c’ha un poderino quasi tutto a vigna che è le sette meraviglie …..

Antonio               - L’anno scorso un volesti sposà’ ‘l sor Carlo perché secondo te scatarrava di continuo ...

Pompilia              - Capirai!!!! ….. (a Onesta)  te se’ sempre co’ diti nel naso!

 

Francesco            - (dispiaciuta)  E pensà’ che lui è ‘l padrone di mezzo Chianciano …… (rientra Mario. Ha con se una busta)

Antonio               - Riecco ‘l sor Mario, mi’ ……… ‘spetta ‘n po’ che m’è venuta ‘n’idea …. Senta ‘na cosa sor Mario, ma mica tante le volte c’ha ‘na fotografia del sor Rodrigo?

Mario                   - Forse si. M’è sembrata d’avella vista una nel cassetto de la scrivania.

Pompilia              - (a Onesta) Così ‘sta piattula si da per vinta e spunturimo ‘sta faccenda. (Mario prende la foto e la da a Pompilia)

Mario                   - A che vi serve ‘na fotografia del signor Rodrigo?

Francesco            - (a Onesta) Per falla vedé’ a ‘st’imbecille. Ha detto che prima di sposallo lo vòle vedé’. (Mario consegna la foto a Onesta)

Mario                   - Ma senti! …. Io avrei giurato ‘l contrario ….

Pompilia              - Che vorrebbe dì’?

Mario                   - Che se fossi stato il signor Rodrigo prima di sposà’ l’Onesta l’avrei voluta vedé’.

Antonio               - (a Mario) Secondo lei è un po’ bruttina, èh?…..

Mario                   - (imbarazzato) Oddio …… come si po’ dì’ …… ….. un è Roma …… ‘nsomma.

Pompilia              - (incazzata nera gli da una borsata) Ma senti ‘sto sciancicato che discorsi che fa! ….. parli proprio te che un ti sei mai sposato perché sei più brutto d’una spinta al buio?

Mario                   - (mentre sta porgendo la busta) Chi è ‘l babbo dell’Onesta che non mi ricordo?

Francesco            - (alza la mano solerte) Io! (intanto Pompilia e Onesta guardano e commentano la foto in disparte)

Antonio               - (a Checco) Èh, te! Ma ‘na volta un ‘sera stabilito che ero io‘l babbo?

Mario                   - Se non ricordo male anche a me sembra che ‘l babbo era il signor Antonio.

Antonio               - (a Mario) E poi se un ci crede, vada a vedé’ ‘n comune chi c’è segnato di babbo …..

Francesco            - (a Mario) No, no …… ha ragione Tonio. ‘L babbo comunale è lui ……

Mario                   - (da la busta ad Antonio) Qui dentro ci sono diecimila euro per le piccole spese.

Antonio               - Pe’ le spese de la robba che s’è ordinato al consorzio?

Mario                   - Per favore, non ricominciamo con la storia del consorzio, èh … Questi sono soldi per le piccole spese del matrimonio.

Francesco            - Fregna, nonna! ‘L sor Rodrigo un si vòle fa coglionà’, èh …….

Mario                   - Dunque, ascoltatemi bene. Per i certificati di Comune e Chiesa penso tutto io. Voi basta che vi presentate il 21 di aprile per le nozze.

Antonio               - Dove ci si deve presentà’?

Mario                   - Qui, in casa  del signor Rodrigo. La cerimonia si farà qui. E ora andate, su. Arrivederci.

Francesco            - Boh! Contento lui! ….. A noi basta che ci sposi la figliola, poi le nozze le pòle fa’ dove gli pare …… anche dentro a ‘na concimaia.

Antonio               - (a Mario) Allora ci si vede ‘sta primavera …….. Arrivederci…..

Mario                   - Ma quale primavera! ….. Il 21 aprile è tra pochi giorni ……

Francesco            - Stia tranquillo. Si finisce di potà’ l’olivi, ci si mette ‘l vestito de le feste e si viene a le nozze ……

Onesta                 - (bizzosa guardando la foto) Io un lo sposo. A me questo un mi piace.

Pompilia              - Èh, no? Te questo ‘nvece lo sposi, se no da’ schiaffi ti fò ‘l culo rosso come un pomodoro maturo.

Onesta                 - Ho detto di no e un lo sposo. (Tonio, Checco, Onesta e Pompilia escono)

Pompilia              - No, te lo sposi se no da le botte ti sguscio come un conigliolo …….

Onesta                 - Ho detto di no. Un lo sposo manco se vi vedo schiantà’ tutti e tre.

Fine secondo atto

ATTO TERZO

È arrivato il fatidico giorno delle nozze. Siamo sempre nella casa del signor Rodrigo. Da una porta laterale entra Rodrigo. Indossa un abito scuro.

Rodrigo               - Mario …… Mario …… (da un’altra porta laterale entra Mario)

Mario                   - Dica signor Rodrigo …..

Rodrigo               - Allora, è tutto a posto? Sei passato dal gioielliere per le fedi?

Mario                   - Le ho prese ieri sera.

Rodrigo               - Il prete quando arriva?

Mario                   - Dovrebbe esse’ qui a minuti. Gli avevo detto che fosse venuto prima se voleva fa’ qualche prova.

Rodrigo               - Bene ….. la sposa e i parenti quando arrivano?

Mario                   - Veramente dovevono esse’ già arrivati. So’ passato da casa e gli ho detto di esse’ qui alle dieci precise.

Rodrigo               - Arriveranno …..Ci sarà stato qualche contrattempo.

Mario                   - Se vòle vò a vedé che è successo ……. Perché ho come l’impressione che quella gente sia un po’ …. come si dice …… un po’ troppo a la bòna ……

Rodrigo               - Ma che dici Mario. Loro si sanno destreggiare benissimo anche nei più complicati cerimoniali. Appartengono ad una antichissima famiglia di nobili origini.

Mario                   - (tra se) Si! So’ principi de l’erpico e conti de la vanga …..

Rodrigo               - Come hai detto che non ho capito?

Mario                   - Dicevo …... non immagino nemmeno che impressione gli farà la sposa …..

Rodrigo               - (curioso) L’hai vista? ……. Com’è? ….. dimmi com’è …..

Mario                   - Certo che l’ho vista! ……. è una cosa indescrivibile.

Rodrigo               - (supplichevole) Ti prego Mario, dimmelo ……

Mario                   - Ma nemmeno per sogno. Se lo sposo sa com’è vestita la sposa prima de le nozze, porta male.

Rodrigo               - (estasiato) Non sto nella pelle dalla curiosità  di vederla …… vestita di un magnifico abito bianco …... un candido velo che nasconde il suo bellissimo volto …..

Mario                   - Io, piuttosto, fossi stato lei, l’avrei guardata bene prima.

Rodrigo               - (estasiato)  La guarderò stamani in tutta la sua sfolgorante bellezza ……

Mario                   - (tra se) Boh! A sentillo parlà’ un sembra manco che si parli de la stessa persona.

Rodrigo               - Porco diavolo!

Lucifero              - (voce fuori campo) Belfagor! …….. Che tu possa sprofondà’ nell’inferno terrestre ….

Rodrigo               - Scusa Luciferino, scusa …… un ce l’ho con te …..

Mario                   - Diceva signor Rodrigo?

Rodrigo               - Dicevo …… che nessuno di noi due si è ricordato di prendere un papillon. Faccio un salto a comprarlo e torno.

Mario                   - Faccia alla svelta perché se arrivono, senza di lei si po’ fa’ poco e niente. (Rodrigo esce) (cerca nelle tasche) O dove ho messo le fedi? ……. Eppure ero sicuro di avelle messe nella tasca della giacca ……. forse saranno i cassaforte …… (Mario esce. Arrivano Checco, Tonio, Pompilia e Onesta vestita da sposa. (Checco e Tonio hanno al collo una macchina fotografica. È stato preparato un tavolo che funge da altare. Ai suoi piedi due cuscini che fungono da inginocchiatoi)

Pompilia              - (fuori scena) Permesso? …. siamo noi …… la famiglia Grazzini ….

Antonio               - (fuori scena) Siamo venuti pe’ le nozze …….. È aperto ..... entramo …..(entrano)

Francesco            - Oh te,  tanto al massimo tra un’ora anche questa diventa casa nostra, èh. 

Pompilia              - Ma qui un c’è nessuno …… mica c’avranno fatto uno scherzo, èh ….

Onesta                 - Bene! ……. C’ho piacere! ….. Tanto io un mi volevo sposà’.

Pompilia              - (a Onesta) A me mi sa che se seguiti te stamani buschi di brutto ….

Antonio               - (chiamano nelle varie direzioni) Sor Rodrigo …..sor Mario …… Mica si saranno scordati e ancora so’ al letto?

Francesco            - Ma sta’ zitto Scemo. Un lo vedi che hanno già preparato l’altare …….

Pompilia              - Onesta, mettiti ‘n posa, su, che ‘l tu’ babbo ti fa ‘na fotografia ….. (Checco si prepara. Onesta alza il velo dalla faccia)

Francesco            - Un lo levà’ ‘l velo, lilla che coperta vieni parecchio meglio ….

Pompilia              - (burbera) Veramente l’avevo detto al su’ babbo di fagli la fotografia ……

Francesco            - Ha’ ragione anche te, ma io un me lo ricordo mai che ‘l su’ babbo è Tonio ….

Pompilia              - Ormai fagliela te che tanto è uguale ……. un sei ‘l su’ zio? … 

Francesco            - Bisogna che ‘sta cosa me la segni, via ……. Oh, penso sempre  di esse’ ‘l su’ babbo e ‘nvece so’ ‘l su zio ….. (Onesta si mette in una posa sgraziata)

Pompilia              - Onestina! ….. (la mamma l’aggiusta) E sta’ su co’ le spalle la mi’ cittina. Così sembra che c’hai la soma come una somara ……

Francesco            - (la inquadra) ‘Sta ferma così che forse gliela famo a falla una che t’assomiglia ….

Antonio               - Ora Checco ce la fai una tutt’e tre insieme …. Onesta, te mettiti nel mezzo a me e a la mamma …. (Onesta fa per alzare il velo che le copre la faccia) Sta’ bona la mi’ cittina, che se no si viene brutti tutti quanti …… (arrivano il prete ed il sacrestano)

Prete                    - C’è nesuno ‘n casa?  …….. so’ don  Fiorino ……. So’ venuto pel matrimonio …… (ha un cerotto in fronte)

Pompilia              - Venga, venga, don Fiorino, ci siamo noi ……. (entrano il prete ed il sacrestano) 

Prete                    - E voi che girate da ‘ste parti?

Antonio               - Oggi siamo di nozze anche noi.

Prete                    - E di chi siete parenti? De lo sposo o de la sposa?

Francesco            - Siamo parenti de la sposa ….

Prete                    - E con che parentiera siete parenti?

Pompilia              - Con quale parentiera? Ma un lo sa che oggi sposa l’Onesta? La mi’ figliola.

Prete                    - L’Onesta che devo sposà’ stamani è la tu’ figliola?

Pompilia              - Proprio Lei! ….. eppure se la dovrebbe ricordà’ quando da piccina veniva al catechismo?

Prete                    - Me la ricordo, si. Era già parecchio brutta anche allora ……. (il prete ed il sacrestano si avvicinano alla sposa e le alzano il velo)

Prete                    - (richiudono subito il velo) Oh, madonnina quant’è brutta! …….. chiude’ …… chiude …..

Sacrestano           - Dicono che le spose so’ tutte belle, ma questa  ti fa venì’ la carne pollina.

Prete                    - O come avete fatto a appiccicalla a un bell’òmo come ‘l sor Rodrigo?

Antonio               - Ma mica gli s’è appiccicata noi, èh.  La scelta lui da se.

Prete                    - Oh, oh, io rimango. Eppure ‘l sor Rodrigo m’è sembrato ‘na persona normale e ‘ntelligente

Sacrestano           - (ai parenti) Ma l’ha vista di giorno o al buio?

Pompilia              - A quello che ho capito mi sa che un l’ha vista per niente.

Sacrestano           - Mi sembrava che c’era sotto qualcosa …..

Prete                    - E un l’avete manco avvertito de la situazione?

Pompilia              - Di quale situazione?

Prete                    - Che l’Onesta è brutta che fa cascà’ ‘l pane di mano?

Pompilia              - (accarezza Onesta)  Ma via, don Fiorino, che dice ….. pòra creatura …….

Prete                    - ‘L sor Rodrigo farà come gli pare. Se va bene a lui, figuratevi a me.

Sacrestano           - Mi sbaglierò ma secondo me appena la vede vi tocca rimpacchettalla e riportalla a casa.

Prete                    - Te fatti l’affari tua e comincia a preparà’ l’arnesi, forza, che prima s’è fatto e prima si va via. (il sacrestano tira fuori da una borsa una registro, un libro, un calice, una candela e li sistema sopra l’altare improvvisato) (Tonio e Checco parlano col prete)

Pompilia              - (Onesta da segni d’irrequietezza e comincia a saltellare) Ora che c’hai? Che ti si so’ avventate le pulci? (Onesta parla nell’orecchio alla mamma) Ma proprio ora? Un la potevi fa’ a casa prima di partì’?

Onesta                 - Ma lo sai che sei buffa! ….. Ma se mi scappa ora che ci posso fa’ …..

Pompilia              - Ma un la pòi regge’ qualche minuto?

Onesta                 - (piagnucolante) Speriamo d’arrivacci asciutti al cesso ….

Pompilia              - Mica c’hai colpa te sa’, noi che ti si porta dietro …. Èh, Tonio …..

Antonio               - Che c’è ora? …….. A te ti si scuce sempre qualcosa.

Pompilia              - Noi si va a vedé se si trova ……..

Antonio               - Brave! Andate a cercà’ ‘l sor Rodrigo e Mario?

Pompilia              - No! Ti volevo dì’ che noi va a cercà’ ‘l cesso ……..

Francesco            - Cercate di fa’ a la svelta che tra poco si comincia ….

Antonio               - (a Onesta) E falla tutta, èh, perché quando s’è cominciato un è che si pòle smette’ per riandacci …..

Pompilia              - (prende per mano Onesta e la trascina con se) E meno male che ieri sera un t’ho dato la purga…. (escono)

Francesco            - Che gli sarebbe successo don Fiorino, che c’ha un cerotto ‘n fronte?

Antonio               - Un mi dica che so’ i corni che spuntono perché un è possibile, èh.

Prete                    - Ma sta’ zitto, ieri sera so’ scivolato e ho battuto la testa nel bidè ……

Francesco            - (in confidenza a Tonio) Ma che che robba è ‘l bidé?

Antonio               - So’ parecchio che robba è ‘l bidè. Saranno vent’anni che un vò a la messa!

Francesco            - Èh don Fiorino, a che ora dovrebbe comincià’ tutta la faccenda?

Prete                    - Mica lo so di preciso. A me m’hanno detto di esse’ qui pe’ le dieci.

Antonio               - (guarda l’orologio) So’ già le dieci e un quarto e un si vede nessuno ….. Che ti devo dì’!

Prete                    - Ascoltate me, piuttosto. La Pompilia e l’Onesta ogni tanto ce le vedo ‘n chiesa, ma voi mai. Che vi da noia ‘l fumo de le candele?

Francesco            - Ha ragione, don Fiorino, ma ha visto com’è ….. ‘n campagna c’è sempre da fa’ …….

Antonio               - O pe’ ‘na cosa o pe’ n’altra siamo sempre ‘ndaffarati……

Prete                    - Per andà’ all’osteria a giocà’ a carte e a beve però ‘l tempo lo trovate, èh? (il prete s’incammina verso un paravento) Ora lo sapete che si fa tanto che s’aspetta? Vi confesso a tutt’e due.

Francesco            - Ma famola ‘n’altra volta ‘sta cosa don Fiorino, via. Stamani un ci s’ha tempo ……

Prete                    - (da dietro il paravento) Forza, forza, poca lagna, che ci si mette du’ minuti….. Avanti ‘l primo.

Antonio               - Vacci prima te che così dopo mi dici come si fa e ci fo anch’io ….

Francesco            - Ma io un me ne ‘ntendo per niente di ‘ste cose … vacci prima te, fammi ‘sto favore …..

Antonio               - O qua, su ……… (s’incammina) Ora ti fo vede’ come ti condisco don Fiorino ………… (ci ripensa)   Èh Checco, te però mettiti qui accanto che se mi trovassi male così mi suggerisci …. (va dietro il paravento. Parlano a voce alta)

Francesco            - Fa’ conto che sia dentro con te.

Prete                    - Allora, figliolo, fammi subito l’elenco dei peccati e datti da fa, se no stamo qui fino domattina.

Antonio               - Ma io, don Fiorino, che peccati vòle che faccia, lavoro da la mattina a la sera. Un c’avrei manco tempo per falli.

Prete                    - Dite tutti la stessa cosa però siete pieni di peccati ….. Allora famo così          - io fo ti le domande e te mi rispondi. Va bene?

Antonio               - Così mi sembra parecchio meglio. (s’affaccia e parla sottovoce) Checco, ascolta bene anche te, un mi fa trovà’ male, èh.

Francesco            - (sottovoce anche lui) Vai! Cominciate che io so’ pronto ….

Prete                    - Hai bestemmiato ultimamente?

Antonio               - (convintissimo) Cecatemi se ho detto ‘na bestemmia!

Francesco            - (al sacrestano) È vero! Da quando siamo arrivati qui, un l’ha detta manco mezza …..

Sacrestano           - E l’altro giorno quando ti cascò un legno ne’ piedi con chi ce l’avevi?

Prete                    - Hai mai raccontato barzellette blasfeme? (Tonio s’affaccia)

Antonio               - Checco che vòl dì’ blasfeme?

Francesco            - Un lo so manco io …. Comunque te quando un sai la risposta, nega …. nega sempre.

Antonio               - Mai raccontato barzellette come quelle che detto lei …

Prete                    - Bugiardo! …..

Sacrestano           - Bugiardo!

Prete                    - Alla Messa hai chiacchierato e disturbato gli altri?

Antonio               - Questa lo so’ ….. vedrai che un mi frega …. Mai dato noia a nessuno!

Sacrestano           - Don Fiorino, ‘sta domanda se un gliela faceva era meglio. Un ci viene mai a la messa.

Prete                    - Te ‘sta zitto che lo so da me ……….. Paghi sempre le tasse fino all’ultima lira?

Antonio               - Tutte quante!..... Fino all’ultima lira …

Prete                    - Bugiardo!

Sacrestano           -  Bugiardo!

Prete                    - Hai mai avuto avventure?

Antonio               - (s’affaccia) Checco, che so’ l’avventure?

Francesco            - Un lo so mica, domandelo a lui ……

Antonio               - Che sarebbero l’avventure?

Prete                    - Robba di sesso! ….. Zuccone!

Antonio               - Ah, ho capito! ..... (s’affaccia) ….Checco …… è robba di sesso! Praticamente sarebbe quel seme nòvo d’erba medica. (al prete) Veramente si voleva comprà’ un po’ di sesso al consorzio ma era già chiuso.

Sacrestano           - Don Fiorino, stia attento che questi fregono. C’è Checco che suggerisce a tutto spiano.

Prete                    - Hai mai detto bugie e menzogne?

Antonio               - Mai dette bugiarderie!

Sacrestano           - Bugiardo!

Prete                    - Hai mai guardato donne con concu­piscenza?

Antonio               - (s’affaccia) Svelto, Checco, svelto, dimmi che è …….

Francesco            - Che è che?

Antonio               - ‘Spetta che glielo ridomando …. Che voleva sapé’ don Fiorino?

Prete                    - Hai mai guardato donne con concu­piscenza?

Antonio               - Hai capito ora?

Francesco            - Si, ma un lo so che robba è ….. ma te nega …. nega sempre …….

Sacrestano           - (a Checco e Tonio) Allora, la fate finita o vi porto tutt’e due dal preside?

Antonio               - Mai guardate le donne con quello che ha detto lei. Al massimo, al massimo le guardo quando so’ bòne. Ma così, a mani vòte.

Prete                    - Sei fedele a la tu’ moglie?

Antonio               - (convinto) Perdio, se so’ fedele …… anche di secondo nome mi chiamo Fedele ……

Prete                    - Bugiardo!

Sacrestano           - Un gli dia retta don Fiorino che è bugiardo!

Antonio               - Scusi tanto don Fiorino, èh … ma che me le fa a fa’ tutte ‘ste domande se tanto un ci crede?

Prete                    - Perché ti conosco e so’ che sei un peccatore! ……. (quasi urlando) pentiti, peccatore …

Sacrestano           - (urlando) Pentiti, peccatore! (Tonio s’affaccia)

Antonio               - Èh Checco, ma ce l’ha con te o con me?

Francesco            - A me mi sa che ce l’ha con te …….

Antonio               - Anche secondo me.

Prete                    - Dimmi quanti so’ i comandamenti? ……. (silenzio) Allora, quanti so’ i comandamenti?

Antonio               - Boh! …… Mi sembra …. che so’ ……. (s’affaccia) Checco, quanti so i comandamenti?

Francesco            - Un lo so …. Ma te fa’ come t’ho detto …… nega …. nega sempre …

Antonio               - Ma che nego, questo vòle sapé’ ‘l numero …. (rientra) …..ma …. mi sembra che siano …. quattordici ….

Prete                    - Ecco, lo senti? È da qui che si vede che non partecipi alla vita de la chiesa ……..

Antonio               - Oh madonnina ora quanto la fa lunga……o quanti saranno mai! …… Al massimo, al massimo potranno esse’ quindici ……. … sedici a sprofondà’…… di più no senz’altro.

Prete                    - (incazzato) Ora te, appena  hai fatto qui, chiappi vai a casa e le studi e quando le sai tutti passi per casa mia che te le risento ….. Ha’ capito? ….. e ora vattene, va via ……

Antonio               - E l’assoluzione un me la da?

Prete                    - Se un vai via a la svelta quattro calci nel culo ti do …. T’ho detto vattene …… (Tonio esce)

Antonio               - Budelli quanto è permaloso! (a Checco) Oh te, guarda che se un sai quanti so’ i comandamenti un ci st’andà’ perché quello ti maltratta, èh …

Francesco            - Ma ora che mi so’ ricordato so’ sicuro che so’ sette ….

Antonio               - (grossa risata) Ah …Ah… Ah … Va là con sette …… io glielo detti sedici e gli so’ sembrati pochi …..

Prete                    - Forza Checco che tocca a te ….. (Checco entra)

Sacrestano           - (mostrando un cazzotto a Tonio)  E te se suggerisci ti do un maglio nel capo …. Capito?

Prete                    - Ovvia, cominciamo, tanto ho capito che bisogna ti faccia le domande come a Tonio ….

Francesco            - Mi sa che è meglio perché io un me ne ‘ntendo tanto di peccati?

Prete                    - Ubbidisci con lealtà alle leggi del nostro stato?

Francesco            - Sempre un c’avrei voglia ma tocca fallo per forza se no ti mettono ‘n galera.

Prete                    - Hai mai venduto il tuo voto per interessi privati?

Francesco            - L’anno scorso! ….. Venne uno a dimmi che se votavo per loro m’avrebbero messo un pezzetto di terra nel piano regolatore per costruicci le case?

Prete                    - E come è andata a finì’?

Francesco            - Che ancora mi tocca vangallo e zappallo!

Antonio               - Tho! ….. È vero. Ci fregarono anche me co ‘sto giochino …

Sacrestano           - Bene! So’ contento! Così’ ‘n’altra volta ‘mpari ….

Antonio               - A momenti se questo un si fa un pochini di cazzi sua vedrai se un gli do un tonfo ne’ denti, èh.

Prete                    - Hai mai spacciato la droga?

Francesco            - Questa un la so! (s’affaccia) Tonio che è la droga?

Antonio               - Ma un è que la robba che vendono ‘n drogheria? …… ‘l pepe, la noce moscata, la cannella.

Francesco            - Ah, si, si! …. Una volta ho spacciato …… Tempo fa a Romolo gli detti ‘na cartata di pepe per salà’ i prosciutti …… però un volli esse’ pagato, èh ….

Prete                    - Hai mai fatto agli altri quello che non volevi che fosse fatto a te?

Francesco            - Certo! Una volta sola, però, èh.

Prete                    - Parla. Ma raccontela giusta.

Francesco            - Beppe de la Cupa …. Che poi sarebbe quello ….

Sacrestano           - Seguita, camina, che si sa tutti chi è Beppe de la Cupa. (Checco s’affaccia)

Francesco            - Stammi a sentì’ ….. spegnimocculi, costì … o te ti fai l’affari tua o io t’annodo la coda.

Antonio               - (lo guarda) Ma ‘n do’ la la coda? …. Mica ce l’ha …..

Francesco            - Ce l’ha, ce l’ha. (mentre lo guarda) Lui m’ha capito quale coda gli annodo … vero?

Prete                    - Basta! Fatela finita …… Seguita Checco ……

Francesco            - ‘Nsomma, ‘sto Beppe erono diversi giorni che girellava ‘ntorno a la nostra cantina. La sera avanti all’osteria avevo sentito dì’ che ‘n giro aveva già fregato diversi prosciutti. Allora, la notte verso le due, entrai ne la su’ cantina e ‘nsieme a Tonio gli si fregò tutti quelli che c’aveva.

Antonio               - Bugiardo! Io un c’ero.

Francesco            - No, te c’eri. Se no chissà come facevo a porta tutti que’ prosciutti da solo.

Prete                    - L’avete bell’e mangiati tutti?

Antonio               - Se un mi sbaglio ci dovrebbe esse’ rimasto uno.

Prete                    - (al sacrestano) Gino, quando s’è finito ricorditi di passà’ da casa di Tonio e Checco. Hanno detto che ci regalono un prosciutto ……

Sacrestano           - Stia tranquillo. Guarderò di riportà’ anche un fiasco di vino.

Francesco            - Ma chi gliel’ha detto! Noi un s’è aperto bocca!

Prete                    - Se un mi sbaglio, Beppe, ancora cerca chi è stato? Gli avesse arrivà’all’orecchi ‘na spiata all’improvviso!

Antonio               - O su, via, vorrà dì’ che gli faremo assaggià’ anche ‘na forma di pecorino di quello che si fa noi. (Entrano Onesta e Pompilia)

Francesco            - Eccole, mì’ …… L’avete trovato ‘l cesso?

Pompilia              - S’è trovato, si, ma le tribolazioni so’ state tutte le nostre …….

Antonio               - Che vi sarebbe successo?

Pompilia              - Ma sta’ zitto! Questo un è come ‘l nostro. Qui ci so’ du’ tazze. Una più alta col buco piccino e una più bassa col buco grosso.

Francesco            - Mica l’avrete fatta nel lavandino?

Onesta                 - Io la volevo fa’ ‘n quella col buco grosso ma la mamma un ha voluto …… ha detto che quella era pe’ la robba più consistente …..

Pompilia              - Sta’ zittino ……Le tribolazioni per aiutalla a montà’ su che un ti dico … (entra Mario)

Mario                   - Bene, bene, bene. Vedo che siete arrivati. Ora dovrebbe arrivà’ anche il signor Rodrigo così si comincia. (entra Rodrigo che ha messo il papillon)

Rodrigo               - Benvenuti signori. (a Pompilia) Lei signora è la mamma di Onesta?

Pompilia              - (fa un inchino) Sissignore! (Rodrigo le fa il baciamano)

Rodrigo               - Bene! (A Checco e Tonio) E voi, se non sbaglio dovreste essere i testimoni?

Francesco            - No! Noi siamo i babbi de la sposa …

Rodrigo               - Che vuol dire i babbi della sposa?

Antonio               - Un gli dia retta che lui un ci sta sempre col capo. Io so’ ‘l babbo de la sposa, lui è lo zio.

Rodrigo               - (pensoso) Eppure il conte Amerigo Boscaioli me lo ricordavo in modo diverso …. Mah! …. Sarà perché l’ho visto per poco tempo e qualche giorno fa ……

Prete                    - Allora, sor Rodrigo, che si fa? Si comincia?

Rodrigo               - Penso proprio di si …. Ci siamo tutti … Prima però, voglio baciare la sposa. (va da Onesta ma non appena le alza il velo cade svenuto per terra) Aaaaah!!!  (tutti corrono in soccorso)

Antonio               - Èh Pompilia, ma mica tante le volte l’Onesta avrà fatto colazione co’ le cipolle e l’acciughe?

Pompilia              - No, no, ha mangiato l’aglietti, ma due e basta perché poi gliel’ho fatti sparì’.

Sacrestano           - O vedrete se un vi tocca fa’ come v’ho detto prima, èh. Rimpacchettalla e riportalla a casa.

Mario                   - (gli da alcuni schiaffetti) Signor Rodrigo, su, si riprenda …. Forse bisognerà chiamà’ un dottore?

Francesco            - Secondo me gli dovresti fa’ la respirazione bocca a bocca ……

Antonio               - E chi gliela fa? …. Io no di certo.

Prete                    - Fatigliela fa dall’Onesta, tanto tra poco si sposono.

Francesco            - Sie, meglio! Così lo famo asfissià del tutto e un se ne parla più. …… ma un ha capito che ha mangiato l’aglietti? (Rodrigo comincia a riprendersi)

Rodrigo               - (guardando in tutte le direzioni) Dove sono? …… sono sempre vivo? ….. che è successo? ….

Mario                   - Niente, signor Rodrigo ….. soltanto un piccolo malore ….

Rodrigo               - Perché tutta questa gente? ….. Cosa stavamo facendo? …… Non ricordo niente ….

Antonio               - Un è successo niente sor Rodrigo. C’è stata una perdita di gas da parte dell’Onesta. Ma ora è tutto a posto …. (lo rimettono in piedi)

Rodrigo               - C’è anche un prete ……. a che serve?

Pompilia              - Aaaaah, s’andà’ bene! ……

Mario                   - Oggi è il 21 aprile …. È il giorno delle sue nozze …..

Rodrigo               - Ah, si …..ora qualcosa ricordo …..  (malfermo sulle gambe) Dov’è la sposa? ….. (va da Pompilia) Ah, eccola.

Pompilia              - No, no …. (indica Onesta) Eccola la sposa ……. È questa qui ….

Rodrigo               - Scusami piccola mia. Ho avuto un mancamento, ma sai … l’età …. (allarga le braccia) Abbracciami e baciami …… (Pompilia si mette davanti a Onesta)

Pompilia              - Èh, no! Prima vi sposate e poi vi potete bacià’ quanto vi pare ….

Francesco            - (sottovoce) Brava Pompilia ……. Se gli rialza un’altra volta ‘l velo prima di sposalla, addio mi’ sigheri ….

Rodrigo               - (prende per mano Onesta e s’inginocchiano su due cuscini) Ci sposi alla svelta padre …….. non vedo l’ora di stringere tra le braccia la mia promessa sposa.

 Prete                   - O qua, vediamo se s’arriva ‘n fondo a ‘sta faccenda. (al sacrestano) Gino, dammi il libro.

Antonio               - (sottovoce) Don Fiorino, famo ‘na cosina di giorno, per piacere. Gli avesse a ripiglià’ voglia di bacialla.

Prete                    - (fa cenno a Checco e Tonio di avvicinarsi) Voi due mettetivi qui vicino a me …. (canta) Nel primo lunario si racconta dell’uscita d’un prosciutto da la casa di Checco e Tonio che va a fini ne la mi’ cantina....

Francesco            - Stia tranquillo che ‘l prosciutto c’è …

Prete                    - Nel secondo lunario si contempla anche d’una bella forma di cacio pecorino che m’ha promesso Tonio …….

Antonio               - Vada avanti che c’è anche la forma di cacio ……

Prete                    - (canta) E se poi vi sembra poco ci vorrebbe anche un bell’òco …..

Francesco            - Si dia da fa che c’è anche l’òco …

Prete                    - (canta)  Madre Osilla, madre Osilla, ci vorrebbe anche ‘na bella billa ….

Antonio               - Dopo che l’ha sposati ci potrebbe esse’ anche la billa …. Ora vada avanti …..

Prete                    - Allora … Vuoi tu Rodrigo Oliveira de Assuncion, conte di Castiglia, prendere in sposa la signorina qui presente Onesta Grazzini? …..

Rodrigo               - (si alza) Aspettate un momento …….. Non mi sembra che Onesta si chiamasse Grazzini di cognome …….. (entra l’altra Onesta insieme al padre. Vede la scena e si precipita verso Rodrigo)

Onesta 2              - Delinquente, farabutto che un sei altro. Hai scelto di sposà’ un’altra senza neanche dimmi niente? ….. Ma io ti scortico vivo, sa’ ……

Rodrigo               - Calmati Onesta ……. Ti posso spiegare …. dev’esserci stato un equivoco ….

Onesta 2              - C’è poco da spiegà’, caro mio … Vorresti negà’ anche di fronte all’evidenza dei fatti?

Rodrigo               - Io non nego niente! ……… stavo, appunto dicendo …….  (Mario vede la malaparata e scappa)

Onesta 2              - (lo prende a botte) È meglio se non dici niente, perché qualunque cosa diresti sarebbe contro di te.

Antonio               - Èh Checco, ma questa chi l’ha sciolta?

Francesco            - O che ti devo dì’ Tonio …… Però, budelli come mena ……(Anche Onesta-uomo e Pompilia picchiano Rodrigo )

Amerigo              - (incazzatissimo) Chi è il babbo de la sposa?

Francesco            - (indica Tonio) Lui!

Antonio               - (indica Checco) Lui! (Amerigo comincia a menare tutti e due)

Amerigo              - Delinquenti millantatori …. Avete usato il nome de la mi’ figliola per fagli sposà’ la vostra, vero? ….

Francesco            - (mentre mena) Sta’ bòno co’ le mani, èh, perché io t’addoppio le costole, sa’.

Antonio               - (mentre mena) O coso, mi sa che a te t’è venuto a noia a campà’ …. ma io ti stacco l’osso del collo, sa’ ….. (mentre tutti si azzuffano, don Fiorino e il sacrestano guadagnano la porta)

Sacrestano           - ‘Namo don Fiorino, s’avesse a rimedià’ qualche tonfo  ne le costole anche noi ….

Prete                    - Si, si, ‘namo, ‘namo …… (sulla porta) O voi ….. noi si va via ….. Tanto vedo che per ora un avete più bisogno di me. (esce)

Sacrestano           - (sulla porta) Quando avete deciso chi è la sposa, faticelo sapé’, che si ritorna …. Bona, èh ..…. (esce) Finalmente Rodrigo riesce ad uscire dall’intreccio di braccia e gambe. Gli altri continuano con botte e insulti.

Rodrigo               - (urla) Mariooooo ….. Mariooooo ……..

Francesco            - Tonio scappamo che questo picchia troppo forte ……

Antonio               - Vai Checco, che ti vengo dietro. (Checco scappa, Tonio lo segue e Amerigo l’insegue)

Amerigo              - Tanto vi vengo dietro fino all’inferno ……..

Pompilia              - Aspettatemi che vengo anch’io ….. (esce)

Onesta                 - (mentre bela) Mamma aspettimi che vengo con te … (Onesta esce inseguita da Onesta-2)

Onesta 2              - Tanto ti richiappo, brutta sciancicata …..

Rodrigo               - (urla) Mariooooo ….. Mariooooo …….. (Mario s’affaccia sulla porta)

Mario                   - (con molta calma) C’è qualcosa che non va signor Rodrigo?

Rodrigo               - Ma sei Cretino? Hai combinato tutto questo casino ed invece di aiutarmi te ne vai?

Mario                   - Mi dispiace signor Rodrigo, ma io sono per la non violenza. Un la posso aiutà’ …

Rodrigo               - (è agitato e nervoso) Ma almeno fa’ qualcosa. Nascondimi in un posto sicuro. Quelli tra poco ritornano …..

Mario                   - Si nasconda dentro un armadio ….

Rodrigo               - Certo! È il primo posto dove andranno a guardare …..

Mario                   - Allora vada a chiedere aiuto alla polizia …

Rodrigo               - Non posso!

Mario                   - Perché non può? Ha già avuto a che fare con la giustizia?

Rodrigo               - Non posso perché io non sono un cittadino della terra …

Mario                   - (ironico) Ah, no? E da dove viene, da Marte?

Rodrigo               - Se prometti di aiutarmi ti svelerò un segreto e ti farò ricco!

Mario                   - Parli pure. So’ tutto orecchi ….

Rodrigo               - Io non sono uomo come te. Io sono Belfagor ….. l’arcidiavolo ……

Mario                   - Si! E io so’ ‘l gobbo di Notre Dame ….

Rodrigo               - Credimi, Mario. È come ti dico io. Sono stato mandato sulla terra da Lucifero in persona per una missione segreta ….

Mario                   - E io che dovrei fa’, sentiamo ….

Rodrigo               - Per poter tornare all’inferno devo fare un incantesimo che richiede qualche minuto. Te dovresti tenermi buoni quei pazzi, perché a minuti saranno di nuovo qui.

Mario                   - E il guadagno mio dove sta?

Rodrigo               - Ti lascio la casa e tutti i miei averi.

Mario                   - (va alla scrivania) Bene! Metta una firma qua che il resto lo scrivo io. (Rodrigo firma)

Rodrigo               - Allora io vado in camera e comincio a pronunciare le formule, èh … Mi raccomando, trattienili …… (esce)

Mario                   - Vada tranquillo signor Rodrigo  …. anzi, arcidiavolo Belfagor … lo so io come calmarli …. (si sente un borbottio fuori scena. Entra tutta la compagnia di prima)

Tutti                    - Dov’è quel delinquente? …. Se lo chiappo l’ammazzo da le botte ….. Dove s’è nascosto? Vieni fòri che ti sguscio come un’anguilla ….. Rovina famiglie …….. Farabutto …. All’inferno devi andà’ …..

Mario                   - Calma signori ….. calma ….. Il signor Rodrigo non ‘sta molto bene …

Antonio               - Morisse, speriamo!

Francesco            - Coliche prima di morì’, speriamo!

Mario                   - (tira fuori dalla scrivania due buste e le consegna una a Tonio e una a Amerigo) Il signor Rodrigo si scusa con voi e mi ha pregato di consegnarvi questa ….

Amerigo              - E che c’è dentro?

Mario                   - È un piccolo rimborso per il disturbo che vi ha recato …….. dentro ci sono duecentomila euro ……

Francesco            -  Fregna Nonna! …… Io ci ritornerei anche domani …..

Antonio               - Che c’importa se l’Onesta un si sposa più. Con dugentomila euro sa quanti mariti trovi.

Mario                   - E ora andate, su …….. arrivederci …..

Tutti                    - (gentilissimi come se nulla fosse accaduto) Arrivederci …. Ci saluti tanto ‘l sor Rodrigo …. Speriamo che si rimetta presto ….. lo saluti tanto da parte nostra ……. (escono) (fuori scena si sente la voce di Rodrigo)

Rodrigo               - (supplichevole) Luciferino per favore fammi tornà’ subito all’inferno, ti prego ….. un gliela fo mica a ‘sta quaggiù dieci anni in mezzo a ‘ste matti……

Lucifero              - (voce fuori campo) Vieni …… vieni pure, ti aspetto con ansia …… (ironico) Così appena arrivi facciamo subito i conti …..

Mario                   - (allargando le braccia) Io boh! Un lavoro come quest’anno un s’era mai visto ……

Fine