Il digiuno di Carmine

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Farsa

di Lucio De Felici

da COSA DITE?

Editrice Tusculum Frascati

PERSONAGGI:

Carmine

Moglie

Dottore

IL DIGIUNO DI CARMINE

Scena:    una camera qualunque in casa di Carmine.

In scena si trovano Carmine e sua moglie la quale sta montando un tuorlo d'uovo.

Carmine(sta seduto da un canto tutto avvolto in pesanti coperte)  Come mi sono ridotto! Un mese fa corre­vo come uno scoiattolo... E adesso... non ho neppure la forza di reggermi più in piedi! Mi sembra di non possedere più niente, neanche un capello... Dorotea, non pensi che le gambe si siano paralizzate? Non me le sento più! Come mi sono ridotto!...

Moglie   Ma sì, sì... Meglio non pensarci affatto, Carmine!

Carmine         Niente!... sono un uomo finito! Anche la vista mi viene meno.

Moglie   Non è vero! Gli è che stai male e basta. Vedrai, a poco a poco ti rimetterai!

Carmine         Lo sento. Il cuore mi dice che fra poco morirò. Ma almeno... sapessi di che malattia muoio! Me ne an­drei via contento... Niente!

Moglie   Te l'ho detto almeno mille volte! Hai la malattia dello zucchero.

Carmine         Lo zucchero... Lo zucchero... Ma dove sta que­sto maledetto zucchero?

Moglie   Nell'urea.                                          

Carmine E l'urea dove sta?               

Moglie   Nella vescica, no?               

Carmine         E la vescica dove sta?            

Moglie   Nella pancia.                          

Carmine         E la pancia dove sta?              

Moglie    (seccata)  Ma dove vuoi che stia la pancia, imbe­cille!

Carmine         Eh, già! È proprio quello che vorrei sapere! Dove sta la pancia! Tu lo sai? Io no. Sono dieci giorni che digiuno, tanto che la pancia non me la sento più. Tu dici che la posseggo ancora la pancia? Chissà! (Con violenza) E fermati di sbattere! Vuoi farmi crepare prima del tempo?

Moglie   Non ti preoccupare per i figli, Carmine mio. Se crepi tu rimango io.

Carmine         Quanto era meglio che crepavi tu e rimanevo io!

Moglie   Deve sempre morire prima il marito. Ricordalo! Mica per altro, solo per il bene dei figli. Se crepa la madre chi pensa più a loro? chi li cura? chi li guida per la retta via? chi li istruisce? chi li lava? chi li ag­giusta? Voi uomini siete solo buoni a picchiarli e basta. Siete dei bruti, degli incoscienti! Non capite niente di tutto questo, ecco!... Proprio niente! No, no, meglio tu che io.

Carmine         Va bene, creperò prima io. Ma procura che, almeno in punto di morte, non senta i tuoi attacchi isterici. Ecco, invece dell'olio santo, rimproveri... Oh, non ne posso più!

Moglie   Sempre tu sei la causa di tutto.

Carmine         Lo so, lo so... Sempre io.                                

Moglie   Sicuro, non c'è neppure da discuterne.       

CarmineChi parla?

Moglie   Basta.                                                          

Carmine         Così sia.

Moglie   Oh, che stupida! Dimenticavo di darti la me­dicina. (Prende alcune foglie d'erba) Tieni, mangiati queste foglie. Sono una mano santa, vedrai.

Carmine         Che porcheria è? Sei impazzita?

Moglie   Non ti preoccupare.

Carmine         Come non mi preoccupo? Chissà che robaccia mi fai prendere! Manda un odoraccio... mi fa schifo... Me la potevi almeno preparare... che so... in padella, con una salsetta piccante, un po’ di pomodoro...

Moglie   Sei diventato matto? Mangia piuttosto e sbrigati.

Carmine         No, non la mangio.                     

Moglie   Mangiala.                                     

Carmine         No.

Moglie   Guarda, ti fa bene.

Carmine         Puzza.

Moglie   Ti fa guarire.

Carmine         Mi fa schifo. (Intanto apre lentamente la bocca   bofonchiando,   poi   con   boccacce   smorfie   mangia le foglie)  Che schifo!  Almeno... si può sapere che razza di medicina è?... chi te l'ha data?

Moglie   Assunta, la portiera.

Carmine(con un grido, quasi volesse rigettare)  Quella strega! Povero Carmine!... Quella fattucchiera!... Mi vuoi far crepare prima del tempo! Come hai potuto dar ret­ta ai consigli di quella donnaccia!  Dio, che disgrazia!

Moglie   Cosa dici imbecille! Non si debbono neppure no­minare certe cose. Assunta, caro mio, sa il fatto suo. (Con segretezza) Mi ha assicurata che quell'erba è una rarità! Mille lire la foglia, capisci? Viene dall'Egitto e fa risuscitare anche i cani.

Carmine         Anche i cani?

Moglie   Inoltre mi ha assicurata che sono cinquant'anni che dà quest'erba ai clienti e tra le migliaia che ha salvato ne sono morti solo un centinaio...

Carmine         (venendo meno) Aceto... svengo... aceto...

Moglie    (dandogli piccoli schiaffi che si faranno via via sem­pre più forti)  Su, Carmine, coraggio... Non morire così presto...   (Piangendo)   Non abbandonarmi... Carmine mio...

Carmine         Non ne posso più... Addio!... Muoio...

Moglie    (inginocchiandosi vicino a lui, con disperazione) Perdonami, Carmine mio se qualche volta ti ho offeso; perdonami se tutte le notti mi alzavo da letto, di na­scosto, per togliere dal tuo portafoglio un paio di bi­glietti da diecimila; perdonami se ho venduto, a tua insaputa, il tuo paltò nuovo per comprarmi la pelliccia di visone; perdonami se ti ho messo sempre le corna ma l'hai voluto tu; perdonami, Carmine, te lo giuro, non volevo farti del male! Tutta colpa della mia debolezza!

Carmine(con un filo di voce)  E tu perdonami se nella vita sono stato tanto fesso da permetterti tutto questo. Se non tirerò la cuoia, ti giuro, per lo meno andrò in galera!

Moglie    (piagnucolando)  No, Carmine, perché parli così? Mi fa male sentirti parlare in questo modo. Perché di­ci questo? In fondo tutti gli uomini sono un po' cornuti. Devi ammetterlo.

Carmine         Se mi alzo, ti uccido! Prepara pure un coltello.

(Trilla il campanello. Moglie va ad aprire. Scena velocis­sima fino alla fine)

Moglie   È il dottore, Cecé!

Carmine         Dio sia lodato!

Dottore          Cosa ha il mio buon Carmine? Sentiamo.

Carmine         Lo zucchero, dotto’! Nell'urea. E le corna!

Moglie   È diabetico, dotto’, sta grave. Lo guardi in faccia, sembra un cadavere vivente. Che impressione!

Carmine         Dottore mio, ogni giorno per mia moglie pos­seggo una malattia nuova. Ci metta lei le mani... e ma­gari i piedi... Pietà di questo scheletro che puzza... (Disperatamente) Dotto’, sono dieci giorni che digiuno. Dieci giorni... mi sento morire, non ne posso più...

Dottore          E perché?...

Moglie   Non può mangiare, dotto’! Ha lo zucchero, capi­sce?...Mia nonna fece stare mio nonno digiuno un me­se appunto perché aveva lo zucchero.

Dottore          Cosa?

Carmine         Capite, dotto’? Dovrei stare un mese senza as­saggiare cibo. Non ne posso più.

Moglie   È ostinato come un mulo.

Carmine         Adesso sono pure un mulo! Prima ero cane, gatto e cornuto. Prepara pure il coltello!

Moglie   Ci vuole tutta la pazienza mia per sopportarlo, tutto il mio amore.

Dottore          Sentite, per favore...

Carmine         Mi ha avvelenato. Mi ha fatto mangiare un'er­ba esotica... dell'Egitto... che so... puzzava...

Moglie   Che erba! Altro che erba! Si tratta di una me­dicina straordinaria.

Carmine         Puzzava.

Moglie   ... mille lire la foglia, dottore mio. Mi sono sa­crificata... ecco la ricompensa. Bisognerebbe sempre na­scere due volte.

Carmine         Mi ha avvelenato il sangue e il fegato.

Dottore          Basta! Finalmente! Fatemi ragionare. Silenzio. Dunque... (a Carmine) Apra la bocca! (Carmine esegue comicamente tutti gli ordini)

Carmine         Morirò, dottore?

Dottore          Andiamo male.

Carmine         Mi senta i polmoni. Spesso sento un'oppres­sione che non so spiegarmi bene.

Dottore(bussa di dietro)  Respiri forte!

Carmine(esegue)  Debbo dire trentatre?

Dottore          Sarebbe più simbolico il quarantasette!

Carmine         Quarantasette, quarantasette...

Dottore(dopo averlo auscultato)  Certo i polmoni...

Carmine         Dica la verità, dotto’, morirò? Che ne pensa dei miei polmoni?

Dottore          Debbo confessarle che sono un po’ attaccati, ma potranno servirle ancora finché vivrà.

Carmine         Grazie.

Moglie   Giusto. Te lo dicevo io?

Dottore          Lei suona qualche strumento musicale, vero?

Carmine         Sì, sì... Faccio parte della banda della Confra­ternita.

Dottore          Questo spiega tutto. Eh, questi strumenti a fiato sono davvero rovinosi per i polmoni. Che stru­mento suona?

Carmine         La grancassa!

Dottore(tossisce per riprendersi)  Beh, in fondo non è niente!...

Carmine         Mi parli sinceramente, dottore. Morirò?

Dottore          Non ancora. Morirà quando sarà il momento.

Moglie   Poveretto! Lo zucchero gli è andato al cervello, sono sicura! Lo diceva anche mia nonna!...

Dottore(grave)  Signora, suo marito sta per morire. (Disperazione della moglie, controscena di Carmine)

Moglie    (dopo essersi sfogata)  Lo dicevo, io... E non c'è più via di scampo, dotto’?

Carmine         Sei stata tu! La colpa è tua! Oh, come sono infelice! Prepara il coltello. Voglio giustizia!

Dottore          Non rimane che una via.

Carmine         Meno male!

Moglie   Sicuro?

Dottore          Sì.

Moglie   Me lo dica. Io sono pronta a tutto. Anche scian­cato me lo tengo. Anche scemo!...

Carmine         Ih, che razza di moglie! Non ha detto cornuto!

Dottore          Per suo marito occorre somministrare la se­guente terapia: per ogni pasto un piatto di pasta­sciutta alla romana con spezzatino di vitella alla bo­lognese, mentre per lei è sufficiente una scatola di barbiturici.

(Carmine si alza e lo abbraccia. Quindi prende un paio di forbici sul tavolino e rincorre la moglie che fugge disperata. Scena a soggetto).