Il dirimpettaio

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Il Dirimpettaio

Commedia in tre atti

di

Angelo Alfieri

Personaggi:


Elzeviro Sobretti:

Diogene Decalzis:

Alda Poppis:

Palmira de Bellis:

Diana Poliminis:

Marzio Marzi:

Tarcisio:

Nunzia Paolinelli:

Edmondo Labella:

Nino Altobelli:

Gildo Tagliacozze:


archeologo

vicino di casa, musicista

fac totum di Sobretti

collega di Sobretti

fotografa

imbianchino

imbianchino

amante di Decalzis

ex politico

archeologo

amico


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Siamo nell’appartamento di Elzeviro Sobretti, uno stimato archeologo. Per decenni tutto è andato per il verso giusto, ma all’arrivo nell’appartamento di fronte, del signor Decalzis, uno spiantato musicista, la serenità del nostro personaggio inizia a vacillare. A poco a poco il Decalzis si fa largo nella vita di Sobretti soffocandolo di richieste, rendendo così la vita impossibile al povero archeologo ormai anziano e desideroso di passare gli ultimi anni della propria vita in totale beatitudine. Pensando di risolvere il problema, Sobretti, mette in contatto il Decalzis con una donna molto interessante, nella speranza che, diventando la sua compagna, se lo possa togliere di torno. La vicenda sembra prendere la giusta piega, ma imprevedibili fatti sconvolgeranno ancor di più l’esistenza del malcapitato Sobretti. Dal salone in cui si svolge la scena, si aprono quattro porte che danno nelle diverse stanze. L’arredamento è sobrio, ma elegante. Ci sono molti oggetti antichi di valore. Sobretti è comodamente seduto sul divano, sta leggendo delle lettere che gli sono pervenute dall’Egitto. Tutt’intorno ci sono, sparsi qua e là, decine di libri che l’archeologo consulta regolarmente. In sottofondo un giradischi diffonde un opera di Respighi: “I pini di Roma”.

Nota per la regia: i personaggi Marzio e Altobelli e quelli di Tarcisio e Tagliacozze possono essere interpretati da due soli attori.

ATTO PRIMO

Scena prima

Elzeviro: (Suona il campanello, seccato, il Sobretti va ad aprire). Ascoltare musica in questa casa è diventato impossibile. (Spegne il giradischi). Ancora lei, è la quarta volta che mi secca stamattina, non è in grado di prendere una decisione da solo? Per chi mi ha preso, per una balia? Alla sua età! (Alza la voce). Si trovi una donna!

Diogene: Abbia pietà di un povero musicista disoccupato che vive solo. Ho bisogno di consigli per il concerto di questa sera, che cravatta mi metto? (Ha in mano alcune cravatte e dei farfallini). Lei è un uomo di mondo … (Sobretti si ringalluzzisce).

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Elzeviro:        E lei me li chiama farfallini? Li getti via … Non mi interessa affatto il

suo concerto … concerto, ma mi faccia il piacere. Se suona come ieri, le assicuro che

non farà fatica ad avviare un negozio di frutta e verdura ben fornito ... se ne vada,

scocciatore! (Decalzis, sconsolato, si avvia per uscire ma Sobretti, che è un uomo

buono, lo ferma). Dove va, aspetti un attimo … la prego, non mi segua fino in

camera, non lo sopporto … ho le mie cose di là e … non vorrei che finisse in qualche

sarcofago scambiandolo per un armadio. (Torna con delle bellissime cravatte).

Tenga, le provi e domani me le restituisce. Adesso vada via perché sto aspettando

gente di livello: non mi va di essere sorpreso con dei farfallini in mano … seccatore!

Diogene:        (Reverenziale) Non so come ringraziarla.

Elzeviro: Ecco, non mi ringrazi. Non la voglio vedere fino a Natale. (Gli apre la porta, Decalzis lo riverisce inchinandosi ripetutamente). Mi domando quando finirà.Se non trovo un espediente risolutorio me lo ritrovo anche nella cassa da morto. Vivevo così bene … uno studioso a fine carriera ha bisogno di serenità di … distensione. È da stamattina che sto tentando di leggere queste lettere e non ci sono ancora riuscito. (Suona il campanello, è arrabbiato). Adesso gli metto le mani addosso … cosa vuole ancora … ah, è lei, meno male … la stavo giusto aspettando.

Alda:                 Mi stava aspettando? A giudicare dal modo in cui mi ha fatto entrare non

direi. (Alda è al servizio di Sobretti da quarant’anni, è un po’ scorbutica ma sostanzialmente va d’accordo).

Elzeviro: Quel dannato dirimpettaio, ce l’ho sempre tra i piedi … e un momento vuole le cravatte e subito dopo vuole del caffè … e poi l’orologio che non cammina

…e poi … sono snervato … proporrò all’amministratore di farlo sloggiare. Peccato che non abbiamo più le colonie … l’avrei mandato al confino! (Si avvicina alla porta d’ingresso pensando di farsi sentire da Decalzis). Cosa è diventata questa casa, uncentro di accoglienza per rifugiati …

Alda: È un uomo solo, spaesato, è arrivato in città da poco, lo aiuti, cosa le costa … sta sempre seduto su quella poltrona a sfogliare libri che conosce a memoria … suvvia professore, un po’ di umanità!

Elzeviro: Mancava solo lei che mi desse istruzione su come debba vivere! Cosa è venuta a fare? (Il tono è sempre concitato).

Alda: Le pulizie! (Elzeviro riprende le letture, commenta i contenuti mentalmente, a volte si alza dalla sedia su cui si è seduto e cerca tra i libri alcuni

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riscontri mentre Alda inizia le pulizie. Gag a piacere. Telefono). “Pronto … sì, è qui… è un po’ agitato ma …” professore, è la signora de Bellis …

Elzeviro: (Si precipita, manca poco che inciampi nella scopa, gag a piacere).“Pronto … certo,cara collega … quando vuoi …la mia casa è sempreaperta alle persone che mi vogliono bene!” (Alda si gira di scatto sentendosi direttamente accusata di essere sgradita, ma necessaria). Non dicevo a lei … “adopo, Palmira.” Alda, mi raccomando sistemi prima di qua, non voglio dare l’impressione di un uomo disordinato. Palmira è un tantino esigente. Lo sa che quando lei va via, critica tutto il suo operato. (Ridacchia divertito). Mi ritiro un attimo.

Alda: Ah sì? Ridi, ridi! Questo lo chiama disordine! Siamo più vicini al manicomio, mi dia retta. (Tra sé). Non credo nemmeno ad una parola di quello che dice! Vai nel tuo loculo, cercatore di ossa! Mi fanno ridere … archeologi … lo manderei a seminare le patate piuttosto.

Diogene: (Bussa). Oh! Non sapevo che ci fosse lei … mi scusi … mi vergogno come un cane … meglio così, se mi vede mi insulta. (Diogene flette le ginocchia in segno di riverenza. Lo fa anche Alda, gag a piacere, confidenziale). Credo che nonmi sopporti. (Occhiata di Alda verso il pubblico). Mi sono scordato una cosa. Che pantaloni posso mettermi? (È in mutande).

Alda:                 E questi me li chiama pantaloni … dove deve andare al circo equestre?

Ha in ballo qualche spettacolo di clown?

Diogene: Ho un concerto questa sera, la prego. Mi aiuti. Lo so che lei è una brava persona … caritatevole, gentile.

Alda: Magari un po’ scema … (Li osserva). Si metta questi, mi sembrano quelli di Ridolini ma, dovrebbero andare, tanto per quella musicaccia che suona …

Elzeviro: (Rientra con un vaso di fiori). Alda, lo sa che i fiori si devono bagnare? Ancora lei … è un tormento … (Alza la voce). Chiamo la forza pubblica se non sparisce all’istante. (Campanello). Avanti. (Rimane col vaso in mano, Alda glielo porta via).

Palmira: Caro Elzeviro, che soddisfazione vederti: mi manchi tanto. Vedo che hai ospiti … allora vado. (Osserva Diogene). State facendo qualche gioco di società?

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Elzeviro:        Ha visto cosa combina? Tolga il disturbo, strapazzatore di pianoforti.

(Decalzis esce). È il dirimpettaio che mi assilla con le sue insicurezze ... è matto.

Cerca di venire più spesso, ultimamente mi sento … più solo che mai.

Alda:                 (Sta spolverando e si sofferma ad ascoltare). Che carattere, più sono

istruiti più si comportano da cafoni. È diventato peggio di mia cognata: lei frequenta solo laureati, quelli che non lo sono li considera tutti scemi. (Lo dice tra sé).

Palmira: Sei diventato intollerante … aiutalo … cosa c’è vecchio brontolone? Ti ho portato il rapporto sugli scavi in Egitto, gli ultimi che hai condotto … ci sono delle novità interessanti, avevi ragione tu circa quella tomba. Hai tutti contro: gli inglesi, i tedeschi, i turchi, i tuoi colleghi, tutti … si è scatenato un putiferio nel mondo accademico. Hai dimostrato che anche il più insignificante scarabocchio può essere la chiave di volta per una scoperta clamorosa … Invidia …

Elzeviro: Lo sapevo già … (prende le lettere). A loro dà fastidio che sia stato io a scoprirla , un anziano quasi pensionato. L’hanno avuta sotto il naso per mesi e non vedevano il simbolo sulla pietra … al diavolo. (La porta in disparte). L’ho capito il significato di quel geroglifico, ma non so cosa vuol dire. Ti vuoi fermare a pranzo? Alda, cosa abbiamo in frigo?


Alda:


Niente, è vuoto … Frigorifero, pst!


Palmira:          Non importa, sarà per un’altra volta, non ti affannare … devo fare una


scappata da Antonelli per l’attrezzatura che devo portare giù … devo perdere mezza giornata come al solito.

Sobretti: Nient’affatto, tu rimani a pranzo, a costo di scendere personalmente a fare la spesa.

Alda: Sarebbe la prima volta che lo fa, in quarant’anni non l’ho mai visto con una scatola di pomodori in mano!


Palmira:


Alda, lo perdoni a volte dice cosa che non pensa!


Elzeviro:        No, no, le penso e come! È quel “musicista” maledetto che mi agita in un


modo. Allora Palmira, novità? Sono quindici giorni che manchi e mi sento già solo. Se non ci fossi tu a riempire i miei pensieri … non so cosa farei … vivere solo non è il mio forte. (Campanello). Eccolo di nuovo, presto, il fucile … (Alda apre).

Alda: Oh! … che bella sorpresa , Diana, si accomodi … attenta: ha il fucile facile oggi. (Elzeviro si rasserena).

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Diana: Elzeviro, caro. Tutte le volte che vengo ti trovo in uno stato di agitazione incomprensibile … tutto questo “scalmanarsi” ti fa salire la pressione, poi esplodi come una caldaia.

Palmira:          È per quel dirimpettaio, lo sta sconvolgendo! Ciao … ti vedo bene … il

lavoro? Ho visto il servizio … meraviglioso: brava! Quanti premi hai intenzione di vincere? Lasciane un po’per gli altri .

Diana: Ho rischiato la pelle … le pallottole mi fischiavano accanto … ho avuto paura, ci credi? A dire il vero ho avuto più paura dei soldati che mi prendono per un uomo e mi mettono le mani addosso … sono stufa … a volte sono di un volgare .

Elzeviro:        (Fà una smorfia per sottolineare il fatto che gli uomini possono essere

volgari). Dove sei andata: in guerra?

Alda: Non tutti si riposano in poltrona come fa lui … e si lamenta.(Lo dice tra sé).

Diana:              Voi due, quando vi sposate? Non trovare la scusa delle lungaggini

burocratiche perché non ci crede più nessuno. Avete la vostra età ormai: è ora!


Alda:


(Tra sé). Età?Hanno cento cinquant’anni in due!


Palmira: È sempre stato frenato dal mio nome: gli ricorda troppo le sue prime campagne di scavi … tutte le volte che lo pronuncia gli viene da piangere, soprattutto da quando gli negano il permesso di soggiorno in Siria!

Elzeviro:         E non rivangare il passato. In fin dei conti cosa ho rubato? Una statuina


del cavolo! … C’è gente che trafuga palazzi e la passano liscia mentre io perché sono “io” vengo messo in ginocchio! … Ho detto che ti sposo entro l’anno e lo farò!

Diana:              Finalmente. Di cosa stavate parlando? (Alda scuote la testa). Sono stanca

di tutte queste missioni sui teatri di guerra … atrocità d’ogni sorta, morti dappertutto, sono stanca. Troppa sofferenza. Il mondo è uno schifo … Voglio dedicarmi al gossip … almeno in quel settore di morti non ce ne sono!

Elzeviro: L’hai già detto che sei stanca. Il vizio di ripetere le stesse cose non lo perderai mai! (Ha un’idea improvvisa). Diana, tu che conosci migliaia di persone perché non mi porti qualcuna da presentare a quell’imbecille del mio dirimpettaio? Anche se è un po’ strana fa lo stesso. Forse è la volta buona che me lo levo dalle scatole … ha bisogno di una donna calma e riflessiva che lo accudisca: è come un bambino!

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Diana: Sì, ci proverò! Non sarà facile. Ho perso il giro delle amiche, però qualche sciupatella di periferia si trova. O Dio, potrebbe essere un po’ passatella diciamo. Quanti anni deve avere?

Alda:                 Cento mila! (Tutti si mettono a ridere. Campanello, Alda va ad aprire).

Elzeviro:        Non apra!

Edmondo: Ehilà, combriccola di sfaccendati … accidenti, Diana Poliminis … La dea greca della fotografia, scusa il gioco di parole … che onore … la regina della guerra in casa di un umile archeologo. Cos’è successo, ti è morto il gatto? Mi sbaglio o sei ingrassata … (È molto elegante, come al solito).

Diana:              Sei il solito idiota! Ho passato due mesi a pane e niente e mi vieni a dire

…vai al diavolo Labella … torna in parlamento a strofinare lo scanno col lucido delle scarpe, smidollato pseudo politico!

Elzeviro: Ha ragione. Tanto per cominciare umile sarai tu. Non mischiare l’olio con l’aceto. Sto scrivendo una nuova pagina di storia e tu … Che stupido, ci sono cascato, non voglio arrabbiarmi anche con te.

Edmondo:  Che diamine, non ho ancora aperto bocca e sei già su tutte le furie.

Alda:                 La prossima volta che entra e mi spintona, la butto fuori della finestra: ha

capito? (Gli punta il manico della scopa in faccia poi si avvia per andare in un’altra stanza).

Edmondo:   Stia zitta. Domestica da quattro soldi … non sente odore di bruciato?

Controlli il forno. Sta cremando qualcuno o sono le meningi che se ne vanno?

Elzeviro:        Via, via, non incominciate la solita storia. Edmondo, chiedile scusa! Non

per altro: se mi va via chi trovo in sostituzione?

Edmondo: E va bene, scusi … avvocatessa! (Labella si diverte a sbeffeggiare Alda, non è maleducato). Cerchiamo di rimanere calmi …altrimenti mi dimentico il perchédella visita.

Diana: Forse ce l’ho una donnina adatta allo scopo … sì … sì … (Si mette a confabulare con Palmira). Ascolta …

Edmondo:  Donnina, per chi? Vai a caccia di donnine. Presentamela …. beh! Era per

dire … forse una volta …

Elzeviro:                                                                                  Se avessi sotto mano una … Cosa mi fai dire … Non è certo per te! 7


Edmondo: Allora, per quest’anno non si scava più? Ho letto sul giornale del tuo exploit. Come si chiama il faraone? Tut … o la mon … su dut … che stranezze questi egiziani. E poi che stupido nome,“Faraone”, sembra la gallina! Grande intuizione: bravo! Soldi ben spesi.

Elzeviro: Piantala di adularmi, non sono un bambino. Ti voglio ricordare che il termine “Faraone” significa la grande casa, la casa di tutti gli egizi … già, ma tu che ne sai, sei solo capace di parlare a vanvera … politici … tu sei stato bravo. Un po’ mascalzone ma … Eccoti i cento euro che mi hai prestato il mese scorso.

Edmondo: (Cerca di zittire Elzeviro).Tienili, non ho bisogno dei soldi, cosa credi che me ne importi di cento euro?

Diana: Quando non si fa fatica a guadagnarli si ragiona così! (Si accorge dei gesti dei due sospetta qualche inghippo ma tace).

Palmira:          Vi prego non inneschiamo la bomba … (Campanello, Elzeviro scatta

come una molla). Elzeviro,non fare l’incivile davanti all’onorevole, trattalo bene!Avanti.

Diogene: Scusate … professore, non avrebbe un po’ di cotica di maiale per la cazzuola … (Si inchina a dismisura suscitando l’ilarità generale).

Elzeviro:        Alda  (Grida).

Alda:                 Perché grida? Desidera qualcosa, signor pianista o è in visita ufficiale?

Diogene: (Timidamente). Avrebbe della cotica, ho un ospite che desidera la cazzuola … non so dove prenderla.

Alda:                 Ha provato in farmacia? (Risata di tutti). Venga in cucina …

Elzeviro: Lo vedete, lo vedete … come fa uno a stare tranquillo … gli do il secchio con la cazzuola, ma me la deve pagare … è la quinta volta che viene stamattina … Diana, se non ci metti una pezza tu … mi suicido!

Edmondo: Sei intollerante … dagli quello che vuole .. sii generoso una volta tanto … c’è sempre un tornaconto alla fine!

Palmira: Classico discorso da politico … è a posto signor Diogene? (Annuisce ringrazia e se ne va). Lo vedi … poverino è solo!

Elzeviro: Stia attento a non inciampare nella botte! Assecondatelo ... avanti .. così me lo ritrovo anche nel letto!

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Edmondo: Sono venuto in questa “dimora” per dirvi che ho intenzione di organizzare una festa in onore di mio nipote che si laurea il mese prossimo ... non avendo avuto figli cerco almeno di soddisfare le ambizioni di questo ragazzo. Naturalmente siete tutti invitati … mi raccomando, lo sapete che non ci tengo: niente regali.

Diana:              Se ci inviti apposta! … ipocrita!

Palmira: Il mese prossimo sono in Egitto inizio una nuova compagna di scavi ad Assuan … se trovo qualche statuina te la porto … gratis … (Edmondo fa il gesto di chi ruba). Di valore naturalmente. Cosa ne dici di una statua di Ramses?

Edmondo: Non sono così esoso, cosa me ne faccio … sì, la potrei mettere in giardino. La si potrà ammirare nella sua bellezza.

Elzeviro: Tu l’ammirerai guardandola dal carcere dove finirai i tuoi giorni, Ramses … Portagli un coccodrillo …. Vivo!


Alda:


Ho finito, vado al mercato. Devono rimanere tutti a pranzo o … signori


…(Esce).


Elzeviro:


No!


Diana: Se non avresti quella donna questa casa sarebbe un manicomio, tienila d’acconto. (Campanello).


Elzeviro:


È morto … (cercano di trattenerlo). Lasciatemi …


Diogene:         Scusate, non vorrei essere indiscreto, la portiera mi ha consegnato questa


lettera per lei! Dice che da quando ha visto la mummia camminare non vuole più entrare in questa casa … Vedo che è in affanno … la lascio qui. (Cerca di divincolarsi, si calma, Diogene retrocede senza girarsi, teme una sfuriata). Ha unprofumino quella cotica …

Elzeviro: (Si avvicina alla porta d’ingresso, la apre e grida sulle scale). Sarà lei una mummia! Portiera … sst, dell’automobile forse!

Palmira:          La guardo io? Ministero dei beni culturali … la leggo? (Apre). Tra di noi

non ci sono mai stati segreti, ci sposiamo tra un po’! Vero tesoro? (Edmondo ha un sobbalzo). Però … però … però … mascalzone, traditore … dici che ti ritiri e invece

…leggete qui … ha avuto un finanziamento di un milione per una campagna in Turchia … il sito dove sto scavando io … con me hai chiuso! (Esce). Ho capito cosa cerchi laggiù!

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Elzeviro:        Te lo dicevo che finiva a rotoli … è colpa tua.

Edmondo: Ma come, mi chiedi i soldi … te li faccio avere ed è colpa mia. Rivedi le tue priorità … poi … che novità è questa, ti sposi con lei … sei ammattito? Le ho chiesto prima io la mano, anni fa! (Si è alzato in piedi).

Elzeviro:        Gliela devi tagliare se la vuoi! Quella mano è mia! Mi spetta di diritto.

(Alzano la voce tutti e due).

Diana:              Palmira non è un oggetto che si compra … è mia è tua … pazzi! Me ne

vado sconcertata: siete due pagliacci. (Tacciono di colpo, poi quando Diana esce riprendono).Tu non tirare troppo la corda perché si spezza.

Elzeviro: Sei contento? Ho preso anche del pagliaccio, Palmira è mia mettitelo in testa, buffone di un onorevole!

Edmondo: Ex, prego … ex … è l’ultima volta che faccio qualcosa per te … non mi cercare più … me ne vado stizzito.

Elzeviro: Chi se ne frega … Tu le donne non sai nemmeno come sono fatte! (Ogni volta che si incontrano si azzuffano verbalmente ma poi … Elzeviro si ritira nella sua camera. Poco dopo).

Alda: (È carica di borse). Ma sono spariti tutti … branco di matti. E questa roba? La porto a casa io! … lo sapevo, non è la prima volta … litigano su tutto e poi, come se niente fosse, scherzano … ma siamo sicuri che stanno bene? (Porta la spesa in cucina. Si sentono dei rumori nell’altra stanza). Cosa sta facendo. Quando si agitaperde l’orientamento, ho paura che finisca in qualche sarcofago e vi rimanga chiuso dentro per un sacco di tempo. Ha bisogno di una balia, non di una governante!

Scena seconda

Mattino presto. Elzeviro entra in pigiama, è assonnato. La nottata è stata dura. Dopo una lunga telefonata non è riuscito a dare spiegazioni convincenti a Palmira che non ha creduto a tutte le “scuse” avanzate dal “futuro marito”.

Elzeviro: Non riesco a convincerla, è testarda. Questo episodio giunge in un momento del tutto inopportuno … il nostro rapporto vacilla sotto i colpi di

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quell’imbecille di Labella … Cosa si è messo in quella zucca vuota … vuol dimostrare la sua virilità … lo sanno tutti che è un … non me la lascio soffiare da uno che ha scambiato il parlamento per un luogo di vacanze . (Bussano). Chi è a quest’ora? (Apre e richiude subito). Vada via maledetto!

Diogene:        (Da fuori). Le ho portato i farfallini … li lascio sulla maniglia? (Riapre).

Elzeviro: Me li dia … pasticcione … come è andato il concerto? Immagino: fischi, patate, carote …

Diogene:         Nient’affatto: è stato un successo.

Elzeviro:        Perché ha suonato per i sordi.

Diogene: Lei è molto cattivo con me solo perché la disturbo di tanto in tanto. (Lo dice in tono dimesso).

Elzeviro: (Apre la porta, urla). Non la voglio più vedere per un decennio! (Entra Alda, Elzeviro rimane col braccio teso: abbozza un saluto nazista alla domestica). Leregalo un sarcofago … si chiuda dentro per mille anni!

Alda:                 Cominciamo presto oggi. Professore, c’è da chiamare l’imbianchino

perché di là è tutto nero. Camera, cucina, bagno, camera degli ospiti: tutto nero. Se crede che lo faccia io come l’altra volta si sbaglia di grosso. Provvedere immediatamente o mi licenzio. Non mi va di lavorare in una tomba ammuffita.

Elzeviro: È stata morsa dalla tarantola? Chiamerò … un giorno … va bene, va bene: chiamo! … Imbianchino … gli do una mano di verde portafoglio … (Consulta l’elenco. Chiama). Su quest’agenda c’è scritto di tutto tranne quello che serve. Chisarà? “Ditta Marzi … sì … mi scusi, devo aver sbagliato numero.” Pompe funebri, al diavolo non è ancora il momento di finire sotto terra. … mi devo sposare prima … Alda scriva bene questi numeri accidenti … sarà questo. (Ritenta). “Ditta Marzi … finalmente … senta … non faccia dell’umorismo perché … sono affari miei … io dico “finalmente” per motivi che non la riguardano … invece di fare dell’umorismo di bassa lega mi mandi un pittore di muri … bravo mi raccomando, altrimenti la mia domestica mi accusa di ristrettezze economiche … sì … tra una settimana? Per dinci! Mi raccomando, questa casa è piena di oggetti antichi, cerchi di non sfracellarli … salve!” Contenta? (Rientra Alda). Lo vede, mi fa uscire dai gangheri: non gli ho dato l’indirizzo! … Lo richiami lei!

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Alda: Questa è una casa civile non un cantiere archeologico! Non sente l’odore di cartone marcio? Quando arriva? Oggi? Se ha qualcosa da fare di là ci vada subito altrimenti aspetta mezzogiorno. (Non visto fa un gestaccio). Che ditta è?

Elzeviro: Marzi! “Pitture creative”. Cosa ci sarà di creativo nel dipingere un muro, mah! Mi dia almeno il tempo di vestirmi. Si precipita in casa alle sette del mattino, ne ho già uno che mi dà il tormento … se scende mi prenda del pesce che si possa definire tale però! (Si ritira in camera, si affaccia alla porta). Mi raccomando tiri sul prezzo e gli metta in conto gli oggetti che rompono!

Alda: Sì, sì … oggetti, sono un’accozzaglia di cocci … Ci metterà almeno mezz’ora (Compone il numero, chiama). “Pronto ditta Marzi … sono la governante del prof … sì … lo so, si è scordato l’indirizzo … lasci perdere il perché … mi dica quando viene. Questa casa è come un museo … devo spostare tutto … bene … via del Calvario 234 … ma quale passione … buon giorno.” È tutto matto … nel frattempo mi leggo il giornale … ah! Vi hanno preso … assessori del cavolo, avete rubato la marmellata … questa poi … L’ex parlamentare Labella … cosa? La Colombin accusa l’onorevole di aver abbandonato la figlia ancora in fasce … scandaloso dice il politico, non ho mai avuto rapporti con questa donna. Quello lì di rapporti … (Strappa la pagina e la mette in un libro). La faccio leggere a Palmira così ridiamo un po’. Professore, allora! (Lo sguardo capita sulle lettere). Ma guarda, se la fanno l’una con l’altro … un milione per degli scavi? … Sono matti … c’è gente che muore di fame e questi buttano un milione per tirare su dei sassi? Dove andremo a finire! Allora, professore? (Batte sulla porta della camera). Professore. Era ora! Cosa stava facendo?

Elzeviro: Non sono affari suoi! … Spiona! Le tolgo il vitalizio se mi importuna di continuo.

Alda: Il misero stipendio che mi passa lo chiama vitalizio … io lo chiamerei “mancia”. Guarda professore che … (Va in camera).

Elzeviro:        Non mi dia del tu!

Diogene: Permesso? Alda … professore … ha un attimo? (Elzeviro si arma di un bastone).

Elzeviro:        No! Prendo nota delle volte che riuscirà a venire oggi: siamo già a due!

Diogene: Le devo dire una cosa importante … mi ascolti … mi trasferisco in un'altra casa … settimana prossima ...

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Elzeviro: In un'altra città, spero? (Diogene annuisce. Nasconde la soddisfazione lasciando cadere il bastone che tiene in mano). È la più bella notizia degli ultimimesi … mi spiace che se ne va ma, come si dice:cause di forza maggiore impongono un trasferimento caro Diogene … la vita riserva sempre delle sorprese. Vuole un amaretto?

Diogene: No, al mattino non bevo mai! Mi scusi l’intrusione … l’ho detto a lei per primo … ci tenevo … l’ho sempre considerata un amico, un padre oserei dire ma non lo dirò per pudore …

Elzeviro: Padre … via, Decalzis … Padre. Non sono ancora pronto mentalmente. Si accomodi, prego. Come mai questa novità? Motivi di lavoro o … sentimentali? … Lei è un birbante … è ancora giovane. Ne avrà di “sfregolette” intorno! (Tutto d’un tratto è diventato ironico, ossequioso).

Diogene: Che cosa sono? (Gesto evasivo di Elzeviro). Mi hanno offerto un posto di pianista in una piccola orchestra a Roma …

Alda:                  Come lucidatore di pianoforti o come musicista? (È uscita dalla camera

con dei panni da lavare). Sono tre mesi che non fa più niente, non poteva darmeli dalavare invece di buttarli sotto il letto! (Scuote i pantaloni che fanno un polverone).

Elzeviro: Alda … come musicista! (È un po’ imbarazzato). Non ci faccia caso, non capisce niente di musica. Ha scambiato Vivaldi per suo cugino calzolaio ... le risate che mi sono fatto. Mi racconti dunque … sa che avevo intenzione di farle conoscere un donna molto bella … ma, se va via … meglio così … pazienza!

Diogene: Chi? Se è il caso rinvio la partenza … sono interessato all’argomento. Ho bisogno di una ragazza dolce, che mi coccoli che mi dia quell’affetto di cui un musicista ha bisogno ... capisce.

Elzeviro: Lei pretende un tantinello troppo. Domani sera do un piccolo ricevimento, una cosina tra di noi, venga qui che gliela faccio conoscere! Speriamo che venga anche la mia promessa sposa: ultimamente siamo un po’ in rotta, non ha capito una cosa … sciocchezze, crede che io le voglia fare le scarpe … non è vero … maneggi da … Le posso fare una confidenza, odio i politici. (È confidente, si avvicina con la sedia).

Diogene: Questo lavoro me lo ha trovato un politico … il presidente ... (Glielo dice nell’orecchio).

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Elzeviro: Per Bacco, proprio lui in persona? Ha conoscenze altolocate Decalzis e non lo diceva … birbante d’un pianista! Queste conoscenze vanno sfruttate per dinci.

Diogene: Mi ha detto che è venuto in contatto con alcuni conoscenti che gli hanno chiesto un pianista di musica contemporanea e …

Elzeviro:        Ha chiamato lei.

Diogene: L’ha fatto in modo del tutto privato senza mettere in mezzo nessuno, è un galant’uomo!

Elzeviro:        Dice? Mah! Opinioni personali … del tutto legittime … senta …

Alda: La lavatrice è in azione … le consiglio di lasciar finire il ciclo prima di aprirla … scendo per la spesa … cosa preferisce pollo, pesce, niente …

Elzeviro: Il signor Decalzis si ferma a pranzo! (Occhiataccia di Alda, si ferma di colpo, guarda il pubblico). Ha capito?

Alda: Cosa le ha detto di così importante per trattenerlo? (Al pubblico). Volete vedere che quando salgo devo asciugare l’acqua?

Elzeviro:        E così è amico del presidente … molto bene … lo sa che lei è molto

simpatico … venga quando vuole, come si dice: una mano lava l’altra.

Diogene:        E tutte e due lavano la faccia! (Ridono). Non mi aspettavo che lei fosse

così gentile da invitarmi a pranzo … pensavo di darle fastidio, ho notato in lei un certo astio nei miei confronti.

Elzeviro: Ma cosa dice … mettiamoci una pietra sopra. Gradisce qualche piatto particolare o le vanno bene gli spaghetti al sugo? Mi consenta, glielo volevo dire già un po’ di tempo fa, lei mi sembra un po’ deperito lo sa?

Diogene: Lo so, col mestiere che faccio … più che pianista sono saltatore di pasti! Ultimamente è diventata la prima occupazione.


Elzeviro:


Capisco! Quando si trasferisce?


Diogene:


Settimana prossima, se tutto va per il verso giusto, altrimenti più in là.


Elzeviro:        Capisco … più in là … allora ci vediamo verso mezzogiorno. Ho da fare


un paio di telefonate, leggere un articolo di giornale, osservare che la lavatrice non perda acqua. Ha sentito come mi tratta? Non assuma mai una domestica scorbutica … per carità! (Accompagna alla porta l’ospite).

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Diogene:        Le porto una bottiglietta di quello buono?

Elzeviro: Anche due se vuole! … Il “presidente”… e quando mi capita un’occasione simile … certe conoscenze servono … tanto, lui va via ma il presidente no! (Va in cucina, torna indietro e rientra subito). Accidenti, ci sono ricascato, l’ho aperta .È lui che mi confonde le idee coll’andirivieni. Menomale che finirà presto.

Alda: (Rientra Alda con delle buste). Professore … è di là ... lo sapevo … spende più in strofinacci che in mangiare … professore .

Elzeviro: La smette di urlare … asciughi l’acqua … quella lavatrice è vecchia, la cambi … ha delle incrostazioni tali … come gli passo davanti sputa acqua a non finire.

Alda: (Guarda il pubblico). Ditemi la verità, l’ha aperta lui. Dov’è Beethoven? Sentitelo … (Posa le buste. Apre la porta, si sente infatti una pessima musica). La finisca di sfasciare quei tasti! Le ho comprato delle ottime triglie, annusi

…senta che profumo ! (Sono schifose).

Elzeviro: Ottime! Gliele dia al suo cane, scommetto che appena le annusa se ne va di casa senza salutare!

Scena terza

La sera del giorno dopo, tutti

Alda:                 Cosa le è passato per la testa, era il caso di mettere in scena questa

pagliacciata? Non l’ha mai fatta una festa. (Alda ha un certo potere su Elzeviro, in fondo, tra i due, c’è qualcosa di tenero).

Elzeviro: Do la festa di addio per quell’energumeno di là, non è contenta … e poi devo riallacciare il rapporto con Palmira … lo vede, è sempre colpa sua … se non portava la lettera non succedeva niente … invece no! Deve insistere, vuole vedermi morto! (Alza la voce per sottolineare il fatto).

Alda:                 Sì, però, buttare nella fogna un milione … professore, via, sia giudizioso.

Le mancava questo scavo in Turchia? Almeno lo lasci fare ai giovani … pensi al suo matrimonio che continua “incomprensibilmente” a rimandare da decenni.

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Elzeviro:        Lo chieda alla signora! Dice dice, ma poi al momento di agire …

Alda: (Campanello, va ad aprire). Buonasera … attenta, è parzialmente contento perché il dirimpettaio se ne va … professore c’è Palmira!

Elzeviro: (Gli si avventa contro ma Palmira si rifiuta di baciarlo). Sono contento di vederti … è tutto un equivoco … la colpa è di quello scellerato di Edmondo e di quell’imbecille di Diogene Decalzis che ha “volutamente” portato la lettera per farmi un dispetto. Va punito!

Palmira: Non dare la colpa agli altri … forse è meglio così, vacci tu in Turchia. (Si toglie la giacca e cerca di appenderla ma non trovando alcunché per attaccarla la getta sul divano). Sai che cosa sono gli attaccapanni? Ecco, prendine uno invece ditenere tutti questi amenicoli … se facevi la raccolta delle figurine almeno non impegnavi lo spazio con oggetti di dubbio gusto … Archeologo … (È un po’ arrabbiata).

Elzeviro: Ce l’hai con me? Palmira, suvvia, i contrasti si superano … ti ho lasciato lo scavo, è già pagato … andiamo … riconciliati … ci dobbiamo sposare tra un po’, se fai così ci sarà un altro rinvio … Appianiamo la situazione.

Palmira:          Dipende solo da te!

Alda:                 (Scuote il capo). Chi manca? (Campanello). Eccoli! Prego … (Arrivano

nell’ordine: Decalzis, Edmondo, Diana e Nunzia). Il corteo funebre! (Lo dice tra sé).

Diana: Guardate un po’ chi vi ho portato? La più bella del reame ... fatti vedere, Nunzia … (Non è per niente bella). Signori, la reginetta delle discoteche!

Nunzia:           Piano, piano … non sono poi così bella! (Decalzis è già entusiasta, gli

gira attorno come invasato).

Diogene: (Timidamente). Permette signorina, Diogene Decalzis: pianista, concertista e dirimpettaio del professor Sobretti.

Elzeviro: Nonché seccatore e quant’altro … (Ride.) Lo sapete, il nostro Diogene ci lascia. Si trasferisce nella capitale. Quando si hanno conoscenze elevate ci si può permettere di tutto. Caro Diogene, si accomodi qui vicino a me, dobbiamo discutere del presidente con l’onorevole Labella qui presente.

Edmondo: Di quale presidente parli? (Elzeviro glielo sussurra nell’orecchio). Per tutti i numi, lei conosce il presidente … sono passioni che bisogna coltivare, come le

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perle … mi dica, lo ha sentito di recente … o … è una cosetta … come dire, “occasionale”. (Va a stringergli la mano).

Diogene:        Proprio l’altro giorno, mi ha chiamato per offrirmi un posto di pianista.

Nunzia: Che uomo importante … (Mostra subito interesse, quasi gli siede sulle ginocchia). Qualche sera mi farà ascoltare un brano, che musica fa moderna oclassica? È anche compositore?

Alda:                 È un tipografo! (Nunzia non capisce e sorvola).

Edmondo: Se crede parli pure di me al presidente, senz’altro mi conoscerà! Dopo tutto sono un politico.

Alda: (Tra sé). Dopo tutto! Possiamo dire che è pronto in tavola o devo attendere i marziani per cominciare ?…

Elzeviro: Signori, amici (Prende sotto braccio Diogene). A tavola. Chissà quali specialità ci ha cucinato la nostra Alda!


Diana:

Palmira).


Io sono convinta che meno si ha bisogno di quella gente meglio è! (A


Palmira:          Vallo a spiegare a quello là! Chiede soldi a tutti e poi … mah! Mi ha


fatto arrabbiare in un modo … più diventa vecchio e più peggiora … gliela faccio pagare stavolta! (A Diana).

Diana:               Ma no, lascia stare. Sistema la faccenda più in fretta possibile, dammi

retta! (A Palmira).

Edmondo: (A sua volta prende sotto braccio Il Decalzis, tant’è che il povero malcapitato si sente come accerchiato). Sa,anch’io conosco molti “papaveri” macosì in vista … come fa a conoscerlo?

Diogene: È semplice, è mio zio! (I due barcollano, Elzeviro finisce contro il tavolo). Vi sentite male?


Elzeviro:

siamo zii.


No, è stato un colpo di sonno! Zio. Si fa in fretta a dire “zio” … tutti


Diogene:


No, no, lui è il fratello di mia mamma! (Altro sbandamento dei due).


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Scena quarta

Dopo cena, tutti

Edmondo: Alda, lei è una cuoca impareggiabile, venga da me, lasci questa casa polverosa. Quanto le da il picconatore al netto dei danni?… duemila al mese … gliene do tremila.

Alda: Un attimo solo che tolgo il grembiule e sono a disposizione, comincio domani? (Se lo toglie davvero).

Elzeviro: Lei non vai da nessuna parte … è noto che i picconatori siano anche generosi … e non fanno pagare i danni per gli oggetti che “ahimè” inevitabilmente si rompono. Per un archeologo vedere in frantumi un oggetto che lui stesso ha faticosamente cavato dalla rude terra, è un dispiacere enorme. Lei rimane da me!


Palmira:


Sei tu un rude!


Diana:              Alda, se lo molla è come se gli sparasse .Non lo faccia, per carità:


finirebbe nella pattumiera … piuttosto la pago io ma non lo faccia …

Palmira: Come sei attaccata a quest’uomo! Se hai intenzione di portarmelo via … prego … è tutto tuo! Ultimamente mi è sceso di squadra di un bel po’.

Nunzia: (È stata tutto il tempo attaccata a Diogene). Non lo lasci signora, a me gli addii fanno piangere. Sono una persona romantica e sensibile al di sopra delle righe.

Diogene:        Ma signorina cosa dice, stanno scherzando.

Elzeviro: Lo spero! Comunque, tornando a piombo sulla questione Turchia, ci tengo a dire che è tutta una faccenda insignificante … ci ho pensato: sono troppo vecchio per intraprendere uno scavo di quelle dimensioni. Lo lascio a te Palmira!

Alda:                 (Occhiata verso il pubblico). È più vecchia di lui!

Palmira: È troppo facile dirlo adesso. Dovevi pensarci prima. E tu, come hai fatto a fargli assegnare un milione? Chi hai corrotto … e già, alla fine si divide il bottino. A chi hai promesso i reperti? … Falla finita Labella, non siamo ingenui. Chissà perché alla sera quando si vanno a vedere i reperti, manca sempre qualcosa e nessuno sa niente. Piuttosto che prendere quello scavo, cambio mestiere. Nunzia, portami con te in discoteca a ballare sul cubo!

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Nunzia:           Io non lavoro in discoteca, sono la segretaria particolare del sindaco.

Diana scherza sempre. (Diana non ha detto a Nunzia che era una messa in scena per circuire Diogene l’ha semplicemente invitata). Diogene lo sa, ne abbiamo parlato dilà … vero. Mi ha detto che mi farà avere una promozione tramite un suo parente. (Gli si fa sempre più dappresso).

Elzeviro:        Lo credo bene … se avessi anch’io certi parenti. Vero, Edmondo?

Edmondo : Come? Mi sono distratto … (Sta parlottando con Palmira. La vuole sposare). Sì,i parenti … già! Allora Palmira deciditi una volte per tutte. O sposi me osposi lui! Basta menare il can per l’aia!

Palmira: Siete due vecchi barbosi. Cosa me ne faccio di voi? Preferisco Diogene, per lo meno è giovane. Alla mia età si ha bisogno di distrazioni, vero Diana?


Alda:


Ben detto!


Diana:              Parla per te! Sono già distratta abbastanza di mio. L’altro mese c’è


mancato poco. Mi è passato un missile a fil di testa. Fortunatamente si è schiantato senza esplodere … ci penso tutti i giorni. Sono viva per miracolo! Comunque sì, è vero, preferirei Diogene! (Si avvicina a lui).

Nunzia:           (Si ingelosisce). Diogene non è l’unico uomo sulla terra .

Diogene:        Ha ragione la signorina … (Si guardano teneramente).

Diana:              (Palmira ed Elzeviro si guardano in cagnesco). Sentite voi due, se non

visposate in fretta mi invento uno scandalo di quelli grossi, di quelli che tengono banco per anni. Non vi vedete, siete come il cane e il gatto. Sposatevi domani, ci penso io a tutto: foto, articolo … lo pubblichiamo su tutti i giornali d’Europa! “Il grande archeologo si unisce in matrimonio con la collega di una vita. … Passeranno la Luna di miele in una tomba dell’antico Egitto.” (Ridono tutti).

Diogene: Non ci faccia caso … sono dei burloni. Il professore è innamorato pazzo della collega, ma non lo vuole ammettere. Stanno trascinando la data del matrimonio da quarant’anni! Sono due grandi archeologi ma sono anche due stupidotti. (A parte).

Nunzia: Adesso che lo dici … ti posso dare del tu? … li conosco, li ho visti sui giornali … lui deve aver rubato qualcosa in uno scavo … non è chiaro … parlo di anni fa … ho letto degli articoli dal parrucchiere, sai, quelle riviste demenziali che girano: “gossip”… c’era anche lei con in mano uno strano oggetto … ne parliamo

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dopo a casa tua? (Gli mette un braccio attorno al collo. Diogene non intuisce subito quello che vuole Nunzia).

Diogene : Ah sì? Lo sai che mi tratta come un deficiente per il solo fatto che di tanto in tanto vengo in cerca di aiuto? Non è cattivo ma ha perso la serenità che un anziano deve avere è … rancoroso, bilioso, non so …

Alda:                 A domani … “signori”.

Edmondo: Bene, me ne vado anch’io. Domani ho un incontro segreto con degli industriali del cotone turchi. Se si viene a sapere in giro che tratto affari con gli ottomani sono dolori. Nonostante che venga messo in mezzo per procurare ricchezza a tutti gli industrialotti della regione, vengo accusato di intrallazzi: capito! Io intrallazzatore … loro se ne lavano le mani quando io me le devo sporcare..

Diana:              Certo che tu, prima di mollare il mazzo, eh! … raccontala giusta.

Edmondo: Nei paesi anglosassoni i politici si mettono in affari dopo che si sono ritirati dalla vita politica non come qui da noi che usano la politica per fare affari. È nota la mia integrità morale … ho rubato solo per gli amici in difficoltà …


Palmira:


Su questo punto di devo dare ragione, hai rubato solo per lui.


Elzeviro:        Allora, la vogliamo finire di raccontare idiozie? Andatevene tutti … via


… Diogene rimanga un attimo, le voglio parlare … (Escono tutti).

Edmondo: Palmira, ci butta fuori … che ne dici di andare in un bel locale notturno a spassarcela? Qualche danza orientale con le odalische …

Palmira: (Per ingelosire Elzeviro) Perché no! Facciamo l’alba! (Smorfie di Elzeviro).

Diogene: A domani Nunzia … l’indirizzo lo sai … (Le bacia teneramente la mano).

Nunzia: Sì, a domani … che magnifica serata. Ti vengo a trovare di sorpresa? Grazie professore per avermi fatto conoscere questo simpatico giovane. (Sperava di rimanere con Diogene ma ... se ne va delusa).

Elzeviro: Non ringrazi me … ringrazi Diana Poliminis. Se ne vada, se ne vada. Oh finalmente! Caro amico, perché ormai la devo considerare tale non trova? Ho notato la sua simpatia per la signorina … è un po’ bruttarella ma … non è bello ciò che è bello … ci siamo capiti.

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Diogene:        Veramente no.

Elzeviro: Andiamo Decalzis finché si scherza … lei, ecco, per esempio, quando non viene qui a scassarmi le banane, cosa fa? (La prende larga).

Diogene:        Suono, mi esercito, non mi sente perché uso la sordina … vivo solo, non

faccio niente di particolare! Perché? Anzi, adesso ho qualcosa da fare: uscire con Nunzia … lo sa che mi piace … la porterò a Roma , le farò conoscere lo zio presidente …

Elzeviro. Ecco appunto! Questo “zio” … vi volete bene, voglio dire i rapporti sono buoni.

Diogene: Altroché ... vuole che lo chiami? Ho il suo numero di cellulare: quello riservato. Se dovesse avere bisogno lo dica, ci metto una parola. Lo chiamo?

Elzeviro: Non ci avevo nemmeno pensato … non … veramente se dovessi … (Diogene annuisce). La ringrazio in anticipo. Caro collega, la devo mandare viaperché non mi reggo in piedi, sarà stata quella schifezza di rosolio …

Diogene: Vado anch’io, sono stanco … professore, le posso confidare una cosa. (Elzeviro annuisce). Mi sto innamorando! (Prima di uscire). Da quando siamocolleghi?

Elzeviro:        Ho detto colleghi? Accidenti, che vino ha portato?

Diogene:        Manduria! Vado, a domani.

Elzeviro: Stia attento Diogene. Non si lasci travolgere dalle passioni, potrebbe trovarsi nei guai! Davanti a lei c’è un fulgido esempio di … (chiude la porta).Vai al diavolo.

Scena quinta

Qualche giorno dopo

Alda:                 (Sta cercando di sistemare il locale tra un borbottio e l’altro. Citofono).

Chi è? Certo, salga pure, lascio la porta aperta. Le dico solo “mi raccomando” : va bene? Professore, è l’imbianchino … io esco per la spesa … lascio aperto.

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Elzeviro: D’accordo! (È seduto al tavolo, sta sfogliando libri non si accorge dell’arrivo dell’imbianchino,campanello, sta ascoltando il “Bolero” di Ravel). Avanti … è aperto, butti pure per terra gli stracci, i locali sono tutti di là. In questa casa non si può ascoltare musica … solo quegli stridii di quel … “contemporaneo”.

Marzio:           Buongiorno, signore … (Elzeviro si volta per salutare).

Elzeviro: (Gli gira attorno). Guardi, deve avere sbagliato piano: il ballo in maschera lo danno di sopra … prenda l’ascensore.

Marzio: (È vestito con tait, bombetta, farfallino ecc, è molto elegante, ha un bastone, sembra un personaggio della nobiltà ottocentesca). Sono l’imbianchino.

Elzeviro: Non si direbbe, a me sembra un manichino … pensavo di averle viste tutte ma … vuole un camerino per cambiarsi o preferisce recitare così … volevo dire, lavorare così?

Marzio:           No, no! (Estrae un grembiulino, se lo mette poi prende un fischietto

dalla tasca: fischia).Tarcisio, puoi entrare! (Smarrimento di Elzeviro).

Tarcisio: (È il vero imbianchino: ha una salopette bianca tutta macchiata di colori, sembra Arlecchino. Sulla testa ha un cappello Borsalino e in bocca un sigaro Avana. Porta una scala alla quale sono attaccati dei bidoni vuoti: fa molto rumore. Deposita la scala tra un brontolio e l’altro. Tarcisio è sordo e parla molto poco, si esprime a monosillabi e suoni gutturali). Ah! Uh! Orno!

Marzio:           Dove imbianchiamo? (Elzeviro si gratta i capelli).

Elzeviro: Capisco, lei è l’imbianchino e lui quello che lavora: siete in coppia. (Allarga le braccia guardando il pubblico e si ritira in un altra stanza). Cominciatedalla camera da letto … se vuole … Conte, Marchese … come nono caduti in basso questi nobili. (Lo dice al pubblico).

Tarcisio: (Si avvia facendo un gran baccano mentre Marzio rimane immobile, gag a piacere).

Diogene: (Entra precipitosamente, è in mutande e va a nascondersi davanti al divano). Che periodo difficile. Questa è assatanata. Sono passato da un a vita asceticaa una infernale … speriamo che non mi trovi subito. Devo tirare il fiato … (Marzio osserva imperturbabile, si toglie il grembiule, lo sbatte e lo rimette in tasca).

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Nunzia:           Dove sei finito, coniglietto mio … birbante scappi … ma ti ritrovo. (Si

accorge della presenza dell’individuo). Mi scusi, ho sbagliato appartamento. (Esce ma poi, dopo un attimo, rientra). Lei chi è?


Marzio:


Non mi vede sono l’imbianchino!


Nunzia: Però! L’ho scambiata per un nobile. Conte, ha visto per caso entrare un pianista in mutande? (Disperazione di Diogene).


Marzio:


(Senza scomporsi). È lì dietro il divano.


Nunzia:           Ah! Sei qui cucciolone di Nunzia … vieni, ti porto a casina ... (Gag a


piacere. Entra Elzeviro). Ci sono cose che non sai … tele insegno io… (Nunzia è un po’ svestita).


Marzio:


Le insegni anche a me!


Elzeviro: Ancora voi due … state di là a fare i vostri giochetti demenziali … mi meraviglio di lei, Diogene, stia nella sua botte e non rompa le palle altrui.


Tarcisio:

di Elzeviro).


Hehe, ho ha u fini … (Si accomoda sul divano sotto gli occhi esterrefatti


Elzeviro: Sono circondato da pazzi … Alda, Alda … (Entra dalla porta, è carica come un somaro di buste della spesa). Lei invece di stare lìimpalato, l’aiuti!

Alda: (Vede i due). Per me era meglio prima … rompeva l’anima … ma era solo, adesso ne abbiamo due … (Al pubblico).


Marzio:


Tarcisio, aiuta la domestica … su!


Tarcisio:


Uta tu … (Cerca di farsi capire con i gesti).


Elzeviro:


Senta un po’. Alla fine di questa pagliacciata vi devo anche pagare?


Alda: Mi aiuti, porca miseria … Marchese, tenga questi pomodori … (A parte, a Elzeviro). Chi è? Un suo parente lontano, non l’ho mai visto!

Elzeviro:        Scherza, è l’imbianchino … non vede … quello seduto è il padrone della


ditta … lui invece è quello che si dà da fare … mi dia le buste … ci sono altre stanze da tinteggiare. (Diogene e Nunzia escono abbracciati). Gradirei che, per oggi, non mi facciate più visita. Ho i sarcofagi un po’ dappertutto ... (Diogene annuisce). Ci sono già questi da … (Li osserva). Mah! Sarà!

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Marzio:           Tarcisio, Tarcisio … su, alzati … è sordo come una campana, se non ci

fossi io, non farebbe niente.

Alda:                 (Sulla porta della cucina). Gli dia una frustata: quella la sente.

Marzio: Permette una domanda, professore? Lei è il famoso archeologo che ha scoperto quella tomba di quel faraone, credo, egiziano che non si trovava mai …


Elzeviro:


Che mi risulti i faraoni erano solo egiziani … sì, sono io!


Alda: Ha visto, è famoso anche nella nobiltà! Voi ne avete ancora per molto? La cucina la fate domani.


Marzio:


Tarcisio, la cucina … domani? (Quando parla alza sempre la voce).


Tarcisio:


Mani! (Alda scrolla la testa, porta le buste in cucina, esce ).


Alda:                 Pitture artistiche! Fatemi il piacere (Va in camera e torna subito). Non


avete fatto niente.

Marzio: Lui non ha fatto niente … io l’ho portato qui! Tarcisio, facciamogli vedere chi siamo.

Tarcisio: Chi siamo? (Farfuglia un po’ di parole) nisc di fume (Getta il sigaro e si alza per incominciare il lavoro).

Marzio:           Professore!

Diogene: (Rientra rincorso da Nunzia). Lasciami stare. Lo dico a tua madre se mi fai del male … (Entra per sbaglio in camera, rumori, esce mezzo colorato). Guarda come mi hai ridotto … uffa … sei un ciclone! (Escono tutti e due. Esce anche Tarcisio con un secchio in testa).

Nunzia: Mi scusi … eccellenza, non voleva importunarla. (Lo dice a Marzio, che non fa una piega). Scappiamo, Diogene!

Tarcisio:         E ti endo di ozzo! (Marzio rimane imperturbabile).

Marzio:           Professore!

Elzeviro:        Che c’è da urlare, cosa vuole?

Marzio.           Il conto della tinteggiatura. (Gli rifila un papiro).

Elzeviro.         Di già? Come lo regoliamo con un duello o ha un’altra idea?

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Marzio: Faccia lei, accetto di tutto: banconote, assegni, bonifici, oggetti antichi ecc … ecc …

Alda:                 Anche qualche bastonata tra capo e collo. Dica a quell’energumeno di

non devastare i sarcofagi perché ci sono le mummie dentro … vuole che ci metta anche lei? Tanto siete della stessa epoca!


Marzio:


Signora, per chi mi ha preso: non vede il lignaggio?


Elzeviro: Lo vedo, lo vedo! Comunque non la pago di sicuro. Prima voglio vedere il lavoro finito a regola d’arte poi ci penserò!


Marzio:

pagano!


Tarcisio, (Si presenta sulla porta della camera). Andiamo, non ci


Tarcisio: Al diao, io sto! (Lo prende per un braccio e lo conduce fuori). È io fratello è atto!


Elzeviro:


A sì ... lui è matto, invece lei … perché si veste così?


Tarcisio:


Adizioni di famiglia. Avamo obil anto po fa! (Gag a piacere).


Elzeviro: Sì, sì, ho capito: la prego faccia in fretta. Non mi distrugga le statue! (Tarcisio riprende il lavoro fischiettando forte).


Diogene:


Professore, sono in difficoltà! Intervenga lei! (È provato).


Elzeviro: Si ricordi dello zio però! Scusi un attimo … La vuole smettere di zufolare? (Rientra Marzio, si guarda attorno, cerca il fratello).


Marzio:


Il pittore? Dov’è?


Elzeviro:        Ha inghiottito il fischietto, lo porti via per favore! Diogene faccia


qualcosa lei!

Diogene:        Adesso mi sente. (Si avvia per andare in camera ma …).

Tarcisio: (Esce, vede Diogene che precedentemente lo aveva fatto cadere dalla scala e inizia a rincorrerlo col rullo in mano). E ti endo sei orto!

Marzio:           Usa questo! (Gli dà il bastone).

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena prima

Notte: Elzeviro è al tavolo che studia, dalla camera esce Palmira, le cose sembrano sistemate, il matrimonio sembra vicino.

Elzeviro: (Non si accorge della comparsa di Palmira). Finalmente … ho trovato la chiave di lettura di questo geroglifico, è stato usato una sola volta in tremila anni, nemmeno Gardiner lo avrebbe capito. Lo tradurremo con “sa-mah” … mah! Eh, se non ci fossi io … lo farò vedere ad Alda, così per curiosità. Non che non mi fidi di me stesso … per curiosità! Non capisce niente, ma perlomeno me la imbonisco ….

La illudo di essere una grande traduttrice, che ridere!

Palmira: (È assonnata). Che cosa hai scoperto? Fammi vedere? È vero … “sa-maat” non “sa-mah”. È … non vedi la piuma, gira gli occhiali.

Elzeviro:        Cosa dici … Quale piuma. È una piuma? Ho fatto la scoperta del secolo

…non incominciamo a litigare … ritiriamoci dai … Però: “Sa-Maat” cioè il coperchio della giustizia … che cosa significa … lo vedi …

Palmira:          Che dobbiamo andare a dormire!

Elzeviro: Non sono convinto (Palmira lo trascina in camera). Non mi tirare. Ma dico! Palmira mi tiri? Per quello che dobbiamo fare di là! … Perché hai deciso di sposarmi in quattro e quattr’otto?

Palmira: E quattro dodici! Perché, non è quello che aspettavi? Dici sempre che gli anni passano, che diventiamo vecchi e che se andiamo avanti così ci sposeremo nell’aldilà … vieni che ti scaldo i piedi, vecchio brontolone, di uno scavatore di tesori perduti nella sabbia.

Elzeviro: Il tesoro più importante che ho trovato sei tu … In quale sarcofago preferisci dormire?

Palmira:          (Dalla camera). Nel mio!

Elzeviro:        È una nostra stravaganza …

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Scena seconda

Mattino, verso mezzogiorno

Alda: (Arriva). Che caldo. Non c’è una volta che sistema le scartoffie. Professore … sarà già uscito … strano, mi aspetta sempre … (Dal pacco di libri che vuole sistemare esce una pagina di giornale. È quella che ha strappato lei il giorno prima). L’ho stracciata via io, come fa ad essere qui?Ho sempre pensato che fosseuna casa di matti, non di maghi! … Ma l’avevo messa nella borsa … o no! … ma, mi fa perdere la testa. … Professore! (Telefona). “Signora Palmira, sa dov’è finito il professore? (Palmira esce dalla camera col telefono in mano).

Palmira: Si sta vestendo. Ha avuto una notte tormentata per via di quella scoperta che ha fatto. Lo lasci stare perché è nel pallone totale.

Alda: (Tra sé). Perché di solito non lo è? … Ah, è per la scoperta … credevo che … alle volte.


Palmira:


Alda! Abbiamo deciso di fare il grande passo.


Alda: Non mi dica che vi buttate sotto il treno? (Palmira ride e torna dentro, dopo qualche momento escono tutti e due). Buongiorno, sposino.

Elzeviro:        Alda, vada al diavolo! Non si è ancora visto il nostro amabile pianista?


In tempi migliori sarebbe già passato una decina di volte a chiedere consigli. Benedetta Diana, mi ha liberato! (Campanello). Come non detto. Avanti!

Edmondo:  Ehilà, mascalzoni. Vi devo parlare! Ma, cosa ci fai qui Palmira?

Alda:                 È in soggiorno obbligato.

Edmondo:   Che significa? Traditore … vi siete già sposati, è così … dimmi che non

èvero altrimenti mi butto sotto il treno … non sono in grado di sopportare uno smacco così grande!

Elzeviro: Siamo ancora single. Politicante della malora! E poi, anche se fosse? Finiscila! Lo sappiamo che è tutta una messa in scena …

Alda:                 (Scuote la testa). Rimangono a pranzo?

Palmira:            Io no perché ho in ballo una riunione al ministero e ho il treno tra

un’ora: quindi vi saluto. (Bacia Elzeviro ma non Edmondo che si offende, arriva 27


Diana). Tesoro, fammi un favore. Porta via il parlamentare, almeno gli passano glispiriti bollenti … riferiscimi tutto. A dopodomani. (Da fuori). Portalo in convento.

Diana:              Sei in fuga? Venite, non vi mangia … Nunzia, Diogene. Siete proprio

una bella coppia, non è vero? La vita è fatta così, si sta soli per cento anni e all’improvviso si accende la fiammella e …

Alda:                 State attenti a non bruciarvi. Queste fiammelle sono come le candele,

durano poco … poi diventa cera informe, vero professore?

Elzeviro: Più che altro cerone, vista l’età! Bando alle ciance … allora lo zio che dice che dice … ci sono novità? Ha già fatto i bagagli?

Diogene: Mi sto organizzando … non voglio lasciare Nunzia qui da sola … lo zio mi sta cercando una casetta al centro di Roma.

Edmondo: Con tutte le conoscenze che ha, gliela trova di sicuro. Se crede le posso lasciare la mia abitazione, ormai non ci vado più essendomi dimesso da parlamentare … è praticamente vuota … l’affitto a lei, diciamo a … dica lei quanto può spendere?

Nunzia: Abbiamo poca disponibilità per adesso. Se lo zio non mi trova un lavoro a Roma devo rimanere qui e di conseguenza …

Diogene: Stavo appunto dicendo che se non troviamo un’occupazione per lei devo rimandare la partenza fin quando …

Alda: Ho capito, resta qui per altri dieci anni … mi conviene levare le tende. Me la svigno prima che sia troppo tardi … Questi due che la tirano in lungo, questi altri che vaneggiano, questo scemo che non sa mai cosa fare della sua vita … (Lo dice tra se). Diana lei rimane?

Diana: Se non mi caccia via: sì! Caro Diogene, sono in partenza pure io: Iraq! È l’ultima campagna che faccio poi appendo la macchina al chiodo, basta. Troverò un uomo che mi sposi e vivrò finalmente in pace. (Si getta sul divano). Ne ho in mente uno …

Alda: Che mente! (Tra sé). Le faccio notare che è meglio sposarsi da giovani perché alla nostra età si è già in pace … forzata, ma in pace.

Elzeviro: Discorsi da vecchi … se le tenga per lei queste considerazioni. Se fosse dipeso da me l’avrei sposata quarant’anni fa … è stato lui a mettersi in mezzo.

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Edmondo: Io? Vi vedevate una volta ogni morte di Papa … non le telefonavi nemmeno quando eri via … adesso non fare la vittima … se non ci fossi stato io a tenerla su: la sposo io. Punto!

Elzeviro:        Col fischio te la lascio. Quando torna da Roma la porto all’altare.

Alda:                 Della patria! Non dico niente perché … (Tra sé).

Diana: Ora l’hai detto, devi mantenere la parola. Organizzo tutto io … Edmondo, gli fai da testimone?


Edmondo:


Mai!


Diogene:        Glielo faccio io, sono in debito col professore, mi ha aiutato tante volte,


vorrei ricambiare … me lo permetta, Elzeviro.

Elzeviro:        (Assume un atteggiamento cattedratico). Avevo chiesto a uno dei miei

studenti molto meritevole di farmi da testimone ... più che altro sarebbe stata

l’occasione per passare il testimone alla generazione successiva, la consegna della

cattedra di egittologia ma … preferisco che lo faccia lei … in fondo la posso ritenere

degno …

Diana:              Nunzia, tu sarai la testimone di Palmira … molto bene. La convincerò!

Edmondo: Molto bene un corno. Non finisce qui. Me ne vado indignato. Cosa ero venuto a fare? Mi fai perdere il lume della ragione! In altri tempi ti avrei mandato i padrini ma per tua fortuna siamo in un'altra epoca … (Si è arrabbiato).

Alda: (Sta spolverando, di tanto in tanto si sofferma ad ascoltare scuotendo il capo,tra se). Ne devo sentire ancora. Professore, chi resta a pranzo?

Elzeviro: La splendida Diana e i miei testimoni di nozze. Caro Diogene, mi è diventato simpatico … molto, anche lei signorina.

Diogene:        Non sarà per via dello zio? Lo chiamo?

Alda:                 (Occhiataccia al pubblico, annuisce).

Elzeviro: Non mi ricordavo nemmeno più, si figuri … Bene, bisognerà preparare questa cerimonia. Diana, ci persi tu? … Alda, ci prepari qualcosa di inedito, un piatto per celebrare l’evento. Cosa preferite? Carne, pesce … dite voi.

Alda:                 Vi piacciono gli scarabei giganti? Ne ho giusto di là un pacco.

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Elzeviro:         La nostra Alda a furia di sentire le mie lezioni ha imparato talmente tanto

da poter a sua volta insegnare … non sapete quante volte mi ha risolto dei grossi problemi di traduzione … vero Alda? (Lo dice ingenuamente).


Alda:

generale).


I casi sono due, o io sono un genio o lei non capisce niente! (Ilarità


Diana: Se l’avessi detta io questa battuta mi avresti ammazzata, ma siccome viene da lei allora gliela lasci passare. Sei un vecchio scorbutico.

Nunzia: Temo che ci sia del tenero tra voi: professore, l’ammetta, Alda non è una semplice governante!

Elzeviro: Ma cosa dice … adesso che mi è diventata simpatica sta facendo di tutto per farmi cambiare idea? Dicevo che Alda, ogni tanto ha delle intuizioni che … oserei dire geniali ... ecco. Questo non toglie che l’archeologo sia io.

Diogene: Tempo fa lessi, su di una rivista specializzata, una sua intervista nella quale, diceva, che ogni tanto è come se un alieno le rivelasse la soluzione di ingarbugliati geroglifici; quell’alieno è Alda?

Elzeviro: Alda … si fa presto a dirlo, Alda … non dico di no … in occasione del ritrovamento della tomba A69, casualmente, ebbe un ruolo determinante. Capì che il simbolo sulla pietra era …


Diana:

è vero …


La tua più grande scoperta è merito suo? Non ci credo … dimmi che non


Alda:                 Non è vero infatti, ma è ancora peggio: io ho intuito che stava guardando


la foto della pietra al contrario, o era stampata al contrario. Ad ogni modo lo scoprii “io”.

Elzeviro: Non si dia delle arie che poi le viene l’influenza e mi tocca pagarla lo stesso. La pietra l’ho vista dal vivo, lei no.


Diana:


Se lo viene a sapere Palmira facciamo una festa coi fuochi d’artificio.


Elzeviro:


Palmira, Palmira, chi sarà mai? La figlia di Champollion!


Nunzia:           Vi confesserò, anch’io sono archeologa con specializzazione in civiltà


orientali. Non professo perché è così difficile inserirsi nel mondo accademico italiano, finché domina il nepotismo! (Elzeviro la fulmina con lo sguardo)… Forse

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ora che conosco lui, o meglio lo “zio”, potrò avere una “spintarella” … a meno che qualcuno mi lascia la cattedra!

Elzeviro:        Sta pensando a me?

Alda:                 A me! (Tutti ridono). Beh, fatemi tradurre qualche papiro … ce la

giochiamo. Mille euro!

Elzeviro:        Archeologa, dice, dove ha studiato se è lecito?

Nunzia:           In Francia e negli Stati Uniti!

Elzeviro: Però! Civiltà mesopotamiche ha detto? Potrebbe essere interessante. Parlerò con alcuni colleghi, vediamo quello che si può fare. (Campanello). Chi sarà? Aspettavate qualcuno? Avanti! Qual buon vento? Venga, si accomodi. Signori vi presento il mio allievo prediletto. Il professor Altobelli è candidato alla cattedra di egittologia, mi subentrerà … vero Nino? (Gesto di Nunzia che sottolinea quanto detto prima). Lo so che non si dovrebbe dire ma …mi trova di buon umore perché misposo. Le posso presentare questi …“amici” ... (Non vorrebbe definirli così ma …).

Altobelli:         Mi scusino se piombo in casa senza preavviso, è successo un fatto

grave. Professor Sobretti … le posso parlare in privato? (È un po’ bacchettone).

Elzeviro: Dica pure, siamo tra amici. Non ho niente da nascondere. (Tossisce per mascherare). Alla mia età … dica, Nino.

Altobelli: Ho saputo che la professoressa De Bellis ha lasciato l’insegnamento perché ” dicono” che si deve sposare. È vero? Guardate l’articolo. (Mostra un giornale, smarrimento totale di Elzeviro). Mi aspettavo di tutto ma … così anziana …lei è al corrente? Perdiamo una grande figura accademica … mi piacerebbe sapere chi

èquel cretino che si è messo in testa di rimbecillirla fino a questo punto … si è ben guardato dal fare il nome … in questo momento è in viaggio per Roma, va al ministero a rassegnare le dimissioni. È inaudito! Professore?

Elzeviro: Accidenti … mi coglie del tutto impreparato, non ne so niente … Alda, lei sa?

Alda:                 So, so … So anche chi è il cretino!

Diana:              (Tra sé). Mamma mia ci mancava anche questo…è un bel colpo per lei.

Vedo che soffre molto … non è il caso, via, come si dice: morto un Papa se ne fa un altro no! Mi dia il giornale … (Finge di leggere).

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Altobelli:        Si da il caso che il “Papa” sia mia madre! (Elzeviro è colto da malore).

Vedo che è uno choc anche per lei. Lo sapevo io.

Diana:              Sapessi. Vedrai quando saprà (Tra sé). Pensavo che un docente avesse

importanza, ma non fino a questo punto! … Mi mancava l’ anello di congiunzione.

(Diana, pur sapendo del figlio, non lo aveva mai visto di persona).


Nunzia:


Di che anello parli, quello di fidanzamento o di nozze?


Diogene:


Nunzia. Non dire niente! Zitta.


Diana: (Cerca di far rinvenire Sobretti). E così tu saresti figlio di Palmira … non l’ha mai detto a nessuno di avere un figlio … e il papà, chi è? (Finge).

Altobelli: Non me lo ha mai voluto dire! Ha sempre detto che un giorno non lontano mi avrebbe confessato, ma il giorno non è ancora venuto … sono cresciuto coi nonni materni perché mia mamma a casa c’era poco, anzi … mai. Ha passato più tempo con lui che con me. (Nino è un ingenuo, è timido e un po’ rigido nelle sue manifestazioni caratteriali).

Elzeviro: (Si è ripreso). Questa notizia è esplosiva come un’atomica! Pensa che io e tua “madre”, stento a crederci, ci conosciamo fin dai tempi delle elementari: eravamo compagni di banco. Abbiamo studiato insieme per tutti i gradi di scuola e facciamo tutt’ora lo stesso percorso. Se solo avessi immaginato …

Altobelli: È tempo che io sappia il nome di mio padre. So che deve venire qui quando torna da Roma. L’ aspetto sulle scale piuttosto. Me lo deve dire!

Alda:                 Vuoi vedere che … quanti anni ha signor Cicciobelli?

Altobelli: Trentacinque! So di essere nato in Siria, a Damasco per la precisione. (Altro svenimento di Sobretti). Su, su, professore, non faccia così, mi fa spaventare. (Gesto significativo di Alda). È malato?

Nunzia:           Perché? Cosa dice, fino a due minuti fa se la rideva.

Diogene:        (Sotto voce). Lascia perdere … non ci riguarda.

Edmondo: (Piomba in casa come una furia). Mettitelo in testa, vecchio caprone, che la sposo io … Chi è questo giovine?

Altobelli: Sono il figlio di Palmira De Bellis … piacere … Nino Altobelli. (Edmondo precipita sulla poltrona scioccato). Anche lei è rimasto scioccato? È cosìsconvolgente questo fatto?

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Alda:                 Non sa fino a che punto.

Diana: Diogene, Nunzia, mi sembra il caso di andare … lasciamo soli i “candidati” al suicidio … Elzeviro, se hai bisogno sai dove trovarmi …

Diogene: Non si preoccupi, vedrà, si risolverà tutto in men che non si dica … il signor Altobelli saprà chi è il padre e tutto si sistemerà … buongiorno … se è in difficoltà mi chiami. Abito ancora di là per adesso, andiamo Nunzia, a domani.

Alda:                 Se ci sarà un domani.

Edmondo: Torni a ripeterlo per favore: chi è lei? Alle volte uno potrebbe sentire male.

Altobelli: Il figlio di Palmira De Bellis! (Edmondo ripiomba svenuto). Mamma mia che effetto strano … Ma chi è costui, professore?

Elzeviro:        Non l’ho mai visto prima d’ora.

Altobelli: (Si aggira in preda allo sconforto). Io vado giù un momento, ho intravisto un bar. Non mangio da due giorni, da quando ho saputo del fatto … a dopo. Vedo che vi state riprendendo ... esco.

Elzeviro: Ehi! Complimenti, bel ragazzo! Ti assomiglia poco ma si capisce che è tuo figlio …

Edmondo: Tuo figlio, casomai … sei in un bel guaio. Se scopre che sei tu il tanto agognato padre non so come va a finire. Perché non l’ha mai detto di avere un figlio?


Elzeviro:


Che ne so! Non sarà vero, quello lì non sa nemmeno chi è.


Diogene:


Permesso, professore ha un minuto?


Elzeviro:        Non ricominci l’andirivieni per favore … che c’è? Già che è qui … senta


…ha visto quel giovanotto, ebbene, secondo lei a chi rassomiglia?

Diogene: Le devo dire la verità o … per me non assomiglia a nessuno di voi. Ha dei lineamenti, oserei dire, mediorientali, meridionali più che altro …

Edmondo: Il suo parere basta a risollevarmi il morale, mi è venuto un colpo … accidenti ... trovarmi davanti il figlio della “mia Palmira” … su che base può asserire quello che dice, scientifica o così per intuizione antropologica.

Elzeviro:        È un pianista … l’avrà stabilito su base musicale. Non mi faccia ridere

…mediorientale, sarà il prodotto di qualche incrocio promiscuo … si usava in quegli

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anni … è un figlio dei fiori un po’ tardivo, caro Diogene. Cos’era venuto a dire? (Nunzia entra di soppiatto, vuole sorprendere Diogene, si accorge delle presenza degli altri, desiste, non la vedono).

Diogene: Sono passato per dirle che … ecco … con Nunzia, che è un’adorabile ragazza, mi trovo in difficoltà. È troppo esigente … arrivo a malapena a sera … voi che siete uomini di mondo, consigliatemi, cosa devo fare?

Edmondo: Caro signore, dare consigli su quest’argomento è inutile, si rischia sempre di sbagliare: lasci fare, lasci fare … è meglio … ricordo un fatto analogo. Mi successe in Algeria, tanti anni fa … eh, la gioventù … mi ero innamorato di una giovane italiana, tale Edoarda Colombin … veneta … bellissima … e dopo pochi mesi che ci frequentavamo decisi di portarla in vacanza laggiù … fu un errore, mi ridusse “in cenere”, come dice il noto proverbio. Per tutto il periodo di permanenza fui oggetto di sevizie, piacevoli ma … la dovetti lasciare. Alcuni anni più tardi seppi che aveva avuto una figlia … non l’ho mai conosciuta … non è senz’altro mia, me lo avrebbe detto. Perché nascondere una gravidanza all’uomo amato?

Nunzia: (Ha letto il foglio che dice appunto di Labella, quello che Alda, pensando di aver messo nella borsa, ha ritrovato nel libro. Improvvisamente ha un’idea). Sa come mi chiamo, Nunzia Paolinelli Colombin e mia madre si chiamaEdoarda Colombin ed è stata ad Algeri trent’anni fa … (Sobbalzo generale, Edmondo si abbandona a gesti inconsulti).

Elzeviro: Da dove sbuca? Diogene? La controlli … (Capisce che Edmondo è in difficoltà). Racconti, prosegua che è interessante … signori, avete davanti uno padresnaturato che crede di poter dare lezioni di etica a tutti … e vuol sposare mia moglie

….Sì insomma ci siamo capiti … la mia “futura”… moglie. (Tira subito le conclusioni pensando di levarselo dalle scatole definitivamente).

Nunzia: Chiamo mia madre, le dico tutto … finalmente ti ho trovato: papà, sono tua figlia … (Edmondo si aggira in preda all’agitazione).

Edmondo: Non mi faccia ridere, io, suo padre … lo vedremo di chi sono “padre”. (Esce e rientra dalla porta più volte , è completamente sopraffatto dalla notizia. Se ne va).

Elzeviro: Caro Diogene lei ha la capacità di mettere in uno stato di serenità interiore chiunque le si avvicini, soprattutto in questo frangente. L’ha distrutto … povero Edmondo, è stato un bel colpo. (Lo porta in un angolo per non farsi sentire

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da Nunzia). Se Nunzia ècosì “irruenta” potrebbe essere davvero la figlia di quelladonna?

Diogene:        Chi lo sa? Trovo improbabile che siano parenti. Vado ad indagare.

Nunzia, ritiriamoci, il professore deve telefonare … (sottovoce). Le farò sapere.

Nunzia: (A parte, a Diogene). Vuoi vedere che ci crede … se è così ci sposiamo senza spendere un euro … gli facciamo sborsare un bel po’ di grana. Lasciami fare. Diogene … andiamo di là, lascia il professore alle sue riflessioni.

Elzeviro: Non c’è molto da riflettere … mi sembra così palese. Diogene, lei che ci capisce, la osservi bene, non trova somiglianze col nostro Edmondo?

Diogene:        Sinceramente no!

Elzeviro: Peccato … ho perso l’occasione di tartassarlo. (Si ritira nella sua camera).

Diogene: Cosa ti è passato per la testa. Come ti è venuta quest’idea? Non è cretino, saprà quello che ha fatto! Per quel che ne so io, questo qui è stato tacciato di omosessualità … però oh! stiamo attenti. Chiamerò lo zio.

Nunzia: Leggi qui! (Prende il foglio di giornale).Vedi, il cognome è lo stesso, ma mia mamma si chiama Enrica … sfruttiamo l’occasione, Diogene … spero che tuo zio non si metta in mezzo. Sai, tra di loro non si schiacciano i piedi. Non lo chiamare! Lo conoscerà?

Diogene:        Glielo chiederò. E se salta fuori la vera madre … quella dell’articolo?

Altobelli:       (Entra di corsa). Non c’è?

Diogene: Sarà in qualche sarcofago a riflettere. Torni domani, oggi ha raggiunto il tetto massimo delle sorprese …

Altobelli:        Non capisco. E se l’attendessi? (I due escono).

Edmondo: (Entra precipitosamente). Oh! Per Giove, che sorpresa? Bene … (Non sa che dire). Non c’è? E così lei non sa chi è suo padre … sono cose che capitano …non ha mai avuto qualche sospetto, qualche sentore. (Si guarda attorno). Forse il padre le è così vicino da non accorgersi. Sa, alle volte basta un niente, una foto, una nota scritta su di un notes della mamma, un riferimento, una parola occasionalmente detta.

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Altobelli: No, purtroppo ho vissuto tanto poco con la mamma da non avere niente in mano … quando verrà qui me lo deve dire per forza. Gliel’ho detto o mi dici tutto, o me ne vado dall’Italia … ma sta insinuando qualcosa o sa? … (Elzeviro si è messo ad origliare dietro la porta, lo vede solo il pubblico).

Edmondo: Non insinuo, sono certo. Suo padre è il professor Sobretti. (Elzeviro scompare all’improvviso, si sente un tonfo, è caduto senza conseguenze, Nino si allarma). Non ci faccia caso, sarà caduto qualche sarcofago. Lo so, venirlo a saperecosì è un brutto colpo. Si faccia coraggio! Ci prendiamo un caffè? (Esce).

Altobelli:       (È totalmente esterrefatto). Caffè? Sì! Un caffè? Meglio due! Lei chi è?

…Ora capisco … Mio padre è Sobretti … è Sobretti … lei è? … Sobretti mio padre

…dov’è il caffè? (Parla da solo, sta per uscire). Sto impazzendo … letteralmente “impazzendo”.

Elzeviro:        (Esce impolverato). Non lo ascolti. Attacca per difendersi, lo

conosciamo. Ha appena scoperto di avere una figlia: dev’èssere stato un bel colpo.

Quella ragazza che è appena uscita … è lei … il frutto del peccato … stia zitto.

Altobelli: Sì? Quindi accusandola di essere mio padre si è voluto vendicare … ma di cosa?

Elzeviro.        Vuole sposare sua madre … zitto!

Altobelli:       Ah, questa poi … Vigliacco traditore … non so nemmeno chi è!

Elzeviro: Per quello c’è tempo. Parliamo d’altro: la mamma ha deciso improvvisamente di lasciare o c’è qualche “misfatto” che le impedisce di continuare? Non mi ha detto niente.

Altobelli: Si vuole sposare … il fatto è noto a quanto pare. È sul giornale! Lei dice che quell’imbecille ha chiesto la mano di mia madre? … Se è così potrei anche compiere un gesto inconsulto … Pensavo che foste in contatto, che vi vedevate più spesso. Voglio dire, lei e mia madre.

Elzeviro: No. Di rado. Ci mancherebbe, ormai i rapporti sono logori, ci sopportiamo a malapena … parli con Diana, con discrezione mi raccomando. Potrebbe essere stata lei a scrivere l’articolo … è un’impicciona peggio della mia governante.

Alda: (Entra). Cosa sarei? Ah, ecco! Ha scoperto chi è suo padre? Vedrà che tra un po’ lo saprà. (Occhiataccia tra i due). Professore, mi aiuti con le borse.

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Elzeviro:        Comanda lei.

Altobelli: Capisco … (Riflette ad alta voce). Gli faccio vedere io … idiota. Mia mamma “sposa” di un pezzo di scemo simile. Professore, ci sentiamo, a presto. Arrivederla.


Alda:


Chi sarebbe il pezzo di scemo?


Elzeviro:        Non si impicci … per favore … vada di là a preparare … Vuol vedere


che la impaglio?


Alda:


Lei lo è già … impagliato.


Elzeviro:


Non mi offenda perché … la licenzio su due piedi …


Alda: Anche se fossero tre i piedi sarei più contenta ... impiastro di un “sarcofagaro”.


Elzeviro:


Lei non sa chi sono io! (I toni si alzano, lo fanno spesso ma poi …).


Alda:                 Me lo dica lei? Oggi non si mangia ... Frughi nelle mummie, vedrà che


qualcosa trova! Buongiorno, “professore”. (Elzeviro rimane leggermente basito). Elzeviro: Devo aver passato il limite. Alda! Torni indietro … la supplico!

FINE SECONDO ATTO

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ATTO TERZO

Scena prima

Il giorno dopo. Sono tutti in scena, manca solo Palmira

Elzeviro: Certo che crescere senza padre non dev’essere stato facile per te: la mamma sempre lontana il padre sempre assente … a volte mi chiedo come mai uno, che non ha mai avuto contatti coi genitori archeologi da cui apprendere i rudimenti di base ,sia a sua volta diventato così bravo da superare tutti … ci deve essere un gene speciale che si intrufola … eh!

Altobelli: Professore ha detto: genitori archeologi. Solo mia madre lo è! Il papà non si sa! Anche se qualcuno vorrebbe che lo fosse!

Elzeviro: Ho detto “genitori”? È un po’ di tempo che faccio confusione … però, potrebbe esserlo? Non lo escluderei definitivamente, vero Edmondo?

Edmondo:   Io ne sono certissimo … sicuramente archeologo.

Diana: Se dici così vuol dire che sai, allora parla, di’ a questo poveraccio chi è il genitore. Per una volta abbi il coraggio delle tue azioni.

Altobelli: Dica, lei piuttosto, chi è? Non l’ho ancora capito. Nel mio ambiente non l’ho mai vista, è segno che fa un altro mestiere …

Alda: Lo chiami mestiere … Questo è un politico in rotta di collisione con un “iceberg” dalle dimensioni di una cattedrale.

Edmondo: Cosa va blaterando, non l’ascolti. Sono Edmondo Labella ex parlamentare della repubblica.

Altobelli: Sì … me ne ha parlato mia mamma una volta … parecchi anni fa … sì ricordo, Labella.

Edmondo:  Modestamente, non faccio per vantarmi ma …

Altobelli: O Dio, l’ha dipinta a tinte fosche. La considerava un … come si dice … un grande …

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Alda:                 (Tra sé). Pirla!

Altobelli: Non mi viene in mente la parola esatta … beh, non importa. Quando arriva mia mamma?

Nunzia: Non si sa se passa da qui, sta passando un periodaccio! Il continuo tira e molla è deleterio, a quella età.

Altobelli:       Ha sessantacinque anni … come mio papà, credo. “Tira molla”.

Edmondo: Perbacco, la nostra età! Che combinazione … beh … forse è meglio che vada. (Inizia ad avere qualche dubbio). Se viene sua madre me la saluti … a fosche tinte … caro Elzeviro non vorrei essere nei tuoi panni.


Altobelli:


Quali panni?


Alda:


Quelli di Arlecchino!


Diogene:         Nunzia, non è meglio se andiamo di là? Finiamo di fare i bagagli. Siamo


in partenza per Roma. Lo “zio” ha sistemato le cose per bene … non ci resta che partire, a domani …

Edmondo:  E così vi ha sistemati. Quella casa, la posso affittare ad altri?

Altobelli: Lei ha una casa a Roma? (Edmondo annuisce). L’affitti a me, ne ho tanto bisogno … a qualunque prezzo.

Alda:                 Ha fatto male a dirlo … gli dia un quarto di quello che chiede.

Elzeviro:        Ti posso cedere il mio monolocale di Piazza Esedra, se credi.

Diana: Quello che conosco anch’io? (È il rifugio dei due “futuri sposi”. Di tanto in tanto, quando si trovavano a Roma ci vivevano).

Altobelli:       Lo conosco quel monolocale, ci son stato molte volte con la mamma.

Non sapevo che fosse suo. È proprio piccolo il mondo.

Alda: Non è questione. Mi creda, non è il mondo a essere piccolo. Posso andare oppure devo rimanere per sentire come va a finire?

Elzeviro: Vada pure … impicciona … bene, dobbiamo aspettare il messia o … non credo che tua madre si faccia viva … sapeva che dovevi passare? (Gesto di Nino). Quell’appartamento è nostro, mio e di tua mamma, l’abbiamo preso tanti anni fa come base di appoggio, vale a dire: quando tornavamo dalle missioni ci incontravamo lì! Chiedilo a lei …

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Diana:              È vero … Era la base operativa delle manovre segrete.

Altobelli: So anche questo … quello che non so è perché oggi è disabitato. Mia madre preferisce tenerlo vuoto piuttosto che darlo a me?


Diana:


Tua mamma dove credi che sia alloggiata? Lì!


Alda:


Sto scendendo, viene con me, è possibile che la incontriamo sulle scale.


Altobelli: Me lo consiglia? (Alda annuisce). Sì, è meglio … signori ripasso un altro giorno … professore, la faccia desistere dal suo intento malsano, sono sicuro che basterebbe una sua parolina per sistemare le cose.

Elzeviro: Sei molto fiducioso … ci proverò. A presto! Non ho tutto questo ascendente. (Nino esce).

Altobelli:       E lei stia attento a quello che fa!

Edmondo: Dice a me? Non capisco? (Sì avvicina ad Elzeviro, gli sussurra). Stavolta l’hai fatta grossa … sposatela pure, hai carta bianca!

Diana: (Rimane sola con Elzeviro). Non dirmi che è tuo figlio … sai le risate quando si viene a sapere, non vorrei essere nei tuoi panni …

Elzeviro: Panni, panni, sempre panni … Sei pazza! Mio … Sarà di qualche imbecille che ha trovato in giro per il mondo … mio, non farmi ridere … me lo avrebbe detto. Abbiamo passato la vita insieme … figurati …

Diana:              È nato in Siria … trentacinque anni fa dov’eri?

Elzeviro: In Siria … a Palmira … sì ma …. Sarei onorato di avere un figlio così … è sempre stato il primo della classe … educato, curioso, l’ho visto crescere … insomma, lo conosco ecco. Oh! Eccola la mia adorata sposa … dove sei finita, qui c’è gente che ti cerca e tu sparisci così.

Palmira: Così come? Ero a Roma … per lavoro. Ciao Diana ... dimmi quando ti posso parlare. Ho un mucchio di cosa da dirti … alla cerimonia ci pensi tu?

Diana: Sì … Elzeviro non devi fare niente … vattene al mercato delle pulci a fare un giretto.

Elzeviro: Me lo consigli? Capisco. Palmira, sposiamoci in fretta … tutto ad un tratto mi è venuta a mancare la terra sotto i piedi … facciamo tutto possibilmente in segreto, in qualche comune sperduto sulle Alpi.

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Palmira: I casi sono due, o sei impazzito o sei scemo. Perché? Lo voglio fare alla luce del Sole, altro che in montagna, tutti devono sapere che sposo l’uomo della mia vita.

Elzeviro: Sì, eh. Della tua vita! Ho un po’ di confusione in testa. Esco! (Sull’uscio, tra se). Sono tre giorni che mi lascio trasportare da dubbi amletici. Ho perfin perso trechili … temo il peggio. Quell’idiota gli ha messo una pulce nell’orecchio … speriamo che non ci creda!

Scena seconda

Diana: Vedo che non hai ancora avuto il coraggio di dirglielo, prima ho dovuto fare la gnorri, aspetti il giorno delle nozze?

Palmira:          Non necessariamente … è il caso di farlo … no! Prima mi sistemo e poi

…Nino, fino adesso si è comportato come se niente fosse, ha chiesto del padre, ma tutto sommato perché rovinargli la festa. Sta per sostituirmi. gli ho ceduto la cattedra

…sono andata a Roma per quello … lui non lo sa ancora … quando lo vedrò gli faccio una sorpresa. Comunque, Diana sei stata la migliore amica che abbia mai avuto. Hai mantenuto il segreto fino a ora. Grazie!

Diana: Nino è stato qui a cercarti … l’ho visto anch’io per la prima volta … è messo bene. Elzeviro ha avuto un malore, non si aspettava che tu lasciassi l’insegnamento … è sceso dalle nuvole e pure quell’altro. Nino non sa del matrimonio, mi è sembrato confuso, ignaro … perché non l’hai messo al corrente?

Palmira:          Accidenti è stato qui? Avrà letto l’articolo … non si fanno gli affari loro,

quei dementi. Sono stati gli assistenti. Vogliono la cattedra. Gliela spacco sulla testa. sono degli ingrati. Tutti! La cattedra è mia e la do a chi mi pare!

Alda: (Arriva con la solita spesa). Signore, buon giorno. Non c’è? Com’è Roma, sempre cara … beate voi che girate il mondo … io ho girato l’angolo della via e di tanto in tanto il quartiere … beh, porto di là la spesa … rimanete per cena?


Palmira:

montagna?


Quando torna lo chiediamo a lui. Secondo te perché vuole sposarsi in


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Diana: Può darsi che non voglia far sapere di Nino. Potrebbe pensare che possa essere un matrimonio riparatore.


Palmira:


Alla nostra età cosa vuoi riparare?


Alda: Che bel ragazzone quel Nino … intelligente, riflessivo … tutte qualità abbastanza rare in questa casa. (Lo dice tra i denti). A chi assomiglia?

Diana:              È tutto suo padre!

Palmira:          Insomma …

Diogene: (Giunge a salvare la situazione). Permesso … non è ancora salito? È uscito con Nunzia, ha detto che la portava in un negozio di chincaglierie per le bomboniere … ma … sono un po’ preoccupato … guidava lui.

Palmira: Accidenti, ultimamente è sbadato … come chincaglierie? Porca miseria chissà cosa porta a casa, doveva impedirglielo … Diogene, chiami la sua cosa, come si chiama?


Diana:

loro.


Nunzia Paolinelli Colombin, tieni il telefono … Un momento forse sono


Edmondo: Eccomi qua ... per Bacco, Diana ... Palmira … Diogene, chi manca? (Alda esce dalla cucina). Mi sembrava strano che non ci fosse.

Alda:                 Dovrebbe sembrarle strano il contrario. Palmira, legga questo articolo

quando ha tempo! (Le da il foglio che sappiamo).

Edmondo:  Vi scambiate i messaggi cifrati?

Alda: Lasci perdere … dov’è finito, ha lasciato un tale disordine che ci vorrà una giornata a risistemare … signora, le dovrò chiedere un aumento di paga. Siamo fermi agli anni settanta.

Palmira: Lo farò io, non si preoccupi … verremo ad abitare qui gliel’ho detto? (Legge superficialmente e passa il foglio a Diana).

Alda: No! (Tra sé). Lo sapevo che andava a finire così … mi renderanno la vita impossibile …


Palmira:


E così hai una figlia segreta ... hai letto?


Edmondo: Cosa devo leggere? Non diciamo eresie, figlia, sarà stato qualche ex collega che mi vuole vilipendere … ripicche! Mi coinvolgono nei loro affari e poi mi

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scaricano tentando di infamarmi. (Tra sé). Però, potrei tacitare tutte quelle dicerie sul mio conto. Mi conviene riconoscerla. (Arriva Elzeviro).

Elzeviro: Che meraviglia … siete ancora qui? Ho fatto acquisti, guarda … sembrano antichi (Prende dallo scatolone un oggetto orribile). Eh!

Palmira:          Cosa ti è venuto in mente di uscire da solo.

Elzeviro: Non ero solo, ero con quell’adorabile fanciulla ... la figlia dell’onorevole … dov’è? Nunzia, l’ho persa … ah, eccola … dica lei, quanto li ho pagati?

Nunzia: Troppo! Signora ho fatto di tutto per dissuaderlo, ma non c’è stato niente da fare. Ha fatto un panegirico incomprensibile a quel poveraccio di commesso da stordirlo. Pensi che non ne poteva più … quando ci ha aperto la porta per farci uscire ha fatto un salto di gioia.

Edmondo: Di salti di gioia ne faremo tanti tra un po’. Caro Elzeviro, arrivati ad una certa età si va inevitabilmente incontro alla resa dei conti. Tutti possiamo sbagliare ma la verità è inesorabile.


Diana:


Parli per te stesso, oh?


Elzeviro:


È proprio vero … vedremo chi salta più in alto.


Palmira:


Mi piacerebbe sapere cosa andate dicendo?


Edmondo:


Signorina, le vorrei parlare in privato, mi fissi un appuntamento.


Nunzia: (Prende dalla borsa il foglio di giornale e lo mostra al malcapitato). Legga, legga! (Edmondo si accascia sul divano). Allora … non scherza più adesso? Signori, quest’uomo è mio padre. Ha sedotto mia madre in Algeria è l’ha abbandonata a se stessa per trent’anni.

Elzeviro: Vergognati … non si abbandonano i figli al loro destino … quando si sa che sono i propri.

Palmira: Stai zitto! Nunzia, racconta un po’? Questo politicante della malora è tuo padre? Sei sicura? Diana? (Sbottano in una risata fragorosa sventolando il foglio).

Edmondo: Beh, si mette in discussione la mia virilità? Edoarda è stata più che un’amante, l’avrei sposata se non si fosse messa in mezzo lei.


Diana:


Io? Raccontala giusta, smidollato!


Elzeviro:


Le risate … Nunzia, chiami sua madre, la faccia venire qui.

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Edmondo: Sì, fatela venire … un momento, non facciamo scherzi … Nunzia, la prego … ti prego … quest’articolo è un falso … è evidente, proprio adesso salta fuori, dopo che ho trattato coi turchi … Non sono il tipo da sotto valutare la questione, sono un politico, dopotutto.


Palmira:


Dopo tutto! Nunzia, vai fino in fondo.


Alda: Devono rimanere a cena? Stranamente ho il frigorifero pieno, non mangia più. Da quando è venuto quel ragazzo si è come rinchiuso.


Diana:


Lo capisco, anch’io mi rinchiuderei … in manicomio …


Diogene: A me è molto simpatico quel Nino, siamo coetanei, mi piacerebbe tanto fare due chiacchiere con lui, sapete quando torna?


Alda:


Mai più! (Tra sé).


Palmira:          Mah … Non dovrebbe venire qui, mi chiedo come ha saputo l’indirizzo.

Ho fatto di tutto per tenerlo lontano da questa casa.

Alda:                 (Tra sé). Lo credo bene.

Nunzia: Glielo ha dato il farmacista qui sotto. Forse era entrato per chiedere informazione e quando ha sentito un signore che parlava del professor Sobretti …


Elzeviro:


Chi era?


Nunzia:           Un tale con un giornale di archeologia che cercava di lei. Quando è


uscito, il farmacista gli ha dato l’indirizzo. Quel tale aveva detto che lo stava cercando da tante ore e … fortunatamente l’aveva trovato.


Elzeviro:


Fortunatamente! Quindi era presente anche lei al “conciliabolo”?


Nunzia:


Non lo so.


Diana:


È ovvio che c’era anche lei … usa termini accessibili per favore.


Diogene:

giunta l’ora.


Nunzia, devo andare di là … chiudo le valigie, siamo in partenza: è


Elzeviro: Ve ne andate così presto, rimanga per le nozze almeno, mi deve fare da testimone … quand’è il giorno?


Edmondo:


Mai.


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Diana: Non ricominciare la solita solfa: basta! Sei di troppo, Edmondo Labella. Il tempo è maturo, il dado è tratto. Non tentare rivendicazioni durante la cerimonia in comune, perché è la volta buona che do in escandescenza.

Edmondo: Non ho parole, dopo tutti questi anni di attesa, mi scarichi così: come un pacco postale … io, che mi sono dimesso da parlamentare per te … che ti ho sostenuta negli anni difficili quando lui non c’era … che ti ha trovato soldi dappertutto … compromettendomi sotto tutti i punti di vista …

Elzeviro: Io che l’ho amata fin dalle elementari … che ho condiviso successi e debacle, che ho … ma cosa mi fai dire. Lei ama me! Punto.

Palmira: Posso dire la mia? Se vi sento sproloquiare ancora vado via per sempre, chiaro? Avrò il diritto di scegliermi il marito o no?


Elzeviro:


Brava!


Palmira:          Finiscila anche tu! (Elzeviro si rattrista). Quando torno e vi trovo ancora


qui a scannarvi non mi vedete più. Diana, mi è passata la voglia ci credi?


Alda:


Oh!


Edmondo:


“Oh” cosa? Non s’intrometta perché la faccio cacciare dall’Italia.


Diana:


Che poteri hai … Andiamo, vieni con me che ti devo fare un discorsetto.


Elzeviro:


Portalo in manicomio …


Nunzia:


Mi sembra che hanno bussato.


Palmira:


Avanti. Nino! Beh, cosa ci fai qui?


Altobelli:


Mamma, finalmente ti trovo … cosa ti è venuti in mente di dimetterti?


Palmira: Ti ho lasciato la cattedra all’università: vado in pensione, anche lui. Hai anche una base logistica a Roma … avrei voluto dirtelo in un altro momento ma … va bene così.

Altobelli:       Sono confuso.

Alda:                 Non sei l’unico.

Diana:              Allora, lo lasciamo lì impalato … siedi … Nino … la mamma … si

sposa finalmente, e sai con chi?

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Altobelli:       Non lo voglio sapere ... è così assurdo che … non ci voglio pensare.

Edmondo: Hai ragione è “assurdo”. Signori, un gentil uomo sa quando è il momento di ritirarsi. Buona fortuna! … Nunzia … mi metta in contatto con sua, tua “madre” …


Palmira:


Dove vai?


Edmondo:


A farla finita, addio.


Palmira: Speravo che mi facessi da testimone. (Scatto di Nino. Cerca di capire ma poi abbandona il proposito).


Edmondo:


Ci pensa lui. E lei.


Diana:


Io rimarrei, solo per il gusto di sapere.


Diogene:


(A Nunzia). Sai che non ci capisco più niente?


Nunzia:


Nemmeno io! Sentiamo come va a finire.


Altobelli:


Quale testimone, mamma? Ma? Dice che … voglio spiegazioni.


Scena terza

Quindici giorni dopo. Tutti, due giorni prima delle nozze

Alda: Speriamo bene! Dopo quarant’anni si sono decisi. Lei sta cercando di sistemare la situazione. Deve dimostrare che un uomo l’aveva … e anche un figlio, di chi? Boh! E lui … se ne frega. Se non è un matrimonio d’interesse che cos’è? Il problema è quell’imbecille di Labella. Non vorrei che si mettesse in mezzo proprio ora. Mah! Ha le sue grane per fortuna … credeva di cavarsela … non ho ancora capito il fatto fino in fondo, ma se il giornale dice così, sarà pur vero! Gli è capitata una tegola quando meno se l’aspettava … idiota … ha passato la vita a folleggiare …

Elzeviro:        Alda, cosa ne dice di questo tait? (È uscito dalla camera).

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Alda:

“Elzeviro”.


Adesso che se ne è andato quell’impiastro cominci tu … lei. Si arrangi


Elzeviro:


Abbia pietà, aiuti un povero professore in difficoltà.


Alda:                 Capisce ora le difficoltà di quel musicista. Voi uomini siete dei gran


fanfaroni … la manderei al diavolo ma siccome devo conservare il lavoro … la mando lo stesso.

Palmira: Ciao … Che porcherie ti stai mettendo? Buttalo nella pattumiera. (Entra con Diana).


Alda:


Diteglielo anche voi. Si vuol vestire da clown.


Elzeviro:

chiodi.


La finisca, petulante di una governante! Ti rinchiudo in un sarcofago coi


Palmira: Non ci scaldiamo troppo … quel tuo amico … il politico, non si è fatto vedere? Quella donna lo sta tartassando a dovere, era ora che qualcuna lo strizzasse per bene. Tu non ridere perché sei nella stessa situazione … I tuoi dirimpettai? Partiti? Non dovevano fare da testimoni?


Elzeviro:


Saranno di là, hanno detto che sono in partenza … dipenderà dallo zio.


Alda:


(Al pubblico). Lo inviti al matrimonio?


Palmira:


Chi?


Alda:


Il presidente!


Diana:


Cosa? Il presidente è lo “zio” del … presidente di cosa?


Altobelli: Permesso? Mamma … (Va ad abbracciare Elzeviro). Sono felice che sposi mia mamma, in fin dei conti siete sempre stati vicini. Perché mi ha fatto credere che fosse … l’altro? Beh, non importa. … Ti posso dare del “tu”?


Alda:


(Tra sé). Oh!


Elzeviro: Non è necessario, ma, se vuoi … se tua madre lo consente … non si sa ancora bene le cose come stanno.


Diana:


Palmira? (Gli fa capire che è tempo di confessare).


Palmira:


Diana!


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Elzeviro:        Alda … ci dobbiamo chiamare tutti per nome?

Altobelli: Babbo! (Elzeviro cade all’indietro finendo in cucina, si sentono dei rumori, quando esce è infarinato). Forse è un po’ presto … aspettiamo dopo le nozze.

Scena quarta

Tutti, c’è anche il signor Tagliacozze

Diogene:        Permesso … professore … non c’è … professore?

Elzeviro:        (Esce dalla camera, rientra). Un attimo e sono da lei, si accomodi.

Diogene: Nunzia, dai sbrigati … (Nunzia si traveste da sua madre per tentare l’inganno). Invecchiatidi più, la parrucca … ecco.Sei inguardabile. Siamo sicuri chestiamo facendo la cosa giusta? … Attenta … arriva.

Edmondo: (Entra e come vede la donna si getta ai piedi). Edoarda … perdonami, abbi pietà di un pover uomo distrutto dal dolore … voglio riparare … faccio tutto quello che vuoi, ma ti prego smentisci pubblicamente quell’articolo.

Elzeviro:        (Esce di nuovo dalla camera con dei pantaloni). Eccomi qui! Per la

miseria … Chi è questa donna … Ah, ho capito … lei è la madre di … alzati, abbi un po’ di dignità. È facile inginocchiarsi pensando di cavarsela con quattro parole, vergognati … sei proprio un politico. (Lo dice con grande disprezzo).

Edmondo: Non dagli retta … è in una situazione ancora peggiore della mia e si permette di schernirmi … la pagherai. Edoarda … Dimmi cosa devo scrivere. (Prende dal portafogli il libretto degli assegni). Non pensare che così facendo misottragga ai miei doveri … è solo per darti la sicurezza economica di cui hai bisogno.

Nunzia: Scellerato … come osi offrire danaro … dovevi pensarci prima invece di scappare come un ladro. La mia povera figlia cresciuta senza padre, tra gli stenti. Almeno una cattedra gliela devi far avere …

Elzeviro: A lui non interessa se sei davvero sua figlia, teme il danno d’immagine che si è venuto a creare. L’onorevole Labella: padre ignoto … (Si avvicina a Nunzia, sotto voce ). Prenda i soldi e se ne vada … midia retta.

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Alda: (Esce dalla cucina). C’è qualche festa? È stato lei a farla entrare … tenga. (Le dà un euro). Vada giù … non venga a dire che mancano gli oggetti perché … fa entrare chiunque e si lamenta … (Si avvicina alla donna). Non ditemi che …

Edmondo: Sì! È proprio lei: Edoarda Colombin … la madre di mia figlia. (Si siede distrutto).

Alda: Mi scusi se l’ho presa per una zingara ma … qui … (Al pubblico). Mamma mia che rospo. Assomiglia alla figlia in modo impressionante …

Edmondo: Tieni quest’assegno … sono due centomila … per adesso. Che intenzioni hai? (Nunzia prende l’assegno).

Elzeviro:        La stai comprando? Troppo facile. Signora, se ne faccia dare di più.

Questo è molto ricco … ha fatto il politico.

Altobelli:       La porta era aperta … mia mamma?

Edmondo:   Eccolo il figliol prodigo, venga venga … è arrivato al momento giusto.

Altobelli: Ancora lei … bugiardo, sì, lei è un bugiardo, mi ha fatto credere che lui è mio padre, quando è lei il responsabile.

Alda:                 Oh, mamma mia questa è bella.

Elzeviro: Mascalzone … le bugie hanno le gambe corte. Nino, vedo che hai capito, grazie!

Diogene: E così di punto in bianco si ritrova con due figli … Signora, l’accompagno nell’altra stanza, non è il caso di strafare … mi creda … (Nunzia non se ne vuole andare) … mi creda.


Nunzia:


Non finisce qui, Labella. Sentirà parlare ancora di me! (Escono).


Elzeviro:


Quando arriva tua madre? Abbiamo tutto da fare e non si fa viva.


Palmira:

del solito.


(Entra, la porta è aperta). Chi era quella donna? Ehi! Siete più sconvolti


Edmondo: Cosa va dicendo questo ragazzo. Brava, sei riuscita a mettermelo contro pure lui … datemi addosso, tanto ho le spalle larghe. Edmondo Labella è diventato il padre di tutti. Sì, prendetemi per un peccatore incallito, un dissoluto, tanto i politici sono gli unici colpevoli.


Palmira:


Sei impazzito? Elzeviro? Spiegami!

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Elzeviro: Non so che dire … Alda, dica lei qualcosa di incoraggiante a quest’uomo così provato.

Altobelli:       Mamma! Quest’uomo è mio padre?

Diana: (Entra sulla battuta di Nino). Sì! (Diana sta rispondendo a Diogene che sta entrando). Venga … ha ragione Nunzia …

Altobelli:       Che vergogna. (Và a sedersi).

Palmira:          Sì, che cosa! Diana?

Diana:              Che c’è? Sto parlando con lui … (Gesto di disappunto di Elzeviro).

Alda: Signora, se l’intrattenimento è finito, avrei molte cosa da dirle riguardo la cerimonia.

Palmira: Sì Alda, sono da lei tra un minuto, prima devo capire una cosetta. Nino, chi ti ha detto che Edmondo è tuo padre?

Altobelli: Lui mi ha detto che Elzeviro è mio padre e Elzeviro ha detto che lo è lui! E se permettete do credito al professor Sobretti.


Elzeviro:


Facciamola finita! Ha il diritto di sapere: Palmira chi è dei due?


Gildo:              Permesso. (È il vero padre di Nino). Finalmente l’ho trovata. Professor


Sobretti, quanti anni sono passati? Non mi riconosce? Sono Gildo Tagliacozze … Palmira? Ma, c’è una riunione al vertice? Palmira, sei scioccata. Capisco dopo tutti questi anni … via un po’ di calore! Abbracciamoci. Poliminis, cara, è un secolo che non ti vedo … ma, veramente non mi riconosci? Sobretti ... eh, accidenti … che fredda accoglienza …

Alda:                 Se vuole accendo la stufa.

Palmira: Sono letteralmente basita … non l’avrei mai detto. Come hai trovato questa casa? (Si siede).

Gildo:              Sono quindici giorni che la cerco! Chi è questo giovane? Un collega?

Piacere. (Stringe la mano a Diogene). Gildo detto il “Tagliacozze”. È stato lui ad appiopparmenlo … (Vede Edmondo). Lei è … mi lasci indovinare … Labella!

Edmondo:  Pur non avendola mai vista, vedo che mi conosce … modestamente.

Gildo:              Aspetti … come lo chiamavi, Palmira?

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Alda:


(Guarda il pubblico ripetendo col labiale “pirla”).


Palmira:


Non è il caso di rivangare storie sepolte .


Altobelli:


Se non rivanghiamo noi … eh! Lo sa che mia mamma si sposa? Domani!


Gildo:


Perbacco! E chi è il cretino … voglio dire “ il fortunato”?


Elzeviro: Quel cretino sono io! Sei venuto a rompere le uova nel paniere o sei qui per caso? A dire il vero pensavo che fossi già trapassato, avrai la tua bella età?

Gildo:              Ti spiace? Se proprio ci tieni a saperlo abbiamo gli stessi anni … sono


venuto per la cerimonia e per un’altra faccenda, vero Palmira? È su tutti i giornali! Se non vado errato tu dovresti essere ... Nino … sei tutto tuo padre. (Smarrimento dei nostri due candidati).

Diana: È vero: Tagliacozze è venuto per sposarsi … con me! (Lo prende sotto braccio). Stiamo tirando in lungo da troppi anni …

Edmondo: Se non mi sparo adesso non lo faccio più. (Elzeviro tira un sospiro). Che periodo …

Gildo:              Sì … anche … non lo so … vediamo, Diana … non precipitiamo nel

pressapochismo! E così, onorevole Labella, è riuscito a ottenere un finanziamento in favore della “mia” Palmira?

Altobelli:       La “sua” Palmira, ma, di chi sei mamma?

Palmira: Di nessuno … mi avete rotto l’anima … mia tua sua: basta! (Elzeviro perde l’equilibrio).

Diogene: (Nel frattempo ha studiato i personaggi cercando una possibile rassomiglianza degli uni con gli altri, è perplesso). Che strano, non vedo nessunarelazione somatica, ne con lui ne con l’altro, invece c’è un non so che di fisiognomico tra quei due. (Lo dice tra sé). Aberrazioni genetiche.

Nunzia:           Eccomi qua! Mia madre se n’è andata … la vuole rivedere al più presto.

Alda:                 Ha capito che ci guadagna un mucchio di soldi.

Edmondo: Non mi sottrarrò al volere della signora … è mio dovere assecondarla in tutto e per tutto. Quando si scopre di avere una figlia, anche se ho qualche dubbio, è doveroso attendere alle necessità …

Gildo:              Lei ha una figlia? Palmira?

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Palmira:


E allora, l’avrà fatta in un momento di ... di … non mi interessa!


Diana:              Pensiamo ad altro. (Sta salvando la situazione a Labella). Dopodomani è


il gran giorno! Dopo quarant’anni si è decisa a fare il grande passo. Stappiamo una bottiglia ... Alda, tiri fuori uno spumantino per l’occasione.


Alda:


Ci sono quelli che ha riportato dall’Egitto! Saranno un po’ fermentati ma


Elzeviro:


Quando la smetterai di fare dello spirito?


Nunzia: È quello di cui parlava. (Và ad abbracciare Edmondo che, in un primo momento si scosta ma poi). È il mio papà!


Palmira:

posso più!


Oh, Madonna santa cosa mi tocca sentire. (A Diana). Diana, non ne


Gildo:               Bene, non sono stato accolto come credevo ma me ne vado contento.


Nino, è opportuno che noi si parli di certe faccende … quando vuoi! (Palmira ha un malore).

Diogene:        Sta male … su su .. un po’ d’aria, Nunzia porta dell’acqua.

Elzeviro:        Non morire proprio adesso … aspetta almeno dopodomani.

Palmira: Come ha fatto a trovarti? Ci mancava solo Taglicozze … che giorni difficili … Diana risolvi la situazione prima che sia troppo tardi.

Diana:              Lo sai che è testardo: è venuto a reclamare …

Elzeviro: Che cosa? Dopo tutto quello che ci ha fatto. Il giorno più bello dalla mia vita rovinato da uno scribacchino da quattro soldi mezzo siriano e mezzo scemo. Non lo permetterò.


Altobelli:


Mamma, cosa vuole da me?


Nunzia:


È un ricattatore … si vede!


Diogene:


Chiamo mio “zio”?


Elzeviro: Bravo, lo chiami, gli dica tutto. Che Tagliacozze è venuto nel momento meno opportuno … eccetera …

Palmira:          Non chiami nessuno …

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Edmondo: Non si disturba il presidente per questioni private … ha ben altro a cui pensare … se mia figlia dice che è un ricattatore, avrà i suoi motivi … Nunzia, spiegaci!

Nunzia: Basta guardarlo … si vede che è venuto per qualcosa di losco. (Palmira ripiomba svenuta).


Diogene:

Perdonatela.


Nunzia si lascia prendere dal suo istinto, a volte non sa quello che dice.


Diana: (A parte). Questa qui è intelligente più di tutti quanti messi assieme. Sarà la stranezza del padre o della madre ma, che fiuto!

Scena quinta

La sera

Diogene: Nunzia, stai esagerando, lo capirà. A questa gente basta una telefonata per risolvere i guai … non ci conviene sparire? Quando saremo a Roma lo zio ci proteggerà dagli assalti, qui siamo in balia di tutti.

Nunzia:           Credimi ha più bisogno lui di noi che noi di lui. Gli è convenuto darci

quell’assegno … fa girare i soldi facendoli passare come beneficienza. Non mi stupirei se tra qualche tempo apparisse sul giornale che il l’ex deputato Labella ha sostenuto una famiglia in difficoltà … fatti furbo Diogene.

Diogene: (Suona il telefonino). “Pronto … zio … ho letto, ne stavo appunto parlando con … come morta … la Colombin è morta, quella dell’articolo … parla liberamente, sono solo … davvero? Come si è saputo? Ah ecco! Zio, non è che ci interessi molto questa faccenda … certo, ti devo lasciare: arriva gente.” Dice che questa Colombin è deceduta il giorno in cui è apparso l’articolo … forse dalla disperazione, mah! Non lo sa nessuno. Lui l’ha saputo tramite una soffiata … indiscrezioni di palazzo … zitti.

Palmira:    (Entra). Salve ragazzi, Labella? Pensavo che fosse già qui: era davanti a me … (Ci pensa). Nunzia, è sicura che quell’uomo è suo padre? Deve sapere che in 53


passato tutti lo consideravano omosessuale, lui ha sempre smentito ma sa, le voci corrono. Ha fatto di tutto per nascondersi dietro paraventi poco credibili. È un suo diritto fare quello che vuole, se palesarsi o meno ma, sta di fatto che non lo ha mai ammesso pubblicamente. Io credo che “questa ritrovata figlia” gli faccia comodo per smentire le dicerie … capisce. Gli conviene, così si riscatta definitivamente. Ammesso che ce ne sia bisogno e poi, lo fa per mostrare al mondo quanto è generoso. Stia attenta ai ricatti. “Non mi meraviglierei se l’articolo lo avesse fatto mettere lui”. Dov’è lo “sposo”? Elzeviro, esci dalla tomba. (Nunzia intuisce di averla fatta franca).

Diogene:        Dev’essere di là con Nino, stavano ridacchiando … sarà contento.

Nunzia:           Capisco. Lei non crede che io … Palmira, scherza?

Palmira:          Ha colto la palla al balzo. Ha tentato anche con me. Mi vuole sposare per

coprirsi la spalle … tutti mi vogliono sposare per interessi personali …

Edmondo: (Entra, ha premura). Nunzia, ho bisogno di parlare con tua madre, subito.

Nunzia: Non c’è. È partita per la Puglia … torna tra due mesi e non ha nemmeno il telefono.

Elzeviro: Eh, caro figliolo, si fa in fretta a dire: sono tuo padre … bisogna dimostrarlo, vedi, io per esempio … (Si accorge dei presenti). Sto dicendo che ...

Palmira:          Abbiamo sentito le scemate della sera. Preparati, sta arrivando

Tagliacozze con Diana … su …

Altobelli:       Ancora quell’individuo? Mamma, mandalo via!

Alda: (Entra dall’ ingresso,ha sentito le ultime parole di Nino, tra sé). Non si può mandare via il re della vanga. (A tutti). Se lo desiderate faccio ancora in tempo a preparare qualcosa di buono … ho in frigorifero una specialità africana.

Elzeviro:        Gliela cucini a quell’idiota che sta arrivando.

Edmondo: (Nel frattempo ha confabulato con Diogene). Non mi dica … è certo. Mi spiace, Nunzia .. perché … doveva dirlo che la mamma è in fin di vita … Cosa posso fare … senta, tenga quest’assegno, la faccia vedere a qualche specialista americano. Diogene, chiami suo zio. Mi faccia parlare.

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Diogene: Proviamo! (Telefona). “Zio, sono Diogene … sì bene … è successo un guaio … ti passo il deputato Labella … ti deve chiedere un favore ... no, è una cosa nostra, di famiglia” … Ha riattaccato.

Edmondo: Come si permette. Che affronto … non finisce qui. È la prima volta che vengo oltraggiato in questo modo.

Alda:                 (Tra sé). Cominciano, adesso.

Elzeviro:        Godi di grande stima vedo?

Edmondo:  Non ti immischiare, buffone.

Elzeviro:          Mi dia il telefono. (Se la ride). Il numero! (Diogene lo compone).

“Presidente, buona sera … sono Elzeviro Sobretti, un amico intimo di suo nipote … sono qui con Labella, conosce … sì … un caso pietoso … non Labella … la madre della figlia … L’archeologo … sì ... (Continua a parlare ma il presidente ha riagganciato quasi subito). Abbiamo un caso di una certa gravità … non mi riguarda,oso chiederle di intervenire a favore di una conoscente comune … non sua conoscente … le espongo il caso … gentile da parte sua … certo, mi richiami pure

…sì, usi questo … troppo gentile. A ben sentirla … grazie”. Tenga, se non ci fossi io a … (Risuona il telefono, lo passa a Diogene).

Diogene: Dimmi zio! … come chi è? È Sobretti, il grande … (Elzeviro fa cenno ad Edmondo per dire “hai visto”). Capisco … scusa zio … sì …

Edmondo:  Cosa ha detto?

Diogene:        Lo volete proprio sapere?

Elzeviro:        Ho un ascendente.

Palmira:          Labella, dacci un taglio. Credi di essere così importante da condizionare

tutti … non conti più niente. … un’altra cosa: Nino non è tuo figlio. Mettitelo in testa.

E chiudiamola qui.

Edmondo:  Lei sì: è mia figlia e la riconoscerò ufficialmente … sono qui apposta.

Elzeviro:        Buffone!

Alda:                 (Al pubblico). Lo sempre detto che è un pirla.

Palmira:          Stai zitto tu.

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Elzeviro:        Io sono pronto ad assumermi le mie responsabilità anche dopo morto se

èil caso. Non sono un irresponsabile come lui …

Altobelli: Ah! Finalmente … lo dicevo io che non poteva essere lui . “Politico” , mi faccia il piacere. Grazie, professore … anzi … “papà” … e lo dico per due motivi: primo perché sposi mia madre e secondo perché lo …

Diana: (È accompagnata da Taglicozze). Ci siete tutti? Manchiamo solo noi. Dimmi che ci inviti a cena Elzeviro, non ho voglia di padellare … Alda, cos’ha di buono?

Alda: Sapesse! Assieme all’ultimo reperto sono arrivate delle squisitezze afrodisiache …

Elzeviro:        Ah sì, non lo sapevo? Che cosa sono?

Alda:                 Corni di rinoceronte. (Fa il segno delle corna).

Taglicozze: È un’allusione? Allora Elze … è così che ti chiamavano una volta o mi sbaglio? Sarai contento che ti sposi … via quarant’anni di attesa, sono un po’ tanti, ma si sa … “o tempora o mores”. Io ho tentato di portartela via più volte, devo ammetterlo, ma non ci sono riuscito … Ahimè, la vince il più forte la battaglia …

Elzeviro: Cosa vai farneticando spazzolatore di scavi … sposa me perché ci amiamo da secoli …


Diana:


Ogni riferimento alla professione è casuale?


Palmira:


Non ti intromettere, sposati lui e finiamola di sbrodolare scempiaggini.


Diana:


Certo che lo sposo: tra un mese. Vero?


Tagliacozze: Vero! Come è vero che Nino Altobelli è mio figlio … Palmira! Non hai avuto il coraggio di dirlo fino adesso … Signori, sono Ermenegildo Altobelli, padre naturale di Giovanni qui presente.

Edmondo: E così lo scellerato sono io? Palmira mi hai deluso profondamente, sono contento di non essere stato scelto come marito. Nunzia, figlia mia e tu Diogene, sarete la mia famiglia.

Elzeviro: (È sconvolto). Tu hai avuto il coraggio di nascondermi per trenta cinque anni la verità … Diana … inventati qualcosa di credibile che smentisca questo deficiente altrimenti …

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Diana:              Cosa devo smentire, è così.

Altobelli: Dimmi che non è vero. Mamma! Un volgare inserviente di campo, come hai potuto? Smentisci!

Edmondo: Non c’è molto da smentire ... Alda tiri fuori quelle corna di rinoceronte, mi sembra il momento adatto.

Alda:                 (Riappare). La cena è servita.

Scena sesta

Qualche tempo dopo

Diogene: Che disastro, Nunzia. Nessuno ha avuto il coraggio delle proprio azioni. Si sono ingannati per tutti questi anni per mantenere lo “status quo” e quella Diana, che ipocrita, ha taciuto per accalappiarsi quell’avventuriero di Altobelli, che, dopotutto, in tutta questa vicenda mi sembra il più innocente.

Nunzia: Alla fine l’unica che si è sposata è lei … no … che dico … arriva il professore …

Elzeviro: Sbrigati … petulante di una domestica … non sono il tuo schiavo. È tanto che mi aspettate? … Dovete capirla, è vecchia …

Alda:                 Professore … vai al diavolo … cari romani … si sta bene laggiù, eh.

Nunzia:           Non ci possiamo lamentare. Lo zio ci ha sistemati bene.

Diogene:        Sì, bene … avete sentito Labella?

Alda:                 No, sono tre settimane che non si fa vivo. Vero?

Elzeviro: Già, da quando ha incontrato tua madre … che abbia messo la testa a posto? (Va in camera).

Alda:                 Quale testa? Non ne ha mai avuta. Lasciamo perdere … state a pranzo?

Lo sapete che da quando siete “emigrati” non fa altro che chiedere di voi? 57


Elzeviro:        (Esce dalla camera). Alda, che ci prepari di buono? Ecco! Questo è per

voi … un regalino: sarebbe dovuto essere il regalo di nozze ma … Ne ho di statuine antiche.

Nunzia: La vedo abbattuto, ha qualche rimpianto? … Meglio così … avrebbe fatto una vitaccia … le verità fanno male. Non si inganna un uomo per trentacinque anni.

Alda:                 Hai ragione. Che c’era qualcosa che non andava lo si capiva. Non si

trascina un matrimonio per quarant’anni. Dai! Credetemi: ha fatto la scelta giusta.

Elzeviro: Non credere che, per il solo fatto che ti abbia sposata, ti debba sentire la padrona assoluta. Quel Nino ... dopotutto … l’ho conosciuto che era piccolo, l’ho cresciuto io … scientificamente parlando … senza sapere chi era e mi sono affezionato un po’ …


Alda:


Tu hai “cresciuto” lui e io ho “cresciuto” te. Fammi il piacere.


Diogene:


Mi è simpatico, è uno in gamba si vede.


Nunzia: Ditemi, adesso che sono la figlia di Labella, cosa devo fare? Lo chiamo, non lo chiamo … gli dico che mia mamma è morta o …


Elzeviro:


Come “morta”!


Diogene:

che …


È meglio così, vero Nunzia … a volte è meglio morire all’improvviso


Edmondo: Permesso? Figlioli, è finito un incubo … ho fatto chiarezza nella mia vita. Riparare è l’unica soluzione possibile, ci si sente un altro. Elzeviro, tu ne sai qualcosa.

Elzeviro: Non avevo niente da riparare … sì … forse qualche oggetto. Edmondo siediti, ascolta Nunzia. Lascia perdere la … senti quello che ha da dire!

Edmondo:   Che c’è? Ancora novità? Dopo tutto quello che è successo!

Nunzia: Papà … la mamma … è venuta meno … l’altro ieri … (Abbozza un pianto). Proprio adesso che ci dovevamo sposare .

Edmondo: Non ho fatto in tempo … avevo molto da dare: in cambio volevo solo la sua felicità … troppo tempo perso. (Si rassegna).

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Alda:                 Che dolore, povero onorevole. Guardatelo come soffre! (Tra sé, ironica)

…Perché non si sposa la “sua” Palmira.

Edmondo:  In questo momento di smarrimento non oso nemmeno sfiorare l’idea.

Elzeviro: Hai rotto l’anima per quarant’anni e adesso la rifiuti? Ti accolli un altro figlio, uno più uno meno … Diana di sicuro non lo vuole tra i piedi, Taglicozze nemmeno, Palmira è in cerca di marito. Vi ritirate su di un’isola sperduta, suggerirei Sant’Elena e … coronate il sogno …

Edmondo: Sì, sì … (Non ha sentito). Diogene … devo sapere, ne va della mia reputazione … è un tarlo che mi rode dentro e … quando lui hai parlato con tuo zio, ricordi … e lui poi ti ha chiamato subito dopo: che cosa ha detto di noi? … Insomma, che cosa ti ha detto di preciso? Devo sapere! Si maligna sul mio conto da troppi anni … ho bisogno di precisione.


Diogene:

corrente


Di preciso. Sul suo conto proprio … Alle volte uno, non essendo al dei particolari più intimi … (La prende larga).


Elzeviro:


Dica dica … non si faccia scrupoli.


Diogene: Di lei ha detto che … e di lui. Siete sicuri di volerlo sapere? Lo dico? Non mi assumo la responsabilità! (Tutti si guardano cercando risposte).

Tutti in coro: Meglio di NO!


Edmondo:


Tutto sommato me la sono cavata. (Se ne va con Nunzia e Diogene).


Elzeviro:

aspettava.


Cara Alda … siamo rimasti soli … dopo tutti questi anni, chi se lo


Alda:


Già … Cosa ne dice se ci infiliamo in qualche sarcofago?


Elzeviro: (Molto impacciato). Beh … non so che dire … è il caso? … Senti, ho da fare certe cose, mi trovi in un periodo di affanno intellettuale … a dopo. (Esce).

Alda:                 Intellettuale, eh?

FINE

Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale.

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