Il droghiere

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IL DROGHIERE

IL DROGHIERE

di Giorgio Solieri

testo teatrale depositato - per ogni utilizzo rivolgersi alla SIAE o all'Autore

Personaggi

Alfredo Maria Ricciotti Lepantino                        Donna Clotilde Lanzani – sua moglie

Carlotta – loro figliola                                                Gastone Ridolini – fidanzato di Carlotta

Caterina – cameriera di Casa Ricciotti            Gigi Scamorza – droghiere

Scena: il salotto di casa Ricciotti Lepantino. Vi sono almeno tre uscite differenti.

Entra donna Clotilde, signora distinta di mezza età. Si siede e comincia quietamente a lavorare a maglia. Irrompe in scena Alfredo, anche lui di mezza età, furibondo con una camicia in mano.

ALFREDO       (urlando) Ora basta! Non ne posso più, non ne posso proprio più! Questa è la volta buona che la licenzio!

CLOTILDE      (molto tranquillamente, senza alzare gli occhi dal lavoro a maglia) Prego? Chi è che vorresti licenziare?

ALFREDO       Senti, Clotilde, adesso non cominciare a farmi la vaga, eh! Ho detto che stavolta la butto fuori e, vivaddio, questa volta la butto fuori sul serio!

CLOTILDE      (sempre senza alzare gli occhi dal lavoro a maglia) Ah-ha...

ALFREDO       E non mi venire a dire che la cameriera è sacra ed intoccabile e che oggi come oggi trovarne un’altra è impossibile ! Oppure che, poverina, è venuta da noi che era una ragazzina, che ormai è una di famiglia o altre baggianate del genere: stavolta se ne va!

CLOTILDE      Ma chi, Caterina?

ALFREDO       E di chi altri potrei mai parlare, visto che con tutti i quattrini che tu e quell’altra squinternata di tua figlia buttate al vento è già tanto se riesco a mantenere quella mangiapane a tradimento che voi persistete a definire cameriera!?

CLOTILDE      (sollevando finalmente gli occhi dal lavoro) Oh, santo Cielo! Siamo alle solite! Sentiamo: di quale orribile delitto si sarebbe macchiata Caterina, questa volta?

ALFREDO       E me lo chiede anche! Ma non ce l’hai gli occhi ? Non lo vedi da sola lo scempio?

Alfredo tende la camicia. Clotilde la esamina con noncuranza sotto lo sguardo del marito che sottolinea la sua mimica con degli “Eh?” di dimostrazione.

CLOTILDE      Beh, allora?

ALFREDO       Allora.....?

CLOTILDE      È una camicia.

ALFREDO       No, non è una camicia!

CLOTILDE      (ironica) Ah, no? Non è una camicia? Allora cos’è?

ALFREDO       È una camicia senza un bottone!

CLOTILDE      Aah...

ALFREDO       ...ed è così da più di un mese!

CLOTILDE      Davvero?

ALFREDO       Proprio così!

CLOTILDE      Da più di un mese ?

ALFREDO       Da più di un mese!

CLOTILDE      Vedo. ...E con ciò?

ALFREDO       (improvvisamente senza parole ed allibito) E...e...e con ciò?

CLOTILDE      (alzandosi in piedi seccata) Sì, mio caro: e con ciò! Potrà anche essere vero che il bottone manchi da più di un mese, ma Caterina ha un bel po’ di cosettine da fare in casa e non può certamente mettersi a perdere tempo nel riattaccare i bottoni alle camicie che da ben più di un anno vengono da te usate esclusivamente per lavorare nella serra!

ALFREDO       (ergendosi) Sì: uso questa camicia per lavorare in serra. E allora? E con questo? E con ciò, come dici tu? Non è nemmeno concepibile che nel mio guardaroba, nel guardaroba di Alfredo Maria Ricciotti Lepantino possa mancare un solo bot.....

CLOTILDE      (esplodendo) Uuuuuuuuuuh!! E come la fai lunga!... Sempre, sempre, sempre.... Lo sai che ti dico? Che mi hai stufato, tu e tutti i Ricciotti Lepantino! Accidenti a te e a questo tuo ridicolo nome da nobilotto d’operetta! Ogni volta che ti viene una crisi isterica.... cioè due volte al giorno, come le pillole!... te ne riempi la bocca! Oggi è il bottone, ieri era la macchiolina d’unto sull’interno della fodera posteriore del gilet del frac, frac che per inciso non indossi da almeno trent’anni e che non ti entrerebbe più nemmeno per intervento divino! Sentiamo, duca conte Ricciotti Lepantino: domani che cosa sarà? Tu sei pazzo.

ALFREDO       (allibito) Pazzo ...?

CLOTILDE      Sì, Alfredo: pazzo da legare!

ALFREDO       (melodrammatico) Pazzo? Pazzo a me? Dopo tanti anni di talamo! Dopo decenni di vita in comune! Dovevo attendere la vecchiaia per sentirmi pugnalare alle spalle dalla compagna della mia vita?! Pazzo.... Snaturata... Moglie degenere.... Ah, ma non avrai il coraggio di ripeterlo di fronte all’innocenza della nostra creatura! (chiamando) Carlotta! Carlotta!

Entra Carlotta, graziosa ragazza sui vent’anni.

ALFREDO       Ah, Carlottina, bambina mia! (a Clotilde) Ed ora tu...

CARLOTTA    (con tono piatto e parlando a macchinetta) ...davanti a me, testimone innocente, deve azzardarsi a ripetere che sei pazzo e/o isterico e/o non si sa cos’altro, cosa che, come una o due volte al giorno, la mamma puntualmente farà. Ora scusami, papà... (lo bacia su di una guancia) ... ma devo andare in biblioteca a studiare, ché ho un esame a giorni. Ciao.

Carlotta esce.

ALFREDO       (allibito) Ma... hai...?

CLOTILDE      Visto? Certamente, ed ho anche sentito.

ALFREDO       È... inconcepibile....

CLOTILDE      Inconcepibile? Ma poco poco... avresti il coraggio di lamentarti? Direi che ti è andata piuttosto bene: dovresti ringraziare il Padreterno che quella ragazza ti adora : alla sua età io ti avrei mandato da un pezzo a quel paese... o altrove!

Clotilde esce.

ALFREDO       Altrove? A me? (fuori a voce alta) A me altrove non l’ha mai detto nessuno, capito! Altrove.... roba da pazzi... Un giorno o l’altro mi faranno venire un infarto... e se non esco di qui al più presto quel giorno potrebbe anche essere oggi!

Alfredo fa per uscire, ma incrocia Caterina, piacente giovane sui venticinque. I due si fronteggiano. Alfredo si fa minaccioso stringendo la camicia a mo’ di lacciuolo da strangolatore. Clotilde rientra in scena per prendere il lavoro che aveva dimenticato. Vedendo la scena, brandisce un ferro da calza minacciando Alfredo ed esce. Alfredo esce brontolando. Si sente sbattere la porta di casa. Caterina scuote la testa e comincia a pulire la stanza. Suona il campanello. Caterina esce.

CATERINA     (da fuori) Chi è?... Ancora lei!

GIGI               (da fuori) Ebbene sì, ancora io! C’è il signor Ricciotti?

CATERINA     (da fuori) No... non è in casa... Ehi, ma dove va?

GIGI               (da fuori) Non ci credo!

Entrano Gigi Scamorza, un po’ tipo bulletto sui trenta, seguito da Caterina che sta parlando.

CATERINA     Ma insomma.... e va bene, se non ci crede guardi da solo!

GIGI               È quello che faccio, grazie. (si guarda attorno) E va bene, qui non c’è... ma bada bene...!

CATERINA     ..le si deve pagare il conto, si sa...

GIGI               (sarcastico) Non mi pare che si sappia poi così bene!

CATERINA     (cauta) Cosa sono, due mesi... tre?

GIGI               Più di quattro! Siamo arrivati a quasi cinque milioni di prosciuttini di Praga e super primizie d’importazione!

CATERINA     Cinque milioni?

GIGI               Per l’appunto, e ti garantisco che quei soldi li avrò... entro oggi, o non mi chiamo più Gigi Scamorza!

CATERINA     Sta bene, signor Gigi Scamorza: prendiamo atto. Ora però se ne torni alla sua drogheria e venga qui solo quando il signore sarà rientrato, va bene?

Escono. Entrano di soppiatto Carlotta e Gastone, giovanotto azzimato sui venticinque. Gastone si mostra alquanto guardingo.

CARLOTTA    Dai, vieni. Non aver paura!

GASTONE      Non... non c’è tuo padre?

CARLOTTA    Ma, insomma, mica ti azzannerà, no?

GASTONE      (dubbioso) No?

CARLOTTA    Insomma, va bene che papà è quello che è...

GASTONE      Fuori di testa?

CARLOTTA    Non esageriamo! Un po’ strano, forse.... eccentrico... ecco: è un tipo un po’ eccentrico.

GASTONE      Ho capito: un pazzo isterico! Io me ne vado.

CARLOTTA    Gastone Ridolini! Se soltanto quello che hai appena avuto il coraggio di dire non fosse la pura verità, ora il nostro fidanzamento sarebbe definitivamente finito! Su, dai, non temere: parleremo prima con la mamma e vedrai che insieme con lei non sarà difficile far ragionare anche papà!

GASTONE      Sì, Sì... però...

CARLOTTA    Ora basta! Vai di là: prima che tu parli con la mamma è meglio che io ti prepari il terreno. Su, vai.

Gastone esce. Entra Clotilde.

CLOTILDE      Carlotta? Ma non eri andata in biblioteca.... a studiare?

CARLOTTA    Cosa? Ah, no.. era chiusa...

CLOTILDE      Chiusa, eh ? E quando mai....

CARLOTTA    Lascia stare... piuttosto, mamma, senti : proprio te cercavo...

CLOTILDE      Me? Perché, cosa c’è?

CARLOTTA    Ecco, vedi.... voglio dire... ecco... mammina cara....

CLOTILDE      (interrompendo ironica) Alt! Mammina cara? Cos’è, stavolta? Hai di nuovo fracassato l’auto di tuo padre, vuoi andare in tenda in Congo quest’estate, ti sei fidanzata o che cosa?

CARLOTTA    (spiazzata) Eeeh.... io..... ecco.... fidanzata.

CLOTILDE      (con un sospiro) Meno male, l’auto era nuova nuova... Fidanzata? Sul serio?

CARLOTTA    Pare proprio di sì.

CLOTILDE      Beh, è una notizia! E papà che ne dice? (lunga pausa significativa) Ora capisco il “mammina cara”! Tu ancora non gliene hai parlato!

CARLOTTA    Effettivamente..... no.

CLOTILDE      E magari vorresti che gliene parlassi io...

CARLOTTA    Più o meno.....sì.

CLOTILDE      Vedo...e questo fidanzato?

CARLOTTA    È di là.

CLOTILDE      Di là?!? Ma se incontra papà...?

CARLOTTA    Appunto per questo è meglio che tu e Gastone..

CLOTILDE      Gastone?

CARLOTTA    Si chiama così: Gastone Ridolini.

CLOTILDE      (pronta al riso) Ridolini?

CARLOTTA    E Ricciotti Lepantino?

CLOTILDE      Scusa.

CARLOTTA    Niente... dicevo... per questo è meglio che tu e Gastone vi incontriate subito... anzi, facciamo così: io me ne vado, così potete parlare più liberamente, con maggiore franchezza, da uomo a uomo.. cioè, no, da donna a donna… da mamma a fidanzato... insomma, sbrigatevela da soli! Ciao ciao!

Carlotta esce precipitosamente.

CLOTILDE      Carlotta! Ma cosa... Certe volte questa ragazza è strana come suo padre... (un attimo di riflessione) no, come suo padre no... E adesso c’è questo tale da ricevere...(si guarda in uno specchio) Oddio, come sono conciata! Non posso... devo prima sistemarmi : vorrà dire che aspetterà.

Clotilde esce. Entra Gigi Scamorza seguito affannosamente da Caterina.

CATERINA     Ma, insomma! Anche le poste dietro la porta adesso? Come si permette di sgusciare in casa come un ladro?

GIGI               Non parlerei di ladri, con cinque milioni in ballo!

CATERINA     Le ho già detto che senza il signore...

GIGI               Ed il signore dov’è?

CATERINA     Non so dove sia: so che qui non c’è!

GIGI               Ed allora qui io l’aspetto.

CATERINA     Senta...

GIGI               Senti tu, e senti bene: io di qui non mi muovo senza i miei soldi!

CATERINA     Oooh! Faccia un po’ come le pare!

Caterina, spazientita, esce. Entra Clotilde.

CLOTILDE      Carissimo!

GIGI               (sussultando) Ma chi...?

CLOTILDE      Scusi, l’ho spaventata?

GIGI               No, no...lei...?

CLOTILDE      Sono Clotilde Lanzani Ricciotti Lepantino!

GIGI               Ah! Qualcos’altro?

CLOTILDE      Sono la padrona di casa.

GIGI               Ah, bene! Io sono...

CLOTILDE      No, non ditemi nulla, figliolo.

GIGI               Infatti preferirei parlare con il signor Ricciotti...

CLOTILDE      Con mio marito? No, per carità, è prematuro!

GIGI               Prematuro?!? Dopo più di quattro mesi!

CLOTILDE      (allusiva) Eh, via, giovanotto, tutta questa fretta!

GIGI               (scandendo bene) Più di quattro mesi!

CLOTILDE      (cinguettando) Ah, beata gioventù! Sangue caldo, vibrante!... Però questa sua impazienza mi fa molto piacere, sa, giovanotto? Vuol dire che lei ha saputo attendere. Bravo, le fa onore! Questo l’aiuterà non poco, con mio marito! Vedrà, la sua attesa le verrà ampiamente ripagata, con tanto di interessi!

GIGI               (tra se’) Gli interessi? Eh, però... magari... (ripensandoci e a voce alta) No, no, non esageriamo, signora: non vorremo mica mettere in mezzo leggi e regolamenti, no?

CLOTILDE      (seria) Ahi, giovanotto, andiamo male ora! Guardi che se non si parte dal presupposto di regolarizzare anche formalmente la cosa, qui non si combina nulla!

GIGI               (tra se’) Eccola là, siamo già al fammi causa! Bisogna andarci piano. (a Clotilde) Capisco il suo punto di vista, signora, si rassicuri. Per questo, forse, se potessi parlare a suo marito....

CLOTILDE      Ma, benedetto figliolo, le ho già detto che così, di colpo, è meglio evitare. Vede... l’oggetto, se così posso esprimermi, dei suoi desideri, è molto caro al cuore di mio marito, d’altra parte è anche comprensibile, e separarli sarà molto difficile.

GIGI               Di questo mi sono già accorto, grazie!

CLOTILDE      Vede, dunque, che capisce anche lei!

GIGI               Senta, signora: io, veramente....

CLOTILDE      Suvvia, caro, lasciamo stare, per ora. Vediamo piuttosto di conoscerci meglio!

GIGI               Signora, ma che dice ? Io avrei anche una certa fretta...

CLOTILDE      Eh, via, ha già aspettato tanto ! Venga, venga, su: le faccio vedere la casa!

Clotilde trascina via Gigi Scamorza. Si ode un prolungato squillo di campanello. Caterina attraversa la scena ed esce dalla parte del portone. Poi rientra preceduta da Alfredo.

ALFREDO       Finalmente tutto è chiaro, nella mia mente: esiste una precisa volontà di portarmi alla tomba! Confessalo, femmina malefica: tu, la tua datrice di lavoro e la sua degna rampolla avete deciso di farmi cogliere da un colpo, da un infarto, da un coccolone!

CATERINA     (perplessa) Scusi, ma io...

ALFREDO       Non scuso un accidente! Non è possibile scusare un fatto di tale gravità! Ti rendi conto oppure no che ho suonato alla porta per quasi 20 secondi prima che tu ti degnassi di aprire?

CATERINA     Ma le chiavi...?

ALFREDO       Ho dimenticato di averle in tasca, e con ciò? Forse questo ti esime dallo scattare quando io suono alla porta?

CATERINA     A parte il fatto che non potevo sapere che era lei, io...

ALFREDO       Non accampare scuse! Devi imparare a riconoscere lo squillo!

CATERINA     Scusi...

ALFREDO       È inutile che cerchi di riparare, ora! Ti ho già detto che non scuso un...

CATERINA     Non voglio scusarmi! Sto cercando di interromperla!

ALFREDO       (allibito) Interrompermi?

CATERINA     Sì, per avvertirla che qui in salotto c’è Gigi Scamorza, il droghiere, che la cerca insistentemente per farsi saldare il conto arretrato. Ed ora, con il suo permesso...

Caterina esce.

ALFREDO       Ma come... ma come si permette? È pazza... in questa casa sono tutti pazzi... o forse il pazzo sono io? No, no, la pazza è lei... è lei, lei, sicuro... pazza e visionaria, anche: io qui di droghieri non ne vedo...

Entra Gastone.

ALFREDO       ...E lei?

GASTONE      (molto preoccupato) Io?

ALFREDO       Sì, lei! Chi diavolo è... ah, sì, me lo avevano detto... è lei, dunque?

GASTONE      ...credo di sì....

ALFREDO       Come, crede? Non sa chi è? Ma cos’è, cretino?

GASTONE      (terrorizzato) Non lo so... se per lei va bene...

ALFREDO       Ma va bene cosa? E poi lei era previsto qui, in salotto: cosa faceva di là?

GASTONE      Non lo so.. io...

ALFREDO       (gridando) Oh, insomma! Ma cosa succede qua dentro? Lo dicevo bene che non ero io il pazzo! Sono tutti gli altri ad essere pazzi! Quanto a lei, per il momento se ne può tornare fra i salami, capito?

GASTONE      Certo, senz’altro, tra i salami... mi scusi, quali salami?

ALFREDO       Quelli che tiene tra i prosciutti e le caciotte! Non c’è trippa per cani, oggi!

GASTONE      Ha ragione lei ! Niente trippa... per cani....

ALFREDO       No! E tanto meno per sciacalli! Via, sciò!

GASTONE      (fuggendo) Aiuto!

Mentre esce correndo, Gastone incrocia Clotilde che entra seguita, a distanza, da Gigi Scamorza.

CLOTILDE      (ad Alfredo guardando Gastone) Ma quello chi è?

ALFREDO       Ma che ne so... un mentecatto... credo che sia un droghiere...

CLOTILDE      Un droghiere? Nel mio salotto? Oh beh, lasciamo stare... Senti, Alfredo...

ALFREDO       (guardando Gigi) E quest’altro adesso chi è?

CLOTILDE      Appunto, Alfredo, è quello che vorrei...

ALFREDO       Chi è?

CLOTILDE      Cerca di star calmo, ora...

ALFREDO       Chi è?

CLOTILDE      Ora ti spiego, ma per carità cerca di non arrabbiarti e mantieni la calma!

ALFREDO       Chi, è, un altro droghiere?

CLOTILDE      No...

ALFREDO       Il macellaio?

CLOTILDE      No..

ALFREDO       Il pizzicagnolo?

CLOTILDE      No..

ALFREDO       Il verduraio?

CLOTILDE      No..

ALFREDO       Il carrozziere, il meccanico, il becchino?

CLOTILDE      Ma no, perché dev’essere per forza un fornitore? È... è Gastone Ridolini, il fidanzato di Carlotta, ecco.

ALFREDO       Ah ecco, fidanzato.... Chi è?!?

CLOTILDE      Il fidanzato di Carlotta.

ALFREDO       Fidanzato? Cosa vuol dire?

CLOTILDE      Hai presente quei giovanotti che se ne vanno in giro a chiedere alle ragazze di sposarli? Fidanzati.

ALFREDO       Fidanzati?

CLOTILDE      Fidanzati.

ALFREDO       Fidanzato?

CLOTILDE      Fidanzato.

ALFREDO       Quello lì?

CLOTILDE      Quello lì.

ALFREDO       Di Carlotta?

CLOTILDE      Sì, tua figlia, ricordi? La tua bambina...

ALFREDO       (ignorando l’ironia) Quel... quel tale laggiù vorrebbe sposare la mia Carlotta?

CLOTILDE      (preparandosi al peggio) Certo, se è il suo fidanzato...

ALFREDO       Quel... quell’uomo vuole la mia bambina?

CLOTILDE      Bambina... ormai...

ALFREDO       Vuole portarla via.....

CLOTILDE      Sì, ma...

ALFREDO       ...via dalla mia casa?

CLOTILDE      Senti, Alfredo...

ALFREDO       Per tenerla con sé!

CLOTILDE      Certo, se la vuole sposare....

ALFREDO       E non farla tornare più?

CLOTILDE      Per favore, niente tragedie !

ALFREDO       (ad alta voce rivolto a Gigi) Giovanotto...!

CLOTILDE      Alfredo, ti prego!

ALFREDO       (avvicinandosi a Gigi) Lei non sa il piacere di averla qui in casa!

Alfredo abbraccia un attonito Gigi e se lo trascina via. Clotilde rimane basita poi li segue. Entra Carlotta insieme ad un frastornato Gastone.

CARLOTTA    Dai, su, non esagerare adesso..

GASTONE      Ti dico che mi ha aggredito straparlando non so nemmeno io di cosa!

CARLOTTA    Ma ci sarà stato un equivoco.

GASTONE      Senti, equivoco o no, a me quell’uomo fa paura... mi dispiace parlare così, è tuo padre, dopotutto, ma io non voglio più averci a che fare!

CARLOTTA    E cosa vorresti fare, scappare?

GASTONE      Ecco, questa è una idea sensata!

CARLOTTA    Gastone!

GASTONE      No, senti... sul serio... sarà meglio fare per un’altra volta!

CARLOTTA    Gastone, se te ne vai non ci sarà un’altra volta!

GASTONE      (piagnucoloso) Carlotta, ti prego... lui...

CARLOTTA    Lui sarà pure lui, ma tu devi essere tu !

GASTONE      Appunto, Carlotta, sono qui da meno di un’ora e già comincio ad avere seri dubbi su chi sia io, quindi....

CARLOTTA    Su, su... non sei disposto a fare un altro tentativo?... per la tua Carlotta...

GASTONE      Carlotta...

CARLOTTA    (seducente) Per la Carlotta che la sera ti guarda nell’ombra del viale...

GASTONE      Carlotta...

CARLOTTA    ...che più tardi ti sfiora con le sue labbra nel dirti “a domani”...

GASTONE      (più debole) Carlotta, ti prego...

CARLOTTA    ...che talvolta non lo aspetta nemmeno “domani”...

GASTONE      (vinto) Carlotta....

L’ultimo “Carlotta” sfuma in un bacio. Entra Clotilde.

CLOTILDE      (scandalizzata) Carlotta!

CARLOTTA    Oh, mamma, proprio tu! Sai spiegarmi cosa è successo?

CLOTILDE      Spiegarti? Spiegami tu, piuttosto, cosa stai facendo con il droghiere!

GASTONE      Anche lei? Carlotta, questo è troppo: io me ne vado.

CARLOTTA    (trattenendo al volo Gastone) Si può sapere cos’è questa storia del droghiere? Questo è Gastone!

CLOTILDE      Gastone? Lui? Oh, mio Dio, allora quell’altro...

Entra Caterina.

CATERINA     Signora, scusi, ha mica visto Gigi Scamorza? Lo avevo lasciato qui perché parlasse al signore del conto e solo ora mi è venuto in mente che suo marito aveva lasciato a me i soldi per i fornitori già  da tre giorni.

Clotilde, Carlotta e Gastone si guardano e poi, all’unisono:

CLOTILDE      Il droghiere!

GASTONE      Il droghiere!

CARLOTTA    Il droghiere!

CATERINA     Sì, il droghiere, e allora?

Caterina esce perplessa. I tre si guardano sgomenti.

CLOTILDE      Presto! Cerchiamoli, prima...

CARLOTTA    ...prima che papà...

GASTONE      ...combini...

CLOTILDE      Via, di corsa!

Escono precipitosamente da tre vie diverse. Entrano Alfredo e Gigi, che dallo stato di abbattimento si comprende abbia ormai rinunciato a capire qualcosa.

ALFREDO       Allora, giovanotto, le piace la mia casa?

GIGI               Sì, come no! M’era piaciuta anche prima.

ALFREDO       Prima? Ah, sì certo, mia moglie... sa come sono le donne, soprattutto quelle all’antica come Clotilde... per loro la casa è tutto...

GIGI               Certo, certo.. le donne..

ALFREDO       Oddio, Clotilde è una donna un po’ strana, se ne sarà accorto anche lei!

GIGI               (ironico) Ah, sua moglie è strana?

ALFREDO       Sì un pochino... ma è una gran donna! Eccellente amministratrice anche, sa? Con lei tutto quadra sempre! Anche i conti!

GIGI               A proposito, se volessimo concludere la nostra questione...

ALFREDO       Dritto al sodo, eh? Bravo, mi piace! E poi devo dire che lei ha molto buon gusto nelle sue scelte.

GIGI               (tronfio) Ah, su questo... solo merce di primissima qualità!

ALFREDO       Merce! Via, figliolo, un po’ di delicatezza! Va bene che voi giovani d’oggi non state a fare tanti giri di parole, ma insomma! Ai miei tempi.... Eh, altra generazione.... C’era più poesia, più pathos,  più... sentimento. Ma lo sa che tengo sempre con me una foto di quand’era ancora una bimba?

GIGI               (che non capisce assolutamente nulla) Eh?!?

ALFREDO       Ma sì (entra Caterina mentre Alfredo tira fuori il portafogli) Guardi...

CATERINA     Mi scusi tanto, signore, questa volta è proprio mia la colpa di questo impiccio. Mi ero proprio dimenticata che la questione con... con questo signore riguardava me e me soltanto. La prego di perdonarmi.

Caterina esce trascinandosi via Gigi.

ALFREDO       Mio genero.... una questione.... la cameriera? Alla faccia del pathos! Ma che intrallazzi si fanno, in casa mia? Clotilde! Clotilde! Clotilde! Clotilde!......

Chiamando la moglie, esce. Quasi contemporaneamente entra Clotilde

CLOTILDE      Alfredo! Alfredo! Alfredo! È inutile, chissà dove si è cacciato! Caterina! Caterina!

Entra Caterina .

CATERINA     Ha chiamato, signora?

CLOTILDE      Sì, cara. Dimmi, hai visto il signore?

CATERINA     Il signor Alfredo? Sì, poco fa era proprio qui, con il droghiere.

CLOTILDE      Con il..... Oh, mio Dio!

CATERINA     Non si preoccupi, signora, non se l’è presa più di tanto.

CLOTILDE      Ma di che parli?

CATERINA     Per i soldi, voglio dire, ed è ben strano visto che stavolta avrebbe avuto proprio ragione ad arrabbiarsi!

CLOTILDE      I soldi?

CATERINA     Ma sì, il conto arretrato. Quando sono venuta qui ed ho trovato il signore con il droghiere confesso che ho avuto paura... Si ricorda? I soldi li aveva già dati a me ed io me n’ero dimenticata. Ebbene, non solo non mi ha detto niente, ma stava addirittura pagando direttamente lui!

CLOTILDE      Mio marito? Saldava il conto... al droghiere? Sei sicura?

CATERINA     Sì: quando sono entrata stava giusto mettendo mano al portafogli!

CLOTILDE      E poi?

CATERINA     E poi basta. Ho accompagnato il droghiere in cucina per pagarlo e subito ho sentito lei che mi chiamava... anzi, quello è ancora di là che aspetta...

CLOTILDE      Oh, grazie, Caterina! Grazie, grazie, grazie. Grazie! Carlotta! Carlotta! Carlotta! Carlotta!

Clotilde esce chiamando Carlotta. Caterina rimane interdetta.

CATERINA     Prego!

Entra Alfredo chiamando Clotilde

ALFREDO       Clotilde! Clotilde! Clo... ah, sei qui, tu!

CATERINA     Mi scusi, signore, ma è stata sua moglie a chiamarmi... torno subito dal signor...

ALFREDO       (dominandosi a stento) Dal signor.... dal signor.... dal signor Animale tu non ci torni, hai capito razza di... razza di... di... via! Via da questa casa! Sei licenziata con decorrenza immediata! Fuori! E ringraziami, perché appena metto le mani su quel bel tipo che era con te... a lui non lo licenzio: lo ammazzo! Signor Gastone! Signor Gastone! Signor Gastone!

Alfredo esce chiamando Gastone. Caterina rimane basita.

CATERINA     Grazie! ...Ma andate tutti quanti a quel paese, banda di matti!

Caterina esce arrabbiatissima. Entra Carlotta chiamando Alfredo.

CARLOTTA    Papà! Papà! Papà!

Entra Clotilde chiamando Carlotta.

CLOTILDE      Carlotta! Carlotta! Carlotta! Ah, sei qui!

CARLOTTA    Mamma, non lo trovo! Che si fa?

CLOTILDE      Non ti preoccupare, cara: è tutto a posto!

CARLOTTA    A posto?

CLOTILDE      Sì, l’equivoco è stato chiarito.

CARLOTTA    Sei sicura?

CLOTILDE      Assolutamente: me lo ha detto Caterina. Ora però è meglio se troviamo Gastone. Io vado di là, tu aspettalo qui.

Clotilde esce. Carlotta si affaccia alle varie porte chiamando Gastone.

CARLOTTA    Gastone! Gastone! Gastone!

Contemporaneamente entra Alfredo chiamando Gastone.

ALFREDO       Signor Gastone! Signor Gastone! Signor Gast... Carlotta, non dirmi che cerchi anche tu l’Animale!

CARLOTTA    Oh, dai papà, non cominciamo anche con il povero Gastone, ora!

ALFREDO       Il povero Gastone? Quel verme strisciante, quell’ameba mal riuscita?

CARLOTTA    Ecco: sei sempre il solito! Chissà che piccolezza avrà fatto Gastone ed ecco che diventa una specie... di mostro! Come quella poveretta di Caterina quando si scorda di attaccare un bottone...

ALFREDO       Ha! Caterina! L’hai detta proprio giusta! Proprio proprio a proposito! A puntino, direi quasi!

CARLOTTA    E adesso cosa c’entra Caterina con Gastone?

ALFREDO       Caterina? Niente. È piuttosto Gastone che “entra” con Caterina!

CARLOTTA    Che vuoi dire?

ALFREDO       Che la nostra gentile camerierina, tanto amica tua, questa volta i bottoni non li attacca, ma li stacca. Li stacca dalla patta. Dalla patta di quella mignatta del tuo cosiddetto fidanzato!

CARLOTTA    Caterina?!?

ALFREDO       Eh, già.

CARLOTTA    La patta?

ALFREDO       Eh, già.

CARLOTTA    Di Gastone?

ALFREDO       Eh, già.

CARLOTTA    Ma sei sicuro?

ALFREDO       Eh, già.

CARLOTTA    (urlando) Ma io l’ammazzo!

ALFREDO       Gastone o Caterina?

CARLOTTA    Tutti e due!

Entra Gastone.

CARLOTTA    E tu.... come osi mostrare la tua faccia di lardo?

Carlotta tira addosso a Gastone ogni genere di suppellettili. Gastone fugge urlando.

GASTONE      Aiuto! È pazza anche lei! (esce)

CARLOTTA    Pazza, sì, a restare ancora qui!

Carlotta esce dalla parte del portone, che si sente sbattere.

ALFREDO       Povera ragazza: è talmente sconvolta che se la prende pure con quel poveraccio del droghiere... Come me l’ha ridotta quell’animale... ah, ma adesso lo pesco, da qualche parte e allora... Signor Gastone! Signor Gastone! Signor Gastone!

Alfredo esce chiamando Gastone. Entrano Clotilde e Gastone.

CLOTILDE      Andiamo, su, stia calmo: si deve trattare sicuramente di un equivoco!

GASTONE      Non lo so, non lo so... so soltanto che non ne posso più...

Gastone si abbandona a piangere sulla spalla di Clotilde che cerca di confortarlo abbracciandolo. Entra Caterina in tenuta da viaggio e con una valigia.

CATERINA     Signora, quando è troppo è troppo! Suo marito mi licenzia perché pago il conto al droghiere? Prendo atto e me ne vado! Addio!

Caterina esce.

CLOTILDE      Caterina, ma cosa...?

Entra Gigi di corsa inseguito da Alfredo che lo prende a calci.

GIGI               Aiuto! Soccorso! Il pazzo!

ALFREDO       Brutto porco! Seduttore delle mie scarpe! Attraverso mia figlia per arrivare alla cameriera, eh? Fuori da casa mia!

Gigi fugge. Alfredo si volge vedendo Clotilde e Gastone che non si sono mossi.

ALFREDO       Finalmente!.... Ma... ma che succede qui? Ma dove siamo? Ma è una casa, questa, oppure un casino? Che razza di droghieri ci sono, oggigiorno? Ma che vi mettete d’accordo tra generi e fornitori, forse? Fuori di qui, porco numero due, fuori!

GASTONE      (isterico) Eh, no! Adesso basta!

Gastone fugge.

ALFREDO       (isterico) Basta? Lo dico io basta! Basta! Basta! Basta! Basta! Basta! Basta!....

Clotilde, molto serenamente, si leva una scarpa e la pesta in testa ad Alfredo che ammutolisce.

CLOTILDE      Ed invece basta lo dico io! Hai fatto un macello! Adesso capisco tutto: tu non hai capito niente! Quello che vuole sposare Carlotta è questo qua!

ALFREDO       Quello che...

CARLOTTA    ...hai appena terrorizzato dopo averlo fatto litigare a morte con nostra figlia, la quale, probabilmente, non lo vorrà più vedere ma, essendone ancora innamorata, sceglierà un acido zitellaggio a vita.... in casa tua!

ALFREDO       Oh mio Dio, no!

(pausa)

CLOTILDE      Alfredo Maria Ricciotti Lepantino?

ALFREDO       Sì?

CLOTILDE      Cretino!

Escono entrambi. Entra Carlotta trascinandosi dietro Caterina.

CARLOTTA    Senti, Caterina, oggi è una giornataccia quindi non mettertici pure tu: adesso io e te chiariamo alcune cosette...

CATERINA     Ho detto che me ne vado!

CARLOTTA    No, carissima, troppo comodo! Siamo quasi cresciute insieme, siamo sempre state amiche, non abbiamo mai nemmeno litigato e oggi... eh, no: oggi non posso farti andare via senza chiederti esattamente cosa è successo e soprattutto perché!

CATERINA     Ma lo sapessi almeno io! Stavo per saldare il conto al droghiere, quando improvvisamente tuo padre inizia ad insultarmi come fossi una... lasciamo perdere... e il bello è che ce l’aveva anche con il droghiere! E lo chiamava Gastone.

CARLOTTA    Papà chiamava Gastone il droghiere? Sei sicura?

CATERINA     Assolutamente: Gastone!

CARLOTTA    Proprio Gastone?

CATERINA     Carlotta: io non so chi sia questo Gastone ; io non conosco nessuno che si chiami Gastone ; Gastone è anche un nome che non mi piace ma se ti dico per due volte che tuo padre chiamava Gastone il droghiere...

CARLOTTA    Grazie, Caterina !

CATERINA     Eh ?

CARLOTTA    È tutto chiaro, adesso: papà non ha ancora capito niente! Scusa, Caterina, ma tu non avevi detto alla mamma che papà aveva capito tutto?

CATERINA     Io? Ma se non so nemmeno di cosa parlate, tutti quanti!

CARLOTTA    Niente, non ci badare... e non badare nemmeno a quello che dice papà. Vedrai che tutto si sistema!

Caterina esce con l’aria di chi non capisce nulla.

CARLOTTA    (tra sé) Allora... papà non sa, ma mamma crede che papà sappia... D’altra parte papà crede che mamma sappia quello che sa lui... quindi io.... io... io non ci capisco più niente!

Entra Alfredo.

ALFREDO       Carlotta, tesoro di papà, dov’è quel povero ragazzo?

CARLOTTA    E adesso?.... Chi, papà, Gastone?

ALFREDO       Sì, poveretto, l’ho un po’ maltrattato.

CARLOTTA    Guarda papà, che hai fatto un po’ di confusione...

ALFREDO       Sì, sì, lo so già. Me lo ha detto tua madre.

CARLOTTA    Ecco, qui sta il punto: io credevo che tu credessi quello che mamma aveva creduto che io credessi che tu... no, non è così....

ALFREDO       Carlotta, ma cosa dici?

CARLOTTA    Aspetta, aspetta... ora ci sono: mamma credeva soltanto che tu credessi... e quindi dopo ti ha fatto credere... e quindi...

ALFREDO       Fammi capire, per favore: abbiamo due personaggi: Gastone ed il droghiere. Ad ognuno di essi il buon Dio ha dato un volto che io, ora, credo di aver finalmente imparato a riconoscere. Dimmi, Carlotta, prima che io dia a tua madre la soddisfazione di darle finalmente ragione finendo al neurodeliri: come ora li conosco vanno bene o no?

CARLOTTA    Un momento: Caterina aveva detto alla mamma... e quindi la mamma ha detto a me... però poi Caterina ha detto a me che la mamma aveva capito male... io non l’ho detto alla mamma quindi...

ALFREDO       Allora, Carlottina?

CARLOTTA    Va bene, o la va o la spacca.... No, non vanno bene così: li devi scambiare.

ALFREDO       Sicura?

CARLOTTA    Io sì. Ma tu, ora, sei sicuro di aver capito?

ALFREDO       Ssssì...

CARLOTTA    Meno male: era proprio l’ora! Adesso fammi cercare quel poveretto di Gastone.

Carlotta esce.

ALFREDO       Gastone... Ma allora il porco è proprio Gastone.... Carlotta, aspetta un momentino, dobbiamo parlare.... Carlotta, senti, non ti sembra il caso di riflettere... Carlotta, parlane almeno con tua madre... O con Caterina... ooooh al diavolo, contenta lei dopotutto.... e poi non vorrei che mi si zitellasse davvero qui in casa! Alla larga!

Entra Clotilde.

ALFREDO       Amore mio, oggi sono stato proprio impossibile, vero?

CLOTILDE      Beh, non più del solito, per chi ti conosce....

ALFREDO       Ho capito: vado a cercare il signor Ridolini per scusarmi.

Alfredo esce.

CLOTILDE      (tra sé) Eppure quando è tranquillo e ragiona è anche piacevole! Fosse sempre così... (entra Carlotta insieme con Gastone) Ragazzi miei, finalmente è tutto a posto!

Entra Caterina con Gigi.

CATERINA     Signora, l’ho trovato tutto tremante nel bagno di servizio.

CLOTILDE      Immagino lei sia...

GIGI               Gigi Scamorza... credo.

CLOTILDE      Allegria, su, ormai è tutto finito! Mio marito ormai ha capito tutto!

CARLOTTA    Meno male che mi sono accorta del granchio che avevi preso con Caterina!

CLOTILDE      Eh già... la stavo proprio per far grossa !

CARLOTTA    E meno male che sono riuscita a farla capire anche a papà!

CLOTILDE      Eh sì, anch’io, quando gliel’ho spiegato mi sono sentita sollevare... un momento... tu non ne hai parlato con tuo padre, vero?

CARLOTTA    Certo che sì, se no come avrebbe capito.... un momento, anche tu......?

CLOTILDE      .....anche io...

GASTONE      Ma allora....

Entra Alfredo chiamando Gastone.

ALFREDO       Gastone, caro figliolo! (oltrepassa Gastone, che gli sta più vicino, e si rivolge a Gigi) Noi due si deve parlare, lo so, ma prima devo sistemare una cosetta. (si volge a Gastone tendendogli un assegno) A lei. Sono cinque milioni... è in bianco, faccia lei per l’intestazione. Ed ora mi scusi, ma abbiamo un piccolo meeting familiare. Se vuol seguirmi...

Alfredo esce.

CARLOTTA    E adesso?

CLOTILDE      Adesso bisogna ricominciare da capo.

CATERINA     Ah, no! Io non ci ho capito molto, ma quello che ho capito mi basta. Io me ne vado, e per sempre!

Caterina si avvia verso l’uscita

GASTONE      Anche io!

CARLOTTA    Gastone!

GASTONE      Carlotta, ti voglio tanto bene, lo sai, ma siete tutti quanti un filino troppo sopra le righe, per me. Bene o male ora come ora riesco ancora ad uscirne (mostra l’assegno) abbastanza bene. Perdonami, ma ne ho abbastanza. (si avvia verso l’uscita raggiungendo Caterina) Signorina, ora dove andrà?

CATERINA     Non lo so, qualcosa farò...

GASTONE      Se ne torna al paese?

CATERINA     E a far che? Non ho più nessuno...

GASTONE      Nessuno? Ma la sua famiglia?

CATERINA     Non ho più nessuno, gliel’ho detto.

GASTONE      Nemmeno i genitori ?

CATERINA     No, sono orfana.

GASTONE      Niente madre?

CATERINA     No.

GASTONE      Niente..... padre?

CATERINA     No, perché?

GASTONE      Signorina, mi scusi.... Che cosa fa stasera?

Escono Gastone e Caterina. Clotilde e Carlotta si allontanano da Gigi.

CLOTILDE      Eppure, in un modo o nell’altro a tuo padre bisognerà pure schiarirgli le idee...

CARLOTTA    (stancamente) Mamma, ma chi ce lo fa fare? (a Gigi) Signor Scamorza, ma sua moglie non starà in pensiero?

GIGI               Sono scapolo, signorina.

CARLOTTA    Scapolo?

GIGI               Si.

CARLOTTA    Niente moglie?

GIGI               No.

CARLOTTA    Niente fidanzata?

GIGI               No.

CARLOTTA    Insomma… un “single”?

GIGI               Sì, perché?

CARLOTTA    (prendendolo sottobraccio) Le va di visitare la casa?

Carlotta e Gigi escono mentre Alfredo rientra dalla parte opposta.

ALFREDO       Ah, che bella coppietta!

CLOTILDE      Mah.... in un modo o nell’altro... tutto è bene quel che finisce bene! E poi, con i tempi che corrono, caro il mio Alfredo, un droghiere in famiglia fa sempre comodo!

Clotilde esce. Alfredo rimane solo e pensieroso.

ALFREDO       (tra se’) Ma cosa c’entra adesso il droghiere?