“Il fagotto”
(‘ A mappata )
Versione in lingua italiana dal dialetto napoletano
Di
Libero Gargiulo
Atto unico
In casa Silvestri
Personaggi :
Amalia Silvestri, madre novantenne
Giovanni, prete, primogenito
Gennaro, scapolo,secondogenito
Alfonso, terzogenito, amministra il negozio di “Tessuti Silvestri”
Raffaele, quarto figlio, professore e critico d’arte
Margherita, nubile,casalinga e un po’ sorda,quinta figlia
Rosalba, coniugata Contini, sesta figlia
Pasquale Contini suo marito, impiegato
Battista, factotum della casa
Dott. Giacomarra, medico di famiglia
Concetta, Filomena, Nannina, coinquiline
A Napoli, ai giorni nostri
All’apertura del sipario, la scena è composta da un soggiorno bene arredato. Un tavolo con sedie al centro, quadri alle pareti, piante, fiori,consolle con telefono, suppellettili varie. Entrano in scena da destra
Amalia Silvestri accompagnata dal figlio Gennarino che le dà il braccio destro.
Amalia Neh! Gennarì, io vorrei sapere perché, tutti i giorni al mattino, quando esco qui fuori, tu mi devi tenere sotto
al braccio, come se io fossi una vecchia che da un mo-
mento all’altro può cadere ! (inciampa, sta per cadere,
ma, è prontamente sorretta dal figlio)
Gennarino (sornione)- Mammà, ogni giorno è la stessa storia e ogni
giorno, io vi ripeto le stesse cose : voi non siete anziana,
è che, a me piace tenervi sotto al braccio…come quando
andavamo a passeggiare per via Caracciolo, vi ricordate?
Amalia E, già, ora sono diventata pure rimbambita,è vero? Certo
che mi ricordo! Che strazio! Tu, con la scusa che mi stancavo, camminavi piano piano, e a me sembrava di andare appresso ad un funerale ! La verità era che tu non ce la facevi a camminare svelto!
Gennarino No, mammà, io andavo piano per darvi l’agio di ammirare e godere delle bellezze di Napoli : il Castello dell’Uovo, il
Vesuvio sullo sfondo…
Amalia E,già, come se io le vedessi per la prima volta, la scusa era buona! Gennarì, tu sei stato sempre un barattolo di colla, e pure per questo non sei stato capace di trovarti una “vrenzela” di donna : Napoli se ne cade di guaglione, c’è l’imbarazzo della scelta! Sei ancora in tempo…svegliati,
Gennarì, svegliati! Di questo passo va a finire che ti si arrugginisce il meccanismo…e, buona notte! (si siede e Gennarino le resta vicino un po’ piegato su di lei)
Gennarino (amareggiato) – Mammà, questo non me lo dovevate dire, voi mi ferite nell’intimo! Sono trent’anni che papà è morto, e, io, per trent’anni mi sono preso cura di voi : :”povera vecchierella, fratelli e sorelle hanno preso la loro via, e, io che faccio…me ne vado pure io? E, con quale cuore me ne vado, la lascio sola? E questa la riconoscenza di un figlio verso sua madre? No,no,no ! Devo restare! E sono rimasto con voi!
Amalia E, hai fatto questo guaio!- Io fumavo, e mi piaceva, e come mi piaceva! Ma tu,”: che fate…vi fa male,…il cancro ai polmoni è in agguato! Insomma, tanto che hai fatto, tanto che hai detto, non mi hai fatto più fumare : eh!
ma io ogni tanto, di nascosto, una sigaretta ancora me la faccio! Del mangiare, non ne parliamo proprio : questo vi fa male, quest’altro, vi fa salire la pressione,…questo vi rende stitica,…questo vi alza la glicemia, insomma,Gen-
narì, sono andato avanti con la solita sboba : minestrine vegetali : quelle avviano;…carne trita scaldata : così non faticano i denti;…l’uovo? Alla coque : si digerisce bene; il caffè? Non ne parliamo proprio, proibito! Meno male che mi sono arrangiato con Battista! Lo vuoi sapere? Tutto quello che mi hai vietato, me lo sono fatto preparare da lui, specialmente il caffè! Ma, che modi! Nemmeno in ospedale ti trattano così !
Gennarino (quasi piangendo, si lamenta) – E, ora mi dite tutte queste cose? Ora, solo ora, vi lagnate che vi ho privato di tutto! Il
dottore Giacomarra me lo raccomanda sempre : Gennarì,
attento al vitto di tua madre, quella tiene un principio di diabete,…il colesterolo non è a posto,…i cilindri nelle uri-
ne, e la pressione alta…
Amalia (interrompendolo) – Come hai detto ? I cilindri nelle uri-
ne? Ma io, quando mi porti a fare le analisi, questi cilindri
non li ho mai visti!
Gennarino Per la verità, mammà, manco io; ma il dottore mi ha detto:
“tu non li vedi, ma io sì…ci stanno, ci stanno…rari, ma ci
stanno”! Si vede che quando uno studia per diventare me-
dico, arriva a vedere pure i cilindri! (riprende il discorso interrotto) – E poi mi avete rimproverato che non mi sono
sposato,…e, come potevo se dovevo badare a voi? Io, mi
sposavo e vi piazzavo in casa mia moglie? Così, nemme-
no sei mesi dopo, quella se ne sarebbe tornata da sua ma-
dre! Io una ragazza l’avevo, Carmelina, l’avete conosciu-
ta pure voi, assennata,istruita, faceva la maestrina, mi pia-
ceva molto, ma, quando faceva qualche allusione o qual-
che riferimento al matrimonio, io facevo l’indiano; così,
chiese il trasferimento a Milano e se ne andò. L’ho persa
di vista! E, ora ? Ora non è più tempo di matrimonio, a
sessant’anni, non più! Son cose che si fanno a vent’anni,
ora, avrei anche vergogna di avvicinare una donna! E poi,
tengo a voi che vi voglio bene assai !(scoppia in lacrime)
Amalia (accoratamente) – Bello di mammà, cuore di mamma tua,
vieni qua, fatti abbracciare, e perdonami! (passando di
scatto dal lacrimevole al perentorio) – Neh! Ma quelle
due non si vedono ancora? Stamattina se la prendono co-
modo?
Gennarino Mammà, sono le sette e mezzo! Quelle, Margherita e Rosalba, vengono per le otto, si stanno una oretta e poi vanno ad aprire il negozio! Alfonso sarà già dentro a fare
I conti!
(Entra in scena da destra Battista; resta sulla soglia della porta)
Battista Buongiorno, signurì, vi servo il caffè? Alla signora gliela
diamo una tazzulella?
Gennarino Battista, quella mammà,or,ora mi ha detto che ti sei accordato con lei ! Non solo le dai a mangiare cose che le fanno male, ma anche il caffè; e allora, vogliamo continuare a fare i rigorosi? Dalle questo caffè e non ne parliamo più, ma, non esageriamo!
Battista Se la signora comanda, io che faccio, mi rifiuto? Mettete-
vi nei miei panni,…la mia è una posizione scomoda ! E,
poi, giacchè ci siamo, ha preso caffè per tutta la vita, e proprio ora dovrebbe farle male? (rientra e ne riesce con
vassoio, caffettiera, tazzine e zucchero)
Gennarino Ah! Lo tieni pronto pronto!
Battista Pronto,pronto,signuì!(versa il caffè e attende che lo beva-
no)
Gennarino (alla madre che si serve dello zucchero) –Piano, con questo zucchero, piano!
Amalia Me lo devo prendere questo caffè,si o no? E allora statti
zitto, e fammelo prendere come voglio io!(beve soddis-
fatta. Mosse a soggetto, poi esclama) – Ah! Come è buo-
no il caffè!…E ora ci vuole pure una sigaretta!
Gennarino Ma come, pure la sigaretta?…A prima mattina !
Amalia Embe?(estrae da una tasca un pacchetto, l’accendino e
si accende la sigaretta.Battista osserva divertito)
Gennarino Madonna! E “ Gitane”! Quelle sono spaccapolmone!
Amalia Ma quelle mi piacciono! Io, però, non ne abuso : una die-
cina al giorno!
Gennarino (sconfortato) – E che devo fare! Ho capito, mi avete sempre preso in giro!
Campanello interno, Battista lascia sul tavolo il vassoio e va ad aprire,
rientra con Margherita e Rosalba.
Margherita e Buongiorno, mammà! Ciao, Gennarì, come andiamo?
Rosalba
Rosalba Gueh! Ma io sento puzza di sigaretta! Gennarì, ti sei messo a fumare…e poi davanti a mammà?
Gennarino E già, io fumavo! Rosalba, quella è tua madre! Per tanti
anni ha fatto fessi a noi tutti, ha fatto la sua rivoluzione
silenziosa! E io, non mi sono mai accorto di niente!
Amalia E io aprivo la finestra!
Rosalba Mammà, voi queste cose non le dovete fare! Se usiamo
accortezza, è per il vostro bene! Che belle novità che ci
fate sentire!
Margherita Però, Rosa’, se ha mangiato sino ad ora tutti i piatti,
diciamo così, proibiti e non ha avuto nessun malanno, significa che sta bene, e…lasciamola mangiare!(adocchia
il caffè)- Uh! Il caffè! Ce n’è ancora?
Battista Si,si…io faccio sempre la macchinetta grossa! Ora vado a
prendere due tazzine pulite!(esce e rientra con le tazzine)
Rosalba A me, niente! Sono già molto nervosa!
Amalia Rosà, se tu avessi una carretta di figli, non avresti il tempo
d’essere nervosa!
Rosalba Mammà, non tocchiamo questo argomento…voi lo sapete
che non dipende da me…quello…Pasquale, ma lasciamo
perdere! (cambia argomento)- Dovete essere accompagnata a qualche parte stamattina?
Amalia Embè, se ci facessimo una passeggiata su per Posillipo
non mi dispiacerebbe! Lì sopra ci sta l’aria buona, e poi
andando andando, mi godrei pure il panorama! Marghe-
rita con l’automobile ci impiegherà una mezza oretta!
Margherita Allora, si deve avvertire Alfonso che stamattina andiamo
più tardi al negozio!(va al telefono e chiama suo fratello)
Pronto, Alfò, sono io Margherita,…si, stiamo da mammà!
No,no..sta bene, è che si vuole fare una passeggiata a Posillipo…la giornata è pure bella!Allora, noi andiamo?
Ma tu, col negozio come fai? Ah! non mi devo preoccu-
pare? E va bene, se lo dici tu?…ci vediamo alla solita
ora? Embè, mentre andiamo, mentre torniamo, poi mam-
mà cammina piano…e che andiamo a piedi a Posillipo?
Alfò, ma che dici…con la macchina di Margherita! Va
bene, va bene! Ciao! E’ bello e caro, ma come è compli-
cato!
Amalia Allora mi portate pure dal parrucchiere,tengo questi capel-
li che mi sembro una zingara!
Rosalba Sissignore, pure dal parrucchiere!
Amalia E poi, quando torniamo, mi cucinate pasta e patate?
Rosalba Ma come, pasta e patate?
Amalia Si, ne sono desiderosa, nessuno me le prepara mai!
Margherita E va bene, pure le patate con la pasta! Ma, ora andatevi a
preparare!
Gennarino Allora, io profitto dell’occasione e me ne vado a sbrigare
certi servizi che ho rimandato parecchie volte! Gueh!
state accorte! Margherì, tu non correre…e le patate con la
pasta, fatele pure per me! Me ne vado tranquillo?
Margherita Sissignore, va, va, va! (Gennarino esce di scena)
Le tre donne lentamente s’avviano verso destra ed escono di scena.Battista, rassetta.Dissolvenza di luce riduce la scena al buio. Poco dopo, gradualmente si riaccendono le luci, il palcoscenico resta brevemente vuoto. Si odono rumori dall’interno, esce frettolosamente Gennarino, si reca al telefono; un orologio segna le tre del mattino.
Gennarino (compone un numero e attende la risposta) – Pronto !
Giovannì, corri! (emozionato)- Mammà non me la conta
giusto, vuole a te…si, si ! Sono sicuro! Così mi sembra…
ha la faccia bianca, bianca e con un filo di voce ha chiesto
di te! Vieni subito! (riattacca ed esce di scena da destra.
Da sinistra entra in scena Battista il factotum, allarmato
per l’insolito trambusto, litiga con una manica della giac-
ca da camera che per la fretta non riesce ad indossare.
Attraversa la scena ed esce da destra. Rientra quasi subi-
to, si reca al telefono e compone vari numeri)
Battista Pronto! Don Alfondo? Sono io, Battista…e si…proprio
così…vostra madre…venite subito! Il dottore Giacomar-
ra lo chiamate voi? Va bene…a tra poco!( riattacca e
compone un altro numero)
Pronto, casa Contini?…SonoBattista!..Ah, sei tu?…a quest’ora ? (ironico) – E,già, avevo voglia di sentirti !
Avverti i tuoi padroni che la mamma della signora Ro-
salba non sta bene! Come chi glielo dice? E, chi vuoi
che glielo dica! Non hai il coraggio? E te lo fai venire
il coraggio! Va,va,va! (riattacca, prende una rubrica
dal cassetto, vi cerca un numero e guardandola tele-
fona)- Allo! Hotel Excelsior ? Ici maison Silvestri ! Je
voudrais parler avec monsieur Raphael Silvestri…Ah,
il n’y est pas à Paris ? Alors, s’il vous plait, à peine
sera-t-il retourné , rapportez lui que sa mère est malade
grave...il faut retourner à Naples vitement ! Merci !
(ora chiama l’ultima sorella, compone il numero e at-
tende) – Questa Margherita tiene il sonno pesante…su
via, svegliati! – Pronto, signora Margherita ? Sono Bat-
tista…no, non il callista : Battista ! si, cioè no,non ho
perso la vista…Battista! Avete capito ? Battista!
Si, è per vostra madre…non sta bene, venite subito !
(riattacca ed esclama) – M’ero dimenticato che era
un po’ sorda!
(Campanello interno; va ad aprire, esce da sinistra. Da destra entra in scena Gennarino. Da sinistra rientra Battista preceduto da Giovanni il
prete. I fratelli si abbracciano)
Gennarino (commosso)- Giovannì, questa volta mammà mi pare
che ci vuole proprio lasciare!
Giovanni Coraggio, Gennarì, coraggio! Mammà è una santa don-
na , ha fatto bene il suo, ed ora il Signore se la sta chia-
mando per portarsela nella sua gloria! Andiamo da lei!
(Escono di scena da destra. Battista rimane pensieroso in
un cantoCampanello interno, va ad aprire. Rientra prece-
duto dal medico Giacomarra, da Alfonso, Margherita,
Rosalba e suo marito Pasquale. Il medico si reca subito
dall’ammalata.Esce di scena)
Rosalba (a Battista) – Ma che è successo! Ma come, quella ieri
stava una bellezza! Sono stata con lei sino alle cinque,
abbiamo parlato del più e del meno !
Margherita L’abbiamo accompagnata dal parrucchiere e poi a casa
le abbiamo cucinato pasta e patate come ci aveva chiesto,
e se l’è mangiate veramente con gusto!
Rosalba L’avesse fatto male!
Margherita Rosà, quella, mamma, digerisce pure le pietre!
Rosalba (a Battista) – Battista, voi durante il resto del giorno avete
notato qualche cosa che non andava?
Battista Signò, io stavo per la casa, ho rassettato,e dopo che voi ve
ne siete andate, la signora stava col signorino Gennarino
che le leggeva un libro. Poi, si è fatta l’ora, ho salutato e
me ne sono andato a dormire. Ora, non so, non l’ho vista
ancora, e, per discrezione non sono entrato nella sua
camera. Me ne sono andato per una idea, quando ho sen-
tito che il signorino telefonava a don Giovanni, ho capito,
e così vi ho telefonato. Ho telefonato pure al professore a
Parigi, non c’era. Ho lasciato l’imbasciata. Ora, dentro
dalla signora, ci stanno don Giovanni e Gennarino!
Pasquale (si è accesa una sigaretta e passeggia nervosamente) –
Io non capisco perché quello si deve dare alla bella vita
dimenticandosi di tutti e pure della mamma!
Rosalba Pasquale, quello, è mio fratello il professore, e non si è
dato alla bella vita! Quello, a Parigi, lavora! E, spegni
quella sigaretta, ti pare questo il momento?
( Pasquale spegne la sigaretta e tace)
Alfonso Io vado da mamma!
Rosalba Aspetta, veniamo pure noi !
( Alfonso e le sorelle escono di scena. Squilla il telefono, Battista prontamente alza la cornetta e risponde)
Battista (a bassa voce) – Pronto! Ah, professore…e sì,…vostra
madre…non sta bene…no, non l’ho vista…ora con lei
ci sono i vostri fratelli…pure Rosalba e Margherita. No,
non lo so, ho sentito solamente il signorino Gennarino
che diceva a don Giovanni che la mamma aveva la faccia
bianca, bianca e che parlava con un filo di voce.Velo ripe-
to, non lo so..so solo che qui piangono tutti e il fatto non
mi pare buono…che ora sono ?(guarda l’orologio) e, sono
le quattro! Ah, l’aereo per Napoli parte alle sette! Sicchè
verso le otto, otto e mezzo, state qua!..Va bene, ora lo di-
co ai vostri fratelli…statevi bene! (parlando da sé) –
Speriamo che arrivi in tempo!
(Restano in scena Battista e Pasquale, Battista nei pressi del telefono,
Pasquale a lato opposto e parla come se si rivolgesse ad un immaginario interlocutore)
Pasquale Certo che la signora ha una bella età; i suoi novant’anni
se li porta bene! Arrivassi pure io alla sua età! E che cer-
vello che ha, e, che giudizi! Giudizi? Ma quelli sono sen-
tenze! Parla poco, ma quando apre la bocca, o sono maz-
zate, o parole d’amore! E’ una donna giusta!
( Rientrano alla spicciolata tutti, fratelli e sorelle e il dottor Giacomarra,
ultimo Giovanni : ha la stola e in mano il breviario. Sono tutti visibilmente
commossi. Gli attori si collocheranno là dove il regista ritiene opportuno)
Dr. Giacomarra Non c’era più niente da fare, mi dispiace, è venuta meno
per naturale consunzione,. E’ spirata serenamente, condo-
glianze! Passerò più tardi per il certificato di morte!
( una lentissima dissolvenza delle luci porta la scena alla oscurità, nel mentre entra in scena Raffaele che guarda tutti, e per tutti abbraccia il fratello Giovanni)
Si riaccendono le luci. Stessa scena tre giorni dopo. Tre donne,Concetta, Filomena e Nannina, commentano l’accaduto, sono indaffarate nel mettere in ordine l’ambiente. Filomena, scopa, Concetta spolvera e Nannina lava i vetri e specchi.
Filomena Neh, Concetta, ma come, mentre io scopo, tu levi la pol-
vere? Così dopo la dobbiamo fare un’altra volta! Ma che
testa hai, a casa tua, pure così fai?
Concetta Uh, Filumè, tu come sei scocciante! Pensa a scopare leg-
gero, leggero, e la polvere non si alza!
Filomena Cuncè, mi dispiace di dirtelo, così non si fa! Nessuno ti
ha comandato…siamo qui volontariamente perché voglia-
mo bene a questa famiglia!
Concetta E’ vero, nessuno mi obbliga, ma, a me i servizi di casa,
non mi piacciono! Anzi, lo vuoi sapere, alla mattina
quando rassetto, ho come una mazzata sulla fronte; io me
ne starei tutto il giorno, seduta, comoda, comoda su una
poltrona , con un libro in mano!
Nannina E, tuo marito non ti dice niente?
Concetta Eccome! Se tu sapessi che litania! Ma, quello esce al mat-
tino presto, e torna alla sera tardi,figli non ne sono venuti,
dimmi tu quand’è che si sporca la casa! E poi quello fa
“bubbà” ma poi gli passa, perché io lo so accontentare…
voi, mi capite,è vero?
Filomena e
Nannina Ti capiamo…ti capiamo!
(breve pausa- riprendono a rassettare)
Nannina Neh, ma voi avete visto quanta gente che c’era in chiesa?
Di solito ai funerali ci vanno per convenienza o per non
essere criticati, ma, tre giorni fa c’è stato un plebiscito!
E, pure io piangevo…che bel pianto che mi sono fatto! Mio marito,poi ,stava mezzo morto…le voleva bene co-
me se fosse stata mamma sua!
Concetta E, si capisce! Lo ha sostenuto in ogni maniera, ma ora,
non è più dolce la “tettarella”!
Filomena (a Concetta) – Devi tenere sempre la parola superflua,
non te la potevi risparmiare questa battuta!
Nannina (risentita) –E’ vero, è stato beneficato, ma gliene ha fatto
di lavoro…e, pure io, specialmente in questi ultimi anni!
Ma, a te, che te ne importa!…Neh, Cuncè, avanzassi
qualche cosa da noi?
Filomena Andiamo,su! Ora dovete litigare per queste sciocchezze!
(cambia discorso) –Piuttosto, mi ha colpito l’assennatezza
della signora…
Concetta Uh, racconta, racconta!
Filomena Quando le figlie, Margherita e Rosalba, la hanno vestita,io
ho dato una mano : mi hanno comandato di prendere dal
comò, due lenzuola e una federa pulita…e, che ci stava
dentro a quei cassetti! Diecine e diecine di tovaglie e
lenzuoli di lino finissimo tutti ricamati, copriletti di seta
di molti colori, con certe frange che erano belle solo loro!
Nannina E, si capisce, quelli tengono i “Tessuti Silvestri” !
Concetta I vestiti, li teneva, e le pellicce?
Nannina Concetta, quella poi parla e tu vai inciuciando, è vero?
Concetta Ma quando mai! (risentita)- Gueh, ma tu oggi ce l’hai
con me!
Filomena E che, ora ricominciamo a litigare !
Concetta E quella è lei, lo vedi, io come parlo quella quella mi piz-
zica!
Filomena (a Nannina)- Nannì,una volta tanto possiamo stare quiete?
Piuttosto, a tutte quelle famiglie che la signora aiutava ora
chi ci pensa? I figli sapevano che la madre le aiutava?
Concetta I maschi ,e pure il professore, lo sapevano, delle figlie,
non lo so, ma sicuramente continueranno a farlo. Quella
è una bella famiglia!
Nannina E se lo dice Concetta, quella povera gente può stare
sicura!
(Entra Battista, guarda tutto intorno controllando se le donne hanno pulito bene, poi parla)
Battista Buongiorno, ragazze, tutto è apposto, avete pulito bene ?
Le donne
Insieme Gnorsì,don Battista, non avete visto?
Battista Ho visto! Sistemate bene le sedie intorno al tavolo che fra
poco arrivano tutti, che so, per un consiglio di famiglia !
Quando ve ne andrete, ditemi che cosa vi devo dare per
il lavoro che avete fatto !
Filomena A nome di tutte, vi dico che non vogliamo niente. Per la
signora è il meno che potevamo fare!
(le altre due, annuiscono)
Concetta Allora,noi ce ne andiamo,abbiamo finito, si deve fare
qualche altra cosa? La cucina è apposto?
Battista E’ apposto! (a Filomena che sta per uscire)- Filumè, i tuoi
figli stanno bene, si?
Filomena Gnorsì, don Battista, stanno bene!
Battista Tu, ora quanti figli hai?
Filomena Due, un maschio e una femminella. Il maschio è la mia
gioia…fa la quinta alimentare e tiene tutti dieci sulla pa-
gella, vorrei proprio che diventasse medico, ma, con que-
sti chiari di luna!
Battista Mai sfiduciarsi, lascia fare a Dio!
(le donne salutano)
Donne Statevi bene,don Battì, e sempre a vostra disposizione!
(Battista risponde con segni della mano.Campanello interno, va ad aprire, rientra con Rosalba, suo marito Pasquale e Margherita che seggono ai lati del tavolo.Pasquale siede poco distante da loro, apre un giornale e legge)
Rosalba (a Margherita) – Alfonso vuole fare il consiglio di fami-
glia, chi sa che ci deve dire di più di quanto già sappiamo.
Tu non ne sai niente?
Margherita Pure io melo sono chiesto, può essere che mammà gli ha
dato qualche disposizione, e ce la vuole comunicare!
Certo che la cosa è strana, anche noi due siamo nel nego-
zio, e al corrente di tutto!
Rosalba Però, è un po’ di tempo che Alfonso non è più lui…lo
vedo pensieroso, sta sempre a fare conti, e, cosa più stra-
na, risparmia! Lui che è sempre stato di manica larga!
Si è levato pure il vizio di fumare!
Margherita Veramente! Ma lo sai che non me n’ero accorta?
Rosalba Margherita, tu non ci centi bene, con te si fa fatica a par-
lare, e lo sai! E allora, ti estranei un poco, vivi in un mon-
do tutto tuo…e, comprati un “Amplifon” !
(campanello interno, Battista va ad aprire. Rientra con Giovanni)
Margherita (a Giovanni)- Cià! Giovannì,tieni il fiatone? Hai fatto
le scale a piedi…l’ascensore non funzionava, è vero?
Giovanni No, funziona, è che mi muovo poco, e un po’ di moto
fa bene, ciao! Rosalba!
Margherita (a Rosalba) – Che ha detto?
Rosalba Ha salutato e ha detto che è salito a piedi-(a Giovanni)-
Gennarino si è visto?
Giovanni Arriverà a momenti, si è fermato alla pasticceria qua sotto
per comprare le sfogliatelle, sa che a voi piacciono!
Margherita Uh, Giesù, e che ci dobbiamo fare con la mortadella, a
quest’ora,poi?
Rosalba Lo vedi, ho torto? Margherì : sfogliatelle, sfogliatelle !
Margherita E sono fresche?
Rosalba Calde, calde, appena uscite dal forno!
Margherita Ma, come, le mozzarelle calde!
Rosalba (ad alta voce) – Margherita,ha comprato le sfogliatelle !
Hai capito ora!
Margherita Ma non è il caso di gridare così tanto!
( Giovanni in un canto, legge o fa finta di leggere il breviario)
(Campanello interno.Battista va ad aprire, rientra con Gennarino che tiene in mano un vistoso pacco di dolci, e con Alfonso che regge una borsa nera)
Alfonso e
Gennarino Buongiorno a tutti!
Alfonso (ai presenti) – Raffaele, è venuto?
Battista (rispondelui) – No, ha telefonato che è rimasto imbotti-
gliato nel traffico e ritarderà!
Gennarino Embè, qui se aspettiamo, le sfogliatelle si fanno una schi-
fezza, incominciamo a mangiarle, a lui gliele conservia-
mo nel forno! Battista, portate un po’ di tovagliolini di
carta!
(Gennarino apre il pacco e invita a servirsi, Battista esce e torna con i tovagliolini)
Gennarino Ragazzi, forza, queste manco Pintauro le sapeva fare!
(tutti si servono tranne Alfonso)
Giovanni (ad Alfonso) – Alfonso, non gradisci ?
Alfonso Giovannì, non ne ho voglia, se sapessi che sfogliatelle mi passano per la testa…vi devo parlare di come vanno i no-
stri affari…appena arriva Raffaele vi dico le novità!
(campanello interno, Battista va ad aprire e rientra con Raffaele)
Raffaele Scusate tanto. Ora per una cosa, ora per un’altra, arrivo
sempre in ritardo…e,tengo una spina nel cuore chè non
ho potuto vedere mammà in tempo!
Giovanni So che sei addolorato, rincuorati! Mammà ha chiesto di
tutti, e io di tutti ho detto il nome, teneva gli occhi chiusi
e non si è accorta della tua assenza, ma, quando ho fatto
il tuo nome, ha sorriso come non l’ho mai vista fare…ed
è spirata!
Raffaele (scoppia a piangere, Giovanni si alza e se lo porta a sede-
re accanto a lui)- Povera mammà…non me lo perdonerò
mai!
Rosalba E che hai fatto di male…non è colpa tua se non c’eri..se ti
avessero dato il posto all’università di Napoli, ora stavi
pure tu qui!
Gennarino Qui, ci stanno le sfogliatelle, sono ancora calde !
Raffaele Ti ringrazio, Gennarì, sono amareggiato e non se ne scen-
dono!
Alfonso (prende la parola)- Chiedo perdono a tutti se rompo que-
sto momento di commozione, ma vi devo mettere al cor-
rente sullo stato delle cose!
Margherita Perchè, che è stato!
Alfonso E ora velo dico. Da quando hanno schifato la Lira e hanno
messo l’Euro, le cose negli affari non sono andate bene, la
gente, ogni anno che passava, si è impoverita sempre di
più, soldi ne ha tenuto sempre di meno, e le vendite al ne-
gozio sono calate. Io non me la sono sentita di pareggiare
i prezzi come hanno fatto tutti : mille lire, un euro; mi
sembrava una ruberia, sicchè, se un pezzo costava mille li-
re, io l’ho messo cinquanta centesimi, e mi pareva giusto,
ma il guadagno si è assottigliato, perciò, ora, riesco a mala
pena, alla fine del mese, a pagare lo stipendio a me, a Ro-
salba, a Margherita e a Battista, e le spese generali. Meno
male che Gennarino tiene la pensione e Raffaele lo
stipendio di professore; a Giovannino, passo qualche cosa,
e lui lo passa a chi sta più inguaiato. Poi, ci sta la faccenda
di quattro-cinque famiglie assai sventurate : chi tiene il fi-
glio drogato, chi, in galera, chi, il marito disoccupato, e…
quante creature! Che, se la Parrocchia e io non intervenia-
mo, ogni giorno non mangiano. Questa “ Benedizione del
Cielo” come la chiama Giovannino, incominciò in mano
a papà che fece giurare, noi maschi, di accettarla e di non
venire mai meno. Noi, non abbiamo voluto informare te
Margherita e te, Rosalba per non spaventarvi, ma, allora le
cose andavano bene,ora però, rischiamo grosso!
Margherita (scatta stizzita) – Con quale diritto, con quale autorità
avete taciuto!
Giovanni (interviene subito) – Con senso di responsabilità di fratelli
maggiori, di solidarietà…e con la speranza che le cose si
sarebbero aggiustate!
Rosalba (a Margherita)- E che, ora ci senti,ora non sei più sorda!
Allora è vero che il peggiore sordo è quello che non vuol
sentire!
Margherita Tu statti zitta! Tu parli così perché tieni le spalle coperte,
tieni il marito che pure se ti licenziano lui ci pensa…ma,
io sono sola, a me, chi ci pensa?
Giovanni (benevolmente) – Calma, calma, è vero, la situazione non
è bella, ma non bisogna disperarsi…e, poi chi ha parlato
di licenziamenti?
Margherita Giovanni, ora vuoi fare la predica pure a me? Conservate-
la per quando sei in chiesa!
Raffaele (interviene) – Io melo aspettavo che un giorno ci sarebbe
stata l’esplosione!
Margherita L’esplosione?…Qui faccio succedere il Quarantotto se
non mettete le cose apposto!
Rosalba Non voglio prendere le parti di nessuno, però, con questi
guai di notte, Alfonso, ti sei comprata la macchina nuova!
E, che macchina! Una monovolume Peugeot (pronunciare
come è scritto) - !
Alfonso (punto nel vivo) – Neh, Rosalba,hai dimenticato che non
ho mai posseduto un’automobile e che ho usato il furgone
del negozio? Che quello teneva quindici anni e stava
sempre in mano al meccanico? Ho avuto questa combina-
zione : un conoscente se l’è levata che non poteva più pa-
gare le rate, e così, ho rilevato il suo debito e la pago io
con i soldi miei, a tanto al mese! E non la ho accollata alle
spese di gestione! Come vedi, non mi sono approfittato di
niente.
Pasquale (a Margherita) – Quale Quarantotto vuoi fare, Margherì!
Qui se ci sta una che non deve parlare, questa sei tu!
Tuo padre, considerando che non eri sposata, ti fece il
“quartinetto” dove abiti…e…Rosalba chi è, figlia di nes-
suno? Se non ti sei sposata, è colpa nostra? Se ha conside-rato per te, doveva considerare pure per noi…i figli non
sono tutti uguali?
Margherita (a Pasquale)- Tu sei sempre un a mala lingua! Ora vuoi
mettere in discussione anche le decisioni di papà! Se io
ho avuto la casa, tu ti sei preso tutti i gioielli di mamma…
te ne sei dimenticato? Altro che casa, quella, tua moglie
ti ha portato una dote principesca! E poi, sino a quando
non è morto, ti ha beneficato in ogni modo :le villeggiatu-
re, la macchina nuova,…e, il posto in banca, chi telo ha
fatto avere?
(interviene Raffaele indignato)
Raffaele (ai due) – Vi rendete conto voi due che vi state buttando
addosso solo fango!
Margherita Fango? La verità è fango? Devo sottostare all’egoismo di
quella malalingua!
Raffaele (bloccandola) – Margherita, non recriminare, Alfonso ha
pensato a te, alla tua vecchiaia…tu, non lo sai ma da che
lavori nel nostro negozio, ti ha pagato un vitalizio che
aggiunto alla pensione quando sarà il momento, costituirà
una cospicua rendita. E tu Pasquale, non ti azzardare mai
più a criticare le scelte di nostro padre, anzi, faresti bene
a liberarci della tua presenza, dal momento che gli affari
della famiglia non ti appartengono!
Rosalba Se, se ne va mio marito, me ne vado pure io!
Pasquale Me ne vado, me ne vado! Siete tutti d’accordo, è vero?
Tutti contro di me…e siete bravissimi ! E, che credete che
finisce qua! No! Rosalba, tu resti qua, e stai attenta a quel
che dicono per non rimare fregati! (ironico) – Salutiamo
cari parenti! (esce di scena borbottando)- Hai capito…
mi ha beneficato!
( Gelo in scena, tutti tacciono sconcertati. Breve pausa.Rompe il silenzio Alfonso)
Alfonso Rosà, ma che gli è preso a tuo marito? Che abbiamo detto
bugie? Non voglio rinfacciare niente, ma non è vero che
papà ha chiuso sempre un occhio per lui? E pure per il fat-
to che non ha voluto figli!…” i figli costano; danno fasti-
dio,…figli piccoli, guai piccoli, figli grandi guai grossi” !
E tu lo sapevi come la pensava papà, eppure è stato zitto
per amor di pace,…ma con me si sfogava,e come si sfoga-
va! Che ignorante, che ingrato!
Gennarino Va bene,fratelli, rivangare il passato non serve a niente;
con l’aiuto di Dio e con un po’ di sacrificio, Alfonso sa
quello che deve fare, e aggiusterà le cose ! Margherita, lo
avete sentito, può stare tranquilla, passerà un buona vec-
chiaia, io vivo del mio, Raffaele fa il professore a Parigi,
Giovannino si accontenta di poco…e, fra poco lo fanno
pure santo, Rosalba, tiene il marito, e che marito, Battista,
se se ne vuole andare perché trova un posto migliore, gli
diamo la liquidazione che gli spetta, e rimane contento
anche lui ! Poi ci sarebbe da dividere l’altra roba : questa
casa e quelle terre che stanno a Pozzuoli. Quelle,col nuo-
vo piano regolatore del Comune, sono state dichiarate edi-
ficabili e hanno acquistato valore, se le vendessimo
potremmo risollevarci; ma il contadino scavando verso il
mare alla ricerca dell’acqua, l’acqua la trovò, salmastra,
ma uscirono fuori anche i ruderi greco-romani! Lo venne
a sapere il Ministero, bloccò tutto, e, sono dieci anni che
stiamo in causa e non ci possiamo muovere! Anche se le
vogliamo vendere chi se le compra col rischio che sotto a
tutte le terre ci stanno le pietre antiche! Ma di questo e della divisione , parleremo un’altra volta, quando gli ani-
mi si sono calmati! E, ora parliamo di un altro fatto.
Tutti in coro Che fatto! Un altro guaio?
Gennarino Nonsignore! Dentro all’armadio di mammà ci sta da molti
anni, uno scatolone tutto bene avvolto da carta colorata,
legato con un nastro rosso. Non ha mai parlato di quella
scatola, né io le ho mai chiesto niente; ora è il momento di
aprirla!
Rosalba E già, apriamola, quella mammà è stata sempre un poco
tirata…
Raffaele (interrompendola) – Oculata…Rosà…oculata! Tu me la
fai diventare taccagna, e non è vero!
Rosalba Va bene, …oculata,…perciò vi saranno sicuramente mol-
te carte da diecimila lire!
Margherita E’ vero, è vero! Speriamo che le abbia scambiate e non le
abbia fatto uscire fuori corso!
Rosalba Lo vedi come ci senti bene quando si parla di denaro!
Rassicurati, le vecchie lire si possono convertire in euro
fino al 2010!
Gennarino Ora incominciamo un’altra storia? E poi siete sicure che
vi sono denari!
Margherita Se non sono denari, sono titoli, ma questo lo può sapere
soltanto Alfonso!
Gennarino Alfò, tu ne sai niente?
Alfonso Niente, Gennarì! Quella mammà in questo settore era una
sfinge !
Giovanni Però, quanto siete attaccati ai beni della terra! Invece di
pensare al danaro, avete pensato a farle dire qualche mes-
sa in suffragio della sua anima? La casa, le terre, la divi-
sione dei beni…neh! Ma voi quanti anni pensate di vive-
re ? Lo sapete che qui a Napoli, e non solo a Napoli, c’è
gente che non tiene che mangiare? Voi pensate al vostro
benessere, ed è giusto, ma, non esagerate! Dovete litigare per queste miserie?Viviamo in pace…la roba…non ce la
portiamo appresso! (energico)- Ora, prendiamo questa
scatola, apriamola, e…quello che ci sta, ci sta; e con buo-
na pace di tutti! Va, Gennarì, vai a prenderla!
(Gennarino esce e va prendere la scatola. Rientra con una grande scatola in mano : 5Ox5Ox5O cm. bene confezionata con carta a fiori, legata da un nastro rosso culminante con un grosso fiocco. La posa sul tavolo. Tutti sono stupiti e incuriositi)
Gennarino Ecco qua, questa è la scatola! (pausa. Tutti la guardano e
si guardano in faccia, ma nessuno parla) – Scusate, la
dobbiamo ammirare ancora per una mezza giornata !
Rosalba Ma sì, che aspettiamo, apriamola!
Gennarino Io, non la apro, mi fa specie, pensateci voi!
Rosalba Nemmeno io, l’apro, mi fa impressione…tengo ancora da-
vanti agli occhi mammà…aprila tu, Alfonso, che sei il più
indicato!
Alfonso E perché io? E chi lo ha detto che sono il più indicato…
ma che stiamo scherzando?
Rosalba Ma perché sei più pratico…più..
Alfonso Ma pratico di che? Che vado aprendo le scatole, io ?Ecco,
tengo un altro mestiere : apritore di scatole ! Ma fatemi il
piacere!
Margherita E allora, chi l’apre?
Raffaele L’apre Giovanni! Lui si che è indicato : fratello maggiore,
e…per la sua dignità di religioso, tutti lo riteniamo al di
sopra delle parti, e bene rappresenta il sentimento filiale
di noi tutti!
(Gennarino passa la scatola a Giovanni che si alza in piedi, silenziosamente la apre e ne tira fuori “ ‘a mappata”e la pone a caso davanti a Margherita)
Tutti in coro Una Mappata!
Margherita (la prende, la solleva un poco e la soppesa)- Pesa! Lo
dicevo io, qua dentro ci sono sicuramente denari!
Rosalba Margherita, questo l’ho detto prima io!
Margherita Rosalba, io..tu..ha importanza? Svolgiamola e vediamo!
(Giovanni la svolge e appare una gran quantità di oggetti : molte fotografie di famiglia, giuochini, giocattoli, diari, bamboline, quaderni, pagelle scolastiche, nastri della prima Comunione, letterine di Natale, un libro, un vagoncino rotto di un trenino elettrico, e quant’altro una mamma affettuosa possa aver conservato dei suoi figli nel corso della loro crescita)
Giovanni (indicando l’involucro) – E questo è stato nostra madre!
Affettuosa, gelosa degli affetti familiari a tal punto da
conservare, volta per volta, con passione, con amore, i
i momenti importanti della nostra vita di bambini, di
giovani, di uomini! Raffaele, qua c’è pure l’ultimo tuo
saggio sulla “Origine delle Lingue”che le dedicasti!
(tutti si raggruppano intorno a Giovanni e di volta in volta rovistano nell’involucro e ne attingono un oggetto)
Margherita (prende una fotografia) – Uh, guardate, questa sono io a
tre anni!
Rosalba (ne prende un’altra) –E questa sono io alla prima Comu-
nione, tengo conservato ancora il vestito!
Alfonso (prende un giocattolo e lo mostra) – Guardate qua, io me
lo ero dimenticato, questo è un vagone del trenino elettri-
co che mammà mi regalò per la promozione alla quinta
elementare…quanto ci ho giocato, è rimasto solo lui!
Gennarino (prende delle pagelle e un quaderno) – E queste sono le
tue pagelle, Raffaele, vedi qua ve’, sempre piene di nove
e dieci! E, questo pure è tuo(gli mostra il quaderno) –
sono le poesie che scrivesti a mammà, e, quanti anni pote-
vi tenere? Ah, sta scritto qui, lo vedi, questa è l’annota-
zione di mamma : otto anni! Rafè, tu sei sempre stato un
ruffianone, con mammà!
Giovanni (prende una corona del Rosario ed emozionato) – Questa
è la sua corona, la sostituì con quella che le regalai quan-
do fui ordinato!
Margherita (prende un’altra foto) – Qua ci stanno papà e mammà
quando nel 50’ andarono a Roma per l’Anno Santo,
Rosalba, tu non eri nata ancora,…e che ci volle per farli
andare, quello, a papà non lo muovevano neanche le
cannonate. Come erano giovani!
(mentre un lentissima dissolvenza di luce porta la scena al buio, Giovanni conclude. Operare in modo che le battute di Giovanni terminino col buio)
Giovanni Margherita, Rosalba, volevate un tesoro? Eccolo il tesoro!
Sta dentro a questo fagotto, “ ‘a mappata “ ! La mappata
serve per tante cose : per tenere insieme i piatti con il
mangiare che una moglie devota porta al marito a mezzo
giorno alla bottega,…serve ad una mamma quando va a
fare la spesa, e ha dimenticato la borsa a casa ; serve a
fratelli e sorelle quando piccolini, tutti insieme, d’estate
allegramente vanno a comprarsi le grattate di ghiaccio per
farsi la granita,…serve…serve…serve …per tenere stretti
insieme, tutti i momenti belli di una famiglia, e, se una nu-
vola nera le passa sopra, quella, si svolge, e torna un’altra
volta il sole !
Sipario
Il fagotto
( ‘ A mappata )
Versione in lingua italiana dal dialetto napoletano
Di
Libero Gargiulo
Atto unico
Tutelato dalla SIAE.Milano