Il fantasma di Casanova
Scheda copione
Titolo |
Il fantasma di Casanova |
Autore ed aventi diritto |
Giuliano Angeletti poetangeletti@gmail.com tel. 3317115597 |
Data pubblicazione |
20 .05. .2017 |
Anno di stesura |
2017 |
Genere |
Monologo comico brillante |
Atti |
1 |
Durata (min) |
20 |
Lingua |
italiano |
Personaggi maschili |
1 |
Personaggi femminili |
(voce fuori campo) |
Minimo attori maschili |
1 |
Minimo attrici femminili |
( voce fuori campo) |
Premi e riconoscimenti |
|
Depositato S.i.a.e. |
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563 Codice Opera 927898A |
Reparto proventi : concordato tra gli Aventi Diritto Da effettuarsi dalla SIAE |
100% 100% |
SINOSSI: “ Il fantasma di Casanova” è un divertente monologo, nel quale il libertino dopo la sua morte: deluso per essere stato rifiutato dal paradiso, perché Don Giovanni ha messo un veto nei suoi confronti: rifiutato dal purgatorio perché in clima pre elettorale, non possono accettare nessuno: sospeso dall’inferno: perché, il libertino può essere accettato tra i “dannati” solo dopo il termine della festa “ bianca”. Così nell’attesa: al povero Casanova non rimane che per “ secoli “ fare il fantasma e vivere dentro la cornice di un quadro …
IL FANTASMA DI CASANOVA
Monologo
di
Giuliano Angeletti
Sezione DOR numero posizione SIAE 198563
Codice Opera 927898A
La scena: fondo neutro, suppellettili rovesciati, impolverati che danno l’impressione di essere in una polverosa e dimenticata soffitta: un tavolino e una poltrona coperta da lenzuola una grande cornice dentro che simula di essere un dipinto, vi è l’attore vestito in abiti settecenteschi, incipriato: con giacca e parrucca: un candelabro con candele che l’attore accende al momento. I giochi di luce sono indispensabili un caleidoscopio e occhio di bue illuminano l’attore di vari colori: un candelabro con candele accese
NB: la voce di Lucrezia Borgia può essere un fuori campo
L’attore porta in scena “ l’anima di Casanova “
( Musica settecentesca )
( Casanova esce dalla cornice del quadro, si avvicina al tavolino, guarda il pubblico un po sorpreso)
CASANOVA: ma guardate, come sono ridotto ora a vivere dentro un quadro: prima sono stato appeso per anni nel salone di un palazzo nobiliare, poi nel tinello della casa del custode: infine mi sono ritrovato: in un negozio di antiquariato a Sarzana : poi dentro una casa nel centro storico di Vezzano Ligure e infine dentro una soffitta: ormai non c’è più rispetto neppure per un fantasma …
(pausa)
Scusatemi, io non mi sono neppure presentato!
io sono Giacomo Casanova, si quello vero, non l’ex assessore di Lerici, lui su chiamava Rodolfo Casanova , non Giacomo: ci tengo molto a marcare la differenza; parola di fantasma;
mi spiace e chiedo umilmente scusa carissimo pubblico, purtroppo io dovrò esprimermi dandovi del voi, perché nella mia epoca tutti si esprimevano così o in latino: ma in latino non mi sembra il caso!
mi perdonate :
(pausa)
non sento niente
IL PUBBLICO : si!
CASANOVA: Sapete illustrissimo pubblico , io ero convito di essere morto tre secoli fa, invece sono sempre qua, no anzi sono il suo fantasma, sono un fantasma perche al momento del mio trapasso, la mia anima non la voleva nessuno. In paradiso non mi hanno voluto:
solo se penso alle scale che ho dovuto salire per arrivare in Paradiso e poi per niente , ma preferisco non pensare : arrivo su e …
( a voce alta) San Pietro: mi ha fatto fare due anni di anticamera: poi mi ha detto in maniera preoccupata e quasi scusandosi, mi ha detto.
“ Signor Giacomo, mi dispiace, per voi le porte del paradiso sono chiuse, come sapete nel paradiso ci sono solo anime elette e timorate di dio, e poi sinceramente: ( mi prende da parte e mi dice) un tipo come voi potrebbe destabilizzare l’ambiente
Allora io perplesso dico: ma Signor Pietro
(lui mi guarda e mi ammonisce)
“San Pietro Figliolo … San Pietro … ricordate !” : allora io dico
Signor San Pietro, vi chiedo scusa, ma il suo volto mi sembra familiare, : e lui
“ figliolo il mondo è pieno di miei ritratti, ora sono anche su facebook, e sapesse quanti like ho al giorno, dovete sapere che ho quasi più “ mi piace “ che il mio principale”
Ma Signor San Pietro, io mi ricordo di voi , quando avevate quella famosa locanda a Porto Venere : la “ locanda San Pietro”
“ si l’avevo in gestione e non solo quella ne avevo seicento solo in tutta Italia, era una catena di ristorazione che gestiva Sant’Antonio in persona “
Si una delle famose catene di Sant’Antonio, ma mi ricordo che i prezzi non erano proprio a buon mercato
“ quando uno è nel commercio deve prima di tutto non rimetterci, e poi quello lassù è un tipo esigente “
Allora colgo la palla a balzo e dico:
Signor San Pietro, e se io potessi diciamo darvi un aiutino per farmi entrare io potrei.
Allora San Pietro si è alterato, “ non si può ! non si può ! il suo è tentativo di corruzione, non posso proprio, voi purtroppo avete il veto, non potete entrare” ed io
Ma perché, anch’io sono un anima come le altre
E,lui “ voi no , il Principale e Don Giovanni hanno messo il veto: ma non lo avete ancora capito che tutte le donne del paradiso se le vogliono spupazzare quei due lì, ed io anche se mi siete simpatico, non posso aiutarvi altrimenti rischio il posto: andatevene e provate in purgatorio”
Allora me ne andai e scesi fino in purgatorio
Ma voi non state a credere che entrare in purgatorio sia una cosa semplice: arrivo davanti alla porta suono la campanella (pausa) non viene nessuno ad aprire ( pausa ) allora risuono e viene ad aprire un certo Emilio Fede, si scusa per il ritardo ma, era con Bruno Vespa a fare una partita a dadi e non volevano essere disturbati, quasi scocciato mi chiede cosa volessi:ed io gentilmente espongo il problema: signor Emilio Fede guardami, io sono morto : lui mi guarda intensamente e mi dice “ morto! Non si direbbe” si sono morto, e volevo andare in paradiso : ma lassù non mi hanno voluto, quindi sono venuto a vedere se c’era posto in Purgatorio … nel sentire il nome Paradiso lui ” ha fatto bene signor Casanova a non andare in Paradiso, che brutto posto: lassù ci sono troppi rosari e troppi santi e poi non è permesso niente: neppure una innocente partita a briscola, avete fatto bene a venire da me” allora dico: “ allora posso entrare” purtroppo non si può entrare, perché siamo in piena campagna elettorale, perché in purgatorio siamo senza governo e nel periodo pre elettorale non possiamo accettare nessuno, quindi signor casanova se ne deve andare …. Provate all’inferno, ma ditemi “ e io : Prego “ ma voi siete sicuro di essere morto “ e io : certamente, non vedete la mia cera. E lui “ signor Casanova mi deve scusare, adesso purtroppo devo lasciarvi, la partita a dadi mi attende.
Allora mi incamminai verso l’inferno:
Gentilissimo pubblico, dovete capire che l’inferno non è l’inferno che credete voi: so che voi credete che è pieno di dannati che soffrono pene atroci per tutta l’eternità
(pausa)
Niente di più falso: all’inferno ci sono feste tutti i giorni, si balla e si canta fino a tardi. Lì ci sono tutti, e si mangia, si beve e si gode: io volevo andare all’inferno. Allora mi sono ,messo a bussare alla porta, e li è venuto un diavolo ad aprirmi: faccio una premessa, anche il diavolo non è proprio il diavolo, prima di tutto le corna non le ha, ho l’impressione che le corna le avete voi umani e non loro, e poi era vestito di bianco: perché all’inferno c’era la festa bianca e potevano fare entrare solo le persone vestite di bianco, quindi non mi ha fatto entrare … allora ho compilato il foglio di adesione per l’inferno … ma purtroppo come se non bastasse Marlon Brando, che faceva parte del consiglio accettazione anime nuove ha messo il veto con la motivazione “ potrebbe destabilizzare l’ambiente “. Motivazione che non capisco, perché in i un “ inferno” che ha Marlon Brando, Paul Newman, Greta Garbo, Marlene Monroe, Nerone e Agrippina: come potevo destabilizzare l’ambiente, non so! E’ rimasta fuori dall’inferno anche Lucrezia Borgia, destinata come me a fare il fantasma, è sempre gentilissima, infatti mi invita sempre a bere i suoi infusi d’erbe : proprio ieri notte mi ha invitato a bere il suo speciale “ limoncello “ ma ho declinato l’invito, non sono così scemo da cascarci: e chi si fida di una donna simile, comunque all’inferno la mia domanda è stata accettata e quando finirà la festa ovvero tra cento anni mi chiameranno, ormai fortunatamente manca poco.
Ecco la triste storia del Casanova fantasma:
(pausa)
Comunque, la vita del fantasma è dura, dormire il giorno e alzarsi la notte, e vi dirò in tutti questi secolo ne ho visto di tutti i colori.
Io non capisco come mai gli uomini non si mettono più il parrucchino, solo Conte è rimasto fedele , e poi gli uomini non si incipriano più: si incipriano poco anche le donne , e tutti sono vestiti strani, sia uomini che donne.
Una volta, quando il quadro era in salotto, ci doveva essere una festa, c’era pieno di giovani ed io ho visto una donna con due gambe meravigliose, scosciata: allora mi sono detto; tanto è mezzanotte, per cui posso uscire, lei è bella e lì sola,ci vado a dire qualcosa: mi avvicino, piano e al suo cospetto faccio un inchino … e lei, mi guarda, adesso rimane affascinata, e cade tra le mie braccia: invece mi guarda … ride e dice “ o coatto, chi ti ha invitato alla festa, o sei “fatto” o hai sbagliato periodo, carnevale è già passato da sei mesi” allora io me ne sono tornato dentro il quadro … ma che donne sono queste !
Io a suo tempo avevo sedotto anche una suora in procinto di entrare in clausura, e l’avevo sedotta solo con le mie parole, dovevamo fuggire assieme, tanto era innamorata, ma io non ero innamorato abbastanza e allora lei è finita in convento … ora invece suore non ce ne sono neppure più
E in quanto alle parole, adesso non bastano più, no: no vogliate scusarmi: non servono più ora la gente e come gente intendo, uomini e donne di ogni età: hanno uno strumento in mano una specie di scatoletta che chiamano “ smartphone “ o “ tablet” e li sono sedute davanti a te, sembra che parlano a te, invece “ chattano “ con altri e questa scatola, la usano ad ogni ora del giorno, perfino di notte … e loro continuano
(mima l’uso del “ tablet “ anche sul water )
E poi si fanno i ritratti e li se ne vedono di tutti i colori, ognuno mete la sua … ma che mondo sono capitato … a volte è meglio fare il fantasma …
Ma ormai, sono un vecchio fantasma
(Pausa., si tocca il viso, i capelli )
I miei capelli, una volta erano corvini, ora sono radi e li ho quasi persi del tutto, mi ricordo . me li pettinava Bettina, con le sue mani, mi toccava e pettinava,è stato il mio primo grande amore, e questo lo ho scritto anche nel mio libro, “ le mie memorie “ che adesso non legge più nessuno, ho scritto una parte anche su lei: la mia Bettina: la mia bellissima innamorata.
( si siede sulla poltrona)
Mi pettinava i capelli, tutti i giorni, veniva nel mio letto a pettinarmi: infine un giorno mi disse che aveva visto le mie cosce sporche e doveva pulirle, e io la lasciai fare, mi baciò ogni parte del mio corpo e si soffermò all’interno delle mie cosce . adesso chissà dove sarà Bettina, inferno … paradiso … purgatorio … o come me anima dannata …
(buio )
( in quel momento compare una donna in scena, immobile e in camicia da notte bianca, si mette vicino a Casanova, la figura femminile rimane immobile e muta come una statua )
Si io sono Casanova! Un avventuriero, un truffatore, un ex abate , un truffatore, un giocatore d’azzardo, uno che si è fregiato in vita del titolo di cavaliere , anche se non ero cavaliere . Giacomo Casanova odiato ed invidiato dagli uomini ed amato dalle donne …
Non sono neppure sicuro di essere quello che sono e quello che non sono, e questa donna che ogni giorno mi compare al fianco chi è!
( si alza e con il dito indice tocca le labbra alla donna)
Signora chi siete , perché mi seguite sempre: siete forse la bella Lucia dalla bocca carnosa con gli occhi neri come il carbone e la pelle calda come il fuoco
( pausa )
No, voi non siete Lucia
E allora chi siete … perché mi tormentate … perché non parlate
( la donna si mette di lato)
No, voi non potere essere la cara Lucia dai capelli riccioli, i vostri capelli non sono cosi folti, e il volto di Lucia non è proprio così, però avete una pelle bellissima, soffice molto più soffice della seta :
voi vi assomigliate molto a Henriette !
Henriette, voi mi siete stata dentro fin dal primo momento, il mio cuore non vi ha mai abbandonato, è come se tu fossi sempre stata accanto a me … e tu accanto a me … adesso girati …
( la donna si gira verso Casanova, ma rimane assente)
(pausa)
Voglio vedere il vostro corpo … mi mancate tanto … la mia vita senza di voi non è stata più vita … ma se solo voi , in questo nuovo tempo, in questa nuova dimensione in cui mi trovo , dove un giorno vedo gente di epoche non mie, solo anime più dannate di me
(pausa)
( Casanova si siede)
( la donna si tira su la camicia da notte e mette il piede nudo su la gamba del libertino, il quale con la mano esplora la gamba della donna sconosciuta)
(pausa)
( la donna senza una ragione si rialza e si rimette in piedi, posizione precedente)
( Casanova si alza dalla sedia)
Io mia diletta Henriette, non mi ritrovo più, voi capite amore mio: io in questa dimensione ho conosciuto donne stranissime …
Una certa contessa di Castiglione per parecchio tempo mi metteva un invito attaccato al mio ritratto, ma non sono mai riuscito ad incontrarla
O forse perché pensavo sempre a voi e alla vostra bellezza
( la donna rimane immobile fissando il pubblico)
(pausa)
Ma voi mia cara non rispondete ! Non dite niente ! mi lasciate così nell’incertezza, dopo avermi infuocato il cuore !
(pausa)
Ditemi qualcosa … non siate così passiva …
( la donna finalmente parla, la voce potrebbe essere fatta anche da fuori campo )
LUCREZIA BORGIA: preferite che parlo in latino o nella vostra lingua
CASANOVA: finalmente, mia diletta voi parlate più lingue
LUCREZIA BORGIA: dove andremo bisogna parlare più lingue
CASANOVA: chi siete, anima dannata, ditemi il vostro nome affinché io possa ricordarlo per l’eternità ! E dove mi volete portare, nella vostra alcova?
LUCREZIA BORGIA: io sono Lucrezia Borgia
CASANOVA: Signora Lucrezia, eravate bella: ma non eravate così prosperosa e subline fino a poco tempo fa
LUCREZIA BORGIA: sono stata dall’estetista, mi sono fatta un po’ di lifting. L’ho fatto per piacermi di più e per piacervi …
CASANOVA: mia anima adorata, io vi seguirei anche all’inferno
LUCREZIA BORGIA: appunto mia adorata, io vi porterò all’inferno, si è liberato un posto: ma prima vi farò assaggiare il mio nuovo liquore
( Lucrezia Borgia accende il candelabro acceso dal tavolino lo prende con la mano sinistra e con la mano destra prende la mano di Casanova )
CASANOVA: ma ci sarà da fidarsi, non sarà veleno!
LUCREZIA BORGIA: non preoccupatevi Casanova, si muore una volta sola !
CASANOVA: questo è vero, e poi io sono già morto!
(per mano escono di scena con il candelabro acceso )
SIPARIO