IL FAUNO STANCO
Commedia in un atto
DI DAISY DI CARPENETTO
PERSONAGGI
Elsa Masperi
Maria
Sandro Ansemi
Ottavio
La gargonnière di Sandro Ansemi. Mobili moderni, di buon gusto. Fiori, libri, divani, cuscini. Sandro, trentacinque anni, bel giovane, è intento a radunare alcune carte, sparse sulla scrivania, mentre Maria, Vantante di lui, in piedi, dinanzi allo specchio, aggiunge un tocco di carminio alle sue labbra.
Maria - (senza voltarsi e osservandolo nello specchio) Che cosa farai questa sera? Molti impegni?
Sandro - Sono invitato a teatro da un mio amico.
Maria - Ottavio?
Sandro - No. Un amico di provincia che non conosci. E' a Roma di passaggio. Ripartirà domani. Le nostre due campagne confinano e i nostri contadini litigano fra di loro... Ha molto insistito per trascorrere una se- ^^B^m rata insieme e non ho potuto rifiuiare.
Maria - E' simpatico?
Sandro - Un bravo figliolo, un provincialotto ricco, che cerca moglie elegante.
Maria - (voltandosi) Come si chiama?
Sandro - (dopo una breve pausa, imbarazzato) Annibale.
Maria - (ridendo) Che brutto nome... Lo immagino grasso, mal vestito e forse... calvo!
Sandro - Infatti è un predestinato alla pinguedine. Mangia troppo, e troppo bene...
Maria - Beato lui! (Si avvicina a Sandro, tenera, carezzevole) Non mi dimenticare... Non mi tradire...
Sandro - Tradirti? Che cosa ti salta in mente, sciocchili a?
Maria - Hai tanta fretta di mandarmi via... Ti conosco abbastanza per temere... l'amico Annibale che io non avevo mai sentito nominare...
Sandro - Quando sono con te ho altro da fare che elencarti i (miei amici d'infanzia...
Maria - Senza dubbio. (Si guarda intorno, osserva che i vasi sono ricolmi di fiori freschi) Quanti fiori!
Sandro - (nervoso) So che tu ami i fiori...
Maria - Non è un gusto originale. (Si avvicina al grammofono) Perchè non mi hai detto di aver comprato dei dischi nuovi?
Sandro - (c. s.) Ma sì, cara, te l'avevo detto... Sei sempre distratta...
Maria - (osservando i dischi) ce Parlez moi d'amour», «Fumee», « J'ai deux amour»... Canzoni sentimentali, languide... Voglio sentirle anch'io... (Ella ha sottolineato la parola « anch'io ». Apre il grammofono, cambia la puntina, incomincia a girare la manovella).
Sandro - (annoiato, interrompe il suo gesto) E' tardi, piccola! Le nove sono già suonate. Tua zia starà in pensiero...
Maria - (ironica) Ti preoccupi per mia zia?
Sandro - Naturalmente...
Maria - Non è la prima volta che m'accade di arrivare a casa in ritardo, per colpa tua, e di ascoltare, in silenzio, i rimproveri del mio angelo custode bisbetico e moralista...
Sandro - E' inutile irritare quella povera vecchia...
Maria - (gelosa) Nascondi male la tua impazienza...
Sandro - (accarezzandola) Non fare i capricci...
Maria - (con voce tremula) Ti voglio troppo bene... Ecco il mio unico torto. E tu te ne approfitti...
Sandro - Non mi vorrai mai « troppo » bene...
Maria - Sei cattivo, cattivo... (Si stringe a lui, lo circonda con le sue braccia mentre Sandro, nervoso, fissa le lancette della pendola che girano, implacabili).
Sandro - Domani ti aspetto a colazione.
Maria - E' domenica. Ho la giornata libera. Andiamo a mangiare in una piccola trattoria di campagna, noi due, soli... Vuoi?
Sandro - (rassegnato) Andremo a mangiare in una trattoria di campagna. Lascio a te la scelta...
Maria - (affettuosa) Ricordi la prima volta? Mi attendevi a un angolo di strada, vicino al mio ufficio... Eri impaziente e felice. Io giungevo di corsa; saltavo in macchina, ti davo un bacio... E via! Le compaene m'invidiavano... Tu sei bello, ma la tua automobile è più bella di te!
Sandro - (ridendo suo malgrado) Domani ti attenderò ancora all'angolo della strada, come allora...
Maria - Proprio come allora?
Sandro - Sì, piccola. (Prendendola sotto braccio egli, la conduce verso la porta).
Maria - Non mi accompagni?
Sandro - (impacciato) Devo vestirmi per il teatro...
Maria - (ironica) Annibale è un uomo elegante?
Sandro - (eludendo la domanda) A domani, amore...
Maria - Non insìsto. Ho capito... .
Sandro - (esasperato) Che cosa hai capito?
Maria - (lo fissa gelosa) Ho capito troppe cose...
Sandro - Si ragionevole...
Maria - Sei cattivo e bugiardo... (Sandro vorrebbe baciarla, ma ella lo respinge e scompare rapidamente dalla porta di destra).
Sandro - (rimane per un attimo perplesso: egli è tentato di seguirla, rassicurarla, ma un altro sguardo dato all'orologio lo fa desistere dui suo proposito) La gelosia rende le donne intellieenti e insopportabili. 'Cammina per la stanza, nasconde un pettinino che Maria ha dimenticato, riordina i cuscini del divano, si guarda nello specchio, aggiusta il nodo della cravatta. E' impaziente, allegro, e canticchia il ritornello di una canzone in voga. Si bussa alla porta. Egli si precipita ad aprirla e rimane deluso, scorgendo il suo amico Ottavio. Sorpreso) A quest'ora?
Ottavio - Ho incontrato Maria dinanzi al tuo portone... Mi ha detto di salire e tenerti compagnia mentre tu ti vestivi per andare a teatro.
Sandro - (a denti stretti) Maria è una vipera...
Ottavio - Era accesa, sconvolta, furibonda...
Sandro - Davvero?
Ottavio - Ha elargito, non richiesta, il giudizio che tutti glj uomini sono dei mascalzoni.
Sandro - E' liberissima di giudicarci come meglio crede...
Ottavio - Calmati, caro... Che cosa è accaduto?
Sandro - (scattando) E' accaduto che io sono stanco, stufo, di essere continuamente sorvegliato... Non ho più un'ora di pace... Se Maria s'illude che io abbia la vocazione del prigioniero, si sbaglia...
Ottavio - (ironico) Eppure ti sei innamorato di Maria.
Sandro - Questo non deve concederle il diritto di annoiarmi dalla mattina alla sera... Vigila la posta, interroga il cameriere, si strappa a ogni pretesto, a ogni fantasma, per farmi delle scenate.
Ottavio - Povera Maria...
Sandro - (stizzito) La difendi?
Ottavio - E' una buona figliola…
Sandro - Esistono, io spero, delle buone figliole che abbiano un buon carattere...
Ottavio - Quando s'innamorano diventano tutte uguali... La colpa è tua, del tuo fascino...
Sandro - Risparmiami la tua ironia...
Ottavio - Sei nervoso, a quanto pare.
Sandro - Può darsi.
Ottavio - (guardandosi intorno sorridendo) Dammi una sigaretta...
(Sandro gli offre la sigaretta e faccende).
Sandro - Posso chiederti di fumarla... per le scale?
Ottavio - (ridendo) Ahi! Ahi! La situazione è grave... Tu aspetti una donna...
Sandro - (insospettito) Chi te l'ha detto?
Ottavio - Chi me l'ha detto? Nessuno. I tuoi nervi, la tua impazienza, la tua collera repressa, ti tradiscono...
Sandro - Non sono forse libero di ricevere chi mi pare e piace?
Ottavio - Sei soprattutto libero di ricevere chi ti piace... Ti conosco, caro mio!
(Sandro non risponde).
Ottavio - (sedendosi) La povera Maria non aveva poi tutti i torti...
Sandro - Si direbbe quasi che vi siate messi tutti d'accordo per recarmi fastidio...
Ottavio - Constato soltanto che l'attesa ti rende irascibile... Uri brutto sintomo.
(Sandro, tediato, alza le spalle, e siede accanto a Ottavio. Una lunga pausa).
Ottavio - (con finta indifferenza) La conosco?
Sandro - Chi?
Ottavio - La donna che giungerà qui, fra poco, per cadere, smemorata, fra le tue braccia...
Sandro - (dignitoso) Non è il caso di scherzare, credimi...
Ottavio - (insistendo) La conosco?
Sandro - No. E' una signora della migliore società...
Ottavio - Se permetti, anch'io conosco delle signore della migliore società...
Sandro - Intendevo dire che questa volta si tratta di una donna onesta...
Ottavio - La sua onestà le consente di venire, sola, nella tua gargonnière?
Sandro - Anch'io non osavo attenderla... Stamani mi ha telefonato...
Ottavio - (ridendo) Con voce tremula?
Sandro - Che cosa intendi dire?
Ottavio - Tutte le donne oneste fissano con voce tremula il primo appuntamento...
Sandro - Sei un cinico...
Ottavio - (curioso) Sposata a un marito brutale? Vittima di un marito avaro? Una raffinata? Una sognatrice incompresa alla ricerca dell'anima gemella che sappia apprezzare le sue squisite sfumature? Una delusa? A quale di queste categorie appartiene?
Sandro - (tediato) Una vedova, una bella vedova.
Ottavio - (che suo malgrado è lieto di confidarsi e spera di suscitare l'invidia dell'amico) Ha compiuto da poco i trentacinque anni...
Ottavio - Non sapevo che ti dedicassi alle quarantenni...
Sandro - Ti ho detto trentacinque...
Ottavio - Ossia, per essere precisi, lei ti ha detto trentacinque... E tu le credi: è giusto. Dovere di gentiluomo. (Vedendo che Sandro continua a fissare la pendola) Non innervosirti. Appena udrò il trillo del campanello mi ecclisserò come un ladro dalla scala di servizio... Del resto non è la prima volta che mi obblighi a queste fughe... Sono contento di distrarti durante l'attesa... L'ami?
Sandro - (sincero) Non ancora...
Ottavio - Ti piace?
Sandro - (con esagerata convinzione) Molto, moltissimo...
Ottavio - Bionda? Bruna?
Sandro - Mi sembri un giudice istruttore.
Ottavio - A te sono piaciute sempre le donne brune.
Sandro - E' bionda.
Ottavio - Un'eccezione...
Sandro - Una creatura dolce, raffinata, che ha molto sofferto... E' rimasta vedova a venticinque anni... Ammirata da tutti, desiderala da tutti, ella ha sempre avuto una coudotla irreprensibile...
Ottavio - Sei dunque il suo primo amante?
Sandro - (con velata fatuità) Lo sarò...
Ottavio - (accendendo un'altra sigaretta) Non t'invidio.
Sandro - (sorpreso) Perchè?
Ottavio - Essere il primo amante di una donna onesta significa perdere la tranquillità per sempre...
Sandro - Non ti comprendo...
Ottavio - Le donne oneste danno tanto valore alia loro purezza da mettere in croce il disgraziato che ha avuto l'ardire di contaminarle... Esse amano tanto il piedestallo costruito dalla loro frigidità o dalla loro pigrizia! Poche sanno ricordale che per cadere è necessario essere in due... Si atteggiano a vittime, piangono, scrivono lettere ridicole, ti perseguitano, ti accusano quasi tu fossi l'unico colpevole...
Sandro - Ho incontrato una donna intelligente...
Sandro - (perplesso) Io non avevo alcuna intenzione di diventare il suo amante...
Ottavio - E allora?
Sandro - La conoscevo da tempo, l'incontravo spesso in società, l'ammiravo senza desiderarla, come si ammira un bel quadro... Talvolta mi compiacevo a uscire con lei e suscitare l'invidia degli altri uomini... Non mi ero mai soffermato un attimo a immaginare un possibile legame fra di noi...
Sandro - E' vero.
Ottavio - Quando una donna ci piace « moltissimo » noi sogniamo sempre di stringerla fra le nostre braccia...
Sandro - (dopo una pausa) Ieri sono stato a casa sua per riportarle un libro ch'ella mi aveva imprestato, un libro di poesia...
Ottavio - « Toi et moi » di Géraldy...
Sandro - Sei un Indovino!
Ottavio - Il trucco è antico. Quel libro è diventato, ormai, un biglietto d'invito... Dicono ch'esso crei un'atmosfera... Può darsi. E' il grimaldello dell'alcova...
Sandro - (infastidito) Non interrompermi, te ne prego. Era sola, bellissima, in una penombra creata con sapienza da luci velate... Sola e triste. Mi ha descritto il suo passato, ha deplorato il suo presente. E' riuscita a commuovermi. Le ho offerto il mio amore, le ho detto di desiderarla da mesi come un pazzo...
Ottavio - (ridendo) - Bugiardo!...
Sandro - Mentivo in buona fede. In alcune circostanze le bugie hanno l'ardore della verità... Lei imi ha creduto. Del resto anch'io credevo nelle mie parole... Ho tentato di abbracciarla... Mi ha respinto dolcemente, senza sdegno... Ha rimpianto, sospirando, il marito morto, mostrandomi il suo ritratto... Mi ha confidato ch'ella intendeva conservarsi fedele alla sua memoria... Ho insistito ancora... Invano. Una resistenza squisita ma ostinata... L'ho abbandonata poco dopo, deluso. Ci siamo lasciali sulla decisione di non vederci più per qualche tempo, di evitarci e... guarire...
(Una pausa). Stamani, invece, sono stato svegliato da una sua telefonata...
Ottavio - Una donna onesta conosce più di ogni altra l'arte di farsi desiderare...
Sandro - (ribellandosi) Non è una civetta!
Ottavio - (calmo) Sai tu, forse, quante forme di civetteria esistono?
Sandro - Sei un implacabile distruttore!
Ottavio - No, caro, consentimi di non invidiarti, ecco tutto!
Sandro - (perplesso, dopo un lungo silenzio) E' in ritardo.
Ottavio - (impassibile) Naturalmente!
Sandro - Perchè dici « naturalmente »?
Ottavio - Le signore della buona società giungono sempre in ritardo... Hanno le amiche, la sarta, il parrucchiere, i ricevimenti, le feste di beneficenza, le apparenze da salvare... Le piccole Marie, invece, possiedono soltanto il loro amore e vivono di esso...
Sandro - (di scatto) Io non intendo abbandonare Maria...
Ottavio - T'illudi forse che l'altra si rassegni a essere soltanto un'avventura?
Sandro - (sicuro) Io la considero come tale! Un'avventura insolita e piacevole...
Ottavio - Ma tu vaneggi, caro mio... Se la tua bella ha realmente atteso degli anni prima di concedersi, non ti lascerà sfuggire tanto facilmente... Credi alla mia esperienza... Le donne oneste per perdonare a loro stesse il peccato compiuto... « in un'ora di follia », pretendono l'eternità... Mi dirai che sono esigenti... /D'accordo. Sarai costretto ad annoiarti nel suo ambiente, a farle una corte discreta, ad assistere, sorrìdendo, alla corte che le faranno gli altri, a reprimere la tua gelosia per non comprometterla, a riconquistarla ogni volta ch'ella verrà da te, a esprimerle di continuo la tua gratitudine, a sopportare le sue crisi di rimorso, a mandarle dei fiori, a frequentare tutte le prime teatrali, ad abbonarti al teatro dell'Opera...
Sandro - (colpito dalle verità elencate dal suo amico) Ah! questo 'poi no!... Tu esageri...
Ottavio - Ti auguro di non dovermi dare ragione, un giorno... Maria ti ha abituato male...
Sandro - (commosso dal ricordo di Maria) Povera piccola... E' tanto buona! (Una pausa) Perchè, ieri, mi sono creduto innamorato?...
Ottavio - (filosofo) Sei stato imprudente... Una lieve colpa... E' facile diventare imprudenti quando ci si trova con una donna bella... (Un trillo di campanello, flebile, timido).
Sandro - (nervoso) E' lei... Scappa...
Ottavio - Auguri, caro! E... condoglianze... (Ridendo scompare dalla porta di sin.). (Sandro, prima di aprire la porta di de-sira, si osserva un attimo davanti allo specchio, si guarda intorno per assicurarsi ancora che Maria non abbia dimenticato nulla. Appare Elsa Masperi: una bellissima donna, eie-gante, profumata, quarantenne, assidua frequentatrice degli ce Istituti di bellezza ». La sua giovinezza apparente è più sfolgorante di linai giovinezza vera. Ella, in silenzio, offre la sua mano a Sandro: egli s'inchina per baciargliela e indugia nel bacio).
Sandro - Finalmente!
Elsa - (che vuol sembrare disinvolta e allegra) Sono in ritardo?
Sandro - Non lo so... So soltanto che io vi attendevo con tutta l'anima...
Elsa - Solo?
Sandro - (con finta malinconia) Io sono sempre solo, purtroppo...
Elsa - I vostri amici non sono dello stesso parere...
Sandro - Siete troppo intelligente per credere alle chiacchiere...
Elsa - Vi conosco tanto poco in fondo...
Sandro - (con intenzione) Presto imparerete a conoscermi meglio e a credere nella mia sincerità...
Elsa - (turbata) Lo spero. (Si guarda intorno curiosa) La vostra garconnière è molto graziosa...
Sandro - (modesto) Il rifugio di un vecchio scapolo...
Elsa - (togliendosi i guanti) Vecchio scapolo! Esagerate! Posso chiedervi la vostra età?
Sandro - Trentacinque anni.
Elsa - (sospirando) Anch'io ho trentacin-que anni.
Sandro - (ricordandosi le parole di Ottavio la studia attentamente).
Elsa - Una donna a trentacinque anni è già... quasi vecchia!
Sandro - (galante) Non siate inutilmente civetta...
Elsa - (ridendo) Non sàate inutilmente galante! (Osservando i ritratti appesi alle pareti) Queste belle creature sono tutte state vostre amanti?
Sandro - Mie amanti? Neanche per sogno... Amiche, ottime amiche...
Elsa - Ho capito. Compagne d'infanzia... Siete un gentiluomo...
Sandro - (fatuo) Sono un uomo sincero...
Elsa - (continuando a osservare i ritratti e a leggere le dediche) Io non ho mai regalato una mia fotografìa...
Sandro - Per timore di compromettervi?
Elsa - Non ho mai voluto abbastanza bene da commettere una imprudenza...
Sandro - (sorridendo) Grazie...
Elsa - (voltandosi di scatto) Perchè mi ringraziate?
Sandro - Stasera voi avete commesso per me una piccola imprudenza... Ve ne sono grato...
Elsa - - Non vorrei essere fraintesa...
Sandro - Io crederò soltanto a ciò che voi vorrete farmi credere...
Elsa - (nervosa) Temo che la mia telefonata di stamani abbia fatto nascere in voi delle speranze...
Sandro - Preferisco chiamarle illusioni...
Elsa - Del resto non posso darvi tutti i torti...
Sandro - (affettuoso) Elsa... (Tenta di abbracciarla).
Elsa - (sfuggendogli) Una donna clic offre, spontaneamente, dì recarsi in una garsonnière promette - in silenzio - un seguito...
Sandro - Non ho mai osato sognare un seguito...
Elsa - (civetta) Davvero? (Siede sul divano, apre la borsetta, s'iticipria la punta del naso).
Sandro - (le siede vicino, senza entusiasmo) Non siate cattiva...
Elsa - Sono venuta qui, stasera, per cancellare in voi l'impressione di ieri... Ho agito nei vostri riguardi come se io fossi una donna romantica e vile... E voi mi avete abbandonata, con rancore, come si abbandona una nemica...
Sandro - (accarezzandole una mano) Una nemica intima...
Elsa - (già languida) Ho commesso... quello che voi chiamate una pìccola imprudenza... soltanto per riconciliarmi con voi... (Una pausa) Io tengo molto alla vostra amicizia...
Sandro - (con convinzione) E' un'amicizia sincera e profonda...
Elsa - La mia telefonata vi ha sorpreso?...
Sandro - Dite piuttosto che mi ha reso felice...
Elsa - (osservandolo incredula) Felice?
Sandro - Ha suscitato in me l'impazienza di un adolescente... Mi avete ridonato i miei vent'anni...
Elsa - Avete senza dubbio pensato: « Le donne sono tutte uguali: allontanano, si rifiutaono, s'indignano, eppoi... ».
Sandro - Voi non somigliate alle altre donne...
Elsa - (sognai rice) Purtroppo...
Sandro - Perchè questo «purtroppo»?
Elsa - Le mie amiche si accontentano della parodia dell'amore... Io cerco la passione...
Sandro - (spaventato) Non bisogna essere troppo esigenti. La vita trascorre in fretta: è fatta di tante giornate. Le giornate sono brevi. (Entrambi impacciati, si studiano a vicenda. Sandro, avvelenato dalle profezie di Ottavio, si domina, si controlla, pur misurando quanto sia ridicola la sua situazione) Posso offrirvi qualche cosa? Avete sete?
Elsa - No, grazie. Una sigaretta, piuttosto... (Sandro le offre la sigaretta ch'ella fuma con ingordigia) Devo scappare fra mezz'ora... I Sani mi attendono al Casanova... Se « gli altri » sapessero...
Sandro - Gli « altri » ignoreranno sempre il grande dono che voi mi avete fatto...
Elsa - (enigmatica) Nessuno riuscirebbe a convincerli che io non sono la vostra amante...
Sandro - (circondandole la vita con un braccio) Dimentichiamo gli « altri », i maligni... Siamo noi due, soli, vicini...
Elsa - (ribellandosi appena) Non approfittate dell'imprudenza che io ho commesso... Sono venuta in casa vostra perchè vi conosco, perchè ho fiducia in voi...
Sandro - (con voce roca) Siete troppo bella...
Elsa - (civetta) Conquistatore di professione, simpatico filibustiere...
Sandro - (sorridendo) Sono simpatico?
Elsa - (non risponde e segue con lo sguardo i cerchi di fumo formati dalla sua sigaretta).
Sandro - A chi pensate?
Elsa - Non deridetemi se vi confesso che per la prima volta io mi trovo in una garsonnière...
Sandro - Questa confessione non può farmi che piacere...
Elsa - (accesa) Siete geloso?
Sandro - (senza convinzione) Gelosissimo...
Elsa - Io adoro gli uomini gelosi, assolutisti, i sentimenti violenti... Sandro - (distratto) Ottavio...
Elsa - (sorpresa) Chi è Ottavio?
Sandro - (riprendendosi) Ottavio è un mio amico il quale ripete sempre che soltanto le donne capaci d'ispirare questi sentimenti sono degne di essere amate...
Élsa - Il vostro amico ha ragione... Io non ho mai concepito l'avventura... (Appoggia, languidamente il capo sullo schienale del divano) Dev'essere così bello amarsi per tutta la vita...
Sandro - (tentando di scherzare) La vita è lunga...
Elsa - E gli uomini purtroppo sono infedeli... (Una pausa) Voi, per fortuna, non somigliate agli altri...
Sandro - Mi credete una perfezione?
Elsa - Perfezione è una parola eccessiva... Vi credo capace dì amare profondamente per sempre...
Sandro - (scoraggiato e spaventato) Non sono diverso dagli altri...
Elsa - (infiammata) Modestia! Ho molto ripensato alle parole che mi avete detto ieri sera, parole ardenti, febbrili, parole che io, forse, attendevo da sempre... Una donna onesta è tanto sola... Se voi conosceste il martirio di una donna sola!
Sandro - Lo ammiro...
Elsa - (umile) Sono stata crudele, lo riconosco... Perdonatemi...
Sandro - (baciandole le mani) Di che cosa dovrei perdonarvi, Elsa...
Elsa - Di avervi fatto soffrire...
Sandro - (con finto calore) Sono lieto di ricevere da voi questa sofferenza...
Elsa - Stanotte lo non riuscivo a prendere sonno immaginando un vostro possibile e giustificato rancore...
Sandro - (accarezzandole il capo) Piccola Elsa...
Elsa - (turbata) Mi piace sentirmi chiamare « piccola Elsa »... (Si avvicina ancora a lui fino a sfiorarlo) Ho tanto bisogno di tenerezza...
Sandro - Per tutta la vita, non è vero? (La osserva) Voi siete soltanto una bambina prigioniera, una bambina savia...
Elsa - (sospirando) Sono soprattutto una creatura stanca... Ancora pochi anni di giovinezza, ep'poi... (Di scatto) Mi giudicate ridicola?...
Sandro - Perchè dovrei giudicarvi ridicola?
Elsa - Al giorno d'oggi tutti sono propensi a giudicare ridicola o frigida una donna che rinunzia, per un sogno, per un ricordo, ai piaceri dell'amore... (Con intenzione e con voluta indifferenza) Eppure io non sono frigida, anche se mi domino per apparire tale agli estranei...
Sandro - (che finge di non avere inteso l'ultima battuta) Siete adorabile, Elsa...
Elsa - (sorridendo attende invano il bacio. Sandro è vicinissimo a lei).
Sandro - (con voce roca) Per tutta la vita?
Elsa - (languidissima) Per tutta la vita...
Sandro - (spaventato, si alza di scatto) Non perdiamo la testa... (Una lunga pausa).
Elsa - (deluda e sorpresa) Credo che non vi accada spesso di comportarvi da gentiluomo, qui, nel vostro nido da scapolo...
Sandro - (ridendo) Infatti!
Elsa - (ironica) Rappresento l'eccezione? Grazie...
Sandro - Vi rispetto e vi amo troppo per recarvi un dispiacere. Ricordo tulio ciò che mi avete detto ieri...
Elsa - (amara) Vi confesso che ieri mi avete spaventata... (Rotolando nervosamente una sigaretta fra le dita) Per le donne deboli voi potete rappresentare un pericolo...
Sandro - (compiaciuto) Un pericolo?
Elsa - (nervosa) Sì, siete abile, insinuante, tenero... Conoscete bene l'anima femminile, la nostra sensibilità insoddisfatta...
Sandro - (con enfasi) Sono lieto di aver finalmente conosciuto la vostra anima, Elsa...
Elsa - (spera ancora e gli sorride con civetteria) Sono tanto diversa dalle altre?
Sandro - Siete unica. E' la prima volta in vita mia che io ho la fortuna d'incontrare una donna veramente onesta... (Con voluto tono enfatico) Noialtri uomini siamo tutti, in fondo, dei romantici, dei solitari, dei delusi... L'esperienza mi ha insegnato a diffidare delle false ingenue, delle false virtuose... Una maschera, un atteggiamento: nuli'altro... Voi siete quale io vi ho sognata, quale io ho bisogno di credervi per credere ancora nella bontà della vita... Grazie, Elsa...
Elsa - (incerta) Non vorrei avervi fatto del male... (Sandro tace con il volto racchiuso fra le palme. Elsa lo fissa, perplessa).
Elsa - (tenera) Non dovete soffrire per causa mia...
Sandro - (melodrammatico) Credete forse che sia facile rinunziare all'unica creatura capace di elargire la felicità?
Elsa - Ma io...
Sandro - (interrompendola) Voi mi dimenticherete presto... E io continuerò a rimpiangervi, a torturarmi...
Elsa - (presa dal suo gioco) Calmatevi, Sandro... Io vi voglio bene, molto bene...
Sandro - (accorato) Del resto avete ragione... Io non vi merito... Ho sempre cercato nella vita soltanto il divertimento, l'avventura... Il destino si è vendicato, inviandomi l'amore sotto le spoglie di una donna squisita e irraggiungibile...
Elsa - (turbata) Forse non avrei dovuto venire qui, stasera...
Sandro - Sarò meno solo, adesso, meno solo e più infelice... Dovunque passato lasciate un poco di voi: un dono immenso...
Elsa - (languida) Avete sperato che io rimanessi?...
Sandro - Speranze, sogni di fanciullo..Illusioni di un pazzo che vi adora...
Elsa - (con finto tono di rimprovero) Sandro, Sandro... Ma noi ci rivedremo ancora, in casa di amici, al teatro dell'Opera...
Sandro - (scattando) All'Opera, no!
Elsa - (tenera) Riuscirete, un giorno, a vedere in me soltanto una buona amica?
Sandro - Quel giorno è ancora tanto lontano. Temo ch'esso non giungerà mai...
Elsa - (civetta, accarezzandogli una mano) Mi amate dunque tanto?
Sandro - E' il grande amore...
Elsa - (languida ripete sottovoce) 11 grande amore...
Sandro - (sempre più enfatico) Sì, il grande amore, quello che induce a commettere qualsiasi pazzia...
Elsa - (carezzevole) Mi spaventate...
Sandro - (accorato) Io mi allontanerò, cercherò d'imparare la rinunzia. (Una lunga pausa) Scomparirò...
Elsa - (allarmata) Che cosa dite? Scomparire?
Sandro - (melodrammatico) Sì...
Elsa - Perdonatemi...
Sandro - (c. s.) Siete buona! Dolce... Sublime... Quando penso che durante alcune ore io ho sognato, ho osato sognare di fare di voi la mia amante, di trascinarvi, ignara, sulla strada che conduce alla malinconia, all'amarezza... Voi così pura, così...
Elsa - (lo fissa, in silenzio, sgomenta).
Sandro - (d'impeto) Lasciatemi, Elsa! La vostra presenza mi turba... (Sandro finge perfettamente la sua sofferenza).
Elsa - Non posso lasciarvi in questo stato...
Sandro - Un'infermiera non riesce a guarire il male ch'ella ha provocato. Alcune ferite non si cicatrizzano più.
Elsa - Preferisco rimanere con voi, così, come una buona amica...
Sandro - (allarmato) No, no, cara... Andate a ballare, a divertirvi...
Elsa - Mi credete dunque senza cuore?
Sandro - (ironico) La vostra bontà mi commuove...
Elsa - A casa non mi attende nessuno. Posso ritornare quando voglio...
Sandro - (sempre più spaventato) I vostri amici, però, vi attendono al Casanova...
Elsa - Che buona memoria!... (Una pausa) Ho deciso...
Sandro - (c. s.) Potete telefonare che ritarderete di una mezz'oretta...
Elsa - (dopo un attimo) Dov'è il telefono?
Sandro - (annoiato) Nell'ingresso...
(Elsa, risoluta e insospettita dal contegno di Sandro, si avvia verso la parte di destra e scompare. Sandro, nervoso, si scuote, appena ha la certezza di essere solo. Si alza, cammina in punta, di piedi, s'avvicina a un armadietto, lo apre. Elsa che ha mutato parere osserva quanto accade dall'uscio socchiuso. Vede che Sandro prende una bottiglietta e l'osserva... Attimi. Lo raggiunge, spaventata).
Elsa - (afferrandolo per le spalle) Sandro!
Sandro - (impassibile e truce continua a fissare la bottiglia).
Elsa - (tremando, gli toglie la boccetta dalle mani. Gesti rapidi, concitati) Non fate sciocchezze! per l'amor di Dio!... Calmatevi... (Ansiosa) Voi siete pazzo, piccolo mio, pazzo!... Che spavento! (Allibita legge l'etichetta scandendo le sillabe) « Essenza di camomilla ».
Sandro - La vostra bellezza ha messo i miei nervi a dura prova...
Elsa - (furente) Camomilla?
Sandro - Consentitemi questa vigliaccheria... Temo la notte insonne tormentata dalla vostra immagine...
Elsa - (livida) Ignoravo che i conquistatori di professione bevessero simili liquori...
Sandro - (sorridendo) I conquistatori di professione sono degli uomini come tutti gli altri.
(Una lunga pausa. Elsa fissa Sandro con odio, posa sulla tavola la boccetta che aveva ancora fra le mani, prende in fretta i guanti e la borsa lasciati sul divano).
Sandro - (sorpreso) Ve ne andate? Così presto? Sono appena le undici...
Elsa - (con voce stridula) Ho mutato parere. Preferisco raggiungere gli amici che mi attendono dalle dieci al Casanova...
Sandro - (complimentoso) Fateli attendere... Perchè privarmi di questi ultimi attimi?...
Elsa - (ironica) Gli attimi hanno dunque per voi maggior valore delle ore?...
Sandro - (affettuoso) Mi lasciate solo, davvero? Cattiva...
Elsa - (nemica) Vi lascio con i vostri ricordi (accenna ai ritratti appesi alle pareti) e... (accenna alla bottiglia) con la vostra camomilla. Io preferisco bere lo champagne... (Si avvia verso la porta seguita da Sandro).
Sandro - La pace è fatta?
Elsa - (furente) La pace è definitiva...
Sandro - Ritornerete?
Elsa - Non credo...
Sandro - Perchè? Vi ho dimostrato di essere un gentiluomo... (Le bacia la mano).
Elsa - Anche troppo... (Una pausa).
(Elsa esce. Appena rimasto solo Sandro si precipita al telefono, non riuscendo a reprimere la sua letizia).
Sandro - Pronto... Maria, sei tu? Ho una voglia pazza di pranzare con te in una piccola trattoria di campagna... Ma sì! Volevano far mi trascorrere una serata di musica classica! Figurati!... Ti adoro, piccola... Non penso che a te...
FINE