Il figlio della signora

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Il figlio della Signora

Il figlio della Signora

adattamento teatrale di

Tiziana Masucci

(tratto da La cognizione del dolore di Gadda)

Silenzio.Poco prima che si alzi il sipario le luci si affievoliscono lentamente fino al buio completo e si sente uno scroscio di pioggia.All’alzarsi del sipario, il palcoscenico è immerso nel buio.La musica si spegne e il palcoscenisco si illumina. Appare la Camera da letto della Signora.Dalla finestra si scorge la pioggia e qualche lampo. Voce fuori campo "Signora, Signora". Bussano alla porta. V.f.c. "Signora, Signora". Si apre la porta con un cigolio. Entra BATTISTINA con una candela accesa."Signora, Signora".Tuono improvviso.Si avvicina al letto, vede cadavere e urla. Cala il buio sulla scena. Flashes di luci. Musica gotica o hard jazz.

Luce su palcoscenico.Ingresso di una casa con un grande specchio alla parete,una poltrona e un appendiabiti. Entra il DOTTORE.

DOTT: Ahhhh, minaccia nuovamente pioggia! Ho fatto appena in tempo a posare la bicicletta…(poggiando la borsa sulla poltrona)Non si ragiona più… E’ colpa della guerra…! e le malattie?! le malattie,poi, sembrano quadruplicate… l’unica cosa a non aumentare è il mio stipendio!(avvicina il viso allo specchio). Guardate, sembro un dottore? Trasandato e con la barba incolta, sfido io: mi chiamano a tutte le ore! Non si può stare un minuto tranquilli.

Bussano alla porta.

DOTT: Alla malora chi bussa! Anche per sentirsi male c’è un orario, dopotutto.

Bussano nuovamente alla porta.Segue silenzio. Si apre la porta ed entra JOSE.

JOSE: Dotor, dotor.

DOTT: Josè, come diavolo hai fatto ad entrare?

JOSE: La porta estaba aperta y entrè…però ho bussato(mettendo la mano sul cuore come a voler giurare).

DOTT: Ho sentito ma perché non hai aspettato che io dicessi avanti?

JOSE: Ho bussato tre veces.

DOTT: Non è una buona scusa.

JOSE: Si! Quando yo busso a la porta de la Senora tre veces, se no me dice nada, yo apro y entro.

DOTT: Che brutta abitudine…

JOSE: El figlio de la Senora si sente mal.

DOTT: Tanto per cambiare, cos’ha questa volta?

JOSE: No me enterè (scrolla le spalle)

DOTT: Deve interessarti, è il tuo padrone!

JOSE: La Senora è padrona, el senor es cattivo, cruel.

DOTT: Che discorsi sovversivi sono questi,Jose!Il tuo padrone sta male e tu mostri di non curartene.

JOSE: Porque lo so cosa si sente.

DOTT: Bravo,se vuoi ti cedo il paziente, così io mi riposo (sedendosi sulla poltrona) E sentiamo, illustre collega, qual è la sua diagnosi?

JOSE: El senor tiene i sette peccati capitali cerrados aqui (si tocca la pancia).

DOTT: (ironico) Una nuova terminologia per indicare una banale indigestione, suppongo.

JOSE: Puedo solo dire che il dolor se llama: rimorso.

DOTT: (mordace) della fame! (ride)

JOSE: E’ muy cattivo con su madre.

(il DOTTORE scatta in piedi)

DOTT: Anda,José,anda!

JOSE: Es cierto!

DOTT: Ad ogni modo, digli che vengo subito.

JOSE: Bueno, io ci dico buenosdias anche se me manda all’inferno.

JOSE saluta il dottore e esce dalla porta.

DOTT: Ci siamo! Don Gonzalo mi attende, probabilmente per nulla. Devo andare… ma prima i miei ferri del mestire:

(va verso la poltrona su cui c’è la borsa. La apre e inizia il controllo) stetoscopio (alzando l’attrezzo per poi rimetterlo nella borsa) stetoscopio. Termometro… termometro!(chiude la borsa) Don Gonzalo, misantropo, ricco e bislacco. Uno schiavista, un iracondo.(inizia a passeggiare) Già… ho avuto modo di sentire molto in giro di questi suoi attacchi di ira bestiali durante i quali maltratta la sua vecchia madre. Crudele di una crudeltà congenita, considerando che da piccolo sferzava i polli tanto da farli alzare in volo… i polli!!! E poi vorace, avido di vino e di cibo… che abuffata quella del ’28!!! (proiezione della scena da Il grande dittatore).In generale si mangia troppo! Una mezza mela, una fetta di pane integrale che contiene tutte le vitamine, dovrebbe essere il pasto ideale per l’uomo giusto, anzi per un uomo normale… Tutt’al più, nelle stagioni critiche, ci si può concedere il lusso di un po’ di legumi, cotti, crudi… La crudezza di don Gonzalo mi incuriosisce… Come se non bastasse è anche avaro: l’ho visto io arrivare più volte alla stazione a piedi mentre i gentiluomini della sua schiatta prendono la carrozza! Tuttavia non se ne cura, chiuso com’è nel suo noli me tangere… così la gente lo chiama:il sin verguenza!

Buio. Musica hard-jazz. Luce su salone anni’30.Giorno. L’ambiente fa pensare ad una villa ricca ma non sfarzosa.

Sulla parete di fondo un balcone ampio. A destra un arco dove si apre la porta della cucina. A sinistra la porta di ingresso. Sulla parete di destra un camino e la porta del corridoio per accedere ai piani superiori.

Il locale è arredato con mobili antichi: un grande divano,un tavolo-scrittoio con una sedia, una poltrona, una credenza a muro sulla destra accanto al balcone, una poltroncina vittoriana ai lati del camino. Sulla parete di destra un ritratto di un nobile cavaliere.Entra BATTISTINA seguita dal DOTTORE.

BATT:Prego si accomodi, signor dottore.

DOTT: Cos’ha il nostro don Gonzalo?

(Il dottore appoggia la borsa sul tavolo)

BATT: Gira per casa come un matto. E’ diventato insopportabile vivere sotto il suo stesso tetto.

DOTT: (filosofeggiando)Vivere, mangiare…E’ in casa la Signora?

BATT: La signora è uscita, poverina, se la vedesse, ridotta lo spettro di se stessa.

DOTT: (ironico) E’l’unica a mangiare poco?!

BATT: Macchè mangiare, ha paura del figlio.

DOTT: Paura! Che esagerazione! Diciamo pure: incompatibilità di carattere.

BATT: Pa-u-ra! Si, proprio paura soprattutto quando lui fa il pazzo.Ha paura.

DOTT: Ma di cosa?

BATT: Di star sola con lui. La Senora mi supplica di rimanere con lei ma io non posso sempre accontentarla perché ho da badare anche ad altre faccende.

DOTT: Capisco!

BATT: Dovreste vederlo per credermi:faccia lunga e mani in tasca.

DOTT: Uno spettacolo poco allettante!

BATT: E quando urla… è terrificante!

DOTT: Suvvia, Battistina, non intendo ascoltare oltre. Don Gonzalo griderà un poco in più ma capita a tutti di perdere le staffe.

BATT: Fosse solo che grida… sapesse cosa dice a quella povera vecchia… quante volte le ha detto di volerla vedere seppellita al cimitero.

DOTT: Bè, questo non è bello! Poveretta, sono cose che non si dicono.

BATT: Vuole i brillanti,

DOTT: Quali brillanti?

BATT: Quelli della Signora… li fissa in continuazione.

DOTT: Che immaginazione,voi donne!

BATT: La Signora si muove e lui la segue…

DOTT: Un figlio accorto e premuroso.

BATT: Che vita con quella paura sempre addosso!

DOTT: Smettila con queste fandonie!

BATT: Certe volte le urla sulla faccia che i brillanti costano cari e che loro hanno patito il freddo, la fame per le pere… che cosa vorrà dire non lo sa neanche lui. Poi scappa fuori e dice che le donne sono bestie anche se hanno i brillanti e che non si decidono a morire.

DOTT: E la madre?

BATT: Dovreste vederla, piange e piange a dirotto, ed è costretta a piangere di nascosto.

DOTT: Sono certo che don Gonzalo in fondo sia un buon diavolo!

BATT:Un diavolo che vuol prendersi l’anima della madre, glielo assicuro, signor dottore!

DOTT: Tutti noi abbiamo degli attacchi di ira… il povero don Gonzalo a furia di viver solo, rinchiuso nella sua stanza a leggere e a fantasticare è più sensibile alla rabbia: classico effetto della misantropia.

BATT: Questo non lo so ma certe volte la sua faccia ha il colore dello zolfo.

DOTT: Problemi di fegato! dovrò prescrivergli una cura adatta, dunque.

BATT: Don Gonzalo ci odia! La Senora è tanto gentile con noi: ci regala le scarpe, ci fa da mangiare e lui si arrabbia e ci maledice.

DOTT: Pretendete troppo, forse.

BATT: Pensi che io devo essere pagata di nascosto altrimenti lui prima minaccia di strozzare me e poi la madre.

DOTT: E voi come state, Battistina?

BATT: Cammino!E ringrazio il Signore per questo.

DOTT: Non avete paura di don Gonzalo?

BATT: Eccome! Ancora di più dopo che la Signora mi ha raccontato quello che è successo a Pastrufazio…

DOTT: E’lecito saperlo?

(Quasi buio sulla scena in modo da concentrare l’attenzione sull’angolo di luce dove si trova Don Gonzalo che coordinerà i movimenti secondo la battuta che segue)

BATT: Preso dalla furia, don Gonzalo ha schiacciato sotto i piedi l’orologio, ricordo di famiglia come se fosse uva, e poi subito dopo ha staccato dalla parete il ritratto del padre e ha incominciato a saltarci sopra coi piedi a pestarlo come se stesse ballando il flamenco!Ha ridotto i vetri in pezzetti piccolissimi, come briciole… Il padre sì che era un galantuomo, come pochi ai giorni nostri mentre quel forsennato del figlio schiaccia un orologio d’oro sotto i piedi e minaccia di morte la madre.

DOTT: (dolendosi) La guerra, la guerra!

BATT: Però devo dire che a volte don Gonzalo è anche generoso. Va a momenti (roteando la mano in aria)

DOTT: Ah, vedete che non è così cattivo come lo dipingete e quando capitano questi momenti?

BATT: Quando è ubriaco!

DOTT: In vino veritas!

BATT: Che?! (rintocco delle campane). Mi scusi signor dottore ma adesso devo lasciarvi.Don Gonzalo scenderà a momenti e preferisco che non mi trovi qui, anche perché devo andare a prendere la Signora. Buongiorno.

DOTT: A ben rivedervi!

Il dottore si avvicina ad un quadro alla parete e lo guarda e immagina la scena della rottura del ritratto, sentendo il rumore del vetro infranto. Don Gonzalo entradalla porta di destra ma lui non lo sente.

GONZ: Buongiorno dottore!

Il dottore rimane assorto a guardare il quadro. Don Gonzalo si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.

GONZ: Buongiorno!

DOTT:(sbandando, si gira di colpo) Eh, chi è? Ah, don Gonzalo siete voi, vi chiedo scusa ma stavo contemplando il fascino di questo quadro.

GONZ: Vi intendete anche d’arte, oltre che di medicina?

DOTT: Mi piacciono i ritratti di antenati… E’un vostro antenato questo? Un cavaliere, un nobile, un valoroso condottiero…

GONZ: Forse, non mi curo di questo ciarpame di uomini.

DOTT: Peccato!

GONZ: L’ho fatta chiamare perché da qualche giorno accuso dei forti dolori all’addome.

DOTT: Costanti?

GONZ: Come delle fitte, delle pugnalate che mi lacerano le carni interne.

DOTT: Ha la tosse?

GONZ: No, solo questi dolori e una terribile emicrania che forma come un cerchio intorno alla testa.

DOTT: La corona invisibile!

GONZ: Prego?

DOTT: La chiamo così,è una linea sottile di dolore intenso che collega una tempia all’altra.

GONZ: Per l’appunto.

DOTT: Si sdrai sul divano che diamo un’occhiata.

(I due si dirigono al divano. GONZALO si siede)

GONZ: Preferirei che mi facesse una visita medica accurata, il mio stato di salute è preoccupante.

DOTT: Si rilassi. Alzi la camicia e dica trentatrè.

(Il dottore mette lo stetoscopio sull’addome di don Gonzalo)

GONZ: Trentatré.

DOTT: Si volti e dica trentatrè.

GONZ:(con voce lieve) Trentatrè!

DOTT: Un po’ di voce, don Gonzalo!

GONZ: Trentatrè!

DOTT: Si rivolti e metta il viso tra le ginocchia e dica trentatrè.

GONZ: Ma…

DOTT: Su, non faccia il bambino!

(Gonzalo si mette nella posizione richiesta)

GONZ: (contrariato) Trentatrè!

DOTT: Adesso si distenda e rimanga immobile.Non respiri!

(pestando l’addome come se fosse bucato)

GONZ: (quasi a scoppiare) Fuuuu! Come faccio a non respirare se mi fa uscire lo stomaco dalla schiena?

DOTT: Don Gonzalo, don Gonzalo vuole una visita scrupolosa? Dunque, mi lasci fare.

(Il dottore continua a tastarlo dappertutto per qualche minuto senza parlare)

GONZ:E’grave?

DOTT: Shhhhh!(indugia sul petto) Bene, si ricomponga!

(Don Gonzalo si alza dal divano e si aggiusta la camicia nei pantaloni).

GONZ: Allora?

DOTT: Devo ammettere che non ho riscontrato nulla di preoccupante.

GONZ: Nulla?!

DOTT: Assolutamente nulla! Ad ogni modo le prescriverò dei dadi di Sedobrol, da sciogliere in una tazza d’acqua tiepida, un paio di volte al giorno lontano dai pasti.

GONZ: In una tazza da tè?

DOTT: Acqua naturale.

GONZ: Da brodo?

DOTT: Acqua, acqua!Ecco tenga e mi raccomando cammini all’aria, le va una gitarella, domenica?

Gonzalo: La ringrazio ma preferisco leggere.

DOTT: Leggere?

GONZ: Scrivere…

DOTT: Tutto il giorno? E cosa avrà da scrivere le sue memorie?Aspetti per quelle, quando avrà cento anni e si goda la luce e las muchachas! Sapesse, hanno l’argento vivo addosso… e fanno bene, fanno molto bene perché in vecchiaia non avranno rimpianti!

GONZ: La ringrazio ancora ma domani devo partire…

DOTT: Oh bella, e dove andrà?

GONZ: Cioè dovrei partire…

DOTT: Dovrebbe? E chi glielo ha prescritto il medico? Io sono il suo medico e non le ho prescritto nessun viaggio, dunque lei può unirsi a noi per una gitarella. Porti anche sua madre. Vedrà, ci sarà da divertirsi… Io un po’ meno per via di mia moglie ma lei, caro don Gonzalo, può sbizzarrirsi quanto le pare!

GONZ: Mia madre è invecchiata…

DOTT: Che dice mai, la Signora è in gran forma!

GONZ:… Sono anni… sono disperato!Non capisco che cos’ha mi è preso. Ho protestato con lei perché non c’erano fiori sulla tomba e allora ha voluto andar lei al cimitero… e ancora non torna!

DOTT: Avrà incontrato qualcuno.

GONZ: Le avevo detto: porta il tuo Josè, il tuo adorato Josè a cui paghiamo le tasse, a cui regaliamo i vestiti a cui rimbocchiamo le coperte!!!Tutto gli paghiamo, tutto purchè continui a lerciare con la sua presenza questa villa maledetta.Sa cosa è successo ieri?

DOTT: Non so.

GONZ: Ero in cucina, nella mia cucina, quando vedo arrivare un bambino sudato e sporco con un quaderno sotto il braccio. Gli dico che vuoi? E lui mi risponde che era venuto per la lezione di francese. VATTENE!!!! Gli ho urlato. Anche le lezioni di francese a questi rifiuti umani, capisce?!

DOTT: E’nobile da parte di sua madre prendesi cura di chi è meno fortunato.

GONZ: Mia madre è rimbambita… Bava su chiunque le capiti tra i piedi.

DOTT: (sarcastico) Una donna di cuore!

GONZ: Basta un rognoso che entra in casa che lei subito lo accoglie come un figlio. Un figlio, come se non lo avesse già!Che vadano al diavolo tutti questi peones o che marciscano nell’immondizia… La bontà, la carità (rideGonzalo afferra per il cravattino il dottore e lo strattona))qualunque cosa purchè sia per gli altri! (lorilascia, accasciandosi).

Sono stato anche io un bambino… i bambini si sa hanno bisogno di carezze, almeno una. (rinvigorendosi) La mamma è malata, forse è anche colpa mia come nel sogno.

DOTT: Nel sogno?

GONZ: Non so spiegarlo… dovrei dimenticare, è l’unica strada per risolvere i miei interrogativi. Sognare è un fiume profondo che riaffiora la mattina quando si è desti.

DOTT: Don Gonzalo non finirà mai di stupirmi, lei è anche un fine dicitore.

GONZ: Un sogno che si insidia nel mio cuore e striscia come una serpe. Era notte. Spaventosa, lugubre notte…tanto oscura da non poter vedere il rimorso né cancellarne l’ombra. Il tempo era passato, non potevo amarla, aiutarla… tutto era impietrito nelle tenebre di quella notte,una notte di sempre.Poi apparve con un velo nero, immobile, non disse nulla: gli occhi scevri di ogni pullullare d’amore,lontana, distante mi fissava.

DOTT: Le suggerisco di fare una bella passeggiata nel cortile della villa, prima che si scateni un temporale.

GONZ: Ah la villa! Odio questa villa, come odio l’imbecillaggine del mondo.Questo mondo escrementizio, ripugnante…perché tarda tanto?… è così invecchiata, le mani scheletriche, il viso avvizzito… ha bisogno d’aiuto ed io? Grido, sfogo la mia rabbia sulle sue quattro ossa che sembrano sbriciolarsi ad ogni mio sibilo. Non per lei ma per quei peones luridi che mi costringe a mantenere.

DOTT: Ma intanto a fare i conti è sua madre.

GONZ:La visiti!

DOTT: Lo ritiene opportuno?

GONZ:… non posso andare avanti, lo capisce? Deve farsi visitare perché sta male, molto male.

DOTT: Cercheremo di persuaderla.

GONZ: Sarà difficile. Ha un vero e proprio astio per i medici. Dice che sta bene e che vuole essere lasciata in pace… da me, mentre i suoi amati peones possono scorrazzarle per ogni dove senza un suo minimo accenno di contrarietà. Che vadano fuori, fuori, fuori da questa casa che è mia e appartiene al mio silenzio…

DOTT: Venendo qui mi son chiesto come mai non facciate abbattere quel muro di cinta: con un salto si è dentro.

GONZ:O si è fuori…

DOTT: Dove andrà domani?

GONZ: Io? Ho da sbrigare delle cose in un’altra città.

DOTT: Partirà presto?

GONZ: Dipende, dipende.

(entra Battistina)

BATT: Buongiorno.

GONZ: Dove siete state? E mia madre? Perché non l’hai aspettata, degna figlia di questo mondo infame.

BATT: La signora sta arrivando. Mi ha detto di camminare avanti per mettere in caldo la vostra cena perché aveva fatto tardi.

GONZ: Perché, perché?

Buio sul palcoscenico. Luce solo su Signora.Lettura del seguente brano in voice over.

La Signora, discese nella paura, sola ad implorare nel nulla. Capelli effusi le vaporavano dalla fronte, come fiato d’orrore. Il volto, a stento, emerge dalla fascia tenebrosa, le gote sono alveo alla impossibilità delle lacrime.Le dita incavatrici di vecchiezza parevano stirar giuù, giù, nel plasma del buio, le fattezze di chi approda alla solitudine. Camminava tra i vivi. Quel viso, come spetrto, si rivolgeva dal buio sottoterra alla società superna dei viventi, forse immaginava senza sperarlo il soccorso, la parola di un uomo , di un figlio. Congiunse le mani.

Luce su palcoscenico.Salone. Don GONZALO e La SIGNORA.

SIGN: Oh , Gonzalo, come stai?

GONZ: Respiro.

SIGN: Sono stata al cimitero.

GONZ: Stai preparando il tuo arrivo? Il dottore vuole visitarti. Era qui un momento fa, è uscito in giardino per una passeggiata.

SIGN: Ma Gonzalo, io sto bene, vedi?

GONZ: La mia cena, ho fame!

SIGN: Siediti pure, io apparecchio la tavola.

La Signora si avvicina alla credenza e prende delle posate facendole tintinnare.

GONZ: Finiscila con questo rumore!

La Signora si blocca ed ha un fremito di svenimento ma si mantiene alla credenza.Inizia ad avere dei conati che cerca di mascherare.

GONZ: Cosa c’è, sei tisica?

SIGN: Scusami Gonzalo.

GONZ: E la cena?

SIGN: Abbi un po’ di pazienza.

GONZ: La pazienza è indispensabile agli assassini!

La Signora gli porta un piatto di minestra e gli mette la mano sul braccio.

SIGN: Non mangi, caro?

GONZ: Se pure fosse? (si alza di scatto e apre uncassetto, prende dei giornali).

GONZ: Ti ho comprato i giornali, ci sono tutti.

SIGN: Grazie.

(Gonzalo la stringe a sé e la bacia a lungo. Entra Josè, sfregando due legnuzzi, impassibile va verso il camino e inizia ad armeggiare per accendere il fuoco).

JOSE: Mierda! No puedo accendere il fuego.

GONZ: Fate troppo chiasso!

JOSE: No culpa mia, senora.

SIGN: Stai tranquillo Jose,provvederemo dopo al fuoco.

JOSE: Hace frio, freddo per Senora senza fuego.

GONZ: Mi sembra di avervi già detto che non abbiamo bisogno delle vostre premure.

JOSE: Debo accendere il fuego.

GONZ: Non è necessario.

JOSE: Claro que sì. Tutti i pomeriggi a esta ora tengo che accendere el fuego.

GONZ: Dovete andar via! Andarvene, entiendes?

JOSE: Come sarebbe a dire?

SIGN: Gonzalo! (gli stringe la mano)

GONZ: Non c’è nulla da dire, liberateci.

JOSE: (ridacchiando) Ah, no si puede decidere così in fretta!

GONZ: (perentorio) Uscite da questa stanza, subito!!!

Jose non si muove.

GONZ: Siete anche sordo? Uscite!

Jose non si muove e continua a sfregare i due legnuzzi.

JOSE: Prima tengo que accendere il fuego.

GONZ: Se ci tenete tanto, lo accenderò io e vi farò bruciare come un ceppo!

SIGN: Jose, porfavor, dejame sola.

JOSE: Como quieres, Senora.

Jose si avvicina e le bacia la mano.

GONZ:(urlando) Cabron!

Jose lo guarda in tono minaccioso ma non replica. Gonzalo si risiede a tavola. Poi si alza ed esce fuori sulla terrazza. Jose si affaccia dalla porta e fa cenno alla Signora di avvicinarsi.

JOSE: (bisbigliando) Donde esta don Gonzalo? E’andato via?

SIGN: (intimorita) No, è sulla terrazza. Parla piano, te lo ruego.

Gonzalo allunga l’orecchio, attento a non farsi scorgere.

JOSE: Esto è por vosotros. (porgendole un cestino)

SIGN: Un regalo per me?!

JOSE: Funghi, li ho raccolti per vosotros con Poronga dopo la tempesta di ieri notte.

SIGN: Josè gracias sei davvero gentile.(mettendo ilcestinosulla credenza) Li faremo subito cucinare dalla Peppa.(lo accarezza). Non te la sarai presa per ciò che ti ha detto Gonzalo, vero?

JOSE: No,Senora.

SIGN: Devi perdonarlo ma quando si arrabbia non ragiona, ma in fondo è buono.

JOSE: Non buono perché vi fa soffrire, lui cattivo. Nosotros vi vogliamo bene, mucho.

(si sente un rumore dalla terrazza)

SIGN: (preoccupata) Shhhh! Huye, huye.

Gonzalo sta rientrando e di proposito fa rumore. Jose scappa prima che possa vederlo.

SIGN: Vuoi il caffè?

GONZ: (annusando l’aria) Sento ancora puzza di maiale… è ritornato?!

(La Signora fa finta di non aver sentito, intenta com’è a prendere la tazzina dalla credenza)

GONZ: Ho detto: sento puzza di maiale, è stato di nuovo qui?

SIGN: Per i funghi… Li hanno raccolti per noi. Pensa, dopo la tempesta di ieri notte.Poverini! (fa per andare a prendere il cestino quandoGonzalo la blocca violentemente per un braccio)

GONZ: Non voglio maiali in questa casa!(accosta il volto vicinissimo a quello della madre quasi le due bocche si sfiorano e le torce il braccio dietro la schiena).

GONZ: Se ti trovo ancora una volta con quei luridi porci, scannerò te e loro.

(la libera dalla morsa e dirigendosi verso la porta, butta a terra il cestello con i funghi).

SIGN: Calmati Gonzalo per l’amor del cielo.

GONZ: Anticiperò la mia partenza a questa sera. Vado a preparare la valigia.

SIGN:Parti? Non me lo avevi detto…

GONZ: Te lo dico ora: parto!

SIGN:Starai via per molto?

GONZ: Perché me lo chiedi? Non rimani sola, hai i tuoi porci a cui badare.

SIGN: Se tu mi lasciassi spiegare.

GONZ: Una parola non è sufficiente e due sono troppe. Arrivederci!

SIGN:Addio Gonzalo! Cerca di non essere inquieto!

GONZ: Sono calmissimo, pensa a te, piuttosto!

Buio.Rintocchi l’una di notte.In V.O(Sobre ese mismo, caballo hasta el Domingo. Vueva usted! Dando nos el grito de guerra: como alla cuando despavorido esta tierra dejo, en la sangre, y volviò espalda el gringo).Scroscio di pioggia.Urlo.

Luce su palcoscenico. Camera da letto.

JOSE: Povera Signora (ripete come cantilena)

DOTT: L’avete trovata così?

BATT: Sì, avevo sentito degli strani rumori in giardino, poi un lamento e sono salita su per vedere se la Signora avesse bisogno di qualcosa. Ho bussato, ho chiamato ripetutamente ma niente; così ho aperto la porta.

DOTT: Non era chiusa a chiave?

BATT: No, la Signora non la chiudeva mai per paura che se si fosse sentita male nessuno avrebbe potuto soccorrerla.

DOTT: Dunque siete entrata in questa stanza…

BATT: Ho provato ad accendere la luce ma la corrente non era tornata ancora. Ho acceso la candela e mi sono avvicinata al letto della Signora, e… oh povera Signora, povera (portandosi le mani sul volto)

DOTT: Calmatevi e andate a prendere una bacinella con un panno e dell’alcool.

Il dottore si accosta al letto,tasta il polso destro, si china ad ascoltare il cuore.

JOSE: Povera Signora.

Ritorna Battistina con tutto l’occorrente.

DOTT: Brava Battistina,avvicinati.

Battistina si avvicina.

BATT: Oh,non ho il coraggio di guardarla. Mi strazia il cuore.

DOTT: Lo so, ma detergile le labbra e le tempie che sono piene di sangue.

BATT: Ne ha perso molto perché anche il lenzuolo è zuppo!Povera Signora.

JOSE: Povera Signora.

DOTT: Jose, vai a chiamare don Gonzalo ma non dirgli nulla di ciò che è accaduto,ci vuole tatto in questi casi.

BATT: Don Gonzalo non c’è. E’partito ieri sera, dopo aver litigato con la madre.

DOTT: Strano,mi è sembrato di averlo visto sul balcone qualche ora fa. Comunque, vai Jose, vedi se è nella sua camera.

JOSE: Puedo pensarci?

DOTT: A cosa? Vai e basta!

BATT: A parte che don Gonzalo è partito ma poi non vedo perché avvisarlo.

DOTT: Perché era il figlio della Signora!

BATT: Troppo comodo.

DOTT: Non intendo ascoltare oltre: Jose ti ordino di andare da don Gonzalo. De prisa!

JOSE: Ahora voglio vedere quien gli va a portare el caffè a letto.

DOTT: Ricominciamo?!

BATT: Già! Il signorino dorme fino a tardi e la Signora doveva portargli il caffè a letto.

JOSE: Allungato in aquel letto como una vaca.

BATT: Noncurante di far annaspare per le scale una povera vecchia.

DOTT: Quanti anni aveva la Signora?

BATT: Che io ne sappia settantaquattro ma con tutto il veleno che quel farabutto le faceva prendere, ne dimostrava una decina in più. Eppure ora che la guardo sembra ringiovanita.

DOTT: Vigor mortis!

JOSE: Povera Signora!Non meritava di essere uccisa!

DOTT: Uccisa?! E chi ti ha detto che sia stata uccisa?

JOSE: E la cabeza rota?

BATT: Jose ha ragione…

DOTT: Effettivamente anche io ho pensato ad un omicidio.Jose, sei ancora qui? Vai a chiamare don Gonzalo, ti ho detto!(portandosi la mano sul mento)

La testa ha battuto violentemente da qualche parte (simuove nella stanza).

Batt: O qualcuno l’ha afferrata per il collo e le ha sbattuto la testa contro uno spigolo.

(il dottore che sta vicino allo spigolo del tavolino,si volta con sorpresa verso Battistina).

DOTT:Infatti, lo spigolo presenta tracce di sangue!

BATT: E’stato lui, quel maledetto.

DOTT: Lui chi?!

BATT: Don Gonzalo!

DOTT: Fandonie! Lavori troppo di fantasia. Don Gonzalo non può averla uccisa poiché è partito!

BATT: Quello è un diavolo e avrà architettato tutto alla perfezione.

Dott: I sospetti possono ricadere anche su te e su Jose, allora.

BATT: Ha-ha! E’impossibile! Io e Jose non avremmo mai ucciso la Signora.

DOTT: Certo, non vi conveniva.

BATT: (rizelandosi) Le volevamo bene, noi!

DOTT: Ho sempre avuto la sensazione che Josè fosse geloso di don Gonzalo.

BATT: Questo dovete chiederlo a lui, non a me.

DOTT: Ti piacciono i brillanti, Battistina?

BATT: Sissignore come a tutte le donne.

DOTT: Ieri mi hai detto che don Gonzalo guardava insistentemente i brillanti della Signora e che questo a te dava fastidio, poiché la signora non aveva deciso se lasciarli a lui o a qualcuno che li meritasse di più.

Batt: don Gonzalo è avaro e vuole tutto per sé! Quanto dolore ha dato alla sua povera madre.Ricorda la storia del ritratto che le ho raccontato questa mattina? Ebbene,era solo un esempio.

DOTT: Devi ammettere che sia tu che Jose odiate don Gonzalo.

BATT: E lui odia noi.

DOTT: Almeno avete qualcosa in comune.

BATT: Lui odia tutti, forse anche se stesso.

Entra don Gonzalo con Jose.

GONZ: Che cosa è successo?

DOTT: Mi dispiace, mi dispiace molto.

GONZ:(declamando) La regina è morta,signor mio!

Buio. Angolo di luce su Signora che mima la battuta seguente.Musica da scegliere.

China, con i capelli radi e bianchi, radunò l’ultima stanchezza alla devozione d’un estremo adempimento: volle salvare quell’immagine. S’era chinata: aveva preso: con mani tremanti, scheletriche, dove le vene blu conducevano sugli ossi un flebile battere, che era un ricordo, forse… in lei era memoria: soltanto memoria. Aveva raccolto di sue mani le schegge… erano taglienti… falcate.

Luce sul palcoscenico. Camera da letto. Gonzalo e Dottore.

GONZ: Come è potuto accadere?

DOTT: Si è trattato di un tragico incidente.

GONZ: Incidente? Vuol dire che mia madre non è morta con un attacco di cuore?

DOTT:No,temo che la causa non sia stata del tutto naturale.

GONZ: Che intende dire con non del tutto?

DOTT: La testa mostrava due ferite, al parietale destro e alla tempia destra. Ha avuto un’emorragia che ha imbrattato il capo, il viso e le labbra.

GONZ: L’hanno uccisa?! Quei porci irriconoscenti, ma su di loro si abbatterà la mia mannaia implacabile.

DOTT: Si calmi, don Gonzalo!

GONZ: Hanno ucciso una povera vecchia indifesa per rubarle i soldi e i suoi averi, approfittando della mia assenza.

DOTT:A proposito, ma lei non era partito?

GONZ: Ehm… sì, ieri sera ma sono ritornato.

DOTT: Perché, se è lecito saperlo?

GONZ: Avevo dimenticato alcune carte importanti, così sono tornato a prenderle.

DOTT: Non l’ha vista nessuno?

GONZ: Era notte fonda. Avevo dimenticato anche le chiavi del cancello…

DOTT: Ha bussato per farsi aprire?

GONZ: No, era tardi e non volevo che mia madre si svegliasse, così ho scavalcato il muro di cinta e sono entrato in casa.

DOTT: A che ora?

GONZ: Non saprei, era suonata l’una e un quarto da poco.

DOTT: Quando è avvenuto il delitto.

GONZ: Cosa diavolo vuole insinuare?

DOTT: Tenga a freno la sua ira… tutti in questa casa sono sospettati.

GONZ: I peones, non io!

DOTT: Anche lei.

GONZ: E’ridicolo! Può anche essere venuto qualcuno da fuori per rubare i brillanti di mia madre.

DOTT: Non ci sono segni di scasso. Tutto è in ordine in questa camera.

GONZ: Dottore, badi bene a ciò che dice altrimenti la faccio pentire di essere nato e lei maledirà sua madre per averla messa al mondo!

DOTT: Non potrei mai maledire mia madre,è impensabile!

GONZ: Impensabile, dice?! Non direbbe così se avesse sofferto come ho sofferto io.

DOTT: Niente può offuscare l’amore di un figlio.

GONZ: Neanche l’indifferenza? Quando vedi che tua madre ha occhi solo per un viscerame di umani e non per te?

DOTT:Don Gonzalo non faccia il melodrammatico, non le si addice.

GONZ:Crede che io non abbia sofferto? Don Gonzalo l’insensibile!l’iracondo, il blasfemo, colui che tiranneggia la madre e maltratta quel branco di puzzolenti che gli girano per casa. Gonzalo il carnefice… sì, il carnefice ma di se stesso! Sa perché me ne sto rintanato in questa villa? Perché schifo gli uomini, schifo il mondo, schifo questa ributtante massa di cervelli spappolati da un niente perenne che li riempie di marciume. Mia madre! Mia madre era malata… malata poiché pensava di salvare questo schifo riversando su di loro l’affetto che ha tolto a me, suo figlio. Ed ora l’hanno uccisa e il suo sangue irriga le loro coscienze, se ne hanno una. Mia madre, gelida, inerme con il velo di tristezza che le copre gli occhi, quegli occhi che hanno accarezzato Josè, la Peppa e tutto il loro putridume e che per me non hanno avuto che fugaci occhiate di paura.

DOTT: Si è mai chiesto perché sua madre avesse paura di lei?

GONZ: Aveva paura di me? No, era il rimorso che si tingeva con i colori del timore, il rimorso di aver abbandonato un figlio e di averne perso un altro in guerra.

DOTT: Forse dovevate parlare e capirvi.

GONZ: Mia madre mi ha sempre evitato, facendo credere agli altri di temermi…parlare? E perché non amarmi? Io l’amavo ma il mio amore era riscaldato dal fuoco dell’odio. L’amavo e adesso è morta!(si alza va verso il letto)

DOTT: Mi congedo,credo che sia meglio che la lasci solo.Ho da fare delle visite ma tornerò presto.

(Il dottore esce e lascia Gonzalo solo nella camera. Gonzalo va a sedersi sul letto della madre).

Gonz: Il mio sangue (affonda la faccia nel lenzuolo)… il suo!(si corica sul letto e incrocia le mani sul petto). Un po’ per amor proprio le cose che desideriamo di più sono quelle che fingiamo di non volere. La vita dei morti sta nella memoria dei vivi…(ride fragorosamente)ha-ha-ha-ha…(diventa improvvisamente serio) shhh Gonzalo (bisbigliando) tua madre è morta e tu ridi…(alzando lavoce improvvisamente) carogna! Senti (tasta il letto) le lenzuola sono ancora calde della sua freddezza e tu, manigoldo, riesci a ridere… Tua madre è morta!Ha portato con sé sotto terra le sue ossa cigolanti… già, è lì nella tomba, dove tante volte le hai urlato che finisse. Figlio ingrato!E lei se ne andata… l’hai uccisa tu, Gonzalo? Sì, sono anni che la uccido con i miei scatti di ira… Gonzalo, Gonzalo, ti ho preparato la cena…Non ho fame, cara mamma!Hai da fare, dopocena? Insegni ai tuoi animaletti a grugnire in francese… come grugnisce un porco in francese? Al macello, vi mando, al macello! Voglio vedere il loro sangue rinvigorito con il cibo che hanno rubato dalla mia casa, con l’affetto che mia madre ha dato loro come se fosse stata lei a metterli al mondo… tanti, troppi, come una puttana sempre incinta… Gonzalo, Gonzalo dobbiamo risparmiare… la villa, la villa è quasi pronta…

Buio. Musica. Tuoni. Nenia funebre. Luce su camera da letto.

BATT:(voce fuori campo)Non si è visto. Che cattiveria neanche a renderle omaggio al funerale.C’era tutto il paese, sono venuti anche dalle contrade vicine per la povera Signora e lui non c’era. Che vergogna. Che il diavolo se lo pigli!

GONZ:(sempre disteso) Stanno parlando di me!

JOSE:(V.O) Sarà scappato para no finire in prigione.

DOTT: (v.O) Non diciamo eresie, don Gonzalo è un uomo sensibile, non se la sarà sentita di venire. Lasciatelo con il suo dolore. Torno a casa, ci vediamo nel pomeriggio.

GONZ: ciao-ciao dottore!

BATT: (V.O.) Dolore, puaf, gioia, piuttosto!

GONZ: Puttana!

(Jose entra nella stanza della Signora ma non vede Gonzalo sul letto)

JOSE: Se lo avessi davanti, gli sputere…(si blocca nelvederlo)

GONZ: Continua, lurido zotico, continua la tua frase!

(entra Battistina. Gonzalo si alza e afferra Jose)

Batt: don Gonzalo, vi abbiamo cercato per tutta la mattina.

GONZ: Bugiarda! Continua Jose la frase, hai perso la lingua con la morte della tua adorata Signora!

BATT: Qué pasa, Josè?

GONZ: Jose ha inghiottito la lingua perché sa che non avrà più pane da mettere sotto ai quattro denti che gli rimangono in quella cloaca che osa chiamare bocca.

(Gonzalo afferra Jose per il collo)

BATT: Don Gonzalo, per l’amor del cielo!

GONZ: Non prendo ordini da una puttana!Parla Jose!

JOSE: Non respiro, estoy sofocando!

GONZ: Come? Alza la voce che non ti sento!

JOSE: Sto sofocando!

GONZ: Habla, Jose! habla,figliolo, parla!

JOSE: Aiuto!

GONZ: Aiuto? Solo questo sai dire? Non ti basta tutto l’aiuto che hai ricevuto… ne vuoi ancora?(stringe sempredi più le mani intorno al collo)

GONZ: Battistina… Battistina dico a te, brutta vacca puzzolente, siediti e non muoverti.

BATT: Lasciate andare Jose.

GONZ: Altrimenti?

BATT: Chiederò aiuto!

GONZ: A chi? Alla Signora?(trascina Jose e prende conl’altra mano Battistina) La Signora è morta, non può sentirtvi, piccoli cari!

JOSE: Ci vede, però.

GONZ: Alleluia il peone ha parlato, al fin. Voglio farti un ragalo. Sedetevi!

(Battistina piange. Don Gonzalo prende il cestino con i funghi)

GONZ: Non piangere,voglio farvi un regalo: vi piacciono i funghi?

JOSE: Sì

GONZ: Allora mangiali(fa inginocchiare Jose e gliene mettein bocca una a forza) mangialo, vedi come sono buono sono come la Signora che vi faceva mangiare, vedi io sono più buono perché ti imbocco. Mangialo!!!

BATT:Smettetela don Gonzalo sembrate un pazzo.

GONZ: Io sono pazzo! Pazzo perché ho permesso che la gramigna mi crescesse in casa.

(Jose fa per alzarsi. Gonzalo cerca di acchiapparlo ma scappa)

GONZ:Adesso che è alta voglio tagliarla e farne un bel fascio e bruciarlo in giardino.

JOSE: Avete ucciso la Signora y ahora volete uccidere anche nosotros?

GONZ:E’questo che credete,infami!

BATT:Non dategli retta don Gonzalo, Jose è sconvolto perché la Signora era come una madre per lui.

GONZ: Era mia madre! E voi l’avete rapita con i vostri piagnistei, con le vostre continue richieste… e il vestito e la lezione di francese, e le scarpe, e la camicia. Jose, il poverello a cui la roba manca. Vi ho sopportato per anni, adesso che non c’è nessuna necessità che stiate in questa casa, dovete andare via, scomparire per sempre. Afuera!

BATT: Ma don Gonzalo,non potete cacciarci, dove andremo?

GONZ:A rubare!Lo avete fatto per anni, del resto.

JOSE: La prego, ci faccia stare qui, vivremo nella stalla.

GONZ: Sparite!

JOSE: Lavoreremo il doppio, se è possibile!

GONZ: Fuori!

JOSE: Se c’era la Signora non lo avrebbe mai permesso.

GONZ: Ma la Signora è scomparsa e con lei anche voi. Fuori, prima che vi salti al collo.

(Battistina e Jose escono dalla stanza).Si sente insottofondo una voce che ripete:"non dormire più! Gonzalo uccide il sonno" con musica.

GONZ: Sempre odore di sangue, qui!

(prende la bacinella e lava il letto)

GONZ:Quali profumi orientali devo aspergere per rendere questo talamo odoroso. La regina è morta, e così i nostri ieri hanno rischiarato agli stolti, la via che conduce alla polvere della fine. La vita non è che un’ombra che cammina…

(Gonzalo vede apparire la madre)

GONZ: (trasalendo) Ho le allucinazioni! Madre! Fammi un cenno col capo o parla!

(in voice off:" Ascolta ma non parlarle!")

Gonz: Se sei il diavolo che prende la mia anima, ti dico subito che non ho anima ma solo corpo.

(in voice off: Conosce il tuo pensiero! Ascolta nonparlare!)

SIGN:Gonzalo! Non essere così pallido!

GONZ: Va via!

SIGN: Non smarrirmi nei tuoi pensieri.

GONZ: Svegliati Gonzalo, vorrei che tu lo potessi!

SIGN: Vieni, dammi la mano!

(gli tende le mani piene di sangue e di ferite)

GONZ: Adesso i morti resuscitano con ferite mortali e ci cacciano dalle nostre dimore. Possono tali cose esistere e giungere all’improvviso?

SIGN: Avvicinati Gonzalo! What’s done cannot be undone.

GONZ: Vattene!Fuggi dalla mia vista!La terra ti nasconda portando con sé il tuo sangue freddo.

SIGN:Figlio mio, non dilaniare la tua coscienza, liberala e rendila viva…

GONZ: Perché siete venuta da me? Non è forse quei porci che amate e che vi stanno piangendo, riuscite a sentire i loro lamenti?

Sign: Gonzalo hai perso, dunque, ogni qualità d’uomo nella tua follia per accogliermi con tanta ostilità anche da morta!

GONZ: Voi siete ostile e siete venuta per punirmi per tormentarmi per il dolore che vi ho arrecato…

SIGN: Gonzalo, dammi la mano.

GONZ: Le vostre mani sono insanguinate.

SIGN: Prendi l’acqua e lavami le mani.

GONZ: Non posso, non ci riesco.

SIGN: Infermo nella volontà!Esegui ciò che ti ho detto.

(Gonzalo le prende le mani)

GONZ: Che mani sono queste! Ah, mi accecano la vista (ritraendosi)

SIGN: Ti ritrai e perché?!Le tue mani hanno le stesse ferite.

GONZ: Blood needs blood!

SIGN: Ho messo alla luce due figli maschi,ho dato loro il mio latte che finendo nelle loro bocche si è tinto di rosso…(prende in mano un seno)bevi Gonzalo altro latte, bevilo ma fa che non diventi sangue.

GONZ: (portandosi le mani alla testa) Ahhh, conoscere ciò che ho fatto! Mille pugnali mi infilzano il capo e la verità cola dai fori del mio cervello.

(La Signora si avvicina a Gonzalo.Mette la sua mano su quella di Gonzalo e se la porta alle labbra).

SIGN: La tua verità brucia le mie labbra.

GONZ: E la vostra soffoca il respiro ma non la mente.

SIGN: … che è schiava del rancore.

GONZ: la foga del mio amore ha percorso la ragione che si ferma a riflettere sulla vostra sventura.

SIGN: Quale sventura?

GONZ: Vi hanno uccisa, nevvero?

SIGN: Quale uomo avrebbe saputo trattenersi, che avesse un cuore per amare, e in quel cuore stesso il coraggio di dar prova del suo amore.

GONZ: Uccisa proprio in questa camera!

SIGN: Mostrare un dolore che non si sente è compito dei falsi!

GONZ: Dicon che sono stato io… malpensanti!

SIGN: Dove la paura è tutto, l’amore è nulla. Settant’anni e più posso ricordare di cose tremende e strane; ma ieri notte atroce ha ridotto in inezia tutto quello che sapevo fino ad ora.

GONZ: Non avete risposto alla mia domanda.

SIGN: Che importa come ho trovato la morte?

GONZ: Io non ho fatto alcun male.

SIGN: Fuggi, Gonzalo, fuggi!

GONZ: Fuggire, perché?Sono in un mondo bieco e melmoso dove fare del male è lodevole e fare il bene è considerato pericolosa follia. Io non ho fatto male ne ho solo ricevuto. E voi lo sapete, lo avete sempre saputo per questo mi ignoravate, riversando il vostro affetto su un ammasso di cenci sporchi.

SIGN: God forgive us!

GONZ: Io non ho fatto male a nessuno, ne ho ricevuto!!!

SIGN: Foul whisperings are abroad…gli spiriti colpevoli si sgravano dei loro segreti confidandoli alle fredde lenzuola.

(La Signora scompare lentamente in silenzio, dopo aver accarezzato Gonzalo)

GONZ: Val meglio essere colui che noi distruggiamo che, per effetto della sua distruzione, vivere in mezzo ad una gioia piena di dubbi.