IL FIGLIO DI NESSUNO
( monologo)
Non ho un padre, non ho una madre, non ho zii, cugini, nonni. Non ho parente alcuno. Sono figlio di nessuno.
Mi chiamo, o meglio, mi chiamano Trovatello, perché così hanno deciso coloro che mi hanno.... trovato. Mia madre, certamente un po' distratta, mi aveva, diciamo così, dimenticato.....sugli scalini di una chiesa e poi, quando è ritornata non mi ci ha più trovato.
Se non l'avessi detto io che sono figlio di nessuno forse non l'avreste capito dal nome che io porto, vero? Trovatello....è come un marchio di garanzia, di origine controllata. Me lo hanno imposto quando mi hanno battezzato e non me lo sono più potuto scrollare di dosso. Me lo porto sempre appresso come un biglietto da visita da esibire mio malgrado. Anzi, nel timore che il nome da solo poteva lasciare qualcuno ancora nel dubbio, mi hanno dato un cognome dal significato inequivocabile: Diotellevi.
Avranno pensato: se non hai un padre, non hai una madre, chi si potrà prendere cura di te? Dio-ti-allevi, tanto a Lui non costa niente. Lui è in cielo, in terra ed in ogni luogo e se ti alleva Lui non sei di peso alla società. Perché, giustamente, la società reclama i suoi diritti, ha le sue esigenze, vuole sapere tutto dei suoi componenti: vita, morte e miracoli. Chi è tuo padre, chi è tua madre, chi era tuo nonno e il tuo bisnonno e solo dopo ti ammette nel suo consesso, nella comunità.
Io, figlio di nessuno, sono venuto a fare parte di questo vostro mondo come un clandestino, indesiderato. Sono anch'io insomma un extra- comunitario. Extra-comunitario universale, del mondo intero, per cui, se volessero adottare nei miei confronti un provvedimento di espulsione, mi dovrebbero mandare diritto all'altro mondo e restituirmi al mittente. Tanto, se mi deve allevare Dio, forse è meglio che lo faccia in casa sua e non su questo mondo.
Io sono fortunato: non ho colpe da scontare né debiti da pagare per conto di mio padre. Sono nato come un fungo, non ho un passato e vivo solamente nel presente.
Io non so cosa vuole dire essere rimproverato o essere lodato. Io sono un uomo libero. Nessuno mi ha mai detto: questa sera, per punizione, vai a letto senza cena. Non c'è n'è stato mai bisogno. Semplicemente perché non ho mai avuto un letto e a dormire senza cena ci sono sempre andato normalmente e non per punizione.
Io sono un uomo libero. Se sto bene o se sto male sono solo fatti miei....Non interessa a nessuno. Io sono stato sempre libero. Libero di....non mangiare, libero di camminare scalzo, libero di sentire freddo, libero di dormire per terra, all'aria aperta, senza che nessuno mi...rompesse mai le scatole con le sue raccomandazioni o con i suoi amorevoli consigli.
Io sono un extra-comunitario ecologico: vado sempre a piedi, nudi, per
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non consumare la pavimentazione. Non mangio, quindi non inquino, non ho l'automobile non ho il telefonino, non fumo, non bevo, campo d'aria riciclata. Io respiro quella che gli altri scartano dopo averla utilizzata. Per me non vale il motto “ a ciascuno il suo”.
Io non sono ciascuno. Io sono il figlio di nessuno.
A me nessuno ha mai raccomandato di mettere la maglia pesante, nessuno mi ha mai rimboccato le coperte. Io sono stato sempre libero di dormire senza coperte sul mio cartone preferito. La buona notte me la sono data sempre da solo. Il bacio in fronte no. Quello non sono riuscito mai a darmelo.
Una volta, quando frequentavo la terza media, la supplente si accorse che durante la lezione davo noia a miei compagni e mi rimproverò: “Diotallevi” mi disse “ io ho necessità di parlare con i tuoi genitori”.
Anch'io avrei necessità di parlare con loro, le risposi.
“Non fare lo spiritoso” ribatté l'insegnante “altrimenti ti faccio sospendere dal preside e domani dovrai venire accompagnato dai tuoi genitori”.
Magari, aggiunsi io. Se le riuscisse non mi parrebbe vero.
“Smettila” urlò a quel punto la supplente, “non ti permettere di rispondermi così, non sono mica tua madre io”.
E chi lo sa? Chi lo può escludere, replicai io, facendola andare su tutte le furie.
Queste sono cose divertenti, sono privilegi personali, che vorrebbe avere ognuno ma che spettano solamente a me, perché sono figlio di nessuno.
Dice: ma tu sei stato allevato con il latte materno o con quello artificiale?
Cos'è il latte? Io non l'ho mai visto.
Una volta mi trovarono svenuto sul marciapiede perché ero digiuno da una settimana e mi ricoverarono in ospedale più morto che vivo. Appena aprii gli occhi mi domandarono: “Hai forse mangiato qualcosa che ti ha fatto male?”
Magari, pensai io, ma non ebbi nemmeno la forza di rispondere.
“Si, si. Ha mangiato troppo” sentenziò il dottore del pronto soccorso e, rivolgendosi all'infermiere, disse: “fagli una bella lavanda gastrica, così si pulisce un po' lo stomaco. La colpa è sicuramente di sua madre che lo ha fatto mangiare troppo. Le mamme....ingozzano questi figlioli e poi....ecco il risultato”.
“Sei nato con parto eutocico o distocico? Naturale o cesareo”?
Dottore, dissi io con un filo di voce, io non so nemmeno se sono veramente nato, altro che parto....
“Prendigli le generalità” ordinò il dottore.
“Come ti chiami?” chiese l'infermiere.
Diotallevi, risposi io.
“Di? Di o fu?” domandò l'infermiere.
Chi fu? Dissi io.
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“ Tuo padre è morto o è ancora vivo?” incalzò l'infermiere sempre più
irritato.
E chi lo può sapere? Io non ci ho mai fatto caso e la cosa mi è del tutto indifferente.
“ E la madre” chiese il dottore “ tua madre come si chiama?”
Boh! Risposi io.
“Ho capito” disse il dottore. “ Infermiere, metta a verbale, a domanda risponde: “mi è ignota”.
Se è mignotta non lo so, io non l'ho mai conosciuta, comunque faccia lei,
dottore.
“Scrivi: figlio di nessuno”, tagliò corto il sanitario.
“Altri parenti?” domandò l'infermiere?
Fratelli tanti, ma tutti sconosciuti, risposi io.
A diciassette anni conobbi una ragazzina, molto carina, e mi fidanzai con lei. Non ero più solo finalmente. Un giorno mi disse: Ti faccio conoscere i miei genitori, poi tu mi fai conoscere i tuoi, va bene?
“ Cosa fa tuo padre?” mi domandò il mio futuro suocero.
“ Cosa fa tua madre?” mi chiese la futura suocera.
Non sapendo cosa rispondere dissi: se avete la pazienza di aspettare glielo vado a chiedere e poi ritorno. Sono sempre in attesa della mia risposta.
Non ho un padre, non ho una madre, non zii, cugini, nonni, non ho parente alcuno, io sono il figlio di nessuno.
Italo Schirinzi
Tratto dal libro “lo scirocco” Prospettiva editrice.
Contenuto nella raccolta “ Cose di questo e dell’altro mondo”.
“Primo premio assoluto alla XXI
Edizione del premio letterario internazionale
“AMICIZIA”- Mario Giuseppe Restivo
Di CASTELBUONO (PA)
con questa motivazione:
“Il racconto si snoda come un monologo intriso di malinconia e venato di una forte dose di ironia. Il protagonista racconta se stesso come un estraneo alla società, che rispetta forme e convenzioni e non si accorge di condurre così un gioco di esclusione di chi, per qualche ragione, sfugge ai criteri e alle norme che la regolano. Agli occhi del protagonista la “normalità” è un destino fallito,soprattutto per la mancanza di amore. Originale il tema, efficace la scelta del registro ironico e coinvolgente la negazione in prima persona”
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