Il Flauto magico sullAlbero cabalistico
(di Franca Vascellari)
INTRODUZIONE
Il Principe (la mente), partito per la Ricerca, incontra il drago (i 7 vizi) sta per esserne ucciso ma chiede aiuto agli Dei (sue potenzialit celesti sconosciute ma benevole) e arrivano le tre Dame (qualit femminili a servizio della Luna: Comprensione, Forza e Splendore lunari). E questa una prima fase, il Principe ancora inconsapevole, svenuto.
Nella seconda fase, ucciso il drago, c lincontro della mente con il fisico e le sue caratteristiche (Papageno): la presa di coscienza e il risveglio sul piano assianico. Papageno rivendica meriti non suoi e deve essere mortificato, per un p non pu esprimersi (penitenze, digiuni ecc.); a questo punto Tamino pu conoscere Pamina (la sua astralit) ma solo in ritratto.
Avviene subito linnamoramento, questo permette la rivelazione della Regina della notte, lAstrifiammante, la Luna; il Principe conosce Yesod, ma una conoscenza incompleta e alterata della Realt, una conoscenza lunare.
Le tre Dame informano Tamino che il contatto col regno di Sarastro (Tiphereth Sole) sar facilitato dalla guida dei tre Geni (qualit maschili a servizio del Sole: Sapienza, Giustizia, Vittoria).
Papageno il primo a conoscere Pamina: allorch il fisico a servizio della mente, istintivamente egli si dirige verso la sua padroncina, la figlia della Luna, lanima, ne praticamente attirato.
Intanto i tre Geni hanno condotto Tamino dinanzi al Tempio, anzi ai tre Templi che facciamo corrisponder alle tre colonne o vie dellAlbero.
Per Tamino che ha come scopo le Nozze Mistiche in Daath la sola via percorribile quella centrale. Qui Tamino conosce la verit su Sarastro; una verit per ancora velata da odio e vendetta che albergano in lui a causa dellignoranza.
Tamino suona il Flauto. Lo strumento magico rappresenta la spina dorsale dellUomo: condensazione di un potere ancestrale costruito da un Re solare e da una Regina lunare con il favore delle forze cosmiche ( stato intagliato dal Padre di Pamina da una quercia fatata in unora magica). Saperlo suonare ammansisce le belve esteriori ed interiori.
Intanto anche Papageno che con Pamina stato fatto prigioniero da Monostato suona il suo strumento magico, esso opera nellottava inferiore: tutti ballano e giocano, un ritorno allo stato infantile di semplicit.
Monostato il personaggio negativo a servizio di Sarastro; Monostato eil personaggio diabolico (666) che tenta di trattenere e possedere lanima per s
Ma perch Sarastro ha fatto rapire Pamina? Perch essendo essa orfana e sotto la potest della madre lunare, quello era lunico modo per indirizzare Tamino verso il Sole. Mentale e astrale si devono unire in Tiphereth e sposare in Daath.
Finalmente Tamino e Pamina si incontrano e accettano il viaggio iniziatico volontariamente e coscientemente.
Siamo alla terza fase delliter: le prova. Avremo molti momenti di debolezza da parte del fisico (Papageno) e dellastrale (Pamina), la mente invece ormai tutta concentrata sulla meta non mancher pi.
Papageno capir che se non tace e non si tempera non potr realizzare la sua unione con Papagena (controparte femminile nel fisico).
Pamina deve superare lattaccamento alla madre, la violenza di Monostato e la tendenza al suicidio, vale a dire rinunciare ai. sogni vani e presuntuosi, mantenersi pura e diventare costruttiva, solo cos pu affiancare Tamino e guidarlo verso la Luce.
Le due ultime prove dellacqua e del fuoco superate insieme da Tamino e Pamina sono solo simbolo della loro raggiunta maturit: Animus e Anima divenuti Uno al suono del flauto passano indenni attraverso tutte le prove e le vincono.
La quarta, fase accoglie la Coppia Santa, nuovi Re e Regina nel tempio mentre tutte le negativit (Astrifiammante, tre Dame e Monostato al suo servizio) vengono ricacciate nel profondo della terra per un riciclaggio definitivo.
Nozze
Tamino
Sarastro 3 Geni
Pamina
3 Dame - Astrifiammante
Papageno
IL FLAUTO MAGICO
PERSONAGGI:
Tamino, principe
Pamina, figlia dellAstrifiammante regina della notte
Astrifiammante, regina della notte
Sarastro, Gran sacerdote di Iside e capo degli iniziati
Papageno, uccellatore
Tre Damigelle, a servizio di Astrifiammante
Papagena, compagna di Papageno
Monostato, moro capo schiavi di Sarastro
Tre geni, (voci)
Sacerdoti, (voci)
Morte
Libero adattamento del FLAUTO MAGICO di MOZART su libretto di Joseph Emmanuel Schikaneder 1791
Farsa non tragica ma esoterica (?) da recitare alla maniera de Linterminabile breve scena del giovane Piramo e della sua diletta Tisbe, farsa molto tragica del quinto atto del Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.
Atto 1
Quando si apre il sipario, Tamino appare svenuto. Accanto a lui una faretra vuota. Di tre damigelle che lo proteggono, una tiene lontana la morte che vuole ghermirlo, unaltra tiene a bada il serpente, lultima cerca di far rinvenire il giovane. Dopo qualche minuto di mimata:
Morte: Chi sei, o donna velata, tu che osi negarmi questo giovane? non ha forse egli stesso, svenendo, decretato la sua fine? Il suo corpo non gli appartiene pi, ed io son qui per staccargli la vita di dosso (si avventa con la falce).
Prima damigella: (tenendola a distanza con la lancia e togliendosi il velo)
Negli ultimi secoli, mia vecchia e affannata signora, ci siamo incontrate pi volte. Non hai dunque ancora imparato a scorgere i segni?
Morte: (abbassando la falce e indietreggiando) Voi!
Prima damigella: Allinizio dei tempi, ti fu concesso di mietere ad occhi bendati.
A met dei tempi, hai dovuto frenare la falce davanti agli eroi, sulle cui corazze perdesti spesso il filo della tua compagna. Adesso che il tempo rincorre se stesso e affama la vita in ogni essere, hai ripreso a dar colpi alla cieca.
Non hai dunque scorto il segno delezione sulla fronte di questo ragazzo?
Morte: Dal giorno in cui un uomo mi vinse, lo strenuo sforzo pieg la mia vista. Quel giorno le ossa del mondo dei morti furono scosse dalla vita e piansero un coro assurdo di rinascita; nella mia fredda e dolce aura mortale sinsinu un calore che stava per cambiare la mia natura. Fu come un avvertimento. Da allora ci siamo incontrate tante volte; spero esser perdonata dalla vostra amata regina. Sono vecchia e stanca, e sempre pi segnati sfuggono alla mia falce.
Prima damigella: Alla tua falce oggi concesso pur sempre un colpo. Ma... (indica la seconda damigella che affonda la lancia nel serpente)l...
Recidi, dunque, la vita del mostro, e che essa sprofondi gi negli abissi.
(La morte afferra nellaria la vita del serpente e dopo essersi inchinata alle dame, va.
La seguono dopo un p le tre dame. Tamino si sveglia: osserva la faretra vuota, larco, il serpente morto; si stropiccia gli occhi e saccerta desser vivo).
Tamino: Sono vivo, non un sogno.
Quale sovrumano potere mi ha salvato da quel mostro che qui giace ai miei piedi?
A chi devo la vita?
(Guarda intorno nella speranza di scorgere il suo salvatore.
Si odono le cinque note del flauto di Pan che annunciano larrivo di Papageno, luccellatore.
Entra Papageno, che ignaro di Tamino, con una rete caccia gli uccelli della foresta, che poi mette in una gabbia. Tamino con la punta dellarco gli bussa su una spalla. Papageno si volta).
Papageno: Chi sei tu, ragazzo; che fai mai in questi strani luoghi?
Tamino: Strani davvero, amico mio.
Dopo aver girato in lungo e in largo tutte le terre del mio Regale padre, posso affermare con certezza che sei lessere pi buffo che abbia mai incontrato; Chi sei?
Papageno: Sono Papageno, luccellatore. Con la mia allegria, con la mia contentezza, riesco a fischiare in modo talmente perfetto da attrarre lattenzione di ogni specie di uccelli.
Questa vallata il mio mondo e vi caccio tutto lanno.
Il canto degli uccelletti che riesco a mettere in gabbia, unendosi al fischio mio, fa s che altri accorrano.
Eh..., fosse cos pure con le donne: ne metterei. (porta la mano sul cuore)... in gabbia una dozzina e poi mille altre verrebbero.
Tamino: Tu parli di donne, ma pi ti guardo e pi nutro dubbi sulla tua natura: la figura, il passo, le piume (gli si avvicina e sta per toccarlo).
Papageno: Il passo, le piume... (minacciandolo col pugno chiuso) magari sarei uno sciocco pennuto, Eh? (ancora col pugno) Bada ragazzo, attento a te. In queste mie mani nascosta una forza di gigante (stringe entrambe i pugni).
Tamino: (Osserva prima il serpente, poi Papageno, e poi di nuovo il serpente)
Oh no, amico, ti prego di perdonarmi. Il tuo insolito aspetto per un p mha fatto dimenticare i pericoli da cui mha tratto una mano benevola. (Si guarda intorno) in questo luogo non altri che tu ed io: non puoi che essere stato tu a liberarmi da quel mostro.
(Papageno osserva lanimale morto)
Dimmi infine se stato il tuo braccio a finirlo. Se io ti devo la vita.
(Papageno studia la situazione, tace)
Oltre che forte sei dunque modesto, tu, strano uccellatore.
Papageno: Ebbene s: morto di mia mano
(Una musica annuncia larrivo delle tre dame)
Papageno: Per mille rondini, eccole che arrivano!
Tamino: Chi arriva?
Papageno: Le tre dame. Ogni giorno mi raggiungono ed in cambio degli uccelletti catturati mi offrono vino, fichi e ciambelle. Poi consegnano i pennutelli allAstrofiammante regina della notte. Ma quando le vedo a quel modo non portano nulla di buono... proprio nulla.
Dame: Papageno!
Papageno: Eccovi servite mie care dame.
(Mostra le prede nella gabbia. Le dame gli strappano la gabbia, e poi adirate)
Dame: Oggi, tre doni speciali ti manda lAstrifiammante regina (porgono i doni)
Papageno: (li osserva) Ma vedo solo acqua e pietre!
Dame: E non tutto (gli tappano la bocca con un ciuccio) questo il terzo dono.
Papageno: E perch tali stranezze al posto di vino e ciambelle e fichi?
(Era riuscito a stapparsi. Lo ritappano)
Dame: Perch tu pi non menta (indicano il mostro. Quindi rivolgendosi a Tamino) Queste nostre punte hanno spento quel serpente per ordine dellAstrifiammante, non le menzogne di costui.
La nostra regina ti fa dono del volto di sua figlia: prendi.
(Gli lasciano il ritratto di Pamina e vanno.
Segue una mimata dinnamoramento da parte di Tamino per Pamina. Dopo di che ricompaiono le tre dame).
Dame: La Regina non perse un solo lampo dei tuoi occhi; non un solo palpito del tuo cuore sfugg al suo orecchio; il canto del tuo sangue tutto lud. Lamore in te accese una via che pochi conoscono, la tua felicit ha gi sposato la salvezza di sua figlia.
Perch sappi, o Tamino, che la tua vergine, nel giorno pi bello e luminoso dun mese di Maggio fu rapita da un tiranno.
(Si ode un tuono fortissimo che annuncia larrivo della regina della notte. Mentre Tamino mima vendetta col pugno in aria).
Ma ecco: la tremenda armonia precede la regina: lAstrifiammante a te giunge.
(Seduta su un trono la regina mima dolore mentre il narratore:)
Narratore: Le voci tremanti, i palpiti, i pianti, le vane difese, le strida, le offese, al cuore dintorno rimbombano ancora.
Allevia le pene, figliolo, di questa povera madre.
Ah, tiranno rapitore; ah, mostro vile...
Allevia, allevia le pene, figlio, di questa madre oppressa, infelice e sconsolata.
Va, e torna vincitore, gran ricompensa avrai.
(Canta il suo dolore e la sua sete di giustizia)
(Tamino si rivolge a Papageno)
Tamino: Dimmi amico mio, stato un sogno, oppure ho davvero visto e ascoltato lAstrifiammante regina della notte?
Ah, povera anima mia. Ascoltate voi tutti, Dei del cielo: lamore mio d forza a questa mano: io sapr morire per lei...
(Sta per andar via ma Papageno attira la sua attenzione)
Papageno: Hm! Hm! Hm! Hm! Hm! Hm!
Tamino: Perch mentire fratello mio? La menzogna costa cara.
Papageno: Hm! Hm! Hm! Hm! Hm! Hm!
Tamino: Si vedo, vedo, ma cosa posso io fare per te, se non aver piet.
Papageno: Hm! Hm! Hm! Hm! Hm! Hm!
(Entrano le tre dame)
Prima dama: La dea ti perdona e il labbro ti sprigiona, ma. mai pi mentire: amore e fede giammai ti mancheranno se la tua lingua pi non mentir.
(A Tamino)
A te invia la dea questo nobile dono (d un flauto), il cui magico suono sar tuo alleato durante la eroica impresa. Con esso potrai leggere nel pi profondo dellanimo umano e trasformare le meschine passioni: lanima pi fredda potrai scaldare; lanima pi ostile rabbonire.
(Papageno sta per andar via.)
Papageno: Addio mie belle dame, lunga vita alla regina nostra.
Dama: Tu... Papageno; sei ormai seguace del principe Tamino; con lui combatterei Sarastro.
Papageno: Ma troppo onore per me, e poi non ho le forze per combattere tal cuore di tigre. Io non voglio finire pasto per i suoi cani. Ringrazio dellonore offertomi dallAstrifiammante, vi riverisco, e...vado. Vado a campar tranquillo.
Dama: Questo dono Papageno. (gli si mettono davanti) per te. Il suono di esso procura allegria a chiunque lascolter. Quando sarai in difficolt, usalo e vincerai ogni ostacolo.
Papageno: Ed io potr suonarlo?
Dama: E tuo. (Ai due) adesso andate, lora.
Tamino: S, andiamo, ma...dove? come trovare il nostro nemico?
Dama: Verranno a voi dal cielo tre messaggeri alati. Essi vi indicheranno la strada: seguiteli. Adesso andate, e che lonore vi guidi, e lamore vi conservi.
(Vanno. Cambia scena. Papageno incontra Monostato: luno ha paura dellaltro e scappano entrambi.
Rimane Pamina da sola perch il moro che la teneva prigioniera s allontanato alla vista di Papageno.)
Pamina: Quando vi placherete, astri tiranni. Nel mio povero cuore non c pi posto per altro dolore, esso ne pieno. Trabocca daffanni il povero cuore di Pamina ed anela alla pace.
Quando, quando vi placherete o tiranni! Pamina ha toccato il cuore di ogni dolore, e centuplicate sono le sue angosce. Placatevi stelle; siatemi un attimo amiche, il tempo dun solo respiro, una piccola fiamma di candela in una notte infinita, una sola sillaba di vita in questo mare di oscuro silenzio, una sola carezza che allenti un istante le mille percosse subite.
Placatevi amiche, ed io vi perdoner allistante.
(Si odono le cinque note del flauto di pan, entra in scena Papageno.)
Papageno: Il tuo aspetto principesco, mia giovane signora. Io cerco per lappunto una principessa, e voglia il cielo che tu sia quella che cerco: la figlia della Astrifiammante regina della notte.
(Pamina fa un gesto di ringraziamento alle stelle.)
Pamina: Colei che cerchi sono io, ma chi sei tu, e chi ti manda e perch?
Papageno: Sono Papageno, uccellatore e servitore della regina tua madre. Ma permettetimi, graziosa fanciulla, di accertare lidentit tua.
(Tira fuori il ritratto lo osserva e trae le conclusioni.)
S, sei proprio colei che cercavo e che ancora cerca il principe mio.
Pamina: Che principe.. e perch mi cerca.
Papageno: Eh, la storia un p complicata, ma eccotela in due parole: tua madre avendo visto nel mio principe la persona giusta per limpresa, gli ha consegnato questo tuo ritratto chiedendogli di ritrovarti e liberarti. Ma ecco che il mio signore... (fa una pausa)
Pamina: Ebbene...
Papageno: Ebbene...il mio signore...appena scorto il tuo dolce e grazioso visino stato acceso da un fuoco amoroso incontenibile, come se la perdita di tua madre fosse stata sua da sempre.
Oh, beato il Papageno che tal fiamma toccher, e che ...che stavo dicendo?
Pamina: Che questo giovane mi ama, e che viene a liberarmi. Ma se mi adora, come tu dici, perch non qui?
Papageno: Perch aspetta che tre divini fanciulli gli indichino la giusta via, ma intanto ha mandato me in avan-scoperta ed eccomi qua. Scappiamo dunque, via da questa prigione.
Pamina: (facendo una leggera resistenza) E se, voi non foste amico, ma nemico? (lo guarda negli occhi) Oh no, leggo nei tuoi occhi solo bene. Andiamo dunque.
Papageno: Ah, donne donne! Lamore l che laspetta, e tentenna. Fosse stata una bella Papagena ad aspettarmi, sarei volato via come una rondine. E invece no; Papageno, nonostante le tante dolcezze del suo cuore non riesce a trovare una sola Papagena.
Pamina: Comprendo la pena tua perch sposo non sei caro compagno.
Papageno: N sposo, n promesso, e il male cresce spesso a tale eccesso, che sopportarlo quasi pi non posso, e mentre passa il tempo, intanto passo.
Ah, essere soli al mondo un gran tormento mia principessa!
Pamina: E vero amico, lamore muove tutte le cose e d sapore alla vita; e quando amore unisce uomo e donna, donna e uomo Numi si fanno.
(Vanno)
(La nuova scena ci mostra tre templi, uno centrale e due laterali uniti al primo. Il centrale porta scritto in alta Sapienza, quello a destra Ragione, quello a sinistra Natura. Tre geni conducono Tamino.)
Tre geni: Questa la via, giovane principe, che alla meta ti porta, ma ricorda i nostri consigli: costanza, fede e silenzio. Con essi giungerai perch sono mezzo e via.
Tamino: (Mentre i geni vanno) Ma ditemi almeno se riuscir a liberare Pamina dalle mani del tiranno.
Tre geni: Lo chiedi invano, giovane principe. Ricorda: Costanza, Fede, Silenzio. Silenzio (scemando).
Tamino: Silenzio, fede, costanza. Essi, sono gi parte di me, perch li ho impressi nel cuore. Silenzio (si guarda intorno) silenzio, ma... dove mi trovo? Non vidi mai un luogo pi bello, par essere la casa degli dei. Un ordine perfetto qui regna e larte di casa. Operosit, prudenza, ed intelletto solo questi possono dar vita a tutto ci.
(Alza il pugno ai cielo) Il mio cuore pronto.
(Si dirige al tempio di destra sta per entrare, ma una voce gli dice:)
Voce: Indietro!
(Tamino si allontana e va alla porta di sinistra)
Voce: Indietro!
(Va alla porta centrale e bussa. Esce un vecchio sacerdote)
Sacerdote: Che vuoi tu qui, straniero? Che cerchi in questo tempio?
Tamino: Io cerco virt e amore, signore.
Sacerdote: La tua ricerca nobile, ragazzo, ma ci che muove i tuoi passi lodio e ci che ti guida la vendetta.
Tamino: Non posso negarlo, ma questi sentimenti son diretti contro un empio.
Sacerdote: E puoi provarmi ci che dici?
Tamino: Non forse sufficiente il crudele rapimento di Pamina da parte di colui che qui regna, Sarastro? che ha lacerato il cuore di una povera madre?
Sacerdote: E tu hai creduto a un pianto di donna? Alle umide parole di quella regina?
S, egli ha davvero rapito Pamina, ma io non posso svelartene il vero motivo. Posso solo dirti che la tua giovane met viva ed qui.
(Il vecchio sta per andarsene)
Tamino: Il mio occhio non riesce ancora a veder chiaro, dimmi vecchio, quando cadr il velo che mimpedisce di scorgere la luce?
Sacerdote: Solo quando la mano dellamicizia ti guider alleterno legame, e questo accadr oggi o mai pi.
Tamino: Grazie agli Dei Pamina dunque, viva
(Tamino mima una felicit incontenibile dopo aver suonato il suo flauto.)
Narratore: La tua felicit, Tamino grande, perch senti in te viva la tua met e tu suoni, suoni il flauto magico che fa innamorare e muovere animali buoni e belve crudeli.
Tutti a seguire le divine note del prezioso dono, tutti a venirti accanto, tutti, tranne Pamina.
Suona, suona pi forte, forse ella ti ascolta.
(Si sente il flauto di Papageno.)
Tamino: Ma .... questo il suono di Papageno.
(Si chiude la porta del tempio e Tamino rimane fuori, mentre giungono Pamina e Papageno, Tamino corre dalla parte opposta e non si incontrano.
Intanto arriva Monostato, il moro capo degli schiavi e sta per riprendere la fuggitiva, ma Papageno suona il suo strumento magico, i campanelli, al cui suono il moro canta e danza allegramente.
Dopo un p una musica trionfale annuncia larrivo di Sarastro su un carro trainato da leoni.)
Papageno: O santi numi, arriva il tiranno!
Pamina: Poveri noi, povera me. (Singinocchia a Sarastro.)
S vero ho cercato di fuggire, signore, ma lho fatto solo perch Monostato, capo dei tuoi schiavi, mi ha insidiata.
Sarastro: Io so tutto di te figliola mia: del tuo puro amore per Tamino, della tua forza nel respingere gli attacchi dei bassi istinti del moro; e so anche del tuo dolore per il mio trattenerti qui. Ma sappi che ci accade perch il cielo mi vieta di lasciarti andare a tua madre.
Tu sei qui per la tua felicit, anche s duro credervi.
(Arriva Monostato conducendo prigioniero Tamino. Per la prima volta Tamino e Pamina si incontrano una lenta mimata li vede avvicinare e abbracciarsi.
Monostato separa i due giovani spiega mimando, che Tamino con laiuto di Papageno ha tentato di rapire Pamina).
Sarastro: Ordino e voglio che cos sia: venga allontanato Monostato per avere egli osato insidiare la principessa. Quanto a Tamino e Papageno, vengano essi accompagnati nel tempio delle prove, affinch siano purificati prima della cerimonia di iniziazione.
(Un colpo di piattini annuncia la fine del primo atto sulla voce del narratore:)
Narratore: Quando virt e giustizia ricoprono di gloria il gran sentiero, la terra come il regno dei cieli ed i mortali son simili agli Dei.
(Su musica di Mozart - coro - cala il sipario sul primo atto).
Atto 2
(Sarastro e i sacerdoti entrano e prendono posto sui seggi nella foresta. Piramide al centro. Quando tutti son seduti Sarastro inizia il suo discorso).
Sarastro: Sacerdoti e ministri del tempio della sapienza e servitori di Iside ed Osiride.
Il motivo che oggi ci vede qui riuniti allieta i nostri cuori: un principe eletto vaga nella parte boreale del tempio, spinto dallardente desiderio di squarciare il velo delle tenebre e veder la luce. Coloro il cui occhio vede tal luce sono anime eccelse, che la nostra dea Isis ha scelto e che in virt ripaga dopo aspri cimenti.
Il cuore di questo giovane va sostenuto e la piet ci prescrive di guidarne gli incerti passi.
Un sacerdote: Vedesti in lui costanza, o mio sovrano? Riserbo?
Altro sacerdote: Sa egli tacere?
Altro sacerdote: Ha imparato a frenare i sensi?
Altro sacerdote: E mosso da amore e affetto pel prossimo?
Sarastro: Egli ardente e spinto damore, puro di cuore, egli sa ed ha imparato tutto questo.
La notte sta per essere spazzata come nebbia leggera ai raggi del sole, poich lalba savanza: Tamino (pausa) custodir insieme con noi il segreto del tempio. Dal cielo, a lui destinata Pamina; che io staccai dalla madre per ordine divino. Sia dunque Tamino erede delle virt del tempio.
Sacerdote: Perdona lardire o mio re: e se nellardua lotta, il giovane venisse sopraffatto per poca volont o forza? Egli alla fine solo un principe.
Sarastro: E pi che un principe: un uomo.
Sacerdote: E se venisse falciato dalla morte?
Sarastro: Allora non sarebbe pi nostro ed avrebbe raggiunto prima di noi tutta la meta. (si alza e con lui tutti). Che Tamino e il suo compagno siano condotti allingresso del tempio! (ad un sacerdote che gli si inchina davanti) Insegna loro a ben udire la voce degli Dei e seguirne i comandi; istruiscili sui loro doveri verso lumanit.
(Sarastro invoca gli dei Iside e Osiride)
Narratore: O Iside ed Osiride concedete saggezza e valore ai due aspiranti, che nessuna ombra derrore li lusinghi.
Ricompensate la loro audacia, concedendo loro il meritato asilo presso di voi.
(Musica O Isis und Osiridis. Escono Sarastro e i sacerdoti.
Altra scena che vede Tamino e Papageno con un sacerdote, il quale toglie loro le bende dagli occhi.)
Tamino: (E quasi buio totale) Papageno ... sei qua? mi segui?
Papageno: Son qua, son qua, dietro di voi.
Tamino: Riesci a veder qualcosa?
Papageno: Non sono mica un gatto, signor mio.
Vedere, non vedo niente. Sentire invece, ecco sento daver tanta paura.
Qui signor mio, si mette male, mi sento venire una febbretta
Tamino: Ma insomma, smettila di tremare come una donnicciola!
(Un tuono fortissimo)
Papageno: Come faccio a smettere di tremare in simili casi?
(Si ode la voce di un sacerdote)
Sacerdote: Cosa cercate dentro queste mura; qual desiderio, stranieri, ha mosso i vostri passi?
Tamino: Saggezza e amore anche a costo della vita. Nessuna paura mi frener. Io voglio sposare la donna che amo.
Sacerdote: Capisco. E tu? (a Papageno)
Papageno: Tutto quello che desidero, signore, solo di dormir mangiare e bere, ma se avessi accanto a me la mia donnetta la cosa sarebbe assai perfetta.
Sacerdote: E inutile sperare in una donna se prima non ti cimenti. La nostra legge che devi affrontar la morte
Papageno: E della mia consorte?
Sacerdote: Ti prometto che incontrerai una bella giovine che si chiama Papagena, ma a patto che tu riesca a vincere nella prova del silenzio. Sei daccordo?
Papageno: Son daccordo si, ma... posso vederla?
Sacerdote: S, la vedrai, ma non ti concesso di parlarle. Giura su questa spada.
Papageno: Giuriamo! (con pena)
Sacerdote: (A Tamino) La tua prova del silenzio la rispetterai con chiunque, anche con la tua amata, come Papageno la rispetter con la sua. Molti caddero su questa prima prova, siate forti e fuggite ogni belt fallace.
(La scena si rif oscura al buio si odono le voci delle tre damigelle che tentano Tamino.)
Damigella: (Non viste; parla il narratore)
La vostra sorte ormai segnata: falsa virt procura morte. Ahim ragazzo, sei approdato su una spiaggia ove regna terrore e falsit. Per fortuna lAstrifiammante regina della notte gi qui. Oramai da lei potrai sperare solo piet, principe audace.
Papageno: Signore ho paura.
Tamino: SSSSST! (si ripete un p di volte)
(Si ripresenta il sacerdote.)
Sacerdote: Giovane valoroso, il cielo sorride alle grandi anime. Hai superato la prima prova, ma ti rimane ancora assai da soffrire e ci vale anche per te (a Papageno).
Papageno: Ma che bisogno c di tanti allarmi per veder se son buono a maritarmi: se il cielo mha destinato Papagena, che tutto vada in porto senza pena.
Sacerdote: Seguici e taci figliolo, e sappi questo: il piacere conquistato assai pi dolce dun piacere ritrovato.
(Monostato, che ha gi subito la punizione, scorge Pamina e per la seconda volta vorrebbe insidiarla.
Ha luogo una mimata in tal senso mentre il sottofondo musicale quello dellaria Alles Fuhlt der liebe freuden: ognuno sente le gioie dellamore.
Alla fine dellaria e della mimata alcuni tuoni annunciano la venuta della Astrifiammante regina della notte che capisce subito quello che il moro sta per fare alla figlia.)
Regina notte: Fermo sciagurato! Via di qua!
(Monostato si nasconde e spia le due, intanto Pamina s ridestata)
Pamina: Questa voce, io la conosco (ancora non la ha vista e chiama) madre! (poi la vede, le corre incontro e la richiama) madre mia! Sapessi quanto ho sofferto lontano da te. Adesso per sei qui e non mi lascerai mai pi. Oh, madre, proteggimi ti prego!
Regina notte: Proteggerti pi non m concesso, figlia mia, perch ti vedo ancora schiava in questi luoghi, sicuramente fall nella sua impresa il principe che a te mandai in soccorso. Dov egli, che fa?
Pamina: E stato iniziato, per sua libera scelta, ai misteri di Iside qui da Sarastro.
(La regina si alza e drammatizza la scena.)
Regina: Oh misera figlia! misera figlia mia!
Pamina: Oh, Dei del cielo! Perch mai misera me, madre mia?
Regina: Io ti perdo, e ti perdo per sempre.
Pamina: Ma adesso ci sei tu qui con me, ed io andr sicura laddove tu guiderai i miei passi.
Regina: No, (con rabbia e dolore), no figlia mia. Ben altro ora potr salvarti. Da sola cos nulla potr per te, perch il potere mio mor con tuo padre.
Pamina: Ma tu sei una Dea, madre mia.
Regina: Un doloroso segreto ho da svelarti, cara. Morendo, tuo padre, mio sposo, per sua volont ha donato ogni potere a questi empi che ti trattengono. Invano io lo supplicai di non farlo, invano piansi e mi opposi alle sue ultime volont.
Adesso i segni di quel potere puoi scorgerli nel petto di Sarastro, in quella terribile fiamma a sette raggi.
Pamina: Ma allora non ho pi alcuna speranza di essere liberata; sar costretta a rimanere qui per sempre contro la mia volont?
Regina: No, una speranza rimasta da nutrire, ma il resto dipende da te.
Pamina: Da me? e che posso io fare poverina?
Regina: Prima che spunti lalba, se il principe non fuggir con te da questi luoghi, per sempre lo perderai.
Pamina: Ma questo impossibile madre mia: egli non verr meno al giuramento fatto, e serber la fede in Iside. Non posso dunque amare un ministro isideo? Egli il mio bene.
Regina: Tuo bene (si allontana) chi ti congiunge ai miei pi crudeli nemici?
Pamina: Ma perch mai nemici, o madre, se di essi il padre mio spesso ammir lintelletto, e i pregi?
Regina: Tu, dunque, indegna, osi elogiare il tiranno?
Pamina: Ma alla fine, Sarastro
Regina: Sarastro tha rapita e tha fatto soffrire; Sarastro ha sedotto il tuo Tamino; Sarastro ti fa solo male, egli ti nemico.
Non ti basta tutto questo, eh!
(Pamina abbassa la testa)
Adesso ascolta. (tira fuori un pugnale dalle vesti) Con questa lama tu finirai, gli strapperai dal petto il segno del potere e lo porterai a me; io taccoglier, e Tamino sar tuo per sempre.
Pamina: Ma quello che proponete, madre, orribile. Come posso io fare una tal cosa?
Regina: Nel petto minfuriano le potenze dellinferno (alza le mani al cielo). Strappi al nemico Pamina il cuore. Se il mio nemico mortale non muore, ella non mi pi figlia. Ascolta o cielo i miei voti (a Pamina): sii crudele o avrai da temere il furor mio.
Pamina: Ah voto orrendo! perch madre mia s terribili parole levasti al cielo. Macchiarmi le mani di sangue innocente o perdere per sempre mia madre.
(Si fa vedere Monostato che stava a spiare, toglie il pugnale a Pamina e mima ci che il narratore dir:)
Narratore: Attenta a te Pamina! Il vile Monostato ti intimer di nulla raccontare a Sarastro, se non vuoi che egli uccida tua madre di cui sa il nascondiglio, e se vuoi salvarti; e per tutto ci chieder un prezzo; il tuo amore.
Amore o morte: scegli, Pamina. (Pamina offre il petto alla morte. Arriva Sarastro).
Sarastro: Indietro, vile! via di qua, e non comparire pi agli occhi miei.
Pamina: Perdona i terribili affanni di una misera madre, signore. Ella perde una figlia per sempre. Gli sono sottratta.
Sarastro: E il cielo, figlia mia, che a lei ti toglie.
Nei sotterranei di questo sacro tempio essa affila armi e prepara guerra, ma non muover un dito contro di lei, nonostante stia profanando il nostro tempio. Se Tamino torner vincitore dalla sua impresa, se tu gli andrai in isposa e felici sarete, Sarastro sar vendicato, perch, in questi luoghi nessuno sdegno avvampa o dimora, n colpa alcuna offenderci pu.
Qui gli errori vengono perdonati per piet.
E questo, cara, un luogo di pace, dove non alberga menzogna e dove ci si spartisce affanni e dolori.
Fino a che, un giorno, non ritorniamo al seno di Osiride.
(Vanno)
(Altra scena: due panche, una a destra e laltra di fronte ad essa. Entrano Tamino e Papageno.
Un sacerdote che non compare:)
Sacerdote: Da qui in avanti sarete soli, nessuno pi vaccompagner lungo la via. Pi in l, appena udrete lo squillo di tromba vi dirigerete nel luogo da cui esso proviene, e ricordate: le vostre labbra siano ancor pi serrate del sacro silenzio.
Tacete, o accenderete lo sdegno degli Dei! (Tamino e Papageno si guardano intorno)
Papageno: Tamino.
Tamino: SSSSSSSSSST!
Papageno: Ma possiamo pur parlare fra di noi.
Tamino: SSSSSSSSST
Papageno: Colle donne va bene tacere, ma fra noi.
(Tamino perde la pazienza.)
Tamino: (Si alza) SSSSSSST.
Papageno: (Allargando le braccia come a dire non vuoi parlare, bene.)
Va bene, va bene: parler ... con me....
Quantera bello uccellare nei boschi (sottofondo di canzone di Papageno). Certo il vino sarebbe stato meglio, ma un bicchiere dacqua potevano pur darcelo quei signori. Mi si seccata la gola.
(Appare una vecchia con un bicchiere colmo dacqua. Papageno la osserva attentamente porgere lacqua.)
Papageno: Lo portate per me?
Vecchia: Per te, tesoro.
Papageno: E ditemi: tutti i vostri ospiti li trattate cos?
Vecchia: Proprio cos, cuore mio.
Papageno: Non attirate certo grandi folle.
Vecchia: Proprio no, anima mia.
(Tamino gli fa cenno di tacere)
Papageno: (A Tamino) Non preoccuparti: con lei posso parlare non pi donna! (alla vecchia)
Mia buona vecchietta, accomodatevi, sedete qui accanto a me posso chiedervi quanti anni avete?
Vecchia: Certo caro: diciotto anni e due minuti.
(Papageno ride divertito ma frenato.)
Papageno: Ma vista let, avrete avrai pure un amante.
Vecchia: Certo che s.
Papageno: E. fresco det. Come te?
Vecchia: Ha giusto dieci anni pi di me.
Papageno: Un amore fresco e tenero davvero. E dimmi ancora, quale il suo nome?
Vecchia: Papageno!
Papageno: (sorpreso) O bella, e dove di grazia?
Vecchia: Qui amore mio.
(Sta per accarezzarlo. Papageno fa un balzo indietro.)
Papageno: Io tuo amante?
Vecchia: Tu.
Papageno: Chi sei tu?
Vecchia: Io sono.
(Un tuono e scompare la vecchia . Tamino si alza e lo ammonisce)
Papageno: Campassi centanni, non aprir pi bocca!
(Musica dei tre geni che non compaiono sulla scena. Essi da dietro una quinta porgeranno a Tamino il suo flauto magico, e a Papageno i suoi campanelli. Porgono anche delle vivande che Papageno subito addenta.)
Papageno: Oh finalmente, cos va molto meglio (a Tamino). Eh, non mangiamo? (Tamino suona il suo flauto) Bravo, suona pure il tuo strumento, mentre io faccio suonare i denti (mangia) che delizia, che diletto! (passa al vino) beh, sentiamo un po il trinchetto un nettare, nettare divino.
(Al suono del flauto giunge Pamina.)
Pamina: Quel suono dunque non mi ha ingannata. Grazie al cielo tho ritrovato .... (Tamino rimane impassibile) Perch non parli? perch tanta mestizia?
(Tamino fa cenno a Pamina di andare)
Pamina: (A Papageno) Dimmi amico mio, che succede, perch questo silenzio!
Papageno: GNM! Gnm! Gnm! (con la bocca piena non pu rispondere ed anche lui le fa cenno di andar via).
Pamina: (A Tamino) Il mio pianto dunque non tocca il tuo cuore?
Le mie lacrime ti infastidiscono al punto da cacciarmi via?
Ancora affanni su questa mia misera anima, che vedendoti, avea pensato trovar la pace? Quale ultima speranza posso io nutrire ancora se non quella di porre fine sempre a questo mio penoso amore! (va)
Papageno: (finisce di ingoiare un boccone) Adesso ditemi se non sono un vero uomo che sa tacere al momento giusto (alza il bicchiere) al cuoco e al cantiniere!
(Si odono squilli di tromba entra Sarastro.)
(Musica con coro)
Sarastro: Ragazzo la saggezza ti porge unaltra vita: il sacro rito pronto, ti rimangono da superare le ultime due prove. Gli Dei siano con te in virt e amore.
(toglie il velo a Tamino) Venga qui condotta Pamina.
(Entra, velata, Pamina).
Pamina: In quale profondo silenzio mi si conduce? Tutto silenzio.
Nessun suono che mi indichi lamato mio.
Sarastro: Colui che tu ami, qui ti attende per recarti lestremo saluto.
(Viene tolto il velo a Pamina.)
Pamina: Perch saluto, e perch estremo? Va dunque cos spento un amore.
Esso innocente e puro,chi pu voler questo e perch?
(Tamino e Pamina si anelano a distanza in una sorta di girotondo, come se qualcosa impedisse loro
di abbracciarsi. Pamina non sa pi trattenersi e corre verso Tamino per abbracciarlo. Tamino mette la mano spalancata davanti a Pamina per impedirglielo.)
Tamino: No
Sarastro: No, Pamina, volere degli Dei che Tamino vada. Egli ti fedele, ma il volere del cielo legge, anche a costo della vita.
Pamina: Crudele legge questa, o mi sovrano; io ... (vorrebbe abbracciare Tamino, ma ancora una volta il principe dolcemente ma con fermezza la respinge.)
Sarastro: Lora giunta, bene che tu vada, principe. Serbi il cuor tuo il solo andare.
(a Pamina, mentre Tamino va,) Mentre in cuor tuo, rimanga, lintatto amore.
(vanno)
(Pamina si dispera indicando e rincorrendo il perduto amore con la mano protesa. Poi va pure lei.)
(Entra in scena, stanchissimo, Papageno e vede un sacerdote.)
Papageno: Grazie al cielo vho incontrato. Avete visto il principe mio Tamino? Non sono riuscito a stargli dietro: correva come un cervo ... ahi le mie povere gambe ... ditemi buon uomo, avreste da darmi del buon vino? (il sacerdote, che non parler, ma mimer soltanto, rimane impassibile) Ho secche le labbra, sono stanco (supplica Papageno).
(Alla seconda richiesta, il sacerdote, magicamente, gli fa pervenire una bottiglia di vino, o una coppa grande anzi esageratamente grande.)
(Si ode la voce del narratore:)
Narratore: (Mentre Papageno finisce di bere) Le pi profonde viscere della terra reclamano a gran voce le tue carni e lanima tua rozzo individuo; come potrai mai assaporare le gioie e le estasi delliniziato ai misteri, se abbandoni il cuore tuo a simili desideri?
(Papageno parla alla voce dirigendo il suo sguardo in alto un p qua e un p l).
Papageno: E giusto, hai ragione, ma adesso amico mio, che il vino lentamente si stende nelle vene, adesso amico mio, nelle vene, un canto spumeggiante euforico e piccante, mi rende assai felice di ... dimi sento assai contento, perch... per via di.... s mi sento innamorato e il cuore canta ahim per unamante che ancora qui non c (si dispera).
(Entra la vecchia che sar Papagena dopo.)
(Papageno dapprima contrariato per larrivo di una vecchia anzich di una giovane. Segue una mimata: la vecchia cerca di sedurlo e Papageno si rifiuta.
Alla fine luccellatore si inginocchia e mira in maniera goffa leterno amore giurato.
A questo punto la vecchia toglie via la maschera e si mostra quale bella giovane.)
Papageno: Papagena! (e sta per abbracciarla, ma il sacerdote interviene e lo ammonisce mimando mentre il narratore ...)
Narratore: Indietro temerario. (a Papagena) E tu vai via; egli ancor non degno di esserti sposo. (Papagena va).
(Papageno vorrebbe seguirla, ma il sacerdote lo prende per il colletto e indicando il cielo:)
Narratore: Lira degli dei si abbatte su di te.
(Si odono tuoni, Papageno si accuccia al suolo e poi piano piano va.
(Entra Pamina con il pugnale, datole dalla madre, in mano. Prima lo contempla e piano piano mima il tentativo del suicidio. Quando alla fine appoggia il pugnale sul petto intervengono i tre geni -musica di sottofondo - e la dissuadono. In luogo della mimata, Pamina potrebbe recitare un monologo:)
Pamina: Il dolore vorrebbe conquistare tutti gli spazi del cuore, amico mio (al pugnale), ha gi riposto in un cantuccio tutto il mio amore, che, come un fiore calpestato, costretto dallimmane peso, si sente soffocare. Tu, o mio compagno, aprirai questo cuore, perch il suo profumo conquisti tutto lo spazio e giunga infine l dove gli fu impedito di posarsi e riposare. Togli di mezzo ogni affanno, e lava nel sangue mio tutto lodio di mia madre per quel saggio vecchio.
Narratore: NO! no Pamina. Dal tuo cuore presto fuggir ogni dolore, perch, arricchito di ogni virt il tuo compagno gi viene verso di te.
Pamina: (Guardando in aria di qua e di l.) Voi, graziosi geni!
La vostra voce non mente, e le vostre parole, come un dolce balsamo, sgridando i miei dolori, li hanno messi in fuga come ladri scoperti in un giardino di fiori; e, mentre essi scappano, le vostre parole si cangiano; diventano pioggia fine, sottile, rinfrescante, e infine un venticello che asciuga ogni piaga.
Ma ditemi o geni, perch allora il mio diletto tacque alle suppliche mie? Perch evit il mio amorevole sguardo? Perch mi fugg?
Narratore: (Mentre Pamina guarda qui e l in cielo) Il giorno sta per vincere la notte, la luce sta per spazzare via ogni tenebra, la saggezza sta per trionfare sullignoranza. Per ora sappi solo questo, graziosa fanciulla: il principe Tamino non ha mai smesso di amarti, e la sua virt lo ha guidato anche quando i suoi occhi evitavano i tuoi.
Adesso seguici, andremo in cerca di lui. (Escono).
Lamore pi forte di ogni cosa se vero amore.
(Siamo alle prove dellacqua e del fuoco. Scena con, da una parte, simboli acquosi e dallaltra fuoco. Due sacerdoti introducono Tamino e gli leggono - in effetti srotoleranno un rotolo e mimeranno ci che il narratore dir liscrizione della piramide).
Narratore: Leroe che avanza per tal sentiero
tocca gli aspetti dellinfinito;
dietro ogni cosa vi scorge il vero,
con la virt che gli ha fornito:
forte VOLERE
eroico OSARE
vero SAPERE
saldo TACERE. (pausa)
Terra a limare
acqua a passare
aria a suonare
fuoco a brillare
Morte a morire!
(Musica drammatica: entra la Morte).
Narratore: Ecco la morte, colei che mai pi potr separarti dalla tua Pamina, perch una donna che non teme n notte n morte degna di rimanere nel tempio (entra Pamina e si abbracciano).
Tamino: Queste, amore mio, sono le porte che dovremo attraversare. Pericoli ed insidie ci attendono.
Pamina: Lamore guider me, io guider te, amore (lo prende per mano). Hai con te il flauto magico?
Tamino: Eccolo.
Pamina: Suonalo dunque, perch esso protegger il nostro cammino (lo prende in mano lo osserva), il mio vecchio amato padre lo ricav dalle profonde radici di una quercia secolare, durante una magica ora mentre una terribile tempesta imperversava con tuoni e fulmini.
Cavalchiamo il potente suono e attraversiamo le oscure braccia della morte.
(Una tenda, un velo, un paravento, o altro, li inghiotte per poi ripresentarli vincitori)
Tamino: Il cuore .... senti?
Pamina: E un fuoco sacro, lo sento; con esso, chi sa morire, vive. Adesso dobbiamo lottare contro limpeto delle acque; che questo magico suono ci protegga!
(Altra prova, lultima, o, se si decide di invertirle, la penultima. Finita la prova si trovano davanti al tempio di Iside e Osiride, un coro di sacerdoti:)
Narratore: La vostra virt vi corona (vengono incoronati). Entrate nel tempio e compite lopera arcana.
(Cambia scena. Papageno sconsolato si appoggia un p qua e un p l, passeggia si siede ma...rimane sconsolato. Alza le braccia al cielo, come per dire: perch devo rimaner solo! Abbraccia laria, ecc. Improvvisamente si ricorda dei campanelli magici: li suona tre volte e (sotto il duetto cantato)
Papageno e Papagena finalmente si incontrano e gioiscono per un po.
Poi vanno, mentre si odono dei tuoni e una musica terrorizzante: arrivano lAstrifiammante, Monostato e le tre damigelle; i personaggi confabulando tramano. Musica trionfale: arriva Sarastro seguito da Tamino e Pamina.)
Narratore: La notte sta per essere sconfitta dal Sole.
LAstrifiammante e il suo seguito, accecati dalla luce (si coprono il viso). Il loro grido un coro disperato: la notte eterna sta per inghiottirci! mentre la luce rende omaggio alla .... LUCE.
(Sarastro e i due ragazzi si inchinano al pubblico).
FINE
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