Il furto del secolo

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Dramma giallo in due tempi

di FRANCO ROBERTO

Personaggi

VICTOR POWER, scienziato (minimo anni 50)

SYLVIA HOLDEN, suo aiuto (minimo anni 25)

EDGAR TURNER, suo segretario (minimo anni 25)

JOHN DOUGLAS, tenente di polizia (minimo anni 40)

DAN WILDE, sergente di polizia (minimo anni 30)

BOB MAS0N, giornalista (minimo anni 25)

GLENDA CROSBY, assistente di Power (minimo anni 30)

RUDY ROGER, agente di polizia (minimo anni 20)

LOUIS COLMAN, agente della "scientifica" (minimo anni 20)

HELEN MINIVER, operatrice del computer (minimo anni 18)

000

Ai nostri giorni, nel "Centro Spaziale" di Bower Big.

Il furto dei documenti segreti avviene in presenza degli spettatori, i quali potranno collaborare per scoprire chi è la persona che tradisce e che fa la "superspia" nel "Centro Spaziale".


LA SCENA    (fissa per i due tempi)

Uno studio moderno.

Una porta a destra. Al fondo una piccola arcata (o comunque un passaggio senza la porta) oltre la quale si vede la parete di un corridoio.

Sul muro di destra dell'arcata, visibile al pubblico, un interruttore moderno a cellula (realizzabile teatralmente con un semplice rettangolo di carta nera cm. 4 altezza x 2 base, incollato sopra un cartoncino bianco cm. 6 altezza x 4 base) che si comanda passandogli una mano davanti.

La luce elettrica diffusa che illumina la scena si immagina che provenga dal soffitto luminoso, che ovviamente non si vede,

I MOBILI

A sinistra una scrivania, su cui c'è una lampada da tavolo, un apparecchio telefonico e il necessario per scrivere.

A destra un tavolino, un divano, alcune sedie e poltrone.

Eventuali altri mobili (per esempio uno scaffale con libri) non sono indispensabili allo svolgimento dell'azione, ma arricchiranno la scena.

FABBISOGNO SCENICO

Primo tempo _ rivoltella e lampada tascabile per WILDE e ROGER
chewing gum, borsa cuoio, macchina fotografica e bretelle per COLMAN

___________ bottone di camicia e due chiavi per COLMAN

___________ chiave per POWER

___________ chiave per HOLDEN

___________ rivoltella per DOUGLAS

___________ cartoccio fatto con carta velina contenente residui di carta bruciata per MASON

___________ chiave per MASON

___________ taccuino e penna a sfera per WILDE.

Secondo tempo giornale, per DOUGLAS

___________ foglio carta, taccuino, matita e mezzo francobollo per MASON

___________ rivoltella e lampada tascabile per WILDE e ROGER

___________ chiave per HOLDEN

___________ chewing gum, borsa cuoio e macchina fotografica per COLMAN

___________ rivoltella nel cassetto della scrivania –

___________ busta contenente foglio scritto e mezzo francobollo per WILDE

                        chiave per DOUGLAS.

AVVERTENZA: I diritti di rappresentazione di questo dramma sono tutelati dalla S.I.A.E. (Soc. It. Autori ed Editori)

PRIMO TEMPO

Quadro primo

Dall'istante in cui il sipario comincia ad aprirsi, sino a nuovo avviso, si sente il fischio acuto di una sirena poco lontana. La porta di destra è aperta. In palcoscenico non ci sono luci accese. Dall'esterno si sente un trambusto di persone, e alcune voci: "Sembra dallo studio del professor Power!" - "Attenzione! Potrebbe essere ancora là!" - "Fermi tutti!" - "Ecco il sergente Wilde!")

WILDE           (dall'esterno) Largo! Largo! Ritiratevi nelle vostre abitazioni. Vieni con me, Roger! (una pausa) Accidenti!... C'è l'interruttore spaccato.

(Sulla parete del corridoio si vedono i coni luminosi di due lampade tascabili. Dal fondo entra Wilde, seguito da Roger: entrambi impugnano con la mano destra una rivoltella, e con la sinistra una lampada. Con molta circospezione proiettano il cono di luce su tutte le pareti e in ogni angolo dello studio.)

WILDE           (sospira) Naturalmente non è stato qui ad aspettarci. (illumina con la lampada la porta di destra aperta, e indica verso l'esterno) Ed ecco la cassaforte aperta. Iiiih!... Questa sirena mi spacca i timpani!... Stacco il contatto.

(Esce a destra. Un momento, cessa il fischio della sirena. Wilde rientra da destra senza chiudere la porta, e distrattamente indirizza la lampada verso il fondo: nel cono di luce viene inquadrato il viso di Sylvia Holden, la quale sussulta e si protegge gli occhi col dorso di una mano)

WILDE           Oh,dottoressa Hblden. Mi scusi. (abbassa la lampada)

HOLDEN       Posso accendere la luce?

WILDE           Certo... se ci riuscirà.

HOLDEN       (passa una mano sull'interruttore a destra dell'arcata: si accende la luce diffusa) Ecco fatto. (E' una donna distinta, elegante, gentile, ma non ispira simpatia. e' l'aiuto del professor power. sorride, ironica) Non si stupisca, sergente. Evidentemente ha scordato che qui, a Bower Big, nel "Centro Spaziale", in ogni stabile l'impianto elettrico,è diviso in settori indipendenti l'uno dall'altro.

WILDE           (sergente di polizia in borghese, come l'agente Roger) Già... Per la verità non mi è passato neppure per l'anticamera del cervello. M'ha fatto subito un certo effetto vedere... (indica la porta di destra, verso l'esterno)

HOLDEN       (annuisce, calma) Capisco... Avverto immediatamente il professor Power. (S'avvicina alla scrivania s compone un numero di tre cifre sull'apparecchio telefonico. Una pausa) Pronto, professore... (pausa) Sì, purtroppo... L'aspetto qua, nel suo ufficio. (posa il ricevitore)

DOUGLAS    (Entra dal fondo. Tenente di polizia in borghese deciso, rude. Si ferma sulla soglia: dà uno sguardo intorno, quasi volesse afferrare la situazione, poi fissa Holden, la quale gli fa un lieve cenno di saluto col capo) Dottoressa...

(a Wilde) Quanto tempo è trascorso dall'istante in cui la sirena ha cominciato a fischiare, al momento in cui lei è entrato qui?

WILDE           (incerto) Dunque, tenente... Io ero all'angolo della settima strada... Mi sono messo a correre... (deciso) Non più d'un minuto, tenente. Ho trovato l'interruttore dell'ingresso rotto, e in questo ufficio buio assoluto.

DOUGLAS    Ha staccato lei il contatto dell'allarme?

WILDE           Sì.

DOUGLAS    Ha toccato altro?

WILDE           Non mi pare.

DOUGLAS    Ha visto qualcuno? Sentito rumori?

WILDE           No... No-no.

DOUGLAS    L'agente Roger (lo indica)  è  entrato qua con lei?

WILDE           Sì.

DOUGLAS    (a Roger) Dove si trovava quand'è squillato l'allarme?

ROGER          Ero di pattuglia nella terza strada. Appena ho sentito la sirena mi sono precipitato da questa parte. Sulla porta ho incontrato il sergente Wilde, e sono entrato con lui. E1 tutto.

DOUGLAS    Avverta Colman della scientifica di venire subito qui. Di corsa! E passando sotto dica a Barker di non lasciare entrare nessuno, senza il mio benestare. "Nes-su-no", capito? (Roger annuisce e si avvia verso il fondo, dove quasi si scontra con)

MASON         (Tipo sempre allegro, spiritoso, simpatico. E' l’addetto stampa, ovvero un giornalista, del "Centro Spaziale") Nemmeno io, tenente Douglas?

DOUGLAS    (seccato) Lei meno di tutti!

ROGER          (a Douglas, indicando Mason) Vuole che lo..."accompagni" fuori?

MASON         ((a Douglas) Lei sa perfettamente che se dicesse di sì a questo... (indica Roger) ..."diavoletto" tentatore, entro quarantott'ore avrebbe contro gran parte dell'opinione pubblica. Di quell' "opinione pubblica" che con le tasse paga tutte le spese di questo "Centro Spaziale", e quindi ha il diritto di essere continuamente, e "interamente", informata di che cosa accade dove si spendono i suoi soldi. Inoltre... tenga presente, tenente Douglas, che potrei esserle utile.

DOUGLAS    (maligno e testardo) Impossibile!

MASON         (sorride) Ha dimenticato, tenente?... Prima che a entrambi facessero l' "alto onore" di darci la cittadinanza... diciamo "spaziale", io lavoravo per il più grande quotidiano di New York, e lei... lei comandava la squadra omicidi più in gamba d'America. Andavamo d'accordo, allora. E insieme abbiamo risolto un paio di casi che avrebbero dato del filo da torcere anche a Sherlock Holmes. Quel delitto di Trinidad, per esempio; poi...

DOUGLAS    (interrompe) Basta così, Mason.

MASON         Come vuole.

DOUGLAS    (a Roger) Faccia quanto le ho detto. (Roger esce al fondo)

MASON         Buonasera, dottoressa Holden.

HOLDEN       (borbotta) ...sera.

MASON         Scusi se non l’ho salutata prima. E’ da molto tempo che è qui? Sa già cos'hanno rubato? Immagina che?...

DOUGLAS    (interrompe) Ehi! Ehi!... Intendiamoci bene, Mason: non le permetto di fare indagini per suo conto, e le proibisco di trasmettere - stia attento! - "con qualunque mezzo, ed a qualsiasi persona o agenzia stampa" la benché minima notizia riguardante quanto è accaduto.

MASON         E’ nel suo diritto, tenente. Ma...

DOUGLAS    (interrompe) Nessun "ma"! Lei è l’unico giornalista autorizzato a risiedere a Bower Big; a certe condizioni, naturalmente; prima fra tutte quella di sottoporre a censura le sue corrispondenze. Sbaglio?

MASON         Sì.

DOUGLAS    Eh?!?

MASON         Cioè: no. Però non vedo il motivo per...

DOUGLAS    (interrompe) Non importa! Dall’istante in cui ha fischiato la sirena d^allarme-è entrato automaticamente in funzione il piano d'emergenza "cappa-zeta".

MASON         (ironico) Interessante. Che significa?

DOUGLAS    Significa che nessun abitante della città, che ormai tutto il mondo chiama "Città Spaziale", potrà uscire dalla stessa, né comunicare con l'esterno, sino a nuovo ordine. E se le permetto di stare al mio fianco, e per uno scopo ben preciso.

MASON         Quale?

DOUGLAS    (sorride) Averla sott'occhio, controllare ogni suo passo e ogni sua mossa, per essere certo che non commetta qualche sciocchezza che potrebbe danneggiare l'intera nazione.

MASON         (incredulo) Euuuh!...

DOUGLAS    Presto capirà che non ho esagerato. Ed ora basta con le chiacchiere! Se vuole ancora rimanere, rimanga; se vuole andarsene...meglio !

MASON         (sorride) Rimango.

(Squillo del telefono. Da questo momento Mason si pone in disparte, e seguirà attentamente tutti i dialoghi)        

HOLDEN       (al telefono) Pronto... Sì... (porge il ricevitore a Douglas) Per lei.

DOUGLAS    (al telefono) Pronto... Certamente, Baker: lo lasci passar re. (posa il ricevitore) E’ il professor Power.

(Holden esce al fondo. A Wilde)

 

Lei, sergente, vada alla Centrale e si informi della situazione alle porte della città. Si sbrighi e torni a riferirmi.

WILDE           Sissignore.

(esce al fondo)

POWER          (Appare al fondo con Holden, è calmo, distinto, cortese con tutti; porta occhiali a stanghetta; zoppica leggermente e cammina appoggiandosi a un bastone. Si ferma sulla soglia della porta, ansante, affaticato; guarda la porta di destra con un’espressione di dolore, poi interroga Douglas con lo sguardo)

DOUGLAS    (annuisce e sospira) Pazzesco... (Power fa l’atto di avviarsi a destra) Aspetti, professore.

COLMAN      (Entra dal fondo. E’ un agente in borghese della polizia scientifica. Mastica continuamente, e rabbiosamente, chewing-gum. ha una borsa in mano, e una macchina fotografica a tracolla. Parla quasi sempre ad alta voce, e ride volentieri. A Douglas)

Salve, capo!

DOUGLAS    (seccato) Io sono il tenente Douglas.

COLMAN      (divertito) ...e "capo"! (occhiataccia di Douglas) Ho capito.

DOUGLAS    (a Power, indicando Colman) L’agente Colman è della "scientifica". Appena avrà terminato ciò che deve fare, l'accompagnerò io di là (indica la porta di destra) e vedremo che cosa manca.

(Power accenna di sì col capo e va lentamente a sedere alla scrivania. Holden gli si pone accanto)

COLMAN      (ride) Io cerco impronte e faccio fotografie; "artistiche", naturalmente. (Ride, poi nota che nessuno lo imita, e diventa serio. A Douglas) Dov'è il cadavere?

DOUGLAS    (indica a destra) Di là. Ed è una cassaforte.

COLMAN      (deluso) Puah!... Non c'è gusto.

DOUGLAS    Si sbrighi, agente Colman!

COLMAN      Subito, capo! Cioè: tenente. (Ed esce a destra. Prima che rientri si vedranno dalla porta di destra due o tre flash)

POWER          (scrolla negativamente il capo) Perché?... Perché?...

HOLDEN       Non si disperi, professore. Può darsi che il ladro abbia dimenticato qualcosa; magari un solo disegno. Ciò basterebbe per ostacolare, se non impedire, la costruzione.

DOUGLAS    (sospettoso, a Holden ) Cosa le fa pensare che si tratti di "un" ladro? Potrebbero aver agito in due, forse in tre. Oppure, "il" ladro, potrebbe essere "la" ladra.

HOLDEN       Be'... Ho detto "il" ladro...così, spontaneamente, senza pensarci su.

DOUGLAS    (a Power) Lei, se ho "ben capito, ha già immaginato quello che può essere stato asportato. (Power annuisce) La prego di dirlo. (Power guarda Mason) Non si preoccupi, professore. (ironico, indicando Mason) Questo "signore", malgrado tutto, è una persona fidata,

MASON         (sarcastico) Tante grazie per il "malgrado tutto".

POWER          (dopo un momento di esitazione) Nella cassaforte, (indica verso destra) oltre ad alcune cose di scarsa importanza, avevamo riposto i calcoli e i disegni per la realizzazione dell'astronave Sole, al cui confronto il traghetto spaziale Golumbia è un giocattolo.

DOUGLAS    Eppure il Columbia stupisce il mondo, da quando parte e fa tremare la terra come un gigante, a quando atterra e accarezza il suolo come una piuma.

POWER          La "nostra" (indica Holden e se stesso) astronave Sole farà di più, perché chi la costruirà per primo potrà dominare il Globo intero. (di fronte allo stupore di Douglas, Power si alza in piedi, quasi infastidito, dicendo a Holden) Spieghi pure lei.

HOLDEN       (sorpresa) Ogni... Ogni cosa?

POWER          Sì, certo. Così il tenente potrà valutare l'enorme gravita del furto» e prendere le misure necessarie per impedire che quei calcoli e quei disegni escano dagli Stati Uniti.

DOUGLAS    (a Holden) La prego, dottoressa... Dica.

HOLDEN       La "nostra" astronave Sole sarà dotata di armi laser tanto potenti che basterà un suo giro intorno alla terra, per distruggerne un quarto, compresi gli abitanti. Dunque, con quattro astronavi Sole, sarebbe possibile distruggere tutto il pianeta.

DOUGLAS    (sinceramente impressionato) Orribile... Spaventoso... (Una pausa. A Power ) Però... Mi scusi, professore... Non capisco perché dei documenti così importanti non siano stati riposti nella cassaforte centrale.

POWER          L'avremmo fatto, come ogni altro pomeriggio, se proprio stasera non avessimo deciso di ritrovarci qua, dopo cena, per controllare con il computer l'esattezza di alcune formule.

DOUGLAS    Le spiace elencarmi le persone con cui avrebbe lavorato questa sera?

POWER          S'immagini. Ci sarebbe stata...la dottoressa Holden (la indica); poi Turner, il mio segretario; la dottoressa Crosby, mia assistente e la signorina Helen Miniver, operatrice del computer, il calcolatore elettronico.

DOUGLAS    E... nessun altro, secondo lei, poteva essere al corrente di questa... "riunione"?

POWER          (rimane un istante soprappensiero) No. Non mi pare.

DOUGLAS    (a Holden) E lei, dottoressa?... Sospetta che qualcuno, oltre ai nominati, sapesse che vi sareste ritrovati, e che i disegni e i calcoli erano in questa (indica a destra) cassaforte?

HOLDEN       (scrolla negativamente il capo) Direi di no. (un attimo e sussulta) Cioè... (tace e fissa nel vuoto)

DOUGLAS    Se le è venuto in mente qualcosa...

HOLDEN       (interrompe) Sì, ma non ha importanza.

DOUGLAS    Vorrei giudicarlo io.

HOLDEN       Be'... Andando al ristorante per cenare ho incontrato il sergente Wilde in compagnia ai quell'altro agente... Come si chiama?... Quello che voleva "accompagnare" fuori il signor Mason.

DOUGLAS    Roger.

HOLDEN       Proprio. Ebbene, il sergente mi domandò: "Stanca, dottoressa?". Io, soprappensiero, risposi meccanicamente: "Sì, ma stasera devo ancora lavorare con il professore".

DOUGLAS    Interessante.

POWER          Suvvia, tenente!... Non penserà che: sia stato il sergente Wilde o l'agente Roger, a?...

DOUGLAS    (interrompe) Penso niente, penso. Ovvero penso una sola cosa: che in una città come questa, sorta per la costruzione di macchine e armi "spaziali", possono essere spie anche...anche i muri! Io, per esempio. Chi potrebbe giurare che io non sia pagato da una potenza straniera per rubare una formula, un disegno, magari un semplice schizzo?

MASON         (ironico) Io non lo giurerei certamente.

DOUGLAS    (Lancia un'occhiata minacciosa a Mason, poi si rivolge a Power) Pensi, professore, che può bastare un colpo come... come questo (indica a destra), per mettersi a posto per tutta la vita. Se tutto va bene, naturalmente. Ciò premesso, è mio dovere diffidare di tutti.

COLMAN      (entra da destra con la borsa in mano e la macchina fotografica a tracolla) Fatto, capo!... Pardon! Tenente.

DOUGLAS    Impronte?

COLMAN      Troppe... Che vuoi dire "nessuna"! (ride) Eh sì, perché quando ci sono tante impronte, e tutte nei posti "obbligati" come maniglie, porte, manopole, eccetera eccetera, non c'è nulla da fare... Neanche per un tipo in gamba come me! (ride, poi diventa serio, e infine - con un sorriso ironico ed astuto - dice:) Comunque... Ho trovato due "cosettine" che... (tace)

HOLDEN       (impressionata e interessata) "Cheee"...cosa?

COLMAN      (sogghigna e indica Holden a Douglas) Interessata, eh?, la dottoressa.

DOUGLAS    Agente Colman!... Le ordino di riferire, senza fare commenti,

COLMAN      Obbedisco. (una pausa) Anzitutto... (estrae da una tasca due chiavi da cassaforte e le dà a Douglas) ...queste chiavi. Le ho già provate: sono quelle che hanno aperto la cassaforte.

DOUGLAS    (a Power) Tiene lei gli originali di queste? (gli fa vedere le chiavi)

POWER          Uno. (estrae da una tasca una chiave e la dà a Douglas) L'altra ce l'ha la dottoressa Holden.

HOLDEN       E’ il regolamento che lo stabilisce. (estrae di tasca una chiave e la dà a Douglas) Per aprire la cassaforte bisogna essere presenti tutt'e due. Non c'è alcun dubbio, però, che anche una sola persona, con le due chiavi, può far scattare le serrature.

DOUGLAS    (osserva attentamente le quattro chiavi) A prima vista non si distinguono le vere dalle false, o meglio dai "duplicati", che sono stati eseguiti da mano esperta. E’ quindi probabile che chi ha fatto il colpo, chissà quanto tempo fa abbia preso l'impronta delle serrature, e che l'abbia portata fuori dal "Centro Spaziale". In quale modo, con tutti i controlli che facciamo, non lo so. E neppure lo immagino. (Restituisce le rispettive chiavi a Power e Holden, i quali le intascano. A Colman, mettendo in tasca le chiavi) Allora?... Cos'altro ha trovato?

COLMAN      (sorride ed apre il pugno della mano destra) Questo.

DOUGLAS    (prende nel palmo della mano di Colman un bottone di camicia) Un bottone di camicia?!?...

COLMAN      Già... E' migliore di un'impronta, e un po' meno di una firma.

DOUGLAS    Dov'era?

COLMAN      Ai piedi della cassaforte. (ride) Posso andarmene a letto, adesso?

DOUGLAS    Vada pure.

COLMAN      (con il cenno d'una mano) Salve a tutti!... (s'avvia verso il pondo, poi si ferma e si rivolge a Douglas) E domattina sono a sua disposizione, ca... tenente!, per fotografare la spia; con "arte", come sempre. Di fronte e di profilo. (ride) Sembra impossibile... Eppure, quel piccolo bottone (indica la mano di douglas che lo tiene) può far sedere qualcuno... sulla sedia elettrica! (ride ed esce al fondo)

DOUGLAS    (a Power, indicandogli la porta di destra) Prego, professore. Andiamo a vedere cos'è stato portato via. (Power esce a destra. Douglas nota che Holden fa l'atto di seguirlo) Un momento, dottoressa. Per ora rimanga a fare compagnia al signor Mason. (esce a destra)

HOLDEN       (sorride) Il tenente, a quanto pare, non vuole lasciarla solo.

MASON         (sorride) Sospetterà anche di me.

HOLDEN       Sinceramente... Cosa ne pensa della faccenda?

MASON         Penso che non sarà facile, come sembra illudersi il tenente Douglas.

HOLDEN       Però ha in pugno il "bottone.

MASON         Forse mi sbaglierò, ma quel "bottone, per adesso, non mi dice niente. O meglio, mi dice il contrario di ciò che apparentemente vorrebbe dire.

HOLDEN       Lei, insomma, ritiene che quel bottone sia stato messo là per far cadere la colpa su una persona innocente, o per lo meno con l'intento di sviare le indagini.

MASON         Sì, dottoressa: la penso proprio così. Perché sono convinto che qui a Bower Big, nel "Centro Spaziale", abbiano mandato il fior fiore degli agenti segreti; cioè gente intelligente, abile e furba quanto basta per non commettere un errore madornale come quello del bottone di camicia lasciato cadere là (indica a destra), ai piedi della cassaforte. Il trafugamento di questi documenti "top secret" può essere effettuato solo da spie di prim'ordine,

HOLDEN       Sono d'accordo con lei. Ma supponiamo che il tenente Douglas riesca ad individuare, e arrestare, il proprietario della camicia a cui manca quel bottone. Probabilmente sarebbe soddisfatto. E lei?... Lei s'accontenterebbe di una simile soluzione?

MASON         (sorride, evasivo) Chissà, dottoressa... Chissà.

(Da destra, molto abbattuto, entra Power, seguito da Douglas)

HOLDEN       (a Douglas, ansiosa) Ebbene?...

POWER          (addolorato, annuisce e, avviandosi a sedere alla scrivania, sussurra) Come avevo previsto... Come avevo previsto...

HOLDEN       (c.s.) Tutto? (Power annuisce)

DOUGLAS    Tutto quanto riguardava la costruzione dell'astronave Sole, armata di laser.

HOLDEN       (quasi a se stessa) Peccato... Era il frutto di diversi anni di studi.

DOUGLAS    Tuttavia, coraggio!... Ho l'impressione che tanto la spia, quanto quei preziosi documenti, non siano ancora andati lontano.

(Una pausa. guarda l'ora) A che ora avevano stabilito di ritrovarsi  qua?

HOLDEN       Alle ventuno.

DOUGLAS    Mancano sette minuti.

(Squillo del telefono. Holden fa l’atto di afferrare il ricevitore, ma Douglas glielo impedisce posando una mano sul telefono che continua a squillare. Sorride)

DOUGLAS    Non si disturbi, dottoressa. E’ certamente per me. (al telefono) Pronto, Baker... Chi?... Sì: falle entrare. (posa il ricevitore) C'è la dottoressa Crosby con la signorina Miniver.

(Crosby e Miniver appaiono al fondo. Sono entrambe distinte  e simpatiche. Vedono l'ispettore: si fermano sulla soglia della porta)

DOUGLAS    Prego...

(Crosby e Miniver avanzano verso il centro)

HOLDEN       (presenta) La dottoressa Glenda Crosby, nostra assistente; la signorina Helen Miniver, operatrice del computer. Il tenente Douglas, il signor Mason

(Lievi cenni di saluto, col capo, fra le persone nominate)

DOUGLAS    (indica due sedie) S'accomodino. (Crosby e Miniver siedono) Immagino che loro saranno già al corrente di quant'è accaduto qui. O meglio... (indica la porta di destra) ...là.

MINIVER      (a disagio) Be'... Capirà, tenente... La sirena d'allarme, il trambusto...

CROSBY       (continua, quasi volesse aiutare Miniver) ...Molti chiacchierano... Non è molto difficile capire che cosa può essere successo. Qualche spia ha fatto un colpo.

DOUGLAS    (annuisce) Purtroppo un "buon" colpo. Tant'è vero che d'ora innanzi, più che "spia", chiamerò la persona sconosciuta "superspia".  (Una pausa. Si sposta di alcuni passi, poi si rivolge a Crosby) Lei!... Dov'era quando ha sentito la sirena?

CROSBY       (dopo evidente esitazione) In giardino, mi pare. Sì: in giardino, nei pressi della fontana.

DOUGLAS    L'ha veduta qualcuno?

CROSBY       Perché me lo chiede?

DOUGLAS    Per sapere se c'è almeno un uomo, o una donna, che possa testimoniare d'averla vista dove lei dice, nel momento in cui ha suonato l'allarme.

CROSBY       (confusa) Non saprei... Non ricordo...

DOUGLAS    (a Miniver) E lei, signorina, dove si trovava?

MINIVER      (decisa) In casa.

DOUGLAS    Sola?

MINIVER      Sì.

DOUGLAS    (sospira) Grazie.

WILDE           (Entra dal fondo. A Douglas) Tutte le porte della città sono bloccate. Nessun incidente.

DOUGLAS    Chi è uscito dalla città, dopo il fischio della sirena?

WILDE           Nessuno.

DOUGLAS    Sicuro?

WILDE           Sicurissimo, come risulta dai rapporti di tutti i corpi di guardia. (una pausa) Posso andare, tenente?

DOUGLAS    Sì. Cioè: no. Aspetti. (Breve pausa, durante la quale osserva attentamente Wilde) Sieda, sergente.

WILDE           (stupito) Non capisco che cosa?...

DOUGLAS    (interrompe) Capirà a suo tempo. Per ora s'accomodi.

WILDE           (dopo un attimo d'esitazione, siede) Come vuole.

ROGER          (entra dal fondo) Mi scusi, tenente.

DOUGLAS    (ironico) Bravo, Roger: aspettavamo "anche" lei.

ROGER          (stupito) Per far che?

DOUGLAS    (c.s.) Un bel giochetto.

ROGER          (c.s.) Veramente sono risalito solo per dire... Per informar re... (deciso) Insomma! Ho fermato "con la forza" il fotografo del...del signor Mason. (lo indica)

DOUGLAS    (ride) Benone!...

MASON         (serio, a Roger) Per quale motivo?

ROGER          Voleva fotografare questa casa.

MASON         (a Douglas) E’ un fotografo autorizzato.

DOUGLAS    (come se recitasse una lezione imparata a memoria) Ma a Bower Big è vietato effettuare fotografie, senza la preventiva autorizzazione del capo della polizia". (sorride) Articolo sette della "nostra" legge: la legge del "Centro Spaziale". (ironico) E siccome io, capo della polizia, non ho autorizzato un bel niente... Ha qualcosa da obiettare, signor Mason?

MASON         No, tenente; purtroppo no.

DOUGLAS    Soltanto questo, agente Roger, la preoccupava?

ROGER          Sissignore.

DOUGLAS    Allora, siccome non ha fatto nulla di più del suo dovere, s'accomodi anche lei, magari accanto al sergente Wilde. (Roger lo guarda stupito. Deciso) Le ho detto di sedere!

ROGER          (rassegnato) Ho capito, ho capito... (e siede accanto a Wilde)

DOUGLAS    (dopo una pausa, improvvisamente, a Wilde) Perché domandò alla dottoressa Holden (la indica) se stasera tornava in ufficio?

WILDE           (sconcertato) Be'... Non lo so... Non ricordo...

DOUGLAS    Glielo rammento io! Perché voleva sapere se poteva fare il colpo "questa" sera.

WILDE           (balza in piedi, spaventato) Tenente Douglas... Le giuro che io... Che io non so proprio...

HOLDEN       (decisa, interviene) Io mi sono limitata a dire che il sergente Wilde mi chiese se ero stanca.

DOUGLAS    (violento, a Holden) Lei parli solo quand’è interrogata! (a Roger) E anche lei dovrà spiegarmi...

HOLDEN       (interrompe) Non le sembra di esagerare, tenente?

DOUGLAS    Perché?

HOLDEN       Ci tratta come se fossimo tutti delle spie,

DOUGLAS    "Tutti"...no. Però... (guarda tutti attentamente, con calma) Però "uno", o "una", forse, sì. D'altronde, non essendo uscito alcuno dalla città, dopo il fischio della sirena, la superspia è senza dubbio ancora fra noi. (ironico) Cosa ne dice, signor Mason?

MASON         (ironico) Che lei sta perdendo la calma, e dimentica che a questa "simpatica" riunione manca una persona.

DOUGLAS    (guarda i presenti, poi sussulta) E' vero! (a Power) Il suo segretario non s'è fatto vivo.

POWER          Verrà. Il signor Turner è una persona precisa e puntuale.

(Squillo del telefono)

DOUGLAS    (all'apparecchio) Pronto... Sì, Baker: lascialo entrare. (posa il ricevitore) II signor Turner (guarda l'ora) è puntualissimo. Sono le ventuno esatte, l'ora alla quale era fissata la vostra riunione, qui.

TURNER        (Appare al fondo. elegante, distinto, guarda stupito i presenti, poi si avvicina a Power) Allora è vero, professore? (Power annuisce. Turner guarda verso destra) Sembra impossibile.

MASON         Per favore, tenente, mi dia quel bottone.

DOUGLAS    (Estrae da una tasca, e lo dà a Mason, il bottone di camicia trovato da Colman) Eccolo. Che ne vuol fare?

MASON         (sorride, ironico) Oh, bella!... Lo voglio restituire al legittimo proprietario.

(Holden, Power e Douglas, stupiti, guardano Mason)

DOUGLAS    Chi è?

MASON         (calmo, ironico, andando vicino alle persone che nomina) Potrebbe essere il sergente Wilde... Oppure l'agente Roger... Magari il professor Power... (pausa) Invece... (di scatto, appoggiando il bottone sullo sparato della camicia di Turner, dove ne manca uno) ...è il signor Turner!

HOLDEN       (stupita e indignata) Turner?!?...

POWER          (sconvolto, si alza in piedi e sussurra) Non è possibile... Non è possibile... (contemporaneamente)

TURNER        (smarrito, si guarda intorno e arretra d'un passo) Cosa significa tutto questo?

DOUGLAS    (estrae da una tasca una rivoltella e la punta su Turner) Mani in alto!

TURNER        (esegue, ansante) Ma io... Non ho fatto niente, io.

DOUGLAS    Fermo! (S'avvicina a Turner e lo perquisisce. Rimette in tasca la rivoltella) Abbassi pare le mani. (a Wilde e Roger) Non è armato. Tenetelo d'occhio.

(Wilde e Roger si pongono ai fianchi di Turner)

POWER          (deciso) Mi spiace, tenente, ma sarà mio dovere informare le autorità centrali del suo comportamento.

DOUGLAS    (scatta) Informi chi le pare, professore! Però non dimentichi che il governo m'ha dato pieni poteri. Quindi a Bower, Big, nella "Città Spaziale" - le piaccia o no! - comanda la polizia, sino a nuovo ordine. E poi?... Cos'è, secondo lei, che non va?

POWER          Il modo col quale tratta il signor Turner. Egli non può aver commesso il furto.

DOUGLAS    (ironico) Davvero?... (Power annuisce) Mi spieghi il perché.

POWER          Sono dieci anni che svolge le mansioni di mio segretario, ed è sempre stato leale, sincero, onesto.

DOUGLAS    (ride) Buona, questa!... (ironico) Anche George Merkel, l'attuale "pericolo pubblico numero uno", un giorno non lontano era un uomo "leale, sincero, onesto", proprio come il signor Turner. D'altronde, in qualche maniera bisogna pur cominciare, per diventare "fuorilegge". Ebbene, il suo segretario "leale-sincero-onesto" ha scelto la strada più pericolosa, ma...più redditizia: "lo spionaggio".

TURNER        (spaventato) No!... Non è vero!... Io... Io non so neppure di che cosa state parlando.

DOUGLAS    (ironico) Glielo spiego io. (indica la porta di destra) Da quella cassaforte sono scomparsi i disegni e i calcoli per la costruzione dell'astronave Sole, con armi laser più potenti e terrificanti delle bombe "acca" e "enne". (una pausa) Dov'era, lei, quando e suonato l'allarme?

TURNER        (a disagio) Per strada... Per strada, mi pare.

DOUGLAS    (sarcastico) Comodo, eh?...

TURNER        (terrorizzato) Lei pensa... Lei dubita... che sia stato io, a?...  (tace e indica a destra)

DOUGLAS    Se lo penso?!?... Se lo dubito?!?... Ne ho le prove!

TURNER        Impossibile.

DOUGLAS    (prende il bottone di camicia dalle mani di Mason, e lo fa vedere a Turner) Può negare che questo bottone appartiene a una sua camicia?

TURNER        (tocca il posto dove gli manca) Evidentemente...no. Manca qui,

DOUGLAS    Giusto. E sa dov'è stato trovato?

TURNER        Neppure lo immagino,

DOUGLAS    Ai piedi della cassaforte. Probabilmente si è staccato quando ha nascosto sul petto, sotto la camicia, i documenti rubati.

TURNER        (smarrito) Ma io... Non ho rubato nulla, io. Nulla!

DOUGLAS    (incalzante) Sì, invece! E non è tutto. Troverò ancora dell'altro. Quanto basta per la sedia elettrica. (intasca il bottone)

TURNER        (rimane un istante a fissare nel vuoto, poi si copre gli  occhi con le mani e urla, disperato) Nooo!... (Poi si porta una mano sul petto, all'altezza del cuore, e barcolla, prontamente sostenuto da Wilde e Roger)

HOLDEN       (a Douglas) L'avverto che il signor Turner soffre di disturbi cardiaci. (lo indica) Potrebbe essere un infarto.

DOUGLAS    Commedia!... Tutta commedia.

POWER          Potrà averne conferma dal primario dell'ospedale.

DOUGLAS    Ma sì, sì!... (a Wilde e Roger) Portatelo in ospedale, e dite al sergente Young di nonlasciarlo solo neanche un istante. Poi tornate qua.

(Wilde e Roger escono al fondo, sostenendo Turner. Lunga pausa)

CROSBY       Se permette, professore, vorrei andare a riposare. Non mi sento bene.

MINIVER      Anch'io. Ho la testa che mi scoppia.

POWER          Per conto mio..., Dipende dal tenente Douglas.

DOUGLAS    Vadano, vadano...

CROSBY       Buona notte, professore.

MINIVER      Buon riposo.

POWER          A domani. Alla solita ora, per favore. Il nostro dovere, malgrado tutto, è quello di continuare gli studi e gli esperimenti.

                        (Miniver e Crosby salutano tutti con un cenno del capo, ed escono al fondo. Breve pausa)

POWER          Quasi quasi...me ne vado anch'io.

HOLDEN       L'accompagno, professore.

POWER          Grazie, dottoressa. (a douglas) Lei rimane qui?

DOUGLAS    (annuisce) ...ancora un po'.

POWER          Ci rivedremo domattina?

DOUGLAS    Certamente.

POWER          Buona notte, signori.

DOUGLAS e

MASON         (borbottano) Buona notte.

HOLDEN       ...notte.

(Ed esce al fondo con Power)

MASON        (dopo breve pausa, sospira) Mah!...

DOUGLAS    Stupito?

MASON         Di che cosa?

DOUGLAS    Della rapidità con la quale ho "pizzicato" la "superspia".

MASON         (ironico) Già...

DOUGLAS    (allegro) E appena mi sarà consentito l'autorizzerò a trasmettere la notizia al mondo intero. Come la intitolerà? (Senza attendere la risposta di Mason, come se leggesse nell'aria, scandisce solennemente) "Allarme per le guerre stellari". Favoloso!... Per i giornali sarà una pacchia!... Andranno a ruba. Quindi, questa faccenda, sarà un buon colpo anche per lei. Non è soddisfatto?

MASON         (indifferente) Sì-sì... Ed ora che intende fare?

DOUGLAS    Vado in ospedale e mi faccio dire da Turner quando-come-a chi-per chi ha consegnato i documenti rubati.

MASON         E se non parla?

DOUGLAS    (stringe i pugni e sorride, minaccioso) Lo "aiuterò" io.

MASON         Peccato.

DOUGLAS    Perché?

MASON         Turner non è la "superspia".

DOUGLAS    (indispettito, nervoso) Lei... Lei... (sbotta) Sa cos'è, lei?

MASON         (divertito) Me lo dica, così lo so anch'io.

DOUGLAS    Lei è un mulo! (Mason fa l'atto di obiettare) Sissignore! Anzi, è più testardo e cocciuto di un mulo! Ricorda quel che accadde a Trinidad?

MASON         (c.s.) Sì. Ebbene?

DOUGLAS    Io avevo arrestato Parker.

MASON         Il quale, però, fu poi riconosciuto estraneo al delitto.

DOUGLAS    D'accordo. Ma se non "pizzicavo" lui...

MASON         (continua ironico) ...avremmo scoperto il vero colpevole tre giorni prima.

DOUGLAS    (disorientato) Forse. Non dico che... Però... (Pausa. Cambia tono) Insomma!... Lei, Mason, cosa farebbe se fosse nei miei panni?

MASON         Agirei con prudenza. Non mi lascerei "abbagliare" dalle prove troppo "in vista" e "comode", come quella del bottone di camicia. Andrei profondo. Per esempio mi preoccuperei di capire quale strada ha percorso il ladro.

DOUGLAS    (seccato) Come no?... L'avrei fatto se gli avvenimenti non fossero precipitati così in fretta a mio favore.

MASON         (annuisce, ironico) ...il bottone di camicia.

DOUGLAS    Lei, a quanto pare, è convinto che non sia di Turner.

MASON         Al contrario, tenente. Quel bottone "è" di Turner. Però dubito che l'abbia perduto "accanto" alla cassaforte, o comunque nell'atto di rubare i documenti dell'astronave Sole. Il bottone, a mio parere, non è altro che una trappola: la trappola destinata a noi; o meglio: "a lei", che c'è caduto dentro come il più inesperto dei..."topini".

DOUGLAS    (risentito) Non le permetto, Mason, di darmi del "topino"! E non dimentichi che è stato lei - proprio lei! - che m'ha fatto notare che il maledetto bottone mancava alla camicia di Turner. Perché lfha messo nei pasticci, se la prova non le appariva sicura, probante, inconfutabile? Io nemmeno ci pensavo ad arrestarlo.

MASON         (sorride) Era lfunico modo per farle scartare subito quella falsa pista.

DOUGLAS    E le chiavi? Chi, con maggior comodità di Turner, avrebbe potuto prendere l'impronta delle chiavi della cassaforte? Nella sua qualità di segretario del professore chissà quante volte le avrà viste, o tenute in mano tutt'e due.

MASON Però lei, finora, ha sempre parlato dell'impronta delle "serrature", non delle "chiavi".

DOUGLAS    Suvvia, Mason!... Lei sa meglio di me che è impossibile fabbricare una chiave di cassaforte dall’impronta del buco della serratura,

MASON         Allora perché, mezz'ora fa, ha detto il contrario?

DOUGLAS    Ohi, dico!... Non avrà mica l'intenzione di farmi un interrogatorio? Mezz'ora fa, probabilmente, non volevo rivelare ciò che pensavo. In ogni caso, per adesso mi tengo Turner; e ben stretto! D’altronde non vedo come potrei fare altrimenti. Anch'io ho dei superiori ai quali devo rendere conto del mio operato; e non potrei certo dire loro che...che sì, ho una prova, ma che...che non la uso. Mi farebbero rinchiudere in un manicomio. Le pare?

MASON         No.

DOUGLAS    E allora pensi ciò che vuole !

MASON         Piuttosto vorrei... FARE ciò che voglio.

DOUGLAS    Come sarebbe a dire?

MASON         Che se lei mi dà "carta bianca", ovvero se mi permette di svolgere l'indagine a mio modo, riuscirò a scoprire qual è la persona - uomo o donna - "veramente" colpevole.

DOUGLAS    (fissa Mason, soprappensiero) E questa... chiamiamola "concessione", supponendo che gliela facessi, potrei revocarla in qualsiasi momento, senza obiezioni da parte sua?

MASON         Certo. A Bower Big, nel "Centro Spaziale", comanda lei... (sorride) ..."purtroppo".

DOUGLAS    (dopo un momento di esitazione, annuisce) ...d'accordo.

MASON         (soddisfatto) Molte grazie, ten...

DOUGLAS    (interrompe) A una condizione.

MASON         Quale?

DOUGLAS    Che se entro ventiquattr'ore non mi consegnerà la "superspia" dei... (ironico) ...dei suoi sogni, io metterò Turner nelle mani della giustizia; e lei...lei riconoscerà d'aver sbagliato, e per giunta non metterà mai più - ripeto: "mai più"! - il naso nel mio lavoro.

MASON         (ironico)  S'accontenta di poco.

DOUGLAS    E’ quanto mi basta.

MASON         Okay. Però, di ore, me ne conceda almeno quarantotto.

DOUGLAS    (sbuffa) Uff!... Quant'è noioso, e...male informato, per essere un giornalista. Il "Centro Spaziale", caro mio, può rimanere "bloccato" per un massimo di ventiquattr'ore. E per prolungare l’ "autoassedio" occorre l'autorizzazione di Washington. Invece, allo scadere del tempo che le concedo, consegno Turner alla giustizia e me ne lavo le mani! L'opinione pubblica sarà soddisfatta, la Casa Bianca pure, io più di tutti, e...e la vita continua!

MASON         (serio) ...con il sacrificio di un innocente, come al solito.

DOUGLAS    (sbotta) Innocente-innocente!... Lo sarà quando, e se lei riuscirà a dimostrarlo. Per adesso è un... (cambia tono) Ma perché perdo altro tempo con lei?... Voleva fare?... Faccia! Mezza parola di più è perfettamente inutile. Tanto, io e lei, non ci comprenderemo mai!

(Wilde entra dal fondo, seguito da Roger)

WILDE           Il signor Turner è sistemato. Il dottor Williams gli ha praticato un'iniezione per sostenergli il cuore, poi l'ha fatto mettere a letto. Il sergente Young non lo mollerà neppure un istante.

DOUGLAS    Bene. Ha detto qualcosa, mentre lo portavate all'ospedale?

WILDE           (scrolla negativamente il capo) Ha solo borbottato: "Sono innocente... Sono innocente...". (sarcastico) Come tutti quelli che ho "pizzicato" da quando sono nella polizia. Orco boia, non ho mai sbattuto in galera uno che dicesse "Sono colpevole". (ride, imitato da Roger)

MASON         (a Douglas) Ora vuole informare i signori (indica Wilde e Roger) che sono autorizzato da lei a... come dire?... "muovermi" dove mi pare?

DOUGLAS    Sì. (a Wilde e Roger) II signor Mason, sino a nuovo ordine, collabora con me, ufficialmente. Quindi non deve essere ostacolato, ma aiutato in tutto quanto chiederà. Chiaro?

(Wilde e Roger, a malincuore, annuiscono)

MASON         Per cominciare vorrei che l'agente Roger mi accompagnasse al pianterreno.

ROGER          (ironico) Agli ordini! (si avvia verso il fondo)

MASON         Dove va?

ROGER          (si ferma, stupito) La precedo.

MASON         (sorride) Grazie, ma...non passando da quella parte. (indica il fondo) Passiamo da questa. Indica la porta di destra. Roger guarda Douglas con un'espressione di stupore. Mason osserva e sorride) Certo, signori... Dalla camera dove c'è la cassaforte (indica la porta di destra) si può passare in un'altra, nella quale c'è una scala che porta al pianterreno.

DOUGLAS    (aggressivo, a Mason) Come fa a saperlo?

MASON         (sarcastico) Elementare, tenente. Tutti gli stabili del "Centro Spaziale" di Bower Big sono stati costruiti in serie; ovvero: due piani fuori terra, con due ingressi; uno, che potremmo chiamare... (sorride)..."padronale", con una scala che conduce là; (indica il fondo) l'altro ingresso, che chiameremo "di servizio", con una scala che porta là. (indica la porta di destra) Non lo sapeva, tenente?

DOUGLAS    (confuso, spaccone) Euh, sì... S'immagini un po’ se io non sapevo che... Embè?

MASON         (sorride) "Bmbè"... I ladri, abitualmente, passano dall'entrata "di servizio… Quindi è opportuno dare subito una "guardatina" da questa parte.

(Esce a destra, seguito da Roger, il quale allarga le braccia, rassegnato)

DOUGLAS    (dopo breve pausa, sottovoce) Sergente.

WILDE           (sottovoce) Dica, tenente.

DOUGLAS    Si metta d'accordo con Roger, per sorvegliare tutti - dico "tut-ti" - i passi del signor Mason.

WILDE           (sorpreso) Ma allora...

DOUGLAS    (interrompe) L'ho autorizzato a indagare per conto suo, si. Però voglio essere continuamente, e tempestivamente, informato di che cosa fa, dove va, con chi parla. Anzi, sarà bene che lei, Roger, e magari anche Colman, si facciano credere seccati e offesi per la fiducia che ho concesso a Mason.

WILDE           (sorride) Saremo dei perfetti "attori". Comunque... (evidentemente contrariato) ...il "Centro Spaziale" rimarrà "bloccato" sino a domani?

DOUGLAS    (annuisce) ...a quest’ora, se Mason non mi consegnerà la persona - uomo o donna - "veramente" colpevole, come dice lui.

WILDE           Sono curioso di vedere come farà.

MASON         (entra da destra, seguito da Roger. Tiene in mano un cartoccio fatto con carta velina. Lo fa vedere a Douglas) Indovini cosa c'è in questo cartoccio.

DOUGLAS    Be'... Non saprei.

MASON         Guardi. (lo posa sulla scrivania, lo apre delicatamente: contiene residui di carta bruciata)

DOUGLAS    Carta bruciata?... (Mason annuisce) Non capisco. Dove l'ha trovata?

MASON         Le spiegherò tutto. Prima mi dica a quale numero posso chiamare Colman, l'agente della scientifica. (afferra il ricevitore del telefono)

DOUGLAS    Due-sei-quattro.

MASON         (compone il numero all1apparecchio)  Due-sei-quattro. (Pausa. Impaziente) Non risponde. (pausa) Ah, eccolo! Pronto, Colman?... Sono Mason... Per favore venga subito qua, nell'ufficio del professor Power... Lo so che ha già fotografato la cassaforte, rilevato le impronte, trovato il bottone, eccetera eccetera. Adesso deve fare altro. E subito!... Ho pieni poteri dal tenente Douglas. E' qui e se vuole che le faccia confermare... Ah, bene. Grazie... Sì, con il necessario. In fretta, mi raccomando. (posa il ricevitore)

(Roger e Wilde siedono in disparte, e commenteranno sottovoce, tra di loro, ciò che sentiranno)

DOUGLAS    Posso sapere cosa sta combinando?

MASON         (allegro) Come no?... Mi faccia tutte le domande che vuole, come se fossi il peggiore dei delinquenti.

DOUGLAS    Che c'è (indica verso destra, in basso) al pianterreno?

MASON         Una specie di laboratorio chimico. Molti apparecchi, una scrivania, un apparecchio telefonico, e... (sorride) ..."e una porta che dà all'esterno, sul retro della costruzione".

DOUGLAS    Ho capito. Lei pensa che la "superspia" abbia preso i calcoli e i disegni dalla cassaforte, poi sia sceso al pianterreno da quella scala, (indica la porta di destra) e infine se la sia svignata dalla porta del laboratorio. E’ così?

MASON         Forse. E’ però probabile, quasi certo, che prima ha fotografato i documenti; e che dopo averli fotografati... (indica i residui di carta bruciata) ...li ha bruciati. Tutto questo mentre la sirena fischiava. Il contatto d'allarme, infatti, è avvenuto nell'istante in cui è stata aperta la cassaforte. A proposito: chi l'ha staccato?

WILDE           (a disagio) Io... Io, signor Mason. L'avevo già detto al tenente. (indica Douglas)

MASON         (soprappensiero) Interessante.

WILDE           (c.s.) Capirà che... Insomma... Appena giunto nel "Centro Spaziale", qui a Bower Big, m'hanno fatto dieci giorni d'istruzione per insegnarmi dove sono situate le casseforti, i segnali d'allarme, le pompe antincendio, e altre cose importanti.

MASON         (distratto) Già-già...

DOUGLAS    Lei "mastica" male, Mason! Ma io la comprendo perfettamente. Sta pensando che il ladro poteva essere ancora nel laboratorio, (indica la porta di destra, verso il basso), quando Wilde e Roger sono arrivati qua. (indica il fondo) "Gatti" e "topo", insomma, a pochi metri di distanza, senza sentire il reciproco..."odore". Buffo, vero? Però cosa prova? Che la "superspia" è una persona pratica del luogo. E non basta! Prova anche che probabilmente ha agito con tranquillità, giacché se l'avessero scoperta - quella persona - avrebbe potuto addirittura giustificare la sua presenza in laboratorio. (trionfante) E chi?... Chi altro, o altra, meglio di Turner, il segretario del professor Power, poteva agire così?

MASON         (calmo) Per esempio le dottoresse Holden e Crosby, la signorina Miniver... Il professor Power. (una pausa. sorride) E tutti gli altri, e tutte le altre.

DOUGLAS    (allarmato) Tutti-tutte...chi?

MASON         Chi abita in questa fantastica, paradossale città.

DOUGLAS    Allora non perdiamo tempo in chiacchiere! Ho Turner, e me lo tengo stretto.

MASON         Faccia pure. Ma almeno con un dubbio.

DOUGLAS    Quale?

MASON         Il sistema d'allarme. Turner ne conosceva certamente sia l'esistenza, sia il funzionamento. Perché non l’ha annullato? Gli sarebbe stato facile uscire dalla città, e mettersi al sicuro, prima del "blocco": lui e le fotografie dei documenti. Invece, no. S'è fatto "pizzicare" come un "novellino", con tanto di prova. Insomma, caro tenente, se Turner è una "superspia", è una superspia...cretina!

DOUGLAS    Il bottone di camicia è stata una sfortuna, il classico granellino di polvere che può mandare in "tilt" un calcolatore elettronico. Altrimenti Turner poteva continuare, indisturbato-insospettato-insospettabile, la sua attività spionistica nel "Centro Spaziale". Come vede, signor Mason, la situazione cambia, secondo il punto di vista dal quale la si guarda.

MASON         Ha ragione, tenente.

DOUGLAS    Meno male!

MASON         Quindi bisogna procedere con prudenza, soprattutto diffidando delle "prove" troppo evidenti e..."comode".

DOUGLAS    (alza le spalle e sbuffa) Uff!...  (incarta i residui della carta bruciata, e intasca l'involto)

(Nel mentre Colman entra dal fondo, ansante e irritato. mastica, come sempre, chewing gum. ha una borsa in mano e una macchina fotografica a tracolla. Di sotto la giacca, per ora invisibili al pubblico, gli spuntano le bretelle che s'è dimenticato di abbottonare davanti)

COLMAN      Cos'è successo, capo? (occhiataccia di Douglas) Tenente!

DOUGLAS    Il signor Mason ha "bisogno di lei.

COLMAN      C'è il morto, finalmente?

MASON         Grazie al Cielo, per ora, no,

COLMAN      Allora cosa vuole da me? (piagnucola comicamente) Dormivo così "bene!... Sognavo d'essere in una, città meravigliosa... (maligno) Quindi non in questa, con tenenti e giornalisti. (altro tono: beato, come se vivesse cio1 che descrive) Camminavo a piedi nudi, con le scarpe in mano, sopra un'erbetta fresca, morbida. Nell'aria c'era il cinguettio di mille passeri... Forse millecentotre. Ad ogni angolo di strada c'erano innumerevoli fiori fantastici, che effondevano un effluvio indescrivibile. I poliziotti...e i tenenti... avevano una divisa fatta con petali di gelsomino... (a Douglas) S’immagina, lei, in divisa di gelsomino?... (col tono di prima) La gente... Tutta la gente, esclusi i tenenti, sorrideva e si salutava con cordialità. Nessuno pensava ai laser, alle astronavi, alle guerre stellari. Erano tutti felici... (guarda Mason, ironico) ...anche perché di giornalisti non c'era neppure l'ombra.

MASON         (sorride) Finito, signor Colman?

COLMAN      Sì. Cosa devo fare? (si pone in una posizione nella quale il pubblico e mason vedano le bretelle che gli spuntano di sotto la giacca)

MASON         Anzitutto si tiri su le bretelle.

COLMAN      Acc...! (le sbottona rapidamente di dietro, e se le mette in tasca) E poi?

MASON         Roger.

ROGER          (si alza in piedi) Dica.

MASON         Accompagni il signor Colman in laboratorio, e gli faccia rilevare le eventuali impronte nei posti che lei sa.

(Roger annuisce e s'avvia con Colman verso destra)

WILDE           (Si alza in piedi. A Mason) Posso andare anch'io?

MASON         (fissa un momento Wilde, poi sorride) Vada, sergente... Vada pure.

WILDE           Grazie. (esce a destra con Roger e Colman)

MASON         (siede sulla scrivania, e sospira) Mah!... Chi vivrà...vedrà.

DOUGLAS    Quali impronte dovrebbe rilevare Colman?

MASON         Più che impronte..."segni", direi. E mi spiego. Nel laboratorio (indica a destra, verso il basso) l'unico posto dove la "superspia" avrebbe potuto appoggiare i disegni e i calcoli, per fotografarli, è la scrivania: una scrivania come questa. (indica quella sulla quale sta seduto)

DOUGLAS    Che cosa glielo fa supporre?

MASON         La necessità d'avere a disposizione una fonte di luce da proiettare sui documenti. Sulla scrivania del laboratorio, infatti, proprio come qui, (indica) c'è una lampada e un apparecchio telefonico. Colman mi dovrà dire se nell'interno del paralume (indica)  ci sono segni, magari soltanto sullo strato di polvere, che mi confermino l'avvenuto cambio della lampadina. Eh sì, perché con una luce così (accende la lampada) sarebbe quasi impossibile fotografare con la macchina in mano; perciò con un tempo breve di esposizione. Anche le perfette "microcamere", quei gioielli di macchine fotografiche in dotazione alle spie, richiedono che il "soggetto", nel nostro caso i documenti, sia ben illuminato, per ottenere una rapida e nitida fotografia. Dunque è logico che la "superspia" abbia cambiato la lampadina.

DOUGLAS    Ma se "è logico", perché vuole averne conferma dalle ricerche di Colman?

MASON         (sorride) Ecco il punto! (fa qualche passo) Io sono convinto che la "superspia" NON ha fotografato i documenti.

DOUGLAS    Da cosa lo arguisce?

MASON         Si metta nei panni della "superspia". (incalzante) Apre la cassaforte. La sirena comincia a fischiare. I secondi diventano preziosi. Prende i disegni. Si precipita sotto, in laboratorio. Toglie la lampadina. Mette quella che ha portato con sé. Scatta le fotografie, e... (si interrompe e sorride, ironico) ...e dopo tutto ciò lei perderebbe ancora tempo a togliere la sua lampadina ed a "rimettere a posto" l'altra? Nooo!... Non posso crederlo. Quindi ripeto: "NON ha fotografato i documenti". Perché se l'avesse fatto avremmo trovato la lampadina sulla scrivania, e l'altra - quella portata e usata dalla "superspia" - avvitata nel portalampade. (una pausa) E c'è un altro fatto strano. (e tace)

DOUGLAS    (aspetta un momento; poi, ansioso) Dica-dica.

MASON         (estrae da una tasca una chiave e la dà a Douglas) L'ho trovata nella serratura della porta del laboratorio, all'esterno.

DOUGLAS    Allora è chiaro che la "superspia" è entrata di là.

MASON         Così sembrerebbe, ma... Per quale motivo avrebbe rotto l'interruttore di questa scala? (indica il fondo)

DOUGLAS    (intasca la chiave) Forse solamente per far perdere tempo.

MASON         (sorride) Purtroppo, caro tenente, continuiamo con i "forse", i "ma" e  i "se".

DOUGLAS    E i documenti, ovvero i calcoli e i disegni dell'astronave Sole, per quale motivo li ha bruciati?

MASON         (c.s.) Quando sapremo rispondere almeno a questo interrogati­vo, be'... metteremo le manette a... "qualcuno" o "qualcuna".

DOUGLAS    C'è un'altra ipotesi.

MASON         Quale?

DOUGLAS    Che la "superpia" NON abbia fotografato i documenti, poiché s’è limitata a prendere quelli che la interessavano, ed ha bruciato gli altri.

MASON         Può darsi... Ma in questo caso perché avrebbe perso del tempo a sceglierli? Le sarebbe stato più comodo, e meno pericoloso, portarli via tutti.

DOUGLAS    (scrolla il capo) Inutile. Più si pensa, più si discute...e più si brancola nel buio.

MASON         (continua ironico) ...e più ci si convince che è doveroso andare cauti.

COLMAN      (Entra da destra, seguito da Roger e da Wilde. Irritato) E’ il colmo!... Il colmo!... Mi interrompono un sogno meraviglioso, mi fanno correre come un centometrista.. .E per cosa? Per farmi "scoprire" che non c’è alcun morto, non ci sono impronte, non ci sono segni e, forse, non ci sono nemmeno io!

MASON         (soddisfatto) Vuole dire che la lampadina NON è stata cambiata?

COLMAN      (urla) No!... Non è stata cambiata. E saranno trascorsi almeno dieci mesi da quando è stata messa in quel portalampade. Per giunta, da almeno tre ore, sulla scrivania non è stato posato neppure un foglio di carta velina. (nervoso) Serve altro?

MASON         Non mi sembra.

COLMAN      Era ora!... Così posso ritornare a letto. Ma chissà... (comicamente disperato) Chissà se potrò ritornare nella mia meravigliosa città?... Bài-bài! (esce al fondo)

MASON         (dopo una lunga pausa, deciso) C'è ancora una strada.

DOUGLAS    Me la indichi. Se mi piacerà la percorreremo insieme.

MASON         Ammetto che è una strada "vecchia" almeno quanto il primo romanzo poliziesco, ma proprio per questo porta sovente...alla mèta.

DOUGLAS    Tagli corto, per favore. Di che si tratta?

MASON         "Ricostruire il delitto", ossia "ricostruire" QUEI MINUTI trascorsi dall'istante in cui ha fischiato la sirena, al momento dell'arresto di Turner.

DOUGLAS    Dovremo scomodare tutti quanti.

MASON         E’ indispensabile. Comunque, se non vuole correre rischi... come non detto»

DOUGLAS    (rimane un po' soprappensiero; poi, deciso) Okay! Proviamo anche questo. Disponga pure.

MASON         (soddisfatto) Grazie, tenente. Prenda nota, sergente,

WILDE           (estrae di tasca un taccuino e una penna a sfera) Pronto. (prenderà nota di quanto gli dirà Mason)

MASON         Entro mezz'ora conduca qui i seguenti signori... (sorride) L'ordine in cui li nomino non ha alcuna importanza. (una pausa) Le dottoresse Holden e Crosby, la signorina Miniver, il professor Power, il signor Turner, e... (tace, sorride)

WILDE           "E"?...

MASON         Lei, sergente; l'agente Hoger e il signor Colman della scientifica. (Wilde vorrebbe obiettare) "Per servizio", naturalmente; solo "per servizio".

WILDE           (seccato,  a Douglas) La informo,  tenente,   che io  e l'agente Roger inoltreremo regolare rapporto a Washington, per denunciare la...per ora chiamiamola "intrusione" di questo signore (indica Mason) nell'attività della nostra polizia.

DOUGLAS    (rassegnato, annuisce) ...tanto, se andrà male, non sarà l’unico rapporto che arriverà a Washington contro di me.

MASON         (sincero, a Douglas) La ringrazio, tenente, della sua fiducia. Ma se la mia collaborazione può recarle delle noie, mi ritiro immediatamente.

DOUGLAS    (fissa Mason; poi, deciso) No! Perché adesso comincio a dubitare anch'io della colpevolezza di Turner. (a Wilde) Sergente Wilde! (Wilde non reagisce) Cominci a mettersi sull'attenti. (Wilde esegue) Poi esegua gli ordini. (Wilde, irritato, vorrebbe obiettare) E senza discutere!

(Wilde si volta di scatto, con un gesto invita Roger a seguirlo, e s'avvia verso il fondo)

MASON         (ironico) E mi raccomando... (Wilde si ferma, quindi viene comicamente urtato da Roger che lo seguiva, e si rivolge a Mason) ..."entro mezz'ora".

(Wilde annuisce, e mentre - seguito da Roger esce al fondo, il sipario si chiude velocissimo. Appena il tempo per consentire agli interpreti di assumere le posizioni sotto descritte, poi si riapre).

Quadro secondo

Mezz'ora dopo. Mason e' quasi al centro, in piedi; Douglas è appoggiato alla scrivania; Colman, Roger e Wilde sono in piedi, dietro la sedia sulla quale sta seduto Turner. Colman non ha né la borsa, né la macchina fotografica, e sta discutendo animatamente - sotto voce a soggetto - con Roger e Wilde, che assentiscono. Gli altri sono seduti: power alla scrivania, Holden poco distante; Crosby e Miniver accanto a Turner, a destra. Lunga pausa, durante la quale Mason osserva Colman.

MASON         (ironico) Finito, signor Colman?

COLMAN      (borbotta, nervoso) Sì-sì... Finito.

MASON         Okay. (pausa) Come tutti loro ormai sanno, il tenente Douglas mi ha consentito d'aiutarlo nelle indagini per scoprire, e possibilmente arrestare, la persona che ha rubato i disegni e i calcoli per la costruzione dell'astronave Sole e dei suoi favolosi laser.

MINIVER      (accennando a Turner) Ma non è stato appurato che...

MASON         (continua, alzando il tono di voce, come se non avesse

sentito l'interruzione di Miniver) A questo punto considero necessaria, e doverosa, una precisazione. Questa: non escludo che la cosiddetta "superspia" sia il signor Turner, però vorrei avere altre prove per esserne convinto. Tuttavia, di una cosa sono già convintissimo: (quasi sillabando) "che il colpevole è qui, in questa stanza, in mezzo a noi".

(Tutti, escluso Douglas, si guardano fra di loro, stupiti)

MASON         (osserva e sorride) Incredibile, vero? Eppure è così.

CROSBY       (a Mason, ironica) Secondo lei, allora, anche il tenente Douglas potrebbe essere la "superspia"?

MASON         Mi spiace deluderla, dottoressa. Il tenente Douglas è... (sorride) ...innocente come un bambino.

DOUGLAS    (sorride)  Grazie. Ma sono curioso di sapere da dove le viene tanta sicurezza.

MASON         (sorride)  Lei, nell’istante in cui cominciò a fischiare la sirena, stava leggendo un giornale, comodamente seduto, quasi "sdraiato", accanto a un tavolino del bar della terza strada.

DOUGLAS    (stupito) E’ vero. Come ha fatto a?...

MASON         (interrompe) In quel bar c'ero anch'io.

CROSBY       (sarcastica, nervosa) Bello, questo!

MINIVER      (ironica) Addirittura "edificante"!

COLMAN      Loro (indica Mason e Douglas) si "creano" l'alibi a vicenda. Che bravi!... (ride)

MASON         Ho cinque testimoni che possono confermare quanto ho detto. E adesso non perdiamo altro tempo. Lo scopo di questa..,chiamiamola "simpatica riunione" è quello di accordarci per effettuare con. assoluta precisione la "ricostruzione" dei pochi minuti che hanno seguito l'inizio dell'allarme. In "quei" minuti è accaduto certamente "qualcosa" che faremo il possibile di scoprire. Mi spiego. Ciascuno di loro, fra poco, accompagnato da un agente si recherà nel posto esatto dove si trovava quando ha sentito la sirena. La faremo di nuovo fischiare e dall'istante in cui la sentiranno dovranno fare, e possibilmente dire, tutto quanto fecero e dissero dall'inizio dell'allarme al momento in cui entrarono in questo ufficio. Chiaro?

HOLDEN       Chiarissimo. Chi lo farà scattare il sistema d'allarme?

MASON         Il tenente Douglas, non prima di un'ora, per dare loro il tempo di raggiungere i luoghi dove si trovavano alle ore venti e trentasette. (breve pausa) Tutto qui, mi pare. (quelli seduti si alzano in piedi e si avviano, con gli altri - escluso Douglas verso il fondo) Ah! Ancora una cosa. (tutti si fermano) Gli agenti che troveranno sotto sanno già con chi devono "accompagnarsi".

(Power, Holden, Crosby e Miniver escono al fondo)

MASON         (a Turner) Per lei ce ne sono due. (sorride) E’ un gentile pensiero del tenente Douglas.

                        (Turner esce al fondo)

WILDE           (indignato) Allora anche noi (intende dire lui, Roger e Colman) dovremmo partecipare a questa..."pagliacciata"?

MASON         (ironico) Congratulazioni, sergente. Ha indovinato.

(Wilde, irritato, esce al fondo)

COLMAN      Non finirà così!

MASON         (c.s.) Lo spero anch'io!

(Colman, nervoso, esce al fondo)

ROGER          (a Mason) Lei, questo affronto, me lo pagherà caro. Io ho uno zio senatore.

MASON         (c.s.) E io un cugino falegname!

(Roger, arrabbiatissimo, esce al fondo. Mason e Douglas si guardano e ridono, mentre il sipario si chiude)


SECONDO  TEMPO

Circa un'ora dopo. All'aprirsi del sipario ci sono in scena: Douglas, seduto a destra, che legge un giornale; e Mason, seduto a sinistra con i piedi sulla scrivania, che sonnecchia.

DOUGLAS    (dopo un momento dall’apertura del sipario, guarda Mason, piega il giornale con cautela, per non fare rumore; lo mette in tasca, si alza e, in punta di piedi, s'avvicina alla scrivania, si pone alle spalle di Mason e tenta di togliergli qualcosa dalla tasca destra della giacca, cioè quella che vede il pubblico)

MASON         (senza aprire gli occhi) Quello che cerca è dall'altra parte.

DOUGLAS    (sussulta, sorpreso come un bimbo colto in fallo) Be'... Io... (si pone di fronte a Mason) E' suo dovere farmi vedere tutto ciò che ha trovato e che può servire all'indagine,

MASON         (toglie i piedi dalla scrivania e si alza in piedi) Ha ragione, tenente. Però avevo un solo scopo: sapere se l'agente Roger, nonostante le fin troppo evidenti divergenze con lei, obbediva ancora ciecamente ai suoi ordini.

DOUGLAS    (ironico) Ebbene?... E’ riuscito a saperlo?

MASON         (sorride e annuisce) ...e devo riconoscere che i suoi uomini recitano abbastanza bene la commedia dell'insubordinazione, o quasi.

DOUGLAS Come ha fatto a capirlo?

MASON         Semplicissimo. Siccome né Wilde, né Roger, e neppure Colman, di loro iniziativa, sarebbero capaci di ribellarsi così violentemente e..."ufficialmente", non c'è alcun dubbio che sono stati istruiti da lei. O meglio, lei l'ha detto al sergente, e Wilde agli altri due quando li ha seguiti in laboratorio. Infatti è da quando Colman mi ha comunicato il risultato dei suoi rilievi che "quei signori" fanno i prepotenti. (sorride)

Non era necessario, tenente. Mi creda che desidero solamente aiutarla. E quale unico compenso le chiedo l'assoluta esclusività di alcune interviste. E’ troppo?

DOUGLAS    Per il mio carattere...sì.

MASON         Allora faccia di testa sua! Mandi Turner sulla sedia elettrica e si prepari a brindare per la promozione che sicuramente le daranno. Un brindisi sul cadavere di un innocente. (ironico) Emozionante, vero?

DOUGLAS    (sembra che voglia sbottare , invece sorride) E’ un bel tipo, lei!... Una settimana fa... Ma che dico?... "Un'ora" fa l'avrei preso volentieri a calci negli stinchi.

MASON         Grazie!

DOUGLAS    Adesso, invece... (sincero, cordiale) La prego di stringermi la mano.

MASON         (stringe la mano tesa di Douglas) La ringrazio, tenente.

DOUGLAS    Ed ora...al lavoro! Naturalmente in cordiale e sincera collaborazione. D'accordo?

MASON         Certamente.

DOUGLAS    Anzitutto, mi dica: cos’è quel foglio di carta che Roger le ha visto mettere in tasca quand'era con lei in laboratorio?

MASON         (estrae dalla tasca sinistra della giacca un  foglio di carta piegato in quattro, e lo porge a Douglas) Questo.

DOUGLAS    (lo prende, lo distende, lo osserva) Non capisco cos... (stupito) Accidenti.!... Se nonsbaglio fa parte dei calcoli per la costruzione dell'astronave Sole.

MASON         Non sbaglia.

DOUGLAS    Dove lfha trovato?

MASON         Sotto la scrivania che c'è in laboratorio, a non più di un metro dal mucchietto di cenere dei disegni e degli altri fogli di calcoli. (ironico) Non gliel'ha detto, l'agente Roger, quando le faceva tutti quei segni?

DOUGLAS    No. Mi ha solamente fatto capire che lei aveva messo qualcosa nella tasca destra della giacca»

MASON         Li conosco anch'io i segni dell'alfabeto dei muti.

DOUGLAS    Davvero?

MASON         (sorride e annuisce) ...infatti ho messo quel foglio nell'altra tasca.

DOUGLAS    E... secondo lei, questo foglio intatto che cosa significa?

MASON         Che la "superspia" non s'è neppure preoccupata di controllare che ci fossero tutti i documenti. Ho l'impressione che abbia avuto una sola preoccupazione: "distruggere". Ripeto: "distruggere" disegni e calcoli; non "rubarli", né "fotografarli".

DOUGLAS    Ipotesi valida, lo riconosco. Ma "perché"?

MASON         Me lo domando anch'io, e non rispondo. Poiché a questo punto tace la logica, il ragionamento...tutto! (sospira) Mah!... (guarda l’ora) Uh, per Bacco!... E’ trascorsa quasi un'ora. Non facciamo aspettare oltre i "nostri amici". Prego, tenente: provveda a far scattare il sistema d'allarme, e... e stiamo a vedere che succede.

(Douglas annuisce, intasca il foglio di carta che teneva in mano e s'avvia verso destra)

Ancora una cosa, per favore. (Douglas si ferma e si rivolge a Mason) Se quanto sta per accadere non dovesse dare alcun risultato...be’, lei mi scuserà, spero; ed io... io cambierò mestiere. (con un sorriso forzato) Mi comprerò una fattoria nel Texas.

DOUGLAS    (sorride) Se andrà male...ne compri una anche per me. (esce a destra)

(Lunga pausa. Mason guarda l'ora, cammina avanti e indietro. D'un tratto si sente il fischio di una sirena, come all'inizio del primo tempo. Mason guarda di nuovo l'ora, estrae di tasca un taccuino e una matita che sino ad altro avviso terrà sempre in mano; scrive qualcosa)

 DOUGLAS   (rientra da destra) Fatto. (pausa) Ah, dimenticavo che il sergente Wilde mi disse che qui era buio. Lei spenga quella. (Indica la lampada da tavolo che è accesa. Mason esegue. Douglas passa una mano sopra l1interruttore: intensità di luce come all'inizio del primo tempo)

WILDE           (dall'esterno) Qui ho notato che l'interruttore era spaccato.

(Mason guarda l'ora e prende appunti sul taccuino. Sulla parete del corridoio si vedono i coni luminosi di due lampade tascabili. Dal fondo entra Wilde, seguito da Roger: entrambi impugnano con la mano destra una rivoltella, e con la sinistra una lampada; proiettano il cono di luce su tutte le pareti ed in ogni angolo dello studio)

WILDE           Mi pare d'aver esclamato: "Naturalmente non è stato qui ad aspettarci!". Poi ho visto la cassaforte aperta. (illumina con la lampada la porta di destra) A questo punto è entrata la dottoressa Holden.

ROGER          No, sergente. Prima lei è andato di là (indica la porta di destra) ed ha fatto smettere il fischio della sirena.

WILDE           Giusto! (esce a destra)

(Breve pausa. Cessa il fischio della sirena. Wilde rientra da destra senza chiudere la porta)

HOLDEN       (appare al fondo) Posso accendere la luce?

(Mason guarda l'ora e prende appunti sul taccuino)

WILDE           Faccia pure.

HOLDEN       (Passa una mano  sull'interruttore:   si accende la luce diffusa. A Wilde) Lei ha dimenticato che mise in dubbio che io riuscissi ad accendere la luce. Infatti le feci notare che a Bower Big, nel "Centro Spaziale", l'impianto elettrico di ogni stabile è diviso in settori indipendenti.

WILDE           (confuso) Ha ragione, dottoressa. (pausa) Poi le indicai... (indica la porta di destra)

HOLDEN       ...ed io telefonai subito al professor Power. (Compone un numero di tre cifre all'apparecchio telefonico. A Douglas) Sapevo che il professore, dopo cena, sarebbe andato a casa per riposare un po'. Me l'aveva detto quand'eravamo usciti dallo studio. (al telefono) Pronto, professore... Sì. (posa il ricevitore) Mi disse che gli sembrava che l'allarme venisse da questa parte. (Pausa. A Mason) Avevo appena posato il ricevitore quando giunse il tenente. (indica Douglas)

MASON         E poco dopo...io. (Prende appunti sul taccuino. Pausa. A Douglas) Interroga lei, o mi permette?... (tace)

DOUGLAS    Interroghi pure lei.

MASON         Grazie. (pausa) Anzitutto immagino che sia superfluo avverti: re che è inutile, oltre che "pericoloso", mentire. Gli agenti che hanno accompagnato ciascuno di loro redigeranno un dettagliato rapporto. Quindi...sincerità e precisione. (pausa) Mi dica, dottoressa Holden... dove si trovava quando ha udito 1'allarme?

HOLDEN       Per strada. Stavo venendo qua.

MASON         (Consulta il taccuino. Ironico) Alle venti e trentotto?... (Holden annuisce) Un po' presto, dato che la riunione era alle ventuno.

HOLDEN       (seccata) In tutta la mia vita, "egregio signore", sono sempre arrivata agli appuntamenti, ai ricevimenti, alle riunioni, eccetera eccetera, con "almeno" venti minuti d'anticipo.

MASON         (sarcastico) Beato il suo fidanzato!

HOLDEN       (c.s.) Forse. Comunque l'ironia non mi piace.

MASON         Mi scusi. (una pausa) C'è qualcuno, dottoressa, che possa testimoniare d'averla vista?

HOLDEN       Nessuno. Se non avessi sentito la sirena, sarei andata direttamente in laboratorio.

DOUGLAS    (sorpreso) Ah, perché la chiave che apre la porta verso la strada da quella parte (indica a destra) la tiene lei?

HOLDEN       Sì. Eccola (estrae di tasca una chiave che pa vedere a Douglas)

DOUGLAS    (a Mason) Sempre più interessante. (a Holden) La tenga pure.

HOLDEN       Intasca la chiave, poi guarda Mason, il quale la fissa. Si sente a disagio) Vuole sapere altro?

MASON         Per ora...no.

HOLDEN       Allora posso andare?

MASON         No, perché rischierebbe d'essere nuovamente disturbata. Mi pare che prima di questo studio, a sinistra. (indica verso il fondo, a sinistra) ci sia un altro ufficio.

HOLDEN       Più che un ufficio è una sala-lettura.

MASON         Bene. S'accomodi là, per cortesia. Vedrà che avremo ancora bisogno di lei.

HOLDEN       (superba) E se non volessi fermarmi?

MASON         (deciso) Pregherei il tenente Douglas d'intervenire con la sua autorità.

HOLDEN       (con tono di sfida, a Douglas) Avrebbe il coraggio di arrestarmi?

DOUGLAS    Non credo... poiché non c'è il motivo.

HOLDEN       Meno male!... Comunque rimango a loro disposizione. Perché io non ho nulla da temere, nulla da nascondere.

MASON        Meglio così, dottoressa.

(Holden esce al fondo)

MASON         (sorride) Simpatica, eh?

DOUGLAS    Quanto basta per far venire la tentazione di prenderla a schiaffi.

MASON         (soprappensiero) Chissà... (consulta il taccuino) L'allarme è squillato alle venti e trentasette... La dottoressa Holden ha varcato quella soglia (indica al fondo) due minuti dopo. (pausa) Voglio provare!

DOUGLAS    Che cosa?

MASON         Esco da questa parte, (indica la porta di destra) tocco la cassaforte, scendo in laboratorio, esco dalla porticina, giro intorno allo stabile, entro dalla porta principale, salgo le scale...ed eccomi là! (indica il fondo) Pronto a premere il pulsante del cronometro? (intasca taccuino e matita)

DOUGLAS    Pronto.

MASON         Via! (esce a destra)

DOUGLAS    (Fa scattare il pulsante del suo cronometro. A Wilde) Senza dare nell'occhio sorvegli la Holden e il corridoio. (Wilde esce al fondo) Lei, Roger, scenda in laboratorio e stia attento che nessuno entri, o esca, da quella parte.

(Roger esce a destra)

DOUGLAS    (Va all'apparecchio telefonico, forma un numero di tre cifre) Pronto... Sì, sono Douglas... Novità?... Uff!... L'avrei giurato!... Quei "signori" di Washington hanno così poco da fare!... Ah! Il telegramma è firmato "mister President"? ... Allora risponda subito: "Entro poche ore comunicherò nome della superspia oppure mie dimissioni stop". Usi il cifrario "acca-cinque". (Posa il ricevitore. Dal fondo entra Mason. Douglas fa scattare il pulsante del cronometro)

MASON         Ebbene?

DOUGLAS    Esattamente... (consulta il cronometro) ...un primo e dieci secondi.

MASON         E sono andato piano!

DOUGLAS    (soprappensiero) Forse abbiamo fatto centro: la "superspia" è la dottoressa Holden.

MASON         In questo caso non capisco perché, possedendo la chiave originale, si sia fatta fare una riproduzione per lasciarla nella serratura della porta del laboratorio.

DOUGLAS    Per confondere, per ingarbugliare sempre di più la già confusa matassa.

MASON         Tuttavia bisogna trovare delle prove, o almeno farle credere che le abbiamo e disorientarla, sperando che confessi.

DOUGLAS    Sarebbe un bel colpo.

MASON         (sorride) Troppo bello, per essere vero.

DOUGLAS    Fra poco arriverà il professor Power. Cosa gli diciamo?

MASON         L'avrei esonerato volentieri da questo esperimento, ma non l'ho fatto per evitare le probabili proteste degli altri.

DOUGLAS    (scrolla la testa) Mi fa pena, quello... Perché se non "pizzichiamo" la "superspia" è anche lui nei guai.

MASON         (annuisce) E forse più di lei, perché ha un cervello tutto "top secret". Del resto è il solo, oltre a noi due, che abbia un alibi inoppugnabile; un alibi "d'acciaio inossidabile", direbbe un "detective" da romanzo giallo. Infatti il professore, due minuti dopo il furto - cioè quando gli telefonò la dottoressa Holden era in casa, ad almeno otto minuti di strada da qui. Neppure con una macchina, a parte il fatto che avrebbe dovuto prendere un tassi, sarebbe riuscito ad andare dal laboratorio alla sua abitazione in tempo per ricevere la telefonata della Holden. Questo dopo aver aperto la cassaforte, preso i documenti, eccetera. Il tutto in centoventi secondi dallo scatto del segnale d'allarme. Materialmente impossibile.

DOUGLAS    Senza dubbio.

POWER          (Appare al fondo. si ferma sulla soglia. E’ molto affaticato, ansante) Eccomi, signori.

(Mason guarda l’ora, prende appunti sul taccuino)

DOUGLAS    (gli avvicina una sedia) Prego, professore.

POWER          (siede) Grazie.

DOUGLAS    E’ uscito di casa subito dopo la telefonata della dottoressa Holden?

POWER          Sì.

DOUGLAS                          Ha fatto la strada a piedi?

POWER          (annuisce)     ...come prima, quasi di corsa.

MASON         Perché non s'è servito di un tassi?

POWER          Non avrei avuto la pazienza d'aspettarlo. La telefonata della dottoressa Holden, dopo l'allarme, mi impressionò, mi agitò.

MASON         Capisco.

POWER          (si guarda intorno) Adesso dov'è la dottoressa Holden?

DOUGLAS    Nella sala-lettura, qui accanto.

POWER          Ve l’ha mandata lei?

DOUGLAS    Sì. Se lei, però, vuole rincasare... Faccia pure.

POWER          Grazie, no. Desidero essere trattato come gli altri. Vado anch'io in sala-lettura. (si alza in piedi) Con permesso. (esce al fondo)

MASON         (consulta il taccuino) E’ giunto in nove minuti. Con quella gamba che lo fa zoppicare, per giunta... deve aver corso sul serio. (pausa) Chissà... Un istante fa m'ha attraversato la mente un’idea che... (pausa) Il professor Power e la dottoressa Holden potrebbero essere d'accordo.

DOUGLAS    Pazzesco!

MASON         Perché?

DOUGLAS    E’ contrario ad ogni logica, diamine!

MASON         Spieghi un motivo.

DOUGLAS    Uno?!?... (Mason annuisce) Dieci, venti... Ma certamente due. Ovvero... Primo! Se una nazione fosse riuscita a...come dire?..."piazzare" due persone nel "Centro Spaziale", non le avrebbe messe tutt’e due nello studio dell'astronave Sole, quando c’è anche quello - altrettanto importante - del satellite Giove. Secondo! Supponendo che la dottoressa Holden abbia un complice, l'avrebbe fatto "lavorare" con lei, o almeno se ne sarebbe servita per farsi un alibi. Invece no! La Holden, sinora, è la sola, oltre a Turner, che si faccia sospettare per la "fragilità" delle sue giustificazioni.

MASON         Nulla da obiettare, tenente. Il suo ragionamento corre.

DOUGLAS    (sorride) Se la "superspia" non è più veloce...speriamo che riesca ad acciuffarla.

COLMAN      (Entra sbuffando dal fondo. Come sempre mastica rabbiosamente chewing-gum. Ha una borsa in mano e una macchina fotografica a tracolla) Protesto, capo! (occhiataccia di Douglas) Dico "tenente", ma protesto lo stesso.

(Mason guarda l’ora e prende appunti sul taccuino)

DOUGLAS    (divertito) Mi sarei stupito se non protestava.

COLMAN      Come no?!?... Si grida ai quattro venti che qui si vuole "ricostruire"... "ri-co-stru-i-re" il delitto... Cioè! Il momento del furto, e poi?... Poi si dimentica i particolari più importanti.

DOUGLAS    Che sarebbero?...

COLMAN      E pure me lo chiede!... La "prima" volta... Ripeto: la "prima" volta lei mi ha fatto chiamare dall'agente Roger. Adesso, invece... Aspetta-aspetta... Poi sono dovuto venire di mia iniziativa!

DOUGLAS    (sorride) E’ vero, agente Colman: ci è sfuggito di mente.

COLMAN      (soddisfatto) Oh, niente di male. Tutto ciò mi diverte, cap... tenente. (indica la porta di destra) Devo ripetere le fotografie?

DOUGLAS    Non è necessario. Torni pure a dormire.

MASON         (ironico) Ma perché, tenente, vuole privarci della simpatica compagnia dell'agente Colman? Lo mandi nella sala-lettura. Farà sorridere un po’ i nostri accigliati amici. D'altronde, chi lo sa?... La sua opera potrebbe esserci ancora utile. A proposito: dov'era quando l'agente Roger le disse di venire qua?

COLMAN      (sbuffa) Ero in ufficio. Ho tre testimoni...purtroppo.

MASON         Perché "purtroppo"?

COLMAN      Perché giocavo a poker con loro, e... perdevo! (ride) Be'?... Dove devo andare?

MASON         Prima porta a sinistra, nel corridoio. (indica il fondo) E' la sala-lettura.

COLMAN      (preoccupato) Non mi costringeranno mica a leggere, eh?

MASON         (sorride) Direi di no.

COLMAN      C'è una poltrona comoda?

MASON         Senza dubbio.

COLMAN      Bene! Schiaccerò un pisolino. Okay, ca... canente! (esce al fondo)

DOUGLAS    Perché ha voluto trattenerlo?

MASON         (SORRIDE) Per non risentirlo protestare se avremo nuovamente bisogno di lui.

CROSBY       (appare al fondo, seguita da Miniver) E’ permesso?

DOUGLAS    Avanti, prego. (pausa)  Loro confermano dall’"a" alla "zeta" quanto hanno dichiarato prima?

CROSBY       (indecisa) Io... Io sì.

DOUGLAS    E lei, signorina Miniver?

MINIVER      (confusa) Anch'io, naturalmente... Anch'io.

DOUGLAS    (a Mason) Vuole rivolgere qualche domanda alle signorine?

MASON         No.

DOUGLAS    (alle due donne) Allora, per favore, s'accomodino nella sala-lettura.

(Crosby e Miniver annuiscono ed escono al fondo. Pausa)

DOUGLAS    Ed ora?... Cosa facciamo?... Manca solamente Turner, il quale ci ripeterà sino alla noia che è innocente, eccetera eccetera. Dobbiamo ammettere di non aver fatto passi avanti.

MASON         Tutt'altro. Siamo esattamente al punto di partenza. (rimane un momento soprappensiero) Eppure... (deciso, afferra il ricevitore del telefono) A quale numero posso trovare il dottor Williams? Quello che fece l'iniezione a Turner.

DOUGLAS    All'ospedale: "sette-sette-sette".

(Mason compone il numero all'apparecchio)

Cosa vuole chiedergli?

MASON S      e considera Turner veramente malato di cuore. (al telefono) Pronto... Dottor Williams?... (stupito) Roger?!?... L'agente Roger?... Dov'è, lei?... In laboratorio?... Allora mi scusi. Ho sbagliato a comporre il numero. (posa il ricevitore) Che numero ha detto?

DOUGLAS    "Sette-sette-sette".

MASON         (solleva il ricevitore e compone il numero) Pronto... Ancora lei, Roger?,.. Ma no! Io ho fatto il "sette-sette-sette".,. Che numero ha quell'apparecchio lì in laboratorio?... "Uno-tre-otto"?!?...  C'è una bella differenza!... Mi scusi di nuovo. (batte ripetutamele sul gancio commutatore) Possibile che non sia più capace a comporre un numero?... Dunque... (compone il numero e borbotta) "Sette...sette...sette"... Pronto!... (deluso) Ho già capito, Roger, che è sempre lei... (pausa) Sì, venga su. (posa il ricevitore) Dice che la colpa è sua se il telefono non funziona, e che viene a spiegare. Non ho capito che cosa.

ROGER          (entra da destra) Eccomi qui!

DOUGLAS    Ebbene?... Cosa le è successo?

ROGER          Sotto, in laboratorio, mi sono seduto sulla scrivania...

E così, senza accorgermi, ho urtato l'apparecchio telefonico. E’ caduto per terra, ed ora... Dev'essere per questo che riceve le telefonate di altri numeri. Forse s'è guastato. Mi spiace.

MASON         (Fissa nel vuoto. Lunga pausa. Roger e Douglas lo osservano incuriositi. Mason, dopo alcune espressioni di stupore, sorride ed emette un lungo fischio di soddisfazione. Quasi a se stesso) Era così semplice...

DOUGLAS    Che cosa?

MASON         Caro tenente... Io so chi è la "superspia"1.

* * * * * * *

DOUGLAS    Come ha detto?

MASON         Io so chi è la "superspia". (Douglas vorrebbe parlare) No!... Non mi chieda nulla...per adesso. (a Roger) Vada subito nella sala-lettura qui di fianco (indica il fondo) e preghi "tutti" coloro che troverà di venire qua immediatamente.

                                   (Roger si avvia verso il fondo)

DOUGLAS    E dica al sergente Wilde di rimanere al suo posto. (Roger annuisce ed esce al fondo. Douglas fa qualche passo, soprappen­siero, dicendo) Di là ci sono la dottoressa Holden,il professor Power, la dottoressa Crosby, la signorina Miniver e...e l'agente della "scientifica" Colman. (a Mason) E' uno di questi?

MASON         (dopo un istante di esitazione) Sì.

DOUGLAS    Sicuro?

MASON         Sicurissimo. (sorride) E riuscirò a farglielo confermare.

DOUGLAS    Da chi?

MASON         Dalla "superspia" in persona.

DOUGLAS    Turner, allora, non c'entra proprio niente?

MASON         (scrolla negativamente il capo) ...assolutamente.

DOUGLAS    E io?... Cosa posso fare?

MASON         Una cosa molto importante.

DOUGLAS    Quale?

MASON         (sorride) Non stupirsi di nulla.

(Holden, Power, Crosby, Colman, Miniver e Roger entrano dal fondo)

MASON         S'accomodino dove vogliono.

(Crosby e Miniver siedono a destra; Power siede alla scrivania; Holden sta in piedi, accanto a Power)

MASON         (A Colman, il quale è rimasto in piedi, molto vicino all'entrata di fondo) Sieda anche lei, Colman.

COLMAN      (a disagio) Io... Preferisco stare in piedi, io.

MASON         (deciso) Ma io la prego "vivamente" di sedere.

COLMAN      (scrolla le spalle, facendo una smorfia di disprezzo, e siede a destra, accanto a Crosby e Miniver)

MASON         Lei, Roger, torni in laboratorio.

(Roger esce a destra. pausa)

MASON         (osserva tutti attentamente, poi sorride) Qui, signore e signori, è stato commesso IL FURTO DEL SECOLO, ovvero il furto di calcoli, progetti, documenti per la costruzione di astronavi e armi che consentono il dominio dello spazio. Le guerre stellari, insomma, sono già cominciate. (sorride) E purtroppo non solamente al cinema. (pausa) Comunque il tenente Douglas... e io, abbiamo individuato la "superspia". Per giunta, possediamo le prove della sua colpevolezza. (Pausa. Improvvisamente, rivolto a Crosby) Lei cosa ne dice?

CROSBY       (sconcertata) Non... Non saprei.

MASON         (a Miniver) E lei?

MINIVER      (indecisa) Io... Mi stupisco. Sì, mi stupisco che dopo l'arresto di Turner si continui...

MASON         (interrompe) No, signorina! Il signor Turner è innocente.

POWER          (lieto) Questa notizia mi fa proprio piacere.

MASON         (ironico) Anche a lei, dottoressa Holden?

HOLDEN       (imbarazzata) Eh sì... Sì-sì... Certamente.

COLMAN      Ma allora chi è la "superspia"?

MASON         (ironico) Curioso, eh?... (Pausa. A Colman) Lei sa qualcosa sull'impianto telefonico del "Centro Spaziale" di Bower Big?

COLMAN      (spaccone) Che domanda!... Noi della "scientifica" sappiamo tutto.

MASON         Complimenti!... Allora mi dica... se io volessi che questo apparecchio, (indica quello sulla scrivania) componendo qualsiasi numero, chiamasse sempre quello del laboratorio, (indica il pavimento) che cosa dovrei fare?

COLMAN      Anzitutto dovrebbe comporre su questo apparecchio (lo indica)  il numero del telefono situato in laboratorio. Poi dovrebbe andare sotto, staccare il ricevitore, togliere sei viti, cambiare la posizione di tre fili, e...e il gioco è fatto! I due apparecchi sarebbero "legati" dal contatto effettuato all'atto della composizione del numero, e solo apparentemente interrotto. Infatti, nonostante che il ricevitore sia appoggiato sul gancio del commutatore, come sta adesso, (lo indica) il collegamento con l’apparecchio del laboratorio (indica il pavimento) è stato "fissato" dallo spostamento dei tre fili di cui vi ho detto. I due apparecchi, insomma, continuano ad essere in contatto come se due persone, una qui (indica il telefono) e l'altra in laboratorio (indica il pavimento) si parlassero. Di conseguenza, qualsiasi numero composto su questo apparecchio (lo indica) non avrebbe valore, perché dall'istante in cui si stacca (si alza in piedi e solleva il ricevitore) squillerebbe l'apparecchio del laboratorio. (Ha portato istintivamente il ricevitore all’orecchio. Si stupisce) Chi parla?... Roger?... (Sbalordito, posa il ricevitore. A Mason) Ha risposto Roger.

MASON         ...il quale è proprio in laboratorio. (indica il pavimento) Sì, signore e  signori... Questo (indica il telefono) apparecchio è "collegato" con quello del piano terreno, ossia del laboratorio, nel modo spiegatoci dall’agente Colman. Un momento fa, sollevando il ricevitore, egli non ha composto alcun numero. Ma poteva comporne anche cento, mille! In ogni caso sarebbe stato in linea con l'apparecchio del laboratorio. Questo, chiamiamolo "scherzetto", è servito per creare l'alibi a... (tace un momento, poi indica Power) ...al professor Power!

I personaggi seduti si alzano in piedi)

POWER          (apre fulmineamente un cassetto della scrivania ed estrae una rivoltella che punta in direzione di Mason, alzandosi in piedi)

Fermi tutti! E mani in alto! (eseguono tutti)

(a Holden, che gli sta di fianco) Anche lei, dottoressa. Si metta di fronte a me. (Holden esegue. Power sogghigna) Sono convinto, "caro" signor Mason, che io non uscirò di qui "vivo". Ma sono altrettanto convinto che "qualcuno" rimarrà a farmi compagnia.

MASON         (fissa power negli occhi ed abbassa lentamente le mani) Se vuole che rimanga io...

POWER          (minaccioso) Su le mani!

MASON         (dopo un istante di esitazione) ...no. (fa lentamente un passo verso Power)

DOUGLAS    (preoccupato) Stia attento, Mason!

(Mason si ferma)

POWER          (c.s.) Accetti il consiglio del tenente. (ride da esaltato) E’ più vecchio di lei e la sa lunga.

MASON         Se faccio un altro passo...spara?

POWER          Sì.

(Mason, dopo lunga pausa, lentamente, fa un passo avanti, verso power)

POWER          (Rimane un momento immobile, poi la sua mano che impugna la rivoltella comincia a tremare. Power la fissa, spaventato, ed infine allarga la mano: la rivoltella cade sulla scrivania, ed egli crolla a sedere, appoggia la fronte sui pugni che ha posato sullo scrittoio e singhiozza sussurrando) E’ finita...

E’ finita...

(Douglas s'avvicina alla scrivania, prende la rivoltella di Power e la intasca. Intanto gli altri abbassano le mani e rimangono immobili. Lunga pausa)

MASON         Si calmi, professore.

POWER          (solleva lentamente il capo) Lei.. .ha indovinato tutto. (pausa) Sono io che ho collegato i telefoni. E molto meglio di come ha spiegato lui. (indica Colman) Ho lavorato tre mesi, pochi minuti ogni giorno. (pausa) Non era più necessario spostare i fili. Bastava premere con un dito sul fianco esterno destro dell'apparecchio del laboratorio, in un punto indicato da un leggero graffio.

MASON         (a Douglas) La pressione che, senza volerlo, fece Roger quando sollevò l'apparecchio che gli era caduto per terra. (a Power) Ed ora ci racconti tutto.

POWER          (annuisce) Dopo cena venni subito qua, passando dalla porta del laboratorio. (a Holden ) Una ventina di giorni fa lei posò la chiave sulla mia scrivania. Mi fu facile rilevarne l'impronta. (pausa) Scesi da quella scala (indica il fondo) e resi inservibile l'interruttore del pianterreno. Così...solamente per confondere la polizia. (pausa) Aprii la cassaforte. Da dieci mesi avevo le chiavi false in tasca. (pausa) Presi i disegni e i calcoli dell'astronave Sole e dei suoi laser. Posai per terra il bottone. A proposito: fu proprio quel piccolo bottone che mi decise ad agire oggi. Lo vidi cadere dalla camicia di Turner e pensai che poteva servirmi per disorientare le indagini. (pausa)Andai in laboratorio e bruciai i documenti. (Mason vorrebbe parlare) Dopo le spiegherò perché. (pausa) Trascorsero secondi che mi sembrarono ore. Poi, finalmente, il telefono squillò: era la dottoressa Holden che da qui (indica il telefono) aveva composto il numero della mia abitazione e che mi credeva in casa. Posai il ricevitore, staccai il contatto ed uscii dalla porta del laboratorio. M'intrufolai tra la gente che commentava l'allarme, e dopo circa otto minuti arrivai qua. L'alibi era costruito bene. Mi tolga una curiosità, signor Mason... Come le è venuto in mente che era falso?

MASON         Per caso. Tuttavia, appena m'accorsi che questo apparecchio (lo indica) era "legato" a quello del laboratorio, pensai che la sola persona che aveva l'alibi sostenuto da una telefonata era lei. Adesso ci dica perché ha distrutto i disegni e i calcoli.

POWER          Perché... Perché li avevo già trasmessi quindici giorni fa. (stupore di tutti) Stasera non ho fatto altro che compiere il furto "ufficiale", con relativo fischio di sirena. Se avessi voluto avrei potuto escludere l'allarme. Invece no. Le persone per le quali agivo mi avevano ordinato di fare rumore, molto rumore.

MASON         Conosce il motivo?

POWER          (annuisce) ...ed è molto semplice. (pausa) La nazione a cui ho dato copia dei documenti avrebbe annunciato fra un mese che era in grado di fabbricare l'astronave Sole ed i relativi laser. Nel frattempo, a causa dell'odierno "falso" furto, qualcuno avrebbe "pagato" per me, ed io avrei potuto continuare a rubare... (si esalta) "Rubare"!... "Rubare" per salvare mio figlio.

DOUGLAS    (stupito) Suo figlio?!?... (Power annuisce) Ma non è morto circa un anno fa, in quel disastro aereo?

POWER          Anch'io lo credevo. Invece si salvò e fu..."trattenuto", cioè "sequestrato" dagli agenti della nazione che da sei mesi mi ricatta. (triste) Mi hanno offerto la vita di mio figlio, in cambio dei piani per la costruzione di un'arma che può uccidere gran parte dell'umanità.

DOUGLAS    Crede che ora lo libereranno?

POWER          Lo spero... Almeno dopo la mia morte sulla sedia elettrica.

MASON         Chi le fece le riproduzioni delle chiavi?

POWER          Un addetto all'ambasciata della nazione alla quale ho trasmesso i documenti. E per quanto riguarda le impronte, le presi con una materia plastica leggerissima e le portai fuori della città nascoste nella protesi dentaria.

TURNER        (entra dal fondo. triste, a Douglas) A sua disposizione, tenente.

DOUGLAS    Lei è libero, signor Turner. Il professor Power ha confessato d'essere stato lui l'autore del furto.

(Turner, estremamente sorpreso, guarda Power)

POWER          E’ così, caro Turner. Però, come un momento fa non ho avuto il coraggio di sparare sul signor Mason, non credo che avrei avuto la forza di tacere e lasciarla andare sulla sedia elettrica al posto mio.

WILDE           (entra dal fondo con una busta in mano che porge a Douglas) E’ arrivata da Washington con un aereo speciale. E’ già decifrata.

(Douglas prende la busta)

DOUGLAS    (a Wilde) Accompagni il professor Power nella cella accanto al mio ufficio. (sorpresa di Wilde) Vada anche lei, Colman. Passate da questa parte (indica la porta di destra) ed uscite con Roger. (porge una chiave a Wilde) Ecco la chiave della porta del laboratorio. Appena sotto... (indica Power) ...mettetegli le manette.

(Wilde e Colman si pongono ai fianchi di Power, gli passano una mano sotto il braccio e lo spingono educatamente verso destra).

POWER          (Giunto sulla soglia della porta si ferma e si volta: commosso guarda la sua scrivania e l'intero ambiente. quindi sussurra) Addio.

(e soffocando un singhiozzo esce a destra con Wilde e Colman)

DOUGLAS    Ringrazio tutti della collaborazione. Possono andare.

(Tutti, escluso Mason, escono in silenzio al fondo)

 

DOUGLAS    (a Mason) Però... Lei ha avuto un bel coraggio a mettersi davanti alla canna della rivoltella del professore. (la estrae da una tasca) Eccitato com'era...poteva sparare»

MASON         (sorride) Impossibile, perché gliel'avevo scaricata quando fingevo di dormire...là. (indica la sedia dietro alla scrivania) Non mi piacciono le armi cariche nei luoghi dove si cerca un colpevole,

DOUGLAS    Bene, bene... (intasca la rivoltella e s'accorge che ha una busta in mano) Dimenticavo... (apre la busta, estrae un foglio di carta e legge borbottando) Me la manda il mio "supercapo". (ironico) Che pensiero gentile!... Senta che roba. (legge) "Prenda subito contatto con il nostro più bravo agente del controspionaggio che si trova costì. Faccia trasmettere dalla radio di Bower Big, incluse nel bollettino meteorologico, le seguenti parole: "ANNUVOLAMENTI OLTRE I TREMILA METRI". Si presenterà immediatamente a lei l'agente "ZERO-ZERO-OTTO". Egli possiede l’altra metà del francobollo allegato alla presente". (irritato) Capisce, Mason?... Adesso che il più difficile è fatto dovrei "prendere subito contatto con il più bravo agente del controspionaggio". I meriti, naturalmente, andranno poi tutti a lui! A quella che possiede l'altra metà di questo francobollo. (lo fa vedere) Probabilmente sarà il solito "idiota-raccomandato"!

MASON         (estrae da un taschino un mezzo francobollo che porge sorridendo a Douglas) Se questo mezzo francobollo le può servire per completare il suo...

DOUGLAS    (distratto) Cosa me ne... (si riprende) Eh?!?... Lei sarebbe? ....

MASON         Non "sarei"... "Sono" l'agente "ZERO-ZERO-OTTO", forse "idiota", ma per nulla "raccomandato"!

DOUGLAS    Non me ne va bene una!...

(Mason sorride e gli tende la mano, che Douglas stringe. Infine si abbracciano ridendo, mentre il sipario si chiude).

F I N E

Nota (cfr. pag. 29

A questo punto, se il regista ha deciso di far partecipare gli spettatori alla scoperta del colpevole, ed all'entrata in teatro sarà stato distribuito ad ogni spettatore un biglietto ciclostilato sul quale c’è scritto:

Nome del personaggio colpevole, o di chi rappresenta, o di chi l'ha interpretato

Perché?

Firma LEGGIBILE dello spettatore

il sipario si chiuderà, si accenderanno le luci in platea e uno degli interpreti uscirà in proscenio per dire al pubblico:

"""                   Gentili signore e signori, anche voi avete avuto il medesimo elemento che ha fatto capire al giornalista Mason qual è la persona colpevole. Dovrete scrivere sul biglietto che vi è stato consegnato con quello d'entrata il nome del personaggio, o di chi rappresentava, oppure di chi l’ha interpretato; una o due parole di "perché", e il vostro nome. In pochi minuti raccoglieremo i biglietti. Quindi, mentre presenteremo la conclusione del dramma, saranno selezionati. Alla definitiva chiusura del sipario, fra quelli che avranno individuato la persona colpevole e il giusto "perché", in vostra presenza sarà estratto a sorte il biglietto dello spettatore al quale, con il titolo di "Campione del giallo", consegneremo... (UNA BOTTIGLIA DI LIQUORE, DI SPUMANTE, O QUALSIASI ALTRO OMAGGIO). Se nessuno scriverà l'esatto "perché", il premio verrà estratto a sorte fra coloro che avranno scritto esattamente il nome della persona colpevole. Buon finale giallo!""".

L'interprete scompare dietro il sipario, e dopo la rapida raccolta dei biglietti, che saranno portati in palcoscenico e affidati a chi effettuerà il controllo, si spegneranno le luci in platea e si riaprirà il sipario. I tre personaggi sono nella stessa posizione in cui erano quando il sipario si era chiuso.

E' ovvio che, se non viene effettuato il "gioco", la recitazione sarà stata proseguita senza alcuna interruzione.

 


1 Vedi nota a pag. 35.