Il gabbiano infelice

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(la scena sarà ambientata in una situazione da cima di alberi , nidi ecc

IL gabbiano infelice             

(di Lelio Ottorino)

                                                                     Fiaba realizzata e 

                                                                 Drammatizzata

                                                                    Da  Lelio Ottorino

PERSONAGGI

CAUCCIU’  -  PAPA’  -  MAMMA  -  GENITORE 1  -  GENITORE 2  -  IL PELLICANO  -  IL CORMORANO  -  GUFO SALOMONE  -  QUAGLIA MARINA  -  IL NARRATORE

(la scena sarà ambientata in una situazione da paesaggio marino.)

Narratore        ciao!  Siamo uno stormo di giovani gabbiani che vogliono raccontarvi

                       la storia della loro vita, una storia che ormai da secoli, di anno in anno,

                       si ripete e si rinnova. Questa storia nasce tra i porti tra le scogliere

                       spesso tra gli scogli, che potete vedere dai vetri delle vostre finestre.  Allora vi

                       chiediamo, ogni tanto fermatevi, alzate lo sguardo verso là, dove il cielo e più blu

                       e ascoltate il nostro canto, lasciate che i nostri voli gioiosi, possano rallegrare

                       l’universo delle vostre faticose giornate.

                      

(MUSICA DI INIZIO SPETTACOLO)

                       (voci dei giovani gabbiani)

Gabbiano 1    Evviva, evviva ragazzi!  Finalmente siamo grandi.

Gabbiano 2     Potremo lanciarci nell’aria e spiccare il primo volo.

Gabbiano 3     Chissà che avventure, che emozione, scopriremo un mondo nuovo.

Gabbiano  4    Io voglio planare a tutta velocità e poi tornare su, come fanno i jet. Sperando però di    

                        non farmi male.

Gabbiano 5     E io vi mostrerò come si fa lo slalom tra i gli scogli e le acrobazie sfiorando  il cielo.

Gabbiano 6     Dai! Forza, corriamo a prepararci, sta per iniziare la grande avventura.

Gabbiano 7     Si, andiamo a mettere a posto le ali e le piume per il nostro esordio, dobbiamo essere

                       pronti e forti.

Tutti                Si, si… andiamo…andiamo…  

                       (stridii di gabbiani che si allontanano)

(ESCONO  I GENITORI CHE LI OSSERVANO PREOCCUPATI)

Genitore 1      Guardali, guardali come sono incoscienti e irresponsabili.

Genitore 2      Già, chissà cosa succederà ai nostri piccoli quando saranno in volo sul mare aperto lontani

                       da casa, speriamo che non si facciano del male

Genitore 1      Finora non hanno mai lasciato il nido e noi li abbiamo sempre protetti.

Genitore 2      Speriamo che si comportino in modo responsabile e non vadano a cacciarsi in

                        qualche guaio.

Genitore 1       (verso il pubblico) Figlioli, attenti al falco pellegrino, che non vi afferri e non vi porti

                        nel suo nido facendovi fare una brutta fine.

Genitore 2       Quello è sempre così violento e pericoloso, meglio non fidarsi di lui.

Genitore 1       Cercate di essere prudenti che se vi succede qualcosa, non ci saremo più noi genitori

                        a proteggervi.

Genitore 2       E non fidatevi delle navi. Spesso lanciano in mare sostanze viscide e oleose.  

Genitore 1       E soprattutto state alla larga dall’uomo che è il più pericoloso di tutti, è uno dei

                        nostri peggiori nemici.

Genitore 2       Volate alto se non volete finire nelle vele di qualche nave

Genitore 1       Fate attenzione Alle barche, dentro si nasconde spesso un fucile di qualche

                        cacciatore  in agguato.

Genitore 2       Non allontanatevi troppo dallo stormo, potreste perdervi e non vedere il pericolo.

Genitore 1       Ricordatelo e state attenti.

                        (dopo una breve pausa)

Genitore 1       A me sembra che i nostri piccoli non ci ascoltino proprio.

Genitore 2       Guardali, si preoccupano solo di battere forte le ali e di sorpassarsi l’un l’altro.

Genitore 1       Guarda come sono eccitati, non  ascoltano i nostri consigli.

Genitore 2       A loro basta volare, si sono già dimenticati di noi.

Genitore 1       Ah, questi giovani,credono di spaccare il mondo perché si sentono forti e vigorosi  

Genitore 2       Che il buon Dio li protegga.

Tutti                 Speriamo!    (osservano il volo dei gabbiani)

(TORNANO LE VOCI DEI GABBIANI )

Gabbiano 1      Forza ragazzi, dai Caribù, stai battendo la fiacca, non sarai già stanco?

Gabbiano 2      Perché non ti decidi a muovere un po’ più velocemente le penne della coda

Gabbiano 3      Ma che dite, scommettiamo che volo più in alto e arrivo prima di voi.

Gabbiano 4      Vedremo chi arriva primo, io sto guadagnando velocità, guardate che sprint, tutto

                        grazie alle lumache di mare che ho mangiato ieri.

Gabbiano 5      Se arrivo prima io, dovrete procurarmi da mangiare per una settimana.

Gabbiano 6      Sei fuori, ormai siamo grandi e il cibo ognuno deve procurarselo da solo.

Gabbiano 7      Certo, ormai siamo autonomi, non abbiamo più bisogno di nessuno.  

(I GENITORI RIPRENDONO I LORO DISCORSI)

Genitore 1       Che tristezza, i nostri piccoli sono spariti all’orizzonte senza neanche salutarci.

Genitore 2       Chissà se riusciranno a cavarsela, poverini. (si asciuga una lacrima)

Genitore 1       Ti ricordi quando eravamo giovani noi e abbiamo spiccato il primo volo?

Genitore 2       Eh sì, che gioia, ma anche che paura (sospira) quanto tempo è passato.

Genitore 1       Eravamo preoccupati temendo di non saper superare le difficoltà, non sapevamo cosa

                        ci stesse aspettando.

Genitore 2       Ricordi quante avventure abbiamo vissuto…però ora che tocca ai nostri figli, mi

                        sento così in ansia per loro.

Genitore 1       Dai, non stiamo a preoccuparci troppo, se nò diventiamo ansiosi e li facciamo stare

                        male, come i nostri genitori hanno fatto stare male noi.

Genitore 2       Si, hai ragione, speriamo solo che tutto vada bene. (sospiro)

                    

(ARRIVA PELLICANO)

Pellicano.        Eh no!  Niente lacrime e niente lamenti, oggi deve essere un giorno di  allegria, i

                        nuovi nati hanno spiccato il primo volo, quindi dobbiamo tutti fare festa,

                        mangiamo, beviamo, cantiamo e balliamo…ho proprio voglia di  sgranchirmi le

                        zampe con un bel giro di valzer. 

Genitore 1       Il Pellicano ha perfettamente ragione, prepariamoci a fare  festa   

Genitore 2       Io porterò calici di fiore colmi d’acqua fresca, semi di rosmarino grondanti rosolio  e

                        capperi appena sbocciati.

Genitore 1       Io sardine sottolio, molluschi freschi, e coralli di mare.

Genitore 2       Io  zanzare fatte a pezzettini e vermetti tagliati. 

Genitore 1       Io andrò a chiamare tutti gli abitanti della scogliera perché sia una grande festa

                        collettiva

Pellicano         E ora la musica!  La musica!  Ci vuole la musica! Manca solo quella

(MUSICA CON BALLETTO)

Narratore         Ma ahimè, non tutti i giovani gabbiani partecipavano a quel momento di grande

                        gioia  ed emozione, uno di loro, un certo Caucciù, non ne voleva proprio sapere di

                         lasciare il suo nido e le cure materne.

(CAUCCIU E I SUOI GENITORI)

Mamma           (entra in scena chiamando) Caucciù sveglia! Sveglia! Il sole illumina il cielo ed è

                        giunta l’ora di spiccare il primo volo, su forza alzati, per te oggi è un giorno molto

                        importante, stai per diventare grande… dai, alzati!

Caucciù           (da dentro)  No…non voglio!

Mamma           Dai, devi andare, sbrigati, non fare il dormiglione! Oggi il vento è favorevole è

                        proprio il giorno ideale per spiccare il primo volo.

Caucciù           (da dentro)  No, io da qui non mi muovo.

Mamma           Esci subito dal nido e spiegami perché non vuoi alzarti? Perché non vuoi partire?

Caucciù           (Esce  sbadigliando avvolto nella copertina) Perché io sto bene qui, tranquillo e al

                        Calduccio! In questo nido, dove mi sento al sicuro da ogni pericolo.

Mamma           Suvvia ! (gli toglie la copertina) Anche a me dispiace che tu parta, perché ti voglio e

                        ti vorrò sempre bene, ma ormai sei grande e robusto, quindi è ora che la smetti di

                        mangiare mosche omogeneizzate e che ti guadagni la vita come fanno tutti.

Caucciù           Io voglio restare qui con voi. (si riprende la coperta) nel mio nido al caldo.

Mamma           (ritogliendogliela) Non se ne parla proprio!  Tra poco dovrò fare un’altra nidiata,

                        nasceranno dei tuoi fratellini  e quindi tu devi andartene, questo nido non è

                        abbastanza grande per tutti, purtroppo.

Caucciù           Ma io non voglio…

Papà                Cosa mi tocca sentire, non vuoi?  Su, su, sbrigati, le ali per volare le hai, le piume

                        anche, quindi muoviti, altrimenti resterai ultimo e farai fare una brutta figura ai tuoi

                        genitori.

Caucciù           No, io non parto! nemmeno se mi sparate con un cannone e se continuate scappo di

                        Casa.

Papà                Davvero? Ma perché figliolo?  Si può sapere perché ?

Caucciù           Perché ho paura!  Avete capito ora? Io ho paura…ho paura del cielo , ho paura del

                        Mare aperto della notte buia, ho paura del falco pellegrino,   Io ho paura di tutto,

                        perfino del drago a otto zampe!

Mamma           Ma sai benissimo che non esiste, quella è solo una favola.

Caucciù           Appunto!

Papà                (si guarda con la mamma – poi) Vedi figliolo, anch’io da piccolo, nel giorno del mio

                        primo volo avevo paura, anche a me tremavano tanto le zampe…ma poi, quando

                        sono arrivato in cielo e ho cominciato a sfiorare le nuvole, ho capito che volare è la

                        cosa più bella che si possa desiderare… guardare dall’alto il mare con le sue onde, il

                         porto con le sue navi colorate, la baia, le tenere sardine che sembrano  dire

                        “mangiami, mangiami.

Caucciù           No papà! Ho deciso che non andrò via, resterò  nel mio nido.  (via)

                        (mamma e papà restano soli)

Mamma           Poveri noi, proprio un figlio pauroso ci doveva capitare, che vergogna, perché non

                        abbiamo un figlio come tutti gli altri.

Papà                I nostri vicini si burleranno di noi, cosa diranno di Caucciù? Diventeremo lo

                        zimbello dell’intera scogliera, come faremo. (via)

(VOCI DEI GENITORI CHE SPARLANO)

Genitore 1       Hai sentito? Caucciù è proprio un pappamolle.

Genitore 2       Per forza, è sempre li a farsi coccolare dalla mamma: tesorino di qua, tesorino di la,

                        lo proteggono troppo, così ora ha paura di affrontare la vita.

Genitore 1       Lo hanno sempre accontentato in tutto e ora si trovano un figlio rammollito.

Genitore 2       Lo hanno viziato fin da quando è nato e ora guarda che bel risultato hanno ottenuto

Genitore 1       Se io fossi suo padre, lo avrei preso per la coda e scaraventato fuori dal nido, voglio

                        vedere se imparava a volare.

Genitore 2       Certo! Così si deve fare, ci vuole energia con i figli.

Genitore 1       Altro che lasciarsi incantare da qualche lacrimuccia o lamento.

Genitore 2       Beccoduro e Codona sono stati troppo deboli e ora si ritrovano un figlio fifone.

                        (via  sparlando) 

(TORNANO IL PAPA’ E LA MAMMA)

Papà                Allora moglie, cosa facciamo con questo benedetto figliolo?

Mamma           Perché non proviamo a consultare quel famoso dottore esperto in malattie dei

                        Gabbiani

Papà                Chi, il dottor Gufo Salomone?

Mamma           Si, quello che vive nel bosco proprio vicino l’ospedale.

Papà                Sai che hai avuto proprio una bella idea, lui avrà certamente una cura per guarirlo, si

                        dice che curi anche le malattie più strane. Proviamo a telefonargli.

Mamma           (prende il telefonino) Allora il numero è  0423 987654  (lo fa)  pronto?  Si, sono la

                        signora Codona, c’è il dottor Gufo Salomone?

Gufo                (voce telefono) Si, sono io, mi dica cosa vuole?

Mamma           Mio figlio è grave, la prego, venga per una visita urgente.

Gufo                 Vengo subito signora, mi dia l’indirizzo preciso.

Mamma           Via della marina, appena passata la quarta scogliera,  si ricordi che per arrivare qui

                        deve attraversare un breve tratto di mare. Faccia presto,  l’aspettiamo.

Papà                Speriamo che arrivi presto.

Mamma           Non temere, di solito è molto veloce.   (bussano)  Eccolo. Venga, venga

                        avanti dottore.

(ARRIVA IL GUFO SALOMONE)

Gufo       .        Dov’è il paziente?

Mamma           Ora glielo chiamo, Caucciù! Vieni che il dottore deve visitarti.

Caucciù           (arrivando)  Uffa… io non lo voglio il dottore. Se mi guarisce, poi mi tocca andare a

                        scuola.

Gufo                Ciao piccolino… non ti farò male, vedrai… portate una sedia… bene, ora siedi qui

                        Vediamo gli occhi… mostrami la lingua… sentiamo la schiena… passatemi lo

                        stetoscopio! ripeti, trentatre… 

Caucciù           Trentatre!

Gufo                Ora ripetilo  due volte

Caucciù           Sessantasei.

Gufo                Ora fammi un bel colpetto di tosse… guardiamo la gola… le orecchie..si si sì… il

                        polso è regolare, quindi… ho capito qual è il suo male!

Papà                Allora cos’ha ?

Gufo                Il giovanotto è sano come un pesce.

Papà                Non è possibile.

Gufo                Certo che è possibile… anzi, possibilissimo. Vostro figlio è solo ammalato di

                        paura e la paura è una gran brutta malattia, per quanto ne so, una delle

                        peggiori, perché non c’è malattia peggiore di quella da cui non si vuol guarire.

                        Avete capito?

Mamma           No!

Papà                No!

Gufo                Pazienza se non avete capito! Capirete domani! E adesso datemi quello che mi

                        spetta che non ho tempo da perdere io.

Papà                Per il suo disturbo, ecco una bella sardina fresca.

Gufo                Sardina, che schifo! Io non mangio pesce, sono un gufo! Non avreste una lucertolina o un

                        piccolo roditore.

Papà                Al momento no, ma vedremo di procurargliela al più presto.

Gufo                L’aspetto, ed ora vi saluto e buona fortuna per il vostro figliolo pauroso.  (via)

Papà                Hai sentito Caucciù? Il dottore dice che non hai niente, bisogna che tu ti decida

                        a muoverti, almeno provaci, non puoi startene sempre a letto.

Mamma           Se non vuoi lasciare il nido perché hai paura, almeno sgranchisciti un po’ le

                        zampe sui sassi della nostra scogliera.

Papà                L’aria aperta e un po’ di ginnastica potranno solo farti bene.

Caucciù           Uffa! E va bene, visto che insistete tanto, farò due passi qui vicino, ma solo qui

                        vicino. 

                        (via il papà e la mamma, Caucciù passeggia)

(ARRIVA IL CORMORANO)

Cormorano      (spuntando fuori)  Vai via di qua!

Caucciù           Perché dovrei andare via? Questa è casa mia.

Cormorano      Vai via ti ho detto!  Se nò mi rompi le scatole. Io sto aspettando i pesci che sono le

                        mie prede preferite, se me li fai scappare ti beccherò sulla zucca fino a fartela diventare

                        un colabrodo.

Caucciù           Ma io abito qui, quella è la mia casa, dove vuoi che possa andarmene e trovare un altro  

                         posto morbido e  soffice per dormire?

Cormorano      Taci piccoletto e sparisci o ti spedisco dritto nel nido con un colpo d’ala.(lo Spinge fino a

                        che Caucciù cade poi  Cormorano se ne và impettito)

Caucciù           (restando a terra) Ahi che male! Sono tutto ammaccato. Ma perché ho ascoltato il consiglio

                        dei miei genitori? Ecco, vedi cosa succede a lasciare il nido. (sempre seduto per terra) 

(ARRIVA GATTO RANDAGIO)

Gatto  R.         Miaoo… guarda che bello spuntino c’è su quella  roccia! Miaoo  Ciao bell’uccellino

Caucciù          Chi… chi sei tu?

Gatto R.          Miaooo  io sono il Gatto Randagio, colui che può risolvere ogni tuo problema,

                        miaooo. 

Caucciù          Davvero… tu…tu mi puoi aiutare?

Gatto R.          Certo, miaooo vieni tra le mie zampine che ti sistemo io. Miaooo. (cerca di

                       afferrarlo)

Caucciù           No! (si tira indietro cadendo a terra) Tu mi vuoi mangiare non aiutare.

Gatto R.           Miaooo… l’hai capito… ma tanto è inutile, prima o poi ti prendo… miaooo…(gli si

                        avventa)

Caucciù           Aiuto!  (con un balzo salta su una roccia e si nasconde dietro)

Gatto R.           E’ solo questione di tempo, gli uccellini  paurosi li prendo sempre io… Miaooo  (via) 

               

(VOCI DEI VICINI CHE  COMMENTANO)

Genitore 1       (ridendo con scherno)  Hai visto, Caucciù non sa neanche come nascondersi.

Genitore 2       Guardatelo, per non farsi prendere da Gatto Randagio, invece che volare via si è riparato

                         dietro una roccia..

Genitore 1       Ha paura persino Del cormorano, che è più piccolo di lui! Che fifone!

Genitore 2       Piccolino, torna nel nido dalla mammina.

Genitore 1       Vai vai carino, che almeno lei ti coccola un po’.

Genitore 2       Vai a farti dare un bacino dove ti sei fatto la bua.

Genitore 1       Vai via fifone che nessuno ti vuole.

Genitore 2       E bada di non tornare, sei la vergogna dello stormo!  (Via tutti ridendo)

Caucciù           (si allontana tristemente) Tutti mi deridono, sono diventato lo zimbello della

                        scogliera, quando lo sapranno  i miei genitori moriranno di crepacuore, si

                        vergogneranno di avere un figlio così!  Povero me, sono disperato, quasi quasi

                        sarebbe stato meglio cadere tra le grinfie di Gatto randagio e farla finita per sempre.

                        (piange)

(ARRIVA QUAGLIA MARINA CON IL RUMORE DEL VENTO)

Quaglia           Ho udito bene…o il vento si prende gioco di me imitando la voce di un

                        gabbiano, che invoca le grinfie di Gatto Randagio.  (vede Caucciù)  Ciao bel

                        gabbiano, io sono Quaglia Marina e vivo da sempre tra le erbe dei prati. Che si

                        affacciano sul mare, proprio per questo sono considerata una maga dai grandi poteri.  

                        e tu sei un gabbiano che forse  ha bisogno di me. Qual è il tuo nome?

Caucciù           Ca ca caù…  (piangendo)

Quaglia           Cacaù?

Caucciù           No, signora, mi chiamo ca cau…insomma caucciù, ecco.

Quaglia           Caucciuecco?

Caucciù           Noo!  Mi chiamo Caucciù.

Quaglia            Caucciù è un bel nome e tu per quel che vedo sei un bel giovanotto e allora

                        dimmi; perché poco fa ti disperavi e ti auguravi di essere mangiato da Gatto

                        Randagio?

Caucciù           Perché io ho paura di tutto, ho paura di uscire dal nido, ho paura degli altri, ho

                        paura del primo volo,  per la mia paura sono diventato la vergogna dei miei

                        genitori. Per questo mi auguro di imbattermi in Gatto Randagio, che mi mangi

                        così almeno la smetterò di avere paura.

Quaglia           Oh… la tua storia è molto triste ragazzo mio. Comunque, hai trovato la persona

                        giusta, io vivendo tra le erbe, ne ho carpito i tanti poteri e oggi sono considerata

                        una potente maga, voglio quindi aiutarti.

Caucciù           Voi? Lei…vuole aiutarmi?

Quaglia           Già, mio caro , ti darò un talismano col quale diventerai audace come  il falco, forte

                        come l’aquila, prudente come il Pellicano e degno in tutto e per tutto di  Beccoduro tuo

                        padre.

Caucciù           Ma come è possibile? Io…io sto sognando?

Quaglia            Insomma! Mi credi o no?  Guarda che mi offendo.

Caucciù           Si si, certo che ti credo.

Quaglia           Bene, allora ascolta. Ora io strapperò un papavero magico dal mio prato. E’ un

                        fiore speciale che dà coraggio, forza e saggezza a chi lo porta addosso. (lo

                        prende e glielo da) prendilo e nascondilo tra le piume del tuo collo, nessuno lo

                        dovrà vedere e nessuno saprà che ce l’hai. (Caucciù esegue) Bene, ora vola via

                        e raggiungi i tuoi compagni, loro ti invidieranno perché d’ora in poi, tu sarai

                        sempre il più forte, il più audace, il più saggio di tutto lo stormo.

Caucciù           Grazie…grazie signora maga e… ma…ma cosa mi sta accadendo? Io..non sono

                        più lo stesso di prima… questo è un miracolo… ora le zampe non mi tremano più,

                        le mie ali sono diventate forti e robuste, sento che il mio becco robusto mi può

                        difendere da ogni pericolo. Oh signora Marina, come potrò sdebitarmi per il

                        meraviglioso dono?

Quaglia           Vai, raggiungi lo stormo e comportati da bravo gabbiano. Addio.  (via)

Caucciù          Addio e grazie ancora!  (via)

                        (MUSICA - BALLETTO DI CAUCCIU CHE VOLA NEL VENTO E NEL SOLE)

(alla fine Caucciù stanco si sdraia per riposare)

(CAUCCIU E I PIPISTRELLI)

Caucciù           Sono proprio contento! Ho volato fino quasi a toccare il cielo, mi sono lasciato

                        trasportare dal vento ho giocato a nascondino tra le nuvole e sono scivolato

                        lungo i raggi del sole al tramonto.Però mi sono allontanato tanto da casa,non

                        starò rischiando troppo? Ma nò, non può accadermi nulla, ora c’è il mio magico

                        amuleto che mi difende, adesso però sono proprio stanco e sta facendo notte è

                        meglio che mi fermi a riposare. (si addormenta viene la notte)

(i pipistrelli arrivano volteggiandogli intorno)

Pipistrello 1    Uuuuuuh…  Saggia decisione, fai bene a riposarti un po.

Pipistrello 2    Uuuuuuh… La notte non è fatta per un giovane gabbiano inesperto e solitario

Pipistrello 3    Uuuuuuh… Si fanno brutti incontri per i cieli di notte, soprattutto per chi se ne và in

                        giro da solo.

Pipistrello 4    Uuuuuuh… chissà cosa succederà prima dell’alba eh eh noi siamo i padroni del buio.

(via tutti volando)

Caucciù           (tremando) Oh mamma mia… questi sono i fantasmi della notte…(trema di paura)

(tornano volteggiandogli intorno)

Pipistrello 1    Ci siamo e non ci siamo.

Pipistrello 2    Lo vediamo e non ci vede.

Pipistrello 1    Lo sfioro e non mi sente.

Pipistrello 2    Nel buio siamo invisibili e tetri! Ti prenderemo piccolo gabbiano fifone.

 

Caucciù           Io ho sempre avuto il terrore dei fantasmi,andate via!(terrorizzato si copre il

                        viso)

(si fermano in un angolo a commentare tra loro)

Pipistrello 1    (tra loro)  Che bello scherzo abbiamo giocato a questo fifone.

Pipistrello 2    Non c’è che dire, hai visto che spavento si è preso.

Pipistrello 3    Scommetto che resterà lì terrorizzato fino a domattina.

Pipistrello 4    E domani Gatto Randagio avrà un pranzetto con i fiocchi.

(via tutti volando)

Caucciù           (cercando)  Il mio talismano lo avevo dimenticato… (lo trova) Eccolo…e ora

                        Ora… ma chè fantasmi d’Egitto!  I fantasmi non esistono, lo dice sempre anche

                        Il Pellicano... Eccoli che tornano, sono solo degli stupidi pipistrelli, ma ora li

                        sistemo io.

(tornano volteggiandogli intorno)

Pipistrelli        (cercano di spaventarlo)  Buuuuh…buuuuuh…buuuuuh…

Caucciù           (li rincorre bastonandoli) Via di qua sciocchi pipistrelli, non avete niente di

                        meglio Da dire che buuu buuu… scappate fantasmi dei miei stivali, uccellacci

                        della notte! Sparite o vi accomodo io. (i pipistrelli scappano)  Però, è stata una

                        bella soddisfazione, suonargliele a quei rompiscatole. Ora andrò a raggiungere i

                        miei compagni.  (vola via)

Narratore         In breve Caucciù raggiunse lo stormo dei suoi compagni i quali felici di vederlo

                        arrivare lo accolsero con molto calore, Ora lo stormo era completo. Vennero così

                        i giorni delle avventure, delle acrobazie nel cielo, ma anche i momenti di grande

                        paura e di grave rischio per la vita. Caucciù però, grazie al suo potente amuleto

                        si dimostrò il più coraggioso, il più astuto E al momento giusto il più prudente,

                        così grazie alla sua astuzia e alla sua intelligenza, riuscì a salvare molti suoi

                        compagni dalla  morte. Questi in segno di riconoscenza e di amicizia lo

                        nominarono capo dello stormo.

                       

(ARRIVANO IN SCENA I GENITORI)

Gabbiano 1      (voci registrate) Udite tutti… Caucciù è un eroe ed è diventato il nostro capo!

Genitore 1       Caucciù un eroe? Ma cosa stanno dicendo?  Non lo credo proprio.

Gabbiano 2      E’ vero, l’ho veduto anch’io.

Genitore 2       Non è possibile, siamo certi che parlino proprio di Caucciù?

Gabbiano 3     (voce registrata)  Si, era proprio lui

Genitore 3       Ma va là, sicuramente avete preso un colpo di sole.

Genitore 4       Ma và… e cosa avrebbe fatto?

Gabbiano 4     Tutti noi gabbiani ci eravamo persi e non trovavamo la strada per tornare

                        a casa, quando Caucciù ha deciso di volare ad un’altezza incredibile, sfidando il

                        freddo e il rischio di incontrare degli aerei e da lassù ha potuto darci le giuste

                        indicazioni, per aiutarci a tornare prima di cadere sfiniti in mare.         

Genitore 1       Cosa mi tocca sentire, Caucciù un eroe?

Genitore 2       Già, pare che quel giovane Gabbiano abbia proprio il cervello fino.

Genitore 3       Insomma quel gabbiano è davvero un supereroe.

(ARRIVANO BECCODURO E CODONA)

Papà                (piano a Mamma)  Ecco i vicini, ci prenderanno ancora in giro per Caucciù

Mamma           (c.s.)  Allontaniamoci subito   (fanno per allontanarsi)

Genitore 1       Complimenti Beccoduro, sei proprio fortunato ad avere un figlio così coraggioso.

Papà                Come?

Genitore 2       Mamma Codona, puoi ben essere orgogliosa di te, sei stata proprio brava ad

                        allevare un figlio così astuto e intelligente.

Mamma           Cosa?  Ma io…

Genitore 1       Che genitori fortunati, voi che avete un gabbiano così forte ed eroico.

Genitore 2       Ah, come mi piacerebbe se anche mio figlio fosse come Caucciù, così coraggioso.

Genitore 3       E io che pensavo che Caucciù fosse un gabbiano viziato e pauroso, come mi

                        sbagliavo.

Genitore 4       Certo che ti sbagliavi, tutti ci sbagliavamo sul suo conto.

Genitore 1       Ma…non era Caucciù che aveva paura di partire per il primo volo?

Papà                Si…no… è che quel giorno aveva lo stomaco imbarazzato e aveva anche la febbre

Genitore 2       Per la paura?

Mamma           No! E’ che il mio piccolo, che è tanto goloso, la sera prima aveva mangiato tante

                        Lumache di mare e gli era venuto il mal di pancia.

Tutti                Ah, beh, se è andata così…

(ARRIVA  IL PELLICANO)

Pellicano.        Basta giovanotti! Non perdiamoci in tante chiacchiere. Qualche gabbiano è già

                        tornato e se il mio calendario non mi inganna, presto dovrebbero tornare tutti gli

                        altri, . Il loro primo volo è finito.

Genitore 1       Prepariamoci ad accoglierli

Genitore 2       Si, sono stati proprio bravi.

Genitore 1       Organizziamo una bella tavola imbandita

Genitore 2       Avranno una bella fame i giovanotti.

Genitore 1       Chiamiamo anche l’orchestra delle cicale

Genitore 2       …e il coro dei grilli canterini.

Genitore 1       Bene, così potremo ballare.

Genitore 2       Giusto, la musica mette sempre allegria.

Pellicano.        E io che ho sempre le zampe rattrappite, potrò sgranchirmele con un bel giro di

                        valzer.

Tutti                Eccoli!  Guardate, stanno arrivando. Evviva Caucciù!

(ARRIVA CAUCCIU’)

Papà                Bentornato, ragazzo mio, io e la mamma siamo tanto fieri di te.

Mamma           Caro il mio piccolo, ero così in pensiero per te.

Caucciù           Cari genitori, che gioia vedervi. (li abbraccia)

Genitore 1       Ma dicci, sono vere le avventure che dicono di te?

Genitore 2       Raccontaci Caucciù, raccontaci come è andata.

Genitore 3       Come ti sei sentito a sfidare il cielo aperto?

Caucciù           Grazie, grazie a tutti. Ma ora scusatemi, prima dei festeggiamenti devo andare a

                        trovare una cara amica.

Pellicano        Andiamo, andiamo tutti a fare festa.

(via tutti tranne Caucciù che si incammina verso il prato)

(CAUCCIU’ CON QUAGLIA MARINA)

Caucciù           Mi stavo proprio per dimenticare di colei che grazie alla sua magia mi ha

                        cambiato la vita, devo trovare Quaglia Marina. (la cerca fino a che stanco si siede)

(ARRIVA CON IL RUMORE DEL VENTO)

Quaglia           Se il vento non si prende gioco di me, mi pare proprio di annusare l’odorino di un

                        gabbiano coraggioso, che è tornato a trovarmi dopo il suo primo volo.

Caucciù           Si, sono proprio io, Caucciù, sono tornato per salutarla e ringraziarla.

Quaglia           A dire il vero, non ricordo il motivo del tuo ringraziamento.

Caucciù           Ma come non ricorda? Fu lei a regalarmi il papavero magico che mi ha convinto a

                        Spiccare il primo volo.

Quaglia           Un papavero magico? Quale papavero magico?

Caucciù           Il suo!... cioè, il mio!... insomma, ora glielo mostro così si ricorderà (si fruga) ma

                       dov’è, non lo trovo più… era qui… ma ora è sparito!  (disperato) Ho perduto il

                        mio talismano, non ce l’ho più! Ora come farò? Tornerò pauroso com’ero prima.

Quaglia           Sciocco di un gabbiano. hai aiutato i tuoi compagni nel  momento del pericolo, sei    

                        stato saggio e coraggioso, hai saputo prendere le decisioni giuste per il bene di tutti.

                        Eppure non hai ancora fiducia in te stesso,  nella tua forza e nella tua intelligenza.

                        Piuttosto che alle tue capacità preferisci credere al potere di un papavero magico

                        qualunque.

Caucciù           Ma non era un papavero qualunque, era un talismano vero.

Quaglia           Guardati intorno, il prato è pieno di papaveri rossi, prendine uno, dieci, cento…

                        quanti ne vuoi, non sono magici, come non era magico il tuo. Te l’ho fatto

                        credere solo per convincerti a partire con i tuoi amici.

Caucciù           (pensando) Ma allora…allora se non avevo un talismano…

Quaglia           Quello che hai fatto lo hai fatto da solo, con le tue forze, con il tuo coraggio ma

                        soprattutto con la fiducia in te stesso.

Caucciù           E’ vero! E’ tutto vero! Io posso essere un eroe usando le mie sole forze, la mia

                        sola volontà.

Quaglia           Bene, ora che lo hai capito, non hai più bisogno di me, quindi addio  (vola via)

Caucciù           Grazie Quaglia Marina, senza il tuo aiuto non lo avrei mai capito, non avrei mai

                        saputo quali sono le mie capacità.

(ARRIVA PAPA’ BECCODURO)

 Papà               Caucciù!  Tutti ti stanno cercando, sei il re della festa, ma dove ti eri cacciato?

Caucciù           Oh papà, ero andato a cercare il vero Caucciù.

Papà                Che hai detto?

Ciricippe         Si papà, è proprio così.

Papà                E allora dimmi, lo hai trovato?

Caucciù           Altrocchè! Guardami, ora sono un vero Gabbiano di scogliera, pronto per affrontare ogni

                        pericolo.

                        (ARRIVA  IL PELLICANO SEGUITO DA TUTTI GLI ALTRI)

Pellicano.        Uffa! Ora basta! Smettiamola di ciarlare e mettiamoci a tavola. Ho fame, ho

                        sete e ho voglia di sgranchirmi le zampe con un bel giro di Valzer. E poi le storie

                        sono belle solo quando sono brevi e vanno a finire bene. Quindi:musica maestro!

(MUSICA E BALLO FINALE)

FINE