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Il gabbiano
Jonathan Livingston
di Richard Bach
"arrangiamento di Manuela e Annarosa" (Oratorio Bruzzano - Milano)
con brani musicali
Se per imparare a nuotare basta tuffarsi nellacqua,
per imparare a volare basta tuffarsi nel cielo.
PERSONAGGIe INTERPRETI:
Narratore Elena
JONATHAN Simone
VOCE fuori campo Dario
MADRE Sabrina
PADRE Alessandro
ANZIANO Cristina
SULLIVAN Federica
CIANG Luca
FLETCHER Fabrizio
MAYNARD Clarissa
I GABBIANI Viviana Serena Nadia Serena
CANZONE: Le rondini
Vorrei entrare dentro i fili di una radio
e volare sopra i tetti delle citt
incontrare le espressioni dialettali
mescolarmi con lodore del caff
fermarmi sul naso dei vecchi mentre leggono i giornali
e con la polvere dei sogni volare e volare
al fresco delle stelle anche pi in l
sogni, tu sogni, nel mare dei sogni.
Vorrei girare il cielo come le rondini
e ogni tanto fermarmi qua e l
avere il nido sotto i tetti al fresco dei portici
e come loro quando la sera chiudere gli occhi, con semplicit.
Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
per capire cosa succede dentro e cos che lo muove
da dove viene ogni tanto questo strano dolore
vorrei capire insomma che cos lamore
dov che si prende e dov che si d
sogni, tu sogni, nel cielo dei sogni.
M U S I C A ..
Narratore: Era di primo mattino e il sole appena sorto luccicava tremolando sulle scaglie del mare appena increspato. In men che non si dica tutto lo stormo Buonappetito si radun; cominciava cos una dura giornata.
Ma lontano, un gabbiano si levava solo. Il suo nome era Jonathan Livingston e lui no..., non era un uccello come tanti altri. A lui non importava di come procurarsi il cibo. A lui importava imparare a volare sempre meglio. Pi di ogni altra cosa al mondo, a Jonathan piaceva librarsi nel cielo.
Passava intere giornate, tutto solo, dietro ai suoi esperimenti di voli planati a bassa quota. Ma a sue spese scopr che, a pensarla in quel modo, non era facile trovare amici fra gli altri uccelli. E soprattutto questo suo modo di pensare affliggeva i suoi genitori.
(Jonathan gi in scena - entrano il padre e la madre)
Madre: ma perch Jon, perch non devi essere un gabbiano come gli altri? Perch non lasci ai pellicani il volo radente? Non vedi come ti sei ridotto penne e ossa? Perch non mangi niente, figlio mio?
Jon: vedi mamma, mimporta poco se sono penne e ossa; a me importa soltanto imparare cosa si pu fare su per aria e cosa no. A me preme soltanto di sapere. Capisci mamma?
Padre: St un po a sentire Jonathan. Manca poco allinverno, e tu sai bene come le barche sono oramai pochine e i gabbiani molti. Se proprio vuoi studiare, studia la pappatoria e il modo di procurartela...(pausa) 'sta faccenda del volo bella e buona, ma non puoi mica sfamarti con una planata! Non scordarti, figlio mio, che si vola per mangiare.
(il padre e la madre escono).
Narratore: Jonathan, nei giorni successivi, cerc di comportarsi come gli altri gabbiani; giostrava con lo stormo intorno ai moli, intorno ai pescherecci, gareggiando per acchiappare un pezzo di pane, un pesciolino, qualche avanzo. Insomma viveva e volava solo ed esclusivamente per mangiare. Ma a un certo punto non ne pot pi.
Jon: Ma che senso ha tutto questo? (butta il pesce pescato e un gabbiano vicino lo raccoglie).
Perch sto qui a perdere tempo con vecchie acciughe che non mi interessano, quando potrei esercitarmi nel volo ed imparare tante cose!
Narratore: Jonathan piant lo stormo e torn, solo, (lo Stormo esce) sullalto mare ad esercitarsi, affamato e felice. Studiava velocit ed in capo a una settimana ne sapeva pi di tutti al mondo, ma pi aumentava la velocit pi perdeva il controllo delle ali, finch ad un certo punto sembr esplodere in aria...e precipit. E svenne
(rimane al centro...svenuto)
Voce f.c. La natura impone dei limiti. Non c' niente da fare. Sei un gabbiano. Se tu fossi destinato a imparare cose nuove sul volo avresti un portolano nel cervello. Carte nautiche avresti, per meningi. Aveva ragione tuo padre. Torna a casa e accontentati di essere quello che sei: un povero gabbiano limitato...
Jon E' vero, un gabbiano a quest'ora di notte dovrebbe essere a nanna, sulla costa. D'ora in poi sar un gabbiano per bene. E tutti saranno contenti di me. Devo scordarmi quello che ho imparato. Gabbiano sei e da gabbiano vola.
Voce f.c. Nel buio... i gabbiani non volano mai al buio... Se eri nato anche tu per volare di notte, avresti gli occhi di una civetta..., una bussola avresti per cervello... avresti l'ala corta del falcone... (molto lento)
Jon (si porta una mano alla fronte e si d un colpetto) LALA CORTA (gridando) LE ALI CORTE DI UN FALCO (ancora pi forte). Che sciocco a non averci pensato; quello che occorre solo unala corta! E allora baster che tenga le mie ali raccolte, che le tenga ritirate e ne adoperi soltanto le estremit. Ali corte.
Narratore: Il gabbiano Jonathan si port subito a seicento metri di quota, sopra il mare, e si gett in picchiata a capofitto. Dapprima piccoli, pescherecci e stormo, sulla sua traiettoria di volo apparivano sempre pi grossi. Non poteva pi fermarsi n a quella velocit poteva virare. Chiuse gli occhi e, come una saetta, pass nel bel mezzo dello stormo Buonappetito a 212 miglia orarie per riprendere quota un attimo dopo. E non ci furono morti. Tutto and bene. Ebbe un moto di trionfo. Aveva toccato il limite estremo della velocit.
Jon: quando lo sapranno, quando sapranno delle nuove prospettive da me aperte, impazziranno di gioia.
Altro che battelli da pesca e pappatoria! Noi avremo una nuova ragione di vita. Lasceremo le tenebre dellignoranza per scoprirci intelligenti e abili. Saremo liberi e impareremo a volare!
(Alcuni gabbiani entrano e si siedono a semicerchio. Jon li guarda).
Eccoli l riuniti. Sicuramente aspettano me. (si porta quasi al centro) Devo comunicar
(viene interrotto dalla voce dellanziano)
Anziano: Il gabbiano Jonathan Livingston si porti al centro dellemiciclo!
Jon: (guarda il pubblico) ma io non voglio onori, desidero solo farli partecipi delle mie scoperte
Anziano: Il gabbiano Jonathan Livingston viene messo alla gogna e svergognato al cospetto di tutti i suoi simili
Jon: (guarda il pubblico) Messo alla gogna, ma non possibile, non hanno capito niente, c un errore
Anziano: per la sua temeraria e irresponsabile condotta; per essere egli venuto meno alla tradizionale dignit della grande famiglia dei gabbiani Affinch mediti e impari che lincosciente temerariet non pu dare alcun frutto. Tutto ci ignoto, e tutto della vita imperscrutabile tranne che siamo al mondo per mangiare e campare il pi a lungo possibile.
Jon: incoscienza, condotta irresponsabile? Ma fratelli miei, chi ha pi coscienza di un gabbiano che cerca di dare un significato, uno scopo pi alto allesistenza? Per millanni ci siamo arrabattati per un tozzo di pane e una sardella, ma ora abbiamo una ragione, una vera ragione di vita imparare, scoprire nuove cose, essere liberi. Datemi solo il tempo di spiegarvi quello che oggi ho scoperto
Gabbiani : non abbiamo pi nulla in comune noi e te (vanno)
Narratore: il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Vol oltre le scogliere remote, ed il suo maggior dolore non era la solitudine, era il rifiuto degli altri gabbiani a credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere. Impar a venire gi in picchiata e ad andare sottacqua. Impar a dormire sospeso a mezzaria dopo avere stabilito alla sera la sua rotta.
Impar a volare attraverso la nebbia e sopra le nuvole pi alte. Impar a sfruttare i venti dalta quota, e a portarsi nellentroterra per cibarsi dinsetti.
Egli impar a volare, e non si rammaric per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scopr che erano la noia, la paura e la rabbia a render cos breve la vita di un gabbiano. Ma, con lanimo sgombro da esse, lui visse contento e a lungo.
(entrano due gabbiani bianchissimi: (due ballerine in punta facendo alcuni passi)
Jon: Molto bene, ma voi chi siete?
Gabbiano 1: veniamo dal tuo stormo, Jonathan. Siamo fratelli tuoi. Siamo venuti, Jon, per condurti pi in alto. Per condurti a casa.
Jon Non ho una casa, io, n una patria, n uno stormo. Sono un reietto e pi in alto di cos, ve lassicuro, non riuscirei a sollevare questo mio vecchio corpo.
Gabbiano 2 s che puoi riuscirci, vecchio Jonathan. Perch tu hai imparato tutto. Hai terminato un corso distruzione, e adesso ne cominci un altro.
Jon: (fa altri movimenti e guarda il cielo) Sono pronto.
(si smorzano le luci mentre il narratore)
Narratore: Il gabbiano Jonathan Livingston fece prua verso lalto, scortato dai quei due splendidi uccelli, e scomparvero insieme nella notte.
CANZONE:Senza Frontiere
CANZONE: Senza frontiere
Chi pu fermare in cielo il volo dei gabbiani?
Chi pu fermare limpeto del mare?
Chi pu fermare il vento?
Chi pu fermare le nubi nel cielo?
Se la natura avesse frontiere sarebbe come un portone chiuso,
sarebbe unaquila senza ali o una foresta senza sentiero,
sarebbe un campo che non ha grano, un fiume che non arriva al mare.
Ma la natura non ha frontiere tutta una canto alla libert
e in ogni angolo della terra porta limpronta dellunit.
Chi fermer lo sguardo che scruta le stelle?
Chi pu fermare un libero pensiero?
Chi ferma la speranza?
Chi pu fermare lamore nel cuore?
Se il nostro cuore avesse frontiere sarebbe un canto senza note,
sarebbe un fuoco senza fiamma, sarebbe un cielo senza stelle,
sarebbe inverno senza estate o morte senza risurrezione.
Ma il nostro cuore non ha frontiere il vero canto della libert
e la speranza di un mondo nuovo porta limmagine dellunit.
E se la terra non avesse frontiere sarebbe un grande giardino in fiore,
sarebbe come un arcobaleno, la vera perla della creazione,
sarebbe bella come una madre, sarebbe immensa come lamore.
La nostra terra senza frontiere una speranza che sar realt
quando ogni uomo si sentir figlio di una sola umanit.
Jon: (si guarda) cambiato qualcosa, le penne sono diventate splendenti come la neve (fa un giro su se stesso) ed il mio volo molto pi veloce di quello (scandisce bene le parole mentre osserva il paesaggio) della terra: ma dove mi trovo?
Gabbiano 1 e 2: (entrano dalle quinte 1 destra 1 sinistra ) Buon atterraggio Jonathan! (poi escono)
Jon: Il paradiso Sicuramente il paradiso. (guarda in basso) Una scogliera bellissima, un mare stupendo, e dei gabbiani.
Perch sono cos pochi? Il paradiso dovrebbe essere gremito.
(si siede) e questa stanchezza? In un luogo cos non ci si dovrebbe mai sentire stanchi. (guarda in alto con fare assonnato) Ho tanto da imparare qui sul volo, anche se tanto mi sono lasciato alle spalle. Ma una differenza c: qui gli altri gabbiani la pensano come me. (esce)
Narratore: Pass parecchio tempo e Jonathan pareva proprio essersi scordato dellaltro mondo, donde era venuto. Ma se ne ramment una mattina, mentre era fuori con il suo istruttore.
(entrano Jon e Sullivan)
Jon: Ma dove sono tutti quanti, Sullivan ? Perch siamo cos pochi qui? Sai, l, da dove vengo io, di gabbiani ce nerano
Sullivan: a migliaia e migliaia, lo so. Cosa vuoi che ti dica? Mi sa tanto che tu, Jonathan, sei un uccello come se ne trova uno su un milione. Noialtri passavamo da un mondo allaltro, e subito ci si scordava da dove venivamo e dove fossimo diretti.
Prima di capire che c qualcosaltro che conta, oltre al mangiare, al beccarci, qualcosaltro oltre alla legge dello stormo, sono dovute passare mille, diecimila vite. E dopo questo primo barlume sono dovute trascorrere altre cento vite per capire che c una cosa chiamata PERFEZIONE. Per noi vale la stessa regola: scegliamo il nostro mondo successivo in base a ci che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sar identico a quello di prima.
(ABBASSARE LUCI)
(esce Sullivan - entrano gabbiani e Ciang)
Narratore: Una sera i gabbiani che non erano impegnati in prove di volo notturno, se ne stavano sulla spiaggia insieme al vecchio Ciang. Si diceva che costui fosse prossimo a trasmigrare in un mondo pi evoluto.
Jon: Ciang
Ciang: che c figliolo?
Jon: Ciang, questo posto NON il paradiso, dico bene?
Ciang: non si finisce mai dimparare, Jonathan.
Jon: Ma allora, dopo di qui, cosa ci aspetta? Dove andremo?
E un posto come il paradiso c o non c?
Ciang: no, Jonathan, un posto come quello, no, non c. Il paradiso non mica un luogo. Non si trova nello spazio, e neanche nel tempo. Il paradiso essere perfetti.
Tu sei uno che vola velocissimo, vero?
Jon: S, mi piace andare forte.
Ciang: Ebbene, raggiungerai il paradiso quando avrai raggiunto la VELOCIT PERFETTA. Il che non significa mille miglia allora o un milione di miglia allora, n vuol dire volare alla velocit della luce. Perch qualsiasi numero un limite, e la perfezione invece non ha limiti. Velocit perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser l.
GIOCHI DI LUCI - BUIO
Jon: (tastando laria) Ciang, non ti vedo pi. (gridando) Ciang dove sei? (Ciang ricompare con un saltello che lo riporta al punto di prima, Jon lo rivede) per mille gabbiani! Come fai a far questo? Com che (Ciang risaltella e riscompare) oh no, ancora per favore Ciang! (ricompare)
Ciang: pare un giochetto, vero?
Jon: Ma come fai? E che effetto fa? Fin dove puoi arrivare? Come
Ciang: (interrompendolo) puoi arrivare da qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri. Io mi sono recato in ogni luogo possibile e immaginabile, in ogni dove e in ogni quando. buffo. Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque e in un baleno. Ricordati Jonathan, il paradiso non si trova n nello spazio, n nel tempo, poich spazio e tempo sono privi di senso e di valore.
Il paradiso
Jon: Potresti insegnarmi a volare cos?
Ciang: se lo desideri, non c problema.
Jon: lo desidero e come! Quando si comincia?
Ciang: ma, anche adesso, se ti va.
Jon: Dimmi cosa devo fare, e come.
Ciang: Il segreto consiste nel sapere che la tua vera natura vive contemporaneamente dappertutto nello spazio e nel tempo.(Jon fa un saltello, ma non scompare. Ne fa tanti altri, ma rimane l).Lascia perdere la fede. Non t mica servita la fede per volare. Usa lintelletto: devi solo capire la faccenda. Su riprova.
(Jon salta per un po di volte senza riuscire. Poi finalmente riesce - esce)
Jon: (da fuori) Ciang, ce lho fatta! Ce lho fatta. (entra) Tu sei un gabbiano perfetto, mi sono detto, non hai limiti, n limitazioni. E poi mi sono gridato: vai!
Ciang: finalmente hai capito il principio, ecco perch ce lhai fatta ad arrivare fin qui.
Jon: ma qui, dove siamo?
Ciang: quello che posso dirti che siamo su qualche pianeta con un cielo verde (luce verde sullo sfondo Ciang lo addita) e due astri per sole (si illuminano due luci a lato del palco Ciang li indica). Bene. giunto il momento di occuparci del fattore tempo. E ci si lavora su fino a che sei in grado di volare nel passato e nel futuro. Poi, dopo, uno pronto per la parte pi difficile, ma anche pi piacevole di tutte: volare verso le alte sfere per capire il segreto della bont e dellamore.
(mentre il narratore comincia a parlare Ciang e Jon camminano per il palcoscenico)
Narratore: Un giorno il vecchio Ciang parlava al gruppo, esortando tutti a non desistere mai dallo studio, a perseverare nelle esercitazioni, e soprattutto ad approfondire la conoscenza di quel perfetto invisibile Principio che governa la vita delluniverso; quandecco che, mentre parlava cos, le sue penne divennero tanto splendenti che nessuno dei gabbiani pot sostenerne la vista.
(LUCE BIANCA SU CIANG)
Ciang: Jonathan... tu seguita a istruirti SULLAMORE.
Narratore: (pausa) E quelle furono le sue ultime parole, perch quando i gabbiani aprirono gli occhi Ciang non cera pi.
CANZONE: Sarai un uomo nuovo
CANZONE: Sarai un uomo nuovo
Dentro il cuore di ogni povero c la corona di un re
nei suoi occhi troverai la dolcezza di tutto il cielo e vedrai
che tutto cambier nella tua vita.
E volare, essere libero come il gabbiano v
dalla riva verso lazzurro e poi,
metti le ali alla tua vita
per arrivare dove pi in alto puoi trovare Dio
e potrai respirare il suo respiro
e finalmente
sarai un uomo nuovo
Dentro il cuore di ogni debole trovi la forza di Dio
nei suoi occhi troverai le risposte alla tue domande e vedrai
che tutto cambier nella tua vita.
E volare
E volare, essere libero come il gabbiano v
dalla riva verso lazzurro e poi,
metti le ali alla tua vita
per arrivare dove
pi in alto puoi trovare Dio
e potrai respirare il suo respiro
e finalmente
sarai un uomo nuovo
sarai un uomo nuovo!!!
Jon: Chiss se laggi, sulla terra, c qualche gabbiano che lotta per superare i propri limiti, e per scoprire che il volo non serve solo a procurarsi un po di cibo sulla scia duna barchetta. Chiss se qualcun altro, come me, stato esiliato per aver proclamato le sue idee al cospetto dello stormo. (entra Sullivan) Ehi, Sullivan, posso confidarti una cosa?
Sullivan: ma certamente Jon.
Jon: sai, ultimamente mi succede che pi medito sulla natura dellamore, pi cresce in me la nostalgia della terra. Perch vedi Sulli, per me mettere in pratica lamore vuol dire partecipare la verit che ho appresa e conquistata a qualche altro gabbiano che aneli alla stessa verit.
Sullivan: Come puoi illuderti che i gabbiani, gli stessi di allora ti ascolterebbero? Lantico proverbio dice pi alto vola il gabbiano, e pi vede lontano.Ma quei gabbiani l, dalle tue parti non si levano quasi da terra, e stanno sempre a schiamazzare e litigare fra di loro. Jon, quelli l non vedono al di l del proprio becco. Ascolta me: il tuo posto qui, dove puoi insegnare a novellini che sono gi abbastanza evoluti per intenderti. (pausa) E se Ciang fosse tornato al suo vecchio mondo prima di incontrarti, dimmi, che cosa saresti tu oggi?
Jon: quello che dici sensato e logico Sullivan, ma nessuno pu garantirmi la certezza che sulla terra non vi siano due o tre gabbiani in grado di imparare perch ansiosi di volare. Sulli, devo assolutamente tornare sulla terra. Qui i tuoi allievi gi se la cavano bene. Ti aiuteranno loro a tirare su le nuove reclute.
Sullivan: (sospira - tristemente) Sentir la tua mancanza, Jonathan...
Jon: Che dici mai, Sully, vergogna! non dire sciocchezze! Cosa studiamo a fare tutto il giorno? Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora, una volta superati spazio e tempo noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio non vi sar nient'altro che l'Adesso e il Qui, il Qui e l'Adesso. E non ti sa che noi avremo occasione di vederci eh, ogni tanto?
Sully: Che uccello matto che sei. Semmai c uno che possa insegnare a quelli laggi a vedere lontano, questi il gabbiano Jonathan Livingston. Addio Jon, amico mio!
Jon: Arrivederci Sullivan. Ci rivedremo ancora.
(Jon esce di scena)
Narratore Jonathan si concentr col pensiero per trasferirsi con esso su unaltra spiaggia e in un altro tempo, laggi, dove vola un grande stormo di gabbiani. Ormai sapeva bene di non essere di carne e ossa e penne, ma unidea: senza limiti, n limitazioni, una perfetta idea di libert.
(entra il gabbiano Fletcher Lynd)
Narratore Il gabbiano Fletcher era giovane ancora ma era certo che nessun gabbiano avesse mai subito un trattamento pi duro del suo.
Fletcher: non me nimporta niente di come la pensano loro: volare non pu voler dire portarsi da qua a l sbatacchiando le ali. Perfino una zanzara ne capace. Solo per aver eseguito qualche evoluzione, cos, per gioco, mi hanno esiliato. Ma possibile non riescano a capire cosa potrebbe dar loro il volare sul serio?
Non mimporta niente di come la pensano: io sar un fuori legge, ma li far pentire amaramente.
(entra in scena Jonathan)
Jonathan: Gabbiano Fletcher Lynd, desideri tu volare?
Fletcher: S, desidero volare!
Jon: Gabbiano Fletcher, sei disposto ad amare tanto il volo da perdonare i torti che hai subito, e tornare un giorno presso lo stormo per insegnare agli altri?
Fletcher: sono disposto, s.
Jon: allora Fletch, cominceremo con il volo orizzontale
(comincia listruzione: Fletch tenta di fare lesercizio in volo: cade)
Fletcher: Con me perdi tempo, Jonathan. Ho i riflessi troppo lenti. Sono troppo scemo. Ce la metto tutta ma non riesco.
Jon: certo che non ci riesci. Non basta esser decisi. Bisogna anche esser sciolti, perch scioltezza coordinazione. Adesso ci proveremo insieme, e starai molto attento al passaggio, a come deve essere scorrevole.
Narratore: Jonathan istruiva ormai una compagnia di esuli e reietti accomunati da un unico credo: volare per la gioia di volare. Per, tutti loro riuscivano meglio nella pratica, che non nella teoria: pi lesti ad eseguire gli esercizi che ad afferrare larcano celato in essi. E cos, spesso, li riuniva sulla spiaggia e approfondiva la teoria
(Jon li riunisce)
Jon: ciascuno di noi , in verit, unimmagine del Grande Gabbiano, uninfinita idea di libert, senza limiti. Noi dobbiamo lasciar perdere, scavalcare tutto ci che ci limita. Ecco il perch di questi nostri esercizi di volo rallentato, volo veloce,volo acrobatico. Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, non altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sar libero. Bene. Adesso, tempo di far ritorno allo stormo.
Fletcher: ma non siamo ancora pronti! E poi, quelli l non ci vogliono proprio. Non possiamo mica imporre la nostra presenza dove non gradita!
Jon: noi siamo liberi di andare dove ci pare e di essere quello che siamo.
(va verso lo stormo mentre gli altri lo seguono)
Narratore: Fu quello un momento dangoscia per i discepoli: la legge dello stormo vietava ferreamente il ritorno del reietto, e Jon comandava di andare. Ma tale momento dur solo un istante: seguirono Jonathan, ed il mattino dopo arrivarono in volo da occidente, sorvolarono la spiaggia del Consiglio. Ottomila pupille di gabbiano guardarono in alto, e osservando quei voli, non fu difficile capire che si trattava di reietti. Sbigottimento e confusione discesero sullo stormo.
Gabbiano 3: beh, daccordo, si sono reietti, ma accidenti!
Gabbiano 4 dove avranno imparato a volare in quel modo?
Narratore: Ci volle quasi unora perch lordine dato dallanziano si diffondesse di becco in becco per tutto lo stormo: la consegna era IGNORARLI. Il gabbiano che rivolge la parola ad un reietto, reietto anche lui, il gabbiano che posa lo sguardo su un reietto, infrange la legge dello stormo. Sicch da quel momento tutti quanti si voltarono dallaltra parte ma lui, Jonathan non parve farci caso e seguit a tener lezione, imperterrito, proprio l sulla spiaggia.
Jon: Gabbiano Martin, ma tu quello lo chiami volo rallentato? Puoi fare di meglio..
Maynard: (strascicando unala sulla spiaggia) Aiutami, desidero volare pi di qualunque altra cosa al mondo.
Jon: Beh, che aspetti a venire con noi? Sollevati dal suolo insieme a me, e cominciamo subito.
Maynard: ma mi hai osservato bene.
Jon: certamente. Tu sei un gabbiano come tanti altri.
Maynard: ma, non capisci? la mia ala io non riesco a muoverla.
Jon: Gabbiano Maynard, tu sei libero di essere te stesso, e nulla ti pu essere dostacolo. Questa la legge del Grande Gabbiano. La legge che .
Maynard: intendi dire che posso volare?
Jon: dico che tu sei libero.
(fa un gesto come per dire: provare per credere. Maynard al primo tentativo vola)
Maynard: SO VOLARE, EHI GUARDATE SO VOLARE!
CANZONE: Tutta la vita un dono
CANZONE: Tutta la vita un dono
Tutta la vita un dono per ogni uomo,
tutta la vita un dono in ogni momento,
tutta la vita un dono canta per lei, canta per lei.
Corri corri a perdifiato
contro la corrente che trascina,
infrangi la marea di chi ti porta in gi,
distruggi le barriere dellindifferenza,
sorridi a chi lo sa
che la vita non si ferma mai.
Tutta la vita un dono non la sciupare,
tutta la vita un dono non la bruciare,
tutta la vita un dono vivi per lei, vivi per lei.
Corri corri a perdifiato
contro la corrente che trascina,
infrangi la marea di chi ti porta in gi,
distruggi le barriere dellindifferenza,
sorridi a chi lo sa
che la vita non si ferma mai.
Anche nei giorni tristi la vita amore,
anche tra le bufere la vita amore,
la vita sempre un dono che Dio ci d, che Dio ci d.
Jon: (rivolto al suo gruppo) lunica vera legge quella che conduce alla libert, altra legge non c. I gabbiani dello stormo adesso ci credono fuori del comune, e non sanno che lunica differenza fra noi e loro che noi abbiamo compreso ci che veramente siamo e lo mettiamo in pratica, e loro no.
Fletcher: Quelli dello stormo vanno dicendo che o sei il figlio del Grande Gabbiano o sei in anticipo di mille anni sul tuo tempo.
Jon: E tu Fletcher, che ne pensi?
Fletcher: Beh direi che questo modo di volare pu benissimo essere cosa dei tempi nostri, bastava che qualcuno si desse la briga di scoprirlo. Voglio dire, non cosa che ha a che fare col tempo.
Narratore: Accadde giusto una settimana dopo. Fletcher stava impartendo una lezione ad un gruppo di matricole. Era appena uscito da una picchiata da oltre duemila metri e sfrecciava a pochi palmi dalla spiaggia quando un giovane uccello ai primi voli plan direttamente sulla sua traiettoria. Il gabbiano Fletcher per evitare il piccolo effettu una virata e and a schiantarsi contro un masso di granito.
(Fletcher vola -contro una roccia e cade svenuto. Jonathan si china per risvegliarlo )
Jon: Il fatto , Fletcher, che bisogna superarli un po alla volta, i nostri limiti, con un po di pazienza. Qui sta il trucco. Tu non eri ancora pronto per volare attraverso la roccia.
Fletcher: Jonathan
Jon Noto anche come il Figlio del Grande gabbiano
Fletcher: Jon, che ci fai tu qui. Io sono morto, non vero?
Jon Morto che vuol dire, morto non stai forse parlando con me? Diciamo che, hai cambiato, in maniera un po brusca, livello di coscienza. Ecco tutto. Adesso puoi: o rimanere qui e imparare nuove cose pi elevate, oppure tornare allo stormo e prestare l la tua opera.
Fletcher: Voglio tornare presso lo stormo, chiaro. Avevo appena cominciato il corso con quel gruppo di matricole.
Jon: Daccordo Fletcher. Ricordi? Ti dicevo che il corpo non altro che un grumo di pensiero
(Grida di gabbiani)
Gabbiano 3: risuscitato! Era morto e adesso vivo unaltra volta!
Gabbiano 4 L'ha sfiorato con la punta dellala: Gli ha ridato la vita. Il figlio del Grande Gabbiano!
Gabbiano 3: No, Lui stesso lo nega: un demonio, il diavolo!
Gabbiano 4:E venuto a disfare lo stormo
Jon: d un po Fletcher, ti sentiresti pi tranquillo se tagliassimo la corda?
Fletcher: non credo che farei molte obiezioni.
Jon: (mentre volano) Chiss perch la cosa pi difficile del mondo convincere un uccello che egli libero? e che pu dimostrarlo a se stesso, solo che ci metta un po di buona volont? La libert basta solo esercitarla. Ma perch? Perch devessere tanto difficile?
(escono dalla scena buio e rientrano)
Fletcher: ma come hai fatto? Come siamo arrivati da qui a l?
Jon: tu eri daccordo no, che si tagliasse la corda?
Fletcher: s, ma come hai fatto?
Jon: te lo ripeto ancora Fletcher, per tutte le cose questione di esercizio.
Fletcher: Ti ricordi Jonathan quella volta che mi dicesti che bisogna voler bene allo stormo, perdonarli, tornare tra loro e aiutarli a capire?
Jon: certo che mi ricordo.
Fletcher: ma d un po, come fai ad amare una tale marmaglia di uccelli che ha tentato addirittura dammazzarti?
Jon: Oh Fletch non mica per questo che li ami! chiaro che non ami la cattiveria e lodio. Bisogna solo esercitarsi a discernere il vero gabbiano, a vedere la bont che c in ognuno, e aiutarli a scoprirla da se stessi, in se stessi.
questo che intendo per amore.
Mi ricordo per esempio di un bellicoso giovane uccello di nome Fletcher. Lavevano esiliato e aveva giurato vendetta. Ed eccolo qua, oggi, invece, intento a guidare tutto lo stormo verso questa meta
Fletcher: guidarli?, ma cosa intendi dire? sei tu listruttore quimica puoi andartene cos
Jon Non posso eh? Ma non pensi che potrebbero esserci altri stormi dove c pi bisogno di un maestro che non qui?
Fletcher: ma io, Jon sono un semplice gabbiano, mentre tu
Jon: sarei lunico figlio del Grande Gabbiano, vero? No Fletcher, tu non hai pi bisogno di me Devi solo seguitare a conoscere meglio te stesso. Trovare il vero gabbiano Fletcher. E lui il tuo maestro.
(Jon si siede nella posizione del loto o similare)
Fa che non si spargano sciocche dicerie sul mio conto, e fa che non mi trasformino in un dio. Intesi, Fletch? SONO SOLO UN GABBIANO. E MI PIACE VOLARE.
(si fa buio. Si sente la voce di Fletcher)
Fletcher: Jonathan!
(si ode la voce di Jon da fuori)
Jon: Povero Fletch! Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ci che limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci gi, allora imparerai come si vola.
(la scena si riillumina poco a poco mentre cresce un voco di gabbiani.
Fletcher sulla scena da solo lavagna -.
Entrano i gabbiani, si siedono, e Fletcher comincia a istruirli)
Fletcher: Innanzi tutto dovete sapere che un gabbiano fatto ad immagine del Grande Gabbiano, che uninfinita idea di libert, e che il vostro corpo, da una punta dellala allaltra, altro non che un grumo di pensiero.
(Fletcher sorride via via sempre di pi)
Narratore: E quantunque cercasse di mostrarsi tutto serio e severo ai suoi allievi, il gabbiano Fletcher, a un tratto, per un attimo, li vide come veramente erano, e sorrise: non soltanto gli piacevano, li amava. Quello che vide era molto bello.
Nessun limite, eh, Jonathan? pens, e sorrideva. Era come linizio di una gara: aveva cominciato a imparare.
CANZONE: Liberi
CANZONE: Liberi
Liberi, lamore ci fa liberi, perch lamore vita.
Liberi, sei Tu che ci fai liberi, perch sei Tu la vita.
In un mondo vuoto e fra noie e paura,
eravamo prigionieri della citt,
ma quelle catene che stringevano il cuore
si ruppero e caddero,
e la gioia non potemmo contenere.
Liberi, lamore ci fa liberi, perch lamore vita.
Liberi, sei Tu che ci fai liberi, perch sei Tu la vita.
Una scia di luce che avvolge la terra,
nasce come un fuoco dove sei passato Tu,
una catena con anelli damore
che legano e uniscono
e danno una gioia che non si pu contenere.
Liberi, lamore ci fa liberi, perch lamore vita.
Liberi, sei Tu che ci fai liberi, perch sei Tu la vita.
Ora un orizzonte vasto come la terra
sapre ai nostri occhi ed attende da noi
tutto quellamore che ci hai messo nel cuore
e fiorir e frutter
quella gioia vera che non si pu contenere.
Liberi, lamore ci fa liberi, perch lamore vita.
Liberi, sei Tu che ci fai liberi, perch sei Tu la vita.
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