Il gallo a tre teste

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(Il gallo a tre teste)

© Enzo Consoli . (All Rights Reserved)

PERSONAGGI

LIDIA

MARZIO

BRACCELLI

ADALGISA

CARLA

LUIGI

COMMISSARIO

LA SCENA

IL SALOTTO DI UN APPARTAMENTO BORGHESE.


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Sommario:

Atto primo pag. 2

Atto secondo pag. 36

ATTO PRIMO

SCENA I

La scena viene invasa da una luce accecante, di un bianco livido, gessoso che permette a fatica di vedere i disordinati mobili di un salotto borghese. Suono metallico su una sola nota tenuta. La scena

èdeserta. Lentamente l'intensità della luce diminuisce, acquista toni caldi, colorati, si fa soffusa, piacevole. La musica si fa più dolce fino a diventare una canzonetta civettuola e languida, possibil-mente inglese. Tende lunghe bianche e azzurre.

Braccelli con una giacca di pelle entra in scena. In quell'ambiente elegante, chiuso come una cellula isolata dalla vita, la casa-salotto come rifugio privato, egli è come un marziano, non si orien-ta, scivola. Entra Lidia in trance e attraversa la scena, quindi afferra per una mano Braccelli e co-mincia a tirarlo verso di se. Entra Marzio, ruminando da solo frasi incomprensibili, nervoso si guar-da intorno allucinato. Si imbatte in Adalgisa che è appena arrivata dal paese con fagotti e valige.

Marzio non le lascia aprir bocca. La sbatte immediatamente in cucina chiudendole la porta addosso. Lidia recita a cantilena strane frasi d'amore sconnesse: "Vieni amore, ti porterò nel fiume del piacere". Si allunga sul divano, sempre aggrappata alla mano di Braccelli.

Quando rientra, Marzio ferma Braccelli al volo bloccandolo per un braccio. Lo accompagna alla porta d'ingresso, ma... La porta della cucina dov'è Adalgisa si apre e si sporge la testa della ca-meriera. Marzio molla Braccelli e si precipita su Adalgisa, la costringe bruscamente a rientrare e chiude la porta a chiave.

Intanto Lidia è tornata su Braccelli e se lo sta tirando al divano.

Ancora Marzio, con gesti sempre più esasperati e confusi, ferma la coppia Braccelli-Lidia e li separa: Accompagna Braccelli alla porta, gli da del danaro.

BUIO

(Urli acuti della serva)

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SCENA II

(Luce su Adalgisa che rientra dalla cucina mentre intanto si riaccende lentamente la luce su tutta la scena)


ADALGISA


Cosa è diventata questa casa? Sembra che non ci abita più nessuno. Chissà perché mi ha mandato via quel deficiente! Vuoi vedere che sta in bolletta e per non pagarmi lo stipendio...


MARZIO


Buongiorno, Adalgisa, ben tornata. Hai fatto buon viaggio?


ADALGISA


No!


MARZIO


Ma...


ADALGISA


Senta dottore, non voglio sapere perché mi ha mandato via, avrà avuto i suoi motivi. Ma perché appena sono arrivata, mi ha sbattuto in cucina e a quel modo? E poi, guardi com'è ridotta questa casa...


MARZIO


Ti prometto che avrai una spiegazione. E per la casa... beh, non siamo sempre stati qui. Siamo andati spesso a S. Giuliano. Ma ora che sei tornata...


ADALGISA


Certo, ora ci sono io e devo farmi in quattro per rimetterla a posto. Ma è inu-tile pensarci, qui bisogna rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare. Vado a prendere l'aspirapolvere e...


MARZIO


Non adesso!


ADALGISA


Come?


MARZIO


Sei appena arrivata e vuoi metterti subito al lavoro? Perché invece non vai a fare una bella passeggiata? Insomma, fai quello che ti pare. Per oggi, sei libe-ra. E forse anche domani.


ADALGISA


Ma come, lei mi manda via e la signora mi fa tornare. Appena arrivo, lei mi rimanda via. Cos'è, un gioco nuovo?


MARZIO


Non ti ho detto che devi andar via, solo che per un po’ di tempo, quando ti dirò di uscire, dovrai ubbidirmi e senza fare domande. Non posso dirti altro!


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ADALGISA


Ah, sì? Voglio parlare con la signora.


MARZIO


È impossibile!


ADALGISA


Impossibile?


MARZIO


Sì, la signora dorme e poi... quello che dico io va bene. Sono io che decido e basta con le discussioni.


ADALGISA


Ma che bella accoglienza! Certo che me ne vado. E chi ci torna più, qui? Pre-ferisco andare a fare l'infermiera alla neuro-deliri! Se avete intenzione di li-cenziarmi, ditelo chiaramente. Non c'è bisogno di farmi andare avanti e indie-tro come un pacco postale.


MARZIO


Nessuno pensa di licenziarti. Come faremmo senza di te?


ADALGISA


Grazie del gentile pensiero. Ma il fatto è che manco da tre mesi, in pratica, e anche se questa casa è un porcaio, in fondo senza di me riuscite a vivere.


MARZIO


È stata una necessità chiederti di lasciarci soli. Capisci, è un momento diffici-le per il nostro rapporto. Mi riferisco a me e Lidia.


ADALGISA


E che si vuole riferire a me e a lei? Posso capire tutto ma io che fastidio vi do?


MARZIO


Nessuno. Per questo ti abbiamo mandato a chiamare.


ADALGISA


E per questo ora mi manda via un'altra volta?


MARZIO


Ma no... vedi... come faccio a spiegarti? La... signora non sta bene. Ogni tan-to ha degli strani attacchi...


ADALGISA


Oh, Dio!


MARZIO


No, non ti spaventare, non è grave. Solo che in quei momenti devo restare so-lo con lei. Ecco tutto.


ADALGISA


Ma di che si tratta?


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MARZIO


Non si riesce a capire bene... i medici fanno varie supposizioni. Ma ancora nessuno si pronuncia concretamente. Lei non ne è al corrente e non devi dirle niente. Sarebbe un disastro.


ADALGISA


Mi pare tutto così strano... eh... per me, gatta ci cova...


MARZIO


Ma che gatta... è come ti dico!


ADALGISA


E io, qualche dubbio ce l'ho.


MARZIO


Va bene, ora torna in cucina. Poi ti farò sapere cosa dovrai fare.


ADALGISA


La colazione sta lì! (Indica il tavolo)


MARZIO


Ti ringrazio. (Adalgisa esce e Marzio va al tavolo. Comincia a fare colazio-ne)


SCENA III


LIDIA


Ciao caro, stamattina sono quasi euforica.


MARZIO


Meno male...


LIDIA


Come, caro?


MARZIO


Sono felice di vederti così di buon umore.


LIDIA


Grazie, caro.


MARZIO


Che programmi hai per oggi?


LIDIA


Penso di fare un giro per le boutique, e se trovo qualcosa che non metta in crisi il bilancio familiare, farò il sacrificio di comprarla. (Ride)


MARZIO


Certo, cara.


LIDIA


E tu?


MARZIO


Stamattina non ho granché da fare ma in compenso ho il pomeriggio pieno. Ho molti appuntamenti. Devo applicare la protesi alla signora Sanguinetti, te la ricordi? Sperando che finalmente mi lasci in pace.


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LIDIA


Bene.


MARZIO


Cara, volevo chiederti...


LIDIA


Dimmi.


MARZIO


Stai bene?


LIDIA


Eh, ti ho detto che sono euforica... ma poi, non lo vedi, scusa?


MARZIO


Sì, certo... sai com'è, magari hai qualche problema di cui non vuoi parlare perché credi di infastidirmi... Tutti, a volte, abbiamo certi assurdi pudori che ci impediscono di comunicare con gli altri.


LIDIA


Cosa stai cercando di dirmi? Non avrai tu dei problemi e...


MARZIO


No, no, no... mi preoccupavo solo di sapere se stavi bene. Ecco tutto.


LIDIA


Ma non ce n'è motivo.


MARZIO


Lo so, certo... (Pausa) Hai qualche problema?


LIDIA


Ancora?


MARZIO


Rispondi!


LIDIA


No...


MARZIO


Bene, allora non parliamone più.


LIDIA


Eh, no! Se me l'hai chiesto un motivo ci dev'essere. Fuori il rospo.


MARZIO


Ma che rospo! Ti ho fatto una semplice domanda. Si vede che mi preoccupo di te, no? E allora... cos'è, non si può chiedere alla propria moglie, come sta?


LIDIA


Non è questo e lo sai benissimo. Tu stavi cercando di dirmi qualcosa e ora hai cambiato idea. E allora parla, sono in grado di accettare qualsiasi verità.


MARZIO


Ma non c'è niente. Non cerchiamo di costruire quello che non esiste.


LIDIA


Ti ho detto di dirmi tutto.


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MARZIO


E va bene... vedi... il fatto è che... io ti ho trascurato per tanto tempo e ora so-no ansioso di sapere in ogni momento, se sei felice accanto a me. Per questo ti ho fatto quella domanda che ti ha messo in allarme. Per accertarmi che non esistano ombre tra noi.


LIDIA


(Pausa) Devo crederti?


MARZIO


È la verità. Se ci fosse qualcosa te lo direi.


LIDIA


E va bene, voglio crederti. Se è come dici, allora mi ami davvero.


MARZIO


E ti meravigli? (Si baciano) Potremmo uscire insieme stamattina. Anzi, per-ché non andiamo a pranzo fuori?


LIDIA


Oh, sapessi come sono felice di avere un marito così premuroso... È una splendida idea. Vado a prepararmi. (Esce)


MARZIO


Non sospetta di nulla. Come fa a non rendersene conto? Mah, i misteri della psiche...


(Forma un numero al telefono) Pronto? È la clinica S. Tommaso? Per favore mi passi il reparto neurologico... Il dottor Zamboneti, per favore. (Pausa) Buongiorno, dottore... Eh, diciamo che non va... Cosa ne pensa di questa sto-ria? Ma va avanti da tre mesi! Sì, in questo senso si è stabilizzata. Cerca sempre lo stesso individuo. Insomma, lei pensa che vada bene così? Se lo di-ce lei...

SCENA IV


ADALGISA


(Entrando) C'è uno che la cerca! Dice che le vuole parlare. Io per me lo sbat-terei fuori. Mi sembra un tipaccio. Che vuole da lei un tipo così?


MARZIO


Oh... fallo aspettare, non vedi che sono al telefono? (Adalgisa esce) Scusi dottore. Allora, quando possiamo incontrarci? Fra un mese?!! Intanto devo continuare così?! Mi scusi, forse non mi sono spiegato, è mia moglie che de-v'essere curata. Ma come, è lo stesso? Sì, sempre la stessa cosa... appena ha la crisi, va a cercare quel tizio. Li seguo fino in camera da letto e mi sostitui-sco a lui. Lei dice che va bene?! Ma così finirò per impazzire! Io devo lavo-


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rare e poi è assurda questa storia. Ah, lei dice? Certo, lo so che ci sono mali più gravi. Sì, sì... eh, immagini lo spasso. Lei mi deve aiutare...


ADALGISA


(Rientra) Quello ha fretta!


MARZIO


Va al diavolo! No, scusi, non dico a lei dottore. Va bene, benissimo dottore, la richiamerò senz'altro. (Riattacca il ricevitore) Allora, dov'è questo signo-re?


ADALGISA


Di la. Mi guarda con certi occhi da diavolo e non parla. Io non mi fido delle persone che parlano poco. Se lei non se la sente, ci penso io a farlo sloggiare.


MARZIO


La vuoi smettere?! Fallo aspettare ancora un momento.


ADALGISA


Ah beh, contento lei... (Esce)


MARZIO


È un bel problema avere questa donna in casa... E in un momento come que-sto, poi!


SCENA V


LIDIA


Marzio, volevo dirti che bisogna passare dall'antiquario per quel comò e...


MARZIO


Ah sì, già.


LIDIA


Ma che hai?


MARZIO


Io? Niente.


LIDIA


(Lo guarda) Non hai più voglia di uscire?


MARZIO


Sì, certo.


LIDIA


Hai cambiato umore. Qualche brutta notizia?


MARZIO


Assolutamente no.


LIDIA


Non sei contento della vita che fai?


MARZIO


Ma che dici?


LIDIA


Pensi di non amarmi più?


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MARZIO


Cosa ti viene in mente, tesoro? Ti amavo fino a due minuti fa...


LIDIA


Allora, sei stanco. Questi repentini cambiamenti d'umore ne sono il segno tangibile. Devi smettere di lavorare. Andiamo in montagna... Telefono subito ai Cristaldi. Andremo nella loro casa a Courmayeur.


MARZIO


Ma no, tesoro... con tutti gli impegni che ho... (Rapido) E poi, sto bene, tutto va bene, il lavoro va bene, ti amo, tu mi ami, siamo felici.


SCENA VI


ADALGISA


Dottore, quello lì finalmente ha parlato! ha detto che si è rotto le scatole di aspettare e che se non regola subito, se ne va ed è peggio per lei.


MARZIO


Adalgisa, quando imparerai a chiedere permesso prima di entrare? Ti sembra questo il modo di...


LIDIA


Tesoro! Che succede, chi è questo tizio? Non mi dirai che ti sei impelagato in debiti di gioco?!


MARZIO


Ma no...


LIDIA


Ecco perché il tuo umore è cambiato. Oh Dio mio, siamo rovinati... La casa, tutto... Dio, che tragedia. La collezione di perle, no! È il regalo di zia Iole. Era tutto per lei. Almeno quella, no! Marzio sei la mia rovina. È la fine. Hai fatto la felicità delle mie amiche. Carla, ne godrà di gioia...


MARZIO


(Urla) Oh! Di che debiti di gioco parli?! Stai a sentire quello che dice quella stupida di Adalgisa? Non ce la faccio più con questa matta!


ADALGISA


Matta?! Ora sono pure matta. Gli dico che c'è un delinquente, un bandito, uno disposto a tutto. Lo metto in guardia e mi dice che sono matta e mi vuole li-cenziare. Ecco la verità. Mi vuole sbolognare! E lo dica chiaramente, allora!


MARZIO


Insomma, basta! Non sappiamo chi è questo tizio, magari è un mio cliente in preda al mal di denti e qui sta succedendo il finimondo. Fatemi parlare con questo signore, demonio, gangster o chicchessia. (Ad Adalgisa) Allora, che aspetti? Fallo passare!


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ADALGISA


Poi, non mi dica che non l'ho avvertita!


MARZIO


(Urla) Ho detto, vai!!!


LIDIA


Ma caro, calmati. Non ti sembra di esagerare? Controllati!


MARZIO


Ti ci metti anche tu? Non basta quell'intralcio umano?!


LIDIA


Ma che fastidio ti da, in cosa t'intralcia?


MARZIO


È quel suo modo di fare... di parlare. Non ha nessuna educazione.


LIDIA


Ma se ti piaceva appunto per questo! Quando all'inizio ebbi qualcosa da ridi-re, tu... non ti ricordi?


MARZIO


Sì, sì... ma ora è diverso.


LIDIA


Ecco il punto!


MARZIO


Che punto?


LIDIA


L'hai detto tu: "Ora è diverso". Cosa è cambiato? È questo che devi dirmi.


MARZIO


Non è cambiato niente, ecco! Senti, se vogliamo andare a pranzo fuori sarà bene che finisci di prepararti.


LIDIA


Non vorrai pranzare alle dieci.


MARZIO


Vuol dire che prima, faremo una bella passeggiata. Ora, ti prego, fammi par-lare con questo tizio.


LIDIA


Certo, certo... intanto, ti preparo il vestito. (Esce)


SCENA VII


BRACCELLI


(Entrando) Il grano.


MARZIO


Le avevo detto di passare in studio per regolare. Lei mi vuole rovinare. Veni-re qui, con mia moglie in casa...


BRACCELLI


Beh, ormai sono anch'io di casa. Mi servono subito altri soldi, ho un contici-no da regolare. Allora?


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MARZIO


(Gli da del danaro) Ecco, tenga e non si faccia più vedere qui. I patti sono chiari e vanno rispettati. Si ricordi che mia moglie non la conosce. Solo quando ha le crisi lei esiste, chiaro?! Io pago il suo silenzio!


BRACCELLI


Certo, certo... ma il diavolo ne fa tante. Mi si dovesse muovere la lingua da sola e che faccio? Cinquanta svanziche ancora e la paralizzo!


MARZIO


Sfruttatore!


BRACCELLI


Non cominciamo a offendere. Io il mio lavoro lo faccio e bene, modestamen-te. Le ho chiesto solo un piccolo anticipo. Tanto, cosa sono duecento carte per lei: 'na trapanata!


MARZIO


Io me li guadagno onestamente.


BRACCELLI


E io, no? Lei usa il trapano mentre io... (Si gonfia il petto) il mio fascino. Non è colpa mia se sono nato "latin lovel".


MARZIO


Certo, certo... però le raccomando la massima riservatezza e si tenga a dispo-sizione.


BRACCELLI


Io, non mi muovo da li. Aspetto. Ah senta, volevo dirle...


MARZIO


Cosa?


BRACCELLI


Ecco... io e mio cognato stiamo tirando su a fatica, una casetta. Roba di po-co... Per ora, abbiamo fatto il sotto e vorremmo cominciare a tirare su il piano rialzato...


MARZIO


Ah, ci permettiamo di costruire...


BRACCELLI


Roba di poco.


MARZIO


Sopra e sotto, roba di poco?


BRACCELLI


Vede, è che ci arrangiamo da noi. Ma le dicevo, siccome i materiali salgono di prezzo ogni giorno che passa... non potrebbe anticiparmi una sommetta consistente? Tanto, la cosa va avanti e se non ci sono io... Cambiare, le po-trebbe portare più fastidi che altro.


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MARZIO


Fuori di qui!


BRACCELLI


Un momento, calma. Non le conviene fare così. Dove lo trova uno riservato e puntuale come me?


MARZIO


(Contiene un moto di rabbia) Quanto le serve?


BRACCELLI


Poco... cinque. Tanto per andare avanti.


MARZIO


Cinque... milioni? Lei vuole rovinarmi.


BRACCELLI


Ma quando la rovino a lei? Me li può dare in due o tre volte.


MARZIO


Grazie per la comprensione.


BRACCELLI


Si figuri. Lei è il mio datore di lavoro. In fondo, è come una mamma per me.

Eh, mi dà da vivere...


MARZIO


Ne parleremo in un altro momento e soprattutto... in altro luogo.


BRACCELLI


Io, sto sempre li. Tante cose alla signora.


MARZIO


Buongiorno!


BRACCELLI


Anche a lei. Ci vediamo. (Esce canticchiando un motivetto)


SCENA VIII


ADALGISA


Dio sia lodato, è tutto intero!


MARZIO


Perché non dovrei esserlo? Possibile che ogni piccola cosa, tu la debba far diventare una tragedia? Chiama la signora.


ADALGISA


È uscita.


MARZIO


Come, uscita?


ADALGISA


In camera da letto non c'è, in bagno e in cucina nemmeno, qui non mi pare di vederla. A meno che non se n'è andata in cantina, dev'essere per forza fuori casa.


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MARZIO


(Si alza velocemente e s'infila la giacca) Quando è uscita? Com'è che non me ne sono accorto? Da dove è passata?


ADALGISA


E che ne so. Qui entra ed esce la gente più strana!


MARZIO


(Tra sé) Come faccio, adesso? Adalgisa, devi uscire anche tu. Sei libera per tutta la giornata, vai.


ADALGISA


Ora m'arrabbio. Perché devo uscire?


MARZIO


Fa come ti dico. Non puoi restare in casa. Eravamo d'accordo, no?


ADALGISA


D'accordo, un corno. Io, non esco.


MARZIO


E invece, sì! (Calmo) Per favore, ricorda quello che ti ho detto prima. È tutto vero. Ti chiedo di aiutarmi. Si tratta di qualcosa di grave.


ADALGISA


Guarda un po’ cosa mi doveva capitare!


MARZIO


Mi raccomando. Fra dieci minuti al massimo, in casa non dovrà esserci nes-suno. D'accordo?


ADALGISA


Va bene, va bene... (Marzio esce) Finalmente se n'è andato. (Siede esausta) Qualcosa di grave... Quello a me, non la racconta giusta. E neppure lei, a pensarci bene.


SCENA IX


ADALGISA


E ora, dove vado? (Va al telefono) Crede di avere la schiava. Ma io me ne vado per sempre. (Fa un numero) Pronto? Sei tu, Fernanda? Fernanda mia, non ce la faccio più. Qui non si può andare avanti. Stamattina è venuto un ti-po strano con una faccia da delinquente. Deve essere qualcuno che lo ricat-ta... ma non so... per me è un maniaco sessuale. Ma sì, lui, il padrone. Chi lo sa? Oppure si è rovinato con i debiti di gioco, che devo dirti? Sì, io me ne va-do. Come? Anche tu? Siamo delle vittime! Pasqualino non vuole sposarti?! Obbligalo! Non può lasciarti in queste condizioni... certo! E la tua padrona? Beh, tu parla chiaro e tondo. O ti aiuta a sistemare tutto, o tu dici al tuo pa-drone che se la fa col garagista. Ma quale ricatto, sono loro che ci ricattano. (Suonano alla porta) Chi sarà, adesso? Ti devo lasciare, hanno suonato alla


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porta. Non si può fare neanche una telefonata in pace. Ciao, ti richiamo ap-pena posso. (Attacca il ricevitore e va alla porta)

SCENA X


LUIGI


(FUORI SCENA) Buongiorno, Adalgisa.


ADALGISA


(FUORI SCENA) Non c'è nessuno e io sto per uscire.


LUIGI


(FUORI SCENA) Fa lo stesso... ormai sono qui.


ADALGISA


(Rientra con Luigi) Senta, è inutile insistere. Le ho detto che la signora non c'è, il signore nemmeno e io devo uscire.


LUIGI


Aspetterò.


ADALGISA


Non può! Il dottore ha detto che in casa non deve restare nessuno.


LUIGI


Vedo che ti ha fatto bene la vacanza.


ADALGISA


Non cerchi di essere spiritoso. Piuttosto si sbrighi. Andiamo! Ah, ora comin-cia a fumare?! Senta, stia attento a non buttare la cenere per terra che poi toc-cherà a me pulire. Allora, si decide a uscire? Io devo andare.


LUIGI


Vai, vai pure, Adalgisa. Io resterò qui, tranquillo ad aspettare la signora. Pri-ma o poi tornerà.


ADALGISA


(Uscendo) Io, gliel'ho detto. Se il padrone la trova qui, se la sbriga lei...


LUIGI


Certo, certo... Non ti preoccupare.


SCENA XI


LUIGI


Povera Adalgisa. (Si versa da bere, siede sulla poltrona accanto al telefono. Fa un numero) Pronto, sala corse? Sa dirmi come si è piazzato Fulmine?Corsa 24... grazie. (Pausa) Sì, pronto? Ma come, non si è piazzato! Non dica così, Fulmine è un ottimo cavallo. E va bene, anche se ha l'artrosi, il piede di vetro, è pieno di acciacchi, insomma, è sempre un purosangue e prima o poi... Ma che mortadella! Lei è un denigratore! Mi dia il suo nome. Non ne ha il coraggio, eh? Oh, me lo da? Avanti, allora. (Cerca una penna nelle tasche


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della giacca) Come? Sì, sì... faccia lo spelling o quello che vuole... F comeFirenze, U come Udine, L come Lucca, M come Milano, I come Imola, N come Napoli, E come Empoli. F... U... L... M... I... N... E... Fulmine! Ma vada al diavolo! Rida, rida... tanto, la troverò lo stesso! (Riattacca) Ma guarda che gente deve esistere a questo mondo. (Prende una rivista e la comincia a sfo-gliare. Pausa. Entra Lidia, come in trance e si dirige verso la camera da let-to)

Oh finalmente, Lidia... (Gli passa accanto senza guardarlo) Ma cosa... (Vede arrivare Braccelli e si nasconde dietro il divano) Ah, comincio a capire. Haivisto la cara Lidia? Certo, pure la serva compiacente. (Ridacchia) Povero Marzio, mentre sta a cavare denti, la signora se la spassa. (Entra Marzio) Dio mio! Ora che succederà?! Devo fermarlo! (Va verso Marzio) Marzio!


MARZIO


Chi è? Tu?! Cosa diav...


LUIGI


Ero venuto a trovarti...


MARZIO


(Tra sé) Questa non ci voleva. (A Luigi) Che caro ma ora scusa, devo fare una cosa urgentissima. Ci vediamo presto. Ti chiamo io. (Tenta di passare ma l'amico gli sbarra la strada)


LUIGI


Ma come?! Dopo tanto che non ci si vede, mi mandi via così? Facciamo quattro chiacchiere.


MARZIO


No, non posso.


LUIGI


Anzi, perché non facciamo un salto al bar dell'angolo?


MARZIO


No!! È impossibile. Insomma, Luigi, ti dico che ho da fare, cerca di capire. Piuttosto perché non vai tu al bar, io ti raggiungo fra cinque minuti. D'accor-do? Allora, a presto. (Si precipita in direzione della camera da letto)


LUIGI


Un momento, non puoi lasciarmi andare da solo. Tanto vale che resti qui!


MARZIO


(Lancia un'occhiata verso la stanza, preoccupato) Insomma, Luigi, cosa vuoi?! Mi hai rotto le scatole! Fuori da casa mia!!


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LUIGI


La metti su questo piano? (Fa per andarsene. Marzio prende la rincorsa e si lancia verso la camera da letto. Luigi si ricorda di quello che sta succedendo e si tuffa su Marzio. I due finiscono sul pavimento, in una colluttazione)


MARZIO


Cosa ti prende?! Lasciami!


LUIGI


Fermati, non andare di là.


MARZIO


Ma sei impazzito?!


LUIGI


Dammi retta, è meglio per te se non vai.


MARZIO


Insomma, basta! (Molla un pugno a Luigi mettendolo K.O.) Oh, finalmente! Quello è rimasto lì. Spero non sia troppo tardi. (Esce di corsa)


SCENA XII


LUIGI


(Rinvenendo) Ohi, che male... Ma dov'è? Oh, ormai è fatta.


ADALGISA


(Entrando, vede Luigi per terra) Dov'è il delinquente?! Che fa, li per terra? È stato lui?! L'ho visto che stava seguendo la signora. Che le avrà fatto? E lei si muova, affronti la situazione!


LUIGI


Oh, la testa...


ADALGISA


Dov'è la signora?


LUIGI


Di là. (Indica la camera da letto)


ADALGISA


Che le ha fatto?


LUIGI


Chi?


ADALGISA


Come, chi? Il bruto.


LUIGI


Il bruto? Ah, forse tu ne sai più di me.


ADALGISA


Cosa?!


LUIGI


Credi che non l'abbia capito? Avevi fretta di uscire e volevi che anch'io me ne andassi.


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ADALGISA


E allora?


LUIGI


Solo, carina, che ormai il disastro è fatto!


ADALGISA


Il disastro? Allora, l'ha uccisa! Povera signora. Lo dicevo che quello era un assassino!


LUIGI


Che diavolo ti salta in mente?


ADALGISA


Non ha detto che è successo il disastro?


LUIGI


Ma non ho parlato di nessun assassinio. Ora che ci penso, però, è possibile... Spero non sia accaduto niente di quello che penso. Dobbiamo andare a vede-re. Era fuori di se!


ADALGISA


Chi?


LUIGI


Come, chi? Il dottor Marzio!


ADALGISA


Cosa c'entra lui?


LUIGI


Ancora non hai capito che li ha sorpresi?


ADALGISA


Sorpresi, chi?


LUIGI


Ma lei e l'amante, no?!


ADALGISA


Oh Dio, la testa! Non mi ci raccapezzo in questa storia. Di la, c'è anche il dot-tore?


LUIGI


L'hai capito, finalmente? (Si avvia verso la camera da letto)


ADALGISA


Allora, sono in pericolo tutti e due. Andiamo! (Sentono arrivare qualcuno e Luigi afferra Adalgisa per un braccio e la spinge dietro il divano, dove si ac-coccola anche lui)


LUIGI


Stai giù! (Entra Braccelli)


ADALGISA


(A voce bassa) Lui! Il ricattatore, l'assassino! Avrà fatto un massacro.


LUIGI


Zitta!


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ADALGISA


Bisogna fermarlo... (Luigi le chiude la bocca con una mano)


LUIGI


Non dire sciocchezze. Quello farà fuori anche noi. (Adalgisa mugugna men-tre Braccelli mette in tasca dei soldi, si frega le mani, si aggiusta il giubbotto ed esce) È terribile. Oltre la beffa, anche...


(Adalgisa si libera dalla mano che la imbavaglia)


ADALGISA


Lei è un vigliacco. I suoi amici più cari vengono trucidati barbaramente e non fa nulla.


LUIGI


Ho tentato invano di fare qualcosa e mi sono preso un pugno in faccia.


ADALGISA


Lo sapevo che l'assassino tornava. Oh, mio Dio... domani, i giornali... Vedo già i titoli.


LUIGI


(Impaurito) Calmati! Calmiamoci. Andiamo a vedere prima cos'è successo e poi, se sarà il caso, si penserà al da farsi.


ADALGISA


Ma come! Il delinquente fa una strage e lei dice: "Poi, si penserà"?!


LUIGI


(Tremando) Zitta! (I due si dirigono, a passi lenti e guardandosi intorno, ver-so la camera da letto)


SCENA XIII


MARZIO


(Rientrando) Luigi, Adalgisa, che succede?


ADALGISA


(Che è rimasta a bocca aperta) Dottore, lei è vivo!


ADALGISA


Lo trovi strano?


ADALGISA


Ma... ma... il mostro? L'ho visto uscire dalla sua stanza... l'ha visto anche lei, no? E dica qualcosa!


LUIGI


Veramente...


MARZIO


Beh, il fatto che io mi trovi qui tranquillo davanti a voi, dovrebbe bastare, no? Adalgisa, puoi tornare in cucina. Allora, che aspetti? Vai.


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LUIGI


Forse sto diventando matta sul serio. Dev'essere la pressione. Me lo dice sempre il medico: "Si curi, si curi". Io non lo ascolto... questa volta, però... (Esce)


SCENA XIV


MARZIO


Luigi, vieni, beviamo qualcosa. Mi dispiace per prima. Ti ho fatto male?


LUIGI


Beh, un po’. Ma non preoccuparti. Ti capisco.


MARZIO


Davvero?


LUIGI


Certamente. So quanto sei sensibile.


MARZIO


Ah, grazie.


LUIGI


Ce l'ho messa tutta per cercare di fermarti...


MARZIO


Me ne sono accorto!


LUIGI


Tanto ormai, è fatta.


MARZIO


Che cosa?


LUIGI


Eh, sapessi a quanti succede. Ora però, devi superare questo momento.


MARZIO


Di che momento parli?


LUIGI


È inutile fingere l'indifferenza con me. Sono tuo amico. Ho cercato di evitarti l'amara constatazione. Posso capire cosa debba significare per uno che non se l'aspetti... trovare propria la moglie a letto con un altro. Dev'essere atroce.


MARZIO


Se mi avessi trattenuto ancora un po’, sarebbe andata proprio così.


LUIGI


Vuoi dire che sei riuscito ad evitare il peggio?! E anche se fosse... che cam-bierebbe, in fondo? Avresti solo interrotto la consumazione dello squallido misfatto. (P) Per questa volta.


MARZIO


Le tue parole sono un vero toccasana, per un animo appena ferito...


LUIGI


Parlo così perché ti sono amico. Voglio aiutarti a guardare in faccia la realtà.


- 20 -


MARZIO


Non potresti riuscirci meglio!


LUIGI


Faccio quello che posso. Sono sconvolto anch'io. Ora, devi solo pensare a su-perare questo terribile momento.


MARZIO


Sei fuori strada, Luigi.


LUIGI


È talmente chiaro.


MARZIO


Sei convinto che Lidia mi tradisca?


LUIGI


Beh!


MARZIO


È vero. Ma non con un altro.


LUIGI


E con chi, allora?


MARZIO


Con me!


LUIGI


Scusa la mia ingenuità ma non capisco.


MARZIO


È una situazione talmente strana che non so nemmeno da dove cominciare. Mi sta portando alla follia, questa storia. Luigi, io ho bisogno di te. Solo tu mi puoi aiutare.


LUIGI


Innanzi tutto, calmati e cerca di spiegarmi nel modo più chiaro, come stanno le cose.


MARZIO


Hai ragione. Comincerò dall'inizio. Circa tre mesi fa, io e Lidia andammo a S. Giuliano nella nostra casa di campagna. Appena arrivati, lei cominciò a mettere in ordine la casa e io mi misi a sistemare un po’ il giardino. Poco do-po, vidi uscire dalla villetta dei Galleri, il figlio Giorgio che si avvicinò a sa-lutarmi. A un tratto Lidia uscì dalla casa come in trance, con gli occhi rivolti al cielo e si mise a correre in direzione di Giorgio. Cercai di fermarla ma lei in quello stesso attimo già l'abbracciava. Giorgio mi fissava con gli occhi sbarrati e la faccia bianca. Eravamo entrambi sbigottiti. Dapprima pensai che si trattasse di uno scherzo ma quando vidi Lidia tirare il ragazzo verso casa nostra, mi convinsi che non era così. Riuscii a liberarlo a fatica. Lo pregai di andare a telefonare al medico del paese e cercai di calmare Lidia. Intanto


- 21 -

dentro di me... si scatenò un desiderio che non riuscii a frenare. (Pausa) Do-po... mi colpì il fatto che lei, superata la crisi, non ricordasse più nulla. E fino a questo momento, non sa niente di quanto continua a succederle.


LUIGI


Una crisi inconscia di ninfomania. Ora, comincio a capire. E si ripetono spes-so queste crisi?


MARZIO


Quasi giornalmente.


LUIGI


Quel tizio di prima, allora...


MARZIO


Certo! Vedi, le prime volte cercava persone diverse. Poi, è tornata sempre dallo stesso. Un guardiano del circo che ha saputo ben sfruttare la cosa. Mi ricatta!


LUIGI


Ma in un certo senso, Lidia... sì, insomma, ci va a letto...


MARZIO


Ti spiego: Sono costretto a seguirla finché non arriva in camera da letto con l'amante occasionale. Poi, approfittando del buio, mi sostituisco a lui.


LUIGI


Anche se lei, nel suo inconscio, sa di andare con l'uomo che ha scelto un momento prima.


MARZIO


Ma no...


LUIGI


Come no? È lampante! Eh!


MARZIO


Oh, Luigi... una cosa è certa. Quando Lidia è di nuovo in sé, esprime solo la gioia di ritrovarsi tra le mie braccia.


LUIGI


E col tuo lavoro come fai?


MARZIO


Umh... va a rotoli. In studio ho messo un assistente e i clienti diminuiscono di ora in ora. Mi credono matto. A un tizio ho tolto un molare dalla parte non anestetizzata, ho scambiato la protesi di uno con quella di un altro. Non riu-sciva nemmeno a dirmi di andare a quel paese.


LUIGI


Mi sembra che dovresti correre ai ripari, parlare con un medico competente e farla curare.


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MARZIO


Ho telefonato a più di dieci psicanalisti e tutti mi dicono la stessa cosa: Lidia non può essere messa al corrente di quanto le accade, così su due piedi. Sa-rebbe per lei un gravissimo choc. Dovrebbe mettersi in cura da uno di loro... fare un lungo periodo di analisi...


LUIGI


E allora? Mi sembra la soluzione migliore, no?


MARZIO


Come fai a dire a una persona felice, che ama la vita in tutte le sue manifesta-zioni, che sa di essere amata e di amare il proprio uomo, di avere praticamen-te tutto... "Cara, perché non vai dallo psicanalista?" Io non riesco a trovare una via d'uscita e finirà che la psicoanalisi dovrò farla io.


LUIGI


Certo che non è facile.


MARZIO


Eh, no... (Pausa - Guarda a lungo Luigi) Luigi...


LUIGI


Dimmi.


MARZIO


Sei mio amico e io non ne dubito. Tu... tu puoi aiutarmi.


LUIGI


Non capisco in che modo... ma sono a tua completa disposizione. Dimmi co-sa posso fare.


MARZIO


Di te, mi posso fidare... eh, sì! In due diventa tutto più facile.


LUIGI


Toglimi dalle spine, ti prego.


MARZIO


Ecco, dovremmo fare in modo che... non sarà difficile, vedrai...


LUIGI


Che cosa?


MARZIO


Ma è chiaro! Che Lidia cerchi te quando ha le crisi. Ecco!


LUIGI


Ecco!


MARZIO


Allora, non è una splendida idea?


LUIGI


Geniale!!


MARZIO


Sapevo che non mi avresti abbandonato in un momento simile.


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LUIGI


Piano, piano. Calma! Non sarebbe meglio trovare un rimedio più serio, qualcosa di definitivo?


MARZIO


Ma intanto...


LUIGI


Sai che per un amico farei questo ed altro. Ma con Carla, come la metto? So-no già tre anni che va dallo psicanalista a causa di quella sua gelosia morbo-sa. Se scoprisse qualcosa... Oh Dio, non ci voglio neanche pensare!


MARZIO


Ma non lo saprebbe mai!


LUIGI


Eh, queste cose prima o poi si scoprono.


MARZIO


Non ti sto chiedendo di diventare l'amante di mia moglie! Si tratta solo...


SCENA XV


ADALGISA


Permesso?


MARZIO


Sì, vieni Adalgisa.


ADALGISA


Io, senza sapere né leggere né scrivere, il pranzo l'ho preparato...


MARZIO


Hai fatto bene, Adalgisa. Ti fermi qui a colazione. Vero, Luigi?


LUIGI


Beh, però... io non ti ho detto di sì, ancora. Comunque, visto che ci sono, mi fermo.


MARZIO


Bene! Adalgisa, hai già chiamato la signora?


LUIGI


Vado adesso.


SCENA XVI


LIDIA


Eccomi, eccomi! Luigi, che piacere vederti.


LUIGI


Ciao cara, sei uno splendore, come sempre.


LIDIA


Che tesoro... Carla, dovrebbe già essere di ritorno dal suo viaggio...


LUIGI


L'ho sentita proprio stamattina. Ha telefonato dall'India.


- 24 -


LIDIA


Ah, sì. Mi ha parlato molto di questo viaggio. Ma cosa aspettiamo? Andiamo a tavola. Ah, beata lei. Che fortuna fare un viaggio simile. Invece io, sempre qui. Marzio è troppo impegnato col suo lavoro.


LUIGI


Eh, sì... impegnatissimo. Parlavamo di questo, appunto. (Escono - Suonano alla porta. Adalgisa va ad aprire)


SCENA XVII


ADALGISA


(FUORI SCENA) Chi è?


COMMISSARIO


(FUORI SCENA) Polizia!


(Rientra Adalgisa seguita dal commissario che trascina Braccelli per un o-recchio)


ADALGISA


Meno male, l'avete preso!


COMMISS.


A me, non sfugge neppure una virgola. (A Braccelli) Adesso vedremo se reg-gerai alla prova della verità.


BRACCELLI


Ahi, commissario, mi lasci.


COMMISS.


Lei è la serva, vero?


ADALGISA


(Lo guarda male) Serva... collaboratrice domestica...


COMMISS.


Occhio clinico. Vada subito a chiamare il padrone.


ADALGISA


Vado, vado... Che parole strane usa questo. (Esce)


SCENA XVIII


COMMISS.


Adesso scopriremo come ti procuri tutti quei soldi.


BRACCELLI


Le ho detto che me li sono guadagnati onestamente.


COMMISS.


Ma devi dirmi, come!


BRACCELLI


Lavorando.


COMMISS.


In che consiste questo lavoro?


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BRACCELLI


Segreto professionale.


COMMISS.


Senti, chi credi di sfottere? Devi dirmi tutto. Io rappresento la legge e di fron-te a me devi tremare. (Isterico) Se no, sbatto tutti dentro!


BRACCELLI


Ma io non voglio sfottere nessuno. Ho fatto un lavoro pulito, lo giuro. Solo che ho promesso di non dire niente e quando Augusto Braccelli dà una paro-la: È quella!


COMMISS.


La parola di un furfante...


ADALGISA


Sto dicendo la verità.


COMMISS.


Allora, dilla fino in fondo. Io metto in moto la macchina infallibile della leg-ge che è in mano mia... controllo, e se è come dici, sarai libero e (Ironizza) potrai continuare a fare questo tuo lavoro pulito.


ADALGISA


È proprio se glielo dico che non lavoro più!


COMMISS.


Allora, vedi che c'è qualcosa che non funziona? Tu non puoi resistere alla po-tenza della legge. O parli...


ADALGISA


(Adalgisa entra) Il dottore ha detto che viene subito.


COMMISS.


Sarebbe ora... (Adalgisa esce)


BRACCELLI


Perché mi vuole mettere nei guai? Non si può lavorare più, nemmeno one-stamente?! Lo diceva sempre mio zio Giacinto: "La volta che ti metti a fare un lavoro onesto, sei fregato!"


COMMISS.


È inutile che fai la vittima. Non m'incanti. Pensa piuttosto che sei sotto la mia mano e non puoi muoverti!


BRACCELLI


Ma, commissario...


COMMISS.


Ti faccio notare che questa volta, dati i precedenti, con meno di cinque o sei anni, non te la cavi. Sarò implacabile. Verrai stritolato dagli ingranaggi della perfetta macchina della giustizia. Viceversa, se si tratta di cosa pulita, come tu dici, te ne tornerai tranquillamente a casa.


- 26 -


BRACCELLI


Sì, a fare la fame. Porco Giuda! Non me ne va bene una.


COMMISS.


(Si guarda intorno) Tutti credete di fare quello che vi piace, eh?! La lunga mano della legge verrà a scovarvi dappertutto e vi metterà a nudo anche le più piccole sozzure, quelle che non osate confessare nemmeno a voi stessi. Bisogna pulire, pulire questo paese di tutto il marciume! Col mio intuito, il mio fiuto, non sfuggirete a questo repulisti! Il mondo dovrà diventare una grande siepe fiorita.


SCENA XIX


MARZIO


(Entra) Mi scusi se l'ho fatta aspettare ma ero al telefono. (Si presenta) Dot-tor Marzio Mastelli.


COMMISS.


Piacere, piacere...


MARZIO


In cosa posso esserle utile?


COMMISS.


Scusi il disturbo. Si tratta di una banale formalità. Dottore, io ho bisogno di spiegazioni.


MARZIO


Prego, dica pure.


COMMISS.


Mi vedo questo pregiudicato che va avanti con furterelli di poco conto e che vive in una baracca, mettersi improvvisamente a tirare su mattoni, acquistare un'auto nuova, il televisore, la lavatrice e altri elettrodomestici di vario gene-re. E siccome l'ho sorpreso, più di una volta, entrare e uscire dalla sua villa, automaticamente ho dedotto, per via di logica, che lei deve conoscerlo. (Sor-ride, compiaciuto) Data questa premessa, mi pare chiaro arguire che il quipresente Braccelli: O la ricatta, o la deruba.


MARZIO


Ma no! Cosa va a pensare, commissario.


COMMISS.


Lei mi deve dire di che si tratta e non si faccia scrupoli. Per gente così, non bisogna avere pietà.


MARZIO


I soldi glieli do io, commissario. Ma non tanti da consentirgli di acquistare le cose da lei elencate. Costruire, poi... con quello che costa ogg?


- 27 -


BRACCELLI


La macchina l'ho presa a rate.


MARZIO


A rate? Pensa a un impegno duraturo, eh?


BRACCELLI


Beh...


COMMISS.


Vagolo ancora nel buio! (A voce bassa) Può dire tranquillamente anche se si tratta di cose imbarazzanti. Io sono come un confessore, per lei. Sigaretta?


MARZIO


Grazie. Sa... è un po’ difficile per me. Ma è necessario che le spieghi. Vero, commissario?


BRACCELLI


Ma lasci perdere...


COMMISS.


Tu sta' zitto e non tentare di ostacolare il corso della giustizia.


BRACCELLI


È una cosa tra noi due...


COMMISS.


Silenzio, ho detto! Lascia parlare il dottore. Su, si lasci andare. Chi, non ha segreti, caro dottore? Sapesse col mio mestiere quante ne vedo. Comunque, stia tranquillo. Se non è nulla di grave, la cosa morirà qui. In questa stanza.


MARZIO


Commissario... si tratta... di gelosia. Sì, io sono geloso di mia moglie... e l'ho fatta pedinare dal signor Braccelli.


BRACCELLI


(Sbigottito) Ma... ah sì, sì... è così.


COMMISS.


E con tutti gli investigatori privati che si offrono a due lire, doveva scegliere proprio lui?


MARZIO


In certi momenti non si capisce più nulla e allora... la prima persona che ti capita sotto mano...


BRACCELLI


Perché, io non potrei...


COMMISS.


Zitto! Bene, bene, caro dottore. (Lo guarda) Tutto qui?


MARZIO


Tutto qui.


BRACCELLI


Ha visto?


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COMMISS.


Umh... (Non sembra convinto) Devo pregarla di seguirmi nel mio ufficio, in questura.


MARZIO


Non mi crede?


COMMISS.


Venga, venga...


MARZIO


Non capisco!


COMMISS.


Si rifiuta?


MARZIO


No, no... andiamo pure. Un momento, avverto mia moglie. (Va in camera da pranzo)


COMMISS.


(A Braccelli) Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. (Sogghigna)


BRACCELLI


Devo venire anche io, commissario?


COMMISS.


D'ora in poi, sarai la mia ombra.


BRACCELLI


Ma se le ha detto come stanno le cose... perché non si fida? E poi, al commis-sariato perché dovrebbe dire un'altra cosa?


COMMISS.


Vuoi sostituirti a me?! Zitto, troglodita!


MARZIO


(Rientra) Sono a sua disposizione. (Alla porta) Prego...


COMMISS.


Dopo di lei...


MARZIO


Commissario, siamo a casa mia, la prego...


COMMISS.


Ma lei è sotto la mia tutela. Le proteggo le spalle. (Si gira verso il pubblico e fa una stridula risatina)


SCENA XX


LIDIA


(Rientra seguita da Luigi) Chissà che sarà successo... sono davvero preoccu-pata per Marzio. È distratto, assente, parla a sproposito e poi... a te, posso dir-lo. Temo che sia seriamente ammalato.


LUIGI


Anche lui?


- 29 -


LIDIA


Non capisco... chi altri lo è?


LUIGI


Niente... pensavo a Carla e le sue gelosie infondate...


LIDIA


Qualcosa lo turba e... bisogna scoprire di che si tratta. Luigi, tu...


LUIGI


... "Devo aiutarti perché sono tuo amico e non posso dire di no!"


LIDIA


Mi hai tolto le parole di bocca.


LUIGI


Lo so...


LIDIA


Figurati che quando telefono allo studio, non lo trovo mai. I clienti lo stanno abbandonando. Ma la cosa più grave è che... oh, Luigi... non so se devo dirti anche questo. Ma sì, devo dirti tutto! Ho paura... che Marzio sia diventato un erotomane.


LUIGI


Cosa?!


LIDIA


Sì! Pensa che me lo trovo a letto nei momenti più impensati, magari quando dovrebbe starsene allo studio.


LUIGI


E ti dispiace? (Ridacchia)


LIDIA


Mi spia continuamente! Anche Adalgisa se n'è accorta. È diventata sospetto-sa. E ora, che vorrà la polizia?


LUIGI


Non ti allarmare. Vedrai che non è niente di grave. (squilla il telefono. Lidia alza il ricevitore e lo abbassa quasi subito)


LIDIA


Ha risposto Adalgisa. Luigi, devi stare più vicino a Marzio.


LUIGI


Sì, sì... non preoccuparti. Se no, che amico sarei? Amici, bisogna essere nel bene e nel male... (Tra sé) Che frase di cacca...


SCENA XXI


ADALGISA


(Entra) I signori prendono il caffè?


LUIGI


Oh, oh... hai imparato le buone maniere?


- 30 -


ADALGISA


Non le rispondo neanche.


LIDIA


Sì grazie, Adalgisa. (Adalgisa esce) Non mi era mai accaduto di vedere Mar-zio così. Tu, lo conosci bene. È sempre stato tranquillo, così brillante. Sem-pre di buon umore.


ADALGISA


(Entra e poggia il vassoio sul tavolo)


LIDIA


Grazie, cara.


ADALGISA


Signora... le volevo chiedere se posso uscire per una mezzoretta. M'ha telefo-nato l'amica mia Fernanda che ha litigato col suo ragazzo...


LIDIA


Certo, vai pure Adalgisa.


LUIGI


Però in cucina non ho finito. Per il momento lascio così...


LIDIA


Va bene, non preoccuparti.


LUIGI


Tanto, torno subito...


LIDIA


Ma sì, certo... fai come vuoi.


LUIGI


Però, se vuole che non ci vado, basta che me lo dice...


LIDIA


Ma, no! Se devi andare, vai!


LUIGI


Beh allora, ci faccio un salto. (Guarda Luigi) Tanto, ci metto poco... (Esce)


LIDIA


Sembrava avere paura di lasciarmi sola con te...


LUIGI


Che malfidata...


LIDIA


Quanto zucchero? Sono così preoccupata...


LUIGI


Adesso, calmati. Due, grazie.


ADALGISA


(Borsetta e soprabito, attraversa la scena) Vado e torno! (Esce)


LUIGI


Che strano tipo...


SCENA XXII


- 31 -


LIDIA


Solo lei?


LUIGI


Eh già...


LIDIA


E con Carla, va meglio?


LUIGI


Meglio?! So solo che vivo nella più grigia solitudine. Lavoro-casa e vicever-sa. Mi tormenta! Insegue le sue farneticazioni psicoanalitiche... inventa tre-sche tra me e fantomatiche bionde... Beh, sai? In certi momenti vorrei vera-mente averne qualcuna di queste storie... per uscire dal ghetto psicologico nel quale mi ha chiuso. (P) Magari!


LIDIA


Questa cura, allora?


LUIGI


Questa cura... Ha scatenato la sua fantasia malata. Il medico dice che è me-glio così... non certo per me. Se tu sapessi come è stato difficile convincerla a fare questo viaggio...


LIDIA


Almeno hai avuto qualche giorno di respiro...


LUIGI


Beh... però mi manca. Forse, mi sono abituato alle sue stranezze. Senza di lei, provo un gran vuoto.


LIDIA


Luigi, non sarai un po’ masochista?!


LUIGI


Tu dici?


LIDIA


Eh, ora che ti potresti prendere una boccata d'aria...


LUIGI


E che la prendo a fare. Tanto, poi torna.


LIDIA


E se non tornasse più?


LUIGI


Torna, torna. Quella è attaccata a me, come l'edera.


LIDIA


Posso fare una domanda indiscreta?


LUIGI


Fai pure.


LIDIA


Hai avuto qualche storia extra in questi anni?


- 32 -


LUIGI


(Sorride) Macché. Non mi è passato neanche per la mente. E poi, come pote-vo, anche volendo? Mi è sempre stata addosso come un segugio. Veniva a trovarvi in ufficio senza preavviso. In ufficio... che potevo fare lì, con quelle quattro bacucche? No, è che con la testa non c'è più.


LIDIA


Ma...


LUIGI


Dimmi.


LIDIA


Stavo pensando... non può essere che quello che a te succede con Carla... a me, sta succedendo con Marzio?


LUIGI


Ma, no... è tutta un'altra cosa...


LIDIA


Che cosa, esattamente?


LUIGI


È diverso.


LIDIA


Comunque, qualcosa c'è. Indirettamente lo stai affermando. Devi dirmi tutto!


LUIGI


Non c'è niente da dire.


LIDIA


Davvero?


LUIGI


Credimi.


LIDIA


Niente?


LUIGI


Assolutamente.


LIDIA


Scusa... sono diventata anch'io sospettosa. Non pensiamo più a queste cose. Che vuoi bere?


LUIGI


Oh, grazie... un dito così di Whisky


LIDIA


Ne prendo un po’ anch'io.


LUIGI


Non... ti farà male?


LIDIA


Male?


LUIGI


Scusa... dicevo così.


- 33 -


LIDIA


(Versa nei bicchieri) Vuoi sentire un po’ di musica?


LUIGI


Perché no?


LIDIA


Cosa ti piace?


LUIGI


Oh beh, fai tu...


LIDIA


D'accordo... (Mette un disco mentre Luigi sorseggia il suo whisky)


LUIGI


Ah, questa musica, una poltrona comoda ed è il relax. Lo faccio spesso a casa mia, quando sono solo. Sai, con Carla è differente. La sua gelosia ossessiva mi carica di tensione. Appena mi isolo un momento, crede che stia combi-nando chissà che cosa. In realtà, sai che faccio? Mi chiudo in salotto, stacco il telefono, metto un disco e mi godo la mia casa. A me da fastidio andare in giro. La gente ti tocca, ti aggredisce, ti spia. Ma chi li conosce? Cosa voglio-no da me? Come se non mi bastasse avere a che fare con mia moglie. (Pausa) Ora, il medico sostiene che questa sua partenza... il distacco da me, sia im-portantissimo. "Ha imboccato la via della guarigione", dice lui. (Si sente scat-tare la serratura della porta d'ingresso) Oh, dev'essere rientrato Marzio. Saicome si dice? "Ognuno ha la sua croce"... ma... Lidia, mi ascolti? (Lidia si al-za lentamente) Oh, no... Lidia! Oh Dio, la crisi! Meno male che è rientratoMarzio. Calmati Lidia... mamma mia... lo sguardo fisso. E adesso, che fac-cio? Marzio!


LIDIA


Amore mio, sogno mio, finalmente è giunto il momento tanto atteso. Ora sa-rai mio, ti porterò nel fiume del piacere... (Lo abbraccia)


LUIGI


Marzio!! Fai presto, non so che fare!


SCENA XXIII


MARZIO


(Entra) Ah, bene, magnifico!


LUIGI


Ma che magnifico! Fa' qualcosa!


MARZIO


Stai tranquillo. Vado a chiudere la porta e mi sostituisco a te. (Suonano alla porta) Chi sarà? (Esce)


- 34 -


LIDIA


Amore mio, libriamoci sulle ali del piacere... prendimi, sono tutta tua...


LUIGI


Stai buona... calmati!


(FUORI SCENA)


MARZIO


Ma che fai qui?


CARLA


È qui il mascalzone?!


MARZIO


Non c'è nessuno! Sono solo in casa.


CARLA


Voglio vedere se è qui!!


(IN SCENA)


LIDIA


Fammi provare le emozioni più sfrenate... fai di me quello che vuoi...


LUIGI


Stai lontana... calma... buonina. Ma che fa Marzio?


LIDIA


(Lo abbraccia di nuovo) Oh, finalmente tra le tue braccia...


LUIGI


Aiuto! Marzio...


MARZIO


(Entra all'indietro, spinto da Carla)


SCENA XXIV


CARLA


Perché non posso entrare? Cosa mi nascondi?!


MARZIO


Fermati!


CARLA


E lasciami passare! (Si ferma e lancia un urlo) Ah!! Delinquente, lo sospetta-vo! Ci avrei giurato! Ti ho cercato ovunque, ho fatto il giro di tutti gli amici ed eccoti qui... tra le braccia di quella donnaccia! Va bene, mi hai distrutto la vita ma io distruggerò la tua!


LUIGI


Carla?! Ma non stavi in India?


CARLA


No, criminale! Sono arrivata ieri. Ti ho detto che stavo ancora in India per scoprire ciò che sei e ci sono riuscita, finalmente!


- 35 -

LIDIA

Amore, adesso sei mio... perdiamoci nei vortici della lussuria.

LUIGI

(A Carla) Ti spiegherò...

CARLA

Cosa vuoi spiegarmi, assassino?!

MARZIO

Ascolta, Carla...

CARLA

Ah! Siete d'accordo!

MARZIO

Ma no...

CARLA

Il marito compiacente...

LIDIA

Prendi i miei caldi baci... (Cadono sul divano)

LUIGI

Carla, tesoro...

CARLA

Vi polverizzerò!! (Corre via in lacrime)

LIDIA

Ti porterò nel lago del piacere...

LUIGI

Vacci da sola e affoga!!

ADALGISA

(Entra) Sogoma e Camorra!!

MARZIO

(Libera Luigi dalle braccia di Lidia) Grazie, Luigi.

LUIGI

Ma vai a farti fottere!!

FINE PRIMO ATTO


- 36 -

SECONDO ATTO

SCENA I

MARZIO

(Entra, seguito da Luigi) Vedrai che tutto si aggiusterà. Non è la fine del

mondo. Su, Vieni a pranzo con noi.

LUIGI

Mi sento soffocare dall'angoscia e mi parli di pranzi? E poi, conciato così?

Mi ha lasciato tutta la notte sul pianerottolo. Proprio adesso mi doveva capi-

tare questo mattone sulla testa? Mannaggia! Ora che si avviava alla guarigio-

ne? Cosa farà da sola, fragile com'è? Tu capisci che vuole divorziare vera-

mente?!

MARZIO

E non sei contento? Dopo tutto... dev'essere stata una bella tortura in questi

anni, vivere con una moglie simile!

LUIGI

Guarda un po’ chi parla!

MARZIO

Ma il mio caso è completamente diverso dal tuo. È una crisi momentanea. Io

e Lidia siamo sempre stati felici e anzi... proprio adesso sento di amarla anco-

ra di più.

LUIGI

Anch'io amo Carla e ti proibisco di parlarne male! D'accordo, in certi mo-

menti è insopportabile con la sua gelosia. Arrivo persino a odiarla! Vorrei

andare via di casa e lasciarla lì a piagnucolare da sola ma se penso a me sen-

za lei vicino, mi sento morire.

MARZIO

Mancano solo i violini! Ma guardati! Sei più giovane di me e sembri mio

nonno. Non trovo giusto che tu abbia verso te stesso un comportamento simi-

le. Lo vuoi capire che hai la tua vita? La tua, capisci?!

LUIGI

E pensa ai fatti tuoi...

MARZIO

Volevo darti solo un consiglio.

SCENA II

LIDIA

(ENTRANDO) - Cos'è questa storia? Carla gelosa di me? Questo, no! Posso

capire che no stia bene con i nervi ma c'è un limite a tutto! Venire in casa mia


- 37 -

a spiare suo marito come se si trovasse in una casa d'appuntamento... Carla sa benissimo che il mio è un matrimonio felice e che per nessuno motivo tradi-rei mio marito. Certi impulsi, anche nel suo stato, con un po’ di logica si pos-sono frenare.


MARZIO


Calmati cara. Non essere ingiusta. Luigi non ne ha nessuna colpa e nemmeno Carla, dopotutto. È stato più forte di lei. Certe cose bisogna capirle, cara.


LIDIA


Sì, va bene. Ma non posso accettare che la gente inventi di sana pianta delle storie sul mio conto.


LUIGI


Che storie?


LIDIA


La tua cara mogliettina, è andata a raccontare a Marianna che quando è entra-ta in questa stanza, io e te stavamo sul divano a smanazzare. Capisci? Ha de-scritto persino le posizioni!


MARZIO


(Ridacchia)


LIDIA


Cos'hai da ridere?!


MARZIO


(Continua a ridere) Nulla, nulla...


LIDIA


Ma come, si dicono queste cose sul conto di tua moglie e tu ridi?


MARZIO


Pensavo a te e Luigi insieme e...


LUIGI


Non capisco perché trovi la cosa tanto ridicola.


MARZIO


Perché so perfettamente... che in quel momento... stavate tranquillamente a-scoltando la musica e che Carla con la sua fantasia malata ha visto quello che non c'era... (Ammicca verso Luigi)


LIDIA


E mi ha messo nei guai!


LUIGI


E io, allora? Cosa devo dire? Sai che vuole divorziare?


LIDIA


Lo vuole lei?! In fondo, a qualcosa è servito tutto questo trambusto.


LUIGI


Avete le stesse idee, voi due!


- 38 -


LIDIA


Non capisco... vuoi dire che ti dispiace divorziare da quella li?


LUIGI


Certo che mi dispiace! Volete, per un attimo, pensare che "quella li" è mia moglie? E se non l'avete capito, ve lo grido che io: L'amo. (Urla) Sì, io amo mia moglie!!!


LIDIA


Contagiato! Ti ha contagiato. E sì, non ti controlli più. Sei più matto di lei.


LUIGI


Intanto cominciamo col precisare che qui la matta non è Carla ma...


MARZIO


Calmati!


LUIGI


Perché Carla è stata turbata da uno choc infantile che stava brillantemente superando, anzi...


MARZIO


Controllati!


LUIGI


... Che avrebbe senz'altro superato, se non mi fossi stupidamente immischiato in questa vostra ridicola faccenda!


MARZIO


Per carità, Luigi, non perdere la testa!


LIDIA


Ma di quale faccenda parla, io non capisco...


MARZIO


No... niente, niente...


LUIGI


Lo stupido sono io che mi sono prestato...


MARZIO


Ti ho detto di calmarti!


LIDIA


Ma di cosa parla?


MARZIO


Di nulla! In fondo non vuole dire nulla... dice solo che si è prestato...


LIDIA


A far cosa?


MARZIO


(Sottovoce a Lidia) Farnetica... fai finta di niente, poi ti spiego.


LUIGI


Avete trascinato anche noi nei vostri...


MARZIO


Adesso, basta!


- 39 -

LIDIA

No, non ci sono dubbi, è pazzo! O finge...

LUIGI

Senti chi parla!

MARZIO

Calmatevi! Su... andiamo, piuttosto. È già tardi e ho anche fame.

LIDIA

(A bassa voce a Marzio) Io, con quello non ci esco!

MARZIO

Ma dai...

LIDIA

Ho detto di no!

MARZIO

(Piano a Lidia) Non complichiamo le cose. Ormai l'ho invitato, non posso...

LUIGI

Cosa confabulate? Siete anche poco civili! Ci sono anch'io, sapete?!

MARZIO

Scusa Luigi, stavamo dicendo con Lidia... beh, andiamo?

LUIGI

No, grazie. Tolgo il disturbo. (Esce infuriato)

LIDIA

(Seguita da Marzio, si avvia verso l'uscita) Una famiglia distrutta. Marito e

moglie, divorati dalla follia. Ah, per me è stata lei a rovinare lui. (Alza il tono

della voce) Adalgisa, noi usciamo. (A Marzio) Caro, meno male che tra noi è

tutta un'altra cosa (Esce)

MARZIO

(Pausa) Meno... male! (Esce)

SCENA III

ADALGISA

(Entra dalla cucina, si toglie il grembiule e lo butta in un angolo)

Finalmente se ne sono andati.

(Abbassa le serrande, avvia il televisore e vi si piazza davanti. Accende una

sigaretta e si versa dell’whisky)

Vediamo come va a finire. Quel cretino mi ha fatto perdere due puntate. Solo

al paese si può vedere qualcosa. Ah! Ma questa è lei... sì, sì... ma non s'erano

lasciati? Si vede che poi hanno fatto pace. Ecco, ecco lui! Però, come lavora

bene. Ma perché gli fanno fare sempre queste parti? Però, è sempre bello. Ci

ha due occhi... (Entra in punta di piedi il commissario e senza farsi sentire, si


- 40 -

siede su una poltrona che sta dietro a quella di Adalgisa) Oh, ma quello è

l'amante! Quanto sei bello, Alberto... e che bella macchina. È come quella del

padrone. E questo chi è? Quant'è brutto! Ma come? Si baciano?! Non l'ha vi-

sto che c'è lui? Zitto, zitto... li ha visti! Che succederà?!

SCENA IV

(A questa battuta, il commissario spegne il televisore col relè' ed accende

quasi contemporaneamente la luce.)

ADALGISA

(Urla) Ah!! Chi è?!

COMMISS.

Niente paura. Sono io.

ADALGISA

Commissario, che ci fa a quest'ora?

COMMISS.

La giustizia non guarda l'orologio!

ADALGISA

Però io voglio guardare la televisione! Era l'ultima puntata. Già, due me le

sono perse per colpa di quel... Ma come ha fatto a entrare?

COMMISS.

Mi sono arrampicato sul tubo della grondaia.

ADALGISA

E non poteva suonare il campanello?

COMMISS.

Strategia, mia cara. Ora basta! Devo interrogarla immediatamente!

ADALGISA

"Io sono la serva"...

COMMISS.

Non ha importanza.

ADALGISA

Anzi, lo ero...

COMMISS.

Ma, lo è o non lo è?

ADALGISA

Da domani mi considero libera. Non voglio più vedere quella gente!

COMMISS.

(Si guarda intorno) Sola? (Allusivo)

ADALGISA

Sì, perché?


- 41 -


COMMISS.


Niente, niente... Lei è stata testimone di quanto è accaduto ieri fra il dottor Redenti e la signora Mastelli. È così?


ADALGISA


Uno schifo!


COMMISS.


Mi vuole raccontare esattamente come sono andate le cose?


ADALGISA


(Pausa) Domus Pacis...


COMMISS.


Come ha detto?


ADALGISA


È latino. Significa: Casa della pace.


COMMISS.


Parla pure latino?


ADALGISA


Che c'è di strano? La serva non può?


COMMISS.


Per carità, può, può. Boh!


ADALGISA


Lo dice padre Berto nella predica e io me lo sono imparato.


COMMISS.


Sì... ma che c'entra?


ADALGISA


Perché volevo dire che questa era la casa della pace, prima che ci venisse quel delinquente, quel depravato...


COMMISS.


Si riferisce al dottor Luigi Redenti?


ADALGISA


No, parlo di quella faccia di mandrillo che viene a ricattarli. Io vivo in questa casa da otto anni. Da quando si sono sposati quei due porconi. E in tutto que-sto tempo non mi sono mai potuto lamentare. Lei era un tipo strano, sa di quelle ragazze che ce l'hanno tutte vinte, che prendono la vita alla spensiera-ta... Però, tempo addietro...


COMMISS.


Quando? Precisione!


ADALGISA


Tre mesi fa... dev'essere successo il fatto.


COMMISS.


Che fatto, quale fatto? Parli!


ADALGISA


La cosa... la tresca...


- 42 -


COMMISS.


Tresca?! Avanti, sputi il rospo. (Le mette una mano sulla gamba)


ADALGISA


Tre mesi fa... e stia buono, mi fa confondere!


COMMISS.


Oh, scusi! Sa, la penombra...


ADALGISA


Insomma, lo devo dire o no?


COMMISS.


Sì, certo. Mi dica tutto e non trascuri i particolari. Anche i più morbosi. Sono quelli che contano di più, come dice Freud, il maestro.


ADALGISA


Mah... tre mesi fa, dicevo... quello la, il dottore, mi ha mandata al paese e io ho capito perché.


COMMISS.


Perché, perché?


ADALGISA


Lui mi crede scema ma io a forza di girare per le case dei signori, quelli come lui li conosco a memoria.


COMMISS.


Veniamo al dunque. (Si avvicina ancora di più ad Adalgisa)


ADALGISA


Un momento, con calma. Pensi che l'avvocato dove lavoravo prima, ogni sa-bato pomeriggio, per far divertire la signora portava in casa un uomo. Sa... di quelli che scaricano le cassette ai mercati generali. E lui si metteva a guarda-re dal buco della serratura, mentre... capisce?


COMMISS.


(Eccitato, si avvicina ancora di più ad Adalgisa) E lei, lei cosa faceva?


ADALGISA


Io? Li ho piantati!


COMMISS.


Brava! Brava! (Mette ancora una mano sulle gambe di Adalgisa) Alla larga da quella gente. Sono marci. Passano la loro vita ad inventare queste porche-riole perché altrimenti non saprebbero cosa fare. (Fa avanzare la mano)


ADALGISA


La mano!


COMMISS.


(Compiaciuto) Vede, a quest'ora nel buio cominciano i loro giochi viscidi e piano, piano la città si trasforma in un immenso vermicaio di corpi nudi, at-torcigliati... (Mette la mano sul seno di Adalgisa)


- 43 -

ADALGISA

Eh, no! Ora basta! (Gli afferra la mano e la spinge via)

COMMISS.

Lei invece è genuina, pulita, paesana. Brava! (Mette la mano sulla gamba di

Adalgisa)

ADALGISA

La mano!

COMMISS.

Non si è fatta contaminare! (Riprende a palparla) Lei mi piace. Mi piace!

Perché lei è fresca... come... come... un bidone di latte appena munto. (È fini-

to sopra Adalgisa che gli molla un violento manrovescio. Lui si ricompone

immediatamente) Dicevamo? Dove eravamo rimasti?

ADALGISA

Al paese! Ma poi sono tornata qui e ho scoperto tutto.

COMMISS.

Un momento... mi è sembrato di sentire un rumore sospetto...

ADALGISA

Oh, Madonna! E adesso chi c'è?

COMMISS.

Stia zitta e non si muova... (Si avvia in punta di piedi verso l'ingresso. Il cam-

panello della porta suona)

ADALGISA

(Alzandosi dalla poltrona) Beh, io intanto mi vedo un altro pezzetto dello

sceneggiato... (Riaccende il televisore)

SCENA V

CARLA

(Entra seguita dal commissario) Un altro uomo! Allora, è una ninfomane!

COMMISS.

Non le permetto, signora. Dianzi dicevo appunto che è una delle poche donne

ancora pure.

CARLA

Pure?! E allora lei che ci fa qui?

COMMISS.

Interrogo...

CARLA

Tiene una lezione di sessuologia?

COMMISS.

Pressappoco... cioè... non mi faccia confondere! Volevo dire che sto indagan-

do.

CARLA

Nei meandri... del magma erotico?


- 44 -


ADALGISA


E questa che vuole?


COMMISS.


(Indica Adalgisa) Guardi il suo viso puro. Quell'espressione angelica... non può parlare così di una Santa!


CARLA


Non parlavo di Adalgisa. Mi riferivo alla sua indegna padrona. Dov'è quella vipera?! A letto con mio marito, sono sicura!! Lei cosa fa, aspetta il turno?


COMMISS.


Signora, non le permetto! (Carla cerca di non farlo parlare) Mi lasci dire...

Non sono quello che crede lei... io... qui... rappresento la legge, l'ordine...


ADALGISA


(Anche lei, urlando) Come sarebbe?! Che vipera e che letto? Si entra così in casa d'altri?


CARLA


Sono venuta a fare giustizia! Per placare la mia ira, ho bisogno della vendet-ta. (Tira fuori dalla borsetta una pistola che il commissario le toglie di ma-no)


COMMISS.


Calma, calma. Ripartiamo da zero. Lei chi è, si qualifichi.


CARLA


Non l'ha ancora capito? Sono la moglie.


COMMISS.


La moglie di chi?


CARLA


Ma, dell'amante!


COMMISS.


Quale amante? O meglio, quale dei due?


CARLA


Due? Ce n'è pure un altro?


ADALGISA


Lei è la moglie del dottor Redenti.


COMMISS.


Appunto, dell'amante!!


CARLA


Lo sa anche lei? Allora, la voce si è sparsa.


COMMISS.


Ma no... lo so io perché devo saperlo.


CARLA


Perché, lei tiene il conto?


COMMISS.


(A Carla) Sono il commissario Bonomi.


- 45 -


CARLA


Ah, è lei? Meno male. La stavo appunto cercando.


COMMISS.


(Fa un inchino) In che posso esserle utile?


CARLA


Devo fare una denuncia contro quel mostro di mio marito. Per adulterio! L'ho colto in flagrante su questo divano mentre... capisce? Voglio andare fino in fondo. Voglio il divorzio! Si figuri che mi ha fatto curare per due anni con-vincendomi di essere una nevrotica.


COMMISS.


Pure il plagio.


CARLA


Pensi... è riuscito a mandarmi in India, con la scusa che dovevo imparare a rendermi autonoma. Ci si è messo pure il mio medico. È un suo complice. Che mostri gli uomini. Tutti uguali! Stabiliscono un rapporto di solidarietà umana solo quando si tratta di coprire le loro sporche faccende di letto.


COMMISS.


Com'è vero. Lo dice anche Brhaumann.


CARLA


Oh, conosce?


COMMISS.


(Meravigliato. Poi, con falsa modestia) Qualcosa... (Tra sé) Allora, esiste ve-ramente...


CARLA


Esiste, cosa?


COMMISS.


Beh, volevo dire che quanto sostiene Brhaumann ha il suo esatto riscontro nella realtà... ma continui.


CARLA


Interessante... Dicevo che in realtà mi aveva mandata in India solo per restare libero. Criminale!! Ma io non sono tanto sciocca come pensa lui, così stamat-tina l'ho colto sul fatto. Qui, nella casa dei nostri migliori amici! Vatti a fida-re degli amici!


COMMISS.


A chi lo dice... è una genia che ho sempre evitato. Bene, bene. Mi pare tutto chiaro. Possiamo procedere.


CARLA


Fare tutte queste cose in presenza di Adalgisa che poveretta, era indignata al-la vista di quella scena. E lui, quell'invertebrato del marito, stava li a guardare senza dire una parola.


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COMMISS.


Dunque, è d'accordo anche lui?


ADALGISA


Allora non ha capito, commissario? Le ho detto, la tresca...


COMMISS.


Ah, sì. Interessante. Che ruolo gioca lui?


ADALGISA


Guarda!


CARLA


Che vergogna!!


ADALGISA


L'altra mattina, l'ho visto nel giardino che spiava dietro una siepe. Con gli occhi fuori dalla testa. Sembrava un folle e quando lei, la signora, è uscita... lui, subito dietro.


CARLA


Scissione della personalità... poveretto.


COMMISS.


Freud?


CARLA


No, lo dico io...


COMMISS.


Ah! Dunque, riepilogando: da quello che lei mi dice, vien doveroso dedurre che il dott. Mastelli seguirebbe la moglie perché geloso e poi sarebbe lui stes-so a far entrare una terza persona, cioè un uomo, nella loro camera da letto.


ADALGISA


Non un uomo. Un bruto!


CARLA


Ah, è lui che fa entrare quel degenerato di mio marito nella loro camera?


ADALGISA


Non, suo marito...


CARLA


Già, ce n'è un altro...


COMMISS.


Ma le due cose... come dire... non quadrano. Perché per via di logica, mi pare di dedurre che un uomo geloso non fa entrare un altro uomo nella camera di sua moglie...


ADALGISA


Se abbiamo detto che lui guarda...


COMMISS.


Appunto. Questa certezza fa cadere il trabocchetto ordito dal cavadenti per tentare di portare fuori pista la giustizia e nel caso specifico, me! E cioè, il medicozzo non è geloso come vuol far credere ma bramoso di guardare, di


- 47 -

vedere. (Enfatizzando) Il suo inconscio e stato ferito da qualche turpe imma-gine, nella sua triste infanzia ed ora la sua lìbido o libìdo che dir si voglia, si

èconcentrata e localizzata soltanto nei suoi organi visivi, volgarmente detti occhi. Lui ora vibra, si emoziona, percepisce la vita... soltanto guardando.

CARLA

Bravo! Anzi, divino! Che profondità...

COMMISS.

Grazie, grazie. Non ho voluto calcare la mano. (Suonano alla porta) Vada ad

aprire. Mi raccomando, con cautela.

ADALGISA

Chi vuole che sia?!

SCENA VI

CARLA

Mi sembrava di sentire il mio psicanalista ...

COMMISS.

Beh, in fondo facciamo lo stesso mestiere: Indaghiamo. (Pausa) Scusi la do-

manda indiscreta... Come va il rapporto sessuale con suo marito?

CARLA

Ma cosa... in che senso?

COMMISS.

Insomma... funziona o non funziona?

CARLA

Non si sta montando la testa?

COMMISS.

Crede?

CARLA

Eh, mi pare di sì!

COMMISS.

L'ho delusa?

CARLA

Come potrebbe?

COMMISS.

Grazie! Allora, mi dica... è importante per me, devo capire. Me lo impone il

dovere. Dunque... viene celebrato il dolce rito che si confà ai doveri del sacro

talamo? Eh?! (Fra sé) Stupisco me stesso...

CARLA

Cosa risponderle? Vede, la funzione della materia, in lui si scinde da quella

dello spirito. L’Io regredisce per una astrazione della mente dovuta a una

proiezione dell'Es, in una figura materna mitizzata.


- 48 -

COMMISS.

Si celebra o no, signora?

CARLA

Come dire... l'immagine della donna angelicata che trascende da tutto ciò che

è fisicità, crea un'antitesi nella sua psiche...

COMMISS.

Allora c'è un transfert?!

CARLA

Esatto, commissario. C'è un transfert dell'Es, carico d'angoscia. Come una

forma di ritorno alla madre e contemporaneamente, come rifiuto patologico

del partner. Per cui praticamente, il nostro rapporto è ridotto ad una ripetizio-

ne coatta. Insomma: di celebrazioni non se ne parla proprio!

COMMISS.

(Confuso) Mi scusi... in tutto questo caos psicodinamico, il malato chi è?

CARLA

Lui, naturalmente. (Proviene un vocio dall'ingresso)

COMMISS.

Chiaro. Direi, elementare... (Non sa che dire) come si spiega, però... questa

libido repressa?

CARLA

Ehi... ma lei è preparato. Come fa a sapere tutte queste cose?

COMMISS.

Si leggiucchia...

SCENA VII

BRACCELLI

(Entra seguito da Adalgisa) Fortuna che c'è anche lei, commissario. Questa

serva non voleva farmi entrare.

ADALGISA

Ha ancora la faccia tosta di presentarsi in questa casa!

BRACCELLI

Di che t'impicci?

COMMISS.

Silenzio! (A Carla) Ed eccoci precipitare nel pedestre. Signora, abbia la com-

piacenza di attendere due minuti. Poi l'accompagnerò al commissariato e

sistemeremo ogni cosa.

CARLA

Faccia con comodo, dottore... oh, pardon... commissario. (Sorride maliziosa)

L'aspetto. (Il commissario fa un inchino)

ADALGISA

Venga, venga signora che le preparo una cosa calda...


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CARLA

(A voce bassa ad Adalgisa mentre indica Braccelli) Questo... è un altro del

giro della signora?

ADALGISA

Quello? (Pausa) È il diavolo!! (Escono)

SCENA VIII

COMMISS.

Che sei venuto a fare qui?

BRACCELLI

Volevo parlare col dottore e farla finita con sta storia... ma sapevo che ci tro-

vavo pure lei.

COMMISS.

Non mi starai pedinando... sarebbe il colmo.

BRACCELLI

No. Solo che è più facile che la trovo qui, invece del commissariato.

COMMISS.

Cosa vorresti insinuare?!

BRACCELLI

Niente. Ho visto solo che ha preso a cuore questo caso.

COMMISS.

Certo. E la stessa cosa faccio con tutti i casi di cui mi occupo. Ma veniamo a

noi. Braccelli, vogliamo parlare ancora del tuo mestiere... onesto? (Ridac-

chia)

BRACCELLI

Mi pare che le ho detto abbastanza, commissario. Non posso scendere nei

particolari.

COMMISS.

Senti... a parte il fatto che per la polizia non ci sono segreti, ti metto al cor-

rente di essere venuto a conoscenza di tante cose. Tra l'altro, che tu frequenti

non solo questa casa ma soprattutto la camera da letto. È vero o no? Ci sei

andato?

BRACCELLI

Sì ma sono uscito subito.

COMMISS.

Non avrei mai pensato che ti prestassi a certi giochetti.

BRACCELLI

Ma quali giochetti, commissario! Ora mi tocca dire tutto se no, chi sa cosa

pensa.

COMMISS.

Allora, racconta. (Eccitato) Ma come si deve!


- 50 -


BRACCELLI


In fondo che m'importa di quei due strampalati? Lui, non voleva cacciare più una lira...


COMMISS.


Dai, dai... racconta. (Si frega le mani)


BRACCELLI


È cominciata così: Lavoravo al circo Gabrielli. Guardiano. Lavoro onesto, commissà.


COMMISS.


Certo, certo. Vai avanti!


BRACCELLI


Stavo li tranquillo a fumare. A un certo punto m'arriva addosso quella pazza, la moglie del dentista. Mi prende per una mano e mi dice di andare appresso a lei. Io non sapevo che fare. S'avvicina il marito, quell'altro eccentrico, mi caccia dieci svanziche in tasca e mi dice di fare come vuole la signora. Lei chiama un tassì e partiamo. Non credevo ai miei occhi. Che bella sventola! Quando scendiamo dalla macchina mi prende nuovamente per la mano e mi porta diretto in camera sua. Comincia subito a spogliarsi... Commissà, mi pa-reva di sognare. Mi sono detto: Augusto mio, oggi t'è andata proprio bene...


COMMISS.


(Eccitato) E poi? Va avanti, per Dio!


BRACCELLI


E poi... basta.


COMMISS.


(Deluso) Come... basta?


BRACCELLI


Perché in quel momento, mi sento afferrare un braccio dal cavadenti che mi sgancia altre venti cucuzze, smorza la luce e mi dice di tagliare la corda. Le giuro su mia madre che è la verità.


COMMISS.


Secondo te, perché quei due si comporterebbero così?


BRACCELLI


E lo chiede a me? So solo che mi pagavano perciò per me era un lavoro come un altro. Perché impicciarsi?


COMMISS.


Basta così. Presto saprò se hai detto la verità. Ora, puoi andare.


BRACCELLI


Grazie, commissario. Mi sento meglio. E quei due non mi vedranno più. Mi sono stufato. Va bene una volta, due, tre, per rimediare qualche lira ma questi


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fanno ammattire pure me! Mi faccia parlare col dentista, così gli dico che ho

chiuso e me ne vado.

COMMISS.

Impossibile.

BRACCELLI

Come impossibile? Perché?

COMMISS.

Il dottor Mastelli non è in casa.

BRACCELLI

Allora, vuol dire che mi faccio un giretto e poi ripasso. Ho visto che qua fuori

c'è movimento...

COMMISS.

Come?

BRACCELLI

No, niente... Ci vediamo dopo. (Esce)

SCENA IX

COMMISS.

Adesso il mosaico è completo. Tutto torna ed è perfettamente chiaro. Posso

colpire con sicurezza! (Si dirige verso la cucina) Signora, signora... (Rientra

Carla seguita da Adalgisa) Possiamo andare.

CARLA

Va bene, commissario. (Avviandosi verso l'uscita) Ti ringrazio, Adalgisa. O-

ra, va meglio.

ADALGISA

Si figuri... (Carla esce)

COMMISS.

(Ad Adalgisa) Una di queste sere, ci si può vedere quando è fuori servizio...

ADALGISA

E che sono, un ascensore?

COMMISS.

Potremmo fare un party a casa mia.

ADALGISA

Come no!

COMMISS.

All'insegna del candore, s'intende...

ADALGISA

Se si fa legare le mani...

COMMISS.

Ehi! Ci abbandoniamo già alle fantasie? (Ride) Oh tu, fortezza inespugnabile.

Più mi resisti, più accendi in me l'ardore!


- 52 -

CARLA

(Da FS) Commissario!

COMMISS.

(Si ricompone) Arrivo! Oirevoire... (Esce)

ADALGISA

Per me, è da legare...

SCENA X

ADALGISA

(Sola) Sto porcone! E come predicava bene, a parole... intanto m'infilava

quelle manacce sopra e sotto. (Accende il televisore) Forse faccio in tempo a

vedere con chi si sposa. Dopo tutta questa baraonda, non ci si capisce più

niente! Oh, riecco l'amante. Dio mio, è bianco come uno straccio. Non starà

morendo? Forse è questo televisore che è un trabiccolo. Eh, no! Ecco il prete.

Allora, muore. Beh? Finisce così? E lei? (Si sente arrivare gente) Ecco i si-

gnori. Sarà meglio filare... se mi vedono, sono sicura che cominciano a rom-

pere... (Esce)

SCENA XI

LIDIA

Spero che Marianna ci sia riuscita.

MARZIO

A far cosa?

LIDIA

Mi ha promesso che avrebbe cercato di convincere Carla a venire qui. Prove-

rò a calmarla. Sta facendo il quarantotto e senza nessuna ragione.

MARZIO

Veramente, ecco...

LIDIA

Perché, che motivo ha?

MARZIO

No, nessuno. Ti davo ragione.

LIDIA

Umh, sarà...

MARZIO

Solo che mi sembra un po’ difficile che si faccia rivedere qui, dopo quello

che ha visto.

LIDIA

Come?!

MARZIO

Cioè, voglio dire: Dopo quello che lei ha creduto di vedere. (Sbuffa)


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LIDIA


Spero tanto che Marianna ci riesca.


MARZIO


Allora, auguri. (Pausa) Che mal di testa! Vado a prendere un'aspirina.


LIDIA


Chiedi ad Adalgisa...


MARZIO


A proposito, dove si sarà cacciata?


LIDIA


Non preoccuparti, te la prendo io.


MARZIO


No, ci penso io. Ma voglio vedere lo stesso che fine ha fatto. (Esce)


LIDIA


(Va al telefono e sta per fare un numero. Riabbassa il ricevitore. Rientra Marzio)


MARZIO


Sai cos'ho trovato sulla porta della camera della nostra collaboratrice dome-stica?


LIDIA


Cosa?


MARZIO


Un cartello con su scritto: "Sono in sciopero. Spiegherò motivi a voce". Ca-pisci?


LIDIA


Si è chiusa in camera?


MARZIO


No, dev'essere uscita. La camera è vuota.


LIDIA


Meglio così.


MARZIO


Ah, sì? E perché?


LIDIA


Devo restare sola in casa. Se Marianna è riuscita a convincerla, tra poco Car-la verrà qui. Vorrei farle capire che deve ritirare quella assurda denuncia e che noi non c'entriamo nelle sue complicazioni psicologiche. Non voglio sen-tirmi in colpa se quei due si lasciano.


MARZIO


La tua è un'impresa ardua. Non ci riesce il suo psicanalista a ricondurla alla ragione. No, no. Perdi solo tempo.


LIDIA


Vorrei tentare lo stesso.


- 54 -

MARZIO

Bene, cara. Anche se non capisco con quali argomenti riuscirai a convincerla,

ti lascio campo libero e ti faccio tanti auguri.

LIDIA

Grazie! Tu perché non vai a trovare Luigi? È rimasto solo in casa, da quando

Carla si è trasferita armi e bagagli da Marianna. Tiralo su di morale. Dopo,

cerca di portarlo qui. Chissà, si potrebbe tentare una riconciliazione.

MARZIO

Ci proverò.

LIDIA

Grazie, tesoro. (Marzio esce)

SCENA XII

LIDIA

(Va al telefono e fa un numero) Marianna! Allora? Cosa vuol fare?! Oh, no!

È proprio fuori di sé. Dove? Al commissariato?! E perché? Ma l'ha già fatta?

Ha denunciato Luigi e me? / Povera Marianna, ti capisco... quella farà im-

pazzire tutti. Ma l'hai convinta a venire? / Sei stata bravissima! Eh, sì... la co-

nosco bene. Sarò costretta a dirle tutto. (Suonano alla porta) Ecco, dev'essere

lei. Ti farò sapere come andrà. Ciao. (Aggancia il ricevitore ed esce per l'in-

gresso)

SCENA XIII

LIDIA

(Rientra seguita da Carla) Prego cara, accomodati.

CARLA

Vorrei mi spiegassi subito il significato di quest'incontro. Se è perché vuoi

giustificare il tuo abominevole comportamento... allora, perché non sei venu-

ta tu da me?!

LIDIA

No, Carla. Nessuna giustificazione. Voglio solo chiarire alcune cose. Vedi, se

non ci si spiegasse, ognuno finirebbe per interpretare tutto a modo proprio.

CARLA

Io ho visto con i miei occhi, ho toccato con mano. C'è poco da interpretare.

La turpe scena mi è rimasta scolpita nella mente! Tu e quel Cagliostro erava-

te avvinghiati li, su quel peccaminoso divano. (Comincia a frignare) Perché,

mi avete fatto questo?

LIDIA

No, calmati cara. Non c'era niente di vero in quello che hai visto.


- 55 -


CARLA


Beh, questa poi...


LIDIA


Voglio dire che quella ridicola scena...


CARLA


Allora, ammetti che qualcosa è successo!


LIDIA


Certo.


CARLA


E perché, tu e quell'assurdo essere di tuo marito continuate a dire che è tutto frutto della mia fantasia malata?


LIDIA


Ti spiego...


CARLA


Criminali, ecco cosa siete! Avete ordito un complotto alle mie spalle. Volete far saltare il mio già precario equilibrio.


LIDIA


Ma no, Carla. Cosa vai a pensare...


CARLA


Sì, invece! Vi siete messi d'accordo con quell'assassino di mio marito. Lo sta-te aiutando a liberarsi di me, vero?!


LIDIA


No...


CARLA


E tu... tu, che dicevi di essere mia amica.


LIDIA


Ma lo sono.


CARLA


Si vede, come lo sei! Ora verrai anche a dirmi che lo fai per il mio bene.


LIDIA


No. Fino ad ora ho pensato solo a me stessa.


CARLA


Ecco!


LIDIA


Ma non per farti del male.


CARLA


Ah no, eh? Prova a darmi una spiegazione accettabile di quanto è successo, allora.


LIDIA


È quello che farò. Siamo qui per questo.


CARLA


Sentiamo!


- 56 -


LIDIA


(Si versa da bere) Vuoi anche tu?


CARLA


(Rifiuta con un gesto della mano)


LIDIA


Non so neanche da dove iniziare. (Pausa) È cominciato tutto come un gioco. (Pausa) Ero stanca di tirare avanti... Senti Carla, se qualche giorno prima di trovarti di fronte a quella ridicola scena, qui in casa mia, io ti avessi chiesto cosa pensavi del rapporto tra me e Marzio, cosa avresti risposto?


CARLA


Beh... che era perfetto. Anzi, ti confesso che io e Luigi vi invidiavamo. Vi consideravamo, l'eccezione che conferma la regola... secondo la quale, il ma-trimonio è un'impresa fallimentare.


LIDIA


Infatti. Tutti quelli che ci conoscono pensano che la nostra sia una coppia fe-lice. Ed è vero, solo da tre mesi a questa parte. Da quando io ho messo in mo-to... (Pausa) Oh, Carla! Prima era tutto talmente penoso. Vedi... per Marzio non esistevo. Durante il giorno non riuscivo più a vederlo... e quando si stava insieme, aveva lo sguardo assente, anche se continuava a ripetere le solite frasi banali di tutti i giorni. Per lui ero diventata un'ombra... "La moglie". Come dire, l'automobile, il trapano... (Pausa) Oh, c'era da impazzire. (Pausa) Avevo pensato persino di farmi un'amante. Ma ero innamorata di lui ancora come il primo giorno. Ogni tanto cercavo inutilmente di affrontare l'argomen-to ma lui, come se ogni volta lo intuisse, svicolava e io ripiombavo nell'ango-scia. Gli proposi anche di fare un viaggio ma i suoi impegni di lavoro... Che periodo terribile. (Pausa) Finché un giorno... non mi venne in mente ... (Ride) Se penso a quanto mi sembrò assurda quell'idea...


CARLA


Che idea?


LIDIA


Sapevo che dovevo escogitare un sistema per ricondurlo a me. Ci pensavo notte e giorno. Ma una sera...


CARLA


Una sera?


LIDIA


(Ride e scuote il capo) Eravamo a casa di Marianna a festeggiare il suo onomastico. A qualcuno venne in mente di fare un gioco. Stupidissimo, per altro. Non so se lo conosci... ci si mette in cerchio attorno a una bottiglia. Ognuno a turno la fa girare. Come si fa con la roulette. Quando la bottiglia si


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turno la fa girare. Come si fa con la roulette. Quando la bottiglia si ferma, l'imboccatura indica uno dei presenti che deve pagare un pegno a chi l'ha fat-ta girare. Quella sera toccò anche a me e un tipo smilzo ma tutto muscoli, come pegno mi chiese un bacio. In realtà, fece tutto da solo. Mi baciò così appassionatamente che ci provai gusto. Dopo, vidi la faccia di Marzio e fu la cosa che mi colpì di più. Era sconvolto.


CARLA


E lo credo...


LIDIA


Ma non dalla gelosia. Credimi, mi sarei accontentata anche di quella. Si era come improvvisamente svegliato. Era entrato in uno stato di eccitazione che si placò in una notte d'amore indimenticabile. In quelle ore, recuperammo i tanti momenti di noia trascorsi tra silenzi e televisione... (Pausa) Fu allora che mi balenò quella assurda idea.


CARLA


Spiegati meglio.


LIDIA


Pensai di continuare a stimolarlo, senza realmente tradirlo. Volevo soltanto provocarlo. Fu così che si manifestarono le crisi di ninfomania inconscia.


CARLA


Crisi di... Vuoi dire che è tutta una messa in scena?!


LIDIA


Infatti.


CARLA


Come hai potuto fare una cosa simile?!


LIDIA


Ti prego... non essere severa.


CARLA


No, no... ti chiedo solo come hai fatto. Non è una cosa semplice! Sei un'attri-ce nata. Io non ne sarei stata capace.


LIDIA


Quando senti che stai per perdere qualcosa d'importante... diventi capace di fare questo ed altro.


CARLA


Hai convinto tutti. Luigi mi ha parlato tanto delle tue crisi. Solo che credevo fosse una balla per giustificare il suo turpe gesto.


LIDIA


È stato Marzio a metterlo al corrente. Ho ascoltato la loro conversazione.


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CARLA


Che volpe! Chi l'avrebbe immaginato? Allora, in un certo senso, Luigi ha detto la verità.


LIDIA


Per quanto potesse saperne lui, certo!


CARLA


E io che l'ho trattato in quel modo.


LIDIA


È stato tutto un equivoco. E la colpa è tutta mia. (Pausa) Ma tu mi capisci, vero?


CARLA


Certo, certo... solo che dev'essere stato pazzesco andare avanti così.


LIDIA


Perché? Lo sarebbe stato meno portare avanti un rapporto cosiddetto norma-le?


CARLA


A pensarci bene... e visti i risultati. (Pausa) Se penso alla follia del mio rap-porto. Lo psicanalista dice che... aleggia una figura di morte, dalle guance imbellettate...


LIDIA


Davvero?


CARLA


Io non sono d'accordo.


LIDIA


Sì, anche a me sembra eccessivo.


CARLA


Io mi riferivo solo alle guance. Non sono neanche imbellettate. Sono proprio gialle, scavate!


LIDIA


Esagerata...


CARLA


È proprio così... proprio così. È preferibile la caotica e faticosa vitalità del tuo...


LIDIA


È in questo caos che ho ritrovato una ragione di vita. Ora, il rapporto con mio marito, si può definire soddisfacente sotto ogni punto di vista...


CARLA


E già... tra voi si "celebra".


LIDIA


Come, cara?


CARLA


Niente...


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LIDIA

Che m'importa della sua carriera, di accumulare denaro, se poi quello che

conta... il sentimento, deve venire soffocato? No, no... preferisco ridurre le

esigenze materiali pur di essere amata da mio marito.

CARLA

Scusa se te lo dico... ma finora, ad avere i vantaggi sei stata solo tu.

LIDIA

Siamo in due in questa faccenda. E poi... non hai visto come Marzio ci abbia

guadagnato in vitalità? Si è anche dimagrito.

CARLA

E lo credo!

LIDIA

È ringiovanito. Trovo che abbia più fascino di una volta...

ADALGISA

(Entra) Io sono qui ma non come domestica!

CARLA

E come che?

ADALGISA

Parte offesa.

CARLA

Da chi?

ADALGISA

Umh... lasciamo stare...

LIDIA

Oh, Adalgisa sono felice di vederti. (Suonano alla porta) Scusa, vado a vede-

re chi è.

ADALGISA

Per stavolta ci vado io.

LIDIA

Grazie.

ADALGISA

L'abitudine... è più forte di me. (Esce)

CARLA

Ma che le avete fatto?

LIDIA

Si è sentita coinvolta in questa storia, anche se non ci ha capito nulla.

CARLA

(Pausa) Scusa se ti ho giudicato male. Era così complicato. Non potevo certo

capire.

LIDIA

Ormai, è acqua passata. (Entrano Marzio e Luigi)

SCENA XIV


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MARZIO

LUIGI

CARLA

LUIGI

MARZIO

LUIGI

marzio

LUIGI

MARZIO

LUIGI

MARZIO

LUIGI

LIDIA

CARLA

LUIGI

LIDIA

MARZIO

CARLA

LUIGI


Vieni, Luigi.

(Entrando) ... Sai che è andata dall'avvocato? Vuole ad ogni costo il divor...

(Vede Carla) Ma tu che ci fa qui?

E tu?

Beh, Marzio mi ha convinto a venire, strappandomi a una tetra solitudine.

(Indica Carla) Te l'aspettavi?

Ma tu, lo sapevi?

Certo.

E perché non me l'hai detto?

Volevo farti una sorpresa.

Ci sei riuscito!

Bevi qualcosa, Luigi?

Credo sia indispensabile.

Cara, ma tu non hai preso nulla!

Ti ringrazio, Lidia. Mi basta la tua compagnia.

(Si blocca col bicchiere in bocca. guarda le due amiche e poi si rivolge a

Marzio) Dammene un altro!

(Suonano alla porta)

(Va ad aprire)

Finalmente, avete chiarito ogni cosa...

(Ironica) Ogni cosa.

(Sbigottito) Ogni?


- 61 -

CARLA

Già!

LUIGI

Io non voglio sapere nulla. Tanto, è inutile. (Porge il bicchiere a Marzio)

CARLA

Attento, caro... non ti ubriacherai?

LUIGI

Sicuro. Ma non di alcol! (Rientra Lidia, seguita dal commissario)

SCENA XV

COMMISS.

Scusate, non vorrei apparire inopportuno... ma cos'è: La notte delle grandi

manovre? Non ci capisco più un tubo. Lui va da lui. (Indica Luigi e Marzio)

Lei invece, va da lei. (Indica Carla e Lidia) È tutto uno sconvolgimento!

Questa signora denuncia suo marito perché lo scopre sul fatto, a smanazzare

con l'altra signora. Fino a un paio d’ore fa, nemiche per la pelle e adesso ec-

cole di nuovo insieme. Insomma, volete farmi impazzire?! Che diavolo sta

succedendo?

ADALGISA

Perché non tenta di scoprirlo?

COMMISS.

Ci rinuncio!

MARZIO

Si accomodi, commissario. Beve qualcosa?

COMMISS.

Sì. Purché sia forte!

LIDIA

Io e la mia amica abbiamo cercato di chiarire qualche malinteso e forse ci

siamo riuscite.

MARZIO

Non vi chiederò come abbiate fatto.

LUIGI

Io invece, una certa curiosità confesso di averla.

COMMISS.

Sì, sì, anch'io. Qui, bisogna indagare.

MARZIO

Commissario... se la ciambella riesce col buco, è meglio lasciarla stare.

LIDIA

Sono d'accordo con Marzio. Oramai è tutto chiarito.

COMMISS.

Ma la legge deve sapere! Se no, il suo occhio indagatore a che serve?


- 62 -


ADALGISA

COMMISS.

ADALGISA

COMMISS.

LIDIA

ADALGISA

LIDIA

LUIGI

MARZIO

COMMISS.

MARZIO

LUIGI

ADALGISA

LUIGI

ADALGISA

LUIGI

LIDIA

BRACCELLI

MARZIO

BRACC.


A niente. Come al solito.

Non si permetta!

E poi, anche se glielo spiegano, lei capisce una cosa per un'altra. Lasci perde-

re, mi dia retta!

Sta offendendo un pubblico ufficiale e questo le... (Suonano alla porta)

Chi sarà?

Vado a vedere, signora?

No, no, ci penso io. (Esce)

È incredibile come le situazioni più complicate possano chiarirsi in un atti-

mo. Carla, finalmente ora mi crederai...

In ogni caso, è importante che sia tornata la pace tra tutti.

Io sostengo che bisogna indagare più a fondo.

Lasci stare, commissario.

Tesoro... dubitare di me... io non ti farei mai un torto.

Anche se volesse...

Che intendi dire?

Beh, che... Insomma, ha capito, benissimo.

Che impertinente...

(Entrando) Si accomodi, allora...

(Segue Lidia)

Che ci fa lei qui?

(Entrando) Devo parlare con lei, dottore.


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COMMISS. ADALGISA BRACC. MARZIO BRACC. COMMISS. ADALGISA COMMISS. TUTTI BRACC. MARZIO BRACC. MARZIO BRACC. MARZIO BRACC. MARZIO


Vuoi proprio finire in gattabuia, eh?

Umh... è una persecuzione! Va a finire che me lo sogno la notte.

Certo, che come accoglienza... È come tornare a casa. Dottore, ero venuto per

dirle...

Non voglio saperlo! Passi domani, allo studio.

Tanto, ormai lo sanno tutti...

Sanno, cosa? Fuori la verità! Voglio una confessione firmata dall'incriminato

e controfirmata dai presenti testimoni.

Se continua a parlare lei, anche volendo, non può dire nulla.

E allora, avanti! Si liberi la coscienza. (Ridacchia) Coscienza...

(Commentano)

Oh! (Urla) Si può avere un po’ di silenzio?! (Il brusio si placa) Finalmente!

(Pausa) Ero venuto...

Le ho detto che non voglio saperlo!

(Velocissimo) Ero venuto per dirle che non accetto più incarichi da lei. Va

bene così?

D'accordo, ho capito. Ora, però...

Un momento, non ho finito. Sia chiaro che il sottoscritto non ha approfittato

di niente e di nessuno...

Va bene ma ora...

E mi faccia parlare! (Pausa) Ho litigato con mio cognato e anche se ci ho ri-

messo tutto...

Ma cosa vuole che ce ne importi!


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BRACC MARZIO COMMISS BRACC. COMMISS. BRACC. MARZIO BRACC. MARZIO BRACC. MARZIO BRACC. COMMISS. LUIGI COMMISS. ADALGISA LIDIA LUIGI LIDIA MARZIO


Insomma, da questo momento, io non sono più alle sue dipendenze. Perciò,

non mi venga più a cercare perché io...

Sì, sì, va bene. Ora però, si accomodi fuori. Ai signori qui presenti, non inte-

ressano le sue dichiarazioni.

Non è esatto. A me interessano. E prima o poi, dovrai dirmi tutto.

E insiste! Le ho detto tutto!

No, no. Andremo più a fondo.

Più a fondo di così...

Ora, per favore...

Mi dica.

Smammi.

E va bè... (Pausa) Non facciamo che poi viene a cercarmi.

No, stia tranquillo.

Ah, io lo so come vanno queste cose...

(A Luigi) La sua signora russa?

No, Italiana.

No, voglio dire... mi pareva che russasse.

E già, si è addormentata.

Oh, Carla... Dev'essere molto stanca.

La porto a casa.

No, falla stendere sul mio letto.

Ti aiuto. Su, portiamola di la.


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LUIGI CARLA LUIGI MARZIO ADALGISA MARZIO ADALGISA CARLA BRACC. CARLA BRACC. CARLA BRACC. LUIGI CARLA COMMISS. CARLA COMMISS. CARLA COMMISS. CARLA


No, lascia stare. Ci penso io.

(Si lamenta)

Carla, Carla... tesoro, che ti succede? Mi senti?

Forse è svenuta... Adalgisa, vai a prendere la simpamina.

Veramente...

Vai!

E va bene, vado! (Esce)

(Si rimette in piedi e come in trance, corre verso Braccelli) Amore mio, so-

gno mio... finalmente è giunto il momento tanto atteso...

(Indietreggia) No, eh! No, no! Ora anche questa ci si mette!

Sarai mio, ti porterò sul fiume del piacere...

Ma che suo! Mi lasci stare, sa?!

Giaci con me... abbandoniamoci alla lussuria...

Ma questi sono tutti matti!

Carla! An... anche tu?! (Cade svenuto)

(Si dirige verso il commissario) Amore mio, sogno mio...

Si controlli!!

È giunto il momento tanto atteso...

Così, davanti a tutti?! Ritorni in sé!

Finalmente sarai mio...

Si identifichi con se stessa!

Prendimi, non esitare...


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COMMISS.


E invece, esito!


ADALGISA


Ma cos'è, un'epidemia?!


MARZIO


Povero Luigi...


CARLA


(Afferra il commissario per un braccio e lo trascina verso la camera da letto. Lui si libera e ripara in cucina)


CARLA


(Davanti alla porta della cucina) Ti porterò nel fiume del piacere... Dove sei Humphery, Arsenio, Marlon... Dove ti sei cacciato? Non farmi morire di de-siderio... (Si dirige verso Marzio) Vieni, amore... libriamoci nel vortice della passione. Facciamoci trascinare insieme dal...


MARZIO


Su cara, calmati. (Urla) Adalgisa, la simpamina!!


LIDIA


(Ridacchia) Ci penso io. (Esce a destra)


CARLA


Lasciamoci inghiottire dai flutti del piacere... Amoooreee...


MARZIO


Calmati.


CARLA


Vieni tra le mie braccia...


MARZIO


Ti ho detto di stare calma!


ADALGISA


(Rientra con la simpamina) Eccola!


MARZIO


Era ora! Da qua!


ADALGISA


(Si avvicina a Marzio ma Carla la spinge sulla porta della cucina)


CARLA


Vade retro, serva! Non ti avvicinare al mio amore.


ADALGISA


Qui ci vuole un esorcista.


MARZIO


Non lasciarmi solo con lei. Ti prego, Adalgisa. (Carla lo afferra per un brac-cio) Lasciami! Non mi toccare. Lasciami!


CARLA


Tuffiamoci nel lago della lussuria...


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MARZIO


Ma che lago! Non so neanche nuotare... (La porta della cucina si apre e vie-ne fuori il braccio del commissario che afferra Adalgisa per una spalla e la tira dentro)


CARLA


Amore, abbandoniamoci ai piaceri più segreti. Diamoci alla follia dell'amore.

Spegniamo ogni alito di vita nel vizio...


MARZIO


Chiamate i pompieri! Aiuto, soccorso... Qualcuno mi dia una mano. (Escono per la camera da letto. Rientra Lidia con una bottiglia di profumo, si avvici-na a Luigi e glielo fa annusare)


LIDIA


Va meglio?


LUIGI


Che è successo? Dov'è andata?


LIDIA


È di la con Marzio.


LUIGI


Di la, dove?!


COMMISS.


(Esce dalla cucina, inseguito da Adalgisa che con la mano destra regge una padella mentre con la sinistra, si mette a posto il reggiseno)


ADALGISA


(Urlando) Brutto maiale, ti rompo la padella sul muso!!!


COMMISS.


Orgia per orgia... Mi adeguo! (Vede gli altri e si da un contegno) Scusate, scusate... Con permesso.


LUIGI


Di là, dovee!!


LIDIA


In camera da letto.


LUIGI


Ah, va be... Cosa?!! Lasciami, spero solo di arrivare in tempo. (Esce per la camera da letto)


LIDIA


(Ride, divertita) Ma guarda un po’ cosa bisogna fare per recuperare un rap-porto... (Si sente gridare fuori scena. Rientra Marzio, inseguito da Luigi)


LUIGI


Mascalzone! Approfittare così di mia moglie! E tu saresti un amico? Lidia, erano sul letto a sbaciucchiarsi!


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MARZIO


Ma è stata lei... mi ha letteralmente violentato. Io non volevo!


LUIGI


Non voleva... (A Lidia che sorride divertita) E tu... tu, non dici nulla?


LIDIA


Beh, è una crisi...


LUIGI


Ma che crisi! Tuo marito e mia moglie, lì sul letto a baciarsi e tu... (Pausa) Oh, ma che... Non mi succedeva da secoli. Che strano. Ma sarà vero?


LIDIA


Che... che ti succede?


LUIGI


Non posso dirtelo! Oh, che sensazione antica...


MARZIO


Piacevole o no?


LUIGI


Celestiale! Scusate, posso approfittare della vostra... Di là, insomma... Ecco, vorrei restare solo con mia moglie. Dovrei riprendere con lei un discorso in-terrotto tanto tempo fa... Pardon... (Corre in camera da letto)


MARZIO


(Canta) Follia, follia!!


LIDIA


No, ora va tutto bene, caro. Anche per loro. Carla non avrà più bisogno dello psicanalista.


MARZIO


Ma lui, sì!


LIDIA


Non ne avrà il tempo.


MARZIO


Ma che stai dicendo?


LIDIA


A mali estremi, estremi rimedi.


MARZIO


E questo che c'entra?


LIDIA


C'entra, c'entra...


MARZIO


Non capisco.


LIDIA


Meglio così.


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F I N E