Il giardino dei ciliegi

Anton Pavlovic Cechov

Il giardino dei ciliegi

PERSONAGGI

LJUBOV' ANDREEVNA RANEVSKAJA, proprietaria terriera

ANJA, sua figlia, diciassette anni

VARJA, sua figlia adottiva, ventiquattro anni

LEONID ANDREEVI GAEV, fratello della Ranevskaja

ERMOLAJ ALEKSEEVI LOPACHIN, mercante

PETR SERGEEVI TROFIMOV, studente

BORIS BORISOVI SIMEONOV-PIIK, proprietario terriero

ARLOTTA IVANOVNA, governante

SEMN PANTELEEVI EPICHODOV, contabile

DUNIAA, cameriera

FIRS, maggiordomo, un vecchio di ottantasette anni

JAA, giovane lacch

UN VIANDANTE

IL CAPOSTAZIONE

L'IMPIEGATO DELLE POSTE

OSPITI, SERVITORI

L'azione si svolge nella tenuta di L.A. Ranevskaja.

ATTO PRIMO

Una stanza che ancora oggi si chiama "dei bambini". Una delle porte d nella camera di Anja. l'alba, presto sorger il

sole. E gi maggio, i ciliegi sono in fiore, ma nel giardino fa ancora freddo, c' la brina. Le finestre della stanza sono

chiuse.

Entrano Dunjaa con una candela e Lopachin con un libro in mano.

LOPACHIN

Il treno arrivato, grazie a Dio. Che ore sono?

DUNJAA

Manca poco alle due. (Spegne la candela).Fa gi chiaro.

LOPACHIN

Ma di quanto in ritardo questo treno? Saranno almeno due ore. (Sbadiglia e si stiracchia).Furbo che sono, razza di

bestia! Sono venuto fin qua apposta per andarli ad aspettare alla stazione e non mi sono svegliato... Mi ero messo a

sedere e mi sono addormentato. Peccato... Almeno tu mi avessi svegliato.

DUNJAA

Io credevo che ve ne foste andato. (Tende l'orecchio).Mi sembra che stiano arrivando.

LOPACHIN (tende l'orecchio)

No... Prima che abbiano ritirato il bagaglio e tutto il resto...

Pausa.

Ljubov' Andreevna rimasta all'estero cinque anni, non so nemmeno come aspettarmela adesso... una brava persona.

Allegra e semplice. Mi ricordo che quand'ero un ragazzetto di quindici anni, mio padre buonanima - era bottegaio qui al

villaggio - mi aveva dato un pugno in faccia da farmi uscire il sangue dal naso... Ed eravamo poi usciti insieme in

cortile per chiss quale faccenda, e lui era un po' brillo. Ljubov' Andreevna, me la ricordo come fosse adesso, ancora

giovane, snella, mi aveva portato al lavandino, in questa stessa camera, la stanza dei bambini. "Non piangere,

contadinello", diceva, "prima che ti sposi ti sar passato...".

Pausa..

Contadinello... Mio padre, s, era un contadino, ma io son qua in gilet bianco e scarpe gialle. Con questa faccia da

maiale in mezzo ai signori... Ricco s, sono ricco, di soldi ne ho fatti parecchi, ma se si va poi a vedere, son rimasto

contadino fino al midollo... (Sfoglia il libro).Ho provato a leggere questo libro e non ci ho capito niente. Mentre leggevo

mi sono pure addormentato.

Pausa.

DUNJAA

I cani sono rimasti svegli tutta notte, sentono che arrivano i padroni.

LOPACHIN

Che cos'hai, Dunjaa...

DUNJAA

Mi tremano le mani. Mi sento svenire.

LOPACHIN

Sei troppo delicata, Dunjaa. E ti vesti da signorina, e anche i capelli. Non si fa cos. Bisogna stare al proprio posto.

Entra Epichodov con un mazzo di fiori; in giacca e porta degli stivali tirati a lucido che scricchiolano fortemente;

entrando lascia cadere il mazzo di fiori.

EPICHODOV (raccogliendo il mazzo)

Li manda il giardiniere, dice di metterli in sala da pranzo. (D il mazzo a Dunjaa).

LOPACHIN

Portami del kvas.

DUNJAA

Subito. (Esce).

EPICHODOV

C' la brina, siamo a tre sottozero e i ciliegi sono tutto un fiore. Non riesco proprio ad approvarlo il nostro clima.

(Sospira).Non posso. Non lo si pu certo definire un clima ideale. Ecco, Ermolaj Aleksei, permettetemi di aggiungere

un'altra cosa, mi sono comprato, l'altro giorno, degli stivali che, vi assicuro, scricchiolano in modo impossibile. Con che

cosa diavolo li potrei ungere?

LOPACHIN

Piantala. Mi hai stufato.

EPICHODOV

Ogni giorno mi succede qualche disgrazia. Ma non mi lamento, ci ho fatto il callo e ne sorrido persino.

Entra Dunjaa e porge il kvas a Lopachin.

Me ne vado. (Inciampa in una sedia che cade).Eh gi... (Con aria quasi solenne).Avete visto, se mi permesso il

termine, che circostanza, tra l'altro... Non addirittura sorprendente!? (Esce).

DUNJAA

Vi devo confessare una cosa, Ermolaj Aleksei, Epichodov mi ha chiesto di sposarlo.

LOPACHIN

Ah!

DUNJAA

Ma non so che fare... una persona seria, ma quando si mette a parlare, non ci si capisce proprio niente. E parla bene,

con sentimento, solo non ci si capisce niente. A me non dispiace neppure. Mi ama alla follia. Ed cos disgraziato, ogni

giorno gliene capita qualcuna. Qui lo hanno soprannominato cos: il signor settantasette disgrazie...

LOPACHIN (tende l'orecchio)

Adesso s, arrivano....

DUNJAA

Arrivano! Ma cosa mi sta succedendo... sono tutta gelata.

LOPACHIN

Arrivano davvero. Andiamogli incontro. Mi riconoscer? Sono cinque anni che non ci vediamo.

DUNJAA (tutta agitata)

Adesso svengo... Ah, mi sento svenire!

Si sente il rumore di due carrozze che si avvicinano alla casa. Lopachin e Dunjaa escono in fretta. La scena resta

deserta. Nelle stanze adiacenti si sentono dei rumori. Attraverso la scena, appoggiandosi ad un bastone, passa

frettolosamente Firs che va incontro a Ljubov' Andreevna; indossa una vecchia livrea e un alto cappello; borbotta

qualcosa fra s, ma non si distingue neppure una parola. Il rumore fuori scena si fa sempre pi forte. Una voce: "Ecco,

passiamo di qua... ". Entrano Ljubov' Andreevna, Ania e arlotta Ivanovna con un cagnolino al guinzaglio, in abito da

viaggio. Varja con un cappotto e un fazzoletto in testa, Gaev, Simeonov-Piik, Lopachin, Dunjaa con un pacco e un

ombrello, la servit con i bagagli. Attraversano tutti la scena.

ANJA

Passiamo di qua. Mamma, ti ricordi che camera questa?

LJUBOV' ANDREEVNA (con gioia, tra le lacrime)

La stanza dei bambini!

VARJA

Che freddo. Ho le mani tutte gelate. (A Ljubov' Andreevna).Le vostre stanze, la bianca e la viola, sono rimaste come

allora, mammina.

LJUBOV' ANDREEVNA

La mia cara, splendida stanza dei bambini... Io dormivo qui, quand'ero piccola... (Piange).Anche adesso come se fossi

piccola... (Bacia il fratello, Varja, poi ancora il fratello).Anche Varja rimasta sempre la stessa, sempre la stessa

monachina. E Dunjaa ho riconosciuto... (Bacia Dunjaa).

GAEV

Il treno era in ritardo di due ore. Che storia ? cos che funzionano le cose!

ARLOTTA (a Piik)

Il mio cane mangia anche le nocciole.

PIIK (stupito)

Ma pensa un po'!

Escono tutti tranne Anja e Dunjaa.

DUNJAA

Quanto vi abbiamo aspettato... (Toglie il cappotto e il cappello ad Anja).

ANJA

Sono quattro notti che in viaggio non dormo... adesso sono piena di freddo.

DUNJAA

Siete partite di Quaresima, quando c'era ancora la neve, il gelo, e adesso? Piccola mia! (Ride, la bacia).Quanto vi o

aspettata, gioia mia, tesoro... Vi racconter tutto adesso, non posso pi aspettare neanche un minuto...

ANJA (indolente)

Cosa c' ancora...

DUNJAA

Epichodov, il contabile, dopo Pasqua mi ha chiesta in moglie.

ANJA

Parli sempre delle stesse cose... (Si aggiusta i capelli).Ho perso tutte le forcine... ( molto affaticata e barcolla persino)..

DUNJAA

Non so pi che cosa pensare. Lui mi ama, mi ama tanto!

ANJA (guarda con tenerezza verso la propria porta)

La mia camera, le mie finestre, come se non fossi mai partita. Sono a casa! Domattina mi alzer e correr in

giardino... Oh, se potessi prendere sonno! Non ho chiuso occhio per tutto il viaggio, ero tormentata dall'agitazione.

DUNJAA

L'altro ieri arrivato Petr Sergei.

ANJA (con gioia)

Petja!

DUNJAA

Si messo a dormire nella casetta del bagno e si sistemato l. Ho paura, dice, di dare fastidio. (Guarda l'orologio da

tasca).Bisognerebbe svegliarlo, ma Varvara Michajlovna non mi ha dato il permesso. Tu, ha detto, non lo svegliare.

Entra Varja, con un mazzo di chiavi alla cintura.

VARJA

Dunjaa, il caff, presto... La mamma ha chiesto il caff.

DUNJAA

Subito. (Esce).

VARJA

Grazie a Dio siete arrivate. Sei di nuovo a casa. (Accarezzandola).Il mio tesoro tornato. La mia bellezza tornata!

ANJA

Ne ho avuta di pazienza, sai.

VARJA

Immagino!

ANJA

Sono partita la Settimana Santa, quando faceva freddo. arlotta per tutto il viaggio ha parlato e fatto i suoi giochi di

prestigio. Perch mi hai messo dietro quella arlotta...

VARJA

Non potevi viaggiare da sola, tesoro. A diciassette anni!

ANJA

Arriviamo a Parigi, fa freddo, c' neve. Il francese io lo parlo malissimo. La mamma abitava a un quarto piano, arrivo

da lei e ci trovo dei francesi, certe dame, un vecchio prete col suo libro, del fumo dappertutto e una stanza cos poco

accogliente. Ho provato pena per la mamma, tanta pena, le ho preso il capo tra le braccia e l'ho stretta forte, e non

riuscivo pi a lasciarla. Poi anche lei non ha fatto che accarezzarmi e piangere...

VARJA (tra le lacrime)

Non parlare, non parlare pi...

ANJA

La villa vicino a Mentone l'aveva gi venduta, non le era rimasto nulla, nulla. Anche a me non era rimasto neppure un

copeco, eravamo a stento arrivate fin l. E la mamma non capiva! Andiamo a pranzo alla stazione e lei ordina quel che

c' di pi caro e di mancia lascia nientemeno che un rublo. E arlotta uguale. Persino Jaa si ordina il pranzo alla carta,

semplicemente terribile. Adesso diventato il cameriere della mamma, l'abbiamo portato, indietro con noi...

VARJA

L'ho visto il malandrino.

ANJA

E allora, come va qui? Gli interessi sono stati pagati?.

VARJA

E come?

ANJA

Dio mio, Dio mio...

VARJA

In agosto si vender la propriet...

ANJA

Dio mio...

LOPACHIN (fa capolino attraverso la porta e muggisce)

Mu-uu... (Esce).

VARJA (tra le lacrime)

Cosa non gli farei a quello... (Lo minaccia con il pugno).

ANJA (abbraccia Varja, piano)

Varja, ti ha fatto la proposta? (Varja scuote negativamente il capo).Ma lui ti ama... Perch non chiarite le cose, cosa

aspettate?

VARJA

Io credo che tra noi non succeder mai niente. Lui ha molto da fare, non ha tempo per me... non mi bada neppure. Che

Dio lo aiuti, mi pesa vederlo cos... Tutti parlano del nostro matrimonio, tutti si congratulano, mentre in realt non c'

nulla da congratularsi, tutto come un sogno... (Cambiando tono).La tua spilla a forma di ape.

ANJA (tristemente)

Me l'ha comprata la mamma. (Va in camera sua, parla con tono allegro, infantile).A Parigi sono andata in pallone!

VARJA

Il mio tesoro tornato! La mia bellezza tornata!

Duniaa gi tornata con la caffettiera e sta preparando il caff.

(In piedi accanto alla porta).Mentre vado e vengo tutto il giorno per le mie faccende, tesoro mio, non faccio che

sognare una cosa. Darti in sposa a qualcuno di molto ricco; allora sarei tranquilla, andrei in pellegrinaggio a un eremo,

poi a Kiev... a Mosca, da un luogo santo all'altro... camminerei, camminerei. (Entrando nella stanza di Anja).Quanto

sarebbe bello!

Entra Jaa con un plaid e una borsa da viaggio.

JAA (attraversa la scena con delicatezza)

Posso passare da qui, signorina?

DUNJAA

Non vi si riconosce, Jaa. Come siete cambiato all'estero.

JAA

Hmm... E voi chi siete?

DUNJAA

Quando siete partiti io ero alta cos... (Indica l'altezza dal pavimento).Dunjaa, la figlia di Fdor Kozoedov. Non vi

ricordate!

JAA

Hmm... Stellina! (Si guarda intorno e l'abbraccia; lei lancia un urletto e lascia cadere il piattino. Jaa velocemente

esce).

VARJA (Sulla porta, con tono seccato)

Cosa succede qui?.

DUNJAA (tra le lacrime)

Ho rotto un piattino...

VARJA

Porta bene.

ANJA (uscendo dalla propria stanza)

Bisognerebbe avvertire la mamma che Petja qui...

VARJA

Ho dato ordine che non lo sveglino.

ANJA (pensierosa)

Sei anni fa moriva il babbo, un mese dopo annegava nel fiume mio fratello Gria, un bel bambino di sette anni. La

mamma non ha retto, se n' andata, se n' andata senza voltarsi indietro... (Sussulta).Come la capisco, se lei sapesse!

Pausa.

Petja Trofimov era il maestro di Gria, potrebbe farle tornare in mente troppe cose...

Entra Firs, in giacca e gilet bianco.

FIRS (si avvicina alla caffettiera, preoccupato)

La signora far colazione qui... (Si infila i guanti bianchi). pronto il caff? (Severamente a Dunjaa).Tu! Dov' la

panna?

DUNJAA

Ah, mio Dio... (Esce velocemente).

FIRS (trafficando vicino alla caffettiera)

Ah, razza di buona a nulla... (Brontola fra s).Sono tornate da Parigi... Anche il padrone vecchio una volta andava a

Parigi... in carrozza... (Ride).

VARJA

Firs, cosa dici?

FIRS

Che cosa comanda? (Con gioia).La mia signora tornata! L'ho aspettata fino al suo ritomo! Adesso posso anche

morire... (Piange dalla gioia).

Entrano Ljubov' Andreevna, Gaev, Lopachin e SimeonovPiik; Simeonov-Piik indossa una casacca di panno leggero

e pantaloni alla zuava. Gaev, entrando, con le braccia e il busto mima una mossa da biliardo.

LJUBOV' ANDREEVNA

Com'era? Fammi ricordare... La gialla all'angolo! Doppietta al centro!

GAEV

Un colpo di taglio all'angolo! Tempo fa io e te, sorella mia, dormivamo in questa stanza, e adesso io ho gi cinquantun

anni, come strano tutto ci...

LOPACHIN

Eh s, il tempo passa.

GAEV

Chi?

LOPACHIN

Il tempo, dico, passa.

GAEV

Ma qui c' profumo di patchouli..

ANJA

Io vado a letto. Buona notte, mamma. (Bacia la madre).

LJUBOV' ANDREEVNA

Bambina mia adorata. (Le bacia le mani).Sei contenta di essere a casa? Io non torner mai in me.

ANJA

Addio, zio.

GAEV (le bacia il viso e le mani)

Che Iddio sia con te. Quanto assomigli a tua madre! (Alla sorella).Tu, Ljuba, quando avevi i suoi anni eri proprio tale e

quale.

Anja d la mano a Lopachin e Piik, esce e chiude la porta dietro di s.

LJUBOV' ANDREEVNA

Si molto stancata.

PIIK

Perdio, il viaggio lungo.

VARJA (a Lopachin e Piik)

Signori miei, sono le due passate, ora di togliere l'incomodo.

LJUBOV' ANDREEVNA (ridendo)

Sei sempre la stessa, Varja. (La attira a s e la bacia).Bevo il caff e ce ne andiamo tutti.

Firs le sistema un cuscinetto sotto le gambe.

Grazie, caro. Mi sono abituata al caff. Lo bevo di giorno e di notte. Grazie, vecchio mio. (Bacia Firs).

VARJA

Vado a controllare se hanno portato tutti i bagagli... (Esce).

LJUBOV' ANDREEVNA

Ma sono proprio io che sto seduta qui? (Ride).Ho voglia di saltare, di gesticolare. (Si copre il viso con le mani).O

scoprir che sto dormendo! Dio mi testimone, io amo la mia terra, l'amo teneramente, ma non potevo guardarla dal

finestrino del vagone, non facevo che piangere. (Tra le lacrime).Beh, prendiamo il caff adesso. Grazie, Firs, grazie,

vecchio mio. Sono cos felice che tu sia ancora vivo.

FIRS

L'altro ieri.

GAEV

Ci sente male.

LOPACHIN

Prima delle cinque di questa mattina dovr partire per Char'kov. Che seccatura! Avrei voluto restare a guardarvi, a

parlare con voi... Siete sempre cos bella.

PIIK (sospira profondamente)

Siete diventata ancora pi bella... Vestita cos alla parigina... Al diavolo tutto il resto!

LOPACHIN

Vostro fratello, Leonid Andreevi, dice di me che sono uno zoticone, uno sfruttatore, ma tutto questo mi totalmente

indifferente. Che parli pure. Vorrei soltanto che voi credeste in me come una volta, che i vostri splendidi, toccanti occhi

mi guardassero come prima. Dio misericordioso! Mio padre era servo della gleba di vostro padre e di vostro nonno, ma

voi, soprattutto voi, avete fatto tanto per me, che io ho dimenticato tutto e vi amo, come una di famiglia... di pi, pi che

come una di famiglia.

LJUBOV' ANDREEVNA.

Non riesco a star seduta, non resisto... (Scatta in piedi e cammina in preda ad una forte agitazione).Non sopravviver a

questa gioia... Ridete pure di me, sono sciocca... Armadietto mio caro... (Bacia l'armadio).Tavolino mio.

GAEV

Mentre eri fuori morta la balia.

LJUBOV' ANDREEVNA (si mette a sedere e beve il caff)

S, che Iddio l'abbia in gloria, me lo hanno scritto.

GAEV

Anche Anastasij morto. Petruka Kosoj se n' andato ed ora vive in citt dal commissario. (Tira fuori di tasca una

scatoletta di caramelle e ne succhia una).

PIIK

La mia figlioletta Daen'ka... le manda i suoi saluti...

LOPACHIN

Vorrei dirvi una cosa molto piacevole e allegra. (Lancia un'occhiata all'orologio).Adesso parto, non c' tempo per

discutere... ma, in due parole. Voi gi sapete che il giardino dei ciliegi sar venduto per coprire i debiti, l'asta fissata

per il ventidue agosto, ma non inquietatevi, mia cara, dormite in pace, c' una soluzione... Ecco il mio progetto. Fate

attenzione. La vostra tenuta si trova a sole venti verste dalla citt, la ferrovia ci passa vicino; se si dividessero il giardino

dei ciliegi e il resto delle terre lungo il fiume in lotti da dare in affitto per costruirci dei villini, allora si ricaverebbero

almeno venticinquemila rubli all'anno.

GAEV

Scusate, ma che razza di scemenza!

LJUBOV' ANDREEVNA

Non vi ho capito del tutto, Ermolaj Aleksei.

LOPACHIN

Dai villeggianti ricaverete non meno di venticinque rubli all'anno per ettaro, e se spargerete la notizia senza perdere

tempo, ci scommetto quel che volete che entro l'autunno non vi sar rimasto un solo appezzamento libero, si

accaparreranno tutto. In una parola, congratulazioni, siete salvi. La posizione del terreno ottima, il fiume profondo.

naturale che bisogner ripulire, sistemare... ad esempio, tanto per dirne una, abbattere tutte le vecchie costruzioni,

questa casa che non serve pi a nulla, tagliare il vecchio giardino dei ciliegi...

LJUBOV' ANDREEVNA

Tagliare il giardino dei ciliegi? Mio caro, scusate, ma voi non capite proprio niente. Se in tutto il governatorato c'

qualcosa di degno d'interesse, di addirittura eccezionale, questo proprio il nostro giardino dei ciliegi.

LOPACHIN

Di eccezionale nel vostro giardino c' solo il fatto che molto grande. Le ciliege maturano una volta ogni due anni, e

anche allora non si sa che farsene perch nessuno le compra pi.

GAEV

Questo giardino menzionato nel Dizionario Enciclopedico.

LOPACHIN (guardando l'orologio)

Se non ci facciamo venire in mente qualcosa e non concludiamo niente, il ventidue agosto il giardino dei ciliegi andr

all'asta assieme a tutta la propriet. Decidetevi una buona volta! Non c' altra via d'uscita, vi assicuro. Nient'altro da

fare.

FIRS

Ai tempi passati, quaranta, cinquant'anni fa, le ciliege si facevano seccare, si mettevano in composta, si marinavano, si

preparavano marmellate, e partivano...

GAEV

Taci, Firs.

FIRS.

E partivano dei carri di ciliege secche per Mosca e per Char'kov. I soldi fioccavano! E le ciliege secche allora erano

morbide, succose, dolci, profumate... Allora si conoscevano i trattamenti...

LJUBOV' ANDREEVNA

E adesso che fine han fatto i trattamenti?

FIRS

Dimenticati. Nessuno se li ricorda.

PIIK (a Ljubov' Andreevna)

E a Parigi che si fa? Com'? Avete mangiato le rane?

LJUBOV' ANDREEVNA

I coccodrilli ho mangiato.

PIIK

Ma pensa un po'...

LOPACHIN

Fino ad oggi in campagna non ci sono stati che signori e contadini; adesso sono comparsi i villeggianti.

Tutte le citt, persino le pi piccole, sono circondate da villini. E si pu prevedere che tra una ventina d'anni i

villeggianti si saranno moltiplicati all'inverosimile. Al momento si limitano a bere il t sul balcone, ma potr essere che

si dedichino alla coltivazione del proprio pezzo di terreno, e allora il vostro giardino dei ciliegi diventer una fortuna,

una ricchezza, uno splendore...

GAEV (irritato)

Che scempiaggine!

Entrano Varja e Jaa.

VARJA

Mamma, sono arrivati due telegrammi per voi (Sceglie una chiave dal mazzo e apre rumorosamente un vecchio

armadio).Eccoli.

LJUBOV' ANDREEVNA

Da Parigi. (Strappa i telegrammi senza averli letti). finita con Parigi...

GAEV

Ma lo sai, Ljuba, quanti anni ha questo armadio? La settimana scorsa ho aperto il cassetto in basso, ci ho guardato

dentro e ho visto delle cifre marchiate col fuoco. L'armadio risale esattamente a cent'anni fa. Che ne dici? Eh? Si

potrebbe festeggiare un giubileo. un oggetto senza vita, d'accordo, ma ha pur sempre contenuto dei libri.

PIIK (stupito)

Cent'anni... Pensate un po'!...

GAEV

S... qualcosa... (Toccando l'armadio).Caro, rispettabile armadio! Celebro la tua esistenza che gi da pi di cent'anni

stata orientata a limpidi ideali di bont e giustizia; il tuo silenzioso appello al lavoro fruttuoso non si indebolito nel

corso di un secolo, sostenendo (tra le lacrime) nelle generazioni della nostra famiglia il coraggio, la fede in un futuro

migliore, stimolando in noi gli ideali di bont e di coscienza sociale.

Pausa.

LOPACHIN

Gi...

LJUBOV' ANDREEVNA

Sei sempre lo stesso, Lenja.

GAEV (un po' confuso)

Dalla palla verso destra, nell'angolo! Taglio alla mediana!.

LOPACHIN (guardando l'orologio)

Beh, per me ora.

JAA (porge a Ljubov' Andreevna una medicina)

Cosa ne direste di prendere adesso le pillole...

PIIK

Non bisogna prender medicine, carissima... non portano n danno n profitto... Datemele qua... eccellentissima. (Prende

le pillole, se le versa sul palmo della mano, ci soffia sopra, le mette in bocca e ci beve sopra del "kvas").Ecco fatto!

LJUBOV' ANDREEVNA (spaventata)

Ma siete impazzito!

PIIK

Ho preso tutte le vostre pillole.

LOPACHIN

Che razza di stomaco.

Tutti ridono.

FIRS

stato da noi nella Settimana Santa, un secchio di cetrioli si mangiato... (Brontola).

LJUBOV' ANDREEVNA

Cosa sta dicendo?

VARJA

Son gi tre anni che va avanti cos a brontolare. Ci abbiamo fatto l'abitudine.

JAA

l'et.

arlotta Ivanovna in abito bianco, molto magra e stretta nel busto, con l'occhialino alla cintura attraversa la scena.

LOPACHIN

Scusatemi, arlotta Ivanovna, non ho ancora fatto in tempo a salutarvi. (Fa il gesto di baciarle la mano).

ARLOTTA (ritraendo la mano)

Se vi lasciassi baciare la mano poi pretendereste il gomito e poi la spalla...

LOPACHIN

Son proprio sfortunato oggi.

Tutti ridono.

arlotta Ivanovna, fateci un gioco di prestigio!

LJUBOV' ANDREEVNA

arlotta, fateci un gioco di prestigio!

ARLOTTA

Non il caso. Sono stanca. (Esce).

LOPACHIN

Ci vediamo fra tre settimane. (Bacia la mano a Ljubov' Andreevna).Addio, per il momento. Devo andare. (A Gaev).

Arrivederci. (Bacia Piik).Arrivederci. (D la mano a Varja, poi a Firs e a Jaa).Non ho proprio voglia di partire. (A

Ljubov' Andreevna).Nel caso cambiaste idea a proposito dei villini, fatemelo sapere, almeno cinquantamila in prestito

ve li procurer io. Ma pensateci seriamente.

VARJA (irritata)

Ma andatevene una buona volta!.

LOPACHIN

Vado, vado... (Esce).

GAEV

Cafone. Oh, pardon... Varja sta per sposarlo, il fidanzatino di Varja.

VARJA

Perch tante parole inutili, zio?

LJUBOV' ANDREEVNA

Perch, Varja? Ne sarei molto lieta. una brava persona.

PIIK

una... degna persona, bisogna dire la verit... Anche la mia Daen'ka... dice che... dice tante cose. (Si mette a russare,

ma si risveglia immediatamente).A proposito, eccellentissima, prestatemi... duecentoquaranta rubli... ho una cambiale

che mi scade domani...

VARJA (spaventata)

Ah no, no!

LJUBOV' ANDREEVNA

Non mi rimasto davvero pi niente.

PIIK

Salteranno fuori. (Ride).Non perdo mai la speranza. Ecco, penso, tutto perduto, son liquidato, quando sul pi bello la

ferrovia viene a passare sulla mia terra, e... mi pagano. E anche adesso sta a vedere che succeder qualcosa. Se non

oggi, domani. Magari Daen'ka vince duecentomila rubli alla lotteria... il biglietto ce l'ha.

LJUBOV' ANDREEVNA

Bevuto il caff ci potremo anche ritirare.

FIRS (spazzola Gaev con aria di rimprovero)

Ancora una volta i pantaloni sbagliati. Ma cosa devo mai fare con voi!

VARJA (sottovoce)

Anja dorme. (Apre piano la finestra). gi sorto il sole, non fa freddo. Guardate, mamma: che alberi meravigliosi! Mio

Dio, che aria! Gli storni cantano!

GAEV (apre l'altra finestra)

Il giardino tutto bianco. Non hai dimenticato, Ljuba? Quel viale va lungo e diritto, come una cintura distesa, e

risplende nelle notti di luna. Ti ricordi? Non hai dimenticato?

LJUBOV' ANDREEVNA (guarda in giardino dalla finestra)

Oh, infanzia mia, purezza mia! In questa stanza io dormivo, da qui guardavo il giardino, la felicit si svegliava con me

ogni mattina e il giardino era tale quale adesso, nulla cambiato. (Ride di gioia).Tutto, tutto bianco! Oh, giardino mio!

Dopo lo scuro, piovoso autunno e il freddo inverno, tu sei di nuovo giovane, colmo di felicit, gli angeli del cielo non ti

hanno abbandonato... Se potessi togliermi dal petto e dalle spalle queste pietre pesanti, se potessi dimenticare il mio

passato!

GAEV

S, anche il giardino manderanno in malora per i debiti. Come strano...

LJUBOV' ANDREEVNA

Guardate, la povera mamma cammina in giardino... vestita di bianco! (Ride di gioia). lei.

GAEV

Dove?

VARJA

Per l'amor di Dio, mamma..

LJUBOV' ANDREEVNA

Non c' nessuno, mi era sembrato. A destra, alla curva vicino alla berceuse, un alberello bianco piegato sembrava una

donna...

Entra Trofimov, con una stazzonata divisa da studente e gli occhiali.

Che giardino meraviglioso! Le chiazze bianche dei fiori, il cielo azzurro...

TROFIMOV

Ljubov' Andreevna!

Ella si volta verso di lui.

Permettetemi soltanto di salutarvi e me ne andr subito. (Le bacia la mano con trasporto).Mi era stato ordinato di

aspettare fino al mattino, ma non ho saputo resistere...

Ljubov' Andreevna lo guarda sconcertata.

VARJA (tra le lacrime)

Petja Trofimov...

TROFIMOV

Petja Trofimov, il maestro del vostro Gria... Possibile che sia tanto cambiato?

Ljubov' Andreevna lo abbraccia e piange sottovoce.

GAEV (turbato)

Basta, Ljuba, basta.

VARJA (piange)

Ve l'avevo detto, Petja, di aspettare fino a domani.

LJUBOV' ANDREEVNA

Il mio Gria... il mio bambino... Gria... figlioletto mio...

VARJA

Non c' niente da fare, mamma. la volont di Dio.

TROFIMOV (dolcemente, tra le lacrime)

Basta, basta...

LJUBOV' ANDREEVNA (piange silenziosamente)

Il mio bambino morto, annegato... Perch? Perch, amico mio? (Pi piano).L c' Anja che dorme e io parlo forte,

faccio rumore... Allora, Petja? Com' che vi siete cos imbruttito? Perch siete cos invecchiato?

TROFIMOV

In treno una donna mi ha chiamato cos: il signore spelacchiato.

LJUBOV' ANDREEVNA

Allora eravate ancora un ragazzo, un caro studentello, e adesso i capelli cos radi, gli occhiali. Non sarete ancora

studente? (Va verso la porta).

TROFIMOV

Comincio a credere che sar studente a vita.

LJUBOV' ANDREEVNA (bacia il fratello, poi Varja)

Su, a dormire... Anche tu sei invecchiato, Leonid.

PIIK (la segue)

Dunque si va a dormire... Oh, la mia podagra. Io rester qui da voi... domattina, Ljubov' Andreevna... anima mia...

quei duecentoquaranta rubletti....

GAEV

E insiste.

PIIK

Duecentoquaranta rubli... per pagare la cambiale.

LJUBOV' ANDREEVNA

Non ho pi un soldo, tesoro mio.

PIIK

Li restituir, carissima... E una sommetta da poco...

LJUBOV' ANDREEVNA

E va bene, ve li dar Leonid... Daglieli tu, Leonid.

GAEV

Io? Sta fresco.

LJUBOV' ANDREEVNA

Che ci vuoi fare, daglieli... Ne ha bisogno... Li restituir.

Ljubov' Andreevna, Trofimov, Piik e Firs escono. Restano Gaev, Varja e Jaa.

GAEV

Mia sorella non ha perso l'abitudine di sprecare il denaro. (A Jaa).Allontanati, caro, puzzi di pollo.

JAA (ridacchiando)

E voi, Leonid Andreevi, siete rimasto sempre lo stesso.

GAEV

Chi? (A Varja).Che cosa ha detto?

VARJA (a Jaa)

Tua madre arrivata dal paese, da ieri che aspetta in cucina, vuole vederti.

JAA

Che il Signore l'assista!

VARJA

Ah, svergognato!

JAA

E proprio indispensabile? Poteva aspettar domani. (Esce).

VARJA

La mamma rimasta tal quale com'era, non cambiata in nulla. Se dipendesse da lei darebbe via tutto.

GAEV

S...

Pausa.

Se per curare qualche malattia ti prescrivono troppe medicine, significa che la malattia incurabile. Io penso, mi

spremo il cervello, invento tante, tantissime soluzioni, ma vuol soltanto dire che in pratica non ne ho trovata neppure

una. Sarebbe bello ereditare all'improvviso da chiss chi, dare Anja in sposa a qualcuno molto ricco, andare a Jaroslavl'

e tentare la sorte dalla zia contessa, la nostra zia molto ricca.

VARJA (piange)

Se Dio ci aiutasse.

GAEV.

Non piangere. La zia molto ricca ma noi non le piacciamo. In primo luogo mia sorella ha sposato un avvocato,

neanche nobile...

Anja si affaccia sulla soglia.

Si sposata con un non titolato e non si pu dire che si sia sempre comportata in modo irreprensibile. buona, brava,

un tesoro io le voglio un bene dell'anima ma, per quante attenuanti tu le possa trovare, bisogna alla fin fine ammettere

che non proprio uno stinco di santa. Lo si pu dire da ogni suo minimo atteggiamento.

VARJA (con un sussurro)

C' Anja sulla porta.

GAEV

Chi?

Pausa.

Che strano, mi entrato qualcosa nell'occhio destro... e non ci vedo pi bene. Anche gioved quand'ero in tribunale...

Entra Anja.

VARJA

Perch non dormi, Anja?

ANJA

Non riesco a prendere sonno. Non ci riesco proprio.

GAEV

Micetto mio.(Bacia ad Anja il volto e le mani).Bambina mia... (Tra le lacrime).Non sei mia nipote, sei il mio angelo,

per me sei tutto. Credimi, credirni...

ANJA

Ti credo, zio. Tutti ti vogliono bene, ti rispettano... ma, zio mio caro, devi tacere, soltanto tacere. Che cosa stavi dicendo

proprio adesso della mia mamma, di tua sorella? Perch dicevi quelle parole?

GAEV

S, s... (Si nasconde il viso con la mano di lei). vero, una cosa terribile! Mio Dio! Dio mio salvami! E oggi ho

pronunciato un discorso di fronte a un armadio... che sciocchezza! E solo alla fine ho capito che era una sciocchezza.

VARJA

vero, zio, dovreste davvero tacere. Tacere e basta.

ANJA

Se riuscirai a tacere sar meglio anche per te.

GAEV

Sto zitto. (Bacia le mani a Anja e Varja).Sto zitto. Una cosa sola ancora. Gioved sono stato in tribunale, ho incontrato

dei conoscenti e ci si messi a parlare di una cosa e dell'altra, di questo e di quello; a quanto pare possibile ottenere un

prestito con una cambiale per pagare gli interessi in banca.

VARJA

Se il Signore ci aiutasse!

GAEV

Marted ci ritorno e ne parler ancora una volta. (A Varja).Non piangere. (Ad Anja).La mamma parler con Lopachin; a

lei non sapr certamente dire di no... E tu appena ti sarai riposata andrai dalla contessa a Jaroslavl', da tua nonna. Ci

muoveremo cos, su tre fronti - e il gioco fatto. Gli interessi li pagheremo, sono sicuro... (Si mette in bocca una

caramella).Sul mio onore, su tutto ci che volete, giuro che la propriet non sar venduta! (Eccitato).Lo giuro su ci

che ho di pi prezioso! Qua la mano, mi potrai chiamare spregevole, disonesto se permetter che si arrivi all'asta! Lo

giuro su tutto me stesso!

ANJA (ha recuperato la calma, felice).

Come sei buono, zio, come sei intelligente! (Abbraccia lo zio).Adesso sono tranquilla! Tranquilla! Felice!

Entra Firs.

FIRS (con tono di rimprovero)

Leonid Andrei, che modi sono questi! Quando mai andrete a coricarvi?

GAEV

Adesso, adesso. Vai pure, Firs. Io mi arranger da solo a spogliarmi. Bene, bimbe mie, a nanna... I particolari a domani,

adesso a dormire. (Bacia Anja e Varja).Sono uno degli anni Ottanta io... Adesso ne parlan tutti male, ma potr pur

sempre dire che ne ho passate non poche nella vita per le mie convinzioni. Non a caso i contadini mi vogliono bene.

Bisogna conoscerlo il contadino! Bisogna sapere da che parte...

ANJA

Zio, ricominci!

VARJA

Suvvia, zio, tacete.

FIRS (seccato)

Leonid Andrei!

GAEV

Vado, vado. A letto. Da sponda al centro! Carambola! (Esce, dietro di lui procede Firs a passettini).

ANJA

Adesso sono tranquilla. Non ho voglia di andare a Jaroslavl', la nonna non mi piace, ma nonostante tutto sono

tranquilla. Grazie allo zio. (Si mette a sedere).

VARJA

Bisogna dormire. Io vado. Mentre non c'eri ci sono stati dei malumori. Nella vecchia stanza della servit, come sai,

sono rimasti solo dei vecchi servi: Efim'juka, Polja, Evstignej e anche Karp. Avevano preso l'abitudine di far dormire

da loro gente di passaggio, e io zitta. Solo che un bel giorno sento dire che avrei dato l'ordine di dar loro da mangiare

soltanto piselli. Per avarizia, capisci... E la fonte di tutto Evstignej... Bene, penso. Se le cose stanno cos, state in

guardia. Faccio venire Evstignej... (Sbadiglia).Arriva... Cos' che vai dicendo... tu, razza di stupido... (Guarda

Anja).Aneka!

Pausa.

Si addormentata!... (Prende Anja sotto braccio).Andiamo a letto... Andiamo!... (La conduce via).Il mio tesoro si

addormentato! Andiamo...

Vanno.

In lontananza, oltre il giardino, un pastore suona la zampogna. Trofimov attraversa la scena e, vedendo Varja e Anja,

siferma.

Ssst... Dorme... dorme... Andiamo, gioia.

ANJA (a bassa voce, nel dormiveglia)

Sono cos stanca... tutti quei sonagli... Zio... caro... mamma e zio...

VARJA

Andiamo, amore, andiamo... (Escono verso la camera di Anja).

TROFIMOV (con emozione)

Mio piccolo sole! Primavera mia!

Sipario

ATTO SECONDO.

Campagna. Una vecchia cappelletta diroccata e da tempo abbandonata; accanto ad essa un pozzo, grandi pietre che in

passato erano probabilmente lapidi tombali e una vecchia panchina. Si vede la strada che porta alla propriet di Gaev.

Da un lato, svettano nereggianti i pioppi: da l comincia il giardino dei ciliegi. In lontananza una fila di pali del

telegrafo; ancor pi lontano all'orizzonte, si delinea confusamente, visibile solo nelle giornate limpide e belle, una

grande citt. Presto caler il sole. arlotta, Jaa e Dunjaa siedono sulla panchina; Epichodov sta in piedi l vicino e

suona la chitarra; sono tutti pensierosi. arlotta porta un vecchio berretto a visiera; ha tolto il fucile dalle spalle e sta

controllando la fibbia alla cintura.

ARLOTTA (soprappensiero)

Un documento vero e proprio non ce l'ho, la mia et non la conosco, e mi sembra sempre di essere una giovinetta.

Quand'ero bambina, mio padre e la mamma giravano per le fiere a dare spettacoli, molto belli. Io facevo il salto mortale

e diversi altri numeri. Quando pap e mamma morirono, una signora tedesca mi prese con s e si mise ad insegnarmi

delle cose. Bene. Sono cresciuta e sono andata a fare la governante. Da dove vengo e chi sono non lo so... Chi siano i

miei genitori, forse non erano neppure sposati... non lo so. (Tira fuori di tasca un cetriolo e lo mangia).Non so niente.

Pausa.

Avrei tanta voglia di parlare, ma non so con chi... Non ho nessuno.

EPICHODOV (suona la chitarra e canta)

"Che m'importa del mondo chiassoso, che m'importa d'amici e nemici ...". Quant' bello suonare il mandolino!

DUNJAA

una chitarra, non un mandolino. (Si guarda allo specchio e s'incipria).

EPICHODOV

Per uno innamorato alla follia, questo un mandolino... (Canticchia)."Se fosse il cuor riscaldato dall'ardor di un amor

ricambiato... ".

Jaa si unisce al canto.

ARLOTTA

Come canta male questa gente... pfui! Come sciacalli.

DUNJAA (a Jaa)

Comunque sempre una bella fortuna vivere all'estero.

JAA

S, certamente. Non posso non darvi ragione. (Sbadiglia, poi s'accende un sigaro).

EPICHODOV

Si capisce. All'estero tutto gi risolto da tempo.

JAA

Naturale.

EPICHODOV

Io sono un uomo evoluto, leggo svariati ed eccellenti libri, ma non riesco proprio a capire da che parte andare, che cosa

in effetti mi interessi, se vivere o tirarmi un colpo, per dirlo chiaro, e intanto in ogni caso mi porto sempre appresso una

pistola. Eccola qua... (Mostra la pistola).

ARLOTTA

Ho finito. Me ne vado. (Mette il fucile a tracolla).Tu, Epichodov, sei un uomo molto intelligente, ma altrettanto

terribile; le donne si devono innamorare pazzamente di te. Brr! (Se ne va).Questi intelligentoni sono tutti cos stupidi,

non si sa mai di che cosa parlare... Sono sempre sola, sola, non ho nessuno e... e chi sono mai io, perch esisto, non si

sa... (Esce senza fretta).

EPICHODOV.

Per parlare chiaro, senza tirare in ballo altri argomenti, devo riconoscere che per quanto mi riguarda, tra l'altro, il

destino con me impietoso, come una tempesta lo con una navicella. Se, supponiamo, mi sbagliassi, allora perch

proprio questa mattina mi sveglio, tanto per fare un esempio, guardo e mi trovo sul petto un ragno di una grandezza

spaventosa... Ma cos. (Fa vedere con entrambe le mani).Poi prendo il kvas, per togliermi la sete, ci guardo dentro e ci

trovo qualcosa di estremamente ripugnante, tipo uno scarafaggio.

Pausa

Avete letto Buckle?

Pausa.

Vi dovrei disturbare, Avdot'ja Fedorovna, due parole soltanto.

DUNJAA

Dite.

EPICHODOV

Preferirei a tu per tu con voi... (Sospira).

DUNJAA (a disagio)

Va bene... ma prima portatemi la mia mantellina... E vicino all'armadio... c' un po' di umidit qui...

EPICHODOV

Sissignora... la porter... Adesso so che cosa fare della mia pistola... (Prende la chitarra e esce suonando).

JAA

Settantasette disgrazie! Un bello stupido, detto fra noi. (Sbadiglia).

DUNJAA

Dio non voglia che si spari davvero.

Pausa

Io sono fatta cos, sono sempre in apprensione. Mi hanno portata dai signori che ero ancora bambina, e adesso ho perso

l'abitudine alla vita semplice, ho le mani bianche bianche, come una signorina. Sono diventata dolce e delicata, il mio

animo nobile, ho paura di tutto... terribile esser cos. E se voi, Jaa, mi ingannerete, non so che ne sar dei miei

nervi.

JAA (la bacia)

Zuccherino! Certo che ogni ragazza deve stare al suo posto; se c' una cosa che non sopporto sono le ragazze che si

comportano da sciocche.

DUNJAA

Mi sono innamorata alla follia di voi, siete istruito, sapete parlare di tutto.

Pausa.

JAA (sbadiglia)

Eh gi... Io dico cos: se una ragazza si innamora di qualcuno, vuol dire che non ha moralit.

Pausa.

bello fumarsi un sigaro all'aria pura... (Tende l'orecchio).Viene qualcuno... Sono i padroni...

Dunjaa lo abbraccia impetuosamente.

Tornate a casa come se foste stata al fiume a fare il bagno, prendete quel sentiero, se no vi incontrano e pensano che sia

stato io a darvi appuntamento. Questo proprio non lo sopporterei.

DUNJAA (tossisce sottovoce)

Il sigaro m'ha fatto venire male alla testa... (Esce)..

Jaa rimane, seduto presso la cappella. Entrano Ljubov' Andreevna, Gaev e Lopachin.

LOPACHIN

Bisogna prendere una decisione definitiva, il tempo non aspetta. Il problema semplicissimo. Siete d'accordo a

lottizzare la terra o no? Rispondetemi con una parola: s oppure no? Soltanto una parola!

LJUBOV' ANDREEVNA

Chi che fuma questi sigari ripugnanti... (Si siede).

GAEV

Hanno costruito la ferrovia, e ci fa anche comodo. (Si siede).Siamo andati in citt, abbiamo pranzato... gialla al centro!

Andrei volentieri a casa a fare una partita...

LJUBOV' ANDREEVNA

Fai in tempo.

LOPACHIN

Soltanto una parola! (Con tono supplichevole).Rispondetemi, dunque!

GAEV (sbadigliando)

Chi?

LJUBOV' ANDREEVNA (guarda nel portamonete)

Ieri c'erano tanti soldi, e oggi ne sono rimasti cos pochi. La mia povera Varja per fare economia ci nutre tutti a zuppa di

latte, ai vecchi in cucina danno solo piselli, e io sperpero come un'incosciente... (Lascia cadere il portamonete e le

monete si sparpagliano a terra).Ecco, sono cadute tutte... ( seccata).

JAA

Permettete, le raccolgo io. (Raccoglie le monete).

LJUBOV' ANDREEVNA

Siate gentile, Jaa. E perch sono andata a pranzo fuori... In quel vostro ristorante ripugnante con le tovaglie che

puzzano di sapone... Perch bere tanto, Lenja? Perch mangiare tanto? Perch parlare tanto? Oggi al ristorante hai di

nuovo parlato troppo e sempre a sproposito. Degli anni settanta, dei decadenti. E con chi? Coi camerieri parlare dei

decadenti!

LOPACHIN

Gi.

GAEV (fa un gesto con la mano)

Sono incorreggibile, chiaro... (Irritato, a Jaa).Cos'hai da starmi sempre fra i piedi...

JAA (ride)

Non riesco a sentire la vostra voce senza ridere.

GAEV (alla sorella)

O via lui, o via io...

LJUBOV' ANDREEVNA

Andate, Jaa, andate...

JAA (restituisce il portamonete a Ljubov' Andreevna)

Vado, vado. (Trattenendosi a stento dal ridere).In questo preciso istante... (Esce).

LOPACHIN

La vostra propriet la vuole comprare Deriganov, il milionario. Si dice che parteciper all'asta di persona.

LJUBOV' ANDREEVNA

Chi ve lo ha detto?

LOPACHIN.

Si dice in citt.

GAEV

La zia di Jaroslavl' ha promesso di mandare del denaro, ma quando e quanto, nessuno lo sa...

LOPACHIN

Quanto mander? Centomila? Duecento?

LJUBOV' ANDREEVNA

Beh... Dieci-quindicimila, e ancora grazie.

LOPACHIN

Mi scuserete, ma persone superficiali, negate per gli affari, strambe come voi, signori, non ne ho ancora incontrate. Vi si

dice, chiaro e tondo, che la vostra propriet sta per essere venduta, e voi vi ostinate a non capire.

LJUBOV' ANDREEVNA

Cosa dovremmo fare? Insegnateci.

LOPACHIN

Ve lo insegno tutti i giorni. Ogni giorno non faccio che ripetere la stessa cosa. Il giardino dei ciliegi e il resto del terreno

vanno lottizzati per costruirci dei villini; bisogna sbrigarsi, l'asta alle porte! Mi capite! Decidete una volta per tutte che

si facciano i villini, e di soldi ne avrete a volont, e sarete salvi.

LJUBOV' ANDREEVNA

Villini e villeggianti, scusatemi, ma cos volgare.

GAEV

Sono assolutamente d'accordo.

LOPACHIN

O mi metto a singhiozzare, o a urlare o mi prende un colpo. Non possibile! Mi avete fatto a pezzi! (A Gaev).Donnetta,

anche voi!

GAEV

Cosa?

LOPACHIN

Donnetta! (Fa per andarsene).

LJUBOV' ANDREEVNA (spaventata)

No, non andatevene, rimanete, tesoro. Vi prego. Forse riusciremo a escogitare qualcosa!

LOPACHIN

C' poco da escogitare!

LJUBOV' ANDREEVNA

Non andatevene, vi prego. Con voi per lo meno stiamo pi allegri...

Pausa.

Io sto sempre ad aspettar qualcosa, come se la casa dovesse caderci addosso da un momento all'altro.

GAEV (profondamente assorto)

Doppietta all'angolo... Croisier al centro...

LJUBOV' ANDREEVNA

Abbiamo peccato troppo...

LOPACHIN

Ma di che peccati parlate...

GAEV (si mette in bocca una caramella).

Si dice che mi sono mangiato tutte le mie sostanze in caramelle... (Ride).

LJUBOV' ANDREEVNA

I miei peccati... Ho sempre sprecato il denaro senza limiti, come una pazza, mi sono sposata con un uomo che non ha

fatto che debiti. Mio marito morto per il troppo champagne, era impressionante quanto beveva, per mia disgrazia mi

sono innamorata di un altro, me ne sono andata con lui, e proprio allora il primo castigo, la prima mazzata sulla testa,

proprio qui nel fiume... il mio bambino annegato; e io me ne sono andata all'estero, ho lasciato tutto, per non tornare

pi, per non vedere quel fiume... Ho chiuso gli occhi, sono fuggita, senza capire quel che facevo, e lui dietro...

impietoso, volgare. Ho comprato una villa vicino a Mentone, perch l lui si era ammalato, e per tre anni non un attimo

di respiro, n giorno, n notte; mi ha tormentata, mi ha prosciugato l'anima. L'anno scorso, quando la villa fu venduta

per i debiti, me ne andai a Parigi; lui mi derub, mi piant, si mise con un'altra e io tentai di avvelenarmi... Che

sciocchezza, che vergogna... Poi d'un tratto la nostalgia della Russia, della mia terra, della mia bambina... (Si asciuga le

lacrime).Signore, Signore, abbi piet di me, perdonami i miei peccati! Non castigarmi ancora! (Tira fuori di tasca un

telegramma). arrivato oggi, da Parigi... Chiede perdono, mi implora di tornare... (Straccia il telegramma).Ma c'

musica da qualche parte. (Tende l'orecchio).

GAEV

la nostra vecchia orchestra degli ebrei. Ti ricordi, quattro violini, un flauto e un contrabbasso.

LJUBOV' ANDREEVNA

Esiste ancora? Dovremmo farli venire da noi e combinare una serata.

LOPACHIN (tende l'orecchio)

Non sento niente... (Canterella sottovoce)."E i tedeschi per denaro francesizzano anche i russi". (Ride).Che commedia

ho visto ieri sera a teatro, da morir dal ridere.

LJUBOV' ANDREEVNA

Probabilmente non c'era poi tanto da ridere. Non le commedie a teatro dovreste guardare, ma dentro a voi stesso.

Guardate com' grigia la vostra vita, quante cose inutili ripetete.

LOPACHIN

vero. Bisogna proprio ammetterlo, facciamo una vita da beceri...

Pausa.

Mio padre era contadino, una bestia, non capiva niente, non mi ha insegnato niente, solo col bastone, quand'era ubriaco.

In sostanza anch'io sono bestia e ignorante quanto lui. Non ho studiato, ho una calligrafia da far paura, scrivo in modo

che ho vergogna davanti alla gente, come una bestia.

LJUBOV' ANDREEVNA

Sposarvi dovete, amico mio.

LOPACHIN

S... questo vero.

LJUBOV' ANDREEVNA

Magari con la nostra Varja. una brava ragazza.

LOPACHIN

Gi.

LJUBOV' ANDREEVNA

Viene da gente semplice, lavora tutto il giorno e, quel che importa di pi, innamorata di voi. E anche a voi piace, da

tanto tempo.

LOPACHIN

Ah s. Non ho niente in contrario... una brava ragazza.

Pausa.

GAEV

Mi hanno offerto un posto in banca. Seimila all'anno... Hai sentito?.

LJUBOV' ANDREEVNA

Ma cosa dici? Stai l seduto...

Entra Firs; ha portato un cappotto.

FIRS (a Gaev)

Permettete, signore, il cappotto; un po' umido.

GAEV (indossa il cappotto)

Come sei noioso, fratello.

FIRS

Non fa niente. Stamattina siete uscito senza dire una parola. (Lo studia da capo a piedi).

LJUBOV' ANDREEVNA

Come sei invecchiato, Firs!

FIRS

Che cosa comanda?

LOPACHIN

Dice che sei invecchiato!

FIRS

da tanto che sono al mondo. Mi volevano dar moglie che il vostro pap non era ancora nato... (Ride).Quando hanno

liberato i servi ero gi cameriere anziano. Ho rifiutato la libert, sono rimasto coi miei padroni...

Pausa.

Mi ricordo che eran tutti contenti, ma di che cosa eran contenti non lo sapevano neanche loro.

LOPACHIN

Prima tutto andava bene. Per lo meno si adoperava la frusta.

FIRS (che non ha sentito)

Altro che. I contadini coi signori e i signori coi contadini, adesso invece tutta una confusione, non si capisce pi

niente.

GAEV

Zitto, Firs. Domani devo andare in citt. Mi han promesso di presentarmi a un generale che pu farci un prestito con

cambiali.

LOPACHIN

Non risolverete niente. E non riuscirete a pagare gli interessi, state tranquillo.

LJUBOV' ANDREEVNA

Delira. Qui non ci sono generali.

Entrano Trofimov, Anja e Varja.

GAEV

Eccoli che arrivano.

ANJA

C' qui la mamma.

LJUBOV' ANDREEVNA (teneramente)

Vieni, vieni... Tesori miei... (Abbracciando Anja e Varja).Se sapeste, voi due, quanto vi voglio bene. Sedetevi qui

vicino, ecco cos.

Tutti prendono posto..

LOPACHIN

Il nostro eterno studente sempre a spasso con le signorine.

TROFIMOV

Non vi riguarda.

LOPACHIN

Fra poco avr cinquant'anni, ed ancora stu-dente.

TROFIMOV

Piantatela con le vostre stupide battute.

LOPACHIN

Cos'hai, stupido, te la prendi?

TROFIMOV

E tu lasciami perdere.

LOPACHIN (ride)

Permettetemi di farvi una domanda, che cosa ne pensate di me?

TROFIMOV

Penso, Ermolaj Aleksei, che siete un uomo ricco e che diventerete presto milionario. Come nell'ordine della natura

necessaria la bestia feroce che mangia tutto ci che incontra sulla sua strada, cos sei necessario anche tu.

Tutti ridono.

VARJA

Petja, parlateci piuttosto dei pianeti.

LJUBOV' ANDREEVNA

No, riprendiamo il discorso di ieri.

TROFIMOV

E di che cosa si parlava?

GAEV

Dell'uomo orgoglioso.

TROFIMOV

Ne abbiamo discusso a lungo, ieri, ma non abbiamo concluso niente. Nell'uomo orgoglioso, secondo voi, ci sarebbe

qualcosa di mistico. Potreste anche avere ragione, dal vostro punto di vista, ma se guardiamo alla cosa con semplicit,

senza troppi slanci, allora di che orgoglio possiamo parlare, che senso ha questo orgoglio se l'uomo fisiologicamente

mal costruito, se nella sua grandissima maggioranza rozzo, ignorante, profondamente infelice. Dobbiamo smettere di

esaltarci e metterci a lavorare.

GAEV

Intanto si muore comunque.

TROFIMOV

Chiss? E che significa "si muore"? L'uomo potrebbe avere cento sensi, e la morte annullare solo i cinque che noi

conosciamo, mentre gli altri novantacinque potrebbero restare in vita.

LJUBOV' ANDREEVNA

Come siete intelligente, Petja!...

LOPACHIN (ironicamente)

Mostruosamente!

TROFIMOV.

L'umanit si evolve, perfeziona le proprie risorse. Ci che oggi sembra irraggiungibile, un giorno sar accessibile,

chiaro, bisogna solamente lavorare, aiutare con tutte le proprie forze quelli che cercano la verit. Da noi, in Russia, per

il momento sono in pochi a lavorare. La stragrande maggioranza di quell'intelligencija che dico io, non cerca un bel

niente, non fa niente e di lavorare, oggi come oggi, non capace. Si definiscono intelligenty, dan del tu alla servit, i

contadini li trattano come bestie. Studiano male, non sanno leggere sul serio, non muovono un dito, di scienza sanno

solo blaterare, d'arte non capiscono un accidente. Sono tutti seri, hanno tutti visi compunti, non parlano che di problemi

fondamentali, di filosofia, e intanto, sotto gli occhi di tutti, gli operai fanno la fame, dormono senza cuscini, fino a

trenta, quaranta in una stessa stanza, e pulci dappertutto, puzza, umidit, depravazione... chiaro che tutti i nostri bei

discorsi servono solo a gettare fumo negli occhi a noi stessi e agli altri. Fatemeli vedere i nostri giardini d'infanzia, di

cui tanto si parla, le sale di lettura. Nei romanzi, forse, esistono, in realt neanche uno. Non c' che sporcizia, volgarit,

fatalismo... Ho paura e non sopporto le facce troppo serie, mi fanno paura i discorsi seri. Faremmo meglio a star zitti!

LOPACHIN

Sapete una cosa, io mi alzo alle cinque tutte le mattine, lavoro da mattina a sera, maneggio soldi miei e di altri, e vedo

bene che razza di gente ho intorno. Basta cominciare ad occuparsi di una qualunque cosa per capire quanti pochi

galantuomini ci siano in giro, gente di cui ci si possa fidare. Talvolta, quando non riesco a prender sonno, penso: Dio, ci

hai dato boschi immensi, campi sterminati, orizzonti sconfinati e, vivendo su questa terra, anche noi dovremmo essere

dei giganti...

LJUBOV' ANDREEVNA

Anche i giganti andate a pescare... Sono buoni solo nelle favole, qui farebbero soltanto paura.

Sul fondo della scena passa Epichodov che suona la chitarra.

(Pensierosa).Passa Epichodov...

ANJA (pensierosa)

Il sole tramontato, signori.

TROFIMOV

S.

GAEV (a bassa voce, come se stesse declamando)

Oh natura sublime, tu irradi eterno splendore, splendida e indifferente; tu, che noi chiamiamo madre, racchiudi in te la

vita e la morte, tu crei e tu distruggi...

VARJA (supplichevole)

Zio!

ANJA

Zio, ancora!

TROFIMOV

Meglio la gialla al centro con una doppietta.

GAEV

Zitto, star zitto.

Stanno tutti seduti, soprappensiero. Silenzio. Si sente soltanto il sommesso brontolare di Firs. All'improvviso si leva un

suono lontano, come cascato dal cielo, il suono morente, triste di una corda di violino che si spezza.

LJUBOV' ANDREEVNA

Che cos'?

LOPACHIN

Non so. Da qualche parte, lontano alle miniere, deve essere crollato un carrello. Ma chiss dove, lontano da qui.

GAEV

O forse qualche uccello... magari un airone.

TROFIMOV

O un gufo....

LJUBOV' ANDREEVNA (rabbrividisce)

Non so perch, ma cos sgradevole.

Pausa.

FIRS

successo lo stesso prima della disgrazia: la civetta cantava e il samovar fischiava in continuazione.

GAEV

Prima di quale disgrazia?

FIRS

Prima della libert ai servi.

Pausa.

LJUBOV' ANDREEVNA

Sentite, amici, e se ci ritirassimo, fa gi sera. (Ad Anja).Hai le lacrime agli occhi... Cosa c', bambina? (L'abbraccia).

ANJA

Niente, mamma, cos.

Appare un vagabondo con un berretto a visiera bianco e malconcio e un cappotto; leggermente alticcio.

VAGABONDO

Permettetemi una domanda, di qua s'arriva direttamente alla stazione?

GAEV

S'arriva. Seguite questa strada.

VAGABONDO

Sentitamente riconoscente. (Tossisce).Il tempo eccellente... (Declamando). Fratello mio, fratello sofferente... scendi

sul Volga, il lamento... (A Varja). Mademoiselle, favorite ad un russo affamato trenta copechi...

Varja si spaventa, grida.

LOPACHIN (adirato)

C' un limite a tutto!

LJUBOV' ANDREEVNA (smarrita)

Prendete... ecco qua... (Cerca nel portamonete).Pezzi d'argento non ne ho... Non fa nulla, prendete l'oro...

VAGABONDO

Sentitamente riconoscente! (Esce).

Risate.

VARJA (spaventata)

Non ce la faccio pi... non ce la faccio pi... Mamma, a casa si soffre la fame e voi gli avete dato una moneta d'oro.

LJUBOV' ANDREEVNA

Che cosa mi prende, stupida che sono! A casa ti consegner tutto ci che mi rimasto. Ermolaj Aleksei, mi conceda

ancora un prestito!...

LOPACHIN

Ai suoi ordini, ...

LJUBOV' ANDREEVNA

Avviamoci, signori, ora. Sai, Varja, che abbiamo combinato le tue nozze, auguri.

VARJA (tra le lacrime).

Non si deve scherzare su queste cose, mamma.

LOPACHIN

Ofelia, va' in convento...

GAEV

Mi tremano le mani: un po' che non gioco a biliardo.

LOPACHIN

Ofelia, ninfa, ricordami nelle tue preghiere!

LJUBOV' ANDREEVNA

Andiamo, signori. Manca poco alla cena.

VARJA

Mi ha spaventata. Oh, come mi batte il cuore.

LOPACHIN

Vi ricordo, signori: il ventidue di agosto si vender il giardino dei ciliegi. Pensateci!... Pensate!...

Escono tutti tranne Trofimov e Anja.

ANJA (ridendo)

Grazie al vagabondo che ha spaventato Varja, siamo rimasti soli.

TROFIMOV

Varja ha paura che noi ci possiamo innamorare, ci sta addosso per giorni interi. Con la sua testolina non arriva a capire

che noi siamo al di sopra dell'amore. Superare quel che di meschino e illusorio impedisce di essere liberi e felici, ecco

lo scopo e il senso della nostra vita. Avanti! Avanziamo inarrestabili verso una stella luminosa, che splende l, in

lontananza! Avanti! Non restiamo indietro, amici!

ANJA (giungendo le mani)

Come parlate bene!

Pausa

Oggi qui un incanto!

TROFIMOV

S, il tempo splendido.

ANJA

Che cosa mi avete fatto, Petja, ormai non mi importa pi niente del giardino dei ciliegi. Lo amavo tanto teneramente, mi

sembrava che sulla terra non ci fosse un posto pi bello del nostro giardino.

TROFIMOV

Tutta la Russia il nostro giardino. La terra grande e bella, e piena di luoghi meravigliosi.

Pausa.

Pensate, Anja: vostro nonno, bisnonno e tutti i vostri antenati erano possidenti, proprietari di anime. Non vedete che da

ogni ciliegia di questo giardino, da ogni foglia, da ogni tronco vi guardano creature umane, non sentite le loro voci...

Possedere anime vive: questo che vi ha degenerati, voi tutti che vivete adesso e quelli vissuti prima di voi, e cos

vostra madre, voi, vostro zio non notate pi che vivete in debito, alle spalle di altri, alle spalle di quella gente che non

ammettete pi in l della stanza d'ingresso... Siamo rimasti indietro di almeno duecento anni, non abbiamo nulla di certo

in mano, non abbiamo un preciso rapporto col nostro passato, non facciamo che filosofare, soffriamo di nostalgia o

beviamo vodka. talmente chiaro che per cominciare a vivere nel presente, bisogna prima di tutto riscattare il nostro

passato, farla finita; e riscattarlo possibile solo con la sofferenza, solo con una continua e straordinaria fatica. Mi

capite, Anja?

ANJA

La casa in cui abitiamo non pi nostra da tempo, io me ne andr, vi do la mia parola..

TROFIMOV

Se avete in mano un mazzo di chiavi, gettatele nel pozzo e andatevene. Siate libera, come il vento.

ANJA (in estasi)

Come avete detto bene.

TROFIMOV

Credetemi, Anja, credetemi! Non ho ancora trent'anni, sono giovane, sono ancora studente, ma quante ne ho gi passate.

Ogni inverno che arriva soffro la fame, mi ritrovo ammalato, sperduto, povero come un mendicante e dove non mi ha

sbattuto il destino, dove non sono stato! Ma la mia anima, nonostante tutto, in ogni singolo istante, di giorno e di notte,

sempre stata colma di inspiegabili presentimenti. Sento che arriva la felicit, Anja, riesco gi a vederla...

ANJA (pensierosa)

Spunta la luna.

Si sente Epichodov che suona alla chitarra sempre la solita triste canzone. Spunta la luna. In giro, accanto ai pioppi,

Varja cerca Anja e la chiama: "Anja! Dove sei?".

TROFIMOV

S, spunta la luna.

Pausa.

Eccola la felicit, eccola che viene, si fa sempre pi vicina, ne sento gi i passi. E se noi non la vedremo, non la

riconosceremo, che importa? La vedranno gli altri!

La voce di Varia: "Anja! Dove sei?".

Ancora Varja! (Seccato). insopportabile!

ANJA

Che importa? Andiamo verso il fiume. L staremo bene.

TROFIMOV

Andiamo.

Vanno.

La voce di Varja: "Anja! Anja!".

Sipario

ATTO TERZO

Salotto, separato mediante un arco dal salone. Il lampadario acceso. Si sente che nell'ingresso sta suonando l'orchestra

degli ebrei, la stessa a cui ci si riferisce nel secondo atto. Sera. Nel salone si balla il grand-rond. La voce di Simeonov-Piik:

"Promenade une paire!". Entrano nel salotto a coppie: Piik e arlotta Ivanovna, poi Trofimov e Ljubov'

Andreevna, Anja con l'impiegato delle poste, Varja con il capostazione e cos via. Varja piange silenziosamente e,

ballando, si asciuga le lacrime. Nell'ultima coppia appare Dunjaa. Attraversano il salotto, Piik grida: "Grand-rond,

balancez!" e "Les cavaliers genoux et remerciez vos dames".

Firs in frac porta su un vassoio acqua di seltz. Piik e Trofimov entrano in salotto.

PIIK

Io sono affetto da pletora, ho gi avuto due colpi, faccio fatica a ballare, ma, come si suol dire, una volta che ti metti in

ballo, devi ballare. Quanto alla salute, sono forte come un cavallo. Il mio defunto padre, un burlone, che Dio l'abbia in

gloria, sosteneva che l'antica razza dei Simeonov-Piik derivasse proprio da quel certo cavallo che Caligola aveva

nominato senatore... (Si siede).Il guaio che non ho un quattrino! Il cane affamato crede solo alla bistecca... (Russa e si

risveglia immediatamente).E io lo stesso, penso solo ai soldi....

TROFIMOV

L'aspetto di un cavallo ce l'avete davvero.

PIIK

E allora... il cavallo una brava bestia... Si pu sempre vendere...

Si sente che nella stanza accanto giocano a biliardo. Nel salone, sotto l'arco, compare Varja.

TROFIMOV (canzonatorio)

Madame Lopachina! Madame Lopachina!...

VARJA (irritata)

Signorino spelacchiato!

TROFIMOV

S, signorino spelacchiato e fiero di esserlo!

VARJA (soprappensiero, con amarezza)

Hanno fatto venire i musicisti, ma con che cosa li pagheranno? (Esce).

TROFIMOV (a Piik)

Se tutta l'energia che nel corso della vostra vita avete consumato nella ricerca di denaro per pagare gli interessi l'aveste

impegnata in qualche altra faccenda, probabilmente, alla fine, avreste potuto capovolgere il mondo.

PIIK

Nietzsche... grande filosofo, illustrissimo... persona di grande ingegno, dice nelle proprie opere che si pu anche

stampare denaro falso.

TROFIMOV

Avete letto Nietzsche?

PIIK

Beh... Daen'ka che me ne ha parlato. Comunque mi trovo in una situazione tale che potrei anche mettermi a stampare

denaro falso... Dopodomani devo pagare trecentodieci rubli... Centotrenta li ho gi trovati... (Si tasta le tasche

preoccupato).Sono spariti i soldi! Li ho persi! (Tra le lacrime).Dove sono i miei soldi? (Felice).Eccoli, sotto la fodera...

Mi stava venendo un accidente...

Entrano Ljubov' Andreevna e arlotta Ivanovna.

LJUBOV' ANDREEVNA (canterella una lezginka)

Ma perch Leonid tarda tanto? Che cosa fa in citt? (A Dunjaa).Dunjaa, offrite il t ai musicisti...

TROFIMOV

Con ogni probabilit l'asta non c' stata.

LJUBOV' ANDREEVNA

Abbiamo fatto venire l'orchestra e organizzato il ballo per niente... Non importa... (Si siede e canticchia sottovoce).

ARLOTTA (porge a Piik un mazzo di carte)

Qui c' un mazzo di carte, pensatene una qualunque.

PIIK

Fatto.

ARLOTTA

E adesso mescolate il mazzo. Molto bene. Date qua, caro il mio signor Piik. Ein, zwei, drei! Cercate adesso, la

troverete nella vostra tasca laterale...

PIIK (tira fuori la carta dalla tasca laterale)

L'otto di picche, giustissimo! (Sorpreso).Pensate un po'!

ARLOTTA (tiene sul palmo il mazzo di carte, a Trofimov).

Dite, presto, che carta c' in cima al mazzo?

TROFIMOV

E che ne so? La donna di picche.

ARLOTTA

Eccola!... (Si batte sul palmo e il mazzo di carte scompare).Che bella giornata oggi!

Le risponde una misteriosa voce femminile, che pare venire da sotto il pavimento: "Oh, s, splendida, signorina".

Voi siete il mio tipo ideale...

La voce: "Anche voi, signorina, mi siete piaciuta molto".

CAPOSTAZIONE (applaude)

ventriloqua, brava!

PIIK (stupito)

Pensate un po'. Siete sorprendente, arlotta Ivanovna... sono innamorato di voi...

ARLOTTA

Innamorato? (Scrolla le spalle).Ma siete capace di amare? Guter Mensch, aber schlechter Musikant.

TROFIMOV (batte sulla spalla di Piik)

Cavallone...

ARLOTTA

Attenzione, un altro gioco. (Prende un plaid dalla sedia).Ecco un bellissimo plaid, lo vorrei vendere... (Lo scuote).C'

nessuno che lo vuol comprare?

PIIK (sorpreso)

Pensate un po'!

ARLOTTA

Ein, zwei, drei. (Solleva velocemente il plaid).

Dietro il plaid appare Anja; fa una riverenza, corre verso la madre, l'abbraccia e ritorna di corsa nel salone tra

l'entusiasmo generale.

LJUBOV' ANDREEVNA (applaude)

Brava, brava!...

ARLOTTA

E ancora! Ein, zwei, drei!

Solleva il plaid; dietro il plaid appare Varja che si inchina.

PIIK (stupito)

Pensate un po'!

ARLOTTA

Basta! (Lancia il plaid addosso a Piik, fa una riverenza e corre verso il salone).

PIIK (le corre dietro)

Malandrina... Dov', dov'? (Esce).

LJUBOV' ANDREEVNA

E Leonid che non arriva. Che cosa ci star a fare in citt tanto tempo, non capisco! Ormai deve essere tutto finito, o la

propriet stata venduta o l'asta non si fatta, perch tenerci tanto sulle spine!

VARJA (cercando di calmarla)

Lo zio l'ha comprata, ne sono sicura..

TROFIMOV (ironico)

Come no.

VARJA

La nonna gli ha mandato la procura per comprare a suo nome, addossandosi il debito. Lo ha fatto per Anja. Io sono

sicura, se Dio ci aiuta, che lo zio ha comprato.

LJUBOV' ANDREEVNA

La nonna ha mandato da Jaroslavl' quindicimila rubli, per comprare la propriet a suo nome, di noi non si fida, ma quei

soldi non sarebbero bastati neppure per pagare gli interessi. (Nasconde il viso nelle mani).Oggi si decide il mio destino,

il mio destino...

TROFIMOV (prende in giro Varja)

Madame Lopachina!

VARJA (seccata)

L'eterno studente! Gi due volte l'hanno cacciato dall'universit.

LJUBOV' ANDREEVNA

Perch ti arrabbi, Varja? Ti prende in giro a causa di Lopachin, e con ci? Se ti piace, sposalo, un bravo giovane, una

persona interessante. Se non ti piace, non sposarlo; nessuno ti obbliga, tesoro...

VARJA

Io prendo molto sul serio questa faccenda, mamma, sar sincera. Lopachin una brava persona, mi piace.

LJUBOV' ANDREEVNA

Sposalo, allora. Perch aspettare, non capisco!

VARJA

Mamma, non posso essere io a fargli la dichiarazione. Son due anni che tutti mi parlano di lui, tutti parlano e lui tace, o

tace o scherza. Lo capisco. Lui diventa sempre pi ricco, io non faccio per lui. Se avessimo denaro, anche solo un poco,

almeno cento rubli, lascerei perdere tutto, me ne andrei via. Me ne andrei in monastero.

TROFIMOV

Che felicit!

VARJA (a Trofimov)

Lo studente deve mostrare la sua intelligenza! (Con tono dolce, fra le lacrime).Quanto siete diventato brutto, Petja,

come siete invecchiato! (A Ljubov' Andreevna, senza pi piangere).Non posso stare senza far niente, mamma. Devo

sempre avere qualcosa da fare.

Entra Jaa.

JAA (trattenendosi a stento dal ridere)

Epichodov ha rotto una stecca da biliardo!... (Esce).

VARJA

Che ci fa qui Epichodov? Chi gli ha dato il permesso di giocare a biliardo? Non la capisco certa gente... (Esce).

LJUBOV' ANDREEVNA

Non prendetela in giro, Petja, soffre gi abbastanza anche cos.

TROFIMOV

troppo invadente, ficca troppo il naso. Per tutta l'estate ha tormentato sia me che Anja, temeva che potesse nascere

chiss quale storia. Che c'entra lei? E non c' mai stato il minimo sospetto, sono talmente lontano dalla volgarit. E al di

sopra dell'amore!

LJUBOV' ANDREEVNA

Io invece, evidentemente, sono al di sotto. (In grande agitazione).Perch Leonid non viene? Una cosa sola vorrei

sapere: han venduto la propriet o no? Questa disgrazia mi sembra cos improbabile, che non so neppure che cosa

pensare, mi confondo... Potrei mettermi a urlare... potrei fare una sciocchezza. Salvatemi, Petja. Dite qualcosa, parlate....

TROFIMOV

Che oggi abbiano venduto la propriet o che non l'abbiano venduta, non la stessa cosa? Era gi liquidata da un pezzo,

non si poteva tornare indietro, le erbacce avevano invaso il sentiero. Calmatevi, mia cara. Non bisogna ingannare se

stessi, almeno una volta nella vita bisogna guardare la verit diritto negli occhi.

LJUBOV' ANDREEVNA

Quale verit? Voi riuscite a vedere dove stiano la verit e la menzogna, io sono come accecata, non vedo pi nulla. Voi

risolvete prontamente tutti i problemi importanti, ma ditemi, caro, non forse perch siete giovane che non avete ancora

fatto in tempo ad affrontare realmente le sofferenze della vita? Voi guardate avanti con coraggio, ma non forse perch

non vi aspettate nulla di spaventoso, visto che la vita non si ancora mostrata ai vostri giovani occhi? Voi siete pi

coraggioso, pi onesto, pi profondo di noi, ma riflettete, siate generoso almeno un pochino, risparmiatemi. Io qui sono

nata, qui hanno vissuto mio padre e mia madre, mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi non ha

senso la mia vita, e se proprio indispensabile venderlo, allora vendano anche me assieme a lui... (Abbraccia Trofimov,

lo bacia sulla fronte).Mio figlio annegato qui... (Piange).Abbiate piet di me, voi siete cos buono, cos bravo.

TROFIMOV

Avete tutta la mia comprensione, di tutto cuore.

LJUBOV' ANDREEVNA

Ma bisogna dirlo in altro modo, non cos... (Tira fuori il fazzoletto, sul pavimento cade un telegramma).Ho un peso sul

cuore oggi, non potete capire. Tutto questo rumore, l'anima mi trema ad ogni suono, sono tutta un brivido, ma non

posso ritirarmi in camera mia, da sola, in silenzio, ho paura. Non giudicatemi, Petja... Vi voglio bene come a un figlio.

Vi darei volentieri la mia Anja, ve lo giuro, ma, tesoro, bisogna che studiate, che finiate l'universit. Voi non fate niente,

vi lasciate gettare di qua e di l dal destino, che strano... Non ho ragione, forse? S? E dovete far qualcosa a quella

barba, che cresca in modo pi regolare... (Ride).Siete ridicolo!

TROFIMOV (raccoglie il telegramma)

Non mi interessa essere bello.

LJUBOV' ANDREEVNA

Viene da Parigi il telegramma. Ne ricevo uno al giorno. Uno ieri, oggi un altro. Quell'uomo terribile di nuovo

ammalato, di nuovo nei guai... Chiede perdono, mi supplica di tornare, e dovrei tornarci davvero a Parigi, stare con

lui. Avete il viso scuro, Petja, ma che posso fare, caro, che cosa devo fare, ammalato, Solo, infelice, chi si prender

cura di lui, chi gli impedir di fare sciocchezze, chi gli dar le medicine al momento opportuno? E perch dovrei

nasconderlo o tacere, io lo amo, questo chiaro. Lo amo, lo amo... questa la pietra che ho al collo e che mi porta sul

fondo, ma io amo questa pietra e non riesco a vivere senza di lei. (Stringe la mano a Trofimov).Non pensate male, Petja,

non ditemi nulla, non parlate...

TROFIMOV (tra le lacrime)

Scusatemi la sincerit, per l'amor del cielo, ma quest'uomo vi ha rovinata!

LJUBOV' ANDREEVNA

No, no, no, non bisogna parlare cos... (Si tappa le orecchie).

TROFIMOV

un mascalzone, siete la sola a non saperlo! un meschino imbroglione, una nullit...

LJUBOV' ANDREEVNA (irritata, ma riuscendo a trattenersi)

Avete ventisei o ventisette anni ma ragionate come un liceale delle prime classi!

TROFIMOV

E se anche fosse!

LJUBOV' ANDREEVNA

Bisogna essere uomini alla vostra et, bisogna capire chi ama. E bisogna a propria volta amare... innamorarsi!

(Irritata).S, s! Non purezza la vostra, siete soltanto un moralista, uno sciocco ridicolo, un mostro...

TROFIMOV (sconvolto)

Ma cosa dice costei!

LJUBOV' ANDREEVNA.

"Sono al di sopra dell'amore!". Non siete al di sopra dell'amore, semplicemente, come dice il nostro Firs, siete un buono

a nulla. Alla vostra et non avere un'amante!...

TROFIMOV (sconvolto)

spaventoso! Cosa dice costei?! (Va velocemente nel salone, stringendo la testa tra le mani). spaventoso... Questo

troppo, me ne vado... (Esce, ma rientra immediatamente).Fra noi tutto finito! (Esce verso l'ingresso).

LJUBOV' ANDREEVNA (gli grida dietro)

Petja, aspettate! Non siate ridicolo, scherzavo! Petja!

Si sente qualcuno che, nell'ingresso, sale le scale e ad un tratto, con fragore, cade. Anja e Varja strillano, ma subito

dopo si sente ridere.

Che succede?

Entra di corsa Anja.

ANJA (ridendo)

Petja caduto dalle scale! (Corre via).

LJUBOV' ANDREEVNA

Che scioccone questo Petja...

Il capostazione si ferma in mezzo al salone e legge "La Peccatrice" di Aleksej Tolstoj. Lo stanno ad ascoltare, ma ne ha

appena letto poche righe che dall'ingresso arrivano le note di un valzer, e la lettura si interrompe. Tutti ballano.

Entrano dall'ingresso Trofimov, Anja Varja e Ljubov' Andreevna.

Su, Petja... su, anima candida... vi chiedo perdono... Fatemi ballare... (Balla con Petja).

Anja e Varja ballano. Entra Firs e appoggia il suo bastone accanto alla porta laterale. Anche Jaa entrato dal salotto

e osserva le danze.

JAA

Ebbene, nonno?

FIRS

Male, non bene. Una volta ai nostri balli venivano generali, baroni, ammiragli, adesso mandiamo a chiamare l'impiegato

delle poste e il capostazione, e di grazia che vengano. Mi sono come indebolito. Il padrone buonanima, il nonno, ci

curava tutti con la ceralacca, per qualsiasi malattia. Io la ceralacca la prendo tutti i giorni gi da vent'anni e anche pi;

sar per quello che sono ancora vivo.

JAA

Come sei noioso, nonno. (Sbadiglia).Almeno crepassi in fretta.

FIRS

Eh, tu... buono a nulla! (Brontola).

Trofimov e Ljubov' Andreevna ballano nel salone, poi in salotto.

LJUBOV' ANDREEVNA

Merci! Fatemi sedere un attimo. (Si siede).Sono stanca.

Entra Anja.

ANJA (agitata)

Proprio adesso in cucina qualcuno ha detto che il giardino dei ciliegi stato venduto.

LJUBOV' ANDREEVNA

Venduto a chi?

ANJA

Non ha detto a chi. Se n' andato (Balla con Trofimov, passano entrambi nel salone)..

JAA

Sono solo le chiacchiere di un vecchio in cucina. Uno mai visto.

FIRS

E Leonid Andrei non ancora tornato. Ha messo il cappotto leggero, da mezza stagione, come niente si prende un

raffreddore. Ah, giovent senza cervello.

LJUBOV' ANDREEVNA

Adesso muoio. Andate, Jaa, scoprite a chi stato venduto.

JAA

Ma gi un po' che se n' andato, il vecchio. (Ride).

LJUBOV' ANDREEVNA (leggermente indispettita)

Beh, che c' da ridere. Di cosa siete cos contento?

JAA

Epichodov che mi fa ridere. Un imbecille. Settantasette disgrazie.

LJUBOV' ANDREEVNA

Firs, se la propriet sar venduta, dove te ne andrai?

FIRS

Dove mi ordinerete di andare, l io andr.

LJUBOV' ANDREEVNA

Perch hai quella faccia? Non stai bene? Dovresti andarti a coricare...

FIRS

S... (Con sufficienza).Io vado a letto e qui chi serve a tavola, chi d gli ordini? Ci sono solo io per tutta la casa.

JAA (a Ljubov' Andreevna)

Ljubov' Andreevna! Permettetemi una domanda, vi prego! Se tornerete ancora a Parigi, portatemi con voi, fatemi la

grazia. Per me restare qui assolutamente impossibile. (Guardandosi intorno, a mezzavoce).Non il caso di dirlo, lo

vedete da sola, il paese ignorante, la gente incivile, e poi la noia, si mangia da cani, e questo Firs sempre in giro a

brontolare cose incomprensibili e fuori luogo. Prendetemi con voi, siate tanto gentile!

Entra Piik.

PIIK

Concedetemi questo... valzerino, mia bellissima...

(Ljubov' Andreevna lo segue).Incantevole, eppure me li darete quei centottanta rubletti... Me li darete...

(Balla).Centottanta rubletti...

Passano nel salone.

JAA (canterella sottovoce)

"Capirai tu mai, l'ansia dell'anima mia ... ".

Nel salone una figura in cilindro grigio e pantaloni a scacchi gesticola e salta; grida di: "Brava, arlotta Ivanovna!".

DUNJAA (si fermata per incipriarsi)

La padrona mi ha ordinato di ballare, i cavalieri abbondano e le dame sono poche, ma a me il ballo fa girare la testa e

venire il batticuore; Firs Nikoalevi, l'impiegato delle poste mi ha detto una cosa che mi ha tolto il respiro...

La musica si quieta.

FIRS

Che cosa ti ha detto?

DUNJAA.

Voi, ha detto, siete come un fiore.

JAA (sbadiglia)

Ignorante... (Esce).

DUNJAA

Come un fiore... Sono una ragazza cos delicata, adoro le parole dolci.

FIRS

Finisci male, tu.

Entra Epichodov.

EPICHODOV

Voi, Avdotja Fedorovna, non gradite vedermi... neanche fossi un insetto. (Sospira).Eh, la vita!

DUNJAA

Che cosa volete?

EPICHODOV

Ma avete ragione, senza dubbio. (Sospira).Ma certamente, se si guarda da un certo punto di vista, allora voi, se mi

consentito dirlo, mi scuserete la franchezza, voi mi avete ridotto in questo stato di spirito. So bene di essere perseguitato

dalla malasorte, ogni giorno mi succede qualche disgrazia, ci ho gi fatto da tempo l'abitudine e riesco anche a sorridere

del mio destino. Ma voi mi avevate dato la parola, e per quanto...

DUNJAA

Vi prego, ne parleremo dopo, intanto lasciatemi in pace. Adesso sto sognando. (Gioca col ventaglio).

EPICHODOV

Ogni giorno una disgrazia, e io, se mi consentito dirlo, mi limito a sorridere, ne rido persino.

Entra Varja dal salone.

VARJA

Sei ancora qui, Semn? Ma sei davvero un bel villano. (A Dunjaa).Va', Dunjaa, via di qua. (A Epichodov).Prima

giochi a biliardo e rompi una stecca, poi vai su e gi per il salotto, come se fossi un ospite.

EPICHODOV

Rimproveri da voi, se mi consentito dirlo, non ne accetto.

VARJA

Non ti sto rimproverando, sto solo parlando. Tutto il giorno in giro da un posto all'altro, e lavorare mai. Per cosa

teniamo un contabile, questo non si sa.

EPICHODOV (offeso)

Se io lavoro, vado su e gi, mangio, gioco a biliardo o no, son cose di cui possono giudicare solo persone mature e col

sale in zucca.

VARJA

Hai il coraggio di parlarmi cos! (Infiammandosi).Come osi? Vuoi dire che io non capisco niente? Vattene da qui,

sparisci! Immediatamente!

EPICHODOV (impaurito)

Vi prego di usare un tono meno violento.

VARJA (fuori di s)

Immediatamente, fuori! Vattene!

Epichodov va verso la porta, Varja lo segue.

Settantasette disgrazie! Neanche l'ombra tua voglio pi vedere in questa casa! Non capitarmi pi davanti agli occhi!.

Epichodov uscito, si sente la sua voce al di l della porta: "Mi lagner di voi".

Cos', torni indietro? (Afferra il bastone che Firs aveva appoggiato accanto alla porta).Vieni... Vieni... Vieni, che te la

faccio vedere io... Ah, vieni eh? Vieni? To', allora, prendi... (Agita il bastone).

In quel momento entra Lopachin.

LOPACHIN

Grazie di cuore.

VARJA (arrabbiata e sarcastica)

Scusatemi!

LOPACHIN

Ma vi pare. Vi ringrazio sentitamente per la calorosa accoglienza.

VARJA

Non il caso di ringraziare. (Si allontana, poi si volta e chiede dolcemente).Non vi ho fatto troppo male?

LOPACHIN

Ma no, non niente. Salter solo fuori un bel bernoccolone.

Voci dal salone: " arrivato Lopachin! Ermolaj Aleksei!".

PIIK

Parli del diavolo e spuntano le corna... (Bacia Lopachin).Puzzi di cognac, caro mio, dolcezza mia. Anche noi qui siamo

stati allegri.

Entra Ljubov' Andreevna.

LJUBOV' ANDREEVNA

Siete voi, Ermolaj Aleksei? Perch ci avete messo tanto? Dov' Leonid?

LOPACHIN

Leonid Andrei arrivato con me, sta venendo...

LJUBOV' ANDREEVNA (agitata)

E allora? Si fatta l'asta? Parlate!

LOPACHIN (confuso, temendo di manifestare la propria gioia)

L'asta finita verso le quattro... Abbiamo perso il treno, ci toccato aspettare fino alle nove e mezza. (Sospirando

pesantemente).Uff! Mi gira un po' la testa...

Entra Gaev; nella mano destra tiene dei pacchetti, con la sinistra si asciuga lacrime.

LJUBOV' ANDREEVNA

Lenja, ebbene? Lenja, parla! (Impaziente, fra le lacrime).Sbrigati, per amor di Dio...

GAEV (non le risponde, si limita a fare un gesto con la mano; a Firs, piangendo)

Prendi... Ci sono delle acciughe, e qui delle aringhe di Kerensk... Oggi non ho toccato cibo... Ho passato le pene

dell'inferno!

La porta della stanza del biliardo aperta; si sentono i colpi delle palle e la voce di Jaa: "Sette e diciotto!". Gaev

cambia espressione, non piange pi.

Sono stanco morto. Firs, aiutami a cambiarmi. (Va verso la propria stanza, Firs lo segue).

PIIK

Cos' successo all'asta? Racconta una buona volta!

LJUBOV' ANDREEVNA

Si venduto il giardino dei ciliegi?.

LOPACHIN

S, venduto.

LJUBOV' ANDREEVNA

Chi lo ha comprato?

LOPACHIN

L'ho comprato io.

Pausa.

Ljubov' Andreevna annichilita; cadrebbe se non fosse appoggiata ad una poltrona. Varja sfila il mazzo di chiavi dalla

cintura, lo butta sul pavimento in mezzo al salotto ed esce.

Io l'ho comprato! Aspettate, signori, fatemi la cortesia, ho la testa che una giostra, non riesco a parlare...

(Ride).Arriviamo all'asta, Deriganov gi l. Leonid Andrei aveva solo quindicimila rubli, Deriganov ne offre subito

trentamila pi il debito. La situazione subito chiara: il gioco fra noi due; ne lancio quaranta. Lui quarantacinque. Io

cinquantacinque. Lui sale ogni volta di cinque, e io di dieci... E poi fatta. Ne ho offerto novanta pi il debito, ed

toccato a me. Il giardino dei ciliegi adesso mio! Mio! (Ridacchia).Dio mio, signore, il giardino dei ciliegi mio!

Ditemi che sono ubriaco, che ho perso la ragione, che mi sono immaginato tutto... (Pesta i piedi).Non ridete di me! Ah,

se mio padre e mio nonno potessero venir fuori dalle loro tombe e vedere tutto quel che successo, che il loro Ermolaj,

quello che picchiavano, l'ignorante Ermolaj che d'inverno andava in giro a piedi nudi, se vedessero che quello stesso

Ermolaj ha comprato la propriet pi bella che esiste al mondo. Io ho comprato la propriet in cui mio nonno e mio

padre erano schiavi, in cui loro non erano ammessi neanche alle cucine. Sto dormendo, sto sognando, solo

un'impressione... il frutto della vostra immaginazione, coperto dalle tenebre dell'ignoto... (Raccoglie le chiavi,

sorridendo dolcemente).Ha gettato le chiavi per dimostrare che non pi padrona qui... (Fa tintinnare le chiavi).Eh s,

non fa niente.

Si sente l'orchestra che accorda gli strumenti.

Ehi, musicisti, suonate, vi voglio sentire! Venite tutti a vedere Ermolaj Aleksei che alza la scure sul giardino dei

ciliegi, venite a vedere gli alberi che cadono a terra. Costruiremo le ville e i nostri nipoti e pronipoti qui vedranno una

vita nuova... Avanti, musica!

L'orchestra suona. Ljubov' Andreevna si lasciata cadere su una sedia e piange amaramente.

(Con tono di rammarico).Ma perch, perch non mi avete dato ascolto? Mia povera cara, non si torna pi indietro,

adesso. (Fra le lacrime).Oh, se passasse tutto in fretta, se la nostra assurda e infelice vita cambiasse il pi rapidamente

possibile.

PIIK (lo prende sottobraccio, sottovoce)

Piange. Andiamo nel salone, lasciamola sola... Andiamo... (Lo prende sottobraccio e lo porta nel salone).

LOPACHIN

Che succede? Musica, suonate come si deve! Fate tutto come voglio io! (Ironicamente).Arriva il nuovo possidente, il

padrone del giardino dei ciliegi! (Urta involontariamente il tavolino, per poco non fa cadere i candelabri).Posso

ripagare tutto! (Esce con Piik).

Nel salone e nel salotto non rimasto nessuno tranne Ljubov' Andreevna che sta seduta tutta rannicchiata e piange

amaramente. L'orchestra suona in sordina. Entrano rapidamente Anja e Trofimov. Anja si avvicina alla madre e si

inginocchia davanti a lei. Trofimov resta in piedi all'ingresso del salone.

ANJA

Mamma!... Mamma, tu piangi? Cara, buona, dolce mamma mia, mia meravigliosa mamma, ti voglio bene... ti benedico.

Il giardino dei ciliegi stato venduto, non esiste pi, vero, vero, ma non piangere, mamma, ti rimasta la vita da

vivere, ti rimasta la tua anima, cos buona, pura... Vieni via con me, andiamo, cara, via da qui, andiamo!... Pianteremo

un nuovo giardino, pi bello di questo, lo vedrai, capirai, e la gioia, una gioia tranquilla e profonda scender nella tua

anima, come il sole al far della sera, e tu sorriderai, mamma! Andiamo, cara! Andiamo!...

Sipario.

ATTO QUARTO

La scena del primo atto. Non ci sono tendine alle finestre, n quadri, sono rimasti pochi mobili ammucchiati in un

angolo, come per essere venduti. Sensazione di vuoto. Accanto alla porta d'uscita e sul fondo della scena sono radunate

valige, borse da viaggio e simili. La porta di sinistra aperta e da l vengono le voci di Varja e Anja. Lopachin sta in

piedi e aspetta. Jaa regge un vassoio con bicchierini pieni di champagne. Nell'ingresso Epichodov lega una cassa.

Dietro la scena, sul fondo, un brusio di voci. Sono i contadini venuti a dire addio. La voce di Gaev: "Grazie, fratelli,

grazie".

JAA

I popolani sono venuti a salutare. Sa cosa penso, Ermolaj Aleksei, il popolo buono, ma capisce poco.

Il brusio si quieta. Entrano dall'ingresso Ljubov' Andreevna e Gaev; ella non piange ma pallida, il viso trema, non

riesce a parlare.

GAEV

Gli hai dato tutto il tuo portamonete, Ljuba. Non si fa cos! Non si deve!

LJUBOV' ANDREEVNA

Non ce l'ho fatta, non ce l'ho fatta.

Escono entrambi.

LOPACHIN (sulla porta, li segue)

Vi prego, favorite. Un bicchierino d'addio. Non ho pensato di comprarne in citt, e alla stazione ne ho trovato solo una

bottiglia. Favorite!

Pausa.

Ebbene, signori! Non volete gradire? (Si allontana dalla porta).Se lo sapevo, non ne compravo. Beh, non berr

neanch'io.

Jaa appoggia con precauzione il vassoio su una sedia.

Bevi, Jaa, almeno tu.

JAA

A quelli che partono! E a quello che resta! (Beve).Questo non vero champagne, ve l'assicuro.

LOPACHIN

Otto rubli alla bottiglia.

Pausa.

Fa un freddo del diavolo qui.

JAA

Non hanno scaldato oggi, intanto si parte. (Ride).

LOPACHIN

Cos'hai?

JAA

Son contento.

LOPACHIN

Siamo in ottobre ma c' il sole, sereno come d'estate. Ideale per costruire. (Guarda l'orologio e poi la porta). Signori,

tenete presente che mancano solo quarantasei minuti al treno! Fra venti minuti bisogna andare alla stazione. Sbrigatevi.

Trofimov in cappotto entra dal cortile..

TROFIMOV

Mi sembra che sia gi ora di muoversi. I cavalli sono pronti. Dove diavolo sono le mie galosce. Sparite. (Sulla

porta).Anja, le mie galosce non ci sono! Non le ho trovate!

LOPACHIN

Io devo andare a Char'kov. Prendo il treno con voi. A Char'kov rester tutto l'inverno. Quante parole ho sprecato con

voi, mi sento male a far niente. Non riesco a stare senza lavorare, non so dove mettere le mani; si muovono in modo

strano, come se non fossero le mie.

TROFIMOV

Adesso noi partiamo e voi potrete tornare alle vostre preziose fatiche.

LOPACHIN

Beviti un bicchierino.

TROFIMOV

No.

LOPACHIN

Allora vai a Mosca, adesso.

TROFIMOV

S, li accompagno in citt, e domani a Mosca.

LOPACHIN

Gi... Cos', i professori non fanno lezione, tutti ad aspettare il tuo ritorno!

TROFIMOV

Non sono fatti tuoi.

LOPACHIN

Quanti anni sono che studi all'universit?

TROFIMOV

Pensane una nuova. Questa vecchia e stantia. (Cerca le galosce).Sai una cosa, noi probabilmente non ci incontreremo

pi, permettimi di darti un consiglio d'addio: non gesticolare tanto! Togliti quest'abitudine di agitare le mani. E anche

questo costruire villini per trasformare i villeggianti in proprietari, anche questi calcoli sono un gesticolare... In un modo

o nell'altro io ti voglio bene. Hai delle dita sottili e delicate, come quelle di un artista, e anche la tua anima sottile e

delicata...

LOPACHIN (lo abbraccia)

Addio, caro. Grazie di tutto. Se hai bisogno di soldi per il viaggio, te li do io.

TROFIMOV

Perch mai? Non ne ho bisogno.

LOPACHIN

Ma non ne avete.

TROFIMOV

Ne ho. Vi ringrazio. Mi hanno pagato una traduzione. Eccoli qua, in tasca. (Preoccupato).E le mie galosce non si

trovano!

VARJA (da un'altra stanza)

Tenetele le vostre schifezze! (Getta sulla scena un paio di galosce di gomma).

TROFIMOV

Perch vi arrabbiate, Varja? Hmm... Ma queste non sono le mie galosce!

LOPACHIN.

In primavera ho seminato a papavero mille ettari, e adesso ho guadagnato quarantamila rubli puliti. E quando il mio

papavero era in fiore, che quadro! Allora, dico, ho guadagnato quarantamila rubli, e adesso ti offro un prestito perch

me lo posso permettere. Perch fare lo schizzinoso? Io sono un contadino... alla buona.

TROFIMOV

Tuo padre era contadino, il mio farmacista; che cosa vuol dire? Un bel niente.

Lopachin tira fuori il portafoglio.

Lascia perdere... Anche se me ne, dessi duecentomila non li prenderei. Sono un uomo libero. E tutto ci che voi, ricchi e

poveri, tanto apprezzate e tenete a cuore, su di me non ha il bench minimo potere, come una piuma portata dal vento.

lo riesco a cavarmela senza di voi, posso passarvi accanto e tirare dritto, sono forte e fiero. L'umanit va verso la verit

pi alta, verso la felicit pi grande che sia possibile su questa terra, e io sto nelle prime file!

LOPACHIN

Ci arriverai?

TROFIMOV

Ci arriver.

Pausa

Ci arriver, o mostrer ad altri la strada per arrivarci.

Si sentono in lontananza i colpi di scure sugli alberi.

LOPACHIN

Addio, caro. ora di andare. Noi facciamo tanto i presuntuosi l'uno con l'altro e la vita intanto passa. Quando lavoro per

tanto tempo, senza fermarmi, allora pensare pi facile, e mi sembra di sapere perch esisto. Ma quanta gente c' in

Russia, fratello, che esiste senza sapere il perch. Ma intanto, non sono loro a muovere il mondo. Leonid Andrei,

dicono, ha trovato un posto, lavorer in banca, seimila rubli l'anno... Ma non ci resister, cos pigro...

ANJA (sulla porta)

La mamma vi prega di non far abbattere gli alberi finch non partita.

TROFIMOV

Ma diamine, un briciolo di tatto... (Esce dall'ingresso).

LOPACHIN

Subito, subito... Giusto, ma che gente. (Esce dietro di lui).

ANJA

Hanno portato Firs all'ospedale?

JAA

Io l'ho detto questa mattina. Penso che l'abbiano portato.

ANJA (a Epichodov che attraversa il salone)

Semn Pantelei chiedete per favore se hanno portato Firs all'ospedale.

JAA (offeso)

L'ho detto io questa mattina a Egor. Che bisogno c' di chiedere cento volte!

EPICHODOV

Il decrepito Firs, se volete la mia definitiva opinione, non pi riparabile, ora che torni agli antenati. Non posso che

invidiarlo, per altro. (Ha appoggiato una valigia su una cappelliera e l'ha schiacciata).Guarda qua, come no. Lo

sapevo. (Esce).

JAA (con sarcasmo)

Settantasette disgrazie...

VARJA (dietro la porta).

Hanno portato Firs all'ospedale?

ANJA

S.

VARJA

Perch non hanno preso la lettera per il dottore?

ANJA

Bisogner fargliela avere... (Esce).

VARJA (dalla camera vicina)

Dov' Jaa? Ditegli che arrivata sua madre, vuole salutarlo.

JAA (fa un gesto con la mano)

Mi fa gi perdere la pazienza.

Dunjaa si affanna in continuazione vicino alle valigie; adesso che Jaa rimasto solo gli si avvicinata.

DUNJAA

Mi aveste almeno degnata di uno sguardo, Jaa. Voi partite... Mi lasciate... (Piange e gli si getta al collo).

JAA

Che c' da piangere? (Beve champagne).Tra sei giorni sar di nuovo a Parigi. Domani prendiamo l'espresso e via, chi s'

visto s' visto. Non riesco neppure a crederci. Vive la France!... Qui non fa per me, non ci posso vivere... non c' niente

da fare. Ne ho vista abbastanza di incivilt: basta. (Beve campagne).Che c' da piangere? Portatevi bene, e non avrete da

piangere.

DUNJAA (s'incipria guardandosi in uno specchietto)

Scrivetemi da Parigi. Io vi ho amato, Jaa, tanto! Io sono una creatura sensibile, Jaa!

JAA

Vengono. (Si d da fare con le valigie, canterella sottovoce).

Entrano Ljubov' Andreevna, Gaev, Anja e arlotta Ivanovna.

GAEV

Faremmo meglio ad andare. Manca poco. (Guardando Jaa).Chi che puzza cos di aringa!

LJUBOV' ANDREEVNA

Tra una decina di minuti dovremo gi essere in carrozza... (Gira lo sguardo per la stanza).Addio, cara casa, vecchio

nonno. Verr l'inverno, si far primavera, e tu non ci sarai pi, sarai abbattuta. Quante cose hanno visto queste pareti!

(Bacia la figlia con trasporto). Tesoro mio, tu risplendi, i tuoi occhi brillano come due diamanti. Sei contenta? Molto?

ANJA

Molto! Comincia una vita nuova, mamma!

GAEV (allegramente)

A dire il vero adesso tutto a posto. Prima che il giardino dei ciliegi fosse venduto, tutti eravamo agitati, soffrivamo,

poi, quando il problema si definitivamente risolto, irrevocabilmente, ci siamo tutti calmati, addirittura rallegrati.. Io

son diventato un bancario, un finanziere... palla gialla e carambola, e tu, Ljuba, in un modo o nell'altro hai un aspetto

migliore, senza dubbio.

LJUBOV' ANDREEVNA

S. I miei nervi vanno meglio, vero.

Le porgono cappello e cappotto.

Adesso dormo bene. Portate via la mia roba, Jaa. ora. (Ad Anja).Bambina mia, ci vedremo presto... Vado a Parigi, l

vivr col denaro che la nonna di Jaroslavl' ha mandato per comprare la propriet, evviva la nonna, anche se non durer a

lungo..

ANJA

Tornerai presto, mamma, presto... non vero? Io mi preparer, passer gli esami al ginnasio e poi lavorer, per aiutarti.

Noi, mamma, leggeremo insieme tanti libri... Non vero? (Bacia le mani alla madre).Leggeremo nelle sere d'autunno,

leggeremo tanti libri, e davanti a noi si aprir un mondo nuovo, meraviglioso... (Sogna).Mamma, ritorna...

LJUBOV' ANDREEVNA

Torner, tesoro mio. (Abbraccia la figlia).

Entra Lopachin. arlotta canterella sottovoce una canzone.

GAEV

felice arlotta: canta!

ARLOTTA (prende un fagotto che sembra un bambino in fasce)

Bimbetto mio, ninna nanna...

Si sente il pianto di un bambino: "U, u!...".

Zitto, bello mio, bambino mio caro.

"U!... u!...".

Piccolino, che pena mi fai! (Ributta il fagotto al suo posto).E voi, per favore, trovatemi un posto. Non posso campare

cos.

LOPACHIN

Lo troveremo, arlotta Ivanovna, non vi preoccupate.

GAEV

Tutti ci lasciano, Varja se ne va... da un momento all'altro siamo diventati inutili.

ARLOTTA

Non so dove stare in citt. Di qui devo andar via... (Canterella).Non importa...

Entra Piik.

LOPACHIN

Oh, la meraviglia della natura!...

PIIK (ansimando)

Fatemi tirare il fiato... sono sfinito... Miei rispettabilissimi amici... Datemi un po' d'acqua...

GAEV

A batter cassa venuto? Servitore umilissimo, fuggo le tentazioni... (Esce).

PIIK

un bel pezzo che non vengo da voi, mia bellissima... (A Lopachin).Tu qui... contento di vederti... persona di

grandissimo ingegno... prendi... tieni... (Porge del denaro a Lopachin).Quattrocento rubli... Te ne devo ancora

ottocentoquaranta.

LOPACHIN (stupito, si stringe nelle spalle)

Sogno o son desto?... Dove li hai presi?

PIIK

Aspetta... Che caldo... Una faccenda incredibile. Sono venuti da me degli inglesi e hanno trovato nella mia terra non so

che argilla bianca... (A Ljubov' Andreevna).E a voi quattrocento... bellissima... meravigliosa... (Porge il denaro).Il resto

un'altra volta. (Beve l'acqua).Proprio adesso un giovanotto raccontava sul treno che un certo... un grande filosofo

consiglia di buttarsi dal tetto... "Salta!" dice, e tutto risolto. (Stupito).Ma pensate un po'! Acqua!...

LOPACHIN

Chi sono questi inglesi?.

PIIK

Gli ho concesso l'appezzamento con l'argilla per ventiquattro anni... Ma adesso, scusate, non ho tempo... devo scappare

altrove... Andr da Znojkov... da Kardamonov... Sono in debito con tutti... (Beve).Vi auguro ogni bene... Passer

gioved...

LJUBOV' ANDREEVNA

Ci stiamo trasferendo in citt, e domani io andr all'estero.

PIIK

Come? (Agitato).Perch in citt? Guarda, guarda adesso vedo i mobili... le valige... Ma non fa niente... (Tra le

lacrime).Gente di grandissimo ingegno questi inglesi... Non importa... Siate felici... Dio vi aiuter... Non importa... Ogni

cosa ha fine a questo mondo... (Bacia la mano a Ljubov' Andreevna).Se vi dovesse arrivare la notizia che arrivata la

mia fine, ricordatevi di questo... cavallo, e dite: "C'era una volta al mondo un certo tale... Simeonov-Piik... che Dio lo

abbia in gloria"... Che tempo stupendo... S... (Esce fortemente turbato, ma rientra subito e dice sulla porta).La mia

Daen'ka vi manda i suoi rispetti! (Esce).

LJUBOV' ANDREEVNA

Adesso possiamo andare. Parto con due pene. La prima Firs malato. (Guarda l'orologio).Abbiamo ancora cinque

minuti...

ANJA

Mamma, Firs gi stato portato all'ospedale. Jaa ci ha pensato stamattina.

LJUBOV' ANDREEVNA

La mia seconda pena Varja. abituata ad alzarsi presto e a lavorare, e ora senza lavoro come un pesce fuor d'acqua.

dimagrita, pallida e piange, poveretta...

Pausa.

Voi lo sapete bene, Ermolaj Aleksei; io sognavo... di darla in moglie a voi, e secondo tutte le apparenze sembrava che

l'avreste sposata. (Bisbiglia qualcosa ad Anja che fa un cenno a arlotta, escono entrambe).Varja vi ama, a voi lei

piace, non so, non so perch continuiate ad evitarvi. Non capisco!

LOPACHIN

Anch'io non capisco, credetemi. C' qualcosa di strano in tutto questo... Se siamo ancora in tempo, io sono pronto anche

adesso... Facciamola finita e basta, perch senza di voi, lo sento che non mi dichiarerei mai.

LJUBOV' ANDREEVNA

Magnifico. Ci vuole solo un minuto. Adesso la chiamo...

LOPACHIN

C' persino lo champagne. (Guarda i bicchierini).Sono vuoti, qualcuno ha gi bevuto.

Jaa tossisce.

Questo s che si chiama bere...

LJUBOV' ANDREEVNA (con vivacit)

Benissimo. Noi andiamo... Jaa, allez! La chiamo... (Alla porta).Varja, lascia perdere tutto, vieni qua. Vieni! (Esce con

Jaa).

LOPACHIN (guarda l'orologio)

S...

Pausa.

Dietro la porta un riso trattenuto, un fruscio, infine entra Varja.

VARJA (controlla a lungo i bagagli)

Che strano, non riesco a trovare...

LOPACHIN

Che cosa state cercando?.

VARJA

L'ho messo via io e non mi ricordo.

Pausa

LOPACHIN

Dove andrete adesso, Varvara Michajlovna?

VARJA

Io? Dai Ragulin... Ho combinato che vado da loro a dirigere la casa... come governante, insomma.

LOPACHIN

A Janevo? Una settantina di chilometri.

Pausa

E cos la vita in questa casa finita...

VARJA (fissando i bagagli)

Ma dove sar mai... O forse l'ho messo nel baule... S, la vita in questa casa finita... non ci sar pi...

LOPACHIN

E io invece vado a Char'kov... col loro stesso treno. Ho molte cose da fare. Qui ci lascio Epichodov... L'ho assunto.

VARJA

Davvero!

LOPACHIN

L'anno scorso di questi giorni nevicava gi, se vi ricordate, adesso invece sereno, c' il sole. Fa solo freddo... Tre gradi

sotto zero.

VARJA

Non ho guardato.

Pausa.

E poi si rotto il termometro...

Pausa.

Voce che viene dall'esterno: "Ermolaj Aleksei!...".

LOPACHIN (come se da tempo aspettasse quella chiamata)

Subito! (Esce in fretta).

Varja, seduta sul pavimento col capo appoggiato ad un fagotto di abiti, singhiozza silenziosamente. Si apre la porta,

entra cautamente Ljubov' Andreevna.

LJUBOV' ANDREEVNA

Ebbene?

VARJA (non piange pi, si asciugata gli occhi)

S, mamma, ora. Io far in tempo ad andare dai Ragulin in giornata, se non perdo il treno...

LJUBOV' ANDREEVNA (sulla porta)

Anja, vestiti!

Entrano Anja, poi Gaev, arlotta Ivanovna. Gaev indossa un cappotto pesante col cappuccio. Arriva la servit, i

cocchieri. Accanto ai bagagli si affaccenda Epichodov.

Adesso possiamo muoverci..

ANJA (felice)

In viaggio!

GAEV

Amici miei, cari, amati amici miei! Lasciando per sempre questa casa, posso forse tacere, posso forse trattenermi

dall'esprimere nel momento dell'addio quei sentimenti che colmano tutto il mio essere...

ANJA (supplicante)

Zio!

VARJA

Zio, non il caso!

GAEV (mesto)

Due sponde, gialla al centro... Taccio...

Entra Trofimov e poi Lopachin.

TROFIMOV

Ebbene, signori, ora di andare!

LOPACHIN

Epichodov, il mio cappotto!

LJUBOV' ANDREEVNA

Io resto un minuto ancora. Prima non avevo mai visto le pareti che ci sono in questa casa, i suoi soffitti, ed ora li guardo

con una tale avidit, con un amore cos tenero...

GAEV

Mi ricordo, quando avevo sei anni, nel giorno della Trinit stavo seduto su questo davanzale e guardavo mio padre che

andava in chiesa...

LJUBOV' ANDREEVNA

Hanno portato via tutti i bagagli?

LOPACHIN

Pare di s. (A Epichodov, indossando il cappotto).Epichodov, guarda se tutto in ordine.

EPICHODOV (parla con voce roca)

State tranquillo, Ermolaj Aleksei!

LOPACHIN

Che razza di voce ti venuta fuori?

EPICHODOV

Ho bevuto dell'acqua, qualcosa mi andato per traverso.

JAA (con disprezzo)

Incivili...

LJUBOV' ANDREEVNA

Partiamo, e qui non resta anima viva...

LOPACHIN

Fino alla primavera.

VARJA (tira fuori da un fagotto un ombrello, come se volesse usarlo per minacciare qualcuno)

Lopachin fa finta di spaventarsi.

Ma cosa pensate... Non avevo nessuna intenzione..

TROFIMOV

Signori, saliamo in carrozza... ora! Tra poco arriva il treno!

VARJA

Petja, eccole le vostre galosce, accanto alla valigia. (Tra le lacrime).Come sono sporche, vecchie...

TROFIMOV (mettendosi le galosce)

Andiamo, signori!...

GAEV (fortemente turbato, ha paura di scoppiare in lacrime)

Il treno... la stazione... Crois al centro, doppia sponda la bianca ...

LJUBOV' ANDREEVNA

Andiamo!

LOPACHIN

Ci siete tutti? Non c' rimasto nessuno? (Chiude la porta laterale di sinistra).Qui ci rimane della roba, bisogna

chiudere. Andiamo!...

ANJA

Addio, casa! Addio, vita vecchia!

TROFIMOV

Buongiorno, vita nuova!... (Esce con Anja).

Varja abbraccia la stanza con lo sguardo e esce senza fretta. Escono Jaa e arlotta con il cane.

LOPACHIN

Ci vediamo in primavera. Uscite, signori... Arrivederci!... (Esce).

Ljubov' Andreevna e Gaev sono rimasti soli. E, come se avessero aspettato questo momento, si gettano l'uno al collo

dell'altra e singhiozzano compostamente, in silenzio, temendo che gli altri li possano sentire.

GAEV (disperato)

Sorella mia, sorella mia...

LJUBOV' ANDREEVNA

Mio caro, dolce, meraviglioso giardino!... Vita mia, giovinezza mia, felicit mia, addio!... Addio!...

Voce di Anja: "Mamma!".

Voce di Trofimov: "Au!...".

LJUBOV' ANDREEVNA

Eccoci!...

Escono.

La scena deserta. Si sente che chiudono a chiave tutte le porte e poi le carrozze che partono. Si diffonde la calma. Nel

silenzio si levano sordi colpi d'ascia sugli alberi, che risuonano solitari e tristi.

Si sentono dei passi. Dalla porta di destra appare Firs. Indossa come sempre, giacca e gilet bianco, ai piedi ha le

pantofole. E ammalato.

FIRS (si avvicina alla porta, prova la maniglia)

Chiuso. Se ne sono andati... (Siede sul divano).Si sono dimenticati di me... Non fa niente... io resto qui... E Leonid

Andrei non si sar messo la pelliccia, sar partito in cappotto... (Sospira preoccupato).Io non ho controllato... Ah

giovent scapestrata! (Borbotta qualcosa di incomprensibile).La vita passata, come se non avessi vissuto... (Si

corica).Mi sdraio un po'... Non hai pi forza, non ti rimasto proprio niente, niente... Eh tu... buono a nulla!... (Resta

sdraiato, immobile).

Si sente un suono lontano, come se venisse dal cielo, il suono di una corda di violino che si spezza, un suono triste,

morente. Cade il silenzio, si ode soltanto, in lontananza, la scure che si abbatte sugli alberi..

Sipario

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