Il giardino delle cose perdute

Stampa questo copione

Un breve copione per ragazzi che richiama l’attenzione sull’importanza di rendere consapevoli e partecipi i figli delle problematiche familiari, trasmettendo al tempo stesso un messaggio semplice e tuttora valido, nonostante l’eccessivo pragmatismo dei tempi moderni: non bisogna mai distrarre la speranza!

(Ester Annetta

Via del Casale Giuliani 46

00141 Roma

Cell.339 3034840

Posizione SIAE n. 212341 - Sez. D.O.R. Autori)

IL GIARDINO DELLE COSE PERDUTE

Scena Prima

La cucina di una modesta abitazione. Macchie di umidità e muffa alle pareti. Arredamento essenziale; una vasca per il bucato, la lavatrice. Una donna fa il bucato china sulla vasca. Un bambino fa i compiti seduto al tavolino.

MAMMA - …e ricorda: l’unica parola che può scriversi con due Q è soqquadro…

FILIPPO -…invece acqua e tutte le sue parole composte o derivate si scrivono con CQ. Me lo ricordo, mamma!

MAMMA – Non essere seccato Filippo. E’ importante saper scrivere bene. Un giorno potresti diventare un bravo avvocato o un giornalista; perfino uno scrittore famoso di avvincenti romanzi di fantascienza!

FILIPPO – E allora tu perché non sei diventata famosa, mamma? Hai scritto un mucchio di bei racconti per me!

MAMMA – Beh, Filippo, ci vuole anche un po’ di fortuna. Ho provato a spedire le mie storie a diversi editori, ma nessuno mi ha mai risposto interessato.

FILIPPO – Forse perché non sono bambini! O non hanno letto con attenzione. Peccato!

Mamma, ma perché lavi tutti quei panni a mano? Ti stanchi. Usa la lavatrice!

MAMMA – E’ che in questo modo faccio prima; e non consumo corrente.

FILIPPO – E’ per la bolletta, vero?

MAMMA – Tesoro, lo sai che da quando papà ha perso il lavoro abbiamo un po’ di difficoltà. Dobbiamo cercare di risparmiare e, soprattutto, di evitare sprechi.

Però sai una cosa? Ti ricordi della signora Ada, quella per cui cucivo i vestiti?

 

FILIPPO – Quella che ti chiamava “la sarta scrivana” e ti aveva regalato il suo vecchio computer per poter scrivere i tuoi racconti?

MAMMA – Si! Ho ricominciato a lavorare per lei: mi ha commissionato tre nuovi vestiti e mi paga bene!

(intanto ha finito di lavare)

FILIPPO – Vuoi che ti aiuti a portare la bacinella in terrazzo?

MAMMA – No, tesoro, non preoccuparti, posso salire in ascensore. Continua a fare i compiti e non distrarti.

La mamma esce. Filippo riprende a studiare.

Si sente un brusio. Filippo si pone in ascolto guardandosi intorno, poi si alza. Si accorge che il brusio viene dalla lavatrice. Si avvicina, apre l’oblò e si affaccia all’interno.

FILIPPO – Ehi..? C’è qualcuno lì dentro?

Si spinge sempre più dentro, finchè scompare con un urlo. Buio.

La scena cambia. La luce si riaccende su un giardino dai mille colori. Filippo riappare nel cavo di un vecchio tronco d’albero abbattuto. Accanto c’è una strana creatura, sembra un folletto.

Scena Seconda

FOUNDLING – Ciao, ben arrivato! L’atterraggio non è comodo, lo so!

FILIPPO – C..ciao…Ma..dove sono? Chi sei tu?

FOUNDLING – Mi chiamo Foundling, e sono il Capo Custode del Giardino delle Cose Perdute.

FILIPPO – E che posto è?

FOUNDLING – Questo! E’ il posto dove finiscono tutte le cose che voi umani perdete sulla terra.

FILIPPO – Cosa?

FOUNDLING – Hai capito bene! Qualunque cosa abbiate perduto o non troviate più lassù, è qui che finisce!

Ma non sono in molti a sapere dell’esistenza di questo posto.

FILIPPO – Ma io come ci sono finito?

FOUNDLING – Sulla terra ci sono alcuni portali magici attraverso cui è possibile arrivare. Sono nascosti; si trovano in posti inimmaginabili e ci si finisce dentro per caso. Tu, per esempio, dove l’hai trovato?

FILIPPO – Io…veramente…ho solo sentito delle voci nella lavatrice!

FOUNDLING – Vedi?

FILIPPO - Ma perché sono nascosti? Se è vero quello che dici, allora tutti quelli che perdono qualcosa dovrebbero poter venire a cercarla qui!

FOUNDLING – Sbagliato! Solo chi davvero è disperato per aver perso qualcosa di importante  può arrivarci.

Moltissimi umani si rassegnano presto o dimenticano facilmente ciò che hanno perduto, magari perché lo sostituiscono subito con altro o perché in fondo non gliene importa.

Ma se tu sei qui, devi aver perso qualcosa cui tieni molto.

FILIPPO – Beh, in verità non ho perso niente. Ho molta cura delle mie cose: i miei libri, i miei giocattoli… Non sono molti, e ci tengo tantissimo.

Però, ora che ci penso, qualcosa che potrei ritrovare - ma non per me - ci sarebbe.

FOUNDLING – Guidooooo! (urla)

Di corsa arriva un secondo folletto

GUIDO – Mi cercavi?

FOUNDLING – Guido, qui abbiamo un C.C.A.!

FILIPPO – Non capisco. Cos’è un C.C.A.?

FOUNDLING – Un Cercatore di Cose Altrui! E’ compito tuo, Guido, mi pare!

GUIDO – No, spetta ad Orlando! Quella furia di un folletto è sempre in giro! Vado a cercarlo.

Ma prima dimmi, giovanotto, qual è la cosa persa da un altro che intendi ritrovare?

FILIPPO – Ecco, é… E’ il lavoro del mio papà.

GUIDO – Come dici?

FILIPPO – Mio padre ha perso il lavoro qualche mese fa. Da allora abbiamo qualche difficoltà. Mamma fa la sarta, ma non guadagna molto. Si dà tanto da fare, in casa, e si stanca talmente che spesso la sera non ce la fa neppure a cenare. Ma io credo che sia una scusa.

Papà faceva il geometra. Ora è sempre triste e silenzioso.  

Sono sicuro che se riesco a ritrovare il suo lavoro e a riportarglielo, tornerà a sorridere e saremo di nuovo tutti felici!

GUIDO – Capisco. Aspetta qui un momento.

Guido si apparta con Foundling

GUIDO – Foundling, non voglio essere io a deludere il ragazzo, ma bisogna dirglielo che qui possono essere ritrovate le cose perdute fatte di MATERIA. Il lavoro di suo padre non lo è!

FOUNDLING – Non possiamo distruggere la sua speranza, però! E’ poco più che un bambino, ma dimostra bontà, sensibilità ed altruismo più di tanti adulti...!

GUIDO – Facciamo allora che lo capisca da sé. Lo guiderò attraverso il giardino finché si renderà conto che ciò che cerca non è qui.

FOUNDLING – Va bene.

Ragazzo, segui Guido. Andrete a chiamare Orlando e insieme cercherete ciò che intendi ritrovare.

Filippo e Guido escono. Foundling rimane un po’ pensieroso. Poi suona il suo corno.

Da ogni lato accorrono altri folletti.

FOUNDLING – Membri del Consiglio del Giardino, vi ho riuniti per esporvi una questione molto importante.

Oggi è arrivato un ragazzo alla ricerca di un SOGNO.

Come sapete, i sogni non rientrano nella nostra competenza ma in quella dei Guardiani dei Cassetti dei Sogni; e loro non si lasciano convincere dalle richieste degli umani: scelgono del tutto casualmente quali sogni concedere, trasformandoli in realtà.

Secondo la nostra Costituzione, però, Custodi e Guardiani, una volta l’anno, possono scambiarsi una richiesta. Noi, perciò, possiamo votare per un sogno perduto che ci sembri meritevole e chiedere ai Guardiani di realizzarlo.

La richiesta di quest’anno non è stata ancora formulata. Vorrei allora chiedervi di aiutare questo ragazzo.

1° FOLLETTO – Ma di che sogno si tratta?

FOUNDLING – Il più nobile dei sogni: quello di ridare speranza …anche se lui ancora non lo sa!

Il ragazzo è venuto qui a cercare il lavoro che suo padre ha perso. Non lo troverà – lo sappiamo - e ne rimarrà deluso.

Ma un cuore così puro e gentile merita riguardo; l’altruismo e la solidarietà vanno apprezzati e premiati.

Lo capite? Non chiede per sé, ma per qualcuno che ama, e per il bene e la serenità di tutta la sua famiglia.

Dobbiamo aiutarlo!

2° FOLLETTO – Ma, capo, un lavoro perduto da ritrovare non è materia ma non è neppure sogno! Quindi nemmeno i Guardiani possono fare alcunché!

 

FOUNDLING – Infatti non è per quello che dobbiamo intervenire, ma perché i Guardiani realizzino un sogno qualunque che abiti in quella famiglia, a chiunque appartenga, e che migliori il futuro di tutti.

Basterà a ridare fiducia a quelle persone così umili ed oneste e a far loro riscoprire il valore della speranza.

3° FOLLETTO – Io sono d’accordo!

4° FOLLETTO – La generosità è un dono del cielo. Si, aiutiamo il ragazzo!

TUTTI – Si, si!

FOUNDLING – Bene, il voto è unanime!

(Rivolto ad uno dei folletti) Ermete, corri subito dai Guardiani a riferire la nostra decisione. E grazie a tutti voi.

Il Consiglio è sciolto.

Tutti escono. Resta solo Foundling, mentre rientrano Filippo, Guido e Orlando.

FILIPPO - Questo posto è fantastico. C’è di tutto: pattini, occhiali, penne, tantissimi palloni e perfino dentiere!

GUIDO – E siamo stati solo nel viale delle C.P.D.P., le Cose Perse Da Poco!

ORLANDO – …nel settore dei Cercatori di Cose Altrui! Ma c’è anche il settore dei Cercatori di Cose Proprie!

GUIDO – E dovresti vedere la radura delle C.P.O.D., le Cose Perdute Ormai Dimenticate!  

ORLANDO – Oh, si: ci sono alberi secolari per ogni tipo di cosa perduta!

FILIPPO – Fantastico! …ma… credo che quello che io cerco non si trovi qui.

FOUNDLING  – E’ proprio così, ragazzo.

Un lavoro, come una ragione, una fiducia, un’amicizia o un sogno perduti non puoi trovarli qui, dove custodiamo solo oggetti fatti di materia. E sai perché?

FILIPPO – No. Vuoi dirmelo?

FOUNDLING  – Perché quel genere di cose non sono mai, in fondo, definitivamente perdute.

Con l’impegno, il coraggio e, soprattutto, la speranza puoi accorgerti che si possono sempre ritrovare.

GUIDO – Torna a casa, ragazzo, e porta con te questa consapevolezza. Raccontala alla tua mamma e al tuo papà ed esortali a non arrendersi.

ORLANDO – Con speranza e fiducia, ogni cosa si aggiusta.

FILIPPO – Me ne ricorderò. Grazie, amici. Grazie a tutti.

Filippo rientra nel tronco cavo e scompare. Buio

Luce. Di nuovo la cucina. Filippo è seduto al tavolo e dorme, con la testa poggiata sulle braccia.

Entra la mamma e delicatamente lo scuote.

Scena Terza

MAMMA – Tesoro, è tardi. Hai studiato tutto il giorno e sei crollato. Prendi una tazza di latte e vai a dormire; metto io a posto i tuoi libri.

FILIPPO – (si ridesta, intorpidito) Ho fatto un sogno stranissimo, mamma; mi trovavo in un posto incredibile, dove si ritrovano le cose perdute.

Però te lo racconto domani.

(dà un bacio alla mamma)

Buonanotte mamma. Non ti stancare. Vedrai che tutto si sistema.

Ti voglio bene.

MAMMA – Buonanotte, mio piccolo saggio. Ti voglio bene anch’io.

Filippo esce. La mamma comincia a rassettare la cucina; sta spazzando il pavimento quando si accorge di una lettera finita sotto a un mobile.

MAMMA – (Tra sé) E questa cos’è? Deve averla infilata il postino sotto la porta mentre non c’eravamo. Ma come avrà fatto a finire lì sotto?

Apre e legge mentalmente. Ha un attimo di mancamento.

MAMMA. – Giovanni! Giovanni!

Entra il marito preoccupato.

GIOVANNI – Costanza, cosa succede?

MAMMA - Ti prego, leggi questa; dimmi se è tutto vero!

Giovanni prende la lettera e legge.

GIOVANNI – Casa Editrice “Il Guardiano dei Sogni” – Editoria per l’infanzia

Gentile Signora…

Siamo lieti di informarla che la nostra casa editrice ha notevolmente apprezzato i suoi racconti e li ritiene adatti a…

Le offriamo pertanto un contratto…

…per la somma di…

L’aspettiamo nei nostri uffici alle 9.30 di giovedì 21 p.v. per la sottoscrizione…

Costanza, è vero! E’tutto vero! Ce l’hai fatta!

Si abbracciano. La luce scende. Resta illuminato l’oblò della lavatrice, da cui, sorridendo, fa capolino Foundling.

FOUNDLING – La speranza è la sola chiave che apre il cassetto dei vostri sogni: abbiate cura di non perderla mai!

Buio.