Il grande padre

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IL GRANDE PADRE

di

Damiano Landriccia


Il sipario è chiuso. Una voce maschile fuori scena recita quanto segue:

Voce maschile
Per favore… signori e signore… abbiate la pazienza e la gentilezza di un po’ di silenzio.
Fa una breve pausa.

Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale 
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso almeno un milione di scale dandoti il braccio
Non già perché con quatt’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.


All’apertura del sipario 

Arredamento
Un posto di gran prestigio con un salone grande e camino al centro e persiani ai piedi del divano. Una tavola grande imbandita a festa e apparecchiata con gran cura. 


Storia 
Lui, Eugenio Maria Barbato lavora in una ditta edile da impiegato sesta qualifica funzionale. Stipendio sicuro ogni fine mese di duemilioni e trecentomila al mese con straordinari. Vestito elegante con una busta grande a penzoloni dalla mano destra e un telefonino nell’altra. 

In scena
Non apre con le chiavi preferisce suonare. Gli apre sua figlia piccola Cristina, sorella della più grande altra figlia Antonietta. Gli sorride con l’apparecchio, chiude gli occhioni azzurri spiccicati a quelli del papà e spiccica le labbra. Lui chinandosi la bacia sulle labbra e poi sulla fronte. E quando Cristina gli dà le spalle gridando che il paparino è arrivato, lui le tira uno schiaffetto sul sedere.
Butta come al solito il cappotto sul divano. Antonietta gli va incontro e gli sbaciucchia il viso poi esce di scena. 

Cristina
- Hai regali papi?

Eugenio 
- Non è mica tempo di regali!

Cristina 
- Scherzi… è il 24 dicembre! La vigilia.

Eugenio 
- Che precisona!


Cristina prende la mano e il telefonino del suo papà. Siede sul divano e prende a giocare con il telefonino
Cristina
- Chiamerò personalmente Babbo Natale ma lui sicuramente si negherà, risponderà la segreteria dicendo che è fuori per lavoro, di lasciare pure un messaggio! Chissà di chi sarà la voce alla segreteria? 

Eugenio 
Sorride e si sfila la cravatta.

Cristina 
- Tu ci credi a Babbo Natale papà?


Eugenio 
In quel momento gli viene solo una grande faccia da culo da buon adulto ma non se la sente di mentire.
- Se magari lo vedessi entrare dal camino o…

Cristina 
- Anche se sono piccola non lo sono nella misura in cui credi tu papà: ho dieci anni.

Eugenio 
- Non aver fretta di crescere.

Cristina 
- Non hai risposto alla mia domanda!

Eugenio 
La guarda e le si siede accanto sul letto.
- Sei più brava tu a recitare la parte dell’adulto, amore, perché io oggi non ho voglia di essere nulla di impegnativo. Penso anche che tu abbia già una risposta.

Cristina 
- La mamma dice che tu non credi in nulla neanche in Dio.

Eugenio 
- La mamma, ma tu credi che io non creda in nulla?

Cristina 
- Tu credi in me.

Eugenio 
La abbraccia.

Cristina
- È da tempo che volevo chiederti una cosa pà.

Eugenio
La scioglie dalle sue braccia.

Cristina 
- Quando siamo in chiesa dove devo guardare per Dio? Sull’altare, sul crocifisso, al parroco? Al catechismo dicono che Dio è ovunque e in noi. Ma proprio non riesco a sentirlo. Le messe sono noiose. Il parroco beve dal suo calice e noi guardiamo. A parte qualche canzone il resto è noioso. La mamma dice che non è sempre la cosa migliore farsi troppe domande specie alla mia età che capirò crescendo.

Eugenio 
- Non sei obbligata a cercarlo e a sentirlo Dio. E’ questione di fede e ognuno di noi ha fede a suo modo.

Cristina 
- La fede cos’è?

Eugenio 
- Se quando reciti le tue preghiere la sera prima di addormentarti e farlo ti dà pace e non ti scoccia, quella è fede.

Cristina 
- Così semplice! La mamma perché la fa così complicata?

Eugenio 
- Ha più anni di te e certe cose le accetta e basta senza provarle o spiegarsele.

Cristina 
- Papà?

Eugenio 
- Amore…

Cristina 
- Ti faccio una domanda e se rispondi bene vinci un bacio…

Eugenio 
- Non troppo difficile amore.

Cristina 
- Chi dice che “l’essenziale è invisibile agli occhi che non si vede bene che col cuore”?

Eugenio 
- La Volpe del Piccolo Principe.

Cristina
- Non vale tu leggi molto!

Eugenio 
- Quante volte te l’ho letta principessa?

Cristina 
- L’ho quasi imparata a memoria. 

Eugenio 
- Un giorno ti servirà principessa.

Entrano tutti nel salotto, il grande padre (nonno), la grande madre (nonna). Antonietta. E la mamma: piuttosto alta forse di statura media per via dei tacchi, capelli biondo cenere, un viso tondetto e dolce. Un corpo formoso, quel che si dice un bel sedere e la voce decisa, acuta.
Si siedono per la cena. Eugenio a capotavola di fronte al grande padre.

Grande padre
- Eugenio com’è andata la giornata in ufficio?

Eugenio 
- La vita dell’impiegato? Hai visto il ragionier Fantozzi?

Grande padre 
- Non esagerare! Guadagni quel che guadagni più di un semplice ragioniere.

Eugenio 
- Vita di cacca!


Cristina 
- Papà ha detto cacca! Finalmente una parolaccia.

Mamma 
- Cristina non a tavola e neanche una parola come cacca!

Cristina 
- Mamma sei diseducativa, mi educeri.

Grande padre 
- Senti la piccola che paroloni!

Cristina
- Significa castrare nonno.

Mamma 
- Le renderà difficile la convivenza con gli amici alla scuola un simile vocabolario: deve sapere giusto quello che sanno i bambini alla sua età!

Cristina 
- I miei amici a scuola mamma non hanno mai letto il Piccolo Principe!

Mamma 
- Che ne dici ogni tanto di dedicarti alla matematica prima di addormentarti Cristina?

Cristina 
- Odio!

Mamma 
- Hai la stessa repulsione per la matematica di tuo padre!

Grande padre 
- Lascia tempo al tempo Laura.

Mamma 
- La matematica Cristina è una lingua universale.

Cristina 
- Odio comunque mamma!

Mamma 
- Tuo padre ti sta educerando a suo modo Cristina, è castrare comunque!

Cristina 
- Io studio la matematica!

Mamma 
- Potresti far di meglio se volessi.



Cristina 
- Nella mia classe nessuno è bravo in matematica.

Grande padre 
- Può darsi che sia l’insegnante a dover studiare la matematica!

Cristina
- Ben detto nonno!

Antonietta 
- Anche a me non piace la matematica.

Mamma 
- Questo lo sappiamo Antonietta!

Antonietta 
- So contare e conosco le tabelline e qualche formula e qualche legge fisica: mi basta. Al contrario so riconoscere dopo una cinquantina di parole un ragazzo imbecille da un ragazzo sincero e so anch’io che per quanto sia intelligente e conosca la matematica o il latino, il profumo preferito dai maschi viene da una parte del corpo diversa dal cervello! So che se non mi rado le gambe e non metto un po’ di trucco o un pantalone aderente prima o poi un maschio mi capita ma sicuramente finirei a farmi monologhi con il tegamino delle uova o la lavatrice in cucina!

Mamma 
- Antonietta c’è tua sorella controllati!

Cristina 
- Parlava di figa mamma!

Mamma 
- Cristina!

Eugenio 
- Ha solo detto figa moglie!

Mamma 
- Già ma in un giorno speciale e a tavola!

Cristina 
- Tu la figa l’hai tenuta sempre per te mamma?


Il grande padre accenna un sorriso e Eugenio ride in faccia alla mamma e la grande mamma sta seria e Antonietta ride.

Mamma 
- Cristina chiedimi scusa!

Cristina 
- Odio chiedere scusa!

Mamma 
- Ma questa volta le esigo le tue scuse!

Eugenio 
- Lasciala in pace Laura: ha più severità morale di te quando avevi la sua età.

Mamma 
- E tu cosa ne sai… eri lì con me?

Eugenio 
- Laura sei cresciuta tra chirichetti e zie mummificate!

Mamma 
- Stronzo!

Cristina 
- Mamma ha detto una parolaccia!

Mamma 
- Io posso perché sono più grande!

Antonietta 
- La mamma fa terrorismo!

Eugenio 
- È vero ma sei una terrorista in certi atteggiamenti!

Mamma 
- Non ti ho mai proibito di uscire con le tue minigonne inguinali Antonietta!

Antonietta 
- Altolà mather! Ho diciannove anni.

Mamma 
- E io venti più di te!

Grande padre 
- Ora non è il caso di litigare donne! Mangiamo che si fredda.

Cristina 
- Parole sagge nonno.

Grande padre
- Grazie Cristina!

Grande madre
- Non mi hai ancora detto come si chiama il tuo ragazzo Antonietta!

Antonietta 
- Non me l’hai mai chiesto nonna!

Grande madre
- Sul serio?

Antonietta 
- Certo nonna!

Grande madre
- Bè adesso mi piacerebbe saperlo.

Antonietta 
- Esco con due ragazzi e tra i due non so a chi abbandonarmi!

Mamma 
- Giochi a fare la… Antonietta?

Antonietta 
- La… mamma?

Mamma 
- La donna vissuta a 19 anni?

Antonietta 
- Può darsi che sappia più cose io sul sesso maschile di te mamma!

Mamma 
- Devi avere molti anni di esperienza Antonietta?

Antonietta 
- Per iniziare a capire la gente ti basterebbe leggere “Porci con le ali” mamma!

Mamma 
- Tuo padre docet!

Antonietta 
- È un libro straordinario, i protagonisti sono esseri umani e per paura di non capirsi si gridano tutto in faccia, imparano a conoscersi sopra la pelle e sotto la pelle!

Mamma 
- Puoi dirlo tranquillamente che fanno del sesso!

Antonietta 
- Sesso è solo una parola che è gratis come le altre e che tutti possono pronunciare a piacimento ma molti barano e la verità prima o poi ti fa inciampare.

Grande padre 
- Filosofa come una persona qui presente!

Mamma 
- E se mentre fai sesso per scoprire te stessa e gli altri ti capita di restare incinta? Dopo ci sono mamma e papà vero? E se a quel maschio evoluto con cui fai all’amore dopo non frega più nulla di te? Se molta più gente di quanto credi tu è disposta a darti della puttana solo perchè fai le tue ricerche in giro per la vita?

Antonietta 
- Io non ho mai fatto la puttana, io non do neanche le mie labbra al primo che mi fa sudare dal ridere o dice di amarmi, io me la sudo più di te la vita, già più di te che sei arrivata e tutti i giorni torni a casa e trovi il tuo amore bello in caldo al sicuro nel matrimonio e nei figli! Ti ricordi cosa si prova a provare prurito e piacere proprio lì e ad essere circondata da ragazzi che giurano di amarti solo per essere i primi? Sapevi per dote divina a chi dovevi darla per prima o hai aspettato il matrimonio per non starci troppo a soffrire a pensare? Sapevi cosa rispondere alla mia età a chi ti diceva dopo due o tre appuntamenti guardandoti in faccia di amarti? Qualcuno che conosci da appena un’ora ha mai pianto raccontandoti una delusione amorosa? Ti hanno mai regalato un piccolo medaglione d’argento e un sorriso e tu quanto tempo c’hai messo a schizzare dalla gioia senza pensare ad un maschio che vuole portarti a letto? Sai qual è la differenza che passa tra un fidanzato e un amico e chi chiamare fidanzato o amico?

Grande madre
- Tua madre ti ama Antonietta.

Antonietta 
- È abominevole nonna non riuscire a farsi capire! 

Grande madre 
- Hai detto di uscire con due ragazzi e tua madre voleva saperne di più!

Antonietta 
- Uscire non significa darsi al primo che capita per affermare poi di godersi la vita!

Eugenio
- La mamma è impulsiva Antonietta e tu la provochi a volte.

Antonietta 
- Non difenderla pà!

Mamma 
- Metti da parte la rabbia e cerca di essere sincera.

Antonietta 
- Mi fai incazzare mamma!

Cristina 
- Chi mi passa la maionese?

Grande madre
- Fate come la nostra piccola che pensa alle sue papille gustative!

Grande padre
- Ci siamo quasi dimenticati che tra un po’ è natale!

Eugenio
- Parole sante grande papà!
Grande padre
- Grazie figlio!

Grande madre
- Visto quanti regali sotto l’albero quest’anno?

Antonietta 
- È come al solito!

Grande padre
- Fingi Antonietta di essere meno attenta di quanto sei e sarai più felice. È un piccolo segreto. Le bugie di questo tipo non hanno bisogno della Fatina buona.

Antonietta 
- Cosa significa?

Grande padre 
- Che le bugie, certe piccole bugie sono necessarie e non serve a niente sentirsi dei Pinocchio.

Antonietta 
- Io non mi sono mai sentita un Pinocchio e non mi mento mai e mento agli altri difficilmente.

Grande padre
- Va bene, come non detto!

Antonietta 
- A cosa serve dire bugie nonno?

Grande padre
- Avrai detto delle bugie a tua madre o a tuo padre qualche volta?

Antonietta 
- Tipo: vado a casa di Michela a studiare ma in realtà vado a scoparmi un amico!

Mamma 
- Antonia. Smettila! Smettila! Mi dai ai nervi, stupida, quando fai così!

Antonietta 
- Può darsi che sia ciò che voglio?

Eugenio 
- Smettetela voi due.

Mamma 
- Tu non immischiarti Eugenio, nessuno ti ha chiesto di interpretare in questo momento il padre modello!

Eugenio 
- Sei gentile!


Mamma 
- Non fare del sarcasmo!

Eugenio
- Perdono.

Mamma 
- E non fingere con me perché ti conosco bene, non puoi tirare fuori con me la tua intelligente delicatezza e superiorità, non con me perché ti conosco da 20 anni!

Eugenio 
- C’è già così tanto tempo tra noi Laura?

Mamma 
- Ti ho data tutta me stessa.

Eugenio 
- Mi hai aperto sul serio tutte le tue stanze amore o di qualcuna conservi gelosamente ancora le chiavi?

Mamma 
- Vai sempre a rifugiarti nel tuo filosofare ma dovresti essere un uomo ogni tanto anche in ciò che dici.

Grande padre 
- Ragazzi è quasi natale, calma!

Antonietta 
- Il nonno ha ragione mamma, lascia in pace papà!

Mamma 
- Sono io a importunarlo? Sarei io la guastafeste? 

Antonietta 
- A volte parli troppo che sembri un cecchino mamma

Mamma 
- Portami rispetto Antonia. Hai 19 anni anche grazie a me.

Antonietta 
- Riconoscente forever mamma!

Grande padre 
- Ragazzi!

Mamma 
- E smettila papà di interromperci!


Il grande padre diviene serio e riprende a incidere con il coltello nel piatto. La grande mamma tira giù lo sguardo. Eugenio fissa sua moglie negli occhi e i bambini si guardano attorno cercando spazio.

Mamma 
- Scusami papà se ho alzato la voce.

Grande padre
- Non importa. Dirsi tutto in faccia ha i suoi vantaggi. E poi è natale.

Cristina 
- Nonno tu cosa facevi da giovane?

Grande padre 
- Il medico Cristina.

Cristina
- Curavi la gente?

Grande padre
- Sì.

Cristina 
- Hai sempre curato tutti?

Grande padre
- Ho cercato sempre di curare tutti.

Cristina 
- E da quanto tempo sei vecchio?

Grande padre
- Da un bel po’.

Cristina 
- Un giorno ti scoccerà morire nonno?

Grande padre
- Penso di sì Cristina.

Cristina 
- Perché?

Grande padre
- Non vedrei più voi.

La nonna ritorna tra i vivi (era distratta).
Grande madre
- Smettetela con certi argomenti o vi mando a rinfrescarvi fuori!


Cristina 
- La nonna ha paura di morire!

Mamma
- Smettila Cristina!

Cristina 
- Uffa mamma!

Antonietta 
- La verità è che chi ha paura di morire ha paura di vivere.

Mamma 
- Parli dall’alto dei tuoi anni Antonietta?

Antonietta 
- La morte mi riguarda poco ma ci penso anch’io. E so che meno le dai credito e meglio è. Se dovesse accadermi qualcosa dovrebbe essere rapida e indolore. Non lo sopporterei lo strazio di un tumore.

Mamma 
- Smettetela!

Antonietta 
- Anche tu pà hai paura della morte?

Eugenio 
- Morire mi scoccia ma per una questione di amor proprio.

Grande madre 
- E tu ce l’hai il fidanzato Cristina?

Cristina
- Sono molto riservata nonna.

Grande madre
- Alla tua età piccola mia?

Cristina
- L’età è nella testa.

Mamma 
- Non ripetere tutto quello che dice tuo padre senza saperne il significato!

Cristina 
- Tu mi educeri.

Mamma 
- Sei una bambina testarda.


Cristina 
- E tu sei un adulto che finge.


La mamma pietrifica e guarda nella direzione del padre.
Mamma 
- Che significa quel fingi, Cristina?

Cristina 
- Che dai tutto per scontato come un adulto

Mamma 
- E cos’è scontato Cristina?

Antonietta 
- Replicare un amore che non senti più è fingere.

Mamma 
- Ti ci metti anche tu Antonietta?

Antonietta 
- La verità fa sempre male mamma.

Mamma 
- E qual è la verità Antonietta?

Eugenio 
- Ora basta.

Mamma 
- Stattene buono Eugenio!

Eugenio 
- Basta!

Antonietta 
- Tornare a casa e trovare la tua famiglia pronta a vivere di quello che all’inizio forse hai dato è la verità. Hai conosciuto e hai amato mamma.

Mamma 
- Sei solo una bambina che gioca con le sue crisi adolescenziali ed è risaputo che va di moda fingere di odiare i genitori quando senza chiederlo danno tutto per poi bramare affetto alla prima disattenzione involontaria!

Antonietta 
- Bella analisi mamma! Giochi anche con noi alla psicologa? Non metti mai da parte quella che devi essere a lavoro vero? Freud e Jung ti hanno insegnato a catalogare tutto e a spiegarti tutto vero?

Mamma 
- Se tu sapessi ciò che dici non li accomuneresti.
Antonietta 
- Dovrei sapere che uno era ateo e l’altro cattolico? Che il primo si faceva le seghe e l’altro frequentava bordelli? 


La mamma se ne sta zitta.

Grande padre
- Avremmo dovuto allestire un ring al posto della tavola!

Mamma 
- Nessuno si farà del male papà.

Grande padre 
- Dicevo per gioco figlia.

Mamma 
- Ti ricordi che da piccola papà ruppi il silenzio mentre leggevi il giornale e tu per rabbia prendesti a calci il mio cane giocattolo rompendolo?

Grande padre 
- No.

Mamma 
- Io sì. Tu mamma lo ricordi?

Grande madre
- È passato tanto tempo Laura!

Mamma 
- Fa’ uno sforzo mamma!

Grande madre 
- Ne hai combiante così tante che…

Mamma 
- Ricordi quando ti dissi che non volevo andare all’università perché desideravo fare l’accademia di recitazione e diventare un’attrice, papà? Mi gridasti in faccia che dicevo cavolate e che le dicevo solo perché non mi facevi mancare nulla che erano tutte cazzate perché ragazzi come me volevano istruirsi e per problemi economici non potevano farlo che non mi volevo bene. Invece dicendoti che volevo diventare un’attrice mi faceva stare bene perché lo desideravo immensamente. Sono passati 20 anni. Ricordi quando ti ho detto che ero incinta e tu mi hai tirato in faccia il giornale dandomi della troia? Avevo l’età di Antonia. Forse ricordi solo la mia laurea? Non era importante che avessi un figlio ma una laurea vero? Non ero scesa dal treno, non l’avevo fatto l’autostop verso i miei desideri, la mia fermata era la laurea e lì ero scesa. Se volevo averti vicino non avevo scelta vero? Non mi riconosco più. Non sono più io. Ho sepolto quella che ero e il becchino l’hai fatto tu. Ho rimproverato a mia figlia quello che tu hai rimproverato a me. Mi odio per questo.

Antonietta comincia con gli occhi lucidi poi piange. Scosta violentemente la sedia e va ad abbracciare la mamma. 
Antonietta 
- Perdonami, non volevo farti del male!

Mamma 
- Il male me lo sono fatto da me Antonietta.


Guardano tutti loro due.

Eugenio 
- Amore non piangere perché ti viene via la vernice dagli occhi. Laura smetti di piangere perché è natale. Ma forse non fai male a piangere Laura perché certe cose è meglio dirsele in faccia il prima possibile.

Cristina 
- Mamma che fine ha fatto il papà biologico di Antonietta?


La mamma Laura guarda tutti in faccia con gli occhi gonfi e non sa che dire.
Mamma 
- È morto Cristina.

Cristina 
- Morto per la mamma significa dimenticato papà?

Eugenio 
- No Cristina, significa morto in tutti i sensi.

Cristina 
- E come pà?

Eugenio 
- Era malato.

Grande padre
- Malato di sé e degli altri Cristina!

Cristina 
- Lo conoscevi nonno?

Grande padre
- Un po’.

Mamma 
- È una storia troppo triste e tu sei piccola Cristina e poi è natale!

Cristina 
- Voglio saperlo!

Mamma 
- Non se ne discute più.
Cristina 
- Ma mamma!

Mamma 
- Non ho voglia di ripetertelo altre volte Cristina!

Cristina 
- Voi grandi censurate sempre tutto.

Eugenio 
- Si dice quello che non fa male ai bambini amore.

Antonietta 
- Sono tutte stronzate papà e lo dici anche tu!

Grande madre 
- Cristina il tuo piatto si fretta.

Cristina 
- Nonno voglio sapere la verità! Papà almeno dimmela tu?

Grande padre 
- Spetta alla mamma perché riguarda lei.

Cristina 
- Sorellona almeno tu!

Antonietta 
- Non capiresti Cristina.

Cristina 
- Chi lo ha detto! Ho diritto anch’io alla mia verità.


La piccola Cristina piange.
Cristina 
- La televisione mi insegna di peggio.

Mamma 
- La televisione è una tua scelta Cristina.

Antonietta 
- Lo è anche la verità ma non per voi.

Grande padre
- Che ne dite di continuare a mangiare?

Cristina 
- Vaffanculo nonno!


La situazione gela. Il nonno resta con lo sguardo verso Cristina. Mamma e papà cercano rimedio con gli occhi. La nonna sorride.

Grande madre 
- Io erano anni che glielo volevo dire!

Grande padre
- Hai molto del carattere di tuo padre Cristina. Sei faziosa.


La nonna poggia da sotto il tavolo la mano sulla gamba del nonno.

Grande padre
- Tuo padre si è fatto del male ma poi ha imparato e ha rimediato. Vai educata come lui Cristina. Ti ha mai raccontato pà di come ha conosciuto tua madre?

Mamma 
- Babbo smettila non è il caso!

Grande padre 
- È invece è il caso che sappia. 

Mamma 
- No sta zitto!

Grande padre 
- Non dirmi quello che devo fare figliola! … Tuo padre non aveva più famiglia, aveva abbandonato gli studi universitari perché si sentiva castrato e suo padre gli disse che avrebbe dovuto cercarsi un lavoro. Cominciò come ragioniere commecialista ma la sua passione erano la scrittura e il cinema. Scriveva e passava le domeniche al cinema come fa oggi compresi tutti i giovedì per la rassegna di film d’autore. Si innamorò di una poco di buono che dopo aver vissuto qualche anno a sue spese lo mollò. E ad un tratto il lavoro no lo soddisfò più, lasciò tutto e se ne andò a fare l’operaio in una fabbrica del nord vivendo in condizioni disagiate assieme ad altri ragazzi. La mamma e il papà però nonostante il gesto avventato e le mancate spiegazioni gli mandavano regolarmente dei soldi per aiutarlo. Tuo padre da mantenuto continuava a sentirsi libero e depresso. Un bel giorno nei giardini comunali incontra tua madre che era lì con Antonia di appena sei mesi a passeggio. Tua madre lì era all’università e stava per laurearsi. Le fa un giro di parole e le mostra gli occhi chiari belli, il libro di poesie sotto il braccio e lei abbocca. Tuo padre giura di amare i bambini e tua madre se la beve. Continuano a vedersi senza dirci niente a me e alla nonna. Si laurea cinque mesi dopo e a casa porta un ragazzo di ventisette anni che ne dimostra provato com’è cinque di più. Dice di amarlo. Antonia era pazza di lui. Diplomato di buona famiglia, educato e colto, di bella presenza, italiano scorrevole e dizione perfetta, vestito bene. Dice di dire sempre quello che pensa di non credere in niente se non in tua madre e in quello che vede e prova. Belle parole. Cita in pochi minuti venti scrittori e qualche poeta. Senza un buon lavoro però. Ma il nonno stronzo e senza cuore rimedierà: un lavoro dignitoso senza concorso e un matrimonio veloce e signorile. 

Cristina 
- E vero pà?


Eugenio 
- Sì.

Grande padre 
- Ma la parte interessante è che il padre di Antonietta è un trentacinquenne che somiglia ad un attore cinematografico. Senza lavoro e una lira in tasca. Senza istruzione e spacciatore di buone maniere e ironia. Il fascino dell’uomo più maturo. Tua madre per aiutarlo spende le sue borse di studio, fanno progetti di convivenza e vorrebbere avere persino un bambino. Una scopata è fatale. Il grande uomo autodidatta e simpatico decide che forse è meglio non avere il bambino: tua madre rischierebbe gli studi e lui la carriera di giramondo. Tua madre lo ama, gli ha data tutta se stessa ma lui niente di più che una faccia duplicata di attore. Di comune accordo decidono di lasciarsi. Antonia nel pancino di tua madre cresce. Lui in piena crisi di coscienza si droga e muore in un spiaggia come nei film americani. Tuo padre viene dei mesi più tardi Cristina. Ma sinceramente a quel coglione drogato ho sempre preferito tuo padre.

Mamma 
- Hai finito papà?


La mamma piange.

Il grande padre rivolto verso la madre con il dito indice accusatore
Grande padre 
- Mi devi la vita e tuo marito la dignità.

Grande madre 
- Smettila!

La grande madre tira un mezzo bicchiere d’acqua in faccia al grande padre. Il grande padre si alza di scatto ed esce di scena.
Grande madre
- Torna a sederti Gianni! Non puoi darci le spalle stavolta… torna qui!

Mamma 
- Mamma lascialo perdere!

Grande madre
- No stavolta no. Deve chiedere scusa o sarà l’ultima volta.

Eugenio 
- Mamma non è il caso…

Grande madre 
- E invece sì Eugenio perché ha offeso anche te.

Eugenio 
- Ha detto la verità mamma su di me.

Grande madre
- La sua vita non è più perfetta della tua e delle nostre Eugenio. Ne ha combinate anche lui di schifezze e non ha il diritto di giudicare. Spetta solo al Padreterno giudicare.



Cristina va ad abbracciare il papà. Antonietta piange. La mamma cerca gli occhi bassi di suo marito. Il nonno scompare in un’altra stanza. La nonna resta con una mano tremolante sulla bocca.

Cristina 
- È natale mamma!

Mamma 
- Hai ragione Cristina. Auguri!

Eugenio 
- Auguri a tutti!

Antonietta 
- Auguri.

Grande madre
- Auguri.

La nonna si alza per andare dal nonno ed esce di scena. Si chiude il sipario. Il sipario si riapre e nel salotto ci sono solo il grande padre e la grande madre.

Grande madre
- Gianni?


Il grande padre è sul divano con gli occhi lucidi a sorseggiare qualcosa da un bicchiere.

Grande madre
- Stasera hai toccato il fondo Gianni.

Grande padre
- Mi spiace.

Grande madre
- Forse è tardi.

Grande padre
- Mi spiace Magda… vi amo tutti più della mia vita… ma ho perso la pazienza…

Grande madre
- Quelle cose le avevi dentro. Sei rancoroso. Faresti marcire una spugna. Mi hai fatto del male ma ho fatto finta di niente perché non ce l’avrei fatta a più di cinquant’anni a ricominciare un’altra vita. Sono stata sempre debole. Ma non me le ingoio più il rancore che hai dentro, non ho più spazio. Sono piena d’amore per quello che vedo e sento. La vita è stata sempre un gioco e non una sfida con vincitori e vinti per me. Ho lasciato che in certe cose tu vivessi anche per me. Mi sono mentita. Mi sono fatta del male. Le hai vinte giorno per giorno le tue battaglie con me e gli altri, adesso però le perdi tutte assieme.


Grande padre
- Magda perdonami!
Va ad abbracciarla piangendo.

Grande madre
- Le lacrime Gianni non ti si addicono, non hanno la forma del tuo viso, sono così scomode. Non sei credibile. Ce le avevi da parte per la prima occasione buona queste lacrime.

Grande padre
- Perdonami! Ti ho sempre amata e te l’ho dimostrato.

Grande madre
- Con i fronzoli dell’amore e della vita: roba che si logora e va buttata.

Grande padre
- Ho bisogno di te Magda!

Grande madre
- Una volta ti ho anche tradito perché a letto non mi facevi più godere. Facevi l’amore per tenermi buona. Ma non ce l’ho fatta a continuare per amore di Laura. Non volevo privarla di una famiglia.


Il nonno cade in ginocchio singhiozzando ai piedi della nonna.

Grande madre
- Come in un film americano Gianni! Sembra una scenata da soap-opera. Per quel che mi riguarda puoi affidarti a Dio e hai ricordi. Io ho ancora una mia famiglia. Tu non più.

Gli dà le spalle allontanandosi, lasciandolo a terra a carponi. E vicino alla porta si gira a guardarlo.
- Buon Natale.