Il laboratorio di Leonardo

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Il laboratorio di  Leonardo

di Lorenzo Trombini

IL LABORATORIO DI LEONARDO

Atto unico

Una donna in posa come la Monna Lisa in scena, dietro il famoso dipinto su cui sta lavorando

Leonardo. Monna Lisa mostra segni di impazienza. Una cameriera (Lucrezia) rassetta e assiste.

MUSICA OUVERTURE

Leonardo – Oh che vo’ sta’ ferma, Lisa?

Lisa – Che noia mortale Leonardo! sono ore che sto seduta con le braccia in grembo ho le formiche alle mani…

Leonardo – Le braccia vanno bene. È l’espressione del viso che nun mi garba!.

Lisa – Cos’ha che non va la mia espressione del viso?

Leonardo – Continui a muove’ la bocca… un po’ sorridi e un po’ sei corrucciata… non so se farti

sorridente oppure co’ i’ broncio.

Lisa – Potresti farmi sic ut sum.

Leonardo – E cioè?

Lisa - così come sono, Leonardo…

Leonardo – E come tu sei?

Lisa – con una espressione enigmatica: che lascia il dubbio a chi osserva il dipinto…

Leonardo – Eh, così tutti diranno “chi è quei ‘l grullo che nun sa decide’ se fa’ un viso sorridente o arrabbiato?” continua a dipingere in silenzio fino a quando Lisa si muove di nuovo, grattandosi. Leonardo – O Lisa… come posso dipingere con te come soggetto? Pare tu abbia le pulci!

Lisa – Senti Leonardo … non possiamo interquiescere? fare una pausa? Un break? riposare un po’? Leonardo – Ma che riposa’ e riposa’… riposavano forse i nostri padri quando hanno costruito la

nostra civiltà?

Lisa   – Ma  guarda  che  bella  giornata,  senti  gli  uccellini  che  cinguettano,  il  profumo  della

primavera… con queste belle colline della Toscana si poteva fare la posa di fuori anziché mettere

questa tela dipinta alle mie spalle, no? Obstinatus!

Leonardo – Va bene, Lisa… facciamo pausa. Lucrezia… tu ci porti del tè?

Lucrezia – Ma certo Leonardo… l’acqua è già sul fuoco.

Leonardo e Lisa si siedono al tavolino in attesa che Lucrezia serva la bevanda.


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Lisa – Leonardo: c’è una cosa che proprio non capisco … Leonardo – Cosa ‘un tu capisci?

Lisa – Perché non usciamo e realizzi il tuo quadro in giardino? Perché mai dipingere prima un

fondale e poi il soggetto?

Leonardo – Ho delle buone ragioni, Lisa, per dipingere un soggetto davanti al fondale.

Lisa – Misterium arcanus! E quali sarebbero queste ragioni?

Leonardo – nun se ne parla nemmeno!

Lisa – Eddài, Leonardo!

Leonardo – Io te le direi anche, Lisa… solo non so come potresti prenderla…

Lisa – Prometto che non mi offenderò!

Leonardo – Ma ti potresti arrabbiare molto…

Lisa – Sarò quieta, te lo assicuro

Leonardo – Mi prometti che non ti arrabbierai?

Lisa – Te lo prometto: non mi arrabbierò.

Leonardo – Promesso promesso?

Lisa – Promesso promesso promesso!

Leonardo – Sicura sicura?

Lucrezia – Insomma, Leonardo… cosa vuoi, delle cambiali?

Leonardo – Te tu fatti l’affari tua! Va bene, te lo dirò … solo devo cerca’ le parole giuste… per non offendere la tua sensibilità… fammi pensare… devo trovare un modo per essere delicato… ah, ecco! il vero soggetto del dipinto non sei tu!

Lisa – Come?

Lucrezia – Complimenti per la delicatezza!

Lisa – Un momento, magister. Se il vero soggetto non sono io… qual è il soggetto del dipinto? Leonardo – Il vero soggetto l’è lo sfondo che te tu c’hai alle tu spalle.

Lisa – Istu? Come sarebbe a dire: questo? indicando lo sfondo Leonardo – Sì, quello.

Lisa – E che ha di tanto speciale?

Leonardo – come “che ha di tanto speciale?”: osserva la natura, lo splendore del paesaggio, le

montagne e le rocce nella luce del giorno che muore. Sembra tutto possa prendere vita da un momento all’altro. Questa è la vera meraviglia! Questo è il vero dipinto!

Lisa – Ma perché riportare questa “meraviglia” su un altro quadro con me davanti?


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Leonardo – Una specie di archivio per me, e di mappa per i posteri… fra molti anni qualcuno

entrerà in possesso del quadretto e, se saprà cercare a fondo, scoprirà che il vero soggetto è un altro.

Nel piccolo dipinto ci saranno gli indizi per trovare il vero capolavoro!

Lucrezia – infatti il quadretto è molto più piccolo del fondale. E Leonardo ha preso una modella più

in carne del solito.

Leonardo – Infatti il vero soggetto del fondale rimarrà, nel quadretto, celato dal tuo lardorum… dalla tua ciccia, cioè… dal tuo corpo. Geniale, eh?

Lisa – Senti, genius! E se un giorno lontano, una volta trovato il “quadretto” a nessuno venisse in

mente di cercare nulla?

Leonardo – Impossibile!

Lisa – Perché?

Leonardo – Vedi Lisa… io nutro grande stima per l’uomo… Vedi il Vitruviano, laggiù? Ammira la

perfezione del nostro corpo. È lo specchio dello spirito che abbiamo dentro. Noi uomini siamo destinati a grandi cose… grandissime! Lo so e presto la storia mi darà ragione! Lisa – E come lo sai?

Lucrezia – Delirio di onnipotenza!

Leonardo – Zitta tu… basta che vu vi guardiate attorno per capire il nostro destino… noi uomini stiamo cambiando il mondo… case, acquedotti, strade. Non facciamo più lavori faticosi: c i

serviamo  degli  animali  per  questo,  creiamo  ogni  giorno  nuovi  attrezzi,  macchine,  utensili.  Se

andremo avanti di questo passo finirà che un giorno non ci sarà più bisogno dei cavalli, per trainare

le carrozze.

Lisa – E come si viaggerà?

Leonardo – Con delle carrozze, ma senza cavalli a trainarle.

Lisa – Niente più cacca per le s trade?

Leonardo – Niente più cacca per le strade, no. Tutti saranno felici nelle loro carrozze meccaniche e

viaggeranno per miglia e miglia veloci come fulmini sulle strade!

Lisa – Veloci come fulmini?

Leonardo – Veloci come fulmini, sì.

Lucrezia – Sulle strade?

Leonardo – Sulle strade, sì!

Lisa – E se qualcuno attraversa?

EFFETTO CLACSON AUTO DI PASSAGGIO


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Leonardo  rialzandosi  – È  il  progresso    Donne.  Il  progresso  richiede  anche  qualche  sacrificio.

Dammi una mano, Lucrezia… Lisa ‘un lo regge mica il progresso… l’è troppo all’antica.

Trsacinano fuori Lisa. Battono alla porta.

Lucrezia – Avanti!

Leonardo – Buongiorno, Ginevra. A cosa dobbiamo la tua visita?

Ginevra – Tu!

Leonardo – Io?

Ginevra – Si! Tu! Io ti ammazzo di botte!

Leonardo – Ginevra. Si può sa pere che succede?

Ginevra – Tommaso ha detto che potete contare su di lui per l’esperimento sulla macchina volante. Leonardo – Tommaso… questo nome mi ricorda qualcuno…

Lucrezia – È suo marito, Leonardo: il tuo assistente!

Leonardo – Ah, già! E ha detto che posso contare su di lui? Ma che bella notizia! E perché sei

arrabbiata con me?

Ginevra – Come perché? Hai mai visto un uomo volare, prima d’ora?

Lucrezia – Mai. Io non l’ho mai visto!

Ginevra – E sai perché non lo hai mai visto?

Lucrezia – No..

Ginevra – Perché l’uomo non vola. Tommaso potrebbe morire

Leonardo – Morire per la scienza è un grande onore.

Ginevra – Sì, ma io come lo pago il mutuo?

Lucrezia – Tranquilla, Ginevra… andrà tutto per il meglio… il Tommaso se la caverà benissimo! le invenzioni di Leonardo funzionano sempre…

Ginevra – Dì un po’, Lucrezia… il genio ti ha mai parlato del velocipede?

Leonardo – Oooooh! Che tu dici? Sono passati anni dal velocipede!

Lucrezia – Che cosa è il velocipede?

Ginevra – Una specie di cosa su due ruote che funziona muovendo le gambe così! Mima il gesto di

andare in bicicletta.

Lucrezia – Non me ne ha mai parlato.

Ginevra – Fu quella una invenzione di Leonardo. E Tommaso si offrì per il primo esperimento… Leonardo – Tutto funzionò a meraviglia…

Ginevra – Quasi a meraviglia…


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Ginevra – Sì! Quasi… Il nostro buon Leonardo pensò a qualcosa che potesse rallentarne la corsa, una volta che quell’affare avesse preso velocità. Quel qualcosa fu un grande lenzuolo montato sulle

spalle del Tommaso.

Leonardo – Funzionò.

Ginevra – Sì, funzionò, ma Tommaso dovette stare immobile a letto con una steccatura sul collo per

tre settimane per il rinculó !

Lucrezia – Chi?

Ginevra - Il rinculó!

Lucrezia – Chi?

Ginevra – Il rincùlo!

Leonardo – Sì. Ma è ancora vivo… no?

Ginevra – Non grazie a te, genio dei miei stivali!

Lucrezia – Facciamo così! andiamo a parlare con Tommaso e vediamo se è veramente convinto di ciò che vuole fare…

Leonardo – Buona idea, così ci accordiamo per il giorno dell’esperimento scientifico! Escono tutti

MUSICA TRANSIZIONE

Il laboratorio rimane vuoto e in esso prendono vita i dipinti e le invenzioni di Leonardo, dapprima

solo con la voce, successivamente uscendo dai rispettivi quadri

Dama Con Ermellino – Questo Leonardo, certo, è geniale… ma ultimamente mi sembra un po’

troppo spavaldo. Che ne dici Vitru?...

Vitruviano – Aspetta! stiracchiandosi un poco Ci dobbiamo sgranchire un po’! Che dicevi?

DCE – Non ti sembra che il Leo si sia montato un pochino la testa negli ultimi giorni?

Ermellino – In effetti mi pare che stia un po’ esagerando!

UV – Taci, Ermellino, nessuno ti ha chiesto niente!

DCE – Vitru! Non siate cafone!

Ermellino – Diglielo, Dama… e poi non posso sentirmi zittito da un disegno che se ne sta tutto il

santo giorno indeciso tra il tenere le gambe strette o larghe. Nudo, per giunta!

UV – Non siamo nude… siamo solo incompiute! Leonardo ci ha accantonato per finire la Dama! E se vuoi sapere la verità tu nel dipinto non c’eri! Ti ha aggiunto all’ultimo momento per coprire una

sbavatura!


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Ermellino – Piantatela di fare i fenomeni. Non si sa nemmeno se nel disegno ci sarà un maschio o

una femmina!

UV – Ora ci vestiamo e veniamo a farti la festa, bestiaccia!

Ermellino – Venite pure, sciocche impudìche! Vi morderò le chiappe, così imparerete a non andare

in giro conciate così!

DCE – Basta! Volete rispondere alla mia domanda su Leonardo?

UV – Scusa, Dama… in effetti… il Leo di una volta un po’ meno, come dire… appassionato…

Ermellino – Infiammato, forse…

UV – Esagitato…

DCE – Fanatico…

Ermellino – Ossessionato!

UV – Sì: ossessionato! Termine calzante!

DCE – Avrebbe proprio bisogno di un bagno di umiltà! E poi che va farneticando? Niente più

cavalli per le strade? E come pensa di spingere i carri? Mica possono andare da soli!

Ermellino – Quando uno si monta la testa e vola così in alto può cadere nel fango da un momento all’altro! E si sa… cadere dall’alto ci si fa molto più male… UV – Grazie dell’ovvietà, criceto puzzolente…

Ermellino – Prego, scimunita indecente.

UV – C’è una cosa che non capisco… se queste macchine andranno così veloci, come si passerà

tutto il tempo che avanza?

DCE – Farneticava, Vitru… non può esistere un carro senza buoi né cavalli. Lo sappiamo tutti. È

così e sarà sempre così.

Ermellino – Qualcuno c’è che potrebbe dare una risposta alle nostre domande!

DCE – Lascia perdere, Erme. Lo sai che non gli siamo simpatici.

UV – Però l a bestiaccia ha ragione! Facciamo un tentativo, dai! Che ci costa? I tre si avvicinano,

scongiurando, al dipinto del paesaggio retrostante alla Monna Lisa, dal quale uscirà un uo mo

moderno, chiamato XXI

Tutti – XXI… puoi uscire un po’? XXI? Ci sei?

XXI – Che volete, seccatori… non ho tempo da perdere con voi mummie!

DCE – E dai, XXI vogliamo soltanto parlare un po’… esci da lì!

XXI – Insomma! non ho tempo sto mandando una e-mail.

UV – O, Gesù! scappano tutti dietro ai loro dipinti

DCE – Cosa è che stai mandando? da dietro

XXI – Una e-mail, dolcezza… non ho tempo da perdere, io.


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Ermellino – Trovalo il tempo, cafone spocchioso e smargiasso che non sei altro!

XXI – Sai che ai miei tempi con gli ermellini ci fanno fior di pellicce? Vivi in pace il sedicesimo

secolo, perché nel ventunesimo ti assicuro che i tuoi pronipoti se la passeranno male!

UV – Ermellino, non irritarlo… se vogliamo sbirciare abbiamo bisogno di lui! XXI… senti.

XXI – Che seccatori! Arrivo! Esce da dietro il dipinto XXI, con tutti i crismi da XXI secolo: iPod, palmare, satellitare, chiavi dell’auto Non mi fate perdere tempo, ragazzi. Ho un sacco di cose dasbrigare! Ehi, Vitru… Leonardo non ti ha ancora completato?

UV – Come lo sai? Non hai nemmeno guardato il disegno!

XXI – Lo so e basta… secondo me decide di disegnare un maschio!

UV – Uno? E l’altro di noi che fine fara?

XXI – Provate a immaginarlo…

UV – Comunque si vede chiaramente che siamo donne!

Ermellino – Beh, tanto chiaramente no…

UV – Che cosa è questo? Indicando il navigatore

XXI – Un navigatore satellitare

DCE – E a che serve?

XXI – A non perdere la strada.

Ermellino – La strada di che? La retta via?

XXI – Ma che retta via, pelliccia! La strada. La via, come dite voi Neanderthal… UV – E si usa nel futuro?

XXI – Sì. Si usa per non sbagliare strada e trovare subito il posto dove si deve andare.

DCE – Non mi sembra molto utile… se devo andare a Firenze vado a sinistra… se devo andare a Bologna vado a destra… c’è una strada sola!

XXI – Cocca! Nel ventunesimo secolo di strade ce ne sono un sacco. E per non perdersi si usa quest’affare. Oltretutto tra Rioveggio, Pian del Voglio e Roncobilaccio c’è sempre coda…

UV – Coda? Afferrando la coda di Ermellino

Ermellino – Ma non ci si può orientare con il sole e con le stelle?

XXI – E chi le guarda più le stelle !

Ermellino – Non guardate le stelle?

XXI – Sempre con lo sguardo fisso davanti agli occhi, pashmina… c’è da lavorare, laggiù. Ma insomma… per cosa mi avete chiamato?

UV – Vogliamo chiederti delle cose, XXI. Cose che abbiamo sentito dire da Leo.

XXI – Beh, se si tratta del grande Da Vinci un po’ di tempo lo posso trovare. Vedrò cosa posso fare

per rispondere.


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Ermellino – Bravo! Senti: è vero che nella tua epoca ci sono carri che vanno senza essere trainati da

cavalli?

XXI – Certamente!

DCE – Davvero? Ma… come è possibile?

XXI – Progresso, Sfinge… progresso! Si chiamano automobili e funzionano con la benzina…

UV – Calzina?

XXI – Il gasolio…

XXI – Germoglio?

XXI – Il GPL, il metano!

DCE – Ah! Il tetàno!

XXI – Il metàno, non il tètano!

Ermellino – Fantastico… e vanno forte?

XXI – Amico mio, certo che vanno forte… immagina un carro trainato da almeno 80 cavalli! Ermellino – 80 cavalli? Ma quanta cacca fanno queste altromobili?

XXI – Automobili! Si chiamano automobili… e di cacca non ne fanno nemmeno un po’.

UV – Ma allora spostarsi di città in città è una cosa rapidissima!

XXI – Non proprio…

DCE – E perché?

XXI – Dunque: nel 2010 sulla terra ci sono circa sei miliardi e mezzo  di persone… stupore

generale  di   tutti   i  tre  convenuti     Immaginate   che  almeno   due  miliardi   di  esse  abbiano    una

automobile.

DCE – Ecco perché i cavalli non fanno bisognini! Altrimenti il mondo ne sarebbe invaso! Ermellino – Sarebbe veramente un mondo di m… gli tappano la bocca

UV – E allora?

XXI – Due miliardi di automobili una dietro l’altra significa che per fare un po’ di strada ti devi

accodare a tutti gli altri, fermare ai semafori, dare la precedenza ai pedoni, trovare un posto dove lasciare la macchina – sperando di ritrovarla al tuo ritorno – e scendere per fare quello che devi fare. Ermellino – Allora è meglio con i cavalli?

XXI – Non proprio… ma vedi: l’auto ha senso per fare un po’ di strada… invece tutti la prendono

per fare cose che si potrebbero fare tranquillamente a piedi. Il risultato è che tutto è un gran casino! La cosa bella è che dentro l’auto si sta al caldo se fuori fa freddo e al fresco se fuori fa molto caldo…

UV – Allora nell’automobile si sta bene!


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XXI – Sì, non si sta male… il guaio è si ha sempre una dannata fretta e non ci si può godere il panorama, e un sacco di altre cose, incluso il viaggio… uau! Che è questo? in quinta guardando

una nuova invenzione.

Nel frattempo DCE prende l’iPod che XXI aveva appoggiato al tavolino e lo osserva  con

attenzione. Lo accende

MUSICA

Lascia bruscamente sul tavolo l’oggetto e a fugge nel suo quadro. Tutti rientrano per vedere l’accaduto

XXI – Ehi! Che fai? Questo coso è delicato! Non lo puoi mica trattare come la bestia che tieni in

grembo!

UV – Cos’è questo coso?

XXI – è un iPod. Qui dentro ci sta la musica.

UV – Tutta l’orchestra?

XXI – Tutta l’orchestra, sì… e anche di più.

UV – E il direttore dove sta?

XXI – Il direttore sei tu!

UV – Io?

XXI – Sì! Con questa rotellina fai suonare la musica che più ti piace senza nemmeno tenere in mano

la bacchetta.

UV – Ce lo fai provare?

XXI – Se non reagite come quella pazza di Cleopatra sì, posso farvelo provare.

Lo passa a loro che lo mettono sul tavolo. Poi accendono una musica

MUSICA

Vitruviano comincia a ballare. Alla fine del pezzo Vitruviano, preso dalla musica, si infila nel quadro, ma non nel proprio, nel quadro di XXI, portandosi dietro l’iPod di XXI prima che questi lo

possa fermare, Ermellino lo segue, bloccando il quadro e impedendo il ritorno al futuro di XXI XXI – Ehi, dove andate, brutti trogloditi! Uscite da lì. Vitru!

Ma Vitruviano è preso dalla musica che sfuma e non lo sente


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XXI – Ma guarda un po’ che situazione. Vitru! Da qui non me ne vado senza il mio iPod! Lo

sapevo di non venire da questi pazzi quaggiù. Ogni volta mi chiamano per farmi domande di ogni tipo “e come si vive nel ventunesimo secolo?”, “e cosa si mangia ai tuoi tempi?” “Ma davvero ci sono palazzi di cento piani?”, “Ma davvero c’è luce artificiale senza fuoco?”… Vitruvio! Se non

esci da lì mando a fuoco il tuo dannato fogliaccio!

Si aggira per il laboratorio di Leonardo

Si sentono dei rumori da dentro, XXI si nasconde dietro un dipinto dopo essere andata a guardare

in quinta

Che c’è ora?... Ladri?

si mette dietro il dipinto di Uomo Vitruviano assumendone la forma

MUSICA

L’ingresso dei tre ladri è movimento di scena quasi ballato. Entrano tre ladri, cauti

Ladro 1 – Non c’è nessuno!

Ladro 2 – Sono tutti da Tommaso, te l’avevo detto!

Ladro 1 – Perfetto! Brava Giulietta! Sei un ottimo “palo”…

Ladro 2 – Grazie. Nel frattempo il ladro 3 si è fermato a guardare Vitruviano, notando in lui qualcosa di strano. Aurelia!Aurelia… Aurelia! Che ti prende?

Ladro 3 – Non vi sembra che ci sia qualcosa di strano in questo disegno?

Ladro 1 – Tutti i disegni di Leonardo sono strani!

Ladro 3 – Ma questo è davvero molto strano! tutti si avvicinano al disegno di UV per verificare

Ladro 2 – Cosa è quella cosa che tiene in mano?

Ladro 1 – Sembra una scatola…

Ladro 3 – una specie di candela… ma emette una luce strana. Più luminosa… e fredda.

Ladro 2 – hai  ragione. Questa opera è più strana di tutte le altre.

Ladro 3 – Oltretutto è incompiuta… non si capisce se è un maschio o una femmina.

Ladro 1 – Ooohh! Non siamo qui in gita di piacere! Lasciamo perdere questo uomo… Gitano? Ladro 2 – È una V, non una G, idiota!

Ladro 3 – Non è il importante il nome, è l’opera d’arte. Comunque si chiama Uomo Vitagliano!

Ehi! Ha il mio stesso cognome: Vitagliano! È mio fratello Costantino! Ragazze! Davanti a voi avete

lo splendido Costantino Vitagliano!

Ladro 1 – Basta perdere tempo: vedete ciò che stiamo cercando ?


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Ladro 2 – Cosa, esattamente, stiamo cercando?

Ladro 3 – Una invenzione di Leonardo.

Ladro 1 – Cosa è questo? indicando il notebook di XXI, lasciato sul tavolo

Ladro 2 – Non saprei. Si avvicinano con circospezione, toccandolo vedono che si può aprire.

Mentre il notebook si apre si sente la musica di

AVVIO DI WINDOWS

I tre si nascondono. Riescono piano ma all’avvio parte un altro suono

NOTIFICA

Rientrano, circospetti

Ladro 2 – Cosa è questa diavoleria?

Ladro 1 –Passa da davanti a dietro il monitor per capire da dove viene la foto.

Ladro 3 – Quel Leonardo ha superato sé stesso! Un quadro luminoso! E che quadro! Sembra vero

davvero!

Ladro 2 – Ma perché fa questo rumore? Riferendosi alla ventola ehi! Esce dell’aria calda, da qui!

Ladro 3 – Qui c’è qualcosa che non va… non sono tranquilla… è meglio che ce ne andiamo!

Ladro 1 – Non prima di avere preso quello che ci serve. Eccolo là! Indicano il quadro dello sfondo.

questo quadro ha poteri magici. Ho visto uscirne un uomo vestito in maniera strana! Ladro 2 – Da cosa era vestito?

Ladro 1 – Da idiota, in realtà! Aveva una specie di camicia, ma con delle righe. Delle righe per così. E portava una specie di cosa all’orecchio con cui faceva finta di parlare. Ma sembrava che parlasse

veramente, anche se diceva cose senza senso. Mentre XXI esce dal nascondiglio per preparare una

imboscata fa un gestaccio a ladro 1.

Ladro 3 – E cioè?

Ladro 1 – Parlava di suo fratello maggiore.

Ladro 2 – E che c’è di strano?

Ladro 1 – Prima di tutto anziché chiamarlo “mio fratello maggiore” lo chiamava Grande Fratello. E poi diceva: “Il Grande Fratello ha detto di uscire dalla casa” oppure “il Grande Fratello ha preparato loro una prova di canto”… ma la cosa più strana che ho sentito è stata “Il grande fratello è attento a tutte le vostre azioni”. Insomma pare che sto tizio pensi che il suo fratello sia una specie di divinità. XXI – Tra duecento metri girare a destra! (a volume molto alto)


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Ladro 3 – cosa è stato?

XI – Tra  duecento  metri  girare  a  destra!  A  volume  molto  alto,  si  vede  XXI  che  maneggia  il

navigatore satellitare. I ladri scappano, da dove sono entrati.

XXI – Chi è vestito da idiota?  Troglodita! Ti piacerebbe averne, di Grandi Fratelli… e invece:

Nisba!

NOKIA TUNE

XXI – Pronto?

UV – Ma XXI… come te la passi? Qui è una vera figata!

XXI – Vitru! Come hai fatto a chiamarmi?

UV – Semplice con questi aggeggi. Pare che qui ve la passiate piuttosto bene: acqua calda in ogni casa che esce dai tubi. E non serve farla bollire… ma come fate?

XXI – Vitru: devi tornare qui! Non posso tornare a casa se voi state nel quadro. È pericoloso per te

stare là. Non conosci nulla del futuro.

UV – Eddài, faccio solo un giretto. Ma… cosa è quel coso con dentro l’acqua?

XXI – Quale “coso con dentro l’acqua”?

UV – Una specie di pitale con un ugello sopra. Aspetta: provo a schiacciarlo…

SCIACQUONE

XXI – Vitru: quello è il cesso.

UV – Così bello? È più bello d el mio soggiorno! Ma… scusa… aspetta…

SCIACQUONE

UV – Ma che te ne fai di due cessi in una casa? Non potrai mai usarli nello stesso momento! XXI – Senti Vitru: torna qui che ti spiego tutto quanto.

UV  – Va  bene,  arrivo  subito.  Chiamo  sacco  di  pulci:  Ermellinoooooooo!  Ermellinoooooooo!

Ermellinoooooooo! Aaaaagh.

XXI – Che succede? Vitru?

UV – Devo dirti una cosa che non ti piacerà!

XXI – Cosa?

UV – La porta è aperta ed ermellino è uscito.


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XXI – Ti prego, dimmi che non è vero! Vai immediatamente a cercarlo se non vuoi guai. E poi richiamami. Dovete tornare tutt’e due, altrimenti non posso tornare a casa.

UV – E se ci fanno una pelliccia? In fondo voglio bene al pulcioso.

XXI – Se lo ammazzano non posso comunque tornare a casa perché il quadro è saturo . Trovalo

immediatamente e riportalo qui, accidenti a te.

UV – Vado subito!

XXI – Aspetta, Vitru!

UV – Che c’è?

XXI – Mettiti dei vestiti miei, se non vuoi che ti arrestino.

UV – Dovrei mettere una di queste orribili camicie a righe diagonali?

XXI – Sì! Quelle a righe diagonali. E fai in fretta!

UV – Va bene… a dopo.

XXI – Ma tu guarda che situazione. Con circospezione la Dama esce dal quadro. Eccoti. I tuoi

amici Neanderthal hanno combinato un disastro.

Dama – Che hanno combinato?

XXI – Sono andati nel futuro. Non posso tornare a casa finché non escono dal mio quadro. Dama – E che cosa aspettano ad uscire?

XXI – Vitruviano ha perso Ermellino! È scappato!     È uscito dal mio appartamento ed è sceso in

strada!

Dama – In quelle strade dove passano le astro mobili?

XXI – Automobili, sì.

Dama – Quelle con ottanta cavalli stitici?

XXI – Sì. Quelle!

Dama – Quelle che investono ogni cosa? Ma soprattutto, animali?

XXI – Non preoccuparti, Dama. Vitruviano è andato a cercarlo.

Dama – Questo non mi rincuora per niente.

XXI – Perché?

Dama – Conoscendo Vitru proverà a vendere Ermellino a qualche pellicciaio per farci dei soldi.

Vado a vedere che succede.

XXI – Non puoi. Il quadro è saturo e non possiamo entrare né tu né io. Sedendosi per un capogiro. Dama – Ma che hai?

XXI – Temo di essere allergico a qualcosa.

Dama – Cosa significa allergico?

XXI – Significa che mi vengono gli occhi rossi e che fatico a respirare. A volte starnutisco.


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Dama – Sei ammalato?

XXI – Non proprio. Per noi del ventunesimo secolo è una cosa normale.

Dama – Certo che siete strani, voi del ventunesimo secolo. Perbacco! Sta tornando Leonardo. Entro

nel mio quadro. Tu nasconditi, svelto. Dama rientra nel quadro e XXI si nasconde.

Leonardo – Bella cosa! Domattina scoprirò se l’uomo può volà. Sarà un grande giorno.

Lucrezia – E lo spero, Leonardo, perché altrimenti il povero Tommaso ci lascia la pelle, stavolta. Leonardo – Bona, Lucrezia. Tutto andrà per il meglio. ‘ndiamocene a nanna. Domani si avrà una

giornata faticosa! Leonardo esce di scena, resta Lucrezia che osserva dapprima vitruviano, poi il

notebook. Capisce che qualcosa non va, finge indifferenza e va a dormire.

XXI – In che guaio mi sono cacciato! Chissà come se la sta cavando Vitruviano, perso per le strade

del ventunesimo secolo. Poveretto! Sarà spaventato da tutta quella confusione. (Lo chiama). Vitru!

Come va?

MUSICA DICO

UV – Sono in cerca di Ermellino, ma non lo trovo.

XXI – Ma che cosa è questa musica?

UV – Mi sono fermato in un locale a bere qualcosa. È un peccato non avere la vodka, a Fi renze. XXI – Perché?

UV – Non si può fare il Uite Russian.

XXI – Si dice White Russian, ignorante! Ascoltami bene, Vitru. Questo non è un gioco. Io sono

bloccato quaggiù al tuo posto per colpa vostra e voi mi dovete tirare fuori da qui. Ubriacarti non è

una buona idea. Dove stai tu è un posto pericoloso. Torna subito a cercare Ermellino e riportate le

vostre chiappe quaggiù, al trimenti do fuoco al tuo quadro e pongo fine alla tua esistenza.

UV – Ho cercato dappertutto. Non lo riesco a trovare.

XXI – Allora torna a casa e riprendi a cercare domani mattina, ok?

UV – Come?

XXI – Ok significa “sei d’accordo?”

UV – D’accordo, provo ad andare a casa… ma temo di essermi perso...

XXI – Come perso? Pronto? Pronto? Vitru? No… la batteria no! Come lo ricarico ora? Pronto! Vitru! Voglio tornare a casa… non sono fatto per stare qui. Sembra il peggiore dei miei incubi. Si

corica in proscenio singhiozzando, al buio


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Leonardo – Sveglia, Lucrezia. L’è il gran giorno. Oggi si saprà se l’uomo l’è destinato davvero a vola’ o se io so’ pazzo e sto a’ fa’ tutto questo per nulla. Lucrezia – E la colazione?

Leonardo – Icche tu voi? La colazione? La scienza ‘un aspetta mica la tu’ fame… Lucrezia – Andiamo allora… Tommaso ci aspetta.

Dama –Uscendo dal quadro Ti ho preparato qualcosa da mangiare. The e biscotti.

XXI – The? Allora era un sogno. Un brutto sogno! Ai tempi di Leonardo il the non era ancora in

Italia.

Dama – Ti sbagli. Leonardo ne ha un orto pieno.

XXI – Leonardo? Non era un sogno? Si alza di scatto

Dama – Che ti prende?

XXI – Come che mi prende? Sono bloccato qui a causa dei tuoi amici e me lo chiedi pure? Non tornerò mai a casa. Vitruviano si è perso nella mia città e a quest’ora lo avranno sicuramente

arrestato. Di Ermellino avranno fatto pellicce. Ma tu come fai ad essere così tranquilla?

Dama – Io sono un capolavoro. Non può succ edere niente né a me né ad Ermellino. Conosci “La dama con l’ermellino?”

XXI – Sì, conosco. Starai in un museo, un giorno. Dama – Lo vedi? E per caso conosci anche “Vitru?” XXI – Ma certo. È in qualche museo di Venezia.

Dama – Allora che cosa ti serve ancora per convincerti che tutti torneranno sani e salvi e arriveranno senza un graffio fino al ventunesimo secolo? Abbi un po’ di fede nell’arte e vedrai che

ne sarai ricompensato per la vita.

XXI – Vedi, dama: vorrei essere così ottimista, ma… Dama – Ma?

XXI – Lo vedi quel quadro da cui sono uscito? Quello non c’è nel mio secolo. Non ci è arrivato.

Quindi: sì. Voi ce la farete ad arrivare al ventunesimo secolo sani e salvi, ma non è affatto detto che

io riesca a tornare a casa. Potrei dover stare qui tutta la vita. Sto male, mi prude tutto il corpo e

fatico a respirare. Quanto pensi che potrò d urare, quaggiù? Un giorno? Due?

Dama – Abbi un po’ di fede nell’arte e vedrai che ne sarai ricompensato per la vita. Si sentono

rumori e dal quadro escono Vitruviano, con un sacco pieno ed Ermellino. Vanno a battere sulla

spalla di XXI.

XXI – Che bello rivedervi, ragazzi! Che bello! Grazie!

Ermellino – Siamo capolavori! Ai capolavori non può succedere nulla, di che ti preoccupi?


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Il laboratorio di  Leonardo

di Lorenzo Trombini

UV – Ermellino era solo andato a fare pipì in giardino. Poi gli ho spiegato che tu hai due bagni, ma

lui ha preferito continuare a fare pipì in giardino.

XXI – Io me ne torno a casa di corsa. Prendo la mia roba e me ne vado. È un  addio, perché non

credo tornerò mai più da queste parti.

Dama – Ti capisco… addio XXI.

XXI – Addio, Dama, addio Vitru. Ciao Erme. Sono contento che di te non abbiano fatto pelliccia.

Se ne va.

Dama – Era sconvolto dal terrore di non poter tornare a casa. E voi che avete fatto?

Ermellino – È stato uno spasso. Abbiamo sbircia to il futuro.

Dama – E che cosa avete visto?

UV – Roba stranissima!

Dama – E cioè?

Ermellino – Nel futuro la gente non fa le scale, usa una specie di armadio che si chiama ascensore. La gente non va a piedi. Prende sempre l’auto anche per fare poca strada. Ma l’assurdo è che poi

tutti  vanno  in  un  posto  chiamato  palestra  per  fare  movimento.  Mangiano  come  dei  pazzi,  in

continuazione. Sono tantissimi ma non si degnano di uno sguardo. Parlano in continuazione di cose strane, soprattutto al telefono. Ogni giorno c’è una specie di palio. Tanta gente corre dietro a una

palla senza poterla prendere con le mani. A guardare questa gente ci sono migliaia e migliaia di

persone.

UV – Nel futuro la gente non sa aspettare. Tutto subito, vogliono. C’è una specie di forno che

scalda senza fuoco in pochi secondi e fa il rumore di una campanella alla fine. La minestra non si fa con le verdure, o con la carne, come siamo abituati noi. C’è una specie di busta che si versa in

acqua e tutto è pronto in pochi secondi. È una schifezz a, ma è subito pronta. Lavorano tutti. In

continuazione. 8, 9, 10, 12 ore al giorno. Non passa giorno senza che qualcuno cerchi di venderti qualcosa. Non si va più a teatro. C’è una cosa chiamata televisione nella quale mostrano un sacco di

storie. Oppure si va in una sala chiamata cinema dove mostrano mondi che non esistono. Ermellino – Fagli vedere il quadro!

UV – Ah.. ho rubato questo, a casa di XXI

Dama – Hai rubato oggetti?

UV – In realtà era un prestito, ma XXI non vuole più tornare. Tecnicamente è us ucapione. Sono

passati più di 20 anni!

Dama – Non avresti dovuto prendere nulla!

UV – Ti assicuro che ne valeva la pena! Mostra una foto dell’Apollo 11. Qui c’è scritta una data: 20 luglio 1969. Sapete dove sono questi? Sulla luna. E questo non è un “cinema”. È successo davvero.


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Il laboratorio di  Leonardo

di Lorenzo Trombini

Ermellino – Ah! Guarda qui! Lanciandole una moneta.

Dama – Che cos’è?

Ermellino – Quella è una moneta del ventunesimo secolo. Si chiama Euro!

Dama – Bella… e allora?

UV – Girala!

Dama – Stupefacente! Sei sulle monete come gli imperatori! UV – Forte, eh? Il mio ego è già tre metri sopra il cielo… Dama – Ma… sarai UOMO!

UV – Una piccola concessione all’umanità…

Dama – Che c’è in quei contenitori?

UV – Ho preso in prestito dei liquori… Se volete vi preparo una bevanda meravigliosa. Si chiama

White Russian.

XXI – Da dentro White Russian, ignorante!

Dama – Grazie, ma non ne ho voglia. Comunque anche io ho visto un po’ di futuro, da qui. Ermellino – E che hai visto?

Dama – Ho visto il nostro futuro. Nel ventesimo secolo staremo bene, accuditi, famosi e sorvegliati. Noi abbiamo fede nell’arte. Ne saremo ricompensati per la vita! Rumori, i capolavori rientrano nei

loro quadri.

MUSICA TRANSIZIONE

Leonardo – Maremma maiala! Fallimento completo. Questa cosa m’ha proprio distrutto! Lucrezia – Almeno Tommaso è ancora vivo.

Leonardo – Ho rischiato la vita di un amico, di un omo. L’è chiaro che l’uomo ‘un è fatto per vola’come io ‘un so’ fatto pe’ questo mestiere. Domani mi cercherò un lavoro vero e smetterò di

fare tutte queste cose inutili.

Lucrezia – No Leonardo, non farlo.

Leonardo – Come posso anda’ avanti così? Nessuno vuole i miei dipinti! E ogni volta che invento qualcosa di innovativo rischio di ammazza’ qualcuno!

Lucrezia – ma lo hai detto tu stesso che morire per la scienza è un privilegio.

Leonardo – L’ho detto solo per convincere Ginevra. L’uomo è l’unica, vera, grande invenzione di

questo mondo. I miei sono solo capricci di un matto! Dici che Ferdinando mi assumerà come

maniscalco?


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Il laboratorio di  Leonardo

di Lorenzo Trombini

Lucrezia – Ti prego, Leonardo.. Vedrai che il tempo ti darà ragione. L’arte e la scienza sono lavori degni. Un giorno tutti lo capiranno.

Leonardo – No, Lucrezia. Lisa aveva ragione. Tutto il bello è fuori: le colline, la natura. Altro che questo stupido fondale! Getta un barattolo di vernice sul fondale, rovinandolo. Vai a dormire, Lucrezia. Domani me andrò a cercare un lavoro vero. Lucrezia esce e Leonardo rimane solo nella stanza. Fa un giro e guarda i suoi capolavori. Trova una moneta da Euro 1 sul pavimento e nota un quadro non suo. È la foto dello sbarco sulla luna.

Leonardo – 20 luglio 1969. L’uomo sulla luna. Si guarda in giro per capire da dove può essere arrivato, non trova risposte. Va a sdraiarsi in proscenio e guarda il cielo di stelle e una luna proiettata

Leonardo – Forse ce l’ho già, un lavoro. Ed è un lavoro vero!

MUSICA FINALE

FINE


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