Il letto c’è ma non si vede

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Il letto c’è ma non si vede

Il letto c’è ma non si vede

Commedia in due atti di
Giuseppe Celesia
(1998)



PERSONAGGI
Roberto
Miriam
Viola
Marcello
Fabrizio
Ivana



PRIMO ATTO
Salotto scarsamente arredato composto da un camino, in fondo alla parete, quattro quadri sopra il camino, a formare un quadrato, altri quadri ai lati della parete, un divano sulla destra, posto di fianco, una sedia vecchio stile, posta al centro della stanza, un tavolinetto, un tappeto. Due usci accanto al camino. Una rampa di scale porta su, in camera da letto, con un uscio in direzione del camino. A sinistra l’uscio che dà sull’esterno.

PRIMA SCENA
Miriam, Viola, poi Roberto

Al levarsi della tela Miriam, vestita da suora, e Viola, vestita da prostituta, sono sedute sul divano e sfogliano l’album delle foto del matrimonio di Miriam.

VIOLA - Un matrimonio davvero sontuoso il tuo!

MIRIAM - E’ stato il giorno più bello della mia vita! Ah, che emozioni! La marcia nuziale, l’Ave Maria di Schubert... Peccato che ci si possa sposare una volta sola, in chiesa!

VIOLA - E chi l’ha detto? Se resti vedova...

MIRIAM - Viola! (fa gli scongiuri)

VIOLA (ride) - Scherzo! Adoro Roberto! E’ un ragazzo eccezionale!

MIRIAM - Non t’allargare...! (ridono) Comunque hai ragione: con lui mi sento la donna più felice del mondo! Se dovessi tirare un bilancio della mia vita avrei un grosso margine di utile. Ho sposato l’uomo che amo, abbiamo comprato questa casa da poco, ho un lavoro che mi realizza in pieno. Che cosa voglio di più?

VIOLA - Qualcuno direbbe: “Un amaro”! (ridono. Viola va alla finestra) Ma avete risolto quel piccolo problema?

MIRIAM - Quando due persone si amano veramente, i problemi sono sempre risolvibili.

VIOLA - Ti invidio, sai? Io e Marcello stiamo insieme da cinque anni... chissà se arriveremo a sposarci!

MIRIAM - Arriva per tutti, prima o poi. Io e Roberto ci siamo sposati dopo quattro anni di fidanzamento. Io dovevo laurearmi, lui ci ha messo un po’, prima di ingranare col lavoro. Ogni coppia ha i propri tempi di maturazione. E poi, credimi, oggi i tempi si sono allungati per tutti.

VIOLA - Mah! Marcello, invece, temo che non lo troverà mai un lavoro! Non può trovarlo in queste condizioni. Se sapessi cosa ho scoperto, l’altro giorno. Una cosa terribile, Miriam!

MIRIAM - Viola, stasera dimentichiamo ogni problema e pensiamo solo a divertirci!

VIOLA - (torna a sedersi accanto a Miriam, dandole un bacio) Ok. Mi mancherai, sai. Adesso che avevo preso in affitto l’appartamento vicino al tuo, parti.

MIRIAM - Per un insegnante la vita non è facile. Finché passi di ruolo, oggi qua, domani là...! Ma a me sta bene così. Mi piace viaggiare. E poi ci separano solo duecento chilometri. Il venerdi sera torno e il lunedi mattina riparto. Dovrebbe pesare più a Roberto, che resta da solo.

VIOLA - Attenta, che gli uomini da soli combinano guai!

MIRIAM - E allora per evitare che faccia saltare la casa per aria, ti propongo un affare: puoi controllarlo tu?

VIOLA - Io? Dovrei fargli da balia? (Miriam annuisce) Ti fidi ciecamente? Non sei gelosa?

MIRIAM - Di te? Perché dovrei? Sei la mia migliore amica.

VIOLA - Già. Io...ti sono fedele!

Roberto entra con un mazzo di rose gialle, un compact disc in mano, e una grande scatola da regalo. Indossa un giubbotto di pelle, un paio di jeans e un cappello con la visiera.

ROBERTO (allegro) - Buonasera a tutti.

VIOLA - Ciao, bello!

MIRIAM - Ciao, pupo!

ROBERTO - Ciao, amore. Questi sono per te! (abbraccia Miriam con passione)

MIRIAM (si sgancia andando a mettere i fiori in un vaso, in cucina) Grazie. Festeggiamo qualcosa stasera? (gli pigia il naso per scherzo)

ROBERTO (a Miriam) - Ahi ahi ahi! Come si invecchia quando ci si sposa! Dimentichi che oggi è San Valentino! (appartandosi un momento con Miriam) Auguri! (dà a Miriam il regalo)

MIRIAM - Ah! Anch’io ho una sorpresa per te, ma non adesso. (a Roberto, piano) Lo metto via. Voglio aprirlo dopo, quando resteremo da soli. (tornando da Viola, ma rivolgendosi a Roberto) Sicuro che dentro quel pacco non ci sia un topo... o uno scarafaggio?

ROBERTO - A Carnevale ogni scherzo vale... (a Viola) Viola, sei la prima ad arrivare. E gli altri? (Miriam va in cucina)

VIOLA - Marcello fra poco sarà qui. Gli altri non lo so... arriveranno da un momento all’altro.

ROBERTO - Questa sarà una serata indimenticabile! Dobbiamo festeggiare diverse cose, ragazzi: il nostro primo mese di matrimonio, il nuovo lavoro di Miriam, San Valentino, e il Carnevale, che quest’anno combacia con la festa degli innamorati... (ammiccando a Viola) Lo sai che stai proprio bene vestita così?

MIRIAM (tornando dalla cucina) - Chi va a prendere le pizze?

VIOLA - Marcello le ha prenotate per telefono, e ce le porteranno pure a domicilio, così non aspettiamo molto. (Roberto avvinghia Miriam, la quale si scosta, infastidita)

MIRIAM (quasi scontrosa) - Smettila! Mi fai il solletico...!

VIOLA (nota la strana reazione di Miriam) - Cosa c’è in quel CD?

ROBERTO - Una cosa! Appena la sentiranno Fabrizio e Ivana trasformeranno questa stanza in una pista da ballo!

MIRIAM - Ehi, domani non ho intenzione di stare tutta la giornata a fare pulizie in salone!

ROBERTO (mostrando in maniera plateale il CD) - Signore e signori, ladies and gentlemen...ecco a voi la controdanza!
VIOLA - La controdanza? (scoppia a ridere) L’abbiamo ballata la settimana scorsa a scuola di danza, ma non è che poi l’abbiamo assimilata bene!

MIRIAM - Io non mi ricordo più niente.

VIOLA - Nemmeno io.

ROBERTO - Fabrizio e Ivana ci faranno da guida, non vi preoccupate. Sono loro i maestri di ballo! Ma questa è una versione particolare: la controdanza siciliana, ideata da una persona di fama locale.

VIOLA - Sì, io e Marcello vi guardiamo seduti sul divano.

ROBERTO - Non si accettano spettatori. Stasera si balla fino allo svenimento! Chi si tira indietro pagherà la penitenza! E che penitenza!

MIRIAM - La penitenza la stiamo già pagando. Non capisco a chi sia venuto in mente l’idea di farci vestire così. Mi sento ridicola!

ROBERTO - E’ tutto calcolato, tesoro. Il bello non è come siamo vestiti e nemmeno perché, ma il fatto di dovere interpretare il personaggio che rappresentiamo.

VIOLA - Un po’ insolito per una festa di Carnevale!

MIRIAM - Non capisco.

ROBERTO - Tu sei vestita da suora? Devi essere una suora, devi sentirti tale!

MIRIAM - Ma è assurdo! Ma perché? Non le conosco mica le suore, io! Senza contare il fatto che vado in chiesa solo per le grandi occasioni! Altro che suora! Io volevo vestirmi da cappuccetto rosso!

ROBERTO - Sì, e io da lupo! E invece è proprio il ruolo che più ti si addice. Pensa a come saresti se tu fossi realmente una suora.

MIRIAM - Scapperei dal convento.

ROBERTO - Be’, puoi interpretare una suora moderna, fuori dagli schemi tradizionali. L’importante è che conservi la sostanza, il messaggio da trasmettere.

VIOLA - E io?

ROBERTO - Tu...sei la donna di mondo!
VIOLA - Mica tanto! Grazie, comunque, per l’alta considerazione nei miei confronti.

ROBERTO - Poni il caso che fossi costretta a fare la...(tossisce) perché non riesci a trovare lavoro.

VIOLA - Farei di tutto, pure la schiava, ma non arrivare fino a questo punto! Mai!

ROBERTO - E allora fai finta che lo fai per piacere...di qualcun altro!

VIOLA - Di chi?

ROBERTO - Lo saprai al momento opportuno.

MIRIAM - Scusate, ma questa cazzata a chi è venuta in mente?

ROBERTO - A Fabrizio. Dato il suo passato di attore... Anzi mi ha appena confidato che si è nuovamente iscritto all’Accademia. Ha intenzione di fare sul serio, stavolta!

MIRIAM - E figuriamoci. Tra lui e Ivana... Sentite, fatemi preparare il dolce di Carnevale.

VIOLA - Ah, sì, tu sei tanto brava, in cucina! T’invidio. Vuoi una mano?

MIRIAM - No, deve essere una sorpresa! (si avvia. Si ferma davanti alla porta, rivolgendosi a Roberto) Visto che tu non vuoi imparare a cucinare... (Roberto scrolla le spalle) Tesoro, guarda che c’è la biancheria da stendere. (entra in cucina, poi affaccia la testa) E le tue camicie da stirare. (scompare)


SECONDA SCENA
Roberto e Viola

ROBERTO - Vedi qual è il bello del matrimonio? Che ti metti l’acqua dentro e il rubinetto fuori! Qua, cara mia, ci vuole uno schema scritto, con la divisione dei compiti, perché altro che cinquanta e cinquanta. Le mogli ti fanno fare gli straordinari. E poi non solo lavori, ma magari ti accusano di non essere all’altezza della situazione.

VIOLA - Ci vorrebbero dei corsi di formazione professionale per giovani mariti casalinghi. (Roberto annuisce mal volentieri) Non vorrei sembrarti molto curiosa, ma perché tutta questa commedia attorno a una festa? Anzi...a due feste. Non trovi un po’ insolito che tre coppie festeggino il San Valentino insieme, organizzando una festa di Carnevale?

ROBERTO - No. L’idea del San Valentino collettivo è mia. La festa di Carnevale è un’idea di Fabrizio. Ha organizzato tutto lui. Dice che ci divertiremo un mondo!

VIOLA - Sarà! (guarda verso la cucina) Tua moglie è davvero stupenda!

ROBERTO (sorride) - Sì, in tutto e per tutto! (si distende sul divano, felice)

VIOLA - Com’è la Thailandia?

ROBERTO - Da sballo! Abbiamo passato quindici giorni fa-vo-lo-si! Non sarei più tornato! (si avvia verso la scala. Troverà un pallone. Lo prende e si porta al centro della stanza, di fronte a Viola)

VIOLA - Dai, invece è bellissimo tornare a casa per predisporla come vuoi tu, trasformarla in un nido d’amore! Ah! Sogni, soltanto sogni!

ROBERTO - E tu cos’aspetti a sposare Marcello?

VIOLA - Senti, perché non ti vai a vestire? Sono curiosa di vederti.

ROBERTO - C’è ancora tempo. E allora? Non mi hai risposto. A quando le nozze?

VIOLA - Cosa? Come puoi chiedere una cosa del genere a una donna come me? (civetta agitando la borsetta)

ROBERTO (ride) - Sei già entrata nel personaggio? Brava! Dai, dico sul serio. Cos’aspetti a sposare Marcello?

VIOLA (esita un attimo, poi in atteggiamento teatrale) - L’amore!

ROBERTO (resta spiazzato) - Bella risposta! Dopo sei anni mi pare assodato che tra voi ci sia amore...

VIOLA - ...o che sia finito! O che non ci sia mai stato! Tra noi c’è solo passione! Anzi c’era! (avvinghia Roberto per la vita) Ma pronunciare la parola “amore” mi sembra un po’ esagerato! Che vuoi... non tutte le coppie sono come te e Miriam! (con un pizzico d’invidia) Sempre affiatati, sempre romantici!

ROBERTO - Non è tutto oro quello che luccica! C’è chi ha il pane e non ha i denti, e c’è chi ha i denti e non ha il pane! (comincia a palleggiare con il pallone)

VIOLA - Che vuoi dire?

ROBERTO - Stai ferma dove sei. Alzati. (Viola si alza) Due palleggi, forza, in memoria della nostra vecchia squadra. (cominciano a giocare a pallavolo)

VIOLA - Che significa quello che hai detto prima?

ROBERTO - Niente. Scherzavo.

VIOLA - Lo conosco quel tuo sguardo. Non scherzavi affatto.

ROBERTO - Non ho detto una cosa allucinante! Ho detto che come tutte le coppie anche noi abbiamo gli alti e i bassi. Ma se dovessimo pesare, sul piatto della bilancia, le gioie e i dolori, senza dubbio sono di più le gioie.

VIOLA - Non vorrei che il matrimonio cancellasse le gioie e regalasse i dolori!

ROBERTO - Iuh! Iuh! Questo sì che è ottimismo!

VIOLA - Basta giocare. Non ne ho più voglia. (si siede sul divano)

ROBERTO - Ok. Vado a cambiarmi. (si avvia per le scale)

VIOLA - Che problemi avete tu e Miriam?

ROBERTO (si volta) - Vuoi fare la psicologa? Non è il tuo personaggio...

VIOLA - Dai, non scherzare. Non vedi che sono seria?

ROBERTO - Ma non c’è niente di grave tra di noi. Quando ci si ama davvero, il rispetto, la comprensione...fanno sì che si possano superare quei momenti un po’...

VIOLA - Un po’...?

ROBERTO - Cioè...quando tu ami una persona hai completamente voglia di donarti all’altro, mi spiego? Basta che l’altro sia felice, e sei felice anche tu! (sale le scale)

VIOLA - Cazzate! A forza di pensarla così ho preso l’ulcera!

ROBERTO (si ferma) - Forse perché lo dicevi, ma in fondo non lo credevi! (scompare in camera da letto)

VIOLA - E no. Bisogna ricevere anche. Gli amori a senso unico non hanno senso...! E quando tu dai, dai, dai...ma dall’altra parte la linea è libera ma non risponde nessuno...sai come ti vien voglia di mandare tutto all’aria? (Roberto ritorna con un grande sacco, pieno di abiti, e va a sedersi accanto a Viola) Specie quando scopri delle cose terribili...che non ti saresti mai aspettato...!

ROBERTO - Cos’hai scoperto?

MIRIAM (ritorna, con una scodella e un cucchiaio di legno) - Roby, assaggia. Dimmi come ti sembra.

ROBERTO (dopo avere assaggiato) - Ancora non sa di niente. Ci vuole un po’ di zucchero. (Miriam sorride ai due e poi ritorna in cucina)

VIOLA - Non so se lasciarlo!

ROBERTO - Marcello? Perché?

A questo punto Roberto comincerà il proprio travestimento da donna in scena, con molta naturalezza, dialogando, per tutto il tempo, con Miriam. Quest’ultima lo aiuterà nel trucco.
VIOLA - Qualche giorno fa entrai, per caso, in bagno, dopo aver fatto l’amore con lui, o meglio: dopo esserci stata a letto, e...(comincia a tremare e singhiozzare, come se avesse la scena davanti agli occhi. Roberto cerca di consolarla) Buttata lì per terra, vicino al water, una siringa grossa così...! (fa un gesto eloquente)

ROBERTO - Cosa? Una siringa? Ma digli di aggiornarsi. Ancora questi metodi rudimentali? Oggi esistono delle pastiglie piccole così che...

VIOLA - Che cazzo dici? Su queste cose c’è poco da scherzare!

ROBERTO - Hai ragione. Scusami.

VIOLA - Perché lo fa? E come ho fatto io a non sapere nulla, in tutto questo tempo?

ROBERTO - Ma sei sicura? E’ incredibile! Siamo amici da molti anni, ma...non ho mai sospettato una cosa simile, né tanto meno lui me l’abbia confidata!

VIOLA - Certo, è naturale. L’amicizia tra uomini è diversa da come la intendiamo noi donne. Noi arriviamo a spogliarci dei nostri sentimenti, quando sentiamo che c’è qualcosa di profondo che ci lega! Voi no, siete sempre forti, guai a mostrarvi deboli, sempre pronti a contare quante volte in un giorno... Be’ lasciamo perdere. (pausa) Tra donne...potrebbe definirsi addirittura “amore”, e se il sesso tra donne non creasse tutto questo scandalo...sarebbe perfetto! Neanche avremmo bisogno di voi uomini!

ROBERTO (sconvolto) - Ma che stai dicendo, Viola? Tu adesso me ne parli liberamente...mica sono una donna, io! (guarda se stesso alle prese con il travestimento) Be’, magari per gioco sì!

VIOLA - Vorrei entrare nel suo cervello, ma non mi è consentito. E’ troppo maschio! Mi avete stufato voi uomini! Basta. Passo e chiudo!

ROBERTO (ambiguo, per scherzo) - Anche con me?

VIOLA (lo squadra dalla testa ai piedi. Roberto è quasi vestito da donna) Con te no. Che c’entra? Mica sei un uomo, tu! (ride isterica. Gli prende la testa con le mani. Lo avvicina al suo viso, poi lo molla) Mmh! Come mi attizzi! E tu? Ancora non mi hai risposto. Che problemi avete tu e Miriam?

ROBERTO - Viola, forse sei nata nel posto sbagliato. Dovresti vivere in Olanda, così non avresti problemi! Là tutto è libero!

VIOLA - E allora? Tu e Miriam...?

ROBERTO (esita, poi alza lentamente il braccio indicando il divano) - E’ quello lì il nostro problema.

VIOLA (fingendosi ingenua) - Il divano?

ROBERTO - Be’, più o meno...

VIOLA - Ho notato una cosa strana, poc’anzi, quando sei entrato: sei corso ad abbracciare Miriam e lei ti ha evitato. Perché?

ROBERTO - Ecco: io e Miriam stiamo insieme da quattro anni e...(fa capire che non è sessualmente non è mai successo niente) non è mai successo niente.

VIOLA (imita la voce della madre di Miriam) - “Mia figlia è una ragazza perbene. Mica è come tutte le altre. Miriam aspetterà la prima notte di nozze per regalare al suo principe azzurro l’aureola della sua verginità”!
ROBERTO - Viola, ti prego. Non imitare mia suocera. Non nominerebbe mai la parola “verginità” invano!

VIOLA (ride) - Povero, Roberto! Quattro anni di astinenza...!

ROBERTO - Già, quattro anni! Ma il fatto è che...ora che siamo sposati continua a non succedere niente.

VIOLA - Cosa?

ROBERTO - Ecco. Tu e Miriam siete molto amiche, no? Dovresti saperlo. Ti sembrerà assurdo, ma la relazione che intercorre tra me e mia moglie è l’esatto contrario della tua storia con Marcello. Per noi il rapporto è del tipo: “Niente sesso siamo inglesi”! Per voi, invece, è alla “Basic Instinct”!

VIOLA - Magari fosse...! Forse solo da parte mia è alla “Basic...” Hai presente un piatto di spaghetti scotti, ma molto scotti, freddi, riposati nel piatto da più di un’ora, senza sugo, senza formaggio, senza melanzane, senza peperoncino...?

ROBERTO (porta la mano alla gola per non vomitare) - Viola, mi è già passata la fame, ti prego.

VIOLA - Anzi voi siete fortunati. Vi amate.

ROBERTO - Ma è un amore particolare, come fosse il frutto di un patto. Io non vedo il pathos! Sembra che il contatto fisico sia legato ai fili della corrente elettrica! Per noi non esiste il concetto della corporeità. Non siamo mai usciti tenendoci per mano, non ci siamo mai baciati come due fidanzati, davanti agli altri. Non so e non ho mai saputo il giorno del mese in cui lei sta male... Ti sembrerà impossibile, ma è così. Lei ha una forma di pudore...spudorato! Eppure mi ama. Lo sento, lo avverto nei suoi occhi quando ci sediamo a tavola, quando ci svegliamo la mattina. Ci amiamo, ma manca qualcosa. Io mi sento respinto da mia moglie, a tal punto che non riesco a provare neanch’io nessuna attrazione fisica nei suoi confronti.

VIOLA - Scusa la domanda un po’ imbarazzante: quando l’hai conosciuta, allora, ti piaceva fisicamente?

ROBERTO (esita) - Be’... sì...

VIOLA - Sii sincero con te stesso perché è importante.

ROBERTO - Io e Miriam ci siamo conosciuti ed è subito stato amore a prima vista. Neanche allora, in verità, ci saltavamo addosso.

VIOLA - Forse l’ideale è gestire il rapporto di coppia come Fabrizio e Ivana. Liberi, senza tanti se. Loro sono due amici che vanno a letto. E il loro matrimonio funziona, anche fuori di loro. Non so se capisci.

ROBERTO - Non sopporterei l’idea di un tradimento. Non ha senso.

VIOLA - Forse è solo un fattore psicologico. (bussano alla porta. Roberto va ad aprire) Questo è Marcello.

TERZA SCENA
Roberto, Viola, Fabrizio, Ivana, Miriam, poi Marcello

ROBERTO (apre la porta) - Ehilà! Ben arrivati! Entrate. (Fabrizio e Ivana entrano. Il primo vestito da astronauta, Ivana vestita da aquila) Anche voi molto originali. (Fabrizio e Ivana salutano Viola)

FABRIZIO - Marcellone da cosa si veste?

IVANA (ironica) - Da lord inglese. L’hai dimenticato?

FABRIZIO - Ma quale lord inglese? Lui non si veste proprio. Be’, non l’ho suggerito io l’abito di Marcello. Vi piace il mio? Da astronauta dello spazio!

VIOLA - Credevo fosse Marcello. E’ già in ritardo.

FABRIZIO - Nessun problema. Nel frattempo vi spiegherò il primo gioco della serata.

VIOLA - Lo sappiamo già. La controdanza.

FABRIZIO - Non proprio. Il ballo a metà serata. Inizieremo con un gioco.

IVANA - E Miriam?

ROBERTO - E’ alle prese con il suo dolce di Carnevale. (chiamando) Miriam? Vieni a salutare Fabrizio e Ivana. Quando si mette in cucina, non la smuovi neanche a cannonate. (Miriam entra dalla cucina)

IVANA - Miriam! (ride) Anzi...suor Miriam!
MIRIAM - Non suona molto bene. (a Fabrizio) Oh! Stai benissimo vestito così. Anche tu, Ivana.

FABRIZIO - Ivana, però, non è Willy!

MIRIAM - Chi è Willy?

ROBERTO - Amore, attenta al dolce.

MIRIAM - Yuri Gagarin è già al forno.

IVANA - Yuri Gagarin?

ROBERTO - Il suo dolce di Carnevale. Lei adora affibiare nomi ad ogni creatura della sua cucina!

FABRIZIO - Neanche Yuri Gagarin è Willy!

VIOLA - Che cos’è questo Willy?

IVANA - Marcello è Willy, però.

FABRIZIO - Forza, vediamo se indovinate cos’è Willy.

ROBERTO - Io sono Willy?

FABRIZIO - Decisamente no.

ROBERTO - E Miriam?

FABRIZIO - Neanche lei. Un minuto a partire da adesso per indovinare chi è Willy. Può essere anche un oggetto, non necessariamente una persona.

MIRIAM - La casa è Willy?

IVANA - No. Attenzione che chi non indovina paga la penitenza, eh?

VIOLA - Eh, ma non vale, perché tu il gioco lo conosci.

IVANA - Un motivo in più per tirare fuori un gioco che non conosciamo noi.

ROBERTO - Fammi pensare: la casa non è Willy, Miriam non è Willy, Marcello è Willy...però io non sono Willy?
FABRIZIO - No.

ROBERTO - La torta è Willy?

FABRIZIO - No. Ragazzi, è più stupido di quanto possa sembrare.

VIOLA - La pizza è Willy?

FABRIZIO - Sì.

VIOLA - Ci sono. E’ qualcosa che ha a che fare con Marcello.

FABRIZIO - Non proprio. Credo che sia una coincidenza.

ROBERTO (si avvicina alla palla, la prende, pensando) La palla è Willy?

FABRIZIO - Sì, la palla è Willy! Ci sei. (Roberto è più confuso che persuaso)

VIOLA - E il divano?

IVANA - No.

MIRIAM - Guardate Fabrizio e Ivana come si divertono!

VIOLA - Il letto?

IVANA - Il letto è Willy.

VIOLA - Ho capito. Posso dirlo?

FABRIZIO - Non svelare il gioco. Scrivi la soluzione su un foglio di carta. (Viola andrà alla ricerca di un foglio di carta e una penna, finché l’avrà trovata. Vi scriverà la soluzione)

ROBERTO - Letto, pizza, Marcello...il lettone è Willy? (Fabrizio annuisce) E il lettino?

FABRIZIO - Anche.

ROBERTO - La lettera?

FABRIZIO - Pure, pure.
ROBERTO - Vaffanculo, Fabrizio! Ci sono. (va a scrivere la soluzione in un foglio di carta. Anche Marcello scrive la soluzione in un foglio di carta)

MIRIAM - Io non ho capito niente.

FABRIZIO - Ok. Tempo scaduto. E allora fuori le soluzioni. Cominciamo con Miriam che non ha capito niente.

MIRIAM - Non ne ho la più pallida idea.

IVANA - Ti conviene tentare lo stesso. C’è in ballo la penitenza.

MIRIAM - Non so...forse le parole maschili sono Willy e quelle femminili no.

FABRIZIO (euforico) Sbagliato! Prima penitenza della serata a Miriam! Vediamo Viola che ha capito per prima. (Viola dà il bigliettino a Fabrizio) Willy non è altro che tutte le parole con una doppia consonante. Vediamo Roberto. (anche Roberto dà il bigliettino) Willy è una parola con doppia consonante. (imitando Mike Bongiorno) Risposta esatta. Ma lo sapete cosa vincete? Il mongolino d’oro! (ridono) Allegria!

MIRIAM - Ragazzi, se iniziamo con le stupidaggini io vi lascio e me ne vado!

FABRIZIO - E allora sentite quest’altra. Venite tutti qui a semicerchio. (tutti si schiereranno a semicerchio. Suonano alla porta)

VIOLA - E’ Marcello. (apre la porta e si ritrova davanti Marcello che rispetto agli altri non è vestito di carnevale. E’ in giacca e cravatta, come un normalissimo giorno di lavoro. Porta con sè le pizze e una chitarra)

MARCELLO (con le pizze e la chitarra in mano) - Ciao a tutti.

VIOLA - Ma non dovevano essere pizze taxi?

MARCELLO - Stasera non fanno servizio taxi per nessuno!

ROBERTO - E allora mangiamole subito, prima che si raffreddino.

FABRIZIO - Le birre ci sono in frigo?

MIRIAM - Birra, vino, spumante! Tutto ciò che si conviene a una festa!

FABRIZIO - Sì, ma non scordarti che dopo dovrai scontare la penitenza!
MIRIAM - Va bene, purché sia una cosa lecita.

(andranno in cucina, parlottando tra di loro e dandosi spintoni e gomitate per scherzo. La scena resterà alcuni secondi vuota. Si sentiranno le loro risate, dalla cucina, poi caleranno le luci)

QUARTA SCENA
Roberto, Miriam, Viola, Marcello, Fabrizio e Ivana

La scena è vuota per alcuni secondi. Dalla cucina arrivano i sei ragazzi, mezzi brilli.
IVANA - Complimenti per il dolce, Miriam. Era straordinario!

MARCELLO - Ma perché lo hai chiamato “Yuri Gagarin”?

ROBERTO (spiritoso) - Perché, vedrete, che ci farà gagare nel giro di pochi minuti! (tutti scoppiano a ridere)

MIRIAM (a Roberto) - Ti credi spiritoso? (agli altri) Perché il mio sogno è stare un anno nello spazio a esplorare la terra dall’alto!

ROBERTO (a Marcello) - Ma a te cosa importa, che neanche ti sei vestito di carnevale, stasera?

IVANA - Marcello non ha bisogno di vestirsi. Va bene così com’è. (altre risate)

MARCELLO - Io mi vesto di Carnevale per tutto l’anno, forse?

FABRIZIO - E allora ragazzi: giurate, da ora in poi, di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?

TUTTI (si guardano attoniti, poi in coro...) - Lo giuro!

FABRIZIO - Facciamo un bel cerchio. (tutti formano un cerchio) Ora vi spiego il gioco. (dice qualcosa, piano, ad Ivana, la quale si alza e comincerà a danzare, a suon di musica, passando in mezzo agli altri, e scegliendo, come partner Marcello. Quest’ultimo, impacciato, comincerà ad adeguarsi al ritmo di Ivana, risultando goffo e impacciato. Al termine del ballo Ivana sussurra una frase all’orecchio di Marcello e va a sedere. Marcello prenderà la chitarra e intonerà una canzone, chiedendo la collaborazione di Roberto. Al termine del brano sussurrerà una frase all’orecchio di Roberto e andrà a sedere. Roberto andrà a prendere il pallone e chiamerà come sua partner Viola. I due palleggiano per alcuni secondi, poi Roberto sussurra qualcosa all’orecchio di Viola e va a sedere. Viola si dirige verso Miriam, e la invita a ballare con sè un valzer. Viola e Miriam ballano avvinghiati per alcuni secondi, poi Viola sussurra qualcosa all’orecchio di Miriam e va a sedere. Miriam allarga le braccia, non sa che fare. La musica cessa di colpo)

MIRIAM - No. E’ impossibile.

VIOLA - Fa parte del gioco, cara.
FABRIZIO - Ti ricordo che a Carnevale ogni scherzo vale...

MARCELLO - ...e chi si offende è un maiale!

ROBERTO (effeminato) - Sì, però...lo scherzo è bello finché dura poco! (mostrando in atteggiamento sexy la coscia. Tutti scoppiano a ridere)

FABRIZIO - Non dimenticare, cara: la penitenza!

MIRIAM - Ragazzi, non è che abbiamo alzato un po’ troppo il gomito? (tutti quanti alzano stupidamente il gomito per sfottere Miriam. Scoppiano a ridere. Roberto finisce per terra per le risa. Fabrizio gli finisce addosso per scherzo)

IVANA - Una persona devi sceglierla per forza! (a Fabrizio e Roberto) Che stupidi che siete, ragazzi!

MIRIAM - E va bene. Speriamo che domattina non ricorderemo più nulla, sennò chi avrà più il coraggio di parlarsi? (si dirige verso Fabrizio. Gli sussurra qualcosa all’orecchio e va a sedere)

FABRIZIO - Benissimo. (si alza in piedi, come per annunciare qualcosa) A questo punto il gioco potrebbe continuare all’infinito. Ma poiché abbiamo ancora moltissimi giochi e divertimenti, signore e signori, direi di passare al prossimo gioco. (tutti restano sbalorditi. Qualcuno fischia)

ROBERTO - Assolutamente no. Adesso ci spieghi il senso del gioco che abbiamo appena fatto.

MARCELLO - Io non ci ho capito niente.

MIRIAM - Ma cosa volevi capirci?

VIOLA - Scusa, ma questo gioco ha almeno una soluzione...?

FABRIZIO - Certo che ce l’ha.

MARCELLO - E allora spiegacela.

ROBERTO - Vi giuro che nessuno andrà via da questa casa, se prima non ne avremo avuto la spiegazione.

MIRIAM - Di tutta la serata, vorrai dire.

VIOLA - Per la serie che se qualcuno (indica Fabrizio) non ci dà la soluzione del gioco, come minimo gli facciamo... (fa il gesto eloquente come per dire: gli facciamo un culo grande così) o meglio un gavettone d’acqua bollente!

FABRIZIO - Ragazzi, la serata è lunga. Perché avete tutta questa fretta? Se anziché sorseggiare un caffé, lo bevete tutto d’un fiato, che gusto c’è a veder la tazzina piena e un attimo dopo...vuota?

ROBERTO - Già, è vero. Che affermazione poetica! Ehi, adesso si comincia con le disquisizioni filosofiche? (si avvicina a Viola, sensuale) Che gusto c’è se anziché corteggiare una donna di facili costumi, consumi la serata con lei in quattro e quattr’otto? (avvinghia Viola per la vita, baciandola sul collo. Viola ride divertita)

MARCELLO - Ehi, giù le mani. Altro che scherzo! A me sembra che qui si faccia sul serio!

IVANA (ride) - Ah, ah! La gelosia! (quasi mimando un balletto, ancheggiando) Dice la “Mamma Rocca”: “si guarda ma non si tocca”! (dando dei pizzicotti a Marcello, che si schermisce)

VIOLA (a Roberto, in tono ammiccante) - A meno che non sia una donna...!

FABRIZIO - Ok, abbiamo capito. Qua ci vuole un po’ di movimento. (un cenno di intesa a Roberto) Roberto, mio caro... (Roberto prende il CD della controdanza e sparisce per alcuni secondi, dalla porta accanto alla cucina. Viola e Marcello bisticciano sottovoce, Ivana e Miriam si chiedono cos’altro Fabrizio sta per proporre) Per riscaldare gli animi, tutti in pista!

Una musica folkloristica locale invade la stanza. Roberto torna in salotto e tutti cominciano a ballare la controdanza alla siciliana, uniformandosi alla strofa e al ritornello cantato, che fanno da guida a tutto il ballo. Dopo il ballo tutti quanti esausti, ma divertiti, si rilassano chi per terra, chi sul divano. Roberto abbraccia Miriam, baciandola a lungo, tra le ovazioni degli altri. Miriam si lascia baciare senza emettere alcun piacere.

VIOLA - Miriam, tesoro, il prossimo viaggio fallo all’Equatore, in piena Africa. Chissà che con cinquanta gradi non riesca a scioglierti un po’.
IVANA - Eh, il matrimonio, mia cara. Questo è il guaio. E’ un ottimo frigo per raffreddare lo spirito, il corpo e...

FABRIZIO - Ma allora qui ci vuole un qualcosa per riscaldare. Un piccolo fuoco.

IVANA - Basterebbe uscire un attimo fuori da quel frigo! (attimo di silenzio. Miriam cerca di aggirare l’ostacolo in un’altra maniera)

MIRIAM - Ma allora qui veramente ci diamo ai discorsi seri? Fabrizio, qual era la soluzione del gioco?

MARCELLO - Appunto. Tra moglie e marito...

VIOLA - ...non mettere dito?

MARCELLO - Solo il dito? Non mettere niente. Sono affari loro. Punto e basta.

FABRIZIO - Ok, ok. E allora, madame e monsieur, ecco svelato il trucco del mistero! Ma siete proprio sicuri che volete sapere come va a finire? Non vorrei che poi ci cavassimo gli occhi l’un l’altro!

MIRIAM - Ancora? E dai!

FABRIZIO - Miriam, perché hai scelto me come partner? Cioè: il gioco l’hai chiuso tu venendo verso di me e sussurrandomi qualcosa all’orecchio. E io ti chiedo: perché hai scelto me? Quale frase ti hanno sussurrato all’orecchio, affinché tu, nel giro di pochi secondi, potessi elaborare nel tuo cervello una piccola fase di stampa da inviare alla tua bocca, e giungere alle mie orecchie?

MIRIAM - Tu sei pazzo! Vorresti che ti dicessi il motivo per cui sono venuta da te? Questo mai.

ROBERTO - E allora spiegaci cosa gli hai detto all’orecchio.

MIRIAM - Ma no, ragazzi. Altro che penitenza! Questa è una condanna a morte.

VIOLA - Tanto siamo andati tutti sul pesante. Sapessi cos’è arrivato alle mie orecchie!

MIRIAM - Perché rovinare tanti anni di amicizia?

FABRIZIO - Infatti il gioco si chiama: “Lo sconza-amicizia”, dal siciliano “sconzare”, scombinare, rovinare, distruggere, togliere via... (attimo di pausa. Miriam passeggia incerta)

MIRIAM - Be’?

IVANA - Stiamo aspettando tutti te, cara.

FABRIZIO - Rompo io il ghiaccio. Miriam è venuta da me dicendomi...

MIRIAM (protende la mano come per fermarlo) - No!

FABRIZIO - Si va sul pesante, eh? Siamo tutti adulti e vaccinati, giusto? Ma il bello è proprio questo, ragazzi. E’ il sale della vita! Tanto siamo solo a Carnevale. Stasera tutto è permesso, ok? Era nei patti, no? Divertirci come non mai!

MARCELLO - E dai, quanto la fai lunga!

FABRIZIO - A te farebbe bene non parlare, amico mio. Perché da te sarei venuto, se il gioco non l’avessi interrotto. La nostra bella e cara Miriam voleva sapere: chi, secondo me, tra i presenti, le avesse più lunghe (fa il gesto per indicare le corna) di tutti. (risate generali. Marcello è serissimo)

MARCELLO - Saresti stato poco obiettivo. Dovevi restare al tuo posto, invece, perché non potevi andare da nessuno, visto che tua moglie è una troia e te le fa uscire (indica le corna) da tutti i lati! (stupore generale)

FABRIZIO - Sicuramente Miriam la prossima volta dovrà essere più precisa nel porgere le domande. Sono sicuro che sotto sotto, oltre al più cornuto, voleva dire il più stronzo! (Marcello si scaglia contro Fabrizio. I due vengono divisi da Roberto. Le ragazze gridano impaurite)

ROBERTO - Ma siete impazziti? Ma allora ditelo che non state allo scherzo!

MARCELLO - Stai attento che ce n’è per tutti, anche per te.

ROBERTO - Ma si sta scherzando, via!

MARCELLO - Scherzando scherzando si arriva sempre a dire la verità.
FABRIZIO - Ma allora tu hai paura. Guarda che cornuto è colui il quale non sa di esserlo, colui il quale crede che la sua partner gli sia fedele, e invece gliele fa uscire da tutti i lati, mentre nel mio caso no, perché è una questione di libertà.

MIRIAM - Diamogli il nome giusto: libertinaggio.

FABRIZIO - E va bene, ma io e mia moglie siamo d’accordo, quindi anche se tu mi dici cornuto io non mi offendo, perché io e Ivana stiamo bene così, siamo felici. Siamo coscienti. A volte assistiamo, anche. Dovreste provarlo anche voi, una volta tanto nella vita. Forse vi scaricherebbe da tutte le nevrosi che vi portate dietro. Il tradimento consensuale fa bene all’amore.

MIRIAM - Ognuno ha le proprie idee, giusto? A te sta bene così. A me sembra una stronzata!

VIOLA - Ragazzi, chiudiamo lì il discorso che è meglio. Cambiamo gioco.

ROBERTO - Ma scherzi? Continuiamo, invece. A questo punto...

IVANA - Miriam, tu perché sei andata da Fabrizio?

MIRIAM - Per colpa di Viola. (indica Viola) Voleva sapere chi tra noi presenti è il più... “impostato”, dal punto di vista fisico, s’intende. (esclamazioni a soggetto)

FABRIZIO - L’ho sempre detto che se non avessi sposato mia moglie...

ROBERTO - Non montarti la testa, eh? E’ venuta da te soltanto perché io sono vestito così... di conseguenza, stasera, come uomo non faccio testo, ma solo stasera!

MIRIAM - No, no, mio caro. Sarei andato da lui a prescindere. Ma guardati! Sembri davvero una donna! Fabrizio, invece, non raggiungerebbe gli stessi risultati, perché è un macho! (esclamazioni generali di stupore)

FABRIZIO (quasi canticchiando) - Ahi ahi ahi ahi!

MARCELLO - Visto che anche tu non stai messo male, eh? (fa il gesto delle corna a Roberto)

IVANA - Avanti, ragazzi non perdiamo tempo. Tu, Viola, perché hai scelto Miriam?

VIOLA - Perché Roberto è venuto da me chiedendomi chi sarebbe disposto o disposta ad avere esperienze gay!

MIRIAM - Ti do forse quest’impressione, cara?

VIOLA - Qualche volta, tesoro!

MARCELLO - Queste sono corna al quadrato!

MIRIAM - Mi sembra che qui stiamo trascendendo parecchio. Se continuiamo così trasformeremo questa stanza in un porno-show!

FABRIZIO - Chi è senza peccato...! E poi avete il coraggio di criticare me e Ivana per la nostra apertura mentale, mentre voi, invece, sotto sotto, come dicono i napoletani: “aumma aumma”... (fa intendere che non c’è alcuna differenza tra loro due e gli altri presenti)

IVANA - Roberto?

ROBERTO - Sincerità per sincerità? Marcello è venuto da me chiedendomi con quale donna avrei trascorso volentieri una notte di fuoco, di sesso sfrenato alla “Sliver”, vi ricordate quel film thriller dove lei veniva spiata...

MIRIAM - E dai, quanto la fai lunga!

ROBERTO - Comunque... ecco, ehm... di sesso sfrenato alla “Sliver”, sicuro che anche lei avrebbe desiderato la stessa cosa e avrebbe risposto alle mie avances in maniera superiore alle mie richieste! (esclamazioni di stupore generale. Risata grassa di Viola)

VIOLA - Insomma state dicendo che sono una ninfomane?

IVANA - Peggio, cara.

MARCELLO - Forse pensavi un po’ a tua moglie, di’ la verità.

VIOLA - Marcello, allora sei proprio stronzo! (Fabrizio e Roberto applaudono Viola) Dunque se proprio devo essere sincera, Roberto credo che abbia azzeccato pienamente persona.
FABRIZIO - Brava! (altro applauso di Fabrizio e Roberto)

IVANA (avanza sinuosa verso Marcello) - Questa volta, bello, te le sei proprio meritate! (facendo il gesto delle corna) Sai, Marcello, sono proprio così curiosa di sapere perché tu, invece, hai scelto Roberto.

MARCELLO - E me lo chiedi pure?

ROBERTO (esclamando come una sentenza, in tono scherzoso) - Censura!

MARCELLO (a Ivana) - Perché tu volevi sapere chi, secondo me, era il meno virile di tutti.

ROBERTO (ride) - Stavolta sì che avresti dovuto usare lo specchio!

IVANA - E no, Marcello, devi dire esattamente le parole che ti ho detto.

MARCELLO - Chi di noi è il più breve (fa un gesto eloquente con indice e pollice) e il più difficile a ergersi! (altro gesto eloquente)

ROBERTO - Prova un po’ a chiederlo alla tua fidanzata, se il mio è piccolo e moscio... (anche stavolta Marcello si lancia verso Roberto, ma viene frenato da Fabrizio)

VIOLA - Ma allora vogliamo la guerra, ragazzi? Ma come, dovevamo divertirci!

ROBERTO - Pare che siamo tutti bravi a rispettare quel famoso proverbio “occhio che non vede cuore che non duole”!

IVANA - Mentre, invece, di fronte alla verità siamo proprio impreparati!

MARCELLO - Basta. Me ne vado.

FABRIZIO - Ma dove vai? Siediti. (lo bracca e lo costringe a sedersi) E’ solo uno scherzo.

ROBERTO - ...e chi si offende è un maiale!

IVANA - Forse è meglio smetterla davvero, ragazzi.

MIRIAM - Ah, no! Resti ancora tu, Ivana. Pensavi di farla franca! Perché hai scelto Marcello?

IVANA (allarga le braccia) - E guerra sia. Fabrizio, Roberto, tenete fermo Marcello. (Fabrizio da una parte e Roberto dall’altra bloccano Marcello alla poltrona) Fabrizio ha cominciato il gioco suggerendomi di rivolgermi alla persona a cui...udite udite! No, ragazzi, questa è pesante. Marcello, perdonami, ma uno lo dovevo scegliere.

MARCELLO - E perché proprio me?

VIOLA - E allora?

IVANA - ...a cui non avrei mai fatto il bidet nemmeno con i guanti di metallo! (risate grasse collettive)

VIOLA (avvicinandosi quasi per pena a Marcello) - Gioia mia, mi sa tanto che è la tua serata! Ma ce l’hanno tutti con te?

MARCELLO (a Viola, con orgoglio) - Mi sa tanto che, sotto sotto, invece, la cosa è rivolta anche a te. Perché se io faccio schifo a questi signori qua, e tu vieni a letto con me...

VIOLA - Ti prego, taci. Risparmiati i dettagli. (Fabrizio, Ivana e Roberto continuano a ridere)

MIRIAM - Bene, il prossimo gioco l’organizzo io. Statemi bene a sentire. Fabrizio, tu che sei stato l’ideatore di questo... (ironica ma facendo intendere tutto il contrario) splendido gioco, a te il compito di andare a gettare i quattro sacchi grandi di spazzatura. Uscendo dal portone, giri a destra, dopo cinquanta metri c’è il contenitore della netturbe, ma devi selezionare accuratamente i rifiuti dalle bottiglie di vetro e dalla plastica. (Fabrizio fa cenno di no col dito, ridendo) No, mio caro, a Carnevale...

TUTTI - ...ogni scherzo vale!

MARCELLO - ...e chi s’offende...

FABRIZIO - ...è un Marcello! (altre risate)

MIRIAM - Se vai in cucina trovi già tutto pronto!

FABRIZIO - E va bene. Questo per dimostrarvi che io mi adatto ad ogni cosa. (corre verso la cucina)

MIRIAM - Mentre Roberto e Marcello sistemeranno la cucina.

ROBERTO - Io lavo i piatti.

MIRIAM - Ok. E Marcello sparecchia e scopa per terra.

VIOLA - Scopare per terra è il suo pezzo forte, vero tesoro?

MARCELLO - E va bene. Roberto... dopo di te! (lo invita ad andare in cucina)

ROBERTO - Fa’ come se fossi a casa tua. (invitandolo a entrare per primo. Si avviano parlottando)

MARCELLO - Devi chiedermi scusa per poc’anzi.

ROBERTO - No, sei tu che devi chiedermi scusa, perché io non intendevo...

MARCELLO - Be’, non pensiamoci più. (entrano in cucina)

QUINTA SCENA
Miriam, Viola, Ivana, poi Fabrizio

MIRIAM - Questi uomini! La nostra croce e la nostra delizia! (divertita) Questa sera, però, possiamo permetterci anche il lusso di ribaltare i ruoli in famiglia, senza che nessuno possa ribellarsi. La verità è che sono stati abituati troppo male!

IVANA - Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Fabrizio collabora sempre in casa. Pensa un po’: abbiamo stilato uno statuto, debitamente firmato in ogni pagina. Lui con le sue brave mansioni, io con le mie. E a chi non le rispetta applichiamo le sanzioni con gli interessi, cioè: la sanzione consiste in una somma di lire 100.000 che l’uno passa all’altro in caso di insolvenza dei propri adempimenti, e gli interessi consistono nel fare per una settimana, oltre alle proprie, anche le mansioni che competono all’altro.

MIRIAM - Però! Neanche la finanza è così fiscale!

IVANA - Il rischio, così, è diviso a metà.

VIOLA - Marcello, invece, è il classico pantofolone. Guai a togliersi davanti il piatto in cui mangia.

MIRIAM - Roberto mi aiuta, ma non sprizza di gioia.

VIOLA - Fossero solo questi i problemi del matrimonio, vero Miriam?

MIRIAM - Matrimonio o no, ognuno ci ha i propri.

IVANA - E non è un problema di matrimonio. E’ un problema di coppia. Ce la prendiamo sempre con le istituzioni. Voi sapete che io e Fabrizio siamo contrari al matrimonio. Ma la nostra convivenza, che ormai dura da sette anni, si regge in piedi grazie a delle leggi ben precise. Il nostro statuto, infatti, prevede una serie di articoli vari ed eventuali. Per esempio il nostro articolo “1” ci impone il rispetto reciproco per la nostra persona e per le rispettive famiglie; l’articolo “2” la divisione dettagliata delle mansioni; l’articolo “3” la gestione in materia sessuale: quando e dove farlo, come, con chi, eccetera eccetera eccetera; l’articolo “4” l’elenco delle spese di primaria importanza e quelle secondarie a cui si può facilmente rinunciare. E così via... Ma voi siete ancora freschi freschi. I problemi avranno a venire in seguito. Nei primi tempi sembrava che io e Fabrizio avessimo vinto alla lotteria. Poi, a poco a poco, superato il momento della luna di miele... L’importante è comunque trovare il giusto equilibrio e non spezzarlo mai!

VIOLA - Ma è tremendo! E’ tutto computerizzato! Ma se il matrimonio si basa innanzitutto sull’amore...

IVANA - No, mia cara, amore per quanto sia le regole ci vogliono, anche se possono sembrare un tantino drastiche.

MIRIAM - Per me c’è dell’altro, ragazze. Data la nostra amicizia ve lo posso anche dire: non hai più un attimo di libertà. Non che lui sia sempre tra i piedi, questo no, perché è carino, è dolce, è romantico, è l’uomo che ho sempre desiderato. Ma è un problema mio, cioè...non so se mi capite. Io non ho più quegli attimi di privacy che nel fidanzamento sono celati, insiti. Ognuno è a casa propria, e anche se trascorri insieme a lui tutto il giorno, prima o poi rientri a casa e ti concedi quei momenti tutti tuoi, che appartengono solo a te. Ti faccio un esempio: io amo giocare ancora con la mia bambola preferita. (Viola e Ivana ridono affettuosamente abbracciando Miriam) Vi prego, non ridete. Siate mature!

IVANA - Noi?

MIRIAM - Una bambola grande, però, alta quasi quanto me. Di quelle che si gonfiano. La lavo, la vesto, la pettino, la porto in giro per la casa... Roberto conosce questa mia fissazione e non si è mai opposto, anzi... Figuratevi che anche lui ha una passione tutta sua. (sorride affettuosamente) Dopo pranzo, da quando aveva l’età di sei anni, gioca con una pallina, per terra. (Viola e Ivana si guardano serie e incuriosite) Dice che lo aiuta a digerire. Ha anche costruito una porta di calcio, alta così, larga, che lui definisce “regolamentare”! Io, all’inizio, non ero molto contenta, perché immaginate quando riceviamo amici. Devi nasconderla, magari inventare una bugia se qualcuno se ne accorge. Poi, però, capii che fa parte di lui, come la mia barbie fa parte di me. Ma il problema è che sia io che lui, amiamo giocare di nascosto, perché ci inventiamo un mondo tutto nostro. Se io guardo lui mentre gioca, e lui me mentre gioco, non funziona più, ci vergogniamo, ci sentiamo in imbarazzo. (attimo di silenzio) Be’? Non avete niente da dire?

VIOLA - Forse è normale. E se trovi la persona con cui condividere tutto, anche questi ritagli, come li chiami tu, di privacy...queste fissazioni...

MIRIAM - Ivana, tu che non sei sposata, ma che vivi sotto lo stesso tetto con Fabrizio, cosa ne pensi?

IVANA - Può darsi che siate immaturi? Cioè non nel senso classico del termine. Voglio dire: può darsi che non siete ancora pronti per condividere insieme anche queste cose? Può darsi che non siate preparati per vivere in due? O può darsi pure che è normale avere in ogni caso un piccolo spazio solo proprio. Non è detto che bisogna dividere proprio tutto.

VIOLA - Può darsi, invece, che il problema sia un altro. Io credo che fra voi non ci sia abbastanza intimità, inteso in tutte le sfaccettature del termine. E’ la stessa cosa che succede tra me e Marcello, solo che abbiamo caratteri diversi e di conseguenza ci comportiamo diversamente. Io non gli ho mai confidato tante mie piccole cose! Per esempio dopo che lo facciamo lui non sa cosa io ho provato realmente, mentre io so cosa lui ha provato, perché, altrimenti, non potrebbe materialmente... Non è mai successo che parliamo subito dopo... Io sono come una giumenta, una macchina da monta. E a me non sta più bene. Poi si lamenta se non gli confido certe piccole cose personali, come per esempio quando e come sto male ogni mese. Ma che gliene frega? Dopo che glielo dico? Quella che sto male sono io, mica lui!

IVANA - Ma che c’entra? Viola, è una legge di natura. Anche se non glielo dici, lui lo sa che nell’arco del mese starai male, quindi è un segreto stupido, o meglio non è un segreto. Anzi è più stupido non dirlo. Ed è ancora più crudele nascondere le proprie emozioni prima, durante e dopo...

VIOLA - Lo capisco, ma tanto è così difficile raggiungere quel traguardo insieme...! (allarga le braccia, poi a Miriam) Tu, Miriam, a proposito di quel vostro problema... (Fabrizio torna dalla cucina con due sacchi di immondizia nella spalla destra e due sacchi di immondizia nella spalla sinistra)

MIRIAM - Ah, ma la tua è una vera fissazione!

VIOLA - E no, mia cara. Altro che fissazione! Se tu lo reputi normale che marito e moglie non abbiano mai scopato, né prima il matrimonio, né dopo!

FABRIZIO (stanco) - Scusa, Miriam, ma da quanti anni non getti i rifiuti? (le donne non gli danno retta. Continuano a parlare)

IVANA - Cosa cosa?

MIRIAM - Io, finora, ho seguito i miei principii morali. Sono cresciuta con una certa mentalità...

IVANA - Un po’ egoista, però! E i suoi principii?

VIOLA - La mentalità dei divieti di sosta? Ma dai, Miriam, come puoi pretendere che tuo marito non ti sfiori neppure con un dito in nessun posto del tuo corpo? Dovresti farti visitare, secondo me.

FABRIZIO - Scusate, lascio la porta aperta. Io vado. (le donne non lo hanno neanche ascoltato. Fabrizio esce lasciando la porta aperta)

MIRIAM - Perché ti sta molto a cuore questo nostro...come lo chiami tu...problema?

VIOLA - Perché Roberto è il mio migliore amico. Non dimenticarti che se non fossimo stati compagni di scuola non vi sareste mai conosciuti. Roberto è innanzitutto amico mio e poi tuo marito, almeno in ordine di tempo...

IVANA - Del resto la vita è proprio strana. (a Viola) Tu e Roberto eravate compagni di scuola, e tu, anche amica di Miriam, cosicché li hai fatti incontrare. Io e Marcello siamo cugini di primo grado, ci conosciamo da una vita, e siamo molto legati, e Fabrizio è un vecchio amico di Marcello, cosicché io e Fabrizio ci siamo conosciuti grazie a Marcello. Tu e Marcello com’è che vi siete incontrati?

VIOLA - Al mare, durante un viaggio a Taormina, in Sicilia. E’ stato un colpo di fulmine, ma...proprio un colpo...! Direi quasi... un colpo di sole in testa!

IVANA - Be’, allora non c’entra niente.

MIRIAM - Cosa?

IVANA - Per un attimo ho pensato...che tutto sommato ci troviamo meglio non con i nostri partner, ma con coloro che ce li hanno fatto conoscere. Io vado d’accordissimo con Marcello, anche se con Fabrizio sono felice, tu, Viola, vai molto meglio con Roberto, e tu, Miriam...ah, no, Miriam rompe la catena. E allora ho preso un abbaglio. Quello che penso io non c’entra niente, è pura fantasia!

MIRIAM - E io vado d’accordo con Fabrizio, per completare la catena. Dimentichi che io e lui siamo stati fidanzati per tre sei settimane e mezzo?

VIOLA - Peccato! Altre tre settimane e anche voi facevate un film...! Ma che stupidi che siamo stati! (Fabrizio ritorna da fuori, chiude la porta. Le donne non si accorgono nemmeno della sua presenza. Sono concentrate nei loro discorsi. Fabrizio apre la porta della cucina, ma prima origlia per alcuni secondi) Eravamo più felici se avessimo scelto: io Roberto, (a Ivana) tu Marcello, (a Miriam) e tu Fabrizio. Be’, (a Miriam) tu dovevi solo continuare. Ivana, se vuoi, Marcello te lo posso cedere volentieri.

MIRIAM - No, grazie. Non torno sui miei passi. Io e Fabrizio siamo propri agli antipodi, per quanto mi sia sempre piaciuto fisicamente.

IVANA - Viola, io e Fabrizio non abbiamo di questi problemi. Noi siamo una coppia libera. La nostra ultima risale alla settimana scorsa, nel nostro club privèe: un mega streep-poker. Otto coppie. In palio la propria donna. Fabrizio è incappato nella sua serata no. Ha perso tutto lo stipendio, e in più io...ero sfinita, ve lo giuro. (Fabrizio fa cenno agli altri ragazzi, dentro la cucina, che le donne stanno facendo discorsi scabrosi. Entra in cucina e chiude la porta)

MIRIAM - Be’, io... sapete come la penso al riguardo. Sarò tradizionalista, ma questo nuovo modo di vivere la coppia mi fa letteralmente schifo. Io amo mio marito, a entrambi sta bene il nostro rapporto, lui è felice con me...

VIOLA - Ne sei proprio sicura? Te l’ha mai detto che con te è felice?

MIRIAM - No, ma non mi ha neanche detto il contrario.

VIOLA - Posso garantirti che gli manchi molto, da quel punto di vista.

MIRIAM (preoccupata. Attimo di pausa. Miriam passeggia) - Pensi che non lo faccia felice abbastanza? Tra me e lui c’è un rapporto molto tenero, di poesia, di dolcezza, ma...

VIOLA - ...ma il fuoco bisogna accenderlo pure, mia cara. Mica viviamo solo di spirito. Abbiamo un corpo e un’anima, e che cazzo, scusate!

IVANA - Posso chiederti una cosa? Puoi anche non rispondermi. Ma... non l’hai mai fatto con nessuno?

MIRIAM - Perché non provi a farmi le domande in maniera più diretta? Non sai che prima di Roberto sono stata fidanzata solo con Fabrizio? (Ivana annuisce. Pausa) No, e non me ne vergogno. Adesso vediamo gli uomini se hanno messo a soqquadro la casa? (Viola e Ivana si guardano, poi annuiscono e tutte e tre insieme si dirigono in cucina. La scena resta vuota per un attimo. La musica incalza)

SESTA SCENA
Miriam, Viola, Ivana, Roberto, Marcello e Fabrizio

Dopo qualche secondo la porta della cucina si apre. Miriam grida, isterica, spingendo, a turno, i tre uomini in soggiorno. Roberto non è più vestito da donna. Indossa una maglietta e una tuta.

MIRIAM - Lo sapevo, io! Lo sapevo! Siete bravi solo a combinare guai! C’è un porcile per terra! Altro che scopare e pulire! Ci sono impronte di scarpe bagnate dappertutto, anche sui muri! I piatti non sono sciacquati bene, e neanche li avete asciugati!

FABRIZIO - Senti, bellezza, quei sacchi di immondizia pesavano tre quintali. Ho la schiena a pezzi!

MARCELLO - La colpa è di Fabrizio che ha cominciato a parlarci di alcune sue teorie, riguardo la divisione dei compiti in famiglia. Leggi, statuti...mi sentivo dentro un aula magna! Sentite, io non sono abituato a sgobbare come una colf! Io ve l’avevo detto che era meglio mangiare nei piatti di carta, in piedi, senza sedersi a tavola...!

ROBERTO - Sposati, mio caro, e vedrai! Hai voluto la bicicletta? E ora pedala! Aumentano gli impegni, aumentano le responsabilità, aumentano le spese, aumentano i lavori, aumenta tutto!

VIOLA - Dai, Miriam, ti diamo una mano noi, ok? (Miriam va nervosamente in cucina. Viola e Ivana la seguono)

SETTIMA SCENA
Roberto, Fabrizio e Marcello

ROBERTO - Ecco fatto. Serata rovinata!

FABRIZIO - Le donne se potessero tirare una pietra ad ogni cane che passa lo farebbero volentieri!

ROBERTO - Miriam ha ragione. Io, personalmente, sono una frana a casa. Vorrei darle di più. E’ stanca, poverina.

FABRIZIO - Sì, ma non perdiamo il filo del discorso che avevamo iniziato in cucina.

MARCELLO - E che poi è quello per cui abbiamo gradevolmente ricevuto la cazziata di Miriam!

FABRIZIO - Una scappatella ogni tanto, non dico sempre, rinvigorisce i tessuti dell’amore. Voi siete letteralmente rovinati da quella gelosia accecante che avete in corpo. Si vive una volta sola, signori. Ogni lasciata è persa!

ROBERTO - Ma a me non va di tradire mia moglie. Io sono fedele un po’ per principio, un po’ perché non sento la necessità fisica, mentale, spirituale, chiamala come la vuoi chiamare, di tradire la donna che amo. Tradirei me stesso, innanzitutto.

MARCELLO - Io sono d’accordo con Fabrizio. Se vogliamo fare questo colpo di testa, stasera o mai più. E’ una serata particolare. Domani non ricorderemo più niente. Fabrizio, io ti cedo Viola e tu mi cedi tua moglie.
ROBERTO - Ma che state dicendo? Mia moglie, tua moglie, ma siete diventati scemi? Ma che siamo al mercato? E allora mettiamola così: (a Fabrizio) Viola cede Marcello a Ivana, (a Marcello) e Ivana cede Fabrizio a Viola. Come vi sembra?

MARCELLO - Un casino di nomi! Era un po’ più semplice prima, ma a me va bene lo stesso.

FABRIZIO - No, no, no, no. Sarebbe stupido così. E allora perché tutta questa farsa del travestimento, dei giochi allusivi? Io ho preparato tutto a puntino. Roberto, guarda che per le nostre donne va bene. Ti ripeto che loro sono d’accordo allo scambio. Poco fa le ho sentite parlare di noi, e guarda caso il mio pensiero era anche il loro. Le donne quando parlano fra di loro, c’è da aver paura! Secondo voi perché ci siamo vestiti in questa maniera?

MARCELLO - Io non sono vestito proprio da niente.

FABRIZIO - Infatti. Perché Ivana ti vuole così. Lei ti preferisce “nature”! Io aggiungo: per il semplice motivo che ti vesti da schifo tutto l’anno, per cui, almeno a Carnevale...

MARCELLO - Grazie.

FABRIZIO - Prego.

ROBERTO - Io mi sono vestito così perché...ah, forse ho capito. Dovrei piacere a Viola?

FABRIZIO - Esatto.

ROBERTO - Ma Viola non è...lesbica!

FABRIZIO - Prova a chiederlo a Miriam.

ROBERTO - Cosa? Mia moglie...? (Fabrizio annuisce. Marcello mostra la mano destra con il segno delle corna) E piantala! (comincia a passeggiare nervosamente per la stanza)

FABRIZIO - Viola si è vestita da troia, perché... quante volte hai detto che almeno una volta nella vita saresti andato a donne! Insomma ognuno di noi ama piacere agli altri, e siccome ho avuto una felice intuizione, che tra di noi le coppie ideali sarebbero: io e Miriam, (a Roberto) tu e Viola, (a Marcello) tu e Ivana, stasera per favorire questi piacevoli incontri mondani io mi son vestito da astronauta perché Miriam è affascinata dagli uomini che vanno nello spazio...

ROBERTO - Va bene, insomma, abbiamo capito. Ognuno stasera è stato quasi obbligato da te, a rappresentare ciò che l’altro desidera avere per sè, ma lo scopo del tradimento continuo a non capirlo. Una cosa è giocare a stimolare certe fantasie, un’ altra cosa è metterlo in pratica. Sarebbe solo una bravata, e, lasciamelo dire, un favore che faremmo a te e Ivana, visto che fate parte di un club privèe.

FABRIZIO - Il miglior tradimento avviene non con il corpo ma con la mente, ricordalo.

ROBERTO - Ah, be’, se la pensi così allora la fedeltà è pura utopia! (pausa) Non posso credere che Miriam... Vedete, ragazzi, io credo che noi non siamo soddisfatti di quello che abbiamo, ecco perché facciamo questi discorsi. Conoscendoci da molti anni anch’io ho avuto una felice intuizione: un uomo, per una donna, e viceversa, una donna, per un uomo, deve essere marito (o moglie), amante e amico. Io e Miriam siamo una coppia in cui prevale l’amore coniugale, tra Viola e Marcello prevale la sfera sessuale, tra te e Ivana prevale il sentimento dell’amicizia. E’ per questo che vuoi proporre lo scambio?

FABRIZIO - Esattamente, per completare ciò che manca a ognuno di noi. In ogni coppia arriva prima o poi l’esigenza, il punto di fuga dalla quotidianità e dalla monotonia, o dai problemi asfissianti ed angoscianti. E’ anche un bisogno della propria persona. Una notte vola via e ti dà ancora la garanzia che tu sei sempre desiderabile e...intramontabile!

ROBERTO - Se fosse così non dovremmo scambiarci, ma... mescolarci tutti insieme.

MARCELLO - Un’orgia? Stupendo!

FABRIZIO - Be’, non esageriamo. Non mi va l’idea di finire davanti a te, o dietro a lui.

MARCELLO - Ok. Scartata l’orgia. Ma il gioco si può fare più interessante in questa maniera: sempre a coppie. Si comincia con i partner ideali, cioè con le coppie che abbiamo appena formato, per poi ruotare il partner fino a ricomporre le coppie iniziali di partenza.

ROBERTO - Scoparci tre donne a testa? Mi astengo rigorosamente.
FABRIZIO - E se decidessimo a maggioranza? In qualsiasi buona forma di democrazia i migliori risultati si ottengono con la maggioranza assoluta.

ROBERTO - Ok. Interpellate le donne. Vediamo cosa ne pensano.

FABRIZIO - Posso mettere la mano sul fuoco che loro decidono all’unanimità. Dai retta a me, Roberto. Un po’ di whisky o un cognac, mischiato a coca-cola e non capiremo più niente, né noi né loro. Le nostre donne lo desiderano. Fidati di me. Però deve essere una notte armoniosa, indimenticabile.
OTTAVA SCENA
Roberto, Fabrizio, Marcello, Miriam, Ivana e Viola

Arrivano le donne. Ognuna di loro si schiera accanto ai propri partner.

MIRIAM - Allora come giochiamo adesso?

ROBERTO - Al... “letto c’è ma non si vede”. Si gioca a coppie. Dovremmo distenderci e...

MIRIAM - E’ una proposta tua o di Fabrizio?

ROBERTO - Di Fabrizio.

MARCELLO - Ma è un gioco che conosciamo tutti.

IVANA - Allora, stavolta, le regole le spiega Marcello?

ROBERTO - No. Stavolta senza regole. Ognuno con le proprie. Vogliamo, intanto, formare le coppie?

Le donne restano ferme. Roberto, Fabrizio e Marcello si sganciano dalle proprie partner e con eleganza si piazzano alle spalle delle partner scelte, accarezzandole e abbracciandole da dietro. Le luci calano, la musica riprende.





T E L A






FINE DEL PRIMO ATTO
















SECONDO ATTO
Stessa scena del primo atto. E’ mattina.

PRIMA SCENA
Roberto, poi Fabrizio, quindi Marcello

Roberto è seduto in poltrona con le mani nei capelli, pentito di ciò che è accaduto la notte precedente.

ROBERTO (singhiozzando) - Miriam? Amore, dove sei? Miriam? (si alza. Passeggia nervosamente) Siamo stati dei pazzi! Pazzi! (adesso piange a dirotto. Dopo qualche secondo entra Fabrizio dalla porta di destra accanto alla cucina, con un paio di corna ramificate in testa. Roberto si ricompone per non farsi scoprire che piange)

FABRIZIO (ha il collo graffiato) - Cerchi tua moglie?

ROBERTO - L’hai vista? Dov’è?

FABRIZIO - E’ partita un’ora fa. Gli altri ancora dormono. Ero quasi sveglio, ho sentito chiudere la porta d’ingresso. Credevo fosse già tardi. Mi sono alzato per controllare l’orario. Erano le sei. Il tempo di affacciarmi per vedere chi fosse uscito e l’ho vista allontanarsi con la sua auto in fretta. Ho provato a chiamarla, ma...

ROBERTO - La festa è finita, la notte brava è trascorsa e ora cosa ci resta? Non tornerà più, lo sento. Oggi è domenica. Prenderà servizio a scuola domani. Che bisogno c’era di andar via a quest’ora? E senza dir niente?

FABRIZIO - Non preoccuparti. Vedrai che fra mezz’ora sarà di ritorno. Avrà avuto voglia di prendere una boccata d’aria, da sola. Dopo quello che è successo stanotte...

ROBERTO - No, è impossibile. La conosco bene. Miriam è una ragazza meravigliosa, la moglie ideale per un uomo onesto. E io non ho saputo conquistarla. L’ho venduta per una notte di follia, nella speranza di ottenere l’unica cosa che manca al nostro rapporto: il sesso. Sapessi quanto la desidero mia moglie, tu non lo immagini.

FABRIZIO - E chi non desidera la propria moglie?

ROBERTO - Evidentemente tu non la pensi come noi, sennò...

FABRIZIO - Se quello che manca al vostro rapporto è soltanto di natura sessuale, d’ora in avanti tra te e Miriam non ci saranno più problemi. Tua moglie si è sbloccata definitivamente. Aveva solo un blocco psicologico. Come Paolo Rossi ai mondiali dell’82! Ci voleva il Brasile per scatenarlo, e da lì in poi, la Coppa del Mondo! Avresti dovuto vederla tua moglie, stanotte, in tutto il suo splendore! (mostra il collo graffiato) Guarda un po’ qua...

ROBERTO (infastidito) - E guarda caso il Brasile stanotte eri tu? Ti prego, smettila! Che vergogna! Che schifo!

FABRIZIO - Neanche i più bravi psicologi sarebbero riusciti a risolvere questo piccolo caso, perché, se vogliamo essere sinceri, il problema di Miriam affonda le radici ai tempi della nostra relazione. Tu conosci tutti i particolari della nostra relazione, vero?

ROBERTO - Be’...insomma... è probabile che certi dettagli...

FABRIZIO - Te li racconterò io, allora. Io e Miriam eravamo innamoratissimi, ma il sottoscritto non ha mai goduto della stima e della fiducia di tua suocera, la cui influenza nei confronti di Miriam è sempre stata totale.

ROBERTO - Lo so. Questo è un argomento di scontro tra me e lei, ogni volta che ne parliamo.

FABRIZIO - Tu mi conosci, io sono un tipo che amo le donne. Sin da quando sono nato, appena misi la testa fuori dalla pancia di mia madre, urlai con voce tuonante: “Dov’è? Dov’è la donna”? (ride) Figurati se potevo accontentarmi di un semplice casto bacio e dei vari divieti di sosta che lei puntualmente applicava sul suo corpo! E non le piaceva nemmeno che io procedessi manualmente, (gesto eloquente per richiamare la masturbazione) menando il can per l’aia... (ride) Una volta le dissi: “Miriam, tesoro, conosci qualche bravo sarto”? Credeva che dovessi farmi un vestito. “No”, risposi, “ho bisogno di un sarto bravo, il migliore che ci sia sulla piazza, così ci do un bel taglio netto”! (scoppia a ridere) Una settimana di lite. E allora per Carnevale, l’unico che abbiamo trascorso insieme, le proposi di vestirsi da vigile con tutti i disegni dei cartelli stradali appiccicati sul vestito. Appena sua madre vide il vestito volle sapere a tutti i costi il motivo per cui scelse di vestirsi da vigile. Roberto, tu come avresti risolto il problema?

ROBERTO - Vuoi dire: “come intendi risolverlo”? Perché quello che riguarda il tuo passato, costituisce, purtroppo, per me il presente.

FABRIZIO (allarga le braccia) - Per me c’è solo un metodo, anzi due. E con Miriam lo misi in pratica. O mandarla a quel paese, tanto il mare è pieno di pesci! Oppure castigarla. (indica le corna) Capisco che bisogna rispettare il proprio punto di vista, ma a senso unico non mi sta bene. Mi scatenai, Roberto. Mi scatenai. Sì e no ne avrò contate duecento in un anno, di tutti i tipi: bionde, brune, rosse, more, nere, alte, basse, grasse, magre, sposate, divorziate, minorenni...

ROBERTO - Non t’ho chiesto l’elenco dettagliato di tutte le tue fiamme!

FABRIZIO - Però ci volevamo bene, porca miseria. Un giorno quell’arpia rompicazzi di sua madre mi vide insieme a una ragazza di colore, sai di quelle che...

ROBERTO - Dì pure una prostituta.

FABRIZIO - Lo raccontò a Miriam. Io volli essere sincero, e mi costò il rapporto. Fece un casino che non immagini. Mi lasciò all’istante. “Porca miseria”, pensai, “tu sarai pure una suora, ma prima o poi questo sfizio di farlo con te me lo debbo togliere”! Sarò blasfemo, ma stanotte ho esaudito il mio sogno!

ROBERTO - Cos’è successo stanotte? Tu poc’anzi hai detto che...

FABRIZIO - Mi odierai se ti racconto tutto?

ROBERTO - Tutto tutto?

FABRIZIO - Tutto tutto.

ROBERTO - Cercherò di ascoltarti. In fondo l’abbiamo voluto tutti, sia noi che loro.

FABRIZIO - Infatti. Roberto, tua moglie, a letto, è una gran vera porca! Forse perché, in fondo, l’abbiamo sempre desiderato entrambi, non solo io. Ti dirò, è cambiata molto anche fisicamente. Mi sembra più donna. E’ ingrassata al punto giusto, e... sta benissimo! E’ proprio... bona! Un pezzo di fica! Ma ti dico... scatenata, altro che le 69 posizioni del kama... Se non le toglievo le mani dal collo, mi divorava come una pantera!

ROBERTO (inveisce) - Basta, ti prego! Non riesco più a sopportarti!

FABRIZIO - Scusami, mi sono lasciato un po’ prendere la mano. Ho parlato solo io. Be’, mentre aspettiamo che gli altri si sveglino, e che Miriam ritorni... raccontami di come è andata a te, stanotte.

ROBERTO (esita) - Be’...benissimo.

FABRIZIO - ...con mia moglie, innanzitutto. Per la par condicio.

ROBERTO - Stupenda anche lei. Una vera professionista, con rispetto parlando! Ha fatto di tutto per farmi impazzire! Devo dire che attraverso i vestiti non si notano certi dettagli fisici. (ridono) Soprattutto i muscoli.

FABRIZIO - Lei tiene molto al fisico. Ogni giorno: body-building, fitness, yoga... (arriva Marcello, sconvolto, anche lui con un enorme paio di corna. Senza neanche salutare si va a sedere vicino a Roberto e a Fabrizio. Sbadiglia) Oh! (canticchiando) Buongiorno, tristezza! Marcellone è sconvolto. Le nostre donne lo hanno steso. Si vede subito!

MARCELLO - Mi sento la testa quanto un pallone! Qualcuno ha uno zabaglione? E’ stata la notte più strana della mia vita! Ivana... Oh, mia dolce, Ivana! Mi sento distrutto. Mi ha chiesto anche il bis! Mentre, devo dire, che tua moglie, Roberto, è una vera lottatrice! Oh, non ci ho capito niente. Non mi ha fatto capire niente. (Roberto è curioso) L’ho trovata distesa nuda sul letto, immobile. Credevo che dormisse. Sono piombato su di lei, e ho cominciato a baciarla, a toccarla. Era tutto buio. Entrava da fuori solo un piccolo spiraglio di luce, quanto bastava a stare attenti a non sbattere la testa nella testata del letto.

FABRIZIO - Scusa se ti correggo. “A non sbattere le corna nella testata del letto”. Ok, puoi continuare.

MARCELLO - Avevo paura che nonostante tutto potesse rifiutarmi. So che Miriam è diversa da Ivana. Anche se era tutto concordato, tra il dire e il fare... Comunque lei non si è tirata indietro. Anzi non diceva proprio nulla. Io le chiesi se le piaceva quel gioco. Lei mi ha risposto con voce strana, quasi metallica: “Fammi tutto quello che vuoi. Sono tua”! Be’, allora, mi sono scatenato. Potete immaginare quello che è successo in quegli attimi. Ma il bello è stato dopo. Dopo la prima volta avevo voglia di rifarlo una seconda volta, e allora mi sono lasciato prendere dall’euforia: le ho dato un bel morso nel culo...! Così: aum! Cosa che non avessi fatto. Ha cominciato a scorreggiare paurosamente. Non solo, ma, improvvisamente, è balzata dal letto, ha fatto due capriole in aria con doppia curva della morte e poi si è gettata dalla finestra. Una cosa terribile! Da circo! Ma cosa le è preso?

ROBERTO (scoppia in una grande risata) - Bellissima! Questa è da raccontare! Dovevi essere proprio partito, eh?

MARCELLO - Non rispondevo delle mie azioni. Avevo la bava alla bocca, mi sentivo un animale da foresta! Mi sono precipitato verso la finestra, ma non c’era più nessuno. Totalmente “arrapato” ho chiesto aiuto a Viola. Ma non è la stessa cosa!

ROBERTO - Io, invece, ho paura che tu sia stato un autentico pollo! (continua a ridere) Vuoi sapere la verità? Hai fatto l’amore non con Miriam, ma con Kabiria.

MARCELLO - Chi?

ROBERTO - La bambola gonfiabile con cui gioca Miriam! (Roberto e Fabrizio scoppiano a ridere)

MARCELLO - Cosa?

FABRIZIO - Altro che animale! (ride) Io direi una larva umana! Se già non distingui più una bambola da una donna, mio caro, sei proprio irrecuperabile! (continuano a ridere)

ROBERTO - E brava Miriam! Mi sento già meglio.

FABRIZIO - Io, invece, devo dire che tra le tre, quella che più mi ha entusiasmato è stata... (guarda gli altri, come per dire: provate a indovinare) mia moglie! Ho riassaporato certe emozioni che quotidianamente sfuggono.

ROBERTO - Anch’io sono d’accordo con te. Molto meglio la propria moglie.

MARCELLO - No, no, un momento. Tu hai detto “con una bambola”? Ti ripeto che mi sono affacciato alla finestra e non c’era nessuno. Me ne sarei accorto se ci fosse stata una bambola per terra.

ROBERTO - Questo non so spiegartelo...

FABRIZIO - Sarà magari tra i cespugli in giardino.

MARCELLO - Ho capito. Ci hanno teso una trappola? Tu hai parlato con Ivana?

FABRIZIO - Non ancora. Dorme.

MARCELLO - E Miriam?

ROBERTO - Partita.

MARCELLO - Come, partita?

ROBERTO - Partita, scomparsa. E’ uscita senza dir niente a nessuno.

FABRIZIO - Te l’ho già detto. Sarà andata a farsi una passeggiata. Tornerà.

MARCELLO - No, no: ci hanno ingannato, invece. (pausa) Io e Viola ci siamo lasciati.

ROBERTO - Cosa?

MARCELLO - Mi ha detto che sono un porco, un depravato e un perverso! Anzi... che lo siamo tutti e tre, ma di me non lo tollera. Dice che prima di tutto non sopporta di stare accanto a un ragazzo che l’ha tradita, secondo: non mi ama più! E la pazzia di stanotte le ha dato l’opportunità di capire che non provava più niente per me, cosicché ha trovato il coraggio di troncare la nostra relazione. (piange)

FABRIZIO - Io credo che valga la seconda ipotesi. Come può non stare con un ragazzo che l’ha tradita? E lei, allora?

MARCELLO - Appunto. Ma lei sostiene che siamo stati noi ad averla istigata. Che la colpa è nostra, perché siamo tre depravati!

ROBERTO - Probabilmente è la stessa cosa che penserà Miriam.

FABRIZIO - Ah, io sono un uomo fortunato ad avere sposato Ivana! Ma vi rendete conto? Vi tradiscono, si danno alla vera passione e poi vi accusano di averle condotte in tentazione, commettendo atti impuri, in un luogo di perdizione! Marcello, avessi visto la tua ragazza. Indemoniata! Neanche una... professionista! Ma poi che talento tra le lenzuola! Solo a guardarla...c’era da svenire!

SECONDA SCENA
Roberto, Fabrizio, Marcello, Viola, poi Ivana

(entra Viola. E’ vestita come nel primo atto)

VIOLA - Grazie della serata. Io vado. Ci si vede.

MARCELLO - Ti accompagno.

VIOLA (scontrosa) - Dove?

MARCELLO - A casa.

VIOLA - Non vado a casa. Parto.

MARCELLO - Anche tu? Vestita così?

VIOLA - Perchè? Cos’ho di strano?

MARCELLO - Carnevale è finito. Chiunque ti vedrà penserà...

VIOLA - ...che sono una troia? (gli si avvicina provocandolo) Dimostrami il contrario. Dopo stanotte...forse nel gioco c’è un fondo di verità.

ROBERTO - Dove vai? Fermati un po’ con noi. Parliamo un po’...

VIOLA - Credo che andrò a trovare Miriam.

ROBERTO (balza in piedi) - Cosa? Perché...sai dove è andata Miriam?

VIOLA - E’ partita con un giorno di anticipo, per ambientarsi nella sua nuova casa.

ROBERTO - Vado subito da lei.

VIOLA (lo blocca con un dito) - Se vuoi salvare il vostro matrimonio, per ora è meglio che non ti fai vivo.
ROBERTO - No, ma io posso spiegarle tutto! Che insomma io... (guarda Fabrizio e Marcello e non completa la frase)

VIOLA - Io so per certo che in questo momento prova ribrezzo per te. (arriva anche Ivana) Tu che la conosci bene avresti dovuto fermarti in tempo ed evitare un simile scempio.

FABRIZIO - Scusate, ragazzi, ma a me non va il vostro atteggiamento perbenista. Siamo stati tutti consenzienti, ci siamo divertiti tutti...

VIOLA - Tu, forse, voi... anch’io per certi versi, anche se adesso non lo rifarei più, ma Miriam no! (guarda Ivana) E per ragioni diverse. Per quanto mi riguarda: tante volte ho desiderato un uomo che non fosse Marcello, è vero! Ma non così! Ci siamo venduti per cosa? Per ottenere quale risultato?

MARCELLO - Viola, concedimi la possibilità di spiegarti...

VIOLA - Il tradimento inteso come lo intendete voi... Ma dov’è stata la complicità? Da che mondo è mondo tradire vuol dire nascondere, celare un’ intesa che ti provoca l’ardore in petto. Scappare per non essere scoperti, tornare dal proprio uomo e illuderlo che è sempre lui l’unico uomo per cui andresti sulla luna!

IVANA - Fabrizio, abbiamo sbagliato a proporre una cosa del genere. Loro sono diversi da noi. E’ giusto rispettare i propri punti di vista. L’abbiamo desiderato tutti? Non è detto che dovevamo farlo. Come vedi (indica Viola) loro sono un po’ più tradizionalisti nel tradimento. Magari l’avrebbero fatto, prima o poi, di nascosto, oppure non l’avrebbero fatto proprio, continuando una relazione ormai insignificante, con il risultato che sicuramente avrebbero fatto del male a qualcuno e a se stessi. (a Viola, con orgoglio) Perché, mia cara, io e Fabrizio non ci siamo mai traditi. Noi guardiamo, partecipiamo, ci incoraggiamo a vicenda. Ma non c’è alcun legame sentimentale che ci lega alle persone con cui facciamo sesso. Li conosciamo, ci divertiamo e non li vediamo più. Magari qualche volta capita che qualcuno te lo ritrovi accanto al supermercato. “Buongiorno e buonasera” e lì muore il discorso. Ecco dove sta il gioco: il mio cuore è sempre per mio marito, così come il suo è solo per me.

ROBERTO - E’ una bella contraddizione, però. In base al tuo ragionamento non dovevate spingervi con noi. Noi siamo amici.

FABRIZIO - Infatti. Volevamo soltanto arrecare ai nostri migliori amici gli stessi benefici che ne abbiamo tratto io e Ivana. Fare sesso libero ha migliorato molto il nostro rapporto. Anzi: noi ci amiamo ancora più di prima. E se proprio ci tieni a saperlo il sesso che abbiamo fatto quella sera è ben diverso da quello che noi viviamo nel club privè. Lì ti presenti con tua moglie o con la tua ragazza o con una tua amica, o anche come single, ma mica ci si scambia a due a due!

ROBERTO - Ah, ho capito. Per la serie: “Tutti insieme appassionatamente”?

FABRIZIO - Esatto. E’ un gioco. Ecco perché non lo intendiamo come un tradimento. Tra di noi, qui, è tutto diverso. Data la nostra amicizia possiamo permetterci anche il lusso di scambiarci singolarmente. Scusate, forse abbiamo frainteso. Quante volte, per scherzo, abbiamo fatto severe allusioni? E chissà quante volte ci siamo desiderati l’un l’altro!

VIOLA - Be’, finché si scherza si scherza. Anzi quello sì che serve a stimolare il rapporto. Un pizzico di complicità, di sguardi, ma senza che ci sia niente di niente.

FABRIZIO - Però vi ricordate che io, quella sera stessa, ve l’avevo proposto di rispettare i canoni dettati dal club? Ma qualcuno di cui non faccio il nome - Marcello - (indica Marcello) ha avuto una controproposta, che io ho accettato ben volentieri, perché sono un uomo di larghe vedute.

MARCELLO - E soprattutto stronzo! Perché adesso la colpa è nostra, hai capito? E non sua che l’ha proposto! Ci hai adulati! (si alza e va in cucina, piangendo)

IVANA (scoppia in una fragorosa risata grassa) - Ma scusa, chi è scemo? Carnevale o chi ci va dietro?

VIOLA - Ma che senso ha? E’ solo un’escamotage per salvare capre e cavoli. Il risultato è lo stesso. O tradisci con un solo partner o con tanti, sempre tradimento si chiama!

IVANA - No, mia cara, qua ti sbagli. Ti ripeto che noi non ci tradiamo affatto. Tu tradisci. L’hai detto, poc’anzi: celare, dire bugie, nascondere, far credere all’altro di essere l’uomo giusto, l’uomo ideale. Ma quale uomo ideale? E’ questo amare? A te piacerebbe se Marcello ti tradisse e poi tornasse a casa “con la furia di un uomo di vent’anni”, saltellando gioioso, prendendoti tra le sue forti braccia e sollevandoti in aria? (pausa. Viola non risponde) Eh? Rispondi. E’ più bello così?

VIOLA - Ognuno ha il proprio modo di vivere e di pensare. E bisogna rispettarlo.

FABRIZIO - Appunto. Rispetta anche tu il nostro.

ROBERTO - Io comunque non l’avrei fatto proprio. Ma non per tutti questi discorsi, ma per il semplice fatto che tra prima e dopo per me non è cambiato niente. Ero innamorato di mia moglie, lo sono tuttora e lo sarò per sempre. E non avverto il bisogno di andare con altre donne. E non ho affatto migliorato il rapporto con mia moglie, anzi l’ho distrutto!

VIOLA - Bisognava pensarci prima. L’abbiamo fatto? Bene. Adesso accettiamone le conseguenze. Io vado. Ciao ciao. (esce. Roberto, Fabrizio e Ivana si guardano. Ivana bacia con passione Fabrizio. Il loro ardore è cessato di colpo da un’enorme fracasso dalla cucina. I tre corrono subito in cucina. La musica incalza. Roberto ritorna subito in soggiorno, seguito da Ivana. Va al telefono. Compone un numero)

ROBERTO - Pronto? Pronto? Presto, signorina, mandi un’ambulanza. E’ urgente. Via Domodossola, 1. Sì, ma faccia presto! (riattacca. Ivana e Roberto si guardano. Ivana abbraccia Roberto, piangendo. Fabrizio torna dalla cucina, con una siringa sporca di sangue. Buio in sala)

TERZA SCENA
Miriam, Viola e Ivana

Un attimo di pausa, poi le luci si riaccendono. La scena è cambiata. Siamo a casa di Miriam, in paese. Arredamento scarno: un tavolo, quattro sedie, un letto. Miriam è distesa a letto. Ivana e Viola sono seduti attorno al tavolo.

VIOLA - Grazie a Dio è finita bene. Ha sfiorato la morte per poco. Adesso è ricoverato in una comunità per tossicodipendenti. Mi sento distrutta!

IVANA (abbraccia Viola per consolarla) - Ehi, Miriam, Roberto non fa altro che chiamarci giorno e notte. Come la mettiamo? (Miriam fa una smorfia facendo capire che non gliene frega niente) Io vorrei tanto capire una cosa: non per riprendere nuovamente il discorso... A parte il fatto che mi sembrerebbe opportuno un chiarimento fra te e lui. Non si può mandare all’aria un matrimonio, senza aver prima dato una spiegazione, senza aver tentato il tutto per tutto...
VIOLA (a Miriam, abbracciandola) - Un matrimonio non è un gioco. Ci si lascia se davvero la situazione è irreparabile!

MIRIAM - Infatti.

VIOLA - Ma lui ti ama! Sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per te.

MIRIAM - Davvero? (Viola annuisce) Proprio tutto?

VIOLA (chiamando in causa anche Ivana che annuisce) - Tutto.

MIRIAM - E allora la prima cosa che deve fare è lasciarmi in pace, perché per ora sono troppo incazzata per parlargli e chiarire... Ma poi, chiarire che cosa? Io voglio starmene da sola, perché forse certe cose non succedono per caso. Forse è arrivato il momento di una riflessione seria, per capire cosa proviamo l’uno per l’altro.

VIOLA - Ma tu lo ami ancora, no?

MIRIAM - Questo, per ora, non è importante.

IVANA - Come sarebbe, non è importante? Io non capisco perché sei così ostinata a stare da sola, senza vederlo, quando quella sera eravamo tutti d’accordo. (sbuffa) E’ stata una toccata e fuga. E basta. Mi sembri una monaca di clausura, gioia mia!

MIRIAM - Per te è stata “toccata e fuga”, ma per lui? Se tu sei abituata a un certo tenore di vita, noi no. Porca miseria, avevamo la nostra vita tranquilla, i nostri progetti, i nostri momenti... Certo, c’erano anche dei problemi, ma è normale. Chi non ne ha? Ma adesso viene a crollare tutto, perché lui ha tradito la mia fiducia, il mio amore.

IVANA - E no, cara! Ma come puoi dire questo? E tu non hai tradito il suo?

MIRIAM - No!

IVANA - Come, no?

MIRIAM - No. E’ qui il punto. Mentre voi vi siete concesse alla bella vita, io sono stata a godermi la scena da fuori, per vedere fin dove lui arrivava.

VIOLA - Cioè?

MIRIAM (sorride) - Scommetto che avranno fatto a gara per assegnarsi il premio del più virile, e per assegnare a noi quello della “più troia”! A sentire certi uomini ci sarebbe da mettersi la cintura di castità! Ma quale dignità abbiamo avuto quella sera? Ma come, pretendiamo tanto dalla società degli uomini e ci buttiamo via così? Continuiamo a fare il loro sporco gioco della donna-oggetto?

IVANA - Io non mi sento affatto una donna-oggetto, perché si scopa in due, mia cara. Ma tu non scopi! Hai qualche frustrazione di troppo.

MIRIAM - No, sono io che non capisco voi. (a Ivana) Tu hai sempre sostenuto che tra te e Fabrizio non c’è mai stato tradimento, eppure...insomma, sarà come dite voi, ma a me viene difficile accettarlo. Avrò i paraocchi, avrò la mentalità di mia nonna, ma sono felice di pensarla a modo mio. (pausa) Ora quello che ti voglio chiedere è come mai puoi sentirti realizzata con un gioco simile, quando ci siamo sempre battute per trovare in una persona quei sentimenti, quella profondità d’animo che almeno noi donne dovremmo comprendere, quelle emozioni che ti fanno amare la vita e danno un senso alla tua esistenza... E adesso tu mi vieni a parlare che non importa provare emozioni?

IVANA - Certo. A parte il fatto che si gioca in due, in due si provano anche emozioni. Ma tre me e Fabrizio. Quando noi ci tradiamo abbiamo sempre il pensiero a noi due, e quando facciamo l’amore insieme, invece, dopo averci tradito, proviamo il triplo del piacere! Non so se mi sono spiegata. Perché a lui piace di possedere ed essere amato dalla donna che tutti sognano, così come a me piace che lui sia il marinaio che mi fa viaggiare per mille porti sicuri!

MIRIAM - Possedere... essere amato... No, io impazzisco!

VIOLA - Be’, insomma, visto che non raggiungeremo mai un accordo, vuoi parlarci di come hai fatto a non tradire Roberto?

MIRIAM (ride) - A volte penso che a certi uomini basterebbe una donna qualsiasi per fare l’amore, basta che respiri! E forse neanche! (orgogliosa) Io ho semplicemente sostituito me con la bambola con cui amo ancora giocare! E poiché erano completamente ubriachi, sia Fabrizio che Marcello, mi è stato facile prestare la voce alla bambola, da sotto il letto.

VIOLA - Cosa?
IVANA - Ma tu non sei una donna normale! Vuoi dire che sei stata sotto il letto, mentre loro scopavano con...

MIRIAM (ride) - Sì. (Viola e Ivana si guardano, stupite)

VIOLA - Ma...a sentirli...

IVANA - Sapessi che descrizione hanno fatto di te!

MIRIAM - Che vi ho detto? Be’, non ci vuole molto a inventare una notte di sesso! E se vuoi saperne di più, (a Ivana) tuo marito se n’è accorto e ha tentato di agganciarmi per la vita, ma ancora sta correndo per il graffio sul collo che ha rimediato. Magari si sarà pure pavoneggiato di aver fatto il galletto! Ma a me non importa, perchè io ho la coscienza tranquilla. Quello che, invece, mi ha stupito positivamente è stato Roberto. Per fortuna lui si è accorto dell’inganno, ed è corso a cercarmi.

VIOLA - Ah sì? E tu? (lunga pausa)

MIRIAM - Con mio marito sì che mi sono concessa.

VIOLA (quasi con stizza) - Finalmente!

IVANA - Oh! Almeno ‘sta festa a qualcosa è servita! Dovremmo brindare!

MIRIAM - Ma anch’io ho tradito: me stessa, i miei principi.

VIOLA - Miriam, io ti sono amica e ti voglio bene, ma di fronte ai tuoi principi anche un Santo avrebbe peccato non con una, ma con cento donne!

IVANA - Su una cosa hai ragione. Anche a me Roberto ha stupito positivamente. (Miriam si incuriosisce)

VIOLA (a Ivana) - Se è quello che penso io, sono d’accordo con te.

MIRIAM - Cioè?

IVANA - Con me ha fatto cilecca!

VIOLA - Anche con me!

MIRIAM (felice) - Cosa?

IVANA - Be’, non è riuscito ad avere nessun rapporto, perché... (fa capire che non ha avuto alcuna erezione)

VIOLA - ...perché ama te! Ha provato, ma con scarsi risultati. Tanto che all’inizio mi sono incazzata, perché sono entrata in crisi. Capirai, se un uomo di fronte a una donna resta insensibile, le ipotesi sono due, anzi tre: che sia frocio, che la donna sia una ciofeca, oppure...che sia veramente innamorato di un’altra.

IVANA - Al punto di non provare niente per le altre. Ed è raro!

VIOLA - E ti assicuro che sono gli uomini per i quali si potrebbe anche fare una follia!

MIRIAM (piena di speranza) - Ma che mi dite? Ma allora... (lunga pausa. Si tocca la pancia) Questo qui è veramente un miracolo! (le altre due non afferrano la frase)

VIOLA - Torna da lui.

IVANA - Almeno incontratevi. (Ivana e Viola si alzano per andar via)

MIRIAM - Così ve ne andate?

VIOLA - Vado a fare una visita a Marcello in comunità, per vedere come sta. Ma solo da amica. Ecco, per esempio, il tradimento per me e Marcello è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso!

IVANA - Fabrizio mi ha dato i saluti per te.

MIRIAM - Ricambia.

IVANA - Ci vediamo presto. (Miriam annuisce. Le tre donne si abbracciano. Buio in sala)

QUARTA SCENA
Roberto, poi Miriam

La scena si svolgerà nella casa di Roberto e Miriam. Roberto è al telefono. Sta parlando con Marcello.

ROBERTO - Marcellone, Marcellone, mi dai sempre pensieri!
MARCELLO (VOCE) - Adesso sto un po’ meglio, sai?

ROBERTO - Meno male. Però adesso devi promettermi di guarire presto, ok?

MARCELLO (VOCE) - Tu come stai?

ROBERTO - Ma io sto di merda. Mi manca da morire!

MARCELLO (VOCE) - Hai provato a richiamarla?

ROBERTO - E’ inutile che telefono. Viola e Ivana hanno il numero e l’indirizzo, ma non voglio insistere. No, no, voglio darle il tempo che le serve.

MARCELLO (VOCE) - Ma come fai a resistere. Non stai male?

ROBERTO - Te l’ho detto: sto di merda. Ho paura di perderla per sempre, ma se insisto ne avrò la certezza matematica.

MARCELLO (VOCE) - Sei coraggioso.

ROBERTO - No, ma quale coraggio. Ivana e Viola mi tengono informato. Oh, la stessa cosa vale anche per te. Dalle tempo, che se ci amano non dico che ritornano, ma staranno male anche loro e sentiranno il bisogno di vederci.

MARCELLO (VOCE) - Roberto, chi le dice ‘ste cazzate? Non ho mai conosciuto una donna che ritorna.

ROBERTO - Non lo so, lo dicono i migliori sessuologhi, psicologi. Ma che ne so, io, per adesso, ho voglia solo di mettere la testa sotto terra e basta!

MARCELLO (VOCE) - Scusa, adesso devo salutarti. Fra dieci minuti devo passare la visita.

ROBERTO - Va bene. Ci sentiamo. Ciao. (riattacca. Va a sedersi in poltrona. Accende una sigaretta) Alla faccia delle campagne contro il fumo. Dicono che il fumo stende. Tanto più steso di così. Uno di questi giorni proverò a farmi una canna! (pausa) Stronzate, non voglio finire come Marcello. (si alza. Va a guardare l’album delle foto. Una musica triste lo accompagna per alcuni secondi, fino a quando suonano alla porta) E chi sarà a quest’ora? (va ad aprire)

QUINTA SCENA
Roberto e Miriam

Miriam, sull’uscio, è pallida e sembra invecchiata di dieci anni. Veste un po’ trasandata.

ROBERTO (gli manca quasi la voce) - Miriam! (Miriam entra lentamente e passeggia per la stanza)

MIRIAM - Bada che non sono tornata. Credo che sia giusto vederci, parlare un po’... capire...

ROBERTO - Sì, sì... siediti.

MIRIAM - No. Inutile creare delle premesse. Vado dritta al sodo. Se il tuo problema era il sesso potevamo parlarne, rivolgerci a qualche esperto.

ROBERTO - Miriam, tesoro, io sono sempre stato molto felice con te. Per me il sesso rappresenta una parte integrante di un qualcosa di favoloso che c’è fra due persone.

MIRIAM - Non cominciare coi tuoi soliti discorsi, sennò mi fai venire la nausea. (pausa)

ROBERTO - Quante volte ho cercato di spiegarti che... Ma tu sei fatta così...

MIRIAM - Così come? Su, parla. E’ un argomento che non abbiamo mai toccato. Forse tra noi non c’è mai stata molta intimità.

ROBERTO - C’è stato molto rispetto, invece. Tu sei cresciuta con dei principii tradizionali, e col tempo mi sono perfettamente adeguato. Forse anche il sesso è abitudine, chi lo sa!

MIRIAM - Se così fosse, non mi avresti tradito.

ROBERTO - Sai com’è andata, no?

MIRIAM - Sì. Però resta il fatto che...

ROBERTO - ...ci siamo lasciati prendere troppo la mano. Se avessimo avuto un pizzico di lucidità in più tutto questo non sarebbe successo.
MIRIAM - Ma forse non capisci che non è il fatto che è successo ad aver provocato la mia decisione. Hai detto bene, anche a me sembrava che noi fossimo in sintonia. Io stavo cercando di cominciare a smussare questo lato del mio carattere un po’ ostile, perché mi rendo conto che non è facile per un uomo convivere con una donna... (lunga pausa) frigida.

ROBERTO - Non dire sciocchezze. Il tuo è solo un blocco psicologico. E io ti ho sempre dato tutto il tempo necessario, affinché ne uscissi da sola, da questo malessere. Sono stato lì pronto ad ascoltarti, non ti ho mai messo premura. Tu non me ne hai mai parlato, e io non ho insistito, a costo di soffrire.

MIRIAM - A costo di desiderare un’altra? (Roberto non risponde) Perché è da questo stato di torpore che mi sono svegliata. Ti ho sempre visto così innamorato, che non potevo minimamente supporre che tu potessi desiderare un’altra donna.

ROBERTO - Amore, io ho sempre desiderato te.

MIRIAM - Vuoi dire che non mi hai mai tradito neanche col pensiero?

ROBERTO - Be’, ma che c’entra? Mica è la stessa cosa! E’ chiaro che se vedo passare una sventola per strada, magari mi scappa: “Minchia, che bona”! Ma non significa che ti tradisco. O se vedo Viola in costume, magari...

MIRIAM - Tutti uguali siete! (lunga pausa) Io mi porto dietro un grosso handicap: sono stata sempre tradita. O con i fatti o con il pensiero!

ROBERTO - Un uomo è diverso da una donna. E il desiderare un’altra vuol dire anche confrontarsi... Ma poi che c’entra? Se, per esempio, odi qualcuno a tal punto che ti verrebbe voglia di strozzarlo, ma non lo fai perché non lo reputi giusto, che significa? Che l’hai ucciso ugualmente?

MIRIAM - Certo.

ROBERTO - Eh, ma allora per te tutto il mondo sarebbe da condannare! Miriam, che cosa ci prende? Sappiamo bene che questi non sono discorsi che si reggono in piedi. Dai, chissà quante volte sarà capitato anche a te di volere qualcuno che non fossi io.

MIRIAM (esita) - Non lo so. Non me lo ricordo.

ROBERTO - Prima che tu arrivassi stavo sfogliando l’album delle foto del nostro matrimonio. Mi è venuta nostalgia. Perché io ti amo con tutto il mio cuore! Non potrei mai immaginare una vita senza di te.

MIRIAM - Il matrimonio è una tappa. Per molti è un punto d’arrivo, per altri è un punto da cui cominciare. Ma al matrimonio ci si arriva. E a me manca moltissimo tutto quello che c’è stato prima. Ricordi? Parlavamo per ore e ore e non ci stancavamo mai. Era bello parlarti. Guardarti. Ascoltarti. E’ da un po’ che io e te non parliamo più come allora. Perché? Con la stessa attenzione a non perdere neanche una battuta dell’altro, con la voglia di conoscersi, di scambiarsi le proprie sensazioni... di tenerci forte la mano.

ROBERTO - Ma no, io per te...

MIRIAM - Sst! Non devi spiegarmi niente. E’ una parte di noi che non va spiegata a parole.

Buio in sala per qualche secondo. La scena cambia nuovamente. Siamo in riva al mare. Solo un ombrellone, una poltrona e un telo da mare, e il mare sullo sfondo. Miriam è distesa per terra, in costume. Sta leggendo un libro. Roberto arriva dopo qualche secondo, anche lui in costume, coi capelli bagnati, e si siede accanto a lei.

ROBERTO - Perché non vieni insieme a noi? Abbiamo deciso di affittare la barca e fare il bagno al largo.

MIRIAM - Oggi non sto molto bene. Preferisco restare distesa a prendere un po’ di fresco. (sguardo profondo fra i due) Perché mi guardi?

ROBERTO - Perché per rifiutare un mare come quello di oggi bisogna stare proprio male male, eh? (Miriam abbassa gli occhi) Tanto male che bisogna che qualcuno sia un po’ solidale con te!

MIRIAM - Non voglio che rifiuti di andarti a divertire con loro per me.

ROBERTO - Può darsi che mi diverta di più a stare qui sotto con te, anziché fare gli scemi a spingerci dalla barca o a farci gavettoni d’acqua. Dipende dal tipo di conversazione che vogliamo intavolare. (Miriam sorride) Se non sbaglio avevamo un discorso in sospeso io e te, no?

MIRIAM - Ah, sì. Il film che abbiamo visto sabato scorso a casa di Fabrizio. Sei d’accordo con la versione di Ivana? Lei sosteneva che in 9 settimane e 1/2 può nascere anche un grande amore.

ROBERTO - L’amore non ha leggi e non conosce nessun fattore temporale.

MIRIAM - Bisogna conoscersi molto bene, prima di stare insieme a qualcuno, sennò come si fa ad amare chi non si conosce?

ROBERTO - E’ proprio questo il bello. Arriva quando meno te l’aspetti e ti sembra di conoscere chi ami da sempre! Sembra quasi che stare insieme a chi ami non abbia mai avuto un inizio, una data, ma che sia stato tutto previsto. Non importa se lo conosci da molto. Impari a conoscerlo amandolo.

MIRIAM - Mi sembri l’ultimo dei sognatori incalliti! Io, invece, amo stare con i piedi per terra. E’ facile prendere tante di quelle cantonate, difficili da superare.

SESTA SCENA
Fabrizio, Ivana, Viola, poi Roberto e Miriam

Si abbassano le luci su Roberto e Miriam, si riaccendono in proscenio, dove entrano da destra Fabrizio, Ivana e Viola, che avanzano verso il pubblico.

VIOLA (guarda in direzione di Roberto e Miriam) - E stavano a parlare per ore ed ore. Sapeste quante volte avrei voluto essere anche un solo granello di sabbia, per carpire una sola parola. Dalla mattina alla sera, sembrava avessero trovato un nuovo sistema di comunicazione che li incollava alla stuoia...

FABRIZIO - “Accoccolati ad ascoltare il mare...”

VIOLA - Mentre noi facevamo un mondo di cose, giochi, tuffi, scherzi, docce... loro sempre lì, sotto quell’ombrellone a parlare, a raccontarsi chissa cosa. Tutta l’estate passarono in quei due metri di spiaggia: ora a prendere il sole, ora a godersi il fresco, ogni tanto un bagno, una doccia...

IVANA - Una volta Miriam fece una torta buonissima ai frutti di bosco. Era la prima volta che faceva una torta. Roberto ne fu entusiasta... Credo sia stato l’inizio di un’intesa...
FABRIZIO - ...E cantavano! Ricordo che cantavano sempre...! (Fabrizio, Viola e Ivana escono da sinistra, passeggiando. Le luci tornano a illuminare Roberto e Miriam, che stanno cantando, a due voci, “Endless Love”. Dopo qualche minuto, dopo aver finito la canzone, si guardano intensamente, poi si baciano)

MIRIAM (mezza intontita) - Lo sapevo che sarebbe andata a finire così. Perché tanta fretta?

ROBERTO - Fretta, dici?

MIRIAM - Sì, io... non so... forse è meglio aspettare...

ROBERTO - Che il frutto cada dall’albero? C’è un tempo per ogni cosa, senza che noi dobbiamo necessariamente programmare tutto. Forse ho frainteso? Credevo che anche tu provassi...

MIRIAM - Sì, sì. Io provo... però vorrei capirci meglio. Non vorrei che fosse un fuoco di paglia.

ROBERTO - Pensavo che ci conoscessimo abbastanza per iniziare un cammino. Non ti chiedo niente. Non voglio niente. Voglio solo fare un pezzo di strada insieme a te. Non importa quanto dura. Vorrei solo che tu sentissi quello che io provo per te.

MIRIAM - Sst! (si avvicina e lo bacia) Se tutto questo fosse vero...sarebbe non so...il Paradiso? (rientrano da sinistra Fabrizio, Viola e Ivana)

VIOLA - Il Paradiso? L’anti-camera del Purgatorio, forse! Scalare la vetta di una montagna è più facile. Dovevano fare i conti con la madre di lei. Un’arpia.

FABRIZIO - Quella donna mi è sempre stata sul cazzo! Ma che pretendeva? Che calasse dal cielo veramente un principe azzurro?

VIOLA - Sì, e al posto del mantello una serie di conti correnti, ville e fabbricati sparsi per il mondo! Con una posizione sociale invidiabile, magari un professionista affermato, un dottore, un ingegnere o...manager di una grande industria!

IVANA - Be’, a quel punto Miriam avrebbe avuto una concorrenza spietata!

FABRIZIO (che non mangia la foglia) - Che vorresti dire, tu, eh? (Ivana ride. Fabrizio la cinge alle spalle. Escono da destra)

MIRIAM (in piedi, guarda verso il mare. Comincia a farsi sera) - Faresti bene a riaccompagnarmi a casa. Devo tornare alle otto.

ROBERTO - Devo lasciarti a casa di Patrizia?

MIRIAM - Mia madre ti odia. A meno che non voglia che resti chiusa in casa per i prossimi sei mesi.

ROBERTO - Va bene. Come vuoi. Mi fa soffrire l’idea di non essere accettato dai tuoi.

MIRIAM - Dovrai farci l’abitudine. Sappi che comunque tra noi non cambierà mai niente. Su questo non ci piove.

ROBERTO - Speriamo. (si ritrovano abbracciati. Si baciano un’altra volta) Ti ho scritto una lettera. Voglio che la leggi stasera, prima di spegnere la luce e accogliere nel silenzio della notte il nuovo giorno.

MIRIAM (ride) - Ok. Dammela. (Roberto le dà la lettera. Miriam si riveste. Anche Roberto. Si spostano in proscenio)

SETTIMA SCENA
Roberto e Miriam

MIRIAM - Mi manca tutto questo. Mi manca quando mi accompagnavi a scuola, quando uscivamo di nascosto dei miei, quando andavamo alle giostre, negli auto-scontri. Ricordi? Io e te da soli. Quando passeggiavamo nei prati e giocavamo a pallavolo, quando marinavamo la scuola. Roberto, mi mancano tutte quelle cazzate rivestite di speranza, di illusioni, di giovinezza. Mi mancano perché lì ci amavamo, senza bisogno di tradirci né con il pensiero, né con le parole, né con le azioni. C’eravamo io e te allo stato puro. Poi i problemi si sono attenuati, siamo cresciuti, ci siamo adagiati. Molte volte uno pensa: ma come mai nei primi tempi facevamo diecimila cose e oggi non ce ne va di farne nemmeno una? Anzi ci sembra addirittura ridicolo!

ROBERTO - Perché eravamo innamorati cotti. Poi ci siamo amati, di un amore più maturo, più solido.

MIRIAM - Più tenero.

ROBERTO - Meno passionale, direi.

MIRIAM - Sì. Lo so che ti manca. Anche a me. Ma io...non riesco a...

ROBERTO - ...venire a letto con me? Eppure la sera della festa è stato favoloso! Ci siamo scatenati come non mai!

MIRIAM - E’ stato bello fra noi quella notte. Sembrava tutto nuovo... Sai che ci ho pensato molto in tutto questo tempo. Io forse sono scappata anche da me stessa. Perché mentre lo facevamo mi sono un po’ lasciata andare, e credo che adesso che mi è piaciuto veramente non riuscirei più a fare l’amore con mio marito e basta!

ROBERTO (fosco) - Cosa? Allora anche tu mi tradisci? Perché non me lo confessi? Perché addossare tutta la colpa a me?

MIRIAM - C’è bisogno di una certa complicità per certe confidenze...

ROBERTO - Quali confidenze?

MIRIAM - Io non mi sento un’adultera, nel senso classico del termine.

ROBERTO (preoccupato) - Cioè? Non farmi stare sulle spine.

MIRIAM (molto sensuale, come non mai) - Io ho altri due amanti. (pausa. Roberto non sta più in piedi) O meglio: vorrei altri due amanti, altri due complici: un amante passionale e un amico, che mi sappia capire, comprendere, consigliare, stare al mio fianco. E anche un marito che mi sappia proteggere, perdonare le mie scappatelle, perché anche a me piace tradire, ma non con un altro. Tu pensi che io sia frigida? Lo so che lo pensi, te l’ho anche detto io, ma in fondo non è così.

ROBERTO - No. Io penso che ti amo così come sei. Con i tuoi pregi e con i tuoi difetti.

MIRIAM (sorpresa) - Davvero? ( Roberto annuisce) E sei tu l’uomo con cui vorrei tradire mio marito, e sei tu l’amico che vorrei al mio fianco, e sei tu il marito che voglio ogni giorno amare, accudire, proteggere...Sei tu, sempre e soltanto tu. Tutte e tre cose!

ROBERTO - Perché mi dici tutte queste cose soltanto adesso? Sapessi quante cose ho represso in me, per paura di parlartene, di non essere compreso! Dovevamo arrivare a così tanto? Dovevamo per forza perderci, per iniziare a mostrarci così come siamo? Tu sposi la mia idea sul proprio partner. Anch’io la penso come te. Porca puttana, quanta felicità che ci siamo persi! L’hai analizzata dettagliatamente in maniera chiara e pulita. Io l’ho sempre idealizzata un po’ più... da uomo, diciamo.

MIRIAM - In che senso?

ROBERTO - Be, per dirla in breve, per me la donna deve essere: una dolce moglie coccolona, una puttana a letto, e una sincera amica su cui poter sempre contare. Ma...tra il dire e il fare c’è di mezzo altro che il mare! Come avrei potuto, prima, se tutto era tabù?

MIRIAM - Ah, no, caro, aspetta. Tu hai sempre sostenuto che fare l’amore poteva solo completare il nostro amore. (Roberto annuisce) Però neanche tu hai mai provato per me quella grande passione che ci si aspetta da un uomo, non è vero?

ROBERTO - Non tutte le passioni debbono essere alla “Basic Instinct”! Non tutte le donne sono Sharon Stone! Io preferisco te: meno appariscente, più semplice, una bellezza acqua e sapone. Ma non per questo non mi viene voglia di saltarti addosso. (le si avvicina) Se solo me ne avessi dato la possibilità!

MIRIAM - E io mi sono chiusa in me stessa, reprimendo ogni desiderio perché pensavo fosse normale vivere senza fare sesso, visto che a te andava bene così... Sono stata allevata in una famiglia dove il sacrificio ha preso sempre il sopravvento sul piacere. Non ho mai avuto un’educazione sessuale appropriata. Ogni mia domanda veniva sempre spenta sul nascere. E anche a scuola, tra amiche, sono sempre stata molto riservata...Anche tra noi due non se n’è mai parlato. Tu dici che è stato per un senso di rispetto nei miei confronti. Io dico, invece, che tu sei timido e prevalentemente chiuso in te stesso. Neanche tu ami confidare molto di te.

ROBERTO - E’ vero. Però, Miriam, io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Se solo abbiamo voglia di ricominciare, dimentichiamo il passato.

MIRIAM - Perché dimenticare?
ROBERTO - Già. Anzi prendiamone spunto e andiamo avanti a testa alta. Adesso voglio chiarire tutto su quella sera. Eravamo un po’ brilli, ma io...se ti dicessi che non sono riuscito a fare l’amore con le altre due? (Miriam annuisce) E sai perché? Perché io desideravo te e soltanto te, e ti cercavo nelle altre due che erano disponibili. Le ho desiderate, Viola, Ivana, e tante altre, per lungo tempo, ma a modo mio, non come loro sono realmente. Nella mia mente ho immaginato situazioni surreali, coinvolgimenti psicologici ed emotivi, frutto di una lacuna del nostro amore. Nella realtà loro sono completamente diverse. Non le amo. Sono solo amiche. Non potrebbe succedere niente. (pausa) E’ stato bello vivere di sogni, mi hanno fatto compagnia nei momenti di solitudine, ma se ciò che cercavo eri tu, solo con te e da te avrei potuto ottenere quello che immaginavo nelle altre! Ecco perché ho fatto cilecca! (si guarda il pube) Non ha risposto ai comandi! Non potrei fare l’amore con una donna se non ne sono completamente innamorato.

MIRIAM - Lo so. Me ne hanno parlato Viola e Ivana. E questa è la cosa più bella che potessi sentirmi dire. Neanch’io t’ho tradito.

ROBERTO - Anch’io so tutto.

MIRIAM - Però io mi sono fermata, perché non volevo farti del male, e perché non avvertivo la necessità di farlo. Tu, invece, hai provato ma non sei riuscito. Questa è la prova che veramente senti qualcosa solo per me, vero?

ROBERTO - Mi pare che solo con te sono riuscito a vivere una notte di fuoco. Tu che ne dici?

MIRIAM (ride) - E’ successo il miracolo quella notte. (lunga pausa) E secondo te perché sono tornata e non riesco più ad avercela con te?

ROBERTO - Non lo so. Non voglio più pensare a niente. Voglio solo darti il tempo necessario affinché tu possa tornare ad amarmi. Innaffiare questo nostro amore senza aspettare che dia il frutto desiderato. Innaffiarlo e basta, ed essere felice per il solo fatto che esista così com’è.

MIRIAM - Ma io non ho mai smesso di amarti, perché so di non poterti rimproverare nulla. Avevo solo bisogno di capire quanto eri importante per me. E l’ho capito. L’ho capito adesso che è successo il miracolo. (si commuove)

ROBERTO - Quale miracolo?
MIRIAM - Aspetto un bambino! (piange)

ROBERTO - Cosa?

MIRIAM - Un figlio tutto nostro. Figlio di me e te, e di nessun altro! Ed è successo proprio quella notte!

ROBERTO - E’ l’inizio di una nuova vita... per tutti quanti. (tocca la pancia di Miriam) Non solo per lui, ma anche per noi. Coraggio, amore, che dal fondo è possibile risalire, adesso.

MIRIAM - Ho un po’ di paura, sai?

ROBERTO - Di che?

MIRIAM - Di tutto. Dell’amore, forse... di tutto l’amore che una persona può donare a un altro. E’ troppo grande per riuscire a contenerlo tutto quanto!

ROBERTO - E’ la cosa più bella e più dolorosa al tempo stesso. Magari in due... il peso si dimezza e la gioia si raddoppia. (si guardano) Vieni qua. (Miriam si avvicina. Roberto la accarezza delicatamente) Sei bellissima!

MIRIAM - Cosa vuoi fare?

ROBERTO - Recuperare al più presto il terreno perduto. (Miriam ride. Si abbracciano e baciano. Le luci si spengono per alcuni secondi, per poi riaccendersi, e illuminare un letto grande dove Roberto e Miriam stanno facendo l’amore sotto le lenzuola. Accanto a loro una porta di calcio finta, piccola e una bambola gonfiabile)

MIRIAM (quasi in preda ad un orgasmo) - No, Fabrizio, dai! Fammi andar via, che se ci scopre mio marito sono guai! E non scrivermi più lettere d’amore. Non saprei più dove nasconderle. (tira dalle lenzuola un mucchio di lettere, tirandole per aria)

ROBERTO - E no, Viola: non puoi fermarmi sul più bello!

MIRIAM (caccia la testa fuori dalle coperte. Ride a squarciagola. Poi, ammiccante e sensuale) - Spegni la luce, caro!

Roberto caccia fuori la testa dalle coperte. Guarda Miriam, ride. I due si abbracciano e baciano. Roberto allunga una mano per spegnere la luce. Buio in sala.


T E L A

F I N E

Due note dell’autore
E’ difficile parlare d’amore e di sesso al giorno d’oggi. In una società dominata fin troppo dai mass-media, dal frenetismo, dalla commercialità dei rapporti, è difficile capire che posto occupa e che valore diamo alla coppia. Se poi coppia vuol dire due persone che si incontrano e si amano, mantenendo intatta la loro personalità, allora il discorso si fa più complesso. Se poi amarsi vuol dire accettare l’altro così com’è, vivere la propria vita fuori dagli schemi e dalle convenzioni, rispettare quella sacralità dell’istituzione del matrimonio, impostare il discorso sesso come un completamento di un meraviglioso gioco a due, allora la faccenda fa molta paura, che viene voglia di vivere o di convivere alla viva il parroco, alla giornata. Oggi anche l’amore segue le leggi della moda: nell’epoca della libertà di pensiero prendono sempre più campo nuove tendenze di coppia, di club privèe, che beffeggiano molto tutte le tradizioni a cui la vita, finora, ci ha abituati. Ma in amore non c’è mai niente di sicuro, e la persona che ami va conquistata ogni attimo, con impegno e fiducia, come quando innaffi una pianta. E premia soprattutto chi la innaffia con cura e pazienza senza aspettarne il frutto, ma consapevole che già così com’è possa bastargli per renderlo felice. E’ quello che accade ne “Il letto c’è ma non si vede”, protagonisti tre coppie: la prima, sposata da poco tempo e già in preda ad una crisi, che vive il proprio rapporto della serie: niente sesso siamo inglesi. La seconda, una coppia di fidanzati, che sembra strizzare l’occhio alla coppia di “Basic Instinct”; la terza, un’altra coppia sposata, frequentatrice di club privèe, della serie: coppia aperta, del tutto spalancata! In occasione di una festa di Carnevale, dove vige la regola: a carnevale ogni scherzo vale... complici i giochi, il vino e la serata particolare, i sei amici protagonisti della commedia, finiscono per scambiarsi di coppia per gioco, finché la faccenda si fa seria, al punto che Miriam, la moglie perbenista, decide di mollare tutti e fuggire via, indignata dall’insolito colpo di testa. Finita la sbronza Roberto cerca disperatamente di recuperare, invano, la fiducia in sua moglie, leccandosi le ferite da solo, con l’aiuto degli altri amici, rendendosi conto che sta per perdere il suo vero “tesoro”, l’unico che non conosce le regole del denaro, finché Miriam, un giorno, decide di tornare dal marito con un pretesto del tutto inaspettato...
La commedia non vuole né condannare, né incoraggiare le scelte di vita che ogni coppia decide di intraprendere nel quotidiano, ma invita ad una seria riflessione su come il rapporto di coppia stia mutando pericolosamente negli ultimi anni, e come diventa importante non lasciarsi trascinare nel baratro della noia e della routine, rischiando, a volte, di inaridire la propria dignità e quella del partner con avventate e superficiali decisioni. Certamente è ancora bello credere, nell’era del digitale e del virtuale, che l’erba più verde non è quella del vicino, ma la propria, se si riesce ad amarla e a rispettarla con cura, stimolandola, ove necessario, solo con una pura e sana fantasia!