Il letto ovale

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I L L E T T O

I L   L E T T O

O V A L E

Di Cooney e Chapman

Adattamento della “Associazione Piccola Scena”
di San Martino di Lupari (Pd)

PERSONAGGI

1.Filippo Lanza - Editore

2.Giovanna  - sua moglie

3.Elvio Prandi – socio di Filippo

4.Linda  - sua moglie

5.Alessio Balducci - l’arredatore

6.Silvia – la cameriera

7.Walter – amante di Linda

8.Sig.na Rossi – la scrittrice

9.Sig.na De Angelis – la centralinista

Un attico a Milano. La scena è composta di salotto (a sinistra) e camera da letto (a destra). La parete divisoria è accennata da una porta verso il fondo. In camera da letto: letto ovale, un tavolino-toilette, una porta a destra che va nello spogliatoio e in fondo una finestra con davanti una tenda. Il salotto ha un arco: a sinistra apre sull’ingresso, a destra sulla camera della cameriera. Una porta scorrevole a sinistra apre sul bar. Tra l’arco e la camera da letto una porta apre nello studio.

A T T O   P R I M O

S  C  E  N  A               P  R  I  M  A

Giovanna e Alessio, poi Silvia

Giovanna: (da fuori) Filippo...sono tornata, darling (entra dal fondo. Ha dei pacchi che molla sul sofà. Apre la porta della camera da letto e chiama) Filippo...! (molla la borsetta sul letto ed esce nello spogliatoio) darling...sei in casa? (Alessio entra dallo studio con blocco per appunti e catalogo stoffe)

Alessio: Signora Lanza...è lei, signora Lanza?(Giovanna rientra dallo spogliatoio)

Giovanna: (chiama) Chi è?

Alessio: (risponde) Balducci!

Giovanna: Ah, Balducci, è lei! Lavora sino a tardi! Mio marito non è rientrato?

Alessio: Credo sia ancora giù in ufficio. Mi fa morire.

Giovanna: (dandogli un buffetto sulla guancia) Verrà una meraviglia. Ed ora, sia un angelo, prepari qualcosa da bere per me e per lei (va al citofono)

Alessio: Non ho tempo, devo finire nello studio di “Monsieur” ( Gio. preme un bottone del citofono) ma come faccio se lui non esprime mai un giudizio su niente?

Giovanna: (al citofono) Filippo, tesoro, vieni su? Non dimenticare che siamo fuori a cena...

Alessio: (sottovoce) Gli chieda delle tende (mostra il catalogo)

Giovanna: Ah! Balducci ti ha scelto delle tende color pavone e una moquette color fragola. Ah. (mette giù)

Alessio: Come ha reagito?

Giovanna: Violentemente (si sta per avviare in camera da letto)

Alessio: Suo marito, mi dispiace doverlo dire, è più rozzo dei libri per bambini che pubblica. (poggia ciò che aveva in mano su una sedia)

Giovanna: Gusti borghesi; vuol dire?

Alessio: Questa stanza è la camera da letto la dicono lunga sui gusti di suo marito, a cominciare da questa orribile carta da parati stile inizio secolo. Bisognerà anche qui buttare via tutto! Già la camera con il nuovo letto ovale comincerà ad avere un aspetto migliore. Il problema è che suo marito non decide mai su niente, quello che io propongo non va mai bene: tre settimane ci ho messo a convincerlo per il bidet a fiori.

Giovanna: Non si arrabbi! (chiama fuori) Silvia! Silvia, può fare un caffè per il signor Balducci? (ad Alessio) La tirerà su.

Alessio: Più che di un caffè avrei bisogno di una decisione.

Silvia: Mi voleva, signora Lanza?

Giovanna: Può fare un caffè per il signor Balducci?

Silvia: Certamente

Giovanna: Per me gin con acqua tonica, poi è libera. È la sua sera di uscita, vero? (va in camera da letto)

Silvia: Si. (riferendosi ai pacchi) Ha fatto compere, signora Lanza.

Giovanna: Si. Ero indecisa tra due vestiti per stasera, così li ho presi tutti e due.

Silvia: Quale metterà?

Giovanna: Il mio vecchio vestitino nero che ho preso tre anni fa (esce nello spogliatoio)butto il catalogo sul divano

Silvia: Vuol qualcosa col caffè, signor Balducci? (Alessio la prende tra le braccia e le dà un bacio appassionato) (emergendo) nient’altro?

Alessio: (con occhi voraci) Dio, come sei sexy! (va per baciarla di nuovo, ma lei lo ferma)

Silvia: Non adesso, tesoro, il signor Lanza sta per arrivare! Un po’ di pazienza!

Alessio: Settimane di pazienza!

Silvia: Stasera escono. Avremo la casa tutta per noi .

Alessio: (fa le fusa) Grrrr...               

Silvia: Su, su, al lavoro. (Alessio si china a raccogliere il catalogo e silvia gli dà un “ganascino” nel sedere. Alessio si raddrizza si scatto) L’ho imparato bene?

Alessio: Prima della classe! (Giovanna rientra in camera da letto e chiama)

Giovanna: E il mio gin?

Silvia: Mi scusi, vengo subito (dà in fretta un bacio ad Alessio proprio prima che entri Giovanna)

Giovanna: Lasci stare, faccio da me. Pensi solo al caffè. (va al bar)

Alessio: (innocente) Lo sa come mi piace?

Silvia: (strizzandogli l’occhio) Ancora no, signor Balducci (Alessio le dà un ganascino in fretta mentre lei esce. Suonano alla porta) (uscendo) apro io, signora.

Giovanna: (emerge dal bar) A proposito, Balducci, quando arriva questo letto ovale è gia una settimana che ci ha fatto togliere il vecchio, aveva detto che sarebbe arrivato l’indomani

Alessio: C’è stato un piccolo contrattempo. Non si preoccupi l’attesa sarà ripagata: è un modello esclusivo

Giovanna: Per me non è un problema, io dormo nel lettino provvisorio di là, ma non le dico mio marito… gia l’idea del nuovo letto ovale non lo entusiasma, in più da una settimana è costretto a dormire qui sul divano e quando si alza al mattino è tutto rattrappito.

S  C  E  N  A      S  E  C  O  N  D  A

Linda e detti

Linda:            Disastro!... Disastro completo

Giovanna: Linda, che ti succede?

Alessio: Salve, signora Prandi

Linda:            Se non le dispiace, Balducci...

Alessio: Ma certo! (va nello studio)

Linda:            Ancora giù in ufficio, i nostri maritini?

Giovanna: Si, ma non tarderanno a salire. Filippo deve venire a cambiarsi.

Linda:            Oddio (indica il citofono) Informati, ti prego. Senti quanto gli manca, ma non dirgli che sono qui!

Giovanna: Ah, sei tu Elvio! Quanto vi manca? No, no, finite pure. Non c’è furia (mette giù)

Linda: Sei la complice ideale.

Giovanna: Complice?!

Linda:            Tesoro, non sarai coinvolta neanche un pochino. Vogliamo solo il vostro appartamento in prestito, per stasera.

Giovanna: Per te e Elvio? (non capisce)

Linda:            No, Walter

Giovanna: Walter?!

Linda:            Te ne ho già accennato, no! Walter...

Giovanna: Si. Si, e preferisco non saperne altro.

Linda:            È inutile che tu mi faccia la predica...

Giovanna: Non hai paura che Elvio ti scopra?

Linda:            Cara, Elvio è abbastanza occupato a nascondere le sue scappatelle; fa persino tenerezza, sempre con lo stesso ritornello: “scusami Linda, perdonami, ma sai com’è il nostro lavoro, sempre clienti da intrattenere”.

Giovanna: Non è una buona scusa per darti alla pazza gioia con Walter.

Linda:            Non c’è stato ancora niente. È per questo che voglio in prestito l’appartamento.

Giovanna: Chiedi troppo.

Linda:            Voi due rincasate tardi, Silvia esce...

Giovanna: Ma a Filippo cosa dico?

Linda:            Niente! Deve restare tra noi. Ti prometto che rientrando non ti accorgerai che siamo stati qui.

Giovanna: Io a te non ti coinvolgo nelle mie cose. Filippo ed io non ci sogneremo di fare cose simili...di prenderci un amante.

Linda:            Per me, Filippo non ce la fa e basta.

Giovanna: Eh?!!

Linda:            Nemmeno con te

Giovanna: Linda!

Linda:            Filippo non è...quel che si dice un esuberante.

Giovanna: Ebbene ti sbagli. È sempre molto stanco, d’accordo. Il tuo Elvio la sera se la spassa, mentre il mio povero Filippo corregge bozze fino a tardi

Linda:            Sarà.

Giovanna: E non c’è da stupirsi se poi non ha velleità per altre cose. Comunque, dopo tanti anni di completa soddisfazione è normale smorzare.

Linda:            Smorzare, ma non spegnere.

Giovanna: Non abbiamo spento affatto! Ma, non deviare il discorso...

Linda:            Hai ragione. Walter, vedi, ha fatto di tutto per convincermi a...si, insomma...e la settimana scorsa ho finalmente acconsentito, ehm. Dovevo passare la serata da lui.

Giovanna: E allora?

Linda:            Beh, ho ricevuto questa, poco fa (prende dalla borsetta una lettera di quattro fogli) Walter vive con la madre. Aveva organizzato che si assentasse per qualche giorno...

Giovanna: Invece?

Linda:            Tutto a monte. (mostra la lettera) il poverino è disperato. Sono sicura che ci aiuterai. Giovanna, tesoro, leggi qui la sua disperazione.

Giovanna: (legge) “Mia dilettissima, adorata promessa di paradiso” (occhiata a Linda) “miele che stilla dal favo, zucchero candito, bon-bon, dolce coniglietta mia. È successa una cosa terribile. La mamma è ancora a letto con ...” Con chi?

Linda:            Walter è deluso, frustrato. Fin’ora ha avuto una pazienza da santi; voglio dire, gli ho concesso un pranzetto clandestino, ogni tanto, ma niente più  (passa a Giovanna il foglio n. 2)

Giovanna: “con l’influenza” ah “non dimenticherò mai la nostra prima tazza di te insieme nel giardino pensile di Derry e Tom...”

Linda:            (porgendole la pagina n.3) Pagina 3

Giovanna: “...mi lasciò senza respiro!” (altra occhiata a Linda) “che altro può dire, uno, di un momento come quello? Perfetto. Divino. Lo sò com’è difficile, avendo un marito, eccetera, ma cerca di farcela. Mi sono ormai affezionato all’idea di provare” (prende l’altra pagina da Linda) di provare “l’appartamento della tua amica Giovanna”. Questo è abusare dell’amicizia.

Linda:            Dalle 8 e 30 alle 10 e 30: due ore. Sii buona Giovanna...

Giovanna: Devo vestirmi. (prende i pacchi e va in camera da letto seguita da Linda)

Linda:            Pensa alla felicità di Walter. (raccoglie in fretta i fogli della lettera, lasciando sul divano il n.3) ti prego, Giovanna!

Giovanna: Ma non potete andare all’albergo?

Linda:            Troppo pericoloso, si trova sempre gente di conoscenza.

            (segue Giovanna nello spogliatoio)

S  C  E  N  A      T  E  R  Z  A

Filippo ed Elvio

Filippo: Elvio, per favore, non potete andare all’albergo?

Elvio:              Preferisco il calore della casa.

Filippo: Mi hai per caso convinto a prendere questo appartamento per poterne approfittare tu per le tue sporche manovre ? quella volta che portasti qui una ragazza dicesti che non sarebbe più successo.

Elvio:              Cose che si dicono...

Filippo: Non sei terrorizzato dal numero di donne che bazzichi?

Elvio:              (triste) Un tempo le contavo a diecine.

Filippo: E’ deplorevole come ti comporti! Uno che pubblica libri per ragazzi!

Elvio:              La vita privata non c’entra col lavoro.

Filippo: La tua vita privata è così intensa che per il lavoro ti resta poco tempo.

Elvio:              Adesso non esageriamo!

Filippo: Sono anni che non si pubblica un best-seller

Elvio:              Chi è stato a farsi scappare tutta la serie di “Gedeone il mulo cialtrone”?

Filippo: Ero sicuro che avresti tirato fuori quella storia!

Elvio:  Dicesti che ai piccoli lettori non poteva interessare la storia di un ciuco con la testa a forma di imbuto.

Filippo: Per piacere, non cambiare discorso. Il tuo modo di comportarti non ha scusanti.

Elvio:              Chi cerca scusanti! Cerco solo un po’ di collaborazione da parte tua...per stasera.

Filippo: Il modo in cui tradisci tua moglie è deplorevole.

Elvio:              In fondo le faccio un favore...perché mi tiene sù il morale:..mi tiene in buona salute...

Filippo: E’ allenato.

Elvio:              Appunto, chi se ne giova è Linda.

Filippo: Che autore le dirai che intrattieni, stasera?

Elvio:              Un vecchio ex insegnante, che ha scritto la storia allucinante di una tartaruga.

Filippo: Mamma mia! Il vecchio insegnante avrà diciannove anni, i capelli ossigenati, gli occhi dipinti e le ciglia finte.

Elvio:  non so che faccia ha. È una centralinista. Abbiamo chiacchierato al telefono, stamattina, e ci siamo dati appuntamento per stasera.

S  C  E  N A       Q  U  A  R  T  A

Alessio e detti

Alessio: (entrando dallo studio) Signora Lanza, può venire un momento?... (vede Filippo) Ah. Di ritorno, finalmente.

Filippo: Mioddio!

Alessio: Deve decidere per la stoffa delle tende.

Filippo: Scelga lei.

Alessio: Lo studio è suo, è lei che deve avere una preferenza.

Filippo: Non ce l’ho, caro Balducci. E poi, lei sà come lo avrei voluto: mogano levigato....

Alessio: ...pareti color avorio...

Filippo: Sissignore, e damaschi beige. Ma nossignore, mia moglie ha voluto l’arredatore.

Alessio: Una minuscola frazione del suo tempo, per favore.

Filippo: Dice sempre così, e sono tre mesi che è qua. Quindici giorni per la sola camera della cameriera! 

Alessio: Ha ragione, mi ci sono dedicato troppo.

Filippo: Tempo sprecato dal mio punto di vista.

Alessio: Dal mio punto di vista sprecato fino ad oggi. Però deve ammettere che la nuova stanza da bagno è un bijou.

Filippo: Non so come ho fatto fin’ora a vivere senza lo scarico dipinto di blù e senza il bidet floreale.

Alessio: Decida con comodo, io non mi muovo finché non decide.

Elvio:  Eh? (in fretta spinge Filippo verso l’ingresso) Filippo, dagli una risposta!

Alessio: Grazie, signor Prandi. (a Elvio) Prego, dopo di lei (Elvio esce nello studio) (a Filippo con spavalderia) Non possiede una cravatta che intoni più di quella a colore del suo abito?

Filippo: La possiedo. Color mogano a puntini color avorio. (esce nello studio seguito da Alessio)

Alessio: (uscendo) Impertinente!

            (entra Linda dallo spogliatoio seguita da Giovanna che ha in mano il vestito che indosserà e che posa sul letto)

S  C  E  N  A          Q  U  I  N  T  A

Linda e Giovanna, poi Silvia

Linda:            Sei un vero tesoro.

Giovanna: Ricordati: non voglio saper niente (entrano in salotto)

Linda:            Stai tranquilla. Hai fatto molto. Non voglio altro. Oh, champagne, ne avete?

Giovanna: No, e nemmeno caviale.

Linda:            Corro a comprarne. La passione di Walter. (uscendo) Fin qui tutto bene (esce Linda. Giovanna sta per tornare in camera da letto quando Silvia entra con una tazzina di caffè in un vassoio) Buon giorno Silvia

Silvia: Buon giorno signora Prandi! Il caffè per il signor Balducci.

Giovanna: (di colpo) Silvia, stasera lei esce, vero?

Silvia: Si.

Giovanna: E’ proprio certa di uscire?

Silvia: Oh si, certo, signora!

S   C   E   N   A            S   E   S   T   A

Filippo, Alessio, Giovanna, Silvia

                           

Filippo: (entra dallo studio discutendo con Alessio) Mi dispiace, ma non c’è una sola cosa che mi va!

Alessio: Aspetti che sia finito, per giudicare.

Filippo: Non cambierò idea. (a Giovanna) Salve, mia cara.

Giovanna: Salve, darling (gli dà un bacio) Qualcosa che non va, nel tuo studio?

Filippo: Non più del solito. Grazie, Silvia, proprio quello che mi ci vuole.

Silvia: E’ per il signor Balducci.

Filippo: (punto) Ah!

Alessio: (beve il caffè) Grazie Silvia! (le da un furtivo ganascino. Lei esce. Giovanna infila il braccio nel braccio di Filippo)

Giovanna: Hai litigato di nuovo con Alessio?

Filippo: In caso è lui che litiga con me. E non riesco a capire perché dobbiamo subire lo schifoso cattivo gusto di quell’uomo.

Alessio: Schifoso cattivo gusto?! (sulle sue) Sono nello studio, se c’è bisogno di me. (và nello studio)

Filippo: Come ho fatto a sopportarlo per tanti mesi?

Giovanna: Non devi farti venire i nervi per via di lui. Secondo me lavori troppo.

Filippo: Forse hai ragione! Quello che non mi va è che per il lavoro ti sto trascurando. Ma tu mi ami, vero, tesoro?

Giovanna: stupidone. Certo che ti amo (gli da una stretta di braccio) Ti amo perché sei buono, premuroso, gentile, comprensivo.

Filippo: Non mi avevi mai parlato così.

Giovanna: forse non avevo mai sentito così (lo bacia di nuovo)

Filippo: Senti: al diavolo il pranzo, restiamo a casa e andiamo a letto presto.

Giovanna: Siii! (di colpo) No!!! Non sai come lo vorrei, ma non possiamo. È il pranzo degli editori: forse si aspettano il tuo discorso.

Filippo: Uhm, come ti vesti?

Giovanna: Ero incerta, così ho comprato due vestiti invece di uno.

Filippo: (ridendo) sono contento, così potrai buttar via quel vecchio vestito nero. Nessun’altra notizia eccitante?

Giovanna: (troppo pronta) No, niente, giornata calma, non si è visto nessuno. Vado a farmi una doccia. Se vuoi un drink puoi finire il mio gin prima di venire a vestirti (lo fa sedere sul divano e si avvia alla camera da letto)

Filippo: Alle otto in punto dobbiamo uscire

Giovanna: (verso lo spogliatoio) Anche alle sette e tre quarti

            (esce in spogliatoio. Filippo si assesta. Facendo questo vede una pagina della lettera di Walter a Linda. La prende, vi dà un’occhiata, quando Elvio entra lemme lemme dallo studio)

S  C  E  N  A        S  E  T  T  I  M  A

Filippo ed Elvio

Elvio: Non so perché ti lagni. Balducci sta facendo un lavoro stupendo.  

Filippo: (ad alta voce legge) “mi lasciò senza respiro. Che altro può dire uno di un momento come quello? Perfetto. Divino. Lo so com’è difficile avendo un marito , eccetera”

Elvio:  cos’hai li?

Filippo: Non so, l’ho trovata nel...

Elvio:  (prende il foglio e legge) “pagina tre” (leggendo) “mi lasciò senza respiro, che altro può dire uno di un momento...mmmmmmm!-mmmm ma cerca di farcela. Mi sono ormai affezionato all’idea di provare (ride tra se pensando al significato)

Filippo: Tu cosa ci capisci?

Elvio:  deve far parte di una lettera d’amore

Filippo: È una vergogna che Silvia riceva di queste lettere.

Elvio:  Non è scritta a Silvia

Filippo: Come lo sai?

Elvio:  (indica la lettera) “lo so com’è difficile avendo un marito”

Filippo: Hai ragione. Chi altri può essere? (Elvio non risponde, si limita a posare una mano sulla spalla di Filippo. Di colpo Filippo indovina ciò cui Elvio accenna) Giovanna?

Elvio:  Chi altri? Cosucce senza importanza.

Filippo: Cosucce?

Elvio:  Spicciati, dammi da bere. Tra poco dovete scappare.

Filippo: Un momento, non puoi fare commenti così diffamatori: voglio dire (si impappina, nervoso) è una lettera ambigua (Elvio lo guarda) Forse l’ha scritta la direttrice della scuola cordon-bleu

Elvio:  La direttrice di un corso di cucina?!

Filippo: Ascolta, può trattarsi di culinaria. Fila alla perfezione: la tua mousse al cioccolato “mi ha lasciato senza respiro”

Elvio:  (sarcastico) Ah.

Filippo: (leggendo) “lo so com’è difficile avendo un marito ma cerca i farcela”. A venire alla prossima lezione, immagino. (Elvio approva col capo) “...l’idea di provare...”

Elvio:  Cosa? La tua torta di mele? Filippo, per favore...(mette un braccio sulla spalla di Filippo per consolarlo)

Filippo: Non può essere Giovanna...

Elvio:  Ci penserai dopo cena, ora abbiamo troppe cose da fare. La De Angelis, per esempio.

Filippo: La mia felicità coniugale sta in pericolo e tu...ma chi è questa De Angelis?

Elvio:  La centralinista

Filippo: Accusi mia moglie di adulterio, ma quel che ti preme è solo la signorina del centralino.

Elvio:  (guardando l’ora) Hai ragione tu, quando la moglie ci esce di carreggiata i sintomi sono molti. Se non sei un’idiota te ne accorgi. Sù, dimentica quello che ti ho detto.

Filippo: Si? Che sintomi?

Elvio:  Beh, sai, reagiscono in tanti modi. Certe donne corrono a comprarsi vestiti nuovi.

Filippo: Oddio (afferra Elvio)

Elvio:  Altre diventano affettuosissime col marito.

Filippo: (afferra di nuovo il braccio di Elvio) Oggi si è comprata due vestiti; e mi voleva sedurre proprio cinque minuti fa. Elvio, non ci posso credere, voglio dire, le ho sempre dato tutto quel che voleva. Le ho permesso di servirsi di quel maledetto arredatore, che ci sta appioppando di ogni sorta di cose, dal bar all’americana al letto ovale.

Elvio:  A proposito volevo domandarti, vendono anche lenzuola ovali?

Filippo: No! (Tornando al problema della lettera) E ora, e ora?

Elvio:  Io proverei quelle quadrate ben rincalzate agli angoli.

            (Filippo alza le braccia al cielo)

Filippo: Che altri sintomi ci possono essere?

Elvio:  Vediamo. Si agita mai senza motivi apparenti? Ride senza ragione?

        

S  C  E  N  A      O  T  T  A  V  A

Giovanna e detti

        

Filippo: Onestamente debbo dire di no ma due sintomi su tre li abbiamo. Dammi quella lettera (entra Giovanna nella stanza da letto dallo spogliatoio con in mano un paio di scarpe. Raccoglie il vestito che aveva lasciato sopra il letto)

Elvio:  Filippo, sono le sette e mezzo...

Filippo: Dammi quella lettera (la prende)

Elvio:  Per cosa?

Filippo: Gliela faccio vedere e le dico... (di colpo si trova di faccia a faccia con Giovanna sulla porta della stanza da letto) oh, oh, darling! (in fretta se la caccia in tasca) volevi qualcosa?

Giovanna: Volevo solo sapere se...(vede di colpo Elvio) Elvio!

Elvio:  Carissima

Giovanna: (nervosamente) Da quanto tempo sei qui?

Elvio:  Pochi minuti

Giovanna: Non hai incontrato nessuno venendo su?

Elvio:  No.

Giovanna: Meno male! Beh, allora, ci vediamo Elvio (fa come per invitarlo ad andarsene)

Elvio:  (fermandosi) Veramente speravo in un drink...

Giovanna: Qua, bevi il mio (prende il bicchiere da Filippo e lo da a lui)

Elvio:  Il gin mi va poco.

Giovanna: Niente paura, è quasi tutta acqua (fa una risatina forzata. Filippo la guarda e guarda Elvio e poi ancora lei)

Filippo: (freddo) Di cosa ridi?

Giovanna: (tutta allegra) di niente?

Elvio:  Tre su tre

Filippo: (freddo) cosa volevi?

Giovanna: Beh, sapere se ti piacciono (gli mostra vestito e scarpe)

Filippo: Non ci sono più dubbi

Elvio:  (in fretta) Cospicuo...molto grazioso

Filippo: Anche loro sono nuove? (addita le scarpe)

Giovanna: per accompagnare il colore del...

Elvio:  ...del vestito

Filippo: Vedo. Vedo che oggi hai fatto follie. Vestiti nuovi, scarpe nuove...

Giovanna: Beh, io vado a prepararmi. Ciao, Elvio. (va in camera da letto e poi esce in spogliatoio)

Filippo: Cosa ne dici?

Elvio:  Non sono prove assolute. (Filippo marcia in camera da letto e posa le lettere sul letto) E adesso che intenzioni hai?

Filippo: Voglio la prova. Se è innocente si domanderà cos’è.

Elvio:  E se non lo è?

Filippo: Lo sapremo presto (è tornato in salotto e ha chiuso la porta. Si abbassa per spiare attraverso il buco della chiave)

Elvio:  Fatti in la (spinge Filippo da una parte e guarda dal buco)

Filippo: La moglie è mia, accidenti!

Elvio:  Io sono il tuo migliore amico. È sparita.

Filippo: Non la conosci, secoli ci mette, prima di dedicarsi a fare la doccia. Bigodini, creme, talco, e cinquantasette qualità di spray (durante questo dialogo entra dallo spogliatoio in camera da letto fino alla porta del salotto)

Elvio:  Dovresti vedere Linda! Un cervello elettronico, sembra, quando è pronta ad andare a dormire (stanno per centrare con l’occhio il buco della chiave quando Giovanna apre la porta. I due cascano in ginocchio a far finta di cercare qualcosa per terra)

Giovanna: (entrando) Darling, hai visto (si interrompe vedendo i due ai suoi piedi) avete perso qualcosa?

Elvio:  Si

Filippo: Si

Elvio:              uno scellino

            (insieme)

Filippo: un gemello

Elvio:              un gemello

            (insieme)

Filippo: uno scellino

Filippo: Un gemello da uno scellino.

Giovanna: Oh (cerca anche lei)

Filippo: Lascia perdere, cosa volevi?

Giovanna: Il mio spray deodorante. L’hai preso tu?

Filippo: No!! Non oso più, da quanto mi sono dato per sbaglio la lacca per i capelli sotto le ascelle!

Giovanna: Dovevi vederlo, Elvio! È facilissimo confonderli. (torna in camera da letto e nello spogliatoio. Filippo chiude la porta e i due si inginocchiano di nuovo)

Elvio:  Beh, vecchio mio, tanta tragedia per un po’ di lacca...

Filippo: ero rimasto come ingessato, tutto duro...ma lasciamo perdere e concentriamoci sul foglio senza parlare. (entra Alessio)

S  C  E  N  A      N  O  N  A

Alessio e detti, poi Silvia

Elvio:  E’ stato per parlare che un momento fa quasi ci becca (Alessio resta inchiodato) Togli la testa, voglio vedere anch’io.

Filippo: Era meglio fare come dicevo io

Elvio:  Cioè

Filippo: Mostrarglielo e basta! (Alessio ha un’aria orripilata, quando Silvia entra dall’ingresso)

Silvia: Signora Lanza...

Tutti e Tre: Ahhhhh! (immediatamente Filippo ed Elvio si rimettono a cercar per terra. Alessio rimane bloccato, vergognoso e confuso)

Filippo: Desidera qualcosa, Silvia?

Silvia: Tra un po’ esco e vorrei sapere se alla signora non occorre altro.

Filippo: No, non credo. Grazie Silvia.

Silvia: Prego. (passando da ad Alessio un ganascino)

Alessio: (con un urletto) Ahh. (silvia esce in fondo a sinistra e i due si voltano a guardare Alessio)

Elvio:  Si può sapere cosa cerca!

Alessio: Niente, niente. Pensavo di avere lasciato qui la mia stecca ma vedo che non c’è (con intenzione) non si scomodino. (Alessio va nello studio. Filippo immediatamente ritorna al buco della chiave e Elvio, riluttante, lo imita)

Filippo: Speriamo di non esserci persi niente! No, la lettera è ancora lì!

Elvio:  (guarda l’ora e sospira) Dio mio!

Filippo: (breve pausa) Non capisco perché mi tradisce, dopo dodici anni.

Elvio:  Quando il fornaio non ti serve più bene, vai a prendere lo sfilatino da un altro.

Filippo: (guardandolo lentamente) E’ una solenne calunnia. Tra noi non ci sono mai stati problemi. L’abbiamo imbroccata fin dal primo momento. Dubito che ci sia mai stata una luna di miele come la nostra!

Elvio:  Sì, dodici anni fa. Ma adesso?

Filippo: benissimo

Elvio:  Una volta la settimana?

Filippo: (imbarazzato) Elvio!

Elvio:  Ògni quindici giorni?

Filippo: Per favore…

Elvio:  Daì, ogni quanto?

Filippo: Non guardo mica il calendario!

Elvio:  Ho capito, una volta all’anno

Filippo: Ah no, senti ( squilla il telefono) Al diavolo, lascialo suonare (il telefono suona per qualche secondo) Forse è importante; meglio rispondere. (va a rispondere mentre Giovanna rientra nella camera in cappotto e cuffia da bagno)

S C E N A     D E C I M A

Filippo, Elvio e Giovanna

Elvio:  Presto! E’ ritornata! (Filippo corre alla serratura. Giovanna da uno sguardo verso il salotto, aggrotta la fronte e alza il ricevitore)

Giovanna: 59 70 70… chi?… la signorina Rossi… Ah.. era qui un minuto fa, ma credo che sia uscito un momento, ma certo. Resti all’apparecchio, prendo un lapis e un pezzo di carta. Sono tutta bagnata… si, ho detto bagnata; beh, non importa. (si allunga e prende la lettera incriminata dal letto, la mette sulla toilette e scrive. Elvio e Filippo reagiscono) Dica pure, signorina … ohoh … Hotel Imperiale! Va bene, grazie. Prego. ( mette giù. Mentre si avvia alla porta del salotto Filippo ed Elvio si precipitano a sedersi sul divano assumendo un’aria distratta) Filippo! ( entrando) oh, ancora qui, Elvio?

Elvio:  Si, carissima

Giovanna: (con un risolino nervoso) Nessuno dei due ha sentito il telefono?

Filippo e Elvio: No

Giovanna: devi chiamare una certa signorina Rossi all’Hotel Imperiale alle otto ( accartoccia la lettera. Sta per tornare in camera da letto) Se il telefono suona, rispondi tu ( passando dalla finestra butta fuori la lettera. Filippo è paralizzato per un’istante)

Filippo: La mia unica prova! (corre in camera da letto, alla finestra ) eccola là. E’ là, in mezzo alla strada!

Elvio:  All’ora di punta, auguri e figli maschi

Filippo: Corro giù a riprenderla

Elvio:  A quest’ora sarà arrivata fino al Duomo! ( Filippo si affretta all’ingresso seguito da Elvio mentre Linda entra con una bottiglia di Champagne)

S C E N A        U N D I C E S I M A

Filippo, Elvio, Linda, poi Giovanna

Linda:

Filippo:          ( INSIEME )    GESU!

Elvio:

Elvio:  ( va da Linda e le chiocca un bel bacione, poi a Filippo ) Mia moglie, Filippo.

Filippo: La vedo

Linda:            Cosa sei venuto a fare?

Elvio:  Non abbiamo ancora deciso per la copertina di “Orazio il cane dello Spazio” . bella giornata, oggi, eh?

Linda:            Si è alzato il vento.

Filippo: Il vento? (corre alla finestra) Dio!! (corre fuori)

Linda:            Cos’ ha?

Elvio:  Vento (Giovanna entra dallo spogliatoio sempre in accappatoio e si dirige in salotto)

Giovanna: Filippo, non vieni a vestirti? (vede Elvio e Linda) Linda! Ma che bella sorpresa! (sorrisetto forzato) Come mai da queste parti?

Elvio:  (innocentemente) Già, come mai?

Linda:            Una capatina per vedere Giovanna.

Elvio:  E o champagne?

Linda:            (porgendo la bottiglia a Giovanna) Felice compleanno, mia cara.

Giovanna: grazie.

Elvio:  (con allegra sorpresa) nessuno mi aveva detto niente! (Giovanna chiude gli occhi con aria rassegnata e scuote la testa)

Linda:            Ti trattieni molto?

Elvio:  No, no. Decidiamo per la copertina e…

Giovanna: dov’è andato?

Elvio:  E’ sceso un momento in ufficio, torna subito (tosse nervosa) posso versarmi quel whisky?

Giovanna: ma certo.

Elvio: E per te?

Linda: Niente per me (lo spinge nel bar e chiude la porta) ( a Giovanna) lo champagne è per Walter. Mettilo in frigo, tesoro. Corro a casa a infilarmi qualcosa di… di sexy. (suona il telefono e Giovanna risponde)

Giovanna: 5 9 7 0 7 0… sono io la signora Lanza… Walter chi? A già… Walter! Si, si, è qui ( a Linda) vuol parlare con te. Deve essere matto completo!

Linda:            Sarà stufo di aspettare. Gli parlo dalla tua stanza da letto (va all’altro apparecchio) ( al telefono) cosa c’è, Walter? Ma no! No, no, non c’è nulla di cambiato, tesorino (Giovanna mette giù il ricevitore in salotto. Le risposte di Linda sono dei laconici “si” e “no” e “fantastico” mentre Walter parla sempre lui. Elvio è entrato dal bar)

Elvio:  Non far tardi, Linda, perché io, a momenti… dov’è?

Giovanna: al telefono

Elvio:  L’ho sentito squillare. Ma, era per Linda?!

Giovanna: ah no, no… avevano sbagliato numero. Poi Linda si è ricordata che doveva telefonare ad uno zio.

Elvio:  Che zio?

Giovanna: non me l’ha detto.

Elvio:  Sarà lo zio Giorgio. Salute cagionevole, povero vecchio. (apre la porta e chiama Linda) abbracci da parte mia.

Linda:            ( confusa)  eh?

Elvio:  Al vecchio zio Giorgio, digli di stare alto con il morale, di tenerlo su, sempre su

Linda:            Si, si. (al telefono) ma no, è tuo nipote, mio marito… ( cerca di chiuderla in ridere) ma si, Elvio! Infatti è qui vicino a me…

Elvio:  (avvicinandosi) gli parlo io.

Linda:            (molto in fretta) ciao, zio Giorgio. ( in fretta ad Elvio mentre mette giù il ricevitore) sono finiti i tre minuti. Bisognava raddoppiare. Scappo. (mentre si dirige verso il salotto) Ciao Jo, tesoro. Forse ci vediamo nel week-end (le sussurra) non dare il catenaccio, ricordati. (a Elvio) ti vedo a casa.

Elvio:  Ho scordato di dirtelo, stasera devo uscire.

Elvio e Linda: Cliente importante.

Elvio:  Eh già (soave) un vecchio maestro di scuola di origine inglese, con velleità letterarie. Ha avuto l’idea brillante di far protagonista una tartaruga: Bill Humphreys

Giovanna: nome buffo per una tartaruga.

Elvio:  E’ il nome dell’autore. Per il nome della tartaruga non abbiamo ancora deciso.

Giovanna: lavori troppo , Elvio.

Elvio: (a Linda) vai a letto, non mi aspettare.

Linda:            Forse rientrerò tardi anch’io.

Elvio: Ahh!!

Linda: Vado ad una riunione del WWFF : stasera darò il mio contributo per evitare che una specie si estingua.

Elvio: Quale?

Linda:            Il cervo a pelo crespo del Guatemala. Ciao tesoro (entra Filippo di mal umore) Salve Filippo, non posso fermarmi. Come va’ il pancino?

Filippo: Da cani, grazie.

Giovanna: ( accompagna fuori Linda) dev’essere l’ulcera, è sempre così quando si agita ( le due donne escono)

Elvio:  E allora?

Filippo: La lettera era finita sotto la ruota di una macchina. Non sono riuscito a levarla, allora sono entrato nell’auto che era aperta e la polizia mi ha arrestato perché sono entrato in una macchina che non è mia.

Elvio:  Per mille fulmini, non hai pensato a me e alla signorina De Angelis che aspetta che le telefoni per dirle di venir qua?

Filippo: Al diavolo la signorina De Angelis, ho i miei problemi, il poliziotto mi aspetta fuori. Vuole un documento.

Elvio: Tu e la maledetta lettera!

Filippo: Ecco cos’è rimasto! ( estraee di tasca un minuscolo pezzetto di lettera) e così, addio a quel po’ di prova che avevo.

Elvio: Senti, ci penso io; ti sistemo il poliziotto, ma tu ti vesti e fili via con Giovanna.

Giovanna: ( entra dall’ingresso) Filippo, spicciati, vieni a vestirti.

Filippo: (si volta di botto verso “l’adultera” ) mi vesto quando mi pare a me, e non prima.

Giovanna: ( senza capire) darling

Elvio: Non devi parlar cosi a tua moglie! Specialmente il giorno del suo compleanno ( Filippo fa una mossa a scoppio ritardato, mentre Elvio lo spinge nell’ingresso)

Filippo: Com-plean-no? ( escono)

S C E N A          D O D I C E S I M A

Alessio  e  Giovanna

Alessio: (entra dallo studio con due cuscini di colore vistoso) Vogliamo decidere per i cuscini, signora Lanza? Sono per lo studio di suo marito, ma lui non si pronuncia.

Giovanna: troppo frivoli per lui. Comunque , non insista, oggi non è in vena. Ha avuto una giornata massacrante, povero topo, discutetene domani, a mente fresca. (avviandolo) Buona notte, Alessio.

Alessio: Signora Lanza, lavorerò sino a tardi.

Giovanna: dove?

Alessio: Qua.

Giovanna: No non può, non deve.

Alessio: Ho una o due cose che devo assolutamente finire.

Giovanna: Usciamo tutti.

Alessio: Tanto meglio, lavorerò indisturbato.

Giovanna: Non voglio che lei rimanga qui.

Alessio: Perché?

Giovanna: perché… perché voglio… che lei venga con noi al pranzo degli editori.

Alessio: E’ molto gentile, ma…

Giovanna: (lo interrompe) Ci terrà allegri. Sono barbe da morire questi banchetti, lei ci racconterebbe delle storielle divertenti…

Alessio: Odio le storielle.

        

S C E N A   T R E D I C E S I M A

Elvio, Filippo e detti

Filippo: ( rientrando con Elvio discutendo). Non si offre denaro a un poliziotto  

Elvio:  Credevo che si facesse.

Filippo: Comunque, mai così poco

Elvio:  Comunque , lo ha preso. ( suona il telefono e Giovanna va a rispondere)

Giovanna: 59 70 70… si c’è (a Elvio) E’ per te

Elvio: (fingendo indifferenza) Per me?

Giovanna: prenotazioni telefoniche…

Elvio:  Io non ho fatto nessuna… (realizzando) prenotazioni telefoniche? ( afferra il ricevitore e lo copre con la mano mentre spiega a Giovanna) Dev’essere New York, ho chiamato prima, stiamo per assicurarci i diritti sulle avventure dell’Orso Yoghi (al telefono) Pronto? Centralino?… parla Prandi… sì, sì, stavo per chiamare ma non ho potuto. Ma si, certo che la voglio, per le otto e quindici. Beh, tenendo conto delle ore di differenza tra qui e New York, per le otto e quindici mi pare che… grazie. Ehm, le ho detto, no, dove cercarmi, vero?… esatto. Allora aspetto per la chiavat…chiamata. Buona sera. (mette giù) Credo che l’Orso Yoghi sia nel sacco!

Alessio: Se potessi soltanto… 

Filippo: (secco) Lei cosa vuole?

Alessio: Secondo sua moglie questi cuscini sono troppo vistosi per lo studio.

Filippo: (sempre scrutando Giovanna) Davvero? I cuscini mi piacciono ma su un divano svedese, nero, di pelle, con moquette rosso carmino e tende in plastica giallo-arancione ( ad Alessio ) Che ne dice?

Alessio: No comment

Giovanna: Darling, hai voglia di scherzare… non è il tuo gusto…

Filippo: ( con un sorriso a fior di labbra) Se ne scopre una nuova tutti i giorniuno dell’altro, eh, darling? Elvio, che ne dici di tende di plastica color giallo –arancione?

Giovanna: ( battendo sul suo orologio da polso) Filippo, sono le sette e mezzo

Filippo: E con questo?

Giovanna: Noi dobbiamo uscire e Elvio deve vedere Bill

Elvio:  (cascando dalle nuvole) Bill?

Giovanna: L’autore della Tartaruga

Elvio: Ah sì, Bill , Bill Brown

Giovanna: Humphreys

Elvio:  Brown Humphreys

Giovanna: ( a Filippo) Ah, ho scordato di dirti, ho inviato Alessio a venire con noi per farci compagnia.

Filippo: Ne ho abbastanza della sua compagnia qui in casa.

Alessio: Non si preoccupi, stasera lavoro qui.

Giovanna: Non può.

Elvio: Non può.

Giovanna: Darling, non possiamo assolutamente arrivare in ritardo

Filippo: Sarò in ritardo se voglio, ho ancora tante cose da fare.

Alessio: Per esempio decidere riguardo allo studio!

Filippo: Quello è deciso: moquette rossa, tende giallo-arancione, divano in plastica nera.

Giovanna: Darling, lascia fare ad Alessio

Filippo: Sono capacissimo di prendere le decisioni artistiche da me.

Giovanna: preparati, darling, e si farà tutto come vuoi tu.

Filippo: Grazie (in tono drammatico) resto a casa

Giovanna: Eh?!

Elvio: Non puoi!

Giovanna: Non puoi!

Alessio: Non può!

Filippo: (ad Alessio) lei cosa c’entra?

Alessio: (calmo) Non c’entro. E non c’entro talmente tanto che addirittura levo l’incomodo e torno al lavoro (esce nello studio)

S C E N A   Q U A T T O R D I C E S I M A

Elvio, Filippo, Giovanna

Elvio: Devi uscire, Filippo.

Filippo: Resto a casa, con mia moglie

Giovanna: Darling, non hai mancato ad un pranzo ufficiale

Filippo: C’è sempre una prima volta (poi si ricorda della sua “infedeltà )  c’è sempre una prima volta per tutte le cose, non ti pare?

Giovanna: (non capisce) Ma che stai dicendo?

Filippo: (a Giovanna) Noi restiamo a casa

Giovanna: (alza il ricevitore) Telefono a Linda per dirle che non usciamo.

Elvio: Linda? Cosa c’entra Linda?

Giovanna: Ecco… cioè… no!… che non usciamo domani assieme come avevamo pensato. Mi sono ricordata che ho un altro impegno.

            L’avverto dall’altro apparecchio (butta giù con forza il ricevitore e va in camera da letto. Durante il seguente dialogo forma il numero)

Elvio:  Per amor del cielo, la mia centralinista!

Filippo: Ho i problemi miei!

Elvio:  Li risolviamo tutti domattina.

Filippo: Stasera!

Elvio:  domani

Filippo: Stasera.

Elvio:  E va be’! …Dovrò annullare la prenotazione telefonica con la Sig. De Angelis. Avrà finito giovanna di la?(va verso la camera da letto mentre sentiamo la la fine della conversazione di Giovanna che col telefono in mano cammina verso la porta del salotto)

Giovanna: Allora, per favore dica alla signora Prandi che mi telefoni appena arriva. Le dica che è necessario (vede Elvio) ma non indispensabile (rimette giù il ricevitore)

Elvio: Posso telefonare?

Giovanna: No (ride), non subito (nervosa). Avete deciso per le tende di plastica giallo-arancione? (suona il telefono. È sempre in mano a Giovanna. Lei ed Elvio lo guardano con sospetto. Nessuno dei 2 osa cercare di sapere chi è, sorridono, vogliono fare finta di niente, sperando che il telefono smetta di suonare)

Filippo: Tutti sordi? (alza il ricevitore) Pronto? Chi? La Sig.na Rossi? Oh, un momento, no, non l’avevo dimenticato, ma sa com’è, mille cose da fare… ha scritto un libro? Brava. Hotel Imperiale, sì, richiamo io (mette giù).

S C E N A          Q U I N D I C E S I M A

Alessio e detti

Alessio: (esce dallo studio) vado a prendere l’altro catalogo in macchina.

Filippo: Per favore, è pregato da tutti di non far più niente, per stasera.

Alessio: Questo lo crede lei.

Giovanna: lasci stare il catalogo. Passo io da lei, prima cosa, domattina.

Alessio: Voglio finire tutto stasera. Sono veramente stufo di tutti questi ripensamenti , di queste indecisioni! (riferendosi a Filippo) Lo so, non è facile avendo un marito, ma… (esce a destra, Filippo sentendo ripetere una delle frasi della lettera, resta di stucco)

Giovanna: vado a vestirmi. Sei certo di non cambiare idea, Darling?

Filippo: (sempre col pensiero alla lettera)  “ non è facile avendo un…

Giovanna: come vuoi tu, darling, ma non capisco.

Elvio: Nemmeno io. Posso telefonare? ( fa la mossa di prendere in mano il telefono)

Giovanna: (svelta) No, serve a me, in bagno (esce nello spogliatoio col telefono)

Filippo: Hai sentito cosa ha detto ? (la segue in camera da letto)

Elvio: Si, che gli serve in bagno.

Filippo: No! “ non è facile avendo un…”

Elvio: Eh ?

Filippo: le parole di Alessio Balducci (mostrandolgi i resti della lettera) le parole della lettera!

Elvio: Hai ragione ! ( i due cercano di decifrare il foglietto sgualcito)

Filippo: ecco perchè da tre mesi non si muove di quà ! la stessa identica frase. Mia moglie in piena avventura con un miserabile arredatore. Ecco perché l’ha invitato a venir con noi! Non possono star separati cinque minuti!

Elvio: Ma ci sarai anche tu.

Filippo: Sicuro, alla destra della moglie del presidente, a occuparmi di lei, e  loro a farsi piedino; dall’antipasto al dessert.

Elvio:  Con la lettera distrutta sei senza prove.

Filippo: aspetta ! il resto può essere nella sua borsetta ( prende la borsetta e la porta in fretta in salotto seguito da Elvio)

Elvio: Ti stai coprendo di ridicolo

Filippo: A questo ci hanno già pensato loro (seduti sul divano Filippo passa a Elvio man mano il contenuto della borsetta)

S C E N A          S E D I C E S I M A

Filippo, Elvio e Silvia

Elvio: Fazzoletto- pettinino… (passa silvia dall’ingresso verso la cucina; al vedere e sentire i due viene piano avanti a spiare alle loro spalle) … rossetto per labbra – porta cipria- e collant a rete. Non c’è altro.

Filippo: Molto frustrante. (di colpo vede Silvia) appartiene a mia moglie.

Silvia: ( non capisce) Lo so.

Filippo: Credevo fosse di lui (in fretta si corregge) della moglie di lui.

Silvia: (capisce sempre meno) Ah.

Filippo: Credevo che fosse il suo giorno di uscita.

Silvia: Lo è.

Filippo: Beh, si spicci – non perda tempo! (Silvia esce in fretta seguita con lo sguardo da Elvio ) Io – giù in ufficio a correggere bozze di libri per bambini e loro su, a far salti mortali sul mio letto… ovale. Infanzia al pian terreno – adult…erio al piano attico.

Elvio:  Per me non è Balducci. Balducci è uno di quelli, no?

Filippo: Di quali?

Elvio:  Beh, di loro…

Filippo: Loro quali ?

Elvio:  Che han girato un pò il verso… ( si mette la mano al fianco e fa due o tre passettini buffi quando entra Alessio dall’ingresso con il catalogo in mano. Alessio si ferma di colpo e fissa Elvio che in fretta esce dall’imitazione,si siede e assume un’atteggiamento da uomo. Alessio allora si volta verso Filippo che ha sempre in mano la borsetta. Alessio realizza, a scoppio ritardato. Filippo se la prende con la borsetta e la schiaffa sul divano).

Filippo: Devo parlarle, Balducci.

Alessio: Dio sia lodato! Ho portato il catalogo.

Elvio:  Scendo un momento per annullare la prenotazione ( gli sussurra) per l’amor del cielo, Filippo, controllati, usa prudenza e sii uomo di mondo. (poi ad alta voce) vi lascio, voi due, e non agite d’impulso! (esce)

S C E N A    D I C I A S E T T E S I M A

Alessio, Filippo, poi Giovanna

Alessio: Scegliamo i colori base prima di entrare in dettaglio( suona il telefono. Alessio alza gli occhi, seccato. Risponde imediatamente Giovanna , fuori) ( mostrando e aprendo il catalogo) Quale colore preferisce che predomini?

Filippo: Il nero

Alessio: (preso leggermente in contropiede) Ah. Beh, potrebbe fare a pugni col divano che lei aveva in mente… permetta che le mostri qualche contrasto interessante ( mostra il campionario a Filippo, ma questi, pensando alla lettera, mentalmente vorrebbe strozzarlo, quando in camera da letto entra Giovanna, con un vestito lungo, da casa, ancora da abbottonare, tanto che si scorgono reggipetto e mutandine. Ha il telefono in mano e sta parlando)

Giovanna: … no, Linda, stasera è impossibile. Cara, non hai che da telefonarlgi e dirlgi di non venire qui… mi dispiace, cara, prova un albergo. Ciao, ciao. ( mette giù il ricevitore e tutta sorrisi apre la porta, attraversa il salotto e corre nell’inggresso abbottonandosi la veste) Tutto bene, miei cari?

Alessio: Si

Giovanna: (distratta) E lei non si stanchi ( gli da un buffetto sulla guancia) (Filippo le lancia un’occhiata  diabolica. A Filippo) Hai un’aria affamata. Se rimaniamo a casa tutti devo assicurarmi che ci sia abbastanza da mangiare (esce)

Alessio: Perché vede, tutto dipende da come lei si serve, abitualmente , dallo studio. Più di giorno o più di notte? E’ tutta questione di luci. (durante il discorso Filippo si assicura che Giovanna sia uscita) Voglio dire: luce naturale o luce artificiale? ( Filippo ora si è avvicinato ad Alessio e ha preso coraggio a quattro mani)

Filippo: E’ una checca, lei? ( per alcuni secondi Alessio rimane senza parole, poi decide di aver capito male)

Alessio: … se… (schiarendosi la gola) se usa più la luce elettrica suggerisco toni scuri. Se invece, si serve più della luce…( si ferma e decide che, forse aveva capito bene) prego, come ha detto?

Filippo: Lei è un, ehm, (cerca la parola) un po’ … un po’ strano…

Alessio: Beh, meglio limitarci ai cataloghi.

Filippo: Io non ci credo, ma il mio amico non ha dubbi.

Alessio: (senza parole)… che amico?

Filippo: Elvio Prandi.

Alessio: Ah, quello.

Filippo: Le ripeto al domanda perché la risposta m preme.

Alessio: (allontanandosi di un passo o due) Le sarei grato se…

Filippo: Non può non aver afferrato il perché di questa mia domanda, e se Elvio non mi avesse raccomandato la calma, le sarei già saltato addosso! ( Alessio in fretta chiude il catalogo, e si allontana più che può)

Alessio: Scelga il colore che vuole, non mi farò pagare!…

Filippo: Balducci, per favore, vorrei tanto credere a quel che afferma Elvio!

Alessio: La prego!

Filippo: Via, lo ammetta. Per favore!

Alessio: Può dire al suo amico, come ora lo dico a lei, che io sono normalissimo, io!

Filippo: (si accascia a sedere) Povero, povero me!

Alessio: (Preoccupato) ma.. signor Lanza!

Filippo: ( tra se) Perché ho dato retta ad Elvio! Sapevo benissimo che non lo era…

Alessio: Ci sono tanti pesci in mare, signor Lanza.

Filippo: (alzandosi) è così insensibile!

Alessio: Mi dispiace per lei ma non posso cambiare

Filippo: (borbotta) Che sciagura! ( lascia cadere il viso tra le mani. Alessio  a disagio si volta di spalle)

S C E N A     D I C I O T T E S I M A

Alessio, Filippo, Silvia

                     (Silvia entra dall’ingresso dietro i due uomini, vestita per uscire, con borsetta a tracolla. Entrando da ad Alessio un sganascino)

Alessio: (saltando su) Signor Lanza! (Silvia guarda stupita. Alessio è sorpreso di vedere che è stata Silvia. Alessio guarda sbalordito.)

Filippo: Ancora qua?

Silvia: Sto uscendo. Buona notte, signor Lanza, a domattina. (Filippo assente) Buonanotte, signor Balducci (gli sussurra) A più tardi (esce).

Alessio: (senza pensare) Sì… (realizzando in ritardo) No! Aspetta …(andando per seguirla Filippo si intromette)

Filippo: Lei rimane con me

Alessio: (indietreggiando) No…per favore! Rimandiamo a domani.

Filippo: Adesso, subito. Da quanto dura?

Alessio: Prego? (non capisce)

Filippo: So benissimo cosa ha combinato qui, in questi tre mesi!

Alessio: (innocentemente) Le ho sistemato le piastrelle in cucina, le ho sistemato la stanza da bagno…

Filippo: E chi altro mi ha sistemato? (pausa) Ci siamo capiti.

Alessio: (credendo che si riferisca a Silvia) Ah…!! (indica l’ingresso) vuol dire…

Filippo: Sissignore. Sporcaccione!

Alessio: (Posando il catalogo) Le assicuro, signor Lanza, che non ho mai permesso che la cosa interferisse col mio lavoro.

Filippo: No, eh!

Alessio: No, non mischio mai femmine e lavoro.

Filippo: Femmine?! E non avete mai, per un istante, pensato a me, voi due?

Alessio: Onestamente devo confessare che non ci abbiamo mai pensato

Filippo: Non le è passato per l’anticamera del cervello che io l’ami

Alessio: Lei?!

Filippo: Sì, io. E solo ora mi rendo conto fino a che punto (siede derelitto)

Alessio: (incredulo) Accidenti, com’è versatile!!

S C E N A    D I C I A N N O V E S I M A

Elvio, Filippo e Alessio

Elvio: L’ho mancata per cinque minuti. È per strada. L’aspetterò giù al portone (vede Filippo) Tutto bene?

Filippo: Bene un corno. È colpevole e con una faccia tosta!…

Elvio: Dal suo modo di fare e vestire avrei giurato…

Alessio: Invece…!

Elvio: Mi scuso, molto sinceramente (va a stringergli la mano)

Filippo: (Esplodendo) non chiedergli scusa! Avanti, da quanto dura?

Alessio: Dipende da cosa allude. Più di qualche ganascino sottobanco, finora non le ho dato (Filippo guarda Elvio e poi di nuovo Alessio) …platonico… (Filippo guarda Elvio e Alessio) …affettuoso (da un immaginario ganascino con fischio al sedere di una persona immaginaria)

Filippo: Cos’è?

Alessio: (torce la mano e fischia)Un ganascino. Il ganascino classico è: mano avanti (dimostra) a circa novanta centimetri da terra, chiudere le dita in fretta, acchiappando da sotto, in fretta, così. Ne esistono molte varietà (dimostra di nuovo) ce n’è una, per esempio, molto più complicata.. (allunga una mano all’indietro e la mostra a Filippo prendendolo nel sedere)

Filippo: (facendo un salto) Oooh! (di colpo realizzando che questa cosa riguarda Giovanna, ad Alessio) E ha osato farle di queste cose?

Alessio: È stata lei a cominciare.

Filippo: Ehhh?

Alessio: Dal primo giorno, ero chinato…

Filippo: Grazie, ho capito! E dove intendeva arrivare?

Alessio: Non oltre la sua camera da letto

Filippo: (va per colpirlo) Se osa aggiungere un’altra… (Elvio in fretta si mette tra i due)

Elvio: Niente violenza, per favore

Filippo: Lo ammazzo.

Alessio: Non si offenda, signor Lanza, preferisce un uomo giovane, è tutto lì.

Filippo: (ad  Elvio) Sei testimone!

Alessio: Per un sganascino affettuoso ed innocente…

Filippo: Oggi la mano (ossia il sedere!) domani il braccio. Sono questi i suoi piani!

Alessio: Onestamente, sì. Mi dispiace che si disperi tanto, non sapevo che anche lei aspirasse. (Filippo è livido di rabbia quando entra Giovanna dall’ingresso)

S C E N A    V E N T E S I M A

Giovanna e detti

Giovanna: (allegra) allora, in quanti siamo?

Filippo: Vorrei saperlo anche io in quanti siamo!

Giovanna: C’è un po’ di salsiccia e un po’ di formaggio.

Alessio: (andando verso la camera da letto) Se non ha bisogno di me, per un momento…

Filippo: Dove diavolo va?

Alessio: Al bagno (va in camera da letto)

Filippo: È il mio bagno (lo segue)

Alessio: L’ho istallato io (esce nello spogliatoio)

Giovanna: (a Elvio) Cos’ha?

Filippo: (si volta di scatto, a Giovanna) Basta! Non sono lo stupido che credi, cara. Pronta a buttar via dodici anni, eh? Dimenticati completamente, eh?! In dodici anni non ho mai osato farti un ganascino, io! (dimostra) Oppure così (dimostra all’inverso, con un fischio ambo le volte)

Giovanna: Cos’è?

Filippo: Ganascino e le sue varietà. Non fare finta di non saperlo! Come hai potuto… con quello là!

Giovanna: (non comprende) Filippo, di che parli?

Filippo: L’arredatore! Flagrante delitto. E questa è la prova. (tira fuori e sventola sotto il naso di giocanna un pezzettino sgualcito) il documento erotico.

Giovanna: (si comincia a preoccupare. A Elvio) Io chiamo il dottore (va e alza il ricevitore)

Filippo: (ripetendo la frase) “Mi lasciò senza respiro. Mi sono ormai affezionato all’idea…”

Giovanna: Ahhh! (mette giù di botto il ricevitore)

Filippo: Ahhh.

Giovanna: Dov’era?

Filippo: Sbadata, eh?

Giovanna: Darling, non è mia.

Filippo: di chi allora? (sta per spiegarglielo quando realizza che Elvio è presente)

Giovanna: È, è…di… (ride nervosa) te lo spiego dopo.

Filippo: Il tuo amante ha gia spiegato tutto lui (indica la stanza da bagno)

Giovanna: (non capisce) Amante?

Filippo: Quello là!

Giovanna: Alessio?

Filippo: Alessio.

Elvio: Ha confessato.

Giovanna: È impazzito.

Filippo: (drammatico) Elvio, è inutile prolungare questa agonia. Stasera dormo da te e poi con calma mi trovo un albergo.

Elvio: Non essere precipitoso.

Giovanna: Filippo, darling!

Filippo: Sgombro, e il signor Balducci può accomodarsi a spennellare col suo pennello dove e come gli pare (Alessio entra dallo spogliatoio verso il salotto)

Giovanna: (ridendo) Darling, sei un gran scioccone

Filippo: Sì, certo che lo sono, perché credo ancora nella decenza morale. (vede Alessio) Si accomodi! Mia moglie è pronta, il letto è là, e buona fortuna a tutti e due.

Alessio: Prego?

Filippo: Lo champagne è nel frigo, e, a proposito, non scordi di rimettere il tappo al dentifricio.

Giovanna: Filippo, darling, per favore… (gli tocca il braccio)

Filippo: (con disprezzo) Non mi toccare sgualdrina!

Giovanna: Tu…mentecatto e arrogante

Filippo: (a Elvio) Hai sentito come mi ha chiamato! (a Giovanna) ne riparleremo davanti al giudice! (a Alessio) Sotto il cuscino c’è il pigiama pulito. (a Giovanna) Nessuna obiezione?

Giovanna: Apprezzo il tuo consiglio ma…

Filippo: Non è un consiglio, è un’offerta. Andiamo, Elvio! Io mi troverò una bella ragazza. (a Alessio) e …buon natale a tutti e due. (esce con Elvio)

Giovanna: Arrogante, cretino, stu…

Alessio: Posso continuare il mio lavoro di là? (fa per andare in studio)

Giovanna: No (gli afferra la mano) lo continuerà in camera mia (lo trascina in camera da letto mentre cala la tela)

F I N E   P R I M O  A T T O

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Alessio e Giovanna

( L’azione continua. Giovanna trascina Alessio verso il letto, l’hanno quasi raggiunto    quando Alessio fa dietrofront e tira Giovanna di nuovo nel salotto.)

Alessio: No, no, per favore! … lei è fantastica, è meravigliosa, apprezzo il suo invito…Così gentile.

Giovanna: L’ha sentito, no, mio marito: è un’offerta.

Alessio: ma ci saranno formalità da osservare…

Giovanna: (presentandosi) Giovanna Lanza. Lietissima . (lo trascina al letto) con copriletto o senza?

Alessio: (sempre agitato, turbato) Ehm, senza, perché mi viene molto caldo (in fretta)Ma non è troppo  piccolo questo letto per due?.

Giovanna: (Giovanna toglie il copriletto) Meglio così staremo più strettini. Pigiama (glielo butta)

Alessio: Dormo senza…

Giovanna: (Riprendendolo in fretta) Fantastico!

Alessio: (Riafferrandolo altrettanto in fretta) …d’abitudine, ma data la circostanza, senza copriletto potrei aver freddino

Giovanna: (andandogli vicino di colpo) Freddino!

Alessio: E’ sicura che suo marito dica sul serio?

Giovanna: sicurissima ( comincia a togliergli giacca e cravatta, gettandole per terra) che lato? Sinistro, destro…

Alessio: Centro. Ah, beh, non ho preferenze.

Giovanna: presto i pantaloni, i pantaloni.

Alessio: (indietreggiando fino in salotto togliendosi le scarpe nel contempo) Va bene, va bene! Ma è sicura che non si pentirà…

Giovanna: (con caricato entusiasmo) Sono smaniosa. E lei?

Alessio: Sono pronto.

Giovanna: Meno male! (gli piglia i pantaloni, li butta sul divano e gli prende di nuovo la mano). Su, da bravo, a lettino. Si infili dentro. Prendo una camicia da notte e torno. Sceglierò la più sexy che trovo! (corre in camera da letto ed esce nello spogliatoio)

Alessio: E adesso come faccio con Silvia? Del resto una picciona in mano vale più di… le lascio due righe sulla porta d’ingresso ( corre alla scrivania e scribacchia in fretta qualcosa.. Legge ad alta voce quello che sta scrivendo) “ Tesoro, troviamoci direttamente nella camera della cameriera. Ti raggiungerò appena posso” (tra se) domattina mi odierò (esce nell’ingresso mentre rientra Giovanna con una camicia da notte rossa e viene in salotto.Alessio rientra immediatamente, vede la camicia) Gesù, Giuseppe!

Giovanna: Le piace?

Alessio: Tantissimo! Presto , se la infili:

Giovanna: E lei, il pigiama…

Alessio: (di colpo si agita) Si, beh, ecco, mi cambio di la… (indica lo studio) meglio osservare le norme del galateo. (Alessio và nello studio) (Giovanna in camera da letto, poi si ferma)

Giovanna: Domattina mi odierò (esce nello spogliatoio)

SCENA SECONDA

Walter e detti, poi Silvia

(dopo una pausa entra Walter Tollardo, con indifferenza, ma sorridente di speranza. E’ in bolletta. Ha in mano una bottiglia di  Champagne, delle Rose e l’ombrello e il foglietto lasciato sulla porta d’entrata da Alessio)

Walter: (chiamando sottovoce) Lin-da-Lin-duccia-… (legge il messaggio) “troviamoci direttamente nella camera della cameriera” ed ora, mi domando, quale sarà questa camera della cameriera. Beh, prima di tutto posiamo questa roba in ingresso (esce brevemente infondo a sinistra e rientra senza “accessori”. Si guarda intorno e decide di provare in fondo a destra. Entra Giovanna indossando la camicia da notte rossa sotto l’abito da casa. Si ammira nello specchio mentre rientra Walter che sembra domandarsi: dove sarà?. Decide di provare in fondo a sinistra. Esce di nuovo Walter. Giovanna prende lo champagne dallo spogliatoio, lo porta nel bar, socchiude la porta. Entra Silvia dal fondo, dx, sempre con la borsetta a tracolla. Si affaccia ed entra in salotto ed è felice di vedere sul divano i pantaloni di Alessio. Dalla porta rimasta aperta vede nella camera da letto le scarpe, la cravatta e la giacca. Entrando e inoltrandosi nella camera raccoglie le scarpe, poi la cravatta e la giacca e butta tutto in un angolo.dalla borsetta tira fuori, tutta allegra, una camicia da notte mini. In quel momento dal bar si sente partire il tappo dello champagne. Fa un’espressione di sorpresa, poi allegramente va nello spogliatoio con la camicia sul braccio, mentre Giovanna viene dal bar con vassoio, bottiglia stappata e due bicchieri pieni. Va in camera da letto, chiude la porta, posa il vassoio, tira le tende, prende una rivista e si distende sul letto. Rientra Walter sempre chiedendosi “dove sarà” e decide che “la camera della cameriera” deve essere verso la camera da letto.Bussa pianino).

Giovanna: Pronta!

            ( Walter entra in camera da letto tutto sorrisi. I due si guardano, fulminati. Dopo dieci secondi di stupore, Walter, in segno di saluto, solleva educatamente la bombetta e torna in salotto. In quel momento arriva Alessio dallo studio, in pigiama. Alessio e Walter si guardano e rimangono a loro volta fulminati. Di nuovo Walter saluta con la bombetta, prende una carta da visita e la porge ad Alessio. Alessio la guarda con l’espressione di uno che non ha afferrato niente. Giovanna scende dal letto e corre in salotto.)

Walter: (ad entrambi) Non ho scuse. Terribile gaffe. Credevo di trovarmi all’ultimo piano.

Giovanna: Ci si trova.

Walter: Via Tevere 73?

Alessio: Precisamente.

Walter: Oh, non mi aspettavo di trovar lei

Alessio: Ovviamente

Walter: Imbarazzante davvero, signor Lanza.

Alessio: Sono il signor Balducci. Alessio Balducci

Walter: (sorpreso) Oh. Credevo che era l’appartamento dei signori Lanza.

Giovanna: Lo è.

Walter: Oh. Beh, sinceramente mi scuso, signora Balducci, ma…..

Giovanna: Sono la signora Lanza

Walter: (pretende di capire) Ooh

Giovanna: Lei è Walter!

Walter: Precisamente. (prende da tasca un’altra carta da visita e la porge a Giovanna) Walter Tollardo

Giovanna: (leggendo) Dell’associazione volontari del sorriso.

Walter: (Risata)Quando ho telefonato, poco fa, la signora Prandi ha detto che potevamo, ehm, qui.

Giovanna: Non le ha telefonato, subito dopo, per dirle di no?

Walter: Non avrà fatto in tempo, mi sono precipitato qui di corsa.

S  C  E  N  A      T  E  R  Z  A

Linda e detti

( Suona il campanello. I tre sono in panico ed in colpa. Alessio cerca di infilarsi i pantaloni sopra quelli del pigiama. Walter si muove a vanvera. Giovanna si da coraggio e va ad aprire. I due uomini si rifugiano in camera da letto e chiudono la porta, Alessio avendo mollato i pantaloni sul divano, passando. Si agitano nervosi, girano intorno al letto e vi si rifugiano dentro, cacciando la testa sotto le lenzuola. Dallo spogliatoio entra Silvia in camicia da notte. Vede il volume nel letto e pregustando ciò che l’attende sorride e strappa via la coperta. Rimane strabiliata al vedere Alessio e Walter abbracciati e con gli occhi chiusi, ben stretti. Li ricopre immediatamente e furibonda esce sbattendo la porta, i due uomini emergono al sentire sbattere la porta e si scambiano espressioni interrogative. Walter saluta di nuovo con la bombetta e va nello spogliatoio. Alessio si ricaccia sotto. Entra Giovanna con Linda. Linda ha in mano un beauty case)

Giovanna: Cara! Elvio se n’è andato da un secolo.

Linda:            Ti assicuro che è giù in strada. Per fortuna non mi ha vista. Ha cercato di attaccar discorso con una e si è preso uno schiaffo.

Giovanna: Ne meriti uno anche tu. Hai lasciato in giro una pagina della lettera di Walter. Filippo crede che la lettera sia indirizzata a me…

Linda:            Che cara, a prenderti la colpa tu!

Giovanna: Se n’è andato, mi ha piantata.

Linda: (drammatica) Che disastro! (dimenticando subito) In quanto al problema mio, Walter, l’hai visto?

Giovanna: Eccome, è di là. Pigliatelo e sparisci.

Linda: No, cara (va in camera da letto) Se Filippo se n’è andato approfittiamone.

Giovanna: (seguendola) Un momento, calma, pazienza…

Linda: Guarda chi c’è! (strappa la coperta e alquanto sorpresa di vedere Alessio) Gesù!

Alessio: (sollevato) Signora Prandi.

Linda: Buonasera, Balducci. Cosa sta arredando, la sotto? (mette in beauty case sul letto)

Giovanna: Sono fatti che non ti riguardano.

Linda: (complimentandosi con Giovanna) Oh, finalmente! Benvenuta tra noi! (ad Alessio) Lei si sentirà al settimo cielo

Alessio: Se le cose andassero più lisce, ma è tutto così frustrante, in questa casa…tre mesi per lo studio del signor Lanza e ce ne vorranno altrettanti per sua moglie!

Giovanna: Alessio!

Linda: Dov’è Walter?

Alessio: Di la!

Giovanna: Tu e il tuo casanova, presto, portatelo via (Giovanna bussa alla porta)

Walter: (fuori) Chi è?

Giovanna: Il gatto con gli stivali. Avanti, esca (Walter emerge subito)

Walter: Crede che sia prudente…(vede Linda) Oh! Lindoccia!

Linda: Ragazzo impetuoso!

Walter: Vale sempre?

Giovanna: Non vale più (dà a Walter il beauty case)

Walter: Cos’è?         

Alessio: Il premio di consolazione.

Walter: Non possiamo rimanere?

Giovanna: Temo di no, troppe prenotazioni.

Walter: Beh, c’è posto per tutti e quattro.

Alessio: (balzando fuori dal letto) Un’orgia! Gesù!

Walter: Peccato! Già che siamo qui, voglio dire.

Giovanna: Il lavoro di equipe non mi va.

Alessio: C’è l’ufficio al pian terreno.

Linda: Stupendo.

Walter: E tuo marito.

Linda: A quest’ora in ufficio non c’è nessuno (si avviano)

Walter: Un momento, sarà chiuso.

Linda: Ho la chiave (a Giovanna) Vedo che ci hai soffiato lo champagne

Walter: Dilettissima, non ti preoccupare. Sono venuto preparato! Champagne, spazzolino da denti, dentifricio, lozione dopobarba…

Alessio: (spingendoli nel salotto) l’inventario finitelo giù.

Linda: (a Giovanna) Che cari! Così impazienti, tutti e due!

Alessio: Bye bye

Walter: Arrivederci (stringe la mano ad Alessio)

Alessio: Addio!!!

Walter: E mi scuso di nuovo per essere capitato così. Spero che possiate riprendere da dove avete lasciato.

Linda: (in fretta) ne sono certa! (lo spinge via. Escono)

Alessio: (dopo pausa) Beh, loro sono sistemati, ora a noi! Dove eravamo rimasti?

Giovanna: Alessio, sono desolata, ma…mi sono sbollita.

Alessio: No!! Sbollita molto?

Giovanna: (incerta) Discretamente.

Alessio: La credevo entusiasta quando suo marito ha dichiarato che a lui non gliene importava niente. Dopo tutto mi ha offerto il suo pigiama, il suo letto e lei. E quando è uscito, in cerca di avventura, e l’ha chiamata sgualdrina…

Giovanna: Sto. Bollendo di nuovo (va decisa in camera da letto)

Alessio: Evviva!

            (Giovanna siede sul letto e prende il bicchiere di champagne mentre Alessio la segue, tutto contento.chiude la porta con un calcio e dà il chiavistello. Nel raggiungere il letto fa un saltino e piomba sul letto accanto a Giovanna. Lo champagne spruzza in alto e finisce in grembo a Giovanna che balza in piedi e si scuote la veste)

            Pardon!

Giovanna: devo togliermela.

Alessio: Era forse contraria? (Giovanna va nello spogliatoio) Diamole tempo e si asciugherà ( esce seguendola nello spogliatoio).

           

S  C  E  N  A      Q  U  A  R  T  A

Filippo e Silvia

Filippo: ( la testa di Filippo fa capolino all’ingresso. Guarda in giro, poi entra in salotto in punta di piedi. Passa davanti ai pantaloni di Alessio sul divano senza farci caso, poi ha reazione a scoppio ritardato. Li raccoglie) Porco! (li butta per terra, va per aprire la porta, ma la trova chiusa) Porcone! (si inginocchia per poter vedere dal buco della serratura; in quel momento entra Silvia, sempre in camicia da notte. Si avvicina alla porta, arrabbiata, poi si ferma al vedere Filippo)

Silvia: Signor Lanza!

Filippo: (raddrizzandosi) ma che diavolo, la credevo fuori.

Silvia: Non so che sta succedendo, in questa casa

Filippo: Io lo so, e preferirei non saperlo. In camicia da notte!

Silvia: (presa in contropiede) speravo in molte ore di letto

Filippo: A quest’ora?

Silvia: (cercando scusanti) Sento il bisogno di stare distesa in un letto per molto tempo.

Filippo: Lo farà, se continua ad andare in giro così. Via, se ne torni in camera sua.

Silvia: Signor Lanza dovrebbe smettere di guardare (indica il buco della serratura)

Filippo: (pieno di dignità) Vada in camera sua, e lasci che gli affari miei me li amministri da me.

Silvia: (decisa) Allora è tempo che lei sappia che quello che sta succedendo di la non è molto edificante!

Filippo: Altro che edificante!

Silvia: (quasi in lacrime) Sono a letto!

Filippo: Lo so.

Silvia: Col suo pigiama!

Filippo: Lo so! Se ne torni in camera sua.

Silvia: Uno in pigiama, l’altro in col copricapo da giovane marmotta (esce).

Filippo: copricapo da giovane marmotta?

S  C  E  N  A      Q  U  I  N  T  A

Filippo ed Alessio

            (dallo spogliatoio entra Alessio fischiettando. Appena sente fischiettare, Filippo si precipita di nuovo al buco della serratura, ma Alessio si toglie la giacca del pigiama e l’appende sulla maniglia della porta, bloccando la visuale. Filippo, mentre Alessio va allo specchio e si ammira, cerca di guardare tra le fessure, ma senza successo)

Alessio: (battendosi il petto) Sensualità, nudità! (Filippo intende che questa frase sia rivolta a Giovanna e cerca furiosamente di vedere sotto la porta, ma inutilmente. Alessio va al letto e decide di assaggiare le molle; vi si distende sopra, sobbalzando su e giù)

            (mentre rimbalza) sii Grande sii! Grande grande siii! Grande!!! (nell’impossibilità di vedere Filippo ascolta sulle braci. Alessio smette di rimbalzare e batte il materasso con forza col palmo della mano) Formidabile! Rallegramenti.

            (Filippo, ancora più angosciato, fa un giro svelto per la stanza per scaricare i nervi. Decide di sfondare la porta con un calcione dato in rincorsa: sta per darlo, ma suona la porta d’ingresso e il piede gli rimane in aria, procurandogli una fitta alla schiena. Al sentir suonar, Alessio allarmato si alza)

            (contrariato) Quel cretino di Walter Tollardo (Alessio afferra la giacca del pigiama e toglie il chiavistello alla porta. Filippo si appiattisce dietro la parete, mentre Alessio si affretta nel salotto, sventolando le braccia sforzandosi di infilarsi la giacca del pigiama; non vede Filippo, va ad aprire. Filippo sguscia in camera da letto, pronto a dirne due a Giovanna)

Filippo: Fuori! Avanti! Parla! Che diavolo, voi due…(si interrompe non vedendo nessuno, guarda intorno, vede le tende tirate)

            Ah…(apre di botto le tende quando Giovanna chiama, fuori scena)

S  C  E  N  A                S E S T A

Filippo, Alessio, Giovanna, sig.na Rossi

Giovanna: Alessio, era la porta? (Filippo, preso da panico, si nasconde dietro le tende, le chiude mentre Giovanna entra indossando un’altra vestaglia)

Sig.na  Rossi: (fuori) Le chiedo scusa per importunarla a quest’ora. (Giovanna va nel salotto, chiudendo la porta, mentre Alessio entra con la sig.na Rossi. Ha circa 45 anni, vaga “campagnola”. Ha una borsa di cuoio ed una borsetta)

Alessio: Beh, non è il momento più adatto, proprio adesso…

Sig.na  Rossi: ho telefonato due volte.

Alessio: Davvero?

Sig.na  Rossi: (vedendo Giovanna) La signora Lanza?

Giovanna: Si, e lei è…

Sig.na  Rossi: La signorina Rossi.

Giovanna: Ma certo. Ha telefonato.

Sig.na  Rossi: due volte e sono un po’ arrabbiata qui, con suo marito.

Giovanna: (cercando) Dove?

Sig.na  Rossi: Col signor Lanza (indica Alessio)

Giovanna: Oh, si

Sig.na  Rossi: Aveva promesso di richiamarmi all’Imperiale.

Alessio: All’Imperiale?

Sig.na  Rossi: Si, all’imperiale. Scendo sempre all’Imperiale quando vengo a Milano. E’ l’unico albergo, non le pare? Ma ci resto poco per via dei cani. (ride gongola) Non coi cani all’Imperiale, naturalmente. Non ci ho mai visto cani, in quell’albergo, adesso che ci penso. I miei sono in campagna, nel Delta del Po. Conosce il Delta del Po, signor Lanza?

Alessio: Non intimamente.

Sig.na  Rossi: E’ meraviglioso per i cani, con quell’aria pura che arriva dal fiume. Ho un boxer e diciotto cokers.

Alessio: Caspita.

Sig.na  Rossi: Cerco di non far preferenze, ma ho un debole per il boxer (di colpo, rendendosi conto) E’ in pigiama!

Alessio: Lo so.

Giovanna: Per telefono ha accennato ad un suo libro.

Sig.na  Rossi: Si, l’ho qua. Mi dispiace di averla importunata ma lui aveva promesso di richiamarmi.

Giovanna: Perché non hai richiamato, darling?

Alessio: (irritato) Perché stavamo andando a letto, darling.

Giovanna: Darling! (poi alla sig.na Rossi) Lo perdoni, stasera non è lui. (ride e cerca di avviare la sig.na Rossi all’uscita) Non può tornare domattina?

Sig.na  Rossi: (rientrando) No. Sarò gia nel Delta del Po coi miei tesorucci. Parto stanotte.

Giovanna: Non vorrei farle perdere il treno. (la spinge fuori di nuovo)

Sig.na  Rossi: (non dandosi per vinta) Ho tutto il tempo. Voglio che il signor Lanza legga il mio libro. (prende il manoscritto dalla borsa di cuoio e lo porge a Giovanna)

Giovanna: (in fretta) Ci faremo vivi noi, tra una o due settimane

Sig.na  Rossi: (delusa) una o due settimane? Io speravo di concludere prima di tornare in campagna. Non mi piace lasciare soli i miei cani più del necessario, sebbene siano curati alla perfezione, anche quando non ci sono io. (a Alessio) Sono fortunata, sa. Non le ho detto che ho un uomo che mi “fa”?

Alessio: No.

Sig.na  Rossi: Pessimo! Non l’uomo che “mi fa”; ma l’editore, e lo voglio cambiare. Credevo che non sarebbe stato difficile trovarne un ‘altro.

Giovanna: (aguzzando finalmente le orecchie) Un altro?!

Sig.na  Rossi: Dato il grande successo del mio Bau, Bau, Bau.

Giovanna: (ridendo educatamente) Beh, se lei fosse Oliva Bernardini (di colpo realizza che è lei) Rossi! (afferra il manoscritto e legge ad Alessio il titolo, a mezza voce) “seguito delle avventure di Bau, Bau, Bau e del piccolo Woofer”.

Alessio: (senza espressione) Già.

Giovanna: Lui credeva che lei avesse un editore.

Sig.na  Rossi: Lo avevo, fino a ieri. Ma ora si dedica alla letteratura oscena e io me ne sto cercando un altro.

Giovanna: (avida) Per tutta la seria futura di Bau, Bau, Bau?

Sig.na  Rossi: Sempre che il signor Lanza se la senta…

Giovanna: Uhh! Se se la sente! Se ha la bontà di attendere nel suo studio, vedrà che mio marito, una volta vestito, se la sentirà ancora di più.

Sig.na  Rossi: (mentre Giovanna la spinge nello studio) Voglio soltanto sapere se la cosa lo interessa, per parlare brevemente sulle percentuali, opzione, eccetera.

Giovanna: Gli conceda un momento per vestirsi. E’ una sua regola, sa, non discutere affari in pigiama. (spinge la sig.na Rossi nello studio e chiude la porta)

S  C  E  N  A                S  E  T  T  I  M  A

Alessio, Giovanna, Filippo

Alessio: Ma si può sapere cos’è tutto questo?

Giovanna: Due miliardi all’anno. Vada di là e si rivesta (prende i pantaloni e lo spinge in camera da letto)

Alessio: Vorrebbe dire che il nostro giochetto è finito?

Giovanna: Se ne può riparlare più tardi. Presto! (apre la porta. Lo spinge in camera da letto e lo segue)

Alessio: Tutto succede così all’improvviso, in questa casa!

Giovanna: Non parli. Si sfili il pigiama e faccia quello che le dico io.(Filippo fa capolino dalla tenda. Giovanna comincia a sbottonare la giacca del pigiama di Alessio)

Alessio: (ride) Mi fa il solletico. (sbottonandosi) Farò una figura ridicola.

Giovanna: Niente affatto, Filippo mi ha insegnato molte cosette. (Filippo, bollendo di rabbia, apre con uno strappo la tenda)

Filippo: (nel farlo) Ahhh! (Giovanna fa un giro completo su se stessa e Alessio, in una mossa sola, si infila nel letto, tremando)

Giovanna: Darling, ho una sorpresa meravigliosa.

Filippo: Ah, Si?

Alessio: Io me ne vado.

Filippo: Zitto (Alessio si blocca)

Giovanna: Filippo, c’è una sorpresa…

Filippo: (insistendo) Sono esterrefatto da quel che ho visto stasera

Giovanna: Cos’hai visto?

Filippo: Niente, appunto! Perché lui ha coperto il buco della serratura.

Alessio: Guardato dal buco, di nuovo?

Filippo: Zitto! (Alessio si blocca di nuovo) Mi ha impedito di vedere ma non di sentire!

Giovanna: Cos’hai sentito?

Filippo: Il rumore delle molle, il su e giù sul letto.

Giovanna: Sei uno stupido, darling!

Filippo: Stupido, hai ragione. Stupido: stupido ad aver dedicato i migliori anni della mia vita ad sgualdrina che riceve messaggi erotici.

Giovanna: (senza arrabbiarsi) La conosco? Chi è?

Filippo: Non far la spiritosa, ti prego. Ed eccolo lì (indicando Alessio) lo squallido mittente assetato di sesso.

Alessio: E’ anche picchiato.

Giovanna: Darling, Filippo. Non l’ha scritta lui e non era diretta a me. Era scritta a Linda, ma non potuto dirtelo perché Elvio era presente.

Filippo: E tu speri che io la beva.

Giovanna: E’ la pura verità, la lettera era indirizzata a Linda, io ti sono sempre stata fedele.

Filippo: Allora perché lo spogliavi, un minuto fa? Perché ti sei spogliata se non era per andare a letto con lui?

Giovanna: Era per andare a letto con lui!

Filippo: Lo sapevo. L’avrei giurato. Abbandonata al sesso!

Giovanna: Tu m’hai abbandonata da secoli.

Filippo: Credevo che avessi perso interesse!

Giovanna: Ebbene, non l’ho perso!

Filippo: (tenero all’improvviso) Oh, mia piccola Jo-Jo. (voltandosi, verso Alessio) E lei ha la sfrontatezza di sfoggiare il suo torso nudo, davanti a mia moglie.

Giovanna: Si preparava per andare dalla sig.na Rossi, nello studio.

Filippo: Ehm? Che fa, sta creando un nuovo movimento?

Giovanna: La sig.na Rossi che aveva telefonato. Oliva Bernardini-Rossi

Filippo: (colpito) Oliva Bernardini…?

Giovanna: Il suo editore si dedica alla pornografia e lei vuole affidarti i suoi futuri Bau, Bau, Bau a té.

Filippo: (avido) Eh?

Giovanna: A cominciare dal “Seguito delle avventure di Bau, Bau, Bau e del piccolo Woofer”.

Filippo: (tremando dalla gioia) I libri di Bau, Bau, Bau! Vuole che pubblichi….E’ fantastico per noi! (rivolto ad Alessio tutto eccitato) Ha sentito! Vuole che pubblichiamo i libri di Bau, Bau, Bau. Peter Pooch, il grande Woofer, il piccolo Woofer, la tenera Fuffi-Fuffi. (a Giovanna) Darling, sei fenomenale! (le dà un buffetto sulla guancia, poi lancia un’occhiata ad Alessio) Con lei faccio i conti dopo. Ora devo andare a conoscere la signorina Rossi.

Giovanna: (trattenendolo per un braccio) Non puoi.

Filippo: Perché?

Giovanna: Perché la conosci già. Crede che Alessio sei tu!

Filippo: Come?!

Alessio: Quando è entrata, sua moglie ed io, stavamo per andare a letto.

Filippo: Adesso lo ammette!!!

Giovanna: Ma non avremmo fatto niente.

Alessio: Grazie della notizia.

Filippo: Non permetterò ami che contratti importanti vengano discussi da un arredatore. (va in salotto seguito da Giovanna e Alessio)

Giovanna: Beh, tu ormai non puoi farlo.

Filippo: Incaricherò Elvio.

Giovanna: Credevo che fosse al ristorante.

Filippo: Macché. E’ giù all’angolo, a guardare le gambe delle passanti (esce mentre si apre la porta dello studio ed emerge la signorina rossi)

S  C  E  N  A                O  T  T  A  V  A

Alessio, Giovanna, signorina Rossi

Sig.na  Rossi: Non si sarà mica scordato di me. Oh , ancora in pigiama.

Alessio: Ancora

Giovanna: Deve scusare, ma non riesco a farlo vestire (Giovanna la Spinge nello studio)

Sig.na  Rossi: (si ferma, andando verso Alessio) Ma si è reso conto dell’importanza di questo affare?

Giovanna: Eccome! Ci tiene tantissimo. Un affare tanto importante che ha mandato a chiamare il suo socio, il signor Prandi. In quando a lui lo deve scusare. Sa, non è facile parlare di affari quando si hanno altre cose per la testa.

Sig.na  Rossi: Per esempio?

Giovanna: La-la nostra luna di miele.

Sig.na  Rossi: (felice) luna di miele? (Alessio si sprofonda sul divano)

Alessio: Gesù!

Sig.na  Rossi: Quando?…

Giovanna: Stamattina.

Sig.na  Rossi: (corre da Alessio) Rallegramenti.

Alessio: Grazie.

Sig.na  Rossi: Adesso capisco perché siete, tutti e due, in…(risolino) Forse mi conviene vedere il signor Prandi.

Giovanna: Se può attendere nello studio…

Sig.na  Rossi: Certamente. Non sono sposata, ma adoro gli sponsali. Sempre damigella d’onore, io.

Alessio: Anch’io. (suona la cicala)

Sig.na  Rossi: Cos’è?

Giovanna: (agitata) Dall’ufficio, giù dabbasso. (per un momento non sa che pesci pigliare)

Sig.na  Rossi: non risponde?

Giovanna: Sarà per te, darling. Io accompagno la sig.na Rossi nello studio.

Sig.na  Rossi: Speriamo che il signor Prandi non tardi. Per via del mio treno. (la spinge nello studio. La cicala continua a suonare, Alessio risponde)

Alessio: Pronto. Oh, Walter… No, non ha interrotto niente…la teiera? Ma non vi basta lo champagne? Si blocca se non beve il suo te?? Beh, bella fregatura, la signora Lanza è occupatissima e io non so dove la tiene, la teiera. Provi a darle un po’ di acqua fresca.

S  C  E  N  A                 N  O  N  A

Alessio e Silvia

Alessio: (mentre rimette giù il ricevitore entra silvia dall’ingresso. Si è tutta rivestita e, arrabbiata, va dritta verso la camera da letto. Alessio la vede) Tesoro!

Silvia: (si volta) Ah. Venivo proprio a cercar te.

Alessio: Perché non mi hai aspettato in camera tua?

Silvia: Perché non voglio più saperne di té.

Alessio: Silvia io…

Silvia: Ho visto cosa facevi in camera da letto. Come hai potuto?

Alessio: Non è roba seria.

Silvia: Non è seria!

Alessio: Solletichii, titilli…Un colpo al cerchio, uno alla botte.

Silvia: Ah.

Alessio: Quando una creatura come quella ti si offre…

Silvia: Oh! (esce, furibonda, in camera sua)

Alessio: Silvia, ascolta… (sta per seguirla, ma suona il telefono. Afferra il ricevitore) Pronto…No, il signor Lanza non c’è, chi lo vuole. La polizia?…Il signor Prandi è trattenuto lì per essere interrogato?… Cos’ha commesso? Ah. (risolino) Sta bene. (rimette giù) (Filippo irrompe dall’ingresso)

S  C  E  N  A               D  E  C  I  M  A

Alessio e Filippo, poi Giovanna

Filippo: Non lo trovo da nessuna parte, Elvio.

Alessio: Deve farlo uscire, garantire per lui. Libertà provvisoria. E’ alla polizia.

Filippo: Accusato di …?

Alessio: Di importunare per strada. (esce nell’ingresso in fondo a destra)

Filippo: Oh, no! (Giovanna irrompe dallo studio e chiude la porta)

Giovanna: Sei riuscito ad acchiapparlo, Elvio?

Filippo: Qualcuno l’ha fatto, prima di me.

Giovanna: Tra quanto sarà qui?

Filippo: Tra quattro settimane, se gli va bene (corre in camera da letto)

Giovanna: (andandogli dietro) Quattro settimane? Ma cosa…

Filippo: (prende l’elenco telefonico, cerca il numero della Polizia locale) La Polizia. L’han preso. Devo garantire per lui.

Giovanna: La sig.na Rossi è più importante di Elvio e aspetta di là, impaziente.

Filippo: Valle a far compagnia, sistemo qui e sono subito da lei.

Giovanna: Non puoi! Lei crede che Alessio sia tu.

Filippo: Va bene, vuol dire che io sarò Elvio.

Giovanna: Ma del suo ramo non sei pratico…

Filippo: Imparerò. Falle compagnia, falla chiacchierare.

Giovanna: Non riesco a farla tacere. Mi ha raccontato tutto della famiglia del suo Bau, Bau, Bau e l’albero genealogico, dai trisnonni a piccoli Baby Yappy. (Giovanna si avvia allo studio chiudendo la porta della camera da letto. Filippo cerca sempre nell’elenco)

S  C  E  N  A      U  N  D  I  C  E  S  I  M  A

Filippo e la sig.na De Angelis

            (entra la sig.na De Angelis. Guarda in giro, inquisitiva, poi viene nel salotto)

Sig.na  De Angelis: (chiamando sottovoce) Signor Prandi? (guarda la stanza ed è ovvia la sua ammirazione. Poi va alla porta della camera da letto) Signor Prandi? (apre la porta e vede Filippo, che alza gli occhi, mentre sta componendo il numero che aveva finalmente trovato)

Filippo: Oh, Dio (tra sè) E adesso che faccio con questa sig.na Rossi? Maledizione! Giovanna se l’è lasciata scappare!

Sig.na  De Angelis: Hallo.

Filippo: Hallo. (mette giù il ricevitore. Alla sig.na De Angelis, credendo che sia la sig.na Rossi) Mi scusi, sarà stufa di aspettare.

Sig.na  De Angelis: (un tantino sorpresa) No, no. E’ lei il signor Prandi vero?

Filippo: (in fretta) Certo, chi altri se no? Elvio Prandi, socio senior della Prandi e Lanza: non so dirle quanto mi alletti la prospettiva di verla sotto la mia tutela…sotto di me! (c’è una pausa durante la quale la sig.na De Angelis soppesa il modo rapido e brusco di questo approccio)       

Sig.na  De Angelis: Non le piace perdere tempo, eh ?

Filippo: No. Le confesso che la trovo molto, ma molto più giovane di quanto mi aspettavo.

Sig.na  De Angelis: (sconcertata) Grazie. Forse al telefono sembro più vecchia

Filippo: (anche lui sconcertato) Forse. E ora, se vogliamo concludere…

Sig.na  De Angelis: Francamente! Mi aspettavo di conoscerci un po’, una chiacchieratina, con un whisky…

Filippo: Beh, se proprio ci tiene, un bicchiere di champagne, alla svelta…(prende uno dei due bicchieri di champagne per sé e l’altro lo porge alla sig.na De Angelis) Ed ora, deve dirmi, in tutta sincerità, per quanto tempo è disposta a legarsi a me.

Sig.na  De Angelis: Credo di non aver capito.

Filippo: Tre anni. Vorrei, per cominciare.

Sig.na  De Angelis: Tre anni ?

Filippo: (in fretta) ma se non la soddisfo può lasciarmi dopo sei mesi. Cin cin!

Sig.na  De Angelis: Cin cin! Ha molto successo con questi approcci così espliciti?

Filippo: (confidandosi) Beh, in tutta franchezza, stasera è la prima volta.

Sig.na  De Angelis: (sorpresa ) Prima...mai ?

Filippo: (assente col capo) Mai. Ma le prometto una cosa: sarà trattata con la massima deferenza. La supplico, dica di si.

Sig.na  De Angelis: Signor Prandi : sono qui solo da pochi minuti!

Filippo: Ma non sarebbe venuta se in cuor suo non avesse già deciso (la sig.na De Angelis può soltanto stringersi nelle spalle a tale sfrontatezza) Non so cosa sarebbe di me!

Sig.na  De Angelis: Beh, fa piacere sentirselo dire

Filippo: Deve dirmi un bel si : poi scendiamo ai dettagli.

Sig.na  De Angelis: E allora vada per il “si” (gli restituisce il bicchiere)

Filippo: Magnifico. Stupendo! Peccato che sia tutto così precipitoso (prende il bicchiere e lo posa, assieme al suo) (mentre lui si volta, la sig.na De Angelis con un movimento rapido si tira giù la chiusura lampo e sorge dal vestito) Le assicuro la mia costante e devota  attenzione. Si tratta solo di scrivere...

            (si volta, rimane di sasso. La sig.na De Angelis appoggia il vestito, si toglie le scarpe e si infila nel letto. Per dieci secondi a Filippo la testa gira come un mulinello) (finalmente) Si sente male?

Sig.na  De Angelis: Benissimo (sotto le coperte si è tolta il reggipetto che lascia cadere accanto al letto)

Filippo: Solo stanca? (si dibatte sotto le coperte per togliersi lo slip che lascia cadere accanto al letto)

Sig.na  De Angelis: Se va di fretta, si spogli e salti dentro. (con la mano picchietta il materasso)

Filippo: Signora, le dispiace se ci limitiamo ai ... libri?

Sig.na  De Angelis: Credevo che volesse andare oltre.

Filippo: Affatto. Voglio dire, non immaginavo che lei, ecco, devo solo parlare del suo piccolo Woofer, della sua tenera Fuffi-Fuffi.

Sig.na  De Angelis:della mia tenera cosa?

Filippo: E delle sue avventure.

S  C  E  N  A      D  O  D  I  C  E  S  I  M  A

Elvio e detti

Filippo: (dall’ingresso entra a lunghi passi Elvio, come un forsennato. Filippo borbotta parola inutili. Si ferma dietro a Filippo) E quando avremo tempo ci sarà molto ancora da discutere: opzioni, diritti esteri, e il genere di illustrazioni che preferisce (la sig.na De Angelis lo fissa, sconcertata. Adesso Alessio gli è accanto) Se lei è d’accordo vorrei vedere la sua tenera Fuffi-Fuffi sfruttata al massimo! Sulle scatole di caramelle, sui vasetti di marmellata...

Elvio: Filippo! (Filippo è così stupito che salta sul letto) (alla sig.na De Angelis) Mi dispiace interrompere, ehm, ma ho qualcosa da dire al mio socio. (Filippo esce dal letto prendendo in mano vestito, reggipetto e slip mentre parla)

Filippo: Non interrompi niente. Stavamo solo discutendo le clausole del contratto. La signorina Rossi.

Elvio: e Sig.na  De Angelis: (insieme) Rossi?         

Filippo: Oliva Bernardini-Rossi?

Elvio: Lei è Oliva Bernardini-Rossi?

Sig.na  De Angelis: No, sono Maria Luisa De Angelis.

Filippo: De Angelis? (Elvio si volta lentamente e guarda Filippo che si rende conto del malinteso) Temo di aver fatto un paio di minuscoli errori. Prima di tutto, madame, posso presentarle il signor Prandi?

Sig.na  De Angelis: Mi ha detto di essere lei il signor Prandi.

Filippo: Primo errore. (a Elvio) Ho scambiato la sig.na De Angelis...

Elvio: (in fretta) Secondo errore.

Sig.na  De Angelis: Se il signor Prandi è lei, questo chi è?

Elvio: Il mio socio junior.

Sig.na  De Angelis: Con quella chiacchiera dovrebbe essere il presidente.

Elvio: (a Filippo) Cos’hai fatto?

Filippo: Volevo scambiare due parole.

Elvio: (chiaro) E l’hai cacciata a letto.

Filippo: Si. No. Dovevamo discutere del suo libro.

Elvio:  Il kamasutra?

Filippo: Ma no, il Bau-Bau.

Elvio: Vuoi dire il famoso Bau, Bau, Bau?

Filippo: Se firmiamo con la sig.na Rossi pubblicheremo tutto noi.

Elvio:  (eccitato) Il nonnino Growl ? Baby Yappy? Peter Pooch?

Filippo: Tutta la famiglia dei Woofer.

Sig.na  De Angelis: Ma dove mi trovo? In un canile?

Elvio: Le chiedo scusa, ma per una volta, il signor Lanza ha superato sè stesso.

Filippo: Per carità

Elvio: Questo fa pari per i tuoi errori passati. Se concludiamo l’affare il nostro futuro è assicurato.

Sig.na  De Angelis: Ma non il mio! Uscite, vi prego, mi vesto (la sig.na De Angelis è in piedi sul letto con davanti il lenzuolo che la copre)

S  C  E  N  A      T  R  E  D  I  C  E  S  I  M  A

Giovanna e detti

Giovanna: (uscendo dallo studio) Filippo! 

Sig.na  De Angelis: (spaventata) Chi è?

Elvio: (ugualmente spaventato) Sua moglie.

Giovanna: (va all’ingresso) Darling?...

Filippo: (rendendosi conto della situazione) Oh Dio!! (Elvio avvolge la nuda sig.na De Angelis nel lenzuolo e la spinge nello spogliatoio. Contemporaneamente Filippo si caccia sotto la giacca reggipetto, slip e vestito della sig.na De Angelis e si avvia per impedire l’entrata di Giovanna)

Giovanna: Fi...

Filippo: (entrando e chiudendo la porta dietro di sè) Cosa vuoi? Cosa vuoi?

Giovanna: O te o Elvio.

Filippo: Per che cosa? Per che cosa?

Giovanna: Per darmi una mano con quella disgraziata e i suoi Woofer.

Filippo: Mai toccati, mai toccati! (a scoppio ritardato) Ah, la si...signorina...ehm, si... (rientra Elvio dallo spogliatoio e si affretta in salotto)

Giovanna: (vede Elvio) Ma non eri in prigione?

Elvio:  Han dovuto mollarmi.

Filippo: Fortunato!

Elvio: Costoso!

Giovanna: (a Elvio, ignorando Filippo ) Vado a dire alla sig.na Rossi che sei qui (va in fretta nello studio)

Filippo: Che ne hai fatto della ragazza?

Elvio: stai tranquillo, a male non va; è nell’armadio della biancheria.

Filippo: Per carità, liberatene! Devi occupati della sig.na Rossi.

Elvio: Tanto per sapere, perché ha lasciato il vecchio editore?

Filippo: Perché si stavano dedicando un po’ troppo al sesso.

Elvio: (lancia un’occhiata verso la camera da letto) Accidenti.

Filippo: Proprio così. Prima cosa, liberati della De Angelis.

Elvio: Più semplice liberarsi della Rossi. La faccio firmare su carta intestata.

Filippo: Buon’idea. Corri in ufficio a prenderne. (lo spinge nell’ingresso)

Elvio:  In ufficio? Corro. (esce Elvio. Filippo tira un sospiro di sollievo e si sbottona la giacca. Vestito, reggipetto e slip cascano per terra mentre la porta dello studio si apre ed entra, all’indietro, la sig.na Rossi parlando con Giovanna. Filippo afferra gli indumenti e si precipita al bar facendo scorrere la porta non visto dalle signore)

S  C  E  N  A      Q  U  A  T  T  O  R  D  I  C  E  S  I  M  A

Giovanna e la sig.na Rossi, poi Alessio

Sig.na  Rossi: (entrando) ... è questa la ragione della grande popolarità dei miei libri, perché sono veri, basati interamente sui miei cagnolini.

Giovanna: Ci credo, ci credo. (guarda in giro in cerca dei due uomini)

Sig.na  Rossi: Oggigiorno ai bambini non sfugge niente. Se io, inavvertitamente do a Peter Pooch una delle caratteristiche del piccolo Woofer ricevo migliaia di lettere di protesta.

Giovanna: (aprendo la porta della camera da letto) Filippo, Elvio! (vede le scarpe della sig.na De Angelis, le raccoglie e aggrotta leggermente la fronte)

Sig.na  Rossi: Ha perduto nuovamente i due uomini?

Giovanna: No, no. (si stringe nelle spalle e molla le scarpe sul letto) (Alessio entra dal fondo destra)

Alessio: Ha visto la signora Lanza?

Sig.na  Rossi: Si, è in ca... (indica la camera da letto)

Alessio: (parlandone da lontano) Vado fuori!

Sig.na  Rossi: Fuori?

Giovanna: (si precipita in salotto) Fuori?

Alessio: Porto fuori Silvia.

Giovanna: (in fretta) no, darling! Filippo, Filippo, darling! (poi gaia alla sig.na Rossi) vuol portare fuori Silvia. E’ la nostra cameriera. E’ così buono con lei! (ad Alessio) Filippo, tu e il Prandi dovete restare qui a firmare il contratto perché la signorina Rossi possa prendere il suo treno per il Delta del Po e raggiungere i suoi tesorini.

Sig.na  Rossi: Mi piace il suo modo di esprimersi, signora Lanza.

Alessio: Lascio far tutto al signor Prandi, ho cose migliori da fare stasera.

Giovanna: Darling! (alla sig.na Rossi) Deve perdonare ad Alessio.

Sig.na  Rossi: Ma certo...(confusa) Alessio?! (Giovanna ed Alessio si guardano)

Giovanna: Alessio è il nostro cane.

Sig.na  Rossi: (deliziata) Non mi ha detto che avevate un cane! Dov’è? Permette ad Alessio di conoscere la zia Oliva.

Giovanna: Non si sente bene.

Sig.na  Rossi: Povero Santo

Giovanna: in genere viene a dare la zampina, ma stasera non vorrei disturbarlo, è nella sua cuccetta col musino caldo caldo.

Sig.na  Rossi: Povero angelo.

Giovanna: Si rimetterà, intanto beva qualcosa. Darling, versa da bere (Alessio va al bar) (alla sig.na Rossi) Cosa preferisce?

Sig.na  Rossi: Cosa mi offre?

Alessio: C’è un po’ di tutto. (fa scorrere la porta del bar e aprendola si trova faccia a faccia con Filippo che è li in piedi, si è tolto la giacca e si è messo un canovaccio a mo’ di grembiule. Fa del suo meglio per sembrare un cameriere e quando se ne ricorda cammina duro e impettito)

           

S  C  E  N  A      Q  U  I  N  D  I  C  E  S  I  M  A

Filippo e detti

Giovanna: Che caaa.spita stai facendo lì?

Filippo: Ho quasi finito, madame. (esegue, chiudendo la porta)

Giovanna: (a Filippo) Mi sembrava di averle detto che poteva uscire.

Filippo: E’ la verità, madame, ma prima volevo asciugare i bicchieri.

Giovanna: E’ il nostro cameriere.

Filippo: (tutto sorrisi alla sig.na Rossi) Buona sera, madame. (le stringe la mano)

Sig.na  Rossi: (sorpresa) Buona sera

Giovanna: Mi versi un bitter lemon e gin, per favore? Tu cosa bevi darling?

Alessio: Un martini, grazie.

Filippo: Sissignore. Un martini e un gin con bitter lemon.

Alessio: Perfetto. (alla sig.na Rossi) E lei, darling? Voglio dire signorina...

Sig.na  Rossi: Rossi.

Alessio: Rossi.

Sig.na  Rossi: Sherry.

Alessio: Sherry.

Filippo: A votre service. (Filippo esce dal bar)

Sig.na  Rossi: Ha un’aria molto sofisticata.

Alessio: E’ un’aria insolente se lo chiede a me.

Giovanna: Modera le tue parole, darling.

Sig.na  Rossi: Lo lasci dire, signora Lanza. E’ spiegabile la sua irritabilità. E’ impaziente di riportarla a letto. (si sente rumore di bicchieri rotti nel bar)

Giovanna: (gioviale) Evviva! Niente di rotto?

Filippo: (sporgendo la testa. Impassibile) Sei bicchieri. (sparisce di nuovo)

Sig.na  Rossi: Mentre aspettiamo il signor Prandi...cominciamo a discutere il contratto: all’altro editore davo il 10%.

Alessio: La imbrogliava. Noi ci contentiamo del cinque.

Giovanna: (in fretta) Bisogna che Filippo sia presente!

Sig.na  Rossi: Ma è presente.

Giovanna: Oh, Filippo, già. Volevo dire che Filippò dovrebbe essere presente.

Sig.na  Rossi: CHI?

Giovanna: Filippò, il nostro cameriere. Filippò.

Sig.na  Rossi: (ad Alessio) Confondono un po’ i nomi, non trova?

Alessio: Moltissimo!

Sig.na  Rossi: Non vedo cosa c’entra il cameriere.

Giovanna: Se sapesse!... (chiama Filippo) Filippò!

Filippo: (compare) Madame?

Giovanna: Al bar ci penso io, lei si occupi della sig.na Rossi.

            (Giovanna esce nel bar)

Alessio: (divertendosi) Proprio così, dimezzerò la nostra percentuale.

Filippo: Eco, se mi è permesso, perché non aspetta che arrivi il signor Prandi, il suo socio, col contratto.

Alessio: Non occorre.

Filippo: E’ indispensabile, se mi è permesso.

Sig.na  Rossi: (ad Alessio) il suo signor Prandi sembra alquanto introvabile.

Filippo: Se mi è permesso....

Sig.na  Rossi: Oh Dio, ora che c’è?

Filippo: So, esattamente, dove di trova il sunnominato signor Prandi. E’ sceso in ufficio a prendere un modello di contratto.

            (si sente dal bar, di nuovo, un fragore. Tutti guardano da quella parte mentre Giovanna si affaccia al bar)

Sig.na  Rossi: Cos’è stato?

Giovanna: (nervosa) Niente, qualche bicchiere.

Filippo: Se mi è permesso...

Giovanna: Si occupi delle bibite. (lo spinge nel bar e fa scorrere la porta. Poi corre al telefonino interno e preme il bottone)

Sig.na  Rossi: Una disgrazia?

Giovanna: (continuando a suonare furiosamente) No, niente (tra sè) Avanti, sù! (entra Elvio dall’ingresso aspettandosi di trovare solo Filippo)

S  C  E  N  A      S  E  D  I  C  E  S  I  M  A

Elvio e detti

Elvio: E’ il colmo! L’ufficio è chiuso da dentro

Giovanna: (posando in fretta il telefonino) Elvio! Dov’eri?

Elvio: Non sono riuscito ad entrare in ufficio. Dapprima ho pensato che qualcuno stava facendo degli straordinari.

Giovanna: Invece...?

Elvio:  Ho bussato, picchiato, nessuna risposta.

Giovanna: Non importa. Lascia che ti presenti la sig.na Rossi.

Elvio: (estasiato) Mia cara signora!

Sig.na  Rossi: L’introvabile signor Prandi, immagino?

Elvio: Mortificatissimo.        

Giovanna: (con intenzione) Filippo, naturalmente, è già qui!

Elvio:  Si, lo so, dov’è?

Alessio: (per aiutarlo a capire) Salve, Elvio, vecchio marpione! (dandogli dei colpetti sulla spalla) non ti aspettavi che sarei stato capace di discutere di contratti. Il tuo caro socio.

Elvio: (confuso) Ma che gli ha preso ad Alessio?

Sig.na  Rossi: Non si agiti. Forse ha i vermi, povero angelo, non ha niente.

Elvio: Vermi? (entra Filippo con tre bicchieri su un vassoio)

Giovanna: Hai visto Filippò?

Elvio: Filippò?

Filippo: Sono Filippò, monsieur, il cameriere.

Elvio: Il cameriere?

Giovanna: Il nuovo cameriere.

Filippo: Di nuovo tra noi, monsieur?

Elvio: Più o meno (pensoso) E Alessio ha i vermi!

Giovanna: Non è mai stato un cane molto sano, Alessio.

Elvio: Ah, è un cane. Rinfrescami la memoria, di che razza è Alessio?

Giovanna: Labrador     (insieme) Alessio: Barboncino

Giovanna: Barboncino (insieme) Alessio: Labrador

Giovanna: Un incrocio.                   

Filippo: (sarcastico) Barbonlabra. Esemplari rarissimi.

Sig.na  Rossi: Volete saperlo? Mai visto un esemplare di Barbonlabra in vita mia!

Filippo: Sono rarissimi, l’ho detto, madame.

Sig.na  Rossi: Non riesco ad immaginare che aspetto possa avere un simile incrocio. Posso dare un’occhiata alla svelta al vostro Alessio?

Giovanna: Deve stare al buio. Ha la febbre.

Sig.na  Rossi: Povero coccolo.

Giovanna: Sono certa che la sig.na Rossi desidera buttar giù due righe di contratto.

Elvio: Vado a prendere un modulo. Dammi la chiave dell’ufficio, Filippo.

Filippo: Filippò, monsieur.

Elvio: La chiave, maledizione!

Giovanna: (alla scrivania) Per guadagnar tempo scrivete su questa (prende un foglio da un cassetto e lo porge ad Elvio, porgendo alla sig.na Rossi una penna stilografica. Elvio prende la sua penna e scrive)

Elvio: (sempre scrivendo) Lei ed io possiamo firmare queste righe in attese del contratto vero e proprio, che prepareremo al più presto.

Sig.na  Rossi: L’unica mia preoccupazione, come ho già detto alla signora Lanza, e che possiate essere coinvolti nella immoralità e nel sesso.

Filippo: Approvo!

Sig.na  Rossi: (si guarda le dita imbrattate di inchiostro) Oh Dio, la penna! (si alza) Posso andare in bagno a lavarmi le mani?

Giovanna: Ma certo.

Elvio: e Filippo: (insieme ) No!!                  

Sig.na  Rossi: (sorpresa si siede) Oh.

            (Durante la seguente battuta di Giovanna Filippo in fretta le sussurra nell’orecchio che nel bagno c’è una donna nuda. L’espressione di Giovanna cambia in espressione di panico)

Giovanna: Se la sig.na Rossi vuol lavarsi le mani non vedo perché non può servirsi della nostra stanza da bagno (pausa) nuda?

Filippo: Si, madame.

Sig.na  Rossi: Nuda?

Filippo: Nuda di mobili.

Sig.na  Rossi: (alzandosi) Se è solo questo (la sig.na Rossi si avvia a grandi passi, ma Elvio le sbarra la via)

Elvio: Primo arrivato, primo servito. (si precipita in camera da letto, chiude la porta e va nello spogliatoio)                   

Sig.na  Rossi: Dove mi lavo?

Filippo: Madame può servirsi del lavabo nello studio. (le fa strada)

Sig.na  Rossi: Questo non spiega in contegno del signor Prandi.

Filippo: Deve perdonarlo, effetti di una veccia ferita di guerra

            (escono)

Alessio: Ma cosa succede?

Giovanna: Non so bene, ma credo che Filippo abbia una ragazza nuda nel bagno.

           

S  C  E  N  A      D  I  C  I  A S  S  E  T  T  E  S  I  M  A

Linda, Giovanna, Alessio, poi Walter

            (irrompe Linda dall’ingresso)

Linda: Giovanna, tesoro!

Giovanna: Che c’è?

Linda: L’ufficio giù sembra una stazione. Il povero Walter è in tutti gli stati. Prima gran martellate alla porta, poi il citofono e adesso lui, non gli posso neanche parlare. Si è smontato, afflosciato.

Alessio: Si smonti anche lei, perché era suo marito che martellava

Linda: Elvio? E adesso dov’è?

Alessio: In stanza da bagno con una ragazza nuda.

Linda: Questa volta esagera! (si avvia a gran passi verso la camera da letto seguita da Giovanna e Alessio)

Giovanna: Linda, ci sono più importanti....

Linda: Quando avrò finito di sistemarlo, maledirà il giorno in cui è nato.

            (durante il prossimo dialogo Walter si insinua pian piano sussurrando Linda, Linduccia” ecc.sente voci in camera da letto, ma mentre sta per dirigersi verso quella si apre la porta dello studio e si sentono le voci di Filippo e la sig.na Rossi. Walter in fretta corre al bar e vi si chiude dentro)

Giovanna: Calmati, ti dico! (a Linda) Devi sapere che Oliva Bernardini-Rossi è qui e se possiamo ottenere la sua firma su un pezzo di carta qualunque, potremo dormire tra due guanciali fino alla fine dei nostri giorni.

Linda: Ma chi è...questa Oliva...

Giovanna: Sparisci, te lo dico dopo. (verso il salotto)

S  C  E  N  A      D  I  C  I  O  T  T  E  S  I  M  A

Filippo, sig.na Rossi e detti

            (Filippo entra con la sig.na Rossi parlando prima della fine della frase di Giovanna)

Filippo: Prego, dopo di lei, madame. (Giovanna, Linda e Alessio si trovano faccia a faccia con la sig.na Rossi)

Giovanna: (forte chiaro a Linda) Le presento Oliva Bernardini-Rossi, la famosa scrittrice, che è in procinto di firmare un contratto con il signor Lanza (indica Alessio) e il signor Prandi (indica la stanza da bagno) Alessio è il cane

Linda: Uhm? (Linda e la sig.na Rossi hanno l’aria sorpresissima)

Filippo: (ancora più forte) Io sono il cameriere.

Sig.na  Rossi: (assordata) E’ necessario urlare?

Giovanna: (a Linda) Hai capito?

Linda:            Ehm...

Filippo: Lei, via, andare, non tornare. (alla sig.na Rossi) E’ straniera (Linda sta per aprir bocca)

Giovanna: (alla sig.na Rossi) Fraulein Hauser. La nostra camerera austriaca: Silvia Hauser.

Linda: Silvia?

Filippo: Fa progresso il suo italiano! Brava fraulein! Ed ora, mentre il padrone (indica Alessio), discute di affari con grande scrittrice, lei ci porta dei biscotti e dei pasticcini.

Giovanna: Presto, Silvia. Vengo a spiegarle.

Linda: Ma che?!

Giovanna: Andare in cuccina...andare in cuccina... (la spinge fuori ed escono)

Sig.na  Rossi: Questa luna di miele interrotta sta avendo effetti strani su sua moglie! E dove pensate di consumarla?

Alessio: Non abbiamo ancora deciso. (smorfia a Filippo)

Sig. Rossi: Provate il delta del Po. Vi piacerà. L’atmosfera di quei luoghi è eccitante. Ci vivo da vent’anni, coi miei adorati.

Filippo: Ci sono stato, ci ho preso la bronchite.

            (Elvio entra camminando all’indietro, dallo spogliatoio seguito da una rimostrante sig.na De Angelis. Ciò che segue, a partire dalla battuta di Filippo, è recitato contemporaneamente nelle due stanze, ma predomina la sig.na De Angelis)

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Filippo, Alessio, sig.na Rossi, Elvio, sig.na De Angelis

Sig.na Rossi                                                              Elvio

Mi rifiuto di crederlo.                                                Per l’amor di Dio, sia ragionevole

                Filippo                                                                  Sig.na De Angelis

E’ la pura verità. I miei bronchi non                          Voglio i miei vestiti.

sono più stati gli stessi.                                                         Elvio

            Sig.na Rossi                                                  Shhhh!

Fa parte del retaggio nazionale, non                                     Sig.na De Angelis

è d’accordo signor Lanza?                                        Voglio andare a casa

               Alessio                                                                    Elvio

Assolutamente.                                                         Va bene, va bene.

                                                                                                          Sig.na De Angelis

Non è divertente essere avvolta da un lenzuolo.

                                   Elvio

Le ho detto che vado a prendere i vestiti.

                        Sig.na De Angelis

Si sbrighi !

(a questo punto Elvio ha spedito di nuovo la sig.na De Angelis nello spogliatoio e si avvia in salotto)

Sig.na  Rossi: Vengono a curarsela, la bronchite, nel delta del Po

(entra Elvio, chiude la porta a chiave e se la mette in tasca) Ah, signor Prandi! Cosa ne pensa lei della zona del delta

Elvio:              (con improvviso senso di colpa) Mai toccata! Mai toccata!

Sig.na  Rossi: Eh?...Cosa?

Filippo: Se mi è permesso, madame si riferiva alla zona del delta del Po.

Elvio: Ah! A quel delta...

Sig.na  Rossi: Filippò dice di averci preso la bronchite. Beh, è ora che me ne torni a casa mia. Ha buttato giù quelle righe, signor Prandi?

Elvio: Altroché! (glieli porge)

Sig.na  Rossi: Grazie. Sono felice di questa nostra associazione. (mentre legge Elvio tira Filippo da un lato)

Elvio: La centralinista sta facendo i capricci. Dove hai cacciato le sue mutande?

Filippo: Nel bar.

Alessio: Non si parla sottovoce! Se avete qualcosa da dire ditelo forte!

Filippo: Più che giusto. Stavo dicendo che in un’occasione come questa è d’obbligo

                        brindare.

Sig.na  Rossi: Sono d’accordo.

Filippo: Vado a stappare!

S  C  E  N  A      V  E  N  T  E  S  I  M  A

Giovanna, Walter, Filippo, Elvio, Alessio, sig.na Rossi

            (va nel bar col passo compassato. Fa scorrere la porta e si trova faccia a faccia con Walter che esce dal bar nervoso, con un sorrisetto fatuo, e con un bicchiere in mano)

Walter: (a Filippo) Salve. (ad Alessio) Salve.

            (alla sig.na Rossi) Salve. (a Elvio) La mia carta da visita. (gliela porge. Entra Giovanna dall’ingresso)

Giovanna: Tra poco arrivano i biscotti...Ah! Da dove salta fuori?

Sig.na  Rossi: (indicando) Dal solito posto.

Giovanna: (a Walter) Si è presentato? No? Lo presento io. Sig.na Rossi.

Walter: Buona sera.

Giovanna: Filippò, il cameriere.

Walter: Buona sera.

Giovanna: Il signor Elvio Prandi.

Walter: Buonanotte (si riprende in fretta la carta da visita)

Filippo: Forse madame ci spiegherà chi è, se è permesso.

Giovanna: Certamente. E’ mio cognato. (tutti si voltano e guardano Alessio)

Alessio: (pausa) Ciao, fratellino.

Sig.na  Rossi: Quanto tempo è restato l’ha dentro, signor, signor...

Walter: (svelto) Tollardo.

Filippo: (svelto) Lanza

Walter: Si, Lanza. (poi guarda Alessio) Lanza?

Giovanna: Da dopo le nozze. E’ un po’ in cimbali.

Walter: Che nozze?

Giovanna: E’ ancora brillo. (a Walter) Non ti ricordi di niente, cognatino? Le nozze, di Filippo e mie.

Walter: Ah, quelle! E’ ora che me ne vada.

Alessio: Si, si, la mamma comincerà a stare in pensiero.

Walter: Cerea!

Sig.na  Rossi: Signor Lanza!

Walter: (alla sig.na Rossi) Si?

Sig.na  Rossi: (riferendosi al bicchiere) Lo riporterei nel bar, se fossi lei, qui sono un po’ a corto di bicchieri.

Walter: Con piacere. (va nel bar quando Linda entra con un grembiule minuscolo ed un vassoio di biscotti)

S  C  E  N  A      V  E  T  U  N  E  S  I  M  A

Linda e detti

Linda: Afere portato i biskotti. (si trova davanti Elvio che guarda stupefatto. Lei gli sorride, senza paure, e si volta verso la sig.na Rossi e le parla in un italiano un po’ balordo mentre Walter emerge dal bar) Qua i deliziosi (al vedere Walter) pasticchini!! (molla il vassoio e poi in fretta raccoglie i biscotti cascati per terra)

Giovanna: Oh, non vi conoscete. (alla sig.na Rossi) Silvia si emoziona quando vede un viso nuovo.(forte, a Silvia) Non-essere-timida-Silvia.

Linda: Sono timida quando uomo novello vedere.

Elvio: Perché parla così?

Alessio: E’ Silvia la cameriera austriaca.

Elvio: Silvia?

Alessio: Quello è Walter, il cognato, uscito dall’armadio!

Linda: Cognato?

Alessio: cognato. Mio fratello. Arrivato all’improvviso.

Elvio: Possiamo ricapitolare?

Filippo: Buon’idea, signor Prandi? Cominciamo dal cane.

Sig.na  Rossi: cominciamo dal nostro contratto. (poi a Walter) Se suo fratello è lento nel matrimonio, come negli affari, sua madre non diventerà mai nonna (Walter non sa se approvare o disapprovare con la testa)

Linda: (offrendo un biscotto) Vuole spazzolo lui perché adesso peloso, per terra.

Sig.na  Rossi: Va bene così. Qualche pelo non ha mai fatto male a nessuno, vero signor Prandi?

Elvio: Mai.

Sig.na  Rossi: (si china sui biscotti per scegliere) Vediamo, vediamo

            (Filippo, senza pensare, le dà un veloce ganascino all’indietro) Ahhhh! (la sig.na Rossi è sbalordita. Come lo sono tutti, Filippo compreso che si inchina e chiede scusa a scena muta)

Filippo: Chiedo scusa.

Sig.na  Rossi: Cosa mi è successo?

Filippo: Lei è stata, purtroppo, la ricevente di un ... (mima un ganascino con fischio)

Sig.na  Rossi: Numi del cielo! Filippò!

Filippo: Un impulso, mi pento amaramente.

Giovanna: Non succederà più. Si sieda, la prego.

Sig.na  Rossi: Mi conviene. Dunque, dov’ero arrivata... (riprende la lettura del contratto)

Giovanna: Grazie, Silvia. Può andare!

Linda: Ja, io andare in cucina.

Giovanna: (guardando Walter) Oh, Silvia, porti con sè anche il mio cognatino.

Linda: Oh, ja, venire cognatino und lavare piatti con Silvia.

Walter: Con piacere. (vanno in ingresso)

Alessio: Accompagno il fratellino di là. Torno subito (esce in fondo a sinistra)

S  C  E  N  A      V  E  N  T  I  D  U  E  S  I  M  A

Filippo, Giovanna, Elvio, sig.na Rossi, sig.na De Angelis

Sig.na  Rossi: (che ha finito di leggere il contratto. Con aria soddisfatta)

            Bene. Splendido. Magnifico. Va tutto molto bene...eccetto per i tre anni di durata.

            (entra in quel momento dallo spogliatoio la sig.na De Angelis sempre avvolta nel lenzuolo e durante il seguente dialogo cerca di aprire la porta del salotto: non riuscendoci mette l’orecchio alla serratura)

Elvio: Facciamo sette.

Sig.na  Rossi: Dodici mesi come massimo.

Elvio: Un anno solo?

Sig.na  Rossi: Per cominciare, per avere il tempo di conoscerci.

Elvio: (alla sig.na Rossi) Non credo che dodici mesi siano suffic...(la sig.na De Angelis decide di averne avuto abbastanza e batte tre colpi alla porta. Filippo, Giovanna e Elvio rimangono paralizzati. La sig.na Rossi si volta inquisitiva, verso Filippo che sorride debolmente e batte tre volte per terra col piede)

Sig.na  Rossi: (impaziente) E’ proprio necessaria la presenza del cameriere?

Elvio: Si.

Sig.na  Rossi: Allora, è possibile fare a meno delle sue interruzioni?

Elvio: Certo. (ora la sig.na De Angelis picchia in fretta sulla porta. Tutti di nuovo di nuovo si girano. Filippo improvvisa un passo di flamenco in maniera alquanto goffa)

Sig.na  Rossi: Cosa fa?!

Elvio: Si allena per un concorso di flamenco.

Sig.na  De Angelis: Ehììììì (la sig.na Rossi si volta verso Filippo)

Filippo: (svelto, braccio in posa) Hei! (molto imbarazzato)

Sig.na  Rossi: Devo confessarle, signor Prandi, che comincio a dubitare

            (in punta di piedi Filippo va in fretta al bar durante quanto segue, prende gli indumenti della sig.na De Angelis e torna alla porta)

Elvio: Allora scrivo “mesi dodici” sig.na Rossi, e lei può apporre le sue iniziali a margine di ogni clausola.

Sig.na  Rossi: D’accordo, ma il signor Lanza...vorrei che fosse presente.

Elvio: Beh...possiamo espletare le formalità delle firme anche senza di lui. Ecco qua. (Elvio firma la prima clausola e il primo foglio, e lo passa alla sig.na rossi che mentre sta per firmare vede Filippo tornare alla porta e lo fissa. Filippo si inchina e cammina all’indietro fino alla porta)

Sig.na  Rossi: (A Giovanna) L’ha assunto senza referenze?

Giovanna: Era dal marchese di Casteldoro

Elvio: (facendo premura) Ora firmi qua.

Sig.na  Rossi: Qua?

Elvio: brava. (mentre lei firma Filippo va per aprire e trova la porta chiusa a chiave)

Filippo: (sussurrando a voce rauca attraverso le persiane) Ancora un Momento, cerco la chiave (va in fretta da Elvio)

Elvio: Bravissima. Adesso firmi qua. (mentre sta per firmare Filippo mima l’affare della chiave a Elvio, ma diventa un movimento di balletto e si incontra con lo sguardo severo della sig.na Rossi)

Sig.na  Rossi: Dal marchese di Casteldoro?

Giovanna: Referenze superlative.

Sig.na  Rossi: Glielo rimandi indietro al più presto che può

Elvio: (firma) Ecco qua. A lei. (mentre la sig.na Rossi firma Filippo tira di nuovo Elvio dalla manica. Elvio gli mina di tornarsene alla porta. Mentre Elvio cerca di firmare il terzo foglio Filippo caccia freneticamente la mano prima in una tasca poi nell’altra di Elvio alla ricerca della chiave. Questo fa contorcere Elvio cui riesce difficile firmare anche perché gli cerca disperatamente di impedire alla sig.na di vedere le contorsioni) Anche qua; sig.na Rossi, ancora due.

Sig.na  Rossi: Così è fatto (nota le contorsioni di Elvio) La vecchia ferita di guerra, suppongo? (Filippo ha rinunciato a cercare e si precipita di nuovo alla porta)

Filippo: (sussurra alla sig.na De Angelis) Ecco qua. (passa con sforzo vestitino e slip attraverso la fessura tra porta e pavimento e la sig.na De Angelis le tira, tira dentro)

Sig.na  Rossi: Ah, signor Prandi, occorre un testimonio

Giovanna: Se vuole...?

Sig.na  Rossi: I parenti non valgono. (chiama Filippo) Filippò! (Filippo si arresta e si volta nell’atto di passare di là il reggipetto, la sig.na De Angelis ne ha già afferrato metà. Una spallina è infilata al braccio di Filippo, l’altra spallina nelle mani della sig.na De Angelis che continua a tirare, il gomito di Filippo picchia a intervalli regolari sulla porta. Finalmente Filippo riprende possesso del reggipetto ma nel farlo il reggipetto entra nella zona visiva della sig.na Rossi che rimane impietrita. Filippo cerca di riparare e mina come se il reggipetto fosse una “cuffia” per radio o un “allarga torace”. Filippo torna alla porta e si inginocchia)

Filippo: Pssst! Pssst! (passa il reggipetto da sotto la porta. La sig.na De Angelis lo afferra con strappo e corre nello spogliatoio. Filippo che ci ha quasi rimesso una mano, salta su e giù dal dolore)

Sig.na  Rossi: Ma ora cos’ha?

Filippo: Il barbonlabra! E’ feroce!

Sig.na  Rossi: (si alza) Devo conoscerlo, il vostro Alessio. (Filippo e Elvio e Giovanna la trattengono)

Giovanna: No, no, è tornato a cuccia, è esausto.

Elvio: Non deve perdere il suo treno.

Sig.na  Rossi: Già, il treno! Ma dove ho messo il biglietto...? (mentre fruga in borsetta Elvio tira Filippo da un lato)

Elvio: Sei impazzito?

Filippo: La chiave.

Elvio: Perché non l’hai chiesta? (la prende di tasca e apre la porta)

Giovanna: (alla sig.na Rossi) L’ha trovato?

Sig.na  Rossi: Si. Posso averne una copia?

Elvio: Domattina, prima cosa, le spedisco la fotocopia, e in settimana il contratto vero e proprio.

Sig.na  Rossi: Per espresso.

Giovanna: Stia tranquilla, sig.na Rossi, i suoi libri sono in mani sicure

Elvio: Siamo felici che la sua famiglia canina abbia approdato ai nostri canili.

Sig.na  Rossi: (risolino compiaciuto) Più graziosamente di così non poteva esprimersi.

            (entra Silvia dall’ingresso, decisa, avendo preso il coraggio per parlare)

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Silvia e detti

Silvia: Mi dispiace, signora Lanza, ma ci ho pensato bene, ne ho abbastanza di ganascini, dei buchi della serratura e del libero scambio. Me ne vado. (la sig.na Rossi si volta in attesa di una spiegazione che non viene)

            E che nessuno cerchi di farmi cambiare idea, voglio solo che Alessio mi porti giù le valigie.

Sig.na  Rossi: (breve pausa) Un cane ammaestrato?!

Silvia: Aspetto nell’ingresso. (a Filippo) Sono stata felice qui e spero comprenda perché me ne vado. Buona sera, grazie di tutto (esce in fretta)

Sig.na  Rossi: Chi, chi era?

Filippo: Dio, mia moglie mi ha lasciato! (si accascia sulla sedia)

Sig.na  Rossi: Pover’uomo. (la sig.na De Angelis, ora tutta rivestita , irrompe dallo spogliatoio, raccoglie le scarpe sul letto e apre la porta del salotto)

Giovanna: Era un po’ che bolliva in pentola.

Sig.na  Rossi: Adesso tutto si spiega. (la sig.na De Angelis attraversa il salotto, va nell’ingresso ed esce. Di nuovo la sig.na Rossi attende una spiegazione) E quella, chi...

Elvio: Il perché sua moglie lo ha lasciato!

Sig.na  Rossi: (a Filippo) Le servirà di lezione?

Filippo: Accidenti.

Sig.na  Rossi: Beh, io vado, auguro a tutti la buona notte

Giovanna: e Elvio: Buona notte

Filippo: L’accompagno, madame.

Sig.na  Rossi: Filippò, mi preceda prego, non vorrei altre sorprese da lei...ci siamo intesi? (escono)

Elvio: C’è l’abbiamo fatta! Accidenti, che colpo! Brava Jo. (la abbraccia e bacia) (rientra Filippo) Rallegramenti, socio.

Filippo: (a Giovanna) Spiegà, chi era Walter, il cognato?

Giovanna: (senza paura) Io non c’entro. Chi era la donna in camera da letto?

Filippo: Io non c’entro.

Elvio: E’ una centralinista.

Giovanna: Belle scuse! (entra Linda non vista)

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Filippo, Giovanna, Elvio, Linda

Filippo: Il signor Balducci fa carambole sul mio materasso e Walter è impaziente di sostituirlo, eh?

Giovanna: Vuoi ascoltare, testone?

Filippo: No, io lo ammazzo!

Elvio:  Calmati, sbolliti, vecchio mio. (lo consola con una mano sulla spalla)

Filippo: Tu fai presto a....!

Elvio: (come sopra) Dev’essere stato un terribile shock, ma non serve arrabbiarsi. Giovanna, avanti, confessa.

Linda: Giovanna non c’entra in tutto questo

Elvio: E?!?

Linda: Walter è mio.

Elvio: Allora tutto è chiaro. (a scoppio ritardato) Eh?!??!! Un amante?? Dio, lo ammazzo!

Filippo: (si diverte, consola Elvio con una mano sulla spalla, come aveva fatto con lui) Calmati, sbolliti, vecchio mio.

Elvio: Tu fai presto a ...!

Filippo: (come sopra) Dev’essere stato un terribile shock, ma non...

Elvio: Taci! (a Linda) Trovi Walter più affascinante di me?

Linda: No, ma è più disponibile.

Elvio: Sta bene, da stasera non mi muovo più di casa.

Giovanna: (a Linda) Dieci con lode.

Elvio: Dove abita il signor Walter?

Linda: Perché?

Elvio: Per andare a dargli un fracco di legnate. (prende Linda per un braccio ed escono) (Filippo e Giovanna si guardano un momento. Poi lui la prende tra le braccia e la bacia. Si separano)

Giovanna: Un momento! La centralinista, quella che era nuda...

Filippo: Beh, è venuta per Elvio, ma si è spogliata per me.

Giovanna: (sbalordita) Filippo!

Filippo: (spavaldo) Si, ma non ho capitolato. (Giovanna ride e lo bacia di nuovo. Entra Alessio con Silvia dal fondo, a sx)

S  C  E  N  A      U  L  T  I  M  A

Giovanna, Filippo, Silvia, Alessio e poi sig.na Rossi

Silvia: Per favore non ci aspettate.

Alessio: Silvia porta Alessio a fare due passi. (escono fondo destra)

Filippo: Vuoi sapere una cosa? Sgobbo troppo, mai una vacanza.

Giovanna: Sono anni che te lo dico.

Filippo: Ho il piacere di annunciarti tre settimane di vacanza

Giovanna: Dove?

Filippo: A letto!

            (la solleva e, abbracciati, Filippo e Giovanna si avviano alla camera da letto. Dall’ingresso entra la sig.na Rossi e prende la borsa di cuoio dimenticata sul divano. Resta di stucco a vedere il “cameriere” che sta baciando la padrona e rimane ancor più di stucco quando la porta in camera da letto e la posa sul letto. In punta di piedi va per spiare. Filippo bacia Giovanna sul braccio, sul collo, sta per baciarla sull’altro braccio quando i sui occhi si incontrano con quelli della sig.na Rossi. Lentamente si erge, prende “contegno”, Giovanna afferra la situazione, sorride graziosamente alla sig.na Rossi)

Giovanna: Buona notte, Filippò, nient’altro per stasera, potete andare. Buona notte.

Filippo: (si inchina) Buona notte, madame!

            (Filippo si avvia indicando alla sig.na Rossi la via di uscita. Una sbalordita sig.na Rossi mentre cala la tela)

F  I  N  E        D  E  L  L  A              C  O  M  M  E  D  I  A