Il letto ovale

Stampa questo copione

Joanna Markham - E’ una bella donna, sofisticata, sui trent’anni

Ray Cooney e John Chapman Traduzione di Laura del Buono

Testo dattiloscritto rilasciato dalla SIAE di Roma

PERSONAGGI:

Joanna Markham

E’ una bella donna, sofisticata, sui trent’anni.

Alistair Spenlow

E’ un giovane sotto la trentina, bel ragazzo.

Silvia Hauser

E’ la au pair tedesca. E’ una bella ragazza, che parla con accento tedesco.

Linda Lodge

E’ una donna sui trenta, vivace, svagata, non guarda nessuno

Philip Markham

E’ un uomo simpatico, serio, ma dall’aria preoccupata.

Henry Lodge

E’ un tipo malizioso, pieno di sufficienza maschile.

Walter Pangbourne

E’ l’uomo d’affari, compassato, con viso inespressivo.

Miss Smythe

Ha circa 45 anni, vaga “campagnola”, ha una borsa di cuoio e una borsetta.

Miss Wilkinsons

E’ una ex debuttante sui 27 anni, molto bellina, con grandi occhiali a tartaruga.

Scenografia:

un elegante attico, a Londra.

La scena è composta da salotto e camera da letto, due terzi e un terzo rispettivamente per salotto e camera da letto.

La camera da letto è a destra, guardando dalla platea. La parete divisoria è accennata da una porta verso il fondo. L'arredamento, appena ultimato, è di buon gusto, ma eccentrico.

In camera da letto un letto ovale, un tavolino toilette. Una porta, a destra, che va verso lo spogliatoio e in fondo una finestra.

Il salotto ha un arco; in fondo a sinistra apre sull'ingresso da dove si accede alla cucina e alla porta d'ingresso e in fondo a destra si accede alla camera della au pair. Tra l'arco e la camera da letto una porta apre nello studio. Tutte le porte, tranne quella dello studio, sono a "persiana". Una porta scorrevole a metà della parete sinistra apre su un opulento bar e più verso il proscenio c'è una grande finestra.

L'arredamento consiste in un divano, due o tre sedie e poltrone, un tavolo basso con telefono davanti al divano e una piccola scrivania a sinistra sopra cui c'è il telefonino col bottone da premere.

In camera da letto c'è un altro apparecchio telefonico, derivazione, naturalmente. Nei telefoni inglesi da tutti gli apparecchi si può ascoltare quel che si sta dicendo.

TEMPO: Le sette di sera - una calda giornata d'estate.

La suddivisione in scene è stata effettuata dalla ns/ compagnia "I Commedianti" di Bolzano.

Sono stati fatti dei tagli su battute ripetitive e sono state corrette alcune espressioni linguistiche che nella traduzione letterale risultavano errate nella lingua italiana.

“Il letto ovale” è una commedia brillante in due atti. La storia è ambientata in Inghilterra, in un appartamento borghese abitato da un editore di libri per ragazzi, Philip Markham, e dalla moglie Johanna. Con loro si trovano un venerdì sera, il socio Henry Lodge e la moglie Linda. Ci sono anche: un eccentrico arredatore, Alistair, impegnato nella ristrutturazione dell’appartamento e una cameriera tedesca, Silvia. La vicenda si colora di tinte rosa quando Joanna si ritrova al centro di un intreccio di tradimenti, equivoci e incomprensioni, originate da una lettera d’amore finita nelle mani sbagliate. Da questo momento sarà un susseguirsi di colpi di scena che ribaltano continuamente le carte in tavola. Irrompono nella storia un uomo d’affari a caccia di avventure sentimentali (Walter), una bizzarra scrittrice in cerca di un contratto editoriale (miss Smythe) e una disinibita centralinista (miss Wilkinson). “Il letto ovale” è il fulcro della storia attorno al quale ruotano doppi sensi, inganni, scene piccanti, tradimenti, e piccole ripicche e dove ogni personaggio finge di essere qualcun altro in un vortice dal ritmo incalzante che troverà soluzioni solo nel finale. La commedia scritta da Ray Conney e John Chapman, è un perfetto meccanismo comico che mantiene viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata.


ATTO 1°

Scena 1a            

(quando si alza il sipario la scena è vuota. Dopo un momento si sente la voce di Joanna Markham che chiama da fuori campo)

Joanna Markham   (da fuori) Philip... sono tornata. Darling...

(entra dal fondo. E' una bella donna, sofisticata, sui trent’anni. Ha dei pacchi. E' reduce da commissioni nei grandi magazzini. Ha l'aria di aver premura e molla i pacchi sul sofà. Apre la porta della camera da letto e chiama).

Philip.! (molla la borsetta sul letto e esce nello spogliatoio) Darling. Sei in casa?

Alistair Spenlow     (appare dallo studio. E' un giovane sotto la trentina, bel ragazzo. E' uno degli arredatori di moda del momento. Sotto un'apparenza un po' "artistica" si scorge un uomo normale e virile. Entra con stoffa per tendaggio che si avvolge a mo' di toga) Signora Markham. èjei, signora Markham?

Joanna                     (rientrando dallo spogliatoio) Chi è?

Alistair                       (risponde) Spenlow! (tra sé,irritato) Mi sento Nerone! Brucerei tutto!

Joanna                     (risponde rientrando in salotto) Oh, oh - sì. Lavora sino a tardi! Mio marito non è rientrato?

Alistair                       Credo che sia ancora giù in ufficio. Mi fa morire. (gentile, affettato)

Joanna                     (dandogli un buffetto sulla guancia) Verrà una meraviglia. Ed ora, sia un angelo, prepari qualcosa da bere, per me e per lei. (va al telefonino interno)

Alistair                       Non ho tempo, devo finire nello studio di "monsieur". (Joanna preme un bottone del telefonino) Ma come faccio se lui non esprime mai un giudizio su niente.

Joanna                     (al telefonino) Philip - tesoro - vieni su? Non dimenticare che siamo fuori a cena. Beh, che lavori meno anche Henry.

Alistair                       (sotto voce) Gli chieda delle tende. (mostra la stoffa).

Joanna                     Ah! Spenlow ti ha scelto delle tende color pavone e una moquette color fragola! Ah! (mette giù).

Alistair                       Come ha reagito?

Joanna                     Violentemente. (si sta per avviare in camera da letto)

Alistair                       Ah! (butta la stoffa per terra) Non finirò mai! Avevo tempo di arredare una città!

Joanna                     Un po' di opposizione da parte di mio marito, lo so. (scavalca la stoffa)

Alistair                       Un po'! Suo marito, mi dispiace doverlo dire, è più sofisticato dei libri per bambini che pubblica. (trattiene la collera)

Joanna                     Gusti borghesi, vuol dire?

Alistair                       Se lasciavo fare a lui, erano pareti color avorio, damaschi beige e mogano levigato. Tre settimane ci ho messo per convincerlo per il bidet a fiori. E gliene dico un'altra: se lui e il signor Lodge vogliono che arredi il loro studio, dovranno contentarsi di mobili prefabbricati e di una mano di calce.

Joanna                     Non si arrabbi! (chiama fuori, a destra) Silvia! Silvia, può fare un caffè per il signor Spenlow? (a Alistair) Lo tirerà su.

Alistair                       Non voglio un caffè. voglio una decisione.

Scena 2a

Silvia Hauser           (è la au pair tedesca. Entra. E' una bella ragazza, che parla con accento tedesco) Mi voleva, signora Joanna?

Joanna                      Può fare un caffè per il signor Spenlow? (va alla scrivania)

Silvia                          Certamente. (sguardi d'intesa con Alistair)

Alistair                       Tazza piccola.

Joanna                      Per me un gin con acqua tonica.

Silvia                          Certamente.

Joanna                      Bicchiere grande. Poi è libera. E' la sua serata d'uscita, vero? (guarda Alistair)

Silvia                          Sì.

Joanna                      Non faccia quella faccia, Spenlow. (torna in camera da letto, lascia la porta aperta)

Silvia                          (riferendosi ai pacchi) Ha fatto molte compere, signora Markham.

Joanna                      (prendendo la borsetta dal letto) Sì. Ero incerta tra due vestiti per stasera, così li ho presi tutti e due.

Alistair                       (soddisfatto) Non se la cava con poco il Signor Markham.

Silvia                          Quale metterà?

Joanna                      (semplicemente) Il mio vecchio vestitino nero di tre anni fa. (esce nello spogliatoio)

Silvia                          (con malizia) Vuole qualcosa col caffè, signor Spenlow?

Alistair                       Tutto! (la prende tra le braccia e le dà un bacio appassionato)

Silvia                          (emergendo) Nient'altro?

Alistair                       (con occhi voraci) Dio, come sei sexi! (fa per baciarla di nuovo)

Silvia                          (lo ferma) Non adesso, tesoro, il signor Markham sta per arrivare!

Alistair                       Per lui un bacio sexi o un bacio di cioccolata fa lo stesso. (tenta ancora di baciarla)

Silvia                          Un po' di pazienza.

Alistair                       Settimane di pazienza!

Silvia                          Stasera escono. Avremo la casa tutta per noi!

Alistair                       Basta che Madame non ti lasci una montagna di roba da stirare.

Silvia                          E' il mio giorno d'uscita.

Alistair                       (fa le fusa) Grrrrr...

Silvia                          Su, su, al lavoro. (Alistair si china a raccogliere la stoffa e Silvia gli dà un "ganascino" nel sedere. Alistair si raddrizza di scatto)

Alistair                       Perché mai te lo avrò insegnato!

Silvia                          L'ho imparato bene?

Alistair                       Prima della classe!

Joanna                      (rientra in camera da letto. Chiama) E il mio gin?

Silvia                          Mi scusi, vengo subito. (dà in fretta un bacio a Alistair, proprio prima che Joanna entri in salotto)

Joanna                      Lasci stare, faccio da me. Pensi solo al caffè. (entra nel bar)

Alistair                       (con aria innocente a Silvia) Lo sa come mi piace?

Silvia                          (strizzandogli l'occhio) Ancora no, signor Spenlow.

Alistair                       (le dà un "ganascino" in fretta mentre lei esce. Suonano alla porta: una suoneria piuttosto curiosa, che dura a lungo. Una invenzione di Alistair)

Silvia                          (uscendo) Apro io, signora. (la suoneria continua a suonare per qualche attimo. Alistair l'ascolta beato)

Joanna                      (emerge dal bar) Quella suoneria. ehm. dobbiamo pensarci prima di tenerla. (leggermente perplessa)

Alistair                       E' unica al mondo!

Joanna                     Non lo metto in dubbio, ma mio marito dice che è come vivere in una chiesa.

Alistair                       Beh, se non le va, la tolgo e gliene installo una corta, secca. (fa una pernacchia cortissima. La suoneria ha smesso di suonare)

Scena 3a

Linda Lodge            (entra. E' una donna sui trenta, vivace, svagata, non guarda nessuno) Disastro!

Joanna                      Linda, ma che ti è…

Linda                          Disastro completo.

Alistair                      Salve, signora Lodge.

Linda                          Se non le dispiace, Spenlow... (gesto significativo di andarsene)

Alistair                      Ma certo! (indicando la stanza) Come le sembra?

Linda                         Divina.

Alistair                      E la mia suoneria?

Linda                          Il terzo motivo, forse, un po' lunghetto.

Alistair                      Oh!

Linda                          Per favore. (di nuovo c.s.)

Alistair                      (uscendo) Mi chiamino quando hanno finito. (va nello studio, a sinistra)

Linda                          (con ansia) Ancora giù in ufficio i nostri maritini?

Joanna                      Penso di sì. Philip non può tardare. deve venirsi a cambiare.

Linda                          Oddio. verrà anche Henry? (indica il telefonino) Informati.

Joanna                      (andando verso la scrivania) Non dirmi che sei di nuovo nei guai.

Linda                          Più che mai.

Joanna                      (prende in mano il ricevitore del telefonino interno e preme il bottone)

Linda                          Sì, ma non c'entra. Senti quanto gli manca, ma non dirgli che sono qui!

Joanna                      Ah, sei Henry? Il maritino è lì? No no, quanto vi manca? (a Linda) Stan leggendo la bozza di Harry il Calabrone. (al telefonino) No, no, finite pure. Non c'è furia. (mette giù)

Linda                          Sei la complice ideale. (la bacia con gratitudine)

Joanna                      Complice?

Linda                          Tesoro… non sarai coinvolta neanche un pochino.

Joanna                      Meno male.

Linda                          Vogliamo solo il vostro appartamento in prestito, per stasera.

Joanna                      (non capisce) Come hai detto?

Linda                         Per stanotte.

Joanna                      Per te e Henry.

Linda                          No, Walter.

Joanna                      Walter?!

Linda                         Te ne ho già accennato, no? Walter.

Joanna                      Sì, sì. E preferisco non sapere altro.

Linda                         E' inutile che tu mi faccia la predica.

Joanna                     Gin e acqua tonica? (cambia discorso intenzionalmente)

Linda                         Non dovrei.

Joanna                     Dài. finisci sempre col dire di sì.

Linda                         Poco, poco. e scappo. Non riesco mai a dire di no.

Joanna                     Lo so. (va al bar, ma rimane alla vista mentre prepara i drinks) Un amante! Che fatica! A me verrebbe l'ulcera.

Linda                         A me sta curando la mia. Walter è un amore. (estasiandosi)

Joanna                      Come hai potuto!

Linda                         (indignata, ma anche con ingenuità)) E' il primo!

Joanna                     Non hai paura che Henry ti scopra.

Linda                         Cara, Henry è abbastanza preoccupato a nascondere le sue marachelle; fa persino tenerezza sempre con lo stesso ritornello: "Scusami Linda, perdonami, ma sai com'è il nostro lavoro, sempre clienti da intrattenere". (al centro salotto, bevendo)

Joanna                     Metà di quel che si dice di Henry, giurerei che è falso.

Linda                         Falso? Ha soddisfatto più donne lui di Casanova!

Joanna                     Non è una buona scusa per darti alla pazza gioia con Walter.

Linda                         Non c'è stato ancora niente, è per questo che voglio in prestito l'appartamento. (sempre con candore)

Joanna                     Chiedi troppo.

Linda                        Voi due rincasate tardi. Silvia esce.

Joanna                     Ma a Philip cosa dico?

Linda                         Niente! Deve restare tra noi. Ti prometto che rientrando non ti accorgerai che siamo stati qui.

Joanna                      Io non ti coinvolgo nelle cose mie.

Linda                        Anche tu!... (fraintendendo)

Joanna                     Ti prego! Philip ed io non ci sogneremmo di fare cose simili.

Linda                         Per me, Philip, non ce la fa e basta.

Joanna                     Eh?!

Linda                         Nemmeno con te!

Joanna                     Linda!

Linda                         Philip non è… quel che si dice... un esuberante.

Joanna                     Ebbene, ti sbagli. E' sempre molto stanco, d'accordo. Il tuo Henry la sera se la spassa, mentre il mio povero Philip corregge bozze fino a tardi.

Linda                         Sarà.

Joanna                     E non c'è da stupirsi se poi non ha velleità per altre cose. Comunque, dopo tanti anni di completa soddisfazione, è normale smorzare.

Linda                         Smorzare, ma non spegnere.

Joanna                     Non abbiamo spento affatto! Ma, non deviare il discorso.

Linda                         Hai ragione. Walter, vedi, ha fatto di tutto per convincermi a. (si siede)

Joanna                     Sì.!

Linda                         …e la settimana scorsa ho finalmente acconsentito.

Joanna                     Sì.!

Linda                         Dovevo passare la serata da lui. (fa sedere Joanna vicino a lei)

Joanna                     E allora?

Linda                         Beh, ho ricevuto questa, poco fa. (prende dalla borsetta una lettera di tre fogli) Walter ha una madre.

Joanna                     Ti ha scritto per dirtelo? (tra il serio e il divertito)

Linda                        Aveva organizzato che la madre si assentasse per qualche giorno.

Joanna                     Invece?

Linda                                    Tutto a monte. (le mostra il primo foglio della lettera) Il poverino è disperato. Sono sicura che ci aiuterai. Joanna, tesoro. Leggi qui la sua disperazione.

Joanna                      (legge) "Mia dilettissima, adorata promessa di paradiso". (occhiata a Linda)

Linda                         (lusingata) Questo mi descrive.

Joanna                                 (la smorza) Descrive Walter. (legge) "E’ successa una cosa terribile, mamma è a letto con." Con chi?

Linda                                    Walter è deluso, frustrato. finora ha avuto una pazienza da santi; voglio dire. gli ho concesso un pranzetto clandestino, ogni tanto, ma niente di più.

Joanna                     Ah.! "Non dimenticherò mai la nostra prima tazza di tè nel giardino pensile di Derry e Tom. Mi lasciò…"

Linda                         (porgendole la pagina n° 2) Pagina due.

Joanna                     "... mi lasciò senza respiro!" (altra occhiata a Linda) "Che altro può dire, uno, di un momento come quello? Perfetto, divino. Lo so come è difficile, avendo un marito, eccetera, eccetera, ma cerca di farcela. Mi sono ormai affezionato all'idea di provare (prende l'altra pagina da Linda che lascia la lettera sulla poltrona di Joanna) di provare l'appartamento della tua amica Joanna". Questo è abusare dell'amicizia. (esplode)

Linda                        Dalle otto e trenta alle dieci e trenta. Due ore. Due ore di copertura.

Joanna                     Ah!

Linda                        Sii buona, Joanna.

Joanna                     (si dirige in camera da letto e Linda la segue) Devo vestirmi!

Linda                        Pensa alla felicità di Walter.

Joanna                      (entrando nello spogliatoio) Non potete andare all'albergo?

Linda                         Troppo pericoloso; si trova sempre gente di conoscenza. (segue Joanna nello spogliatoio, le voci sfumano)

Scena 4a

Entrano Philip ed Henry. Philip ha in mano dei libri. E' un uomo simpatico, serio, ma dall'aria preoccupata, forse per aver stentato nella carriera. Henry invece ha avuto una carriera facile; è un tipo malizioso, pieno di sufficienza maschile

Philip                         Henry, per favore. (con aria rassegnata)

Henry                       Hai accettato. (spumeggiante, quasi euforico)

Philip                        Lo so, ma.

Henry                       Non puoi rimangiarti la parola. (va verso la poltrona)

Philip                        Non potete andare all'albergo? (mani in tasca lo segue)

Henry                       Preferisco il calore della casa.

Philip                        Mi hai per caso convinto a prendere questo appartamento per poterne approfittarne tu per le tue sporche manovre? (si siede)

Henry                        No, ti volevo a portata di mano. (dietro Philip)

Philip                         Ed ecco che cosa mi fai fare.

Henry                        Un po' di gratitudine, via!

Philip                        Quella volta che portasti qui una ragazza dicesti che non sarebbe più successo.

Henry                        Ma allora a che servono gli amici?

Philip                         Non sei terrorizzato dal numero delle donne che bazzichi?

Henry                        (triste e sconsolato) Una volta le contavo a decine.

Philip                         E' deplorevole come ti comporti! Uno che pubblica libri per ragazzi!

Henry                        La vita privata non c'entra col lavoro. (irritato, ma sorridente)

Philip                         La tua vita privata è così intensa che per il lavoro ti resta poco tempo.

Henry                        Adesso non esageriamo!

Philip                         Sono anni che non si pubblica un best seller.

Henry                        (incalzante) Chi è stato a farsi scappare tutta la serie di "NODDY"?

Philip                         Ero sicuro!

Henry                        Dicesti che ai piccoli lettori non poteva interessare la storia di un ciuco con la testa a tirabusciò.

Philip                         Per piacere, non cambiare discorso. Il tuo modo di comportarti non ha scusanti.

Henry                        Chi cerca scusanti! Cerco solo un po' di collaborazione da parte tua. Per stasera. (sorride, intrigante)

Philip                        Trovo il tutto spossante. (sfinito dalla discussione)

Harry                         Lo spossato sarò io.

Philip                         Di cervello, intendo dire. Dove lo metti lo sforzo per tener nascosto a

Linda le tue avventure? L'altra volta, per salvarti, per la tensione nervosa, mi venne l'eczema.

Henry                        Fu provvidenziale. Correggesti le bozze di tutta la serie delle filastrocche e due libri scolastici.

Philip                         Benissimo, le seccature dell'amante le ho io e il divertimento l'hai tu.

Henry                        Vuoi che ti combini una cosetta. (verso Philip, malizioso)

Philip                         Il modo in cui tradisci tua moglie è vergognoso.

Henry                        Abile. In fondo le faccio un favore. perché mi tiene su il morale. Mi tiene in buona salute.

Philip                         … e allenato.

Henry                         Appunto. Chi se ne giova è Linda.

Philip                         Qualche sospetto deve averlo. Tutte le sere rincasi così tardi.

Henry                        Linda? Mi ammira per la dedizione alla nostra società: le ore piccole tutte le sere, per intrattenere i clienti.

Philip                         Che autore le hai detto che intrattieni ,stasera?

Henry                                    Un vecchio ex-insegnante, che ha scritto la storia allucinante di una tartaruga.

Philip                         Mamma mia!

Henry                        Se devi dire una bugia, dilla in pieno.

Philip                         Il vecchio insegnante avrà diciannove anni, i capelli ossigenati, gli occhi bistrati, le ciglia finte.

Henry                        (carrettella) Non so che faccia abbia. (con assoluto candore)

Philip                         Eh.?!

Henry                        E' una centralinista. Abbiamo chiacchierato al telefono, stamattina, e ci siamo dati appuntamento per stasera. Avevo chiamato Parigi, sai l'editore francese che...

Philip                         Lo so. ma la centralinista.

Henry                                   Beh, ho capito di essere sulla buona strada quando mi ha detto: "A che ora le fa comodo, e dove posso trovarla?"

Scena 5a

Alistair                       (da fuori) Signora Markham, può venire un momento?. (entra e vede Philip) Ah! Di ritorno. Finalmente! (rimane sul fondo scena)

Philip                        Mioddio!

Alistair                      E buona notte!

Philip                        Ho molto da fare, Spenlow.

Alistair                                  Deve decidere per la stoffa delle tende. Ho già spiegato a sua moglie che la moquette color fragola…

Philip                        Scelga lei. (gli risponde annoiato d'ora in poi)

Alistair                      Lo studio è suo. E' lei che deve avere una preferenza.

Philip                                    Non ce l'ho, caro Spenlow. Eppoi. lei sa come lo avrei voluto. Mogano levigato…

Alistair                                  …pareti color avorio. (gli rifà il verso)

Philip                        Sissignore, e damaschi beige, ma nossignore… mia moglie ha voluto l'arredatore.

Allistair                     Interior decorator.

Philip                         Che differenza c'è?

Alistair                      Lo saprà quando riceverà la parcella.

Philip                         Le dispiace proseguire senza di me? (si alza, ma senza guardarlo)

Alistair                                  Una minuscola frazione del suo tempo, per favore. (fa un passo avanti)

Philip                                    Dice sempre così, e son tre mesi che è qua. Quindici giorni per la camera della au pair!

Alistair                      Ha ragione, mi ci sono dedicato troppo.

Philip                         Tempo sprecato, dal mio punto di vista.

Alistair                                  Dal mio punto di vista. sprecato sino ad oggi. (si rivolge di colpo ad Henry) Però deve ammettere che la nuova stanza da bagno è un bijou. (accomodante) Lo ammette, non abbia paura.

Philip                                    Non so come ho fatto a vivere finora senza lo scarico dipinto di bleu e senza il bidet floreale. (si è avvicinato a Henry)

Alistair                      Decida con comodo. io non mi muovo finché non decide. Eh?

Henry                                   (in fretta spinge Philip verso Alistair) Philip, dagli una risposta!

Alistair                      Grazie, signor Lodge. Potrei tappezzargli le pareti di stagnola che non reagirebbe! (a Henry) Prego, dopo di lei. (Henry esce nello studio)

Alistair                       (a Philip, con spavalderia) Non possiede una cravatta che si intoni più di quella al colore del suo abito?

Philip                                    La possiedo. Color mogano, a puntini color avorio. (esce nello studio, seguito da Alistair)

Alistair                      (uscendo) Impertinente!

Scena 6a

Linda                         (Entra dallo spogliatoio in camera da letto seguita da Joanna che ha in mano il vestito che indosserà e che posa sul letto) Sei un vero tesoro.

Joanna                      Tu sei una piaga.

Linda                         Ti voglio un gran bene.

Joanna                      Ricordati: non voglio saper niente.

Linda                         Stai tranquilla. Hai fatto molto. Non voglio altro. (entrano in salotto) Oh, Champagne ne avete?

Joanna                      No, e nemmeno caviale.

Linda                         Corro a comprarne. La passione di Walter. (uscendo) Fin qui tutto bene.

Scena 7a

Silvia                          (Joanna sta per tornare in camera da letto quando entra Silvia con una tazzina di caffè su un vassoio) Il caffè per il signor Spenlow.

Joanna                      E’ nello studio.

Silvia                          Va bene.

Joanna                      (di colpo) Silvia, stasera lei esce, vero?

Silvia                          Sì.

Joanna                      Non ne ero sicura. Ehm… Silvia…

Silvia                          Sì, signora Markham?

Joanna                      E’ proprio certa di uscire…

Silvia                          Oh, sì! Certo signora!

Scena 8a

Philip e Alistair entrano discutendo.

 

Philip                         Mi dispiace, ma non c’è una sola cosa che mi vada!

Alistair                       Aspetti che sia finito per giudicare.

Philip                         Non cambierò idea. (a Joanna) Salve, mia cara.

Joanna                      Salve, darling. (gli dà un bacio) Qualcosa che non va, nel tuo studio?

Philip                         Non più del solito. (vedendo Silvia col caffè, allunga la mano per prendere la tazzina ) Grazie, Silvia, proprio quello che mi ci vuole.

Silvia                          E’ per il signor Spenlow.

Philip                         (intenzionale doppio senso) Se ha qualcosa da dare al signor Spenlow, gliela può dare nello studio.

Alistair                       E’ un ordine! (le dà un furtivo “ganascino” sul sedere. Lei esce mentre Alistair la segue e rimane di spalle sulla soglia)

Joanna                      (infila il braccio nel braccio di Philip) Hai litigato di nuovo con Alistair?

Philip                         In caso è lui che litiga con me. E non riesco a capire perché dobbiamo subire lo schifoso, cattivo gusto di quell’uomo.

Alistair                       (rientra di scatto) Schifoso, cattivo gusto?!

Philip                         Sì!

Joanna                      Guarda come si veste! Oh… se tu ti vestissi come lui…

Philip                         Io?!

Alistair                       Il bustino premi-pancia glielo regalo io!

Alistair                      (sulle sue) Sono nello studio, se avete bisogno di me.

Philip                         Non ce ne sarà.

Alistair                      (con tono impertinente) Non si sa mai. (esce)

Scena 9a

Philip                         Come ho fatto a sopportarlo per tanti mesi? (si siede, sfinito)

Joanna                      Non devi farti venire i nervi, per via di lui.

Philip                         Non è solo lui.

Joanna                      Chi altri?

Philip                         Beh…

Joanna                      (da dietro la poltrona, gli massaggia le spalle) Lavori troppo, Philip. Guarda Henry. Lavora, secondo te? Lavora abbastanza, voglio dire?

Philip                         Sì… sì… non si ferma mai. (all’improvviso si gira a guardarla) Mi ami, vero, darling?

Joanna                      Stupidone. Certo che ti amo. (affettuosa)

Philip                         Nella carriera progredisco poco, secondo te?

Joanna                      Sì.

Philip                         Oh.

Joanna                      Ti amo appunto per questo. Eppoi… sei buono, premuroso, gentile, comprensivo, calmo,

Philip                         Non mi avevi mai parlato così.

Joanna                      Forse non avevo mai sentito così. (lo bacia di nuovo)

Philip                         Hai ragione, ho lavorato troppo ultimamente. (si alza di scatto) Senti: al diavolo il pranzo. Restiamo a casa e andiamo a letto presto.

Joanna                      Sììì! (di colpo) Nooo! Non sai come lo vorrei, ma non possiamo.

Philip                         (in fretta) Non possiamo?

Joanna                      E’ il pranzo degli editori, forse si aspettano il tuo discorso.

Philip                         E’ vero… (cambiando discorso) Come ti vesti?

Joanna                      Ero incerta… Così ho comprato due vestiti invece di uno.

Philip                         (ridendo) Sono contento. Così potrai butta via quel vecchio vestito nero. Nessun’altra notizia eccitante?

Joanna                      (troppo pronta) No, niente… giornata calma, non s’è visto nessuno. Vado a farmi la doccia. Se vuoi un drink, puoi finire il mio gin, prima di venire a vestirti. (gli mette il bicchiere in mano e si avvia alla camera da letto)

Philip                         Alle otto in punto dobbiamo uscire.

Joanna                      (verso lo spogliatoio) Anche alle sette e tre quarti.

Philip                         O prima.

Joanna                      Più presto andiamo… (esce nello spogliatoio)

Philip                         (si assesta, prende un cuscino, se lo sistema dietro la testa. Facendo questo vede una pagina della lettera di Walter a Linda. La prende, vi dà un’occhiata)

 

Scena 10°

 

Henry                         (entra lemme lemme dallo studio) Non so perché ti lagni. Spenlow sta facendo un lavoro stupendo.

Philip                         (ad alta voce, legge) “… mi lasciò senza respiro. Che altro può dire uno di un momento come quello? Divino. Lo so come è difficile, avendo un marito, eccetera”

Henry                         Cos’hai lì? (si avvicina a Philip e sbircia la lettera)

Philip                         Non so, l’ho trovata nel…

Henry                         (prende il foglio e legge) “Pagina due”. Dove sono le altre pagine?

Philip                         Non lo so.

Henry                         (leggendo) “senza respiro – che altro può dire uno di un momento… mmmmmmmmm!---mmm! – ma che cerca di farcela. Mi sono ormai affezionato all’idea di provare. (ride tra sé pensando al significato)

Philip                         Beh?

Henry                         Dov’è la pagina tre?

Philip                         Tu cosa ci capisci? (calmo, ma perplesso)

Henry                         Deve far parte di una lettera d’amore.

Philip                         Bravo Pierino, dieci con lode! E’ una vergogna che Silvia riceva di queste lettere.

Henry                         Non è scritta a Silvia.

Philip                         Come lo sai?

Henry                         (indica la lettera) “lo so come è difficile avendo marito…”

Philip                         Hai ragione. Chi altri può essere?

Henry                         (posa una mano sulla spalla di Philip, lo guarda compassionevole)

Philip                         (di colpo indovina ciò cui Henry accenna) Joanna?

Henry                         Chi altri? Cosucce senza importanza.

Philip                         (si alza) Cosucce?

Henry                         Spicciati, dammi da bere. Tra poco dovete scappare.

Philip                         Un momento. Non puoi fare commenti così diffamatori! Voglio dire…(si impappina, nervoso) E’ una lettera ambigua, potrebbe essere anche una lettera di ringraziamento. (cammina agitato)

Henry                         Lo è. (sta fermo a guardarlo)

Philip                         (parlando quasi a sé se stesso) E forse non l’ha scritta un uomo. (Henry lo guarda) Forse l’ha scritta la direttrice della scuola CORDON BLEU.

Henry                         La direttrice di un corso di cucina?!

Philip                         Sono così romantiche! Ascolta… (si avvicina a Henry e gli riprende la lettera) può trattarsi di culinaria. Fila alla perfezione: la tua mousse al cioccolato “mi ha lasciato senza respiro”.

Henry                         L’ho assaggiata la mousse al cioccolato di Joanna!

Philip                         Che diavolo… se prende lezioni di cucina, avrà fatto progressi. (riferendosi alla lettera) Ovviamente che ne ha fatti. “La perfezione”!

Henry                         (sarcastico) Ah…

Philip                         (leggendo) “Lo so come è difficile avendo marito”…

Henry                         Commovente.

Philip                         “Ma cerca di farcela”. A venire alla prossima lezione, immagino. (Henry approva col capo) “… l’idea di provare…”

Henry                         Cosa? La tua torta di mele?… Philip, per favore…(mette sulla spalla di Philip, per consolarlo e riprende la lettera)

Scena 11a

Alistair                       (entrando) E come fodera…

Philip                         (voltandosi di scatto) Fuori!!

Alistair                       (fa dietro front ed esce)

Henry                         Non te la prendere, vecchio mio.

Alistair                       (rientra) Celeste, e non se ne parla più.

Philip                         (sta per avventarglisi contro, ma Alistair scappa. Torna in centro scena. Pausa, poi ad Henry) Non può essere Joanna…

Henry                         Ci penserai dopo cena, ora abbiamo troppe cose da fare. Miss Wilkinson, per esempio.

Philip                         La mia felicità coniugale è in pericolo e tu… Ma chi è questa miss Wilkinson?

Henry                         La centralinista.

Philip                         Accusi mia moglie di adulterio, ma quel che ti preme è solo la signorina del centralino. (risentito)

Henry.                        (rimproverandolo col dito) Philip, Philip…

Philip                         Proprio così.

Henry                         (guardando l’ora) Hai ragione tu… quando la moglie ci esce di carreggiata, i sintomi sono molti. Se non sei un idiota te ne accorgi. Su, dimentica quel che ho detto.

Philip                         (sconcertato) Sintomi? Che sintomi?

Henry                         (con aria da super uomo) Beh… sai… reagiscono in tanti modi. Certe donne corrono a comprarsi vestiti nuovi.

Philip                         Oh Dio! (afferra Henry)

Henry                         Beh?

Philip                         Oggi si è comprata due vestiti.

Henry                         Altre diventano affettuosissime col marito.

Philip                         (afferra di nuovo il braccio di Henry) Mi voleva sedurre proprio due minuti fa. Henry, non ci posso credere… voglio dire… le ho sempre dato tutto ciò che voleva… le ho permesso di servirsi di quel maledetto arredatore, che ci ha appioppato ogni sorta di cose… dal bar all’americana al letto ovale.

Henry                         (scanzonato) A proposito… volevo domandarti… vendono anche lenzuola ovali?

Philip                         No! (tornando al problema della lettera) E ora, e ora?

Henry                         Io proverei quelle quadrate, ben rincalzate agli angoli.

Philip                         (spazientito) Che altri sintomi ci possono essere?

Henry                         Vediamo. Si agita mai senza motivi apparenti? Ride senza ragione?

Philip                         Onestamente, debbo dire di no, ma due sintomi su tre li abbiamo. Dammi la lettera.

Joanna                      (entra nella stanza da letto dallo spogliatoio con in mano un vestito e un paio di scarpe. Indossa una vestaglia molto frivola)

Henry                         Philip, sono le sette e mezza…

Philip                         Dammi quella lettera. (la prende)

Henry                         Per cosa?

Philip                         Gliela faccio vedere e le dico… (di colpo si trova faccia a faccia con Joanna sulla porta della stanza da letto) Oh… oh, darling! (in fretta si caccia la lettera in tasca) Volevi qualcosa?

Scena 12a

Joanna                      Volevo solo sapere se… (entra in salotto e vede di colpo Henry) Henry!

Henry                         Carissima. (si avvicina affettuoso a Joanna e Philip li scruta)

Joanna                      (nervosamente) Da quanto tempo sei qui?

Henry                         Pochi minuti.

Joanna                      Non hai incontrato nessuno, venendo su?

Henry                         No.

Joanna                      Meno male. (fa per invitarlo ad andarsene, spingendolo verso la porta)

Henry                         (fermandosi) Veramente, speravo in un drink…

Joanna                      (prende il bicchiere che Philip aveva ripreso in mano e lo dà a lui) Qua… bevi il mio.

Henry                         Il gin mi va poco.

Joanna                      Niente paura… è quasi tutta acqua. (fa una risatina forzata)

Philip                         (la guarda… guarda Henry… e poi ancora lei. Poi con freddezza) Di cosa ridi?

Joanna                      (forzata allegria) Di niente.

Henry                         Tre su tre. (quasi compiaciuto)

Philip                         (freddo) Cosa volevi, darling?

Joanna                      Beh, sapere se ti piacciono. (gli mostra vestito e scarpe)

Philip                         Non ci sono più dubbi.

Henry                         (in fretta, cercando di coprire le parole di Philip) Cospicuo… molto grazioso.

Philip                         (addita le scarpe) Anche loro sono nuove?

Joanna                      Per accompagnare il colore del… (smorzando la battuta di fronte alla freddezza di Philip)

Henry                         (tempestivo) … del vestito.

Philip                         Vedo. Vedo che oggi hai fatto follie. Vestiti nuovi… scarpe nuove…

Joanna                      Ho comprato anche qualcosa per la casa. (si avvia verso la camera da letto) Manderanno domani da Harrods.

Philip                         Manderanno cosa? (la segue in camera da letto).

Joanna                      (si ferma) Una dozzina di coppe da champagne, un carrello di bambù e un pouff in cuoio marocchino. (esce in spogliatoio. Philip corre in salotto)

Scena 13a

Philip                         Cosa ne dici?

Henry                         Non sono prove assolute.

Philip                         Hai visto che occhi? Le brillavano come stelle.

Henry                         Ha fatto compere da Harrods.

Philip                         Per un carrello e un pouff? (va in camera da letto e posa la lettera sul letto)

Henry                         (lo guarda dalla porta aperta) Per l’amor del cielo… ma che fai?

Philip                         Voglio la prova.

Henry                         Che?!

Philip                         Se è innocente si domanderà cos’è.

Henry                         E se non lo è?

Philip                         Lo sapremo presto. (è tornato in salotto e ha chiuso la porta. Si abbassa per spiare attraverso uno spiraglio)

Henry                         Cosa vedi?

Philip                         Il soffitto. (guarda dal buco della chiave)

Henry                         Cosa speri di guadagnarci a fare così?

Philip                         La vista di mia moglie.

Henry                         Fatti in là. (spinge Philip da un lato e guarda dal buco)

Philip                         La moglie è mia, accidenti! (riconquista la posizione)

Henry                         Io sono il tuo migliore amico.

(mentre discutono e lottano per il buco della chiave, dallo studio entra Allistair con due vistosi cuscini. Al vedere i due far così, si ferma di botto e da una iniziale espressione di sorpresa passa ad una espressione del tutto esterrefatta quando gli balena ciò che i due stanno cercando di vedere. Esce in punta di piedi)

Henry                         E’ sparita.

Philip                         Non la conosci! Secoli ci mette, prima di decidersi a fare la doccia. Bigodini… creme… talco… e cinquantasette qualità di spray.

(durantequesto dialogo Joanna entra dallo spogliatoio in camera da letto fino alla porta del salotto)

Henry                         Dovresti vedere Linda! Un cervello elettronico, sembra, quando è pronta per andare a dormire.

Philip                         (stanno per centrare con l’occhio il buco della serratura quando Joanna apre la porta. I due cascano in ginocchio e fan finta di cercare qualcosa per terra)

Joanna                      (entrando) Darling, hai visto… (si interrompe vedendo i due ai suoi piedi) Avete perso qualcosa?

Henry e Philip          Sì.

Henry e Philip          (insieme, uno una cosa e uno l’altra) Uno scellino --- Un gemello.

Henry e Philip          (insieme, invertendo le parole) Un gemello --- uno scellino.

Philip                         Un gemello da uno scellino.

Joanna                      Ohhh! (cerca anche lei, sono a terra tutti e tre)

Philip                         Lascia perdere. Cosa volevi?

Joanna                      Il mio spray.

Philip                         Quale?

Joanna                      Deodorante. L’hai preso tu? (si alzano, uno dopo l’altro)

Philip                         No!! Non oso più, da quando mi sono dato per sbaglio la lacca per i capelli sotto le ascelle!

Joanna                      Dovevi vederlo, Henry! (con le braccia aperte gira in cerca dello spray) E’ facilissimo confonderli. (torna in camera da letto, indi nello spogliatoio. Philip chiude la porta e i due si inginocchiano di nuovo)

Henry                         Beh, vecchio mio, tanta tragedia per un po’ di lacca… (mentre parlano si avvicinano di nuovo alla porta della camera da letto e riprendono a spiare)

Philip                         Ero rimasto come ingessato, ma lasciamo perdere e concentriamoci senza parlare.

Scena 14a

Alistair                       (entra dallo studio e sente l’ultima frase)

Henry                         E’ stato per parlare che un momento fa quasi ci becca. (Alistair resta inchiodato, poi, piano piano entra, scavalcando i due) Togli la testa, voglio vedere anch’io.

Philip                         L’idea è stata mia.

Henry                         Per me sbagli a fare così.

Philip                         Ci ha messo lei in questa situazione. Era meglio fare come dicevo io.

Henry                         Eh?

Philip                         Mostrarle la lettera.

Alistair                       (ha un’aria orripilata, quando Silvia entra dall’ingresso)

Silvia                          Signora Markham…

Tutti e tre                  Ahhhhh! (immediatamente Philip ed Henry si rimettono a cercare per terra, senza guardare Silvia. Alistair, confuso guarda da un angolo)

Philip                         Desidera qualcosa, Silvia?

Silvia                          Fra un po’ esco e vorrei sapere se alla signora non occorre altro.

Philip                         No… non credo… è occupatissima in camera da letto.

Silvia                          Escono anche il signore e la signora?

Philip                         Sì.

Silvia                          Allora passerò a dare la buonanotte.

Philip                         Grazie.

Silvia                          Prego. (passando dà ad Alistair in “ganascino” alla svelta sul sedere)

Alistair                       (con un urletto) Ahh!

(Silvia esce in fondo a sinistra e i due si voltano a guardare Alistair che finge di cercare qualcosa)

Henry                         Si può sapere che cosa cerca?

Alistair                       Niente. Niente. Voglio dire, non lo trovo da nessuna parte. Il mio metro. Ah, eccolo qua. (lo afferra. E’ sulla scrivania) Grazie mille. (con intenzione) Non si scomodino.

(Alistair va nello studio. Philip immediatamente torna al buco della chiave e Henry, riluttante, lo imita)

Philip                         Speriamo di non esserci persi niente! No, la lettera è ancora lì!

Henry                         (guarda l’ora e sospira) Dio mio! (si alza)

Philip                         (breve pausa. Si alza anche lui) Non capisco… non capisco.

Henry                         Cosa?

Philip                         Perché mi tradisce, dopo dodici anni

Henry                         Quando il fornaio non ti serve più bene, vai a prendere lo sfilatino di… da un altro.

Philip                         (guardandolo lentamente) E’ una solenne calunnia. Tra noi non ci sono mai stati problemi. L’abbiamo imbroccata, fin dal primo momento. Dubito che ci sia mai stata una luna di miele come la nostra!

Henry                         Dodici anni fa.

Philip                         Sì.

Henry                         Adesso?

Philip                         Benissimo.

Henry                         Una volta alla settimana?

Philip                         (imbarazzato) Henry!

Henry                         Ogni quindici giorni?

Philip                         Per favore…

Henry                         Dài… ogni quanto?

Philip                         Non guardo il calendario!

Henry                         Ho capito… una volta all’anno.

Philip                         Dodici anni sono stato fedele!

Henry                         E’ il tuo guaio: sei noioso, monotono, come dodici anni fa.

Philip                         Ah, no! Senti… (squilla il telefono) Al diavolo, lascialo suonare. (il telefono squilla per qualche secondo) Forse è importante… meglio rispondere. (va per rispondere mentre Joanna rientra nella camera in accappatoio e cuffia da bagno. Tre squilli)

Scena 15a

Henry                         Presto, è ritornata!!

Philip                         (corre alla serratura)

Joanna                      (dà uno sguardo verso il salotto, aggrotta la fronte e alza il ricevitore dalla camera) 5970… chi?… La signorina Smythe… Ah… Era qui un minuto fa, ma credo che sia uscito un momento… ma certo. Resti all’apparecchio, prendo la penna e un pezzo di carta… sono tutta bagnata… Sì, ho detto bagnata… ma non importa. (si allunga e prende la lettera incriminata dal letto, la mette sulla toilette e scrive. Henry e Philip reagiscono) Dica pure, signorina… come si scrive? S-m-y-t-h-e? che numero?… Ohoh… Hotel Claridges! Va bene, grazie. Prego. (mette giù. Mentre si avvia alla porta del salotto, Philip ed Henry si precipitano sul divano, assumendo un’aria distratta) Philip! (entrando) Oh… ancora qui, Henry?

Henry                         Sì, carissima.

Joanna                      (con un risolino nervoso) Nessuno dei due ha sentito il telefono?

Philip ed Henry       No! (durante il dialogo che segue, Philip non distoglie gli occhi dalla lettera che Joanna ha in mano)

Joanna                      Non è possibile.

(Joanna accartoccia la lettera con la mano. Philip ed Henry reagiscono)

Philip                         (indicando la lettera) Il messaggio?

Joanna                      Devi chiamare una certa signorina Smythe all’Hotel Claridges alle otto. (sta per tornare in camera da letto)

Philip                         Otto. Claridges. Bene.

Joanna                      Se il telefono suona, rispondi tu. (passando dalla finestra butta fuori la lettera) Mi devo ancora asciugare.

Philip                         (s’alza di scatto, è paralizzato per un istante) La mia unica prova! (corre in camera da letto)

Henry                         (seguendolo) Torna indietro!

Philip                         (alla finestra) Eccola là. E’ là, in mezzo alla strada!

Henry                         All’ora di punta! Auguri e figli maschi!

Philip                         (grida fuori) Taxi! Taxi! Segua quel pezzo di carta… sì, sì… lo segua! (ad Henry) Gentilissimo. Corro giù a riprenderla.

Henry                         A quest’ora sarà arrivata alla torre di Londra!

Philip si affretta in salotto e verso l’ingresso seguito da Henry, mentre Linda entra con una bottiglia di champagne.

Scena 16a

Linda                         (si blocca alla vista del marito)

Philip ed Henry       (Insieme) Gesù!

Henry                         (va da Linda e le schiocca un bel bacione, poi a Philip, con voce alta) Mia moglie, Philip.

Philip                         La vedo.

Linda                         Cosa sei venuto a fare?

Henry                         (leggermente impacciato) Non abbiamo ancora deciso per la copertina di Harry the Hornet. Bella giornata, oggi, eh?

Linda                         Si è alzato il vento.

Philip                         Il vento? Dio!! (corre fuori)

Linda                         Cos’ha?

Henry                         Vento.

Joanna                      (entra dallo spogliatoio, sempre in accappatoio e si dirige in salotto) Philip, non vieni a vestirti? (vede Henry e Linda) Linda! Ma che bella sorpresa! (sorrisetto forzato) Come mai da queste parti?

Henry                         (innocentemente) Già… come mai?

Linda                         Una capatina per vedere Joanna.

Henry                         E lo champagne?

Linda                         (porgendo la bottiglia a Joanna) Felice compleanno, mia cara.

Joanna                      Grazie.

Henry                         (con allegra sorpresa) Nessuno mi aveva detto niente!

Joanna                      (chiude gli occhi con aria rassegnata e scuote la testa)

Linda                         (al marito) Ti trattieni molto?

Henry                         No, no! Decidiamo per la copertina e…

Joanna                      Dov’è andato?

Henry                         E’ sceso un momento.

Joanna                      In ufficio?

Henry                         Torna subito. (tosse nervosa) Posso versarmi quel wisky?

Joanna                      Ma certo!

Henry                         E per te? (rivolto a Linda)

Linda                         Niente per me. (lo spinge nel bar e chiude la porta. Rivolgendosi a Joanna) Lo champagne è per Walter. Mettilo in frigo, tesoro. Corro a casa a infilarmi qualcosa di…. sexy.

Joanna                      (suona il telefono e Joanna risponde) 5970… Sono io… La signora Markham… Walter chi? Walter!

Linda                         Walter?! (pronunciando come WATER – acqua – al che Henry risponde)

Joanna                      Sì, sì. È qui. (a Linda) Vuol parlare con te. Dev’essere matto completo!

Linda                         Sarà stufo di aspettare. Gli parlo dalla tua stanza da letto. (va all’altro apparecchio)

Joanna                      (sarcastica) Un momento, prego, gliela passo.

Linda                         (al telefono) Cosa c’è, Walter? Ma no! No, no… non c’è nulla di cambiato, tesorino.

(Joanna mette giù il ricevitore in salotto. Le risposte di Linda sono dei laconici “Sì” e “No” e “Super”, mentre Walter parla sempre lui. Henry è rientrato dal bar)

Henry                         Non far tardi, Linda, perché io, a momenti… Dov’è?

Joanna                      Al telefono.

Henry                         Non stavi parlando tu?

Joanna                      Io ho finito e Linda si è ricordata che doveva telefonare a uno zio.

Henry                         Che zio?

Joanna                      Non me l’ha detto.

Henry                         Sarà lo zio Giorgio. Salute cagionevole… povero vecchio. (apre la porta della camera da letto e chiama Linda) Linda, abbracci da parte mia.

Linda                         (confusa) Eh?

Henry                         Al vecchio zio Giorgio. Digli di star su col morale.

Linda                         Sì… sì. (al telefono) Ma no… è tuo nipote, mio marito… (cerca di chiuderla in ridere) Ma sì, Henry! Infatti è qui, vicino a me…

Henry                         (avvicinandosi) Gli parlo io.

Linda                         (molto in fretta) Ciao, zio Giorgio. (in fretta a Henry, mettendo rapidamente giù il ricevitore) E’ caduta la linea! (mentre si dirige verso il salotto) Ciao, Jo, tesoro. Forse ci vediamo al weekend. (le sussurra) Non mettere l’antifurto, ricordati. (a Henry, che ora si aggira per il salotto) Ti vedo a casa.

Henry                         Ho scordato di dirtelo, stasera devo uscire.

Linda                         Peccato.

Henry                         Solita roba.

Henry e Linda          Cliente importante. (insieme con toni diversi, ma sincronizzati)

Henry                         (soave) Un vecchio maestro di scuola, con velleità letterarie. Ha avuto l’idea brillante di far protagonista una tartaruga: Bill Humpheys.

Joanna                      Nome buffo per una tartaruga.

Henry                         E’ il nome dell’autore. Per il nome della tartaruga non abbiamo ancora deciso. Infatti è uno dei motivi per cui sono venuto qui, stasera. Devo ancora conoscerlo, questo…

Joanna                      Bill Humphreys.

Henry                         Dico “conoscerlo” perché ci siamo soltanto parlati al telefono. E’ pieno di idee. Forse ne avremo per un pezzo, stasera.

Joanna                      Lavori troppo, Henry.

Henry                         Sì. (a Linda) Vai a letto… non mi aspettare.

Linda                         Forse rientrerò tardi anch’io.

Henry                         Davvero?

Linda                         Esco.

Henry                         (sorpreso) Tu?

Linda                         Ne avrò fino a circa…

Joanna                      Dieci e mezza.

Henry                         Eh?!

Linda                         Joanna mi trascina in una cosa di beneficenza.

Henry                         Brava, Jo, complimenti… ma non lavorate troppo.

Linda                         Tutto per la buona causa.

Henry                         Quale?

Joanna                      Aree sottosviluppate.

(Linda dà un bacione in fretta a Joanna mentre entra Philip di malumore)

Scena 17a

Linda                         Salve, Philip… non posso fermarmi.

(Linda e Joanna escono)

Henry                         Beh? Com’è andata?

Philip                         Da cani!

Henry                         Eh?!

Philip                         La Polizia! Perché ho spostato una macchina non mia.

Henry                         Spiegati!

Philip                         La lettera… quella maledetta… era finita vicino ad un tombino… su c’era una macchina, senza proprietario… la lettera era sotto la ruota… non sono riuscito a levarla… allora sono entrato nell’auto che era aperta e mi hanno arrestato.

Henry                         Ma non hai pensato a me e a Miss Wilkinson che aspetta che le telefoni per dirle di venir qua?

Philip                         Al diavolo, miss Wilkinson! Ho i miei problemi, il poliziotto mi aspetta fuori.

Henry                         Per…

Philip                         Vuole un documento.

Henry                         La patente?

Philip                         In qualche cassetto. (cerca nei cassetti della scrivania. Trova la patente e la consegna a Henry)

Henry                         Dov’è il poliziotto?

Philip                         Nell’ingresso.

Henry                         Ci penso io.

Philip                         Diciotto mesi non mi basteranno.

Henry                         Tu e la maledetta lettera!

Philip                         Ecco cosa è rimasto! (estrae di tasca un minuscolo pezzetto di lettera) E così, addio per il po’ di prova che avevo.

Henry                         Ci penso io; te lo sistemo il poliziotto.

Scena 18a

Alistair                       (entra con dei vistosi cuscini) Mi dispiace interrompere, ma… se non decidiamo adesso…

Philip                         Siamo occupati.

Alistair                       (alzando le sopracciglia) Benissimo.

Philip                         Occupatissimi. Seccature con la polizia.

Alistair                       Ah…

(Henry e Philip lo guardano e stanno per uscire quando entra Joanna)

Joanna                      (entra limandosi le unghie) Philip, spicciati… vieni a vestirti.

Philip                         (si volta di botto verso l’ ”adultera”) Mi vesto quando pare a me.

Henry                         Calma, bambino.

Philip                         E non prima.

Joanna                      (senza capire) Darling.

Philip                         Ffff! (segni d’insofferenza verso la moglie)

Henry                         Specialmente il giorno del suo compleanno.

(Philip fa una mossa a scoppio ritardato, mentre Henry lo spinge nell’ingresso)

Philip                         Com-plean-no? (escono)

Alistair                       Vogliamo decidere per i cuscini?

Joanna                      Sono superbi. Li sparpagli qua e là.

Alistair                       Sono per lo studio del signor Markham, ma lui non si pronuncia.

Joanna                      Troppo frivoli per lui. Comunque, non insista, oggi non è in vena di frivolezze.

Alistair                       (insistendo) Lo dice lei.

Joanna                      Ha avuto una giornata massacrante, povero topo. Discutetene domani, a mente fresca. (avviandolo all’uscita) Buona notte, Alistair.

Alistair                       (si ferma, si volta) Signora Markham!

Joanna                      Sì?

Alistair                       Lavorerò sino a tardi.

Joanna                      Dove?

Alistair                       Qua.

Joanna                      No.

Alistair                       Eh?

Joanna                      Non può… non… deve.

Alistair                       Ho una cosa o due che devo assolutamente finire.

Joanna                      Usciamo tutti.

Alistair                       Tanto meglio… lavorerò indisturbato.

Joanna                      Non è vero… voglio dire… qui sotto abita gente…

Alistair                       Debbo solo appendere le tende.

Joanna                      Sono pesantissime. Si prenda un po’ di riposo.

Alistair                       Non sono stanco.

Joanna                      Non voglio che lei rimanga qui.

Alistair                       Perché?

Joanna                      Perché… perché voglio che lei…

Alistair                       Che lei…

Joanna                      … che lei venga con noi al pranzo degli editori.

Alistair                       E’ molto gentile, ma…

Joanna                      (lo interrompe) Ci terrà allegri. Sono barbe da morire questi banchetti… lei ci racconterebbe delle storielle divertenti…

Alistair                       Odio le storielle.

Henry e Philip          (rientrano)

Philip                         Non si offre denaro ad un poliziotto.

Henry                         Credevo che si facesse.

Philip                         Comunque, mai così poco.

Henry                         Comunque… lo ha preso.

(Henry e Joanna ascoltano meravigliati. Suona il telefono e Joanna va a rispondere e durante la prossima scena Philip non distoglie gli occhi pungenti e investigatori da Joanna).

Joanna                      (alzando il ricevitore) 5970… sì, c’è. (a Henry) E’ per te.

Henry                         (fingendo indifferenza) Per me?

Joanna                      Prenotazioni telefoniche…

Henry                         Io non ho fatto nessuna… (realizzando) Prenotazioni telefoniche? (afferra il ricevitore e lo copre con la mano, mentre spiega a Joanna) Dev’essere New York… ho chiamato prima.. stiamo cercando di assicurarci i diritti dell’orso Yogi.

Philip                         (irascibile) Sbrigati!

Henry                         Grazie. (al telefono) Pronto? Centralino?… Parla Lodge… Sì sì, stavo per chiamare, ma non ho potuto… ma sì, certo che la voglio, per le 8,15… Beh, tenendo conto delle ore di differenza tra qua e New York, per le otto e quindici mi pare che… Grazie. Ehm, le ho detto, no, dove cercarmi, vero?… Esatto. Allora aspetto. Buona sera. (mette giù) Credo che Yogi Bear sia nel sacco!

Joanna                      Non telefoneranno qui, spero.

Henry                         No, al ristorante, dove ho invitato quello della tartaruga.

Philip                         Quale tartaruga?

Alistair                       (cerca di attirare l’attenzione di Philip) Se potessi soltanto…

Philip                         (secco) Lei cosa vuole?

Alistair                       Secondo sua moglie, questi cuscini e questa stoffa sono troppo vistosi per lo studio.

Philip                         (sempre scrutando Joanna) Davvero?

Joanna                      Secondo me non intonano con quello che Alistair ha fatto già.

Philip                         I cuscini mi piacciono, ma su un divano svedese, nero, di pelle, con moquette rosso carminio e tende in plastica giallo arancione. (ad Alistair) Che ne dice?

Alistair                       No comment.

Joanna                      Darling, hai voglia di scherzare…

Philip                         Mai stato così serio.

Joanna                      Non è il tuo gusto…

Philip                         (con un sorriso a fior di labbra) Se ne scopre una nuova tutti i giorni uno dell’altro, eh, darling?

Joanna                      Non gli dia retta, Alistair.

Philip                         (prepotente) Divano nero, moquette rossa e tende giallo arancione.

Joanna                      Philip!

Alistair                       Non se la prenda, signora Markham. Ormai non mi stupisco più di niente! Se il signor Lodge volesse darci una mano per scegliere la carta da parati…

Henry                         Non credo. (alza la mano in segno “non mi intrometto”)

Philip                         Valuto il suo parere assai più del suo. Henry, che ne dici di tende di plastica color giallo arancione?

Joanna                      (battendo sul suo orologio a polso) Philip… sono le sette e mezza!

Philip                         E con questo?

Joanna                      Tra mezz’ora saranno le otto.

Philip                         Matematica pura.

Joanna                      Noi dobbiamo uscire e Henry deve vedere Bill.

Henry                         (cascando dalle nuvole) Bill?

Joanna                      L’autore della tartaruga.

Henry                         Ah, sì! Bill Bill Brown.

Joanna                      Humphreys.

Henry                         Brown Humphreys. Per noi è Bill.

Joanna                      (a Philip) Ah… ho scordato di dirti… ho invitato Alistair a venire con noi.

Philip                         Alistair? per che diavolo mai?

Joanna                      Compagnia.

Philip                         Ne ho abbastanza della sua compagnia qui in casa.

Alistair                       Non si preoccupi… stasera lavoro qui.

Joanna                      Non può.

Henry                         Non può!

Joanna                      Darling, non possiamo assolutamente arrivare in ritardo.

Philip                         Sarò in ritardo se voglio… ho ancora tante cose da fare.

Alistair                       Lo studio!

Philip                         Quello è deciso: tende rosse, divano arancione, moquette in plastica nera.

Alistair                       Nient’altro?

Philip                         Sì, una musichetta che non stoni con la suoneria della porta.

Alistair                       (raggiante) Dice davvero?

Philip                         E lo scarico del gabinetto andante, ma non troppo.

Joanna                      Darling, lascia fare ad Alistair.

Philip                         Sono capacissimo di prendere le decisioni artistiche da me.

Alistair                       (arrabbiato) Non le piacerebbero, in bagno, delle anatre in volo, sulle pareti…

Philip                         Sì!

Henry                         (con gentilezza) Potresti anche aggiungere quei nani che si vedono nei giardini…

Philip                         Stai zitto. (si altera sempre più, arrabbiandosi)

Alistair                       Peccato, cominciava a interessarsi…

Philip                         Riprendo il tempo perduto.

Alistair                       Credevo che sua moglie avesse carta bianca.

Philip                         Invece non ce l’ha.

Henry                         Calma, calma.

Joanna                      Preparati, darling, e si farà tutto come vuoi tu.

Philip                         Grazie. (in tono drammatico) Resto a casa!

Joanna                      Eh?!

Henry e Joanna      Non puoi!

Alistair                       Non può! (tutti e tre insieme come uno scoppio)

Philip                         (ad Alistair) Lei cosa c’entra?

Alistair                       (calmo) Non c’entro.

Henry                         Devi uscire, Philip.

Philip                         Resto a casa, con mia moglie.

Joanna                      Darling, non hai mai mancato ad un pranzo ufficiale.

Philip                         C’è sempre una prima volta. (poi si ricorda della sua infedeltà, la guarda e allusivo) C’è sempre una prima volta per tutte le cose.

Joanna                      (non capisce) Ma che stai…

Henry                         Calmati…

Alistair                       Potrei solo…

Philip                         (si volta rapidamente verso Alistair) Non può. E porti via subito questi cuscini.

Alistair                       (arrabbiato) Oh.

Philip                         (a Joanna) Noi restiamo a casa.

Joanna                      (alza il ricevitore) Telefono a Linda.

Philip                         Linda? Cosa c’entra quella maled… Scusa Henry.

Henry                         Di che?

Philip                         Cosa c’entra Linda?

Joanna                      Appunto. L’avverto, dall’altro apparecchio. (butta giù con forza il ricevitore e va in camera da letto. Durante il seguente dialogo, forma il numero)

Alistair                       (arrabbiato) Con tutti questi cambiamenti improvvisi, mi hanno rotto.

Henry                         Non si affoghi in un bicchier d’acqua, Alistair!

Alistair                       Oh! (butta per terra tutto, con furia. Quando comincia a raccogliere ciò che ha buttato, Henry prende da parte Philip)

Henry                         (sottovoce) Per l’amor del cielo, la mia centralinista!

Philip                         (come sopra) Ho i problemi miei!

Henry                         (c.s.) Li risolviamo domani mattina.

Philip                         (c.s.) Stasera.

Henry                         (c.s.) Domani.

Philip                         (c.s.) Stasera.

Henry                         Farò tardi per il mio… (si accorge che Alistair si allunga per sentire cosa dicono, e fa un sorrisetto indifferente)

Alistair                       Altri segretucci?

Henry                         Stiamo parlando dell’autore che debbo vedere stasera.

Alistair                       Già. Il signor Brown Huphreys.

Henry                         (a Philip) Rifiuti?

Philip                         Assolutamente.

Henry                         Va bene… lo porterò a ballare..

Alistair                       (allegro, alla puck) Ooh! (butta in aria i cuscini, gioioso)

Philip                         (ad Alistair) E’ proprio indispensabile che resti?

Alistair                       Ho due o tre cosette da ultimare.

Philip                         Non è obbligato ad uscire con noi.

Alistair                       La ringrazio. (raccoglie i cuscini)

Henry                         Vorrei annullare la prenotazione. Avrà finito Joanna di là? (va verso la camera da letto, mentre sentiamo la fine della conversazione di Joanna, che, col telefono in mano, cammina verso la porta del salotto)

Joanna                      Allora, per favore, dica alla signora Lodge che mi telefoni appena arriva. Le dica che è necessario… (vede Henry) ma non indispensabile. (interrompe la telefonata)

Henry                         Posso telefonare?

Joanna                      No. (ride) Non subito. (nervosa) Avete deciso per le tende giallo arancione?

Alistair                       Il signor Markham vuol rivoluzionare tutto e corro a prendere gli altri cataloghi, in macchina.

Philip                         Lasci perdere.

(Suona il telefono. E’ sempre in mano a Joanna. Lei ed Henry lo guardano con sospetto, Nessuno dei due osa cercare di sapere chi è. Si sorridono, vogliono fare finta di niente, sperando che il telefono smetta di suonare)

Philip                         Tutti sordi? (alza lui il ricevitore) Pronto?… chi?… Miss Smythe? Un momento, no, non l’avevo dimenticato, ma sa com’è, mille cose da fare… Ha scritto un libro?… Brava! Hotel Claridges… sì, richiamo io. (mette giù)

Alistair                       Vado a prendere i cataloghi.

Philip                         Per favore, è pregato di non fare più niente, per stasera.

Alistair                       Questo lo crede lei.

Joanna                      Lasci stare i cataloghi… passo io da lei, prima cosa, domattina.

Alistair                       Voglio finire tutto stasera. (riferendosi a Philip) Lo so com’è difficile, avendo marito… (esce. Philip sente ripetere la frase della lettera)

Joanna                      Vado a vestirmi. Sei certo di non cambiare idea, darling?

Philip                         (sempre col pensiero alla lettera) “Non è facile avendo un marito…”

Joanna                      Come vuoi tu, darling, ma non capisco.

Henry                         Nemmenoio. Posso telefonare? (fa la mossa di prenderle di mano il telefono)

Joanna                      (svelta) No, serve a me, … in bagno. (esce nello spogliatoio col telefono)

Philip                         Hai sentito cos’ha detto? (la segue in camera da letto)

Henry                         Sì, che le serve in bagno.

Philip                         No! “Non è facile con un marito…”

Henry                         Eh?

Philip                         Le parole di Alistair Spenlow.

Henry                         Eh?

Philip                         (mostrandogli i resti della lettera) Le parole della lettera!

Henry                         (i due cercano di decifrare il foglietto sgualcito) Hai ragione.

Philip                         Ecco perché da tre mesi non si muove da qua! Arredatore! La prossima volta, lo studio… cato Philip… te lo arredi da te.

Henry                         Escludo che sia lui.

Philip                         La stessa identica frase. Mia moglie, in piena avventura, con un miserabile arredatore.

Henry                         Shhh!

Philip                         Ecco perché l’ha invitato a venire con noi! Non possono stare separati cinque minuti.

Henry                         Ma ci sarai anche tu.

Philip                         Sicuro, alla destra della moglie del Presidente, a occuparmi di lei, e loro a farsi piedino… dall’antipasto al dessert.

Henry                         Con la lettera distrutta, sei senza prove.

Philip                         Aspetta! Il resto può essere nella sua borsetta. (la prende sul divano, Philip passa ad Henry, man mano, il contenuto della borsetta)

Henry                         Fazzoletto… pettinino…

Scena 19a

Silvia                          (passando dall’ingresso, sente le voci dei due e viene piano piano avanti a spiare, alle loro spalle)

Henry                         (continua a prendere gli oggetti della borsetta che Philip gli passa) … rossetto per le labbra… porta-cipria… pinzette per le sopracciglia e collant a rete. Non c’è altro.

Philip                         Molto frustrante. (di colpo vede Silvia) Appartiene a mia moglie.

Silvia                          (non capisce) Lo so.

Philip                         Credevo che fosse di lui. (in fretta si corregge) Della moglie di lui.

Silvia                          (capisce sempre meno) Ah.

Philip                         Credevo che fosse il suo giorno d’uscita.

Silvia                          Lo è.

Philip                         Beh, si spicci… non perda tempo!

(Silvia esce in fretta, ancheggiando)

Henry                         (adocchiando il corpo di Silvia) Finirà coll’inguaiarsi a tenersi su di giri così! (imita il camminare di Silvia)

Philip                         (davanti alle poltrone, quasi in proscenio non lo ascolta, seguendo i suoi pensieri) Io… giù in ufficio a correggere bozze di libri per bambini e loro su, a far salti mortali sul mio letto… ovale.

Henry                         (arriva alle spalle di Philip) Non ci credo.

Philip                         Infanzia al pian terreno… adult… erio al piano attico.

Henry                         Per me non è Spenlow. Spenlow è uno di quelli, no? (allusivo)

Philip                         Di quali?

Henry                         Beh… di loro…

Philip                         Loro quali…?

Henry                         Che han girato un po’ verso… (si mette una mano al fianco e fa due o tre passetti buffi, quando entra Alistair dall’ingresso, carico di campionari e cataloghi. Alistair si ferma di colpo e fissa Henry che in fretta esce dall’imitazione, si siede e prende la pipa in atteggiamento da uomo. Alistair allora si volta verso Philip che ha sempre in mano la borsetta. Alistair realizza, a scoppio ritardato. Philip se la prende con la borsetta e lo schiaffa sul divano. Tutto in rapida sequenza)

Philip                         Devo parlarle, Spenlow.

Alistair                       (entra ansando per la corsa fatta) Dio sia lodato! Ho portato qui tutto.

Philip                         Troppi sforzi?

Alistair                       Può dirlo forte! (sparpaglia tutto sul tavolo)

Henry                         Scendo un momento… per annullare la prenotazione

Philip                         Quale pre…

Henry                         Miss Wilkinson… le telefono dall’ufficio. (gli sussurra) Per l’amor del cielo… Philip… controllati… usa prudenza e sii uomo di mondo. (poi ad alta voce) Vi lascio, voi due… e non agite d’impulso! (esce)

Alistair                       Scegliamo i colori base prima di entrare in dettagli. (mostrando e aprendo il catalogo) Quale colore preferisce che predomini?

Philip                         Il nero.

Alistair                       (preso leggermente contropiede) Ah. Beh, potrebbe fare a pugni col divano che lei aveva in mente… Permetta che le mostri qualche contrasto interessante.

(mostra il campionario a Philip, ma questi, pensando alla lettera, mentalmente vorrebbe strozzarlo, quando in camera da letto entra Joanna, con un vestito lungo, da casa, ancora da abbottonare, tanto che si scorgono reggiseno e mutandine. Ha il telefono in mano e sta parlando)

Joanna                      … no, Linda, stasera è impossibile… Cara, non hai che da telefonargli e dirgli di non venire qui… Mi dispiace, cara… trova un albergo. Ciao, ciao. (mette giù il ricevitore e tutta sorrisi apre la porta, entra in salotto allacciandosi la vestaglia) Tutto bene, miei cari?

Alistair                       Sì.

Joanna                      (distratta) E lei non si stanchi. (gli dà un buffetto sulla guancia. Philip le lancia un’occhiata diabolica. A Philip) Hai un’aria affamata. Se rimaniamo a casa tutti, devo assicurarmi che ci sia abbastanza da mangiare. (esce a destra)

Alistair                       Perché vede… tutto dipende da quando lei si serve, abitualmente, dello studio. Più di giorno o più di notte? E’ tutto questione di luci. (durante il discorso Philip si assicura che Joanna sia uscita) Voglio dire: luce naturale o luce artificiale?

Philip                         (si è avvicinato ad Alistair e ha preso il coraggio a quattro mani) E’ una checca, lei?

Alistair                       (per alcuni secondi rimane senza parole, poi decide di aver capito male) … se… (schiarendosi la gola) se usa più la luce elettrica suggerisco toni scuri. Se, invece, si serve più della luce… (si ferma e decide che, forse, aveva capito bene) Prego… come ha detto?

Philip                         Lei è un… ehm… (cerca la parola) un po’… un po’ strano… (pausa)

Alistair                       (con voce baritonale, maschia) Questo blu è stupendo.

Philip                         Quando dico strano… non voglio dire strano… voglio dire… (gesti indicativi) Lei è d’accordo con me? (doppio senso)

Alistair                       (fraintende, crede di interessare a Philip) Beh… meglio limitarci ai cataloghi.

Philip                         Io non ci credo, ma il mio amico non ha dubbi.

Alistair                       (senza parole) … che amico?

Philip                         Henry Lodge.

Alistair                       Ah! Quello!

Philip                         Le ripeto la domanda, perché la sua risposta mi preme.

Alistair                       (allontanandosi di un passo o due) Le sarei grato se…

Philip                         Non può non aver afferrato il perché di questa mia domanda, e se Henry non mi avesse raccomandato la calma, le sarei già saltato addosso!

Alistair                       (in fretta e con violenza chiude il catalogo, racimola le sue cose e si allontana il più lontano che può) Scelga il colore che vuole… non mi farò pagare!…

Philip                         Spenlow… per favore… vorrei tanto credere a quel che afferma Henry!…

Alistair                       La prego!

Philip                         Anche un po’… poco… pochino.

Alistair                       (voltandosi arrabbiato) Signor Markham!

Philip                         Il 50%…

Alistair                       50%?

Philip                         Via, lo ammetta. Per favore!

Alistair                       Può dire al suo amico… come ora lo dico a lei… che io sono normalissimo. (guarda Philip) Al cento per cento, io!

Philip                         (si accascia a sedere) Povero, povero me!

Alistair                       (preoccupato) Signor Markham!

Philip                         (tra sé) Perché ho dato retta a Henry! Sapevo benissimo che non lo era…

Alistair                       Ci sono tanti pesci in mare, signor Markham…

Philip                         (alzandosi) E così insensibile!

Alistair                       Mi dispiace per lei, ma non mi posso cambiare.

Philip                         (borbotta) Che sciagura! (lascia cadere il viso tra le mani)

Alistair                       (a disagio, fa una pila dei cataloghi. Deve trovarsi chinato alla destra di Philip, per l’azione che segue)

Scena 20a°

Silvia                          (entra dall’ingresso dietro i due uomini, vestita per uscire, con borsetta a tracolla. Entrando da ad Alistair, chinato a raccogliere, un “ganascino” al sedere)

Alistair                       (saltando su) Signor Markham!

Silvia                          (guarda stupita. Alistair è sorpreso di vedere che è stata Silvia)

Philip                         (guarda sbalordito) Ancora qua?

Silvia                          Sto uscendo. Buona notte, signor Markham, a domattina. (Philip assente) Buona notte, signor Spenlow. (gli sussurra) A più tardi. (esce)

Alistair                       (senza pensare) Sì! (realizzando in ritardo) No! (andando per seguirla…)

Philip                         … (si intromette) Lei rimane con me.

Alistair                       (indietreggiando, allarmato) No… per favore! Rimandiamo a domani.

Philip                         Adesso. Subito. Da quanto dura?

Alistair                       Prego? (non capisce)

Philip                         So benissimo che cosa ha combinato qui, in questi tre mesi.

Alistair                       Le ho sistemato le pareti, le tende, la moquette…

Philip                         E che altro?

Alistair                       (innocentemente) Le ho sistemato le piastrelle in cucina, le ho sistemato la stanza da bagno…

Philip                         E chi altro mi ha sistemato? (pausa) Ci siamo capiti.

Alistair                       (credendo che si riferisca a Silvia) Ah. (indica l’ingresso) Vuol dire…

Philip                         Sissignore… Sporcaccione.

Alistair                       (posando il campionario) Le assicuro, signor Markham, che non ho mai permesso che la cosa interferisse con il mio lavoro.

Philip                         No, eh!

Alistair                       No, non rischio mai femmine e lavoro.

Philip                         Femmine?! E non avete mai, per un istante… pensato a me… voi due? (evidenziare bene i doppi sensi)

Alistair                       Onestamente devo confessare che non ci abbiamo pensato.

Philip                         Non le è mai passato per l’anticamera del cervello che io l’ami?

Alistair                       Lei?!

Philip                         Sì… io. E solo ora mi rendo conto fino a che punto. (siede derelitto)

Alistair                       (incredulo) Accidenti, com’è versatile!!!

Scena 21a

Henry                         (entra) L’ho mancata per cinque minuti. E’ per strada. L’aspetterò giù al portone. (a Philip) Tutto bene?

Philip                         Bene un corno. E’ colpevole e con una faccia tosta!…

Henry                         Dal suo modo di camminare avrei giurato che lei… (mossa d’intesa)

Alistair                       Invece… 

Henry                         Mi scuso, molto sinceramente. (va a stringere la mano ad Alistair)

Philip                         (esplodendo) Non chiedergli scusa! Avanti, da quanto dura?

Alistair                       Dipende da cosa allude… più di qualche ganascino, sottobanco, finora non le ho dato. (Philip guarda Henry e poi di nuovo Alistair) … platonico… (Philip guarda Henry ed Alistair) … affettuoso. (dà un immaginario “ganascino” con fischio al sedere di una persona immaginaria)

(l’azione si svolge quasi in proscenio)

Philip                         Cos’è?

Alistair                       Un ganascino.

Philip                         Tu capisci?

Henry                         Ho fatto il servizio militare.

Philip                         Mi sto rincretinendo oppure…

Henry                         Credo di sì. E’ la versione inglese del pizzicotto continentale.

Philip                         (irritato) Ma che storia è? (torce la mano e fischia)

Henry                         Beh, il fischio non è obbligatorio. Il ganascino classico è: mano avanti (dimostra) a circa novanta centimetri da terra.. chiudere le dita in fretta, acchiappando da sotto, in fretta, così.

Philip                         Non afferro.

Alistair                       Afferrerebbe se fosse lì.

Philip                         Sono cose che io non ho mai fatto.

Alistair                       Vanno poco d’accordo col mogano e i divani di pelle! Ne esistono di molte varietà. (dimostra di nuovo) Ce n’è una, per esempio, molto più complicata. (allunga la mano all’indietro e mostra a Philip, prendendolo nel sedere)

Philip                         (facendo un salto) Ooo! (di colpo realizza che la cosa riguarda Joanna, ad Alistair) E ha osato farle di queste cose?

Alistair                       E’ stata lei a cominciare.

Philip                         Ehhh?

Alistair                       Dal primo giorno… ero chinato…

Philip                         Grazie, ho capito! (a Henry) Avevi mai sentito simili volgarità?

Henry                         Scherzucci.

Philip                         Per chi non ha fatto il servizio militare è cosa seria. (ad Alistair) E dove intendeva arrivare?

Alistair                       Non oltre la sua camera da letto.

Philip                         (va per colpirlo) Se osa aggiungere un’altra…

Henry                         (in fretta si mette tra i due) Niente violenza… per favore.

Philip                         Lo ammazzo.

Alistair                       Non si offenda, signor Markham! Preferisce un uomo più giovane, tutto lì.

Philip                         (ad Henry) Sei testimonio!

Alistair                       Per un ganascino affettuoso e innocente…

Philip                         Oggi la mano… ossia il sedere… domani il braccio. Sono questi i suoi piani.

Alistair                       Onestamente, sì. Mi dispiace che si disperi tanto, non sapevo che anche lei aspirasse.

Scena 22a

Joanna                      (entra allegra) Allora… in quanti siamo?

Philip                         Vorrei saperlo.

Joanna                      C’è un po’ di salsiccia e un po’ di formaggio.

Henry                         (vuol tagliare la corda) Io devo andare al mio appuntamento con… con… con questo… ehm…

Philip                         Hai tutto il tempo. Ti voglio qui, devi essere testimonio…

Alistair                       (andando verso la camera da letto) Se non ha bisogno di me… per un

momento…

Philip                         Dove diavolo va?

Alistair                       Al bagno. (va in camera da letto)

Philip                         E’ il mio bagno. (lo segue)

Alistair                       L’ho installato io. (esce nello spogliatoio)

Philip                         Faccia presto.

Joanna                      (a Henry) Cos’ha?

Philip                         (si volta di scatto, a Joanna che rientra in salotto) Basta! Non sono lo stupido che credi, cara.

Henry                         Non scordare il mio consiglio!

Philip                         Al diavolo i tuoi consigli! (a Joanna) Pronta a buttar via dodici anni, eh? Dimenticati completamente, eh? In dodici anni non ho mai osato farti un ganascino, io! (dimostra) Oppure così… (dimostra all’inverso, con un fischio ambo le volte)

Joanna                      Cos’è?

Philip                         Ganascino e le sue varietà.

Henry                         Sono segni di affetto.

Philip                         Di affetto? A me… mai uno!

Joanna                      Non sapevo che li gradissi.

Philip                         Infatti! Ma non per questo li devi dare a quello là.

Joanna                      (non comprende) Philip… di chi parli?

Philip                         L’arredatore! Flagrante delitto.

Joanna                      Chi è ?

Philip                         Spenlow, il tappezziere!

Joanna                      Alistair?

Philip                         (a Henry) Dio, che freddezza!

Henry                         (con garbo) Non insistere, Joanna… ha trovato la lettera.

Joanna                      Che lettera?

Philip                         (tira fuori e sventola, sotto il naso di Joanna, un pezzettino sgualcito) Il documento erotico.

Joanna                      (sempre mistificata, si comincia a preoccupare. Ad Henry) Io chiamo il dottore. (va e alza il ricevitore)

Philip                         (ripetendo la frase) “Mi lasciò senza respiro. Mi sono ormai affezionato all’idea… “

Joanna                      Ahhh! (mette giù di botto il ricevitore)

Philip                          Ahhh.

Joanna                      Dov’era?

Philip                         Sbadata, eh?

Joanna                      Mi deve essere caduta…

Philip                         Mi dev’essere caduta! Come – hai – potuto!

Joanna                      Darling… non è mia.

Philip                         Di chi, allora?

Joanna                      E’.. è… di… (sta per spiegarglielo, quando realizza che Henry è presente. Ride nervosa) Te lo spiego dopo..

Philip                         Il tuo amante ha spiegato tutto lui. (indica la stanza da bagno)

Joanna                      (non capisce) Amante?

Philip                         Quello là!

Joanna                      Alistair?

Philip                         Alistair.

Henry                         Ha confessato.

Joanna                      E’ impazzito.

Philip                         (drammatico) Henry, è inutile prolungare questa agonia. Stasera dormo da te e poi con calma mi trovo un albergo.

Henry                         Non essere precipitoso.

Joanna                      Philip, darling!

Philip                         Sgombro… e il signor Spenlow può accomodarsi e spennellare col suo pennello dove e come gli pare.

Alistair                       (entra dallo spogliatoio verso il salotto)

Joanna                      (ridendo) Darling, sei un grande scioccone.

Philip                         Sì, certo che lo sono, perché credo ancora nella decenza morale. (vede Alistair) Si accomodi, mia moglie è pronta, il letto è là… e buona fortuna a tutti e due.

Alistair                       Prego?

Philip                         Lo champagne è nel frigo… e … a proposito… non scordi di rimettere il tappo al dentifricio.

Joanna                      Philip, darling. Per favore… (gli tocca un braccio)

Philip                         (con disprezzo) Non mi toccare… sgualdrina!

Joanna                      Tu… mentecatto e arrogante!

Philip                         (a Henry) Hai sentito come mi ha chiamato! (a Joanna) Ne riparleremo davanti al giudice! (ad Alistair) Sotto il cuscino c’è un pigiama… pulito.

Alistair                       Per la verità… dormo senza.

Philip                         (a Joanna) Nessuna obiezione?

Joanna                      Apprezzo il tuo consiglio, ma…

Philip                         Non è un consiglio, è un’offerta. Andiamo. Henry! Io mi troverò una bella ragazza. (ad Alistair) E… buon divertimento a tutti e due. (esce con Henry)

Joanna                      Arrogante, cretino, stu…

Alistair                       Posso continuare il mio lavoro di là? (fa per andare nello studio)

Joanna                      No. (gli afferra la mano) Lo continuerà in camera mia! (lo trascina in camera da letto mentre si chiude il sipario)

La scena termina con Joanna sulla porta della camera e Alistair del salotto: uno a destra e l’altro a sinistra.

FINE PRIMO ATTO

 

 

 


ATTO 2°

Scena 1a

L’azione continua dalla posizione precedente. Joanna trascina Alistair verso il letto. L’ha quasi raggiunto quando Alistair fa dietro front e tira Joanna di nuovo in salotto.

Alistair                       No, no, per favore!… Lei è fantastica, è meravigliosa… apprezzo il suo invito… così gentile…

Joanna                      L’ha sentito, no, mio marito: è un’offerta.

Alistair                       Ma ci saranno formalità da osservare…

Joanna                      (presentandosi) Joanna Markham. Lietissima. (lo trascina al letto) Una coperta o due? (uno a destra e l’altro a sinistra)

Alistair                       (sempre agitato, turbato) Ehm… una è anche troppo… Perché mi viene molto caldo (in fretta) …Un caldo non spiacevole.

Joanna                      (toglie e piega il copriletto. Con tono professionale) Cuscini?

Alistair                       Sì.

Joanna                      (impaziente) Quanti?

Alistair                       Uno.

Joanna                      Pigiama. (glielo butta)

Alistair                       Dormo senza…

Joanna                      (riprendendolo in fretta) Super!

Alistair                       (riafferrandolo, altrettanto in fretta) … d’abitudine… ma data la circostanza – con una coperta sola potrei aver freddino.

Joanna                      (andandogli vicino e afferrandogli il foulard al collo) Freddino!

Alistair                       E’ sicura che suo marito dica sul serio?

Joanna                      Sicurissima. (comincia a togliergli giacca e cravatta, buttandole per terra) Che lato? Sinistro… destro…

Alistair                       Centro. Ah. Beh… non ho preferenze.

Joanna                      Io preferisco il lato sinistro. Le va?

Alistair                       Benissimo. Se ha dormito per tanti anni… beh… non…

Joanna                      Presto, i pantaloni, i pantaloni. (fa l’atto di levaglierli)

Alistair                       (indietreggiando fino in salotto togliendosi, nel contempo, le scarpe) Va bene, va bene! Ma è sicura che non si pentirà…

Joanna                      (con caricato entusiasmo) Sono smaniosa. E lei? (c.s.)

Alistair                       (cade a terra) Sono pronto!

Joanna                      Meno male! (gli sfila i pantaloni, li butta sul divano e gli prende di nuovo la mano) Su… da bravo… a lettino. (lo spinge verso il letto)

Alistair                       (si ferma) Ahhh!

Joanna                      Oh?

Alistair                       Silvia.

Joanna                      E’ uscita.

Alistair                       Non prima di mezzanotte.

Joanna                      Abbiamo tempo…

Alistair                       E se tornasse prima? Non vogliamo essere disturbati, vero?

Joanna                      Insomma, ci sta o non ci sta?

Alistair                       (dopo breve pausa, con convinzione) Wunderbar!

Joanna                      Sicuro sicuro?

Alistair                      Sicurissimo. (tra sé) Una picciona in mano vale più di… Le lascio due righe nell’ingresso. (corre alla scrivania e scribacchia in fretta qualcosa)

Joanna                      Va bene. Prendo una camicia da notte.

Alistair                       Super.

Joanna                      E se poi dovesse sentire un senso di colpa?

Alistair                       Stiamo obbedendo agli ordini di suo marito.

Joanna                     (in fretta) Sceglierò la camicia più sexy che trovo! (corre in camera da letto ed esce nello spogliatoio)

Alistair                       (scrive e legge ad alta voce) “Tesoro… troviamoci direttamente nella camera della au pair. Ti raggiungerò appena posso”. (tra sé) Domattina mi odierò.

(esce nell’ingresso ma rientra quasi subito, mentre Joanna torna in camera da letto con una camicia da notte rossa e viene in salotto, mentre Alistair dice la prima parte della battuta)

L’ho appiccicato sulla porta d’ingresso. (vede la camicia) Gesù, Giuseppe!

Joanna                      Non le piace?

Alistair                       Darling, quel rosso fa a pugni con la coperta!

Joanna                      L’ho comperata in Spagna, l’anno scorso, ma non ho mai avuto il coraggio di metterla. (torna in camera da letto)

Alistair                       (la segue) Lo credo! Non importa, se la infili.

Joanna                      E lei… il pigiama. (glielo butta)

Alistair                       (di colpo si agita) Sì… beh… ecco… mi cambierò di là… (indica lo studio) Meglio osservare le norme del galateo. (Alistair va)

Joanna                     (in camera da letto si ferma, guarda la camicia da notte, poi decisa entra nello spogliatoio) Domattina mi odierò.

Scena 2a

Dopo una pausa, entra Walter Pangbourne, con diffidenza, ma sorridente di speranza. E’ l’uomo d’affari, compassato, con viso inespressivo. E’ in bombetta. Ha in mano una bottiglia di champagne, delle rose e l’ombrello, e il foglietto lasciato sulla porta d’entrata da Alistair. E’ sui cinquant’anni.

Walter                        (chiamando sottovoce)Lin-da - Lin-duc-cia… (legge il messaggio)“Troviamoci direttamente nella camera della au pair”. E ora… mi domando… dove… (si guarda intorno e decide di provare in fondo a destra).

(Entra Joanna indossando la camicia da notte rossa sotto l’abito da casa. Si ammira nello specchio mentre rientra Walter che sembra domandarsi: “dove sarà?” . Decide di provare in fondo a sinistra. Esce di nuovo Walter. Joanna prende lo champagne, lo porta nel bar, socchiude la porta. Entra Silvia dal fondo, destra, sempre con la borsetta a tracolla. Si affaccia ed entra in salotto ed è felice di vedere sul divano i pantaloni di Alistair. Dalla porta rimasta aperta vede nella camera da letto le scarpe, la cravatta e la giacca. Entrando e inoltrandosi nella camera raccoglie le scarpe, poi la cravatta e la giacca e butta tutto in un angolo. Dalla borsetta tira fuori, tutta allegra, una camicia da notte mini. In quel momento dal bar si sente partire il tappo dello champagne. Silvia ha un’espressione di sorpresa, poi allegramente va nello spogliatoio con la camicia da notte sul braccio,mentre Joanna viene dal bar con vassoio, bottiglia stappata e due bicchieri. Va in camera da letto, chiude la porta, posa il vassoio, si versa un dito di champagne, tira le tende, prende una rivista e si distende sul letto. Rientra Walter sempre chiedendosi “dove sarà” e decide che la “la camera della au pair” dev’essere verso la camera da letto. Bussa pianino)

Joanna                      Pronta!

Walter entra in camera da letto, tutto sorrisi. I due si guardano, fulminati. Dopo dieci secondi di stupore, Walter, in segno di saluto, solleva educatamente la bombetta e torna in salotto. In quel momento arriva Alistair dallo studio, in pigiama. Alistair e Walter si guardano e rimangono, a loro volta, fulminati. Di nuovo Walter saluta con la bombetta, prende una sua carta da visita e la porge ad Alistair. Alistair la guarda con l’espressione di uno che non ha afferrato niente. Joanna scende dal letto e corre in salotto.

Walter                        (qualche attimo di perplessità, poi ad entrambi) Non ho scuse. Terribile gaffe. Credevo di trovarmi all’ultimo piano.

Joanna                      Ci si trova.

Walter                        Dryden Court.

Alistair                       Precisamente.

Walter                        Oh! Non mi aspettavo di trovare lei.

Alistair                       Ovviamente.

Walter                        Imbarazzante davvero, signor Markham.

Alistair                       Sono il signor Spenlow.

Walter                        Oh.

Alistair                       Alistair Spenlow.

Walter                        (sorpreso) Credevo che fosse l’appartamento dei signori Markham.

Joanna                      Lo è.

Walter                        Oh. Beh… sinceramente mi scuso, signora Spenlow, ma…

Joanna                      Sono la signora Markham.

Walter                        (pretende di capire) Oohh.

Joanna                      Lei è Walter!

Walter                        Precisamente. (prende di tasca un’altra carta da visita e la porge a Joanna) Walter Pangbourne.

Joanna                      (leggendo) Del bureau addetto alle programmazioni.

Alistair                       Questa, l’ha programmata piuttosto male.

Walter                        Quando ho telefonato, poco fa, la signora Lodge ha detto che potevamo… ehm… qui.

Joanna                      Non le ha telefonato, subito dopo, per dirle di no?

Walter                        Non avrà fatto a tempo… mi sono precipitato qui di corsa.

Suona la diavoleria dell’ingresso. I tre sono in panico e in colpa. Alistair cerca di infilarsi i pantaloni sopra quelli del pigiama. Walter si muove a vanvera, come un cane dietro la propria coda. Joanna si dà coraggio e va ad aprire. I due uomini si rifugiano in camera da letto e chiudono la porta. Alistair, ha mollato i pantaloni sul divano, passando. Si agitano nervosi, girano intorno al letto e vi si rifugiano dentro, cacciando la testa sotto le lenzuola. Dallo spogliatoio entra Silvia in camicia da notte. Vede il volume nel letto e pregustando ciò che l’attende, sorride e strappa via la coperta. Rimane strabiliata al vedere Alistair e Walter abbracciati e con gli occhi chiusi, ben stretti. Li ricopre immediatamente e, furibonda, esce sbattendo la porta.

I due uomini emergono al sentire sbattere la porta e si scambiano espressioni interrogative. Walter saluta (era a letto con la bombetta in testa) e va nello spogliatoio. Alistair si ricaccia sotto.

Da fuori si sentono le voci di Linda e Joanna.

Linda                         Ne sei certa. (beauty case)

Joanna                      Cara! Henry se n’è andato da un secolo.

Linda                         Ti assicuro che venendo qui, quasi lo scontro.

Joanna                      Henry? Dove?

Linda                         Giù, nell’atrio.

Joanna                      Che faceva?

Linda                         Scrutava le gambe delle passanti, al solito. Ha cercato di attaccar discorso con una, ma si è preso uno schiaffo.

Joanna                      Ne meriti uno anche tu. Hai lasciato in giro una pagina della lettera di Walter.

Linda                         Noo!

Joanna                      Philip crede che la lettera sia indirizzata a me…

Linda                         Che cara, a prenderti la colpa tu!

Joanna                      Se n’è andato… mi ha piantata.

Linda                         (drammatica) Che disastro! (dimenticando subito) In quanto al problema mio… Walter, l’hai visto?

Joanna                      Eccome, è di là. Pigliatelo e sparisci.

Linda                         No, cara. (va in camera da letto) se Philip se n’è andato, approfittiamone.

Joanna                      (seguendola) Un momento… calma.. pazienza…

Linda                         Guarda chi c’è! (strappa la coperta e alquanto sorpresa di vedere Alistair) Gesùù!

Alistair                       (sollevato) Signora Lodge.

Linda                         Buona sera, Spenlow. Cosa sta arredando, là sotto? (mette il beauty case sul letto)

Joanna                      Sono fatti che non ti riguardano.

Linda                         (complimentandosi con Joanna) Oh, finalmente! Benvenuta tra noi.(ad Alistair) Lei si sentirà al settimo cielo.

Alistair                       Se le cose andassero più lisce, ma è tutto così frustrante, in questa casa… Tre mesi per lo studio del signor Markham e ce ne vorranno altrettanti per sua moglie!

Joanna                      Alistair!

Linda                         Dov’è Walter?

Alistair                       Di là!

Joanna                      Tu e il tuo Casanova… presto… portatelo via. (bussa alla porta)

Walter                        (fuori) Chi è?

Joanna                      La cameriera del piano. Esca. (Walter emerge subito)

Walter                        Crede che sia prudente… (vede Linda) Oh! Linduccia!

Linda                         Ragazzo impetuoso!

Walter                        Vale sempre?

Joanna                      Non vale più. (dà a Walter il beauty case)

Walter                        Cos’è?

Joanna                      Il premio di consolazione.

Walter                        Non possiamo rimanere?

Joanna                      Temo di no… troppe prenotazioni.

Walter                        Già che siamo qui, potremmo venire ad un compromesso.

Linda                         Per esempio?

Walter                        Beh, c’è posto per tutti e quattro.

Alistair                       (balzando fuori dal letto) Un’orgia! Gesù!

Walter                        Peccato! Già che siamo qui, voglio dire.

Joanna                      Il lavoro d’equipe non mi va.

Alistair                       C’è l’ufficio. (vanno verso il salotto)

Walter                        Ufficio?

Alistair                       Al pianterreno.

Linda                         Stupendo.

Walter                        E tuo marito?

Linda                         A quest’ora in ufficio non c’è più nessuno. (si avviano)

Walter                        Un momento… sarà chiuso.

Linda                         Ho la chiave. (a Joanna) Vedo che ci hai soffiato lo champagne. Walter Dilettissima, non ti preoccupare. Sono venuto preparato! Champagne, spazzolino da denti, dentifricio, lozione dopo barba…

Alistair                       (spingendoli nel salotto) L’inventario finitelo giù.

Linda                         (a Joanna) Che cari! Così impazienti, tutti e due!

Alistair                       Bye bye.

Walter                        Au revoir! (stringe la mano ad Alistair)

Alistair                       Addio. (dopo pausa) Beh, loro sono sistemati, ora a noi! Dov’eravamo rimasti?

Joanna                      Alistair… sono desolata, ma… mi sono sbollita.

Alistair                       No! !

Joanna                      Non le tira un respiro di sollievo?

Alistair                       No. In principio ero un po’… freddino, ma poi ho cominciato a scaldarmi.

Joanna                      Oh!

Alistair                       Sbollita molto?

Joanna                      (incerta) Discretamente.

Alistair                       La credevo entusiasta quando suo marito ha dichiarato che a lui non gliene importava niente. Dopo tutto mi ha offerto il suo pigiama, il suo letto e lei. E quando è uscito… in cerca di avventura, e l’ha chiamata sgualdrina…

Joanna                      Sto bollendo, di nuovo! (va decisa in camera da letto)

Alistair                       Urrah!

Joanna siede sul letto e prende il bicchiere di champagne mentre Alistair la segue, tutto contento. Chiude la porta con un calcio e vi dà un giro di chiave. Nel raggiungere il letto fa un saltino e piomba sul letto accanto a Joanna. Lo champagne spruzza in alto e finisce in grembo a Joanna, che balza in piedi e si scuote la veste.

Joanna                      Devo togliermela.

Alistair                       Era forse contraria? (Joanna va nello spogliatoio) Diamole tempo e si asciugherà. (esce seguendola nello spogliatoio)

Scena 3a

La testa di Philip fa capolino dall’ingresso, guarda in giro, poi entra in salotto in punta di piedi. Passa davanti ai pantaloni di Alistair sul divano senza farci caso, poi ha una reazione a scoppio ritardato. Li raccoglie.

Philip                         Porco! (li butta per terra, va per aprire la porta, ma la trova chiusa) Porcone! (si inginocchia per poter vedere dal buco della serratura)

Silvia                          (entra in quel momento, sempre in camicia da notte. Si avvicina alla porta, arrabbiata, poi si ferma al vedere Philip) Signor Markham!

Philip                         (raddrizzandosi) Ma che diavolo… la credevo fuori.

Silvia                          Non so che sta succedendo, in questa casa…

Philip                         Io lo so, e preferirei non saperlo. In camicia da notte!

Silvia                          (presa in contropiede) Speravo in molte ore di letto.

Philip                         A quest’ora?

Silvia                          (cercando scusanti) Sento il bisogno di fare una bella riposata.

Philip                         La farà, se continua ad andare in giro così. Via, se ne torni in camera sua.

Silvia                          Signor Markham, dovrebbe smettere di guardare. (indica il buco della serratura)

Philip                         (pieno di dignità) Vada in camera sua, e lasci che gli affari miei me li amministri da me.

Silvia                          (decisa) Allora è tempo che lei sappia che quel che sta succedendo di là non è molto edificante.

Philip                         Altro che edificante!

Silvia                          (quasi in lacrime) Sono a letto!

Philip                         Lo so.

Silvia                          Col suo pigiama!

Philip                         Lo so! Se ne torni in camera sua.

Silvia                          Uno in pigiama, l’altro in bombetta. (esce)

Philip                         Bombetta?

                        Dallo spogliatoio entra Alistair con la vestaglia sul braccio, cantando “ANCHIRS AWEIGH” (canto marinaresco come per dire: ”Su le ancore, si salpa”) che finisce con una melodia senza parole. Appena sente cantare, Philip si precipita ancora al buco della serratura, ma Alistair butta la vestaglia sul letto, si toglie la giacca del pigiama e l’appende sulla maniglia della porta, bloccando la visuale. Philip, mentre Alistair va allo specchio e si ammira, cerca di guardare dalle fessure, ma senza successo.

Alistair                       (battendosi il petto) Sensualità… nudità!

Philip                         (intende che questa frase sia rivolta a Joanna e cerca furiosamente di vedere da sotto la porta)

Alistair                       (va al letto e decide di assaggiarne le molle; vi si distende sopra, sobbalzando su e giù. Mentre rimbalza) Sì, sì… Sì!!!!

Nella impossibilità di vedere, Philip ascolta, sulle braci. Alistair mette di rimbalzare e batte il materasso con forza col palmo della mano.

Alistair                       Formidabile! Che goduria!

Philip, ancor più angosciato, fa un giro svelto per la stanza, per scaricare i nervi. Decide di sfondare la porta con un calcione dato in rincorsa: sta per darlo, ma suona la porta d’ingresso e il piede gli rimane in aria, procurandogli una fitta alla schiena.

Alistair                       (al sentir suonare, allarmato, si alza. Contrariato) Quel cretino di Walter Pangbourne.

Alistair afferra la giacca del pigiama e se la infila. Si infila la vestaglia e toglie il giro di chiave alla porta. Philip si appiattisce dietro la parete, mentre Alistair si affretta nel salotto, sventolando le braccia sforzandosi di infilarsi la vestaglia; Non vede Philip, va ad aprire. Philip sguscia in camera da letto, pronto a dirne due a Joanna.

 

Philip                         Fuori! Avanti! Parla! Che diavolo, voi due… (si interrompe non vedendo nessuno. Guarda intorno, vede le tende tirate) Ah… (apre di botto le tende, quando Joanna chiama, fuori scena)

Joanna                      Alistair, era la porta?

(Philip, preso dal panico, si nasconde dietro le tende, le chiude, mentre Joanna entra indossando un’altra vestaglia)

Scena 4a

 

Miss Smythe            (fuori) Le chiedo scusa di importunarla a quest’ora…

Joanna                      (va in salotto, chiudendo la porta, mentre Alistair entra con miss Smythe. Ha circa 45 anni, vaga “campagnola”, ha una borsa di cuoio e una borsetta)

Alistair                       Beh… non è il momento più adatto… 

Miss Smythe            Ho telefonato due volte. 

Alistair                       Davvero?

Miss Smythe            (vedendo Joanna) La signora Markham?

Joanna                      Sì, e lei è…

Miss                           Smythe Miss Smythe.

Joanna                      Ma certo… ha telefonato.

Miss Smythe            Due volte e sono un po’ arrabbiata qui, con suo marito.

Joanna                      (cercando) Dove?

Miss Smythe            Col signor Markaham. (indica Alistair)

Joanna                      … oh… sì!

Miss Smythe            Aveva promesso di chiamarmi al Claridges.

Alistair                       Al Claridges?

Joanna                      Al Claridges.

Miss Smythe            Sì al Claridges. Scendo sempre al Claridges quando vado a Londra. E’ l’unico albergo, non le pare? Ma ci resto poco per via dei cani. (ride, gongola) Non coi cani al Claridges, naturalmente. Non ci ho mai visto cani, in quell’albergo, adesso che ci penso. I miei sono in campagna, nel Norfolk. Conosce il Norfolk, signor Markham?

Alistair                       Non intimamente.

Miss Smythe            Meraviglioso pei cani, con quell’aria pura che arriva dal fiume. Ho un boxer, diciotto cockers e questo che è il mio beniamino.

Alistair                       Caspita!

Miss Smythe            Cara la mia gioietta! (fa delle moine al cagnetto. Di colpo, guardando Alistair, si rende conto del suo abbigliamento inconsueto) E’ in pigiama!

Alistair                       Lo so.

Joanna                      Per telefono ha accennato ad un suo libro.

Miss Smythe            Sì, l’ho qui. (di nuovo ad Alistair) Anch’io sono del parere che per ogni clima l’abbigliamento adeguato. Pigiama… ideale per queste serate calde. Si sta bene fuori… caldo.

Alistair                       Qui un po’ meno.

Miss Smythe            Poi ho riprovato, ma era sempre occupato. Dovete avere un bel da fare, qui.

Joanna                      Può dirlo! (forte)

Miss Smythe            Mi dispiace di averla importunata, ma lui aveva promesso di richiamarmi.

Joanna                      Perché non hai richiamato, darling?

Alistair                       (irritato) Perché stavo andando a letto, darling.

Joanna                      Darling. (poi a Miss Smythe) Lo perdoni, stasera non è lui. (ride e cerca di avviare Miss Smythe all’uscita) Non può tornare domattina?

Miss Smythe            (rientrando) Sarò già nel Norfolk con i miei tesori. Parto stanotte.

Joanna                      Non vorrei farle perdere il treno. (la spinge fuori di nuovo)

Miss Smythe            (non dandosi per vinta) Ho tutto il tempo. Voglio che il signor Markham legga il mio libro. (prende il manoscritto dalla borsa di cuoio)

Joanna                      (prendendolo) Vedrò di darglielo.

Miss Smythe            (non capendo) Darglielo?

Joanna                      (in fretta lo dà ad Alistair) Ecco fatto.

Miss Smythe            Vorrei che lo facesse stanotte.

Alistair                       Ho altre cose da leggere.

Joanna                      (in fretta) Ci faremo vivi noi, tra una settimana o due.

Miss Smythe            (delusa) Una o due settimane! Io speravo di concludere prima di tornare in campagna. Non mi piace lasciare soli i miei cani più del necessario, sebbene siano curati alla perfezione, anche quando non ci sono io. (ad Alistair) Sono fortunata, sa. Non le ho detto che ho un uomo che mi “fa”?

Alistair                       No.

Miss Smythe            Pessimo! Non l’uomo che mi “fa”; ma l’editore, e lo voglio cambiare. Gli editori, non si offenda se…

Alistair                       Nessuna offesa.

Miss Smythe            Credevo non sarebbe stato difficile trovarne un altro.

Joanna                      (aguzzando finalmente le orecchie) Un altro?

Miss Smythe            Dato il grande successo del mio Bau, Bau, Bau.

Joanna                      (ridendo educatamente) Beh.. se lei fosse Oliva Henriett… (di colpo realizza che è lei) Smythe! (afferra il manoscritto e legge ad Alistair il titolo, a mezza voce) “Seguito delle Avventure di Bau, Bau, Bau e del Piccolo Woofer”.

Alistair                       (senza espressione) Già.

Joanna                      Lui credeva che lei avesse un editore.

Miss Smythe            Lo avevo, fino a ieri. Ma ora si dedica alla letteratura oscena e io me ne sto cercando un altro.

Joanna                      (avida) Per tutta la serie futura dei Bau, Bau, Bau?

Miss Smythe            Sempre che il signor Markham se la senta…

Joanna                      Uuh! Se se la sente! Se ha la bontà di attendere nel suo studio, vedrà che mio marito, una volta vestito, se la sentirà ancora di più.

Miss Smythe            (mentre Joanna la spinge nello studio) Voglio soltanto sapere se la cosa gli interessa, per parlare brevemente di percentuali, opzione, eccetera.

Joanna                      Gli conceda un momento per vestirsi. E’ una regola fissa… non discutere d’affari in pigiama.

Miss Smythe            Ecco… lo preferirei anch’io… basta che faccia presto… (Miss Smythe va nello studio e Joanna chiude la porta)

Alistair                       Ma si può sapere che cos’è tutto questo?

Joanna                        Un milione di sterline l’anno. Vada di là e si rivesta. (prende i pantaloni e lo spinge in camera da letto)

Alistair                       Vorrebbe dire che il nostro giochetto è finito?

Joanna                      Se ne può riparlare più tardi. Presto! (apre la porta e lo spinge in camera da letto e lo segue)

Alistair                       Tutto succede così all’improvviso, in questa casa!

Joanna                      Non parli… si sfili il pigiama e faccia quel che le dico io.

Scena 5a

Philip fa capolino dalla tenda. Joanna comincia a sbottonare la giacca del pigiama ad Alistair.

Alistair                       (ride) Mi fa solletico. (sbottonandosi) Farò una figura ridicola.

Joanna                      Niente affatto. Philip mi ha insegnato molte cosette.

Philip                         (bollendo di rabbia, apre con uno strappo la tenda. Nel farlo) Ahhh!

Joanna fa un giro completo su se stessa e Alistair vorrebbe scappare, ma si trova la strada sbarrata da Philip.

Joanna                      Darling, ho una sorpresa meravigliosa.

Philip                         Ah, sì!

Alistair                       Io me ne vado.

Philip                         Zitto! (Alistair si blocca)

Joanna                      Philip… c’è una persona…

Philip                         (insistendo) Sono esterrefatto da quello che ho visto stasera.

Joanna                      Cos’hai visto?

Philip                         Niente, appunto! Perché lui ha coperto il buco della serratura.

Alistair                       Guardato dal buco, di nuovo?

Philip                         Zitto! (Alistair si blocca di nuovo) Mi ha impedito di vedere, ma non di sentire!

Joanna                      Così hai sentito?

Philip                         Il rumore delle molle.

Joanna                      Il cosa?

Philip                         Il su e giù del mio letto.

Alistair                       Mi allenavo.

Philip                         Su mia moglie?!

Alistair                       Sul suo letto.

Philip                         Peggio ancora!

Joanna                      Sei uno stupido, darling!

Philip                         Stupido, hai ragione. Stupido: stupido di aver dedicato i migliori anni della mia vita ad una sgualdrina.

Joanna                      (senza arrabbiarsi) Chi è? La conosco?

Philip                         Non fare la spiritosa, ti prego. Lo spirito tienilo per la tua checca.

Alistair                       Se mi chiama ancora così… (alza il braccio a pugno chiuso, minaccioso)

Joanna                      Alistair! Per favore! Ci sono cose più importanti in questo momento!…

Alistair                       Se c’è una checca qui, è lui!

Joanna                      Come si permette! Siamo sposati da dodici anni e… (si arresta) Philip, non è vero, eh?

Philip                         Certo che non è vero. (ad Alistair) E non cambi discorso. Stiamo parlando della sua deplorevole condotta e dell’indecente lettera che ha scritto a mia moglie.

Alistair                       E’ anche picchiato.

Joanna                      Darling, Philip… non l’ha scritta lui e non era diretta a me.

Philip                         (sarcastico) Ci credo!…

Joanna                      Era scritta a Linda, ma non ho potuto dirtelo perché Henry era presente.

Philip                         E tu speri che io la beva.

Joanna                      E’ la pura verità, la lettera era indirizzata a Linda, e io ti sono sempre stata fedele.

Philip                         Allora perché lo spogliavi, un minuto fa?

Alistair                       (saltando fuori dal letto) Sono contento che lo chieda…

Philip                         Zitto! (Alistair salta di nuovo nel letto. A Joanna) Perché ti sei spogliata se non era per andare a letto con lui?

Joanna                      Era per andare a letto, con lui!

Philip                         Lo sapevo! L’avrei giurato. Abbandonata al sesso!

Joanna                      Tu mi hai abbandonata da secoli.

Philip                         Io?! Se non mi sono ancora tolto le scarpe che tu dormi già!

Joanna                      Perché non ti assicuri che dorma veramente?!

Philip                         Credevo che avessi perso interesse!

Joanna                      Ebbene, non l’ho perso!

Philip                         (tenero all’improvviso) Oh, mia piccola Jo-Jo.

Alistair                       Caspita!

Philip                         (voltandosi verso Alistair) E lei ha la sfrontatezza di sfoggiare il suo torso nudo, davanti a mia moglie.

Joanna                      Si preparava per andare da Miss Smythe, nello studio.

Philip                         Ehm? Che fa, sta creando un nuovo movimento?

Joanna                      La Miss Smythe che aveva telefonato. Oliva Herriet Smythe.

Philip                         (colpito) Oliva Herriet…?

Joanna                      Il suo editore si dedica alla pornografia e lei vuole affidare i suoi futuri Bau, Bau, Bau a te.

Philip                         (avido) Eh?

Joanna                      A cominciare dal “Seguito delle Avventure di Bau, Bau, Bau e del Piccolo Woofer”.

Philip                         (tremando dalla gioia) I libri di Bau, Bau, Bau! Vuole che pubblichi… E’ fantastico per noi! (rivolto ad Alistair, tutto eccitato) Ha sentito! Vuole che pubblichiamo i libri di Bau, Bau, Bau. Peter Pooch, Big Woofer, Little Woofer.

Alistair                       Zitto!

Philip                         (a Joanna) Darling… sei un fenomeno! (l’abbraccia d’impeto e la fa volteggiare in alto, poi lancia un’occhiata ad Alistair) Con lei faccio i conti dopo. Ora devo andare a conoscere Miss Smythe.

Joanna                      (trattenendolo per un braccio) Non puoi.

Philip                         Perché?

Joanna                      Perché la conosci già.

Philip                         Mmmm?

Joanna                      Crede che Alistair sia tu!

Philip                         Alistair?!

Alistair                       Quando è entrata, sua moglie e io stavamo per andare a letto.

Joanna                      Ma non avremmo fatto niente.

Alistair                       Grazie della notizia.

Joanna                      E’ successo che Alistair si è messo a parlare con Miss Smythe del contratto…

Philip                         Non permetterò mai che contratti importanti vengano discussi da un arredatore. (va in salotto seguito da Joanna e Alistair)

Joanna                      Beh… tu ormai non puoi farli.

Philip                         Incaricherò Henry.

Joanna                      Credevo che fosse al ristorante.

Philip                         Macché… è giù all’angolo, a guardare le gambe delle passanti. (esce. Pausa. Joanna ed Alistair entrano in salotto mentre dallo studio emerge Miss Smythe)

Scena 6a

 

Miss Smythe            Non si sarà scordato di me… Oh, ancora in pigiama.

Alistair                       Ancora.

Joanna                      Deve scusare, ma non riesco a farlo vestire. (Joanna la spinge nello studio)

Miss Smythe            (si ferma, andando verso Alistair) Ma si è reso conto dell’importanza di questo affare?

Joanna                      Tanto importante che ha mandato a chiamare il suo socio, il signor Lodge.

Miss Smythe            Non occorre. Tra me e il signor Markham si è stabilita una corrente d’intesa, di simpatia, come tra me e i miei cani.

Alistair                       Grazie infinite.

Miss Smythe            Ma se non ci tiene ad occuparsi dei miei libri…

Joanna                      Ci tiene, ci tiene… eccome… ma… lo sa com’è lui! (la spinge di nuovo nello studio)

Miss Smythe            Com’è?

Joanna                      Beh, non è facile parlare d’affari quando si hanno altre cose per la testa.

Miss Smythe            Per esempio?

Joanna                      La… la nostra.. luna di miele.

Miss Smythe            (felice) Luna di miele?

Alistair                       Gesù! (sprofonda sul divano)

Miss Smythe            Quando?

Joanna                      Stamattina.

Miss Smythe            (corre da Alistair) Rallegramenti.

Alistair                       Grazie.

Miss Smythe            (stringendogli la mano) Non me lo aveva detto.

Alistair                       Non me lo aveva chiesto.

Miss Smythe            Adesso capisco perché siete.. tutti e due… in… (risolino) Forse mi conviene vedere il signor Lodge.

Joanna                      Se può attendere nello studio…

Miss Smythe            Certamente. Non sono sposata, ma adoro gli sponsali. Sempre damigella d’onore, io.

Alistair                       Anch’io. (suona la cicala)

Miss Smythe            Cos’è?

Joanna                      Dall’ufficio... giù dabbasso. (per un momento non sa che pesci pigliare)

Miss Smythe            Non risponde?

Joanna                      Sarà per te, darling. Io accompagno Miss Smythe nello studio.

Miss Smythe            Speriamo che il signor Lodge non tardi. Per via del mio treno. (Joanna la spinge nello studio. La cicala continua a suonare)

Alistair                       (risponde) Pronto… Oh, Walter… No, non ha interrotto niente… Dov’è la teiera? Ma non vi basta lo champagne? Si blocca se non beve il suo tè?? Beh… bella fregatura. La signora Markham è occupatissima e io non so dove la tiene, la teiera. Provi a darle un po’ d’acqua fresca.

Scena 7a

Mentre Alistair mette giù il ricevitore, entra Silvia dall’ingresso. Si è tutta rivestita e, arrabbiata, va dritta verso la camera da letto. Alistair la vede.

Alistair                       Darling!

Silvia                          (si volta) Venivo proprio a cercare te.

Alistair                       Perché non mi hai aspettato in camera tua?

Silvia                          Perché non voglio più saperne di te.

Alistair                       Silvia…

Silvia                          Ho visto che cosa facevi in camera da letto.

Alistair                       Fulmini e maledizioni! Non hai capito tra le righe…

Silvia                          Anche troppo ho capito. Come hai potuto?

Alistair                       Non è roba seria.

Silvia                          Non è seria!

Alistair                       Solletichii, titillii… Un colpo al cerchio, un colpo alla …

Silvia                          Ah.

Alistair                       Quando una creatura come quella ti si offre…

Silvia                          Oh! (esce furibonda in camera sua)

Alistair                       Silvia, ascolta… (sta per seguirla, ma suona il telefono. Afferra il ricevitore) Pronto… No, il signor Markham non c’è, chi lo vuole… La Polizia?… Il signor Lodge è trattenuto lì per essere interrogato?… Cos’ha commesso?… Ah. (risolino) Sta bene. (rimette giù)

Philip                         (irrompe dall’ingresso) Non lo trovo da nessuna parte, Henry.

Alistair                       Deve farlo uscire.

Philip                         Va bene. Uscire?!

Alistair                       Garantire per lui. Libertà provvisoria. E’ alla Polizia.

Philip                         Accusato di…?

Alistair                       Di importunare per strada. (esce nell’ingresso in fondo a destra)

Philip                         Oh, no!

Joanna                      (irrompe dallo studio e chiude la porta) Sei riuscito ad acchiapparlo… Henry?

Philip                         Qualcuno l’ha fatto, prima di me.

Joanna                      Tra quanto sarà qui?

Philip                         Tra quattro settimane, se gli va bene. (corre in camera da letto)

Joanna                      (andandogli dietro) Quattro settimane? Cosa sta tramando?

Philip                         (prende l’elenco telefonico, cerca il numero della Polizia locale) La polizia. L’hanno preso. Devo garantire per lui.

Joanna                      Miss Smythe è più importante di Henry e aspetta di là, impaziente.

Philip                         Vai a farle compagnia, sistemo qui e sono subito da lei.

Joanna                      Non puoi! Lei crede che Alistair sia tu.

Philip                         Va bene… vuol dire che io sarò Henry.

Joanna                      Ma del suo ramo non sei pratico…

Philip                         Imparerò. Falle compagnia, falla chiacchierare.

Joanna                      Non riesco a farla tacere. Mi ha raccontato tutto della famiglia del suo Bau, Bau, Bau e l’albero genealogico, dai trisnonni ai piccoli Baby Yappy. (si avvia allo studio, chiudendo la porta della camera da letto)

Scena 8a

Philip, che finalmente ha trovato il numero, comincia a formarlo quando entra Miss Wilkinsons. E’ una ex debuttante sui 27 anni, molto bellina, con grandi occhiali a tartaruga. Guarda in giro, inquisitiva, poi viene nel salotto.

Miss Wilkinson        (chiamando sottovoce) Signor Lodge? (guarda la stanza ed è ovvia la sua ammirazione. Poi va alla porta della camera da letto) Signor Lodge? (apre la porta e vede Philip, che alza gli occhi) Oh!

Philip                         Oh!

Miss Wilkinson        Hallo.

Philip                         Hallo. (al telefono) Mmm… va bene, richiamo io. (mette giù il ricevitore. A Miss Wilkinson, credendo che sia Miss Smythe) Mi scusi, sarà stufa di aspettare.

Miss Wilkinson        (un tantino sorpresa) No, no. Lei è il signor Lodge, vero?

Philip                         (in fretta) Certo, chi altri se no? Henry Lodge, socio senior della Lodge e Markham. Non so dirle quanto mi alletti la prospettiva di averla sotto la mia tutela…

C’è una pausa durante la quale Miss Wilkinson soppesa il modo rapido e brusco di questo approccio.

Miss Wilkinson        Non le piace perdere tempo, eh?

Philip                         No. Le confesso che la trovo molto, ma molto più giovane di quanto mi aspettassi.

Miss Wilkinson        (sconcertata) Grazie. Forse al telefono sembro più vecchia.

Philip                         (anche lui sconcertato) Forse. E ora, se vogliamo concludere…

Miss Wilkinson        Francamente!… Mi aspettavo di conoscerci un po’… una chiacchieratina, un whisky…

Philip                         Beh, se proprio ci tiene, un bicchiere di champagne, alla svelta… (riempie due bicchieri di champagne) Ed ora deve dirmi, in tutta sincerità, per quanto tempo è disposta a legarsi a me.

Miss Wilkinson        Non ho capito be…

Philip                         Tre anni. Vorrei… per cominciare.

Miss Wilkinson        Tre anni?

Philip                         (in fretta) Ma se non la soddisfo, può lasciarmi dopo sei mesi. Cin cin!

Miss Wilkinson        Cin cin! Ha molto successo con questi approcci così… espliciti?

Philip                         (confidandosi) Beh, in tutta franchezza, stasera è la prima volta.

Miss Wilkinson        (sorpresa) Prima… mai?

Philip                         (assente col capo) Mai. Ma le prometto una cosa: sarà trattata con la massima deferenza. La supplico… dica di sì.

Miss Wilkinson        Signor Lodge: sono qui solo da pochi minuti!

Philip                         Ma non sarebbe venuta se in cuor suo non avesse già deciso. (Miss Wilkinson può soltanto stringersi nelle spalle a tanta sfrontatezza) Non so che cosa sarebbe per me!

Miss Wilkinson        Beh, fa piacere sentirselo dire.

Philip                         Deve dirmi un bel sì: poi scendiamo nei dettagli.

Miss Wilkinson        E allora vada per il “sì”. (gli restituisce il bicchiere)

Philip                         Magnifico! Stupendo! Peccato che sia tutto così precipitato. (prende il bicchiere e lo posa, assieme al suo)

Mentre Philip si volta, Miss Wilkinson con un movimento rapido si tira giù la chiusura lampo e sorge dal vestito.

Philip                         Le assicuro la mia costante e devota attenzione. Si tratta solo di scrivere… (si volta, rimane di sasso. Miss Wilkinson appoggia il vestito, si toglie le scarpe e si infila nel letto. Per dieci secondi a Philip la testa gira come un mulinello) (poi, finalmente) Si sente male?

Miss Wilkinson        Benissimo. (sotto le coperte si è tolta il reggipetto che lascia cadere accanto al letto)

Philip                         Solo stanca?

Miss Wilkinson        (si dibatte sotto le coperte per togliersi gli slip che lascia cadere a sua volta accanto al letto) Se va di fretta, si spogli e salti dentro. (con la mano picchietta il materasso)

Philip                         Signora, le dispiace se ci limitiamo ai… libri?

Miss Wilkinson        Credevo che volesse andare oltre.

Philip                         Affatto. Voglio dire, non immaginavo che lei… ecco, devo solo parlare del Piccolo Woofer.

Miss Wilkinson        Del piccolo cosa?

Philip                         E delle sue avventure.

Scena 9a

Dall’ingresso entra a lunghi passi Henry, come un forsennato. Philip borbotta parole inutili. Si ferma dietro a Philip.

Philip                         E quando avremo tempo ci sarà molto ancora da discutere: opzioni, diritti esteri, e il genere di illustrazioni che preferisce. (Miss Wilkinson lo fissa, sconcertata. Adesso Henry gli è accanto) Se lei è d’accordo, vorrei vedere il suo Bau Bau sfruttato al massimo! Sulle scatole di caramelle… sui vasetti di marmellata…

Henry                         Philip! (Philip è così stupito che salta sul letto. A Miss Wilkinson) Mi dispiace interrompere… ehm… ma ho qualcosa da dire al mio socio.

Philip                         (esce dal letto, prendendo in mano vestito, reggipetto e slip mentre parla) Non interrompi niente. Stavamo solo discutendo le clausole del contratto. La signorina Smythe.

Henry e Miss

Wilkinson                 (insieme) Smythe?

Philip                         Oliva Herriet Smythe.

Henry                         Lei è Oliva Herriett Smythe?

Miss Wilkinson        No. Sono Felicity Jane Wilkinson.

Henry                         Wilkinson?!

Philip                         Wilkinson? (Henry si volta lentamente e guarda Philip che si rende conto del malinteso) Temo di aver fatto un paio di minuscoli errori… Prima di tutto, madame, posso presentarle il signor Lodge?

Miss Wilkinson        Mi ha detto di essere lei il signor Lodge.

Philip                         Primo errore. (a Henry) Ho scambiato Miss Wilkinson…

Henry                         (in fretta) Secondo errore.

Miss Wilkinson        Se il signor Lodge è lei, questo chi è?

Henry                         Il mio socio senior.

Miss Wilkinson        Con quella chiacchiera dovrebbe essere il presidente.

Henry                         (a Philip) Cos’hai fatto?

Philip                         Volevo scambiare due parole.

Henry                         (chiaro) E l’hai cacciata a letto.

Philip                         Sì… no. Dovevamo discutere del suo libro.

Henry                         Il Kama Sutra?

Philip                         Ma no, il Bau, Bau.

Henry                         Vuoi dire il famoso Bau, Bau, Bau?

Philip                         Se firmiamo con Miss Smythe pubblicheremo tutto noi.

Henry                         (eccitato) Il nonnino Growl? Baby Yappy? Peter Copch?

Philip                         Tutta la famiglia dei Woofer.

Miss Wilkinson        Ma dove mi trovo, in un canile?

Henry                         Le chiedo scusa, ma per una volta, il signor Markham ha superato se stesso.

Philip                         Per carità.

Henry                         Questo fa pari pari i tuoi errori passati. Se concludiamo l’affare il nostro futuro è assicurato.

Miss Wilkinson        Ma non il mio! Uscite, vi prego, mi vesto… (è in piedi davanti al letto, con davanti il lenzuolo che la copre)

Henry                         La supplico… aspetti! Non ho ancora potuto dirle che lei è una bellezza straordinaria. Proprio come l’avevo immaginata.

Philip                         Ci credo!

Scena 10°

Joanna                      (si affaccia dallo studio e chiama con urgenza) Philip!

Miss Wilkinson        (spaventata) Chi è?

Henry                         (ugualmente spaventato) Sua moglie.

Philip                         Gliela presento.

Henry                         Non ti muovere!

Joanna                      (va all’ingresso) Darling?…

Philip                         (rendendosi conto della situazione) Oh Dio!!!

Henry avvolge la nuda Miss Wilkinson nel lenzuolo e la spinge nello spogliatoio. Contemporaneamente Philip si caccia sotto la giacca reggipetto, slip e vestito di Miss Wilkinson e si avvia per impedire l’entrata di Joanna.

Joanna                      Philip…

Philip                         (entrando e chiudendo la porta dietro di sé) Cosa vuoi? Cosa vuoi?

Joanna                      O te o Henry.

Philip                         Per cosa? Per cosa?

Joanna                      Per darmi una mano con quella disgraziata e i suoi “woofers”

Philip                         Mai toccati, mai toccati! (a scoppio ritardato) Ah… Miss.. Miss Miss… ehm… sì…

Joanna                      Per Henry tutto a posto? (intanto Henry rientra con Joanna di spalle)

Philip                         Mai toccati o mai toccato! (entra Henry)

Joanna                      Ma ti ha … (vede Henry) Ma non eri in prigione?

Henry                         Han dovuto mollarmi.

Philip                         Fortunato!

Henry                         Costoso!

Joanna                      Non dirmi che hai allungato altri due scellini!

Henry                         Venti sterline, ho speso.

Joanna                      (a Henry, ignorando Philip) Vado da miss Smythe a dirle che sei qui. (esce a sinistra)

Philip                         (si precipita vicino a Henry e gli parla quasi furtivamente) Che ne hai fatto della ragazza?

Henry                         Stai tranquillo, a male non va; è nell’armadio della biancheria.

Philip                         Per carità, liberatene!

Henry                         Dopo tutti i tuoi preparativi magistrali?

Philip                         Involontari. Devi occuparti di Miss Smythe.

Henry                         Tanto per sapere… perché ha lasciato il vecchio editore?

Philip                         Perché si stavano dedicando un po’ troppo al sesso.

Henry                         (lancia un’occhiata verso la camera da letto) Accidenti!

Philip                         Proprio così. Prima cosa, liberati di Miss Wilkinson.

Henry                         Più semplice liberarsi di Miss Smythe. La faccio firmare su carta intestata.

Philip                         Buon’idea. Corri in ufficio a prenderne. (lo spinge nell’ingresso)

Henry                         In ufficio? Corro.

Henry esce. Philip tira un sospiro di sollievo e si sbottona la giacca. Vestito, reggipetto e slip cascano per terra, mentre la porta dello studio si apre ed entra, all’indietro, Miss Smythe parlando a Joanna. Philip afferra gli indumenti e si precipita al bar facendo scorrere la porta, non visto dalle signore.

MissSmythe            (entrando)… è questa la ragione della grande popolarità dei miei libri… perché sono veri… basati interamente sui miei cagnolini.

Joanna                      Ci credo, ci credo. (si guarda in giro, in cerca dei due uomini)

MissSmythe            Oggigiorno ai bambini non sfugge niente. Se io, inavvertitamente, do a Peter Pooch una delle caratteristiche di Little Woofer, ricevo migliaia di lettere di protesta.

Joanna                      (aprendo la porta della camera da letto) Philp… Henry… (vede le scarpe di Miss Wilkinson, le raccoglie e aggrotta leggermente la fronte)

MissSmythe            Ha perduto di nuovo i due uomini?

Joanna                      No no. (si stringe nelle spalle e molla le scarpe sul letto)

Scena 11a

Alistair                       (entra dal fondo sinistra) Ha visto la signora Markham?

Miss Smythe            Sì. E’ in camera… (indica la camera da letto)

Alistair                       (a Joanna, parlandole da lontano) Vado fuori!

MissSmythe            Fuori?!

Joanna                      (si precipita in salotto) Fuori?!

Alistair                       Porto fuori Silvia.

Joanna                      (in fretta) No, darling! Philip, Philip, darling! (poi gaia a Miss Smythe) Vuol portare fuori Silvia. E’ la nostra au pair. E’ così buono con lei! (ad Alistair) Ma… hai scordato che Silvia è già fuori, Philip. Tu e il Lodge dovete restare qui a firmare il contratto perché Miss Smythe possa prendere il suo treno per Norfolk e raggiungere i suoi tesorini.

MissSmythe            Mi piace il suo modo di esprimersi, signora Markham.

Alistair                       Lascio far tutto al signor Lodge, ho cose migliori da fare stasera.

Joanna                      Darling! (a Miss Smythe) Deve perdonare ad Alistair.

MissSmythe            Ma certo… (confusa) Alistair? (Joanna ed Alistair si guardano)

Joanna                      Alistair è il nostro cane.

MissSmythe            (deliziata) Non mi ha detto che avevate un cane!

Alistair                       Daccapo!

MissSmythe            Dov’è? Permette ad Alistair di conoscere la zia Oliva?

Joanna                      Non si sente bene.

MissSmythe            Povero santo!

Joanna                      In genere viene a dar la zampina, ma stasera non vorrei disturbarlo. E’ nella sua cuccetta, col musino caldo caldo.

MissSmythe            Povero angelo.

Joanna                      Si rimetterà… intanto si accomodi e beva qualcosa.

MissSmythe            E’ molto gentile da parte sua… poco poco poco.

Joanna                      Per festeggiare il contratto.

MissSmythe            E la vostra luna di miele! (risolino)

Joanna                      (a Miss Smythe) Cosa preferisce?

MissSmythe            Cosa mi offre?

Joanna                      C’è in po’ di tutto.

Fa scorrere la porta del bar e aprendola si trova faccia a faccia con Philip che è lì in piedi, si è tolto la giacca e si è messo un canovaccio a mo’ di grembiule, fa del suo meglio per sembrare un cameriere e quando se ne ricorda, cammina duro e impettito.

Joanna                      Che diavolo stai facendo lì?

Philip                         Ho quasi finito, madame. (esegue, chiudendo la porta)

Joanna                      (a Philip) Mi sembrava di averle detto che poteva uscire.

Philip                         E’ la verità, madame, ma prima volevo asciugare i bicchieri.

MissSmythe            Oh… e lui che fa? (Joanna e Philip si guardano)

Joanna                      E’ il nostro cameriere.

Philip                         (a Joanna) Buona notte, madame. (le stringe la mano)

MissSmythe            (sorpresa) Buona sera.

Philip                         (freddo ad Alistar) Buona notte, monsieur.

Joanna                      (ad Alistair) Ordina qualcosa, darling…

Alistair                       Oh. Già… ehm…

Philip                         (digrignando i denti) Cosa desidera bere, monsieur?

Alistair                       Beh… vogliamo tutti qualcosa, signor Mar-mar-tini per me. E lei, signora Mar… mar… darling?

Joanna                      Bitter lemon e gin, per favore, darling.

Alistair                       Ottimo, darling. (a Philip) Ha capito?

Philip                         Sissignore. Un martini e un gin con bitter lemon.

Alistair                       Perfetto. (A Miss Smythe) E lei, darling? Voglio dire Miss Miss Miss…

MissSmythe.           Smythe.

Alistair                       Smythe.

MissSmythe            Sherry.

Alistair                       Sherry.

Philip                         À votre service. . (Philip esce dal bar)

MissSmythe            Ha un’aria molto sofisticata.

Alistair                       E’ un’aria insolente, se lo chiede a me.

Joanna                      Modera le tue parole, darling.

MissSmythe            Lo lasci dire, signora Markham. E’ spiegabile la sua irritabilità. E’ impaziente di riportarla a letto. (si sente rumore di bicchieri rotti nel bar)

Joanna                      (gioviale) Urrrah! Niente di rotto?

Philip                         (sporgendo la testa. Impassibile) Sei bicchieri. (sparisce di nuovo)

MissSmythe            Mentre aspettiamo il signor Lodge…

Joanna                      Chissà dov’è andato.

MissSmythe            (ad Alistair) Intanto può dirmi che genere di contratti stipulate coi vostri clienti.

Alistair                       Sconto del 20%, se la carta la fornisce il cliente.

MissSmythe            Prego?

Joanna                      (gaia) Non far lo spiritoso, darling. (a Miss Smythe) Philip vuole dire che l’editore percepisce una percentuale sui diritti di autore maturati dall’autore stesso.

MissSmythe            All’altro editore davo il 10%.

Alistair                       La imbrogliava. Noi ci contentiamo del cinque.

Joanna                      (in fretta) Bisogna che Philip sia presente!

MissSmythe            Ma è presente.

Joanna                      Oh, Philip… già. Volevo dire che Philips dovrebbe essere presente.

MissSmythe            Chi?

Joanna                      Philips. Il nostro cameriere. Philips.

MissSmythe            (ad Alistair) Confondono un po’ i due nomi, non trova?

Alistair                       Moltissimo!

MissSmythe            Non vedo cosa c’entra il cameriere.

Joanna                      Se sapesse!… (chiama) Philips!

Philip                         (compare) Madame?

Joanna                      Al bar ci penso io, lei si occupi di Miss Smythe.

Philip                         Preferirei occuparmi del signor Markham.

Alistair                       (divertendosi) Proprio così… dimezzerò la nostra percentuale.

Philip                         Ecco… se mi è permesso… perché non aspetta che arrivi il signor Lodge, il suo socio, col contratto.

Alistair                       Non occorre.

Philip                         E’ indispensabile… se mi è permesso.

MissSmythe            (ad Alistair) Il suo signor Lodge sembra alquanto introvabile.

Alistair                       Alquanto.

Philip                         Se mi è permesso…

MissSmythe            Oh Dio, che cosa c’è ora?

Philip                         So, esattamente, dove si trova il sunnominato signor Lodge.

MissSmythe            Bravo.

Philip                         E’ sceso in ufficio a prendere un modello di contratto. (si sente dal bar, di nuovo, un fragore – tutti guardano da quella parte, mentre Joanna si affaccia dal bar)

Philip                         Cos’è stato?

Joanna                      (nervosa) Niente, qualche bicchiere.

Philip                         Disgraziata!

MissSmythe            Si moderi, Philips.

Philip                         Se mi è permesso…

Joanna                      Si occupi delle bibite. (lo spinge nel bar e fa scorrere la porta)

Scena 12a

Henry                         (entra dall’ingresso, aspettandosi di trovare solo Philip) E’ il colmo! L’ufficio è chiuso da dentro.

Joanna                      Henry! Dov’eri?

Henry                         Non sono riuscito ad entrare in ufficio. Dapprima ho pensato che qualcuno stesse facendo degli straordinari.

Joanna                      Invece…?

Henry                         Ho bussato, ho picchiato, nessuna risposta.

Joanna                      Non importa. Lascia che ti presenti Miss Smythe.

Henry                         (estasiato) Mia cara Signora!

Miss Smythe            L’introvabile signor Lodge, immagino?!

Henry                         Mortificatissimo.

Joanna                      (con intenzione) Philip… naturalmente.. è già qui!

Henry                         Sì, lo so… Dov’è?

Alistair                       (per aiutarlo a capire) Salve, Henry, vecchione!

Henry                         (non afferra) Uhm?

Alistair                       (dandogli dei colpetti sulla spalla) Non ti aspettavi che sarei stato capace di discutere di contratti.

Henry                         No.

Alistair                       Il tuo caro socio, tutte moquette rosse e divani neri!

Henry                         (confuso) Ma che gli ha preso ad Alistair?

Miss Smythe            Non si agiti. Forse ha i vermi, non è niente.

Henry                         Vermi?

Philip                         (entra con tre bicchieri su un vassoio) Henry! Signor Lodge, monsieur…

Henry                         Ummm?

Joanna                      Hai visto Philips…

Henry                         Pilipps?

Philip                         Sono Philips, monsieur, il cameriere.

Henry                         Cameriere?

Joanna                      Il nuovo cameriere.

Philip                         Di nuovo tra noi, monsieur?

Henry                         Più o meno. (pensoso) E Alistair ha i vermi!

Joanna                      O cimurro.

Henry                         (sempre non capendo) Cimurro?

Joanna                      Non è mai stato un cane molto sano, Alistair.

Henry                         Ah, è un cane. Rinfrescami la memoria… che razza di cane è Alistair?

Philip                         Rognoso.

Joanna                      No no… è… è …

Alistair                       Sì?

Joanna e Alistair     (insieme) Labrador – barboncino / Barboncino – labrador .

Joanna                      Un incrocio.

Philip                         (sarcastico) Barbonlabra. Esemplari rarissimi. Mi ci vuole un Whisky.

Alistair                       Non nelle ore di lavoro, Philips. (Philip si arresta e fissa Alistair)

MissSmythe            Volete saperlo? Mai visto un esemplare Barbonlabra in vita mia!

Philip                         Sono rarissimi, l’ho detto, madame.

MissSmythe            Non riesco a immaginare che aspetto possa avere un simile incrocio. Posso dare un’occhiata alla svelta al vostro Alistair?

Joanna                      Deve stare al buio. Ha la febbre.

Miss Smythe            Povero coccolo. Philips.

Philip                         Madame?

Miss Smythe            Dovreste mettergli il termometro.

Alistair                       (si siede di botto) No.

Joanna                      Domattina viene il veterinario.

Miss Smythe            Se non è proprio indispensabile. Promettetemi di non ucciderlo.

Philip                         Non possiamo promettere niente.

Joanna                      Sono certa che Miss Smythe desidera buttar giù due righe di contratto.

Miss Smythe            Sì, perché si è fatto tardi e i miei tesori cominceranno ad abbaiare.

Henry                         Vado a prendere un modulo… dammi la chiave dell’ufficio, Philip.

Philip                         Philips.

Henry                         La chiave, maledizione!

Joanna                      (alla scrivania) Per guadagnare tempo scrivete su questa. (Prende un foglio da un cassetto e lo porge ad Henry, porgendo a Miss Smythe una penna stilografica. Henry prende la sua penna e scrive)

Miss Smythe            (ad Alistair) Sono certa che sarà chiaro e breve, signor Markham. (Alistair è immerso nei suoi pensieri. Miss Smythe gli dà una gomitatina) Signor Markham!

Alistair                       Uhm? Oh, scusi… ero a mille miglia lontano.

Miss Smythe            (un po’ sconcertata) Oh, oh… credevo che questa operazione le stesse a cuore.

Philip                         A cuorissimo, madame. Monsieur stava ruminando dentro di sé la faccenda della percentuale, che sarà quella d’uso, e la durata del contratto, che lui suggerisce di tre anni, per cominciare.

Miss Smythe            (a Joanna) In gamba, per essere un cameriere.

Henry                         (sempre scrivendo) Lei ed io possiamo firmare queste righe in attesa del contratto vero e proprio, che prepareremo al più presto.

Miss Smythe            L’unica mia preoccupazione, come ho già detto alla signora Markham, è che possiate essere coinvolti nella immoralità e nel sesso.

Philip                         Approvo!

Miss Smythe            (si guarda le dita imbrattate d’inchiostro) Oh, Dio, la penna?! (si alza) Posso andare in bagno a lavarmi le mani?

Joanna                      Ma certo.

Henry e Philip          (insieme) No!!

Miss Smythe            Oh.

Philip                         (in fretta) E’ stato ridipinto… è un caos…

Alistair                       (punto nel suo orgoglio) Niente affatto… è divino, non capisco…

Philip                         (in fretta) Silenzio! (Miss Smythe si siede e guarda sbalordita)

Joanna                      Philips!

Durante questo dialogo Philip in fretta le sussurra nell’orecchio che in camera da bagno c’è una donna nuda. L’espressione di Joanna cambia in espressione di panico.

Joanna                      Se Miss Smythe vuol lavarsi le mani non vedo perché non può servirsi della nostra stanza da bagno… è divina, bellissima… (pausa) Nuda?

Philip                         Sì, madame.

Miss Smythe            Nuda?

Philip                         Nuda di mobili.

Miss Smythe            (alzandosi) Se è solo questo… (si avvia a gran passi, ma Henry le sbarra la via)

Henry                         Primo arrivato, primo servito. (si precipita in camera da letto, chiude la porta e va nello spogliatoio)

Miss Smythe             Dove mi lavo?

Philip                         Madame può servirsi del lavabo nello studio. (le fa strada)

MissSmythe            Questo non spiega il contegno del signor Lodge.

Philip                         Deve perdonarlo, effetti di una vecchia ferita di guerra. (escono)

Alistair                       Ma cosa succede?

Joanna                      Non so bene… ma credo che Philip abbia una ragazza nuda nel bagno.

Alistair                       (ride contento) Bravo. Niente male, in una giornata sola.

Scena 13a

Linda                         (irrompe dall’ingresso, rimane in fondo alla scena) Darling… Darling!

Joanna                      Che c’è?

Linda                         L’ufficio giù sembra una stazione. Il povero Walter è in tutti gli stati. Prima gran martellare alla porta, poi il telefono interno e adesso lui, non gli posso neanche parlare.

Alistair                       Ringrazi Iddio.

Linda                         Si è smontato.

Alistair                       Si smonti anche lei… perché era suo marito che martellava.

Linda                         Henry?

Alistair                       E’ fuori… sulla parola.

Linda                         Parola?

Joanna                      La polizia l’ha rilasciato. Ma questo è il meno. Si sta lavorando Miss Smythe.

Linda                         Miss Smythe.

Joanna                      Non posso presentartela perché Philips è il nostro cameriere, Alistair è Philip e abbiamo un cane, alla cuccia, perciò non complicare le cose, ti prego.

Linda                         Non ho capito una parola.

Alistair                       Ha dimenticato la ragazza nuda in stanza da bagno.

Joanna                      Già.

Linda                         Ma Henry dov’è?

Alistair                       In stanza da bagno.

Linda                         Questa volta esagera! (si avvia a gran passi verso la camera da letto seguita da Joanna e Alistair)

Joanna                      Linda, ci sono cose più importanti…

Linda                         Quando avrò finito di sistemarlo, rimpiangerà la prigione.

Joanna                      Da quanto ho capito è Philip che corre dietro alla ragazza.

Linda                         Philip? (sorpresa)

Alistair                       Sì. Adesso la smetterà di criticarla.

Vedi indicazione più avanti: durante il prossimo dialogo, Walter si insinua pian piano sussurrando “Linda, Linduccia” ecc… Sente voci in camera da letto, ma mentre sta per dirigersi verso quella si apre la porta dello studio e si sentono le voci di Philip e Miss Smythe. Walter in fretta corre al bar e vi si chiude dentro.

Joanna                      Alistair, lo sa che potrebbe essere citato in giudizio per le cose che ha detto stasera? (a Linda) (a questo punto entra Walter) Devi sapere che Miss Smythe è qui e se possiamo ottenere la sua firma, su un pezzo di carta qualunque… potremo dormire tra due guanciali fino alla fine dei nostri giorni.

Linda                         Ma chi è…

Scena 14a

Philip entra con Miss Smythe parlando.

Philip                         Prego, dopo di lei, madame. (Joanna, Linda e Alistair si trovano faccia a faccia con Miss Smythe)

Joanna                      (sentendo le voci) Sparisci, te lo dico dopo. (Entrano tutti in salotto e forte e chiaro a Linda) Le presento Miss Smythe… la famosa scrittrice… che è in procinto di firmare un contratto col signor Markham (indica Alistair) e il signor Lodge. (indica la stanza da bagno) Alistair è il cane.

Linda                         Uhm?

Alistair                       Bau bau.

                                    Linda e Miss Smythe hanno l’aria sorpresissima.

Philip                         (ancor più forte) Io sono il cameriere.

Miss Smythe            (assordata) E’ necessario urlare?

Philip                         Sì!

Joanna                      (a Linda) Hai capito adesso?

Linda                         Ehm…

Philip                         Lei, via, vada. Non tornare. (a Miss Smythe) E’ straniera. (Linda sta per aprire bocca)

Joanna                      (a Miss Smythe) Fraulein Hauser. (a Linda) Silvia! Tardi! Casa!

Alistair                       Birichina… bambina… Silvia.

Linda                         Silvia?

Philip                         Fa progressi il suo inglese! Brava fraulein! Ed ora, mentre il padrone… (indica Alistair) discute di affari con grande scrittrice, lei ci prepara due sandwiches.

Linda                         Ja!

Joanna                      Stiamo morendo di fame. Di cosa li preferisce, Miss Smythe?

Miss Smythe            Oh, molto gentile…

Joanna                      Formaggio… prosciutto…

Alistair                       Pumpernickel, superkraut.

Miss Smythe            Basta che siano leggeri. Di pollo è possibile?

Philip                         La specialità della casa.

Miss Smythe            Grazie.

Joanna                      Presto, Silvia. Vengo a spiegarle.

Linda                         (divertendosi) Ja ja! (con pronuncia tedesca) vato in cuccina…

Joanna                      Vato in cuccina… (la spinge fuori ed escono)

Miss Smythe            Questa luna di miele interrotta sta avendo effetti strani su sua moglie!

Alistair                       Interrotta oppure…

Philip                         Sospesa.

Miss Smythe            (con rimprovero) Philips! (ad Alistair) Dove pensavate consumarla?

Alistair                       Non abbiamo ancora deciso. (smorfia a Philip)

Miss Smythe            Provate il Norfolk. Vi piacerà.

Alistair                       (ridacchia, solita smorfia) Ci piacerà dappertutto.

Miss Smythe            L’atmosfera di quei luoghi è eccitante. Ci vivo da vent’anni, coi miei adorati.

Philip                         Ci sono stato, ci ho preso la bronchite.

                                    Henry entra camminando all’indietro dallo spogliatoio, seguito da una rimostrante Miss Wilkinson.

                                    Ciò che segue è recitato contemporaneamente nelle due stanze, ma predomina Miss Wilkinson.

1. Miss Smythe

4. Philip

8. Miss Smythe

9 bis. Alistair

Mi rifiuto di crederlo.

(tossisce) E’ la pura verità. I miei bronchi non sono più gli stessi.

Fa parte del retaggio nazionale, non le pare signor Markham?

Assolutamente.

2. Henry

3. Miss Wilkinson

5. Henry

6. Miss Wilkinson

7. Henry

9. Miss Wilkinson

10. Henry

11. Miss Wilkinson

Per l’amor di Dio, sia ragionevole.

Voglio i miei vestiti.

Shhhh!

Voglio andare a casa.

Va bene, va bene.

Non è divertente stare

Avvolta in un lenzuolo.

Le ho detto che vado a prendere i vestiti.

Si sbrighi

Miss Smythe inizia a parlare prima la battuta che segue.

A questo punto Henry spinge di nuovo Miss Wilkinson nello spogliatoio e si avvia in salotto.

MissSmythe            Vengono a curarsela la bronchite, nel Norfolk. (entra Henry, chiude la porta e se la mette in tasca) Ah, signor Lodge! Cosa ne pensa lei di quella zona?
Henry                         (con improvviso senso di colpa) Mai toccata! Mai toccata!
MissSmythe            Eh?… Cosa?
Philip                         Se mi è permesso, madame si riferiva alla zona sulla costa dell’Inghilterra orientale.
Henry                         Oh!

Miss Smythe            Philips dice di averci preso la bronchite. Ha buttato giù quelle righe, signor Lodge?

Henry                         Altroché(gliele porge)

MissSmythe            Grazie. Sono felice di questa nostra associazione. (mentre legge Henry tira Philip da un lato)
Henry                         La centralinista sta facendo i capricci. Dove hai nascosto le sue mutande?
Philip                         Nel bar.
Alistair                       Non si parla sottovoce! Se avete qualcosa da dire, ditela forte.
Philip                         Più che giusto. Stavo dicendo che in un’occasione come questa è d’obbligo brindare.
MissSmythe            Sono d’accordo, non mi piace lo sherry.
Philip                         Champagne!
MissSmythe            Buono!…
Philip                         Vado a stappare. (va nel bar con passo compassato. Fa scorrere la porta e si trova faccia a faccia con Walter che esce dal bar nervoso, con un sorrisetto fatuo, e con un bicchiere in mano)
Walter                        (a Philip) Ha-llò-ò… (ad Alistair) Ha-llò-ò… (a Miss Smythe) Ha-llò-ò. (a Henry) La mia carta da visita. (gliela porge)
Joanna                      (entra dall’ingresso) I sandwiches saranno pronti tra… Ah! Da dove salta fuori?
Walter                        Eh?
MissSmythe            (indicando) Dal solito posto.
Joanna                      (a Walter) Si è presentato? No? Lo presento io. Miss Smythe.
Walter                        Buona sera.
Joanna                      Philips, il cameriere.
Walter                        Buona sera.
Joanna                      Il signor Henry Lodge.
Walter                        Buona notte. (si riprende in fretta la carta da visita)
Philip                         Forse madame ci spiegherà chi è, se è permesso.
Joanna                      Certamente. E’ mio suocero. (tutti si voltano a guardare Alistair)
Alistair                       (pausa) Ciao, papà.
Walter                        Alistair!
Philip                         E’ nella cuccia.
Walter                        Cuccia?
Philip                         Cuccia.
MissSmythe            Quanto tempo è restato là dentro, signor… signor…
Walter                        (svelto) Pangbourne.
Alistair                       (svelto) Spenlow!
Philip                         (svelto) Markham!
Walter                        Sì, Markham. (poi guarda Alistair) Markham?
Joanna                      Da dopo le nozze. E’ un po’ in cimbali.
Walter                        Che nozze?
Joanna                      E’ ancora brillo. (a Walter) Non ti ricordi di niente, papà? Le nozze di Philip e mie.
Walter                        Ah, Quelle! E’ ora che me ne vada.
Alistair                       Sì sì… la mamma comincerà a stare in pensiero.
Walter                        Saluti a tutti.
MissSmythe            Signor Markham!
Philip – Walter
e Alistair                    (si voltano insieme) Sì?
MissSmythe            (a Philip) Lei è pregato di non interrompere. (ad Alistair) Parlavo a suo padre.
Alistair                       A te… papà.
Walter                        Oh. (a Miss Smythe) Sì?
MissSmythe            (riferendosi al bicchiere) Lo poserei… se fossi in lei… qui sono un po’ a corto di bicchieri. (ridacchia)
Walter                        Con piacere. (va nel bar quando Linda entra con un grembiulino minuscolo e un vassoio di tramezzini)
Linda                         Ich bin hi ze sandwichen.
(si trova davanti Henry che la guarda stupefatto. Lei gli sorride, senza paura, e si volta verso Miss Smythe e le parla in un inglese un po’ balordo, mentre Walter emerge dal bar)
Qua i delitziosi… (al vedere Walter) Pumpernockel!! (molla il vassoio e poi in fretta raccoglie i tramezzini cascati per terra)
Joanna                      Oh… non vi conoscete. (a Miss Smythe) Silvia si emoziona quando vede un viso nuovo. (forte, s Silvia) Non… essere… timida… Silvia.
MissSmythe            (coprendosi l’orecchio) Tra un po’ saremo tutti sordi.
Linda                         Sono timida quando uomo novello vetto.
Henry                         Perché parlare così?
Linda                         Wass?
Philip                         E’ Silvia, la cameriera austriaca.
Henry                         Silvia?
Alistair                       Quello è Walter, il suocero uscito dall’armadio!
Linda                         Suocero? Wass?
Joanna                      Suocero. Suo padre. Arrivato all’improvviso.
Linda                         E partendo improvviso!
Henry                         Possiamo ricapitolare?
Philip                         Buon’idea, signor Lodge. Cominciamo dal cane.
MissSmythe            Cominciamo dal nostro contratto.
Linda                         (offrendole un sandwich) Vuole che spazzolo lui perché adesso peloso, per terra.
MissSmythe            Va bene così. Qualche pelo non ha mai fatto male a nessuno, vero signor Lodge?
Henry                         Mai.
MissSmythe            (si china sui tramezzini per scegliere) Non ho avuto la specialità della casa.
Philip                         Aspetti. (senza pensare, le dà un veloce “ganascino” all’indietro)
MissSmythe            Ahhhh! (e’ sbalordita. Come lo sono tutti, Philip compreso che si inchina e chiede scusa a scena muta)
Alistair                       (si avvicina a Linda)

Philip                         Chiedo scusa.

Joanna                      Philip.
Philip                         (la corregge) Philips.
MissSmythe            Che cosa mi è successo?
Philip                         Lei è stata… purtroppo… la ricevente di un … (mima un ganascino con fischio)
MissSmythe            Numi del cielo!
Henry                         Non è niente, glielo assicuro, Miss Smythe, è assai meno grave di questo. (e mima il “ganascino” con braccio indietro e fischio)
MissSmythe            Philips!
Philip                         Un impulso, mi pento amaramente.
Joanna                      Non succederà più.
MissSmythe            Dunque, dov’ero arrivata… (riprende la lettura del contratto)
Linda                         (ad Alistair) Vatto in cuccina, se lei ha desiderio…
Linda                         (inchinandosi) Gutte nacht, Frau Markham. Gutte nacht, mein cameriere, gutte nacht, signor suocero, gutte nacht, fraulein Smythe, (la pronuncia Smith) e gutte nacht, Herr Stodge.
Henry                         Lodge. Immagino che sappia cosa sta facendo…
Linda                         Ja. Vatto in cuccina. Cosa porto io in cuccina necessario?
Joanna                      (guardando Walter) Oh, il caro papà.
Linda                         Oh, ja, kommen zie hier und wasser lavare piatti con Silvia.
Walter                        Con piacere. (vanno in ingresso)
Joanna                      Grazie, Silvia.
Linda                         Auf Wiedersehen… a tutti. (si inchina stando accanto ad Alistair)
Alistair                       (senza senso) A tra poco, Silvia. (Linda esce)
MissSmythe            Possiamo tornare al nostro contratto e dimenticare lo jodel, la luna interrotta e l’arrivo del suocero?
Henry                         Ma certo. Le va?
MissSmythe            In tutti i sensi…
Henry                         Splendido.
Joanna                      Magnifico.
Philip                         Super. (Miss Smythe fulmina Philip con lo sguardo per questa ennesima interruzione. Philip fa un inchino, retrocede e finisce contro la porta della camera da letto)
MissSmythe            … eccetto per i tre anni di durata. (entra in quel momento, dallo spogliatoio miss Wilkinson, sempre avvolta nel lenzuolo e durante il seguente dialogo cerca di aprire la porta del salotto, non riuscendoci mette l’orecchio alla serratura)
(Miss Smythe si siede)
Henry                         Facciamo sette.
MissSmythe            Dodici mesi come massimo.
Henry                         Un anno solo?
MissSmythe            Per cominciare… per avere tempo di conoscerci.
Joanna                      … per conoscerci… lei è qui da venti minuti e le assicuro che mi sembra un’eternità.

Miss Smythe            (prendendolo per un complimento) Oh, grazie! Ma vede… devo rendermi conto di come il signor Markham e il signor Lodge conducono i loro affari.

Alistair                       In modo schiamazzante!
Joanna                      (ride) Darling.
Henry                         Vecchio mio, lascia fare a me. (a Miss Smythe) Non credo che dodici mesi siano suffic… (Miss Wilkinson decide di averne avuto abbastanza e batte tre colpi alla porta. Philp, Joanna e Henry rimangono paralizzati. Miss Smythe si volta inquisitiva verso Philip che le sorride debolmente e batte tre volte per terra col piede)
MissSmythe            (impaziente) E’ proprio necessaria la presenza del cameriere?
Henry                         Sì.
MissSmythe            Allora, è possibile fare a meno delle sue interruzioni?
Henry                         Certo.
(ora Miss Wilkinson picchia in fretta sulla porta. Tutti di nuovo si girano. Philip improvvisa una danza di flamenco)
Alistair                       Affascinante!
MissSmythe            Cosa fa?!
Henry                         Si allena per il flamenco.
MissWilkinson        Ehìììì, lì!
(Miss Smythe si volta di nuovo verso Philip)
Philip                         (svelto… braccio in posa) Olè!
MissSmythe            Devo confessarle, signor Lodge, che comincio a dubitare…
Henry                         Non deve, non deve! (ad Alistair) Vero che non deve, Philip?
Alistair                       Altro che dubitare! Stanno succedendo delle cose, qui!
Joanna                      (allegramente) Suu… Philip!
                                    Philip, In punta di piedi va in fretta al bar durante quanto segue, prende gli indumenti di Miss Wilkinson e torna alla porta.
Henry                         Allora scrivo “mesi dodici” Miss Smythe, e lei può apportare le sue iniziali a margine di ogni clausola.
MissSmythe            D’accordo.
Henry                         Ecco qua.

Henry firma la prima clausola e il primo foglio, e lo passa a Miss Smythe che, mentre sta per firmare, vede Philip tornare alla porta e lo fissa. Philip si inchina e cammina all’indietro fino alla porta.

MissSmythe            (a Joanna) L’ha assunto senza referenze?
Joanna                      Era dal conte di Warick.
Henry                         (facendole premura) Prima firmi qua.
MissSmythe            Qua?
Henry                         Brava. (mentre lei firma, Philip va per aprire e trova la porta chiusa a chiave)
Philip                         (sussurrando a voce rauca, attraverso le persiane) Ancora un momento… cerco la chiave… (va in fretta da Henry)
Henry                         Bravissima. Adesso firmi qua. (mentre sta per firmare, Philip mima l’affare della chiave a Henry, ma diventa un movimento di balletto e si incontra con lo sguardo severo di Miss Smythe)
MissSmythe            Dal conte Warick?
Joanna                      Referenze superlative.
MissSmythe            Glielo rimandi indietro più presto che può.
Henry                         (firma) Ecco qua, a lei.
Miss Smythe firma. Mentre Henry cerca di firmare, Philip caccia freneticamente la mano prima in una tasca, poi nell’altra, di Henry, alla ricerca della chiave. Questo fa contorcere Henry cui riesce difficile firmare, anche perché egli cerca disperatamente di impedire a Miss Smythe di vedere le contorsioni.

Henry                         Anche qua; Miss Smythe, ancora due.

MissSmythe            (nota le contorsioni di Henry) La vecchia ferita di guerra, suppongo?!

Philip ha rinunciato a cercare e si precipita di nuovo alla porta.

 Philip                        (sussurra a Miss Wilkinson) Ecco qua. (passa con sforzo lo slip attraverso le persianine e Miss Wilkinson le tira da dentro)

MissSmythe            Ah, signor Lodge, occorre un testimonio.
Joanna                      Se vuole… ?
MissSmythe            I parenti non valgono. (chiama Philip) Philips!

Philip si arresta nell’atto di passare di là il reggipetto. Miss Wilkinson ne ha già afferrato metà. Una spallina è infilata al braccio di Philip, l’altra spallina nelle mani di Miss Wilkinson che continua a tirare, il che fa che il gomito di Philip picchi a intervalli regolari sulla porta.

Finalmente Philip riprende possesso del reggipetto, ma nel farlo il reggipetto entra nella zona visiva di Miss Smythe che rimane impietrita. Philip cerca di riparare e mima come se il reggipetto fosse una “cuffia” per radio o un “allarga torace” o una cravatta. Philip torna alla porta e si inginocchia.

 


Philip                         Pssst! Pssst! (passa il reggipetto da sotto la porta o attraverso la persiana della porta. Miss Wilkinson lo afferra con uno strappo e corre nello spogliatoio. Philip, che ci ha quasi rimesso una mano, salta su e giù dal dolore)
MissSmythe            Ma ora cos’ha?
Philip                         Il barbonlabra! E’ feroce!
MissSmythe            (si alza) Devo conoscerlo, il vostro Alistair.

Philip, Henry e Joanna la trattengono e Philip in fretta firma il contratto.

Joanna                      No, no, è tornato a cuccia, è esausto.
Henry                         Non deve perdere il suo treno.
MissSmythe            Già, il treno! Ma dove ho messo il biglietto…? (mentre fruga in borsetta, Henry tira Philip da un lato)
Henry                         Sei impazzito?
Philip                         La chiave.
Henry                         Perché non l’hai chiesta? (la prende di tasca e la dà a Philip che apre la porta)
Joanna                      (a Miss Smythe) L’ha trovato?

MissSmythe            Sì. Posso averne una copia?
Henry                         Domattina, prima cosa, le spedisco la fotocopia, e in settimana il contratto vero e proprio.

Miss Smythe            Per espresso.

Joanna                      Stia tranquilla, Miss Smyhte… i suoi libri sono in mani sicure.

Henry                         Siamo felici che la sua famiglia canina abbia approdato ai nostri canili.
MissSmythe            (risolino compiaciuto) Più graziosamente di così non poteva esprimersi.
Scena 15a
Silvia                          (entra dall’ingresso, decisa, avendo preso il coraggio per parlare) Mi dispiace, signora Markham… ma ci ho pensato bene… Ne ho abbastanza dei “ganascini”, dei buchi delle serrature e del libero scambio. Me ne vado. (Miss Smythe si volta in attesa di una spiegazione che non viene) E che nessuno cerchi di farmi cambiare idea… voglio solo che Alistair mi porti giù le valigie.

Miss Smythe            (breve pausa) Un cane ammaestrato?!

Silvia                          (ad Alistair) Aspetto nella mia stanza. (a Philip) Sono stata felice qui e spero si comprenda perché me ne vado. Buona sera… grazie di tutto. (esce in fretta)
MissSmythe            Chi… chi era?
Philip                         Dio, mia moglie mi ha lasciato! (si accascia sulla sedia)
MissSmythe            Pover’uomo.

Miss Wilkinson, ora tutta rivestita, irrompe dallo spogliatoio, raccoglie le scarpe sul letto e apre la porta del salotto.

Joanna                      Era un po’ che bolliva in pentola.
MissSmythe            Adesso tutto si spiega.
(Miss Wilkinson attraversa il salotto, va nell’ingresso ed esce. Di nuovo Miss Smythe attende una spiegazione) E quella… chi…
Henry                         Il perché sua moglie l’ha lasciato!
MissSmythe            (a Philip) Le servirà di lezione!
Philip                         Accidenti!
MissSmythe            Auguro a tutti la buona notte… vorrei aggiungere che ogni minuto, qua dentro, è stato piacevolissimo…
Joanna                      Grazie.
MissSmythe            (a Philip) … ma non posso perché non corrisponderebbe alla verità. (esce)
Philip                         Le faccio strada, madame. (esce)
Henry                         Ce l’abbiamo fatta! Accidenti, che colpo! Brava, Jo. (la abbraccia e bacia) E anche Alistair. (si affretta da Alistair, ma questo lo schiva in fretta temendo di ricevere bacio e abbraccio) Non so come ce l’abbiamo fatta! Saranno soldi a palate. (rientra Philip) Rallegramenti, socio.
Philip                         (a Joanna) Chi era quel tomo con lo champagne?
Joanna                      (senza paura) Io non c’entro. Chi era la donna in camera da letto?
Philip                         Io non c’entro.
Henry                         E’ una centralinista.
Joanna                      Belle scuse!
Scena 16a
Linda                         (entrando) Credo che sia ora per me… (qua tutti parlano quasi insieme)
Philip                         Fedele dodici anni sono stato! Dodici lunghi anni e il mio solo relax… il golf!
Henry                         Linda… ho il diritto di sapere perché parlavi tedesco e ti spacciavi per Silvia…
Joanna                      Quando penso agli insulti di stasera devi dichiararti fortunato se non ho fatto le valigie e…
Linda                         Ne ho abbastanza, signor Henry Lodge, delle sue tresche. Torni in prigione, le conviene!
Alistair                       (interrompe questi quattro discorsi con un fischio acuto. Tutti si interrompono) Mentre voi litigate, vado a farmi un doppio Martini. (esce in fretta)
Philip                         (a Joanna) Spiega. Chi era Walter, il suocero?
Joanna                      Quando tu hai detto…
Linda                         Philip non c’entra in tutto questo.
Philip                         Non c’entro, eh! Il signor Spenlow fa carambole sul mio materasso, Walter è impaziente di sostituirlo, ma io non c’entro!
Joanna                      Vuoi ascoltare… testone?
Philip                         No… lo ammazzo.
Henry                         Calmati… sbolliti, vecchio mio. (lo consola con una mano sulla spalla)
Philip                         Tu fai presto a…!
Henry                         (come sopra) Dev’essere stato un terribile shock, ma non serve arrabbiarsi. Joanna, avanti, confessa.
Linda                         E non c’entra nemmeno Joanna.
Henry                         Eh?!?!
Linda                         Walter è mio.
Henry                         Allora tutto è chiaro. (a scoppio ritardato) Eh?!?!?!?! Un amante??
Joanna                      Ha fatto quel che ha potuto in circostanze non facili.
Henry                         Dio, lo ammazzo!
Philp                          (si diverte, consola Henry con una mano sulla spalla, come aveva fatto con lui) Calmati… sbolliti, vecchio mio…  
Henry                         Tu fai presto a…!
Philip                         (come sopra) Dev’essere stato un terribile shock, non…
Henry                         Taci! (a Linda) Trovi Walter più affascinante di me?
Linda                         No, ma più disponibile.
Henry                         Sta bene… da stasera non mi muovo più di casa.
Joanna                      (a Linda) Dieci con lode.
Henry                         Dove abita il signor Walter?
Linda                         Perché?
Henry                         Per andargli a dare un sacco di legnate. (prende Linda per un braccio per incamminarsi)
Linda                         E’ di là, in cucina.
Henry                         … o per dirgliene quattro. (fa due passi indietro. Spinge fuori Linda. Escono, lui all’indietro)
Philip e Joanna si guardano un momento. Poi lui la prende tra le braccia e la bacia. Si separano.
Joanna                      Un momento! La centralinista… quella che era nuda…
Philip                         Sì?
Joanna                      E’ venuta a spogliarsi per Henry?
Philip                         Beh, è venuta per Henry, ma si è spogliata per me.
Joanna                      (sbalordita) Philip!
Philip                         (spavaldo) Sì, ma non ho capitolato.
Joanna ride e lo bacia di nuovo. Alistair entra con Silvia dal fondo, a sinistra.
Silvia                          Per favore, non ci aspettate.
Alistair                       Silvia porta Alistair a fare due passi. (escono dal fondo a destra)
Philip                         Vuoi saperla una cosa? Sgobbo troppo, mai una vacanza.
Joanna                      Sono anni che te lo dico.
Philip                         Ho il piacere di annunciarti tre settimane di vacanza.
Joanna                      Dove?
Philip                         A letto!
La solleva e, abbracciati, Philip e Joanna si avviano alla camera da letto. Dall’ingresso entra Miss Smythe e prende la borsa di cuoio dimenticata sul divano. Resta di stucco al vedere il “cameriere” che sta baciando la padrona. E rimane ancor più di stucco quando la porta in camera da letto e la posa sul letto. In punta di piedi va per spiare. Philip bacia Joanna sul braccio, sul collo, sta per baciarla sull’altro braccio quando i suoi occhi si incontrano con quelli di Miss Smythe. Lentamente si erge, prende “contegno”. Joanna afferra la situazione, sorride graziosamente a Miss Smythe.
Joanna                      Buona notte, Philips, nient’altro per stasera, potete andare. Buona notte.
Philip                         (si inchina) Buona notte, madame!
Philip si avvia indicando a Miss Smythe la via di uscita. Una sbalordita Miss Smythe, mentre cala la tela.

FINE DELLA COMMEDIA