Il lupo perde il pelo…

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IL LUPO PERDE IL PELO

IL LUPO PERDE IL PELO

di

RAY COONEY


PERSONAGGI

(in ordine di entrata)

GAVIN SMITH

VICKI SMITH

BARBARA SMITH

MARY SMITH

JOHN SMITH

STANLEY GARDNER

DAD

Lazione si svolge contemporaneamente nella casa di John e Mary Smith a Wimbledon e nella casa di John e Barbara Smith a Streatham.

La porta dingresso di Wimbledon nella parete di fondo al centro-sinistra e quella di Streatham sulla parete di fondo al centro-destra. A sinistra della porta di Wimbledon c una rampa di scale che porta al piano superiore. Sotto la scala, una credenza. Nellarea di Streatham non vi sono scale ma, a destra della porta dingresso, c un appendiabiti con ganci, ai quali sono appesi dei cappotti e una giacca di pelle da motociclista.

Il telefono di Wimbledon (munito di cavo) su un tavolo a sinistra del divano. Il telefono di Streatham (portatile) su un tavolo a destra del divano. C un piccolo tavolo dietro il divano e una piccola seggiola sopra la porta della seconda camera da letto.

Il campanello della porta e quello del telefono della casa di Wimbledon hanno suoni diversi da quelli di Streatham.

Il cellulare di John suona un motivo!

In nessuna delle due zone della scena vi sono foto di famiglia solo quadri, stampe, piante ecc.

Spesso, durante lo svolgimento della commedia, lazione si svolger contempora-neamente nelle due case di Wimbledon e di Streatham, ma gli abitanti di ogni casa sono, naturalmente, sconosciuti agli altri.

N.B. Il divano e le poltrone devono essere solidi e assicurati al pavimento per reggere per tutta la commedia !


PRIMO TEMPO

Il sipario si alza su una scena vuota. il pomeriggio di una calda giornata estiva. Dopo un momento Gavin Smith entra eccitato dalla sala da pranzo in fondo al centro/sinistra. Ha in mano una stampa dal suo computer. Gavin ha sedici anni.

GAVIN - (chiama) Mamma!

(Vicki Smith entra eccitata dalla seconda camera da letto in fondo a centro/destra. Ha in mano una stampa dal suo computer. Vicki ha 15 anni e indossa luniforme di una scuola estiva. Poich Gavin e Vicki sono rispettivamente a Streatham e a Wimbledon, non reagiscono uno allaltra)

VICKI - (chiama) Mamma!

GAVIN/VICKI - (insieme, chiamano) Mamma!

(Vicki e Gavin passano uno davanti allaltra e si fermano)

GAVIN/VICKI - (insieme, chiamano) Mamma!

(Poi proseguono Vicki verso la sala da pranzo sul fondo a sinistra e Gavin verso la camera da letto principale avanti a destra)

GAVIN - Mamma! (apre la porta della camera da letto)

VICKI -Mamma!

(Apre la porta della sala da pranzo. Barbara appare sulla por-ta della camera da letto. sui quaranta. Indossa un accappa-toio e una cuffia da bagno. Vicki intanto si dirige verso la cucina)

BARBARA - (a Gavin) Vorrei farmi

una doccia.

VICKI - Mamma!

BARBARA - Tuo padre ed io stasera

usciamo.

GAVIN - No! importante!

BARBARA - Sinceramente, Gavin!

VICKI - (chiama verso la cucina)

Mamma!

GAVIN - Solo un minuto.

(Gavin attira Barbara verso il divano mentre Mary appare sulla porta della cucina. Mary sui 40)

MARY - (A Vicki) Sto preparando i pa-

nini per tuo padre.

VICKI - No, importante.

MARY - Deve uscire tra cinque minuti.

BARBARA - Fra dieci minuti sar a

casa.

VICKI - questione di un minuto. (attira Mary verso il divano)

MARY - Per favore, Vicki!

(Barbara si siede a destra del divano con Gavin sul bracciolo destro. Mary si siede sul divano di sinistra con Vicki sul brac-ciolo sinistro)

GAVIN - (a Barbara) davvero in-

credibile!

VICKI - (A Mary) Non ci crederai.

GAVIN - Ho appena ricevuto un mes-

saggio da Vicki. VICKI - Ho appena ricevuto un mes-

messaggio da Gavin.

BARBARA - (a Gavin) Chi Vicki?

MARY - Chi Gavin?

GAVIN/VICKI - (insieme) Mamma!

VICKI - Ti ho detto di Gavin

GAVIN - Ma s - Vicki Smith.

VICKI - Gavin Smith.

GAVIN/VICKI - (insieme) Ci siamo conosciuti tramite

Internet.

BARBARA/MARY - (insieme) Ah, s!..

BARBARA - Hai ricevuto una E-mail

da lei MARY - Ti ha mandato una E-mail.

GAVIN/VICKI - (insieme) Esatto!

GAVIN - Beh, ecco, ho detto che era una

strana coincidenza -

VICKI - E ti ho detto che era buffo

GAVIN/VICKI - (insieme) ma ci chiamiamo tutti e due

Smith.

BARBARA - Smith un cognome molto

comune, Gavin

MARY - Ci sono tanti Smith, Vicki

GAVIN - Dunque!

VICKI - Dunque!

GAVIN/VICKI - (insieme) Oggi.

GAVIN - Ho cominciato a dirle di pap.

VICKI - Gli ho detto di pap.

GAVIN - straordinario.

VICKI - Davvero stupefacente.

MARY/BARBARA - (insieme) Che cosa?

GAVIN/VICKI - Le cose che hanno in comune i

nostri pap.

GAVIN - Guarda questa stampa!

VICKI - D unocchiata qua, mamma!

(Entrambi mostrano le loro stampe alla madre)

GAVIN/VICKI - (insieme) Si chiamano tutti

e due John!

BARBARA - Forse a Londra ci sono un

milione di John Smith

MARY - Ci sono migliaia di John Smith

in giro.

GAVIN/VICKI - (insieme) Col secondo nome

Leonard!

BARBARA - (ridendo) Sul serio?

MARY - (ridendo) Questa poi!

GAVIN - Aspetta, ora viene il meglio!

VICKI - No, fantastico

GAVIN - Sai quanti anni ha il pap di

Vicki?

VICKI - Indovina un po quanti anni ha

il padre di Gavin?

(Mary e Barbara alzano entrambe le spalle)

GAVIN/VICKI - (insieme) 43!

BARBARA/MARY - (insieme) No!

GAVIN/VICKI - (insieme) S!

GAVIN - Ma il pi bello che

VICKI - Ma la cosa pi straordinaria -

BARBARA/MARY - (insieme) Che cosa?

GAVIN - Sai che mestiere fa il pap di

Vicki?

VICKI - Sai che lavoro fa il padre di Gavin?

GAVIN/VICKI - (insieme) Il tassista!

MARY/BARBARA - (insieme) Ma no!

GAVIN/VICKI - (insieme) Proprio cos!

GAVIN - Stentavamo a crederci!

VICKI - una bella coincidenza!

GAVIN - Il padre di Vicki vive a Wim-

Bledon

VICKI - Il pap di Gavin vive a Streat- ham

GAVIN/VICKI - (insieme) Stesso nome.

GAVIN - Guida un taxi -

VICKI - Tassista

GAVIN - Sposato con un figlio -

VICKI - Sposato con un figlio -

GAVIN/VICKI - Tutti e due hanno 43 anni!

MARY - S, ma adesso devo salutare tuo padre.

BARBARA - (guarda lorologio) S, ma

adesso devo prepararmi devo es-

sere pronta per quando tuo padre

torna a casa.

VICKI - Un momento solo, mamma!

GAVIN - Un momento, mamma. Mi ha

invitato a prendere un t.

BARBARA - (severa) Gavin!

VICKI - Ho invitato Gavin per un t.

MARY - (severa) Vicki!

GAVIN - Niente in contrario, vero?

VICKI - Mi sembra a posto.

BARBARA - Non sai niente di lei, Gavin.

GAVIN - Mi sembra a posto.

BARBARA/MARY - (insieme) Avresti dovuto

chiederlo a tuo padre.

GAVIN - Oh, smettila!

VICKI - Ho quindici, sai!

GAVIN - Ma ho sedici anni!

MARY - Meglio sentire prima lui.

VICKI - solo un t!

BARBARA - Ho lasciato il rubinetto

della doccia aperto

MARY - Chiedilo a tuo padre.

BARBARA - Senti tuo padre. (va verso

la camera da letto)

GAVIN - Smettila!

VICKI - Ma dico

(Vicki con rabbia si lascia cadere su una poltrona mentre Gavin posa la sua foto sul tavolino dietro il divano ed esce nella camera da letto)

MARY - Tra un minuto uscir per il turno di notte.

BARBARA - Tra un minuto rientrer

dal suo turno di giorno.

(John Smith, un uomo molto comune ma gentile sui

40 anni, entra dalla camera da letto mentre Barbara

esce nella camera da letto mentre John a Wim

bledon e Barbara a Streatham, essi non reagisco-

no alle rispettive presenze)

JOHN - (entrando, rivolto a Mary, con

tono leggero) Bene, io vado, cara.

MARY - Ti porto i panini. Formaggio e

prosciutto. E un pacchetto di pa-

tatine. E una fetta di dolce alla

crema.

JOHN - Uhmmm!

MARY - (a Vicki) Avanti, chiedilo a

pap.

VICKI - Oh, mamma, a sentir te sembra

quasi che si tratti di unorgia di droga e sesso.

JOHN - Cos, lultima telenovela?

MARY - (a Vicki) Chiediglielo! (Esce in cucina)

JOHN - Chiedermi cosa?

VICKI - Si tratta di un ragazzo che ho

conosciuto tramite Internet.

JOHN - Non ti fa bene alla vista stare

sempre davanti al computer.

VICKI - Te ne avevo parlato, ricordi?

JOHN - Davvero?

VICKI - Lo sai bene! straordinario. Ci

chiamiamo Smith tutti e due.

JOHN - (con sarcasmo) Oh. Straordina-

rio. Due Smith!

(Durante il dialogo che segue John prende la giacca dallarmadio sul fondo a sinistra e la infossa. Nellar-

madio vediamo cappotti, cappelli e sciarpe)

VICKI - Bene, c di meglio.

JOHN - Di meglio, eh? Bene. Di che si

tratta?

VICKI - La coincidenza. Dunque, ci sa- - diciamo - almeno 125.000

Smiths a Londra, eh?

JOHN - Almeno. Se non sono sveglio

quando vai a scuola domattina,

vieni in camera e abbracciami.

(labbraccia e va in cucina)

VICKI - E il bello questo, pap. Dei

125.000 Smiths di Londra

JOHN - Londra, gi. (apre la porta

della cucina, e chiama) Mary, non

dimenticare il Kit-Kat e i Mars.

VICKI - Il ragazzo che ho conosciuto ha un padre che si chiama John

Leonard e fa il tassista.

(John si volta per chiudere la porta quando si rende

conto di quello che Vicki ha detto. C una pausa, poi

John, sempre voltando le spalle a Vicki, chiude la porta

della cucina)

Solo che lui vive a Streatham.

(John si volta, senza espressione, poi ha una risata

ebete)

E avete tutti e due 43 anni!

(Una pausa, durante la quale la mente di John vacilla

poi emette unaltra risata ebete)

E ci siamo conosciuti navigando

In Internet.

(Tira fuori la foto. John esita, poi, cupo, la prende)

Non una strana coincidenza?

JOHN - (ridendo) Stranissima!

(Passa oltre, esaminando la foto)

VICKI - E Streatham dietro langolo!

JOHN - Gi!

VICKI - Buffo, no? Io a Wimbledon. Gavin a Streatham.

JOHN - Tu a- e - Gavin a

VICKI - Streathan, s!

JOHN - E - tu e Gavin siete stati su - (indica la foto)

VICKI -Su Internet. Lui ha sedici anni e sembra fico.

JOHN - Macch fico! Voglio dire - puoi sbagliarti!

VICKI - Ma lo sembra. davvero tran-

quillo.

JOHN - Non vero! Non lo permetto!

VICKI - Non permetti cosa?

JOHN - Tutto. Quello che state facendo.

VICKI - Ma non stiamo facendo niente.

JOHN - S, e deve finire.

VICKI - (perplessa) Che cosa?

JOHN - Quello che state facendo. Su Internet. Tutto questo intrallazzare - navigare!

VICKI - Non essere ottuso!

JOHN - Non lo permetter! Frequenta-

re degli estranei!

VICKI - Hai battuto la testa?

JOHN - No, non battuto niente! Lo sa-pevo che quelle macchine erano pericolose. Piene di fannullo ni e di svitati!

(Mary entra con un portapranzi)

MARY - Panini!

JOHN - (sussultando) Ahh!

MARY - Tutto bene, caro?

JOHN - (in tono superficiale) Bene. La- scia fare a me. Sistemer io tutto.

MARY - Sistemi cosa?

JOHN - (spingendo Mary verso la cuci-

Na) Niente. Non c nulla da siste-mare. Vai in cucina, per favore.

VICKI - Pap completamente via di

testa.

JOHN - La mia testa sta benissimo.

MARY - (va a porsi di fronte a John, osservandolo) Che cosha la tua testa?

JOHN - Vuoi farmi il favore di tornar-tene in cucina?

MARY - Ho finito, in cucina. Porge a John la scatola dei panini)

JOHN -Ne voglio degli altri. Dovreb- bero esserci ancora degli avanzi

Indiani, no? Le rende la scatola)

VICKI - (a Mary) Mamma, digli tu che posso vedere Gavin!

JOHN - (a Vicki) Tua mamma non centra.

MARY - Le ho detto che doveva chie-dere a te se poteva farlo venire.

JOHN - Mary, per favore (realizzan-do) Farlo venire? Chi dovrebbe venire?

VICKI - Non capisco perch ti agiti.

MARY - (a John) Il giovane Smith vie- ne semplicemente per un t.

JOHN - (mortificato) Da Streatham?

VICKI - S.

JOHN - (A Vicki, mortificato) A Wim-bledon?

VICKI - S!

JOHN - Come ha avuto il nostro indi-

rizzo?

VICKI - Come vuoi che labbia avuto?

Glielho mandato io per e-mail.

JOHN - (folgorato) Gli hai dato il no-stro indirizzo?

VICKI - S!

JOHN - (con voce strozzata) A Wim-

bledon!?

MARY - qui che abitiamo, no?

VICKI - Verr tra le quattro e le cinque.

JOHN - (A Vicki) Chiamalo.

VICKI - Eh?

JOHN - Digli di non venire.

VICKI - Perch?

JOHN - Perch lo dico io.

MARY - Che c di cos grave, John?

JOHN - gravissimo! (spinge Mary verso la cucina)

MARY - Io trovavo la cosa molto inte-ressante. Un altro tassista che si chiama John Leonard Smith.

JOHN - Io non lo trovo affatto interes-sante. Lo trovo noioso.

MARY - Tutti e due 43 anni!

JOHN - Assolutamente noioso! (a Vicki) Tu non lo vedrai, ed tutto!

VICKI - Ma gli offro semplicemente una tazza di t.

JOHN - Gi, si comincia sempre cos. (va verso il divano) Chiamalo su-bito e digli di non venire.

VICKI - No!

JOHN - E va bene. Lo chiamer io.

(prende il ricevitore)

VICKI - Ma se non conosci il suo nu-mero

(Una breve pausa)

JOHN - vero. (rimette gi la cornetta e porge il telefono a Vicki) Chia-malo tu.

MARY - Sei davvero irragionevole, John.

VICKI - Molto irragionevole!

JOHN - (a Vicki) Tu modera il linguag-gio, signorina! (a Mary) Non vo-glio che quel ragazzo metta piede in casa.

MARY - Ma per lamor del cielo!

JOHN - Non voglio che nostra figlia sia

succube di un internauta sessual-mente deviato!

VICKI - Cosa?!

JOHN - Chiamalo immediatamente e digli che se ti molesta ancora tuo padre si rivolger alla polizia.

MARY - Vai - fatti il tuo turno di notte.

JOHN - Non vado da nessuna parte finch questa storia non risolta.

VICKI - (arrabbiata e piangente) Ri-solta! Sta per arrivare!

JOHN - Vicki, vattene in camera tua.

VICKI - Ma falla finita!

JOHN - Vai subito in camera tua!

VICKI - (piangente) Sei testardo come un mulo!

(Mary corre da Vicki)

MARY - Calmati, tesoro. (a John) Sono

Sicura che ti sbagli su quel ragaz-zo. (a Vicki) Come hai detto che si

chiama?

VICKI - (sempre piangendo; confusa) Eh? Non lo so. Gary

JOHN - Gavin! (realizzando) Non ha

importanza, il nome! (a Mary) E non mi sbaglio, su di lui! Dovreb-be fare i compiti, invece di mole-stare i 125.000 Smith che vivono a

Londra!

MARY - Johnny -

(Gavin entra dalla camera da letto sua (e di Vicki))

GAVIN - (chiama) Mamma!

JOHN - Sono il padrone di casa e deci-do io chi e chi non gradito. E quel pervertito sessuale non gra-dito!

(Gavin chiude la porta della sua camera e apre quella

della camera da letto principale)

GAVIN - Mamma!

(Vicki scoppia in lacrime e corre in camera sua mentre

Barbara, in veste da camera e pantofole entra dalla ca-

mera da letto principale. John posa di nuovo il telefono

sul tavolo a sinistra del divano)

MARY - (rincorrendo Vicki) Vicki!

BARBARA - Che c?

GAVIN - tornato pap?

BARBARA - No. in ritardo.

(Gavin guarda lorologio John fa la stessa cosa)

MARY - (a John, incerta) Vuoi davve-ro gli avanzi indiani?

JOHN - (va verso Mary S, certo.

(spinge Mary verso la cucina)

GAVIN - Beh, io vado da Vicki, dillo

tu a pap.

BARBARA - No. Aspetta e chiedilo a

tuo padre. Non dovrebbe tardare.

E Gavin, sto cercando di preparar-

mi.

GAVIN - Oh, mamma.

(Gavin scappa in camera sua mentre Barbara esce

nella camera da letto principale e Mary va in cucina.

John sbatte la porta della cucina e vi si appoggia)

JOHN - Oh, mio Dio!

(John rapidamente estrae il cellulare e forma il numero)

(mentre compone) Ragazzaccio!

(Il telefono squilla a Streatham)

Forza, Barbara, rispondi!

(Squilla il campanello nella casa di Wimbledon.

John guarda inorridito verso la porta dingresso)

(credendo che sia Gavin) Oh mio Dio!!! Gavin!

(John sbatte gi il cellulare e se lo mette nella tasca dei

pantaloni mentre Barbara, ora in accappatoio entra dalla

camera da letto e prende il ricevitore)

BARBARA - (al telefono) Pronto?

(Il telefono squilla di nuovo a Wimbledon. John esita

non sapendo cosa fare)

(al telefono) Pronto?!

JOHN - (grida attraverso la porta) Ri-spondo io!

BARBARA - (al telefono) Pronto?!!

(mentre John va frettolosamente in punta di piedi verso la

porta dingresso per ascoltare, Vicki entra dalla sua ca-

mera da letto. Osserva John per un istante)

VICKI - Pap -!

(John rimane di guardia accanto alla porta e si volta)

JOHN - (grida) Ahh! Vicki! Va in ca-mera tua!

VICKI - Se Gavin per me

BARBARA - (al telefono) Pronto!

JOHN - Con Gavin me la vedo io! Tu va in camera tua, subito!

BARBARA - OO!

VICKI OO!

(Barbara sbatte gi il telefono ed esce nella camera da letto

principale mentre Vicki entra nella propria camera, entrambe

sbattendo le porte. Una scampanellata a Wimbledon)

JOHN - Ragazzaccio!

John rapidamente chiude a chiave la porta della camera di

Vicki. John afferra un impermeabile dal guardaroba e lo

indossa. Si copre la testa col cappuccio per nascondere

il viso. Nuova scampanellata a Wimbledon. John arriva

alla porta dingresso. Mary entra dalla cucina con la

scatola portapranzo)

MARY - (entrando) John!

JOHN - (urla)Ahh!

(Lui si volta e Mary rimane sorpresa nel vedersi

davanti John, totalmente coperto dallimpermeabile)

MARY - Che fai?

JOHN - Sentivo freddo.

MARY- Ma ci sono settanta gradi, fuori.

JOHN - Credo di aver preso freddo gui-

dando.

MARY - Beh, qui c la minestra. Ti fa-

r bene. (gli d il porta-pranzo)

JOHN - Dove sono gli avanzi indiani?!

MARY - (indicando la scatola) Te li ho dati!

JOHN - Bene, e da bere?

MARY - Ti ho messo dentro una lattina di Coca-cola.

JOHN - Coca-cola? Voglio il t.

MARY - Non prendi mai il t.

JOHN - Oggi mi va il t. E un po della

tua minestra. (incomincia a spin-gerla verso la cucina)

MARY - (fermandosi) Minestra?

JOHN - S, un po della tua ottima mi-nestra. Davvero ottima. (La spinge di nuovo ma lei si ferma)

MARY -Un momento. Sbaglio o han-nosuonato?

JOHN - No. (la fa voltare di nuovo. Al-tra scampanellata. Lei si volta) Forse hai ragione.

MARY - Dovrebbe essere quel Gavin.

JOHN - Se lui me ne libero subito.

MARY - Non fare stupidaggini!

(La spinge in cucina e posa il por-tapranzi sul tavolo. Altra scampa-

nellata. John si assicura che lim-permeabile gli copra il viso, poi

socchiude la porta e volta le spal-le alla porta)

JOHN - (dissimulando la voce con ac-cento tedesco) Giovanotto! Se ne vada! Lei non gradito, qui! Mia fa-miglia non vuole niente da fare con lei!

(Stanley Gardner, sui 40 anni, lentamente varca la porta

sostenendo due grosse buste della spesa. Guarda scon-

certato John che senza guardarlo continua la sua

diatriba tedesca che si fa sempre pi maniacale)

Questa propriet privata e ordino

a lei di andare via subitissimo. Suo

rifiuto di andare io essere costretto

usare forza su di lei. Vada - subi-to! E non tornare mai pi!

STANLEY - E questa da dove lhai ti-

rata fuori?

(John lentamente si volta verso

Stanley e poi si toglie il cappuc-cio)

JOHN - Stanley! Sei tu!?

STANLEY - Non trovavo le chiavi. (In-

dica limpermeabile) Ti sta venen-do linfluenza?

JOHN - S! E potrebbe degenerare in

polmonite doppia.

(John attira Stanley nella stanza e sbatte la porta)

STANLEY - Ehi, ma che succede?

JOHN - Un disastro!

STANLEY - Santo cielo! Porto su la

roba, poi mi racconti tutto.

JOHN - Non c tempo.

STANLEY - Solo un secondo. Metto via

JOHN - Stanley! Devi aiutarmi!

STANLEY - John, mi conosci. Sono sempre disponibile

JOHN - (interrompendolo) S, lo so. (Tira fuori il cellulare mentre par-la) Devo fare una telefonata molto

importante.

STANLEY - Importante.

JOHN - (incalzando) ma sar meglio farla dal taxi -

STANLEY - Dal taxi.

JOHN - (incalzando) - perci lascio te

a guardia del forte.

STANLEY - A guardia del forte.

JOHN - Non interrompermi e ascolta!

(Mary entra dalla cucina con una borraccia di t e

un thermos di minestra. John rapidamente infila il

cellulare nella tasca dellimpermeabile)

MARY - (entra) Era il ragazzo di?

(Vede Stanley) Oh, sei tu, Stanley.

(con rabbia sbatte la porta della

cucina)

STANLEY - S, il tuo inquilino prefe-

rito.

JOHN - (a Mary) Mi stai facendo il t, Mary?

MARY - Gi fatto. (gli porge il ther-mos)

JOHN - No, ne voglio una tazza. Ades-so.

MARY - Beh, versatene una da l! (in-dica il thermos)

JOHN - No, quello per la notte. Vo-glio una bella tazza del tuo t speciale

MARY - Perch non te la prepari da solo?

JOHN - No, Stanley deve parlarmi (poi aggiunge, prima che Stanley possa intervenire) una questione privata, Mary. Ha un grosso pro-blema personale e ha bisogno di un consiglio.

(Fa per spingerla in cucina, ma lei torna da Stanley)

MARY - Sarebbe pi utile un consiglio su come trovare un lavoro.

STANLEY - Via, Mary, sei preoccupa-ta perch non ti ho ancora pagato laffitto questo mese

JOHN - Ma no!

MARY No, non mi preoccupa laffit-to di questo mese

JOHN - Che ti dicevo

STANLEY - Oh, bene.

MARY - quello del mese scorso e quello del mese prima

JOHN - Ne parliamo dopo. Adesso fac-ci il t mentre io risolvo il pro-blema personale di Stanley. (apre

la porta per far passare Mary)

STANLEY - (a John) Se consideri che

sto qui da 18 anni, latteggiamen-to di Mary mi sembra molto ingiusto.

JOHN - Lascia perdere!

MARY - Stai qui da 18 anni, ma hai pagato laffitto per circa 10.

JOHN - Mary!

STANLEY - Pu darsi che abbia salta-to qualche mese dispari

JOHN - Stanley!

MARY - Hai ragione: paghi laffitto i mesi pari e salti i mesi dispari.

JOHN - Vuoi fare il t? (spinge Mary fuori in cucina. A Stanley) Dun-que, ascolta

MARY - (ritorna) E unaltra cosa - (sbatte la porta della cucina)

JOHN - Dio!

MARY - Credevo che andassi in vacan-za, oggi.

STANLEY - Infatti. Ho solo fatto un po di spesa per il viaggio, in vista delle delizie di Felixstowe. (Inco-mincia a tirar fuori alcuni articoli dalla sacca)

JOHN - Lascia perdere Felixstowe!

STANLEY - (elencando) Cappello da sole, crema da sole, antizanzare

JOHN - Risparmiaci linventario!

STANLEY - Boccaglio, maschera, pin-ne. Non mai troppo tardi per im-

Parare, sai

MARY - Spero che abbia lasciato la casa in ordine.

STANLEY - (risentito) Mi conosci!

MARY - Appunto. Spero che abbia la-sciato la casa in ordine.

JOHN - Per favore, Mary! Facci il t! Il problema di Stanley urgente!

MARY - Se si trovasse una moglie e se ne andasse da casa nostra, tutti i suoi problemi emotivi sarebbero risolti.

STANLEY - Io non ho problemi emoti-vi.

JOHN - pi che altro un problema sessuale.

MARY - Oh! (a Stanley) Immagino che voglia una tazza di t anche tu

JOHN - No, non la vuole! (a Stanley) Vero?

STANLEY - Meglio no. Tra dieci mi-nuti, un quarto dora al massimo parto e non voglio far tardi. Devo anche passare a prendere pap Clapham - viene con me a Felix-stowe, gli piace il posto - cos potrei andare al bagno a Clapham - devo assicurarmi che anche pap ci vada, con i reni che ha e il viaggio - e lui da un po di tempo si dimentica facilmente

JOHN - Taci! (a Mary) Fai il t! (spin-ge fuori Mary) Stanley, devo esse-re breve e veloce!

STANLEY Sono daccordo, John.

JOHN La nostra Vicki ha scoperto di me e di Barbara e di Gavin.

STANLEY Chi sono Barbara e Gavin?

JOHN - Streatham!

STANLEY - (riflette) Barbara e Gavin Streatham. No.

JOHN - Barbara e Gavin Smith!

STANLEY - No, non credo di conosce-re - (realizzando) Smith?!

JOHN - Ssh!

STANLEY - Alludi allaltra tua?

JOHN - (interrompendo) S!

STANLEY - (attonito) E Vicki lha scoperto?

JOHN - Beh, non lo sa, ma lha scoper-to. Lha invitato per il t. (si tasta la tasca) Dove ho messo il cellu-lare?

STANLEY - E tuo figlio sta venendo a Wimbledon?

JOHN - Lha conosciuto nel computer.

STANLEY - (confuso) Dove?!

JOHN - Tramite quel cavolo di Inter-net.

STANLEY - Maledizione!

JOHN - Ci sono due milioni di abbo-nati, e quellidiota di mia figlia doveva proprio incappare in quel-lidiota di mio figlio!

STANLEY - Te lavevo detto che non poteva durare per sempre questa doppia vita.

JOHN - Me la sono cavata per 18 anni.

STANLEY - La bigamia pur sempre un crimine, lo sai.

JOHN - Non ho bisogno di prediche, Stanley!

STANLEY - Colui che osa mentire

JOHN - Taci! Dove diavolo sta il cellu-lare? (si guarda attorno)

STANLEY - (indica il telefono fisso) Perch non usi quello?

JOHN - Non fare lo stupido. Non uso mai quello fisso qui o a Streatham.

STANLEY - Perch?

JOHN - Troppo pericoloso. Uso sempre il cellulare per chiamare Mary o Barbara.

STANLEY - (ammirato) Diavolo!

JOHN - Dove cavolo sta? Se non troppo tardi devo impedire a Ga-vin di uscire di casa. (realizzando)

Ma certo! Lho messo nellimper-meabile! (lo recupera e mentre parla forma il numero) Stanley, se i due ragazzi si incontrano salter fuori la verit. Mary e Barbara ci resteranno malissimo. Vicki e Ga-vin - poi - non ne parliamo! Quan-to a me

STANLEY - Pietrificato.

JOHN - Crocifisso. (getta limpermea-bile addosso a Stanley che lo lancia sullo schienale del divano. Il telefono di Streatham suona) Sta suonando. Devo andare. Se manco Gavin a Streatham e lui si presenta qui, pensa tu a liquidarlo. (al tele-fono) Coraggio, Barbara (fa per andare ma Stanley lo trattiene)

STANLEY - Come sarebbe, liquidarlo?

JOHN - Entri in scena tu. (a Stanley) Non devi farlo entrare in casa.

STANLEY - Ma devo portare Pap a Felixstowe!

(dalla porta della camera di Vicki giungono colpi energici)

VICKI - (f.c.) Ehi!

(Stanley guarda John)

JOHN - Ignorala!

(altri colpi)

STANLEY Ma non Vicki?

JOHN - Lho chiusa in camera.

STANLEY - Maledizione!

VICKI - (f.c.) Pap! Fammi uscire, stu-pido che non sei altro!

STANLEY - Si sta arrabbiando.

(Gavin entra dalla sua (e di Vicki)

camera da letto e afferra la giac-

ca da motociclista mentre)

JOHN - (grida a Vicki) Un momento, sto cercando la chiave. Grazie, Stan, sei un amico

(col cellulare allorecchio fa per andare ma Stanley lo trattiene)

STANLEY - Aspetta!

GAVIN - (chiama) Mamma! Il telefo-

no!

JOHN - Ma perch non risponde Bar-bara?

STANLEY - Ho bisogno di istruzioni!

GAVIN - (apre la porta della camera

da letto principale) Mamma, il

telefono!

JOHN - Te le ho date le istruzioni! Non far entrare Gavin in casa.

(Mentre si accinge ad andare Stanley lo afferra)

(Barbara entra dalla camera da letto e va verso il tele-

fono. Indossa un accappatoio)

BARBARA - (entrando) Non puoi ri-

spondere tu, Gavin?

STANLEY - E se non si accontenta di

un no?

BARBARA - (al telefono) Pronto?!

(Mentre John fa per parlare Mary entra dalla cucina con una tazza)

MARY - Un solo t!

(Mentre Mary si volta per chiudere la porta, John di colpo

lancia il cellulare dietro le spalle a Stanley che, altrettanto

istintivamente lo lancia alle proprie spalle, sul divano, tra

i pacchi di Stanley. Mary si volta e si trova davanti John

e Stanley, entrambi rilassati e dallaria innocente John

si seduto su un bracciolo della sedia avanti a sinistra e

Stanley sul bracciolo sinistro del divano. Mary va verso

Stanley)

(a Stanley) Sei ancora qui?

STANLEY - Ehm - s.

JOHN - S. Il suo problema sessuale

pi serio di quanto pensassi.

BARBARA - (al telefono) Pronto!

MARY - (porge il t a John) Tieni!

JOHN - Dov il t di Stanley?

MARY - Ha detto che non lo voleva.

(John spinge Mary davanti a s)

JOHN - Ha cambiato idea, muore dalla

voglia di prenderne uno. (spinge

Mary in cucina)

GAVIN - pap?

BARBARA - Ssh! Pronto!!

JOHN - (a Stanley) Presto, il cellulare!

STANLEY - Lho tirato dietro di me.

JOHN - Perch lhai fatto?

STANLEY - Perch lhai fatto tu!

JOHN - Idiota! (John posa la tazza sul

tavolino dietro il divano mentre cercano freneticamente il cellula-re)

BARBARA - (al telefono) Pronto?!

Oh, uffa! (arrabbiata mette gi

il telefono e va verso la camera

da letto)

GAVIN - Chi era?

BARBARA - Dio solo lo sa!

GAVIN - Io non lo aspetto, pap. Digli

che ho fatto un salto a casa di

Vicki.

BARBARA - Forse dovrei telefonare a

sua madre e dirle che stai arrivando.

GAVIN - Fai pure. Il loro numero su

questo biglietto. (le porge il carton-

cino e si avvia verso la porta)

BARBARA - Vai in motorino?

GAVIN - (sulla porta) S, lo so, vai piano!

(Mentre Gavin esce dalla porta di casa Barbara control-

la il cartoncino e Stanley recupera il cellulare di John)

STANLEY - Trovato!

JOHN - (afferrando il cellulare) Stupi-do! Sei di guardia, Stan.

STANLEY - Devo prendere pap a Clapham.

JOHN - Tu resti qui nel caso che arrivi Gavin. Riproviamo! (John preme il tasto re-dial mentre Barbara incomincia a formare il numero)

VICKI - (f.c.) Pap, hai trovato la chiave?

JOHN - (grida) Ci sono quasi! (fa per andare ma si ferma) Accidenti, occupato! Meglio che mi sbrighi.

(Spegne il cellulare e lo ripone in tasca; si avvia quando squilla il telefono a Wimbledon. John rapi-damente risponde) S?

BARBARA - (al telefono) Pronto,

mi chiamo Barbara Smith

JOHN - (con un urlo strozzato) Ahhh!! (allontana il ricevitore dallorec-chio e lo guarda inorridito)

BARBARA - (al telefono) Pronto!

JOHN - (finalmente parla, con accento cinese) Pronto, qui ristorante cine-se Drago Blu.

(Barbara sorpresa. Stanley osserva preoccupato)

(con accento cinese) Lei desidera?

BARBARA - (al telefono, confusa)

Abitano l i signori Smith?

JOHN - (con accento cinese, fingendosi

arrabbiato) No, questo Drago Blu! Signore e signora Hung Lo. (a Stanley) Barbara!

STANLEY - Oh, Dio!

JOHN - (al telefono, con accento cine-se) E non richiamare! Non fare piatti portar via.

BARBARA - (al telefono) Mi scusi!

JOHN - (al telefono, accento cinese) Noi non crediamo in portar via! Questo numero riservato ai no-stri clienti personali. No intrugli. Noi fare qui piatti cinesi molto speciali. Ottimo tacchino alla pe-chinese. Polpette in salsa di soya

(Mary entra dalla cucina con una tazza di t. Si ferma vedendo John che parla cinese al telefono. John non la vede)

BARBARA - (al telefono) Potrebbe

Dirmi qual il suo numero?

JOHN - No! Noi cucinare pesce. Maiale. Tacchino. Crespelle.

(Stanley vede Mary, sorride e d un colpetto sulla spalla di John. John lo scansa e continua)

BARBARA - Sono sicura di aver fat-

to il numero

JOHN - (interrompendo) Noi fare an-che riso fritto, riso bollito, riso speziato.

(Stanley lo tira per la manica. John lo respinge e

continua. Mary gli si avvicina, incuriosita)

(Sempre in cinese) E anche Poppadoms, Chiappati e Vindaloo - (vede Mary) Ohh! Ah, s! (al telefono, con accento cinese) E passer lui a ritirarlo subito. (a Mary) Capisce solo il cinese.

(Porge il telefono a Mary, che perplessa lo passa a

Stanley che lo rimette a posto. Barbara confusa mette

gi)

(a Mary) Stanley prende un piatto cinese per lui e suo padre, da man-giare andando a Felixstowe. A te e a tuo pap piace mangiare cinese, vero Stan?

STANLEY - (ebete) S.

(Durante il dialogo che segue Barbara controlla il nu-

mero sul cartoncino e lo compone di nuovo. Mary por-

ge la tazza di t a Stanley)

MARY - (a Stanley) Eccoti il t. indiano, non cinese.

STANLEY - Ottimo.

JOHN - Devo proprio andare!

(si sente bussare dalla stanza di Vicki)

VICKI - (f.c.) Ehi! Lhai trovata quella

chiave?!

JOHN - (a Mary) Non farla uscire se non promette di non cercare pi Gavin.

MARY - Ma John!

JOHN - Fa come ti dico! E non fidarti della sua parola. Falle firmare una carta. Io devo andare!

(Mary prende il portapranzo di John)

MARY - E la cena?

JOHN - Non avr tempo (poi, ripren-

dendosi) Ma s, certo! (prende la scatola del pranzo)

(Il telefono squilla a Wimbledon. John e Stanley lo guar-

dano, scambiandosi unocchiata, poi guardano Mary, poi

si scambiano unaltra occhiata, poi tornano a guardare

Mary e sorridono. A Streatham Gavin entra di corsa dal-

la porta dingresso)

GAVIN - Mamma, hai visto il casco?

BARBARA - (aspetta con rabbia che

qualcuno risponda) In ingresso,

credo.

(Mentre Gavin si alza e va a guardare nellingresso)

MARY - (a John) Beh, non rispondi?

JOHN - S. (solleva il ricevitore. Al te-

lefono) Pronto?

BARBARA - (al telefono) questo

il numero del signor Smith?

(John riflette un istante, poi rimet-

te gi)

(arrabbiata) Ooh!

(Durante il dialogo che segue Barbara ricompone

di nuovo il numero)

MARY - (a John) Perch lhai fatto?

JOHN - Si sentiva solo respirare.

MARY - Respirare?

JOHN - gi capitato altre volte. Mi

infastidisce. capitato anche a te,

vero Stanley?

STANLEY - S, vero.

(Gavin uscito dal guardaroba ed entra in camera da

letto)

GAVIN - (mentre va) Deve essere in

camera da letto.

VICKI - (f.c.) Fammi uscire!

JOHN - Devo andare!

(Squilla il telefono di Wimbledon. John e Stanley si

guardano. Una Mary arrabbiatissima va a rispondere)

STANLEY/JOHN - (insieme) No!!

JOHN - (a Mary) Sar quello di prima.

Sai, quello (respira profonda-

mente, poi risponde)

BARBARA - (al telefono) Pronto!

(John immediatamente mette gi il telefono. Durante

il dialogo che segue Barbara infuriata controlla di nuo-

vo il numero sul cartoncino e ricomincia a comporlo)

JOHN - (A Mary) Era ancora lui. Di-sgustoso! Non lo trovi disgustoso,

Stanley?

STANLEY - (non sa che dire) A me pi che altro fa compassione.

(John conduce Mary verso la ca-mera da letto di Vicki)

JOHN - (a Mary) Cara, che ne diresti di andare a confortare Vicki. Stanley bader al telefono, eh? Io devo an-dare. (a Stanley) Se quel maniaco chiama ancora metti gi il telefo-no. E se quel pervertito di Gavin si presenta trascinalo al pi vicino posto di polizia. (prende i suoi re-cipienti dal tavolino dietro il di-vano)

STANLEY - E il mio povero normalis-simo padre a Clapham?

JOHN - Resister.

(Squilla il telefono a Wimbledon. John esita, poi prende

il ricevitore. Emette qualche pesante sospiro nella cor-

netta e poi mette gi con forza)

(a Mary) Che gusti!

(John si precipita fuori di casa. Si sente battere alla por-

ta di Vicki. Durante il dialogo che segue una furibonda

Barbara ricompone il numero)

VICKI - (f.c.) Hai trovato quella male-

detta chiave?

(Mary va alla camera da letto di

Vicki)

MARY - (grida) Va tutto bene, tesoro!

(a Stanley) Se hai bevuto il tuo t vai pure a prendere tuo padre e andatevene a Felixstowe.

STANLEY - (si alza - esitante) Vera-mente io non credo

MARY - Ma io s!

(Mary apre la porta di Vicki, che irrompe sulla scena piangente e arrabbiata)

VICKI - Dov quello stupido di mio padre?

MARY - tutto a posto. uscito per il turno di notte.

VICKI - (vedendo Stanley) Oh, ciao, zio Stan. Credevo che volessi an-dare in vacanza con tuo padre a Felixstowe.

STANLEY - Anche io!

MARY - (allusiva) Stanley stava giu-sto andando via.

(Stanley fa un piccolo cenno di saluto a Vicki. Squilla il

telefono a Wimbledon. Stanley lo guarda inorridito. Mary

va verso il telefono ma Stanley si precipita e se ne impa-

dronisce. Rimane ben saldo accanto al telefono fissando

una Mary sorpresa. Poi respira profondamente nel tele-

fono e lo mette gi. Stanley guarda soddisfatto Mary)

STANLEY - (alzando il pugno con sfida) S!

BARBARA - Oohh!

(si precipita in camera da letto col

telefono, lasciando il cartoncino

sul tavolo)

VICKI - (senza capire) Perch zio Stan

ha fatto cos, mamma?

MARY - Lascia stare. Va a sciacquarti gli occhi. La mamma ti porter unaspirina.

VICKI - (con sfida) Voglio vedere Gavin quando arriva!

MARY - S, daccordo.

(Vicki esce in camera da letto. Mary si avvia verso la cucina ma si ferma; poi, a Stanley, con inten-zione)

Ciao, Stanley!

STANLEY - Ehm - Mary, se Gavin un pervertito sessuale, non credo che

MARY - (interrompendolo) Stanley! Al tuo posto lascerei stare i problemi sessuali degli altri per concentrar-mi sui tuoi! (va in cucina)

STANLEY - Bel modo di cominciare una vacanza!

(manda gi un sorso di t mentre John entra agitato dalla porta di

ingresso)

JOHN - Stanley!

STANLEY - (gli va di traverso il t) Ahh! Per favore!

JOHN - Non ci crederai!

STANLEY - Che successo?!

JOHN - Ha fatto solo cento metri di strada e quel maledetto taxi si fernato! Dammi le chiavi della tua

macchina.

STANLEY - Cosa?!

JOHN - Devo andare a Streatham. Su-bito!

STANLEY - Ma la macchina mi serve!

Devo portare pap a Felixstowe!

(Barbara entra componendo il numero sul cellulare,

e chiude la porta)

JOHN - Torno tra venti minuti. Dammi le chiavi!

STANLEY - Maledizione!

(Porge a John la tazza del t e incomincia a cercare le

chiavi della macchina, mentre Gavin entra dalla sua

camera da letto con il casco in mano)

GAVIN - Trovato! A chi telefoni? (si

guarda allo specchio mentre si

allaccia il casco durante il dia-

logo che segue)

BARBARA - Sto chiamando tuo pa-

dre sul cellulare. cos insolito

che arrivi tardi

JOHN - (a Stanley) Andiamo!

STANLEY - Va bene, va bene!

(Prima che Stanley trovi le sue chiavi il cellulare di John suona il

motivo di una marcia nuziale)

Che diavolo ?

JOHN - Il mio cellulare.

(Porge a Stanley la tazza ed estrae dalla tasca il cellulare mentre Stanley posa la tazza sul tavolo in fondo a sinistra)

(al telefono) Pronto?

BARBARA - (al telefono) Johnny!

Dove sei, vagabondo?

JOHN - (sollevato, al telefono) Meno male! Barbara.

STANLEY - Barbara?!

JOHN - (a Stanley) Dove diavolo sono le chiavi della tua macchina?

STANLEY - Non riesco a trovarle!

JOHN Dio!

GAVIN - Pap sta bene?

BARBARA - S, credo di s.

JOHN Dov Mary?

STANLEY In cucina.

BARBARA - (al telefono) Mi senti,

Johnny?

JOHN - (al telefono) S, tesoro, sono in taxi, sto tornando a casa. (a Stan-ley) Tieni Mary fuori di qui per un momento! (incomincia a spingere un recalcitrante Stanley verso la cucina)

STANLEY - Eh? E come?

BARBARA - (al telefono) Mi senti,

Johnny?

JOHN - (al telefono) Scusami, cara, ma ogni tanto non ti ricevo (a Stan-ley) Raccontale una barzelletta!

STANLEY - Non credo di conoscerne -

JOHN - (interrompendolo) Inventane una!

BARBARA - (al telefono) Sei l,

Johnny?

JOHN - (al telefono) Ho perso di nuovo il segnale. Sono nel sottopassaggio di Blackwell. (apre la porta della cucina)

STANLEY Accidenti, sembra un film di James Bond!

(John lo spinge in cucina e sbatte la porta)

JOHN (al telefono) Sono fuori, ades-so! Sono ore che cerco di chiamar-ti. Dov Gavin?

BARBARA - (al telefono, sedendo-

si sul bracciolo del divano) Non

mi stupisce! Ho avuto le telefo-

nate pi strane.

JOHN - (al telefono) S, ma Gavin?! l?

BARBARA (al telefono) Ho beccato

il numero sbagliato tre volte, due

maniaci e un ristorante cinese.

GAVIN - (a Barbara) Ciao, mamma.

BARBARA - (si alza, bacia Gavin)

Ciao.

JOHN - (al telefono) Barbara!

GAVIN - Salutami pap.

BARBARA - O.K. (al telefono)

S, ti sento!

JOHN - (al telefono) Gavin - l?

BARBARA - (al telefono) S.

JOHN - (al telefono) Meno male! Pas-

samelo.

BARBARA - (al telefono) Veramen-

te appena uscito. Ti saluta.

JOHN - (al telefono) Cosa?! No! Fer-

malo! Devo parlargli subito!

BARBARA - Veramente credo che a-

vesse un appuntamento. Riderai

quando ti dir con chi

JOHN - (al telefono) Barbara!

BARBARA - Sai quanti Smith ci sono

a Londra?

JOHN - (al telefono) S, non abbastan-

za! Passami Gavin!

BARBARA - (al telefono) Beh, sta an-

dando a trovare una certa Vicki

Smith che ha il padre tassista e si

chiama anche lui John Leonard!

JOHN - (al telef.) Perfavore -Gavin!

BARBARA - Non puoi aspettare fino

a stasera?

JOHN - (al telef., isterico) Basta! Pas-sami -!

(Mary irrompe dalla cucina con un bicchier dacqua e un flacone di aspirine. John si ferma a met urlo)

MARY - (da sopra la spalla) la bar-zelletta pi idiota che abbia mai sentito!

STANLEY - (entra imbarazzato) Vera-mente la sola che conosco.

MARY - (voltandosi) John - (si ferma, congelata, nel vedere John col cellulare allorecchio)

BARBARA - (al telefono) John!

(John sorride a Mary e fa una risatina idiota)

MARY - (a John) Stai parlando?

(John scuote la testa, poi realizza che ha il telefono allorecchio e allora fa cenno di s col capo)

BARBARA - (al telefono) John, sei

di nuovo nel tunnel?

JOHN - (a Mary) Aspetto una persona.

Un cliente abituale. (a Stanley) Stanley! Le chiavi! (a Mary) Il taxi si fermato.

STANLEY - Non ricordo dove posso (si tasta in tasca)

MARY - (a Stanley) Hai raccontato a John quella stupida storiella?

STANLEY - Non mi sembra.

BARBARA - (al telef.) Se mi senti,

rimango in attesa fino a quando

esci dal tunnel.

JOHN - (a Stanley) Sbrigati!

MARY - (a Stanley) Avanti! Racconta-

gli la storiella!

JOHN - Non voglio sentirla, Mary!

MARY - (a Stanley) Digliela!

STANLEY - Un uomo va dal veterina-

rio. Il veterinario dice: Apra la bocca e dica Ahhhh. Luomo di-ce Perch?. Il veterinario rispon-de: Il suo cane appena morto.

(John e Mary restano basiti. Stan-ley guarda alternativamente i due)

(Insistendo sui punti:) Il veterina-rio dice alluomo apra la bocca e dica Ahhh. Luomo chiede Per-ch. Il Veterinario dice il suo cane appena morto.

(John e Mary sono sempre basiti)

(improvvisamente ridendo) Io la trovo molto divertente, veramente.

(Mary tira fuori le aspirine)

MARY - John, porta queste a Vicki. E fai la pace con lei.

JOHN - No! (a Stanley) Stanley!

STANLEY - Non so proprio dove Oh, s, ci sono! Le ho messe in uno dei sacchetti della spesa, per sicurezza.

JOHN - Dio!

(Durante il dialogo che segue Stanley si siede sul divano

e vuota il contenuto di tutti i sacchetti)

BARBARA - (al telefono, impaziente)

John, non so se mi senti ma io met-

to gi. (si alza)

JOHN - (al telef.) No! Sono sempre qui.

BARBARA - (al telef.) Bene, vedo se

riesco a fermare Gavin e gli do

un messaggio?

JOHN - (al telef.) S, forse sarebbe la soluzione migliore. Digli sempli-

cemente di non muoversi da dove

sta. (a Mary) Io devo andare a prendere quel vecchio cliente da Tesco. (al telef.) Digli di non an-dare da nessuna parte fino al mio

arrivo.

BARBARA - (al telef.) Faccio subito.

(sempre col cellulare in mano fa

per muoversi)

MARY - (a John) Porta queste a Vicki.

Dille che pu vedere quel ragazzo

per cinque minuti soltanto.

JOHN - No!

MARY - Va bene!

(Mary va verso la camera di Vicki mentre, a Streatham,

si sente la moto di Gavin che parte. Barbara si ferma

sulla porta)

BARBARA - (al telef.) Aspetta. Mi

pare di aver sentito partire la mo-

to di Gavin.

JOHN - (al telef.) No!

MARY - (si ferma e si volta) Va bene,

ho sentito.

(Mary esce nella camera di Vicki)

JOHN - (le grida dietro) Che non esca

dalla stanza! (al telef.) Barbara! Fermalo. Non parlare. Fermalo e basta. Sar l fra tre minuti.

BARBARA - (al telef., sorpresa) Dal

Blackwall Tunnel?

JOHN - Facciamo cinque minuti.

(John spegne il suo cellulare mentre Barbara esce dalla

porta di casa di Streatham. John corre da Stanley che

ora sommerso dai pacchi per la sua vacanza)

Per lamor del cielo, Stanley!

STANLEY - Lo so, stanno qui da qual-

che parte. (solleva una cuffia da bagno di gomma) La cuffia da ba-gno per ripararmi la testa dal sole.

JOHN - Non pensare alla cuffia. Mi ser-ve la tua macchina. Fammi vede-re! (molla a Stanley il cellulare e incomincia a frugare tra i vari og-getti) E ricorda: Non muoverti fi-no al mio ritorno.

STANLEY - Questa storia non mi piace affatto, sai. Se faccio tardi pap si agiter moltissimo.

JOHN - Lascia perdere tuo padre!

STANLEY - gi abbastanza confuso.

JOHN - Stanley, in gioco la mia vita!

STANLEY - Voglio arrivare a Felix-stowe prima di notte!

JOHN - (trova le chiavi) Sono queste?

STANLEY - S. Senti, io non ci sto

JOHN - Ma s (gli d una pacca sulla guancia e si avvia)

STANLEY - (fermandolo) No, John. Io non sono come te. Non sono bravo con i sotterfugi. Voglio dire, quan-do cercavo di trattenere Mary in cucina. Quella orrenda storiella del veterinario!

JOHN - Molto divertente, il suo cane appena morto. Devo andare!

STANLEY - (afferra le chiavi) No! John! Mi dispiace! Non posso. Sono solo un inquilino, lo sai!

JOHN - (improvvisamente serio) No, non sei solo un inquilino, Stanley. Sei un amico. Il mio migliore ami-co. Da ventanni. Da prima che Vicki nascesse. Sei lunica perso-na al mondo in cui potevo confi-dare questo terribile segreto. S? (commovendosi) E mi hai gi aiu-tato altre volte, no? Per tutti questi anni. Quando stavo per essere sco-perto. Hai salvato i miei matrimo-ni Salvato la mia vita, Stanley.

STANLEY - (sopraffatto) S, John, cre-do di s.

JOHN - (prendendogli il viso tra le ma-ni, gentilmente) E anche io sono stato un buon amico per te, no? Per ventanni. Rinunciando allaf-fitto, prestandoti dei soldi. Senza mai richiederteli indietro.

STANLEY - (sottovoce) S, sei stato un buon amico.

(John recupera le chiavi)

JOHN Allora smettila di discutere e fai come ti ho detto!

(John corre fuori della porta - non si rende conto di aver lasciato il suo cellulare a Stanley, che si alza e comincia a controllare i suoi ar-ticoli vacanzieri sparsi per terra. Fa per raccoglierli quando si ren-de conto che ha in mano il cellu-lare di John, e corre alla porta)

STANLEY - John! Il cellulare!

(Si sente John che parte sgommando con la macchina di

Stanley. Stanley alza le spalle e si mette il cellulare in

tasca. Fa per radunare i suoi oggetti per la vacanza e

vede la maschera, il boccaglio e la cuffia da bagno. In-

dossa la maschera e tenendoli boccaglio e la cuffia in-

comincia a fare esercizi di respirazione, mentre Bar-

bara entra, a Streatham, dalla porta dingresso. Com-

pone un numero sul suo cellulare mentre, a Wimbledon,

nuota accanto a lei. Il cellulare nella tasca di Stanley

squilla. Stanley ascolta per un istante, senza realizzare

da dove arriva il suono. Infine si rende conto ed estrae

il cellulare dalla tasca)

STANLEY - (al telef.) Pronto!

(si rende conto di avere la ma-schera sul viso e se la toglie gettandola con il boccaglio e la cuffia dietro la sedia avanti a sinistra)

(al telef., nervoso) Pronto!

BARBARA - (al telef.) Oh, mi pareva

di aver fatto lo 077-686 251.

STANLEY - (nervosamente, al telef.)

Ah, s?

BARBARA - (al telef.) Ma il cellu-

lare di mio marito?

STANLEY - Oooh! (estrae il cellulare dalla tasca e lo guarda inorridito)

BARBARA - (al telef.) Pronto?

STANLEY - (al telef.) Pronto?

BARBARA - (al telef.) il telefono

del signor Smith?

STANLEY - (al telef.) Ehm s.

BARBARA - (al telef.) Posso par-

largli, per favore? STANLEY - (al telef.) Ehm - no.

BARBARA - (al telef.) Con chi sto

parlando?

STANLEY - (al telef.) Con me.

BARBARA - (al telef.) Cio?

STANLEY - (al telef.) Sono la segre-

teria telefonica del signor Smith.

Stiamo cercando di personalizza-

Re il servizio, signora.

BARBARA - (al telef.) Se gli ho par-

lato un istante fa!

STANLEY - (al telef.) S, ma al mo-mento non pu ricevere, signora.

Desidera lasciargli un messaggio, signora?

BARBARA - (al telef.) Beh, devo veder-

lo tra un minuto, ma gli lascer un

messaggio nel caso che lo ascolti.

STANLEY - (al telef.) Quale messag-gio, signora? Gli sar recapitato

Personalmente.

BARBARA - (al telef.) Gli dica che

ha chiamato sua moglie

STANLEY - (al telef.) Ha chiamato la

Signora Smith -

BARBARA - (al telef.) e che non ho

rintracciato nostro figlio perch

gi partito per Wimbledon.

STANLEY - (al telef.) gi partito per - (realizzando) Maledizione!

BARBARA - (al telef.) Che succede?

STANLEY - (al telef.) Un piccolo pro-

blema qui in ufficio. Uno degli o-peratori mi ha rovesciato addosso una tazza di caff. (grida) Imbe-cille che non sei altro, Sharon! (con voce acuta) Mi scusi, signor Wilkinson. Non so come sia suc-cesso. (con voce normale) Conti-nua a lavorare, Sharon!

(Barbara ascolta sconcertata)

(al telef.) Mi scusi. Sharon da poco con noi. Dunque assoluta-mente certa che non pu impedire a Gavin di venire a Wimbledon?

BARBARA - (al telef.) Le ho detto che

gi - (realizzando) Come sa che

si chiama Gavin?

STANLEY - (al telef., dopo una pausa)

Tutti i dati personali del signor Smith sono nel nostro computer. E questa conversazione telefonica pu essere registrata nel suo stesso interesse, signora. Buon pomerig-gio, signora. Buona giornata, si-gnora. E grazie per aver contattato i Servizi di Segreteria Personale di Vodaphone.

(Spegne il cellulare, mentre Barbara rimette al suo posto

il telefono)

(a se stesso, con angoscia) Oh, mio Dio! Gavin!

(Barbara corre in camera da letto mentre Stanley ripone

in tasca il cellulare, in punta di piedi corre alla porta di

ingresso e guarda fuori. Contemporaneamente Mary esce

dalla camera di Vicki con un bicchiere vuoto in mano.

Si ferma vedendo Stanley)

MARY - Sei ancora qui?

STANLEY - Ahh! (si volta chiude la porta di colpo con un solo movi-mento) Ah! S! Volevo dare una occhiata fuori per controllare che tempo fa. Ancora qui. S, tutto lequipaggiamento per Felixstowe.

MARY - (indicando tutta la roba spar-sa) Tutta questa roba tua?

STANLEY - S.

MARY - Beh, metti via tutto e vattene di sopra! (incomincia a raccoglie-

re dal tavolo una delle tazze vuote)

STANLEY - Certo. Nessun problema!

(Raccoglie gli oggetti dal divano.

N.B.: maschera, boccaglio e cuf-fia sono sempre dietro la poltro-na)

MARY - Bene!

STANLEY - S.

MARY - (aspetta che lui se ne vada, ma lui non si muove) Bene, puoi andare!

(Mary lo spinge da parte e va a prendere la tazza dal tavolo dietro il divano. Stanley guarda ansioso verso la porta. Mary si volta)

Stanley!

STANLEY - (sussulta) S, Mary.

MARY - Vattene - disopra!

STANLEY - S. Disopra. A casa mia.

Dove abito. (improvvisamente va ad aprire la porta della cucina) Non stavi andando in cucina?

(le apre la porta)

MARY - Sono perfettamente in grado di aprire una porta!

STANLEY - Le buone maniere non guastano!

MARY - Stanley!

STANLEY - S, Mary?

MARY - Per oggi ne ho avuto abba-stanza di te e di quello che John ha fatto a Vicki, perci ti prego, vat-tene a casa tua!

STANLEY - Certo! Forse potrei tirarti su di morale con unaltra delle mie barzellette.

MARY - Stanley!

STANLEY - S, Mary?

MARY - Se non te ne vai ti tiro un cal-cio dove dico io!

STANLEY - Recepito!

(Stanley corre di sopra. Mary e-mette un sospiro rabbioso ed entra in cucina. La testa di Stanley si affaccia da sopra la balaustra. Controlla che il campo sia libero, poi corre gi. Corre ad ascoltare alla porta della cucina. Poi va in punta di piedi alla porta dingres-so e la spalanca, e si trova di fronte Gavin con il casco in testa in procinto di suonare)

Ahh!

(Gavin avanza, togliendosi il casco)

GAVIN - Salve, sono Gavin!

STANLEY - (guarda verso la cucina) Oooh!

GAVIN - Vicki mi sta aspettando.

STANLEY - S. Non pu riceverti, per-

ci vattene e non tornare.

(Cerca di chiudere la porta ma Gavin lo scansa ed entra)

GAVIN - Un momento. Mi ha detto lei

di venire. Sono Gavin.

STANLEY - Addio, Gavin.

GAVIN - Gavin Smith. Mi ha invitato a

Prendere un t.

STANLEY - Il t finito. Addio, Gavin.

GAVIN - Un momento. Non posso ve-dere Vicki?

STANLEY - Assolutamente fuori que-

stione. Lieto di averti conosciuto,

Gavin, e non dimenticare di non

ritornare pi.

GAVIN - Un momento. Lei suo padre?

STANLEY - (esita, poi) Prego?

GAVIN - Lei il pap di Vicki?

STANLEY - Il pap di Vicki.

GAVIN - Il signor Smith.

STANLEY - (ci pensa su, poi) S! S. S, sono il signor Smith. Il padre di mia figlia - ehm - il padre di Vicki. Sono il capo della - e faccio il - sono il padrone. Il grande Capo. E Vicki non pu ri- ceverti. (di nuovo tenta di spinge-re via Gavin che resiste)

GAVIN -Ma solo mezzora fa mi ha detto di venire.

STANLEY - Questo era mezzora fa, Gavin. Il mondo cambiato da al-lora! Adesso non pu riceverti. E non potr neppure domani. E nep-pure dopodomani. Non c futuro per voi. finita. Addio, e buona giornata|

(Spinge fuori Gavin, sbatte la por-

ta e vi si appoggia, esausto. Squil-

la il campanello della porta di Wimbledon. Stanley apre la porta:

ancora Gavin)

Va al diavolo!

(Stanley sbatte la porta e vi si ap-poggia contro. Altra scampanel-lata. Stanley mortificato. Mary entra dalla cucina. Si ferma ve-dendo Stanley appoggiato alla porta di casa come mummificato. Stanley si sforza di mutare la sua espressione inorridita in un sorri-so accattivante)

MARY - Ancora qui?

STANLEY - In un certo senso.

MARY - Hanno suonato?

STANLEY - In un certo senso.

MARY - Beh, guarda chi ! (va verso Stanley che lafferra e la costringe ad allontanarsi dalla porta)

STANLEY - Lo so chi . per me.

MARY - Per te?

STANLEY - S. Una visita.

MARY - Visita?

STANLEY - S. Visite. Per me. Li sta-vo aspettando - e adesso sono arri-vati. Per un incontro. Molto im-portante. Sar un incontro molto importante e lungo. Andr avanti per ore. Non vogliamo essere di-sturbati.

MARY - Credevo che volessi andare a

Felixstowe.

STANLEY - Cancellato.

MARY - E tuo padre?

STANLEY - Cancellato anche lui. In-somma, voglio dire rinviato. Ci andremo dopo. Dopo lincontro.

MARY - Non li fai entrare?

STANLEY - No. Beh - ecco - non da-vanti a te. Ho bisogno di incon-trarli da solo.

MARY - Ma che diavolo dici?

STANLEY - una questione molto de-

licata.

(Nuova scampanellata)

Mary, ti prego! Non voglio che tu veda i miei ospiti e non voglio che loro vedano te!

MARY - Perch diavolo no?

STANLEY - una questione privata e personale.

MARY - Privata e

STANLEY - Personale! Molto persona-le. Molto privata.

MARY - Ha a che fare con il problema

di cui stavi discutendo con John?

STANLEY - S.

MARY - Il tuo problema emotivo e ses-

suale?

(Nuova scampanellata)

STANLEY - S. Il problema emotivo e

MARY - Sessuale.

STANLEY - S - sessuale.

MARY - E di punto in bianco arriva qualcuno a risolverlo.

(Stanley esita, poi annuisce)

Beh, ti sarei grata se ricevessi la tua visitatrice al piano di sopra!

(Mary si precipita in cucina. Stan-ley chiude gli occhi poi alza lo sguardo al cielo, angosciato. Altra scampanellata. Stanley stravol-to. Corre alla porta della cucina e lapre)

STANLEY - (grida verso la cucina) Non entrare. questione di un mi-nuto!

(Sbatte la porta della cucina e fa per correre alla porta dingresso, ma si ferma. Ritorna alla porta della cucina e la chiude a chiave. Fa per tornare alla porta, ma ci ripensa e va a chiudere a chiave anche la porta di Vicki. Poi va in fretta alla porta dingresso e a apre. Gavin, molto deciso, entra e lo costringe a farsi da parte)

Gavin!

GAVIN - Senta, mi dispiace, signor Smith.

STANLEY - Anche a me, Gavin! E ora

smamma e tornatene a Streatham!

(costringe Gavin a fare dietro- front, ma Gavin resiste e avanza nella stanza fino al divano, segui-to da un frenetico Stanley)

GAVIN - Ma davvero non capisco per-

Ch Vicki non possa

STANLEY - Gavin!

GAVIN - No, non capisco perch non

possa vedermi!

STANLEY - (afferra Gavin per il bave-ro e lo attira a s) Non pu ve-derti - sudicio pervertito - perch non pu! Hai capito, idiota com-puterizzato?! Non pu vederti! Non ti vedr! Non pu vederti!!

GAVIN - Vuol dire che la sua vista ha qualcosa che non va?

STANLEY - S! Non vede! E adesso vattene a casa!

GAVIN - (folgorato) Cieca?

STANLEY - Come una talpa! molto triste! (cerca di calmarsi, e assu-me un tono diverso, pi triste)

Vicki visivamente disabile, Gavin. Troppa televisione. Troppo Internet. Cominci con una insuf-ficinza visiva e poi allimprovviso - una mattina - Dov il tavolo della colazione, pap? Niente.

GAVIN - terribile!

STANLEY - S. Sapevo che avresti ca-pito, Gavin. Addio - per sempre.

(Fa girare Gavin, che si volta di nuovo)

GAVIN - Deve essere straordinaria.

STANLEY - S!

GAVIN - Voglio dire, come pu usare il computer in quel modo, se non vede?

STANLEY - (dopo rapida riflessione) programmato per il riconosci-mento vocale.

GAVIN - Fantastico!

STANLEY - Paga tutto la Mutua. Ora vattene, Gavin.

GAVIN - (mentre Stanley tenta inutil-mente di farlo uscire) Un momen-to. Sta dicendo che non mi vedr perch visivamente disabile?

STANLEY - Esatto!

GAVIN - No, voglio dire: capisco che fisicamente non possa vedermi - ma intende dire che non vuole vedermi?

STANLEY - S, non ti vedr!

GAVIN - Sembra che non voglia ve-dermi.

STANLEY - Esatto!

GAVIN - Perch no?

STANLEY - (grida) Te lho detto, perch!

GAVIN - No, non me lha detto. Mi ha detto che visivamente disabile ed incapace di vedermi.

STANLEY - (riafferra Gavin) Sei terri-bilmente polemico, eh, Gavin?

GAVIN - Trovo semplicemente strano che Vicki mi inviti qui e che poi dica che non vuole vedermi perch visivamente disabile.

STANLEY - (decide di tornare al suo tono patetico) S, ecco, vedi, Gav Non solo perch visiva-mente disabile. Improvvisamente si resa conto che a quindici anni non si sente ancora pronta per una relazione sentimentale intima si-gnificativa.

GAVIN - Intima, significativa? Abbia-mo chattato on line, signor Smith, nientaltro.

STANLEY - Ma Vicki ha capito dove lavrebbe portata tutto questo. E cos, molto coraggiosamente, ha deciso di non coinvolgere entram-bi in questa avventura emotiva - e di non vederti. Chiuso. Discorso chiuso. Niente discussioni. Addio. Fatti coraggio, Gav.

(Mentre tenta di avviare un per-plesso Gavin verso la porta, si sente bussare alla porta della ca-mera di Vicki)

VICKI - (f.c.) Aiuto, mi hanno chiusa dentro di nuovo!

(Gavin guarda Stanley)

STANLEY - (grida mellifluo) Arrivo! (poi sorride a Gavin, e con tono dolce) Vattene, Gavin. (fa girare Gavin su se stesso. Altri colpi alla porta. Gavin si volta di nuovo)

VICKI - (f.c.) Ehi!

STANLEY - (grida mellifluo) Arrivo!

(Sorride a Gavin e lo fa girare su se stesso)

VICKI - (f.c.) Sei tu, zio Stanley?

(Gavin si volta. Stanley gli sorri-de)

STANLEY - (a voce alta, con voce sciocca) No, non sono lo zio Stanley! (a Gavin) Lo zio Stanley vive con noi.

VICKI - (f.c.) Ehi!

GAVIN - (a Stanley) Non la sua Vicki?

(molto determinato va verso la porta della camera, ma Stanley lo agguanta e lo attira a s)

STANLEY - (afferrandolo) No! Non Vicki. Vicki da unaltra parte. la signora Smith.

GAVIN - La signora Smith?

STANLEY - S. Mia - ehm - mia

GAVIN - moglie?

STANLEY - Grazie, Gavin, s. S, proprio mia moglie Mary.

(Altri colpi alla porta di Mary)

VICKI - (f.c.) Apri questa porta!

STANLEY - Gi, ho dovuto rinchiuder-

la, come al solito. un po strana. Una volta non era cos - Non era strana quando ci siamo sposati - diventata strana dopo che Vicki ha perso la vista. Lo stesso giorno. stato proprio un bel giorno, ti assi-curo!

GAVIN - Mi dispiace.

STANLEY - Grazie, Gavin.

VICKI - (f.c.) Se qualcuno non apre questa porta, la butto gi a calci!

STANLEY - (a Gavin) Diventa anche violenta.

(Fa girare Gavin per avviarlo ver-so la porta mentre Mary bussa dalla porta della cucina)

MARY - (f.c.) Ehi!

(Stanley e Gavin si voltano verso la cucina. Gavin guarda Stanley che sorride)

(f.c.) C nessuno?!

STANLEY - (a Gavin) la sorella di mia moglie.

GAVIN - rinchiusa anche lei?

STANLEY - Oh, s.

GAVIN - ȅ strana anche lei?

STANLEY - Molto!

GAVIN - Peccato.

STANLEY - Gi. - ehm - Rosie. di-

Ventata cos lo stesso giorno di Mary. Sai, il giorno che Vicki

GAVIN - Oh, cazzo!

STANLEY Gi, cazzo!

(Si sente Mary bussare energica-mente)

MARY - (f.c.) Ehi, la porta chiusa a chiave!

STANLEY - Anche Rosie diventa vio-lenta.

MARY - (f.c.) Sei ancora l, Stanley?! Stanley!

STANLEY - Rosie, la sorella di Mary, sposata con Stanley. (quasi pian-gendo) Ecco perch lo zio di Vicki.

GAVIN - E zio Stanley e zia Rosie vi-vono qui anche loro.

STANLEY - Beh, sono pur sempre co-gnati, no?

(colpi dalla cucina)

MARY - (f.c.) Ehi!

(Guardano verso la cucina. Colpi dalla seconda camera da letto)

VICKI - (f.c.) Ehi!

(Guardano verso la camera da let-to. Gavin guarda Stanley)

STANLEY - Forse dovremmo chiamare un esorcista! (cerca di spingere Gavin, ma lui resiste)

GAVIN No, voglio vedere Vicki. Lei lha dipinta come una persona fan-

tastica.

STANLEY - Non era nelle mie inten-zioni, Gavin!

VICKI - (f.c.) Ehi!

MARY - (f.c.) Ehi!

(entrambe bussano alle porte)

STANLEY - Senti, se Mary e Rosia di-ventano violente nello stesso mo-mento, meglio che te la fili.

GAVIN - Non mi fanno paura.

STANLEY - Ma fanno paura a me, Gavin. (cerca di farlo muovere)

GAVIN - No! Voglio vedere Vicki!

(ripetuti colpi alle porte da parte di Vicki e di Mary)

STANLEY - Daccordo! Daccordo! Aspettami di sopra nel mio appar-tamento.

GAVIN - (si ferma, sorpreso) Il suo ap-

partamento?

STANLEY - S, ho occupato lapparta-mento di sopra quando Mary ha cominciato a diventare violenta. Mangiamo insieme, ma pi pru-dente dormire separati. anche un rifugio sicuro per mio cognato, Stanley, quando Rosie diventa violenta.

GAVIN - Daccordo. E lei dica a Vicki dove sono.

STANLEY - Meglio che ti prepari ad aspettare, Gav. leggermente im-pedita. Un piccolo incidente. ca-duta dalla bicicletta.

GAVIN - (stupito) Dalla bicicletta?

STANLEY - (realizza quel che ha det-to) Lei ha unimmagine compute-rizzata di una bicicletta - sul suo portatile. E grazie al suo sistema di riconoscimento vocale - riesce a fare degli esercizi. Ma, come dico, presa dalleccitazione, cascata. Tu aspetta nel mio appartamento! Ti mando su Vicki.

(fa fare dietro-front a Gavin, ma lui si ferma e si volta)

GAVIN - Come funziona esattamente quellimmagine computerizzata?

(Stanley guarda Gavin per un istante)

STANLEY - Devi essere un gran rom-picoglioni a scuola, Gavin!

(Indica a Gavin la scala mentre una Barbara preoccu-

pata entra e va al telefono di Streatham. Mentre Barbara

compone il numero, Stanley va in punta di piedi verso

la cucina ed ascolta. Si sente bussare dalla porta di Vicki.

Stanley si volta)

VICKI - (f.c.) Se non apri questa porta, pap, la butto gi!

(Stanley esita, mentre il cellulare suona)

STANLEY - (sussultando) Ahhh!

(Realizza che il cellulare, lo estrae dalla tasca e lo spegne)

Oooh!

(Barbara si precipita fuori della camera da letto)

VICKI - (f.c.) Pap!

MARY - (f.c.) Stanley!

(Stanley oscilla tra le due porte. Mentre John entra in volata dalla porta della casa di Streatham, Stanley va svelto in punta di piedi alla porta della camera di Vicki. John ora senza giacca e sta in maniche di camicia)

JOHN - (senza fiato, chiama in fret-

ta) Gavin! Barbara! Gavin! Bar-

bara!

(Mentre Stanley apre la porta della camera di Vicki, John

esce in camera da letto. Vicki arrabbiata entra dalla sua

camera da letto. Si lavata, e ora indossa qualcosa di at-

traente e porta uno zaino a spalla)

VICKI - Stammi a sentire, pap -!

STANLEY - (f.c.) Ssh, ssh. ssh!

VICKI - Zio Stan! Che succede? Hai detto che non eri tu. (va di fronte a Stanley) Dov pap? Mi hai chiu-so a chiave tu? E chi era alla por-ta, Gavin?

STANLEY - Una domanda alla volta, per favore! Tuo padre andato a prendere un vecchio pensionato da Tesco, s, e quello che ha suonato era Gavin Smith, e per finire, s, ti ho chiuso io in camera.

(Mary bussa alla porta della cuci-na)

MARY - (f.c.) Ehi!

STANLEY - (a Vicki) E ho rinchiuso anche tua madre!

VICKI - Ma perch?!

STANLEY - (a Vicki) Non ricordo!

(Si siede in poltrona. Vicki apre la porta della cucina. Mary si preci-pita fuori)

MARY - (entrando) Si pu sapere che

succede -?! (sorpresa) Vicki! Mi hai rinchiusa tu in cucina?

VICKI - No, stato zio Stan.

MARY - Perch?

VICKI - Non se ne ricorda.

(Mary va verso Stanley)

MARY - (arrabbiata) Hai chiuso tu la porta della cucina? (Stanley annui-sce) Perch?!

STANLEY - In quel momento mi era parsa una buona idea.

MARY - Stupida checca! (freddamente)

Che fine ha fatto il tuo visitatore?!

STANLEY - di sopra.

MARY - E allora che ci fai tu, qui?

STANLEY - Dio solo lo sa.

VICKI - Lascia perdere il visitatore. Dov Gavin?

STANLEY - (alzandosi rapidamente) Se n andato.

MARY - Non sapevo neppure che fosse

venuto.

STANLEY - E non torner.

VICKI - Eh? Perch?

STANLEY - Lho mandato a fare i ba-gagli.

VICKI - I bagagli?

MARY - (a Stanley) E tu che centri?

STANLEY - (si siede in fretta) Niente.

VICKI - Bene! vuol dire che andr a casa di Gavin.

STANLEY - (si alza) No!

MARY - Non timmischiare, Stanley.

(Stanley si siede)

VICKI - Ho il suo indirizzo: 47 Lewin Road, Streatham. (ed esce dalla porta dingresso)

STANLEY - (si alza) No, non devi!

MARY - Chiudi il becco!

(Stanley si siede. Vicki ritorna spingendo una bicicletta)

VICKI - Posso prendere la tua bici, mamma?

(Durante le successive tre battute Vicki va al guardaroba e prende il casco)

MARY - S, ma non credo che dovresti farlo senza il permesso di pap.

STANLEY - (si alza) Giusto!

(Mary si volta verso di lui arrab-biata. Lui si siede)

VICKI - (mette il casco) Pap sta di-ventando davvero irragionevole, E tu sei un traditore, zio Stan!

(Stan esce dalla porta con la bici)

MARY - (le grida dietro) Bene, ma torna a casa in tempo per la cena. (E chiude la porta con rumore)

STANLEY - (alzandosi) Oh, Dio!

MARY - tutta colpa tua.

STANLEY - E ti pareva!

MARY - Quando arrivato Gavin?

STANLEY - Poco fa.

MARY - Mentre la tua visita personale e privata era disopra?

STANLEY - Ehm - s.

MARY - Allora faresti meglio a salire e lasciare che finisca il tuo tratta-mento. (va in cucina)

STANLEY - (da solo) Devo avvertire John di Vicki. (tira fuori il cellu-lare e consulta la tastiera; tra s)

Repeat Repeat. Dove sei?

(A Streatham, John entra dalla camera da letto seguito

da Barbara)

JOHN - (entrando) Dovevi fermarlo!

BARBARA - Gavin dice che sembra

una brava ragazza.

JOHN - una sciocca puttanella.

BARBARA - Che ne sai, tu!

JOHN - Lo so. No, non lo so. Ma non

questo il punto. Ti avevo detto

di trattenerlo qui. (va verso la por-

ta dingresso seguito da Barbara)

STANLEY Ah! Repeat. (Preme il

tasto)

BARBARA - Johnny! Dove vai?

JOHN - Mi sono ricordato una cosa.

Ho lasciato quel pensionato in

piedi fuori di Tesco.

BARBARA - Beh, non dimenticare

che ho prenotato in quel nuovo

ristorante vegetariano.

JOHN - S, semmai ti raggiungo l.

Se dovessi tardare, ordinami fe-

gato e pancetta affumicata.

(John si precipita fuori. Barbara

fa per seguirlo quando squilla il

telefono a Streatham; lei risponde)

BARBARA - (al telef.) Pronto?

STANLEY - (al telef.) Il signor Smith,

per favore! urgente!

BARBARA - (al telef.) Chi parla?

STANLEY - (al telef.) La segreteria

personale del signor Smith. Ho un

messaggio molto importante per lui.

BARBARA - (al telef.) appena usci-

to.

STANLEY - (al telef.) Cosa?!

BARBARA - (al telef.) venuto ed

riuscito subito.

STANLEY - (al telef.) Maledizione!

BARBARA - (al telef.) Che succes-

so? Di che si tratta?

STANLEY (grida, a beneficio di Bar-

bara) Sharon, sei uno sciocco! (con voce acuta) Mi scusi, signor Wilkinson, oggi una giornata ne-ra. (con voce normale) Se lo fa ancora la licenzio. (al telef.) Mi scusi. Senta, devo rintracciare subito il signor Smith!

BARBARA - (al telef.) Perch non lo

chiama al cellulare?

STANLEY - (al telef.) Ottima idea!

(toglie il cellulare dallorecchio e fa per comporre il numero quando si rende conto)

(al telef.) Senta. Non credo che lei debba rimanere in casa.

BARBARA - (al telef.) Cosa? -

STANLEY - (al telef.) No. Dovrebbe uscire per tutta la giornata.

BARBARA - (al telef.) (perplessa) Co-

me ha detto, scusi?

STANLEY - (al telef.) Nel caso che venga qualcuno - chiunque sia. Esca di casa. Subito!

BARBARA - (al telef.) Non so di co-

sa stia parlando.

STANLEY - (al telef.) Siamo in due!La prego! Esca. Subito!

BARBARA - (al telef.) Ma perch?!

STANLEY - (al telef.) unofferta spe-ciale cena fuori di Vodaphone Assolutamente gratuita in qualsia-si ristorante di sua scelta. Mangi tutto quello che vuole, paga Voda-phone - vino incluso. Ma deve se-

Dersi a tavola entro (guarda lorologio) le 16,45, rischia di non fare a tempo. Si sbrighi!

BARBARA - (al telef.) Un momento!

Lofferta include anche il ristoran-

te vegetariano di High Road, a

Streatham?

STANLEY Include anche il Savoy, Ivy e Harrods. Si sbrighi!

(Mary, non vista da Stanley, entra dalla cucina con una pila di piatti e posate. Si dirige verso la sala da pranzo ma si ferma vedendo Stanley)

(al telef.) unofferta strepitosa! Molli tutto e vada!

BARBARA - (al telef., confusa) Ci

penser su

STANLEY - (al telef.) Non stia a pen-sarci, vada e basta!

(si volta e vede Mary accanto a s. Si allontana da lei mentre parla)

(al telef.) S ehm vada. Subito.

Esca. Non perda tempo. Esca di casa. Chiuda a chiave e vada.

(Stanley spegne il cellulare. Barbara, perplessa, guarda il

telefono)

(a Mary) Controllavo se pap aveva inserito lallarme.

(Barbara corre in camera da letto)

MARY - Non mi sembri molto ansioso diritornare dal tuo visitatore.

STANLEY - Oh, s.

(Mary lo spinge verso il fondo scena fino a dietro il divano)

MARY - Bene, non vedo lora di conti-

nuare a preparare la cena per me e Vicki per cui - divertiti di sopra e buona vacanza a Felixstowe.

STANLEY - Grazie. Vado di sopra a fi-nire - cio a dire arrivederci e grazie

GAVIN - (esce sul ballatoio) Scusi

(Stanley chiude gli occhi, ango-sciato. Lespressione sorpresa ini-ziale di Mary si tramuta in indi-gnazione nel vedere che la visi-ta di Stanley un giovanotto. Si fa indietro e si siede sullo schie-nale della poltrona avanti al centro/destra)

STANLEY - (a Gavin, gentilmente) Tra un minuto sono da te.

GAVIN - (scendendo le scale) Pensavo che si fosse dimenticato di me.

STANLEY - No, tutto sotto controllo - cio sto arrivando - sar su tra tu torna di sopra.

GAVIN - (a Mary, socievole) Lei la signora Smith?

MARY - (gelida) S, sono la signora Smith!

STANLEY - (tono leggero) S, lei la signora Smith. Mary.

GAVIN - Oh. Allora non Rosie.

STANLEY - No, non rosa. (d un buffetto sulla guancia di Mary) Sei un po pallidina, Mary.

(Mary gli d uno schiaffo sulla mano)

GAVIN - Lieto di conoscerla. (tende la mano. Mary lo guarda stranita)

MARY - (freddamente) Piacere.

GAVIN - (a Mary) Oh, non mi sono presentato -

STANLEY - Non sei tenuto a farlo!

MARY - No, infatti!

GAVIN - Oh. Beh, se preoccupata, sappia che sono venuto qui col permesso della mamma.

MARY - (sconcertata) Sua mamma?

GAVIN - S.

MARY - Sua mamma approva?

GAVIN - S. Pap non lo sa ancora, ma non dispiacer neppure a lui.

STANLEY - Che carino! (a Gavin) Ma adesso torna disopra. (d una go-mitata a Gavin, che rimane immo-bile)

GAVIN - (a Mary) Non stato buffo conoscerci in questo modo?

MARY - (freddamente) Veramente non saprei.

STANLEY - (superficiale) ovvio, no?

(d una gomitata a Gavin, che pe-

r non si muove)

GAVIN - Su Internet.

MARY - (freddamente) Capisco!

STANLEY - (a Gavin) Torniamo su! (afferra la mano di Gavin per tra-

scinarlo via)

GAVIN - Voglio dire, se pensa che sia-mo pi di centomila, nella sola area di Londra

MARY - Oh! (guarda i due che si ten-gono per mano e fugge verso la cucina; si ferma e si volta) Oh!!!

(Esce in cucina)

GAVIN - (a Stanley) Ha ragione. strana.

STANLEY - Gi!

GAVIN - (va verso la poltrona) Sem-brava come se stesse per diventare di nuovo violenta.

STANLEY - Proprio cos.

GAVIN - Sicch sono l tutte e due?

STANLEY - (non capisce) Chi?

GAVIN - Sua moglie e zia Rosie.

STANLEY - Oh, no. Allora del t, zia Rosie, la chiudiamo in soffitta. Ti accompagno alla porta.

GAVIN - Aspetti. Ha detto che andava a prendere Vicki.

STANLEY - Io?!

GAVIN - S.

STANLEY - (di colpo) Accidenti! Ho dimenticato di dairti il messaggio.

GAVIN - Quale messaggio?

STANLEY - Da parte di Vicki. Mi era passato di mente, con Mary in cu-cina e Rosie in soffitta. Ti aspetta al Poppy bar.

GAVIN - (sorpreso) Dove?!

STANLEY - Un piccolo bar in High Street. Pensava che fosse meglio non incontrarvi qui - con la mam- ma che diventa strana e violenta - zia Rosie che sbarella anche lei - e cos ti aspetta al Poppy Bar.

GAVIN - E dove sta?

STANLEY - Gira a sinistra della casa, gi per Kenilworth Avenue fino a High Street. Gira a destra: dopo circa seicento metri, sulla sinistra, c il Poppy Bar. Hai capito?

(Durante le successive due battute John entra di corsa

dalla porta di Wimbledon e rimane folgorato dallorro-

re trovandosi di fronte Stanley in piedi insieme a Gavin)

GAVIN - Credo di s. Sinistra, destra, sinistra.

STANLEY - Bravo. Vicky ti aspetta.

(Mentre fa girare Gavin verso la porta - e verso John - John si pre-cipita al divano e nasconde la te-sta tra i cuscini. Gavin bloccato nel tragitto dalla vista della figura volante. Stanley mortificato. Ga-vin guarda Stanley cercando una spiegazione. Stanley prende lim-permeabile dallo schienale del di-vano, copre John e lo avvolge)

(indicando John) mio cognato, il signor Gardner. Stanley sceso per il suo sonnellino pomeridiano. Ha bisogno di molto riposo, con una moglie come Rosie.

GAVIN - Oh. (a John sdraiato) Salve, signor Gardner.

(John emette un sospiro sordo)

STANLEY - Va, corri da Poppy, Gavin. Sinistra, destra, sinistra.

GAVIN - Bene. Vicki andata da sola da Poppy?

STANLEY - S, s, s!

GAVIN - Immagino che abbia un cane- guida e un bastone bianco, no?

STANLEY - Naturalmente. (Spinge Gavin fuori della porta)

JOHN - (alzandosi a sedere) Bastone bianco e cane-guida?!

(Stanley avanza vacillando e si lascia cadere su una poltrona)

STANLEY - Non immagini quel che ho passato!

JOHN - (si alza) E che cos questa sto-ria che sono tuo cognato?

STANLEY - Giusto. Io sono te, tu sei me, tua figlia cieca e Mary matta.

JOHN - Eh?

STANLEY - E aspetta di vedere la zia Rosie, matta anche lei, in soffitta!

JOHN - Zia Rosie, matta, in?!

STANLEY - S, e Mary crede che io abbia una relazione con tuo figlio.

JOHN - Una relazione con mio?!

STANLEY - (alzandosi) Comunque so-no riuscito a tenere separati Vicki e Gavin.

JOHN - Sei grande, Stanley!

STANLEY - Ho mandato Gavin al Pop-py Bar per incontrare Vicki.

JOHN - Oh, ! (realizza, inorridito) Cosa hai fatto?!

STANLEY - Va tutto bene. Vicki non l.

JOHN - Sei forte, Stanley!

STANLEY - andata a casa tua a Streatham.

JOHN - Molto furbo -! (realizzando) andata dove?

STANLEY - Non ho potuto impedir-glielo.

JOHN - (mortificato) Incontrer Barba-ra! Devo tornare subito a casa!

(Lancia limpermeabile addosso a Stanley e si avvia ma Stanley lo agguanta)

STANLEY - John!

JOHN - Tieni la postazione, Stanley!

STANLEY - No, non ce la faccio pi!

JOHN - Devo andare. Sono in gioco le mie due famiglie

STANLEY - E la mia famiglia?! Zia Rosie, zio Stanley, Mary la Pazza-

JOHN - Stanley! Il tempo corre!

STANLEY - (lo afferra) No, mi serve la macchina. Pap aspetta che va-da a prenderlo a Clapham. Andia-mo in vacanza.

JOHN - Prendi un taxi!

STANLEY - Fino a Felixstowe?! Dam-mi le chiavi della mia macchina!

JOHN - Devo andare!!

(alle spalle di John, Gavin entra dalla porta di ingresso)

GAVIN - (riferendosi a Stanley) Signor Smith -! Non ricordo bene (si arresta)

(John si girato e corre a nascon-dersi dietro la poltrona. La sua testa penzola dallo schienale non vista con le ginocchia sul sedile e il sedere in aria. Durante il dialo-go che segue John, non visto dal pubblico, indossa maschera, boc-caglio e cuffia da bagno. Gavin venuto avanti per godersi lo spet-tacolo. Stanley avanza anche lui, per attirare lattenzione di Gavin)

STANLEY - Zio Stanley sonnambulo.

(avvolge John con limpermeabi-le) Che sei tornato a fare, Gavin?

GAVIN Ecco, non ricordavo pi se avevi detto che il Poppy Bar era a sinistra-destra-sinistra o a destra---

(alludendo a John) Ma non rischia di soffocare?

STANLEY - No, dorme sempre cos. Sinistra-destra-sinistra.

GAVIN - Credo che starebbe pi como-do sul divano. (lo afferra per un braccio e lo costringe ad alzarsi e muoversi. Stanley afferra laltro braccio di John. Lottano tutti)

STANLEY - No!

GAVIN - Ci penso io!

STANLEY - No! Non deve essere di-sturbato! Gavin!

(Finalmente, John costretto a gi-rarsi. Gavin si allontana folgorato alla vista di zio Stanleyin piedi, in impermeabile, con maschera, boccaglio e cuffia. Per un momen-to John smarrito. Poi si inchina educatamente e fa un gesto elo-quente (di chi non riesce a respi-rare) verso la porta. Mentre va al-la porta il campanello squilla. Per un momento si ferma poi continua la sua avanzata verso la porta, questa volta esibendosi in un velo-ce crawl. Arriva davanti alla cucina, quando Mary entra indos-sando guanti da cucina e portato una fumante zuppa di verdura)

MARY - (entrando) Stanley. Apri tu!

(Lei si ferma di colpo alla vista di John che interrompe il suo crawl davanti a lei. Esita per una fra-zione di secondo, poi retrocede, fino a fermarsi davanti al divano.

Squilla il campanello. John si tie-ne il naso, salta e si tuffa nellacqua)

STACCO MUSICALE

SIPARIO


SECONDO ATTO

Lazione continua. Il campanello squilla impaziente

e poi si ferma.

MARY - (a John) Che diavolo stai fa-

cendo?

JOHN - (con voce soffocata) D lezione di nuoto. (mima il nuoto a rana)

MARY - (non capisce) Cosa?

JOHN - (mima il nuoto a rana) D le-zione di nuoto.

STANLEY - (interrompendo, con voce nasale) Mi sta dando lezioni di nuoto. (mima il nuoto a rana)

JOHN - (voce soffocata) Devo rimetter-mi in strada. (mima la guida della macchina)

MARY - (non capisce) Cosa?

STANLEY - Dice che deve ripartire. (mima la guida dellauto)

JOHN - (a Mary, con voce soffocata) Passo dal retro. Dalla cucina.

STANLEY - (voce nasale) Dice che passa da -

MARY - (interrompendolo) Chiudi il becco, Stanley.

JOHN - (con voce soffocata) Ricordati!

Stile rana. (mima una serie di vigorose bracciate) Crawl. (mi-ma un vigoroso crawl) Dorso. (mima un vigoroso dorso) E Farfalla (sfarfalleggia verso la porta della cucina)

STANLEY - (gli grida dietro) Grazie! (a Mary) Devo ricordarmelo. (con voce nasale) Rana, crawl, dorso -

MARY - (con un colpetto sul braccio) Zitto! (riferendosi a Gavin) Ma perch continuo a trovarmelo tra i piedi?

STANLEY Un semplice caso, immagino.

(Si sente il rumore della macchina che parte rumorosamente e John fila via a velocit folle)

MARY - Finir per ammazzarsi!

STANLEY - Questo risolverebbe tutti i nostri problemi.

(Il campanello squilla di nuovo questa volta con insistenza)

MARY - (a Stanley) Non hai ancora aperto?

STANLEY - (con apprensione) Chiss chi .

MARY - Ma potrebbe essere Vicki!

STANLEY - (ansiosamente) No, lei andata (si ferma. Non sa che di-re) in giro. In giro. In giro per il giardino

MARY - (lo colpisce) Stanley! (allu-dendo a Gavin) Che cosa centra lui con Vicki?

STANLEY - (borbottando) Gli stavo dicendo di lei. (a Gavin) Vero? Ti stavo parlando di lei. una cara ragazza. Una bambina dolcissima. Un carattere delizioso.

GAVIN - Ma quella cosa spaventosa alla vista -

STANLEY - (interrompendolo freneti-camente) La vista -! La vista -! Il suo QI! Il suo QI non granch - ci sta lavorando su, vero Mary?

MARY - Se non vi dispiace, lasciate mia figlia fuori della conversazio-ne.

(Nuova scampanellata)

STANLEY - S, credo che aprir la porta. pi sicuro.

(apre la porta dingresso. Sulla porta c il padre di Stanley, con il bastone e una valigia. molto anziano)

PAPI - (a Stanley) Ti stavo aspettando a Clapham!

(Una breve pausa, poi Stanley gli sbatte la porta in faccia. Mary stupita dalla reazione di Stanley)

MARY - Era tuo padre.

STANLEY - Lo so!

MARY - Gli hai sbattuto la porta in fac-

cia!

STANLEY - Esatto!

MARY - Forse ti vergognavi di farti vedere da tuo padre con lui (indica Gavin)

GAVIN - (sorpreso) Me?

(altra scampanellata)

STANLEY - (a Gavin) Non dimentica-re, sinistra, destra, sinistra. Vai da questa parte! (indica la porta della cucina aperta)

MARY - (a Gavin) E non farti rivedere!

GAVIN - Ci pu contare! (si precipita fuori attraverso la cucina)

STANLEY - Caro ragazzo. Passer a prendere un caff andando a casa.

MARY - Sono distrutta, Stanley.

STANLEY - stata una giornata diffi-cile per te, Mary.

MARY - Parliamo di te, piuttosto! Vo-glio dire, non mi importa se vai a donne, se sei checca o entrambe le cose -

STANLEY - Molto politicamente cor-retto, Mary.

MARY - Ma insomma, quel ragazzo avr s e no sedici anni!

STANLEY - No, no, credo che ne abbia quasi diciassette, Mary, se lo guar-di bene. Gli sta gi spuntando la barba -

MARY - (interrompendolo) Stanley! Solamente non voglio pi saperne di certe cose in questa casa, ca-pisci?

STANLEY - Certo.

(unaltra scampanellata)

MARY - Meglio che faccia entrare tuo padre.

STANLEY Grazie.

MARY - Quel poveretto di tuo padre sa che cosa stai combinando?

STANLEY Dio, spero di no!

(Mary gli lancia unocchiata ed esce in cucina. Stanley trae un profondo sospiro e apre la porta dingresso. Sulla porta c sempre suo padre, arrabbiatissimo, con valigia e bastone. Fa per parlare)

Non una parola! (afferra il braccio del padre e senza cerimonie lo at-tira nella stanza. Il Padre arrab-biato fa per parlare) Non una parola! (afferra la valigia del pa-dre, che tenta ancora di parlare) Non una parola! (Stanley accosta la porta) stata la peggiore gior-nata della mia vita! (il Padre tenta ancora di parlare) Non una paro-la! Non chiedermi perch siamo in ritardo. Non chiedermi a che ora arriveremo a Felixstowe e non chiedermi dov la macchina per-ch lho prestata alluomo pi noioso, pi imbroglione e pi peri-coloso del mondo!

(attira il padre a s verso le scale. Il padre si volta e fa per parlare)

Non una parola! Ora ti porto di so-pra, ti metto davanti alla TV e ti guarderai Coronation Street fin-ch la mia vita non si riordina.

(Papi fa per parlare)

Non una parola, vecchio bacucco!

(Spinge il padre su per le scale ed escono entrambi. Da

Streatham, si sente il rumore della macchina che arriva

sgommando e si ferma con uno stridio di freni. Dopo un

istante la porta di Streatham si spalanca e John, agitato

e completamente senza fiato, entra di corsa. Non porta

pi limpermeabile. Sta sulla porta annaspando per re-

spirare. Fa per chiamare Barbara ma emette solamente

un rantolo. Prova di nuovo con lo stesso risultato)

JOHN - (finalmente) Barbara -!

(chiude sbattendola la porta din-

gresso e corre alla cucina e apre

la porta. Fa per chiamare Barba-

ra - stesso risultato di prima)

(finalmente) Barbara -!

BARBARA - (emerge dalla camera da

letto) Johnny!

JOHN - Ahhh! (vorrebbe chiedere se

qualcuno lha cercato ma gli esce

soltanto un sospiro)

BARBARA - Ma che hai, per lamor del

cielo? Hai avuto un incidente?

JOHN - (finalmente) Nessuno

BARBARA - Cosa?

JOHN - ha cercato! Nessuno mi ha cer-

cato?

BARBARA - Vuoi dire al telefono?

JOHN - No! Di persona!

BARBARA - Di persona?

JOHN - Una donna. Giovane. Una visita.

BARBARA - (confusa) No.

JOHN - Meno male!

(va verso la porta della cucina e cer-

ca disperatamente di riprendere

fiato)

BARBARA - Aspettavi qualcuno?

(Una scampanellata. John si alza,

spaventato. Barbara ride)

Che coincidenza (va alla porta)

JOHN - No! (la insegue)

BARBARA - Cosa?

JOHN - Non aprire!

BARBARA - Perch no?

(Lui lallontana dalla porta)

JOHN - Non farla entrare.

BARBARA - Perch? Chi mai?

(John esita un istante)

JOHN - una rompiscatole.

BARBARA - Una - cosa?

JOHN - Una rompiscatole. Mi persegui-

ta da una settimana.

BARBARA - (stupita) No!

JOHN - Sale e scende dal mio taxi. Com-

pletamente pazza. Non mi lascia so-

lo un istante. Una maniaca sessuale.

BARBARA - Non ne hai mai parlato,

Johnny.

JOHN - Non volevo che ti preoccupassi,

sai? Insomma, terribile. una ra-

gazzina, ma evidentemente ha pre-

so una cantonata per me.

(Nuova scampanellata)

BARBARA - Ci vorrebbe una bella scu-

lacciata.

JOHN - Gi, scommetto che quello che

cerca. (spinge Barbara verso la sa-

la da pranzo, poi) Tu aspetta qui.

Me ne libero subito. Sar deciso ma

Paterno.

BARBARA - Non sarebbe meglio che ci

fossi anchio?

JOHN - No. Se vede che ho una moglie

carina e sexy magari si agita.

(spinge Barbara in sala da pranzo.

Nuova scampanellata. John esita

poi si precipita alla porta dingres-

so di Streatham. Esita, poi sbircia

dalla fessura della posta)

(parla attraverso la fessura con ac-

cento scozzese) Sono il Dr. Macpher-

son, Ispettore Medico dellUnit Sa-

nitaria di Londra Sud! Questa casa

contaminata. Tutti gli abitanti han-

no contratto la peste bubbonica e so-

no morti!

(Alle spalle di John appare, non visto,

il viso di Vicki dietro la finestra chiu-

sa con il casco e lo zaino a spalla)

Se ne torni a casa sua, pi sicuro!

Tutta Streatham contaminata!

un ordine dellIspettore Capo della

Unit Sanitaria di Londra Sud!

(John ascolta alla fessura della po-

sta. Vicki bussa alla finestra. John

avanza deciso e si volta appena un

attimo verso la finestra. Vicki bussa

di nuovo. John, sempre curvo e sen-

za voltarsi, allunga la mano, afferra

il soprabito di Barbara dallattacca-

panni, e se lo pone in testa. Comple-

tamente avvolto dal soprabito, John

fa cenni autoritari a Vicki perch se

ne vada. Barbara apre la porta della

sala da pranzo e si affaccia. Sussul-

ta nel vedere John incappucciato

con il suo soprabito indosso e impe-

gnato in gesti frenetici verso Vicki.

Vicki fa un cenno di saluto a Barbara

e mima Pu farmi entrare?. Bar-

bara furibonda sbatte la porta della

sala da pranzo e avanza verso la por-

ta dingresso. Vicki fa un cenno cor-

diale di saluto, mima grazie e scom-

pare. John, inconsapevole di tutto,

continuaa gesticolare selvaggiamen-

te. Barbara apre la porta dingresso)

BARBARA - Bene! Da questa parte, pic-

cola ninfomane!

JOHN - No!!!

(Afferra il paralume dalla lampada

vicina e se lo mette sulla testa incap-

cucciata. Vicki appare fuori della

porta dingresso spingendo la bici-

cletta - il casco ora appeso al ma-

nubrio. John si rifugiato nellango-

lo pi distante possibile della stanza.

N Barbara n Vicki vedono John

che nascosto dalla porta aperta.

Vicki entra tenendosi stretto lo zaino

a spalla)

VICKI - (allegramente) Salve!

BARBARA - (ferocemente) Se speri che

il signor Smith ti sculacci, scordatelo.

(Vicki leggermente spiazzata.

John si avvia in punta di piedi ver-

so la porta della seconda camera

da letto)

VICKI - (incerta) Lei la signora Smith?

BARBARA - S e il signor Smith non

un pervertito che se la fa con le

scolarette!

VICKI - Meno male. C Gavin?

BARBARA E neppure lui un perver-

tito!

VICKI - (perplessa) S. Giusto.

(Barbara si volta e vede John che

di soppiatto apre la porta della ca-

mera di Gavin)

BARBARA - John!

(John sbatte la porta chiudendola.

Allontana John riluttante dalla por-

ta)

(a John) Tutto a posto, tesoro. (a

Vicki, con decisione) Sai perch si

conciato cos?

VICKI - (esitante) il signor Smith?

BARBARA - Gi! E quel poveretto

cos per colpa tua.

VICKI - (cercando di capire) Ah s?

BARBARA - (a John) Glielo dico io

dove andare o glielo dici tu?

(John esita, poi fa un cenno a Bar-

bara)

(A Vicki) Vattene!

VICKI - Daccordo. Dite semplicemen-

te a Gavin che venuta Vicki Smith.

BARBARA - No, non dir affatto a

(si interrompe) Vicki Smith?

VICKI - Di Wimbledon. Credevo che vi

avesse parlato di me.

BARBARA - Oh, mio Dio! Ti ho scam-

biata per - Vieni avanti! Credevo che

fossi una - chiedo scusa.

(durante la battuta precedente, Bar-

bara ha attirato Vicki nella stanza e

lha fatta sedere in poltrona. Contem-

poraneamente John coglie loccasio-

ne per farsi strada verso la porta e

aprirla)

BARBARA - John! (si volta. John sbatte

la porta nel chiuderla e rimane im-

mobile)(ridendo) Levati quella roba

da dosso. Questa la figlia dellaltra

signora Smith, di Wimbledon.

(Barbara attira John allinterno del-

la stanza)

VICKI - (si alza, timidamente) Piacere,

signor Smith. (tende la mano. John

fa un breve cenno di saluto)

BARBARA - Puoi levarti quella roba,

John.

(John esita e poi tenta di togliersi il

paralume. Finge di lottare - dispera-

tamente - nel cercare di toglierselo.

Poi rinuncia e alza le spalle)

Non viene via?

(John fa segno di no)

Provo io. (tenta di toglierlo; John fin-

ge di aiutarla mentre lo tiene ben

fermo)

Hai ragione, incastrato. (a Vicki) Ah,

gli uomini! (a John) Vado a prendere

le pinze.

(John ha un singhiozzo)

E a mettere su lacqua per il t.

(John scuote la testa, guarda strani-

to lorologio ed emette un suono che

equivale a no)

(a Vicki)Vai di fretta?

VICKI - Beh, posso aspettare. Credo che

Gavin non dovrebbe tardare.

(John guarda lorologio ed emette

il suo suono di prima)

BARBARA - Credevo che Gavin fosse

Venuto da te.

VOCKI - Beh, c stato un malinteso.

Mio padre un ritardato mentale.

(John sussulta di rabbia)

BARBARA - (ridacchiando) Vado a

prendere le pinze.

(va in cucina. Una pausa imbaraz-

zata mentre Vicki guarda John e

John, smarrito, si gratta la testa

(il paralume))

VICKI - Strana coincidenza di lei e di mio

pap, vero?

(John annuisce. Vicki si siede in pol-

trona e si allontana per prendere il

rossetto dallo zaino. Durante il dia-

logo che segue, non visto da Vicki,

John corre alla porta, cerca a tento-

ni la maniglia ed esce. Vicki si mette

il rossetto)

Voglio dire! Due John Leonard Smith.

Tassisti. Tutti e due 43 anni!

(John uscito)

E Gavin ed io andiamo a incontrarci

in Internet.

(John ritorna senza il paralume e il

soprabito. Afferra una giacca dal-

lattaccapanni e va verso Vicki men-

tre la infila)

(continuando) Secondo Gavin e me

c 1 probabilit su 125.000 che

JOHN - (afferrandola) Presto!

(la costringe ad alzarsi)

VICKI - (grida) Ahhh! (si volta. Stupita)

Pap! (si siede di nuovo. Lui la fa

alzare - lei si tiene stretto lo zaino)

JOHN - Andiamo!

VICKI - Ma da - ?! Da dove diavolo

Vieni?

JOHN - Lascia perdere.

VICKI - (si guarda attorno) Dov il Si-

gnor Smith?

JOHN - Lascia perdere il signor Smith!

VICKI - Ma era qui, solo cinque secondi

fa.

JOHN - S. Deve essere il tipo che usci-

to correndo mentre arrivavo.

VICKI - Uno con un paralume in testa?

JOHN - Adesso che mi ci fai pensare, s.

Andiamo! (le fa premura ma lei re-

siste)

VICKI - Mi hai seguita?

JOHN - Devi tornare a casa!

VICKI - (decisa) Sono qui per prendere

un t con i signori Smith e aspetto

Gavin. (si siede sul divano. John

la fa alzare)

JOHN - Vicki, tu non capisci! Ti prego!

Devi tornare a casa! (la spinge ver-

so destra. Lei si ferma)

VICKI - (ostinatamente) Perch!?

JOHN - (dopo una breve esitazione) Zio

Stanley morto.

VICKI - (cerca di digerire il colpo, poi,

senza espressione) Cosa?

JOHN - Zio Stanley - morto. Vuole

vederti. (realizza) Cio, quasi

morto - Una disgrazia.

VICKI - (si siede in poltrona. Frastorna-

ta) Zio Stanley?

JOHN - S.

VICKI - Non posso crederci!

(John la fa alzare; lei, inavvertita-

mente, lascia lo zaino sulla sedia)

JOHN - Ti vuole. Non credo che ne ab-

bia per molto.

VICKI - Ma che cosa successo?

JOHN - caduto dal tetto.

VICKI - Dal tetto?!

JOHN - Presto, corri a casa.

(La spinge verso la porta, ma lei in

fretta va verso la cucina)

VICKI - Un momento, lascia che spieghi

alla signora Smith

JOHN - No! Prendi la bici a vai.

(fa per spingerla ma Barbara entra

dalla cucina con le pinze)

BARBARA - Vediamo che cosa si pu -

(si ferma vedendo John con Vicki.

John si blocca voltando le spalle a

Barbara - irrigidito)

(a John, alludendo al paralume) Oh,

bene. Ci sei riuscito.

(Una pausa, durante la quale la men-

te di John vacilla - poi lui si volta

verso Barbara)

JOHN - (leggero) S! S, ce lho fatta! Uno

Scherzo. Mi ci sono voluti beh, po-

chi minuti - per - ehm -

(sorride allegro a Vicki poi a Barba-

ra) Oh! (a Barbara, come se si pre-

sentasse) Salve! Piacere! Molto lieto!

(le stringe la mano ripetutamente.

Barbara perplessa) Credo che ab-

bia gi incontrato mia - (realizza)

mia - mia - mio Dio, che caldo fa og-

gi. Finalmente arrivata lestate.

Credevo che non venisse mai. Ogni

anno cos, eh? Un giugno e un lu-

glio di merda, e poi - voil! (sorride

soddisfatto a Vicki e a Barbara)

(a Barbara) Ecco, la signorina - ehm -

Smith deve andar via perch qualcuno

caduto dal tetto. Bum! (a Vicki)

cos, vero?

VICKI - (piangendo) terribile. lo zio

Stanley. (Scoppia in lacrime e fugge

via. Non si accorge di aver lasciato

lo zaino sulla poltrona)

BARBARA - (completamente spiazzata)

Ma che diavolo successo?

JOHN - Eh?

BARBARA - Hai parlato di uno che

caduto dal tetto.

JOHN - Ah s, gi. Lo zio Stanley della

signorina Smith caduto dal tetto

della loro casa a Wimbledon.

BARBARA - terribile.

JOHN - S, caduto sulle aiole dei fiori.

Il signor Gardner non esattamente

Lo zio, ma un inquilino che vive

con i signori Smith - almeno cos

diceva la ragazza.

BARBARA - Non ho sentito suonare il

telefono.

JOHN - Telefono?

BARBARA - Come hanno contattato

Vicki per dirglielo?

JOHN - Ah, s. passato suo padre.

BARBARA - Il signor Smith?

JOHN - S, il signor Smith. Laltro si-

gnor Smith, quello di - ehm - Wim-

bledon. Un tipo basso con un gros-

so stomaco. Diverso da me. Non

posso certo dire di somigliargli.

Era agitatissimo, naturalmente.

Non si trattenuto. Doveva tornare

a sistemare laiuola.

BARBARA - E lo zio Stanley?

JOHN - Se sta in piedi probabilmente

dar una mano.

BARBARA - Ma si fatto molto male?

JOHN - Ah! Il signor Smith non en-

trato nei particolari. Troppo scon-

volto. Del resto, la vita continua.

Devo andare a prelevare il mio vec-

chio pensionato da Tesco.

BARBARA - Non lhai ancora preso?

JOHN - Non riusciamo a trovarci.

BARBARA - Beh, non dimenticare che

dobbiamo andare a cena fuori.

JOHN - Non ho pensato ad altro tutto

il giorno.

(John si precipita fuori della por-

ta di Streatham. Barbara corre

verso la porta)

BARBARA - John, sar meglio chiamare

la signora Smith per dirle che la sua

Vicki sta tornando -

(John gi andato. Gavin appare sconvolto sulla

porta dingresso di Wimbledon)

GAVIN - Signor Smith?!

(Gavin chiude la porta di Wimbledon mentre Barbara

chiude la porta di Streatham)

(chiama verso il piano di sopra) Signor Smith!

(si precipita di sopra mentre Barbara scende e prende

il biglietto per controllare il numero. Si siede sullangolo

destro del divano. Stanley entra spingendo Gavin gi

per le scale)

STANLEY - (entrando) Che sei torna-to a fare, Gavin?!

GAVIN - Vicki non cera al Poppy Bar.

STANLEY - Ci sar!

GAVIN - No, ho chiesto se qualcuno a- veva visto una ragazza con proble-mi visivi con un bastone bianco.

STANLEY - Gavin! Torna al Poppy!

(Barbara incomincia a comporre

il numero)

GAVIN - A che scopo?

STANLEY - Il caff ottimo!

GAVIN - Voglio vedere Vicki.

STANLEY - Sei ostinato come tuo pa-dre, eh?

GAVIN - (piacevolmente sorpreso) Co- nosce mio padre?

STANLEY - (esita, poi, quasi gridan-do) No!

(Il telefono squilla a Wimbledon. Stanley guarda ansioso verso la cucina, poi rapidamente solleva la cornetta)

(al telef.) Ha sbagliato numero!

(mette gi il ricevitore. Durante il dialogo che segue Barbara ricon- trolla il numero e lo compone)

(a Gavin) Ciao, Gavin!

GAVIN - Come sapeva che avevano sbagliato numero?

STANLEY - Riconosco il trillo. Vai, corri al Poppy!

GAVIN - Glielho detto: Vicki non c.

STANLEY - Ormai ci sar arrivata!

GAVIN - passata mezzora da quan-do ha detto che era uscita -

STANLEY - (afferrandolo) Gavin -!

GAVIN - (incalzando) e il Poppy a soli cinque minuti da qui.

STANLEY - (lo scuote; grida) La ra-gazza cieca! Ci mette di pi!

GAVIN - (urla) Ti odio, Gavin!!

(scuote furiosamente Gavin men-tre Mary entra dalla cucina con un filone di pane su un piatto. Si ferma vedendo Stanley che scuote Gavin)

STANLEY - Non voglio pi rivederti! Mai pi! Mai!

(Mary sbatte la porta della cuci-na. Stanley smette di scuotere Gavin, gli pone il braccio intorno alle spalle e lo coccola affettuosa-mente. Mary osserva oltraggiata e si precipita in sala da pranzo)

Addio, Gavin!

GAVIN - No, scommetto che Vicki tor-ner qui.

STANLEY - Gavin, per favore!

(Il telefono a Wimbledon squilla. Stanley esita poi risponde)

(al telef., guardingo) Pronto?

BARBARA - (al telef., perplesa) Chi

parla?

STANLEY - (al telef., realizzando) Oo!

BARBARA - (al telef.) Pronto?

(Stanley fa cenno a Gavin di andare. Gavin fa segno che

non se ne andr. Durante il dialogo che segue Stanley

prende la basetta del telefono, va verso la sala da pran-

zo e la chiude a chiave)

(al telef.) Pronto!

STANLEY - (al telef.) Pronto?

BARBARA - (al telef., sorpresa) Par-

Lo col signor Smith?

STANLEY - (al telef.) Ehm s.

BARBARA - (al telef.) Ha fatto presto

ad arrivare a casa.

STANLEY - (al telef., confuso) Ehm s.

BARBARA - (al telef.) Mi dispiace di

non averla salutata, poco fa.

STANLEY - (al telef., confuso) - Gi. (a Gavin) il direttore della mia banca. Vuole prestarmi del dena-ro. - (al telef.) S? (Per allontanar-si da Gavin avanza verso il cen-tro)

BARBARA - (al telef.) Com la situa-

zione a casa?

STANLEY - (al telef.) Ehm non buona.

BARBARA - (al telef.) Oh, poveretto.

Il signor Gardner non mica morto,

vero?

STANLEY - (al telef.) No, non ancora.

BARBARA - (al telef.) Lhanno porta-

to in ospedale?

STANLEY - (al telef.) Lo stanno por-tando!

(Gavin, intrigato, si avvicinato a Stanley, che lo vede)

(a Gavin) In verit non ho bisogno

di un prestito di diecimila, sai. (si allontana di un passo da Gavin)

(al telef.) Ma grazie per avermene

parlato.

BARBARA - (al telef.) Immagino che

Tanto per cominciare non avrebbe

dovuto salire sul tetto.

STANLEY - (ancora pi confuso, al telef.) No-oo.

BARBARA - (al telef.) Da quale al-

tezza esattamente caduto il si-

gnor Gardner?

STANLEY - (al telef.) Veramente non

caduto, saltato. (a Gavin) Si

tratta di un mio amico.

BARBARA - (al telef.) terribile! Co-

sa lo ha spinto a un simile passo?

STANLEY - (al telef.) Non riusciva a

pagare un suo debito. (a Gavin) E

questi mi offrono un prestito. (al telef.) Adesso devo andare.

BARBARA - (al telef. alzandosi) Capi-

sco. Deve affrontare una grave si-

tuazione.

STANLEY - (al telef.) Pu ben dirlo.

Arrivederci.

BARBARA - (al telef.) Oh, dimentica-

vo! La sua Vicki non dovrebbe

tardare.

STANLEY - (al telef., preoccupato) Eh?!

BARBARA - (al telef.) andata via in

bicicletta pi di dieci minuti fa.

STANLEY - (al telef.) NO!

BARBARA - (al telef.) Che c? Che

cosa successo?

STANLEY - (grida) Ma non puoi stare

pi attento, Sharon! (con voce al-terata) Mi scusi, signor Wilkin-son, non sapevo che

(Stanley si interrompe realizzando che Sharon fa parte della sua situazione cellulare)

(Barbara e Gavin hanno laria perplessa)

(al telef.) Grazie per aver chiama-to e per la sua gentile proposta.

(Stanley risale la scena e va al divano dove posa il telefono)

BARBARA - (al telef.) Oh, signor Smith!

STANLEY - (al telef., con finta pazien-za) S-s?

(Stanley si siede sul bordo di fondo del divano mentre

Barbara si siede sulla poltrona avanti al centro)

BARBARA - (al telef.) Scommetto che

deve essersi fatto una bella risata

quando ha scoperto che cera un

altro John Smith a Streatham.

(Durante il dialogo che segue un Papi arrabbiatissimo ap-

pare in cima alle scale barcamenandosi con il bastone e

la valigia. Gavin (ma non Stanley) lo vede e va da lui per

aiutarlo cercando deliberarlo della valigia. Papi non vuole

essere aiutato ma Gavin insiste. Lottano per le scale con la

valigia che viene strattonata dalluno e dallaltro)

STANLEY - (al telef. con una falsa ri-

sata) Gi!

BARBARA - (al telef.) Dobbiamo in-

contrarci un giorno di questi.

STANLEY - (al telef., sempre ridendo)

No!

BARBARA - (al telef.) No, immagino

che sia indaffarato come il mio

John.

STANLEY - (al telef.) S!

BARBARA - (al telef.) Il mio John

non si ferma mai.

STANLEY - (al telef.) No!

BARBARA - (al telef., ridendo) Gli

dico sempre che ha energia per

due.

STANLEY - (al telef., ridendo) S!

(La lotta tra Papi e Gavin si conclude con Gavin che

strappa la valigia di mano a Papi e Papi che cade sugli

ultimi scalini e finisce faccia a terra sul proscenio.

Stanley si volta)

(al telef.) Ora devo andare, arrivato

il dottore.

(sbatte gi il telefono. Barbara rimette a posto il ricevitore)

PAPI - Non voglio nessun dottore.

(Mentre Stanley e Gavin cercano di sollevare un Papi

recalcitrante, Barbara va verso la camera da letto ma

vede lo zaino di Vicki. Lo solleva, riflette un momento,

poi va al telefono, prende il cartoncino, controlla il nu-

mero e lo compone)

STANLEY - Che fai l a terra?

PAPI - (alzandosi) Mi rialzo! Non un

granch questo albergo, Stanley.

STANLEY - Siamo a Wimbledon!

PAPI - Credevo che andassimo a Felix-

stowe. (si volta verso Gavin che sta con la valigia di Papi in mano. A Gavin) Sei il facchino?

GAVIN - Ehm - no.

PAPI - Beh, voglio che sia portata nella mia camera e che mi si porti un t alle otto e mezzo.

STANLEY - Papi!

GAVIN - Oh. (a Papi) Permette, signo-re? (gli tende la mano)

PAPI - Avr la sua mancia quando me ne andr, non prima.

GAVIN - No, volevo solo stringerle la mano, signor Smith.

PAPI - (si guarda attorno) Signor Smith?

STANLEY - Pap!

(Attira Papi da parte mentre a Wimbledon squilla il telefono. Stanley lo guarda inorridito)

PAPI - Il telefono

(Stanley d unocchiata a Papi e prende il ricevitore)

BARBARA - (al telef.) Pronto

(con sorpresa di Papi, Stanley mette gi il ricevitore)

(Barbara, seccata, ricompone il

numero)

STANLEY - (a Gavin) Cambier ban-ca. Bene, Vicki ti aspetta.

GAVIN - Glielho detto. Non cera, al

Poppy bar.

STANLEY - Ohhh! Non dirmi che sei

andato da Poppy!? Io avevo detto

da Luigi!

GAVIN - Lei ha detto Poppy.

STANLEY - No. Luigi. Il Bistr di Lui-gi. Poppy una sala da t,Luigi un bistr. Ci si sbaglia facilmente. Sai dov Luigi?

GAVIN - No.

STANLEY - Beh, in direzione oppo-sta di Poppy. Giri a destra per Kenilworth Avenue

(Squilla il telefono di Wimbledon. Stanley lo guarda ed esita)

PAPI - Il telefono

(Stanley fissa Papi e poi, con sor-presa di Papi, prima prende il ri-cevitore e subito lo rimette gi)

STANLEY - (a Gavin) Citer la Barclays per molestie!

(Barbara, furibonda, ricompone

il numero)

(a Gavin) Dunque, da Luigi. Vicki

sar in ansia. A destra, gi per Kenilworth -

PAPI - (al telef.) La smetta di tormen-

tarci, signor Barclay.

BARBARA - (al telef.) Parlo con la

casa del signor Smith?

PAPI - (al telef.) E quandanche fosse?

STANLEY - Papi!

(Papi lo scansa via)

BARBARA - (al telef.) Con chi parlo?

PAPI - Che vuole che ne sappia? Non vedo con chi sta parlando!

STANLEY - (al telef.) Dammi quel te-

lefono!

(Papi lo scansa via)

BARBARA - (al telef.) Pu dare un

messaggio al signor Smith?

PAPI - (al telef.) Prego, signor Barclay.

STANLEY - Papi!

BARBARA - (al telef.) Gli dica che

Vicki ha dimenticato il borsellino.

PAPI - (al telef.) Ha dimenticato il por-cellino.

BARBARA - (al telef.) E io sto arri-

vando a Wimbledon con il bor-

sellino. Il suo indirizzo sul bi-

glietto.

PAPI - (al telef.) Certo, signor Barclay. Arrivederla, signor Barclay.

(Mette gi il telefono)

(Barbara scuote la testa. Poi controlla lindirizzo sul bigliet-

to da visita e si precipita fuori dalla porta di Streatham con lo

zaino)

(a Stanley) Il signor Barclay dice che sta andando a Wolverhampton

con il suo amico Porcellino.

(Stanley cerca di decifrare il messaggio)

STANLEY - (confuso) Cosa?

PAPI - Dice - (si ferma) Ha una voce

molto acuta, il signor Barclay.

STANLEY - Non importa, Papi!

PAPI - Alla National Westminster Bank non fanno questi servizi personali, sai.

STANLEY - Gavin, vai da Luigi! Fan-no un fantastico cappuccino. Fallo mettere sul mio conto.

(Stanley estrae una banconota dalla tasca. Papi si allontana da loro e risale la scena)

PAPI - Cavolo! Non ci sono sedie a sdraio, qui!

GAVIN - (a Stanley, riferendosi a Pa-pi) suo padre, vero?

STANLEY - Gi! (spinge Gavin verso la porta mentre Mary bussa alla porta della sala da pranzo)

MARY - (f.c.) Ehi! (bussa pesantemen-te alla porta della sala da pranzo)

PAPI - un albergo troppo rumoroso, questo.

(Colpi ancora pi forti da parte di Mary)

Chi che fa tutto quel baccano?

GAVIN - (a Papi) Temo che sua nuora abbia una delle sue crisi.

PAPI - (deliziato) Io ho una nuora?

STANLEY - Grazie, Gavin! (lo spinge fuori)

GAVIN -Non crede che a questora Vicki potrebbe essere venuta via da Luigi?

STANLEY - No, era troppo ansiosa di vederti. E quando dico vederti...

GAVIN - Beh, se non la trovo torno qui subito.

STANLEY - (spingendolo) No, per fa-vore non tornare.

GAVIN - (si ferma) Forse dovrei chia-mare prima sua figlia.

PAPI - Anche una figlia? Accidenti, si va alla svelta!

STANLEY - (a Papi) Trnatene su!

(lo spinge verso le scale)

GAVIN - Vicki ha un cellulare?

STANLEY - No, solo un bastone bian-co e un cane guida. Va da Luigi!

(apre la porta dingresso e spinge

fuori Gavin. Sulla porta c Mary, furiosa, che si precipita dentro)

MARY - Ho dovuto calarmi dalla fine-stra!

PAPI - C mica un incendio, vero?

MARY - (a Stanley, riferendosi a Gavin) Credevo che se ne fosse andato!

STANLEY - tornato per averne ancora. (a Gavin) Grazie di tutto.

(gli d la banconota che aveva in mano. Mary stupita. Stanley rea-lizza limplicazione e non sa cosa fare. Spinge fuori Gavin, gridan-dogli dietro)

Ricordati, destra, sinistra, destra!

(a Mary, con tono militaresco)

Sinistra, destra, sinistra, destra!

MARY - Stanley, la porta della sala da

pranzo chiusa a chiave.

STANLEY - Perch lhai chiusa?

MARY - Non sono stata io! (apre la porta)

PAPI - (a Mary) Scusi, lei mia nuora?

MARY - (si sforza di essere gentile) No - Gardner.

PAPI - Lo so che non Gardner. Sono io, Gardner. (a Stanley) La re-ceptionist di questo albergo un po sciroccata. (a Mary) Non vedo nessun cartello che indichi dov il bagno.

MARY - (a Papi) Io sono la signora Smith. Lieta di rivederla.

PAPI - Sono gi stato qui?

STANLEY - Vai a riposarti, pap!

MARY - (a Papi) Gradisce un t, si-gnor Gardner?

PAPI - S, grazie. Un doppio whisky, non troppo ghiaccio.

MARY - Un whisky semplice!

(apre la porta della sala da pran-zo mentre entra Vicki, sempre con il casco, spingendo la bicicletta)

VICKI - Ho fatto pi presto che (vede Stanley) Zio Stan! Stai bene.

MARY - Questione di punti di vista!

(entra in sala da pranzo)

VICKI - (a Stanley) Pap ha detto che eri quasi morto.

STANLEY - C mancato poco!

VICKI - Non vai dal dottore?

STANLEY - Ci andr domani. Forse star peggio. (si lascia andare sulla poltrona)

PAPI - (scendendo) Che c, figliolo? Le emorroidi, di nuovo?

STANLEY - Vai di sopra!

VICKI - Salve, signor Gardner.

PAPI - Parli pi forte, infermiera.

VICKI - No, Vicki.

PAPI - S, ci metta dentro un po di quello, fa bene.

STANLEY - (alzandosi, a Papi) Smet-tila! Vai di sopra! (lo afferra e incomincia a spingerlo su)

PAPI - (stizzito) Va bene, va bene! Fac-cio da solo!

STANLEY - No!

PAPI - Non sono vecchio, sai, Stanley. E la mia valigia?

STANLEY - Non ti serve, la valigia.

PAPI - Ma s! Devo vuotarla. Poi vado a fare una nuotatina.

STANLEY - Non siamo a Felixstowe!

PAPI - Dove siamo, allora?

STANLEY - A Wimbledon!

PAPI - Non ci sono spiagge a Wim-bledon!

STANLEY - Fuori! (lo spinge su per le scale)

VICKI -Bene, io vado.

STANLEY - Una bella pedalata intorno a Wimbledon.

VICKI - No, torno a casa di Gavin.

STANLEY - Eh? No!

(Scende gi di corsa)

VICKI - Ormai sar tornato. E poi mi trovavo bene con la sua mamma.

STANLEY - Vicki!

VICKI - Per suo padre non mi convin-ce al 100%.

STANLEY - Vicki (si interrompe) Hai incontrato il padre di Gavin?

VICKI - S.

STANLEY - A Streatham

VICKI - S.

STANLEY - Il pap di Gavin. Suo pa-dre. Il suo genitore.

VICKI - S! Un tipo strano. Aveva in testa un paralume.

(Stanley esita, poi ride)

STANLEY - Porta fortuna - divertente!

VICKI - D alla mamma dove sono an-data, daccordo?

STANLEY - Vicki, tuo padre non vuole che tu veda Gavin!

VICKI - Beh, peggio per lui! (si avia)

STANLEY - (trattenendola) Per favore, Vicki! Non devi andare a casa di Gavin. Voglio dire - ehm - non hai bisogno di andarci. Gavin ti sta aspettando.

VICKI - Eh?

STANLEY - Ti sta aspettando. In un bar. Dietro langolo. Mi ha prega-to di dirtelo.

VICKI - Beh, che aspettavi?

STANLEY - (gridando) Sono cascato dal tetto, no?!

VICKI - Allora, quale bar?

STANLEY - Conosci il Poppy bar?

VICKI - In High Street - s.

STANLEY - Bene. Vai a sinistra per Kenilworth, poi a destra per High Street. Poppy sulla sinistra.

VICKI - S, lo so.

STANLEY - In ogni caso, non andare a destra, sinistra, destra.

VICKI - No.

STANLEY - C il Luigi, l. Un po-staccio. Il peggior cappuccino di Wimbledon.

VICKI - Daccordo!

(John irrompe dalla porta din-gresso. di nuovo senza fiato. Viene avanti)

JOHN - (finalmente) Abbiamo visite?

STANLEY - Eh?

JOHN - Visite? Non venuto nessuno?

STANLEY - (allusivo) Le ho sistemate tutte, le visite!

JOHN - Meno male!

(John crolla sulla poltrona)

STANLEY - Gi. Ora fila anche tu, Vicki.

JOHN - (risalendo la scena) Dove va?

VICKI - Vado da Gavin.

(John sussulta e lafferra)

JOHN - Cosa?!

(Stanley si avvicina a John)

STANLEY - (fa sedere John) Va tutto bene!

VICKI - Non fare di nuovo il padre rompiballe. Vado da Gavin!

JOHN - (alzandosi) Non puoi!

STANLEY - (facendolo sedere) John, credo che sia meglio

JOHN - Tu non timmischiare!

STANLEY - No, voglio dire che ci pen-seremo su, tutti. Gavin la sta aspettando al Poppy Bar.

JOHN - (alzandosi) Lei non ci va!

VICKI - S, invece!

JOHN - No, non ci andrai!

(Stanley costringe John a sedersi e poi si inginocchia ai suoi piedi)

STANLEY - (lamentoso) Ma s! Abbia-mo bisogno di tempo! Per questo va a incontrare Gavin al Poppy! Non da Luigi, quello un postac-cio!

JOHN - (alzandosi) Non lo incontrer in nessun posto! Non pu! Non deve!

VICKI - Non ricominciare!

(Durante la tirata che segue, Stan-ley, fuori di s, sempre inginoc-chiato, si aggrappa alle gambe di John, lo afferra per il bavero e lo sbatte per la testa contro la porta della cucina)

STANLEY - (con furia improvvisa) No,

non ricominciare! Incontrer Gavin da Poppy! una buona idea. La migliore che abbia avuto in tutto il giorno. straordinaria! Poppy Bar! Sinistra, destra, sini-stra. Non destra, sinistra, destra. Poppy non Luigi! Il bistr di Luigi fa il peggior cappuccino di Wimbledon! (a Vicki) E adesso fila, va da Poppy!

(spinge fuori Vicki, sorpresa, con la bicicletta. Stanley, emotivamen-te sopraffatto, si lascia cadere sul-la poltrona mentre John barcolla intorno, stralunato, tenendosi la testa)

JOHN - (alla fine, distrutto) Che hai fatto?

STANLEY - Quello che ho fatto per tutto il pomeriggio: mi sono pro-curato un attacco cardiaco!

JOHN - Lhai mandata al Poppy Bar!

STANLEY - Perch Gavin laspetta da Luigi.

JOHN - (realizzando) Stanley, sei gran-de!

(Abbraccia Stanley mentre Mary esce dalla sala da pranzo con il whisky di Papi. Vede i due ab-bracciati, che non la vedono. Mary sbatte con furia la porta del-la sala da pranzo. John e Stanley lentamente si voltano verso Mary. Stanley si scioglie dallabbraccio di John)

STANLEY - (a Mary) Gli stavo dan-do

MARY - (tira indietro John) Preferisco

Non sapere che cosa stavi dando a John, grazie. E ti suggerisco di limitarti ai giovani, se non ti dispiace.

STANLEY - No, Mary, tesoro, vedi

MARY - Niente tesoro! (decisa) Dov tuo padre?

STANLEY - Di sopra.

MARY - Dgli questo. (gli porge il bicchiere di whisky) Ne avr biso-gno quando gli dir che suo figlio un degenerato. (a John) Resti in casa o esci?

JOHN - Ehm - vado. S. Per forza. De-vo prelevare quel vecchio pensio-nato da Tesco. (apre la porta della cucina)

MARY -Ancora non hai fatto la corsa?

JOHN - (smarrito) Non riusciamo a in-contrarci. (La spinge in cucina)

STANLEY - E dire che sembrava una cos bella giornata. (beve il whisky e posa il bicchiere sul tavolo a destra del divano)

JOHN -Non preoccuparti. (chiude a chiave la porta della cucina) Pi tardi la far ragionare.

STANLEY - Non credo che torner pi normale!

JOHN - (va verso Stanley) Bene: Gavin aspetta Vicki da Luigi, giusto?

STANLEY - S, almeno lo spero!

JOHN - O.K. - Va da Luigi e di a Gavin

STANLEY - Io vado a Felixstowe con Papi!

JOHN - Non fare il difficile, Stanley. di a Gavin di tornare subito a Streatham. C stata una rapina in Lewin Road, hanno arrestato me, e la polizia mi sta interrogando e sua madre vuole

STANLEY - (interrompendolo) Ehi, un momento!

JOHN - Taci - pensa a mandare Gavin a

Streatham!

STANLEY - gi stata unimpresa mandarlo da Luigi!

JOHN - Senti, mentre tu te la sbrighi con Gavin, io corro da Poppy e di-co a Vicki che qui c stata una e-splosione di gas, la cucina sal-tata in aria ed finita nel giardino del vicino e abbiamo dovuto tra-sferirci a -

STANLEY - (viene avanti) Aspetta-aspetta-aspetta! (seriamente) Non puoi continuare cos allinfinito. Sii realista. Questi ragazzi voglio-no incontrarsi. Prima o poi anche le tue mogli finiranno per incon-trarsi. La partita finita!

JOHN - (va verso Stanley) Non credere. La partita non finita fino al fi-schio finale. Ricordi cosa disse Shakespeare -

PAPI - (in cima alle scale) Il galleg-giante non funziona, Stanley!

JOHN - O qualcosa di simile.

STANLEY - (A Papi che sceso) Che cosa c, Papi?!

PAPI - Lho fatta e non riesco a fermare lacqua. (ride) Lo sciacquone, vo-glio dire, non il rubinetto

STANLEY - (interrompendolo) Ho ca-pito benissimo cosa vuoi dire! De-vi solo tirare la maniglia su e gi. Torna di sopra.

PAPI - No, credo che andr a fare due passi sulla spiaggia. (Si avvia ver-so la porta dingresso)

STANLEY - Papi!

JOHN - Lascia stare tuo padre. Vai a ti-rar fuori Gavin da Luigi. Io recipe-rer Vicki da Poppy.

(Papi ha aperto la porta ed entra Gavin)

GAVIN - (entrando) Signor Smith -

JOHN - Ahhh!

(Affonda il viso per terra davanti al divano prima che Gavin lo ve-da. Gavin viene avanti)

GAVIN - (a Stanley) chiuso!

(Stanley si pone davanti a John per nasconderlo alla vista di Ga-vin. Nel frattempo attira a s Gavin)

STANLEY - Che cosa chiuso?

GAVIN - Luigi.

STANLEY - Forse apre alle sei. (fa gi-rare Gavin)

GAVIN - (voltandosi) No, c un car-tello sulla porta. Chiuso per re-stauro. Scommetto che alla fin fi-ne era il Poppy Bar. (Si volta per andare)

STANLEY - (trattenendolo) No! Non era il Poppy. Sicuro.

GAVIN - Prendo la moto e sar l in due minuti.

STANLEY - una pessima idea, Gavin.

GAVIN - Gi, potrei mancarla. Meglio che laspetti qui.

STANLEY Questa anche peggiore.

(Papi d una pacca sulla spalla di Stanley, che si volta verso di lui)

PAPI - (indicando John) Credo che uno degli ospiti sia svenuto.

(Stanley chiude gli occhi, disfatto. Gavin si avvicina per vedere)

GAVIN - (a Stanley) Ma quello non suo cognato, Stanley?

STANLEY - S!

PAPI - Tuo cognato, Stanley?

STANLEY - Papi!

GAVIN - quello che caduto dal tetto, vero?

STANLEY - S. Era di nuovo sonnam-bulo - Boom!

GAVIN - Accidenti!

(Si avvicina per dare unocchiata ma Stanley lo tira indietro)

STANLEY - S, arrivato fin qui ed svenuto.

GAVIN - Tiriamolo su e mettiamolo sul (va di nuovo verso John ma di nuovo Stanley lo tira indietro)

STANLEY - No! Purtroppo - morto.

(Stanley rapidamente copre John il copri-schienale del divano)

GAVIN - Morto?

STANLEY - S.

GAVIN - Accidenti. (Supera Stanley per vedere ma Stanley lo allonta-na)

STANLEY -Abbiamo cercato di riani-

marlo, ma purtroppo, pochi istanti fa, ha cessato di vivere. Gavin, va di l (indica la seconda camera da letto) e prendimi un lenzuolo, ti dispiace?

GAVIN - Un lenzuolo?

STANLEY - S. Dovrebbe essere inte- ramente coperto.

GAVIN - Non ha bisogno di un medico?

STANLEY - Io certamente no.

GAVIN - Per lui, dicevo. Servir un certificato, no?

STANLEY - Certo! tutto sotto con-trollo. Prendi il lenzuolo, Gavin.

(Gavin apre la porta della camera da letto)

GAVIN - Non potrei fargli la respira-zione bocca-a-bocca, prima? (si inginocchia accanto al cadave-re)

STANLEY - (si affretta a sollevare Gavin) No! decisamente morto.

GAVIN - Potrebbe non esserlo. A scuo-la ho fatto un corso di sopravvi-venza.

STANLEY - S, non ne dubito, Gavin.

GAVIN - Vale la pena di tentare.

(Si inginocchia di nuovo)

STANLEY - No!

GAVIN - Ma s! (si inginocchia di nuovo)

STANLEY -No! (respinge Gavin) Ga-vin - lui mio cognato. (Gira in-torno a John prono e si ferma ac-canto a lui) Se qualcuno deve far-gli la respirazione bocca-a-bocca, quel qualcuno sono io!

(Nasconde il viso di John alla vista di Gavin con il copridivano, e fa girare John. Esita - singhioz-za - trae un lungo sospiro - chiude gli occhi - e si piega su John co-prendogli la testa col copridivano. Comincia a praticare a John una prolungata ed esagerata respira-zione bocca-a-bocca)

PAPI - Cavolo, se non morto, lo am-mazzi.

(Stanley, senza fiato, si alza in cerca daria - tenendo sempre na-

scosto il viso di John)

GAVIN - Deve farlo pi a lungo.

(Stanley gli lancia unocchiata poi pizzica di nuovo John dandogli un altro esagerato bacio)

PAPI - (a Stanley) Ti piacerebbe che al posto suo ci fosse Niree Dawn Porter, eh?

(Stanley lentamente si alza in cer-ca daria con unocchiata a Papi poi si volta verso Gavin)

STANLEY - (tristemente) Niente da fare, Gavin, morto.

GAVIN - Il libro dice che dovresti insi-stere per almeno tre minuti.

STANLEY - (gridando) morto stec-chito, Gavin, prendi il lenzuolo!

GAVIN - S, daccordo! Oh! La zia Rosie lo sa gi?

STANLEY - Quella se ne frega, Gavin, via di testa! Prendi il lenzuolo!

Gavin in fretta entra nella secon-da camera da letto. John si mette seduto)

JOHN - Stavolta era vicino, Stanley.

STANLEY - (asciugandosi la bocca) Fin troppo, grazie.

JOHN - Chiudi Gavin nella camera di Vicki.

STANLEY - Dio! (Chiude a chiave la porta della II camera da letto)

PAPI - (sbadigliando, a John) Cavolo, questo un miracolo - neppure un graffio!Lei fortunato.

Mentre Papi si avvia per uscire si sente una scampanellata. John e Stanley sussultano)

STANLEY - Devessere Vicki!

JOHN - Vicki?

STANLEY - Sta tornando da Poppy - Gavin non cera.

JOHN - Giusto, riflettiamo!

STANLEY - Adesso dice riflettiamo!

(La successiva battuta di John pronunciata a velocit quasi mili-tare)

JOHN - O.K.! Tu vai di sopra e guarda dalla finestra della tua camera. Se Vicki, dille che mi hanno ricove-rato allospedale per commozione cerebrale - provocata sbattendo contro la porta della cucina. Deve andare subito allospedale. Tu an-drai con lei. Mentre tu ti occupi di Vicki io vado di l da Gavin, assu-mo il tono del padre padrone e gli dico che sono venuto a Wimbledon per riportarlo a casa a Streatham. Appena avrai spedito Vicki allospedale torna qui e dirai a Mary che sono dovuto andare a caricare il mio vecchio pensionato da Tesco. Porter Barbara a cena fuori in quel nuovo ristorante ve-getariano a Streatham - e porte-remo Gavin con noi - meglio. Appena ci mettiamo a tavola dir che mi sono ricordato allimprov-viso del mio vecchio pensionato da Tesco e torner qui per una bi-stecca al volo con Mary. Oo! Ap-pena avrai spedito Vicki allospe-dale - ma prima di tornare qui per dire a Mary che sono andato a pre-levare il pensionato da Tesco chiama lAutomobil Club e digli di venire subito qui a sistemarmi il taxi. Avr il tempo di tornare qui da Mary per la bistecca e tu e tuo pap potrete prendervi la macchi-na e andarvene a Felixstowe.

(Durante lultima parte della bat-tuta Stanley ha cominciato a stra-buzzare gli occhi e debolmente re-trocede lentamente verso la pol-trona. La cerca a tentoni e si sie-de, con lo sguardo vuoto, fissando John)

JOHN - (a Stanley) Hai capito?

(Stanley scuote la testa)

PAPI - Io ho capito, brillante!

(Stanley si alza)

STANLEY - terribile!

(Unaltra scampanellata. John e Stanley sussultano)

JOHN - Vai su. Se Vicki, ricordati dellospedale. Io vado di l da Gavin e, appena avrai finito con Vicki, io lo riporto a Streatham.

(Nuova scampanellata)

PAPI - (a Stanley) Comincio a preoccu-parmi, sai?

STANLEY - (confuso) Eh?

PAPI - Non sento che campanelli!

(Si sente bussare alla porta della cucina)

MARY - (f.c.) Mi hai chiuso dentro di nuovo, Stanley?

STANLEY - Naturalmente, la colpa sempre mia.

(altri colpi dalla cucina)

MARY - (f.c.) Ehi!

PAPI - Protester col direttore per il chiasso di questo albergo.

JOHN - (a Stanley) Vai su. Guarda se Vicki.

(Colpi alla porta della cucina)

MARY - (f.c.) Aprite!

PAPI - (grida) Silenzio!

(Si sente bussare alla porta della camera da letto)

PAPI - (grida) Silenzio!

GAVIN - (f.c.) Ehi, questa porta sembra chiusa!

JOHN - (a Stanley) Con Gavin e Mary me la vedo io.

(scampanellata)

STANLEY - E se Vicki, veditela tu anche con lei. (sale di sopra)

MARY - (f.c.) Se non apri questa porta, Stanley, la butto gi a calci!

(calci alla porta della cucina. John opta per la porta della cucina. Scampanellata)

PAPI - (tappandosi le orecchie) Vaf-fanculo, vaffanculo, vaffanculo!

(John apre la porta della cucina. Mary irrompe sulla scena con un coltello in mano)

MARY - Stanley, se mi chiudi -! (si in-

terrompe) John! Hai chiuso tu la porta?

JOHN - No, stato Stanley.

MARY - Bene! Ora mi sente!

(Fa per salire ma John la trattie-ne)

JOHN - No, lascia stare Stanley. (Le to-

glie dalle mani il coltello e lo posa

sul tavolino dietro il divano)

Mi venuto un mal di testa feroce.

Mi porteresti unaspirina?

MARY - Vattela a prendere!

JOHN - No. Sto aggiustando lo sciac-quone di sopra. Acqua dapper-tutto.

PAPI - Non colpa mia, il rubinetto.

MARY - (a John) Va bene. Ho lasciato le aspirine in camera di Vicki.

(va verso la seconda camera ma John la trattiene)

JOHN - No!

MARY- Ti dico di s. Vado a prenderle.

JOHN - No! Cio, non la voglio

MARY - Ma hai detto che avevi mal di testa.

JOHN - vero, ma lo stomaco sta peg-gio. Terribile. OO! Dio, che male!

Nel nostro bagno

(Fa per dirigere Mary nella came-ra da letto principale ma Mary viene avanti)

MARY - Aspetta. Non avevano suona-to, poco fa?

JOHN - (va verso di lei) S. Testimoni di Geova.

MARY - Eh?

JOHN - Testimoni di Geova. Li ho mandati via.

(scampanellata)

Sono pure insistenti! (tenendosi lo stomaco) OO! Presto. In bagno!

(Fa per allontanarla ma si sento-no altri colpi alla porta della se-conda camera da letto. Mary si ferma)

GAVIN - (f.c.) Qualcuno vuole aprire questa porta?

MARY - (sorpresa) lamichetto di Stanley.

JOHN - S.

MARY - (ancora pi sorpresa) Che ci fa in quel bagno?

JOHN - Ecco, lui voleva andarsene, ma Stanley non ha voluto.

MARY - (oltraggiata) E cos lha chiu-so in camera di Vicki?

JOHN - infatuato di quel ragazzo.

PAPI - E tra poco arriveranno il signor Barclay e Perce.

JOHN - Grazie!

Spinge Mary verso la camera principale. Stanley eccitato scende dalle scale a precipizio)

STANLEY - Tutto a posto, John -! (vede Mary. Con voce flautata) Ciao, Mary.

MARY - Con te ce la vedremo dopo, Stanley Gardner! (Esce nella ca-mera da letto principale)

STANLEY -Che altro le hai detto?!

(John chiude a chiave la porta della camera da letto. Lui e Stanley si incontrano davanti al divano)

JOHN - Lascia stare! Era Vicki al-lingresso?

STANLEY - No, stai tranquillo. solo una signora

JOHN - Che signora?

STANLEY - Io non la conosco!

PAPI - Io s. la testimone di Geova.

(I due lo guardano e lui sorride)

Credo che ce labbia con te, Stanley.

I(scampanellata)

Maledetto campanello!

JOHN - (a Stanley) Le hai chiesto che cosa vuole?

STANLEY - No. Se non glielo chiedia-mo se ne andr. Credo che sia ve-nuta con una piccola macchinetta verde.

JOHN - (preoccupato) Una macchina verde?

STANLEY - S. parcheggiata fuori.

JOHN - (agitato) alta, capelli rossi e grosse tette?

STANLEY - S. Carina, eh? (accenna ad un seno prosperoso)

JOHN - (inorridito) Barbara!

STANLEY - Che culo! (Unaltra risati-na, poi realizza) Barbara?!

JOHN - Ssh!

STANLEY - Vuoi dire Barbara la moglie?

JOHN - S! E che diavolo ci fa, a Wimbledon?!

PAPI - Credi che Barbara mi lascerebbe - (accenna a due tette immagina-rie)

JOHN -Di sopra!

(Scampanellata)

PAPI - (tappandosi le orecchie) Male-detto rumore! (a Stanley) Come si chiama questo scampanellio nelle orecchie?

STANLEY - Tintinnio!

JOHN - Lascia perdere il tintinnio! Devi cavartela con Barbara.

STANLEY - Perch non te la vedi tu con Barbara?

JOHN - Perch io sono impegnato con Gavin e Mary!

(Il campanello squilla con insi-stenza)

PAPI - Al diavolo questo Rin Tin Tin!

(Mentre Papi si avvia su per le scale si sente Gavin bussare)

GAVIN - (f.c.) C nessuno? Ho il len-zuolo!

JOHN - (a Stanley) Con Gavin me la sbrigo io. Tu pensa a Barbara. Vai di sopra e spogliati.

STANLEY - Spogliarmi?!

JOHN - Poi apri la finestra e chiama Barbara -

STANLEY - Un momento -!

JOHN - Dille che sei il signor Smith, che stai in bagno, che non c nes-sun altro in casa, e liberati di lei!

STANLEY - John!

JOHN - Vai, spogliati e liberati di Bar-bara.

STANLEY - (con fermezza) NO. Non voglio compromettermi con Bar-bara.

PAPI - Me la vedo io, con Barbara!

(Strizza dei seni immaginari e corre di sopra)

STANLEY - Papi! (Lo rincorre su per le scale. Si sente bussare Gavin dalla seconda camera da letto)

GAVIN - (f.c.) Ehi!

(John trae un sospiro e va verso la porta della camera. Rumore di colpi dalla camera da letto principale. John si ferma)

MARY - (f.c.) Ehi, questa maledetta porta si bloccata di nuovo!

JOHN - (grida) S, stato Stanley.

MARY - (f.c.) Stupida checca!

JOHN - (grida) Non so che cosa gli sia preso, oggi.

MARY - (f.c.) Ho la medicina per il tuo stomaco!

JOHN - (grida) Vado a chiedere a Stanley che ne ha fatto della chiave.

MARY - (f.c.) Io lo ammazzo!

GAVIN - (f.c.) Ehi!

(Gavin bussa alla sua porta. John assume un tono da padre padro-ne e apre la porta. Gavin entra portando un lenzuolo)

GAVIN - Spero che vada - (si inter-rompe) Pap!

JOHN - Vieni, figliolo! A casa!

GAVIN - Ma che diavolo ci fai tu, qui?

JOHN - Sono venuto a prenderti! (rapi-damente) E ce ne torniamo via per la cucina.

GAVIN - Vuoi scherzare! Ehi! Che fine ha fatto il signor Gardner?

(indica per terra)

JOHN - di sopra. Si sta facendo il bagno. (fa fare un giro a Gavin, ma questi si volta di nuovo)

GAVIN -Credevo che fosse morto.

JOHN - (riflette un momento) Laltro signor Smith sta lavando il signor Gardner prima che vengano quelli delle pompe funebri. Andiamo, non rimanere in questa casa un momento di pi.

GAVIN - Ma perch?!

JOHN - Mi sono informato. Ho saputo che queste apparecchiature e-mail sono piene di maniaci e delin-quenti. Un serbatoio di iniquit!

GAVIN - Ma di che diavolo stai parlan-do?

JOHN - Ti dar i particolari pi tardi. Prendi la bicicletta e andiamo!

GAVIN - Io resto, voglio vedere Vicki.

JOHN - Ho detto di no!

GAVIN - Mi ha invitato a prendere un t!

JOHN - Non vero!

GAVIN - Ti dico di s! Con quella sua e-mail!

JOHN - Ah! Quella e-mail non era di Vicki.

GAVIN - Ma certo che lo era.

JOHN - No

GAVIN - Era firmata Vicki.

JOHN - Gi, firmata Vicki. In realt era stata scritta da un pervertito maniaco di Internet.

GAVIN - Un cosa?

JOHN - Sono dappertutto. Ho controlla-to, figliolo. Quella e-mail di Vicki in realt era stata mandata da un pervertito vecchio maniaco

GAVIN - Un pervertito vecchio

JOHN - vecchio maniaco che si fa passare per una scolaretta quindi-cenne.

(Gavin di proposito passa dietro John)

GAVIN - No. Sulla stampa cera questo indirizzo.

JOHN - (corre da Gavin) Esatto. Il pervertito abita qui.

GAVIN - Cosa?

JOHN - S!

GAVIN - E dov?

(In cima alle scale si affaccia Papi)

PAPI - (entrando) Avevi ragione, sono una favola! (Maliziosamente fa il gesto di strizzare due tette imma-ginarie. Il viso di John si apre in un grande sorriso. Fa una smorfia a Papi che gli ricambia il sorriso e ripete il gesto. John guarda Gavin e indica Papi che fa una smorfia soddisfatta e gira per la stanza)

GAVIN - (a John, strabiliato) Lui?

JOHN - Gi!

GAVIN - (incredulo) il padre del si-gnor Smith!

JOHN - Colpa della guerra. Non ha mai fatto sesso dal 1939 al 1945.

GAVIN - Vuoi dire che il padre del si-gnor Smith mi ha mandato la e-mail firmata Vicki?

(John strappa il foglietto dalle mani di Gavin)

JOHN - S. Immagino che non vorrai restare qui un minuto di pi

(fa voltare Gavin, che non ha nes-suna intenzione di andarsene)

GAVIN - Dunque Vicki non sa niente di me?

JOHN - Niente di niente. Passa dalla cucina. Salta in bicicletta e fila via da qui.

GAVIN - Per - un momento! Il signor Smith ha detto che Vicki mi stava aspettando in un bar.

JOHN - Ah, s. Il signor Smith mi ha spiegato. Una piccola innocua bu-gia. Voleva tenerti lontano dalla casa - per sottrarti alle grinfie di suo padre.

(Lancia a Papi unocchiata di disprezzo. Papi fa una smorfia e ripete il gesto di prima)

Presto, vai finch sei in tempo. Ci vediamo a casa, figliolo.

(John attira a s Gavin e apre la porta della cucina)

GAVIN - Tu non vieni?

JOHN - No. Ho promesso al signor Smith che lo avrei aiutato col funerale del signor Gardner.

(John spinge un recalcitrante Gavin in cucina lasciando la porta aperta. Stanley scende a precipi-zio le scale avvolto in un aaccap-patoio. Incontra John)

STANLEY - Non riesco a convincere Barbara ad andarsene!

JOHN - Eh?!

STANLEY - Ha portato il borsellino di Vicki.

JOHN - (a Stanley) Dille di lasciarlo sul primo gradino e andarsene.

STANLEY - No, vuole entrare e salu-tare laltra signora Smith.

JOHN - Le avrai detto che non possi-bile.

STANLEY - No. Ho detto che sarei an-dato a vedere se Mary era disponi-bile.

JOHN - Cosa?!

STANLEY - Cominciavo a innervosir-mi.

JOHN - (furioso) Perch non hai detto semplicemente che Mary era in vacanza in Nord Africa e non sa-rebbe tornata fino al prossimo anno?

STANLEY - (lentamente) Perch non sono un delinquente, imbroglione, doppio-giochista come te!

(Da fuori giunge il rumore della moto di Gavin partire e sfumare)

JOHN - Comunque ci siamo liberati di Gavin.

(Si sente bussare alla porta della camera da letto principale)

MARY - (f.c.) John, hai recuperato da Stanley la chiave della porta?

JOHN - (grida) uscito e se l portata via.

STANLEY - Magnifico!

MARY - (f.c.) Mi appender le palle di Stanley alle giarrettiere!

STANLEY - Magnifico!

PAPI - (a Stanley, riferendosi allac-cappatoio) Se va a nuotare, figlio-lo, laccompagno. (a John) A che ora si alza la marea, qui?

JOHN - Da un minuto allaltro! (a Stanley) Vai di sopra e dalla fi-nestra di a Barbara che Mary si sentita improvvisamente male

STANLEY - (protesta) John -!

JOHN - Molto molto male.

PAPI - Scommetto che laria di Felixstowe.

(lo guardano)

Beh, un malato, un morto e il mio maledetto Tintinnio.

(Altri colpi alla porta di Mary mentre Papi gira per la stanza)

JOHN - (a Stanley) Di a Barbara quel-lo che ti pare, ma liberati di lei!

(Spinge Stanley verso il fondo)

STANLEY - (arrabbiato) Che ne dire-sti se le dicessi semplicemente che sono andati tutti al funerale di Stanley Gardner? (Va al piano di sopra mentre Barbara appare sul-la porta della cucina, semiaperta. Ha in mano il borsellino di Vicki)

BARBARA - (entrando, chiama) Si-gnora Smith -!?

JOHN - (grida) Ahhh!(Mentre grida, rapidamente si copre la testa con il lenzuolo che tiene in mano da quando Gavin glielo ha consegna-to, e se ne avvolge interamente. Barbara vede il velato John in piedi accanto al divano. Gli gira intorno controllandolo e si trova faccia a faccia con Papi che le si avvicina voglioso. Le fa una smor-fia e mima il gesto di strizzare le tette. Stanley si precipita gi)

STANLEY - (entrando) Va tutto bene, (vede la scena) Ooooo!

(va a sinistra di John e lo fissa mentre Barbara va verso Stanley)

BARBARA - Non volevo tirarla fuori dal bagno unaltra volta

(Stanley fa per ridere e alza scoraggiato le spalle)

Volevo solo provare dalla porta sul retro nel caso sua moglie fosse in cucina.

(Stanley accenna un sorriso e alza le spalle, scoraggiato. Papi cerca di attirare lattenzione di Barbara con un cenno e una smorfia)

STANLEY - E ehm lei ha gi co-nosciuto mio padre su alla fine-stra.

BARBARA - (a Papi) Salve.

(Papi fa il gesto di strizzare delle immaginarie tette. Stanley attira Barbara verso di s)

STANLEY - E ehm probabilmente si star chiedendo chi ehm (indica John) Gi. caduto dal tetto.

BARBARA - (riferendosi a John) Oh,

il suo inquilino.

STANLEY - S.

BARBARA - A volte succedono cose terribili.

STANLEY - Gi. E probabilmente si star chiedendo perch il signor Gardner indossa un - ehm -

(Una breve pausa mentre Barbara aspetta che Stanley le dia la spiegazione)

Ecco: un lenzuolo termico. Per tenergli caldo. Da quando cadu-to, la sua temperatura corporea scesa e cos ci hanno consigliato di avvolgerlo in un lenzuolo termico. Ecco perch. Ho quasi finito. Mi assicuro che non prenda correnti daria.

(Avvolge il lenzuolo attorno a John. Poi prende la parte termi-nale del lenzuolo e la tira su tra le gambe di John)

JOHN - (sente dolore) Ahi!

(Stanley gli lega il lenzuolo intor-no alla vita)

STANLEY - Si sente bene, signor Gardner?

(John annuisce)

Meno male che almeno uno di noi stia bene, signor Gardner!

(Papi passa davanti a John e va da Stanley)

PAPI - (a Stanley) Perch continui a chiamare il signor Smith signor?

(Prima che possa finire la frase, John da sotto sferra un calcio al bastone di Papi. Il bastone vola in aria e Papi finisce per terra ma subito si rialza e simula un incon-tro di pugilato contro un invisibile assalitore, dopo di che raccoglie il bastone da terra)

STANLEY - (a Barbara) Mio padre ha un bastone nuovo. Arrivederla, signora Smith. stato un vero piacere

BARBARA - Ecco, veramente, mi pia-cerebbe salutare la signora Smith. in casa?

STANLEY - No! La mia povera Mary molto, molto malata. a letto, riposa e non pu vederla.

BARBARA - Oh, mi dispiace

STANLEY - Gi!

(Fa voltare Barbara perch esca. Si sentono rumorosi colpi alla porta della camera da letto)

MARY - (f.c.) Non hai ancora trovato la chiave?

(Barbara si volta. John e Stanley guardano la porta e poi Barbara)

STANLEY - (a Barbara) Non Mary! Rosie. Rosie Gardner, la moglie di Stanley Gardner. (Indica John)

Rosie si ammalata quasi nello stesso periodo di Mary. Le ho det-to che Mary era anche matta oltre che molto malata?

(Barbara, perplessa, scuote la te-sta. Si sentono ancora i colpi che Mary d contro la porta)

MARY - (f.c.) Ti ammazzer, Stanley Gardner!

STANLEY - (a Barbara) Rosie ha svi-luppato un forte odio per suo ma-rito. Come vede la nostra una fa-miglia molto particolare. Grazie della visita e se ci tiene alla sua in-columit, non si faccia pi vedere.

BARBARA - (perplessa) Allora vi sa-luto.

STANLEY - Lo ha fatto molto carina-mente. (La sospinge in cucina - senza rendersi conto che lei ha ancora in mano la tracolla di Vicki. Sbatte la porta e vi si ap-poggia) Oh, mio Dio! (John si liberato del lenzuolo e lo getta sulla poltrona)

JOHN - Impari alla svelta, Stanley.

STANLEY - Credo di odiarti quasi quanto odio Gavin.

BARBARA - (si ripresenta porgendo la tracolla) Ha dimenticato di prendere la tracolla di (si inter-rompe)

(John si gi capovolto affon-dando la testa sulla poltrona. Le sue ginocchia sono sullo sgabello e il didietro in alto con la testa e le spalle appese allo schienale della poltrona. Stanley accenna un sorriso)

STANLEY - I cinque minuti di termite-rapia sono passati. Adesso fa dieci minuti di yoga. Molto efficace per uno che sia caduto dal tetto. Ab-bassa la pressione sanguigna - e alza le gambe. (solleva le gambe di John) Gambe divaricate! (Glie-le divarica)

JOHN - Ahh!

STANLEY - Non c di meglio! Unite - divaricate! Unite - divaricate! Unite - divaricate!

JOHN - Ahhh! Ahhh! Ahhh!

STANLEY - Fantastico. (a Barbara) Da strappar le lacrime, eh?

PAPI - A proposito: Funziona adesso lo sciacquone?

STANLEY - S. Basta tirare su e gi.

PAPI - Lo faccio sempre quando ho fi-nito! Una scossetta.

STANLEY - Parlavo della maniglia!

(Mary continua a bussare)

MARY - (f.c.) Se qualcuno non apre la porta, la butto gi a calci!

STANLEY - (a Barbara) Grazie infini-te per la tracolla di Vicki.

BARBARA - (a Stanley) Ma la locale Unit Sanitaria non fornisce nes-suna assistenza?

STANLEY - Non abbiamo bisogno di assistenza! (la sospinge verso luscita)

BARBARA -Ma con una moglie men-talmente instabile, una sorella disturbata, un cognato ferito e un padre incapace

STANLEY - la mia croce. E lac-cetto! (la spinge alluscita ma lei resiste)

BARBARA - Credo che potrei dare una mano, sa? Io mi occupo di volon-tariato nel mio tempo libero.

STANLEY - Suo figlio ha preso da lei, vero?!

BARBARA - (accetta il complimen-to) Grazie.

(Colpi alla porta della camera da letto)

MARY - (f.c.) Incomincio a dare calci!

(rumore di calci contro la porta)

PAPI - Rosie deve essersi chiusa a chia-ve in bagno.

STANLEY - Papi!

PAPI - Non credo che ce la faccio a resistere, Rosie! (bussa alla porta della camera)

BARBARA - (a Stanley) Perch non porta suo padre di sopra? (va ver-so le scale mentre imperversano i calci contro la porta della camera da letto)

STANLEY -S, forse una buona idea. Mentre io me la vedo con Rosie. Papi! La signora Smith ti accom-pagna di sopra.

PAPI - OO. Magari!

(Mima il gesto di strizzare le tette e corre di sopra spingendo Barba-ra davanti a s. John si alza dalla poltrona)

JOHN - Che diavolo hai fatto?!

STANLEY - Ho fatto del mio meglio, date le circostanze!

JOHN - Adesso non ci libereremo pi di Barbara.

STANLEY - Io non mi preoccuperei. Due minuti con Papi di sopra e schizzer via di qui come una saetta.

(La porta della camera da letto si spalanca improvvisamente con uno schianto e Mary irrompe con un flacone di pillole)

JOHN - Mary!

MARY - Bene! Dov Stanley!

STANLEY - Via, Mary -!

JOHN - Mary! Tesoro! Dov la medi-cina?

MARY - (avanza verso Stanley) Prima vado a dare a Stanley la sua me-dicina!

STANLEY - (retrocede) Mary!

JOHN - (trattenendola) Mary! Stanley oggi non ci sta con la testa!

STANLEY - Fosse solo questo!

MARY - (a John) Queste sono le tue. (gli d il flacone)

JOHN -Grazie. E le aspirine?

MARY - Hai detto che non volevi laspirina.

JOHN - Devo prenderle! Ho i dolori!

MARY - Sono nella stanza di Vicki.

JOHN - Prendile! (la spinge verso la seconda camera da letto)

STANLEY -No!!!

(John e Mary si fermano e lo guardano)

(quasi impazzito) Ho dimenticato. Se n andato.

MARY Non posso credere quello che successo in questa casa oggi.

STANLEY - Non la sola.

(Mary lancia a Stanley unocchia-ta ed esce nella seconda camera da letto. John chiude immedia-tamente la porta a chiave)

JOHN - Bravo, Stanley

(Mentre John va verso Stanley, Barbara urla da sopra)

Barbara!

(Rapidamente entra nel guardaro-ba sotto le scale mentre Barbara appare in cima alle scale tenen-dosi il seno. Si precipita gi nella stanza)

BARBARA - (a Stanley) Alcune delle facolt di suo padre funzionano ancora.

(Papi si affaccia soddisfatto in cima alle scale. Si tiene stretto un accappatoio nel quale avvolto il costume da bagno)

PAPI - Credo che laria di mare mi faccia bene, sapete. (strizza imma-ginarie tette)

STANLEY - Ti prego, vai a sdraiarti!

PAPI - No, lora della nuotata. Oh! Ci sono delle signore, Mi cambier nella cabina della spiaggia.

(apre il guardaroba. John l con impermeabile e cappello con una sciarpa completamente avvolta sul suo viso e con gli occhiali da sole. Sembra lUomo Invisibile. Rimane cos un momento poi esce dal guardaroba ed esce per la cucina. Barbara, a bocca aperta, e Stan-ley vengono avanti, fissando John. Stanley trae un profondo sospiro)

STANLEY - Le ho detto della pazzia della mia Mary, della stramba zia Rosie e del suicida zio Stanley -?

(Barbara annuisce)

Quello era il cugino Cuthbert, pazzo.

(Crolla sulla poltrona. La porta della cucina si apre e John appare senza impermeabile, senza sciarpa e senza occhiali da sole e cappel-lo)

JOHN - Bene, andiamocene!

BARBARA - (sorpresa) Johnny!

JOHN - Andiamo!

BARBARA - Che diavolo ci fai qui?

JOHN - Sono venuto a tirarti fuori di qui. Ti dir tutto a casa.

(Attira Barbara verso la cucina ma lei resiste. John finisce a si-nistra di Stanley e Barbara a de-stra)

BARBARA - Un momento. (indicando Stanley) Il signor Smith ha il suo da fare, qui. Questo un manicomio.

JOHN - Non sono affari nostri!

BARBARA - Dovrebbero essere affari nostri. (a Stanley) Lui non sa nien-te dei disturbi mentali di sua mo-glie, vero, signor Smith?

(Stanley scuote la testa tristemen-te. Si sente bussare alla porta della seconda camera da letto. Tutti guardano)

MARY - (f.c.) Maledetto mi hai chiusa dentro di nuovo!

BARBARA - (a Stanley) Mary o Rosie?

STANLEY - Scelga lei.

BARBARA - (a Stanley) Posso dire a mio marito di Mary pazza, di zia Rosie folle, di zio Stanley suicida e del cugino pazzo Cuthbert?

(Stanley scuote la testa, triste-mente)

JOHN A questo ci penser il signor Smith, vero signor Smith?

(Stanley scuote la testa. John rapidamente gli d una pacca e Stanley si sbriga ad annuire)

Lo vedi, ci penser il signor Smith!

(Papi venuto avanti a sinistra di John)

PAPI - (a John) Perch continua a chia-mare mio figlio signor - ?

(Prima che possa finire, John ha sferrato un calcio al bastone di lui e il bastone vola in aria e Papi finisce a terra, ma si rialza imme-diatamente e si lancia nella routine della boxe. Stanley vaa raccogliere il bastone e e lo porge a Papi)

JOHN - Usciamo!

(Apre la porta della cucina: Gavin entra sparato, molto deciso. John folgorato)

GAVIN - (deciso) Scusa, pap.

JOHN - Gavin!

GAVIN - Ho pensato a quello (vede Barbara) Mamma! Che ci fai qui?

JOHN - Ti avevo detto di andare a casa, Gavin!

GAVIN - Lo so, ma sono tornato per parlare con il signor Smith. (Indi-ca Stanley)

JOHN - (a Stanley) Il signor Smith non vuole parlare con te, vero signor Smith?

(Stanley scuote la testa e siede sulla poltrona)

GAVIN - E ho deciso di vedere Vicki comunque.

JOHN - Gavin -!

GAVIN - Senti, so che lei non sa neppure che io esisto -

JOHN - Ne parleremo a casa!

BARBARA - Ma di che stai parlando, figliolo? Vicki appena andata a Streatham.

JOHN - Barbara!

GAVIN - (a Barbara, felice e sorpreso) Vicki? Davvero?

BARBARA - (a Gavin) Proprio per vedere te.

JOHN - Andiamo!

GAVIN - No, laspetto qui. Fantastico!

JOHN - No, per niente! (a Stanley) Si-gnor Smith, dica lei qualcosa!

STANLEY - Io passo!

BARBARA - (a Stanley) Sua figlia non ancora tornata? uscita ore prima di me!

GAVIN - Forse ci metter un po per tornare da Streatham. Anche se col cane.

BARBARA - Quale cane?

JOHN - (rapido) Non va mai da nessu-na parte senza il suo cane, vero signor Smith?

STANLEY - (senza espressione) Cane, signor Smith?

(John chiude gli occhi e mima il gesto di tastare il terreno. Stanley salta su e va da John)

Oh, quel cane! S, ama molto quel cane. Non esce mai senza Buster. (a Gavin) Beh, non pu uscire di casa senza Buster, no?

GAVIN - Difficilmente.

STANLEY - Caro Buster!

JOHN - Caro Buster!

STANLEY - Un esserino come lei con

(si interrompono e si guardano)

JOHN & STANLEY - (indicando) Un enorme Alsaziano - Un tesserino come lei con - (si interrompono di nuovo e si guardano)

JOHN - Taglia media pi o meno, vero?

STANLEY - S, taglia media.

BARBARA - No, Vicki non aveva un cane con s.

GAVIN - Deve averlo. Non pu fare tutta la strada fino a Streatham solo con un bastone bianco.

(Barbara non capisce. Stanley si allontana, e si siede in poltrona, nascondendo la testa)

BARBARA - Un bastone bianco?

GAVIN - cieca!

(Barbara va verso Stanley)

BARBARA - (confusa) Un momento (a Stanley) lei arrivata in bici-cletta.

STANLEY - (alza lo sguardo; gridan-do) unimmagine computerizza-ta.

(Barbara e Gavin si sforzano di capire)

JOHN - Deve essere una ragazza in gamba, questa Vicki! Visivamente menomata, ma coi coglioni!

(Papi va verso John)

PAPI - (a John) Non sapevo che la sua Vicki fosse -

(Jphn si volta furibondo verso di lui - ma, prima che John possa fa-re alcunch, Papi d un calcio al proprio bastone e finisce per ter-ra. Si rialza immediatamente e si-mula una mossa di boxe. Quindi va a raccogliere il bastone mentre Mary incomincia a bussare alla porta della seconda camera da letto)

MARY - (f.c.) Butter gi anche questa porta!!

GAVIN - (a Barbara) La signora Smith ogni pomeriggio bisogna rinchiu-derla.

JOHN - Grazie, Gavin!

GAVIN - (a Barbara) Fa dormire il si-gnor Smith di sopra con il signor Gardner.

BARBARA - No!

JOHN - (Ancora pi feroce) Grazie - Gavin!

GAVIN - (a Stanley) Suppongo che ci sar pi spazio ora che il signor Gardner morto.

BARBARA - Morto?

(Guarda Stanley, che alza lo sguardo per parlare e poi si mette la mano in testa in atto di sotto-missione)

(a Gavin) Il signor Gardner faceva yoga a testa in gi pochi munuti fa.

JOHN - Non ha importanza!

GAVIN - No, il signor Gardner morto proprio qui. (a Stanley) Non vero, signor Smith?

(Stanley si mette un dito in bocca e si arriccia come un bambino)

JOHN - La spiegazione semplice

(Barbara e Gavin lo guardano)

Perci gliela dica, signor Smith!

(Tutti guardano Stanley, che si dondola come un bambino in cer-ca di conforto. Intanto Mary mena calci furiosi)

MARY - (f.c.) Ehi!

JOHN - E sbrigati!

(Stanley si leva il dito dalla bocca ma rimane raggomitolato. Il suo isterismo solo superficiale)

STANLEY - La sapete quella del cane e del veterinario?

(Gli altri lo guardano inebetiti)

(sforzandosi di controllare il suo isterismo) Un uomo va dal veteri-nario. Il veterinario dice: Il suo cane morto. Luomo dice: Ahhh - cos il veterinario apre la bocca.

(Tutti guardano Stanley: il suo i-sterismo arrivato al punto criti-co)

La bocca delluomo, non quella del veterinario!

(Si rimette il dito in bocca. Papi si sta avvicinando)

PAPI - (ridendo) Questa davvero buo-na, Stanley!

(Stanley guarda Papi, che gli fa un cenno di gratitudine. John afferra Barbara e Gavin)

JOHN - Barbara! Gavin! Andiamo via!

GAVIN - Pap!

(John apre la porta dingresso. Sulla porta c Mary, stravolta e furibonda. Gavin si nasconde die-tro Barbara mentre Mary entra. Gli altri guardano stupiti mentre lei prende dal tavolo dietro il divano un coltello affilato)

MARY - Bene!

STANLEY - (sussultando) Mary -!

MARY - la seconda volta che devo calarmi dalla finestra! (Avanza verso Stanley con il coltello)

STANLEY - (retrocede) Un momento, Mary -

MARY - (incalzando) Se non esci di qui entro cinque secondi ti taglio le palle! (avanza verso di lui)

STANLEY - (proteggendosi) Mary!

JOHN - (a Barbara) Credo che le cose si stiano mettendo molto male!

(Mary va verso la poltrona agitan-do il coltello in direzione delle parti di Stanley)

MARY - (contando) Uno!

STANLEY - (accingendosi ad andar-sene) Mary!

BARBARA - (dirigendosi verso Mary) Arrivederci, Mary. un piacere conoscerla. Io sono la signora Smith. La mamma di Gavin.

(Mary concentrata su Stanley)

MARY - (taglia corto) La mamma di Gavin. capitata nel momento sbagliato!

BARBARA - (comprensiva) S, lo so. Comunque deve cercare di farsi forza.

JOHN - (a Barbara) Andiamocene!

STANLEY - (intervenendo) Ma s, an-date!

MARY - (agitando il coltello) Due!

(Stanley si fa rapidamente indie-tro. Gavin va verso Barbara)

GAVIN - (a Barbara) Vieni, andiamo.

JOHN - S!

MARY - (a Gavin) Sei ancora qui!? Vuoi altri soldi?!

GAVIN - (nervoso e smarrito) Ehm no.

JOHN - No, (a Stanley) Non ne vuole pi, vero?

STANLEY - No, va bene cos... (rapi-damente) Ne ha avuti abbastanza. (spinge Gavin) Vattene!

MARY - (a Stanley) Tre!

(avanza verso Stanley che fugge)

(a Gavin) Ehi!

(Gavin si ferma accanto alla porta)

Quanti anni hai?

GAVIN - Sedici.

MARY - (a Stanley) Sedici! Limmagi-navo!

(si volta violentemente verso Stanley, col coltello)

STANLEY - Ahhh! (fugge in un angolo tenendosi i calzoni)

MARY - (si volta verso Gavin) Beh, siamo ancora in tempo per dare una possibilit alle ragazze!

GAVIN - (confuso) S. Bene.

(Gavin esce dalla porta dingres-so. Mary avanza di fronte al diva-no, verso Barbara)

MARY - Lei ha un figlio, vero?

(Barbara sorpresa. John avanza alle spalle di Mary e fa segno che pazza)

BARBARA - Ecco ehm s. Gavin. (fa un gesto vago verso la porta)

JOHN -Un bel nome, Gavin!

STANLEY - Bel nome, Gavin!

(Stanley avanza. Mary va da Barbara)

MARY - Quattro!

(Stanley torna indietro)

E quanti anni ha il suo Gavin?

(Stanley indica a Barbara che Mary matta)

BARBARA - (a Mary) Ecco (fa un gesto vago in direzione della porta) Ha sedici anni.

MARY - (a Barbara) Beh, si occupi di suo figlio.

JOHN - Sono sicuro che lo fa!

MARY - speciale!

JOHN - S, speciale! (Cerca di tirarla via)

BARBARA - (a Mary, comprensiva) S. Lei e il signor Smith avete per-so un bambino in tenera et, vero?

(Mary completamente sconcerta-

ta. John va alla porta della cucina mentre Stanley avanza verso la camera da letto. Si affacciano alle rispettive porte disperati)

(a Mary) Comunque non deve sentirsi in colpa. E non colpa sua se sua figlia circa.

(Mary esita, poi sopraffatta scop-pia in un pianto isterico. Le grida improvvise provocano una testata non voluta di John e Stanley contro le rispettive porte)

JOHN - (a Barbara) Lasciala stare!

STANLEY - S, lasciatela sola!

MARY - (A Stanley, gridando, tra le lacrime) Bene! Cinque! (Si avventa contro Stanley col coltello puntato tra le gambe di lui)

STANLEY -Mary!! (si precipita sul fondo verso le scale, inseguito da John)

JOHN -Torna indietro!

BARBARA - (consolando Mary) Si-gnora Smith! Non faccia cos!

(Durante il dialogo che segue Barbara fa sedere una singhioz-zante Mary sul divano)

JOHN - (afferrando Stanley) Non ce la faccio senza di te!

STANLEY - E io non ce la faccio senza le palle! (ed esce rapido su per le scale)

BARBARA - (a Mary) Su, su Tutto si aggiuster. E lei non vorr mica tagliargli sul serio le

MARY - (interrompendola) Eccome, se

lo voglio!

(si alza e va alla caccia di Stanley ma Barbara si alza e la blocca. Papi ha preso laccappatoio e il costume e osserva perplesso la scena che segue)

BARBARA - Fa quel che pu per lei, signora Smith. (toglie il coltello dalle mani di Mary) Le vuol bene.

MARY - (la guarda) Cosa?

(Barbara si siede con Mary sul divano, rispettivamente a destra e a sinistra. John preoccupato si unisce a loro)

BARBARA - Lui lama. (Allunga il braccio e posa il coltello sul tavo-lino dietro il divano) Sa che cosa dovrebbe fare?

MARY - (senza espressione) Che cosa?

BARBARA - Gli dica di smettere di dormire di sopra e che salti nel suo letto.

(Mary frastornata e guarda John)

JOHN - Non credo che sia una buona idea. (Va da Mary cercando di ti-rarla su, ma lei resiste)

MARY - (A Barbara) Quella ginnasti-ca, nel mio letto?!

BARBARA - Una sessione notturna di sesso cura molte cose.

(Mary esita poi scoppia di nuovo in un pianto isterico. Si alza e pas-sa davanti a Barbara, che si alza a sua volta e fa sedere di nuovo Mary. Ora Mary a destra e Bar-bara a sinistra del divano)

JOHN - (a Barbara) Non credo che la signora Smith sia per la medicina alternativa. (fa alzare Barbara)

MARY - (alzandosi) No! (a Barbara) Lei farebbe sesso con il suo inqui-lino?!

BARBARA - (presa in contropiede) Beh, no.

MARY - E allora non mi venga a dire di farlo con Stanley Gardner!

BABARA - (confusa) Stanley -?

JOHN - ora di andare, signora Smith!

(tenta di trascinarla via ma lei re-siste e fa sedere Mary, sedendosi a sua volta)

BARBARA - (a Mary, ridendo) No, lei mi ha fraintesa. Stavo dicendo che lei dovrebbe dormire con suo marito. Lui! (si volta e indica il piano di sopra)

MARY -Ma di che diavolo sta parlan-do? Io non sono sposata con quel buono a nulla di sopra.

JOHN - (freneticamente) Conoscete quella del cane e del veterinario?

MARY - Io sono sposata con lui.

(Indica John. Una pausa, poi Bar-bara si volta e guarda John)

JOHN - (cercando di controllare il pro-prio isterismo) Il cane porta un uomo dal veterinario. Il veterina-rio dice Ahhhh e apre la bocca cos luomo ci mette dentro il cane!

(Mary e Barbara continuano a fissarlo)

PAPI - (a John) il modo in cui le dici.

JOHN - (freneticamente) Una donna porta il micio dal veterinario. Il veterinario dice (si interrompe) O.K.! O.K.! (attraversa la scena parlando) Ho passato un bel tempo! Il gioco ormai finito.

(Si volta a guardare Mary e Bar-bara)

Quello che sto per dire sar una sorpresa per entrambe - beh, pi che una sorpresa. Signor Gardner, le dispiace sedersi

PAPI - Bene. Spero che questa sia pi divertente delle altre. (si siede)

JOHN - (seriamente e con semplicit) Veramente non affatto diverten-te. (a Mary e a Barbara) Io vi amo.

(Mary e Barbara annuiscono)

Il nostro matrimonio stato mera-viglioso - perfetto - fantastico.

(Mary e Barbara annuiscono)

Non credo di poter vivere senza di voi.

(Mary e Barbara annuiscono)

Ognuna di voi.

(Mary e Barbara stanno per an-nuire - ma poi si guardano per un momento. Poi tornano a guardare John)

Ecco, la verit. Gi: sono sposa-to con tutte e due.

(Mary e Barbara lo guardano)

Beh, fatta! Io - ehm - oggi me ne vado, Mary. E me ne andr anche da Streatham, Barbara. Immagino che la polizia dovr incriminarmi - offesa criminale. (teneramente) Voglio solo ringraziarvi di tutto - grazie dei Kit Kats e dei Mars Bars, Mary e tutte le deliziose mi-nestre e le bistecche di agnello. E grazie per i piatti vegetariani e la cucina sana, Barbara. E - ecco - mi dispiace.

(John, sopraffatto, si siede in pol-trona e si prende la testa tra le mani. Mary e Barbara lo guar-dano. Papi si alza)

PAPI - Se questa la pi divertente che sai dire, io vado a farmi una nuo-tata.

(Esce in cucina con accappatoio e costume. Una pausa. Poi Mary e Barbara ridono)

MARY - (ridendo, a Barbara) Diglielo tu.

BARBARA - (ride) O.K. (a Johnny) Johnny, lo sapevamo da anni.

(Una pausa e poi John lentamente alza lo sguardo. Le due donne gli sorridono allegramente e caloro-samente)

JOHN - (senza espressione) Lo sape-vate da -?

MARY - Da circa quindici anni.

JOHN - (alzandosi) Quindici -?!

(Durante le successive battute Mary e Barbara, sempre ridacchiando, si pongono ai due lati di John e lo prendono ognuna per un braccio)

BARBARA - (alzandosi) Non siamo idiote, tesoro.

MARY - (alzandosi) Tutte quelle spa-ventose scuse, Johnny!

BARBARA - E tutte quelle settimane, una dopo laltra

JOHN - Eh?

MARY - Stasera no, sono troppo stanco.

BARBARA - Ma sai qual stato il tuo errore pi grande?

JOHN - Cosa?

MARY & BARBARA - (insieme) Parli nel sonno! (Entrambe lo baciano e lo abbracciano)

BARBARA - (sostenuta) E cos un giorno ti ho seguito -

JOHN - (offeso) Barbara!

MARY - (sostenuta) E ti ho seguito -

JOHN - Mary!

BARBARA - cos che ci siamo in-contrate.

MARY - E abbiamo deciso che ci stava bene cos.

BARBARA - S. Non ci stavi troppo tra i piedi in casa.

MARY - Ci viziavi in modo scandalo-so, e cos non volevamo che so-spettassi.

BARBARA - Ed era divertente fare i confronti.

(John le guarda per un istante)

JOHN - (risentito) Credo che il vostro comportamento sia il pi deluden-te deprecabile tradimento di un matrimonio -

MARY & BARBARA - (insieme, inter-rompendolo) Oh! (retrocedono puntando un derisorio dito contro di lui)

JOHN - (insistendo) di tutti gli infi-di, loschi, subdoli -

(Tornano da lui e lo abbracciano. Stanley entra di proposito dalle scale portando la propria valigia. Ora vestito)

STANLEY - Bene, io vado. Dov Papi?

(Avanza verso il divano)

JOHN - (sempre arrabbiato) Stanley, c una cosa che credo dovresti

STANLEY - (interrompendolo) No! Io me ne vado in vacanza con mio padre. Non ti aiuto pi1

JOHN - Stanley, tutto sistemato!

(Stanley va verso di loro)

STANLEY - No! Se credi che voglia restare qui per essere castrato da Mary - (si interrompe. Inespressi-vo) Mary e Barbara ti stanno ab-bracciando.

JOHN - S!

STANLEY - Sembrano tutte e due sod-disfatte.

JOHN - S!

(Una pausa, poi)

STANLEY - Svegliati, Stanley, sveglia-ti! (si allontana, dandosi degli schiaffi in viso)

(John va davanti al divano)

JOHN - Lo sapevano da quindici anni!

STANLEY - Dio, ho avuto una mezza dozzina di attacchi cardiaci per niente. (Si siede. La porta din-gresso si apre e Vicki entra di corsa)

VICKI -Ho appena incontrato Gavin per la strada!

(Tutti la guardano)

fantastico! cos educato. Vo-glio dire, premuroso. Mi ha presa per il braccio. Mi ha scortata attraverso la strada. Ha detto attenta al selciato, attenta dove metti i piedi

(John va verso di lei)

JOHN - (interrompendola) Vicki

VICKI - (insiste) Mi piace davvero, pap. E poi sexy un frego!

JOHN - Vicki -

VICKI - (insiste) Mi ha invitata ad an-dare al circolo con lui stasera. E vuole portarmi a Brighton in mo-to.

JOHN - Vicki -!

VICKI - fantastico! E vuole regalarmi un cane!

JOHN - (semplicemente) Vicki, non de-vi vederlo pi.

VICKI - Non ricominciare con questa storia!

JOHN - No, Vicki, per favore -

VICKI - Senti, a me piace! tutto. Non sto dicendo che voglio andare a letto con lui e fare dei figli!

JOHN - Vicki!

VICKI - Ma lo faremo, se vogliamo. (esce di corsa)

JOHN -Vicki! Mary, devo dirglielo.

(Fa per andare da lei ma Mary lo ferma)

MARY - No, non farlo!

JOHN - Devo!

MARY - No, non devi!

JOHN - Mary! Non c un futuro per loro! Sono figli dello stesso padre!

MARY - No, non vero.

(Una pausa, mentre John accusa il colpo. Mary li fa sedere entram-bi sul divano. Barbara si siede sulla poltrona)

Tu non sei il padre di Vicki. Mi dispiace, Johnny. Successe una so-la volta. Sedici anni fa. Mi sentivo molto sola. Sensazioni - sai com. Successe una sola volta.

JOHN - (sottovoce) Chi era lui?

MARY - Linquilino.

(Indica Stanley. John lo guarda. Stanley si alza, mortificato. Poi fa segno che si trattato di una sola volta, alzando un dito. John pren-de il coltello dal tavolino dietro il divano. Stanley rimane immobile)

STANLEY - John! Si trattato di una volta sola! Una! Tu sei stato infe-dele tutte le sere per diciotto anni!

(John si alza, soppesando il col-tello. Stanley si ripara le parti. John lentamente avanza verso Stanley)

Non farlo, John! Pagher tutti gli affitti arretrati! Io sono stato un buon amico, John! Tranne una volta. Sono stato un buon amico!

JOHN - (improvvisamente ride) Sei sta-to un amico fantastico, compagno!

(Lascia andare il coltello e ab-braccia Stanley. Stanley per-plesso)

STANLEY - Svegliati, Stanley, sveglia-ti! (Come un folle si schiaffeggia il viso di nuovo e viene avanti. Du-rante il dialogo che segue John va da Mary e Barbara e le abbrac-cia)

JOHN -Devo essere luomo pi fortu-nato dal mondo. Un grande amico. Due mogli adorabili. Due figli de-liziosi. Avranno dei figli deliziosi.

La vita fantastica!

(Papi entra dalla cucina col ba-stone. Indossa i mutandoni con i calzoncini da bagno sopra)

PAPI - (entrando) Questo albergo distante kilometri dalla spiaggia, sapete.

(Tutti ridono. Stanley incomincia a sbaciucchiare e coccolare Papi. Papi cerca di allontanarlo)

MUSICA

S I P A R I O

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